RELAZIONE sulle finanze pubbliche nell’UEM 2006
26.3.2007 - (2007/2004 (INI))
Commissione per i problemi economici e monetari
Relatore: Kurt Joachim Lauk
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulle finanze pubbliche nell’UEM 2006
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione "Finanze pubbliche nell’UEM nel 2006 - Primo anno di applicazione del Patto di stabilità e crescita riveduto" (COM(2006)0304),
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Stoccolma del 23 e 24 marzo 2001, in cui si chiedeva una revisione periodica della sostenibilità di lungo termine delle finanze pubbliche, comprese le sollecitazioni previste a causa dei futuri cambiamenti demografici,
– vista la comunicazione della Commissione sulla sostenibilità di lungo termine delle finanze pubbliche nell’UE (COM(2006)0574),
– visto il regolamento (CE) n. 1056/2005 del Consiglio, del 27 giugno 2005 che modifica il regolamento (CE) n. 1467/97, per l’accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi[1],
– vista la relazione della Commissione europea sulla convergenza del dicembre 2006 (COM(2006)0762),
– viste le raccomandazioni della Commissione sui programmi di stabilità e di convergenza degli Stati membri per il 2006-2007,
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 22 e 23 marzo 2005 sulla revisione del Patto di stabilità e crescita,
– viste le comunicazioni della Commissione relative alla seconda relazione sui preparativi pratici per il futuro allargamento dell'area dell'euro (COM(2005)0545) e alla dichiarazione annuale 2006 sull'area dell'euro (COM(2006)0392),
– viste le sue risoluzioni del 1º giugno 2006 sull'allargamento dell'area dell'euro[2] e del 14 novembre 2006 sulla relazione annuale 2006 sull'area dell'euro[3],
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari (A6‑0076/2007),
A. considerando che, in conformità delle disposizioni alla base della moneta unica, gli Stati membri sono tenuti a mantenere i loro disavanzi di bilancio al di sotto del 3% del PIL e considerando che si è sistematicamente contravvenuto a tale norma; considerando che ogni qualvolta il disavanzo di bilancio supera il 3%, tale superamento può essere giudicato più favorevolmente se si accompagna ad una crescita elevata e ad una diminuzione dell'indice di indebitamento (esclusi i proventi delle privatizzazioni), riportando inoltre il disavanzo annuale al di sotto del 3% a medio termine;
B. considerando che l’OCSE ha recentemente richiamato l’attenzione degli Stati membri sul disavanzo, invitandoli a concentrarsi su riforme volte a consolidare i loro progressi economici utilizzando la ripresa economica per ridurre i propri disavanzi di bilancio e rendendo più competitivi i propri mercati del lavoro,
C. considerando che l’indice medio di indebitamento per la zona euro era del 70,6% nel 2005 e di circa il 69,4% nel 2006 e che si prevede che scenderà al 68% nel 2007; considerando che la forbice tra il minore ed il maggior indice di indebitamento era superiore ai 100 punti percentuali del PIL sia nel 2005 che nel 2006 e che si prevede che la situazione rimarrà immutata nel 2007; considerando che tali cifre continuano ad essere molto superiori al valore di riferimento del 60% per il rapporto tra debito pubblico e PIL, che è uno dei due pilastri del Patto di stabilità e crescita (PSC),
D. considerando che il disavanzo medio per la zona euro era pari a -2,6% del PIL nel 2005 e a circa -2,0% nel 2006 e che si prevede scenderà a -1,5% nel 2007; considerando che lo scarto in materia di disavanzo era vicino ai 9 punti percentuali nel 2005 e nel 2006 e che si prevede scenderà a circa 7 nel 2007,
E. considerando che il tasso medio di crescita del PIL per la zona euro era dell'1,4% nel 2005 e di circa il 2,6% nel 2006 e che si prevede sarà pari al 2,1% nel 2007; considerando che lo scarto in materia di tasso di crescita nel 2005 e nel 2006 era di circa 5 punti percentuali e si prevede che rimarrà a tale livello nel 2007; considerando che questi tassi di crescita sono nettamente inferiori a quelli di altre regioni del mondo,
