RELAZIONE sul futuro del Kosovo e il ruolo dell'Unione europea

15.3.2007 - (2006/2267(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Joost Lagendijk

Procedura : 2006/2267(INI)
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A6-0067/2007
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A6-0067/2007
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul futuro del Kosovo e il ruolo dell'Unione europea

(2006/2267(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 10 giugno 1999,

–   vista la relazione di valutazione globale dell'attuazione delle norme, presentata il 7 ottobre 2005 al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dall'inviato del Segretario generale delle Nazioni Unite competente in proposito (UN Segretary-General's Standards Review Envoy),

–   vista la decisione presa il 24 ottobre 2005 dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha recepito la proposta del Segretario generale di avviare i colloqui sullo status del Kosovo,

–   vista la nomina di Martti Ahtisaari, il 14 novembre 2005, a inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il processo di determinazione del futuro status del Kosovo,

–   viste le conclusioni del Gruppo di contatto del 31 gennaio 2006, in cui si sottolinea la natura specifica del problema del Kosovo - contraddistinto, secondo tali conclusioni, dalla disintegrazione della Jugoslavia e dai conseguenti conflitti, dalla pulizia etnica e dai fatti del 1999, nonché dal protratto periodo di amministrazione internazionale ai sensi della risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza dell'ONU - e si sollecita, come migliore strategia da seguire, una tempestiva soluzione negoziata della questione,

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2006, in cui si esprime pieno sostegno a Martti Ahtisaari per gli sforzi esplicati nella ricerca di una soluzione al problema dello status e si ribadisce la disponibilità dell'Unione a svolgere un ruolo significativo nell'attuazione del futuro accordo,

–   viste la relazione finale/le raccomandazioni dell'inviato speciale,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per il commercio internazionale (A6‑0067/2007),

A. considerando che i principi guida per la determinazione dello status del Kosovo, adottati dal Gruppo di contatto il 7 ottobre 2005, pongono l'accento sul fatto che una soluzione negoziata dovrebbe essere una priorità internazionale e che il processo negoziale, una volta avviato, non può essere bloccato e deve essere portato a conclusione; che tali principi stabiliscono chiaramente che non è in alcun modo possibile tornare alla situazione esistente prima del marzo 1999, e che sono del pari esclusi qualsiasi smembramento del Kosovo e qualsiasi unione del Kosovo ad un altro paese o a una parte di un altro paese,

B.  considerando che negli anni '90 la popolazione del Kosovo ha subito atti di repressione e violenza sistematica che sono sfociati nel 1999 nell'espulsione di massa della popolazione civile, il che ha indotto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell'intervento della NATO, a intervenire e a porre il territorio sotto il controllo civile e di sicurezza della comunità internazionale; considerando altresì che ciò ha creato una situazione senza precedenti sul piano del diritto internazionale,

C. considerando che i fatti del marzo 2004, che vanno condannati, dimostrano il persistere di tensioni in Kosovo tra la comunità albanese e quella serba ed evidenziano la necessità di trovare una soluzione che garantisca i diritti di entrambe le etnie e di altri gruppi etnici, conformemente alle pubblicazioni dell'OSCE, del Consiglio d'Europa e di altre organizzazioni competenti nel settore della tutela delle minoranze,

D. considerando che la definizione del futuro status del Kosovo contribuirà alla sua crescita economica, all'emergere di una classe politica matura e allo sviluppo di una società tollerante e non segregazionista nella provincia,

E.  considerando che, malgrado i molteplici colloqui, non è stato purtroppo possibile raggiungere un accordo negoziato accettabile per entrambe le parti e tenendo conto del fatto che l'inviato speciale dell'ONU ha illustrato al Gruppo di contatto le proposte per un accordo, cui dovrebbe far seguito un periodo di ulteriori consultazioni con le parti,

