RELAZIONE sulla strategia tematica sull’inquinamento atmosferico

30.6.2006 - (2006/2060(INI))

Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
Relatrice: Dorette Corbey

Procedura : 2006/2060(INI)
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Ciclo del documento :  
A6-0235/2006
Testi presentati :
A6-0235/2006
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla strategia tematica sull’inquinamento atmosferico

(2006/2060(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla strategia tematica sull’inquinamento atmosferico (COM(2005)0446),

–   visto il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente (6° PAA)[1],

–   vista la strategia di Lisbona (conclusioni del Consiglio europeo di Barcellona del 15 e 16 marzo 2002),

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Il programma “Aria pulita per l’Europa” (CAFE): verso una strategia tematica per la qualità dell'aria" (COM(2001)0245),

–   vista la valutazione d'impatto riguardante la strategia tematica sull’inquinamento atmosferico e la direttiva relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa (SEC(2005)1133)

–   visti gli aspetti sanitari dell'inquinamento atmosferico – risultati del progetto dell'OMS relativo all'esame sistematico degli aspetti sanitari dell'inquinamento atmosferico in Europa[2],

–   vista la nota informativa dell'Istituto per la politica ambientale europea (IEEP)[3],

–   vista la proposta della Commissione di una nuova direttiva relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa (COM(2005)0447),

–   visto l'abbondante corpus normativo comunitario sul controllo della qualità dell'aria e delle emissioni rilasciate nell'aria tra cui, la direttiva quadro sulla qualità dell'aria[4] e le direttive figlie, la direttiva sui limiti nazionali di emissione[5], la direttiva sui grandi impianti di combustione[6], le direttive sul controllo delle emissioni rilasciate dai veicoli e sulla qualità del carburante, la direttiva sulle emissioni da solventi organici[7] e la direttiva sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (direttiva IPPC)[8],

–   viste le conclusioni del Consiglio "Ambiente" del 9 marzo 2006,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A6‑0235/2006),

A. considerando che l'inquinamento atmosferico è una delle principali cause di morte e di malattia in Europa, con una riduzione media dell'aspettativa di vita di ciascun individuo pari a oltre otto mesi, e che i bambini, gli anziani, le persone affette da malattie respiratorie e cardiovascolari e le persone che vivono in regioni ad elevata esposizione, come le aree urbane (città) e nei pressi dei principali assi stradali, sono soggette a particolari rischi sanitari,

B.  considerando che l'obiettivo generale della strategia tematica sull'inquinamento atmosferico consiste nel definire una politica strategica integrata di lungo periodo per combattere questo tipo di inquinamento, onde conseguire gli obiettivi del 6° PAA per quanto riguarda la tutela della salute umana e dell'ambiente stesso,

C. considerando che negli ultimi decenni sono stati fatti notevoli progressi nel ridurre gli inquinanti atmosferici più nocivi alla salute,

D. considerando che le particelle sottili PM2,5 e l'ozono troposferico sono gli inquinanti atmosferici che causano la maggior parte dei problemi sanitari,

E.  considerando che il 55% degli ecosistemi europei è danneggiato dall'inquinamento atmosferico,

F.  considerando che l'inquinamento atmosferico è presente in tutti gli Stati membri e costituisce un problema transfrontaliero, visto che il particolato e gli altri inquinanti sono trasportati per centinaia di chilometri, per cui è necessario trovare una soluzione a livello europeo e rafforzare le misure transfrontaliere, senza che ciò esima dalle loro particolari responsabilità taluni Stati membri che hanno l'obbligo di conformarsi ai valori limite di qualità atmosferica,

G. considerando che l'inquinamento atmosferico può essere contrastato soltanto grazie a un dispositivo coerente comprendente misure a livello europeo, nazionale e locale, e avente quale obiettivo principale quello di combattere le emissioni di inquinanti alla fonte,

H. considerando che l'articolo 7 del 6° PAA indica che uno degli obiettivi è quello di "raggiungere livelli di qualità dell'aria che non comportino rischi o impatti negativi significativi per la salute umana e per l'ambiente",

I.   considerando che tra le azioni prioritarie elencate all'articolo 7 del 6° PAA figurano la preparazione di una strategia tematica nel campo dell'inquinamento atmosferico, come pure il riesame e l'aggiornamento delle norme sulla qualità dell'aria e i valori limite di emissione nazionali, onde raggiungere l'obiettivo a lungo termine di non superare carichi e livelli critici; considerando che l'inquinamento atmosferico costituisce un problema complesso che può essere risolto soltanto attraverso un approccio sistematico che tenga conto delle interazioni,

J.   considerando che un'attuazione efficace della legislazione in vigore riveste un'importanza fondamentale per assicurare miglioramenti della qualità dell'aria entro il 2020 e che parte della legislazione vigente è ancora in fase di attuazione,

