RELAZIONE sulla tutela del patrimonio naturale, architettonico e culturale europeo nelle zone rurali e nelle regioni insulari
20.7.2006 - (2006/2050(INI))
Commissione per la cultura e l'istruzione
Relatore: Nikolaos Sifunakis
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla tutela del patrimonio naturale, architettonico e culturale europeo nelle zone rurali e nelle regioni insulari
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 151 del trattato CE,
– vista la Convenzione dell'UNESCO del 16 novembre 1972 sulla tutela del patrimonio culturale e naturale mondiale,
– vista la Convenzione del Consiglio d'Europa del 3 ottobre 1985 sulla tutela del patrimonio architettonico europeo (Granada),
– vista la Convenzione del Consiglio d'Europa del 16 gennaio 1992 sulla tutela del patrimonio archeologico (La Valletta),
– vista la Convenzione del Consiglio d'Europa del 20 ottobre 2000 sulla tutela del paesaggio (Firenze),
– vista la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa del 27 ottobre 2005 sul valore del patrimonio culturale per la società (Faro),
– viste le sue risoluzioni del 13 maggio1974 sulla tutela del patrimonio culturale europeo[1], del 14 settembre 1982 sulla tutela del patrimonio architettonico e archeologico europeo[2], del 28 ottobre 1988 sulla conservazione del patrimonio architettonico e archeologico della Comunità[3], del 12 febbraio 1993 sulla conservazione del patrimonio architettonico e la salvaguardia dei beni culturali[4] e del 16 gennaio 2001 sull'applicazione della Convenzione per la tutela del patrimonio culturale e naturale mondiale negli Stati membri dell'Unione europea[5],
– vista la decisione n. 508/2000/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 febbraio 2000 che adotta il programma "Cultura 2000"[6],
– vista la posizione del Parlamento europeo del 25 ottobre 2005 adottata in prima lettura in vista dell'adozione della decisione n. ..../2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che adotta il programma Cultura (2007-2013)[7],
– visto l'articolo 45 del regolamento,
– vista la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione (A6‑0260/2006),
A. considerando che il patrimonio culturale costituisce un elemento importante dell'identità e dello sviluppo storico dei popoli d'Europa,
B. considerando che il concetto di "patrimonio culturale" comprende elementi materiali e immateriali e si arricchisce di continuo nelle sue componenti giacché ogni generazione apporta creativamente il suo contributo in termini di cultura,
C. considerando che il patrimonio culturale comprende sia quello architettonico sia quello naturale su cui il modo di vivere dell'uomo nel tempo e nello spazio ha lasciato il segno,
D. considerando l'attaccamento dell'UE alla promozione e alla preservazione della diversità culturale, della qualità della vita e della tutela dell'ambiente,
E. considerando che la conservazione dei numerosi elementi del patrimonio culturale costituisce la base per l'ulteriore sviluppo sociale ed economico e in tal modo potenzia la protezione ambientale, le opportunità occupazionali e l'integrazione europea,
F. considerando la particolare importanza del patrimonio culturale nelle zone rurali che, benché costituiscano il 90% del territorio europeo, sono afflitte dall'esodo, dalla recessione demografica e dal marasma economico,
G. considerando che le regioni insulari dell'Europa, in particolare le piccole isole, mantengono in gran parte intatte le loro caratteristiche e che il loro importante patrimonio culturale necessita di particolare sostegno, protezione e valorizzazione,
H. considerando che è importante preservare e sviluppare, oltre che l'architettura monumentale, anche altre forme di creazioni culturali che modellino e rendano possibili condizioni di vita adeguate per gli attuali abitanti dell'Unione europea,
I. considerando che il patrimonio culturale europeo rappresenta, nel suo complesso, un valore fondamentale per i cittadini europei indipendentemente dalla sua dimensione europea, nazionale o locale,
1. invita il Consiglio a riconoscere ufficialmente il contributo dato dal patrimonio culturale all'integrazione dell'Europa per quanto riguarda l'identità e la nazionalità europea, lo sviluppo socio-economico sostenibile, il dialogo tra le culture e la diversità culturale;
2. invita la Commissione, in sede di elaborazione delle sue proposte legislative, a applicare efficacemente la clausola orizzontale attribuita alla cultura dall'articolo 151, paragrafo 4 del trattato CE, procedendo a un esame esauriente degli effetti della legislazione proposta sulla cultura e sul patrimonio culturale, di modo che in ogni politica dell'Unione possano essere incluse azioni in grado di favorire il patrimonio culturale;