F.  considerando che la soluzione definitiva non può essere dettata dalla minaccia di una radicalizzazione della situazione nel Kosovo o in Serbia, ma deve essere il risultato di un appianamento che tenga conto degli interessi di tutte le parti coinvolte,

G. considerando che ulteriori ritardi nella definizione dello status del Kosovo potrebbero ripercuotersi negativamente sulla situazione già di per sé fragile e carica di tensione,

H. considerando che i fatti del 1999, la lunga amministrazione internazionale transitoria e la nascita e il progressivo consolidamento delle Istituzioni provvisorie di autogoverno del Kosovo hanno creato una situazione eccezionale che rende poco realistica la reintegrazione del Kosovo all'interno della Serbia,

I.   considerando che le relazioni tra Kosovo e Serbia dovrebbero essere ulteriormente sviluppate, nell'interesse di tutta la popolazione del Kosovo e della Serbia in uno spirito di partenariato e di buon vicinato, dati gli stretti legami culturali, religiosi ed economici esistenti,

J.   considerando che la mancanza di fiducia tra le varie etnie, la situazione tuttora instabile e la necessità di sviluppare ulteriormente e consolidare in Kosovo istituzioni democratiche e multietniche richiedono, nel futuro immediato, una presenza internazionale costante,

K. considerando che la comunità internazionale dovrebbe continuare ad investire nell'istruzione, viste in particolare le enormi sfide che dovranno affrontare i giovani kosovari,

L.  considerando che, stante la posizione strategica del Kosovo, l'Unione europea deve svolgere un ruolo centrale nel controllare, garantire e agevolare l'attuazione dell'accordo sullo status, contribuendo altresì alla creazione e al consolidamento di istituzioni democratiche nel Kosovo, mentre il Parlamento europeo assolve alle proprie responsabilità di monitoraggio,

M. considerando che il contributo dell'Unione europea deve essere tuttavia subordinato al rispetto di alcuni requisiti minimi per quanto riguarda la soluzione relativa allo status,

N. considerando che l'accordo definitivo sullo status deve essere compatibile con l'Unione europea, ossia deve prevedere un quadro costituzionale compatibile con le prospettive europee del Kosovo e consentire all'Unione di avvalersi dell'intera gamma di strumenti di cui essa dispone,

1.  sostiene il processo in corso sotto l'egida dell'ONU inteso a determinare lo status definitivo del Kosovo e gli sforzi volti a creare un quadro valido in grado di garantire la stabilità e la tutela di tutte le comunità del Kosovo, nonché uno sviluppo economico e sociale duraturo e autonomo; appoggia la proposta globale di Martti Ahtisaari per un accordo sullo status del Kosovo e si augura che, sulla base di tale proposta, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adotti rapidamente una nuova risoluzione che sostituisca la risoluzione 1244;

2.  ritiene che l'unica soluzione accettabile per il Kosovo sia una soluzione che:

      -  assicuri al Kosovo l'accesso alle istituzioni finanziarie internazionali e gli consenta così di avviare la sua ripresa economica e di gettare le basi per la creazione di posti di lavoro;

      -  preveda una presenza internazionale in modo da preservare il carattere multietnico del Kosovo e salvaguardare gli interessi e la sicurezza della popolazione serba, dei Rom e di altre comunità etniche;

      -  assicuri un sostegno internazionale in modo da garantire lo sviluppo di istituzioni efficienti e in grado di mantenersi autonomamente, per l'intera popolazione del Kosovo, che agiscano nel rispetto dello Stato di diritto e delle regole fondamentali della democrazia;

      -  consenta al Kosovo di realizzare il desiderio di integrazione europea, che nel tempo lo porterà ad instaurare con i suoi vicini relazioni di reciproca interdipendenza;

3.  è del parere che qualsiasi soluzione riguardo al futuro status del Kosovo debba essere conforme al diritto internazionale;

