Relazione - A6-0323/2007Relazione
A6-0323/2007

RELAZIONE sulle priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi

17.9.2007 - (2006/2250(INI))

Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni
Relatore: Javier Moreno Sánchez


Procedura : 2006/2250(INI)
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A6-0323/2007
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A6-0323/2007
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi

(2006/2250(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la comunicazione della Commissione riguardante le priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi (COM(2006)0402),

–   vista la comunicazione della Commissione sul programma d'azione sull'immigrazione legale (COM(2005)0669), e la sua risoluzione in materia del .. settembre 2007[1],

–   visto il parere del Comitato delle regioni, del 26 febbraio 2007, sul "Piano d'azione sull'immigrazione legale, lotta contro l'immigrazione clandestina, futuro della rete europea sulle migrazioni "(CdR 233/2006 def.),

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo, del 4 e 5 novembre 2004, e il programma dell'Aia ivi allegato[2],

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo "L'approccio globale in materia di migrazione un anno dopo: verso una politica europea globale della migrazione" (COM(2006)0735),

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre 2005 su un "Approccio globale in materia di migrazione: Azioni prioritarie incentrate sull'Africa e il Mediterraneo", ribadite dalle conclusioni della Presidenza a seguito del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2006,

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007 e il mandato della Conferenza intergovernativa nel settore "giustizia e affari interni",

–   vista la sua risoluzione del 9 giugno 2005 sui legami tra immigrazione legale e clandestina ed integrazione dei migranti[3],

–   vista la sua risoluzione del 28 settembre 2006 sulla politica comune dell'Unione europea in materia di immigrazione[4] in cui deplorava che "a sette anni dall'adozione del programma di Tampere, l'Unione europea non dispone di una politica coerente in materia di immigrazione",

–   vista la sua risoluzione, del 15 febbraio 2007, sui profughi provenienti dall'Iraq[5],

–   vista la decisione 2006/688/CE del Consiglio, del 5 ottobre 2006, che istituisce un meccanismo d'informazione reciproca sulle misure degli Stati membri nei settori dell'asilo e dell'immigrazione[6],

–   visto il regolamento (CE) n. 862/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio dell' 11 luglio 2007 relativo alle statistiche comunitarie in materia di migrazione e di protezione internazionale[7],

–   visto il risultato della conferenza ministeriale UE-Africa sulle migrazioni e lo sviluppo svoltasi a Rabat il 10-11 luglio 2006,

–   vista la dichiarazione congiunta Africa-UE sulla migrazione e lo sviluppo, adottata in occasione della Conferenza ministeriale UE-Africa svoltasi a Tripoli il 22-23 novembre 2006,

–   visto il piano d'azione contro la tratta di esseri umani adottato dal Consiglio in data 1-2 dicembre 2005,

–   vista la sua raccomandazione al Consiglio del 16 novembre 2006[8] nella quale si chiede una nuova strategia dell'UE per combattere la tratta degli esseri umani,

–   vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "Applicazione dell'approccio globale in materia di migrazione alle aree orientali e sud-orientali vicine all'Unione europea" (COM(2007)0247),

–   vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa alla migrazione circolare e ai partenariati per la mobilità tra l'Unione europea e i paesi terzi (COM(2007)0248),

–   vista la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nell'Unione (COM(2007)0249 - C6-0143/2007 - 2007/0094(COD)),

–   visto il regolamento (CE) n. 863/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 luglio 2007, che istituisce un meccanismo per la creazione di squadre di intervento rapido alle frontiere[9],  

–   visti il trattato di Amsterdam, che conferisce alla Comunità poteri e responsabilità nei settori dell'immigrazione e dell'asilo, e l'articolo 63 del trattato CE,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e i pareri della commissione per gli affari esteri e della commissione per lo sviluppo (A6‑0323/2007),

A. considerando che la migrazione è un fenomeno globale in aumento e che quindi interessa anche l'Unione europea,

B.  considerando che, secondo stime piuttosto divergenti, il numero di cittadini di paesi terzi che soggiornano irregolarmente nell'Unione europea oscilla tra i 4,5 e gli 8 milioni di persone; considerando che è importante migliorare la qualità e la coerenza dei dati statistici disponibili,

C. considerando che molte persone in situazione irregolare entrano legalmente nell'Unione europea ma cessano successivamente di adempiere alle condizioni di ingresso,

D. considerando che la dimensione dei fenomeni migratori attualmente è tale da superare la capacità degli Stati membri di gestirli da soli e che è pertanto necessario un approccio globale coerente all'immigrazione a livello europeo; considerando che l'assenza di una risposta adeguata all'arrivo di immigrati irregolari alle frontiere dell'Unione evidenzia sia l'insufficiente solidarietà tra Stati membri che la mancanza di coordinamento delle politiche nonostante le dichiarazioni e gli impegni presi,

E.  considerando che una politica comune dell'immigrazione nell'Unione europea richiede che gli Stati membri rispettino i principi di solidarietà, responsabilità condivisa, fiducia reciproca e trasparenza,

F.  considerando che la politica di immigrazione deve essere globale e tener conto di una moltitudine di aspetti, in particolare: la lotta contro l'immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani, il miglioramento e il coordinamento necessari dei canali d'immigrazione legale, le cause dell'emigrazione dai paesi terzi (fattori di spinta quali sottosviluppo, miseria, guerre, regimi dittatoriali, istituzioni statali assenti, conseguenze del cambiamento climatico e di catastrofi ambientali, ecc.), le cause dell’immigrazione nell'Unione (fattori di attrazione quali livello di vita, democrazia, pace, opportunità di lavoro anche irregolare, ecc.), i bisogni demografici ed economici degli Stati membri, la coerenza delle azioni condotte a livello locale, nazionale ed europeo, la questione dell'integrazione e del multiculturalismo, il rispetto dei diritti fondamentali e in particolare del diritto d'asilo e di non respingimento, la lotta contro il razzismo e la xenofobia,

