RELAZIONE sul contributo della futura politica regionale alla capacità di innovazione dell'Unione europea

30.3.2007 - (2006/2104(INI))

Commissione per lo sviluppo regionale
Relatore: Mieczysław Edmund Janowski

Procedura : 2006/2104(INI)
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A6-0096/2007
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A6-0096/2007
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul contributo della futura politica regionale alla capacità di innovazione dell'Unione europea

(2006/2104(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visti gli articoli 2, 3, 158, 159 e 160 del trattato che istituisce la Comunità europea,

–   visti il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione[1] e il relativo corrigendum[2],

–   visto il regolamento (CE) n. 1084/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, che istituisce un Fondo di coesione[3],

–   visto il regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale[4],

–   visto il regolamento (CE) n. 1081   /2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo al Fondo sociale europeo[5],

–   visto il regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo a un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT)[6],

–   vista la decisione del Consiglio 2006/702/CE, del 6 ottobre 2006, sugli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione[7],

–   vista la decisione n. 1982/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente il settimo programma quadro della Comunità europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007-2013)[8],

–   vista la decisione n. 1639/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 2006, che istituisce un programma quadro per la competitività e l'innovazione (2007-2013)[9],

–   vista la sua risoluzione del 10 marzo 2005 su scienza e tecnologia - Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione[10],

–   vista la comunicazione della Commissione intitolata "Politica di coesione a sostegno della crescita e dell'occupazione: linee guida della strategia comunitaria per il periodo 2007-2013" (COM(2005)0299),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "Mettere in pratica la conoscenza: un'ampia strategia dell'innovazione per l'UE" (COM(2006)0502),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "Potenziare la ricerca e l'innovazione - investire per la crescita e l'occupazione: una strategia comune " (COM(2005)0488),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo intitolata "La politica di coesione e le città: il contributo delle città e degli agglomerati urbani alla crescita e all'occupazione all'interno delle regioni" (COM(2006)0385),

–   vista la comunicazione della Commissione intitolata "Terza relazione intermedia sulla coesione: "Verso un nuovo partenariato per la crescita, l'occupazione e la coesione" (COM(2005)0192),

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000,

–   vista la Carta europea delle piccole imprese approvata dal Consiglio europeo di Feira del 19-20 giugno 2000,

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio europeo di primavera del 2006 intitolata "È ora di cambiare marcia" (COM(2006)0030),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio europeo (riunione informale a Lahti, Finlandia, 20 ottobre 2006) intitolata "Un'Europa moderna e favorevole all'innovazione" (COM(2006)0589),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio europeo intitolata "Nuove tappe verso la creazione dell'Istituto europeo di tecnologia" (COM(2006)0276),

–   vista la comunicazione della Commissione intitolata "Regioni per il cambiamento economico" (COM(2006)0675),

–   viste la relazione, destinata alla Commissione, del gruppo di esperti indipendenti sulla ricerca e lo sviluppo guidato da Esko Aho "Creare un'Europa innovativa " (gennaio 2006), la relazione finale del Comitato consultivo europeo per la ricerca (ERAB - European Research Advisory Board) "Stimolare le potenzialità regionali per la ricerca e l'innovazione" (novembre 2005) e la relazione della Commissione "Strategie e azioni innovative: i risultati di 15 anni di esperienze regionali (ottobre 2005),

–   vista la relazione intermedia sull'innovazione europea 2006 (TrendChart),

–   visti le posizioni e i pareri del Comitato delle regioni,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per lo sviluppo regionale e il parere della commissione per i bilanci (A6-0096/2007),

A. considerando che, oltre a coprire l'approvazione di progetti e la gestione dei Fondi strutturali, la politica regionale contribuisce allo sviluppo delle capacità di innovazione nell'UE, che comprende una serie di misure complementari scientifiche e tecnologiche, giuridiche e finanziarie, economiche e commerciali, organizzative e amministrative, energetiche e ambientali, educative e sociali, nonché sanitarie e culturali volte a garantire un'effettiva coesione in seno alla Comunità,

B.  considerando che gli investimenti di per sé non garantiscono lo sviluppo, ma possono, quando vengono perseguite adeguate politiche e vengono sostenute misure atte a favorire la crescita, diventare uno strumento fondamentale per lo sviluppo,

C. considerando che la costituzione di capacità di innovazione dovrebbe servire a ridurre le disparità tra le regioni, mettendo in tal modo in pratica il principio della solidarietà sociale e dello sviluppo armonioso,

D. considerando che le persone dovrebbero costituire il fulcro di tutte le azioni innovative; che il loro pieno e armonioso sviluppo costituisce la chiave per l'efficace attuazione di tutte le politiche e che la base di qualsiasi azione adottata dall'UE dovrebbe essere il benessere dei suoi abitanti (ampiamente definito in termini di qualità della vita e di longevità) in quanto membri delle comunità locali e regionali e, nel contempo, cittadini degli Stati membri,

E.  considerando che l'equo accesso all'istruzione e alla formazione a tutti i livelli rappresenta un diritto fondamentale dei cittadini e che la formazione continua dovrebbe essere rafforzata e ai lavoratori dovrebbero essere offerte possibilità di riqualificazione,

F.  considerando che l'innovazione in seno all'UE dovrebbe essere intesa come un processo dinamico e interattivo che coinvolge vari attori tra cui, in linea con il principio di sussidiarietà, le parti interessate a livello regionale e locale,

G. considerando che l'innovazione può altresì significare un ritorno a buone prassi sperimentate che sono state utilizzate da generazioni e che in taluni casi misure innovative possono essere mirate solamente a regioni specifiche,