4.  formula l'auspicio che la Serbia possa procedere senza indugio alla formazione di un governo stabile e palesemente filoeuropeo, che si impegni seriamente e costruttivamente alla ricerca di una soluzione al problema dello status del Kosovo; sottolinea che un tale governo è necessario anche ai fini della piena cooperazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia e consentirà, in tali condizioni, la ripresa dei negoziati sull'Accordo di stabilizzazione e associazione tra la Serbia e l'Unione europea e la sua definitiva conclusione;

5.  ritiene che la soluzione definitiva dovrebbe abbracciare gli aspetti seguenti:

-    chiara definizione del ruolo e del mandato della presenza internazionale civile e di sicurezza;

-    disposizioni chiare in materia di decentramento, che garantiscano una sostanziale autonomia in settori chiave come l'istruzione, la sanità e la sicurezza locale e, nel caso dei comuni serbi, consentano legami diretti ma trasparenti con Belgrado; tali disposizioni dovranno essere sostenibili dal punto di vista finanziario e non dovranno erodere le prerogative esecutive, legislative e di bilancio del Kosovo quale entità unitaria;

-    pieno rispetto dei diritti dell'uomo, tra cui l'obbligo di prevedere garanzie costituzionali per gli interessi vitali delle minoranze e dei profughi, nonché adeguati meccanismi per la salvaguardia di tali interessi;

-    tutela di tutti i siti culturali e religiosi;

-    disposizioni concernenti la costituzione di una forza di sicurezza multietnica kosovara, dotata di un equipaggiamento leggero, con capacità, funzioni e un campo d'azione limitati, e sottoposta alla rigorosa supervisione della KFOR, la Forza per il Kosovo posta sotto il comando della NATO;

-    garanzie internazionali dell'integrità territoriale di tutti gli Stati limitrofi;

6.   sottolinea che una soluzione in Kosovo non costituirà un precedente nel diritto internazionale, dal momento che il territorio è sotto amministrazione delle Nazioni Unite dal 1999 e la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza prevedeva già disposizioni sulla necessità di risolvere la questione dello status definitivo del Kosovo; rileva pertanto che la situazione del Kosovo non può essere assolutamente paragonata a quella di altre regioni in conflitto che non sono sotto l'amministrazione delle Nazioni Unite;

7.  sottolinea che un accordo sul futuro del Kosovo deve prevedere anche meccanismi specifici per Mitrovica che garantiscano appieno i diritti e la sicurezza della comunità serba senza compromettere l'unità del Kosovo; ritiene che tali meccanismi dovrebbero essere posti sotto la supervisione diretta della comunità internazionale, in consultazione con Belgrado; ricorda tuttavia alla Serbia che tale coinvolgimento nel Kosovo è legato alla cooperazione della Serbia nell'attuazione dell'accordo definitivo sullo status;

8.  si compiace pertanto del fatto che la proposta di Martti Ahtisaari preveda un'ampia autonomia per la comunità serba e altre comunità, tra cui un sostanziale livello di autonomia comunale, conformemente ai principi europei di sussidiarietà e autogoverno;

9.  è dell'avviso che la comunità internazionale dovrebbe, per quanto possibile, strutturare la propria presenza in modo da assistere le autorità locali:

     -    nell'attuazione dei termini dell'accordo;

-    nello sviluppo di una capacità istituzionale, amministrativa, giudiziaria e di polizia che sia autonoma ed etnicamente equilibrata;

-    nella realizzazione di progressi per quanto riguarda il rispetto delle norme ONU e dei parametri di riferimento dell'UE in materia di stabilizzazione e associazione;

10. ritiene pertanto che la presenza internazionale in Kosovo, ferma restando la necessità di prevedere un organico adeguato ai compiti ad essa affidati, non dovrebbe tradursi nella creazione di un'amministrazione parallela o in una copia dell'attuale amministrazione a guida ONU;

11. sottolinea che la comunità internazionale deve disporre di poteri correttivi diretti - e, in alcuni casi limitati, di poteri sostitutivi diretti - in ambiti fondamentali come quelli indicati in appresso:

      –  salvaguardia degli interessi vitali delle minoranze;

      –  protezione di siti sensibili;

      –  sicurezza;

      –  apparato giudiziario e Stato di diritto in senso lato, in particolare la lotta contro la criminalità organizzata;

12. sottolinea la necessità di maggiori sforzi a sostegno del rimpatrio di profughi e sfollati in tutto il Kosovo; rileva che la chiave del successo di un rimpatrio sostenibile risiede nella possibilità di trovare un lavoro e che occorre attualmente privilegiare uno sviluppo economico sostenibile; sottolinea inoltre la necessità di prestare particolare attenzione ai profughi che non sono di origine serba o albanese, ad esempio i Rom e gli Ashkali, compresi gli sfollati interni Rom che vivono nei campi di Kosovska Mitrovica;

13. riconosce la necessità di un sistema d'istruzione inclusivo ed equo, che permetta agli alunni di etnia Rom e Ashkali di ricevere parzialmente un'istruzione in lingua Rom, coltivando in tal modo l'identità e la cultura di tali comunità minoritarie;

14. sottolinea che soltanto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite potrà adottare una decisione definitiva sul futuro status del Kosovo; esorta l'Unione europea e i suoi Stati membri, in particolare quelli che sono anche membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU, ad appoggiare pienamente e attivamente una soluzione valida per il futuro status del Kosovo;

15. ritiene che l'adozione di una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza sia cruciale anche per il futuro impegno dell'UE in Kosovo e che non debba essere previsto un maggiore coinvolgimento dell'Unione in assenza di una siffatta risoluzione;

16. è convinto che l'Unione europea debba poter esprimere un parere decisivo sui termini definitivi dell'accordo, dato il suo ruolo centrale nell'attuazione dell'accordo stesso;

17. ritiene che sulla questione del Kosovo gli Stati membri debbano cercare di conseguire una posizione unanime; invita dunque il Consiglio dei ministri ad adoperarsi al fine di adottare una posizione comune sulla questione dello status in cui siano indicati i requisititi minimi di una soluzione sostenibile per il Kosovo che sia compatibile con l'Unione europea;

18. ricorda che, conformemente all'articolo 19 del trattato sull'Unione europea, gli Stati membri rappresentati in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbero difendere detta posizione comune e tenere regolarmente informato il Consiglio dei ministri dell'UE in merito ai negoziati; chiede inoltre di essere regolarmente aggiornato;

19. invita gli Stati membri dell'Unione europea che fanno parte del Gruppo di contatto a condividere le informazioni in loro possesso con il Consiglio dei ministri dell'UE e con tutti gli altri Stati membri e a migliorare il coordinamento e la cooperazione con questi ultimi, giacché sarà l'UE nel suo insieme ad avere la responsabilità internazionale e a sostenere l'onere finanziario dell'accordo definitivo;

20. sollecita gli Stati membri che sono membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare i membri permanenti, a svolgere un ruolo costruttivo nel fare in modo che le due parti in causa diano prova di flessibilità e adottino una soluzione sostenibile e scevra di ambiguità sul Kosovo, sulla linea delle proposte presentate dall'inviato speciale, possibilmente con l'accordo delle due parti;

21. si dichiara pronto a rendere disponibili le risorse supplementari necessarie per finanziare il futuro impegno dell'UE nel Kosovo, ai fini dell'attuazione dell'accordo sullo status e a sostegno delle prospettive europee del Kosovo, a condizione che:

      –  l'accordo sullo status appoggiato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite tenga debitamente conto della posizione comune dell'Unione;

      –  si svolgano adeguate consultazioni preliminari sulla portata, gli obiettivi, gli strumenti e le modalità della missione, affinché il Parlamento possa avere la certezza che le risorse siano commisurate ai compiti;

