RELAZIONE sulla lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, 2006-2009

29.3.2007 - (2006/2232(INI))

Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
Relatore: Georgs Andrejevs

Procedura : 2006/2232(INI)
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A6-0091/2007
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, 2006-2009

(2006/2232(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la sua risoluzione sull'HIV/AIDS, tempo di agire[1], del 6 luglio 2006,

–   vista la sua risoluzione sull'AIDS[2], del 30 novembre 2006,

–   viste le conclusioni del Consiglio sulla lotta contro l'HIV/AIDS e altre malattie trasmissibili, del 6 giugno 2005,

–   vista dichiarazione del Consiglio in occasione della giornata mondiale di lotta contro l'AIDS - dichiarazione dell'Unione europea sulla prevenzione dell'HIV per una generazione libera dall'AIDS, del 24 novembre 2005,

–   vista la strategia europea in materia di droga (2005-2012), adottata dal Consiglio il 22 novembre 2004,

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, 2006-2009 (COM(2005)0654),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo su un quadro politico europeo coerente per le azioni esterne di lotta contro l'HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi (COM(2004)0726),

–   vista la comunicazione della Commissione sul documento di strategia sulla politica europea di prossimità (COM(2004)0373),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sullo sviluppo della politica europea di vicinato (COM(2006)0726),

–   vista la dichiarazione di Dublino sul partenariato di lotta contro l'HIV/AIDS in Europa e in Asia Centrale, adottata alla conferenza ministeriale "Infrangere le barriere - Partenariato di lotta contro l'HIV/AIDS in Europa e Asia centrale", tenutasi nel quadro della Presidenza irlandese dell'Unione europea il 24 febbraio 2004,

–   vista la dichiarazione di Vilnius sulle misure volte a rafforzare le risposte all'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, adottata dai ministri e dai rappresentanti dei governi dell'Unione europea e dei paesi vicini alla conferenza "L'Europa e l'HIV/AIDS - Nuove sfide, nuove opportunità", tenutasi a Vilnius, Lituania, il 17 settembre 2004,

–   vista la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, adottata dalla 55a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 settembre 2000, nonché gli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite e, in particolare, l'obiettivo di invertire la tendenza al propagarsi dell'HIV/AIDS entro il 2015,

–   vista la dichiarazione d'impegno sull'HIV/AIDS, approvata dalla sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS il 27 giugno 2001,

–   vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla dichiarazione d'impegno sull'HIV/AIDS, del 2 agosto 2001,

–   visto il documento dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sul seguito dato alla dichiarazione d'impegno sull'HIV/AIDS, dal titolo "Verso un accesso universale: valutazione del programma delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS sulla progressione della prevenzione, del trattamento, dell'assistenza e del sostegno relativi all'HIV", del 24 marzo 2006,

–   vista la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla dichiarazione d'impegno sull'HIV/AIDS - Cinque anni dopo, del 24 marzo 2006,

–   vista la dichiarazione politica sull'HIV/AIDS adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 2 giugno 2006,

–   visto il programma 2006 dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sull'HIV/AIDS, "Verso l'accesso universale entro il 2010",

–   vista la relazione 2006 dell'UNAIDS, sull'epidemia globale di AIDS,

–   visto l'aggiornamento dell'UNAIDS sull'epidemia, del dicembre 2006,

–   vista la relazione di metà anno 2005 di EuroHIV, dell'agosto 2006,

–   visto l'Eurobarometro sulla prevenzione dell'AIDS, del febbraio 2006,

–   vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa 1399 (2004) e la sua raccomandazione 1675 (2004) su una strategia europea per la promozione della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e il parere della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6‑0091/2007),

A. considerando che, secondo l'aggiornamento sull'epidemia fornito dall'UNAIDS per il 2006, oltre 39,5 milioni di persone vivono con l'HIV mentre 4,3 milioni di persone sono stati contagiati dall'HIV nel 2006, e che il 95% della popolazione affetta da HIV/AIDS vive nei paesi in via di sviluppo,

B.  considerando che la relazione di metà anno 2005 di EuroHIV mostra che, nel periodo 1998-2005, 215.510 persone sono state contagiate dall'HIV nell'Unione europea, e 646.142 persone sono state contagiate dall'HIV nella regione europea dell'OMS,

C. considerando che oltre la metà di tutti i nuovi contagi da HIV riguardano giovani al di sotto dei 25 anni,

D. considerando che i recenti progressi nel trattamento dell'HIV/AIDS, unitamente a un calo dei finanziamenti per la prevenzione, hanno contribuito ad un aumento dei comportamenti a rischio e di conseguenza a un numero crescente di nuove infezioni da HIV,

E.  considerando che le relazioni dell'EuroHIV e dell'UNAIDS confermano che il numero di nuovi contagi HIV continua a crescere ad un tasso preoccupante nell'Unione europea e nei paesi vicini, e che in alcuni paesi il numero di persone che si stima siano contagiate dall'HIV è di quasi tre volte superiore alle cifre ufficiali,

F.  considerando che, nonostante l'aumento delle infezioni da HIV, il calo costante del numero di casi di AIDS diagnosticati negli ultimi anni è proseguito nel 2005, con meno della metà dei casi diagnosticati nel 2005 rispetto al 1998,

G. considerando che un'elevata percentuale di infezioni da HIV rimane non diagnosticata e che molte persone non conoscono il loro stato sierologico e con ogni probabilità lo scopriranno solamente una volta colpite da malattie connesse con l'HIV/AIDS[3],

H. considerando che i gruppi maggiormente esposti al rischio di contrarre l'HIV includono i consumatori di droghe iniettive, gli uomini che hanno relazioni sessuali con uomini, i lavoratori e le lavoratrici del sesso e i loro clienti, i migranti, i carcerati e i giovani sotto i 25 anni,

I.   considerando che l'epidemia tra i consumatori di droghe iniettive è una delle cause della rapida diffusione dell'infezione da HIV in numerosi paesi dell'Europa orientale,

J.   considerando che l'aggiornamento 2006 fornito dall'UNAIDS sull'epidemia ha rivelato che circa i tre quarti degli eterosessuali che hanno contratto l'infezione HIV in Europa centrale e orientale sono immigranti o migranti,

K. considerando che nella maggior parte dei paesi dell'Europa centrale e occidentale resta bassa la prevalenza di HIV nelle donazioni di sangue; che tuttavia, secondo cifre recenti concernenti taluni paesi dell'Europa orientale, si registra una tendenza nella direzione opposta,

L.  considerando che la Dichiarazione di Dublino riconosce che la promozione dell'uguaglianza tra donne e uomini e tra ragazze e ragazzi, il rispetto del diritto alla salute riproduttiva e sessuale e l'accesso all'educazione sessuale, all'informazione e ai servizi sanitari, come pure un atteggiamento di apertura riguardo alla sessualità, sono fattori fondamentali nella lotta contro la pandemia,

M. considerando che i programmi di prevenzione, che includono l'educazione, un migliore accesso all'informazione e ai preservativi, e l'accesso al trattamento e alla disintossicazione dalle droghe, nonché ai servizi di riduzione del danno costituiscono gli strumenti più efficaci di lotta contro l'HIV/AIDS,

N. considerando che EuroHIV non dispone di dati nazionali sulla Spagna o l'Italia, benché ambedue i paesi siano considerati da EuroHIV importanti focolai dell'epidemia,

O. considerando che recenti dati confermano che l'estensione delle nuove infezioni da HIV e il numero di persone affette da AIDS varia nei diversi Stati membri e paesi vicini, così come variano i gruppi considerati più vulnerabili,