K. considerando che gli obiettivi ambiziosi per migliorare la qualità dell'aria possono essere raggiunti soltanto se l'attuale legislazione è applicata in modo coerente in tutti gli Stati membri e se le nuove proposte legislative si concentrano sulla riduzione delle emissioni all'origine,

L.  considerando che nella sua valutazione d'impatto la Commissione ha presentato tre scenari (A, B e C) che rispecchiano diversi livelli di ambizione, nonché uno scenario riguardante la massima riduzione tecnicamente fattibile,

M. considerando che la valutazione d'impatto indica che la maggioranza dei cittadini europei è favorevole a una politica europea mirata a migliorare la qualità dell'aria a un livello di ambizione analogo allo scenario C, ma che la Commissione, nella sua strategia, ha optato per un livello di ambizione più basso, che può essere qualificato come A+,

N. considerando che in tutti gli scenari i costi della riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico sono inferiori ai benefici finanziari, che nessuno scenario pregiudica la posizione competitiva globale dell'Unione europea e che uno scenario ambizioso favorisce la creazione di posti di lavoro,

O. considerando che, sebbene la valutazione d'impatto della Commissione sia accurata e tenga conto dell'iniziativa "Legiferare meglio" come pure della strategia di sviluppo sostenibile, si rileva comunque la grave mancanza di un approccio sistemico alla strategia proposta e alla relativa direttiva sulla qualità dell'aria giacché, ad esempio, non sono previste ulteriori riduzioni delle emissioni di CO2, il che porta indubbiamente a sopravvalutare i costi e a sottovalutare i vantaggi della strategia in materia di inquinamento atmosferico, in quanto uno dei numerosi effetti della continua riduzione delle emissioni dopo il 2012 sarà anche quello di contribuire al miglioramento della qualità dell'aria,

P.  considerando che, secondo la valutazione d'impatto, lo scenario ottimale ‑ vale a dire dove i costi marginali sono pari ai benefici marginali ‑ è situato tra gli scenari B e C, a prescindere dal fatto che le cifre dei costi non includano la monetarizzazione dei danni agli ecosistemi e alle materie prime vegetali, come pure di alcuni effetti negativi sulla salute,

Q. considerando che il gruppo di lavoro CAFE sulle PM (materiale particolato) ha osservato che le PM2,5 presentano rischi per la salute in concentrazioni inferiori a 10 μg/m3 e che un valore limite non dovrebbe superare 20 μg/m3,

R.  considerando che – come sottolineato dall'IEEP – il valore PM2,5 di 25 μg/m3 proposto dalla Commissione non comporta requisiti più rigorosi per gli Stati membri per quanto riguarda le PM, ma anzi riduce gli obblighi autorizzando deroghe,

S.  considerando che il miglioramento della qualità dell'aria costituisce un beneficio per la società nel suo insieme, mentre i relativi costi sono imputati a settori specifici; considerando che, per tale motivo, è necessario trovare soluzioni che permettano di sostenere tali costi laddove l'applicazione del principio "chi inquina paga" comporti costi inaccettabili per un determinato settore,

T.  considerando che tutti i settori devono contribuire al miglioramento della qualità dell'aria e che occorre concentrare l'attenzione sui settori che finora hanno dato soltanto un contributo non soddisfacente al mantenimento della qualità dell'aria,

U. considerando che le disposizioni relative al mercato interno stimolano la realizzazione degli obiettivi ambientali e dei valori limite nell'Unione europea purché gli obiettivi siano attuati allo stesso modo nei diversi Stati membri,

V. considerando che molti Stati membri non rispettano i valori limite previsti dalla legislazione in vigore sulla qualità dell'aria, e che la maggior parte dei problemi riguardano i Paesi Bassi, il Belgio, la Germania, l'Italia settentrionale, la Polonia e i grandi centri urbani; considerando che le misure adottate finora riguardo alle fonti di inquinamento non sono sufficienti per raggiungere i valori limite,

X. considerando che il mancato rispetto dei valori limite non è sempre imputabile alla mancata adozione di misure da parte degli Stati membri, bensì dipende talvolta dall'assenza di adeguate misure a livello comunitario,

Y. considerando che è necessario attuare una strategia che preveda obiettivi ambiziosi tradotti in una legislazione ambiziosa sulla qualità dell'aria, accompagnati da misure incentrate sulle fonti di inquinamento, al fine di permettere agli Stati membri di rispettare le norme sulla qualità dell'aria, accordando tuttavia proroghe agli Stati membri che hanno adottato tutte le misure adeguate ma incontrano tuttora difficoltà a rispettare i valori limite,

Z.  considerando che per assicurare la realizzazione degli obiettivi sanitari e ambientali, la direttiva sui limiti nazionali di emissione dovrebbe essere integrata da un insieme di misure per la riduzione delle emissioni a livello locale, nazionale, comunitario e internazionale,

Definizione del livello di ambizione adeguato per affrontare l'inquinamento atmosferico

