RELAZIONE sui servizi sociali di interesse generale nell'Unione europea
6.3.2007 - (2006/2134(INI))
Commissione per l'occupazione e gli affari sociali
Relatore: Joel Hasse Ferreira
- PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
- MOTIVAZIONE
- PARERE della commissione per i problemi economici e monetari
- PARERE della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
- PARERE della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori
- PARERE della commissione giuridica
- PARERE della commissione per i diritti della donna e le pari opportunità
- PROCEDURA
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sui servizi sociali di interesse generale nell'Unione europea
Il Parlamento europeo,
– visti la comunicazione della Commissione "Attuazione del programma comunitario di Lisbona - I servizi sociali d’interesse generale nell’Unione europea" (COM(2006)0177) e il documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato a detta comunicazione (SEC(2006)0516),
– visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare i suoi articoli 2, 5, 16, 86, 136, 137, paragrafo 1, lettere j) e k), 143, 144 e 145,
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare il suo articolo 36,
– visto il progetto di trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, in particolare i suoi articoli II-94 e III-122,
– visto il suo parere del 15 novembre 2006 sulla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai servizi nel mercato interno[1],
– viste le conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles del 23 e 24 marzo 2006,
– vista la sua risoluzione del 14 gennaio 2004 sul Libro verde sui servizi di interesse generale[2],
– vista la sua risoluzione del 15 marzo 2006 sulla protezione sociale e l'inclusione sociale[3],
– vista la sua risoluzione del 6 settembre 2006 su un modello sociale europeo per il futuro[4],
– vista la sua risoluzione del 27 settembre 2006 sul Libro bianco della Commissione sui servizi di interesse generale[5],
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e i pareri della commissione per i problemi economici e monetari, della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, della commissione giuridica e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6‑0057/2007),
A. considerando che i servizi sociali di interesse generale (SSIG) costituiscono uno dei pilastri fondamentali su cui si basa il modello sociale europeo, uno degli elementi essenziali per realizzare la pace sociale e la coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione europea, nonché uno degli strumenti per conseguire gli obiettivi della strategia di Lisbona,
B. considerando altresì che i SSIG hanno lo scopo di mettere in atto i valori condivisi a livello europeo tra cui, fra gli altri, la giustizia sociale, la parità, la solidarietà, lo sviluppo della democrazia e della libertà, e considerando inoltre che lo scopo ultimo dei SSIG è la garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini e il rispetto della dignità umana,
C. considerando che i SSIG non possono essere ritenuti un onere per i poteri pubblici, perché sono invece all'origine di esternalizzazioni positive in termini di crescita economica, prosperità, occupazione e coesione sociale,
D. considerando che la prestazione di SSIG avviene in un ambiente dinamico, al quale devono continuamente adattarsi allo scopo di mantenere livelli elevati di qualità e di efficacia,
E. considerando che la disponibilità dei servizi sociali essenziali varia notevolmente da uno Stato membro all'altro; considerando che nonostante ciò detti servizi devono essere assicurati nell'intero territorio dell'Unione europea onde garantire la sua coesione economica, sociale e territoriale,
F. considerando che si osserva una certa ambiguità concettuale in merito a determinate definizioni fondamentali in materia, per esempio "servizio pubblico", "servizio di interesse generale", "servizio di interesse economico generale", "servizio sociale di interesse generale" e che tale ambiguità persiste anche in recenti atti comunitari e ciò concorre all'incertezza giuridica rilevata nel settore,
G. considerando che la mancanza di regolamentazione normativa in materia ha dato luogo a una vasta interpretazione giurisprudenziale, non sempre coerente; considerando che tutti i settori interessati chiedono un quadro operativo chiaro che limiti al minimo l'esigenza di un'interpretazione giurisprudenziale al fine di conseguire la massima certezza giuridica,
H. considerando pertanto urgente e indispensabile disporre di un chiarimento dei concetti in causa e del contesto giuridico in cui operano i SSIG, in particolare un chiarimento del principio di interesse generale e delle norme in materia di concorrenza e di aiuti pubblici,
I. considerando che i servizi sociali non possono in nessun caso essere ridotti a una categoria marginale definita per la mancata equiparazione ai servizi commerciali o ai servizi di interesse economico generale; considerando invece che, a causa del segmento dell'attuale società cui sono destinati nonché delle loro specificità in termini di organizzazione, finanziamento e compiti, vanno ritenuti una categoria distinta di servizi a pieno titolo, fondamentale per la società,
J. considerando che il settore dei SSIG dà lavoro a un numero crescente di persone, che l'incremento occupazione in questo settore è superiore alla media degli altri settori di attività, con una notevole partecipazione delle donne, e che al suo interno troviamo modelli interessanti di flessibilità professionale, per esempio il lavoro a orario ridotto, l'orario flessibile o il volontariato, i quali vanno promossi e ricevere una protezione adeguata nel contesto della legislazione sul lavoro; considerando inoltre che nel settore dei SSIG esistono casi preoccupanti di precarietà professionale i quali vanno evitati,
K. considerando che i servizi sanitari, esclusi dalla comunicazione della Commissione sui SSIG, sono a loro volta SSIG e ne condividono le stesse caratteristiche e gli obiettivi; riconoscendo tuttavia le loro specificità in termini di complessità di organizzazione dei servizi sanitari e di oneri finanziari per le pubbliche amministrazioni degli Stati membri,
1. accoglie con favore l'iniziativa della Commissione, la quale si inserisce nell'attuazione del Libro bianco sui servizi di interesse generale e ha lo scopo di definire un quadro concettuale e giuridico distinto per detti servizi; ritiene tuttavia che la comunicazione della Commissione sui SSIG non fornisca i chiarimenti necessari sulla classificazione e la definizione dei SSIG e procrastini la decisione sul quadro giuridico da applicare loro;
2. riafferma il proprio impegno per SSIG moderni e di qualità, incentrati sui valori di parità, di solidarietà, di legalità e di rispetto della dignità umana, nonché sui principi di accessibilità, di servizio universale, di efficacia, di gestione parsimoniosa delle risorse, di continuità, di prossimità all'utente e di trasparenza, in quanto concorrono all'attuazione dei compiti della Comunità quali enunciati agli articoli 2 e 3 del trattato;
