RELAZIONE recante la raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio sulla stipula di un accordo euro-mediterraneo d'associazione fra, da una parte, la Comunità europea e i suoi Stati membri e, dall'altra, la Repubblica araba siriana
10.10.2006 - (2006/2150(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatrice: Véronique De Keyser
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
recante la raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio sulla stipula di un accordo euro-mediterraneo d'associazione, in corso di negoziato, fra, da una parte, la Comunità europea e i suoi Stati membri e, dall'altra, la Repubblica araba siriana
Il Parlamento europeo,al
– vista la proposta di risoluzione presentata da Véronique De Keyser a nome del gruppo PSE sui negoziati finalizzati ad un accordo euro-mediterraneo d'associazione, fra, da una parte, la Comunità europea e i suoi Stati membri e, dall'altra, la Repubblica araba siriana (B6‑0373/2006),
– vista la proposta di decisione del Consiglio sulla stipula di un accordo euro-mediterraneo d'associazione, fra, da una parte, la Comunità europea e i suoi Stati membri e, dall'altra, la Repubblica araba siriana (COM(2004)0808)[1],
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria, in particolare quelle dell'8 settembre 2005 sulla situazione dei detenuti politici in Siria[2] e del 15 giugno 2006 sulla Siria[3],
– visto il settimo incontro interparlamentare Parlamento europeo/Siria svoltosi l'11-18 giugno 2005 in Siria,,
– vista la dichiarazione del processo di Barcellona del 28 novembre 1995 e la sua risoluzione del 27 ottobre 2005 sul processo di Barcellona rivisitato[4],
– viste le risoluzioni dell'ONU sui rapporti tra la Siria ed il Libano, in particolare le risoluzioni 1559(2004) del 2 settembre 2004 e 1701(2006) dell'11 agosto 2006 del Consiglio di sicurezza e l'ultima relazione del capo della commissione d'inchiesta internazionale indipendente, Serge Brammertz, (S/2006/760) del 25 settembre 2006,
– visti l'articolo 83, paragrafo 5, e l'articolo 45 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per gli affari esteri (A6‑0334/2006),
A. considerando la rilevanza geostrategica della Siria in tale regione del Vicino Oriente e del Medio Oriente, con specifico riferimento al suo ruolo potenziale di collegamento tra le parti del processo di pace e di catalizzatore per una soluzione del conflitto regionale; che tale ruolo potrebbe essere potenziato intensificando il dialogo con tale paese,
B. considerando che attualmente le necessarie condizioni per la firma di un accordo di associazione tra l'UE e la Siria non sono ancora soddisfatte, sebbene il Parlamento europeo sia convinto che la Siria abbia le potenzialità per ottemperare alle necessarie condizioni,
C. considerando che la guerra in Iraq, le relazioni strategiche della Siria con l'Iran e il suo coinvolgimento nei fatti del Libano hanno inciso sulle relazioni della Siria con i suoi vicini e con la comunità internazionale in generale,
D. considerando che l'obiettivo dell'accordo fra la Comunità europea e la Siria è quello di incentivare ed assecondare la transizione verso un regime politico democratico che rispetti i diritti umani, le libertà civili e un'economia di mercato aperta, sempre nell'ambito di un efficace dialogo approfondito e di una vero e proprio partenariato,
E. considerando che la Siria ha già adottato talune misure economiche prescritte dal futuro accordo di associazione,
F. considerando che la tutela delle libertà fondamentali costituisce la base di qualsiasi sviluppo di una società civile forte e indipendente e che la posizione del governo, nel corso degli ultimi anni, seppur ambigua, aveva suscitato speranze per una maggiore apertura del sistema politico siriano,
G. considerando che, nonostante la sua partecipazione attiva e costruttiva al processo di Barcellona, la Siria è l'unico paese con cui l'UE non abbia ancora firmato un accordo di associazione, il che impedisce il pieno sviluppo del partenariato euromediterraneo,
H. considerando che, a tutt'oggi, continuano a rimanere in vigore il decreto sullo stato di emergenza del marzo 1963 e i correlati atti legislativi, quantunque le raccomandazioni successive al decimo congresso regionale del partito Baath (svoltosi dal 6 al 9 giugno 2005) ne prevedano la revisione,
I. considerando che le conclusioni della commissione d'inchiesta internazionale indipendente, istituita a norma delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza, sull'attentato che è costato la vita al Primo ministro libanese, Rafik Hariri, costituiscono un elemento fondamentale ai fini della futura firma dell'accordo di associazione,
