RELAZIONE sulla parità tra donne e uomini nell’Unione europea - 2007

20.7.2007 - (2007/2065(INI))

Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere
Relatrice: Piia-Noora Kauppi

Procedura : 2007/2065(INI)
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A6-0290/2007
Testi presentati :
A6-0290/2007
Testi approvati :

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla parità tra donne e uomini nell’Unione europea - 2007

(2007/2065(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 2, e l’articolo 141 del trattato CE,

–   vista la relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla parità tra donne e uomini - 2007 (“relazione della Commissione sulla parità”) (COM(2007)0049),

–   vista la strategia quadro comunitaria in materia di parità tra uomini e donne (2001-2005) (COM(2000)0335) e le relazioni annuali della Commissione per gli anni 2000, 2001, 2002, 2004, 2005 e 2006 (COM(2001)0179, COM(2002)0258, COM(2003)0098, COM(2004)0115, COM(2005)0044 e COM(2006)0071),

–   visto il patto europeo per la parità di genere adottato dal Consiglio europeo nel marzo 2006,

–   vista la dichiarazione comune adottata il 4 febbraio 2005 dai ministri dell'UE responsabili delle politiche di pari opportunità,

–   vista la tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010 (COM(2006)0092),

–   visto il parere del comitato consultivo sulle pari opportunità per donne e uomini concernente il differenziale salariale di genere, adottato il 22 marzo 2007,

–   visto il quadro d'azione sulla parità di genere adottato dalle parti sociali europee il 22 marzo 2005,

–   visto l’articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea[1],

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere e i pareri della commissione per lo sviluppo regionale, della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e della commissione per la cultura e l'istruzione (A6‑0290/2007),

A. considerando che la Commissione e gli Stati membri di recente hanno rinnovato il proprio impegno nei confronti della parità di genere, in particolare mediante la tabella di marcia per la parità tra donne e uomini e il patto europeo per la parità di genere summenzionati,

B.  considerando che vi è una chiara dimensione di genere nella sfida demografica che l’Europa si trova dinanzi e che le politiche in materia di pari opportunità costituiscono un mezzo fondamentale per farvi fronte,

C. considerando che l'integrazione della dimensione di genere consiste, in pratica, nel valutare come le misure politiche, amministrative e sociali influiscono sulla vita e sulla condizione sia delle donne sia degli uomini e, ove necessario, nell'assumersi la responsabilità di riformulare tali misure al fine di promuovere l'uguaglianza di genere,

D. considerando che la conciliazione tra vita professionale, vita familiare e vita privata sia per le donne che per gli uomini è essenziale per promuovere l’accesso, il rientro e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro; considerando che la responsabilità per i figli incombe ai genitori in modo condiviso a prescindere dal sesso,

E.  considerando che la segregazione nell’istruzione, la persistenza di stereotipi di genere nella scelta dei campi di studio e la discriminazione nei confronti delle bambine e delle ragazze durante gli studi permangono largamente diffuse e producono effetti negativi per la posizione comparativa delle donne in certi settori del mercato del lavoro, in particolare quelli legati all’alta tecnologia, alle scienze, alla ricerca e all’ingegneria,

F.  considerando che il Consiglio europeo del marzo 2006 ha riconosciuto ancora una volta che le politiche in materia di uguaglianza di genere sono strumenti essenziali per la crescita economica,

G. considerando che l'integrazione della dimensione di genere è definita come fattore fondamentale nell'Agenda di Lisbona e che non è ancora pienamente sviluppata ed è spesso assente nei programmi nazionali d'azione per l'occupazione e l'inclusione sociale,

H. considerando che la relazione della Commissione sulla parità evidenzia il risultato positivo relativo ai tassi di occupazione femminile, dato dal fatto che sei degli otto milioni di posti di lavoro creati nell’UE dal 2000 sono stati occupati da donne, ma che al contempo afferma che vi sono variazioni significative nei tassi di occupazione di diversi gruppi di età nonché tra i rami professionali, con un aumento dei tassi occupazionali femminili soprattutto nei settori in cui le donne detenevano già una posizione predominante; deplora che la maggior parte delle nuove opportunità di lavoro per le donne sia costituita da impieghi a tempo parziale e talvolta da impieghi precari, mal remunerati e a debole evoluzione salariale,

I.   considerando che dalla relazione della Commissione sull'occupazione in Europa per il 2006 risulta che il 32,3% delle donne nell'UE lavora a tempo parziale rispetto ad appena il 7,4% degli uomini,

J.   considerando che non vi è alcuna evoluzione sostanziale dalla precedente relazione per quanto riguarda il divario salariale di genere (che registra una media del 15% nell'UE e del 30% in alcuni paesi europei), il che dimostra chiaramente che non vi è stato alcun progresso reale nell'applicazione del principio della parità di retribuzione per lavoro di pari valore, introdotto 30 anni fa dalla direttiva 75/117/CEE del Consiglio, del 10 febbraio 1975, per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri relative all'applicazione del principio della parità delle retribuzioni tra i lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile[2]; considerando che anche la ripartizione della ricchezza tra donne e uomini nell’UE è caratterizzata da disparità,

K. considerando che un sondaggio dell’Eurobarometro risalente al 2003 ha evidenziato che i fattori principali che scoraggiano i padri dall’assumersi maggiori responsabilità domestiche e familiari non sono solo di natura finanziaria bensì riguardano anche il timore di conseguenze negative per lo sviluppo della carriera,