F. considerando che il tasso di disoccupazione nella zona euro era dell’8,6% (12.600.000) nel 2005 e che è sceso all’8,1% (11.900.000) nel 2006; considerando che il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 7,7% (11.500.000) nel 2007 e considerando che la diminuzione prevista dimostra che la riduzione del disavanzo facilita l’attività economica e riduce la disoccupazione,
G. considerando che si prevede che la spesa determinata dall’invecchiamento dovrebbe aumentare del 4% del PIL entro il 2050; considerando che, di conseguenza, in una serie di Stati membri, la spesa pubblica collegata all’invecchiamento aumenterà di una percentuale tra il 5 e il 13% del PIL, esercitando una pressione enorme sulla sostenibilità delle finanze pubbliche, mentre si prevede che la crescita diminuirà, passando dal 2,4% nel periodo 2004-2010 all’1,9% durante il periodo 2011-2030 e al solo 1,2% durante il periodo 2031-2050; considerando che una diminuzione della crescita ed un aumento della spesa collegata all’invecchiamento possono minacciare il benessere economico e sociale dei cittadini europei nonché la coesione sociale delle nostre società e determinare la disintegrazione delle istituzioni europee e delle politiche comuni,
H. considerando che ogni due anni la Commissione e la BCE valutano l'adempimento dei criteri di Maastricht per l'adozione dell'euro di tutti gli "Stati membri con deroga",
Esperienze con il Patto di stabilità e crescita riveduto
1. ricorda che il principale obiettivo del PSC è di garantire un surplus di bilancio o almeno un equilibrio di bilancio a medio termine, elemento essenziale in vista delle future sfide demografiche;
2. accoglie favorevolmente il fatto che gran parte degli Stati membri abbiano effettuato uno sforzo considerevole per soddisfare i loro obblighi nei riguardi del PSC; rileva tuttavia che è ancora presto per valutare i risultati ottenuti in seguito all'entrata in vigore del PSC riveduto;
3. condivide la preoccupazione della Commissione per quanto riguarda l’attuazione del capitolo preventivo del PSC, segnatamente per quanto riguarda quegli Stati membri che non sono ancora riusciti a realizzare un equilibrio delle loro finanze pubbliche;
4. teme che il PSC riveduto, segnatamente il suo capitolo correttivo, se non applicato in modo rigoroso comporti il rischio di un debito pubblico elevato e persistente che potrebbe costituire una seria minaccia all’equilibrio delle finanze pubbliche e alle opportunità di occupazione;
5. sottolinea che l’atteggiamento degli Stati membri nei confronti del PSC riveduto sarà decisivo per il suo successo o fallimento; mette in guardia contro ogni ulteriore revisione, che difficilmente sarebbe accettata dall’opinione pubblica o dagli attori economici;
6. esprime preoccupazione per il fatto che un eventuale aumento dello scarto tra gli Stati membri, in materia di disavanzo, debito e crescita, può recare pregiudizio alla moneta unica, bloccare la crescita economica e ridurre le prospettive di occupazione; invita gli Stati membri ad applicare politiche economiche che riducano gli scarti registrati e determinino un'ulteriore convergenza verso livelli di disavanzo e di debito pubblico più bassi e tassi di crescita più elevati;
7. esprime preoccupazione per la lentezza della riduzione del debito pubblico in taluni Stati membri; si oppone a farraginose e inconcludenti procedure di disavanzo e chiede, di conseguenza, al Consiglio e alla Commissione di intervenire in modo veloce e deciso; suggerisce di mantenere la credibilità della procedura per i disavanzi eccessivi e la norma unica per l'analisi economica dei paesi;
8. si chiede in quale misura la crescita europea possa essere ciclica e rileva la necessità di aumentare il potenziale di crescita dell'Unione europea per consentire la creazione di occupazione; ricorda agli Stati membri che un aumento della crescita e dell’occupazione dovrebbe determinare un aumento sostanziale del gettito fiscale, limitando in tal modo il rischio di deficit eccessivi e permettendo, al contempo, sostanziali riduzioni del debito pubblico;
9. sottolinea che eventuali violazioni del PSC potrebbero, in ultima istanza, pregiudicare la politica monetaria comune e determinare un possibile aumento dei tassi di interesse; sottolinea che una Banca centrale europea indipendente è fondamentale per mantenere la stabilità dei prezzi, creando così un quadro per le politiche economiche che determinerà elevati livelli di crescita ed occupazione;