G. considerando che la lotta contro la tratta di esseri umani costituisce una priorità per l'Unione, in particolare al fine di ridurre la tratta delle persone più vulnerabili quali le donne e i bambini e di smantellare le reti e sgominare le mafie che ne traggono profitto,

H. considerando che molte persone in situazione irregolare entrano legalmente nell'Unione europea ma cessano successivamente di adempiere alle condizioni di ingresso,

I.   considerando che l'immigrazione clandestina e quella legale sono strettamente collegate e che la lotta contro l'immigrazione clandestina è essenziale per attuare una politica d'immigrazione legale,

J.   considerando che un ampliamento delle possibilità di immigrazione regolare ridurrebbe il numero di ingressi irregolari e dunque la condizione di clandestinità diffusa,

K. considerando che la riluttanza di taluni governi a riconoscere l'entità del fabbisogno di lavoratori migranti può mettere in difficoltà i datori di lavoro nel momento in cui essi cercano rispondere alle esigenze dell'impresa nel rispetto delle norme di legge in materia di documentazione,

L.  considerando che la cooperazione dell'Unione e dei suoi Stati membri con i paesi terzi d'origine e di transito è fondamentale e che occorre condurre una politica di co-sviluppo efficace e concreta, al fine di intervenire a monte nei paesi terzi sulle cause profonde dell'emigrazione,

M. considerando che sia le cause dell'immigrazione che i suoi aspetti positivi (in particolare in termini di impatto sull'economia e sulla demografia e di arricchimento culturale delle nostre società) tendono ad essere assenti dal dibattito pubblico, che invece si focalizza sulle difficoltà e i problemi che essa può provocare,

N. considerando che nel giro di pochi decenni l'immigrazione è diventata un tema centrale del dibattito pubblico in tutta l'Unione europea, un tema politicamente molto delicato che può essere facilmente sfruttato a fini demagogici e populisti; considerando altresì che tutti i politici e i rappresentanti dei mezzi di comunicazione dovrebbero essere consapevoli dell’importanza di impostare un discorso corretto in materia;

Approccio generale

1.  accoglie con favore l’approccio della Commissione, la quale svolgerà un ruolo chiave nel dare impulso ad azioni coerenti ed efficaci da parte degli Stati membri;

2.  valuta positivamente l'iniziativa dal titolo "Applicazione dell’approccio globale in materia di migrazione alle aree orientali e sudorientali vicine all’Unione europea" (COM(2007)0247); invita gli Stati membri e la Commissione a garantire che vengano destinate risorse umane e finanziarie sufficienti ai fini di un’attuazione adeguata dell'approccio globale alla migrazione;

3.  accoglie con favore le implicazioni istituzionali del progetto di riforma del trattato, quale fissato dal mandato della CIG, in particolare l’estensione della procedura di codecisione e del voto a maggioranza qualificata a tutte le politiche di immigrazione, le precisazioni circa le competenze dell’UE in materia di visti e controlli alle frontiere, l’estensione delle competenze dell’UE in materia di asilo nonché di immigrazione legale e clandestina;

4.  ritiene fondamentale la raccolta e l'armonizzazione di dati statistici relativi ai fenomeni migratori; invita gli Stati membri e la Commissione, unitamente a Eurostat, a rimediare alla penuria di dati coerenti e affidabili di concerto con la rete europea con le migrazioni (REM) e organizzazioni internazionali quali l'OCSE; si compiace dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio (CE) n. 862/2007; invita gli Stati membri a produrre statistiche che siano coerenti con le definizioni armonizzate e a fornire tutte le informazioni richieste per l'interpretazione delle statistiche prodotte;

5.  ritiene che l'immigrazione costituisca una sfida a livello europeo e globale che esige una risposta della stessa dimensione; ritiene che l'Unione nel suo insieme debba dotarsi degli strumenti atti a cogliere la triplice opportunità - economica, demografica e sociale - che l'immigrazione potrebbe rappresentare per le nostre società;

6.  ritiene inappropriato un approccio emergenziale alla questione dei flussi migratori, dal momento che questi rappresentano una realtà costante ormai da diversi anni che richiede quindi un approccio a medio e lungo termine;

7.  ritiene che nel quadro della sua politica d'immigrazione l'Unione debba condurre azioni coerenti sia all'interno che all'esterno delle sue frontiere (doppia dimensione interna ed esterna);

8.  sottolinea che in tutto il mondo i conflitti aventi una dimensione internazionale scatenano flussi migratori;

9.  si aspetta che la Commissione presenti uno studio sull'impatto del cambiamento climatico sui flussi migratori, di concerto con le Nazioni Unite;

10. sottolinea che la responsabilità dei trasportatori e delle autorità dei paesi d'origine nonché il rafforzamento del quadro giuridico contro le reti di trafficanti, la lotta contro il lavoro clandestino e la tratta di esseri umani e l'individuazione della corruzione amministrativa sono parte essenziale della lotta contro l'immigrazione clandestina, che deve altresì poggiare su un livello elevato di cooperazione giudiziaria e di polizia;

11. sottolinea l'importanza della cooperazione allo sviluppo quale mezzo per agire sulle cause profonde dei flussi migratori e quale strumento complementare e non alternativo alle politiche dell'Unione in materia di integrazione e di immigrazione;