L.  considerando che le donne sono in proporzione più colpite dalla disoccupazione di lungo periodo e che la necessità di doversi occupare di bambini di età inferiore a 5 anni è associata a un tasso di disoccupazione maggiore rispetto a quello delle donne senza figli;

M. considerando che un adeguato accesso ai servizi per l'assistenza ai bambini, agli anziani e ad altre persone dipendenti è essenziale per consentire la piena e pari partecipazione di uomini e donne al mercato del lavoro,

N. considerando che gli Stati membri che hanno adottato politiche di conciliazione lavoro-famiglia sia per le donne che per gli uomini hanno tassi di natalità più elevati, una percentuale superiore di donne nel mercato del lavoro e tassi di occupazione più alti,

O. considerando che le parti sociali svolgono un ruolo importante nel definire azioni per la parità di genere a livello europeo, nazionale, regionale, settoriale e di impresa, e che per avere successo le politiche di conciliazione lavoro-famiglia richiedono un partenariato tra datori di lavoro, organizzazioni sindacali, lavoratori e autorità pubbliche,

P.  considerando che le migliori pratiche mostrano che le azioni di conciliazione lavoro-famiglia a livello microeconomico risultano in un avvicendamento del personale e in un assenteismo minori nonché in un impegno e in una produttività maggiori e attraggono una forza lavoro efficiente e motivata,

Q. considerando che l'articolo 16, paragrafo 1 del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, afferma che "gli Stati membri e la Commissione provvedono affinché la parità tra uomini e donne e l'integrazione della prospettiva di genere siano promosse nel corso delle varie fasi di attuazione dei Fondi",

1.  accoglie con favore gli sforzi della Commissione volti ad intensificare le sue azioni di promozione della parità tra donne e uomini;

2.  accoglie con favore il fatto che la relazione della Commissione sulla parità sia incentrata su questioni occupazionali quali il divario salariale di genere, la conciliazione lavoro-famiglia e le direttive sulla parità di trattamento, dato che l’indipendenza economica delle donne è una delle priorità della tabella di marcia per la parità tra donne e uomini;

3.  accoglie con favore la cultura della parità nell'UE, che comprende la tabella di marcia per la parità della Commissione e il patto per la parità di genere del Consiglio, e ne chiede l'applicazione pratica attraverso l’adozione di misure concrete e l’attribuzione di risorse finanziarie;

4.  sottolinea che sono necessari ulteriori sforzi e ulteriori misure per superare schemi decisionali e operativi obsoleti, specialmente in campo amministrativo, onde migliorare l'integrazione della dimensione di genere in tutti gli ambiti politici;

5.  ricorda che la politica attinente alla dimensione di genere a livello UE è concepita come una duplice strategia, la quale mira da un lato ad assicurare che la parità tra uomini e donne sia rispettata in tutti gli ambiti politici e in tutte le decisioni e dall'altro a ridurre, con interventi specifici, i pregiudizi a sfavore delle donne;

6.  invita la Commissione a proporre, oltre all'approccio basato sull'integrazione della dimensione di genere, una serie di misure specifiche, tra cui campagne di sensibilizzazione, scambio di buone prassi, dialogo con i cittadini e iniziative nel quadro dei partenariati pubblico-privato;

7.  riconosce il potenziale della politica di coesione sociale per la promozione della parità;

8.  insiste sulla necessità di avere un legame chiaro e permanente tra le relazioni annuali sulla parità e le priorità definite nella tabella di marcia, al fine di mettere in atto un ciclo efficace di pianificazione, monitoraggio e valutazione delle politiche di parità di genere; incoraggia la Commissione a lavorare per attuare tale ciclo;

9.  ricorda che, nella sua risoluzione del 2 febbraio 2006 sulla parità tra donne e uomini nell’Unione europea[3], aveva chiesto che la Commissione controllasse il rispetto dell'acquis comunitario in materia di parità tra donne e uomini da parte degli Stati membri in tutte le politiche dell'Unione, in particolare in materia di occupazione ma anche per quanto riguarda l'accesso ai beni e ai servizi e la loro fornitura; invita pertanto la Commissione ad effettuare uno studio sulle modalità di applicazione da parte degli Stati membri della legislazione comunitaria nel campo delle pari opportunità e a prendere misure adeguate in caso di mancata trasposizione o di infrazione;

10. chiede agli Stati membri di sostenere la Commissione nel controllare l’attuazione di misure nazionali al fine di valutare l'efficacia delle politiche e il rispetto del principio di parità, in particolare per quanto riguarda i diritti di legge e i regimi pensionistici e di sicurezza sociale;

11. chiede agli Stati membri di proporre misure specifiche atte a combattere le ineguaglianze tra donne e uomini causate da schemi occupazionali interrotti, dovuti in particolare a congedi per maternità o per assistenza a persone a carico, e a ridurre i loro effetti negativi sulla carriera, la retribuzione e i diritti pensionistici; chiede agli Stati membri di operare ai fini di retribuzioni e pensioni neutrali rispetto al genere; chiede alla Commissione di individuare mezzi adeguati per combattere la segregazione di genere sul mercato del lavoro e facilitare l’ingresso delle donne in settori non tradizionali;

12. chiede alla Commissione di sviluppare l'analisi e l'integrazione della dimensione di genere in relazione all'impatto delle riforme pensionistiche sulla vita delle donne nell'UE, al fine di individualizzare i diritti pensionistici, i regimi di sicurezza sociale nonché i regimi fiscali;

