RELAZIONE sulle relazioni economiche e commerciali dell'Unione europea con l'India
20.7.2006 - (2006/2034(INI))
Commissione per il commercio internazionale
Relatore: Sajjad Karim
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulle relazioni economiche e commerciali dell'Unione europea con l'India
Il Parlamento europeo,
– visto il piano d'azione congiunto del 7 settembre 2005 per un partenariato strategico India-Unione europea, in particolare la sezione relativa allo sviluppo del commercio e degli investimenti,
– viste la conclusioni della 9a relazione della Tavola rotonda India-Unione europea che si è svolta a Hyderabad dal 18 al 20 settembre 2005,
– vista la sua risoluzione del 13 ottobre 2005 sulle prospettive delle relazioni commerciali tra l'Unione europea e la Cina[1],
– vista la sua relazione del 29 settembre 2005 sulle relazioni tra l'Unione europea e l'India: un partenariato strategico[2],
– vista la sua posizione del 1° dicembre 2005 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla concessione di licenze obbligatorie per brevetti relativi alla fabbricazione di prodotti farmaceutici destinati all'esportazione verso paesi con problemi di sanità pubblica[3],
– vista la decisione dell'OMC in merito all'accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (ADPIC) e alla sanità pubblica adottata il 29 novembre 2005,
– vista la sua risoluzione del 14 febbraio 2006 sulla clausola relativa ai diritti dell'uomo e alla democrazia negli accordi dell'Unione europea[4],
– visto l'accordo "Il prossimo passo verso un partenariato strategico" concluso nel 2004 fra l'India e gli Stati Uniti e visto l'accordo sul nucleare civile negoziato durante la visita di Stato del Presidente George W. Bush in India il 2 marzo 2006,
– vista la sua risoluzione del 4 aprile 2006 sulla valutazione del Round di Doha a seguito della conferenza ministeriale dell'OMC a Hong Kong[5],
– visto il Vertice sull'energia fra l'UE e l'India svoltosi a Nuova Delhi il 6 aprile 2006,
– vista la visita a Nuova Delhi e nel Punjab della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con i paesi dell'Asia del Sud e l'Associazione per la cooperazione regionale dell'Asia del Sud (SAARC) nell'aprile 2006,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per il commercio internazionale e il parere della commissione per lo sviluppo (A6-0256/2006),
A. considerando che l'Unione europea e l'India sono le più grandi democrazie del mondo e che la loro adesione costituzionale al pluralismo e allo Stato di diritto favorisce la costanza delle loro relazioni economiche e commerciali, conferisce sicurezza giuridica agli investimenti e contribuisce alla stabilità regionale e mondiale,
B. considerando che il piano d'azione congiunto contiene una vasta gamma di attività da intraprendere nel quadro del dialogo sulla politica commerciale ed economica ma non stabilisce priorità e scadenze,
C. considerando che l'UE è la più grande fonte di investimento estero diretto (IED) con afflussi di 1.100 milioni di euro nel 2004, e che l'afflusso di IED dell'India verso l'UE è passato dai 140 milioni di euro nel 2002 a 600 milioni di euro nel 2003;
D. considerando che gli Stati membri dell'UE rappresentano il 22,4% delle esportazioni dell'India e il 20,8% delle sue importazioni e considerando che gli scambi UE-India sono passati da 4.400 milioni di euro a 33.200 milioni di euro fra il 1980 e il 2004 e sono aumentati del 16,9% fra il 2003 e il 2004,
E. considerando che esiste un forte squilibrio nel livello degli scambi tra l'UE e l'India; considerando che l'Unione europea rappresenta il 21% del commercio indiano mentre l'India rappresenta meno dell'1% del commercio dell'Unione europea; considerando che l'UE è il più grande partner commerciale dell'India ma che l'India occupa soltanto il 10° posto nell'elenco dei partner commerciali dell'Unione europea,
F. considerando che l'economia dell'India ha registrato una crescita annua media del 6% nel corso dell'ultimo decennio e che potrebbe continuare a crescere del 7-8% all'anno nel corso del prossimo decennio,
G. considerando che un inefficiente settore finanziario costituisce un ostacolo perché l'India possa mantenere un tasso di crescita economica dell'8%,
H. considerando che, per le sue dimensioni, popolazione e dinamicità della crescita economica negli ultimi due decenni, l'India è una potenza regionale emergente e una delle potenze nucleari del mondo, in grado di influenzare il corso dell'economia e della sicurezza mondiale, il che aumenta la sua responsabilità nei consessi multilaterali quali l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) o l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) e nell'ambito di organizzazioni regionali dell'Asia, come la SAARC e l'ASEAN,
I. considerando che l'espansione dell'India è fonte di opportunità benefiche ma solleva anche legittime inquietudini per alcuni settori dell’industria dell'UE, da cui la necessità di una gestione politica e di una cooperazione nel campo della gestione economica e commerciale delle sue esportazioni a livello dell’Unione,
J. considerando che, se si mantiene l'attuale tasso di crescita demografica del 2%, nel 2025 l'India avrà una popolazione di 1,4 milioni di abitanti e competerà con la Cina come paese più popolato del mondo,
K. considerando che nel 2020 l'età media dell'Europa occidentale sarà di 45 anni mentre quella dell'India sarà di appena 29 anni; che, sulla base delle attuali tendenze demografiche, la crescita potenziale dell'UE dovrebbe diminuire entro il 2020; che invece il principale vantaggio comparativo di cui dispone l'India è un ampio vivaio di lavoratori giovani, istruiti, anglofoni e non costosi,
L. considerando che il successo del programma di Doha per lo sviluppo riveste un'importanza cruciale sia per l'UE che per l'India e considerando che un tale accordo non esclude accordi multilaterali OMC+,
M. considerando che l'India è uno dei più attivi utilizzatori dello strumento antidumping, sia come iniziatore che come oggetto delle procedure, avendo avviato 412 indagini nell'ultimo decennio, seguita dagli Stati Uniti con 358 e l'UE con 318,
N. considerando che l'India ha creato soltanto recentemente un quadro per le indicazioni geografiche (IG) ma che 27 indicazioni geografiche indiane sono già state registrate e 40 domande sono in attesa,
O. considerando che l'applicazione degli obblighi in materia di diritti di proprietà intellettuale nell'ambito dell'OMC è importante, sia per l'UE che per l'India,
P. considerando che la diaspora indiana conta oltre 20 milioni di persone, di cui 3 milioni circa vivono nell'UE e inviano rimesse in India il cui importo annuo raggiunge in media 6.000 milioni di dollari statunitensi,
Q. considerando che la costante tensione esistente dal 1945 tra l'India, ormai potenza nucleare, e il Pakistan ha portato il mondo vicino ad una guerra nucleare, scoraggiando gli investimenti interni e gli impegni in entrambi i paesi,
R. considerando che la domanda globale di petrolio è aumentata di 7 milioni di barili al giorno dal 2000, 1 milione dei quali vanno all'India il cui tasso di consumo di petrolio è in rapido aumento; che l'India dispone della quarta maggiore industria di etanolo nel mondo, con una produzione annua di 462 milioni di galloni; considerando che il 70% dell’energia consumata in India è importato, che il progressivo sviluppo economico di tale paese dipenderà dalla disponibilità di nuovi canali di fornitura energetica e che la crescente domanda mondiale di petrolio è una fonte potenziale di instabilità economica e di tensioni strategiche e politiche,
S. considerando tuttavia che l'India sarà il primo paese dell'Asia meridionale a costituire riserve strategiche di petrolio,
T. considerando che 390 milioni di indiani vivono con meno di un dollaro statunitense al giorno e considerando che la crescita dell'India ha avuto ripercussioni ineguali sui diversi segmenti della società, soltanto una minuscola percentuale della popolazione risente degli effetti benefici,
U. considerando che il PIL del Gujarat, lo Stato indiano con la più rapida crescita, è raddoppiato tra il 1993 e il 2003 e il prodotto pro capite è aumentato del 73%; che, invece, per lo Stato più povero dell'India, il Bihar, la crescita del prodotto pro capite è stata pari ad appena il 22% nello stesso periodo,
V. considerando il lancio, il 2 febbraio 2006, dell'iniziativa di garanzia dell’occupazione rurale (“Rural employment guarantee scheme”) nel distretto di Anantapur (Andhra Pradesh), che garantisce a un membro delle unità familiari a più basso reddito cento giorni di lavoro l’anno in progetti pubblici, con un salario minimo; che tale programma costituisce lo sforzo più ambizioso di lotta contro la povertà rurale in India,
W. considerando che l'India è il più grande beneficiario del sistema delle preferenze generalizzate (SPG), con esportazioni di 7.700 milioni di euro nel 2005 che hanno beneficiato di un accesso preferenziale al mercato UE, con dazi nulli o aliquote ridotte; ciò significa che circa metà delle esportazioni indiane verso l'UE, per una stima di poco più di 17.000 milioni di euro, ha beneficiato del regime SPG; che i diritti doganali applicati al tessile indiano sono stati abbassati dal 12% al 9,5% in media,
X. considerando che i maggiori profitti derivanti dall'abolizione delle quote dei tessili e dell'abbigliamento a partire dal 1° gennaio 2005 sono andati a favore della Cina come dell'India, con esportazioni che l'anno scorso sono rispettivamente aumentate del 42% e del 18%; che invece gran parte degli altri fornitori dei paesi in via di sviluppo hanno perso terreno, anche se la reintroduzione da parte dell'UE delle quote sulle esportazioni cinesi a metà 2005 ha avuto un effetto positivo sulle loro esportazioni nel secondo semestre dell'anno,
Y. considerando che l'India ha una delle maggiori incidenze al mondo di lavoro minorile,
Z. considerando che, secondo la relazione delle Nazioni Unite del 2006 sull'epidemia globale di AIDS, 5,7 milioni di persone sono portatrici del virus HIV/AIDS in India; che meno dell'1% della popolazione adulta dell'India è, secondo le attuali stime, contagiata ma che l'India precede tuttora il Sudafrica come il paese con il maggior numero di persone contagiate dall'HIV/AIDS, il che evidenzia l'impatto che la malattia sta esercitando nel subcontinente sudasiatico; considerando che gli Stati a forte incidenza di virus sono economie di grande vitalità che si avvalgono di manodopera itinerante e di servizi di trasporto su strada, entrambi vettori dell'infezione,
AA. considerando che circa l'80% dell'area geografica dell'India è vulnerabile a tifoni, inondazioni, frane, siccità, terremoti nonché a rischi localizzati e che la combinazione di inadeguate condizioni socioeconomiche e catastrofi ha creato un circolo vizioso di povertà e vulnerabilità,
BB. considerando che la presenza di malaria e colera continuano a rappresentare gravi cause di preoccupazione nel paese, dinanzi a cui occorre adottare politiche specifiche,
CC. considerando che la permanente discriminazione endemica al sistema delle caste significa che l'India continua a non sfruttare al meglio la sua popolazione in termini di potenziale e competenze,
Commercio