P.  considerando che le donne rappresentano oggi il 50% delle persone affette da HIV/AIDS a livello mondiale, ma che le loro esigenze speciali per quanto riguarda la salute riproduttiva, in termini di pianificazione familiare, nascite sicure e allattamento dei neonati, sono spesso trascurate; considerando inoltre che, secondo l'UNAIDS, negli ultimi due anni il numero delle donne e delle ragazze che hanno contratto l'infezione da HIV è cresciuto in ogni regione del mondo, con un aumento particolarmente rapido dei tassi di infezione in Europa orientale, Asia e America latina; considerando altresì che, secondo l'OMS, le donne sono probabilmente più esposte degli uomini al rischio di contrarre l'infezione da HIV attraverso rapporti eterosessuali a causa di fattori biologici,

Q. considerando che è in aumento il numero delle donne che vengono infettate per caso dall'HIV nella loro vita privata attraverso rapporti eterosessuali non sicuri e che diventano portatrici del virus, che possono poi trasmettere ai figli; che, per fornire una risposta efficace al problema dell'AIDS, è necessario affrontare i fattori che continuano a costituire un rischio per le donne e che aumentano la loro vulnerabilità, come la violenza nei loro confronti e la tratta delle donne, la povertà e la discriminazione di genere, la promiscuità sessuale o la mancata osservanza di principi etici,  

R.  considerando che l'ultimo Eurobarometro sulla prevenzione dell'AIDS, del febbraio 2006, mostra che il 54% della popolazione dell'UE-25 considera possibile contrarre l'HIV baciando sulla bocca una persona affetta da AIDS o positiva all'HIV, mentre il 42% della popolazione considera possibile il contagio bevendo da un bicchiere utilizzato da una persona malata di AIDS o positiva all'HIV,

S.  considerando che nella dichiarazione di Dublino i rappresentanti governativi dell'Europa e dell'Asia centrale si sono impegnati a promuovere una guida forte e responsabile, a livello di capi di Stato e di governo, al fine di proteggere i cittadini da questa minaccia nei confronti del loro futuro, e a promuovere i diritti dell'uomo, lottare contro l'ostracismo e assicurare l'accesso all'educazione, all'informazione e ai servizi a quanti ne abbiano bisogno, iscrivendo regolarmente la lotta contro l'HIV/AIDS in Europa e in Asia Centrale all'ordine del giorno delle istituzioni e organizzazioni regionali,

T.  considerando che i ministri e i rappresentanti governativi dell'Unione europea e dei paesi vicini hanno ribadito gli impegni assunti nella dichiarazione di Dublino con la dichiarazione di Vilnius; che ambedue le dichiarazioni sottolineano la necessità di mettere in atto misure energiche e di vasta portata per dare seguito alle azioni definite nelle dichiarazioni stesse,

U. considerando che la dichiarazione di Vilnius menziona espressamente il ricorso a strumenti finanziari nazionali, oltre che ai fondi comunitari, inclusi i Fondi strutturali, per l'attuazione delle politiche di lotta contro l'HIV/AIDS,

V. considerando che spesso le ONG dipendono da finanziamenti pubblici, che le procedure di gara per i programmi finanziati dalla Comunità sono generalmente complesse e che l'adesione all'Unione europea spesso comporta la brusca fine del sostegno finanziario fornito alle ONG da fonti internazionali diverse da quelle dell'UE,

W. considerando che l'accesso alle cure e ai medicinali non è lo stesso in tutti gli Stati membri e che in molti di essi, in particolare in quelli di recente adesione, esistono disparità per quanto concerne la disponibilità di finanziamenti e risorse,

X. considerando che, nel corso degli ultimi anni, l'imponente concorrenza dei farmaci generici nel settore dei farmaci antiretrovirali (ARV) di prima linea ha contribuito a ridurre i prezzi di quasi il 99%, portandoli da 10.000 a circa 130 dollari l'anno per paziente, ma che i farmaci di seconda linea, di cui i pazienti hanno bisogno poiché si sviluppano naturalmente resistenze, continuano ad avere un costo elevato, soprattutto a causa dei crescenti ostacoli posti dai brevetti nei principali paesi produttori di farmaci generici,

Y. considerando che non esiste un vaccino contro l'HIV e che le ricerche sui microbicidi e sullo sviluppo di nuovi farmaci innovativi sono tuttora in corso,

Z.  considerando che, cinque anni dopo la dichiarazione di Doha, secondo la quale ogni Stato membro dell'OMC "ha il diritto di concedere licenze obbligatorie e la libertà di determinare le basi su cui tali licenze sono concesse", l'OMS ha avvertito che il 74% dei farmaci per l'AIDS è ancora protetto da un brevetto,

AA.considerando che l'OMS stima che il 10% di tutte le nuove infezioni da HIV a livello mondiale è connesso all'uso di droghe iniettive e che meno del 5%, a livello mondiale, dei consumatori di tali droghe ha accesso ad efficaci programmi di prevenzione dell'HIV e a servizi di cura e di assistenza,

AB.considerando che la tubercolosi (TB) accelera la progressione dall'HIV all'AIDS e che il 90% delle persone positive all'HIV muore di tubercolosi entro pochi mesi dalla comparsa dei sintomi attivi della TB a causa di cure inadeguate, per cui si stima che un terzo delle morti per AIDS siano causate dalla tubercolosi,

1.  accoglie favorevolmente la comunicazione della Commissione sulla lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, e sostiene le azioni e le iniziative in essa proposte;

2.  riafferma il diritto di ogni essere umano all'assistenza sanitaria, alle prestazioni mediche e all'accesso ai farmaci;

3.  chiede alla Commissione di analizzare i più recenti dati disponibili sulle nuove infezioni da HIV, di identificare i paesi e le fasce di popolazione maggiormente colpiti da questa epidemia e di comunicare i risultati delle sue indagini ai rispettivi Stati membri;

4.  invita la Commissione a precisare, in base ai dati nazionali forniti dagli Stati membri, i gruppi più vulnerabili in ciascuna società e ad elaborare un elenco esaustivo di tali gruppi che consenta alla Commissione e agli Stati membri di rivolgersi loro e di raggiungerli efficacemente, tenendo conto delle specificità di ciascun paese, e di fornire loro informazioni su come proteggere se stessi e i propri partner;

5.  è allarmato per il rapido aumento di casi di ceppi di HIV/AIDS con resistenza multifarmacologica e invita la Commissione a mantenere statistiche separate al riguardo e ad individuare e a condividere le migliori prassi per la prevenzione;

6.  sollecita la Commissione a prendere in considerazione misure appropriate per raggiungere le fasce di popolazione migrante e gli immigrati all'interno dell'Unione europea, soprattutto quanti provengono da paesi ad alto tasso d'incidenza, al fine di rallentare la preoccupante tendenza dei nuovi contagi da HIV presso tali gruppi;

7.  insiste sulla necessità che gli Stati membri diano piena attuazione alla direttiva 2002/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 gennaio 2003, che stabilisce norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti e che modifica la direttiva 2001/83/CE[4], in particolare per quanto concerne lo screening sistematico delle donazioni di sangue ai fini dell'individuazione del virus HIV;

8.  sottolinea l'importanza di diffondere dati corretti; osserva che la raccolta dei dati dovrebbe avere carattere riservato ed essere basata su analisi anonime e volontarie; invita gli Stati membri a migliorare la qualità dei rispettivi metodi di analisi e di trasmissione delle informazioni;

9.  osserva che il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (CEPCM) si assumerà la piena responsabilità per la sorveglianza, la raccolta e la pubblicazione dei dati relativi all'HIV/AIDS nel 2008; sollecita la Commissione a prendere misure adeguate per evitare possibili lacune nella pubblicazione dei nuovi dati; invita il CEPCM a tenere presente le sensibilità connesse a questo tema quando pubblica le sue relazioni;