13. accoglie con favore la procedura di consultazione con le parti sociali lanciata dalla Commissione al fine di migliorare i contesti legislativi e non legislativi di conciliazione tra vita professionale, vita familiare e vita privata; incoraggia la Commissione ad avviare senza indugio la seconda fase della consultazione;

14. chiede alla Commissione di raccogliere e diffondere le migliori pratiche per quanto concerne le politiche in materia di ambiente lavorativo che consentono un equilibrio effettivo tra l’attività professionale e la vita privata, nonché per quanto concerne le misure che favoriscono una migliore partecipazione degli uomini alla vita familiare; esorta gli Stati membri e le parti sociali ad adottare le misure necessarie per potere da una parte prevenire le molestie sessuali e morali sul luogo di lavoro e dall’altra intervenire qualora si verifichino; insiste sulla necessità di appoggiare le donne nella loro carriera professionale; esorta la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure rigorose intese a ridurre il divario retributivo di genere e a promuovere sia il congedo parentale per gli uomini che il congedo di paternità;

15. rileva che la conciliazione tra vita lavorativa, vita privata e vita familiare è una questione importante e costituisce uno degli elementi chiave ai fini dell’aumento occupazionale e della riduzione dell’onere dell’invecchiamento demografico; ricorda che tutte le politiche in materia devono fondarsi sul principio della libera scelta degli individui ed essere adattate alle varie fasi della vita;

16. deplora che la Commissione non abbia consultato le parti sociali al momento dell'elaborazione del Libro verde sulla modernizzazione del diritto del lavoro;

17. rileva che la globalizzazione rimane una forza positiva, che consente alle donne di tutto il mondo di realizzare il proprio potenziale, soprattutto mediante un migliore accesso all’istruzione e alla sanità; rileva tuttavia che la liberalizzazione degli scambi ha dato vita a tendenze contraddittorie e simultanee, da una parte promuovendo efficacemente la formalizzazione delle relazioni del lavoro in alcuni settori, e dall’altra estendendo l'economia informale a nuovi tipi di attività e reddito per le donne, come il lavoro a domicilio, il subappalto e le microimprese;

18. constata che un effetto dell’aumentata globalizzazione è la femminilizzazione della povertà e ritiene che l’impatto complessivo della globalizzazione sulle possibilità di sostentamento delle donne debba formare oggetto di studi scientifici approfonditi;

19. esorta la Commissione a far sì che tutti i futuri accordi commerciali, ad esempio quelli nel quadro dell’OMC, siano esaminati alla luce della prospettiva di genere;

20. chiede alla Commissione di concentrarsi specificamente sulle barriere che dissuadono le donne dall’accedere a lavori di alto livello al fine di valutare la dimensione strutturale di tale fenomeno; plaude pertanto alle misure volte sia ad aiutare le donne ad entrare nel mondo del lavoro alle stesse condizioni degli uomini sia a promuovere l'imprenditoria femminile e insiste sull'importanza di eliminare gli attuali pregiudizi e la discriminazione di genere in materia di competitività e di inserimento professionale delle donne, in particolare per posti di alto livello;

21. sottolinea la necessità di affrontare il grave deficit democratico connesso con la scarsa partecipazione delle donne al processo decisionale politico e invita gli Stati membri a esaminare le situazioni che ostacolano la partecipazione delle donne alla politica e la loro presenza nei quadri superiori della pubblica amministrazione, a tutti i livelli, e ad adottare misure atte a porre termine a tale situazione;

22. chiede che venga prestata attenzione specifica alla situazione delle donne appartenenti a minoranze etniche e delle donne immigrate, poiché la loro emarginazione è rafforzata dalla discriminazione multipla al di fuori e all’interno delle loro proprie comunità; raccomanda l'adozione di piani d'azione integrati nazionali che consentano di affrontare in modo efficace la discriminazione multipla, in particolare qualora in un determinato Stato membro le questioni di discriminazione siano trattate da organismi diversi;

23. sottolinea l'importanza di assicurare che gli immigrati in arrivo nell'Unione europea siano consapevoli dei valori e delle leggi vigenti, nonché delle convenzioni sociali in materia di parità di genere nel paese ospitante, onde evitare situazioni di discriminazione imputabili alla mancanza di consapevolezza culturale;

24. chiede alla Commissione e agli Stati membri di intensificare lo scambio di migliori pratiche sulla non discriminazione nel mercato del lavoro al fine di promuovere la dinamica parità-efficienza nel rispetto delle specificità nazionali;

25. chiede agli Stati membri di stabilire obiettivi specifici in materia di uguaglianza di genere nell'ambito della strategia di inclusione sociale dell'UE, al fine di lottare contro la povertà e l'esclusione sociale, prevedendo una serie di azioni volte a sostenere le famiglie non tradizionali e monoparentali e azioni specifiche a sostegno dei gruppi di donne che sono ad elevato rischio di povertà ed esclusione sociale, quali le migranti, le rifugiate, le donne appartenenti a minoranze etniche, le anziane e le disabili;

26. esorta la Commissione a cooperare con gli Stati membri per la raccolta di dati pertinenti e per l'attuazione di misure che consentano di prevenire il traffico di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale e di lavoro forzato;

27. chiede alla Commissione di concentrarsi su strumenti e meccanismi atti a prevenire lo sfruttamento dei lavoratori migranti, inclusi il riconoscimento e il rispetto dei diritti umani fondamentali dei migranti irregolari, invece di basarsi sulla repressione;

