RELAZIONE sulla situazione delle donne disabili nell'Unione europea

23.3.2007 - (2006/2277(INI))

Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere
Relatrice: Esther Herranz García

Procedura : 2006/2277(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A6-0075/2007
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A6-0075/2007
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla situazione delle donne disabili nell'Unione europea

(2006/2277(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la Convenzione sui diritti dei disabili, approvata il 13 dicembre 2006 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite,

–   visto il Manifesto delle donne disabili d'Europa adottato il 22 febbraio 1997 dal Forum europeo sulla disabilità,

–   vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea[1],

–   visto l'Anno europeo delle pari opportunità per tutti (2007),

–   visto l'articolo 13 del trattato sull'Unione europea,

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Pari opportunità per le persone con disabilità: un piano d'azione europeo (COM(2003)0650),

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6‑0075/2007),

A. considerando che la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei disabili riconosce che le donne e le bambine handicappate corrono spesso, sia all'interno che all'esterno della famiglia, un rischio maggiore di incorrere in violenze, lesioni o abusi, abbandono o trattamento negligente, maltrattamenti o sfruttamento,

B.  considerando che la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità sottolinea anche la necessità di inserire una prospettiva di genere in tutti gli sforzi volti a promuovere il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità,

C. considerando che la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità riconosce a tutte le persone con disabilità e in età da matrimonio il diritto di sposarsi e fondare una famiglia,

D. considerando che circa l'80% delle donne con disabilità sono vittime di violenze psicologiche e fisiche e che il rischio di violenza sessuale è maggiore per esse che per le altre donne; rilevando che la violenza non è soltanto una caratteristica comune delle vite delle donne con disabilità, ma talvolta anche la vera causa della loro menomazione,

E.  considerando che i disabili rappresentano un gruppo di popolazione eterogeneo e che le azioni volte a sostenerli devono tener conto di questa eterogeneità e del fatto che alcuni gruppi, come le donne disabili, devono affrontare difficoltà supplementari e una discriminazione multipla,

F.  considerando che, in base alle ricerche effettuate dagli Stati membri, sono essenzialmente le madri a compiere (a livello medico, scolastico, amministrativo, ecc.) i passi necessari per raccogliere informazioni sulla disabilità dei figli e cercare le soluzioni migliori per affrontarla,

G. considerando che la responsabilità delle persone disabili e dipendenti è generalmente assunta dalle donne e che ciò, in assenza di adeguate strutture di accoglienza, comporta la loro uscita dal mercato del lavoro,

H. considerando che le istituzioni europee nonché le autorità nazionali e regionali devono incoraggiare azioni volte a rendere reale e tangibile l'uguaglianza fra le persone e che, in tale contesto, l'Anno delle pari opportunità per tutti dovrebbe fungere da catalizzatore,

I.   considerando che le donne disabili soffrono di una discriminazione multipla dovuta al genere, alla razza e alla disabilità e rischiano maggiormente la povertà e l'esclusione sociale,

J.   considerando che la parità di trattamento delle donne disabili e delle madri di bambini disabili è un diritto umano fondamentale nonché un obbligo etico,

1.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire l'eliminazione delle barriere e degli ostacoli esistenti, incluse le barriere architettoniche, in modo da creare pari diritti e opportunità che consentano la partecipazione delle donne e delle ragazze disabili alla vita familiare, politica, culturale, sociale e lavorativa, tra l'altro mediante una migliore applicazione della legislazione comunitaria relativa alla lotta contro le discriminazioni e alla parità di genere, nonché mediante un maggiore uso delle opportunità offerte dai pertinenti programmi comunitari e dall'FSE;

2.  chiede agli Stati membri di tenere pienamente conto delle esigenze delle persone con disabilità, nonché delle esigenze specifiche delle donne, in tutte le politiche nazionali, regionali e locali, in particolare quelle concernenti la pianificazione urbana, l'istruzione, l'occupazione, gli alloggi, i trasporti, la sanità e i servizi sociali;