H. considerando che talune misure necessitano di spese considerevoli mentre altre richiedono solamente nuove idee e/o l'introduzione di una buona e chiara normativa che sarà rispettata,

I.   considerando che l'obiettivo della Strategia di Lisbona è di rendere l'economia UE la più competitiva a livello mondiale entro il 2010, anche mediante un aumento della spesa per la ricerca e lo sviluppo al 3% del PIL e considerando che i centri regionali e locali dovrebbero essere coinvolti più attivamente nell'attuazione pratica della Strategia di Lisbona,

J.   considerando che il 60-70% della legislazione comunitaria è attuato a livello regionale e locale,

K. considerando che i Fondi strutturali dovrebbero essere utilizzati in modo flessibile al fine di consentire che si tenga debitamente conto delle caratteristiche specifiche delle singole regioni,

L.  considerando che sono stati introdotti vari strumenti di finanziamento, comprese le nuove iniziative Jaspers, Jeremie e Jessica, e che l'azione della BEI serve come utile leva per lo sviluppo mediante la razionalizzazione della spesa,

M. considerando che le piccole e medie imprese (PMI) svolgono un ruolo essenziale nello sviluppo delle capacità innovative in seno all'UE grazie, tra l'altro, alla loro flessibilità e velocità di reazione alle nuove tecnologie e ai nuovi metodi operativi,

N. sottolinea che le PMI devono essere considerate uno dei principali motori dell'innovazione in Europa e che gli Stati membri e l'UE sono impegnati a rafforzare lo spirito d'innovazione nelle piccole imprese come pure le loro capacità tecnologiche e a introdurre un brevetto comunitario che sia loro accessibile,

O. considerando che lo sviluppo sostenibile del settore dell'energia costituisce una delle maggiori sfide per l'UE,

P.  considerando che l'attività economica, nella sua ampia accezione, comprende anche l'agricoltura,

Q. considerando che il settore dei servizi genera una porzione significativa (circa il 70%) del reddito degli Stati membri,

R.  considerando che le previsioni demografiche per l'UE (basso tasso di natalità e invecchiamento della popolazione) rappresentano una sfida sociale per l'UE e offrono, anche per il settore dei servizi, grandi opportunità per azioni innovative negli Stati membri,

S.  considerando che devono essere create condizioni adeguate in relazione alle infrastrutture delle reti nel settore dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'informazione,

T.  considerando che gli altri attori nello scenario politico ed economico mondiale non stanno a guardare e sono anch'essi alla ricerca di nuove soluzioni e che l'innovazione può costituire un vantaggio rendendo l'economia dell'UE più attraente e più competitiva e creando legami tra le regioni dell'UE,

U. considerando che l'innovazione non deve essere considerata in termini puramente formali e che esiste un effetto feedback nel cui contesto una politica regionale adeguatamente attuata favorisce l'innovazione multidirezionale, che a sua volta dà l'avvio a uno sviluppo regionale più rapido e più armonioso, contribuendo così alla coesione dell'UE,

W. considerando che l'innovazione è una delle tre priorità dell'UE indicate negli orientamenti strategici comunitari (2007-2013),

Politica per il capitale umano, l'istruzione, la scienza e la ricerca

1.  esorta gli Stati membri e la Commissione ad assicurare che nelle regioni UE siano previste pari opportunità per tutti i cittadini per quanto riguarda l'accesso all'istruzione a tutti i livelli, il che rafforzerebbe le capacità delle persone di pensare in modo innovativo e creativo e assicurerebbe uno sviluppo personale equilibrato (sia intellettuale sia fisico), anche per quanto riguarda lo sviluppo di modelli di comportamento attivi, etici e prosociali;  

2.  accoglie con favore i risultati conseguiti finora ed esorta gli Stati membri e la Commissione a promuovere lo sviluppo dei centri accademici e di ricerca scientifica regionali nonché dei centri di eccellenza in varie zone, come pure una più stretta cooperazione tra siffatti centri, soprattutto tra i centri di eccellenza di lunga data e quelli emergenti, ma anche tramite reti aperte ai paesi terzi e maggiori scambi di ricercatori e studenti, prestando attenzione ad assicurare un accesso adeguato alle ricercatrici;

3.  chiede alla Commissione, agli Stati membri e alle autorità locali di promuovere progetti di ricerca i cui risultati abbiano applicazioni pratiche, contribuendo così allo sviluppo regionale;

4.  richiama l'attenzione del Consiglio e della Commissione sul fatto che, in considerazione dell'attuale situazione demografica nell'UE e dell'invecchiamento della società europea, gli anziani dovrebbero essere incoraggiati a partecipare più attivamente a misure innovative, facendo in tal modo buon uso delle loro conoscenze ed esperienze;

5.  chiede alla Commissione e agli Stati membri, come pure alle autorità regionali e locali, di adottare misure più efficaci per individuare i giovani di talento e offrir loro l'opportunità di sviluppare le loro capacità scientifiche ed intellettuali, nonché di apportare un sostegno globale alla promozione dei giovani ricercatori;

6.  sottolinea che i cambiamenti demografici creano altresì opportunità per l'economia UE; richiama l'attenzione sulle attività innovative nell'informatica e nel settore medico, nella domotica, nella telematica e in gran parte dei settori dei servizi, dei trasporti e dell'assistenza come pure nel campo della pianificazione regionale; ricorda che la maggior parte delle autorità regionali e locali dispongono di poteri sufficienti per attuare una politica in questi settori;

7.  propone alla Commissione, agli Stati membri, al Comitato delle regioni e alle autorità regionali che, al fine di promuovere un più forte spirito d'innovazione, le comunità regionali e locali dovrebbero essere incoraggiate, tramite una campagna multidirezionale, a intensificare il dialogo con la società, e in particolare con le imprese, sulla base del principio "bottom up";

