Relazione - A6-0025/2007Relazione
A6-0025/2007

RELAZIONE recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sul mandato a negoziare un accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Comunità andina e i suoi paesi membri, dall'altro

5.2.2007 - (2006/2221(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Luis Yañez-Barnuevo García


Procedura : 2006/2221(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A6-0025/2007

PROPOSTA DI RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO DESTINATA AL CONSIGLIO

sul mandato a negoziare un accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Comunità andina e i suoi paesi membri, dall'altro

(2006/2221(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la proposta di raccomandazione destinata al Consiglio presentata da Luis Yañez-Barnuevo García a nome del gruppo PSE sulle direttive di negoziato di un accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Comunità andina e i suoi paesi membri, dall'altro (B6-0374/2006),

–   visto il paragrafo 31 della Dichiarazione di Vienna, in cui si richiama la decisione, adottata dall'Unione europea e dalla Comunità andina in occasione del IV Vertice Unione europea-America latina e Caraibi, svoltosi il 12 maggio 2006 a Vienna, di avviare nell'anno 2006 un processo che porti alla negoziazione di un accordo di associazione che comprenda un dialogo politico, programmi di cooperazione e un accordo commerciale,

–   visto il titolo V del trattato sull'Unione europea,

–   vista la sua risoluzione del 15 novembre 2001 su una partnership globale e una strategia comune per le relazioni tra l’Unione europea e l’America latina[1],

–   vista la sua posizione del 31 marzo 2004 sulla conclusione di un accordo di dialogo politico e di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la comunità andina e i suoi paesi membri, le Repubbliche di Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù e la Repubblica bolivariana di Venezuela, dall'altra [2],

–   vista la sua risoluzione del 27 aprile 2006 su una cooperazione rafforzata fra Unione europea e America latina[3],

–   vista la raccomandazione della Commissione europea sull'apertura dei negoziati in vista della conclusione di un accordo di associazione con la Comunità andina e i suoi Stati membri (SEC (2006) 1625),

–   visti l'articolo 114, paragrafo 3, e l'articolo 83, paragrafo 5, del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per lo sviluppo e della commissione per il commercio internazionale (A6-0025/2007),

A. considerando che il rispetto della democrazia e dello Stato di diritto e il pieno godimento dei diritti umani da parte di tutte le persone, così come il pieno rispetto dei diritti civili e politici dei cittadini di entrambe le regioni, rappresentano condizioni fondamentali per lo sviluppo dell'associazione tra le parti,

B.  considerando che la garanzia del pieno godimento dei diritti fondamentali per tutti i cittadini, in particolare per le persone meno favorite come quelle appartenenti ai popoli indigeni, e il potenziamento della loro partecipazione sociale e politica, costituiscono elementi fondamentali dell'accordo,

C. considerando lo sforzo e la disponibilità dimostrati dalla Comunità andina in relazione alla conclusione di un accordo di associazione con l'Unione europea, nonostante le difficoltà interne cui ha dovuto far fronte,

D. considerando che le linee direttrici per la negoziazione del futuro accordo devono chiarire nettamente che si tratta di stipulare tra le parti un accordo di associazione globale, ovvero comprendente il dialogo politico proprio di un'autentica associazione, programmi di cooperazione, e la creazione di un'area di libero scambio che generi vantaggi per l'insieme dei cittadini di ambedue le regioni,

E.  considerando che il 13 giugno 2006 i Presidenti dei quattro Stati andini si sono riuniti a Quito, dove hanno risposto positivamente alle richieste del Vertice di Vienna e hanno convenuto di consolidare la loro volontà d'integrazione e di promuovere il processo volto ad avviare i negoziati dell'accordo di associazione tra la Comunità andina (CAN) e l'Unione europea,

F.  considerando che la creazione dell'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana (EuroLat) rappresenta un passo decisivo per il rafforzamento della legittimità democratica e della dimensione politica delle relazioni tra l'UE e l'America latina, e in particolare tra l'UE e la CAN, e che tale Assemblea costituirà il foro permanente del dialogo politico tra le due regioni,

G. considerando che le linee direttrici per la negoziazione del futuro accordo non devono trascurare il grave deficit economico, politico e sociale esistente nella maggior parte dei paesi andini, né ignorare le differenze di sviluppo tra le due regioni e neppure le caratteristiche delle relazioni economiche all'interno della stessa CAN,

H. considerando che è opportuno far sì che gli strumenti pluriennali di programmazione finanziaria dell’UE siano compatibili con la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) nella regione andina,

1.  rivolge al Consiglio le seguenti raccomandazioni:

a)  inserire espressamente nel mandato negoziale la base giuridica su cui si negozierà il nuovo accordo di associazione, la quale deve essere costituita dall'articolo 310 del trattato CE in combinato disposto con l'articolo 300, paragrafo 2, primo comma, prima frase, e con l'articolo 300, paragrafo 3, secondo comma del medesimo trattato;

b)  specificare nel mandato negoziale che l'obiettivo dell'accordo di associazione tra l'UE e la CAN consiste nella progressiva liberalizzazione degli scambi commerciali, nel dialogo politico e nella cooperazione, oltre che nel promuovere lo sviluppo umano sostenibile, la coesione sociale, il consolidamento della democrazia e dello Stato di diritto nonché il pieno rispetto dei diritti umani, civili, politici, economici e sociali, senza dimenticare la dimensione culturale e ambientale di tali diritti;

c)  prevedere nelle linee direttrici negoziali chiari segnali di sostegno ai partner andini nei loro sforzi volti ad approfondire l'integrazione regionale in tutti i suoi settori, privilegiando un accordo tra blocchi regionali che tuttavia non escluda il trattamento differenziato eventualmente richiesto dall'evoluzione del processo di integrazione in seno alla CAN;

d)  individuare chiaramente in dette linee direttrici i temi centrali intorno ai quali si svilupperanno l'ordine del giorno e il dialogo politico, compreso l'aggiornamento degli obiettivi e delle impostazioni di temi quali la governabilità e la stabilizzazione democratica, la lotta contro la corruzione, l'impunità e il terrorismo e specialmente contro il narcoterrorismo e i suoi legami con la criminalità organizzata, il mantenimento della pace e della sicurezza, e la gestione dei conflitti; inserire altri temi come la riduzione della povertà, l'appoggio alla coesione sociale, le migrazioni e gli scambi umani; e avviare azioni concrete in ordine a questioni come l'adozione di posizioni comuni nelle sedi internazionali e in seno alle Nazioni Unite;

e)  prevedere la designazione dei membri della commissione parlamentare mista UE-CAN, che sarà istituita nel quadro del nuovo accordo di associazione, tra quei deputati del Parlamento europeo e del Parlamento andino che sono anche membri dell'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana, quale espressione concreta di appoggio al processo di integrazione regionale nella regione andina e all'Associazione strategica biregionale UE-ALC;

f)   promuovere la partecipazione articolata delle organizzazioni sociali e della società civile ai settori contemplati dall'accordo di associazione e al suo processo negoziale, definendo meccanismi di dialogo, garantendo la trasparenza e un accesso adeguato all'informazione, proponendo la convocazione di conferenze periodiche con i rappresentanti delle organizzazioni sociali e della società civile sia nell'UE che nella CAN nonché la concessione a detti rappresentanti dello status di osservatori alle riunioni interministeriali, e agevolando la loro partecipazione attiva ai convegni, alle commissioni e alle sottocommissioni settoriali corrispondenti;

g)  prevedere che il mandato negoziale raccolga in particolare il consenso UE-CAN sulla condivisione della responsabilità in materia di lotta contro il traffico illegale di sostanze stupefacenti, rafforzando il dialogo politico specializzato in materia di lotta alla droga, nonché le implicazioni sociali, economiche e ambientali dell'applicazione delle misure proposte, in particolare quelle relative alla promozione e all'accesso al mercato di occupazioni alternative e di coltivazioni alternative così come ai meccanismi di controllo specifici volti a frenare e a ridurre progressivamente i reati connessi al riciclaggio di capitali e al traffico di armi;