10. invita la Spagna e l'Italia a trasmettere al CEPCM i propri dati nazionali;

11. sollecita la Commissione a ricorrere a tutti gli strumenti disponibili, inclusi quelli della politica di prossimità e della dimensione nordica, per raggiungere i gruppi di popolazione vulnerabili di popolazione nei paesi vicini, con particolare attenzione all'area russa di Kaliningrad;

12. invita la Commissione a mettere a punto programmi basati sulle prove e a promuovere l'attuazione di misure di prevenzione e riduzione del danno, inclusi l'utilizzazione di preservativi, trattamenti di sostituzione delle droghe, accesso a test clinici su base volontaria, scambi di aghi e siringhe puliti, e consultazioni per le persone appartenenti a gruppi ritenuti vulnerabili, affette da AIDS o sieropositive, nonché a promuovere e diffondere le migliori prassi nella prevenzione positiva e a fornire una relazione annuale sull'attuazione di tali misure;

13. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere campagne di comunicazione che informino con chiarezza la popolazione sull'infezione da HIV, sui relativi meccanismi di prevenzione, sui comportamenti a rischio e su quelli che ne favoriscono la prevenzione;

14. invita gli Stati membri e la Commissione, in considerazione del fatto che le donne sieropositive spesso sono state vittime di violenza da parte di un partner maschile e che le donne sono maggiormente esposte al rischio di contagio da HIV, ad adottare le misure volte a combattere la violenza indicate nella risoluzione del Parlamento europeo del 2 febbraio 2006 sulla situazione attuale nella lotta alla violenza contro le donne ed eventuali azioni future[5];

15. accoglie favorevolmente l'iniziativa della Commissione di creare un forum della società civile, e incoraggia tale istituzione a continuare e ad intensificare la sua cooperazione con la società civile nell'ambito di tale forum;

16. incoraggia gli Stati membri ad esaminare le possibilità di creare forum della società civile a livello nazionale, al fine di migliorare la cooperazione tra i governi nazionali, le autorità pubbliche, i servizi sanitari e le ONG locali attive nel campo dell'HIV/AIDS;

17. sottolinea l'importanza delle dichiarazioni di Dublino e di Vilnius, ed esorta la Commissione a dar loro seguito;

18. sottolinea la necessità che la Commissione organizzi i suoi sforzi di lotta contro l'HIV/AIDS nell'ambito delle sue diverse direzioni generali responsabili e migliori le varie procedure e i vari meccanismi amministrativi per fornire le misure più efficaci e coordinate possibile, evitare l'applicazione di due categorie di norme e conseguire le migliori sinergie possibili;

19. incoraggia la Commissione a fornire sostegno politico e assistenza tecnica ai paesi vicini che, confrontati con un problema di salute pubblica, intendano avvalersi delle flessibilità contenute negli Accordi TRIPS;

20. deplora che le attuali norme sul finanziamento delle ONG da parte della Comunità, nonché le norme relative alla partecipazione delle ONG a progetti finanziati da programmi comunitari non siano state armonizzate; chiede alla Commissione di valutare le procedure in vigore al fine di migliorare l'accesso delle ONG a vari tipi di finanziamento comunitario;

21. ribadisce che l'adesione all'Unione europea comporta spesso una brusca fine del sostegno finanziario concesso alle ONG da fonti internazionali diverse da quelle dell'Unione europea; invita quindi la Commissione ad esaminare con urgenza la situazione in Bulgaria e Romania, e a proporre misure volte a colmare la lacuna finanziaria;

22. invita la Commissione a definire chiaramente le norme per il ricorso ai Fondi strutturali e al Fondo sociale per progetti e/o programmi connessi all'HIV/AIDS;

23. incoraggia la Commissione ad utilizzare tutte le possibilità previste dal Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo per continuare a finanziare e ad identificare ulteriori progetti promettenti per quanto riguarda la ricerca sull'HIV/AIDS e la messa a punto di nuovi farmaci antiretrovirali innovativi, di vaccini e di microbicidi; invita la Commissione ad assicurare che detta ricerca sia equilibrata sotto il profilo del genere e includa aspetti quali l'ecologia e la fisiologia vaginale e rettale, e la natura biologica e fisiologica della trasmissione dei virus;

24. accoglie con favore l'intento della Commissione di sviluppare la ricerca e la valutazione di metodi di comportamento preventivi;

25. invita la Commissione e gli Stati membri ad assegnare finanziamenti pubblici maggiori alla ricerca sui farmaci, stabilendo che i beneficiari dei fondi pubblici dedichino una certa parte della loro ricerca a queste malattie;

26. sollecita la Commissione ad assegnare risorse alle misure di prevenzione nel quadro del Programma d'azione in materia di sanità pubblica per lottare contro l'HIV/AIDS;

27. sollecita la Commissione a studiare possibilità e modalità pratiche nonché ad avvalersi dei risultati della ricerca clinica per combattere l'HIV/AIDS nei paesi partner, nei Balcani occidentali e in Asia centrale, seguendo le procedure applicate all'assistenza esterna e rispettando le linee d'azione concordate con i paesi in questione nei corrispondenti documenti di strategia e nei programmi indicativi;

28. ritiene che le cure palliative abbiano un ruolo importante da svolgere nell'assistenza alle persone malate di HIV/AIDS e ne sollecita lo sviluppo e la diffusione in tutta l'Unione europea;

29. chiede alla Commissione di rivolgere particolare attenzione alla promozione di programmi di salute sessuale e riproduttiva per le donne, al fine di contrastare il crescente diffondersi dell'epidemia presso la popolazione femminile;

30. esorta vivamente la Commissione e gli Stati membri a sostenere la ricerca e lo sviluppo di microbicidi e profilattici femminili attraverso opportuni stanziamenti, onde permettere alle donne di proteggere se stesse e il proprio partner maschile dall'HIV/AIDS con o senza l'accordo del partner stesso, dal momento che i preservativi sono tuttora lo strumento di protezione più noto e più ampiamente disponibile contro l'HIV/AIDS e le malattie a trasmissione sessuale, ma che la loro utilizzazione presuppone l'accordo del partner maschile[6];

31. invita gli Stati membri a mettere a punto strategie nazionali intese ad accrescere la capacità di donne e ragazze di proteggersi dal rischio di infezione da HIV;

32. evidenzia la necessità di rafforzare le sinergie tra i programmi di prevenzione dell'HIV/AIDS e i programmi volti a promuovere i diritti sessuali e la salute;

33. invita gli Stati membri ad incoraggiare una partecipazione equilibrata sotto il profilo del genere, sia da parte delle donne che da parte degli uomini, alla lotta contro l'AIDS; sollecita gli Stati membri a rivedere gli organi nazionali di coordinamento sull'AIDS;

34. invita la Commissione e gli Stati membri ad assicurare a tutte le persone colpite dall'infezione, e in particolare alle gestanti, l'accesso ai farmaci anti-HIV, così da ridurre l'incidenza della trasmissione della malattia ai bambini non ancora nati;

35. chiede alla Commissione di mantenere l'assistenza finanziaria e il sostegno generale ai meritori sforzi del Fondo mondiale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria; invita gli Stati membri a fare altrettanto;

36. sottolinea che le infezioni combinate HIV/TB costituiscono la causa di un terzo delle morti di persone positive all'HIV; raccomanda quindi con forza alla Commissione e agli Stati membri di riconoscere questo fatto e di promuovere programmi volti a lottare contro entrambe le infezioni allo stesso tempo; rileva inoltre che sono frequenti le doppie diagnosi di HIV ed epatiti e depressioni, e sollecita l'adozione di iniziative per il trattamento e la cura di tali pazienti;