      –  le risorse finanziare supplementari siano rese disponibili secondo i termini dell'Accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria del 14 giugno 2006;[1] e

–   una conferenza internazionale dei paesi donatori sia organizzata a tempo debito;

22. rammenta l'impegno assunto dalla Presidenza finlandese per conto del Consiglio riguardo all'adozione del bilancio per l'esercizio 2007 di fornire al Parlamento informazioni dettagliate sulla portata, gli obiettivi e le probabili incidenze finanziarie dell'eventuale operazione man mano che avanza la pianificazione della missione;

23. esprime la propria preoccupazione per il modo in cui verrà gestita la transizione dalla Missione delle Nazioni Unite per il Kosovo (UNMIK) al nuovo Ufficio civile internazionale (ICO); ricorda che l'UNMIK dovrebbe rimanere in Kosovo fino a quando il nuovo Ufficio non sarà stato organizzato e divenuto pienamente operativo; invita le Nazioni Unite e l'UE a studiare soluzioni per evitare l'ulteriore perdita di esperti internazionali in ambiti strategici dell'amministrazione, in particolare in considerazione del fatto che le Istituzioni provvisorie di autogoverno del Kosovo avranno bisogno di tempo e di assistenza per rilevare dall'UNMIK talune competenze legislative ed esecutive;

24. esorta l'OSCE a continuare a svolgere un ruolo importante in Kosovo una volta concluso l'accordo sullo status del territorio, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio e la verifica dei processi elettorali; invita al riguardo il Consiglio e l'OSCE a rafforzare la loro cooperazione nel settore dello Stato di diritto, con una chiara divisione dei compiti rispetto alla missione PESD;

25. manifesta il proprio sostegno all'enfasi posta dall'Unione europea sulla magistratura e sulla preminenza del diritto nella fase successiva al raggiungimento di un accordo, rilevando che si imporrà un trasferimento senza intoppi di responsabilità; chiede che sia definita una chiara e trasparente ripartizione dei compiti e delle responsabilità tra i tribunali e le autorità giudiziarie nazionali del Kosovo e la prevista missione di mantenimento dell'ordine dell'UE; chiede la piena rendicontabilità e il rispetto assoluto dello Stato di diritto per quanto riguarda le detenzioni e altre azioni da parte della KFOR;

26. fa presente alle autorità del Kosovo che la comunità internazionale si aspetta che esse:

      –  concentrino i propri sforzi sullo sviluppo della capacità istituzionale e amministrativa necessaria per assumere in ultima analisi le responsabilità sinora esercitate dall'UNMIK;

      –  elaborino un concetto kosovaro di cittadinanza che si basi espressamente sul carattere plurilingue e plurietnico della regione, adottando nel contempo tutti gli accorgimenti per le diverse comunità etniche che costituiscono la popolazione del Kosovo;

–   lavorino seriamente e costruttivamente per la creazione di un paese e di una società multietnici, multiculturali, multiconfessionali e tolleranti, rispettosi dei diritti di tutti i gruppi etnici;

27. sottolinea in tale contesto che la presenza internazionale si protrarrà in Kosovo sino a quando gli obiettivi di cui sopra non saranno stati effettivamente realizzati;

28. esprime profonda preoccupazione per le violente manifestazioni esplose di recente in Kosovo, che stanno gravemente compromettendo la scorrevole prosecuzione del processo per raggiungere una soluzione pacifica al futuro status del Kosovo; invita entrambe le parti alla massima moderazione, rendendo in tal modo possibile una conclusione pacifica del processo di definizione dello status;

29. ricorda inoltre alle autorità kosovare albanesi che, una volta definitivamente risolta la questione dello status, gli abitanti del Kosovo vorranno dal proprio governo che esso affronti i problemi attinenti alla vita quotidiana, come quelli relativi alla sicurezza, allo sviluppo economico, alla corruzione e alla criminalità organizzata, all'occupazione, alla disponibilità di servizi pubblici adeguati e all'uguaglianza di tutti davanti alla legge;