1.  accoglie con favore la strategia tematica della Commissione sull'inquinamento atmosferico, in cui si sottolinea che questo tipo di inquinamento costituisce un problema serio dal punto di vista della salute e dell'ambiente;

2.  rileva con preoccupazione che la strategia tematica in materia di inquinamento atmosferico non indica in che modo possono essere conseguiti gli obiettivi del 6° PAA; chiede pertanto alla Commissione di prevedere obiettivi di riduzione dell'inquinamento atmosferico nettamente più ambiziosi per il 2020, al fine di raggiungere i suddetti traguardi;

3.  osserva con rammarico che la strategia non prevede alcun obbligo giuridico di ridurre le emissioni di particolato, come raccomandato dall'Agenzia europea per l'ambiente, ma si limita semplicemente ad indicare gli obiettivi di massima;

4.  chiede che venga elaborata una strategia che preveda obiettivi di riduzione più ambiziosi, corrispondente allo scenario C per quanto concerne COV (composti organici volatili), PM2,5 e NOx, e che produca maggiori benefici per la salute e l'occupazione, pur mantenendo un approccio equilibrato tra i costi e i benefici; chiede che vengano realizzate le riduzioni figuranti nella tabella seguente:

 

2020 Legislazione in vigore

2020 STIA[9]

2020 Obiettivi del PE e scenari corrispondenti

SO2

68%

82%

82% (B)

NOx

49%

60%

65% (C)

VOC

45%

51%

55% (C)

NH3

4%

27%

27% (A+)

PM2,5

45%

59%

61% (C)

Totale costi

(all'anno)

 

7,100 milioni di euro extra

+/- 11.000 milioni di euro extra

5.  invita la Commissione ad aggiornare i dati di input utilizzati per il modello di valutazione integrato onde tener conto delle azioni strutturali, a tenere pienamente conto del potenziale di riduzione delle emissioni del settore dei trasporti internazionali, a includere tutta la pertinente legislazione in vigore nel cosiddetto scenario di riferimento e a utilizzare uno scenario energetico in armonia con l'ambiziosa strategia climatica dell'Unione europea, prima di utilizzare il modello per predisporre la revisione della direttiva sui limiti nazionali di emissione; ritiene che un aggiornamento dei dati di input utilizzati per l'analisi in base a tali parametri, unitamente all'inclusione di ulteriori azioni strutturali non tecniche per la riduzione delle emissioni, decurterebbe sostanzialmente i costi preventivati per il conseguimento degli obiettivi temporanei e si tradurrebbe in un potenziale sensibilmente maggiore di riduzione delle emissioni;

6.  è favorevole all'introduzione di un valore limite annuale per le PM10 pari a 30 μg/m3 nel 2010 e appoggia la proposta della Commissione di introdurre un valore massimo di concentrazione per le PM2,5, visto che la quota delle PM2,5 nelle PM10 è la più nociva per la salute; chiede l'introduzione, nel 2010, di un valore limite annuale di 20 μg/m3 per le PM2,5 e, conformemente alla raccomandazione dell'OMS, di un valore obiettivo a lungo termine di 10 μg/m3 per le PM2,5; concorda sul fatto che deve essere possibile accordare un termine più lungo per il raggiungimento del valore limite agli Stati membri che possono dimostrare di aver adottato tutte le misure fattibili;

7.  auspica una maggiore uniformità dei metodi di misurazione e di calcolo utilizzati da diversi Stati membri per le concentrazioni di particolato fine; è del parere altresì che i fattori correttivi vadano applicati correttamente;

8.  esprime la convinzione che sarà possibile realizzare la proposta riduzione dell'inquinamento soltanto se l'Unione europea rafforzerà la legislazione sulle emissioni e chiede la fissazione di valori limite ambiziosi, che siano perlopiù vincolanti;

9.  appoggia la proposta della Commissione di introdurre un obiettivo di riduzione dell'esposizione del 20% per le PM2,5 nel 2020 rispetto all'indice di esposizione medio del 2010; chiede tuttavia obiettivi di riduzione differenziati che tengano conto del diverso livello di partenza degli Stati membri e delle misure precedentemente adottate, con particolare riferimento al maggiore potenziale di riduzione degli Stati in cui il livello di esposizione iniziale è elevato;

10. chiede che siano introdotti sistemi di allerta smog in presenza di un elevato livello di smog e che la popolazione sia incoraggiata a non utilizzare fuochi all'aperto e a ridurre l'uso dell'automobile durante il periodo di allerta;

11. esprime la convinzione che sarà possibile realizzare la proposta riduzione dell'inquinamento soltanto se l'Unione europea rafforzerà la legislazione sulle emissioni; sottolinea che il problema dell'inquinamento atmosferico potrà essere affrontato soltanto agganciando valori limite ambiziosi a un'ambiziosa politica in materia di emissioni;

Misure settoriali

12. invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare quanto prima misure volte a ridurre le emissioni nei vari settori che contribuiscono all'inquinamento atmosferico, e ritiene che in tale ambito occorra dare la priorità ai settori precedentemente non regolamentati e in cui è possibile conseguire ulteriori riduzioni delle emissioni a costi più bassi;