37. sottolinea l'importanza della responsabilità dei governi nazionali, regionali e locali, dei fornitori di servizi sanitari, dell'industria farmaceutica, delle ONG e della società civile per assicurare il raggiungimento degli obiettivi di copertura universale della prevenzione, delle cure e dell'assistenza;

38. è preoccupato quanto ai costi elevati dei farmaci per l'AIDS nuovi e di seconda linea; chiede che si svolgano discussioni di base sulla legislazione in materia di brevetti; ritiene che piccoli adeguamenti in un prodotto o in una sostanza attiva possano portare soltanto a una proroga proporzionale del brevetto;

39. invita gli Stati membri a promuovere un maggiore utilizzo dei mezzi di comunicazione e dei canali di distribuzione più adeguati per informare maggiormente la popolazione, in particolare gli adolescenti e i giovani, sull'infezione da HIV, sui suoi meccanismi di trasmissione, sul test HIV e sul tipo di comportamento che favorisce la prevenzione;

40. invita la Commissione ad esaminare la possibilità di integrare nel Portale europeo per i giovani una sezione dedicata alla lotta contro l'AIDS, includendo dati relativi alle possibilità di informazione, orientamento e cura in materia di HIV/AIDS disponibili negli Stati membri;

41. invita la Commissione, gli Stati membri, la società civile e il settore privato ad avviare o sostenere programmi e a sviluppare campagne di informazione e di sensibilizzazione per lottare contro l'omofobia, l'ostracismo che colpisce tutte le persone che vivono con l'HIV/AIDS e la discriminazione nei confronti dei gruppi vulnerabili e delle persone contagiate dall'HIV, al fine di smantellare gli ostacoli che rallentano l'efficacia della lotta contro l'HIV/AIDS; sollecita gli Stati membri a vietare le discriminazioni nei confronti delle persone colpite da HIV/AIDS, in particolare nel settore dei servizi (ad esempio, per quanto riguarda l'assicurazione, i servizi bancari e l'assistenza sanitaria);

42. invita la Commissione e gli Stati membri a definire strategie e programmi per l'integrazione sociale delle persone affette da HIV/AIDS e il loro ingresso nel mercato del lavoro;  

43. incoraggia la Commissione e gli Stati membri ad assumere una posizione di guida promuovendo e finanziando a livello europeo, nazionale e locale l'accesso all'educazione in materia di HIV/AIDS, incluse le consulenze su un comportamento sessuale responsabile e la prevenzione e il trattamento delle malattie sessualmente trasmissibili, nonché l'accesso all'informazione, ai test clinici e ai servizi connessi, nel debito rispetto dei principi della confidenzialità e del consenso informato;

44. invita gli Stati membri a promuovere l'istruzione sanitaria nelle scuole, in modo da aumentare la consapevolezza e promuovere un comportamento sessuale sicuro;

45. esorta vivamente gli Stati membri a garantire che tutti i cittadini ricevano un'educazione e informazioni sulla sessualità che pongano tra l'altro in evidenza il rispetto del partner e la responsabilità nei suoi confronti, nonché la parità di diritti per le persone omosessuali, bisessuali e transgender; sottolinea l'importanza di impartire corsi di educazione sessuale nelle scuole;

46. invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare un esame del livello di competenza e conoscenza del personale sanitario di base sulla tematica HIV/AIDS e a predisporre corsi di formazione destinati agli operatori del settore sanitario, in modo da orientare e sensibilizzare i cittadini nel modo adeguato;

47. invita gli Stati membri ad offrire pieno sostegno alle donne e agli uomini che si fanno carico dell'assistenza quotidiana delle persone affette da AIDS e/o che si prendono cura dei loro bambini e dei loro orfani; sottolinea che essi dovrebbero ricevere una formazione per l'assistenza a domicilio ed essere sensibilizzati sulla prevenzione dell'HIV/AIDS e sui benefici che un trattamento e un'assistenza di qualità apportano alle persone affette da AIDS;

48. sollecita la Commissione a valutare la possibilità di costituire partenariati pubblico-privato con i paesi vicini, al fine di promuovere ulteriori metodi di lotta contro l'HIV/AIDS;

49. accoglie favorevolmente l'iniziativa della Presidenza tedesca di organizzare a Brema, dal 12 al 13 marzo 2007, la conferenza "Responsabilità e partenariato - Insieme contro l'HIV/AIDS", nonché il fatto che a Madrid si terrà, dal 24 al 27 ottobre 2007, l'undicesima conferenza europea sull'AIDS;

50. sottolinea il ruolo fondamentale delle comunità, delle organizzazioni basate sulle comunità, delle ONG e delle persone che vivono con l'HIV/AIDS (PLWHA) nella lotta contro l'HIV/AIDS;

51. propone la creazione di una "stanza di compensazione" a livello dell'Unione europea, finalizzata a raccogliere e ad analizzare le migliori prassi di tutte le istituzioni e organizzazioni attive nella lotta contro l'HIV/AIDS; ritiene che un tale meccanismo contribuirebbe a identificare le carenze a livello delle azioni esistenti e a formulare nuove strategie;

52. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, all'OMS - Europa e ai governi degli Stati membri.

  • [1]  Testi approvati, P6_TA(2006)0321.
  • [2]  Testi approvati, P6_TA(2006)0526.
  • [3]  HIV/AIDS in Europa, Consiglio d'Europa, commissione per gli affari sociali, la salute e la famiglia, relatrice: Christine McCafferty, doc. 11033, 27 settembre 2006.
  • [4]  GU L 33 dell'8.2.2003, pag. 30.
  • [5]  Testi approvati, P6_TA(2006)0038.
  • [6]  Cfr. la relazione congiunta pubblicata nel 2004 da UNAIDS/UNFPA/UNIFEMM sul tema donne e HIV/AIDS, "Women and HIV/AIDS: Confronting the Crisis", pag. 45.

MOTIVAZIONE

Introduzione

Le recenti tendenze mostrano chiaramente che il numero di persone positive all'HIV (Virus dell'immunodeficienza umana), comprese le persone colpite dall'AIDS (Sindrome da immunodeficienza acquisita) o che muoiono per malattie connesse all'AIDS, è in costante crescita. Ogni anno nell'Unione europea e nei paesi limitrofi aumenta il numero delle donne e dei giovani che contraggono l'HIV. I comportamenti a rischio, come i rapporti sessuali non protetti e l'uso di droghe iniettive, rimangono il principale veicolo di diffusione del virus. Studi recenti rivelano, in modo preoccupante, che le popolazioni immigrate e migranti sono divenute uno dei gruppi di popolazione maggiormente a rischio. Altri gruppi particolarmente vulnerabili sono i lavoratori del sesso e gli omosessuali.

I primi casi di positività al virus HIV sono stati diagnosticati nel 1981 negli Stati Uniti, quando i medici hanno assistito a un'insolita concentrazione di decessi di giovani omosessuali a causa di rare forme di cancro, di solito circoscritte a pazienti più anziani. Monitorando attentamente l'evoluzione della nuova malattia, che all'epoca si credeva colpisse solo gli omosessuali, gli scienziati hanno subito realizzato di avere a che fare con un nuovo tipo di infezione virale, che poteva colpire tutti. Fino a oggi, la messa a punto di una terapia da applicare a questo nuovo quadro sintomatologico si è rivelata un'impresa molto impegnativa, a causa della natura retrovirale della malattia.