28. sollecita gli Stati membri a mutualizzare i costi delle indennità di maternità e di congedo parentale onde assicurare che le donne non rappresentino più una fonte di manodopera più costosa rispetto agli uomini;

29. chiede agli Stati membri di lottare, insieme alle parti sociali, contro le discriminazioni di cui sono vittime le donne incinte nel mercato del lavoro, nonché di adottare tutte le misure necessarie al fine di assicurare un livello elevato di protezione della maternità; invita la Commissione a valutare più rigorosamente il rispetto della legislazione comunitaria in materia e a esaminarne la necessità di revisione;

30. rileva con preoccupazione che, nonostante tutti i progressi realizzati, le donne, in particolare quelle anziane e le madri singole, sono tuttora a rischio di esclusione e di povertà;

31. esorta gli Stati membri e le parti sociali a far sì che tutte le donne che desiderano lavorare a tempo pieno possano vedersi offrire impieghi corrispondenti invece che lavori a tempo parziale spesso precari e insicuri;

32. accoglie con favore gli sforzi della Commissione miranti a dare nuovo impulso al raggiungimento degli obiettivi convenuti dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002, volti ad eliminare gli ostacoli alla partecipazione paritetica di donne e uomini nel mercato del lavoro e ad introdurre entro il 2010 un'assistenza all’infanzia per il 90% dei bambini di età compresa fra i 3 anni e l'età dell'obbligo scolastico e per almeno il 33% dei bambini di età inferiore a tre anni, e questo mediante i fondi strutturali; incoraggia la Commissione a presentare nel 2008, come previsto, una comunicazione che proponga ulteriori misure da adottare a tutti i livelli al fine di conseguire tali obiettivi; ritiene che l’obiettivo debba consistere nel garantire a tutti i bambini il diritto a servizi di assistenza pedagogici e di alta qualità;

33. ritiene che gli Stati membri abbiano la responsabilità di assicurare che tutte le persone che necessitano di assistenza geriatrica o assistenza per malattia o disabilità abbiano accesso a cure e servizi di alta qualità;

34. insiste sulla necessità di concentrarsi su politiche volte a lottare contro gli stereotipi di genere nell'istruzione fin dalla prima età, eliminandoli dai programmi scolastici e dai libri di testo, sensibilizzando insegnanti e studenti e incoraggiando i ragazzi e le ragazze a seguire percorsi educativi non tradizionali;

35. chiede alla Commissione di sviluppare il dialogo con i mezzi d'informazione e di incoraggiarli, data la loro responsabilità sociale, a promuovere l'uguaglianza di genere e a evitare di dare un'immagine stereotipata delle donne e degli uomini;

36. raccomanda la definizione di misure di sensibilizzazione a livello europeo per una tolleranza zero nei confronti di insulti sessisti e di rappresentazioni degradanti della donna nei media e nelle comunicazioni commerciali;

37. raccomanda che nell'ambito dei sistemi d'istruzione venga prestata maggiore attenzione alle diverse esigenze individuali delle ragazze e dei ragazzi per quanto riguarda il loro sviluppo e che in tal modo vengano combattuti gli stereotipi;

38. ritiene che nella maggior parte degli Stati membri dell'Unione europea il mercato del lavoro non rispecchi in maniera adeguata il fatto che le donne hanno livelli medi di scolarizzazione più elevati e risultati accademici migliori;

39. raccomanda di fare in modo che i sistemi d'istruzione promuovano il sapere e opportuni criteri per conseguire libertà, autonomia personale ed equità ai fini dell'inclusione sociale; ritiene inoltre che sia necessario rafforzare le cosiddette competenze fondamentali, quali una mentalità imprenditoriale e un'impostazione scientifica e tecnologica, soprattutto tra le donne;

40. sottolinea la necessità di prevedere azioni formative durante il congedo parentale per poter far fronte all’evoluzione delle esigenze professionali;

41. rileva l’importanza di disporre di statistiche adeguate comparabili e deplora al riguardo l'assenza nelle statistiche europee di determinati gruppi di persone, come i coniugi che collaborano all'attività delle aziende agricole; chiede a EUROSTAT di inserire nelle sue statistiche tale categoria;

42. sottolinea che le donne in agricoltura svolgono spesso una parte essenziale del lavoro come coadiuvanti familiari; ritiene che tale collaborazione potrebbe essere presa adeguatamente in considerazione nella politica di sviluppo rurale;

43. richiama l'attenzione sul vasto gruppo costituito dai congiunti (in genere donne) che collaborano all'attività delle aziende agricole e che in molti Stati membri hanno uno status giuridico inadeguato, il che può dar luogo a specifici problemi finanziari e giuridici per quanto concerne il diritto al congedo di maternità e di malattia, l'acquisizione dei diritti pensionistici, l'accesso alla sicurezza sociale e l'eventualità di un divorzio;

44. sottolinea la necessità di migliorare lo status giuridico delle donne che lavorano nel settore agricolo, sia in relazione alla previdenza sociale, garantendo a tutte l'accesso diretto ad essa, sia per quanto riguarda il loro ruolo nell'ambito delle imprese agricole, insistendo in particolare sulla coproprietà delle aziende familiari, sull'accesso al credito e sui loro diritti in materia di successione;

45. insiste sulla necessità che il Fondo sociale europeo sostenga misure specifiche intese a migliorare l'accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro nonché l'integrazione della dimensione di genere; ritiene che i Fondi regionali dovrebbero disporre di una linea di bilancio dedicata alle questioni di genere (gender budgeting) per finanziare misure volte a promuovere la parità di genere e sondaggi atti a valutare l'impatto delle politiche concernenti la situazione delle donne;