13. invita la Commissione a formulare quanto prima una proposta di revisione della direttiva sui limiti nazionali di emissione e a portarla al livello di ambizione auspicato dal Parlamento;

14. invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare con urgenza misure volte a ridurre le emissioni del settore dei trasporti marittimi e chiede alla Commissione di formulare proposte intese a:

     –   definire norme per le emissioni di NOx per le navi che attraccano nei porti dell'UE;

–   designare il Mar Mediterraneo e l'Atlantico nordorientale quali zone SECA (Sulphur Emission Control areas) ai sensi della Convenzione MARPOL;

–   ridurre dall'1,5% allo 0,5% il contenuto massimo autorizzato di zolfo nei carburanti marittimi utilizzati nelle SECA e dalle navi passeggeri;

–   introdurre strumenti finanziari, quali ad esempio tasse o prelievi sulle emissioni di SO2 e NOx delle navi;

–   promuovere l'introduzione di prelievi differenziati per l'uso dei porti e dei canali d'accesso, che privilegino le navi a bassa emissione di SO2 e NOx;

–   incoraggiare le navi a utilizzare elettricità in banchina quando si trovano nei porti;

–   predisporre una direttiva comunitaria sulla qualità dei carburanti marittimi;

chiede inoltre alla Commissione di proporre un'azione coordinata per garantire condizioni eque e di insistere sull'azione con l'Organizzazione marittima internazionale (OMI); è convinto della necessità di un maggiore equilibrio tra i costi della riduzione delle emissioni delle navi e delle emissioni terrestri;

15. osserva che sebbene l'agricoltura rappresenti una delle principali fonti di inquinamento atmosferico causato dall'ammoniaca, tale settore è soggetto a scarsi obblighi di riduzione delle emissioni; si compiace del fatto che con l'ultima riforma della PAC si sia introdotto il principio di "condizionalità" degli aiuti agricoli, il che dovrebbe consentire di ridurre notevolmente le emissioni di sostanze nocive per l'ambiente; invita gli Stati membri a contrastare l'inquinamento atmosferico causato dall'allevamento bovino, e in particolare dall'agricoltura intensiva, dall'uso di fertilizzanti e dagli impianti per il riscaldamento delle serre, e a utilizzare le sovvenzioni agricole per risolvere il problema dell'ammoniaca; chiede che si proceda a un aggiornamento degli obiettivi di riduzione dell'ammoniaca nel quadro della revisione della PAC; invita la Commissione a includere l'agricoltura intensiva nella direttiva IPPC e chiede alla Commissione e agli Stati membri di rafforzare le misure destinate a favorire lo sviluppo dell'agricoltura biologica e dell'agricoltura integrata nel contesto della politica di sviluppo agricolo;

16. constata che le attività agricole contribuiscono notevolmente alle emissioni di ammoniaca; conviene con la Commissione sulla necessità di ridurre tali emissioni; invita la Commissione a formulare con urgenza proposte specifiche intese a ridurre le emissioni di ammoniaca del settore agricolo; chiede inoltre alla Commissione di subordinare le sovvenzioni della PAC al rispetto di criteri rigorosi per le azioni di lotta alle emissioni di ammoniaca in tale settore;

17. rileva che, in generale, il costo delle riduzioni delle emissioni di NH3 sembra essere sottovalutato, sicché ad esempio le proiezioni preliminari di riforma della PAC dell'Agenzia europea per l'ambiente prevedono un numero di capi di bestiame inferiore alle proiezioni di riferimento del programma CAFE che, se fossero più precise, implicherebbero anche costi inferiori alle proiezioni per la riduzione delle emissioni di ammoniaca;

18. invita la Commissione a valutare gli effetti incrociati delle pertinenti direttive sull'ambiente, come la direttiva sui nitrati, la direttiva sulla valutazione di impatto ambientale e la direttiva quadro sulle acque; sottolinea al riguardo, in particolare, gli incentivi all'uso di concimi minerali (riconosciuti come fonte principale di emissioni di ammoniaca del settore agricolo) piuttosto che concimi animali, che si evincono dalla direttiva sui nitrati;

19. invita la Commissione a proporre quanto prima misure volte a ridurre le emissioni provenienti da fonti industriali, inclusa una revisione della direttiva IPPC, che dovrebbero ricompensare in maniera più efficace l'innovazione, e a includere gli impianti di combustione di piccole dimensioni al di sotto dei 50 MWh;

20. chiede alla Commissione di proporre quanto prima misure volte a ridurre le emissioni provenienti da fonti domestiche, incluse norme per gli impianti di riscaldamento; invita gli Stati membri ad attuare misure e programmi che permettano di ridurre le emissioni provenienti da fonti domestiche, quali i fuochi all'aperto;