L'introduzione dei farmaci antiretrovitali (ARV) alla fine degli anni '80 e le diverse campagne di sensibilizzazione si sono rivelate essenziali per rallentare il diffondersi dell'epidemia nell'Europa occidentale e negli Stati Uniti. Negli ultimi anni, però, il numero dei nuovi casi di positività all'HIV è nuovamente aumentato. La nuova ondata di contagi colpisce prevalentemente le donne, i consumatori di droghe iniettabili e i giovani. Dal momento che l'AIDS non è più considerato, come in passato, una condanna a morte, molte persone assumono comportamenti a rischio, trascurando il pericolo del contagio.

Grazie all'evoluzione dei nuovi farmaci ARV aumenta il numero delle persone che convivono con HIV/AIDS. Ciò impone un enorme sforzo alle attuali infrastrutture sanitarie e introduce una serie di preoccupazioni logistiche totalmente nuove in termini di risorse. Nell'Europa occidentale (UE a 15), l'accesso alle terapie antiretrovirali è abbastanza buono. Nei nuovi Stati membri, però, la situazione è completamente diversa. Dal loro ingresso nell'Unione, i nuovi Stati membri sono obbligati a pagare i farmaci antiretrovirali in base ai prezzi dell'Europa occidentale, affrontando enormi difficoltà nel finanziare l'accesso generalizzato ai farmaci ARV a favore di tutti coloro che ne hanno bisogno.

Quest'anno ricorre il 25° anniversario della scoperta della sindrome che è stata poi chiamata AIDS. Nel corso di questi anni sono stati acquisiti molti importanti risultati e si sono compiuti numerosi passi in avanti. Ma tuttora la realtà di fondo rimane la stessa: non esiste un vaccino contro l'HIV e non vi sono rimedi alle malattie che insorgono a causa dell'AIDS. Per cambiare la situazione dobbiamo intensificare i nostri sforzi comuni per trovare un rimedio a questa epidemia. C'è anche un'altra realtà che è rimasta immutata fin dalla comparsa dei primissimi casi: le persone affette da HIV/AIDS sono ancora vittime di molti pregiudizi e discriminazioni, forse anche per il fatto che i gruppi più vulnerabili già appartengono alle popolazioni socialmente emarginate.

Il parere del relatore

Il relatore esprime la propria soddisfazione per la "dichiarazione di Dublino" e la "dichiarazione di Vilnius", sottolineandone l'importanza. Inoltre, invita la Commissione e gli Stati membri a mantenere le loro promesse in merito a un approfondito follow up degli impegni assunti in tale ambito. Accoglie altresì con favore la comunicazione della Commissione sulla lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini. Considerando che i paesi dell'Europa orientale hanno a che fare con percentuali elevate riguardo ai nuovi casi di HIV, il relatore è particolarmente lieto che la Commissione abbia suggerito un approccio così ampio e abbia incluso i paesi vicini nella sfera d'applicazione della comunicazione, riconoscendo in tal modo che HIV e AIDS non conoscono confini e possono essere contrastati solo grazie a un approccio integrato e globale che affronti varie questioni di ordine politico, sociale, istituzionale ed economico. Il relatore è fermamente convinto che questa malattia possa essere affrontata e contrastata soltanto se tutti gli attori e le istituzioni responsabili, compresa la società civile e le aziende private, collaborano insieme per raggiungere tale obiettivo comune, ottimizzando tutti gli sforzi di diversa natura, favorendo le sinergie e consentendo un impegno maggiore, coordinato e integrato nella lotta contro HIV/AIDS.

Suggerimenti e raccomandazioni

Il relatore sottolinea l'esigenza di una campagna globale di sensibilizzazione per l'Unione europea. Lo scorso anno la Commissione ha avviato la campagna "AIDS. . . Remember me?" (AIDS…Ti ricordi di me?"). Il relatore è certo che gli Stati membri dovrebbero proseguire tale campagna avviando campagne di sensibilizzazione a livello nazionale indirizzate a quei gruppi considerati i più vulnerabili nella realtà dei diversi paesi. Inoltre, egli suggerisce di intraprendere ulteriori azioni globali e coordinate al fine di combattere stigmatizzazione e discriminazione.

Per quanto concerne i paesi vicini, il relatore raccomanda di ottimizzare l'uso delle strutture esistenti per agevolare un approccio coordinato nella lotta contro l'HIV/AIDS, compresi i finanziamenti destinati alla cooperazione transfrontaliera. Quale ulteriore sostegno ai paesi vicini nell'affrontare e combattere l'epidemia, il relatore suggerisce di analizzare le possibilità offerte nell'ambito dei partenariati pubblico-privati, per aiutare e sensibilizzare i gruppi di popolazione più vulnerabili.

Inoltre, il relatore intende porre l'accento sulle importanti attività che le varie organizzazioni non governative stanno svolgendo all'interno dell'UE. Egli manifesta la propria preoccupazione per la grave mancanza di finanziamenti a favore di tali organizzazioni in alcuni degli Stati che hanno aderito all'Unione europea nel 2004 e raccomanda vivamente di riconsiderare i meccanismi che regolano il finanziamento di progetti e programmi da parte della Commissione. All'interno dell'Unione europea e nei paesi vicini, le organizzazioni non governative locali e nazionali svolgono importantissime attività preparatorie nella lotta contro l'epidemia. È pertanto fondamentale garantire che tali organizzazioni ricevano costanti finanziamenti anche in futuro. Il relatore tiene anche a sottolineare che, una volta entrate a far parte dell'Unione europea nel 2007, Romania e Bulgaria saranno molto probabilmente chiamate ad affrontare problematiche simili.

Per quanto concerne i diversi sistemi sanitari nazionali, il relatore intende invitare la Commissione e gli Stati membri a valutare misure di assistenza a quei sistemi sanitari che sono in difficoltà riguardo all'accesso universale alle costose terapie ARV. Al fine di alleggerire la pressione sui sistemi sanitari, in special modo nei paesi vicini, sarebbe importante sviluppare nuove modalità di collaborazione con, ad esempio, l'industria farmaceutica e altre aziende private, in forma di partenariati pubblico-privati.

La "dichiarazione di Vilnius" suggerisce esplicitamente di ricorrere ai Fondi strutturali e ad altri fondi comunitari per combattere l'epidemia. Sarebbe importante sfruttare appieno i Fondi strutturali e avviare immediatamente un'analisi in merito a tutte le opportunità che tale strumento e gli altri strumenti comunitari possono offrire.

PARERE della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (28.2.2007)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sulla lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, 2006-2009
(2006/2232(INI))

Relatore per parere: Michael Cashman

SUGGERIMENTI

La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che i recenti progressi nel trattamento dell'HIV/AIDS, unitamente a un calo dei finanziamenti per la prevenzione, hanno contribuito a un aumento dei comportamenti a rischio e di conseguenza a un numero crescente di nuove infezioni da HIV; che secondo EuroHIV, nel 2005 sono stati registrati nell'Unione europea 23.620 nuovi casi diagnosticati di infezione da HIV e che il tasso dei nuovi casi diagnosticati di infezione da HIV registrati è quasi raddoppiato dal 1998,

B.  considerando che nonostante l'aumento delle infezioni da HIV, il calo costante del numero di casi di AIDS diagnosticati negli ultimi anni è continuato nel 2005, con meno della metà dei casi diagnosticati nel 2005 rispetto al 1998,

C. considerando che, secondo l'UNAIDS, più di 39,5 milioni di persone convivono con il virus dell'HIV e che i nuovi casi di infezione sono stati 4,3 milioni nel solo 2006; considerando che il 95% della popolazione colpita vive nei paesi in via di sviluppo e che, di essa, 28 milioni vivono nell'Africa subsahariana; considerando che nei paesi in via di sviluppo solo l'1% delle persone che hanno contratto l'infezione riceve il trattamento di cui necessita (farmaci retrovirali),