8.  riconosce che l'innovazione è indispensabile per creare nuovi posti di lavoro in Europa;

9.  è dell'avviso che un presupposto fondamentale per lo sviluppo delle capacità di innovazione nell'UE, comprese le regioni ultraperiferiche, i territori periferici, le regioni montagnose e insulari nonché le zone rurali, sia l'accesso libero e gratuito - o a costi estremamente ridotti - mediante una connessione Internet a banda larga a:

a. informazioni amministrative (a tutti i livelli dell'amministrazione), consentendo l'espletamento via Internet della maggior parte delle formalità amministrative, comprese quelle di tipo aziendale, e

b. informazioni scientifiche, economiche, giuridiche e culturali, nell'adeguato rispetto dei principi relativi alla proprietà intellettuale (più ampia disponibilità di biblioteche on line),

e invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali e locali ad assicurare l'accesso universale a siffatte informazioni e a massimizzare l'accesso alle attività professionali basate sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), il che può contribuire a contrastare la disoccupazione e costituisce un aspetto particolarmente importante per le persone che, per circostanze personali o professionali, sono costrette a lavorare o a studiare a distanza e per le persone che decidono di lavorare da casa, compresi soprattutto coloro che allevano figli, i disabili e coloro che assistono un familiare;

10. incoraggia le autorità locali, regionali e nazionali a istituire sportelli unici per l’informazione in collaborazione con gli organismi settoriali, quali le Camere dell'industria e del commercio e altri centri d'informazione; sottolinea che ciò è possibile senza utilizzare risorse aggiuntive riformando le reti d'informazione esistenti; segnala infine che in tal modo le imprese e gli istituti di ricerca potranno ottenere informazioni presso un unico punto sulla politica in materia di innovazione, ricerca e sviluppo regionale a livello locale, regionale, nazionale e UE;

11. è dell'avviso che, al fine di promuovere l'innovazione in tutta l'UE, sia fondamentale fornire un ampio sostegno alle attività connesse con l'invenzione e, pertanto, alle attività relative ai brevetti e alle licenze e invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a intensificare gli sforzi tesi all'introduzione di un brevetto europeo nonché ad assicurare il rispetto dei diritti d'autore (Strategia relativa ai diritti di proprietà intellettuale) e a lottare vigorosamente ed efficacemente contro il plagio e la contraffazione come pure ad adoperarsi ai fini dell'adozione di soluzioni globali in tale settore, basate essenzialmente su modelli europei;

12. sottolinea che le misure di sviluppo e innovazione riguardano altresì l'innovazione non tecnologica organizzativa e dei servizi; rileva con soddisfazione che il Consiglio Competitività del 5 dicembre 2006 ha deciso di elaborare un orientamento politico relativo all'innovazione non tecnologica e nel settore dei servizi ; chiede alla Commissione di coinvolgere in tale processo le organizzazioni che rappresentano le imprese interessate; invita le autorità regionali a introdurre misure destinate a sostenere l'innovazione non tecnologica;

13. è dell'avviso che le esperienze maturate finora con il funzionamento dei cluster dell'innovazione e dei centri di eccellenza siano state positive e che dovrebbero essere integrate con le conclusioni della comunicazione della Commissione intitolata "Mettere in pratica la conoscenza: un’ampia strategia dell'innovazione per l'UE" ; ritiene che occorra tener conto anche del documento di lavoro della Commissione intitolato "Strategie e azioni innovative" (che comprende il "buono per l'innovazione") e delle raccomandazioni dell'ERAB; esorta la Commissione e gli Stati membri a promuovere lo sviluppo di cluster quale mezzo per instaurare collegamenti tra i centri di ricerca scientifica, i centri d'istruzione, le imprese e le comunità locali;

14. ritiene che lo sviluppo dinamico dell'innovazione a livello regionale, in particolare nelle zone con industrie tradizionali o caratterizzate da monoattività, potrebbe costituire un mezzo efficace per contrastare le delocalizzazioni o le loro conseguenze quando non possono essere evitate e per favorire l'occupazione regionale;

15. esorta gli Stati membri a promuovere la cooperazione mediante l'instaurazione di piattaforme tecnologiche europee fornendo la possibilità di concentrare le attività innovative tramite la creazione di collegamenti transfrontalieri e transregionali tra l'industria e il settore imprenditoriale, gli ambienti finanziari e della ricerca scientifica;

16. riconosce la necessità di creare poli e zone d'innovazione a livello regionale e di collegarli mediante reti a strutture corrispondenti in altre regioni e altri Stati o paesi terzi;

17. plaude al fatto che gli investimenti destinati alla ricerca e allo sviluppo nell’ambito del settimo programma quadro per le attività di ricerca sono aumentati del 40% circa; sottolinea, tuttavia, che l'attuale livello di spesa per la ricerca e lo sviluppo è ancora pericolosamente basso e che gli stanziamenti iscritti nel bilancio comunitario a tal fine sono tutt'altro che soddisfacenti; esorta gli Stati membri ad aumentare considerevolmente quanto prima possibile la percentuale del loro PIL destinata al settore R&S a livello sia nazionale sia regionale, richiamando l'attenzione sulla necessità che tali risorse siano utilizzate in modo razionale, in linea con lo scopo a cui sono destinate;

18. esprime preoccupazione, nel momento stesso in cui le autorità dell'UE riconoscono l'importanza cruciale che riveste la promozione dell'innovazione, per il fatto che gli stanziamenti destinati alla ricerca e allo sviluppo non riescono a soddisfare i bisogni reali dell'Unione e di conseguenza ad assicurare la competitività;