21. esorta la Commissione a proporre nel 2006 le future norme Euro VI per le autovetture private, unitamente a un'ulteriore riduzione della norma per l'NOx per le automobili e i furgoni a diesel a decorrere dal 2011 e a indicare altresì in che modo evolveranno le norme Euro VII per i mezzi pesanti; esorta la Commissione a introdurre le norme Euro VI per i mezzi pesanti entro e non oltre il 2012, unitamente a norme analoghe a quelle in vigore negli Stati Uniti, che consentano agli Stati membri di conseguire gli obiettivi di qualità dell'aria; invita gli Stati membri ad adottare le misure necessarie per eliminare progressivamente i vecchi veicoli inquinanti o, se del caso, a fornire incentivi per il loro ammodernamento; invita la Commissione, gli Stati membri e il settore dei trasporti ad avviare un dibattito approfondito sulla mobilità sostenibile nel XXI secolo;

22. invita le autorità nazionali, regionali e locali a rivedere i sistemi di trasporto locali e a cercare soluzioni innovative per ridurre al minimo l'uso di autovetture nei centri delle città; è convinto che le tasse sulla congestione del traffico comportino benefici economici e ambientali e che la suddivisione in zone a fini ambientali, che scoraggia l'accesso delle autovetture più inquinanti ai centri cittadini, costituisca un forte incentivo per l'ammodernamento del parco autovetture; sottolinea che le autorità locali possono stimolare notevolmente l'innovazione acquisendo veicoli puliti (EEV, Euro 6 e VI) per il parco mezzi pubblici e semipubblici e adottando provvedimenti a favore dei propri dipendenti che utilizzano modalità di trasporto più sostenibili;

23. rileva la mancanza di connessione tra lo sviluppo e l'impiego di fonti energetiche alternative e la riduzione dell'inquinamento atmosferico, il fatto che non venga sottolineata la necessità di estendere il trasporto pubblico, nonché l'impiego di fonti energetiche alternative sulla base di una pianificazione strategica;

24. invita la Commissione a proporre misure contro l'inquinamento atmosferico volte a garantire, a norma dell'articolo 95, paragrafo 3, del trattato CE, un elevato livello di protezione dell'ambiente; invita la Commissione ad autorizzare deroghe alle disposizioni relative al mercato interno per gli Stati membri che intendono adottare misure che vadano oltre le attuali norme dell'Unione europea; è convinto che gli Stati membri che applicano norme più rigorose forniscano un importante incentivo all'innovazione;

Miglioramento del processo legislativo

25. invita la Commissione e il Consiglio a concludere un accordo interistituzionale con il Parlamento, nell'ambito del quale le tre istituzioni si impegnano a favore del conseguimento degli obiettivi di qualità dell'aria indicati nella strategia tematica e di una revisione conseguentemente ambiziosa della direttiva sui limiti nazionali di emissione; ritiene che l'accordo debba includere un elenco dettagliato delle misure da adottare a livello di Unione europea, al fine di garantire che gli obiettivi di emissione della strategia tematica siano conseguiti in tempi rapidi, inclusi gli obiettivi di cui ai precedenti paragrafi da 13 a 24; ritiene che tale elenco dovrebbe essere coerente con altre politiche comunitarie, incluso il piano d'azione per il clima; è convinto che un accordo di questo tipo contribuirebbe a rafforzare la responsabilità e, di conseguenza,a migliorare il processo legislativo;

26. invita la Commissione a prendere in rassegna, nel 2012, i progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi della strategia tematica e a determinare il potenziale esistente in diversi settori per ulteriori riduzioni economicamente convenienti;

o

o o

27. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

Traduzione esterna

MOTIVAZIONE

Un’aria pulita è essenziale per la salute umana. I danni per la salute provocati dall’inquinamento atmosferico sono considerevoli. Si calcola che in Europa, a causa dell’inquinamento atmosferico si perdano 3,6 milioni di anni di vita ossia, in altri termini, che 360.000 persone perdano 10 anni di vita. Oltre a provocare vittime, l’aria inquinata è causa di numerose malattie tra cui, in particolare, quelle legate a disfunzioni respiratorie. I problemi di salute non colpiscono tutti allo stesso modo: i bambini, gli anziani, coloro che già soffrono di malattie polmonari e coloro che vivono nelle aeree urbane o vicino a strade di grande traffico rientrano nelle categorie più colpite. L’inquinamento atmosferico danneggia inoltre l’ambiente naturale. Secondo le stime, il 55% degli ecosistemi europei risentirebbe degli effetti dell’inquinamento. L’acidificazione delle foreste, l’eutrofizzazione e la perdita di biodiversità ne sono le conseguenze. Tali fenomeni sono causati principalmente dagli ossidi di azoto, dal biossido di zolfo e dall’ozono. L’inquinamento danneggia inoltre gli edifici.