3. ritiene che il patrimonio culturale debba essere concepito come un insieme indivisibile che esige l'adozione di misure di protezione comuni;
4. sottolinea che lo sviluppo sostenibile presuppone un approccio integrato dell'ambiente culturale, naturale e architettonico, sia nelle zone urbane sia in quelle rurali; sottolinea nondimeno che la dimensione del patrimonio culturale europeo delle zone rurali merita un'attenzione particolare;
5. nota altresì che occorre annettere particolare cura alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio naturale, architettonico e culturale delle zone insulari dell'Europa;
6. ritiene che le misure di intervento nelle zone rurali e nelle regioni insulari debbano tener conto dei principi seguenti:
– l'equilibrio sostenibile tra la popolazione e l'ambiente,
– l'approccio integrato dello spazio agricolo tradizionale,
– la partecipazione delle popolazioni locali all'elaborazione e attuazione delle politiche e l'armonizzazione delle loro posizioni con le decisioni prese a livello centrale;
– il dialogo permanente con le organizzazioni sociali, dei cittadini e di volontariato che operano nel settore del patrimonio culturale;
7. sollecita l'Unione europea, gli Stati membri, gli enti locali e le organizzazioni non governative operanti nel settore della cultura ad adoperarsi per conservare e valorizzare il patrimonio culturale dell'Europa, nonché per sensibilizzare i cittadini alla sua importanza, ponendo in particolare l'accento sulla conservazione, il recupero e la valorizzazione dei piccoli habitat tradizionali;
8. ritiene che tra gli elementi da prendere in considerazione ai fini della promozione di questo particolare settore, tenendo in debito conto il principio di sussidiarietà, figurino:
– lo studio sistematico del patrimonio delle zone rurali,
– l'elaborazione di un adeguato quadro normativo per la tutela di tale patrimonio, che includa incentivi per la conservazione di edifici e complessi edilizi tradizionali e misure intese a garantire la compatibilità delle nuove attività edilizie con l'ambiente edificato di carattere storico e i modelli architettonici locali,
– il sostegno economico al restauro dei monumenti locali e al mantenimento delle pratiche agricole tradizionali,
– la cura apportata affinché gli interventi di recupero degli habitat tradizionali siano globali e mirino al ripristino delle forme architettoniche originali, grazie ad un uso corretto dei nuovi materiali e ad un'integrazione delle attrezzature moderne nelle costruzioni tradizionali tale da non alterarne le caratteristiche,
– la conservazione del know-how locale e delle professioni tradizionali,
9. invita gli Stati membri e gli enti regionali e locali a prevedere, se del caso, incentivi per la demolizione parziale o integrale, nonché per la ricostruzione di strutture incompatibili con le caratteristiche architettoniche specifiche di un insediamento o della regione in cui si trovano o con l'ambiente naturale e il tessuto edilizio esistente;
10. chiede agli Stati membri di promuovere, in cooperazione con la Commissione, la tutela e la conservazione del proprio patrimonio culturale attraverso i fondi strutturali, nonché le iniziative comunitarie esistenti quali LEADER +, URBAN II, INTERREG III, che nel corso del prossimo periodo finanziario (2007-2013) dovranno essere integrati nei nuovi strumenti finanziari della politica di coesione e della politica agricola comune;
11. invita gli Stati membri a tenere conto del fatto che le strategie di incentivi finanziari dovrebbero essere coordinate con le autorità centrali e locali e altri enti e istituzioni a livello locale (senza dimenticare che la parte più significativa del patrimonio classificato è di origine religiosa), preoccupandosi sempre di salvaguardare e di migliorare l'ambiente naturale e culturale delle località interessate;
12. invita gli Stati membri a incoraggiare e sostenere lo sviluppo del turismo alternativo sostenibile, attribuendo priorità ai piccoli habitat tradizionali, grazie al sostegno di strumenti di finanziamento comunitario come il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale, il Fondo europeo per la pesca, ecc;