12. ricorda che in particolare i vicini mediterranei ed orientali dell'UE ricevono la maggioranza degli immigrati in viaggio verso l'Europa; ritiene di importanza cruciale garantire che siano rispettati i diritti umani fondamentali di questi immigrati, dedicando una particolare attenzione ai diritti dei minori non accompagnati; sottolinea la necessità che l'UE rafforzi la sua cooperazione con tutti i paesi partner del Mediterraneo per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori e conceda loro sostegno per la lotta contro l'immigrazione illegale; sottolinea l'importanza di rafforzare i legami tra i paesi dell'Africa settentrionale e quelli sub-sahariani e con i paesi asiatici di origine;

13. sottolinea che gli immigrati irregolari non devono essere assimilati a delinquenti; ricorda che molti di loro rischiano infatti la vita per venire a cercare in Europa la libertà o un sostentamento; ritiene che sia responsabilità dei politici attuare una politica coerente ed efficace di lotta contro l'immigrazione clandestina, tenendo conto delle salvaguardie e dei diritti fondamentali degli individui e ricordando nel contempo ai cittadini il contributo dell'immigrazione legale alla crescita economica e demografica dell'Europa;

14. sottolinea che qualsiasi misura di lotta contro l'immigrazione clandestina e di controllo delle frontiere esterne deve rispettare le garanzie e i diritti fondamentali delle persone, conformemente alle disposizioni sancite dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e dalla Convenzione europea di salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali (CEDH), in particolare per quanto riguarda il diritto d'asilo e il diritto di non respingimento;

15. sottolinea che i centri di accoglienza temporanea per migranti irregolari, sia all’interno che all’esterno dell’Unione, devono essere gestiti in modo compatibile con la protezione dei diritti fondamentali e che è necessario lo scambio delle migliori pratiche - in particolare per quanto riguarda l’alloggio, la scolarizzazione, l’accesso all’assistenza sanitaria, i mezzi finanziari e le norme giuridiche - tra tutti i livelli e le organizzazioni coinvolte, quali le autorità a livello locale e nazionale, le istituzioni europee e le ONG;

16. è sconvolto dalle condizioni inumane di vari centri di detenzione per migranti e richiedenti asilo visitati dalla sua commissione per le libertà pubbliche;

17. ribadisce la sua ferma opposizione all'ipotesi di creare dei centri di accoglienza o di detenzione per gli immigrati senza documenti o per i richiedenti asilo all'esterno delle frontiere dell'Unione e nelle regioni d'origine dell'immigrazione;

18. prende atto della revisione, da parte della Commissione, del regolamento (CE) n. 343/2003 ("Dublino II"); ribadisce che la revisione di detto regolamento è necessaria e dovrebbe riguardare anche il suo principio basilare, secondo cui lo Stato membro competente per il trattamento di una domanda d'asilo è il paese di primo ingresso, in quanto tale principio impone a taluni Stati membri un onere sproporzionato e insostenibile;

19. sottolinea che occorre prendere precauzioni specifiche per quanto riguarda le donne e i bambini, in particolare i minori non accompagnati, e le persone disabili, che necessitano di aiuto e di misure di protezione adeguate, in particolare in caso di provvedimenti di rimpatrio;

20. chiede agli Stati membri di prevedere nelle rispettive politiche sulla migrazione un alto livello di protezione sanitaria degli immigrati, assicurando assistenza preventiva e trattamenti medici;

21. rivolge un appello a favore di una cooperazione rafforzata tra collettività regionali e locali nonché tra le parti sociali per lo scambio delle migliori pratiche per quanto riguarda in particolare l'alloggio, la scolarizzazione e l'accesso alle cure sanitarie;

22. ricorda che è necessario prestare un'attenzione maggiore al linguaggio utilizzato nel trattare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, affinché la società ne abbia una migliore percezione; ritiene che occorra intervenire nell'ambito dell'istruzione e dell'informazione offerta dai mezzi di comunicazione al fine di trasmettere i valori fondamentali dell'Unione, come la tolleranza, la solidarietà, il rispetto reciproco e la necessità di lottare contro la discriminazione e la xenofobia;

Priorità enunciate dalla Commissione

Cooperazione con i paesi terzi

23. ritiene che il carattere multidimensionale dell'immigrazione esiga una stretta collaborazione con tutti i paesi terzi interessati; ritiene che le conferenze ministeriali di Rabat e Tripoli nel 2006 e il Forum globale dell’ONU sulla migrazione tenutosi a Bruxelles nel luglio 2007 (a cui il Parlamento europeo è stato rappresentato) abbiano segnato l'inizio del dialogo necessario tra i paesi d'origine e transito e gli Stati europei destinatari dell'emigrazione; ritiene che tale dialogo debba permettere di gettare le basi di un autentico partenariato basato sul co-sviluppo; ritiene che esso debba mirare, per quanto riguarda l'immigrazione clandestina, a introdurre accordi di riammissione o a migliorare il funzionamento di quelli i vigore;

24. sottolinea come esempio di buone pratiche la conclusione, da parte di alcuni Stati membri, di accordi di cooperazione in materia di immigrazione con vari paesi africani, accordi che individuano il collegamento tra migrazione e sviluppo; esorta gli Stati membri e la Commissione a intensificare la cooperazione e a continuare a sviluppare programmi in tal senso;