10. rileva, di conseguenza, l’urgente necessità che gli Stati membri adeguino le proprie politiche fiscali ai requisiti della politica economica e monetaria comune, al fine di migliorare ulteriormente il benessere dei cittadini europei, e che siano definiti un calendario ed un quadro di bilancio comuni da applicarsi a tutti gli Stati membri;
11. esprime compiacimento per il fatto che il PSC riveduto permetta di sviluppare programmi di riforma con scadenze realistiche e obiettivi di bilancio a medio termine;
12. si dichiara d’accordo sul fatto che programmi di riforma concepiti sulla base delle esigenze degli Stati membri dovrebbero consentire una migliore attuazione del capitolo preventivo del patto;
13. deplora che gli Stati membri non traggano sufficienti vantaggi dalla loro positiva situazione economica per attuare significative riforme strutturali che aumenterebbero l'efficienza dei mercati dei beni, dei servizi, del lavoro e dei capitali e che, a lungo termine, garantirebbero consolidamento fiscale, crescita economica e maggiore occupazione;
Le sfide del futuro
14. ricorda che il PSC costituisce lo strumento principale e più forte per il coordinamento delle politiche economiche nell’Unione europea; sottolinea che, fintantoché il PSC sarà applicato in modo coerente e vigoroso, le politiche economiche continueranno a determinare maggiore crescita ed occupazione;
15. si dichiara allarmato per le proiezioni della Commissione che evidenziano una forte crescita delle spese collegate all’invecchiamento a fronte del futuro declino evidenziato dalle proiezioni a lungo termine in materia di crescita: l’unione di questi due elementi determinerà, inevitabilmente, un’enorme pressione sulla sostenibilità delle finanze pubbliche degli Stati membri;
16. esprime preoccupazione per il fatto che sei Stati membri possono essere considerati esposti ad un elevato rischio per quanto riguarda la sostenibilità a lungo termine delle loro finanze pubbliche a causa dell’impatto di bilancio di una popolazione in fase di invecchiamento, mentre si può ritenere che 10 Stati membri siano confrontati ad un rischio medio e solo nove ad un rischio ridotto;
17. esige che venga affrontata questa enorme sfida di bilancio per l’Unione europea; ricorda che la riduzione del debito pubblico dovrebbe essere accelerata durante i periodi di crescita economica, evitando misure procicliche ed attuando riforme strutturali e fiscali per migliorare il rendimento economico degli Stati membri; incoraggia gli Stati membri a servirsi dell'attuale ripresa dell'economia per portare avanti le necessarie riforme nel mercato del lavoro e nel settore dei servizi nonché per ridurre l'onere amministrativo che grava sulle imprese; ritiene che esista ancora l'esigenza, e la possibilità, di effettuare un'ulteriore accelerazione degli investimenti, e sollecita pertanto riforme strutturali e misure supplementari atte a migliorare permanentemente il clima degli investimenti e a stimolarli;
18. chiede che la spesa pubblica sia riorientata verso l'accumulo di capitale materiale e umano e la creazione di partenariati pubblico-privato attivi in settori quali innovazione, energie rinnovabili, istruzione e formazione, ricerca, tecnologie dell'informazione, telecomunicazioni e reti di trasporto;
19. esprime compiacimento per il fatto che le proiezioni elaborate dagli Stati membri per il 2007 e il 2008 hanno incorporato la riduzione del disavanzo del PIL dello 0,5% prevista dal PSC riveduto; condivide le preoccupazioni della Commissione per quanto riguarda il fatto che l’adeguamento strutturale annuale medio per il 2006 non raggiunge tale obiettivo; è convinto che, a causa delle prospettive economiche favorevoli, sia possibile che l’adeguamento strutturale superi largamente lo 0,5% raccomandato nella maggior parte degli Stati membri;
20. invita gli Stati membri ad evitare proiezioni di bilancio non giustificate e ad evitare misure estemporanee e contabilità creativa; chiede al Consiglio di garantire che, entro il 2015, gli Stati membri considerino incostituzionale o illegale ogni nuovo disavanzo pubblico, utilizzando così le migliori prassi di taluni Stati membri e regioni dell’UE; raccomanda che la Commissione predisponga uno studio sulle migliori prassi concernenti la governance statistica in materia di comunicazione dei dati di bilancio e la contabilizzazione delle attività e passività pubbliche negli Stati Membri;