46. ricorda che occorre integrare nuovi approcci e strumenti innovativi nelle strategie di sviluppo regionale e sottolinea l'esigenza di prevedere per i decisori a livello regionale e locale corsi di formazione sulla metodologia e sugli strumenti per l'integrazione della dimensione di genere; invita la Commissione a perfezionare i suoi orientamenti destinati al settore amministrativo relativi all’integrazione della dimensione di genere nei Fondi strutturali;

47. chiede alla Commissione di includere nelle future relazioni annuali sulla parità tra donne e uomini dati e statistiche provenienti dai paesi candidati e dai paesi in via di adesione;

48. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi degli Stati membri.

  • [1]  GU C 364 del 18.12.2000, pag. 1.
  • [2]  GU L 45 del 19.2.1975, pag. 19.
  • [3]  GU C 288 E del 25.11.2006, pag. 73.

PARERE della commissione per lo sviluppo regionale (2.7.2007)

destinato alla commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere

sulla parità tra donne e uomini nell'Unione europea - 2007
(2007/2065(INI))

Relatrice per parere: Zita Gurmai

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A.  considerando che l'articolo 16, paragrafo 1 del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione afferma che "gli Stati membri e la Commissione provvedono affinché la parità tra uomini e donne e l'integrazione della prospettiva di genere siano promosse nel corso delle varie fasi di attuazione dei Fondi",

B.  considerando che l'integrazione della dimensione di genere (gender mainstreaming) consiste, in pratica, nel valutare come le misure politiche, amministrative e sociali influiscono sulla vita e sulla condizione sia delle donne sia degli uomini e, ove necessario, nell'assumersi la responsabilità di riformularle al fine di promuovere l'uguaglianza di genere

1.  sottolinea che sono necessari ulteriori sforzi e un ulteriore perfezionamento degli schemi decisionali e operativi obsoleti, specialmente in campo amministrativo, onde migliorare l'integrazione della dimensione di genere nei vari settori;

2.  ricorda che la politica attinente alla dimensione di genere a livello dell'Unione europea va concepita come una duplice strategia, la quale da un lato assicura che l'equiparazione tra uomini e donne sia rispettata in tutti gli ambiti e in tutte le decisioni e dall'altro, con interventi mirati, porta all'eliminazione dei pregiudizi a sfavore delle donne;

3.  insiste sulla necessità che il Fondo sociale europeo sostenga misure specifiche intese a migliorare l'accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro nonché l'integrazione della dimensione di genere; ritiene che i Fondi regionali dovrebbero disporre di una linea di bilancio dedicata alle questioni di genere (gender budgeting) per finanziare misure volte a promuovere la parità di genere e i sondaggi per valutare l'impatto delle politiche concernenti la situazione delle donne;

4.  ricorda che occorre integrare nuovi approcci e strumenti innovativi nelle strategie di sviluppo regionale e sottolinea l'esigenza di prevedere corsi di formazione sulla metodologia e sugli strumenti per l'integrazione della dimensione di genere a favore dei responsabili a livello regionale; invita la Commissione a perfezionare le istruzioni impartite all'amministrazione con indicazioni per l'attuazione della dimensione di genere nei Fondi strutturali;

5.  sottolinea che, per ottimizzare l'effetto leva a lungo termine dei Fondi strutturali, occorre prestare un'attenzione particolare al sostegno a favore delle categorie vulnerabili, in particolare le donne nelle zone rurali;

6.  rileva che è necessario raccogliere dati statistici su base regionale, disaggregati in base al genere, regolari e completi - che attualmente mancano - per verificare la situazione reale e le differenze esistenti tra le condizioni di vita delle donne in regioni diverse;

7.  invita la Commissione a proporre, oltre all'approccio basato sull'integrazione della dimensione di genere, una serie di misure specifiche, tra cui campagne di sensibilizzazione, lo scambio di buone prassi, il dialogo con i cittadini e iniziative nel quadro dei partenariati pubblico-privato (PPP).

PROCEDURA

Titolo

Parità tra donne e uomini nell'Unione europea - 2007

Riferimenti

2007/2065(INI)

Commissione competente per il merito

FEMM

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

REGI
26.4.2007

Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula

 

Relatore per parere
  Nomina

Zita Gurmai
20.3.2007

Relatore per parere sostituito

 

Esame in commissione

7.6.2007

 

 

 

 

Approvazione

26.6.2007

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

37

3

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Alfonso Andria, Stavros Arnaoutakis, Elspeth Attwooll, Jean Marie Beaupuy, Jana Bobošíková, Bernadette Bourzai, Wolfgang Bulfon, Antonio De Blasio, Bairbre de Brún, Gerardo Galeote, Iratxe García Pérez, Eugenijus Gentvilas, Marian Harkin, Filiz Husmenova, Gisela Kallenbach, Tunne Kelam, Evgeni Kirilov, Miloš Koterec, Constanze Angela Krehl, Jamila Madeira, Mario Mantovani, Yiannakis Matsis, Miroslav Mikolášik, Lambert van Nistelrooij, Maria Petre, Markus Pieper, Elisabeth Schroedter, Grażyna Staniszewska, Catherine Stihler, Margie Sudre, Kyriacos Triantaphyllides, Oldřich Vlasák, Vladimír Železný

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Jan Březina, Brigitte Douay, Den Dover, Ovidiu Victor Ganţ, Zita Pleštinská, Toomas Savi, László Surján, Nikolaos Vakalis

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

...