3. è convinto che i SSIG costituiscano uno strumento atto a rafforzare la dimensione sociale della strategia di Lisbona, a realizzare gli obiettivi dell'Agenda sociale e ad affrontare sfide come la globalizzazione, i cambiamenti industriali, il progresso tecnologico, il cambiamento demografico, le migrazioni o il cambiamento dei modelli sociali e di lavoro, contribuendo così allo sviluppo di un'Europa sociale;
4. si compiace del riconoscimento da parte della Commissione del carattere specifico dei principali elementi che definiscono i SSIG, i quali li rendono diversi dagli altri tipi di servizi; ritiene tuttavia che i criteri di organizzazione, i quali secondo la comunicazione citata caratterizzano i SSIG, possano essere accettati soltanto in via provvisoria e indicativa, in attesa delle conclusioni più definitive dopo il processo di consultazione che la Commissione si è impegnata ad avviare con gli Stati membri nonché i fornitori e gli utenti di SSIG;
5. ritiene sbagliato un approccio sui SSIG che contrapponga tra loro da un lato le norme attinenti alla concorrenza, agli aiuti pubblici e al mercato e, dall'altro, i concetti di servizio pubblico di interesse generale e di coesione sociale; ritiene invece necessario conciliare tali aspetti promuovendo una sinergia positiva tra gli elementi economici e sociali; afferma però che nel caso dei SSIG le norme in materia di concorrenza, di aiuti pubblici e di mercato interno devono essere compatibili con gli obblighi di servizio pubblico e non il contrario;
6. riconosce che nel quadro dei SSIG entrano in concorrenza due fattori che devono essere conciliati: da un lato il principio di sussidiarietà che afferma la libertà delle autorità degli Stati membri di definire, organizzare e finanziare i SSIG a loro discrezione e il principio di proporzionalità, nonché, dall'altro, la responsabilità comune della Comunità, ai sensi del trattato, segnatamente in virtù dell'articolo 16, e l'esistenza di valori e principi fondamentali condivisi a livello europeo, i quali devono essere rispettati da tutti disciplinando i SSIG al servizio dei diritti umani e della dignità della persona;
7. ritiene tuttavia che, viste le caratteristiche particolari dei SSIG, la quali riguardano la natura di detti servizi e la situazione dei loro beneficiari, la missione di interesse generale loro attribuita e le carenze del mercato nel soddisfare talune domande di prestazioni sociali, in caso di conflitto dovrebbe prevalere la difesa dell'interesse generale, elemento precipuo e primordiale dei SSIG;
8. osserva con preoccupazione in tale contesto i recenti tentativi di applicare a taluni SSIG una regolamentazione e principi propri dei servizi e dei servizi di interesse economico generale, senza tenere in conto elementi e principi che distinguono i SSIG dagli altri servizi;
9. accoglie con favore l'intenzione della Commissione di proseguire in modo più approfondito il processo di consultazione nonché di precisare l'applicazione di talune norme comunitarie ai servizi sociali; ritiene inoltre che il processo proposto di ampia consultazione vada completato entro la metà 2007 e chiede alla Commissione di deliberare una decisione sul seguito di detto processo e di individuare l'approccio più proficuo, compreso l'esame dell'opportunità e della legittimità di una proposta legislativa specifica per il settore;
10. invita la Commissione e gli Stati membri a proteggere e promuovere le molteplici modalità occupazionali esistenti nel settore dei SSIG, per esempio il lavoro femminile, la flessibilità dell'articolazione dell'orario di lavoro, il lavoro a orario ridotto e il ricorso al volontariato, evitando situazioni di frodi e di precarietà, senza che ciò comporti un deterioramento delle condizioni di lavoro degli operatori del settore o l'utilizzazione di personale non qualificato o poco qualificato; chiede altresì alla Commissione di inserire nel processo di consultazione e nella sua relazione le questioni legate all'integrazione della dimensione di genere;
11. invita la Commissione, gli Stati membri e i prestatori di SSIG, dati fattori come lo stress, il tipo di orario di lavoro (in turni o di notte), il carattere pericoloso o logorante che distinguono taluni tipi di attività di servizio sociale, a sviluppare azioni di formazione professionale orientate all'adattamento alle circostanze e la capacità di superarle, onde conseguire come effetto una migliore qualità della prestazione e migliori condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori del settore; ritiene che il carattere evolutivo del fabbisogno di SSIG esiga la garanzia tramite i poteri pubblici di un livello elevato di formazione professionale dei lavoratori nel settore dei SSIG;
12. si compiace con la Commissione per l'iniziativa di consultare tutti gli operatori interessati nel quadro della definizione e dell'organizzazione dei SSIG; ritiene che un simile dialogo sfocerà in una maggiore trasparenza e maggiore qualità di detti servizi nonché nel rafforzamento dei principi e dei valori che li ispirano;
13. invita la Commissione e gli Stati membri a rispettare la diversità sia delle modalità di organizzazione e di gestione dei SSIG, sia delle risorse e dei metodi di finanziamento di detti servizi; sollecita altresì la creazione di partenariati pubblico-privati per la loro fornitura, allo scopo di provvedere all'interesse generale e a prestazioni efficaci e di qualità;
14. ritiene che le diverse autorità pubbliche competenti degli Stati membri siano libere di decidere se le prestazioni dei SSIG vadano erogate da mutue, da altre organizzazioni sociali o da imprese private, ove la prestazione del settore privato sia compatibile con il rispetto del principio di interesse generale, tuttavia a suo parere l'autorità pubblica deve poter verificare in ogni momento se il prestatore dei servizi rispetta i principi e i valori propri dei SSIG e se la prestazione avviene in conformità delle norme prestabilite dalle pubbliche autorità;
15. plaude a che, nel quadro della loro responsabilità sociale, le imprese partecipino al finanziamento, al sostegno e alla prestazione di SSIG; invita la Commissione e gli Stati membri a coinvolgere maggiormente le parti sociali nell'elaborazione di tali strategie, in conformità delle consuetudini dei singoli Stati membri;
16. osserva che in taluni Stati membri il decentramento dei poteri a favore delle autorità regionali o locali per la prestazione di SSIG non è stata accompagnata da una dotazione di bilancio sufficiente per consentire un livello quantitativo e qualitativo ottimale della prestazione di detti servizi; per tale ragione sollecita gli Stati membri a fare in modo che ogni trasferimento di competenze a favore dei poteri regionali o locali per la prestazione di SSIG sia integrata da un'adeguata dotazione finanziaria;
17. raccomanda la convocazione di un forum, sotto l'impulso del Parlamento europeo, in cui siano riunite le organizzazioni sociali europee e rappresentanti del Consiglio e dalla Commissione, che possa seguire la gestione del processo;
18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
- [1] Testi approvati P6_TA(2006)0490.