25. invita la Commissione e il Consiglio a perseguire lo sviluppo dei Programmi di protezione regionale di concerto con i paesi di origine e di transito e a informare il Parlamento sull'esperienza acquisita relativamente ai progetti pilota finora attuati; valuta positivamente l'avvio di un programma europeo sulla migrazione e lo sviluppo in Africa, avente uno stanziamento iniziale di 40 milioni di euro e l'obiettivo di creare nuovi posti di lavoro nel continente africano, e chiede alla Commissione di fornire maggiori informazioni sulle modalità pratiche; approva a tal fine la firma, da parte della Commissione, dell'accordo di cooperazione con il Mali, con il sostegno della Francia e della Spagna, ai fini dell'apertura del primo Centro di informazione e di gestione delle migrazioni, da istituire con i fondi di questo programma;

26. chiede alla Commissione di adottare tutte le misure appropriate per ampliare le fonti d'informazione disponibili nei paesi d'origine circa le possibilità di immigrazione legale nell'UE e le condizioni ivi relative;

27. chiede all’Unione, ai governi dei paesi ACP e ai governi di altri paesi di origine di elaborare e attuare politiche mirate a massimizzare l’impatto positivo delle rimesse di fondi, assicurando che queste passino attraverso sistemi ufficiali di trasferimento, conseguendo in tal modo flussi più cospicui, più rapidi, più economici e meglio canalizzati; ritiene che sia importante coinvolgere gli immigrati nello sviluppo dei loro paesi d'origine;

28. chiede alla Commissione di esaminare modalità adeguate per sostenere e sviluppare il ricorso ai micro-crediti;

29. invita l'Unione a condurre una politica estera coerente, che garantisca in particolare la compatibilità e la convergenza degli obiettivi della politica commerciale comune con quelli della politica di sviluppo; ritiene che vada preso in considerazione un piano dell’UE per lo sviluppo dell’Africa, nell'ambito del quale il sostegno finanziario e gli accordi commerciali siano legati alla democrazia, allo sviluppo dei diritti umani e alla migrazione, in modo da offrire un'alternativa alle persone che lasciano il proprio paese d'origine;

30. chiede che le questioni relative all'immigrazione clandestina rivestano un carattere prioritario nell'ambito delle relazioni dell'Unione europea con i paesi terzi, in particolare con i paesi di origine e/o di transito degli immigrati clandestini;

31. chiede alla Commissione di presentargli un resoconto annuale dei fondi utilizzati nella lotta contro l'immigrazione clandestina, nonché della legislazione in vigore, della sua applicazione da parte degli Stati membri e della legislazione in preparazione;

32. ricorda che occorre prestare particolare attenzione all'attuazione dell'articolo 13 dell'Accordo di Cotonou, per quanto riguarda sia la riammissione che il rafforzamento delle procedure di dialogo previste dall'accordo; sottolinea che è importante appoggiare lo sviluppo della capacità dei paesi d'origine e di transito per quanto riguarda la gestione dell'immigrazione, al fine di rafforzare le istituzioni e gli strumenti disponibili per il suo controllo (pubblica amministrazione e quadro giuridico, formazione, squadre di vigilanza alle frontiere, forze di sicurezza per combattere i trafficanti, ecc.); sottolinea che tutti gli Stati ACP devono accettare il ritorno e la riammissione dei propri cittadini presenti illegalmente sul territorio di uno Stato membro dell'Unione europea, su richiesta di quest'ultimo; ricorda che i paesi d'origine e di transito devono assumersi le proprie responsabilità e ottemperare ai propri obblighi in materia di controllo dell'immigrazione clandestina e che è necessario realizzare campagne d'informazione sui relativi rischi, sulle politiche di rimpatrio degli Stati membri dell'UE nonché sugli accordi esistenti in materia di immigrazione legale e sulle opportunità che essi offrono;

33. ritiene che la concessione degli aiuti chiesti dai paesi terzi all'Unione europea per combattere le reti di trafficanti e trasportatori di clandestini operanti sul proprio territorio dovrebbe essere subordinata alla cooperazione di tali paesi e agli sforzi che compiono in questo settore;

Sicurezza e gestione integrata delle frontiere esterne

34. sottolinea l'importanza del controllo delle frontiere nella lotta contro l'immigrazione clandestina; ribadisce che il controllo delle frontiere deve effettuarsi sia in uno spirito di condivisione delle responsabilità e di solidarietà tra Stati membri che in condizioni di accoglienza dignitose per le persone e nel pieno rispetto del diritto d'asilo e di protezione internazionale, che comprende tra l’altro il principio di non respingimento;

35. ritiene che FRONTEX debba disporre delle risorse necessarie alle sue attività, come sancito dall'articolo 7 del regolamento (CE) n. 2007/2004 (gestione delle attrezzature tecniche); deplora profondamente il fatto che gli Stati membri non abbiano mantenuto le loro promesse di fornire risorse logistiche ed umane in appoggio alle sue operazioni; ritiene che il registro centralizzato delle attrezzature tecniche disponibili (CRATE) possa avere un senso solo se gli Stati membri soddisfano gli impegni per quanto riguarda gli strumenti tecnici; incoraggia FRONTEX a stipulare accordi operativi con i paesi PEV e altri paesi terzi;

36. si compiace dell'approvazione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo di creazione di squadre di intervento rapido alle frontiere (SIRF), fondato sul principio di solidarietà tra Stati membri; rileva che, per la prima volta, l'iniziativa legislativa SIRF ha reso vincolante, anziché semplicemente opzionale, la solidarietà nel campo dell'immigrazione; invita la Commissione a presentare una nuova proposta legislativa intesa a rendere vincolante il principio di solidarietà anche in relazione agli impegni degli Stati membri nei confronti del CRATE; ricorda che ciascuno Stato membro è tenuto ad assicurare la presenza di una riserva di personale qualificato e pertanto invita gli Stati membri ad autorizzare la creazione di vere e proprie squadre europee d'intervento rapido alle frontiere;