h)  garantire l'inserimento nel futuro accordo di associazione della cosiddetta clausola democratica e di altre clausole di carattere sociale (in relazione ai diritti dei lavoratori inseriti nelle convenzioni dell'OIL, con particolare riferimento alla Convenzione 169 sui popoli indigeni e tribali nei paesi indipendenti, alla protezione delle condizioni di lavoro dignitose, alla non discriminazione e alla parità sul lavoro tra uomini e donne, nonché all'eliminazione del lavoro minorile) e ambientale; fare esplicitamente riferimento a meccanismi concreti che ne assicurino l'operatività e garantire, in particolare, la continuità e il miglioramento del regime di incentivi lavorativi e ambientali del Sistema di preferenze generalizzate (SPG)[4], incluso l'SPG Plus, prevedendo segnatamente una relazione annuale al Parlamento europeo sul seguito dato dalla Commissione alla materia;

i)   tenere presenti nelle linee direttrici negoziali, in ordine alle disposizioni in materia di cooperazione allo sviluppo del nuovo accordo orientate alla realizzazione degli OSM, le specificità della regione andina, e partire dall'assunto che la formazione del capitale umano è prioritaria per il superamento della povertà nella regione, in modo che si presti particolare attenzione all'istruzione, alla ricerca, alla scienza e alla tecnologia, nonché alla cultura, alla tutela della sanità pubblica e alla protezione degli ecosistemi e della biodiversità;

j)   porre l'accento sulla necessità di garantire la coerenza delle politiche a favore dello sviluppo, conformemente al principio sancito dall'articolo 178 del trattato che istituisce la Comunità europea, alla dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea: "Il consenso europeo"[5] e alle conclusioni del Consiglio sull'integrazione delle considerazioni relative allo sviluppo nel processo decisionale[6];

k)  sottolineare la necessità che le linee direttrici negoziali tengano pienamente conto dell'obiettivo prioritario di eliminare la povertà, la disuguaglianza, l'esclusione sociale e tutte le forme di discriminazione, in particolare per motivi di genere e di origine etnica, e rilevare che occorre disporre di una strategia generale di sviluppo integrata nonché di politiche che garantiscano la parità di opportunità e migliori condizioni di vita e di lavoro per tutti, compresi i diritti economici e culturali dei popoli indigeni, così come accordare la priorità ad un più ampio accesso all'istruzione e alla sanità;

l)   potenziare i meccanismi interni e le misure comuni nel quadro dell'associazione affinché le strategie di sviluppo raggiungano la loro massima potenzialità, favorendo progetti di cosviluppo, in particolare con le popolazioni immigrate che risiedono nell'UE;

m) segnalare che gli investimenti esteri rappresentano un elemento essenziale per lo sviluppo economico di ambedue le regioni, e sottolineare che è sperabile che le imprese europee con investimenti nella CAN applichino le medesime norme in materia di condizioni di lavoro e di investimenti che vengono applicate nell'UE, e che la sicurezza giuridica degli investitori deve essere garantita conformemente al diritto privato internazionale e nel pieno rispetto del principio di sovranità nazionale sulle risorse naturali;

n)  includere nel futuro accordo, per quanto riguarda l'emigrazione, disposizioni atte a rafforzare i diritti fondamentali, lavorativi e civili dei migranti legali, in particolare la loro previdenza sociale, a prescindere da dove essi si trovino, e definire meccanismi volti a facilitare e a rendere meno costosi e più trasparenti e sicuri i trasferimenti delle rimesse, affrontando nel contempo le cause di fondo all'origine dell'emigrazione;

o)  inserire gli obiettivi di sostegno all'integrazione regionale andina – segnatamente l'integrazione delle infrastrutture fisiche, dei trasporti, delle comunicazioni e dell'energia – tra gli obiettivi del prossimo mandato esecutivo della Banca europea per gli investimenti in America latina e in Asia, di modo che l'azione di tale istituzione diventi un complemento efficace del nuovo accordo;

p)  contemplare nelle linee direttrici negoziali il rafforzamento del sostegno fornito dall'Unione all'integrazione andina e alla riforma e al rafforzamento del suo quadro normativo e delle sue istituzioni, ai fini di una maggiore efficacia, rappresentatività e legittimità delle stesse, in particolare per quanto riguarda l'eliminazione degli ostacoli agli scambi, la libera circolazione delle persone, le politiche comuni e l'armonizzazione delle legislazioni, facendo riferimento anche all'esperienza europea con i fondi strutturali, regionali e di coesione;

q)  stabilire nel mandato negoziale che lo studio d'impatto socio-ambientale deve essere presentato all'inizio dei negoziati ed essere inserito quale documento di riferimento dell'ordine del giorno dei negoziati;

r)   concludere un accordo di associazione con la CAN che risulti esaustivo ed equilibrato e sia basato su tre pilastri: un capitolo politico e istituzionale che rafforzi il dialogo democratico e la cooperazione politica, un capitolo sulla cooperazione che promuova lo sviluppo economico e sociale sostenibile, e un capitolo sul commercio che tenga pienamente conto degli obiettivi specifici di sviluppo dei paesi della CAN;

s)  prevedere nelle linee direttrici negoziali la liberalizzazione progressiva e reciproca degli scambi commerciali in condizioni di concorrenza, affinché il futuro accordo riduca le asimmetrie esistenti tra l'UE e la CAN e tra i paesi membri della CAN; prevedere pertanto un regime speciale, differenziato e flessibile entro termini da definire, in funzione degli impegni nei confronti dell'integrazione regionale e dei miglioramenti della competitività conseguiti dai paesi andini; è necessario che esista un forte sostegno alla trasformazione della produzione e alla competitività delle economie andine mediante strumenti di cooperazione allo sviluppo così come mediante il trasferimento di tecnologie, l'inserimento di requisiti di contenuto nazionale nelle norme di origine e la creazione di programmi di cooperazione e assistenza tecnica – tutto ciò promuovendo nel contempo un ambiente giuridico stabile che garantisca la sicurezza degli investimenti e delle relazioni economico-commerciali tra le parti; garantire la competitività e il libero mercato tramite una politica di liberalizzazione che sia conforme agli obiettivi del futuro accordo di associazione;

t)   considerare che la negoziazione di una Zona di libero scambio (ZLS) UE-CAN riveste un'importanza vitale per il rafforzamento del ruolo dell'Unione europea come partner dell'America latina in materia di commercio e investimenti e per il consolidamento dell'integrazione intercontinentale, riconoscendo che occorre portare avanti tali negoziati in un contesto caratterizzato dall'espansione degli accordi commerciali bilaterali statunitensi e dalla proposta USA di un'Area di libero scambio delle Americhe;

u)  tenere conto del fatto che la conclusione di un accordo di associazione con la CAN volto a istituire una ZLS costituisce un obiettivo strategico prioritario delle relazioni esterne dell'UE in un contesto internazionale caratterizzato da una crescente interdipendenza, dalla crescita economica, dall'emergere di nuove potenze economiche e da una serie di sfide globali che trascendono i confini nazionali, come quelle della sicurezza, della governance economica mondiale, dell'ambiente e della riduzione della povertà;

v)  impegnarsi a creare una ZLS nel pieno rispetto del nuovo meccanismo di trasparenza dell'OMC nonché dei diritti e degli obblighi derivanti dall'OMC, e segnatamente dell'articolo XXIV del GATT e dell'articolo V dell'Accordo generale sul commercio dei servizi (GATS), contribuendo così al consolidamento del sistema multilaterale degli scambi;

w) non inserire nessuna condizione, espressa o tacita, che subordini la conclusione del futuro accordo UE-CAN al preliminare completamento dei negoziati del ciclo dell'OMC, fatta salva la possibilità di incorporare a tempo debito in detto accordo i risultati del programma di lavoro di Doha compatibili con l'obiettivo ultimo dell'associazione UE-CAN – tutto ciò a dimostrazione dell'appoggio tangibile e decisivo al processo andino di integrazione regionale;