1. si compiace della determinazione dell'India e dell'Unione europea per dare un esito positivo e ambizioso al programma di Doha per lo sviluppo; invita a tal fine l'India a sfruttare la sua posizione di leader in seno al G20 per pervenire, alla fine del 2006, ad un accordo equilibrato a favore dello sviluppo tra i paesi sviluppati, le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo; osserva che i negoziati dell'agenda di Doha non sono incompatibili con negoziati bilaterali dell'OMC; rileva che un esito positivo del programma di Doha per lo sviluppo ridurrà l'importanza di regimi come l'SPG per paesi in via di sviluppo come l'India, diminuendo ulteriormente il margine di preferenza di cui attualmente beneficiano; invita l'UE ad offrire di concludere un accordo di libero scambio con l'India, sulla scorta del suo accordo con il Cile, che prevede l'ingresso senza dazi per le esportazioni di entrambe le parti su base reciproca e invita il Gruppo ad Alto livello per il commercio a studiare reciproche opportunità al proposito;
2. sottolinea il fatto che un esito positivo del programma di Doha per lo sviluppo necessita del pieno sostegno sia dell'UE che dell'India; sollecita l'India e il G20 a realizzare che l'offerta europea in materia di agricoltura deve essere seguita da un'offerta ragionevole da parte del G20 in materia di accesso al mercato per i prodotto non agricoli e servizi;
3. si compiace dell'azione del Gruppo di lavoro d'Alto livello per il commercio volta a migliorare la cooperazione e la graduale messa in atto del piano d'azione, che ha determinato una progressiva partecipazione dell'India a grandi progetti internazionali congiunti, ad esempio i programmi ITER e GALILEO; osserva tuttavia che il piano d'azione congiunto, se da un lato prevede un dialogo permanente in numerosi settori, dall'altro non fornisce alcuna indicazione quanto a priorità e scadenze; invita entrambe le parti interessate a dar prova della volontà politica necessaria per consolidare le loro relazioni in vista di un partenariato strategico efficace;
4. è preoccupato del fatto che, nonostante statistiche incoraggianti, rimangono vari settori di potenziale commerciale non sfruttato per entrambe le economie; invita i gruppi ad alto livello per il commercio ad affrontare le questioni del commercio e degli investimenti come parte di un ampio ed inclusivo dialogo politico e ad esplorare la cooperazione in settori come la migrazione, l'istruzione e gli scambi culturali;
5. constata che il livello elevato dei diritti doganali all'importazione e, nonostante i recenti notevoli progressi, gli ostacoli non tariffari continuano ad essere un'autentica preoccupazione per l'industria dell'Unione europea; ritiene che sostenere questa politica protezionistica dopo la liberalizzazione economica dia adito a distorsioni e manipolazioni del mercato; è preoccupato del fatto che i negoziati tariffari OMC non abbiano comportato alcun miglioramento (non vi è stato alcun vincolo tariffario o impegno nei confronti di aliquote massime "vincolanti", che sono state altresì mantenute elevate) e che quindi gli sforzi compiuti dalla Commissione per avviare un dialogo bilaterale con l'India per quanto riguarda specifiche distorsioni sono stati finora vani; rileva che una riduzione degli ostacoli commerciali può portare progressivi miglioramenti nelle condizioni commerciali con l'obiettivo di promuovere la crescita, l'occupazione e lo sviluppo sostenibile; invita l'India a stabilire diritti doganali all'importazione a livelli più vicini ai tassi che applica nel contesto del programma di Doha per lo sviluppo e a compiere ulteriori sforzi per eliminare parte degli attuali ostacoli non tariffari; incoraggia il gruppo ad alto livello per il commercio ad operare per l'eliminazione dei dazi tra le parti sostanzialmente su tutti gli scambi, grazie ad un accordo bilaterale di libero scambio, fornendo quindi opportunità agli attuali e potenziali esportatori per sviluppare la propria attività e diversificare la propria base di esportazione;
6. chiede all'UE di sostenere il potenziale commerciale dell'India a livello internazionale nonché gli sforzi effettuati per attrarre investimenti diretti esteri, in particolare aumentando gli aiuti al commercio al fine di far fronte ai problemi legati alle carenze infrastrutturali e alle strozzature amministrative;
7. ritiene che le norme in materia di concorrenza e la loro efficace applicazione siano indispensabili per garantire la piena realizzazione dei vantaggi della liberalizzazione e della connessa riforma regolamentare e contribuire allo sviluppo economico e al buon governo; ritiene inoltre che un'efficace politica in materia di concorrenza attragga gli investitori stranieri, creando un quadro giuridico trasparente e non discriminatorio per gli operatori economici; rileva che non esiste un modello "adatto a tutti" per quanto riguarda le disposizioni in materia di concorrenza negli accordi di libero scambio conclusi dall'UE nel corso dell'ultimo decennio, in quanto il contenuto delle disposizioni di concorrenza varia a seconda dell'esistenza e del livello di sviluppo delle norme di concorrenza e degli enti di applicazione del paese partner; invita il gruppo ad alto livello per il commercio ad esaminare il livello di ambizione da conseguire per quanto riguarda le disposizioni in materia di concorrenza ottenute in un eventuale accordo commerciale bilaterale tra l'UE e l'India;
8. osserva che l'India negozia nel settore della lotta contro il dumping sia come utilizzatore che come soggetto di procedimenti; si compiace delle buone relazioni di lavoro fra l'India e l'Unione europea in materia e invita entrambe le parti a cooperare per correggere l'abuso di strumenti antidumping e por termine al dumping;
9. osserva che l'Unione europea e l'India considerano la protezione delle indicazioni geografiche (IG) uno strumento utile al servizio dei produttori, dei consumatori e dell'autorità pubblica; rileva tuttavia che le IG sono poco note in India; invita il governo indiano a promuovere il sistema delle IG e a sostenere le domande relative a potenziali IG; rileva che, in base al TRIPS, i membri dell'OMC hanno la facoltà di applicare la loro legge in senso più restrittivo di quanto previsto dall'accordo stesso; ritiene che un accordo bilaterale potrebbe offrire protezione alle IG nell'UE e nell'India al di là dell'accordo TRIPS, fornendo quindi un utile strumento complementare agli sforzi multilaterali congiunti;
10. prende atto della crescente importanza della proprietà intellettuale (PI) in India, evidenziata dall'aumento delle domande presentate agli uffici indiani per la proprietà intellettuale e rileva che l'industria indiana ha fatto fronte alle sfide globali e sta adottando uno sviluppo orientato alla ricerca come parte integrante della strategia commerciale; prende atto delle riforme che l'India ha recentemente apportato al suo regime in materia di diritti di proprietà intellettuale (DPI), fra cui la legge indiana (di modifica) dei brevetti del 2005; rileva che sono stati compiuti sforzi anche per sveltire e razionalizzare gli aspetti procedurali al fine di rendere il sistema di più facile impiego; rileva inoltre che, stando alle nuove iniziative legislative, l'India ha intrapreso anche grandi programmi di ammodernamento di tutti gli uffici di proprietà intellettuale e ha impegnato notevoli importi per la creazione e il miglioramento delle infrastrutture; invita l'India a vegliare affinché l'applicazione di tale regime sia conforme alla Convenzione di Rio sulla diversità biologica e agli obblighi derivanti dall'OMC;
11. rileva che anche l'UE ha messo in atto un sistema globale di protezione della proprietà intellettuale negli ultimi dieci anni, attraverso l'armonizzazione di gran parte dei sistemi nazionali di proprietà intellettuale e la messa in atto di diritti di proprietà intellettuale della Comunità in tutta l'UE; ritiene che, in virtù delle clausole della nazione più favorita e del trattamento nazionale, questa normativa vada a vantaggio dei titolari extra UE così come dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale UE; ritiene che l'applicazione costituisca parte integrante della protezione della proprietà intellettuale ed incoraggia l'UE e l'India a concordare principi comuni per le misure di applicazione affinché siano efficaci, proporzionate e dissuasive e non creino ostacoli al commercio legittimo;
12. ritiene, visto che a livello mondiale oltre un terzo delle copie di software è ottenuto illegalmente, che la pirateria continui a minacciare il futuro dell'innovazione dei software, comportando una perdita di posti di lavoro e di reddito sia per l'India che l'UE; rileva che, con l'aiuto di una politica governativa volta a prendere severe misure nei confronti di chi si macchia di reati di pirateria informatica e attraverso campagne di sensibilizzazione, l'India ha registrato nel 2005 un calo significativo della pirateria pari al 2%; riconosce tuttavia che molto rimane da fare per controllare le aziende indiane che stanno acquisendo un ingiusto vantaggio concorrenziale attraverso l'utilizzo di "software" e "hardware" piratati nella produzione e nella manifattura; invita il governo nazionale e i governi federali dell'India a ridurre ulteriormente il tasso di pirateria; rileva che, sebbene gli attuali sforzi UE-USA per combattere la pirateria si concentrino inizialmente su Cina e Russia, il resto dell'Asia dovrà pure seguire; ritiene che sia nell'interesse dell'India operare costruttivamente con l'UE nell'ambito di questo sforzo alla luce dello studio di impatto della IDC realizzato nel 2005, secondo il quale se l'India riesce a ridurre l'attuale tasso di pirateria dall'attuale 72 al 64% entro 2009, l'India creerà 115.000 nuovi posti di lavoro nell'ambito delle tecnologie informatiche e inietterà altri 5.900 milioni di dollari USA nella propria economia, con un aumento delle entrate fiscali di 86 milioni di dollari USA;
13. riconosce l'importanza dell'industria farmaceutica per l'economia e la società indiane, ed esorta le autorità indiane a garantire il rispetto delle norme internazionali nel contesto dell'impiego di cavie umane e animali a scopi di sperimentazione scientifica nonché a vigilare affinché tale sperimentazione sia mantenuta al minimo e siano messe a punto tecniche alternative;
14. invita l'UE e l'India ad assumere l'iniziativa per trovare una soluzione rapida e permanente in materia di TRIPS e salute pubblica, onde facilitare l'accesso ai farmaci essenziali, nell'ambito del programma di sviluppo di Doha; si compiace delle misure adottate dal governo indiano in materia di diritti di proprietà intellettuale per i farmaci; incoraggia il governo indiano ad applicare più rapidamente la legislazione, soprattutto in ordine alle esportazioni di farmaci generici;
15. rileva che le conoscenze tradizionali sono sempre più riconosciute come un valido strumento dei paesi avanzati e in via di sviluppo, visto che l'80% della popolazione mondiale dipende da prodotti e servizi derivanti da innovazioni e pratiche di conoscenza tradizionale per far fronte alle proprie esigenze quotidiane in materia di alimentazione e salute, compresi 441 gruppi etnici indiani; rileva i complessi legami giuridici, politici e sociali esistenti tra i diritti di proprietà intellettuale e la conservazione della biodiversità e delle risorse genetiche; invita l'UE e l'India a lavorare insieme per trovare una soluzione ragionevole all'armonizzazione del TRIPS con gli obiettivi della Convenzione di Rio sulla diversità biologica;
16. si compiace dei passi compiuti dall'India verso la riforma del proprio settore finanziario per quanto riguarda l'eccessiva liberalità dei tassi di interesse, la riduzione del requisito per le banche di detenere il debito pubblico e l'allentamento degli obblighi delle banche di erogare prestiti a settori prioritari come l'agricoltura e le piccole imprese; ritiene che, mano a mano che l'India si integra nel sistema finanziario globale, aumenta l'urgenza della riforma del settore finanziario; ritiene in particolare che la liberalizzazione del settore finanziario, per renderlo più elastico nei confronti dei contraccolpi interni ed esterni, sia necessaria per incoraggiare la crescita del risparmio, lo sviluppo della cultura del credito e l'ingresso di forze private e straniere; ritiene che il trasferimento delle competenze tecniche e manageriali potrebbe svolgere un utile ruolo nello sviluppo dei mercati finanziari dell'India e invita l'UE ad offrire assistenza al riguardo;