30. invita l'Unione europea e le autorità del Kosovo a collaborare per creare le condizioni adatte al rafforzamento della crescita economica a vantaggio di tutte le comunità etniche kosovare; ribadisce la necessità di elaborare un piano di sviluppo economico a lungo termine, di ampio respiro e realistico, e di osservare appieno i principi fondamentali dello Stato di diritto, nonché di definire una dettagliata strategia anticorruzione, dotata delle necessarie risorse finanziarie;

31. sottolinea la necessità di sostenere maggiormente lo sviluppo delle piccole e medie imprese (PMI) sulla base della Carta europea per le piccole imprese, approvata dal Kosovo; invita la Commissione a garantire l'accesso ai Fondi strutturali dell'UE, a finanziare meglio i progetti collegati alle PMI e ad elaborare un quadro istituzionale volto a promuovere la cooperazione tra la Comunità e il settore privato nel Kosovo;

32. sollecita i leader della comunità serba kosovara a riconoscere che un Kosovo democratico, decentralizzato ed economicamente valido è la soluzione più rispondente agli interessi serbi e ad impegnarsi nel processo successivo alla definizione dello status per garantire la piena applicazione delle disposizioni dell'accordo di diretto interesse per i serbi;

33. invita il governo serbo a riconoscere che il futuro sta nello sviluppo di legami forti e trasparenti con il Kosovo nel contesto di un'integrazione regionale più approfondita e delle prospettive comuni di una futura adesione all'UE;

34. sottolinea l'assoluta importanza di individuare una soluzione al problema del futuro status del Kosovo sulla base delle proposte definitive di Martti Ahtisaari, ai fini della stabilità e dell'ulteriore sviluppo dell'intera regione; invita al riguardo i governi di tutti gli Stati limitrofi ad apportare un contributo positivo a tale processo e a rispettare gli attuali confini di Stato; sostiene inoltre l'idea che, a lungo termine, la soluzione del futuro status del Kosovo risieda anche nel fatto che sia la Serbia che il Kosovo dovrebbero poter entrare nell'UE, insieme ai loro vicini, dal momento che il futuro dei Balcani Occidentali è nell'Unione europea;

35. ribadisce che una solida integrazione del Kosovo nel processo di stabilizzazione e di associazione consentirà tra l'altro di rafforzare le relazioni economiche del paese con gli Stati membri e con i loro vicini nei Balcani Occidentali, nonché di facilitare il processo di stabilizzazione della regione;

36. plaude alla firma degli accordi di libero scambio con l'Albania, l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, la Bosnia-Erzegovina e la Croazia; esorta l'amministrazione del Kosovo ad applicare pienamente tali accordi e ad assicurare la continuazione del libero scambio con la Serbia e il Montenegro;

37. invita le autorità kosovare e serbe a cooperare pienamente tra di loro e con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia onde assicurare la consegna dei presunti criminali di guerra;

38. ritiene che la pubblicazione della relazione di Martti Ahtisaari dovrebbe essere accompagnata da una vasta campagna di sensibilizzazione volta ad illustrare chiaramente e obiettivamente alle popolazioni interessate, inclusi i cittadini serbi, i termini della soluzione proposta e che l'Unione europea debba porre in rilievo un messaggio di coesistenza pacifica in relazione al Kosovo; è del parere che, riconoscendo i diritti della maggioranza e della minoranza, il Kosovo potrà godere di stabilità e prosperità;

39. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al governo della Serbia e alle Istituzioni provvisorie di autogoverno del Kosovo, all'UNMIK, ai membri del Gruppo di contatto, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e all'inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il processo di determinazione del futuro status del Kosovo.

  • [1]  GU C 139 del 14.6.2006, pag. 1.