D. considerando che un'elevata percentuale di infezioni da HIV rimane non diagnosticata – nel Regno Unito, ad esempio, si stima che un terzo delle persone affette da HIV non conosce il suo stato sierologico e con ogni probabilità lo scoprirà solamente una volta colpito da malattie connesse con l'HIV/AIDS[1],

E.  considerando come sia cosa ampiamente noto che l'accesso alle cure e ai medicinali non è lo stesso in tutti gli Stati membri e che in molti Stati membri, in particolare quelli di recente adesione, esistono disparità per quanto concerne la disponibilità di finanziamenti e risorse,

F.  considerando che le persone che vivono con l'HIV/AIDS sono vittime di vari pregiudizi e discriminazioni nella loro vita privata o professionale,

G. considerando che, secondo l'Eurobarometro 2006 sulla prevenzione dell'AIDS, il 54% della popolazione nell'UE a 25 ritiene o è convinta che l'AIDS possa essere contratto baciando sulla bocca una persona che ha l'AIDS o che risulta positiva all'HIV e il 42% ritiene o è convinto che sia possibile infettarsi bevendo da un bicchiere che è appena stato utilizzato da qualcuno che è affetto da AIDS o risulta positivo all'HIV,

1.  esorta gli Stati membri che non procedono alla raccolta di dati nazionali relativamente all'HIV/AIDS a mettere a punto un efficace sistema di segnalazione dei casi di HIV/AIDS;

2.  invita gli Stati membri a prevedere un accesso diffuso e gratuito ai test relativi all'HIV e a diffondere informazioni, anche attraverso internet, soprattutto ai gruppi ad alto rischio e ai giovani, in merito ai test volontari e ai servizi di consulenza;

3.  esorta vivamente gli Stati membri a garantire che tutti i cittadini ricevano un'educazione e informazioni sulla sessualità che pongano tra l'altro in evidenza il rispetto del proprio partner e la responsabilità nei suoi confronti nonché la parità di diritti per le persone omosessuali, bisessuali e transessuali; sottolinea l'importanza di fornire corsi di educazione sessuale nelle scuole;

4.  esorta gli Stati membri a facilitare l'accesso ai metodi di prevenzione primaria al più basso costo possibile, ad esempio l'accesso ai preservativi maschili e femminili e ai dispositivi sicuri per le iniezioni;

5.  sottolinea il diritto universale di tutti gli esseri umani ad avere eguale accesso all'assistenza e alle cure mediche nonché ai medicinali;

6.  esorta vivamente la Commissione e gli Stati membri a sostenere la ricerca e lo sviluppo di microbicidi e profilattici femminili attraverso opportuni stanziamenti, onde permettere alle donne di proteggere se stesse e i propri partner maschili dal rischio dell'HIV/AIDS con o senza l'accordo del partner stesso, dal momento che i preservativi sono tuttora lo strumento di protezione più noto ed efficace contro l'HIV/AIDS e le malattie a trasmissione sessuale, ma che la loro utilizzazione presuppone l'accordo del partner maschile[2];

7.  accoglie con favore la determinazione della Commissione a far fronte ai bisogni e ai requisiti speciali della popolazione migrante per quanto riguarda l'accesso non discriminatorio all'informazione e alla prevenzione, al trattamento, all'assistenza e al sostegno;

8.  invita la Commissione e gli Stati membri ad avviare azioni e promuovere la consapevolezza in relazione alla tratta di donne che sono spesso vittime della povertà e della discriminazione e che possono diventare oggetto di abusi sessuali il che aumenta la loro esposizione all'HIV/AIDS;

9.  incoraggia gli Stati membri a sviluppare ulteriormente le campagne d'informazione e sensibilizzazione per migliorare l'immagine pubblica dell'HIV/AIDS e impedire le discriminazioni nei confronti delle persone affette da tali patologie; sollecita gli Stati membri a vietare le discriminazioni nei confronti delle persone colpite da HIV/AIDS, in particolare nel settore dei servizi (ad esempio, per quanto riguarda l'assicurazione, i servizi bancari e l'assistenza sanitaria);

10. invita la Commissione e gli Stati membri a destinare maggiori fondi pubblici alla ricerca sull'HIV onde sviluppare nuovi farmaci e vaccini;

11. invita la Commissione e gli Stati membri a definire strategie e programmi per l'integrazione sociale delle persone affette da HIV/AIDS e il loro ingresso nel mercato del lavoro;

12. esorta gli Stati membri a includere le persone affette da HIV/AIDS, dal momento della diagnosi, nella loro definizione di disabilità affinché siano coperte dalla direttiva del Consiglio 2000/78/CE del 27 novembre 2000 che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro[3] e in tal modo siano tutelate da discriminazioni sul posto di lavoro a causa del loro stato di infezione da HIV/AIDS e venga loro fornita una sistemazione adeguata sul posto di lavoro;

13. sollecita gli Stati membri a promuovere a livello internazionale l'abolizione delle restrizioni di viaggio e di residenza per le persone affette da HIV/AIDS in quanto costituiscono una discriminazione;

14. esorta gli Stati membri ad attuare pienamente la direttiva 2002/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 gennaio 2003 che stabilisce norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti e che modifica la direttiva 2001/83/CE, in particolare per quanto riguarda lo screening sistematico per l'HIV nelle donazioni di sangue; esorta gli Stati membri e i paesi limitrofi a non effettuare discriminazioni nei confronti degli omosessuali, delle lesbiche e dei bisessuali proibendo loro di donare il sangue.

PROCEDURA

Titolo

Lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, 2006-2009

Riferimenti

2006/2232(INI)

Commissione competente per il merito

ENVI

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

LIBE
28.9.2006

Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula

 

Relatore per parere
  Nomina

Michael Cashman
19.12.2006

Relatore per parere sostituito

 

Esame in commissione

1.2.2007

 

 

 

 

Approvazione

28.2.2007

Esito della votazione finale

+ :
– :
0 :

46
0
0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Alexander Alvaro, Edit Bauer, Philip Bradbourn, Mihael Brejc, Giuseppe Castiglione, Giusto Catania, Mladen Petrov Chervenyakov, Carlos Coelho, Fausto Correia, Panayiotis Demetriou, Agustín Díaz de Mera García Consuegra, Bárbara Dührkop Dührkop, Kinga Gál, Patrick Gaubert, Roland Gewalt, Lilli Gruber, Jeanine Hennis-Plasschaert, Lívia Járóka, Magda Kósáné Kovács, Barbara Kudrycka, Henrik Lax, Sarah Ludford, Edith Mastenbroek, Claude Moraes, Javier Moreno Sánchez, Martine Roure, Luciana Sbarbati, Inger Segelström, Søren Bo Søndergaard, Manfred Weber, Tatjana Ždanoka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Simon Busuttil, Marco Cappato, Charlotte Cederschiöld, Gérard Deprez, Giorgos Dimitrakopoulos, Genowefa Grabowska, Sophia in 't Veld, Ona Juknevičienė, Sylvia-Yvonne Kaufmann, Tchetin Kazak, Marian-Jean Marinescu, Hubert Pirker, Marie-Line Reynaud, Luca Romagnoli, Eva-Britt Svensson

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

 

  • [1]  HIV/AIDS in Europa, Consiglio d'Europa, commissione per gli affari sociali, la salute e la famiglia, relatrice: Christine McCafferty, doc. 11033, 27 settembre 2006.
  • [2]  Cfr. la relazione congiunta pubblicata nel 2004 da UNAIDS/UNFPA/UNIFEMM sul tema donne e HIV/AIDS, "Women and HIV/AIDS: Confronting the Crisis", pag. 45.
  • [3]  Articolo 5 della direttiva del Consiglio 2000/78/CE.