21. raccomanda di esaminare l'opportunità di istituire un calendario uniforme per le procedure di bilancio in tutta l'Unione europea, estendendo nel contempo la programmazione del bilancio al di là dell'attuale periodo di un anno; è del parere che la programmazione del bilancio degli Stati membri debba basarsi su presupposti uniformi relativi a parametri economici fondamentali che devono essere valutati e stabiliti in maniera uniforme in tutta l'Unione europea;
22. invita caldamente gli Stati membri a presentare statistiche di alto livello alla Commissione al fine di garantire la possibilità di mettere a confronto disavanzo pubblico e debito pubblico; invita la Commissione a verificare rigorosamente la qualità delle statistiche presentate dagli Stati membri; chiede con urgenza alla Commissione di adottare tutte le misure necessarie, comprese misure sanzionatorie, affinché gli Stati membri presentino statistiche di alta qualità, affidabili, uniformi e comparabili, in cui figurino tutti i passivi presenti e futuri (come le pensioni e le spese sanitarie); invita la Commissione a completare rapidamente il suo lavoro;
23. si dichiara d’accordo con la Commissione in merito al fatto che istituzioni indipendenti e disposizioni specifiche per quanto riguarda l’equilibrio di bilancio hanno un’influenza molto positiva sugli obiettivi a medio termine degli Stati membri e sulla stabilità a lungo termine di finanze pubbliche equilibrate;
24. osserva che nella sua ultima relazione sulla convergenza del dicembre 2006 la Commissione afferma che la maggior parte degli Stati membri sottoposti a valutazione hanno compiuto progressi, ma che al momento attuale nessuno di loro soddisfa tutte le condizioni necessarie per l'adozione dell'euro;
25. ricorda che i criteri di Maastricht in base ai quali la Commissione effettua la sua valutazione devono essere applicati in modo uniforme, ovvero senza rendere, in particolari circostanze, più difficile per gli Stati membri l'adesione all'area dell'euro, ma anche senza interpretare tali criteri in modo indulgente;
26. incoraggia la Commissione ad esaminare i vantaggi derivanti dall'istituzione di organismi nazionali indipendenti incaricati di definire un livello annuale del disavanzo in maniera coerente con l'obiettivo di medio periodo di conseguire un bilancio equilibrato;
27. si compiace degli sforzi compiuti dal Consiglio e dalla Commissione per migliorare la governance statistica in materia di comunicazione dei dati di bilancio mediante una raccomandazione agli Stati membri su norme comuni a livello dell'UE concernenti gli istituti statistici, comprendenti principi in materia di indipendenza professionale, riservatezza, affidabilità e tempestività dei dati, nonché l'adeguatezza delle risorse degli istituti statistici e il rafforzamento dei poteri di controllo della Commissione;
28. ritiene che esista un margine di miglioramento per quanto riguarda la contabilizzazione delle attività e delle passività implicite pubbliche, al fine di aumentare la trasparenza e la comparabilità e fornire una base più sana al processo decisionale; ritiene che la Commissione dovrebbe lanciare un'iniziativa in tale campo;
29. deplora la mancanza di coordinamento politico nell'area dell'euro, richiama l'attenzione sulla divergenza delle politiche di bilancio degli Stati membri in seno all'area dell'euro ed è preoccupato per gli eventuali effetti contrari di tale mancanza di coordinamento; incoraggia ad esplorare ulteriormente le diverse modalità di riforma strutturale e macroeconomica e le diverse azioni ad esse correlate nonché la loro interazione e il loro reciproco impatto nelle diverse fasi del ciclo economico, allo scopo di individuare la migliore maniera possibile di rafforzare le finanze pubbliche attuando nel contempo la strategia di Lisbona;
o
o o
30. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
Traduzione esterna
- [1] GU L 174 del 7.7.2005, pag. 5.
- [2] Testi approvati, P6_TA(2006)0240.
- [3] Testi approvati, P6_TA(2006)0485.