x)  negoziare un accordo commerciale unico e indivisibile, che vada oltre gli obblighi presenti e futuri delle parti negoziali nei confronti dell'OMC e crei, dopo un periodo di transizione compatibile con i requisiti dell'OMC, una ZLS che, senza escludere alcun settore, tenga conto della dimensione dello sviluppo e della particolare sensibilità di determinati prodotti nella maniera meno restrittiva possibile;

y)  prestare specificamente attenzione alla valutazione congiunta UE-CAN dell'integrazione regionale della CAN sul piano economico, che mette in evidenza un certo numero di importanti conclusioni operative concrete al fine di rafforzare, sviluppare e completare l'unione doganale e il mercato interno comune della CAN – due aspetti che risultano essenziali per la negoziazione e la realizzazione di un'effettiva ZLS fra le due regioni;

z)  prestare particolare attenzione, come passo estremamente importante ai fini del positivo andamento dei negoziati, alle iniziative previste dalla CAN al fine di intensificare l'integrazione economica regionale e, in particolare, a quelle relative alle tariffe doganali applicate ai prodotti provenienti dall'UE, alla semplificazione e all'armonizzazione dei regimi doganali, nonché ai settori dei servizi e del trasporto stradale transfrontaliero;

aa) offrire nuove opportunità significative di accesso al mercato agricolo, che rappresenta un elemento cruciale per lo sviluppo della CAN, considerando tuttavia che il grado di flessibilità dell'UE in campo agricolo dovrebbe dipendere anche dai progressi compiuti in altri settori, quali l'accesso al mercato per i prodotti non agricoli e per i servizi, nonché dai progressi compiuti in ordine ad altre questioni agricole diverse da quelle inerenti all'accesso al mercato;

ab) tenere conto dell'importanza di garantire l'accesso universale ai servizi essenziali e il diritto ad una regolamentazione nazionale, e procedere pertanto con cautela nei negoziati sulla liberalizzazione del commercio di servizi, conformemente all'articolo V del GATS, al fine di garantire progressi reali in ordine agli impegni di liberalizzazione assunti e attuati finora nonché alla necessità di un quadro regolamentare chiaro e prevedibile; astenersi dal fare offerte o dall'accettare richieste nei settori della sanità pubblica e dell'istruzione;

ac) chiedere alla Commissione, dal momento che i meccanismi di composizione delle controversie inclusi in analoghi accordi commerciali già conclusi dalla Comunità con paesi terzi di fatto non vengono utilizzati, di avanzare nuove proposte per elaborare uno strumento di composizione delle controversie più efficace, che agevoli le decisioni relative ad eventuali conflitti sorti in qualunque ambito coperto dalla ZLS;

ad) esaminare attentamente la necessità che tanto l'UE quanto l'America latina ricerchino, in linea di principio, una convergenza finale dei vari accordi in vigore o in fase di negoziazione fra le due regioni, in modo da evitare che la crescente sovrapposizione di molteplici impegni e corpi normativi bilaterali, regionali e multilaterali in materia di liberalizzazione conduca in America latina ad ostacoli involontari per i flussi commerciali e di investimenti;

ae) prevedere nelle linee direttrici negoziali la promozione di un sistema che potenzi la creazione di piccole e medie imprese come elemento essenziale per lo sviluppo economico e la creazione di occupazione e di benessere sociale; contemplare, quale mezzo di lotta contro la disoccupazione, lo sviluppo delle piccole e medie imprese attraverso lo strumento del credito agevolato, e sviluppare programmi di sostegno alle imprese nell'ambito dell'innovazione;

af) garantire che la Commissione informi esaurientemente il Parlamento, se del caso in modo riservato, tanto sui progetti di linee direttrici negoziali quanto sulle linee direttrici negoziali adottate in via definitiva;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione e ai governi degli Stati membri dell'Unione europea.

Traduzione esterna

  • [1]  GU C 140 E del 13.6.2002, pag. 569.
  • [2]  GU C 103 E del 29.4.2004, pag. 543.
  • [3]  Testi approvati P6_TA(2006)0155.
  • [4]  Regolamento (CE) n. 980/2005 del Consiglio del 27 giugno 2005, relativo all'applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate (GU L 169 del 30.6.2005, pag. 1).
  • [5]  "Il consenso europeo in materia di sviluppo", GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.
  • [6]  Conclusioni del Consiglio "Affari generali e relazioni esterne" del 16 e 17 ottobre 2006. Documento n. 13735/06.

MOTIVAZIONE

1.  In occasione del IV Vertice UE-ALC, tenutosi a Vienna, è stato dato l’avvio all’inizio dei negoziati in vista di un accordo di associazione fra l’Unione europea e la Comunità andina (CAN). Indubbiamente, la prospettiva stessa di negoziare questo accordo, insieme al nuovo rapporto di forze esistente nella regione, in seguito all’elezione di Alan García alla presidenza del Perù e di Evo Morales a quella della Bolivia, alla rielezione del Presidente Uribe in Colombia, nonché al riavvicinamento del Cile alla CAN (sotto l’impulso della Presidente cilena Michelle Bachelet), contribuisce al rafforzamento della CAN e di conseguenza al processo d’integrazione in America latina, quale che sia la forma definitiva che questo assumerà. Tutto ciò rimane valido nonostante il ruolo crescente e controverso svolto sulla scena internazionale dal Venezuela sotto la guida del Presidente Chavez e indipendentemente da esso; il ritorno di Chavez, anzi, non può che stimolare ulteriormente la CAN, che in effetti costituisce oggi il solo meccanismo politico, economico e istituzionale in grado di conferire una struttura salda a una regione tanto instabile quanto quella andina, di fare da contrappeso democratico alle tendenze e alle velleità di stampo autoritario sempre latenti in quest’area geopolitica, nonché di assicurare alla stessa una sua collocazione politica, economica e commerciale nell’era della globalizzazione.

2.  Come più volte affermato dal Parlamento europeo a partire dal II Vertice UE-ALC svoltosi a Madrid il 17 e il 18 maggio 2002, nessuna formula sarebbe in grado di combinare gli interessi sia dell’Unione dopo l’allargamento sia della CAN stessa meglio di quanto potrebbe fare la conclusione di un vasto accordo d’associazione politica, commerciale e di sviluppo dotato, per lo meno, di una serie di caratteristiche squisitamente concrete.

3.  In ambito politico, questo accordo deve mettere le basi di un’associazione politica e di sicurezza euro-andina efficiente e fondata su strumenti fra cui potrebbero figurare, a titolo esemplificativo, i seguenti:

§ l’adozione e l’applicazione di una Carta euro-andina per la pace e la sicurezza, vincolante in termini sia politici sia giuridici;

§ l’instaurazione di un dialogo politico generale fondato su un calendario politico imperniato su temi di pressante attualità, quali la coesione sociale, il rafforzamento della governabilità, la riduzione della povertà, gli interscambi fra persone, la lotta contro il terrorismo, la prevenzione dei conflitti, l’azione coordinata all’interno del sistema delle Nazioni Unite e in particolare nell’ambito del Consiglio di sicurezza, nonché le operazioni di gestione (sia civile sia militare) delle crisi;

§ l’avvio di un dialogo specialmente focalizzato sulla coesione sociale;

§ il miglioramento significativo della presenza e della visibilità dell’Unione europea nella regione, attraverso visite molto più frequenti da parte dell’Alto rappresentante / futuro Ministro degli affari esteri dell’Unione, del Presidente della Commissione europea, del commissario competente in materia e del Presidente del Parlamento europeo;

§ l’elaborazione d’iniziative e di piani d’emergenza comuni per far fronte alle situazioni di crisi che eventualmente possano sorgere nei diversi paesi, allo scopo di prevenirle o, qualora questo non sia più possibile, promuoverne una soluzione pacifica attraverso i negoziati fra le parti, da avvenire congiuntamente in seno a un centro euro-latino-americano di prevenzione dei conflitti istituito nella regione andina.