13. invita la Commissione a promuovere, nel contesto dei programmi comunitari esistenti quali il Programma quadro per la competitività e l'innovazione, iniziative volte a sostenere l'artigianato, le arti applicate e le attività professionali, in particolare quelle che rischiano di scomparire e che sono indispensabili per un adeguato restauro e conservazione del patrimonio architettonico;
14. chiede alla Commissione e agli Stati membri di sostenere la formazione di professionisti specializzati nell'uso e nella gestione dello spazio, in architettura, nella ricostruzione e nel restauro di edifici e nelle attività correlate, di modo che le peculiarità del patrimonio culturale siano conservate e nel contempo adattate alle esigenze contemporanee; chiede altresì che venga sostenuta la formazione degli artigiani e dei fornitori di materiali tradizionali e che si applichino metodi idonei a proseguirne l'utilizzo;
15. invita la Commissione a sostenere, nell'ambito del Settimo programma quadro di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007-2013), azioni intese ad individuare strumenti, tecniche e metodi nuovi per la conservazione del patrimonio culturale;
16. chiede alla Commissione e agli Stati membri di vigilare affinché non vengano concesse risorse comunitarie ad opere che comportino la distruzione di elementi importanti del patrimonio culturale;
17. invita la Commissione, nel contesto dei programmi comunitari esistenti, a prendere misure che consentano di migliorare l'accessibilità e di incoraggiare le microimprese, l'artigianato e i mestieri tradizionali, gli usi e i costumi locali, puntando su una campagna di promozione dei villaggi e delle comunità situate negli Stati membri, così da contribuire in modo decisivo allo sviluppo dell'economia locale e frenare l'esodo rurale;
18. chiede alla Commissione di convocare congressi e riunioni internazionali durante i quali si possano presentare e scambiare esperienze;
19. invita la Commissione, nell'ambito soprattutto dei progetti pluriennali di cooperazione previsti dal programma Cultura (2007-2013), a offrire la possibilità alle reti di enti costituite da partner di Stati membri diversi di realizzare progetti pluriennali volti a promuovere gli habitat tradizionali integralmente restaurati, anche con una popolazione inferiore ai mille abitanti;
20. ritiene che attraverso progetti di questo tipo si potrebbe procedere alla realizzazione di attività di carattere culturale finalizzate alla valorizzazione del patrimonio culturale di tali habitat, al fine ultimo di incrementare la cooperazione tra gli habitat tradizionali dell'Europa e di valorizzarne le specificità culturali locali, come pure la dimensione europea;
21. auspica che in futuro venga intrapresa un'azione a favore dei piccoli insediamenti tradizionali, analoga a quella relativa all'istituzione delle capitali culturali;
22. ritiene che il "premio dell'UE per il patrimonio culturale" gestito da Europa Nostra costituisca un'azione importante che va proseguita in futuro; ritiene che, nell'ambito di tale premio ma anche al di là di esso, vada istituita una nuova categoria di premi da assegnare al miglior recupero globale di un insediamento tradizionale, in modo da incentivare gli insediamenti che hanno preservato l'insieme o gran parte della loro fisionomia architettonica a incrementare gli sforzi volti a valorizzarla;
23. accoglie con favore la recente proposta in sede di Consiglio di creare un inventario europeo del patrimonio culturale e chiede alla Commissione di sostenerla; ritiene che nel quadro di questa nuova iniziativa occorra annettere particolare importanza alla dimensione del patrimonio culturale locale delle zone rurali e delle regioni insulari, tenendo presenti anche gli elementi immateriali del patrimonio culturale; ritiene che i paesi candidati all'adesione debbano essere anch'essi invitati a partecipare a tale iniziativa;
24. invita il Consiglio e la Commissione a promuovere l'istituzione di un "Anno europeo del patrimonio culturale" al fine di sensibilizzare i cittadini europei all'importanza della valorizzazione del loro patrimonio culturale prevedendo le opportune azioni;
25. invita la Commissione e gli Stati membri a cooperare con il Consiglio d'Europa per rafforzare, nell'ambito delle "Giornate europee del patrimonio culturale", l'elemento della valorizzazione degli habitat tradizionali e del patrimonio architettonico delle zone rurali e delle regioni insulari, sì da sensibilizzare i cittadini europei al valore delle identità culturali locali e regionali che si riflettono, fra l'altro, nel patrimonio culturale immobiliare e nei monumenti;
26. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al Consiglio d'Europa.