3.  chiede alla Commissione e agli Stati membri di adottare e attuare le misure necessarie per sostenere la progressione delle donne disabili nei settori della vita sociale, professionale, culturale e politica, in cui sono ancora sottorappresentate;

4.  invita i governi nazionali e regionali a promuovere e finanziare con adeguate risorse politiche e servizi innovativi sulla base del genere e della disabilità, in particolare per quanto concerne l'assistenza personale, la mobilità, la salute, l'istruzione, la formazione, l'apprendimento lungo tutto l'arco dell'esistenza, l'occupazione, la vita indipendente e la sicurezza sociale;

5.  invita la Commissione e gli Stati membri a introdurre una legislazione e politiche efficaci incentrate sulle donne e i bambini, atte a garantire che i casi di sfruttamento, violenza e abusi sessuali nei confronti di persone disabili, nel luogo di residenza e altrove, siano individuati, siano oggetto di indagini e se, opportuno, perseguiti; propone che, in tale contesto, si presti particolare attenzione alle donne che, a causa della loro disabilità, non sono in grado di rappresentarsi da sole;

6.  deplora il fatto che il rischio per le donne disabili di essere vittime di violenza è tre volte più alto rispetto alle donne non disabili e chiede che il programma Daphne sia utilizzato anche per lottare contro questo tipo di violenza;

7.  rileva quanto sia importante combattere attivamente fin dall'infanzia la segregazione dei disabili;

8.  chiede alla Commissione e agli Stati membri di promuovere progetti pilota e procedure comprovate per la creazione di strutture integrative, dall'asilo alla scuola, alla formazione e alla vita professionale;

9.  sottolinea la necessità che l'Unione europea prenda tutte le iniziative possibili, inclusa un'azione legislativa, per semplificare il sistema di aiuti e mettere a disposizione più fondi per le donne e i bambini disabili;

10. chiede agli Stati membri di affrontare le carenze relative ad un'adeguata assistenza medica a favore delle donne disabili, assicurando personale medico specializzato e infrastrutture appropriate;

11. chiede che la Commissione, unitamente alle competenti autorità nazionali, esamini gli specifici problemi sanitari e di assistenza medica cui vanno incontro le donne disabili, incentrando l'analisi sull'assistenza e l'opera d'informazione;

12. ritiene che esista una relazione tra disabilità e livello di studi più basso raggiunto, e le conseguenti ripercussioni sui tassi di attività;

13. esprime la propria preoccupazione per il fatto che le donne disabili posseggono un livello d'istruzione più basso, per cui incontrano grandi difficoltà nell'accedere al mercato del lavoro, nonché nel restarvi e nel fare carriera; esprime la propria preoccupazione per il fatto che le donne disabili posseggono un livello d'istruzione più basso, per cui incontrano grandi difficoltà nella ricerca di un lavoro; ritiene che le persone con disabilità debbano avere le stesse opportunità di studiare nonché il diritto di accedere al mercato del lavoro, in modo da potersi mantenere da sole; ritiene che le donne e le ragazze con disabilità dovrebbero altresì essere incoraggiate a compiere studi e a cercare un'occupazione in funzione delle loro capacità e interessi, e non delle loro carenze;

14. chiede alla Commissione e agli Stati membri di promuovere l'attuazione del principio di accessibilità universale alla società, ai beni e servizi, affinché le donne disabili possano essere il più possibile autonome;

15. chiede alla Commissione e agli Stati membri, dato che in molte situazioni le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) sono uno strumento fondamentale dell'integrazione delle persone disabili, di stabilire le misure opportune per eliminare il divario digitale dovuto al genere, in modo che le donne con disabilità possano avere accesso alle TIC e beneficiarne alle stesse condizioni degli uomini;

16. ritiene che, per migliorare l'accesso al mercato del lavoro delle persone con disabilità e consentire loro di divenire più attive e sviluppare le proprie capacità, si dovrebbe ricorrere a tutte le possibili misure di promozione, comprese quelle fiscali, in modo da incoraggiare i datori di lavoro ad assumere persone con disabilità, prevedendo orari di lavoro adeguati alle esigenze dei genitori che allevano bambini disabili;