4.  La qualità della democrazia, la crisi della governabilità e l’instabilità politica rappresentano delle sfide cruciali alle quali l’UE deve dare una risposta attraverso le sue iniziative, e in particolare tramite l’accordo di associazione. Gli indicatori in materia di povertà e disuguaglianza sociale per i paesi qui considerati sono restati pressoché identici a com’erano negli anni Novanta, e nella regione andina, come hanno dimostrato le crisi di governabilità che questa parte del globo ha conosciuto, la povertà e la disuguaglianza costituiscono una chiara minaccia al consolidamento della democrazia. Per quanto si siano edificati regimi democratici attraverso processi elettorali liberi, l’elevato astensionismo, il discredito in cui versano le istituzioni pubbliche e i partiti politici, la corruzione e l’impunità dominanti, la scarsa influenza dei cittadini e della società civile sulla vita sociopolitica nella maggior parte di questi paesi, la tendenza alla frammentazione sociale e territoriale che si può osservare in alcuni di essi e infine la persistenza di pratiche di discriminazione o di esclusione per ragioni etniche o di altra natura, non permettono di tracciare un bilancio ottimista della situazione.

5.  L’integrazione delle economie andine negli scambi commerciali internazionali si scontra con alcuni ostacoli legati alla scala dei rapporti, alla mancanza di complementarità e alla scarsa integrazione del mercato regionale. I paesi andini, specialmente per quanto riguarda alcune regioni e determinati settori di produzione, non sono in grado di sfruttare le opportunità offerte dall’apertura commerciale e dalla possibilità di attirare investimenti, né d’altra parte di neutralizzare i rischi che questo processo comporta. Per questo motivo, l’integrazione regionale andina può essere considerata come una condizione essenziale in vista di una migliore integrazione internazionale, ovvero come una condizione sine qua non nella prospettiva della conclusione del futuro accordo di associazione con l’Unione europea, nonché dei trattati di libero scambio stipulati da alcuni Stati della regione con gli Stati Uniti.

6.  Fra le sfide principali poste dal futuro accordo rientra in particolare la realizzazione di un accesso graduale ai mercati europei in condizioni di competitività, avendo cura di evitare che questo aggravi le asimmetrie esistenti. Questo obiettivo richiede, da parte europea, il ricorso a un trattamento speciale, differenziato e flessibile, che passi attraverso la fissazione di periodi di transizione e l’esclusione dei settori più vulnerabili, nonché l’adozione di altri criteri di flessibilità adattati ai progressi in materia di competitività realizzati dai paesi andini, con l’aiuto di misure di sostegno dell’Unione europea imperniate sul trasferimento di tecnologia, sull’inserimento di criteri di contenuto nazionale nelle regole di origine, sulla creazione di programmi di cooperazione e assistenza tecnica, nonché sull’appoggio continuo dato all’integrazione andina e alla sua capacità di definire politiche comuni.

7.  L’aspetto commerciale del nuovo accordo di associazione deve avere come suo obiettivo fondamentale la promozione dello sviluppo socioeconomico tramite la liberalizzazione, a carattere bilaterale e preferenziale, progressivo e reciproco, del commercio di ogni tipo di beni e servizi fra le due regioni, in conformità alle norme stabilite dall’OMC. Una volta entrato in vigore l’accordo, è essenziale che tutti i paesi andini conservino le agevolazioni del nuovo regime comunitario "SPG Plus". Le linee guida della negoziazione devono quindi comprendere l’eliminazione di ogni condizione esplicita o tacita che subordini l’approvazione del nuovo accordo alla conclusione dei negoziati del ciclo OMC. L’accordo in questione, del resto, deve essere analogo, mutatis mutandis, a quelli stipulati con Messico e Cile, nonché a quello attualmente in fase di negoziazione col Mercosur, anche se si dovrà tenere conto delle maggiori asimmetrie esistenti fra le due regioni. Inoltre, trattandosi di accordo biregionale, esso dovrà contribuire all’approfondimento e al consolidamento dell’integrazione andina. Sul piano strategico, naturalmente, il relatore appoggia pienamente la proposta del Parlamento nel senso di considerare il futuro accordo UE-CAN (analogamente agli altri già conclusi, o prossimi a esserlo, con Messico, Cile, Mercosur e America centrale) come un preludio alla stipulazione di un ulteriore accordo globale interregionale che permetterà la creazione, entro il 2010, di una zona euro-latinoamericana di libero scambio che faccia da contrappeso all’Area di libero commercio delle Americhe (ALCA).

8.  È necessario garantire l’esistenza di un legame positivo fra il libero scambio previsto dall’accordo di associazione UE-CAN e gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di coesione sociale perseguiti dall’UE attraverso la sua azione nella regione andina. A tale scopo, se occorre riconoscere le asimmetrie esistenti facendo ricorso a un trattamento speciale e differenziato, a periodi di transizione, a deroghe e ad altri strumenti commerciali, occorre altresì incoraggiare fortemente la trasformazione dell’apparato produttivo, nonché la competitività delle economie andine, mediante strumenti di cooperazione allo sviluppo. È poi del pari necessario garantire il rispetto di parametri minimi in materia di tutela ambientale e di tutela dei lavoratori, quali quelli previsti dall’attuale regime "SPG Plus", nonché assicurarsi che questo sistema di incentivi, già dimostratosi estremamente utile, sia definitivamente incluso nell’accordo d’associazione, premurandosi di istituire dei meccanismi che permettano di controllare efficacemente la sua applicazione.

9.  Infine, al di là della sua dimensione puramente assistenziale, il nuovo accordo d’associazione deve privilegiare la cooperazione nei campi della tecnologia, dell’istruzione superiore e dell’innovazione, e mettere le basi di una società della conoscenza euro-andina che contribuisca a gettare le fondamenta di un'economia aperta e competitiva che contribuisca in maniera decisiva a far uscire le società andine dal loro ritardo secolare. A questo riguardo, le disposizioni dell’accordo in questione devono costituire l’espressione di una nuova e generosa politica di sviluppo condotta dall’UE a vantaggio della CAN, in particolare attraverso:

§ l’apertura dei mercati dell’UE, nonché la revisione della politica agricola comune e del suo sistema di sussidi comunitari;

§ la creazione del proposto Fondo di solidarietà biregionale;

§ l’associazione completa ed effettiva della popolazione indigena alla vita politica, economica e sociale di ciascun paese, nel rispetto dei suoi diritti, di cui essa deve poter beneficiare allo stesso titolo degli altri cittadini;

§ l’adozione di misure e di programmi allo stesso tempo innovativi e generosi nei settori dell’istruzione, della cultura, della sanità e dell’emigrazione;

§ l’assegnazione ai paesi andini di risorse di bilancio commisurate alle reali necessità di questi ultimi;

§ il potenziamento dell’azione della Banca europea per gli investimenti nella regione andina, tramite un nuovo mandato che permetta di concentrare le risorse destinate a progetti d’interesse comune, i quali, inoltre, contribuiscano a promuovere l’integrazione e lo sviluppo attraverso infrastrutture regionali nei settori dei trasporti e dell’energia, tanto nella regione andina quanto in ambito sudamericano.