- [2] GU C 92 del 16.4.2004, pag. 294.
- [3] Testi approvati P6_TA(2006)0089.
- [4] Testi approvati P6_TA(2006)0340.
- [5] Testi approvati P6_TA(2006)0380.
MOTIVAZIONE
1. I servizi sociali di interesse generale sono una componente essenziale del modello sociale europeo. Se per garantire la crescita economica nell'intero spazio dell'Unione è necessario sviluppare il mercato interno e rafforzare la competitività, non è meno rilevante garantire il corretto funzionamento dei servizi sociali nell'intero territorio dell'Unione. In tal modo si contribuisce a garantire la coesione sociale nell'intera Unione europea e quindi realizzare concretamente la dimensione sociale della strategia di Lisbona.
2. L'Europa registra oggi un quadro demografico completamente squilibrato. L'aumento della speranza di vita media nell'intero territorio dell'Unione e la riduzione del tasso di natalità nella stragrande maggioranza degli Stati membri hanno tratteggiato un quadro sociale notevolmente modificato. L'intero processo condiziona le politiche nei settori della sicurezza e previdenza sociale, della solidarietà intergenerazionale, dalle politiche della famiglia, della flessibilità dell'orario di lavoro fino alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
3. Molti cittadini dell'Unione europea sono estremamente sensibili alla dimensione sociale del processo di costruzione europea, come ha evidenziato chiaramente il ciclo di referendum avviato in relazione al trattato costituzionale europeo in diversi Stati membri. Sovente è stato formulato un confronto tra il testo iniziale della direttiva sui servizi, che tanti timori ha suscitato in regioni e settori diversi, specialmente in Europa occidentale, e la minore attenzione che l'Unione, apparentemente o realmente, ha riservato agli aspetti sociali della costruzione europea. Anche in detto contesto politico il processo mirato a chiarire il ruolo specifico di ogni singolo SSIG e dei SIG in generale può risultare non solo molto utile, ma anche illuminante ai fini dell'evoluzione futura del processo di costruzione europea, nell'intera Unione.
4. La comunicazione presentata da Vladimir Špidla, a nome della Commissione europea, sui servizi sociali di interesse generale nell'Unione europea apre spazio per un chiarimento del ruolo dei SSIG nell'intera Europa, negli aspetti sociali e nel campo della certezza giuridica. Apre anche nuovi orizzonti per un dibattito allargato, il quale deve proseguire anche oltre l'elaborazione, la discussione e la votazione della presente relazione parlamentare. Questo dibattito allargato deve coinvolgere le organizzazioni sociali operanti a livello europeo, le autorità regionali e locali, il Parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio europeo.
5. Uno degli aspetti da analizzare è l'eventuale creazione di uno strumento giuridico che nel settore dei servizi sociali, comprendente anche la sanità, assicuri alle organizzazioni sociali coinvolte chiarezza politica nelle procedure e certezza giuridica. Inoltre esso deve istituire i principi generali relativi all'intervento in detti settori delle autorità pubbliche interessate, a livello locale, regionale, nazionale, di Stati federati o di comunità autonome.
6. Appare assolutamente necessario che quando le autorità locali o regionali assumono funzioni differenziate di sostegno e finanziamento dei SSIG, le risorse assegnate nel contesto nazionale siano adeguate affinché le autorità locali e regionali possano espletare ampiamente e con qualità la loro funzione sociale, segnatamente nel sostegno ai SSIG. Risulta assolutamente necessario garantire sempre la completa trasparenza delle relazioni finanziarie tra le autorità pubbliche e le organizzazioni sociali.
7. I modelli di organizzazione e gestione dei SSIG sono assai differenti nei diversi Stati membri. Occorre rispettare tale diversità e verificare, in ogni caso, la qualità dei servizi prestati e la corretta utilizzazione delle risorse pubbliche eventualmente erogate, siano esse nazionali o di origine comunitaria.
8. Comunque la presente comunicazione della Commissione punta alla possibilità di dotarsi di uno statuto giuridico chiaro per i SSIG. L'approfondimento del processo allargato che ne viene prefigurato potrà dare un contributo affinché alle mutue e alle altre organizzazioni che operano in campo sociale sia riconosciuto uno statuto giuridico definito e chiaro nello spazio dell'Unione, come è necessario, giusto e utile.
9. I SSIG possiedono tutte le caratteristiche per rafforzare la concretizzazione della dimensione sociale della strategia di Lisbona, visto il volume occupazionale che possono generare e la coesione sociale che concorrono a garantire. Ma soprattutto per il ruolo sociale svolto in modo differenziato nell'Europa dell'Unione.
10. Il dato di fatto è che le politiche sociali attive sono indissociabili dalle politiche economiche. Una politica economica che promuova lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro favorirà in modo determinante l'elaborazione e la concretizzazione di una politica sociale più attiva e in tal modo diventa possibile associare crescita economica e coesione sociale.
11. Occorre che nell'intero spazio dell'Unione europea sia chiaramente e ampiamente riconosciuto il lavoro di quanti collaborano su basi volontarie con le organizzazioni che in loco sviluppano i SSIG. In detto contesto occorre realizzare attività di formazione professionale che permettano di aumentare la qualificazione delle prestazioni sociali fornite dai volontari e dai lavoratori retribuiti dei SSIG.
12. Inoltre, occorre affrontare direttamente il ruolo dei servizi economici di interesse generale nell'intera Unione europea, chiarendo globalmente le definizioni di servizio di interesse generale, di SSIG e di servizi economici di interesse generale, ai fini della certezza giuridica di tutti gli operatori in campo sociale e di chiarezza dei processi in atto.