37. chiede agli Stati membri di istituire pattuglie comuni di vigilanza permanenti per tutto l'anno, coordinate da FRONTEX, in tutte le zone ad alto rischio e in particolare lungo le frontiere marittime;

38. chiede al Consiglio di provvedere quanto prima ad istituire la rete europea di pattuglie e ad applicare il sistema europeo di vigilanza per le frontiere marittime meridionali;

39. ritiene necessario inserire nel mandato di Frontex e delle squadre di intervento rapido alle frontiere marittime dell'UE il salvataggio dei migranti e richiedenti asilo in difficoltà e in pericolo di vita;

40. ricorda a tutti gli Stati membri e ai paesi terzi di rispettare il diritto internazionale e gli obblighi internazionali in materia di ricerca e salvataggio delle persone in mare; ritiene che gli Stati membri siano congiuntamente responsabili del salvataggio di vite umane in mare; prende atto della proposta avanzata da Malta in sede di Consiglio GAI, concernente un accordo tra gli Stati membri dell'UE, in base al quale gli immigrati clandestini salvati da imbarcazioni registrate nell'UE in una regione di ricerca e salvataggio di uno Stato non appartenente all'UE che rifiuta di assumersi le proprie responsabilità, sarebbero ripartiti tra gli Stati membri su base rigorosamente proporzionale e secondo un sistema accettato in precedenza;

41. rileva che, di fronte al flusso migratorio dal continente africano verso l'Europa, gli Stati membri meridionali alle frontiere esterne dell'Unione, segnatamente quelli più piccoli, come Malta e Cipro, devono sostenere attualmente un peso sproporzionato che richiede un rafforzamento delle misure di gestione comune delle frontiere esterne dell'Unione;

42. chiede alla Commissione di potenziare, nel quadro della PEV, le misure concrete volte e fornire supporto tecnico e finanziario ai paesi limitrofi, per rendere sicure sia le loro frontiere con l'UE che le altre frontiere;

43. raccomanda l'impiego della tecnologia nel controllo delle frontiere, il ricorso regolare al sistema d'informazione sui visti e l’applicazione, in futuro, di un sistema di registrazione automatizzata degli ingressi e delle partenze;

Sicurezza dei documenti di viaggio e d'identità

44. sottolinea la necessità di promuovere il rilascio di documenti d'identità sicuri nei paesi d'origine che facilitino l'identificazione degli immigrati clandestini che entrano nel territorio dell'Unione;

45. si compiace dell'accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio in merito al sistema d'informazione sui visti che faciliterà l'applicazione efficace della politica comunitaria in materia di visti e contribuirà senza dubbio a combattere l'immigrazione clandestina;

46. ricorda che lo sviluppo di strumenti biometrici per rafforzare la sicurezza e l'autenticità dei documenti, essenziale nella lotta contro la frode, l'immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani, facilita l'attraversamento delle frontiere da parte dei viaggiatori in buona fede e che esso deve avvenire nel rispetto della protezione dei dati, conformemente alla direttiva 95/46/CE per le attività rientranti nel primo pilastro; attende, per le attività rientranti nel terzo pilastro, l'adozione di una decisione-quadro specifica per la quale appoggia l'azione della Presidenza tedesca;

47. ribadisce che senza una protezione adeguata dei dati personali non può prevedersi l'attuazione di un sistema automatizzato di controllo delle persone che entrano ed escono dal territorio dell'Unione; ritiene che tale sistema faciliterebbe la verifica dello status dei cittadini di paesi terzi che giungono sul territorio dell'Unione europea e permetterebbe di rafforzare la capacità degli Stati membri di verificare se un cittadino di un paese terzo ha superato la durata del soggiorno autorizzata;

Lotta contro la tratta di esseri umani

48. è convinto che occorre prestare un'attenzione particolare alla lotta contro la tratta di esseri umani e alle vittime di tale traffico, in particolare le persone vulnerabili, le donne e i minori, facendo della lotta contro i trafficanti una priorità dell'Unione; accoglie con favore il piano d'azione della Commissione in materia e sottolinea che esso deve tener conto della necessità di cooperare con i paesi d'origine e di transito;

49. sottolinea che la lotta contro il traffico di esseri umani, in particolare di donne e di bambini, è una priorità dell'UE e che è quindi necessario destinare risorse finanziarie adeguate a tale attività;

50. ricorda che è ora di fissare obiettivi chiari e concreti, ad esempio quello di dimezzare il numero delle vittime della tratta di esseri umani nell'arco dei prossimi dieci anni; ritiene, tuttavia, che l'obiettivo primario sia, ovviamente, quello di eliminare questa forma di criminalità completamente e quanto prima possibile;

51. riconosce che molte donne vittime della tratta di esseri umani vivono come immigrate irregolari nell'Unione e che la maggioranza di loro non ha accesso ad una protezione giuridica o sociale; invita gli Stati membri a tenere conto della situazione di queste persone e, in conformità con i propri diritti nazionali, a migliorare la loro situazione e ad assisterle nel rimpatrio;

52. sottolinea che queste azioni non devono prendere di mira le vittime della tratta di esseri umani o lederne gli interessi;

53. ricorda che l'immigrazione clandestina comporta il trasferimento di enormi quantità di denaro nelle mani delle mafie che controllano le reti della tratta di esseri umani e fomenta la corruzione, la frode e lo sfruttamento dei lavoratori immigrati, il che, a sua volta, rappresenta un ostacolo nella lotta contro l'immigrazione clandestina;