PARERE della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (5.6.2007)

destinato alla commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere

sulla parità tra uomini e donne nell'Unione europea nel 2007
(2007/2065(INI))

Relatrice per parere: Ilda Figueiredo

SUGGERIMENTI

La commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale invita la commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ritiene fondamentale riconoscere l'importante ruolo svolto dalle donne nell'agricoltura dei vari paesi dell'UE, sia nella produzione primaria che nella diversificazione delle attività economiche in azienda e in campagna; richiama l'attenzione sull'elevato livello di povertà e isolamento delle donne in talune zone rurali, insistendo sulla necessità di misure efficaci che garantiscano pari opportunità per le donne, il che deve costituire un obiettivo essenziale di tutti gli strumenti della politica agricola comune (PAC) e delle altre politiche comunitarie;

2.  ritiene che debbano essere sfruttate appieno tutte le potenzialità della politica di sviluppo rurale e della politica di coesione, al fine di promuovere la parità tra uomini e donne, anche nei programmi cofinanziati dai fondi strutturali, garantendo che le donne delle zone rurali siano trattate in maniera paritaria nei sostegni concessi;

3.  sottolinea che le donne in agricoltura svolgono una parte essenziale del lavoro spesso come coadiuvanti familiari; che tale collaborazione potrebbe conseguentemente figurare anche nelle statistiche sull'occupazione nelle zone rurali e che di essa deve tener conto la politica dello sviluppo rurale; ritiene che gli Stati membri dovrebbero impegnarsi affinché queste donne possano aver accesso ai regimi pensionistici;

4.  sottolinea che, seppure l'eliminazione delle disparità e la promozione delle pari opportunità siano considerate obiettivi fondamentali dei regolamenti operativi dei fondi strutturali e dei programmi di sviluppo rurale, in pratica la partecipazione delle agricoltrici nella definizione e valorizzazione delle possibilità che vengono loro offerte è minima; sollecita quindi la Commissione a garantire che, nelle procedure di approvazione dei progetti in questione, si presti la debita attenzione al rafforzamento del ruolo delle agricoltrici permettendo la partecipazione attiva delle associazioni e federazioni femminili delle zone rurali nonché di altri enti che associno le donne dello spazio rurale alla concezione di detti programmi e dei criteri di valutazione utilizzati nei vari inviti a presentare offerte;

5.  plaude all'iniziativa della Commissione di includere un articolo speciale sulla parità tra uomini e donne e la non discriminazione nel regolamento (CE) n. 1698/2005 del 20 settembre 2005 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (articolo 8); ritiene, tuttavia, che occorra compiere alcuni passi per garantire l'introduzione della politica di parità e il controllo dei risultati in tutta la legislazione relativa al settore agricolo; ricorda che il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 3 luglio 2003 sulle donne nelle zone rurali nel contesto della revisione intermedia della PAC[1], aveva proposto la creazione in seno alla DG Agricoltura della Commissione, di un'unità competente per l'integrazione delle dimensione di genere in tutti gli atti legislativi e politiche pertinenti;

6.  insiste sulla necessità di migliorare lo status giuridico delle donne che lavorano nel settore agricolo, sia in relazione alla previdenza sociale, garantendo a tutte l'accesso diretto ad essa, sia per quanto riguarda il loro ruolo nell'ambito delle imprese agricole, insistendo in particolare sulla contitolarità delle aziende familiari, l'accesso al credito e le garanzie sul piano del diritto di successione;

7.  ribadisce, in questo ordine di idee, la sua risoluzione dell'8 gennaio 1997 sulla situazione dei coniugi coadiuvanti dei lavoratori indipendenti (A4-0005/97) in cui ha chiesto il miglioramento della situazione dei coniugi coadiuvanti nell'agricoltura attraverso un rafforzamento della direttiva 86/613/CEE del Consiglio, dell'11 dicembre 1986, relativa all'applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un'attività autonoma, ivi comprese le attività nel settore agricolo, e relativa altresì alla tutela delle lavoratrici durante la gravidanza e della maternità, varando uno status giuridico per i coniugi coadiuvanti che preveda tra l'altro la registrazione obbligatoria dei coniugi coadiuvanti in modo che non siano più lavoratori invisibili ma affiliati ai sistemi di sicurezza sociale che godano di diritti in materia di malattia, invalidità, infortuni e vecchiaia;

8.  sottolinea che in un'azienda agricola le donne sono spesso attive come "coadiuvanti familiari", la qual cosa può comportare specifici problemi di ordine finanziario e giuridico in caso di separazione tra i coniugi, accesso ai regimi di previdenza sociale, congedo per malattia e maternità e costituzione dei propri diritti a pensione;

9.  ritiene essenziale migliorare la qualità di vita delle donne che vivono nelle zone rurali, garantendo loro un accesso più agevole all'istruzione e alla formazione professionale, all'istruzione lungo tutto l'arco della vita, alle nuove infrastrutture dei media, ad efficienti e adeguati servizi pubblici sanitari di prossimità, a infrastrutture e strumenti di sostegno all'infanzia e alla famiglia, soprattutto asili nido, asili per l'infanzia, scuole, centri culturali e mercati di prossimità;