13. La diversità dei modelli di organizzazione e dei sistemi di gestione dei SSIG dovrà essere rispettata nell'intero spazio dell'Unione europea. In ogni caso i processi e le regole di finanziamento dei servizi devono seguire principi comuni di trasparenza e monitoraggio da parte delle autorità pubbliche in termini di adeguamento dei compiti eseguiti alle finalità sociali di interesse pubblico che spettano ai SSIG nell'Europa intera. Si dovrà anche garantire non solo il rispetto dell'interesse generale, ma anche la prestazione di servizi efficaci e di qualità, in conformità dei compiti definiti dalle autorità pubbliche.
14. La imprese consapevoli delle proprie responsabilità sociali avranno tutto l'interesse a contribuire al finanziamento e al sostegno della prestazione di SSIG, potendo perfino fomentarne la nascita o il potenziamento, ove ciò risulti giustificato.
15. In ogni caso, per quanto riguarda i SSIG, risulta necessario garantire anche piena trasparenza nelle concessioni e aggiudicazioni di appalti di prestazione di beni o servizi a organizzazioni sociali.
16. In detto contesto risulta indispensabile non solo chiarire il principio di interesse generale, ma anche le regole in materia di concorrenza e aiuti pubblici, tenendo ovviamente in conto il principio di sussidiarietà, il quale garantisce alle autorità pubbliche nazionali la facoltà di definire, organizzare e finanziare i SSIG, nel rispetto del principio di proporzionalità e nell'osservanza dei valori europei fondamentali.
17. La presente motivazione e la relazione presentata hanno lo scopo di contribuire al rafforzamento della dimensione sociale del processo di costruzione europea, garantendo la necessaria certezza giuridica agli operatori sociali e alle autorità pubbliche, assicurando la trasparenza finanziaria, la necessaria compatibilità con le regole applicabili nel mercato interno, il miglioramento della qualità dei servizi prestati, nel rispetto del principio di sussidiarietà e alla luce della necessità di concretizzare la strategia di Lisbona in campo sociale.
PARERE della commissione per i problemi economici e monetari (20.12.2006)
destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali
sui servizi sociali d'interesse generale nell'Unione europea
(2006/2134(INI))
Relatore per parere: Bernhard Rapkay
SUGGERIMENTI
La commissione per i problemi economici e monetari invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
A. considerando che i SIG non sono soltanto un importante elemento ai fini della coesione sociale ed economica, ma contribuiscono in modo notevole anche alla competitività dell'economia europea,
B. considerando che la giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee è diventata ormai imponente, è in continua evoluzione e riguarda vari aspetti dei SIG, tra cui aiuti di Stato, parità di trattamento e/o distorsione della concorrenza; considerando che le numerose cause all'esame della Corte di giustizia riguardanti la compatibilità dei SIG con le norme europee in materia di mercato interno pongono in luce la questione di una chiarificazione giuridica in materia, come confermato nella comunicazione della Commissione; considerando che le autorità pubbliche e gli operatori nel settore dei servizi sociali d'interesse generale considerano la costante evoluzione della giurisprudenza della Corte di giustizia, in particolare per quanto riguarda la nozione di "attività economica", come una fonte d'incertezza e che, anche se la giurisprudenza e la legislazione comunitaria in questo settore hanno cercato di apportarvi chiarimenti e ridurre le incertezze, un certo livello di ambiguità continua a sussistere,
C. considerando che, in base al principio di sussidiarietà conformemente all'articolo 5, paragrafo 2, del trattato CE, spetta agli Stati membri e alle loro autorità regionali e/o locali definire i SIG e decidere quali servizi dovrebbero essere coperti e come dovrebbero essere organizzati, finanziati, prestati, valutati e controllati e che ciò dovrebbe essere pienamente rispettato in sede di elaborazione delle ulteriori normative,
D. considerando che l'articolo 2 della direttiva relativa ai servizi nel mercato interno esclude espressamente dall'ambito di applicazione della direttiva determinati servizi sociali riguardanti gli alloggi popolari, l'assistenza all'infanzia e il sostegno alle famiglie ed alle persone temporaneamente o permanentemente in stato di bisogno, forniti dallo Stato, da prestatori incaricati dallo Stato o da associazioni caritative riconosciute come tali dallo Stato,
1. si compiace dell'intenzione della Commissione di portare avanti e approfondire il processo di consultazione per chiarire l'applicazione di alcune norme comunitarie che disciplinano i servizi sociali; ritiene inoltre che questo più ampio processo di consultazione dovrebbe concludersi entro la metà del 2007 e invita la Commissione a formulare una decisione su come seguire tale processo ed individuare l'approccio migliore da adottare, tenendo conto altresì dell'esigenza e della legittimità di una proposta legislativa specifica per il settore;
2. sottolinea che i SIG dovrebbero essere di alta qualità e accessibili e avere una copertura esaustiva, essere forniti ad un prezzo ottimale, rispettare l'equilibrio sociale e garantire una sicurezza duratura degli approvvigionamenti, e fa rilevare che la maggior parte dei SIG possono essere prestati in un regime di concorrenza leale, secondo il principio che le imprese private e pubbliche devono ricevere parità di trattamento;
3. rammenta che le norme in vigore nel settore sono definite dalla giurisprudenza della Corte di giustizia e dall'interpretazione di casi individuali da parte della Commissione e che, di conseguenza, non si è finora acquisita la necessaria certezza giuridica né l'adeguata trasparenza;
4. rileva che, nei casi in cui le norme comunitarie di mercato ostacolano manifestamente la fornitura di servizi pubblici, la soluzione migliore è costituita da misure mirate e normative settoriali, e che qualsiasi proposta strategica deve basarsi su una dettagliata e costante valutazione dei servizi pubblici nell'UE che ne identifichi i settori problematici;
5. invita la Commissione ad assicurare pertanto una maggiore certezza giuridica nel settore dei SIG sanitari e sociali e a presentare se del caso una proposta di direttiva settoriale del Consiglio e del Parlamento nei settori in cui è opportuno intervenire in tal senso; chiede inoltre alla Commissione di esaminare e presentare tutte le relative proposte in modo da evitare problemi di delimitazione.