PARERE della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (29.11.2006)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sulla lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, 2006-2009
(2006/2232(INI))

Relatrice per parere: Zita Gurmai

SUGGERIMENTI

La commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che oggigiorno quasi la metà degli adulti che convivono con l'HIV/AIDS sono donne, che secondo l'UNAIDS (il programma delle Nazioni Unite che si occupa dell'HIV e dell'AIDS) il numero di donne e ragazze che hanno contratto l'infezione da HIV è cresciuto negli ultimi due anni in ogni regione del mondo, con un aumento particolarmente rapido dei tassi di infezione in Europa orientale, Asia e America latina, e che, secondo l'OMS, le donne sono probabilmente più esposte degli uomini al rischio di contrarre l'infezione da HIV attraverso rapporti eterosessuali a causa di fattori biologici,

B.  considerando che in molti paesi i modelli epidemiologici stanno mutando, che i casi di trasmissione per via sessuale dell'HIV rappresentano una percentuale crescente dei nuovi casi diagnosticati e che è in aumento il numero di donne che contraggono involontariamente l'HIV nella loro vita privata divenendo portatrici del virus, che possono poi trasmettere ai figli,

C. considerando che, per fornire una risposta efficace al problema dell'AIDS, è necessario affrontare i fattori che continuano a costituire un rischio per le donne e che aumentano la loro vulnerabilità, come la violenza nei loro confronti e la tratta delle donne, la povertà e la discriminazione di genere, la promiscuità sessuale o la mancata osservanza di principi etici,

1.  osserva che nel 2005 si sono registrati nel mondo circa cinque milioni di nuovi casi di infezione e che, nello stesso anno, le persone decedute per malattie legate all'AIDS sono state tre milioni, di cui più di mezzo milione di bambini (570 000)[1], e chiede di conseguenza alle istituzioni, ai governi e agli altri organismi competenti di compiere uno sforzo concertato per garantire non solo che i bambini, gli adolescenti e i giovani vengano inclusi nelle strategie di lotta contro l'HIV/AIDS ma che ne costituiscano i destinatari principali,

2.  accoglie con favore la volontà della Commissione di coinvolgere attivamente la società civile nell'elaborazione, nell'attuazione e nel controllo delle politiche; ritiene che il coinvolgimento specifico delle persone sieropositive e delle loro organizzazioni sia un elemento importante ai fini della realizzazione e della credibilità delle azioni di lotta contro l'HIV/AIDS a livello nazionale ed europeo;

3.  osserva che l'utilizzo di preservativi riduce il rischio di trasmissione dell'HIV attraverso rapporti sessuali, ma segnala che, secondo una serie di studi, i clienti del sesso a pagamento preferiscono comprare prestazioni sessuali senza l'uso di preservativi e che, pertanto, tutte le forme di prostituzione comportano un rischio di contagio più elevato; ritiene che la legalizzazione della prostituzione conduca a un aumento generale del commercio sessuale, sia legale che illegale, con la conseguenza di un aumento del rischio di contagio; ritiene che la legalizzazione della prostituzione non si traduca nemmeno in sesso più sicuro, perché di fatto risulta molto difficile controllare l'utilizzo di preservativi persino nelle case del sesso legali; richiama inoltre l'attenzione sul fatto che i controlli sanitari regolamentati riguardano unicamente la parte che vende prestazioni sessuali, non i clienti;

4.  esorta gli Stati membri e la Commissione, in considerazione del fatto che le donne sieropositive spesso sono state vittime di violenza da parte di un partner maschile e che le donne sono maggiormente esposte al rischio di contagio da HIV, ad adottare le misure volte a combattere la violenza indicate nella risoluzione del Parlamento europeo del 2 febbraio 2006 sulla situazione attuale nella lotta alla violenza contro le donne ed eventuali azioni future[2],

5.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la raccolta, in maniera appropriata e tempestiva, di dati di controllo ripartiti per genere e per età, al fine di sostenere e portare avanti campagne di lotta contro la droga e di promozione della salute più innovative e mirate, per prevenire e controllare l'epidemia di HIV nell'Unione europea e nei paesi limitrofi;

6.  invita la Commissione, gli Stati membri e tutte le parti interessate, comprese le organizzazioni non governative e la società civile, a contribuire a combattere la stigmatizzazione e la discriminazione di quanti in Europa sono affetti da HIV/AIDS;

7.  sollecita la Commissione a studiare possibilità e modalità pratiche nonché ad avvalersi dei risultati della ricerca clinica per combattere l'HIV/AIDS nei paesi partner, nei Balcani occidentali e in Asia centrale, seguendo le procedure applicate all'assistenza esterna e rispettando le linee d'azione concordate con i paesi in questione nei corrispondenti documenti di strategia e nei programmi indicativi;

8.  invita la Commissione a continuare a considerare la ricerca sull'HIV/AIDS una priorità nell'ambito del Settimo programma quadro;

9.  invita la Commissione a sostenere e a sviluppare, in collaborazione con i servizi sanitari nazionali e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, sistemi di monitoraggio, di segnalazione precoce e di sensibilizzazione del pubblico per quanto concerne l'HIV/AIDS, in Europa e nei paesi partner;

10. attira l'attenzione degli Stati membri sulla necessità di intensificare le campagne informative e di destinare maggiori risorse alla lotta contro il virus dell'HIV/AIDS tra le persone della fascia d'età compresa tra i 15 e i 25 anni nell'Unione europea, dal momento che le statistiche pubblicate dall'UNAIDS nel 2004 evidenziano un aumento allarmante dell'incidenza della patologia in questa fascia d'età;  

11. invita gli Stati membri ad organizzare campagne specifiche destinate alle donne e a fornire, potenziandolo, un accesso universale alle informazioni e ai servizi in materia di salute sessuale e riproduttiva, ai medicinali per il trattamento dell'HIV per le gestanti, al fine di prevenire il rischio di trasmissione dell'infezione da madre a figlio, e alle terapie retrovirali; sottolinea inoltre che la salute sessuale e riproduttiva e i diritti ad essa connessi vanno garantiti quale strategia prioritaria per realizzare la parità di genere e l'autonomia ed assunzione di responsabilità da parte delle donne;

12. invita gli Stati membri ad investire, con la partecipazione del settore privato, nello sviluppo di strumenti terapeutici e diagnostici finanziariamente abbordabili e di agevole uso al fine di ampliare l'accesso al trattamento;

13. invita gli Stati membri e i servizi sanitari ad adottare misure d'igiene e d'informazione del personale sanitario, che è costituito per la maggior parte da donne, al fine di prevenire la trasmissione del virus HIV/AIDS durante le trasfusioni sanguigne, nel corso di interventi chirurgici e durante la prestazione di cure ai pazienti;

14. evidenzia la necessità di rafforzare le sinergie tra i programmi di prevenzione dell'HIV/AIDS e i programmi volti a promuovere i diritti sessuali e la salute;

15. invita la Commissione, nel quadro dei nuovi strumenti finanziari esterni, a stanziare fondi sufficienti per l'attuazione della sua politica in materia di diritti sessuali e riproduttivi in generale e di lotta all'HIV/AIDS in particolare;

16. invita gli Stati membri e la Commissione ad adattare i programmi di prevenzione e trattamento alle esigenze di quanti sono affetti dall'HIV/AIDS, in particolare nel caso delle persone che, a causa del loro status linguistico, culturale e di residenza, potrebbero avere maggiori difficoltà ad ottenere l'accesso ai servizi sanitari;

17. invita gli Stati membri a promuovere un maggiore utilizzo dei mezzi di comunicazione e dei canali di distribuzione più adeguati per informare maggiormente la popolazione, in particolare gli adolescenti e i giovani, sull'infezione da HIV, sui suoi meccanismi di trasmissione, sul test HIV e sul tipo di comportamento che favorisce la prevenzione;