17. si compiace dei progetti dell'India di abolire i controlli sulla rupia, eliminando tutti i restanti controlli di capitale sulla rupia parzialmente convertibile; ritiene che ciò eliminerà un importante ostacolo all'integrazione dell'India nell'economia globale, consentendo ai singoli cittadini e alle imprese indiane di investire più liberamente all'estero e consentendo alle grandi società un accesso più agevole ed economico al debito estero che è attualmente limitato a 500 milioni di dollari USA per società all'anno;
18. esorta il governo dell'India ad aderire al trattato di non proliferazione degli armamenti nucleari, insostituibile strumento multilaterale per il mantenimento e il rafforzamento della pace, della sicurezza e della stabilità a livello internazionale ed esprime preoccupazione per il rafforzamento della cooperazione nucleare USA-India e Francia India, nonostante la mancanza di un impegno contrattuale dell'India in materia di sicurezza nucleare;
19. osserva che l'India riconosce che, per realizzare le proprie ambizioni, deve anche assumersi le proprie responsabilità nell'Asia meridionale e nel Sud Est asiatico; si compiace dell'utilizzazione del commercio come strumento per instaurare la fiducia fra l'India e il Pakistan e in particolare accoglie con favore l'accordo fondamentale del 2 maggio 2006 volto a rivitalizzare gli scambi e il commercio attraverso la linea di controllo tra le regioni divise dello Jammu e del Kashmir, grazie all'avvio di un servizio di camion sul tragitto Srinagar-Muzaffarabad, nonché di un secondo servizio di pullman attraverso il Kashmir che collega Poonch nello Jammu e il Kashmir con Rawalakot nell'Azad Jammu Kashmir; si compiace dell'impegno assunto il 23 maggio 2006 dal primo ministro Singh di creare un ambiente di scambi più liberi e circolazione più libera con "confini più permeabili" onde creare un clima per la soluzione del problema Kashmir; invita l'India e il Pakistan a ridurre ulteriormente gli ostacoli amministrativi che si frappongono all'applicazione di misure che alimentino fiducia connesse con gli scambi e l'UE ad offrire eventualmente assistenza tecnica al riguardo;
20. è preoccupato tuttavia per il fatto che il volume degli scambi intraregionali nell'ambito della SAARC è ancora scarso; ritiene che esistano troppe eccezioni nell'ambito dell'accordo del libero scambio dell'Asia del Sud per essere trattato come un accordo classico di libero scambio; invita la SAARC a rivedere costantemente le opportunità di espandere il commercio e gli investimenti nella regione; ritiene che, nelle sue relazioni con l'India, l'UE dovrebbe assumere un approccio regionale inclusivo ed invita l'UE ad istituire un "gruppo di visione" analogo a quello che è stato fatto per l'ASEAN, al fine di esplorare future opportunità in materia di relazioni UE SAARC;
21. incoraggia l'India, in qualità di membro della SAARC e della BIMSTEC, ad esercitare la sua influenza positiva per contribuire ad agevolare il mutamento democratico e il rispetto dei diritti dell'uomo nel Myanmar nonché a continuare a sostenere il processo di pace nello Sri Lanka;
22. rileva che paesi asiatici come l'India e la Cina, nonostante anni di crescita economica, continuano ad essere sottorappresentati e ingiustamente emarginati nell'ambito di organismi multilaterali come il Fondo monetario internazionale; invita l'UE e l'India a lavorare insieme per correggere questi squilibri e garantire che siano assegnate quote di voto e posizioni di rilievo in base al rispettivo peso nel sistema economico internazionale;
23. si compiace delle riforme apportate dal governo indiano alla sua strategia in materia di investimenti diretti esteri, nonché dei progressi realizzati dalla commissione per gli investimenti; si preoccupa per il fatto che gli investitori stranieri devono sempre fare i conti con una burocrazia frustrante a livello locale e con altre barriere non tariffarie; esorta le autorità indiane a continuare la loro lotta contro la burocrazia e la corruzione; invita le autorità pubbliche a livello statale e municipale a semplificare e a consolidare le procedure di domanda, e sollecita azioni a favore di una maggiore trasparenza in campo giuridico;
24. è preoccupato per il fatto che gli investitori esteri devono ancora fare i conti con una burocrazia frustrante a livello locale, dove un grosso ostacolo è rappresentato dal sistema procedurale per l'approvazione, in base al quale il numero delle domande ammissibili ai fini dell'approvazione automatica è mantenuto al minimo, mentre la maggior parte delle domande importanti sono approvate caso per caso; è preoccupato per il fatto che numerosi funzionari continuano a praticare discriminazioni in modo da favorire gli interessi locali; osserva che tale procedura di approvazione e concessione di licenze è stata criticata in talune regioni in quanto ingiusta e poco trasparente, oltre che basata su normative che cambiano in maniera così intollerabilmente frequente che può risultare difficile seguire le stravaganze del sistema; invita le autorità pubbliche a livello statale e municipale a semplificare e a consolidare le procedure di domanda;
25. osserva l'importante contributo della diaspora indiana alla crescita dell'India; rileva tuttavia che la diaspora ha fornito soltanto il 10% di afflussi degli investimenti diretti esteri (IDE) dell'India; ritiene che per uno sviluppo a lungo termine occorra il trasferimento sia di denaro che di idee e di modelli culturali; invita l'India a continuare a elaborare meccanismi che le consentano di accedere alle risorse della diaspora, seguendo l'esempio tangibile fornito dalla doppia cittadinanza;
Cooperazione UE-India
26. si compiace del fatto che l'UE e l'India si sono proposte di rafforzare il dialogo e il loro impegno, anche in materia di diritti umani, in quanto partner strategici al sesto vertice India-UE del 7 settembre 2005, come indicato nel piano di azione congiunto, che comprende anche la cooperazione allo sviluppo e attribuisce importanza alla sostenibilità ambientale e alla coesione economica e sociale; chiede che nell'ambito del partenariato strategico si mantenga un dialogo continuo nel settore dei diritti umani; si congratula in questo ambito con la commissione nazionale per i diritti umani dell'India per il suo lavoro indipendente e rigoroso al riguardo;
27. rileva che la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio (MDG) e la lotta alla povertà devono rimanere elementi centrali del partenariato strategico tra l'UE e l'India; si compiace inoltre del fatto che la questione degli obiettivi di sviluppo del millennio verrà trattata nel prossimo vertice UE-India del 13 ottobre 2006 e chiede pressantemente l'adozione di misure specifiche per garantire che le minoranze, come i dalits, gli adivasis e altre comunità marginalizzate, siano in grado di superare l'ampia distanza che li separa dal resto della popolazione per quanto concerne il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio;
28. accoglie con favore l'attenzione prestata alla salute, all'istruzione, alle risorse idriche e all'ambiente nella cooperazione allo sviluppo tra la CE e l'India per il periodo 2002-2006, nonché gli impegni assunti con il piano di azione congiunto per il rafforzamento della cooperazione allo sviluppo nei settori della sanità e dell'istruzione, al fine di aumentare la cooperazione allo sviluppo per integrare importanti programmi avviati dall'India nel settore sociale, comprese azioni concrete per porre fine in modo efficace alla discriminazione dei gruppi sociali meno favoriti, specialmente le donne; chiede altresì che nel piano d'azione siano accentuate le misure volte a promuovere l'istruzione delle ragazze, rispondendo così agli obiettivi di sviluppo del millennio n. 2 e n. 3;
29. si compiace della consultazione pubblica della Commissione volta a procedere ad una revisione strategica approfondita delle relazioni commerciali ed economiche dell'Unione europea con la Cina; ritiene che l'India rappresenti un'altrettanto importante sfida, quantunque distinta, per gli industriali dell'Unione europea; invita la Commissione a svolgere un esercizio analogo per l'India in modo da garantire una gestione politica economica e commerciale di queste relazioni a livello dell'Unione europea;
30. ritiene che l'UE debba attribuire speciale attenzione al settore delle PMI in India, e quindi suggerisce di rafforzare le PMI mediante misure di aiuto al finanziamento di progetti locali basati sul mercato, proposti dai cittadini;
31. sottolinea che, nel quadro della cooperazione allo sviluppo, l'UE dovrebbe cooperare con l'India in quanto donatore internazionale emergente e procedere ad uno scambio di esperienze e di cooperazione in progetti concreti da realizzare nei paesi in via di sviluppo; sottolinea altresì che apprendere dalle esperienze dell'India potrebbe contribuire a rendere gli aiuti allo sviluppo forniti dall'UE più efficaci e produttivi;
32. constata che da parte indiana l'Unione europea suscita inquietudine e che gli indiani desiderano studiarla e comprenderla meglio; si compiace del programma delle borse di studio Erasmus Mundus con una dotazione di 33 milioni di euro, il quale deve incentrarsi in particolare sulla collaborazione in campo scientifico e tecnologico, laddove le lezioni tratte dal successo dell'India potrebbero dare impulso alla performance dell'UE in ordine agli elementi della piramide soggiacente alla società dell'informazione, ovvero l'istruzione, la ricerca e lo sviluppo, e l'innovazione; si compiace della creazione di una cattedra Jean Monnet per gli studi europei all'università di Delhi, giacché si tratta di un'iniziativa fondamentale per rafforzare le relazioni fra l'Unione europea e l'India; invita la delegazione della Commissione e le ambasciate degli Stati membri a cooperare con le autorità indiane nel promuovere l'opportuno ruolo dell'Unione europea nella promozione dell’istruzione e negli scambi culturali e scientifici e ritiene che gli scambi culturali contribuirebbero a creare un ampio sostegno pubblico a favore di una collaborazione costruttiva, e gli scambi tra professionisti e imprese potrebbero anch'essi avere un impatto positivo tanto sulla comprensione interculturale quanto sulla promozione di un flusso bidirezionale di informazioni; richiama l'attenzione sul successo del "Programma di formazione di dirigenti - Scambio tra i popoli" in atto con il Giappone e la Corea, ed esorta la Commissione ad estendere tale programma all'India, dotandolo di un adeguato finanziamento;
33. raccomanda alla Commissione di studiare o approfondire i programmi specifici UE-India in campi come l'istruzione superiore e la formazione professionale, nonché i programmi volti a favorire gli scambi di studenti, docenti e ricercatori;