L’inquinamento è un problema transfrontaliero; infatti le sostanze inquinanti possono spostarsi per centinaia e persino migliaia di chilometri. Un paese come il Regno Unito produce livelli notevoli di emissioni, tuttavia ne risente direttamente in modo relativamente lieve. I venti provenienti da ovest fanno sì che altri Stati membri siano colpiti in modo rilevante da tali emissioni. I Paesi Bassi importano grandi quantità di aria inquinata dal Belgio, dalla Germania e dal Regno Unito ma ne esportano una quantità tre volte superiore a quella importata. Anche i Paesi scandinavi importano quantità relativamente elevate di aria inquinata.

Politica vigente

Negli ultimi 30 anni la qualità dell’aria è sensibilmente migliorata, in parte grazie alla legislazione comunitaria. Sono state definite norme in materia di qualità dell’aria che hanno determinato un netto calo delle emissioni di molti inquinanti. Attualmente sono in vigore direttive europee che affrontano il problema delle emissioni alla fonte, per esempio per quanto riguarda i grandi impianti di combustione, le automobili e i veicoli commerciali pesanti. Tuttavia, il rispetto delle norme sulla qualità dell’aria non ha avuto risultati sempre positivi, a tale proposito permangono ancora problemi notevoli intorno agli agglomerati urbani. Secondo un’analisi dell’Agenzia europea per l’ambiente più del 50% degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni che superano i limiti giornalieri più di 35 volte all’anno ("Situazione e prospettive 2005", pag. 268). Le notizie negative non finiscono qui: purtroppo neppure le regole attuali sono sufficienti per risolvere il problema e per conseguire l’obiettivo definito nel sesto programma d’azione comunitario a favore dell’ambiente di "raggiungere livelli di qualità dell’aria che non comportino rischi o impatti negativi significativi per la salute umana e per l’ambiente". È pertanto necessaria una strategia efficace: una strategia che dia priorità alla salute e fornisca una risposta al problema delle lacune della politica vigente e del mancato rispetto della legislazione.

La strategia tematica

La strategia tematica si fonda su un’ampia valutazione d’impatto. Il punto di partenza della strategia è costituto da tre scenari possibili (A, B e C) e dalla massima riduzione tecnicamente fattibile (Maximum Technically Feasible Reduction, MTFR). In relazione alla valutazione d’impatto è possibile osservare quanto segue:

*tutti gli scenari, inclusa la MTFR, sono validi in termini di costi, ossia i vantaggi in termini di benefici per la salute sono superiori ai costi;

*tutti gli scenari sono sostanzialmente neutri per quanto riguarda l’impatto sull’occupazione e la competitività. Occorre tuttavia rilevare che, nel caso dello scenario C vi sarebbe una crescita in termini di occupazione in tutti i settori tranne che in quello agricolo. La perdita considerevole di posti di lavoro nel settore agricolo (73.000 posti in meno) sarebbe ampiamente compensata dagli aumenti negli altri settori;

*secondo alcuni, i costi di attuazione dei diversi scenari sarebbero stati sottostimati. In particolare, i costi a carico del settore automobilistico sarebbero, secondo quest’ultimo, maggiori. D’altro canto, i costi di riduzione delle emissioni terrestri diminuirebbero se accompagnati da una parallela riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti marittimi (non compresa nel calcolo dei costi). Inoltre, i costi potrebbero diminuire ulteriormente in quanto, naturalmente, non si è ancora tenuto conto delle misure che dovranno essere attuate per rispettare gli obblighi del dopo Kyoto (obblighi che devono ancora essere definiti);

*le previsioni relative ai vantaggi sono sottostimate, in quanto nel calcolo si è tenuto conto solo della salute e il valore assegnato a una vita umana è molto più basso rispetto a quello applicato negli Stati Uniti. Nel calcolo non si è tenuto conto né dei vantaggi per l’ambiente, né dei vantaggi derivanti dalla riduzione dei danni alle colture agricole (stimati a 0,3 miliardi di euro all’anno) e dalla riduzione dei danni agli edifici. Il rapporto tra costi e benefici è quindi, in realtà, molto più favorevole;

*i costi e i benefici marginali sono, naturalmente, importanti. La valutazione d’impatto calcola che lo scenario ottimale si situi tra gli scenari B e C, sulla base di una stima al ribasso dei vantaggi per la salute;

*l'Istituto per la politica ambientale europea (IEEP) ha eseguito una stima della valutazione d’impatto e ha concluso che le cifre e i calcoli sono affidabili.

Osservazioni

Il livello di ambizione per cui ha optato la Commissione si situa tra gli scenari A e B. I costi totali di tale scenario A+ raggiungono i 7,1 miliardi di euro. I vantaggi ammontano a 42 miliardi di euro. Lo scenario prescelto non comporterebbe alcuna riduzione in termini di occupazione e non avrebbe alcun impatto negativo sulla posizione competitiva dell’Europa a livello mondiale.