54. è esterrefatto dalla perfetta organizzazione delle reti criminali responsabili del trasporto via mare dall'Africa all'Europa e dall'incapacità dell'Europa di fermarle; rileva che le imbarcazioni dirette in Europa sono delle stesse dimensioni, trasportano solitamente trenta persone, hanno lo stesso colore, sono dotate dello stesso motore e rifornite di cibo, bevande e altre vettovaglie dello stesso tipo e marca, tutti fattori che dimostrano ampiamente come la criminalità si sia finora dimostrata più efficace dell'azione comune europea; è convinto che questa rete senza scrupoli sia responsabile della morte in mare di centinaia di persone; invita la Commissione e il Consiglio a raddoppiare gli sforzi per combattere la tratta di esseri umani;

55. invita le Istituzioni, gli Stati membri ed Europol a mobilitarsi per attuare il programma d'azione a medio termine di lotta contro la tratta di esseri umani, avendo per obiettivo i trafficanti, i passatori e le mafie;

56. tiene conto della direttiva 2004/81/CE del Consiglio, del 29 aprile 2004, riguardante il titolo di soggiorno da rilasciare ai cittadini di paesi terzi vittime della tratta di esseri umani o coinvolti in un'azione di favoreggiamento dell'immigrazione illegale che cooperino con le autorità competenti[10], nonché del piano UE sulle migliori pratiche, le norme e le procedure per contrastare e prevenire la tratta di esseri umani[11], adottato nel dicembre 2005, e accoglie con favore la dichiarazione congiunta Africa-UE della Conferenza ministeriale Africa-UE su migrazione e sviluppo, ospitata dalla Libia il 22 e 23 novembre 2006;

57. ricorda l'importante contributo del Gruppo di esperti sulla tratta di esseri umani, istituito nel 2003 dalla Commissione, in termini di monitoraggio e raccomandazioni politiche e auspica che la sua attività continui;

La questione delle regolarizzazioni

58. ricorda che numerosi Stati membri hanno proceduto o hanno annunciato di voler procedere a regolarizzazioni e che tali decisioni rientrano, allo stato attuale del diritto, nel potere discrezionale degli Stati membri ma spesso segnalano la mancanza di applicazione di misure adeguate atte ad affrontare un fenomeno che forma parte della società nella maggioranza degli Stati membri e ritiene che la regolarizzazione in massa degli immigrati clandestini dovrebbe costituire un evento isolato, in quanto tale misura non risolve i reali problemi di fondo;

59. è consapevole del fatto che una modifica della politica di immigrazione in uno Stato membro può influire sulle tendenze e sui movimenti migratori in altri Stati membri; ritiene che, conformemente ai principi di cooperazione leale e di solidarietà reciproca, gli Stati membri dovrebbero essere tenuti a ricorrere al sistema d'informazione reciproca (concernente le misure nazionali nel settore delle migrazioni e dell'asilo suscettibili di avere effetti su altri Stati membri o sulla Comunità), e rileva che tale sistema è entrato in funzione nel 2007, come risulta dagli ultimi Consigli "Giustizia e Affari interni", per lo scambio di informazioni ed esperienze sulle migliori pratiche;

Lotta contro un fattore d'attrazione fondamentale: il lavoro clandestino

60. accoglie con favore la presentazione da parte della Commissione di una proposta di direttiva che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nell'UE (COM(2007)0249), nella quale si prevedono soprattutto sanzioni amministrative, l'esclusione dagli appalti pubblici e sanzioni penali per le infrazioni più gravi;

61. invita l'Unione e gli Stati membri a combattere energicamente il lavoro illegale degli immigrati, prevedendo una serie di sanzioni a carico degli imprenditori, potenziando le ispezioni sui luoghi di lavoro con risorse umane e materiali adeguate per combattere il lavoro illegale e promuovendo misure per la protezione degli immigrati;

62. sottolinea che la lotta contro il lavoro clandestino comporta una dimensione economica e sociale, ma anche psicologica: riducendo alcuni dei fattori d'attrazione dell’Europa (un lavoro possibile, anche se in condizioni indegne per quanto riguarda i diritti fondamentali), essa mira a ridurre l’incentivo di emigrare verso l'Unione e a ridurre l’entità dell'economia sommersa;

63. ritiene che le misure contro l'occupazione illegale siano state adottate con troppo ritardo, pur trattandosi di uno dei principali fattori d'attrazione dell'immigrazione clandestina e di un catalizzatore dello sfruttamento;

64. esorta i singoli Consigli competenti in materia a raddoppiare i propri sforzi in termini di coordinamento nell'ambito della discussione su tale direttiva;

65. invita gli Stati membri ad applicare rigorosamente le rispettive disposizioni giuridiche nazionali in materia di lavoro non dichiarato, disposizioni che presto dovranno allinearsi alla futura direttiva;

66. ritiene che gli Stati membri debbano sforzarsi di far luce sull'occupazione illegale, in particolare nei settori che occupano immigrati; invita la Commissione e gli Stati membri a combattere con forza tale sfruttamento; rileva che un aspetto degli interventi potrebbe essere costituito da campagne d'informazione rivolte a datori di lavoro e lavoratori, che richiamino l'attenzione sull'impatto negativo che il lavoro clandestino può avere sui regimi nazionali di sicurezza sociale, sulle finanze pubbliche, sulla concorrenza leale, sui risultati economici e sui lavoratori stessi; ricorda che è importante coinvolgere i rappresentanti delle parti sociali in tale processo;

Politica in materia di rimpatrio

67. ricorda la responsabilità dei paesi d'origine e dei paesi di transito in materia di riammissione e incoraggia una politica europea di ritorno efficace e rispettosa al tempo stesso della dignità e dell'integrità fisica delle persone, conformemente alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e alla Convenzione di Ginevra;