17. chiede alla Commissione e agli Stati membri, nel contesto degli sforzi intesi ad aumentare il tasso di occupazione delle donne con disabilità, di impedire discriminazioni da parte dei datori di lavoro in relazione all'assunzione di donne con disabilità;

18. chiede alla Commissione e agli Stati membri di introdurre il concetto di "flessibilità" nei settori connessi alla disabilità, riconoscendo che ogni caso è diverso, affinché l'assistenza possa essere adattata alle varie situazioni in una comunità di cittadini basate sulla diversità;

19. ritiene che le misure introdotte debbano mirare a una maggiore integrazione;

20. ricorda che, nella maggioranza dei casi, sono le donne ad assistere le persone con disabilità, e pertanto ritiene necessario mettere a punto misure di sensibilizzazione sociale, affinché anche gli uomini si facciano carico dell'assistenza;

21. chiede alla Commissione e agli Stati membri di far sì che la responsabilità per l'assistenza alle persone con disabilità e per la loro partecipazione incomba alla società nel suo insieme e non solo alle famiglie delle persone interessate e di tener conto, al momento della definizione delle politiche, della particolare dedizione delle donne responsabili di disabili e della situazione delle persone (spesso parenti) che si assumono la responsabilità delle persone con disabilità; ritiene importante sottolineare che tale lavoro è svolto principalmente dalle donne e che queste ultime sono quindi particolarmente colpite dalle riduzioni dei servizi pubblici di assistenza, sia come assistenti remunerate sia come parenti;

22. chiede alla Commissione e agli Stati membri di mettere a punto le misure necessarie per assistere nella loro attività le famiglie nonché le organizzazioni che sostengono sia i disabili che le loro famiglie;

23. ritiene che si debbano adottare diverse misure di sostegno, onde consentire alle persone disabili e alle loro famiglie di condurre vite normali, come le persone senza disabilità e le loro famiglie nonché misure di sostegno a favore delle persone (spesso parenti) che si assumono la responsabilità economica e sociale delle persone con disabilità, il che spesso richiede una dedizione totale che le porta all'isolamento e richiede un sostegno a molti livelli; rileva che, allo stato attuale delle cose, tale responsabilità è sostenuta in ampia parte da donne, retribuite o meno; ritiene evidente che tale responsabilità non è un compito riservato all'uno o all'altro sesso e che l'opinione che si tratti di una responsabilità delle donne debba essere attivamente combattuta;

24. propone che gli Stati membri armonizzino le loro regolamentazioni comunali riguardanti i parcheggi per disabili e considerino l'opportunità di ridurre le tariffe dei trasporti per gli accompagnatori di disabili;

25. ritiene che uno dei principali obiettivi che l'Unione europea dovrebbe prefiggersi sia il miglioramento della qualità della vita delle persone disabili e delle loro famiglie, nonché la garanzia di una loro piena integrazione nella società;

26. sottolinea la necessità di rafforzare la visibilità e migliorare l'immagine delle donne con disabilità nei mezzi d'informazione, il che renderà il grande pubblico più consapevole della loro vita quotidiana e concederà loro maggiori opportunità di esprimersi e di partecipare alla vita sociale e politica;

27. sottolinea l'importanza per gli Stati membri di riconoscere il diritto basilare delle donne con disabilità alla propria sessualità, nonché il loro diritto a fondare una famiglia;

28. chiede alla Commissione e agli Stati membri di introdurre una normativa che garantisca una vita indipendente alle donne e agli uomini disabili, riconoscendo che si tratta di un diritto fondamentale che va rispettato;

29. chiede alla Commissione e agli Stati membri di offrire ai bambini, ai giovani e agli adulti con disabilità le condizioni base per l'indipendenza e l'autodeterminazione, dedicando in tale contesto una speciale attenzione alle questioni dell'uguaglianza;