PARERE della commissione per il commercio internazionale (25.1.2007)

destinato alla commissione per gli affari esteri

sul futuro del Kosovo e il ruolo dell'UE
(2006/2267(INI))

Relatrice per parere: Erika Mann

SUGGERIMENTI

La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ritiene ch e una decisione rapida, e che soddisfi tutte le parti, sullo status finale del Kosovo consentirà di creare migliori condizioni economiche, di ridurre la disoccupazione e di attrarre considerevoli investimenti esteri diretti;

2.  ritiene che qualsiasi decisione sul futuro del Kosovo debba essere presa nel quadro più ampio della situazione politica esistente nell'Europa sud-orientale e che l'UE e i suoi Stati membri debbano puntualizzare che qualsiasi decisione sul futuro del Kosovo non deve essere considerata come un precedente da chi desidera incoraggiare la secessione da altri stati della regione, in quanto ciò potrebbe rivelarsi come elemento di destabilizzazione politica ed economica per la regione;

3.  ribadisce che una solida integrazione del Kosovo nel processo di stabilizzazione e di associazione consentirà fra l'altro di rafforzare le relazioni economiche del paese con gli Stati membri e con i loro vicini nei Balcani Occidentali, nonché di facilitare il processo di stabilizzazione della regione;

4.  ricorda che una conclusione positiva del processo di riforma in corso consentirà di ristabilire un adeguato funzionamento del mercato, di stimolare la crescita economica e contribuirà al mantenimento della stabilità politica nella regione;

5.  si compiace della dichiarazione comune dei paesi dei Balcani occidentali, adottata il 6 aprile 2006, che esorta a modernizzare e a rafforzare l'accordo di libero scambio dell'Europa centrale, ampliando la concessione del commercio bilaterale a tutti i partner; si compiace altresì dell'inclusione nell'accordo di norme in materia di concorrenza, appalti pubblici, tutela della proprietà intellettuale, commercio dei servizi, di un meccanismo di composizione dei conflitti regionali e della creazione di una zona UE-Balcani occidentali di cumulo diagonale, in quanto prima tappa di partecipazione di questi paesi al sistema di cumulo paneuromediterraneo;

6.  plaude alla firma degli accordi di libero scambio con l'Albania, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Bosnia-Erzegovina e la Croazia; esorta l'amministrazione interinale del Kosovo ad applicare pienamente tali accordi e ad assicurare la continuazione del libero scambio con la Serbia e il Montenegro;

7.  esorta l'UE a sostenere il processo di stabilizzazione, continuando a fornire il proprio appoggio (finanziario ed economico) al commercio, agli investimenti, alla lotta contro il crimine organizzato, alla protezione delle minoranze e allo sviluppo economico e sociale nel Kosovo; esorta l'UE e l'amministrazione interinale del Kosovo a cooperare per creare le condizioni per un miglioramento della crescita economica, a beneficio di tutte le comunità etniche presenti nel Kosovo; sottolinea che l'assistenza finanziaria al Kosovo deve dipendere dall'adozione di un piano globale, realistico e a lungo termine di sviluppo economico e dal rispetto delle condizioni enunciate nella risoluzione 1244/99 del Consiglio di sicurezza dell'ONU; sottolinea, in particolare, la necessità di rispettare pienamente le norme internazionali in materia di democrazia e di diritti umani, inclusi i diritti delle minoranze, i principi fondamentali dello stato di diritto e una strategia articolata e adeguatamente provvista di risorse per lottare contro la corruzione;

8.  chiede al Consiglio di fare in modo che la Commissione continui a svolgere un ruolo chiave nel sostenere il futuro sviluppo economico e strutturale nel Kosovo; raccomanda l'inserimento delle attività e del personale adibito al Quarto pilastro UE della missione ONU in Kosovo (UNMIK's Pillar IV) in un nuovo organo istituzionale avente competenza per quanto riguarda le questioni commerciali ed economiche del Kosovo o in relazione al Kosovo, il quale potrebbe essere istituito onde decidere o dopo aver deciso lo status definitivo del Kosovo;

9.  sottolinea la necessità di sostenere maggiormente lo sviluppo delle piccole e medie imprese sulla base della Carta europea per le piccole imprese, approvata dal Kosovo; invita la Commissione a garantire l'accesso ai Fondi strutturali dell'UE, a finanziare meglio i progetti che investono le piccole e medie imprese e a elaborare un quadro istituzionale volto a promuovere la cooperazione tra la Comunità e il settore privato nel Kosovo.