MOTIVAZIONE
1. Verso una strategia globale per il patrimonio culturale dell’Unione europea
L’Unione europea avrà raggiunto un’identità europea comune quando i suoi cittadini saranno convinti di condividere la stessa cultura. È pertanto essenziale che le politiche dell’Unione europea diano priorità al riconoscimento del patrimonio culturale naturale e architettonico comune e delle sue conseguenze per le future generazioni quale parte di una storia comune e fonte di ispirazione per il futuro.
La conservazione e lo sviluppo del patrimonio culturale devono essere considerati parte integrante degli obiettivi generali dell’Unione europea individuati dall’articolo 2 del Trattato CE.
L’Unione europea deve inoltre adottare un approccio globale al patrimonio culturale affinché vengano incluse disposizioni volte a difenderlo in tutte le aree della politica.
L’articolo 151, paragrafo 4, del Trattato CE recita che “la Comunità tiene conto degli aspetti culturali nell’azione che svolge a norma di altre disposizioni del presente trattato, in particolare ai fini di rispettare e promuovere la diversità delle sue culture”. Di fatto, ciò significa che la cultura va considerata globalmente in relazione a tutte le politiche dell’Unione europea. Questo principio assume una particolare importanza nel caso specifico del patrimonio culturale, che, per sua stessa natura, deve essere tenuto in considerazione nell’ambito della politica agricola, regionale, ambientale, della ricerca, dell’istruzione e di altre politiche dell’Unione europea.
Questa disposizione del Trattato, di ampio respiro, è la chiave per un’azione efficace da parte delle istituzioni dell’UE al fine di proteggere e conservare il patrimonio culturale.
Per garantire una cooperazione più razionale nelle politiche dell’Unione europea a livello globale, la Direzione generale Istruzione e Cultura della Commissione deve pertanto tenere in più alta considerazione le implicazioni per la cultura e il patrimonio culturale delle proposte legislative formulate dalla Commissione.
2. Riconoscimento del patrimonio culturale delle comunità rurali e insulari
La relazione mira a sottolineare la natura specifica e l’importanza del patrimonio culturale naturale e architettonico dell’Europa in vista dei numerosi benefici che ne possono derivare in termini sociali, ambientali ed economici, nonché per l’integrazione europea.
Più precisamente, la relazione mira a individuare le sfide che emergono in relazione a un aspetto meno conosciuto del patrimonio culturale, ovvero il patrimonio culturale europeo delle comunità rurali e insulari, che richiedono una protezione maggiore, specialmente nel caso delle piccole comunità tradizionali.
Circa il 90% del territorio dell’Europa allargata è costituito da terreni agricoli che abbracciano riserve naturali e beni culturali preziosi. Ciononostante, molte politiche concernenti le comunità rurali non riflettono sufficientemente la loro natura specifica e le loro reali esigenze. La rapida crescita urbana ha ripercussioni non soltanto economiche, ma anche ambientali, sociali e culturali, sul patrimonio culturale delle comunità rurali, che restano una parte importante della nostra memoria collettiva europea e una fonte di creatività.
La tendenza attuale è quella di individuare e salvaguardare le manifestazioni più promettenti del nostro patrimonio culturale, cioè i monumenti più belli, le città antiche meglio conservate e i più importanti siti storici e archeologici. La loro conservazione continua è essenziale, ma la stessa attenzione deve essere prestata alla promozione delle aree rurali e insulari dell’Europa, in particolare delle piccole comunità tradizionali.
Questo prezioso patrimonio culturale è però costantemente minacciato dal progresso tecnologico e sociale, dai moderni metodi agricoli, dallo sfruttamento economico e dallo sviluppo edilizio sfrenati e dall’indifferenza umana.
È pertanto fondamentale prendere coscienza dell’importanza della flora e della fauna selvatiche e dell’esigenza di una gestione a lungo termine del patrimonio culturale nelle aree rurali al fine di migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini europei.