30. riconosce che attualmente, anche in relazione ai servizi che consentono una vita indipendente e ai servizi sanitari, le donne disabili subiscono discriminazioni quanto all'accesso;

31. mette in evidenza il ruolo che svolge l'educazione dei bambini e delle bambine nella costruzione della società del futuro e sottolinea che bisogna cercare di orientarla in modo da garantire che la disabilità non costituirà un ostacolo alla partecipazione alla società con le stesse opportunità e gli stessi diritti, così da agevolare un clima di cooperazione e di integrazione nonché la sensibilizzazione alla disabilità in ambito scolastico, quale strumento indispensabile per la realizzazione di tale obiettivo;

32. sottolinea l'importante ruolo svolto dalle organizzazioni non governative che operano con donne disabili e invita la Commissione e gli Stati membri a sostenerle;

33. sottolinea la necessità di raccogliere dati recenti, disaggregati per sesso, in materia di disabilità, nonché di effettuare ricerche utilizzando indicatori di genere che consentano di conoscere la reale situazione delle donne e delle ragazze con disabilità;

34. sottolinea la necessità di garantire assistenza in relazione alla salute riproduttiva delle donne con disabilità, prestando attenzione ad aspetti quali la pianificazione familiare, i servizi sanitari e l'informazione sulla maternità, in modo da metterle in condizione di stabilire relazioni eque, responsabili e soddisfacenti;

35. ritiene che la politica dell'UE dovrebbe incoraggiare maggiormente le organizzazioni dei datori di lavoro, i sindacati e le organizzazioni non governative a ricercare metodi più efficaci di assistenza delle persone con disabilità;

36. invita la Commissione ad agevolare la creazione di una rete per le donne disabili in tutta l'Unione europea e nei paesi candidati, onde consentire lo scambio delle migliori pratiche, lo sviluppo di capacità e la partecipazione;

37. sottolinea la necessità che le donne con disabilità possano godere di un libero accesso ai nuovi mezzi audiovisivi;

38. ricorda alla Commissione che una conoscenza approfondita di questa materia e del modello sociale della disabilità, che affronta le barriere sociali piuttosto che il "modello medico della disabilità", costituisce la base migliore che affronta solo gli aspetti medici, consente di fornire soluzioni, servizi e appoggio, di concepire politiche, attribuire risorse e misurare l'impatto delle politiche sul miglioramento della situazione delle persone con disabilità;

39. ricorda agli Stati membri l'importanza fondamentale della loro collaborazione per quanto concerne i progressi e i miglioramenti nella situazione delle donne e delle ragazze che soffrono di una disabilità, qualunque essa sia;

40. invita gli Stati membri a promuovere le iniziative dei cittadini volte a sostenere le persone con disabilità;

41. ricorda il ruolo importante degli interlocutori sociali del mondo imprenditoriale e della società civile, e in particolare delle organizzazioni di donne e di genitori di figli con disabilità, nell'incentivare e promuovere le pari opportunità, l'accesso dei disabili al mondo del lavoro e alla formazione lungo tutto l'arco dell'esistenza, tenendo debitamente conto delle loro speciali esigenze;

42. rende omaggio all'attività delle associazioni di genitori, di norma create e dirette da madri di bambini con disabilità che, mediante le loro organizzazioni e i siti Internet, compilano informazioni (su centri medici specializzati, regolamentazioni concernenti l'istruzione e la sicurezza sociale, ecc.), aiutando così gli altri genitori e accrescendo la consapevolezza delle pubbliche autorità;

43. invita gli Stati membri a riferire alla Commissione e al Parlamento europeo sulla situazione delle donne e le ragazze con disabilità sulla base delle loro relazioni nazionali e sulle misure prese a norma della Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne;

44. ritiene che le disabilità dovrebbero essere considerate un fenomeno naturale, che è parte della vita di tutti i giorni, e non una deviazione; rileva che ci saranno sempre cittadini disabili e che pertanto è evidente che le disabilità sono parte integrante della società;