19. ritiene che i fondi strutturali costituiscano uno degli strumenti fondamentali per rafforzare la capacità di innovazione e ridurre le disparità economiche tra le regioni; raccomanda alla Commissione, agli Stati membri e alle autorità regionali di aumentare la percentuale dei finanziamenti strutturali che contribuiscono allo sviluppo, stanziati per la ricerca e le invenzioni;

20. considera l'Istituto europeo di tecnologia (IET) come una nuova possibilità che impedirebbe la fuga dei cervelli e fornirebbe ai ricercatori europei di talento un'opportunità unica per condurre ricerche scientifiche al massimo livello e come fonte di potenziale sostegno per gli istituti regionali di ricerca scientifica; invita pertanto il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri ad accelerare l'instaurazione dell'IET e a rafforzare in tal modo la competitività e il potenziale della Comunità nel "triangolo della conoscenza" formato da innovazione, ricerca e istruzione;

21. incoraggia la Commissione a formulare una strategia per la creazione di un mercato del lavoro europeo aperto, comune e competitivo per i ricercatori ed esorta gli Stati membri e le autorità regionali ad attuare detta strategia in modo da fornire ai ricercatori la possibilità di uno sviluppo professionale tramite adeguate prospettive di carriera e misure per facilitare la mobilità;

Politica economica ed energetica e strumenti finanziari e amministrativi

22. invita la Commissione, gli Stati membri nonché le autorità regionali e locali a fornire un sostegno esaustivo, conformemente alle loro rispettive competenze, alle PMI (comprese misure per snellire le procedure amministrative e il sistema fiscale nonché misure riguardanti le procedure relative alle forniture pubbliche), dato che sono gli strumenti più creativi e dinamici per l'innovazione tecnologica e organizzativa e possono di conseguenza potenzialmente rafforzare la competitività economica europea e migliorare la situazione sul mercato del lavoro;

23. sottolinea l'importanza di migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti dei Fondi strutturali onde assicurare un più favorevole rapporto costi/benefici delle spese UE per i cittadini; considera opportuno a tale riguardo promuovere una più ampia diversificazione dei finanziamenti e adoperarsi in particolare ai fini dell'ulteriore sviluppo del potenziale dei capitali di rischio;

24. esorta le autorità regionali e locali a promuovere e a sostenere la cooperazione regionale tra i centri di ricerca scientifica e le imprese di tutte le dimensioni - piccole, medie e grandi, comprese, ove possibile, le istituzioni dell'economia sociale; invita le autorità regionali e locali a considerare il principio dell'innovazione aperta (cooperazione tra industria, PMI e governo in materia di ricerca e innovazione mediante la creazione di cluster) come il motore per lo sviluppo regionale;

25. sottolinea che i Fondi strutturali e il Fondo di coesione svolgono un ruolo importante nell'attuazione degli obiettivi di Lisbona, in particolare nel settore dell'innovazione;

26. considera i Fondi strutturali uno strumento essenziale per sostenere la capacità di innovazione, in particolare per realizzare la coesione e ridurre le disparità economiche tra le regioni; propone di aumentare considerevolmente l'importo dei Fondi strutturali destinato alla ricerca e all'innovazione;

27. riconosce che, a livello locale e regionale, le microimprese e le imprese a carattere artigianale sono particolarmente importanti per la politica a favore dell'innovazione e dovrebbero essere sostenute nella cooperazione con gli istituti di ricerca pubblici e privati, soprattutto nelle zone con bassa e media tecnologia; esorta la Commissione a presentare al Parlamento europeo e al Consiglio un programma d'azione relativamente a siffatte imprese e propone agli Stati membri e alle autorità regionali di sostenerle utilizzando i Fondi strutturali, anche nell'ambito della formazione degli studenti; deplora tuttavia che non siano state proposte misure operative ad esse destinate; chiede pertanto alla Commissione e al Consiglio di assicurare che si tenga conto delle specificità e dei bisogni di tali imprese in sede di definizione delle priorità della strategia;

28. invita le autorità nazionali e regionali a creare condizioni volte a rafforzare la cooperazione interregionale e transfrontaliera nel settore dell'innovazione, proponendo nel contempo una massima semplificazione delle procedure amministrative concernenti il finanziamento di siffatta cooperazione;

29. sollecita le autorità nazionali, regionali e locali a prendere le misure innovative che sono fondamentali nel settore dei servizi nel senso ampio del termine, il che include i servizi pubblici;

30. sollecita gli Stati membri, in vista di un'efficace attuazione della politica a favore dell'innovazione nelle regioni, ad avvalersi della complementarità del Fondo europeo di sviluppo regionale, del Fondo sociale europeo, del Fondo di coesione e dei finanziamenti disponibili nell'ambito del settimo programma quadro per le attività di ricerca e del primo programma quadro per la competitività e l'innovazione;

31. è dell'avviso che, in linea con la forte pressione sociale a tal fine, la burocrazia dovrebbe essere radicalmente ridotta e invita la Commissione e gli Stati membri a esaminare in detta ottica, conformemente alle rispettive competenze, la legislazione comunitaria, nazionale, regionale e locale e a effettuare ampie semplificazioni e, ove possibile, standardizzare le procedure amministrative, in particolare quelle connesse con l'avvio e la conduzione di un'attività economica (punti di contatto unici);

32. è dell'avviso che dovrebbe essere fornita un'assistenza istituzionale alle autorità locali e regionali nel loro lavoro a favore dell'innovazione e propone che gli Stati membri prendano in considerazione l'attribuzione alle stesse, in linea con il principio di sussidiarietà e con gli orientamenti per gli aiuti di Stato adottati dalla Commissione, del numero più ampio possibile di mansioni e poteri unitamente a mezzi adeguati di autofinanziamento, sovvenzioni o aiuti, che dovrebbero facilitare gli sforzi per definire le soluzioni ottimali per i residenti locali;