68. chiede che la proposta di direttiva in materia di rimpatrio sia adottata durante la Presidenza portoghese e che le regole e le condizioni disciplinanti la politica di ritorno vengano definite a livello europeo; sottolinea l'importanza di una politica di rimpatrio efficace come uno dei fattori deterrenti nei confronti dell'immigrazione clandestina;

69. chiede alla Commissione di procedere ad una valutazione della politica di rimpatrio (efficacia degli accordi in vigore in tutti gli Stati membri, analisi delle cause dei ritardi nei negoziati concernenti accordi di partenariato con i paesi terzi interessati, prassi nei paesi d'origine e di transito, attuazione pratica degli accordi di riammissione, compresa la loro conformità con i diritti fondamentali ecc.);

70. invita il Consiglio e la Commissione a sviluppare, in materia di riammissione degli immigrati irregolari, accordi europei con i paesi terzi interessati;

Migliorare gli scambi di informazioni mediante gli strumenti esistenti

71. invita tutti gli attori interessati a rafforzare lo scambio di informazioni includendovi, ogniqualvolta sia necessario, Frontex e Europol; ritiene che la cooperazione tra gli ufficiali di collegamento in materia di immigrazione costituisca una priorità; ritiene che il Parlamento debba essere informato regolarmente degli sviluppi e dei risultati della rete ICONet;

Responsabilità dei trasportatori

72. ritiene necessario valutare le misure adottate in tale settore, in particolare l'attuazione della Direttiva 2001/51/CE del Consiglio, del 28 giugno 2001, che integra le disposizioni dell'articolo 26 della convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen del 14 giugno 1985[12], e il forum creato nel 2001 e composto da rappresentanti degli Stati membri, del settore dei trasporti e di organizzazioni umanitarie;

* *

73. invita la Commissione e il Consiglio a partecipare ad una discussione annuale dinanzi al Parlamento sulla politica d'immigrazione dell'Unione europea; chiede alla Commissione di presentare in tale occasione una relazione esaustiva sugli sviluppi dell’immigrazione in Europa, corredata di statistiche complete;

74. invita la sua commissione competente a condurre un dialogo stretto e regolare con le commissioni dei parlamenti nazionali incaricate delle questioni connesse con l'immigrazione e a proseguire la sua cooperazione con la commissione per le migrazioni, i rifugiati e la popolazione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa;

75. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e all'Organizzazione internazionale per le migrazioni.

  • [1]  P6-TA-PROV(2007)0xxx.
  • [2]  Conclusioni del Consiglio europeo, Allegato I, punto III.
  • [3]  GU C 124 E del 25.5.2006, pag. 535.
  • [4]  Testi approvati, P6_TA(2006)0386.
  • [5]  Testi approvati, P6_TA(2007)0056.
  • [6]  GU L 283 del 14.10.2006, pag. 40.
  • [7]  GU L 199 del 31.7.2007, pag. 23.
  • [8]  Testi approvati, P6_TA(2006)0498.
  • [9]  GU L 191 del 31.7.2007, pag. 30.
  • [10]  GU L 261 del 6.8.2004, pag. 19.
  • [11]  GU C 311 del 9.12.2005, pag. 1.
  • [12]  GU L 187 del 10.7.2001, pag. 45

MOTIVAZIONE

Ma lui mi ha interrotto e voleva sapere come vedevo quest'altra vita.
Allora gli ho urlato: "Una vita in cui possa ricordarmi di questa".

Albert Camus, Lo straniero

Migliaia di immigrati clandestini non ricorderanno né la vita nel loro paese di origine, né quella, migliore, alla quale aspiravano. Perché sono annegati, mentre cercavano di raggiungere l'Europa. Le immagini della loro morte, che giungono senza posa nelle nostre case, mese dopo mese, rappresentano certamente il volto più visibile e più drammatico dell'immigrazione clandestina e ci rammentano che l'Unione europea deve intervenire, e presto. Sono in gioco la sua credibilità e la sua legittimità.

Altri immigrati riescono ad attraversare le frontiere aeroportuali, marittime o terrestri dell'Europa con i propri mezzi, oppure sono vittime di organizzazioni criminali, ed entrano a far parte dell'economia sotterranea delle nostre società, accettando condizioni di lavoro e remunerazioni inique e rinunciando a qualunque diritto.

La gestione e la lotta contro tali flussi migratori clandestini costituisce certamente la dimensione più delicata della politica di immigrazione globale e comune che l'Unione deve sviluppare.

L'immigrazione clandestina rappresenta una sfida a interessi politici, economici, demografici e sociali di notevole importanza e costituisce un test per la capacità dell'Unione di condurre azioni coerenti all'interno e all'esterno delle sue frontiere.

Le diverse sfaccettature di questa lotta contro l'immigrazione clandestina sollevano numerose questioni in merito alle quali la Commissione europea, nella comunicazione riguardante le priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi, propone risposte e misure che sono oggetto della presente relazione di iniziativa.

Il Parlamento europeo ha ricordato la necessità di una strategia globale in materia di immigrazione, che tenga conto dei molteplici aspetti menzionati nel progetto di risoluzione.

Le conclusioni della Presidenza finlandese al Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2006 cercano di fornire una risposta a tale preoccupazione, riunendo i diversi elementi di una "politica europea globale della migrazione" che dovrebbe tradursi, quest'anno, nell'adozione di misure riguardanti: la cooperazione e il dialogo internazionali con i paesi terzi; la cooperazione tra Stati membri in materia di lotta contro l'immigrazione clandestina; la gestione delle frontiere dell'Unione; le migrazioni legali; l'integrazione degli immigrati legali; la realizzazione, entro la fine del 2010, del regime comune europeo in materia di asilo; risorse finanziarie adeguate.