45. ritiene necessario promuovere un maggiore sviluppo e impiego di tecnologie e strutture che consentano di eliminare i contesti che comportano disabilità; ritiene che tale lavoro di sviluppo debba essere basato sul fatto che uomini e donne talvolta hanno esigenze diverse;

46. chiede alla Commissione e agli Stati membri di promuovere l'uguaglianza nelle condizioni di vita di ragazze e ragazzi, uomini e donne con disabilità;

47. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al Consiglio d'Europa, nonché al segretario generale delle Nazioni Unite.

  • [1]  GU C 364 del 18.12.2000, pag. 1.

MOTIVAZIONE

L'Unione europea conta un numero considerevole di disabili che nella vita quotidiana incontrano difficoltà di vario tipo e non sempre possono esercitare pienamente i loro diritti.

Pertanto, è assolutamente necessario che la società prenda coscienza delle difficoltà che incontrano le donne disabili, così come è altrettanto necessario che siano prese delle misure per migliorare l'integrazione dei disabili nella sociétà e che si mettano a disposizione ulteriori risorse per eliminare le barriere fisiche e sociali nonché qualsiasi discriminazione nei confronti dei disabili in ambito lavorativo.

Con la presente relazione si intende manifestare il più ampio sostegno possibile alle aspirazioni e richieste delle persone che soffrono di un handicap e delle loro famiglie nonché al ruolo imprescindibile che le associazioni dei disabili svolgono nell'intento di migliorare la qualità di vita dei portatori di handicap.

Inoltre si intende richiamare l'attenzione sull'importanza dell'integrazione dei disabili sin dall'infanzia, a livello sociale ed educativo.

La commissione per i diritti della donna intende inoltre sensibilizzare l'opinione pubblica europea sul diritto dei disabili di essere tutelati nei confronti delle discriminazioni nonché di godere pienamente dei loro diritti in condizioni di equità, nonché suscitare una riflessione e un dibattito sulle misure necessarie per promuovere l'uguaglianza e lo scambio di esperienze, rafforzare la cooperazione tra tutte le parti in causa, migliorare la comunicazione sull'handicap e promuovere un'immagine positiva dei disabili. La commissione conta inoltre di sensibilizzare l'opinione pubblica all'eterogeneità delle forme di handicap e di discriminazione ponendo l'accento sulla sensibilizzazione al diritto dei bambini e dei giovani disabili all'uguaglianza in materia di insegnamento, in modo da favorire e sostenere la loro piena integrazione nella società, e incoraggiare l'attuazione di una cooperazione europea tra il personale insegnante che si occupa di bambini e giovani disabili, così da migliorare l'integrazione degli alunni e degli studenti con bisogni specifici nei centri tradizionali o specializzati, nonché la loro partecipazione ai programmi di scambio nazionali ed europei.

PROCEDURA

Titolo

Situazione delle donne disabili nell'Unione europea

Numero di procedura

2006/2277(INI)

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula dell'autorizzazione

FEMM
29.11.2006

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

EMPL
29.11.2006

 

 

 

 

Pareri non espressi
  Decisione

EMPL
13.12.2006

 

 

 

 

Cooperazione rafforzata
  Annuncio in Aula

 

 

 

 

 

Relatore(i)
  Nomina

Esther Herranz García
20.12.2006

 

Relatore(i) sostituito(i)

 

 

Esame in commissione

23.1.2007

27.2.2007

19.3.2007

 

 

Approvazione

19.3.2007

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

14

0

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Edit Bauer, Emine Bozkurt, Lissy Gröner, Esther Herranz García, Urszula Krupa, Siiri Oviir, Zita Pleštinská, Amalia Sartori, Eva-Britt Svensson, Anna Záborská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Gabriela Creţu, Anna Hedh, Christa Klaß, Marusya Ivanova Lyubcheva

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Panayiotis Demetriou

Deposito

23.3.2007

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

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