10. sottolinea l'importanza per le donne di partecipare alle organizzazioni degli agricoltori e di promuovere lo sviluppo di reti delle organizzazioni femminili e la visibilità delle donne nelle associazioni locali coinvolte nell'esecuzione di programmi agricoli e in diverse attività di sviluppo rurale;

11. sottolinea che il miglioramento della parità di opportunità delle donne nelle zone rurali implica un rafforzamento della promozione del loro ruolo, tanto nel quadro dell'attività agricola quanto nella altre sfere di attività economica, difendendo anche il carattere multifunzionale dell'agricoltura;

12. ritiene necessario ampliare i contenuti informativi sulle donne delle zone rurali, promuovendo studi sulla situazione di dette donne e sull'impatto delle politiche di genere sullo sviluppo rurale nonché organizzando giornate e congressi a livello europeo per formare e informare le donne di queste zone, miranti in particolare alla promozione occupazionale a all'autoccupazione e che permettano altresì di scambiare criteri relativamente alle riunioni tenute in seno ad organismi internazionali e che trattino la questione delle donne dell'ambiente rurale;

13. ritiene indispensabile che le donne siano rappresentate negli organi collettivi degli agricoltori tanto a livello nazionale quanto comunitario, attraverso l'adeguato adattamento dei loro statuti; è convinto che, in tal modo, ciò rafforzerà notevolmente la presa in considerazione della dimensione di genere nella formazione di posizioni e politiche;

14. si compiace in questo contesto dei progetti FSE/EQUAL, attualmente in corso di attuazione in taluni Stati membri, che perseguono l'obiettivo di monitorare i problemi dei "coadiuvanti familiari" e attende la presentazione dei risultati di tali progetti;

15. rileva l'esistenza di grandi lacune nelle statistiche agricole per quanto riguarda la differenziazione tra uomini e donne ed esorta la Commissione a colmarle e a garantire che siano eliminate le distorsioni a carattere discriminatorio in sede di raccolta di dati, segnatamente cessando di includere nella categoria "casalinghe" le donne che, di fatto, lavorano nel settore agricolo;

16. sottolinea la necessità di valorizzare maggiormente il lavoro delle donne, e in particolar modo delle donne immigrate, che non appartengono al nucleo familiare aziendale e che prestano la loro manodopera nei campi, subendo maggiormente le difficoltà legate alla loro condizione femminile nel mondo agricolo;

17. deplora inoltre che le attività dei "coadiuvanti familiari" spesso non figurino nelle statistiche ufficiali, e invita la Commissione ed EUROSTAT a tener conto nelle proprie analisi anche di questo importante gruppo.

PROCEDURA

Titolo

Parità tra uomini e donne nell'Unione europea nel 2007

Numero di procedura

2007/2065(INI)]

Commissione competente per il merito

FEMM

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

AGRI
26.4.2007

Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula

 

Relatore per parere
  Nomina

Ilda Figueiredo
12.4.2007

Relatore per parere sostituito

 

Esame in commissione

7.5.2007

5.6.2007

 

 

 

Approvazione

5.6.2007

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

30

2

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Vincenzo Aita, Thijs Berman, Luis Manuel Capoulas Santos, Giuseppe Castiglione, Joseph Daul, Albert Deß, Gintaras Didžiokas, Carmen Fraga Estévez, Ioannis Gklavakis, Lutz Goepel, Bogdan Golik, Esther Herranz García, Elisabeth Jeggle, Heinz Kindermann, Véronique Mathieu, Mairead McGuinness, Rosa Miguélez Ramos, Neil Parish, Radu Podgorean, María Isabel Salinas García, Agnes Schierhuber, Willem Schuth, Czesław Adam Siekierski, Marc Tarabella, Donato Tommaso Veraldi, Andrzej Tomasz Zapałowski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Ilda Figueiredo, José Manuel García-Margallo y Marfil, Béla Glattfelder, Milan Horáček, Markus Pieper, Kyösti Virrankoski

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

 

  • [1]  GU C 74 E del 24.3.2004, pag. 882.

PARERE della commissione per la cultura e l'istruzione (25.6.2007)

destinato alla commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere

sulla parità tra donne e uomini nell'Unione europea
(2007/2065(INI))

Relatrice per parere: Karin Resetarits

SUGGERIMENTI

La commissione per la cultura e l'istruzione invita la commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  si compiace della cultura della parità nell'UE ivi compresa la "tabella di marcia per la parità" della Commissione e del "patto per la parità di genere" del Consiglio e ne chiede l'applicazione attraverso concrete misure e risorse finanziarie;

2.  riconosce il potenziale della politica di coesione sociale per la promozione della parità;

3.  constata lo scarso numero di donne presenti a tutt'oggi ai livelli dirigenziali;

4.  rileva che il principale incremento dell'occupazione femminile riguarda in prevalenza i lavori caratterizzati da basse retribuzioni e contratti d'impiego precari e che il divario retributivo di genere in alcuni paesi europei permane al 30%; plaude pertanto alle misure volte sia ad aiutare le donne ad entrare nel mondo del lavoro sia a promuovere l'imprenditoria femminile e insiste sull'eliminazione degli attuali pregiudizi e della discriminazione di genere in materia di competitività e di inserimento professionale delle donne, in particolare per posti di alto livello;

5.  evidenza che le donne sono in proporzione più colpite dalla disoccupazione di lungo periodo e che la necessità di doversi occupare di bambini di 5 anni di età o inferiore è associata a un tasso di disoccupazione maggiore di quello delle donne senza figli;