PROCEDURA

Titolo

Il futuro del Kosovo e il ruolo dell'UE

Riferimenti

2006/2267(INI)

Commissione competente per il merito

AFET

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

INTA
29.11.2006

Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula

 

Relatore per parere
  Nomina

Erika Mann
18.10.2006

Relatore per parere sostituito

 

Esame in commissione

18.12.2006

 

 

 

 

Approvazione

24.1.2007

Esito della votazione finale

+: 26

–:

0:

 

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Francisco Assis, Jean-Pierre Audy, Enrique Barón Crespo, Daniel Caspary, Christofer Fjellner, Béla Glattfelder, Jacky Henin, Syed Kamall, Sajjad Karim, Erika Mann, David Martin, Javier Moreno Sánchez, Caroline Lucas, Georgios Papastamkos, Peter Šťastný, Robert Sturdy, Gianluca Susta, Johan Van Hecke, Zbigniew Zaleski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Panagiotis Beglitis, Małgorzata Handzlik, Jens Holm, Jörg Leichtfried, Eugenijus Maldeikis

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Ignasi Guardans Cambó, Pia Elda Locatelli

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

 

PROCEDURA

Titolo

Il futuro del Kosovo e il ruolo dell'Unione europea

 

Numero di procedura

(2006/2267(INI))

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula dell'autorizzazione

AFET

29.11.2006

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

INTA

29.11.2006

 

 

 

 

Pareri non espressi
  Decisione

 

 

 

 

 

Relatore(i)
  Nomina

Joost Lagendijk

13.9.2006

 

Esame in commissione

19.12.2006

30.1.2007

12.3.2007

 

 

Approvazione

12.3.2007

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

56

7

3

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Roberta Alma Anastase, Christopher Beazley, Angelika Beer, Panagiotis Beglitis, Bastiaan Belder, André Brie, Véronique De Keyser, Giorgos Dimitrakopoulos, Hélène Flautre, Hanna Foltyn-Kubicka, Michael Gahler, Jas Gawronski, Bronisław Geremek, Maciej Marian Giertych, Ana Maria Gomes, Klaus Hänsch, Jelko Kacin, Ioannis Kasoulides, Bogdan Klich, Joost Lagendijk, Vytautas Landsbergis, Emilio Menéndez del Valle, Willy Meyer Pleite, Francisco José Millán Mon, Pasqualina Napoletano, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Raimon Obiols i Germà, Cem Özdemir, Janusz Onyszkiewicz, Justas Vincas Paleckis, Alojz Peterle, Tobias Pflüger, Bernd Posselt, Raül Romeva i Rueda, Libor Rouček, Katrin Saks, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Saryusz-Wolski, György Schöpflin, István Szent-Iványi, Antonio Tajani, Charles Tannock, Josef Zieleniec

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Laima Liucija Andrikienė, Maria Badia I Cutchet, Giulietto Chiesa, Ryszard Czarnecki, Alexandra Dobolyi, Árpád Duka-Zólyomi, Glyn Ford, Lilli Gruber, Tunne Kelam, Evgeni Kirilov, Jaromír Kohlíček, Antonio López-Istúriz White, Sarah Ludford, Erik Meijer, Doris Pack, Antonyia Parvanova, Lapo Pistelli, Frédérique Ries, Aloyzas Sakalas, Anders Samuelsen, Adrian Severin, Csaba Sándor Tabajdi

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Miloš Koterec

Deposito

15.3.2007