J. considerando che la situazione dei diritti umani nel paese è peggiorata dall'ultima succitata risoluzione del Parlamento europeo sulla Siria del 15 giugno 2006 e che non tutti gli attivisti incarcerati nel maggio 2006 per aver firmato una petizione per il miglioramento delle relazioni siriano-libanesi sono stati rilasciati,
1. è convinto che l'accordo d'associazione potrebbe imprimere un impulso decisivo alle riforme politiche, economiche e sociali necessarie per il miglioramento della situazione del paese;
2. riafferma, tuttavia, che il rispetto dei valori democratici, dei diritti umani e delle libertà civili sono condizioni preliminari necessarie e che, a tal fine, occorre provvedere a inserire un meccanismo di controllo efficace nella clausola sui diritti umani dell'accordo; chiede in particolare un maggiore rispetto delle minoranze etniche e riafferma la necessità di preservare la libertà di religione;
3. ritiene che ancorando saldamente la Siria al partenariato euromediterraneo le relazioni di tale paese con gli Stati membri dell'Unione europea e i paesi partner del Mediterraneo meridionale verranno rafforzate, agevolando il processo di pace in Medio Oriente;
4. interroga il consiglio e la Commissione circa le prossime tappe miranti alla firma dell'accordo di associazione euro-mediterraneo già siglato il 19 ottobre 2004;
5. invita il Consiglio ad intensificare le sue iniziative finalizzate ad approfondire la cooperazione tra l'Unione europea e la Siria e a pervenire, come prospettiva ultima, alla firma di tale accordo, tenendo conto delle seguenti raccomandazioni:
· incoraggiare e promuovere le iniziative del governo siriano in vista della creazione di un sistema democratico;
· invitare la Siria a rispettare la sovranità del Libano e ad astenersi dall'interferire nelle questioni interne di tale paese, in particolare bloccando le forniture di armi e impedendo il riarmo delle milizie Hezbollah, in piena cooperazione con l'UNIFIL, nonché a rinnovare gli sforzi per rilanciare un processo di pace credibile nella regione, che sfoci in una soluzione globale e nella restituzione a Damasco delle alture del Golan;
· tener conto dei segnali politici lanciati dal decimo congresso regionale del partito Baath, di cui il più visibile è il cambiamento della squadra dirigente a favore di responsabili più giovani, vicini al presidente Al-Assad, come lo dimostra la nomina di Abdallah Dardari alla carica di viceprimoministro;
· rivolgere una particolare attenzione all'applicazione delle clausole contenute nell'accordo teso a rendere più trasparenti gli appalti pubblici; invitare la Commissione a vigilare affinché altri accordi bilaterali o multilaterali si uniformino a tale impostazione;
· invitare il governo siriano ad adottare misure in materia di democrazia e diritti umani per conformarsi alle disposizioni del diritto internazionale sui diritti umani, per quanto concerne il rispetto della libertà di espressione, la protezione degli attivisti impegnati nella difesa di tali diritti, la prevenzione e la lotta contro la tortura e l'abolizione della pena di morte; richiamare in particolare l'attenzione sulla necessaria riforma della legislazione siriana sulle associazioni, per abolire tutte le principali restrizioni che riguardano le attività delle organizzazioni impegnate a favore dei diritti umani;
· manifestare nondimeno al governo siriano le sue vive inquietudini per la mancanza di progressi su tematiche quali, per esempio, l'apertura al multipartitismo e il rispetto dei diritti umani e delle libertà civili; far rilevare che il rispetto dei diritti umani costituisce un elemento fondamentale dell'accordo di associazione in parola e invitare la Siria a rispettare i propri impegni, nel quadro del processo di Barcellona e conformemente agli orientamenti della politica europea di vicinato; invitare in tale prospettiva la Siria ad adoperarsi per revocare immediatamente lo stato di emergenza;
· esigere che il governo siriano riesamini il caso dei detenuti politici, liberi tutti i prigionieri di coscienza e gli attivisti pacifici e permetta l'esistenza di raggruppamenti quali, ad esempio, i firmatari della "Dichiarazione di Damasco", firmata il 16 ottobre 2005 da cinque partiti vietati nonché da personalità indipendenti e i firmatari della dichiarazione "Beirut-Damasco, Damasco-Beirut" del 14 maggio 2006; invitare la Siria a garantire che le persone arrestate e detenute siano trattate correttamente, non siano sottoposte alla tortura e possano incontrare rapidamente, regolarmente e senza limitazioni di sorta i propri avvocati, i medici e i familiari;
· criticare il governo siriano, come ha fatto il Parlamento nella sua succitata risoluzione del 15 giugno 2006, per l'ondata di arresti quale reazione alla petizione "Beirut-Damasco, Damasco-Beirut", prima iniziativa congiunta di intellettuali e di fautori dei diritti umani siriani e libanesi, esigendone l'immediata liberazione;