PROCEDURA
Titolo |
Servizi sociali d'interesse generale nell'Unione europea |
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Riferimenti |
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Commissione competente per il merito |
EMPL |
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Parere espresso da |
ECON |
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Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula |
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Relatore per parere |
Bernhard Rapkay |
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Relatore per parere sostituito |
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Esame in commissione |
6.11.2006 |
22.11.2006 |
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Approvazione |
20.12.2006 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
33 2 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Zsolt László Becsey, Pervenche Berès, Sharon Bowles, Udo Bullmann, Elisa Ferreira, Jean-Paul Gauzès, Donata Gottardi, Sophia in 't Veld, Wolf Klinz, Andrea Losco, Astrid Lulling, Cristobal Montoro Romero, Joseph Muscat, John Purvis, Alexander Radwan, Bernhard Rapkay, Dariusz Rosati, Eoin Ryan, Antolín Sánchez Presedo, Manuel António dos Santos, Olle Schmidt, Margarita Starkevičiūtė, Sahra Wagenknecht |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Katerina Batzeli, Valdis Dombrovskis, Harald Ettl, Syed Kamall, Werner Langen, Klaus-Heiner Lehne, Alain Lipietz, Jules Maaten, Vladimír Maňka, Thomas Mann, Corien Wortmann-Kool |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Reinhard Rack |
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Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
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PARERE della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (22.11.2006)
destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali
sui servizi sociali d'interesse generale nell'Unione europea
(2006/2134(INI))
Relatore per parere: Roberto Musacchio
SUGGERIMENTI
La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. accoglie con favore l'obiettivo della comunicazione sui servizi sociali d'interesse generale di promuovere la modernizzazione dei servizi sociali nell'ambito della Comunità in vista della prestazione di servizi che presentino un elevato livello di qualità, sicurezza ed efficienza, e che siano rispettosi dei diritti dei consumatori e degli utenti, della dignità dei pazienti e della libertà di prestare servizi transfrontalieri; ritiene opportuno che si crei una maggiore certezza del diritto nel settore dei servizi d'interesse generale, più in particolare nel campo dei servizi sociali e dell'assistenza medico-farmaceutica, attraverso una proposta di direttiva settoriale specifica del Parlamento europeo e del Consiglio ove ciò risulti indispensabile;
2. segnala che i servizi sociali d'interesse generale sono essenziali per la coesione economica, sociale e territoriale dell'UE, poiché rispondono a obblighi di servizio pubblico e ad obiettivi d'interesse generale definiti dalle autorità competenti di ciascuno Stato membro nel rispetto del principio di sussidiarietà; sottolinea l'importanza che la trasparenza riveste nella definizione di tali obiettivi, in particolare considerato il fatto che detti servizi sono sempre più spesso prestati da terzi, per il tramite di partenariati pubblico-privati e dell'esternalizzazione, e che in quanto tali rientrano nel campo di applicazione del diritto comunitario;
3. ritiene che la libertà di prestare servizi sociali d'interesse generale e la libertà di stabilimento dei fornitori di servizi interessati dovrebbero implicare il rispetto e contribuire alla messa in atto degli obiettivi di accesso universale paritario e di equità delle condizioni di prestazione di detti servizi nell'ambito degli obblighi generali quali definiti dagli Stati membri;
4. sostiene che i servizi sociali d'interesse generale permettono di garantire l'esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini dell'Unione europea, in quanto servizi primari per la vita quotidiana; ritiene pertanto che essi debbano essere considerati un settore specifico che risponde soprattutto ai principi della solidarietà, dell'inclusione sociale, dell'efficienza e della sostenibilità finanziaria; riconosce a tale proposito il ruolo del settore privato;
5. sottolinea che, nel valutare le caratteristiche della prestazione di tali servizi, le autorità pubbliche dovrebbero tener conto, come valutazione complessiva, dei vantaggi derivanti dal garantire la coesione sociale e una migliore inclusione sociale allorché gli utenti sono spesso direttamente coinvolti nella prestazione del servizio attraverso le organizzazioni senza scopo di lucro;
6. sottolinea che, nel quadro della copertura dei rischi dell'esistenza, come quelli legati alla salute, agli infortuni sul lavoro ecc, occorre prestare un'attenzione particolare alle persone dipendenti, che la dipendenza sia dovuta ad un handicap o all'età;
7. indica che la governance a livello europeo dovrebbe concorrere ad assicurare che, nella prestazione di tali servizi, gli Stati membri garantiscano i seguenti principi:
• accesso universale paritario;
• piena copertura del territorio, accesso geografico e sociale a servizi affidabili, di elevata qualità, a prezzi accessibili e con standard di qualità uniformi;
• tariffe agevolate socialmente accettabili per i disabili e per i gruppi a basso reddito; meccanismi volti a contrastare l'esclusione sociale;
• misure tese ad evitare le disparità regionali e a garantire la certezza giuridica, la trasparenza e la conformità con le condizioni quadro per la prestazione dei servizi;
8. è del parere che, in conformità con tali principi, le autorità competenti dovrebbero essere libere di istituire sistemi di autorizzazione che disciplinino l'accesso all'organizzazione di servizi sociali, rispettando nel contempo il principio di non discriminazione;
9. invita di conseguenza tutti gli attori interessati a proseguire la consultazione e la cooperazione al fine di tracciare il quadro necessario per il funzionamento e la realizzazione degli obiettivi dei servizi sociali d'interesse generale, nel rispetto dei principi e dei valori che li guidano.