34. riconosce che l'industria indiana del software e dei servizi è triplicata di volume negli ultimi cinque anni ed attualmente rappresenta un valore di 20 miliardi di euro; osserva che in gran parte tale crescita è dovuta al fatto che le imprese occidentali esternalizzano in India l'attività di sviluppo di programmi; considera che l'Unione europea può trarre vantaggio da un grande movimento di lavoratori indiani qualificati e altamente competenti; invita il Gruppo ad Alto livello sul commercio a studiare un accordo sul movimento dei lavoratori qualificati (Modo 4), affinché gli esperti di tecnologie dell'informazione indiani possano lavorare nell'Unione europea dopo i loro studi, il che fornirebbe una fonte di manodopera qualificata e giustificherebbe gli investimenti UE nei sistemi di insegnamento superiore; osserva che le società di software esercitano un effetto calamita sulle società connesse e che l'industria dei servizi e le esigenze in materia di infrastrutture che le accompagnano possono dare un impulso alle economie regionali e fornire altre opportunità di occupazione alla popolazione locale;
35. osserva che, tra il 2003 e il 2008, 200.000 posti di lavoro dell'UE potrebbero essere esternalizzati, per lo più in India; osserva inoltre che per il 2010 la domanda di professionisti di lingue straniere in India ammonterà a 160.000 unità, mentre soltanto 40.000 indiani avranno le qualifiche necessarie per tale posizione; considera che, dal momento che 30.000 cittadini europei espatriati lavorano già in India, esistono evidenti opportunità per gli europei qualificati disposti ad espatriare e che tale tendenza garantirebbe uno "scambio di cervelli" tra l'UE e l'India, al posto di una "fuga di cervelli";
36. raccomanda agli Stati membri e alla Commissione di prevedere il giusto quadro per consentire alle società e alle università di beneficiare della rapida evoluzione della crescita economica indiana in settori specifici, come il software e l'industria cinematografica;
37. osserva che l'impatto della crescita indiana sulla domanda mondiale di energia solleva inquietudini per la sicurezza energetica; osserva che l'India soffre ancora di gravi deficit energetici ed è eccessivamente dipendente dal petrolio e dal carbone – ambedue combustibili fossili costosi ed inquinanti; osserva che gli sforzi dell'India per garantire l'approvvigionamento di gas e sviluppare l'energia nucleare sono due risultati concreti di tale situazione; rileva che, anche se l'India sviluppasse l'energia nucleare, quest'ultima coprirebbe meno del 5% del suo fabbisogno di elettricità e solo il 2% del suo fabbisogno energetico totale; ritiene che gli sforzi destinati a sviluppare l'energia nucleare rappresenterebbero un passo indietro rispetto agli impegni, assunti al vertice G8 di Gleneagles, di fermare il cambiamento climatico e promuovere la conservazione dell'energia; è del parere che, se non si fa marcia indietro, il degrado ambientale minaccia di diventare un ostacolo fondamentale per il futuro sviluppo economico dell'India;
38. osserva che tanto l'India quanto l'UE hanno una lunga tradizione di promozione dell'impiego delle energie rinnovabili, ed è convinto che le energie rinnovabili – come quella solare, eolica e della biomassa – rappresentino opzioni energetiche concrete che, accompagnate da cospicui investimenti nel campo dell'efficienza energetica, potrebbero soddisfare le esigenze energetiche a lungo termine; si compiace degli sforzi compiuti dall'India al riguardo, grazie anche ai suoi propri digestori di biogas rurale e ai pannelli solari (utilizzati per elettrificare abitazioni e officine nei villaggi), e più recentemente del successo del paese nel costruire un'industria dell'energia eolica quarta nel mondo per dimensioni; ritiene che, nella misura in cui i paesi più poveri del mondo subiscono l'impatto negativo dell'aumento della domanda di petrolio, come dimostrato dai recenti disordini scoppiati in Indonesia a seguito degli aumenti dei prezzi del petrolio, l'India dovrebbe continuare a sostenere la promozione delle energie rinnovabili regionali in modo ancora più esteso in Asia, come già sta facendo nel Bhutan; accoglie con soddisfazione la creazione di un Pannello energetico India-UE e sollecita un'ulteriore cooperazione in materia di sicurezza energetica e riforme del mercato, energie rinnovabili ed efficienza energetica; ritiene che l'India e l'UE dovrebbero continuare a definire l'architettura energetica globale mediante uno sviluppo energetico innovativo e sostenibile, pur sempre rispettando le norme di riferimento in materia di cambiamento climatico;
39. osserva che l'India, presentando una geografia diversificata, costituisce un ambiente potenzialmente ricco di petrolio e gas, ma che l'esplorazione condotta dal settore pubblico finora ha seguito un cammino troppo cauto; osserva tuttavia che, con l'arrivo delle società energetiche europee, tale situazione sta già cambiando: ad esempio, la società britannica Cairn Energy nel 2004 ha annunciato la scoperta di numerosi giacimenti petroliferi nel Rajasthan (il più grande dei quali conterrebbe, secondo le stime, 500 milioni di barili di riserve recuperabili); invita l'India ad incoraggiare una ricerca più vigorosa di petrolio e gas, offrendo incentivi importanti al fine di attirare le società di prospezione europee dotate di efficienza e know-how;
40. osserva che il costo del trattamento del biodiesel in India corrisponde a circa un terzo del costo in Europa, e che recentemente l'India ha deciso di espandere i suoi programmi di raffinazione del biodiesel; rileva che l'India sta ampliando la sua industria dell'etanolo e che il governo ha introdotto diversi tipi di incentivi finanziari, tra cui riduzioni delle imposte sulle vendite e delle accise sull'etanolo e sui combustibili miscelati con l'etanolo; ritiene che l'olio di Jatropha non commestibile costituisca per l'India una possibilità concreta in materia di biocarburanti, dal momento che tale pianta può crescere su suoli aridi e semiaridi e richiede investimenti minimi, ed incoraggia l'UE e l'India a cooperare a tale scopo; è convinto inoltre che, oltre a creare circa 17 milioni di nuovi posti di lavoro e a generare redditi per le comunità rurali depresse, tali programmi contribuiranno a ridurre la dipendenza dell'India dalle importazioni di petrolio, ma soltanto se saranno attuati in maniera sostenibile;
Situazione economica e sociale dell'India
41. rileva che il commercio internazionale può rivelarsi un potente motore per la crescita economica e la riduzione della povertà, ma non è una ricetta magica, e che le riforme commerciali sono complementari alle politiche di sviluppo; ritiene che, per far uscire la popolazione dalle sacche di povertà e continuare a salire la scala dello sviluppo economico, l'India debba concentrarsi essenzialmente sulla costruzione di un ambiente imprenditoriale che approfondisca l'integrazione con l'economia mondiale in una gamma sempre più ampia di industrie e di servizi;
42. si compiace che nell'ultimo piano quinquennale dell'India sullo sviluppo umano (2002-2007) venga riconosciuta sempre più l'importanza dell'ambiente economico esterno, del commercio e degli investimenti;
43. osserva che gli squilibri fra gli Stati dell'India sono esacerbati dalla decentralizzazione delle competenze in materia di spese presso Stati che rispondono a norme variabili in materia di direzione politica e di gestione di bilancio; ritiene che la diminuzione della povertà dipenda dal riorientamento delle risorse pubbliche a vantaggio delle aree rurali e dello sviluppo di infrastrutture volte a sostenere l'espansione delle attività manifatturiere e del settore dei servizi; invita l'India a garantire la coesione e a gestire meglio la liberalizzazione adottando sane politiche economiche complementari, anche di armonizzazione fiscale, e concentrando l'impegno sul rafforzamento delle capacità negli Stati più poveri, in modo da consentir loro di utilizzare gli stanziamenti in modo efficace; rileva gli effetti di sviluppo della crescita economica in alcune regioni dell'India e invita la Commissione a incoraggiare l'India a far tesoro delle lezioni tratte dagli Stati che hanno prosperato durante il boom indiano, adottando le migliori prassi per garantire che gli investimenti essenziali siano incanalati verso le regioni in ritardo ed i gruppi sociali sottorappresentati;
44. è preoccupato per il crescente divario di reddito tra le aree urbane e quelle rurali in India; esorta le autorità indiane a riconoscere la stagnazione dell'agricoltura nelle aree rurali e a sviluppare programmi volti ad aumentare la produzione agricola in tali aree, al fine di combattere in modo più adeguato la povertà rurale;
45. osserva che nonostante la significativa crescita, le infrastrutture dell'India presentano sempre, in parte, le caratteristiche di una nazione in via di sviluppo, con scarse reti di trasporto e regolari interruzioni dell'erogazione di elettricità; invita l'India e l'Unione europea a dedicarsi allo sviluppo delle infrastrutture connesse con il commercio mediante l'investimento in partenariati pubblico-privati, garantendo la trasparenza, un ambiente regolamentare credibile e la parità di condizioni tra gli investitori privati ed il governo; in questo contesto, esorta al ricorso a stanziamenti della Banca europea per gli investimenti il cui mandato, nel caso dell’Asia e dell’America Latina, è incentrato sugli investimenti produttivi; invita l'India e l'UE a concentrare tali investimenti nelle zone rurali, fornendo migliori servizi di approvvigionamento idrico e migliori sistemi fognari, migliorando le reti di trasporto, in particolare le strade ognitempo, e migliorando la qualità dell'erogazione di energia della rete;
Sviluppo e ambiente
46. riconosce gli importanti successi del governo indiano nell'eradicazione della povertà, ma nota che, nonostante la sostenuta crescita economica, circa il 30% della popolazione indiana vive ancora al di sotto della soglia di povertà; è particolarmente preoccupato per la situazione di gruppi sfavoriti della popolazione, in particolare donne, bambini, persone svantaggiate e popolazione rurale, per esempio i dalits e gli adivasis (tribù e popolazioni indigene); invita la Commissione e il Consiglio a collaborare con il governo indiano per migliorare la situazione di tali gruppi e per prendere in esame la cooperazione futura nell'ottica del loro contributo a porre termine alla discriminazione di genere e di casta;
47. rileva che i successivi governi indiani hanno compiuto sforzi notevoli per risolvere la questione delle discriminazioni di casta, ma è tuttavia convinto che occorra fare di più;
48. sollecita l'UE a promuovere ed attuare misure che garantiscano lo sviluppo socio-economico delle minoranze, che sono state largamente escluse dalla nuova economia in India e discriminate nei programmi di sviluppo e di ricostruzione promuovendo, tra l'altro, le pari opportunità nel lavoro presso compagnie e investitori privati dell'Unione, incoraggiando programmi di sviluppo che includano i dalits e ricorrendo ad indicatori per misurare l'inclusione dei dalits nella nuova economia;
49. evidenzia che è importante che il governo dell'India prenda in considerazione, durante il suo processo di sviluppo, le questioni della coesione sociale, dell'ambiente e dei diritti dei consumatori;
50. si compiace della cooperazione dell'UE con l'India nel campo della politica ambientale e del fatto che la politica ambientale venga annoverata tra i settori della cooperazione previsti dal piano di azione congiunto; osserva che l'UE e l'India, in qualità di importanti protagonisti sulla scena mondiale, devono svolgere un ruolo cruciale nel quadro degli sforzi compiuti a livello internazionale ai fini di una migliore gestione globale dell'ambiente; esorta a continuare a privilegiare gli aspetti ambientali nell'ambito della cooperazione allo sviluppo economico;