33. invita gli Stati membri e le autorità regionali e locali, nella loro ricerca di modi per attuare investimenti e progetti che favoriscano l'innovazione, a promuovere e a fare un maggiore uso delle soluzioni che comportano partenariati pubblici-privati (PPP) e nel contempo ad avvalersi delle migliori prassi messe a punto in altri paesi e regioni, sulla base del principio di qualità-prezzo;

34. insiste sulla necessità di disporre di un ampio sistema di PPP per integrare i finanziamenti pubblici messi a disposizione dagli Stati membri e dalla Comunità; rileva che il successo di siffatte attività dipenderà essenzialmente dal collegamento dei potenziali attori;

35. esorta la Commissione, alla luce delle possibili tensioni tra politica di concorrenza e politica di aiuti di Stato, da un lato, e il sostegno a siffatti progetti a titolo dei Fondi strutturali, dall'altro, ad attuare azioni volte a ridurre tali tensioni in relazione ai PPP e ad altre questioni, compresa l'infrastruttura per la connessione Internet a banda larga;

36. è dell'avviso che, al fine di attuare politiche per l'innovazione a livello nazionale e regionale, debba essere facilitato il compito della raccolta di capitali ed esorta il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a istituire meccanismi di finanziamento che soddisfino i bisogni reali, unitamente a un sistema per la gestione dei rischi connessi con progetti innovativi; riconosce, a tale riguardo, l'importanza in termini di innovazione delle nuove iniziative di finanziamento introdotte congiuntamente dalla BEI e dal FEI (Jaspers, Jeremie e Jessica) e ritiene che le informazioni relative all'attuazione pratica ed efficace di tali iniziative dovrebbero essere diffuse nel modo più ampio possibile a livello regionale;

37. sottolinea tuttavia che l'attuale sistema dei capitali di rischio non risponde ai bisogni di finanziamento dell'innovazione delle piccole e micro imprese, in particolare per quanto riguarda l'innovazione non tecnologica; invita la Commissione, la BEI e il FEI a individuare metodi di finanziamento appropriati per tali imprese e le imprese artigianali adeguando il capitale di rischio o mettendo a punto, se del caso, altri strumenti finanziari innovativi; ricorda che l'iniziativa Jeremie non dovrebbe limitarsi a sostenere l'innovazione nelle sole tecnologie di punta e invita gli Stati membri e le regioni ad assicurare che essa sostenga anche l'innovazione nelle basse e medie tecnologie;

38. chiede alla Commissione, agli Stati membri e alle autorità regionali di concentrarsi non solo sui grandi progetti e sui centri d'eccellenza, ma di prestare altresì attenzione ai progetti più piccoli nelle regioni meno favorite e di prevedere adeguati meccanismi di microcredito;

39. riconosce il legame tra l'innovazione e la circolazione rapida e sicura di persone e beni, che richiede la partecipazione delle comunità regionali nella fornitura di infrastrutture di trasporto ed esorta la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali e locali ad essere innovativi sul piano tecnico e organizzativo nel settore dei trasporti, soprattutto per quanto riguarda il trasporto pubblico a livello sia locale sia regionale;

40. si compiace che il Parlamento europeo si sia occupato, di concerto con il Consiglio e la Commissione, dei problemi energetici dell'UE e, consapevole del fatto che la politica energetica rientra, in via di principio, nella sfera nazionale e ha un'influenza significativa sull'innovazione in seno all’economia, sollecita gli Stati membri a considerare gli aspetti regionali di detta politica, compresa l'educazione in materia di energia, il che dovrebbe sfociare in un incremento degli sforzi per razionalizzare l'uso dell'energia e produrre energia pulita sfruttando le caratteristiche geologiche e le fonti energetiche locali e promuovendo la costruzione di edifici intelligenti sotto il profilo del risparmio energetico, in un'economia alimentata maggiormente da fonti di energia rinnovabili, in un sistema di trasporti che sfrutta in modo più efficiente le possibilità delle combinazioni intermodali e in procedimenti di riutilizzo e riciclaggio più efficaci; sottolinea il ruolo positivo che possono svolgere le PMI a tale riguardo;

41. esorta gli Stati membri e la Commissione, al fine di contrastare lo spopolamento di talune zone causato dai loro svantaggi strutturali (quali declino economico e disoccupazione), a condurre una politica interregionale di compensazione in modo più efficace, prestando attenzione allo sviluppo dell'innovazione nelle economie regionali, il che rafforzerà la capacità di innovazione della Comunità e contribuirà alla realizzazione di un'effettiva coesione territoriale;

42. richiama l'attenzione della Commissione, degli Stati membri e delle autorità regionali sul fatto che un ambiente favorevole all'innovazione presuppone che le persone godano di buone condizioni di vita, il che significa garantire un adeguato livello di sicurezza, assistenza sanitaria e protezione ambientale, alloggi dignitosi, accesso all'istruzione, alla cultura e ai servizi, ecc;

43. invita gli Stati membri e le autorità regionali, alla luce del ruolo importante svolto dalle zone urbane in quanto luoghi in cui vive la maggior parte dei cittadini dell'Unione e centri d'innovazione a livello locale e regionale, a sostenere la pianificazione del territorio a lungo termine che creerà condizioni favorevoli all'uso razionale e armonioso dello spazio urbano e a uno sviluppo urbano sostenibile, tenendo debitamente conto dei bisogni economici, ricreativi e in materia di alloggi nonché dei bisogni di protezione dell'ambiente;

44. invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere iniziative che assicurino azioni innovative rispettose dell'ambiente (eco-innovazione) in linea con gli orientamenti della strategia per lo sviluppo sostenibile, contribuendo tra l'altro allo sviluppo regionale sostenibile; richiama altresì l'attenzione sul potenziale significativo delle PMI per questo tipo di innovazione;

45. invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità regionali, alla luce del fatto che le zone rurali in cui vive circa il 20% della popolazione dell'Unione sono d'importanza decisiva per la sicurezza alimentare UE, a includere le questioni relative alla produzione agroalimentare e alla trasformazione nonché le condizioni di vita degli abitanti delle zone rurali nell'ambito della politica per l'innovazione;

Buona prassi e consolidamento della politica per l'innovazione

46. accoglie con favore i lavori della Commissione svolti sinora nella valutazione della politica per l'innovazione a livello degli Stati membri (ad esempio, la relazione intermedia sull'innovazione europea) ed esorta la Commissione ad analizzare sistematicamente il livello di sviluppo delle singole regioni avvalendosi degli indicatori disponibili più oggettivi in materia d'innovazione; propone che vengano presentate pertinenti valutazioni ed analisi come pure le migliori prassi nell'ambito della quarta relazione sulla coesione attualmente in fase di elaborazione;

47. esorta la Commissione ad adoperarsi per consolidare i Quadri strategici di riferimento nazionali, che dovrebbero comprendere le Strategie regionali per l'innovazione al fine di porre in risalto l'innovazione, e di raggrupparli in un sistema comune e coerente per l'intera UE;

48. accoglie con favore i risultati ottenuti sinora in relazione allo scambio di esperienze e di migliori prassi tra le regioni e le comunità locali tramite reti di cooperazione ed invita la Commissione a fornire un sostegno continuo per lo sviluppo di siffatte reti e per il trasferimento dell'innovazione tramite l'introduzione di tecnologie d'informazione e di comunicazione di punta che facilitano considerevolmente il trasferimento e lo scambio di informazioni, soprattutto alla luce della necessità di coinvolgere le comunità che vivono in zone remote; accoglie con favore a tale riguardo il fatto che, tramite l'iniziativa "Regioni per il cambiamento economico", la Commissione incoraggia le regioni e le città a cooperare, ma attende proposte specifiche per l'attuazione di detta iniziativa;

49. invita la Commissione a effettuare, in partenariato con gli Stati membri, le autorità locali e regionali, una verifica di medio termine degli effetti della politica di coesione condotta sinora e degli orientamenti strategici comunitari al fine di valutare i progressi compiuti nelle regioni grazie alla politica UE per l'innovazione;

50. ricorda alla Commissione che la quarta relazione sulla coesione deve anche servire per migliorare in futuro la politica di coesione; rammenta altresì "L'agenda territoriale dell'UE" la cui stesura è prevista per il 2007; sottolinea che tale documento programmatico mira a proporre concetti di sviluppo territoriale nuovi e avanzati (più specificamente per quanto riguarda lo sviluppo regionale e urbano, il ricorso alla "massa critica" per i cluster regionali e un approccio differenziato nei confronti delle regioni) e utilizza altresì la cultura come risorsa per lo sviluppo regionale;

51. auspica che la presente risoluzione dimostri l'interesse delle città e delle regioni nello sviluppo e nella crescita a livello regionale e che contribuisca al dibattito sul rendiconto annuale delle richieste degli Stati membri nell’ambito della strategia di Lisbona;

52. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai governi degli Stati membri e al Comitato delle regioni.

Traduzione esterna

  • [1]  GU L 210, 31.7.2006, pag. 25.
  • [2]  GU L 239, 1.9.2006, pag. 248.
  • [3]  GU L 210, 31.7.2006, pag. 79.
  • [4]  GU L 210, 31.7.2006, pag. 1.
  • [5]  GU L 210, 31.7.2006, pag. 12.
  • [6]  GU L 210, 31.7.2006, pag. 19.
  • [7]  GU L 291, 21.10.2006, pag. 11.
  • [8]  GU L 412 del 30.12.2006, pag. 1.
  • [9]  GU L 310 del 9.11.2006, pag. 15.
  • [10]  CU C 320 E del 15.12.2005, pag. 259.

MOTIVAZIONE

La politica regionale dell'Unione europea dovrebbe affrontare due questioni fondamentali, segnatamente la coesione comunitaria e l'esigenza di intervenire per promuovere l'innovazione. Durante il periodo delle prospettive finanziarie 2007-2013, le risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale, del Fondo di coesione e del Fondo sociale europeo saranno utilizzate per perseguire tre obiettivi fondamentali e precisamente la convergenza, la competitività e la cooperazione territoriale europea. Attraverso tali fondi, la politica regionale comunitaria non dovrebbe essere orientata soltanto ad appianare le disparità esistenti tra le singole regioni dell'UE, ma dovrebbe altresì rafforzare la capacità dell'Unione di adottare azioni innovative in tutti i settori.

Il tempo, le risorse economiche e le capacità creative dei cittadini comunitari non andrebbero dunque sprecati. Ciò che serve è un ambiente adeguato e la consapevolezza che l'innovazione non riguarda esclusivamente gli scienziati, i ricercatori, gli inventori, gli industriali, gli imprenditori e i politici. È fondamentale che gli individui delle comunità locali e regionali comprendano che l'innovazione è un bene di tutti e può migliorare le loro condizioni di vita e la qualità della vita. Si tratta di un obiettivo difficile da raggiungere, ma nessuno ha mai detto che si sarebbero dovute affrontare solamente questioni semplici.