Affinché la politica in questo settore sia efficace deve essere basata sui seguenti principi:
a. l’equilibrio sostenibile tra la popolazione e l’ambiente,
b. un approccio integrato alle aree agricole tradizionali, che trascenda gli interessi settoriali circoscritti e contempli la consultazione tra le autorità centrali e la popolazione locale,
c. la partecipazione della popolazione locale all’elaborazione e all’attuazione delle politiche e l’allineamento tra le vedute dei residenti e le decisioni adottate dalle autorità centrali.
3. Protezione e sviluppo del patrimonio culturale nelle comunità rurali e insulari
Le proposte specifiche contenute nella presente relazione mirano ad assicurare che l’Unione europea, gli Stati membri, le autorità locali e le organizzazioni culturali non governative adottino misure specifiche per salvaguardare e sviluppare il patrimonio culturale naturale e architettonico dell’Europa, specialmente nelle aree rurali e insulari e nelle piccole comunità tradizionali.
Tra le proposte figurano le seguenti:
- una disamina sistematica del patrimonio culturale nelle comunità rurali e insulari
- l’elaborazione di un quadro legislativo per preservarlo,
- finanziamenti per il restauro dei monumenti locali e la conservazione dei metodi agricoli tradizionali,
- misure globali per il ripristino delle configurazioni architettoniche originali delle comunità tradizionali e la correzione di ogni precedente intervento contrario a questo obiettivo,
- la formazione dei professionisti coinvolti nell’utilizzo e nella gestione dello spazio, dell’architettura, del restauro degli edifici e delle attività correlate, affinché acquisiscano le conoscenze necessarie per conservare la natura specifica del patrimonio rispondendo, allo stesso tempo, alle esigenze odierne,
- la formazione e il sostegno degli artigiani e dei fornitori di materiali tradizionali e l’uso di metodi che ne facilitino il riutilizzo.
4. Iniziative dell’Unione europea
Poiché gli stanziamenti a favore dei programmi culturali della Comunità sono insufficienti, per poter salvaguardare il patrimonio culturale è necessario trovare fondi aggiuntivi attraverso altri strumenti comunitari.
Occorre quindi prestare maggiore attenzione al patrimonio culturale, che dovrebbe essere completamente integrato nelle politiche e negli strumenti finanziari dell’Unione europea, compresa la politica agricola comune, la politica culturale, di coesione, di ricerca e così via.
a) La politica agricola comune
Lo sviluppo rurale è divenuto il secondo pilastro della politica agricola comune nella Comunità. Le misure volte a migliorare l’ambiente, il paesaggio e la qualità della vita nelle zone rurali sono una delle priorità contenute nella decisione del Consiglio concernente le strategie per lo sviluppo rurale della Comunità (2007-2013).
L’iniziativa comunitaria LEADER+, che nel prossimo periodo finanziario (2007-2013) rientrerà nel Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale, ha ampiamente contribuito allo sviluppo del patrimonio culturale e architettonico delle aree rurali. Analogamente, lo sviluppo del turismo rurale, che è uno degli obiettivi del Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale, potrebbe altresì contribuire alla conservazione e allo sviluppo delle comunità rurali e insulari.
Il relatore ritiene che in futuro gli Stati membri dovrebbero fare miglior uso dei fondi della politica agricola comune.
b) Politica di coesione
Anche i fondi strutturali, unitamente alle esistenti iniziative comunitarie URBAN II e INTERREG III, che nel prossimo periodo finanziario (2007-2013) faranno parte degli strumenti finanziari della nuova politica di coesione, stanno contribuendo fortemente alla conservazione e allo sviluppo del patrimonio culturale.
Tuttavia, l’uso dei fondi strutturali per progetti concernenti il patrimonio culturale varia notevolmente da uno Stato membro all’altro. Alcuni paesi, come la Grecia e il Portogallo, hanno lanciato programmi operativi specificamente culturali nell’ambito del Quadro di sostegno comunitario, mentre altri non hanno manifestato un simile interesse.
Gli Stati membri dovrebbero pertanto essere incoraggiati a utilizzare i fondi strutturali per promuovere il proprio patrimonio culturale.
c) Il Programma Cultura (2007-2013)
La portata e il finanziamento del programma Cultura 2000, che sino ad oggi ha dato un notevole sostegno ai progetti concernenti il patrimonio culturale, sono limitati e a ciò si aggiunge il fatto che questo programma non prevede la possibilità di finanziare progetti volti al restauro di edifici o monumenti.