51. sottolinea che il crescente degrado ambientale in India costituisce un problema sempre più grande con conseguenze economiche, sociali e ambientali inimmaginabili, in particolare per l'elevato numero di persone che in India vive in condizioni di povertà, ed evidenzia la particolare urgenza di iniziative immediate per la cooperazione tra l'UE e l'India in questo campo;
52. si compiace dell'adesione dell'India agli obiettivi di sviluppo del Millennio; osserva che il decimo piano quinquennale dell'India definisce gli obiettivi e i target del paese in materia di sviluppo umano per i prossimi cinque-dieci anni, i quali per la maggior parte sono più ambiziosi degli obiettivi di sviluppo del Millennio, ma è tuttora preoccupato in merito alla capacità dell'India di conseguire tali obiettivi entro il 2015, dal momento che, secondo il Progetto del Millennio delle Nazioni Unite, è poco probabile che l'India raggiunga almeno quattro degli otto obiettivi di sviluppo del Millennio; ritiene che l'assistenza connessa con il commercio potrebbe aiutare l'India a realizzare questi obiettivi nei tempi previsti; invita l'Unione europea a cooperare con i programmi prioritari dell'India nel settore dell'insegnamento per tutti e della sanità in ambiente rurale, nonché a promuovere politiche che facilitino l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro; ritiene che l'Unione europea potrebbe dedicarsi alle questioni di pari opportunità dinamizzando il commercio dei prodotti che forniscono strumenti di sussistenza per le donne e facilitando il commercio dei servizi nei settori in cui è presente una forte manodopera femminile;
53. osserva che la connettività costituisce uno degli obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite e che il Segretario generale di tale organizzazione, Kofi Annan, ha chiesto che la connettività sia estesa a tutti i villaggi del mondo in via di sviluppo entro il 2015, al fine di eliminare le disparità in termini di libertà, ricchezza e potere; si compiace di iniziative quali l'"Esperimento in materia di istruzione via Internet 'Hole-in-the-Wall' (Buco nel muro)", nel cui quadro oltre 150 computer ad alta velocità, dotati di tastiera, mouse e web camera, sono stati installati in 50 località, dalle bidonville di Delhi ad alcune zone dell'India rurale, consentendo a migliaia di ragazzi e ragazze fino ad allora analfabeti non soltanto di acquisire autonomamente competenza in materia di tecnologie dell'informazione e vari elementi di istruzione elementare, ma anche di aumentare il livello delle loro ambizioni; ritiene che tali progetti, pur non offrendo un'alternativa soddisfacente alla presenza di una scuola e di un insegnante, potrebbero colmare il divario per i bambini che attualmente non hanno alcuna possibilità di fruire di un modello tradizionale di istruzione; invita l'India a condividere i benefici del suo boom in materia di tecnologie dell'informazione con il 98% della sua popolazione che attualmente rimane al margine del progresso, e a destinare investimenti e aiuti a tali progetti, il cui costo annuale ricorrente è stimato a meno di 2 centesimi per bambino al giorno;
54. rileva che l'India è stata uno dei principali beneficiari del sistema delle preferenze generalizzate, con un tasso medio di utilizzazione dell'80%, e ciò in una serie di settori, tra cui i prodotti animali (88%), le pietre preziose e i gioielli (85%), e le attrezzature di trasporto e i metalli comuni (83%); osserva che hanno beneficiato del sistema delle preferenze generalizzate il 40% delle esportazioni indiane di tessili, per un valore leggermente superiore a 3 miliardi di euro su un totale di esportazioni pari a 4,8 miliardi di euro, nonché il 90% delle esportazioni indiane di calzature, per un valore di 600 milioni di euro su un totale di esportazioni pari a 675 milioni di euro; sottolinea che i paesi che, come l'India, possiedono le loro proprie industrie tessili, sono stati in grado di sfruttare le agevolazioni del sistema delle preferenze generalizzate in modo assai più ampio dei paesi come il Bangladesh, che utilizzano tessuti importati per la manifattura di capi di abbigliamento, i quali hanno incontrato difficoltà nell'applicazione del sistema delle preferenze generalizzate a causa del regime delle norme d'origine dell'UE; si compiace della prassi vigente nell'UE che consiste nel riesaminare regolarmente tali regimi e normative, e la incoraggia a semplificarli e razionalizzarli; accoglie con soddisfazione la proposta di sostituire le norme di origine per prodotto specifico con un criterio unico da applicare uniformemente, al fine di facilitare l'utilizzazione del sistema da parte dei paesi ammissibili;
55. è preoccupato per il fatto che, mentre il 60% dell'attuale popolazione mondiale di tigri è concentrata in India, il ritardo del previsto censimento di tutte le tigri indiane potrebbe rivelare un crollo del numero di esemplari fino ad un livello critico di sole 1.500 unità nel paese; riconosce che il valore del commercio illegale di specie animali selvatiche è, secondo le stime, secondo soltanto al commercio internazionale di stupefacenti illegali e che i livelli di sfruttamento e di commercio per talune specie, come la tigre, sono così elevati che le popolazioni in questione stanno subendo perdite enormi; sollecita un miglioramento del controllo delle importazioni di esemplari di animali selvatici e di prodotti da essi derivati, al fine di garantire il rispetto della Convenzione sul commercio internazionale delle specie in via di estinzione (CITES) ed un miglioramento dell'applicazione della stessa allo scopo di salvare le specie in pericolo dalla minaccia di estinzione; invita l'UE ad offrire cooperazione e assistenza tecnica all'India per aiutarla a mantenere la sua biodiversità e a lottare contro il commercio illegale di animali selvatici; chiede che siano iscritte all'ordine del giorno della prossima riunione del Forum sull'ambiente UE-India la questione della protezione della tigre in generale e quella della lotta contro il commercio di pelli, ossa e organi di tigre in particolare, anche attraverso la cooperazione doganale;
56. osserva che la liberalizzazione degli scambi, provocando una diminuzione dei prezzi, ha lasciato i piccoli agricoltori tanto nell'UE quanto in India indifesi dinanzi alla concorrenza mondiale, mentre la riduzione delle sovvenzioni pubbliche ha aumentato i costi dell'attività agricola; è preoccupato per il fatto che in India gli agricoltori si stanno rivolgendo ad un'agricoltura a contratto finalizzata all'esportazione invece di fornire prodotti nazionali, il che causa malnutrizione nelle zone rurali povere; incoraggia l'India a destinare fondi per le infrastrutture legate al commercio alle zone agricole rurali in modo da aiutare gli agricoltori a adattarsi alle sfide della mondializzazione;
57. sollecita l'UE a promuovere, nelle sedi internazionali, una maggiore responsabilità corporativa tra le imprese straniere stabilite in India e chiede al contempo di raggiungere un accordo con il governo indiano per la messa a punto di un efficace sistema di monitoraggio dei diritti dei lavoratori delle compagnie nazionali ed europee basate in India;
58. chiede colloqui tra l'UE e l'India in materia di investimenti nell'intento di tener conto della responsabilità sociale e politica degli investitori stranieri; sottolinea che i diritti degli investitori dovrebbero conciliarsi con i loro obblighi e che gli investitori debbono perlomeno applicare le norme fondamentali del lavoro dell'OIL;
59. si compiace dell'impegno assunto dall'India in materia di prevenzione del lavoro infantile e della sua partecipazione al programma internazionale sull'eliminazione del lavoro minorile, nonché al progetto INDUS sul lavoro minorile; si preoccupa dell'elevata frequenza del lavoro minorile in India; invita l'India a cooperare con l'OIL e a ratificare le convenzioni 138 sull'età minima e 182 sulle peggiori forme di lavoro minorile; invita l'India a adottare misure per lottare efficacemente contro ogni tipo di moderna schiavitù, di lavoro minorile e di sfruttamento del lavoro delle donne, in modo che siano rispettati i diritti fondamentali dei lavoratori e sia impedito il dumping sociale e a adottare il principio di "lavoro dignitoso" dell'OIL; ricorda l'importanza del fatto che i vari accordi commerciali siano conformi alle convenzioni internazionali in materia di diritti dell'uomo e norme del lavoro;
60. ritiene che l'India dovrebbe ratificare e applicare appena possibile le restanti convenzioni dell'OIL, al fine di contribuire a rafforzare lo sviluppo a lungo termine e a migliorare la qualità della vita dei segmenti più poveri della società;
61. sottolinea che l'Unione europea dovrebbe persuadere il governo indiano ad affrontare con la massima urgenza il problema del "lavoro coatto", che riguarda milioni di persone in India; invita l'India a ratificare la Convenzione n. 98 sul diritto di organizzazione e di contrattazione collettiva;
62. sottolinea l'importanza del fatto che le relazioni commerciali che stanno sviluppandosi tra l'UE e l'India non devono essere separate dalle riforme in materia di diritti dell'uomo in tale paese;
63. prende atto del fatto che l'attuale governo indiano ha riconosciuto più apertamente i problemi creati dalla diffusione dell'HIV/AIDS; ritiene che la diffusione dell'HIV/AIDS potrebbe ostacolare il progresso dell'India; osserva che un accesso limitato alle cure sanitarie e un basso livello di sensibilizzazione sono responsabili della crescente incidenza del virus; si compiace dell'aumento dei finanziamenti e del potenziamento dei programmi volti a combattere i problemi posti dall'HIV/AIDS e invita l'Unione europea ad aiutare l'India a rafforzare i suoi programmi per le persone e le comunità a rischio; a questo proposito, plaude al lavoro svolto dall’Organizzazione nazionale per il controllo dell’AIDS (NACO), per le sue attività di sensibilizzazione e informazione presso la popolazione rurale ed urbana;
64. ritiene che le recenti catastrofi naturali, in particolare lo tsunami verificatosi nell'Oceano indiano e il terremoto che ha colpito l'Asia meridionale, abbiano evidenziato la necessità di una collaborazione più creativa e immaginativa tra la moltitudine di agenzie ed organizzazioni che intervengono in caso di calamità; osserva che l'UNESCO, attraverso la sua commissione oceanografica, ha contribuito a istituire un Sistema d'allarme e di riduzione dell'impatto degli tsunami nell'Oceano indiano, e che le Nazioni Unite stanno coordinando l'attuazione del Quadro d'azione di Hyogo – un piano volto a ridurre i rischi di catastrofi naturali su un periodo di dieci anni; invita l'India, l'UE e i suoi Stati membri a sostenere tali iniziative, affinché, prevedendo la frequenza e la gravità delle calamità naturali e favorendo le sinergie tra le azioni umanitarie e le agenzie governative di soccorso, si possa migliorare l'efficacia continuativa dell'assistenza dopo le catastrofi;
65. chiede che venga organizzato annualmente un vertice parlamentare che coincida o preceda immediatamente il vertice annuale UE-India, che si svolge senza la partecipazione ufficiale del Parlamento europeo; ritiene che tali vertici consentirebbero di sviluppare i vincoli tra gli organi parlamentari, di migliorare la comprensione delle differenze e di ravvicinare i sistemi democratici di ambedue le parti;
66. invita la Commissione a tenere regolarmente informato il Parlamento europeo sullo stato di avanzamento della messa in atto del piano d'azione congiunto Unione europea- India;
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67. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, nonché al governo e al parlamento della Repubblica dell'India.