10. Infine, sulla base dell’accordo di complementarità economica che il Mercosur e la CAN hanno sottoscritto il 16 dicembre 2003 a Lima, entrambe le parti associate devono lavorare alla realizzazione di uno spazio sudamericano coeso e stabile, nonché alla creazione di una zona di libero scambio che permettano loro di svolgere un ruolo fondamentale tanto nel quadro dei futuri negoziati dell’ALCA, quanto in quello delle relazioni fra le due subregioni e del Sudamerica nel suo complesso con l’UE. Solo il tempo potrà dirci se questa iniziativa dovrà infine articolarsi nell’ambito della recentissima Comunità sudamericana attraverso il processo di convergenza del Mercosur nella CAN. In ogni caso, quale che sia la formula finale, non c’è alcun dubbio che sia il Mercosur sia la CAN si troveranno alla base di qualsiasi riorganizzazione futura dello spazio politico, economico e istituzionale sudamericano, nonché di qualsiasi eventuale zona di libero scambio all’interno di questo stesso spazio. Proprio per tale ragione, il rafforzamento delle relazioni in tutti i campi col Mercosur e la CAN, tramite questi accordi d’associazione, costituisce sicuramente una necessità imperiosa per un’Unione europea che aspira, a ragione, a svolgere un ruolo globale. In questo senso, il futuro accordo UE-CAN deve fungere da pietra angolare nel quadro delle relazioni euro-andine fondamentali per la riuscita dell’associazione strategica biregionale istituita nel corso dei quattro vertici UE-ALC organizzati a partire dal 1999. A questo scopo, l’accordo di associazione UE-CAN, attualmente in corso di elaborazione, dovrà essere stipulato al più tardi in occasione del V Vertice, che si terrà proprio a Lima nel mese di maggio 2008.

PROPOSTA DI RACCOMANDAZIONE DESTINATA AL CONSIGLIO(B6-0374/2006) (22.6.2006)

presentata a norma dell'articolo 114, paragrafo 1, del regolamento

da Luis Yañez-Barnuevo García

a nome del gruppo PSE

sulle direttive di negoziato di un accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Comunità andina e i suoi Stati membri, dall'altro

Il Parlamento europeo,

–   visto il paragrafo 31 della Dichiarazione di Vienna che raccoglie la decisione presa dall'Unione europea e dalla Comunità andina nel IV Vertice UE-ALC di intavolare, nel corso dell'anno 2006, un processo che porti al negoziato di un accordo di associazione, che comprenda un dialogo politico, programmi di cooperazione e un accordo commerciale,

–   visto il Titolo V del trattato dell'Unione europea,

–   visto l'articolo 114, paragrafo 1, del suo regolamento, in combinato disposto con l'articolo 83 del medesimo,

A. considerando che la CAN e l'UE hanno deciso a Vienna di svolgere tutte le riunioni necessarie prima del 20 luglio prossimo per chiarire e definire le basi di negoziato che consentano una partecipazione piena e proficua per le parti del futuro accordo di associazione,

B.  considerando che il rispetto della democrazia, dello stato di diritto e il pieno godimento dei diritti umani da parte di tutte le persone, compresi i diritti e le libertà fondamentali dei popoli indigeni, nonché la protezione dei difensori dei loro diritti umani e l'eliminazione dell'impunità, debbono costituire condizioni di base per lo sviluppo dell'associazione tra le parti,

1.  rivolge al Consiglio le seguenti raccomandazioni:

      a)   che il mandato negoziale comprenda esplicitamente la base giuridica sulla quale si negozierà il nuovo accordo di associazione, che deve essere costituita dall'articolo 310 del trattato che istituisce la Comunità europea in combinato disposto con la prima frase del primo periodo del paragrafo 2 dell'articolo 300 e il secondo periodo del paragrafo 3 dell'articolo 300 di detto trattato;

      b)   che le direttive di negoziato comprendano segnali chiari di appoggio ai soci andini nei loro sforzi per superare la crisi generata dal ritiro del Venezuela privilegiando un accordo tra blocchi regionali che non escluda tuttavia il trattamento differenziato che sia eventualmente richiesto dall'evoluzione del processo di integrazione interno alla Comunità andina;

      c)   che dette direttive individuino i temi centrali su cui si svilupperà l'ordine del giorno e il dialogo politico, compreso l'aggiornamento degli obiettivi e la messa a fuoco di temi quali la governabilità democratica, il mantenimento della pace, la sicurezza e la gestione dei conflitti; che ne comprendano altri nuovi come la riduzione della povertà, l'appoggio alla coesione sociale, le migrazioni e gli scambi umani e diano vita ad azioni nuove su questioni come l'approvazione di posizioni comuni nelle sedi internazionali e in seno alle Nazioni Unite, il rispetto dei diritti umani, ecc.;

      d)   che il mandato negoziale raccolga in particolare il consenso UE-CAN sulla condivisione di responsabilità in materia di lotta al traffico di droghe illegali nonché le relative implicazioni sociali ed economiche al momento di porre in atto le misure proposte e in particolare quelle relative all'accesso al mercato delle coltivazioni alternative e ai meccanismi di controllo specifici orientati a frenare e a ridurre progressivamente i reati connessi al riciclaggio di denaro e al traffico di armi;

      e)   che le direttive negoziali prevedano l'accesso progressivo ai mercati europei per i prodotti andini, in condizioni competitive, evitando che il futuro accordo aggravi le asimmetrie esistenti; che le direttive prevedano pertanto un trattamento speciale, differenziato e flessibile relativamente ai termini da concedere in funzione degli impegni di integrazione regionale e dei miglioramenti di competitività raggiunti dai paesi andini, a partire da misure d'appoggio da parte dell'Unione come il trasferimento di tecnologia, l'inserimento di requisiti di contenuto nazionale nelle regole d'origine e la creazione di programmi di cooperazione e assistenza tecnica; tutto ciò promuovendo nel contempo un quadro giuridico che garantisca la sicurezza degli investimenti e delle relazioni economiche e commerciali tra le parti;

      f)    che non si inserisca, in modo particolare, nessuna condizione esplicita o implicita che subordini la conclusione del futuro accordo UE-CAN al preliminare completamento dei negoziati del Round dell'OMC, fatta salva la possibilità di incorporare a tempo debito a detto accordo i risultati del programma di lavoro di Doha compatibili con l'obiettivo ultimo dell'associazione UE-CAN; tutto ciò a dimostrazione dell'appoggio tangibile e decisivo al processo andino di integrazione regionale;

      g)   che le disposizioni in materia di cooperazione allo sviluppo del nuovo accordo tengano presenti le specificità della regione andina e partano dalla base che la formazione del capitale umano è prioritaria per il superamento della povertà nella regione, in modo che si presti particolare attenzione all'istruzione, alla ricerca, alla scienza e alla tecnologia e alla cultura;

      h)   che la Commissione informi esaurientemente il Parlamento, se necessario in modo riservato, sulle sue raccomandazioni per quanto attiene al mandato negoziale;

2.        incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione, nonché ai governi degli Stati membri dell'Unione europea.

PARERE della commissione per il commercio internazionale (20.12.2006)

destinato alla commissione per gli affari esteri

sul mandato a negoziare un accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Comunità andina e i suoi paesi membri, dall'altro
(2006/2221(INI))

Relatrice per parere: Małgorzata Handzlik

SUGGERIMENTI

La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che la conclusione di un accordo di associazione fra l'Unione europea e la Comunità andina (CAN) rappresenterebbe un passo decisivo verso la creazione, a medio termine, di un'area interregionale globale euro-latino-americana, come proposto dal Parlamento nella sua risoluzione del 27 aprile 2006[1],

B.  considerando che la conclusione e la positiva attuazione degli accordi di associazione tra l'UE e il Messico, e tra l'UE e il Cile, evidenziano l'importanza strategica e l'interesse economico, politico e sociale di relazioni biregionali UE-America latina basate su accordi di associazione che prevedano zone di libero scambio (ZLS),

C. considerando che, diversamente dagli accordi commerciali negoziati a livello bilaterale fra gli USA e i paesi della CAN, l'UE e la CAN dovrebbero costituire un'associazione strategica globale che vada oltre aspetti puramente commerciali per abbracciare una cooperazione di ampia portata e il dialogo politico;

D. considerando che la positiva conclusione dell'Accordo di associazione UE-CAN dovrebbe contribuire alla crescita economica e alla riduzione della povertà, in vista della realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, specialmente quelli relativi alla riduzione della povertà, a una leale ed equa ridistribuzione della ricchezza, alla creazione di posti di lavoro stabili e di qualità, nonché all'inclusione sociale dei gruppi emarginati,