Sarebbe pertanto una buona idea vagliare nuove possibilità nell’ambito del nuovo programma Cultura (2007-2013).
Dal momento che alle reti di partner degli Stati membri viene data l’opportunità di presentare programmi pluriannuali nell’ambito del programma Cultura, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di creare una rete di cinque o più comunità tradizionali completamente restaurate con una popolazione inferiore ai mille abitanti situate in diversi Stati membri.
In questo caso si potrebbero adottare misure che favoriscano lo sviluppo del loro patrimonio culturale con l’obiettivo di aumentare la cooperazione tra le comunità tradizionali in Europa, consentendo a queste ultime di sviluppare la propria configurazione locale specifica di pari passo con la propria dimensione europea.
5. Collaborazione con il Consiglio d’Europa
Il Consiglio d’Europa, attraverso le sue numerose iniziative, molte delle quali adottate in collaborazione con l’Unione europea, sta svolgendo un ruolo importante per la conservazione del patrimonio culturale europeo.
Ne è un esempio l’introduzione della Giornata del patrimonio europeo, durante la quale siti e monumenti normalmente chiusi al pubblico nel resto dell’anno aprono le porte ai visitatori. A questo proposito, sarebbe possibile aumentare le iniziative volte a sviluppare le comunità tradizionali e il patrimonio architettonico delle aree rurali e insulari affinché il pubblico europeo acquisisca maggiore consapevolezza del valore dei monumenti locali.
È essenziale che l’UE e gli Stati membri prendano in considerazione le numerose convenzioni del Consiglio d’Europa sulla conservazione del patrimonio culturale, archeologico e architettonico dell’Europa e rafforzino la loro collaborazione con questa istituzione ai sensi dell’articolo 151, paragrafo 3, del Trattato CE.
6. Altre iniziative
Infine, il patrimonio culturale europeo si potrebbe sviluppare attraverso altre iniziative specifiche come le seguenti:
a) l’istituzione di un Anno del patrimonio culturale europeo e la predisposizione di misure accessorie per accrescere nel pubblico europeo la consapevolezza dell’importanza del patrimonio culturale europeo,
b) nell’ambito del “Premio per il patrimonio culturale dell’Unione europea” EUROPA NOSTRA, si potrebbe introdurre una nuova categoria di premi per il miglior restauro complessivo di una comunità tradizionale, stabilendo così un forte incentivo a farsi avanti per le comunità che hanno conservato totalmente o parzialmente la loro configurazione tradizionale.
PROCEDURA
Titolo |
Tutela del patrimonio naturale, architettonico e culturale europeo nelle zone rurali e nelle regioni insulari | |||||||||
Numero di procedura |
2006/2050 (INI) | |||||||||
Base regolamentare |
art. 45 | |||||||||
Commissione competente per il merito |
CULT | |||||||||
Commissione(i) competente(i) per parere |
REGI |
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Pareri non espressi |
REGI |
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Cooperazione rafforzata |
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Relatore(i) |
Νικόλαος Σηφουνάκης |
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Relatore(i) sostituito(i) |
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Esame in commissione |
20.3.2006 |
29.5.2006 |
13.7.2006 |
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Approvazione |
13.7.2006 | |||||||||
Esito della votazione finale |
+ : - : 0 : |
26
1 | ||||||||
Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Maria Badia I Cutchet, Ivo Belet, Guy Bono, Marie-Hélène Descamps, Jolanta Dičkutė, Věra Flasarová, Hanna Foltyn-Kubicka, Milan Gaľa, Claire Gibault, Vasco Graça Moura, Lissy Gröner, Luis Herrero-Tejedor, Ruth Hieronymi, Manolis Mavrommatis, Marianne Mikko, Ljudmila Novak, Doris Pack, Zdzisław Zbigniew Podkański, Christa Prets, Pál Schmitt, Nikolaos Sifunakis, Hannu Takkula, Helga Trüpel, Henri Weber, Thomas Wise, Tomáš Zatloukal | |||||||||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Erna Hennicot-Schoepges, Nina Škottová | |||||||||
Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
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Deposito |
20.7.2006 |
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Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
presenti 2 membri sostituti del PPE, ma un solo voto è stato preso in considerazione per la votazione finale. |
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