- [1] Testi approvati, P6_TA(2005)0381.
- [2] Testi approvati, P6_TA(2005)0364.
- [3] Testi approvati, P6_TA(2005)0454.
- [4] Testi approvati, P6_TA(2006)0056.
- [5] Testi approvati, P6_TA(2006)0123.
MOTIVAZIONE
Introduzione
L’Unione europea e l’India sono le più grandi democrazie del mondo. La democrazia, il pluralismo e lo stato di diritto garantiscono coerenza e continuità alle loro relazioni economiche e commerciali e contribuiscono alla stabilità globale.
Le relazioni economiche bilaterali UE-India devono essere migliorate, ma nel contesto del partenariato strategico si riscontrano punti di divergenza su alcuni settori fondamentali. Si tratta di divergenze naturali fra economie che sono in fasi di sviluppo differenti, ma per ottenere vantaggi economici reali è necessario impegnarsi in alcuni settori chiave.
Il commercio non può essere considerato come un settore a sé stante. La relazione esamina attentamente la distribuzione dei vantaggi derivanti dalla liberalizzazione indiana e valuta le conseguenze della rapida crescita.
L’India è un paese leader emergente nell’ambito del centro di gravità geopolitico: il punto d’incontro fra l’Estremo Oriente, in forte espansione, e le regioni di Medio Oriente e Asia Centrale, ricche di risorse energetiche. La relazione illustra la politica del pragmatismo strategico indiano, esamina le relazione bilaterali e multilaterali del paese e valuta in che modo tali relazioni determinino la crescita futura.
Verso un partenariato strategico UE-India
Dal 1980 al 2005 gli scambi commerciali fra l’UE e India sono cresciuti notevolmente, passando da 4,4 a 40 miliardi di euro. L’Unione europea è il principale partner commerciale dell’India. Il 22,4% delle esportazioni indiane è diretto verso gli Stati membri, da dove arriva il 20,8% delle importazioni del paese. Esiste, tuttavia, uno squilibrio fra i rispettivi livelli di scambio: l’Unione interviene nel 21% degli scambi commerciali indiani, mentre la percentuale relativa all’India nell’ambito del commercio comunitario è inferiore all’1%. L’Unione è il principale partner commerciale dell’India, che viceversa, nella classifica dei partner commerciali dell’UE, si colloca soltanto al 14° posto.
Le elevate tariffe d’importazione indiane e il rifiuto di introdurre massimali vincolanti per tutti i prodotti continuano a essere fonte di preoccupazione per l’industria UE. I regimi preferenziali e derogatori si combinano in modo complesso e non trasparente determinando distorsioni di mercato. Se uniti alle estese barriere non tariffarie, cha vanno dall’obbligo di onerosi standard e certificazioni sulle merci fino alle liste negative riguardanti le importazioni, tali ostacoli impediscono l’ottimizzazione degli scambi commerciali bilaterali.
Anche se la liberalizzazione determina un impatto positivo a lungo termine, i costi a breve termine potrebbero avere ripercussioni negative sull’industria indiana. L’India parla della “Fortezza Europa” e dell’esigenza di armonizzare i sistemi attinenti al commercio all’interno dell’Unione. L’India afferma che le barriere non tariffarie dell’UE, quali le misure di difesa commerciale, le norme sanitarie e i controlli sulla circolazione delle persone, creano un mercato impenetrabile. Mentre alcune problematiche rientrano nel contesto dell’OMC, l’abbattimento di tali barriere è fondamentale per creare un reale partenariato strategico.
Il commercio non può essere considerato come un settore a sé stante; gli interessi strategici hanno un ruolo fondamentale. Il Commissario Mandelson afferma che l’India è la sua “meta preferita”, ma alimenta l’ossessione UE nei confronti della Cina. I mezzi d’informazione indiani hanno suscitato ostilità nei riguardi dell’Unione a seguito dei contrasti sulla Camera di commercio internazionale e sulla Convenzione di Ottawa, aumentando la sensibilità già acuita dall’atteggiamento di superiorità dell’UE nei confronti dell’India. La questione Mittal è un esempio perfetto di questo punto di vista e la gestione dell’offerta OPA ha fornito ai mezzi d’informazione indiani un’occasione unica. L’opera di mediazione da parte della delegazione della Commissione e delle ambasciate degli Stati membri deve convincere gli Indiani e risolvere le loro perplessità.
Il piano d’azione congiunto è teso a intensificare la cooperazione economica e commerciale e il gruppo ad alto livello sul commercio sta esaminando le strategie per approfondire le relazioni bilaterali. Entrambi mirano a una conclusione positiva dell’Agenda di sviluppo di Doha, pur non ignorando gli accordi bilaterali OMC+. Le opportunità reciproche comprendono l’applicazione di un regime sui diritti di proprietà intellettuale e l’introduzione di accordi sugli investimenti diretti esteri. Per quanto esaustivo, il piano d’azione non fissa priorità o scadenze e stabilisce solo le condizioni per un dialogo sempre più approfondito. Nessuna delle due parti mostra la volontà politica di costruire un partenariato strategico efficace. Occorre mettere le carte in tavola: delineare le ambizioni comuni e fissare le scadenze.
Gli investimenti diretti esteri: superare le barriere di accesso al mercato
L’India è al novantesimo posto per quanto riguarda le agevolazioni per avviare un’attività imprenditoriale, ma risulta al terzo posto rispetto all’entità degli investimenti diretti esteri (IDE) La maggior parte di tali investimenti proviene dall’UE, con un flusso che nel 2003 è stato pari a 820 milioni di euro. Ciononostante, l’India si preoccupa dei bassi livelli di investimenti provenienti dall’Unione, che nell’arco degli ultimi 15 anni risultano al di sotto dei 5 miliardi di euro, pari allo 0,2% degli investimenti diretti esteri totali.
Il governo ha un atteggiamento più favorevole nei confronti degli investimenti diretti esteri. Ha finalmente cominciato a dare ascolto alle preoccupazioni degli investitori e ha assegnato alla commissione per gli investimenti il compito di sollecitare gli IDE, assistere gli investitori in merito agli aspetti procedurali e presentare raccomandazioni strategiche per agevolare gli afflussi di tali investimenti. Numerosi settori sono stati aperti agli investitori stranieri, ma molti rimangono ancora inaccessibili, fra questi i settori agricolo e immobiliare. La rapida espansione del settore finanziario e di quello assicurativo, attualmente in atto nel paese, testimonia i vantaggi derivanti dall’apertura verso gli investimenti diretti esteri. I tetti massimi relativi a tali investimenti per i singoli settori sono stati gradualmente aumentati, sebbene il governo continui a preferire gli investimenti locali e a porre limiti alla proprietà, atteggiamento che è ancora la regola piuttosto che l’eccezione.
Sia a livello statale che comunale, gli investitori stranieri sono costretti a subire lungaggini burocratiche frustranti. Il numero delle richieste che hanno i requisiti per essere approvate automaticamente è ridotto al minimo e nella maggior parte dei casi si procede a una valutazione caso per caso. Le normative cambiano in modo insopportabilmente frequente, rendendo arduo il compito di stare al passo con i capricci di un sistema privo di trasparenza.
Il paese mostra le caratteristiche tipiche di una nazione in via di sviluppo. Dotata di una rete di trasporti insufficiente e soggetta a continue interruzioni delle forniture di energia, l’India, secondo le stime del Primo ministro Singh, nell’arco del prossimo quinquennio ha bisogno di investimenti diretti esteri di tipo infrastrutturale per un importo pari a 150 miliardi di dollari USA. Le maggiori difficoltà derivano dalla complessità del passaggio da una modalità tradizionale di fornitura delle infrastrutture nel settore pubblico a una basata sul partenariato pubblico- privato. Il partenariato pubblico-privato richiede trasparenza e un contesto normativo credibile e impone condizioni di parità fra gli investitori privati e il governo. Si tratta di questioni con cui l’India deve confrontarsi a tutti i livelli.
I rischi connessi alla sicurezza sono ancora fonte di preoccupazione. Pur in presenza di un allentamento delle tensioni, non si intravedono soluzioni per la guerra in Kashmir e persistono le tensioni fra i gruppi religiosi. I frequenti controlli di sicurezza rendono disagevoli i viaggi nel paese, scoraggiando gli investitori. Uno dei principali vantaggi dell’India, però, è la stabilità politica. Le politiche di coalizione hanno senz’altro i loro limiti, ma negli ultimi 15 anni, al di là dei cambiamenti a livello amministrativo, la direzione economica generale del paese è rimasta immutata.
Attualmente, gli indiani che vivono fuori dal paese sono oltre 20 milioni, di cui 3 milioni nell’Unione europea. Gli indiani residenti all’estero contribuiscono in modo rilevante al successo dell’industria indiana connessa all’esternalizzazione dei processi aziendali (Business Process Outsourcing o BPO) ma non investono abbastanza, essendo responsabili solo del 10% dell’afflusso di investimenti diretti esteri verso l’India. Come ha sottolineato il Primo ministro Singh: “Se gli Indiani contribuiscono a rendere competitiva l’America, perché non riescono a fare di più per l’India?” L’India ha bisogno di contributi di tipo sociale e finanziario per uno sviluppo a lungo termine. Il governo ha istituito una commissione tesa a studiare i sistemi di accesso alle risorse dei cittadini residenti all’estero; una proposta concreta è quella della doppia cittadinanza.
Il BPO: ovvero come essere "Bangalored"
L’India attrae il 44% dei servizi connessi alle tecnologie dell’informazione e delle attività di esternalizzazione dei processi aziendali (Business Process Outsourcing o BPO) commercializzati a livello globale. Per l’Europa, l’India rappresenta la principale destinazione off-shore e il 66% delle aziende europee lavora con fornitori che risiedono nel paese. I contratti di BPO perfezionati in India non riguardano più esclusivamente semplici attività di programmazione o servizi di call center, ma si estendono sempre di più, fino a comprendere interi processi aziendali e attività di consulenza.