Va dunque sottolineato con forza che l'adozione di misure a favore dell'innovazione è un imperativo per l'UE in generale, per i singoli Stati membri e per tutte le regioni. Va tuttavia fatto notare che l'importo annuo complessivo attualmente disponibile a livello comunitario non supera l'1% del PIL. A meno che non vi sia un impegno adeguato da parte degli Stati membri (ivi inclusi i finanziamenti), l'innovazione è destinata a restare solamente un bello slogan (che, tra l'altro, è simile in tutte le lingue, visto che deriva dal latino innovatio). È giunto il momento di tradurre le dichiarazioni e gli impegni in azioni pratiche, perché l'innovazione non è fine a se stessa.

In linea di principio, l'innovazione dovrebbe coinvolgere tutte le attività che contribuiscono a creare un'autentica coesione comunitaria, nel campo della scienza, dell'istruzione e della ricerca, dell'edilizia e della tecnologia, nonché a livello giuridico e organizzativo, amministrativo e manageriale, economico, commerciale, energetico e ambientale. Soluzioni innovative sono necessarie anche per problemi di carattere sociale e sanitario, nonché per le questioni relative all'accesso alla cultura. Tutti questi aspetti hanno una dimensione regionale.

Il punto di riferimento di tutte le azioni intraprese a livello comunitario, degli Stati membri e regionale deve essere il benessere complessivo dei cittadini. Gli investimenti nelle risorse umane, la creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo dei cittadini, ivi inclusa la possibilità di accedere all'istruzione, in modo da sfruttare al meglio il loro potenziale intellettivo e le loro capacità creative, devono essere dunque la priorità dell'azione comunitaria. È inoltre necessario attingere all'esperienza positiva acquisita da generazioni nei paesi europei. È questa la chiave del successo competitivo dell'Europa (e dei cittadini europei) a livello mondiale. Sempre più cittadini europei sono chiamati ad adottare un approccio innovativo e lungimirante e a intraprendere azioni rivolte all'innovazione. Un aspetto tanto più importante se si pensa all'allarmante situazione demografica in Europa.

Dopo aver individuato le sfide da affrontare, l'Unione si è prefissata l'obiettivo, con la strategia di Lisbona, di diventare l'economia più competitiva a livello mondiale. Tale obiettivo può essere raggiunto, tra l'altro, aumentando la spesa per la ricerca e lo sviluppo (R&S) al 3% del PIL. Soltanto due Stati membri -la Svezia e la Finlandia - hanno tuttavia raggiunto tale livello. Vi sono inoltre grandi disparità tra le regioni per quanto riguarda i livelli di spesa in R&S. Secondo le statistiche, 21 delle 254 regioni dell'UE-25 hanno raggiunto l'obiettivo. Di conseguenza, per raggiungere i nuovi obiettivi della politica di coesione è necessario coinvolgere più attivamente i soggetti regionali e locali nelle azioni promosse per il perseguimento degli obiettivi della strategia di Lisbona.

Le politiche a favore dell'innovazione, a livello dell'UE, degli Stati membri o regionale, vanno inquadrate nell'ottica di uno scenario in fase di trasformazione e va dunque tenuto presente che anche altri paesi si stanno sviluppando contemporaneamente a quelli europei. Se si desidera occupare una posizione di preminenza, è necessario essere più competitivi in termini di nuove tecnologie e nuovi metodi, nuovi materiali di costruzione, nuovi prodotti e servizi, nuove fonti energetiche e nuovi sistemi organizzativi, giuridici, finanziari e di altro genere. In breve, in termini di nuovi e attraenti punti di forza.

L'Unione europea è una delle due maggiori potenze economiche a livello mondiale. Il PIL complessivo dell'UE è molto vicino a quello degli Stati Uniti (12.500 miliardi di dollari USA, secondo i dati della Banca mondiale). Tuttavia, l'UE non tiene il passo dei principali concorrenti in termini di investimenti in un'economia basata sulla conoscenza. L'approccio di Cina e India in questo senso andrebbe preso ad esempio. Secondo i dati a disposizione, la spesa comunitaria per la ricerca è pari all'1,96% del PIL, rispetto al 2,59% negli Stati Uniti e al 12% in Giappone. Se si intendono raggiungere gli obiettivi della strategia di Lisbona (aggiornati al luglio 2005), è necessario adottare un approccio di ampio respiro per quanto riguarda tale questione, che comprenda la nuova politica regionale.

Tale opinione è ribadita nella comunicazione della Commissione del 13 settembre 2005 intitolata "Mettere in pratica la conoscenza: un'ampia strategia dell'innovazione per l'UE". La comunicazione identifica 10 azioni della massima priorità per la strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Giova citare il seguente passo: "La competenza principale per la promozione dell'innovazione spesso si situa a livello regionale. Le regioni devono perciò partecipare all'elaborazione e all'attuazione dei programmi nazionali di riforma, anche sviluppando le loro strategie regionali in materia d'innovazione. Sforzi supplementari devono essere compiuti per facilitare l'apprendimento delle politiche e la diffusione delle buone pratiche al di là delle frontiere".

Il piano per un'Europa più innovativa deve dunque coinvolgere le regioni. E, ove possibile, le attività dei "business angels" (investitori privati informali) devono rafforzare l'impatto a favore dell'innovazione delle politiche condotte a livello locale e regionale.

La presente relazione ha cercato di prendere in considerazione una gamma quanto più ampia possibile di interazioni tra la politica regionale comunitaria e il potenziale di innovazione dell'Unione. È stato dunque fatto riferimento a una grande mole di materiale e pareri della Commissione e dei membri del Comitato delle regioni. È opportuno ricordare che sono stati espressi numerosi pareri su questa materia. Ne è esempio il "Manifesto dell'innovazione" in nove punti sulle relazioni tra l'industria e l'università pubblicato dal notiziario indipendente Science Business nel mese di novembre 2006.