MOTIVAZIONE
Il trattato stabilisce chiaramente che l'evoluzione delle finanze pubbliche degli Stati membri dell'Unione dovrebbe essere sorvegliata con particolare attenzione a livello UE, anche perché la solidità delle finanze pubbliche costituisce una condizione preliminare per la crescita sostenibile, per la creazione di nuovi posti di lavoro e per la stabilità macroeconomica. Inoltre, la sostenibilità delle finanze pubbliche è fondamentale per la credibilità della moneta unica e costituisce pertanto una questione di interesse comune per tutti gli Stati membri dell'Unione. Le disposizioni del trattato che definiscono i requisiti per finanze pubbliche sane e sostenibili sono state articolate maggiormente nel dettaglio da numerosi regolamenti del Consiglio. I documenti fondamentali in questo senso sono, tra gli altri, il Patto di stabilità e crescita (PSC) e successivi regolamenti di modifica, le dichiarazioni solenni degli Stati membri di rispettare il Patto, nonché le relazioni della Commissione, che contengono valutazioni e raccomandazioni destinate ai singoli Stati membri. Il Parlamento europeo valuta tali documenti rispetto all'evoluzione macroeconomica e di bilancio degli Stati membri, adottando relazioni annuali sulle finanze pubbliche dell'UE.
Il relatore desidera ricordare che l'obiettivo principale della revisione del PSC è migliorare i risultati degli Stati membri nell'evitare disavanzi pubblici eccessivi, per contribuire a garantire, a lungo termine, una stabilità sostenibile ed equilibrata delle finanze pubbliche, segnatamente alla luce delle future sfide demografiche.
Le conclusioni del relatore sono analoghe a quelle contenute nella valutazione della Commissione. Il Patto di stabilità e crescita riveduto sta funzionando. Il PSC è stato rafforzato e ne è stato valorizzato il ruolo fondamentale di coordinamento delle politiche economiche e di stabilità macroeconomica.
Tuttavia, il relatore è consapevole del fatto che tale affermazione si basa esclusivamente su un anno di esperienza con il patto riveduto. Quest'anno è stato caratterizzato da un'evoluzione economica positiva, che ha avuto un impatto favorevole sui risultati fiscali degli Stati membri. La vera "prova di resistenza" del PSC riveduto verrà nei prossimi anni, quando il Consiglio e la Commissione dovranno garantire che gli Stati membri applichino realmente gli orientamenti concordati in seno al Consiglio. Chiaramente, ciò dipenderà in gran misura dalla buona volontà degli Stati membri e sarà interessante osservare se nei prossimi anni gli Stati membri perseguiranno realmente gli obiettivi che si sono posti, compresa la rinuncia a misure pro-cicliche.
In tale contesto, il relatore sottolinea che gli Stati membri dovranno adottare le seguenti misure:
- Gli Stati membri dovrebbero consolidare i propri bilanci durante i periodi di congiuntura favorevole, ossia nelle fasi di crescita economica. Occorre quindi sfruttare la ripresa economica, compreso il miglioramento del gettito fiscale, per ridurre il debito pubblico in modo sostanziale, evitare la creazione di disavanzi eccessivi e promuovere bilanci in attivo. Tale risultato, ottenibile senza ripercussioni sui servizi forniti dal settore pubblico, rafforzerà la stabilità dell'euro e creerà, inoltre, condizioni propizie alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro. Attualmente solo tre Stati membri della zona euro hanno un bilancio in attivo.
- È necessario prevedere riforme strutturali da attuare con vigore. La riforma del mercato del lavoro, l'ulteriore apertura del mercato dei servizi, dell'energia e delle telecomunicazioni (compresa una riduzione sostanziale delle tariffe di roaming) e il miglioramento delle condizioni per gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo possono rafforzare il potenziale di crescita e portare a una maggiore domanda, con conseguente creazione di nuovi posti di lavoro.
- La sfida rappresentata dall'incidenza sul bilancio dell'invecchiamento della popolazione non è affrontata in maniera adeguata dagli Stati membri, nonostante costituisca l'elemento con l'effetto più significativo sul benessere futuro dei cittadini dell'Unione. Gli sviluppi più recenti confermano che una politica fiscale mirata è in grado di promuovere la crescita e l'occupazione. Pertanto, gli Stati membri devono definire disposizioni costituzionali o giuridiche che perseguano l'obiettivo di un bilancio non in deficit. Si tratta di un aspetto fondamentale per affrontare idoneamente la sfida futura della spesa elevata legata all'invecchiamento della popolazione in Europa.
Inoltre, la riforma del PSC ha introdotto concetti, definizioni e principi nuovi nella parte preventiva del Patto. Al fine di assicurare un'applicazione coerente delle norme, è stata chiarita la metodologia per la definizione degli obiettivi di bilancio a medio termine specifici per ciascun paese e allo stesso tempo la Commissione ha iniziato a valutare come tenere in considerazione, in futuro, le responsabilità implicite nella determinazione di tali obiettivi. Sono inoltre state chiarite varie problematiche relative alla definizione del percorso di avvicinamento agli obiettivi di bilancio a medio termine, comprese le condizioni per tenere conto delle riforme strutturali nella parte preventiva del PSC.