In seguito alle consultazioni sulla valutazione d’impatto e dopo aver ascoltato i consigli di vari esperti nel settore della salute, la relatrice è dell’opinione che l’obiettivo stabilito dovrebbe essere più elevato. La strategia tematica sull’inquinamento atmosferico appare eccessivamente incentrata sui costi e troppo poco sui vantaggi per la salute e sulle possibilità che un approccio più ambizioso potrebbe offrire. Alla luce della strategia di Lisbona e delle ambizioni dell’Unione europea di essere l’economia più competitiva al mondo, le norme applicate in materia di qualità dell’aria dovrebbero essere almeno equivalenti a quelle vigenti negli Stati Uniti. Il limite applicato negli Stati Uniti per le concentrazioni di polveri sottili (PM2,5) equivale a 15 mg, anche se occorre notare che il limite statunitense si basa sui risultati di rilevamenti eseguiti su un periodo di tre anni e che le misurazioni non sempre riguardano i punti realmente critici.

Se l’Unione europea optasse per uno scenario più ambizioso e facesse una scelta chiara a favore della salute, favorirebbe nel contempo lo sviluppo di numerose opportunità per la creazione di nuovi posti di lavoro, come indicato nella stessa valutazione d’impatto. La qualità dell’aria rappresenta un problema in tutte le città del mondo. La tecnologia e le innovazioni sviluppate in Europa hanno le potenzialità per essere applicate altrove.

La strategia: ambiziosa ma anche attenta alle esigenze di attuazione

La relatrice vorrebbe veder realizzati rapidamente risultati migliori nella lotta contro l’inquinamento atmosferico. Pertanto per le polveri sottili (PM2,5), i composti organici volatili (COV) e gli ossidi di azoto (NOx) si è optato per lo scenario C. Nel caso dell’ammoniaca la relatrice privilegia lo scenario A+ e nel caso del biossido di zolfo (SO2) lo scenario B. La proposta della relatrice comporterebbe un costo di circa 11 miliardi di euro all’anno, superiore quindi a quello proposto dalla Commissione, pari a 7,1 miliardi di euro. A favore dello scenario C- possono essere fornite le seguenti argomentazioni:

*maggiori benefici per la salute rispetto allo scenario A+, in quanto i danni più gravi per la salute sono causati da PM2,5, COV e NOx;

*lo scenario C- presenta un ottimo rapporto costi/efficacia, ma i costi totali, che ammontano a 11 miliardi di euro all’anno, sono notevolmente inferiori rispetto allo scenario C (14,9 miliardi);

*lo scenario C- è vantaggioso in termini di crescita dell’occupazione e di potenziale per l’innovazione. Esso consentirà di creare più di 40.000 nuovi posti di lavoro e di limitare le perdite in termini di occupazione nel settore agricolo in quanto saranno creati nuovi impieghi in altri settori.

Nel caso dell’ammoniaca la relatrice, come la Commissione, ha optato per lo scenario A+ e nel caso del biossido di zolfo (SO2 ) per lo scenario B per i seguenti motivi:

*l’aumento dei costi determinato dallo scenario C è molto elevato nel caso dell’ammoniaca;

*la riforma della politica agricola non è ancora stata presa in considerazione e il suo impatto è ancora poco chiaro. La relatrice chiede pertanto l’attuazione di una revisione e l’adozione di un approccio più chiaro in relazione all’ammoniaca quando la riforma della PAC inizierà a delinearsi;

*l’ammoniaca svolge un ruolo modesto nella formazione delle polveri sottili secondarie e i costi totali per risolvere il problema delle polveri sottili primarie e secondarie sulla base dello scenario C e il problema dell’ammoniaca sulla base dello scenario A+ sono quasi altrettanto elevati di quelli dello scenario C applicato all’ammoniaca;

*lo scenario B appare accettabile per l’SO2 in quanto lo scenario C comporterebbe pochi vantaggi in più per la salute.

La relatrice è consapevole del fatto che gli obiettivi qui stabiliti sono ambiziosi e non facili da conseguire. Vi sono alcuni Stati membri che stanno già riscontrando difficoltà nel rispettare gli obiettivi attuali. La relatrice chiede pertanto una deroga temporanea per gli Stati membri che sono in grado di dimostrare di aver preso tutte le misure necessarie per raggiungere i valori limite stabiliti nell’ambito della presente strategia tematica ma che non riescono a rispettarne le norme. Ciò fornirà inoltre un incentivo per un rapido e pieno rispetto dei valori limite. Il fatto che si attendano ancora misure adeguate a livello europeo che facciano riferimento alle fonti è naturalmente un ostacolo per gli Stati membri che devono conseguire tali obiettivi. Spetta pertanto alla Commissione presentare al più presto misure adeguate che facciano riferimento alle fonti mentre il Consiglio e il Parlamento sono tenuti ad adottare tali misure senza indugio. Un qualsiasi ritardo significherebbe rimandare l’offerta di una protezione adeguata per la salute dei cittadini e l’ambiente.