Le attuali tendenze demografiche mostrano che la crescita potenziale dell’UE è destinata a diminuire entro il 2020. Di contro, il principale vantaggio dell’India in tale ambito è quello di poter disporre di un nutrito gruppo di lavoratori che parlano inglese e che sono giovani, istruiti e a basso costo. Il loro stipendio ammonta all’incirca a 8.000 dollari USA rispetto ai 70.000 dollari USA dei loro omologhi tedeschi. I clienti non basano le proprie decisioni esclusivamente su fattori di tipo salariale ma anche considerando i costi aggiuntivi connessi all’esigenza di creare un ambiente lavorativo adeguato, le differenze salariali consentono comunque risparmi fino al 40%.
Fra il 2003 e il 2008, saranno 200.000 i posti di lavoro UE che verranno trasferiti verso l’esterno, soprattutto verso l’India, sebbene l’OCSE affermi che l’esternalizzazione dei processi aziendali potrebbe potenzialmente interessare solo il 20% dei posti di lavoro degli Stati dell’UE a 15. La disponibilità di ingegneri in India non può soddisfare le richieste. Gli studenti iscritti ai corsi universitari di ingegneria sono circa un milione, ma i laureati provenienti dagli Istituti di tecnologia indiani sono solo 3.000 l’anno. Dei rimanenti sono pochi quelli che soddisfano i severi requisiti richiesti dalle multinazionali. Entro il 2010 occorreranno 160.000 figure professionali operanti nel campo delle lingue straniere e solo 40.000 indiani disporranno delle qualifiche richieste. 30.000 cittadini UE lavorano già in India e quindi la situazione offre chiare opportunità per quei lavoratori europei qualificati disposti al trasferimento.
Il sistema di borse di studio Erasmus Mundus, che dispone di una dotazione di 33 milioni di euro, e la cattedra Jean Monnet di studi europei presso l’Università di Delhi sono fondamentali per intensificare le relazioni UE-India. A Bangalore, il 95% delle multinazionali è gestito da indiani che si sono formati e hanno conseguito le proprie esperienze all’estero. Al termine degli studi, l’UE dovrebbe consentire ai cittadini indiani di prolungare il proprio soggiorno e lavorare nell’Unione, giustificando gli investimenti nell’ambito dei sistemi di istruzione superiore UE. Come ha affermato il Ministro dell’Istruzione Shanmugharatanam commentando la decisione di Singapore di attrarre i migliori studenti cinesi verso le proprie università: “Fra dieci anni preferiste avere questi studenti come vostri alleati o come concorrenti?”
Energia: la forza motrice dietro alle politiche commerciali
L’impatto della crescita indiana sulla richiesta globale di energia è straordinario. Sia il mercato petrolifero stretto che il raddoppiamento dei prezzi nell’arco dell’ultimo triennio impongono nuovamente di rivolgere una particolare attenzione alla questione energetica. Dato il ristretto numero di paesi che garantiscono le forniture, una strategia ragionevole in materia di sicurezza energetica richiede un approccio integrato e innovativo.
Un fattore determinante per la crescita futura è dato dalla capacità del paese di soddisfare il fabbisogno energetico in vertiginosa ascesa. L’India è in forte deficit energetico e ha un’eccessiva dipendenza da petrolio e carbone. La sicurezza energetica sta motivando la politica estera e l’India è abile nel destreggiarsi con i partner globali nella corsa al petrolio residuo. Mentre l’accordo sul nucleare con gli Stati Uniti è in attesa dell’approvazione da parte del Congresso, l’India sta negoziando con Turkmenistan e Iran la costruzione di gasdotti per importi rispettivamente pari a 3,5 e 7 miliardi di dollari USA.
L’India è ricca di giacimenti di petrolio e di gas ma le esplorazioni gestite a livello pubblico sono troppo prudenti. L’arrivo delle aziende occidentali ha cambiato la situazione: nel 2004 l’azienda britannica Cairn Energy ha annunciato la scoperta di diversi giacimenti di petrolio in Rajasthan, il maggiore dei quali pari a 500 milioni di barili di riserve recuperabili. L’India deve incoraggiare la ricerca attiva di petrolio e gas tramite una politica di forti incentivi destinati alle aziende UE.
Le fonti energetiche rinnovabili potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico a lungo termine del paese, aumentando la sua capacità di produzione energetica. Disponendo della giusta sensibilità in materia di protezione ambientale unitamente al know-how tecnologico, l’UE può offrire le giuste soluzioni, trasmettendo le proprie esperienze in termini di fonti energetiche rinnovabili e scelte energetiche efficienti, entrambi preferibili all’alternativa nucleare. Occorre definire insieme l’architettura mondiale in ambito energetico tramite uno sviluppo in materia che sia innovativo e sostenibile, rispettando al contempo i parametri relativi ai cambiamenti climatici.
L’India: centro di gravità geopolitico del XXI secolo?
Mentre prosegue il suo cammino che da paese in via di sviluppo la condurrà a una condizione di pieno sviluppo, l’India si assume una responsabilità a livello globale. Prima fra tutti a promuovere gli scambi commerciali Sud/Sud, negli ultimi quattro anni l’India ha aumentato del 39% le proprie esportazioni verso l’Africa, mentre negli anni ’90 gli scambi commerciali bilaterali sono quintuplicati, passando da 1,3 a 6,9 miliardi di dollari USA. Inoltre, l’India ha assunto un ruolo guida, sebbene alquanto difensivo, nell’ambito dell’OMC, promuovendo un trattamento speciale e differenziato a favore dei paesi in via di sviluppo, e deve continuare a svolgere un ruolo attivo nel contesto dell’Agenda di sviluppo di Doha, esaltando i vantaggi dell’apertura commerciale e impegnandosi a rendere accessibili i propri settori ancora protetti.
In Asia, l’India ha concluso accordi bilaterali di libero scambio, e sia gli accordi di libero scambio con lo Sri Lanka che l’accordo di cooperazione economica India-Singapore stanno dando buoni frutti. Pur ottenendo risultati importanti attraverso la liberalizzazione unilaterale, è con il multilateralismo che si raggiunge il livello ottimale di crescita. Le relazioni indo-pakistane hanno ostacolato la cooperazione economica regionale attraverso la SAARC. Adesso il commercio rappresenta lo strumento necessario a istaurare un clima di fiducia, per quanto gli scambi commerciali intraregionali si mantengono scarsi, rappresentando solo il 4,7% degli scambi commerciali totali. La politica dello “sguardo a Est” ha dato ottimi risultati, è in via di discussione un accordo di libero scambio fra l’India e i paesi ASEAN mentre nel 2004 gli scambi commerciali con l’Asia orientale si sono attestati al 20% degli scambi commerciali totali. È prevedibile una molteplice espansione della regione nel momento in cui entrerà in vigore l’accordo di libero scambio dell’Asia meridionale, previsto per luglio 2006. Di certo si otterrebbero maggiori vantaggi se non vi fossero così tante eccezioni e si trattasse di un reale accordo di libero scambio.
Ancora oggi, nel contesto nell’Asia orientale, la Cina ha raggiunto un maggiore livello d’integrazione rispetto all’India. I modelli degli scambi commerciali con l’ASEAN, che rappresenta il punto di collegamento fra i due paesi, sono comunque destinati a cambiare man mano che aumentano gli scambi commerciali diretti. La maggior parte degli osservatori ritengono che l’India e la Cina siano antagoniste. Pochi si rendono conto che lo scorso anno gli scambi commerciali fra i due paesi hanno raggiunto il valore di 1 miliardo di dollari USA al mese. Le loro strutture economiche sono complementari piuttosto che in concorrenza, anche se non bisogna dare un peso esagerato al paradigma in base al quale “la Cina è la fabbrica e l’India il back-office del mondo”; entrambe dispongono delle capacità necessarie sia in termini produttivi che di BPO. Tuttavia l’attenzione dell’UE è tutta rivolta verso la Cina, apparentemente sottovalutando le potenzialità dell’India. Pur ovviamente ricercando le prospettive migliori, un fattore chiave che può favorire gli investimenti UE nella regione è il desiderio di avviare attività imprenditoriali nel territorio dei giganti asiatici.
Le due Indie
Parallelamente all’espansione economica, aumentano vertiginosamente le retribuzioni delle figure professionali indiane. Presto 3,8 milioni di famiglie raggiungeranno un reddito annuo pari a 130.000 sterline inglesi, con un considerevole aumento della capacità di spesa. Tuttavia, tali benefici non sono uniformemente distribuiti. A godere dei vantaggi del boom nel settore delle tecnologie dell’informazione è meno del 2% della popolazione. La povertà è ancora molto diffusa: 390 milioni di persone vivono con meno di 1 dollaro USA al giorno e quasi il 40% della popolazione è analfabeta.
Malgrado la rapida espansione del settore dei servizi, prevale ancora l’agricoltura, che impiega il 65% della popolazione. La liberalizzazione impone agli agricoltori di affrontare le sfide della concorrenza globale: il forzato abbassamento dei prezzi unito alla riduzione delle sovvenzioni rendono meno remunerative le attività agricole. Gli agricoltori sono più interessati ai contratti d’esportazione che alle forniture interne, favorendo la diffusione della malnutrizione nelle zone rurali. Le imprese si dislocano nelle aree urbane, determinando un fenomeno migratorio su vasta scala che vede nella povertà urbana e nei quartieri degradati il riflesso di un processo di sviluppo asimmetrico. Per un’inversione di tendenza, bisogna restituire vigore ai settori agricolo e infrastrutturale, al fine di produrre un aumento del reddito nelle zone rurali.
Gli Stati meridionali e occidentali crescono molto più velocemente di quelli settentrionali e orientali. Fra il 1993 e il 2003, nel Gujarat, lo Stato dalla crescita più rapida, il PIL locale è raddoppiato e il prodotto pro capite è aumentato del 73%, mentre lo Stato più povero, il Bihar, ha aumentato il proprio prodotto pro capite solo del 22%. Gli squilibri sono aggravati dalla devoluzione, che accelera lo sviluppo degli Stati più ricchi, ottenendo il risultato opposto per quelli più poveri. La qualità del governo è un fattore chiave di differenziazione, evidente nel miglioramento degli indici sociali di Rajasthan e Kerala, che godono dei vantaggi di una leadership forte e di una saggia politica di investimenti. Per assicurare la coesione, il governo centrale è chiamato ad adottare politiche complementari efficaci, da applicare in tutti gli Stati. Occorre riindirizzare le risorse verso le regioni in ritardo di sviluppo e i gruppi sociali sottorappresentati. Gli sforzi tesi a potenziare le capacità devono concentrarsi sugli Stati più poveri, consentendo loro un uso efficace dei finanziamenti.