PROCEDURA
Titolo |
Servizi sociali d'interesse generale nell'Unione europea |
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Riferimenti |
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Commissione competente per il merito |
EMPL |
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Parere espresso da |
ENVI |
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Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula |
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Relatore per parere |
Roberto Musacchio |
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Relatore per parere sostituito |
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Esame in commissione |
3.10.2006 |
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Approvazione |
21.11.2006 |
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Esito della votazione finale |
+ : – : 0 : |
44 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Adamos Adamou, Georgs Andrejevs, Irena Belohorská, Johannes Blokland, Frieda Brepoels, Dorette Corbey, Chris Davies, Avril Doyle, Mojca Drčar Murko, Edite Estrela, Jill Evans, Anne Ferreira, Karl-Heinz Florenz, Alessandro Foglietta, Matthias Groote, Françoise Grossetête, Satu Hassi, Jens Holm, Mary Honeyball, Caroline Jackson, Aldis Kušķis, Peter Liese, Jules Maaten, Roberto Musacchio, Péter Olajos, Adriana Poli Bortone, Vittorio Prodi, Frédérique Ries, Dagmar Roth-Behrendt, Guido Sacconi, Kathy Sinnott, Antonios Trakatellis, Evangelia Tzampazi, Thomas Ulmer, Marcello Vernola, Anja Weisgerber, Åsa Westlund, Anders Wijkman |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Bairbre de Brún, Christofer Fjellner, Milan Gaľa, Vasco Graça Moura, Erna Hennicot-Schoepges, Ria Oomen-Ruijten, Pál Schmitt, Renate Sommer, Bart Staes, Andres Tarand |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
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Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
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PARERE della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (27.11.2006)
destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali
sui servizi sociali d’interesse generale nell’Unione europea
(2006/2134 (INI))
Relatrice per parere: Luisa Fernanda Rudi Ubeda
SUGGERIMENTI
La commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
A. considerando che i servizi sociali di interesse generale non sono soggetti a disposizioni specifiche nei trattati, nonostante costituiscano uno degli ambiti più importanti dei servizi di interesse generale,
B. considerando tuttavia che i servizi sociali d'interesse generale contribuiscono all'attuazione dei compiti della Comunità quali definiti agli articoli 2 e 3 del Trattato, segnatamente un elevato livello di occupazione e di protezione sociale, il miglioramento del tenore e della qualità della vita, la realizzazione di un elevato livello di protezione della salute, la parità tra uomini e donne e il rafforzamento della coesione economica e sociale,
C. considerando che, in questo caso, il principio di sussidiarietà risulta pienamente applicabile e permette agli Stati membri di definire i propri rispettivi servizi sociali, i loro compiti, la loro organizzazione e il loro modo di finanziamento, ivi compreso l'accesso universale a tali servizi essenziali e vitali,
D. considerando che, dopo l’approvazione in seconda lettura, da parte del Parlamento europeo, della proposta modificata di direttiva sui servizi nel mercato unico, i servizi non economici di interesse generale come definiti dagli Stati membri sono stati esclusi dal campo di applicazione della direttiva, analogamente ai servizi sociali, come i servizi di edilizia popolare, di custodia dei bambini e i servizi familiari,
E. considerando che, in considerazione delle loro specificità, i servizi sociali possono avere un impatto diretto sul mercato interno dei servizi ed hanno un impatto diretto ma differenziato sui cittadini e sulle cittadine a seconda dei gruppi sociali a cui appartengono; considerando che i cambiamenti della società, compresi quelli demografici, richiedono maggiori interventi delle amministrazioni pubbliche per non lasciare alle famiglie e, di conseguenza, alle donne il carico prevalente del lavoro di cura,
F. considerando che il mercato interno dei servizi e le norme di concorrenza possono avere ripercussioni sulla fornitura dei servizi sociali di interesse generale che svolgono una funzione fondamentale di solidarietà e di protezione del tessuto sociale nell'intero territorio dell'Unione europea,
1. si compiace della pubblicazione della comunicazione della Commissione intitolata "Attuazione del programma comunitario di Lisbona: i servizi sociali di interesse generale nell'Unione europea" (COM(2006)0177), che era già stata annunciata nel "Libro bianco sui servizi di interesse generale" (COM(2004)0374) e che è stata elaborata a seguito dell'esclusione dei servizi sociali dal campo di applicazione della proposta modificata di direttiva relativa ai servizi nel mercato interno, nel quadro della quale la posizione comune del Consiglio è stata approvata in seconda lettura dal Parlamento europeo; giudica positivamente gli sforzi della Commissione per istituire un processo di consultazione sia con gli Stati membri che con tutti i settori interessati, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra le speciali caratteristiche di tali servizi, che ne rendono talvolta difficile la definizione in termini generali, e l’applicazione dei principi di trasparenza, libera concorrenza e non discriminazione, da osservare obbligatoriamente nell’UE, così come del diritto comunitario in materia di appalti pubblici e concessioni;
2. approva il modo in cui ha agito la Commissione riconoscendo che i servizi sociali sono intrinsecamente dotati di un interesse generale; sottolinea che tali servizi essenziali e vitali svolgono un ruolo particolare di protezione sociale e solidarietà prestato direttamente da gruppi locali e regionali o da agenti specifici; ritiene che le varie amministrazioni pubbliche debbano essere garanti della prestazione di tali servizi, per quanto riguarda gli obiettivi ad esse assegnati nelle questioni sociali;
3. ritiene che occorra provvedere all'effettivo assolvimento dei compiti attribuiti ai servizi d'interesse generale, quali definiti all’articolo 16 e all’articolo 86, paragrafo 2 del trattato;
4. ricorda la necessaria coerenza tra le posizioni adottate dall'Unione nel quadro della sua regolamentazione applicabile ai servizi sociali di interesse generale e quelle che adotterà nel quadro dei negoziati in seno all'OMC, segnatamente quelle relative al capitolo "servizi sociali e della salute" dell'Accordo generale sul commercio dei servizi (AGCS);
5. constata che, in questo momento, gli Stati membri dispongono di vari modelli di concezione, prestazione e finanziamento di servizi sociali poiché, nonostante le amministrazioni pubbliche siano garanti di tali servizi dinanzi ai loro cittadini, non ne sono sempre gli organi prestatori;
6. ritiene che in applicazione del principio di sussidiarietà, gli Stati membri abbiano il diritto di definire in ciascun caso, in conformità dei propri usi e costumi, le caratteristiche e i compiti dei servizi sociali, che costituiscono il fulcro del modello sociale europeo; giudica tuttavia, opportuno che, oltre ai tradizionali criteri di universalità, trasparenza e accessibilità, si definiscano le modalità e le condizioni in cui i servizi sociali sono organizzati;
7. ritiene necessario che il diritto degli Stati membri a definire i propri servizi sociali debba essere reso compatibile con la necessaria certezza giuridica in grado di tutelare sia le amministrazioni pubbliche garanti dei servizi sociali, sia i prestatori che gli utenti di servizi sociali, sia tutte le cittadine e i cittadini su tutto il territorio dell’Unione europea;
8. ritiene necessario che l’assenza di fini di lucro da parte di alcuni prestatori di tali servizi debba essere considerata compatibile con la libertà di stabilimento sancita dai trattati; allo stesso modo, ritiene che, viste le specificità di tali servizi, il pagamento di eventuali compensazioni da parte delle amministrazioni competenti per i servizi sociali ai loro veri e propri prestatori debba anch’esso essere considerato compatibile; ritiene che le suddette compensazioni non dovrebbero essere considerate come aiuti di Stato qualora sia soddisfatto il principio di compensazione;
9. ritiene che l’estensione di tali servizi, attribuibile alle crescenti necessità, e la creazione di nuovi servizi comportino un potenziale di creazione di occupazione che avrà conseguenze molto positive sulla realizzazione degli obiettivi della strategia di Lisbona, in particolare per le lavoratrici, in quanto i servizi sociali sono a prevalente occupazione femminile, da un lato, e, dall'altro, il loro sviluppo consente soprattutto alle donne di mantenere l'occupazione e restare nel mercato del lavoro professionale;
10. constata che, dall’esperienza registrata in taluni Stati membri, si può dedurre che l’apertura alla concorrenza con le dovute garanzie per i settori dei servizi sociali risulta positiva sia per la crescita economica e la creazione di occupazione che per il miglioramento della qualità dei servizi prestati;
11. ritiene opportuno che la Commissione possa adottare iniziative volte a chiarire le norme comunitarie applicabili a tali servizi e a definire la divisione di responsabilità tra l’UE e gli Stati membri nel caso in cui si registrino difficoltà in relazione alla libera prestazione di servizi nel mercato interno.