E.  considerando che l'Unione europea e la CAN dovrebbero convenire, nell'ambito dell'Associazione e nel più ampio contesto di governance mondiale, di promuovere norme internazionali e multilaterali nel settore commerciale, sociale e ambientale,

F.  considerando che i paesi della CAN beneficiano dal 1971 del Sistema di preferenze generalizzate dell'UE destinato ai paesi a basso reddito, ma anche del regime "SPG Plus", che prevede un ulteriore accesso preferenziale per circa 7.200 prodotti,

G. considerando che la zona di libero scambio UE-CAN fornirebbe un importante contributo al consolidamento della CAN come mercato comune, unione doganale e processo d'integrazione globale,

H. considerando che una zona di libero scambio non è di per sé sufficiente a generare crescita economica se non è accompagnata da adeguate politiche economiche che consentano di sfruttare appieno le nuove opportunità e di limitare i potenziali rischi,

I.   considerando che l'UE è di gran lunga il principale donatore di aiuti allo sviluppo destinati alla CAN e l'unico ad aver stabilito una strategia di cooperazione volta al rafforzamento dell'integrazione regionale,

J.   considerando che, per ottenere risultati soddisfacenti nei negoziati con la CAN, occorre instaurare una cooperazione stretta e costruttiva fra tutte le istituzioni dell'UE,

K. considerando che va accolta con favore la decisione presa dall'UE e dalla CAN di avviare le necessarie consultazioni interne e di compiere i passi necessari per permettere l'avvio dei negoziati per un accordo di associazione, comprendente un accordo commerciale, sulla base degli obiettivi strategici comuni della dichiarazione di Guadalajara e del risultato dell'esercizio di valutazione congiunto sull'integrazione economica regionale compiuto insieme alla CAN;

Rivolge al Consiglio le seguenti raccomandazioni concernenti le linee direttrici per la negoziazione, nell'ambito del futuro accordo di associazione, di una zona di libero scambio (ZLS) fra la Comunità europea e i paesi della Comunità andina:

Negoziazione di una zona di libero scambio con la Comunità andina

1.  considerare la negoziazione di una zona di libero scambio UE-CAN di importanza vitale per il rafforzamento del ruolo dell'Unione europea come partner dell'America latina nel commercio e negli investimenti e per consolidare l'integrazione intercontinentale, e riconoscere che i negoziati devono concludersi rapidamente dato il contesto caratterizzato dall'espansione degli accordi commerciale bilaterali statunitensi e la proposta USA di una zona di libero scambio;

2.  tenere conto del fatto che la conclusione di un Accordo di associazione con la CAN che istituisca una zona di libero scambio costituisce un obiettivo strategico prioritario per le relazioni esterne dell'UE in un contesto internazionale caratterizzato da una crescente interdipendenza, dalla crescita economica, dall'emergere di nuove potenze economiche e da una serie di sfide globali che trascendono i confini nazionali, come quelle della sicurezza, della governance economica mondiale, dell'ambiente e della riduzione della povertà;

3.  concludere un accordo di associazione con la CAN che risulti esaustivo ed equilibrato e sia basato su tre pilastri: un capitolo politico e istituzionale che rafforzi il dialogo democratico e la concertazione politica, un capitolo sulla cooperazione che promuova uno sviluppo sociale ed economico sostenibile, e un capitolo sul commercio che tenga pienamente conto degli obiettivi specifici di sviluppo dei paesi della CAN;

4.  unirsi al Parlamento nel chiedere alla Commissione di avviare urgentemente una valutazione di impatto sostenibile (VIS) in relazione agli scambi commerciali, come passo preliminare nell'ambito dei negoziati di un accordo commerciale, e di informare il Parlamento in merito alle modalità di svolgimento e alle iniziative prese in proposito;

Principi, campo di applicazione e relazioni con l'OMC

5.  chiedere che sia il Consiglio che la Commissione assicurino un processo negoziale inclusivo, efficace e trasparente che benefici fin dall'inizio della partecipazione quanto più ampia possibile degli interessati, in particolare le parti sociali e la società civile in tutti i paesi in questione;

6.  impegnarsi a creare una zona di libero scambio nel pieno rispetto del nuovo meccanismo di trasparenza dell'OMC e dei diritti ed obblighi derivanti dall'OMC, segnatamente l'articolo XXIV del GATT e l'articolo V del GATS, così da contribuire al consolidamento del sistema di scambi multilaterale;

7.  negoziare un accordo commerciale unico e indivisibile, che vada oltre gli obblighi presenti e futuri delle parti negoziali nei confronti dell'OMC e crei, su un periodo di transizione compatibile con i requisiti dell'OMC, una zona di libero scambio che, senza escludere alcun settore, tenga conto della dimensione dello sviluppo e della particolare sensibilità di taluni prodotti nella maniera meno restrittiva possibile;

Trattamento speciale e differenziato

8.  procedere ad un effettivo riconoscimento dei principi di "asimmetria dei livelli di sviluppo", "trattamento speciale e differenziato" e "non totale reciprocità" e garantire pertanto che la zona di libero scambio calibri le concessioni sulla base dei livelli di sviluppo e di competitività settoriale delle due regioni;

Clausola sui diritti umani e la democrazia

9.  includere nell'accordo la clausola standard sul rispetto dell'obbiettivo generale di sviluppo e consolidamento della democrazia e dello Stato di diritto nonché sul rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e delle principali norme internazionali in materia di lavoro;

Sistema di preferenze generalizzate (SPG)

10. tenere conto del fatto che l'SPG, incluso l'SPG Plus, è un regime autonomo dell'Unione europea di cui beneficiano i paesi della CAN in funzione dei rispettivi livelli di sviluppo e che la zona di libero scambio UE-CAN deve pertanto prevedere il mantenimento di tali preferenze a prescindere da qualsiasi esigenza di reciprocità nelle riduzioni tariffarie da parte della CAN;

Integrazione regionale della CAN sul piano economico

11. prestare un'attenzione specifica alla valutazione congiunta UE-CAN sull'integrazione economica regionale della CAN, che mette in evidenza un certo numero di importanti conclusioni operative concrete al fine di rafforzare, sviluppare e completare l'unione doganale e il mercato interno comune della CAN, ambedue essenziali al negoziato e al conseguimento di un'effettiva zona di libero scambio fra le due regioni;

12. prestare un'attenzione particolare, come passo estremamente importante ai fini del positivo andamento dei negoziati, alle iniziative previste dalla CAN al fine di intensificare l'integrazione economica regionale e, in particolare, a quelle relative alle tariffe applicate ai prodotti provenienti dall'UE, alla semplificazione e all'armonizzazione dei regimi doganali, nonché ai settori dei servizi e del trasporto stradale transfrontaliero;

Agricoltura

13. porre in risalto che in seguito alla riforma della PAC del 2003, l'Unione europea ha già sostanzialmente ridotto i sussidi nazionali che distorcono gli scambi commerciali e che, nel ciclo di negoziati di Doha, l'UE si è offerta di porre fine al proprio sistema di restituzioni all'esportazione entro il 2013;

14. offrire nuove opportunità significative di accesso al mercato agricolo, che rappresenta un settore cruciale per lo sviluppo della Comunità andina, pur considerando che il grado di flessibilità dell'Unione europea in campo agricolo dovrebbe dipendere anche dal progresso compiuto in altri settori, quali l'accesso al mercato per i prodotti non agricoli (NAMA) e per i servizi, nonché su altre questioni agricole diverse da quelle inerenti all'accesso al mercato;

NAMA

15. adoperarsi per un esito equilibrato e di vasta portata dei negoziati NAMA in modo da permettere nuove e reali opportunità di accesso al mercato per la totalità degli scambi commerciali, secondo un grado adeguato di flessibilità in relazione al calendario previsto per l'eliminazione dei dazi da parte della CAN;