18. chiede che la Commissione esamini la possibilità di integrare nel Portale europeo per i giovani una sezione dedicata alla lotta contro l'AIDS, includendo tra l'altro dati relativi alle possibilità di informazione, orientamento e cura in materia di HIV/AIDS disponibili negli Stati membri;

19. invita l'Unione europea e gli Stati membri, vista la femminilizzazione dell'HIV/AIDS, a continuare ad investire nello sviluppo di microbicidi per consentire alle donne di proteggersi dall'HIV/AIDS;

20. sollecita gli Stati membri a garantire un accesso universale all'istruzione, a prevedere una formazione che fornisca i presupposti necessari alla crescita personale - inclusi principi etici e le capacità richieste ai fini della convivenza sociale -, nonché corsi che preparino ad affrontare la vita e corsi di educazione sessuale che comprendano la responsabilità e il rispetto del proprio partner; invita inoltre gli Stati membri ad adottare misure per aumentare la sicurezza nelle scuole per tutti i bambini e migliorare la protezione contro la violenza, gli abusi sessuali, gli stupri, i pericoli della promiscuità sessuale, le gravidanze indesiderate e le malattie trasmesse per via sessuale, incluso l'HIV, nel quadro di una collaborazione quanto più stretta possibile con le scuole, con altri canali educativi, con i servizi sociali e con i servizi impegnati nella lotta alla delinquenza giovanile;

21. invita gli Stati membri ad incoraggiare, mediante politiche e programmi, la promozione dell'integrazione sociale e l'ingresso nel mercato del lavoro di quanto sono affetti da HIV/AIDS;

22. invita la Commissione a mantenere l'impegno di aumentare i finanziamenti a favore della ricerca sull'HIV/AIDS e ad assicurare che quest'ultima tenga conto del genere in modo equilibrato e includa aspetti quali l'ecologia e la fisiologia vaginale e rettale e la natura biologica e fisiologica della trasmissione dei virus;

23. invita gli Stati membri a incoraggiare una partecipazione di genere equilibrata, sia da parte delle donne che da parte degli uomini, alla lotta contro l'AIDS; esorta altresì gli Stati membri a rivedere gli attuali organi nazionali di coordinamento sull'AIDS e a garantire che in essi vi sia rappresentata significativamente la competenza nelle questioni di genere, da parte delle donne e da parte degli uomini;

24. plaude al fatto che dal 24 al 27 ottobre 2007 Madrid ospiterà la XI Conferenza europea sull'AIDS e auspica che in tale occasione soprattutto i giovani ricercatori saranno invitati a presentare progetti di ricerca su questa malattia;

25. invita gli Stati membri a offrire pieno sostegno alle donne e agli uomini che si fanno carico dell'assistenza quotidiana delle persone affette da AIDS e/o si prendono cura dei loro bambini e dei loro orfani; ritiene che essi debbano beneficiare di una formazione per l'assistenza a domicilio ed essere sensibilizzati sulla prevenzione della trasmissione dell'HIV/AIDS e sui benefici che un trattamento e un'assistenza di qualità apportano alle persone affette da AIDS;

26. invita la Commissione e gli Stati membri ad assicurare a tutte le persone colpite, e in particolare alle gestanti, l'accesso ai medicinali per il trattamento dell'HIV nel quadro dei programmi di aiuto allo sviluppo, così da ridurre la trasmissione della malattia ai bambini non ancora nati;

27. invita gli Stati membri ad istituire centri di consulenza e prevenzione volontari, eventualmente presso i centri di assistenza prenatale, come punto di partenza di tutti gli sforzi volti a ridurre l'impatto dell'HIV/AIDS e delle infezioni sessualmente trasmissibili sulla gravidanza, sia in termini di prevenzione primaria delle infezioni che di assistenza alla gestante e al suo bambino; ritiene che tali servizi debbano comprendere l'accesso all'aborto in condizioni di sicurezza e la consulenza, di modo che le donne possano prendere decisioni e dare il proprio consenso con cognizione di causa;

28. invita gli Stati membri e i dirigenti del settore privato a elaborare, mettere in atto e far rispettare rigorosamente norme volte a proibire la discriminazione contro i lavoratori sieropositivi o contro quelli che hanno familiari sieropositivi, nonché a organizzare campagne di sensibilizzazione sull'HIV/AIDS destinate ai lavoratori.

PROCEDURA

Titolo

Lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, 2006-2009

Riferimenti

2006/2232(INI)

Commissione competente per il merito

ENVI

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

FEMM
28.9.2006

Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula

 

Relatore per parere
  Nomina

Zita Gurmai
24.1.2006

Relatore per parere sostituito

 

Esame in commissione

4.10.2006

23.11.2006

 

 

 

Approvazione

23.11.2006

Esito della votazione finale

+ :
– :
0 :

19
0
0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Edit Bauer, Hiltrud Breyer, Věra Flasarová, Lissy Gröner, Zita Gurmai, Esther Herranz García, Lívia Járóka, Pia Elda Locatelli, Angelika Niebler, Marie Panayotopoulos-Cassiotou, Christa Prets, Eva-Britt Svensson, Britta Thomsen

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Anna Hedh, Mary Honeyball, Sophia in 't Veld, Zita Pleštinská, Heide Rühle, Bernadette Vergnaud

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

...

  • [1]  amfAR (The Foundation for AIDS Research) "Gender-Based Violence and HIV among Women: Assessing the Evidence," Issue Brief n. 3, giugno 2005
    "Women and HIV/AIDS: Confronting the Crisis", Relazione congiunta di UNAIDS/UNFPA/UNIFEM 2004: 45
  • [2]  Testi approvati, P6_TA(2006)0038.

PROCEDURA

Titolo

Lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini, 2006-2009

Numero di procedura

2006/2232(INI)

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula dell'autorizzazione

ENVI
28.9.2006

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

FEMM
28.9.2006

LIBE
28.9.2006

ITRE
28.9.2006

AFET
28.9.2006

 

Pareri non espressi
  Decisione

ITRE
20.2.2006

AFET
13.9.2006

 

 

 

Cooperazione rafforzata
  Annuncio in Aula

 

 

 

 

 

Relatore
  Nomina

Georgs Andrejevs
11.5.2006

 

Relatore sostituito

 

 

Esame in commissione

30.1.2007

21.3.2007

 

 

 

Approvazione

21.3.2007

Esito della votazione finale

+ :
– :
0 :

44
2
0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Adamos Adamou, Georgs Andrejevs, Liam Aylward, Pilar Ayuso, Johannes Blokland, John Bowis, Frieda Brepoels, Dorette Corbey, Chris Davies, Avril Doyle, Mojca Drčar Murko, Edite Estrela, Matthias Groote, Françoise Grossetête, Satu Hassi, Gyula Hegyi, Caroline Jackson, Dan Jørgensen, Eija-Riitta Korhola, Holger Krahmer, Aldis Kušķis, Peter Liese, Jules Maaten, Linda McAvan, Marios Matsakis, Alexandru-Ioan Morţun, Riitta Myller, Miroslav Ouzký, Antonyia Parvanova, Frédérique Ries, Guido Sacconi, Richard Seeber, Kathy Sinnott, Bogusław Sonik, María Sornosa Martínez, Antonios Trakatellis, Evangelia Tzampazi, Thomas Ulmer, Marcello Vernola, Anja Weisgerber, Glenis Willmott

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Alfonso Andria, Giovanni Berlinguer, Iles Braghetto, Radu Ţîrle

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Radu Podgorean

Deposito

29.3.2007

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

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