La valutazione della Commissione sul funzionamento della parte preventiva del PSC evidenzia aspetti sia positivi, sia negativi. Per quanto riguarda gli aspetti positivi, sono stati definiti obiettivi differenziati di bilancio a medio termine, che riflettono i parametri economici principali dei singoli paesi, nel contesto dei programmi aggiornati di stabilità e convergenza del 2005. Inoltre, gli Stati membri hanno tenuto fede all'impegno di basare le proprie proiezioni di bilancio su presupposti macroeconomici realistici e il ricorso a misure una tantum ha subito una netta flessione. La valutazione della Commissione relativa ai programmi di stabilità e convergenza del 2005 aggiornati ha messo in luce alcuni scostamenti rispetto ai principi concordati. In particolare, l'adeguamento fiscale strutturale, in programma per il 2006, da parte degli Stati membri che non hanno ancora raggiunto gli obiettivi a medio termine, non raggiunge la percentuale di riferimento dello 0,5%, concordata all'atto della riforma. Ciò evidenzia come l'ambiente economico favorevole non venga sfruttato adeguatamente per favorire il raggiungimento degli obiettivi a medio termine. Inoltre, in alcuni Stati membri il previsto adeguamento è stato messo in secondo piano e non è supportato da misure concrete. Occorre che gli Stati membri rafforzino ulteriormente il loro impegno.
Nel complesso, l'esperienza che riguarda l'applicazione della procedura per i disavanzi eccessivi è positiva. I maggiori spazi per la presa in considerazione di fattori economici sono stati utilizzati, in particolare, per definire scadenze realistiche per la correzione dei disavanzi eccessivi da parte degli Stati membri, assicurando nel contempo il compimento di sforzi significativi in ambito fiscale. L'applicazione delle disposizioni relative agli "altri fattori specifici" nelle fasi che conducono alla decisione sull'esistenza di un disavanzo eccessivo ha confermato che il PSC resta un sistema fondato su regole: dalla riforma, tutti i disavanzi superiori al 3% sono stati considerati eccessivi. Ciononostante, il relatore è preoccupato per il ritmo lento di diminuzione del debito pubblico in alcuni Stati membri. Egli è contrario a procedure per i disavanzi interminabili e inconcludenti e chiede pertanto alla Commissione e al Consiglio di intervenire rapidamente e in modo deciso. Infine, la riforma del PSC ha stimolato un dialogo politico costruttivo e trasparente a livello UE per i casi che riguardano i singoli paesi, contribuendo in tal modo a un funzionamento efficiente e valido del Patto.
PROCEDURA
Titolo |
Finanze pubbliche nell’UEM 2006 |
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Numero di procedura |
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Commissione competente per il merito |
ECON |
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Commissione(i) competente(i) per parere |
BUDG |
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Pareri non espressi |
BUDG |
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Cooperazione rafforzata |
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Relatore(i) |
Kurt Joachim Lauk |
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Relatore(i) sostituito(i) |
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Esame in commissione |
23.1.2007 |
30.1.2007 |
20.3.2007 |
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Approvazione |
21.3.2007 |
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Esito della votazione finale |
+ : – : 0 : |
33 2 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Pervenche Berès, Sharon Bowles, Udo Bullmann, Ieke van den Burg, José Manuel García-Margallo y Marfil, Jean-Paul Gauzès, Donata Gottardi, Benoît Hamon, Gunnar Hökmark, Sophia in 't Veld, Othmar Karas, Piia-Noora Kauppi, Guntars Krasts, Kurt Joachim Lauk, Andrea Losco, Astrid Lulling, Gay Mitchell, Cristobal Montoro Romero, Joseph Muscat, Lapo Pistelli, John Purvis, Alexander Radwan, Bernhard Rapkay, Dariusz Rosati, Heide Rühle, Antolín Sánchez Presedo, Manuel António dos Santos, Olle Schmidt, Lydia Shouleva, Margarita Starkevičiūtė, Sahra Wagenknecht |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Harald Ettl, Werner Langen, Andreas Schwab, Lars Wohlin |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
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Deposito |
26.3.2007 |
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Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
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