L’India è impegnata a favore degli Obiettivi di sviluppo del Millennio e sta intensificando la distribuzione dei servizi sociali. Tuttavia permangono seri motivi di preoccupazione, come nel caso della forte incidenza di lavoro minorile e di HIV/AIDS. La cooperazione con l’UE in materia di istruzione e assistenza sanitaria nelle zone rurali potrebbe fornire le risorse necessarie ai programmi prioritari. L’India deve aumentare la propria integrazione nel contesto dell’economia mondiale rispetto a un’ampia gamma di prodotti e servizi. L’UE potrebbe rispondere alle preoccupazioni riguardanti le pari opportunità accelerando la diffusione dei prodotti che sono fonte di sostentamento per le donne e agevolando il commercio di servizi in quei settori che hanno una buona incidenza di occupazione femminile.
PARERE DELLA COMMISSIONE PER LO SVILUPPO (31.5.2006)
destinato alla commissione per il commercio internazionale
sulle relazioni economiche e commerciali dell'Unione europea con l'India
(2006/2034(INI))
Relatore per parere: Filip Andrzej Kaczmarek
SUGGERIMENTI
La commissione per lo sviluppo invita la commissione per il commercio internazionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. si compiace del fatto che l'UE e l'India si sono proposte di rafforzare il dialogo e il loro impegno, anche in materia di diritti umani, in quanto partner strategici al sesto vertice India-UE del 7 settembre 2005, come indicato nel piano di azione congiunto, che comprende anche la cooperazione allo sviluppo e attribuisce importanza alla sostenibilità ambientale e alla coesione economica e sociale; chiede che nell'ambito del partenariato strategico si mantenga un dialogo continuo nel settore dei diritti umani; si congratula in questo ambito con la commissione nazionale per i diritti umani dell'India per il suo lavoro indipendente e rigoroso al riguardo;
2. si compiace che nell'ultimo piano quinquennale dell'India sullo sviluppo umano (2002-2007) venga riconosciuta sempre più l'importanza dell'ambiente economico esterno, del commercio e degli investimenti;
3. riconosce gli importanti successi del governo indiano nell'eradicazione della povertà, ma nota che, nonostante la sostenuta crescita economica, circa il 30% della popolazione indiana (più di 400 milioni di persone) vive ancora al di sotto della soglia di povertà; è particolarmente preoccupato per la situazione di gruppi sfavoriti della popolazione, in particolare donne, bambini, persone svantaggiate e popolazione rurale, per esempio i dalits e gli adivasis (tribù e popolazioni indigene); invita la Commissione e il Consiglio a collaborare con il governo indiano per migliorare la situazione di tali gruppi e per prendere in esame la cooperazione futura nell'ottica del loro contributo a porre termine alla discriminazione di genere e di casta;
4. è colpito dagli effetti di sviluppo della crescita economica in alcune regioni dell'India e invita la Commissione a sostenere la ricerca sui principali modelli e le politiche nazionali/subnazionali a monte che sono responsabili di tali effetti, al fine di agevolare l'apprendimento e le migliori prassi a livello transregionale;
5. sottolinea che la cooperazione economica e commerciale dovrebbe essere incentrata sul miglioramento delle condizioni di vita dei poveri in India, oltre a porre l'accento sull'importanza dello sviluppo economico sostenibile;
6. rileva che la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio (MDG) e la lotta alla povertà devono rimanere elementi centrali del partenariato strategico tra l'UE e l'India; si compiace inoltre del fatto che la questione degli obiettivi di sviluppo del millennio verrà trattata nel prossimo vertice UE-India del 13 ottobre 2006 e chiede pressantemente l'adozione di misure specifiche per garantire che le minoranze, come i dalits, gli adivasis e altre comunità marginalizzate, siano in grado di superare l'ampia distanza che li separa dal resto della popolazione per quanto concerne il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio;
7. chiede all'UE di sostenere il potenziale commerciale dell'India a livello internazionale nonché gli sforzi effettuati per attrarre investimenti diretti esteri, in particolare aumentando gli aiuti al commercio al fine di far fronte ai problemi legati alle carenze infrastrutturali e alle strozzature amministrative, mirando ad una conclusione del ciclo di negoziati sul commercio internazionale di Doha, alla fine del 2006, che sia favorevole allo sviluppo, utilizzando la propria posizione di leader nel gruppo dei G20 per ottenere un accordo equilibrato tra paesi sviluppati, economie emergenti e paesi in via di sviluppo;
8. chiede colloqui tra l'UE e l'India in materia di investimenti nell'intento di tener conto della responsabilità sociale e politica degli investitori stranieri; sottolinea che i diritti degli investitori dovrebbero conciliarsi con i loro obblighi e che gli investitori debbono perlomeno applicare le norme fondamentali del lavoro dell'OIL;
9. ritiene che l'UE debba attribuire speciale attenzione al settore delle PMI in India, e quindi suggerisce che in tutti i programmi di cooperazione allo sviluppo tra l'UE e l'India si potrebbero rafforzare le PMI mediante misure di aiuto al finanziamento di progetti locali basati sul mercato, proposti dai cittadini ;
10. accoglie con favore l'attenzione prestata alla salute, all'istruzione, alle risorse idriche e all'ambiente nella cooperazione allo sviluppo tra la CE e l'India per il periodo 2002-2006, nonché gli impegni assunti con il piano di azione congiunto per il rafforzamento della cooperazione allo sviluppo nei settori della sanità e dell'istruzione, al fine di aumentare la cooperazione allo sviluppo per integrare importanti programmi avviati dall'India nel settore sociale, comprese azioni concrete per porre fine in modo efficace alla discriminazione dei gruppi sociali meno favoriti, specialmente le donne; chiede altresì che nel piano d'azione siano accentuate le misure volte a promuovere l'istruzione delle ragazze, rispondendo così agli obiettivi di sviluppo del millennio n. 2 e n. 3;
11. si compiace che la politica ambientale venga annoverata tra i settori della cooperazione previsti dal piano di azione congiunto; chiede, tuttavia, che nella cooperazione allo sviluppo si continui a prestare grande attenzione ai temi ambientali;
12. sottolinea che il crescente degrado ambientale in India costituisce un problema sempre più grande con conseguenze economiche, sociali e ambientali inimmaginabili, in particolare per l'elevato numero di persone che in India vive in condizioni di povertà, ed evidenzia la particolare urgenza di iniziative immediate per la cooperazione tra l'UE e l'India in questo campo;
13. chiede che la cooperazione tra l'UE e l'India nel settore dell'occupazione e delle politiche sociali affronti il problema della discriminazione delle donne sul lavoro, del lavoro forzato e del lavoro infantile, poiché l'India è uno dei paesi con il più elevato numero di bambini lavoratori al mondo, e chiede che l'UE incoraggi l'India a ratificare la Convenzione n. 182 dell'OIL sulle peggiori forme di lavoro minorile, e le Convenzioni C 138 in materia di età minima di ammissione al lavoro e C 98 relativa alla promozione della contrattazione collettiva e del diritto di associazione, il che rappresenterebbe un progresso verso l'abolizione definitiva del lavoro infantile;
14. sollecita l'UE a promuovere ed attuare misure che garantiscano lo sviluppo socio-economico delle minoranze, che sono state largamente escluse dalla nuova economia in India e discriminate nei programmi di sviluppo e di ricostruzione promuovendo, tra l'altro, le pari opportunità nel lavoro presso compagnie e investitori privati dell'Unione, incoraggiando programmi di sviluppo che includano i dalits e ricorrendo ad indicatori per misurare l'inclusione dei dalits nella nuova economia;
15. sottolinea che l'UE dovrebbe esercitare pressioni sul governo indiano per affrontare, con la massima urgenza, il problema del lavoro forzato che interessa milioni di persone in India;
16. sottolinea che, nel quadro della cooperazione allo sviluppo, l'UE dovrebbe cooperare con l'India in quanto donatore internazionale emergente e procedere ad uno scambio di esperienze e di cooperazione in progetti concreti da realizzare nei paesi in via di sviluppo; sottolinea altresì che apprendere dalle esperienze dell'India potrebbe contribuire a rendere gli aiuti allo sviluppo forniti dall'UE più efficaci e produttivi;
17. sollecita l'UE a promuovere, nelle sedi internazionali, una maggiore responsabilità corporativa tra le imprese straniere stabilite in India e chiede al contempo di raggiungere un accordo con il governo indiano per la messa a punto di un efficace sistema di monitoraggio dei diritti dei lavoratori delle compagnie nazionali ed europee basate in India.
PROCEDURA
Titolo |
Relazioni economiche e commerciali dell'Unione europea con l'India | |||||
Riferimenti |
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Commissione competente per il merito |
INTA | |||||
Parere espresso da |
DEVE | |||||
Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula |
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Relatore per parere |
Filip Andrzej Kaczmarek | |||||
Esame in commissione |
30.5.2006 |
25.4.2006 |
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| |
Approvazione |
30.5.2006 | |||||
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
18 0 1 | ||||
Esito della votazione finale |
Danutė Budreikaitė, Michael Gahler, Hélène Goudin, Filip Andrzej Kaczmarek, Glenys Kinnock, Ģirts Valdis Kristovskis, Maria Martens, José Javier Pomés Ruiz, Horst Posdorf, Frithjof Schmidt, Margrietus van den Berg, Mauro Zani | |||||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Marie-Hélène Aubert, John Bowis, Manolis Mavrommatis, Zbigniew Zaleski | |||||
Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Sajjad Karim, Francisco José Millán Mon, Ralf Walter | |||||
PROCEDURA
Titolo |
Relazioni economiche e commerciali dell'Unione europea con l'India | ||||||||||
Numero di procedura |
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Commissione competente per il merito |
INTA | ||||||||||
Commissione(i) competente(i) per parere |
DEVE |
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Pareri non espressi |
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Cooperazione rafforzata |
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Relatore(i) |
Sajjad Karim |
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Relatore(i) sostituito(i) |
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Esame in commissione |
21.3.2006 |
19.6.2006 |
|
|
| ||||||
Approvazione |
12.7.2006 | ||||||||||
Esito della votazione finale |
+ - 0 |
26 0 1 | |||||||||
Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Francisco Assis, Jean-Pierre Audy, Enrique Barón Crespo, Daniel Caspary, Giulietto Chiesa, Christofer Fjellner, Béla Glattfelder, Jacky Henin, Syed Kamall, Sajjad Karim, Alain Lipietz, Helmuth Markov, Javier Moreno Sánchez, Georgios Papastamkos, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Bogusław Rogalski, Peter Šťastný, Robert Sturdy, Gianluca Susta, Johan Van Hecke, Zbigniew Zaleski | ||||||||||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Elisa Ferreira, Eugenijus Maldeikis, Antolín Sánchez Presedo, Mauro Zani | ||||||||||
Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Anne Ferreira, Sarah Ludford | ||||||||||
Deposito |
20.7.2006 | ||||||||||
Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
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