· esternare le inquietudini dell'Unione europea circa il rispetto dei diritti delle minoranze religiose e delle altre minoranze, in particolare dei Curdi; invitare il governo siriano a fare il punto sullo stadio di avanzamento di tali problematiche;
· avviare il rilancio di un autentico dialogo con la Siria al fine di associare questo paese agli sforzi di pace in vista di un regolamento globale del conflitto in Medio Oriente;
· chiedere fermamente alla Siria di svolgere un ruolo costruttivo nell'attuazione delle risoluzioni 1559 e 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e invitarla espressamente a rafforzare i controlli sul suo versante della frontiera con il Libano al fine di impedire la fornitura di armi ad entità non statuali;
· sottolineare il miglioramento della cooperazione da parte delle autorità siriane con la commissione d'inchiesta internazionale indipendente dell'ONU presieduta dal giudice Brammertz, pur insistendo affinché essa sia intensificata ulteriormente e sia dato un seguito concreto all'inchiesta nel rispetto delle sue conclusioni;
· insistere affinché la Siria si uniformi totalmente alle risoluzioni 1559, 1562,1680 e 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e alla dichiarazione sul Libano del Consiglio europeo del 16-17 giugno 2006 nelle quali si rivolge un appello alla Siria ed al Libano affinché delimitino i loro confini comuni onde rafforzare la stabilità regionale; invitare la Siria a fornire un contributo positivo per chiarire lo status definitivo della zona delle Fattorie di Sheba, conformemente alle raccomandazioni espresse il 12 settembre 2006 dal Segretario generale delle Nazioni Unite nonché al diritto internazionale;
· rilevare positivamente in tale contesto il ritiro delle truppe siriane dal territorio libanese; invitare per contro con fermezza il governo siriano, il quale a tutt'oggi si rifiuta, ad allacciare formalmente relazioni diplomatiche con il Libano e a cessare di sostenere Hezbollah;
· invitare il governo siriano a riferire sulle azioni concrete varate nella lotta contro la proliferazione d'armi nonché contro il terrorismo, Al Quaida e in ordine al controllo delle sue frontiere allo scopo di proibire il contrabbando di armi e il passaggio di terroristi nei paesi confinanti;
· deplorare in tale contesto la firma di un accordo militare, stipulato il 15 giugno 2006 con l'Iran sul potenziamento della mutua cooperazione di fronte alle "minacce" americane e israeliane;
· richiamare la Siria sull'importanza del suo ruolo potenziale nel Vicino Oriente e Medio Oriente, specie con l'Iran e la Palestina per una soluzione pacifica dei conflitti nella regione; esprimere inquietudine in merito al sostegno accordato dalla Siria ai gruppi militanti con base a Damasco di Hamas e della Jihad islamica a scapito delle forze moderate palestinesi che puntano alla coesistenza e alla pace con Israele;
· invitare il governo siriano a migliorare le condizioni di vita e ambientali dei campi profughi palestinesi in Siria conformemente alle norme internazionali in materia di diritti umani;
· chiedere al governo siriano di liberare Yacoub Hanna Shamoun, un cristiano assiro detenuto da oltre vent'anni senza regolare processo, o di fissare una data per la sua liberazione in un futuro prossimo;
· procedere con prudenza al rimpatrio in Siria di migranti e profughi appartenenti a minoranze religiose fintanto che persisterà la repressione e concertare meglio in ogni caso l'approccio nazionale dei vari Stati membri in materia;
· sollecitare un maggior dialogo fra la Siria ed il Parlamento su queste varie tematiche per promuovere la cooperazione tra l'UE e la Siria in vista della firma dell'accordo di associazione;
6. chiede al Consiglio di prendere in considerazione la concessione alla Siria di incentivi e agevolazioni in aggiunta a quelli accordati nell'ambito dell'accordo di associazione, al fine di incoraggiare la Siria a rivedere la sua politica estera e il suo allineamento regionale in modo da promuovere la pace, la stabilità e la prosperità nella regione e, in particolare, il riconoscimento del diritto all'esistenza dello Stato di Israele e il sostegno da parte della Siria all'avanzamento del processo di pace nel Medio Oriente;
7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione recante la raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio, alla Commissione nonché al governo e al Majlis al-Sha'ab della Repubblica araba siriana.
- [1] GU ...
- [2] Testi approvati a tale data, P6_TA(2005)0340.
- [3] Testi approvati a tale data, P6_TA(2006)0279.
- [4] Testi approvati a tale data, P6_TA(2005)0412.