PROCEDURA
Titolo |
Servizi sociali d’interesse generale nell’Unione europea |
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Riferimenti |
(2006/2134 (INI)) |
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Commissione competente per il merito |
EMPL |
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Parere espresso da |
IMCO |
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Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula |
0.0.0000 |
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Relatore per parere |
Luisa Fernanda Rudi Ubeda |
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Relatore per parere sostituito |
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Esame in commissione |
10.10.2006 |
21.11.2006 |
22.11.2006 |
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Approvazione |
23.11.2006 |
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Esito della votazione finale |
+ : – : 0 : |
32 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Charlotte Cederschiöld, Mia De Vits, Janelly Fourtou, Małgorzata Handzlik, Malcolm Harbour, Christopher Heaton-Harris, Anna Hedh, Edit Herczog, Anneli Jäätteenmäki, Pierre Jonckheer, Alexander Lambsdorff, Kurt Lechner, Arlene McCarthy, Manuel Medina Ortega, Zita Pleštinská, Guido Podestà, Luisa Fernanda Rudi Ubeda, Heide Rühle, Leopold Józef Rutowicz, Christel Schaldemose, Andreas Schwab, Eva-Britt Svensson, József Szájer, Marianne Thyssen, Jacques Toubon, Bernadette Vergnaud |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Jean-Claude Fruteau, Benoît Hamon, Konstantinos Hatzidakis, Othmar Karas, Maria Matsouka, Joseph Muscat, Olle Schmidt, Anja Weisgerber |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Marie-Line Reynaud |
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Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
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PARERE della commissione giuridica (21.11.2006)
destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali
sui servizi sociali di interesse generale nell'Unione europea
(2006/2134(INI))
Relatrice per parere: Gabriele Stauner
SUGGERIMENTI
La commissione giuridica invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. nutre non pochi dubbi sul fatto che una normativa, a livello dell'UE, sui servizi sociali di interesse generale possa comportare effettivi miglioramenti per le cittadine ed i cittadini rendendo più efficienti tali servizi;
2. invita pertanto la Commissione a pronunciarsi in maniera circostanziata e documentata, oltretutto alla luce dei risultati dello studio di cui nella comunicazione, sulla concreta esigenza di una normativa a livello dell'UE nonché sull'opportunità e finalità di una siffatta normativa;
3. invita altresì la Commissione a far sapere su quale base giuridica intenda basare una eventuale normativa da essa prospettata; rileva sin d'ora che l'articolo 16 del trattato CE non può costituire una siffatta base giuridica;
4. sottolinea la necessità di osservare ed applicare, nell'ambito di un'eventuale normativa prospettata dalla Commissione, il principio di sussidiarietà di cui all'articolo 5 del trattato CE nel settore dei servizi sociali di interesse generale;
5. rileva esplicitamente che, stanti le competenze ed il principio di sussidiarietà, spetta esclusivamente agli Stati membri definire cosa si debba intendere per servizi sociali di interesse generale;
6. sottolinea che rientra nell'esclusiva sfera di competenza e responsabilità degli Stati membri e degli enti locali provvedere all'organizzazione, finanziamento e strutturazione dei servizi sociali di interesse generale;
7. respinge pertanto sin d'ora qualsiasi eventuale finanziamento a capitale misto prospettato dalla Commissione quale interferenza nelle originarie competenze degli Stati membri.