Servizi

16. tenere conto dell'importanza di garantire l'accesso universale ai servizi essenziali e di regolamentare i diritti nazionali, e quindi di procedere con cautela nei negoziati sulla liberalizzazione degli scambi commerciali relativi ai servizi, conformemente all'articolo V del GATS, così da garantire progressi reali negli impegni di liberalizzazione presi e attuati finora nonché sulla necessità di un quadro normativo chiaro e prevedibile; astenersi dal fare offerte o dall'accettare richieste nei settori della sanità pubblica e dell'istruzione;

Investimenti

17. assicurare che le nuove zone di libero scambio da negoziare tra l'UE e altri paesi e regioni, compresa la CAN, prevedano, conformemente al trattato CE e alla dichiarazione del Consiglio europeo sui principi guida per lo sviluppo sostenibile una "clausola di non abbassamento degli standard" che abbia un effetto dissuasivo e impedisca che gli investimenti esteri diretti comportino un peggioramento della legislazione, delle norme e degli standard nazionali in materia di ambiente, lavoro, sanità e sicurezza;

Norme di origine

18. assicurare che le norme d'origine da negoziare con la CAN siano trasparenti, di facile comprensione e applicazione, adeguate al livello di sviluppo e al grado di industrializzazione dei paesi interessati e basate su criteri corrispondenti alle caratteristiche di ciascun prodotto;

Agevolazione degli scambi e questioni relative alle norme commerciali

19. inserire un capitolo contenente misure volte ad agevolare gli scambi commerciali attraverso la semplificazione e lo snellimento delle procedure d'importazione e l'eliminazione delle differenze esistenti in materia di standardizzazione e valutazioni di conformità e a livello di misure sanitarie e fitosanitarie, contribuendo così a migliorare l'accesso di entrambe le regioni ai rispettivi mercati;

Proprietà intellettuale

20. inserire disposizioni volte ad assicurare un'effettiva e adeguata protezione dei diritti di proprietà intellettuale e commerciale, compresa la tutela dalle contraffazioni e dalla pirateria, conformemente all'Accordo dell'OMC sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (TRIP), tenendo altresì conto del fatto che qualsiasi accordo TRIP+ non deve escludere le garanzie in materia di sanità pubblica di cui beneficiano i membri dell'OMC in base agli accordi TRIP, in quanto in tal modo si limiterebbe l'accesso a medicinali abbordabili nei paesi in via di sviluppo;

Appalti pubblici

21. inserire disposizioni specifiche sugli appalti pubblici in modo da assicurare un progressivo ed effettivo accesso di entrambe le regioni ai loro rispettivi mercati di appalti in un contesto molto più prevedibile, affidabile, trasparente e non discriminatorio per gli operatori economici;

Composizione delle controversie

22. chiedere alla Commissione, dal momento che i meccanismi di composizione delle controversie inclusi in analoghi accordi commerciali già conclusi dalla Comunità con paesi terzi non vengono utilizzati efficacemente, di avanzare nuove proposte per sviluppare uno strumento bilaterale di composizione delle controversie più efficace, che agevoli le decisioni relative ad eventuali conflitti sorti in qualunque ambito coperto dalla ZLS;

Convergenza globale

23. esaminare attentamente – al fine di evitare che la crescente sovrapposizione dei molteplici impegni bilaterali, regionali e multilaterali di liberalizzazione e delle diverse regolamentazioni in America Latina si traducano in ostacoli indesiderati per i flussi commerciali e di investimenti – la necessità che, in linea di principio, l'UE e l'America Latina ricerchino la convergenza finale dei vari accordi in vigore o in fase di negoziazione fra le due regioni;

Cooperazione economica e misure di accompagnamento

24. assicurare un adeguato finanziamento della nuova strategia di cooperazione regionale con la CAN per il periodo 2007-2013, in modo che l'accordo di associazione integri la zona di libero scambio con le risorse finanziarie e la cooperazione tecnica necessarie per sostenere il processo di adeguamento economico e il relativo impatto sociale nonché per affrontare le sfide dell'istituzionalizzazione e dell'approfondimento del processo regionale della CAN, con particolare riferimento al completamento dell'unione doganale e del mercato comune;

25. tenere conto del fatto che uno degli obiettivi prioritari dell'UE in materia di politica commerciale di cooperazione con la CAN dovrebbe essere quello di rafforzare il processo di integrazione economica regionale, compreso il completamento di un'Unione doganale con una tariffa esterna comune (TEC) abbastanza completa e un grado sufficiente di armonizzazione delle regole sanitarie e fitosanitarie e delle norme tecniche;

26. tenere conto, come indicato nel "Consenso europeo sullo sviluppo", del fatto che l'UE, grazie alla propria esperienza e competenza esclusiva in campo commerciale, dispone di un vantaggio comparativo nel fornire supporto ai paesi partner per integrare gli scambi commerciali nelle strategie di sviluppo nazionali, sviluppare il settore privato e sostenere la cooperazione regionale;

27. garantire sin dall'inizio che il capitolo sulla cooperazione e la nuova strategia di cooperazione regionale con la CAN per il periodo 2007-2013 preveda misure specifiche atte a consentire alle PMI europee e andine di avvantaggiarsi appieno delle opportunità conseguenti all'accordo commerciale;

28. assicurare che il capitolo sulla cooperazione dell'Accordo di associazione con la CAN favorisca una più stretta cooperazione regionale nel settore dell'energia;

29. tenere conto, nelle direttive negoziali, anche del sistema di commercio equo, che si è dimostrato uno strumento efficace per la lotta contro la povertà e per lo sviluppo sostenibile e che, a lungo termine, potrebbe consentire anche alla CAN di partecipare senza restrizioni al sistema commerciale multilaterale;

30. tenere conto, nelle direttive negoziali, del consenso UE-CAN sulla responsabilità comune nella lotta contro il traffico di droga e le sue conseguenze sociali ed economiche, soprattutto laddove si tratti di applicare le misure proposte in relazione all'accesso al mercato di colture alternative e ai meccanismi specifici di controllo che mirano ad arginare e a ridurre gradualmente i reati collegati al riciclaggio di denaro sporco e al commercio di armi;

Svolgimento dei negoziati e ruolo del Parlamento europeo

31. dare una maggiore legittimità al processo negoziale relativo alla zona di libero scambio con la CAN tramite una maggiore trasparenza e partecipazione da parte di tutti gli interlocutori dell'Unione europea, inclusi gli esponenti di spicco della società civile, le parti sociali e gli operatori economici delle due regioni; in tale contesto, fornire il proprio sostegno alla creazione dell'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana, comprendente membri del Parlamento europeo e dei parlamenti latinoamericani di integrazione, fra cui il Parlandino, in quanto istituzione parlamentare del partenariato strategico biregionale competente per il controllo parlamentare e il monitoraggio degli accordi di associazione conclusi fra le due regioni;

32. tenere conto del fatto che l'accordo di associazione sarà concluso solo dopo che il Parlamento europeo avrà dato il suo parere conforme; tenere presente, a tale proposito, che la Commissione deve fornire al Parlamento informazioni chiare e tempestive sia durante la fase di preparazione degli accordi che durante la conduzione e la conclusione dei negoziati commerciali internazionali e che tali informazioni devono essere trasmesse in tempo utile per consentire al Parlamento di esprimere, se del caso, il suo punto di vista e per far sì che la Commissione possa prendere in considerazione, per quanto possibile, i punti di vista espressi dal Parlamento;

33. consultare e informare il Parlamento, in maniera adeguata e tempestiva, sulla strategia dell'UE durante i negoziati e tener conto del fatto che, alla fine di ciascun ciclo di negoziati o riunioni negoziali importanti, il Parlamento dovrebbe ricevere un documento che ne illustri il contenuto e le conclusioni, ferme restando le norme vigenti in materia di riservatezza.