6.  raccomanda di tenere in maggiore considerazione le diverse esigenze nello sviluppo delle ragazze e dei ragazzi nell'ambito dei sistemi d'istruzione e di contrastare in tal modo gli stereotipi;

7.  ritiene che nella maggior parte degli Stati membri dell'Unione europea il mercato del lavoro non rispecchi in maniera adeguata il maggior livello medio di scolarizzazione e i migliori risultati accademici delle donne;

8.  raccomanda di fare in modo che i sistemi d'istruzione promuovano il sapere e opportuni criteri per conseguire libertà, autonomia personale ed equità ai fini dell'inclusione sociale; sottolinea pertanto la necessità di rafforzare le cosiddette competenze fondamentali, quali una mentalità imprenditoriale e un'impostazione scientifica e tecnologica, soprattutto tra le donne;

9.  insiste sulla necessità di appoggiare le donne nella loro carriera professionale e sollecita pertanto l'approvazione di misure intese a conciliare per entrambi i sessi il lavoro e la famiglia e a incitare gli uomini ad assumersi responsabilità familiari; esorta la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure concrete intese a ridurre il divario retributivo di genere e a promuovere il congedo parentale per gli uomini e il congedo di paternità;

10. richiama l'attenzione sulla necessità di contemplare un maggior numero di strutture per la cura dell'infanzia (pubbliche e private), qualitativamente migliori e più flessibili, accessibili all'intera popolazione, onde consentire il reinserimento di uomini e donne nel mondo del lavoro dopo un congedo parentale, permettendo altresì di conciliare il lavoro e la famiglia;

11. sottolinea la necessità di azioni di perfezionamento professionale durante il congedo parentale per poter seguire l'evoluzione dei requisiti professionali;

12. raccomanda la definizione di misure a livello europeo per una maggiore sensibilizzazione alla necessità di un'assoluta intolleranza nei confronti di offese sessiste e di rappresentazioni degradanti della donna sui mass-media e nelle comunicazioni commerciali;

13. sottolinea l'importanza di assicurare che gli immigrati in arrivo nell'Unione europea siano consapevoli dei valori e delle leggi vigenti, nonché delle convenzioni sociali in materia di parità di genere nel paese ospitante, onde evitare situazioni di discriminazione imputabili alla mancanza di consapevolezza culturale;

14. ritiene che i mass-media debbano sottolineare il ruolo della donna nella società, fornendo altresì esempi di casi in cui si sono realizzati la parità di genere e l'equilibrio tra il lavoro e la vita familiare; chiede alla Commissione di sensibilizzare i cittadini sui mass-media al ruolo della donna nella società e di promuovere le pari opportunità, anche attraverso il programma Media 2007.

PROCEDURA

Titolo

Parità tra donne e uomini nell'Unione europea

Riferimenti

2007/2065(INI)]

Commissione competente per il merito

FEMM

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

CULT
26.4.2007

Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula

 

Relatore per parere
  Nomina

Karin Resetarits
10.4.2007

Relatore per parere sostituito

 

Esame in commissione

18.6.2007

 

 

 

 

Approvazione

25.6.2007

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

24
1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Ivo Belet, Guy Bono, Marie-Hélène Descamps, Věra Flasarová, Milan Gaľa, Ovidiu Victor Ganţ, Luis Herrero-Tejedor, Ruth Hieronymi, Sándor Kónya-Hamar, Manolis Mavrommatis, Marianne Mikko, Viorica-Pompilia-Georgeta Moisuc, Doris Pack, Christa Prets, Karin Resetarits, Pál Schmitt, Nikolaos Sifunakis, Hannu Takkula, Salvatore Tatarella, Henri Weber, Thomas Wise, Tomáš Zatloukal

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Emine Bozkurt, Erna Hennicot-Schoepges, Mary Honeyball

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

...

PROCEDURA

Titolo

Parità tra donne e uomini nell’Unione europea - 2007

Numero di procedura

2007/2065(INI)

Commissione competente per il merito
  Annuncio in Aula dell'autorizzazione

FEMM
26.4.2007

Commissione(i) competente(i) per parere
  Annuncio in Aula

EMPL
26.4.2007

REGI
26.4.2007

AGRI
26.4.2007

CULT
26.4.2007

LIBE
26.4.2007

Pareri non espressi
  Decisione

EMPL
28.2.2007

LIBE
11.6.2007

 

 

 

Cooperazione rafforzata
  Annuncio in Aula

 

 

 

 

 

Relatore(i)
  Nomina

Piia-Noora Kauppi
26.2.2007

 

Relatore(i) sostituito(i)

 

 

Esame in commissione

16.7.2007

 

 

 

 

Approvazione

16.7.2007

Esito della votazione finale

+

-

0

29

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Edit Bauer, Hiltrud Breyer, Esther De Lange, Věra Flasarová, Nicole Fontaine, Claire Gibault, Lissy Gröner, Zita Gurmai, Esther Herranz García, Anneli Jäätteenmäki, Piia-Noora Kauppi, Urszula Krupa, Roselyne Lefrancois, Siiri Oviir, Marie Panayotopoulos-Cassiotou, Zita Pleštinská, Christa Prets, Karin Resetarits, Teresa Riera Madurell, Amalia Sartori, Eva-Britt Svensson, Britta Thomsen, Anna Záborská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Gabriela Creţu, Jill Evans, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Anna Hedh, Marusya Ivanova Lyubcheva

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Ján Hudacký, Peter Šťastný

Deposito

20.7.2007

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)