La relatrice è inoltre consapevole del fatto che i costi non sono condivisi dalla società allo stesso modo dei benefici. Occorrerebbe in sostanza applicare il principio "chi inquina paga". Nella maggior parte dei casi i produttori riescono a trasferire i costi più elevati sui consumatori. In alcuni casi tuttavia ciò è più difficile in quanto i costi a carico dei concorrenti al di fuori dell’Unione europea non sono necessariamente gli stessi. La relatrice invita pertanto la Commissione a valutare la possibilità di fornire finanziamenti nei casi in cui i costi non possono essere trasferiti ai consumatori e nei casi in cui i costi per chi inquina sono inaccettabili. A tale proposito, la relatrice desidera sottolineare che i Fondi strutturali e il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEAOG) potrebbero fornire un supporto. Gli Stati membri potrebbero ricorrere a tali strumenti per cofinanziare alcune misure (per esempio impianti di depurazione dell’aria nel settore della produzione animale). Gli Stati membri potrebbero inoltre concedere alle imprese aiuti pubblici a determinate condizioni.

Misure

Per conseguire gli obiettivi definiti in tale strategia sono necessarie numerose misure in vari settori. A tale proposito la Commissione ha un ruolo da svolgere (anche in relazione alle misure facenti riferimento alle fonti nel settore dei trasporti, dei piccoli impianti di combustione e dei sistemi di riscaldamento) così come gli Stati membri (anche in relazione agli impianti di depurazione dell’aria nel settore agricolo e dei trasporti marittimi) e le autorità decentralizzate (in relazione a piani di mobilità, punti critici, emergenze inquinamento).

Conclusioni: una migliore regolamentazione e una migliore attuazione

L’Unione europea si è a giusto titolo fortemente impegnata per garantire una "migliore regolamentazione", poiché per quanto riguarda il processo legislativo vi è ancora ampio spazio per ulteriori miglioramenti. La strategia tematica e la relativa direttiva sulla qualità dell’aria ambiente sono esempi di una "migliore regolamentazione". La relatrice ha ascoltato le opinioni dei rappresentanti delle autorità nazionali e locali, delle imprese e delle ONG. Da numerose discussioni è emersa una certa insoddisfazione in relazione alle modalità di attuazione della legislazione in Europa. La lamentele espresse in ripetute occasioni riguardano in particolare la mancata concretizzazione di una legislazione adeguata e l’incertezza sul medio termine. L’elenco delle possibili misure previste nella strategia non è bastato a rimuovere tale incertezza. Sarebbe di aiuto alla comunicazione con i cittadini, le imprese e le autorità di livello inferiore (che sono tenute ad attuare numerose misure) se fosse chiaro per quale livello di ambizione la Commissione, il Consiglio e il Parlamento intendono optare in relazione alla qualità dell’aria e quali misure facenti riferimento alle fonti è possibile prevedere e quando. La relatrice chiede pertanto un accordo interistituzionale in cui siano definiti gli impegni e le responsabilità da parte della Commissione, del Consiglio e del Parlamento. Tale accordo contribuirebbe a una migliore regolamentazione e alla promozione del processo democratico.

PROCEDURA

Titolo

Strategia tematica sull’inquinamento atmosferico

Numero di procedura

2006/2060(INI)

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula dell'autorizzazione

ENVI
16.3.2006

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

AGRI
16.3.2006

REGI
16.3.2006

TRAN
16.3.2006

ITRE
16.3.2006

 

Pareri non espressi
  Decisione

AGRI
21.3.2006

REGI
21.3.2006

TRAN
11.10.2005

ITRE
21.2.2006

 

Cooperazione rafforzata
  Annuncio in Aula

 

 

 

 

 

Relatore(i)
  Nomina

Dorette Corbey
29.11.2005

 

Relatore(i) sostituito(i)

 

 

Esame in commissione

24.4.2006

 

 

 

 

Approvazione

21.6.2006

Esito della votazione finale

+

-

0

45

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Adamos Adamou, Margrete Auken, Johannes Blokland, Frieda Brepoels, Dorette Corbey, Chris Davies, Bairbre de Brún, Avril Doyle, Edite Estrela, Jill Evans, Anne Ferreira, Karl-Heinz Florenz, Matthias Groote, Françoise Grossetête, Rebecca Harms, Satu Hassi, Gyula Hegyi, Mary Honeyball, Dan Jørgensen, Eija-Riitta Korhola, Holger Krahmer, Urszula Krupa, Aldis Kušķis, Peter Liese, Marios Matsakis, Roberto Musacchio, Riitta Myller, Dimitrios Papadimoulis, Vittorio Prodi, Frédérique Ries, Guido Sacconi, Richard Seeber, Kathy Sinnott, Bogusław Sonik, Antonios Trakatellis, Thomas Ulmer, Anja Weisgerber, Åsa Westlund, Anders Wijkman

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Alfonso Andria, Giuseppe Castiglione, Henrik Lax, Ria Oomen-Ruijten, Andres Tarand

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Sepp Kusstatscher

Deposito

30.6.2006

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)