PROCEDURA

Titolo

Mandato a negoziare un accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Comunità andina e i suoi paesi membri, dall'altro

Riferimenti

2006/2221(INI)

Commissione competente per il merito

AFET

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

INTA
28.9.2006

Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula

 

Relatore per parere
  Nomina

Małgorzata Handzlik
12.6.2006

Relatore per parere sostituito

 

Esame in commissione

22.11.2006

 

 

 

 

Approvazione

18.12.2006

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

18
0
0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Kader Arif, Jean-Pierre Audy, Enrique Barón Crespo, Daniel Caspary, Christofer Fjellner, Alain Lipietz, Caroline Lucas, Erika Mann, Helmuth Markov, David Martin, Georgios Papastamkos, Tokia Saïfi, Robert Sturdy, Gianluca Susta, Johan Van Hecke, Zbigniew Zaleski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Panagiotis Beglitis, Harlem Désir, Elisa Ferreira, Małgorzata Handzlik, Jens Holm, Jörg Leichtfried

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

...

PARERE della commissione per lo sviluppo (7.11.2006)

destinato alla commissione per gli affari esteri

sul mandato a negoziare un accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Comunità andina e i suoi paesi membri, dall'altro
(2006/2221(INI))

Relatore per parere: José Javier Pomés Ruiz

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  chiede che nel mandato negoziale sia espressamente indicata la base giuridica su cui sarà negoziato il nuovo accordo di associazione, ovvero l'articolo 310 del trattato che istituisce la Comunità europea in combinato disposto con l'articolo 300, paragrafo 2, comma 1, prima frase e con l'articolo 300, paragrafo 3, comma 2 del medesimo trattato;

2.  chiede che gli orientamenti per i negoziati siano sufficientemente flessibili da tenere conto dei diversi livelli di sviluppo che caratterizzano i paesi che formano parte della Comunità andina (CAN);

3.  sottolinea la necessità che tali orientamenti tengano pienamente conto dell'obiettivo prioritario di eliminare la povertà, la disuguaglianza, l'esclusione sociale e tutte le forme di discriminazione, in particolare per motivi di genere e di origine etnica, e rileva che occorre una strategia generale di sviluppo integrata nonché politiche che garantiscano la parità di opportunità e migliori condizioni di vita e di lavoro per tutti, inclusi i diritti economici e culturali delle popolazioni indigene, così come un più ampio accesso all'istruzione e alla sanità;

4.  chiede che siano potenziati i meccanismi interni e le misure comuni nel quadro dell'associazione affinché le strategie di sviluppo raggiungano la loro massima potenzialità, favorendo progetti di cosviluppo, in particolare con le popolazioni immigrate che risiedono nell'Unione europea;

5.  chiede che si studi la possibilità di abbassare i costi delle rimesse di denaro che gli emigranti inviano nei propri paesi d'origine e di renderle più trasparenti e sicure, dal momento che tali rimesse, dati gli importi in questione, rappresentano un fattore fondamentale dello sviluppo in seno alla CAN;

6.  rileva l'importanza del fatto che la negoziazione sia arricchita dagli apporti dei rispettivi parlamenti regionali, che sono motori di integrazione e di dialogo politico, e la necessità che detti parlamenti partecipino in modo adeguato al processo; sottolinea altresì l'esigenza di una reale partecipazione delle ONG e della società civile;

7.  chiede che il mandato negoziale identifichi come temi prioritari gli obiettivi della governabilità democratica, del mantenimento della pace e della sicurezza nonché della gestione dei conflitti, e comprenda altresì il sostegno alla coesione sociale e agli Obiettivi di sviluppo del Millennio (MDG), attribuendo un'elevata priorità all'istruzione primaria e secondaria e alla sanità, nonché la gestione comune delle migrazioni, la lotta contro il narcotraffico e l'adozione di posizioni comuni nelle sedi internazionali e in seno alle Nazioni Unite, il rispetto dei diritti dell'uomo ecc;

8.  sottolinea l'importanza di rafforzare il consenso sulla lotta contro il traffico di stupefacenti, così come si è fatto finora, ricordando che si tratta di una responsabilità condivisa tanto a livello interno in seno alla CAN quanto a livello bilaterale tra quest'ultima e l'Unione europea; ribadisce che la promozione di valide alternative economiche alla produzione di droga riveste una grande importanza al riguardo;

9.  segnala che gli investimenti esteri rappresentano un elemento essenziale per lo sviluppo economico di ambedue le regioni, e sottolinea che è sperabile che le imprese europee con investimenti nella CAN applichino le medesime norme in materia di condizioni di lavoro e di investimenti che vengono applicate nell'Unione europea e che la sicurezza giuridica degli investitori sia garantita conformemente al diritto privato internazionale e nel pieno rispetto del principio di sovranità nazionale sulle risorse naturali; è importante che la maggior parte dei guadagni tratti dalle risorse naturali nazionali vadano allo Stato e, per il suo tramite, alla realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio.

PROCEDURA

Titolo

Mandato a negoziare un accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Comunità andina e i suoi paesi membri, dall'altro

Riferimenti

2006/2221(INI)

Commissione competente per il merito

AFET

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

DEVE
28.9.2006

Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula

 

Relatore per parere
  Nomina

José Javier Pomés Ruiz
11.7.2006

Relatore per parere sostituito

 

Esame in commissione

2.10.2006

 

 

 

 

Approvazione

6.11.2006

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

13

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Margrietus van den Berg, Danutė Budreikaitė, Marie-Arlette Carlotti, Hélène Goudin, Maria Martens, Luisa Morgantini, Horst Posdorf, Feleknas Uca, Anna Záborská.

Supplenti presenti al momento della votazione finale

John Bowis, Fiona Hall, Alain Hutchinson, Jan Jerzy Kułakowski, Manolis Mavrommatis.

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

...

PROCEDURA

Titolo

Mandato a negoziare un accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Comunità andina e i suoi paesi membri, dall'altro

Numero di procedura

(2006/2221(INI))

Proposta(e) di raccomandazione di base

B6-0374/2006

 

 

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula

AFET
28.9.2006

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

INTA

28.9.2006

DEVE

28.9.2006

 

 

 

Pareri non espressi
  Decisione

 

 

 

 

 

Cooperazione rafforzata
  Annuncio in Aula

 

Relatore(i)
  Nomina

Luis Yañez-Barnuevo García
13.9.2006

 

Relatore(i) sostituito(i)

 

 

Esame in commissione

28.11.2006

23.1.2007

 

 

 

Approvazione

25.1.2007

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

60

0

6

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Roberta Alma Anastase, Panagiotis Beglitis, André Brie, Elmar Brok, Marco Cappato, Simon Coveney, Véronique De Keyser, Ana Maria Gomes, Alfred Gomolka, Klaus Hänsch, Richard Howitt, Jana Hybášková, Stanimir Ilchev, Helmut Kuhne, Vytautas Landsbergis, Emilio Menéndez del Valle, Willy Meyer Pleite, Francisco José Millán Mon, Pasqualina Napoletano, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Baroness Nicholson of Winterbourne, Raimon Obiols i Germà, Cem Özdemir, Ioan Mircea Paşcu, Hubert Pirker, Michel Rocard, Libor Rouček, Katrin Saks, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, György Schöpflin, Gitte Seeberg, Marek Siwiec, Hannes Swoboda, István Szent-Iványi, Konrad Szymański, Charles Tannock, Paavo Väyrynen, Inese Vaidere, Geoffrey Van Orden, Ari Vatanen, Kristian Vigenin, Francis Wurtz, Luis Yañez-Barnuevo García

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Laima Liucija Andrikienė, Francisco Assis, Carlos Carnero González, Alexandra Dobolyi, Árpád Duka-Zólyomi, Glyn Ford, Michael Gahler, Tunne Kelam, Doris Pack, Pierre Schapira, Csaba Sándor Tabajdi, Marcello Vernola

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Charlotte Cederschiöld, Małgorzata Handzlik, Filip Kaczmarek, Sylvia-Yvonne Kaufmann, Marcin Libicki, José Javier Pomés Ruiz, José Albino Silva Peneda, Kyriacos Triantaphyllides, Lambert van Nistelrooij, Zbigniew Zaleski, Stefano Zappalà

Deposito

5.2.2007

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

...