Per concludere, il relatore desidera ringraziare quanti lo hanno aiutato nell'elaborazione della presente relazione.

PARERE della commissione per i bilanci (25.1.2007)

destinato alla commissione per lo sviluppo regionale

sul contributo della futura politica regionale alla capacità di innovazione dell'Unione europea
(2006/2104(INI))

Relatrice per parere: Nathalie Griesbeck

SUGGERIMENTI

La commissione per i bilanci invita la commissione per lo sviluppo regionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea che i Fondi strutturali e i Fondi di coesione svolgono un ruolo importante nell'attuazione degli obiettivi di Lisbona, in particolare nel settore dell'innovazione;

2.  considera i Fondi strutturali uno strumento essenziale per sostenere la capacità di innovazione, in particolare per pervenire alla coesione e a una diminuzione delle disparità economiche tra le regioni; propone di aumentare considerevolmente l'importo dei Fondi strutturali dedicato alla ricerca e all'innovazione;

3.  si dice preoccupata, al momento stesso in cui gli organi dell'Unione europea riconoscono l'importanza vitale che riveste la promozione dell'innovazione, per il fatto che gli stanziamenti destinati alla ricerca e allo sviluppo non riescono a soddisfare i bisogni effettivi dell'Unione in modo da assicurarne la competitività;

4.  riconosce che l'innovazione è indispensabile per creare nuovi posti di lavoro in Europa;

5.  insiste sulla necessità di disporre di un sistema approfondito di partenariato pubblico-privato per completare i finanziamenti pubblici messi a disposizione dagli Stati membri e dall'Unione; rileva che il successo di queste attività dipenderà essenzialmente dalla sinergia dei potenziali protagonisti;

6.  sottolinea l'importanza di migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti dei Fondi strutturali onde migliorare per il cittadino europeo il rapporto costi/benefici delle spese dell'Unione; considera opportuno a tale riguardo sostenere una più ampia diversificazione dei finanziamenti e prestare particolare attenzione all'ulteriore sviluppo del potenziale dei capitali di rischio;

7.  riconosce la necessità di creare poli e zone d'innovazione a livello regionale e di collegarli mediante reti a strutture corrispondenti di altre regioni e di altri Stati o paesi terzi.

PROCEDURA

Titolo

Contributo della futura politica regionale alla capacità di innovazione dell'Unione europea

Riferimenti

2006/2104(INI)

Commissione competente per il merito

REGI

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

BUDG
18.5.2006

Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula

 

Relatore per parere
  Nomina

Nathalie Griesbeck
20.9.2004

Relatore per parere sostituito

 

Esame in commissione

25.1.2007

 

 

 

 

Approvazione

25.1.2007

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

29

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Laima Liucija Andrikienė, Richard James Ashworth, Reimer Böge, Salvador Garriga Polledo, Monica Maria Iacob-Ridzi, Janusz Lewandowski, Mario Mauro, Nina Škottová, László Surján, Herbert Bösch, Brigitte Douay, Neena Gill, Catherine Guy-Quint, Jutta Haug, Vladimír Maňka, Dan Mihalache, Gianni Pittella, Yannick Vaugrenard, Ralf Walter, Gérard Deprez, Nathalie Griesbeck, Anne E. Jensen, Jan Mulder, Kyösti Virrankoski, Wiesław Stefan Kuc, Wojciech Roszkowski, Gérard Onesta.

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Paul Rübig, Hans-Peter Martin.

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

...

PROCEDURA

Titolo

Contributo della futura politica regionale alla capacità di innovazione dell'Unione europea

Numero di procedura

2006/2104(INI)

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula dell'autorizzazione

REGI
18.5.2006

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

BUDG
18.5.2006

 

 

 

 

Pareri non espressi
  Decisione

 

 

 

 

 

Cooperazione rafforzata
  Annuncio in Aula

 

 

 

 

 

Relatore(i)
  Nomina

Mieczysław Edmund Janowski
2.5.2006

Relatore(i) sostituito(i)

 

 

Esame in commissione

21.6.2006

4.10.2006

23.1.2007

 

 

Approvazione

20.3.2007

Esito della votazione finale

+

-

0

43

0

4

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Alfonso Andria, Stavros Arnaoutakis, Elspeth Attwooll, Tiberiu Bărbuleţiu, Jean Marie Beaupuy, Rolf Berend, Jana Bobošíková, Vasile Dîncu, Gerardo Galeote, Iratxe García Pérez, Eugenijus Gentvilas, Pedro Guerreiro, Gábor Harangozó, Marian Harkin, Mieczysław Edmund Janowski, Gisela Kallenbach, Tunne Kelam, Evgeni Kirilov, Sérgio Marques, Miguel Angel Martínez Martínez, Yiannakis Matsis, Miroslav Mikolášik, Jan Olbrycht, Maria Petre, Markus Pieper, Wojciech Roszkowski, Elisabeth Schroedter, Stefan Sofianski, Grażyna Staniszewska, Catherine Stihler, Kyriacos Triantaphyllides, Oldřich Vlasák, Vladimír Železný

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Jan Březina, Brigitte Douay, Den Dover, Emanuel Jardim Fernandes, Dariusz Maciej Grabowski, Ljudmila Novak, Mirosław Mariusz Piotrowski, Zita Pleštinská, Christa Prets, Toomas Savi, László Surján, Károly Ferenc Szabó, Nikolaos Vakalis

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Věra Flasarová

Deposito

30.03.2007

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)