PROCEDURA
Titolo |
Servizi sociali di interesse generale nell'Unione europea
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Riferimenti |
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Commissione competente per il merito |
EMPL |
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Parere espresso da |
JURI |
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Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula |
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Relatore per parere |
Gabriele Stauner |
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Relatore per parere sostituito |
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Esame in commissione |
3.10.2006 |
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Approvazione |
21.11.2006 |
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Esito della votazione finale |
+ : – : 0 : |
13 8 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Maria Berger, Carlo Casini, Rosa Díez González, Giuseppe Gargani, Klaus-Heiner Lehne, Katalin Lévai, Antonio López-Istúriz White, Achille Occhetto, Aloyzas Sakalas, Gabriele Stauner, Andrzej Jan Szejna, Diana Wallis, Jaroslav Zvěřina |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Nicole Fontaine, Jean-Paul Gauzès, Othmar Karas, Eva Lichtenberger, Arlene McCarthy, Manuel Medina Ortega |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Sharon Bowles, Albert Dess, Eva Klamt |
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Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
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PARERE della commissione per i diritti della donna e le pari opportunità (24.11.2006)
per la commissione per l'occupazione e gli affari sociali
Servizi sociali di interesse generale nell'Unione europea
(2006/2134(INI))
Relatrice per parere: Edit Bauer
SUGGERIMENTI
La commissione per i diritti della donna e le pari opportunità invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
A. considerando che la Comunità e gli Stati membri hanno una responsabilità condivisa per quanto concerne i servizi di interesse economico generale,
B. considerando la necessità di rispettare e applicare il principio di sussidiarietà nel settore dei servizi di interesse generale, enunciato all'articolo 5 del trattato CE,
C. considerando che l'espansione dei servizi sociali di interesse generale ha costituito una forza trainante per l'inserimento di un maggior numero di donne nel mondo del lavoro,
D. considerando che i servizi sociali di interesse generale apportano un contributo essenziale ai valori comunitari quali la parità tra donne e uomini e la coesione economica, sociale e territoriale, e sono strettamente legati ai diritti sociali fondamentali,
E. considerando che i servizi sociali di interesse generale non sono protetti dall'applicazione delle norme comunitarie relative al mercato interno e alla concorrenza, laddove essi sono forniti in condizioni di mercato, e che essi sono profondamente condizionati dalle modalità di prestazione, finanziamento e regolamentazione dei servizi,
1. sottolinea che i servizi sociali, come tutti i servizi di interesse generale, costituiscono un pilastro centrale del modello sociale europeo, che contribuisce in modo cruciale alla coesione sociale, all'inclusione sociale e all'applicazione dei diritti fondamentali;
2. sottolinea che nel febbraio 2006 il Parlamento europeo ha votato a favore dell'esclusione dei servizi sociali dalla direttiva sui servizi;
3. sostiene lo sviluppo di uno strumento giuridico specifico per i servizi sociali di interesse generale a livello europeo; invita la Commissione a creare uno strumento giuridico per i servizi sociali di interesse generale, al fine di chiarire il modo in cui i servizi sociali sono correlati al quadro giuridico dell'Unione europea, ad esempio per quanto concerne le norme sulla concorrenza e sul mercato interno;
4. invita la Commissione a creare una maggiore certezza giuridica nel settore dei servizi sociali di interesse generale e a proporre un quadro legislativo che chiarisca il contesto regolamentare all'interno del quale tali servizi sono forniti e possono essere ammodernati, nel rispetto della libertà degli Stati membri di definire i servizi sociali di interesse generale e le loro modalità organizzative;
5. ribadisce l'importanza di un regolamentazione del mercato nel settore dei servizi sociali di interesse generale negli Stati membri e la libertà degli Stati membri di mantenere o di creare meccanismi di autorizzazione al fine di garantire l'accesso a tutti, la continuità e un'elevata qualità dei servizi sociali di interesse generale;
6. raccomanda agli Stati membri, nel momento in cui definiscono i servizi sociali di interesse generale, a prendere in considerazione servizi differenziati in base al genere, quali servizi di consultazione e sociali per le donne e servizi importanti che contribuiscono alla qualità della vita delle donne o alla parità, quali i servizi sanitari e l'istruzione;
7. invita gli Stati membri a garantire un accesso non discriminatorio ai servizi sociali di interesse generale a tutti i cittadini, in particolare ai gruppi meno favoriti, tra cui le donne a capo di famiglie monoparentali e le donne anziane;
8. invita gli Stati membri, nelle loro politiche sui servizi sociali di interesse generale, a compiere progressi più rapidi nel raggiungimento degli obiettivi di Lisbona e di Barcellona per quanto riguarda la garanzia di un maggiore livello di conciliazione tra la vita professionale e quella familiare;
9. chiede alla Commissione di includere nelle sue relazioni di monitoraggio le questioni dell'inclusione sociale e della parità di genere e di integrare i diritti dei bambini in politiche specifiche;
10. invita gli Stati membri a effettuare una valutazione dell'impatto di genere dei vari servizi di interesse generale e ad assicurare che legislazione antidiscriminazione sia rispettata nella prestazione dei servizi sociali di interesse generale;
11. raccomanda alla Commissione e agli Stati membri una consultazione con le organizzazioni del settore interessate, includendo rappresentanti delle organizzazioni femminili e delle organizzazioni per i diritti dei minori e dei disabili.
PROCEDURA
Titolo |
Servizi sociali di interesse generale nell'Unione europea |
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Riferimenti |
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Commissione competente per il merito |
EMPL |
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Parere espresso da |
FEMM |
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Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula |
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Relatore per parere |
Edit Bauer |
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Relatore per parere sostituito |
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Esame in commissione |
5.10.2006 |
23.11.2006 |
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Approvazione |
23.11.2006 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
13 3 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Edit Bauer, Hiltrud Breyer, Ilda Figueiredo, Věra Flasarová, Zita Gurmai, Esther Herranz García, Lívia Járóka, Pia Elda Locatelli, Marie Panayotopoulos-Cassiotou, Christa Prets, Eva-Britt Svensson, Britta Thomsen |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Anna Hedh, Sophia in 't Veld, Heide Rühle, Bernadette Vergnaud |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
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Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
... |
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PROCEDURA
Titolo |
Servizi sociali di interesse generale nell'Unione europea |
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Numero di procedura |
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Commissione competente per il merito |
EMPL |
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Commissione(i) competente(i) per parere |
ECON |
ENVI |
IMCO |
JURI |
FEMM |
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ITRE |
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Pareri non espressi |
ITRE |
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Cooperazione rafforzata |
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Relatore(i) |
Joel Hasse Ferreira |
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Relatore(i) sostituito(i) |
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Esame in commissione |
23.11.2006 |
18.12.2006 |
28.2.2007 |
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Approvazione |
1.3.2007 |
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Esito della votazione finale |
+ - 0 |
34 1 5 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Jan Andersson, Alexandru Athanasiu, Roselyne Bachelot-Narquin, Emine Bozkurt, Philip Bushill-Matthews, Alejandro Cercas, Christina Christova, Derek Roland Clark, Proinsias De Rossa, Harlem Désir, Harald Ettl, Richard Falbr, Carlo Fatuzzo, Ilda Figueiredo, Joel Hasse Ferreira, Stephen Hughes, Karin Jöns, Jan Jerzy Kułakowski, Jean Lambert, Raymond Langendries, Bernard Lehideux, Elizabeth Lynne, Thomas Mann, Ana Mato Adrover, Maria Matsouka, Marie Panayotopoulos-Cassiotou, Pier Antonio Panzeri, Jacek Protasiewicz, José Albino Silva Peneda, Kathy Sinnott, Jean Spautz, Gabriele Stauner, Anne Van Lancker |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Edit Bauer, Françoise Castex, Donata Gottardi, Sepp Kusstatscher, Roberto Musacchio |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
André Brie, Jaromír Kohlíček, Anja Weisgerber |
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Deposito |
6.3.2007 |
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Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
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