PROPOSTA DI RACCOMANDAZIONE B6-0373/2006 (19.06.2006)
presentata a norma dell'articolo 114, paragrafo 1, del regolamento
da Véronique De Keyser
a nome del gruppo PSE
sui negoziati per un accordo di associazione euromediterraneo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica araba siriana, dall'altra
Il Parlamento europeo,
– vista la proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un accordo di associazione euromediterraneo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica araba siriana, dall'altra (COM(2004)0808[1]), attualmente oggetto di negoziati,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria, in particolare quella dell'8 settembre 2005, sulla situazione dei detenuti politici in Siria[2] e quella del 15 giugno 2006[3],
– viste le risoluzioni delle Nazioni Unite sui rapporti tra la Siria e il Libano, in particolare la risoluzione 1680 (2006) del Consiglio di sicurezza, del 17 maggio 2006, e l'ultimo rapporto di Serge Brammertz, capo della commissione d'inchiesta internazionale indipendente, del 14 giugno 2006,
– visto l'articolo 114, paragrafo 1, del suo regolamento,
A. considerando che la Siria attraversa attualmente un periodo di transizione suscettibile di avviarla ad un'economia sociale di mercato, un regime politico più democratico e un maggior rispetto dei diritti umani,
B. considerando che il futuro accordo di associazione e il rafforzamento delle relazioni tra l'Unione europea e la Siria, basate sul perpetuo rispetto reciproco, consentiranno di sostenere tale processo di sviluppo;
C. considerando che le conclusioni definitive della commissione d'inchiesta internazionale indipendente sull'attentato che ha causato la morte dell'ex primo ministro libanese, Rafiq Hariri, costituiscono un elemento determinante per la firma e la ratifica dell'accordo di associazione,
1. invita il Consiglio a intensificare le sue iniziative in vista di tale accordo e a tenere conto delle seguenti raccomandazioni:
a) riconoscere che, pur ricalcando altri accordi di associazione euromediterranei in vigore, il progetto di accordo tra l'Unione europea e la Siria contiene anche disposizioni nuove, riguardanti in particolare la non proliferazione degli armamenti, la lotta al terrorismo, la riduzione delle tariffe doganali e il diritto di stabilimento, cosa che ha reso più complessi i negoziati;
b) tenere in considerazione i segnali politici lanciati dal 10° Congresso regionale del partito Baath, il più evidente dei quali è il rinnovo e il ringiovanimento della dirigenza;
c) adoperarsi presso il governo siriano perché revochi lo stato di emergenza, decisione che consentirebbe di contribuire allo sviluppo dello stato di diritto, nel rispetto dello spirito dell'articolo 2 dell'accordo;
2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione nonché al Parlamento e al governo siriani.
- [1] GU C 55 del 4.3.2005, pag. 7.
- [2] Testi adottati in tale data, P6_TA(2005)0340.
- [3] Testi adottati in tale data, P6_TA(2006)0279.
PROCEDURA
Titolo |
Rraccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio sulla stipula di un accordo euro-mediterraneo d'associazione fra, da una parte, la Comunità europea e i suoi Stati membri e, dall'altra, la Repubblica araba siriana |
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Numero di procedura |
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Commissione competente per il merito |
AFET |
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Commissione(i) competente(i) per parere |
INTA |
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Pareri non espressi |
INTA |
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Cooperazione rafforzata |
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Relatore(i) |
Véronique De Keyser |
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Relatore(i) sostituito(i) |
[Arie M. Oostlander] |
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Esame in commissione |
11.7.2006 |
13.9.2006 |
4.10.2006 |
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Approvazione |
5.10.2006 |
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Esito della votazione finale |
+ : |
34 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Bastiaan Belder, Simon Coveney, Ryszard Czarnecki, Véronique De Keyser, Camiel Eurlings, Alfred Gomolka, Richard Howitt, Ioannis Kasoulides, Bogdan Klich, Helmut Kuhne, Vytautas Landsbergis, Francisco José Millán Mon, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Baroness Nicholson of Winterbourne, Raimon Obiols i Germà, Cem Özdemir, Tobias Pflüger, Hubert Pirker, Bernd Posselt, Michel Rocard, Raül Romeva i Rueda, György Schöpflin, Gitte Seeberg, Marek Siwiec, Hannes Swoboda, István Szent-Iványi, Charles Tannock, Geoffrey Van Orden, Ari Vatanen, Luis Yañez-Barnuevo García |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Alexandra Dobolyi, Árpád Duka-Zólyomi, Patrick Gaubert, Jaromír Kohlíček, Erik Meijer, Jean Spautz |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Viktória Mohácsi |
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Deposito |
10.10.2006 |
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Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
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