Si rammenta che in questa fase le procedure decisionali in materia di immigrazione illegale (codecisione e maggioranza qualificata dall'attivazione della "passerella" dell'articolo 67 TCE il 1° gennaio 2005) e legale sono ancora eterogenee, dato che quest'ultima resta ancora in gran parte di competenza degli Stati membri. Il Parlamento si è pronunciato a più riprese a favore di un'estensione della codecisione, che rafforzerebbe la coerenza della politica di immigrazione. La risoluzione adottata dal Parlamento il 7 giugno 2007 sulla prosecuzione del processo costituzionale (sulla base della relazione degli onorevoli Barón Crespo e Brok nel quadro della commissione per gli affari costituzionali) ribadisce ancora una volta la necessità che l'Unione si doti del potere di condurre una politica coerente in materia di migrazione.

Infatti, le interazioni tra immigrazione legale e immigrazione illegale sono particolarmente numerose. Di conseguenza, una politica restrittiva in materia di immigrazione legale può portare all'intensificazione dell'immigrazione clandestina e questa, sfruttata da reti di criminali e trafficanti, segue rotte verso l'Europa che mutano nel corso del tempo in funzione delle politiche degli Stati membri.

Valutazione del contenuto della comunicazione della Commissione

Tenuto conto degli insegnamenti che è possibile trarre dall'audizione del 30 gennaio 2007 e dell'evoluzione della situazione in questo primo semestre, il relatore vorrebbe esporvi alcune osservazioni sulle priorità contenute nella comunicazione della Commissione. Esse completano il documento di lavoro presentato durante l'audizione.

- La cooperazione con i paesi terzi

Il carattere pluridimensionale dell'immigrazione esige, tra l'altro, una stretta collaborazione con l'insieme dei paesi terzi interessati.

Le conferenze ministeriali di Rabat e di Tripoli del 2006 (a cui il Parlamento europeo è stato rappresentato rispettivamente dal Presidente Cavada e dal relatore) hanno dato avvio al dialogo necessario tra i paesi di origine e di transito e gli Stati membri europei destinatari dell'immigrazione. Il dialogo deve essere finalizzato alla creazione di un partenariato effettivo con questi paesi, gettando nel contempo le basi del co-sviluppo.

La lotta contro l'immigrazione clandestina, inoltre, deve consentire di instaurare o di migliorare il funzionamento degli accordi di riammissione. Occorre rivolgere un'attenzione particolare all'attuazione dell'articolo 13 dell'accordo di Cotonou, sia per quanto attiene alla riammissione, sia in merito al rafforzamento delle procedure di dialogo previste dall'accordo. Occorre inoltre sviluppare le capacità dei paesi di origine e di transito in materia di gestione della loro emigrazione, in modo tale che dispongano delle istituzioni e dei mezzi per controllarla (amministrazione pubblica e legislazione idonee, formazione ed equipaggiamenti per le guardie di frontiera e i corpi di polizia per contrastare i trafficanti, ecc.)

Il dialogo deve proseguire e portare a risultati concreti. Nel luglio 2007, in Belgio, si terrà il Forum mondiale sulla migrazione e lo sviluppo, al quale dovrà essere rappresentato il Parlamento europeo.

- Frontiere sicure - gestione integrata delle frontiere esterne

Il controllo delle frontiere rappresenta, evidentemente, la prima condizione per contrastare l'immigrazione illegale. In sua assenza non è possibile avere una politica credibile. FRONTEX deve ottenere le risorse necessarie per agire e gli Stati membri devono mantenere la promessa di apportare i propri mezzi logistici e umani a sostegno delle operazioni. FRONTEX deve poter coordinare il dispiegamento di pattuglie di sorveglianza congiunte, che operino in maniera permanente, tutto l'anno, nelle zone considerate "ad alto rischio". Il relatore accoglie molto positivamente la creazione delle forze di intervento rapido (RABIT) e auspica che diventino operative quanto prima.

Il controllo delle frontiere deve avvenire, peraltro, in condizioni di accoglienza decorose per le persone che ne abbiano bisogno, e soprattutto nel pieno rispetto del diritto di asilo e di non respingimento.

- La sicurezza dei documenti di viaggio e di identità

La Commissione si affida allo sviluppo di strumenti biometrici per rafforzare la sicurezza dei documenti. Tali sviluppi sono utili, ma devono essere realizzati nel rispetto della protezione dei dati, conformemente alla direttiva 95/46/CE per le attività che rientrano nel primo pilastro; per quelle del terzo pilastro, il Parlamento ha insistito molte volte sull'esigenza di adottare una decisione quadro specifica (cfr. la relazione adottata su proposta dell'onorevole Roure). Senza un'idonea protezione dei dati personali, non si può prevedere un sistema automatizzato che regoli gli ingressi e le uscite sul territorio dell'Unione, come evocato nelle conclusioni della Presidenza del 2006. Il relatore si aspetta che la Commissione fornisca tutte le informazioni utili sui progetti in materia.

- La lotta contro la tratta di esseri umani

La realizzazione di un programma d'azione a medio termine di lotta contro la tratta di esseri umani deve mobilitare le istituzioni e gli Stati membri; è necessario disporre, a tale scopo, di tutti i mezzi necessari. È necessario avvalersi,per questa finalità, di EUROPOL e dell'insieme degli strumenti di cooperazione giudiziaria e di polizia in Europa.

La lotta contro la tratta di esseri umani deve essere incentrata sui trafficanti e sulle organizzazioni criminali che ne traggono profitto, evitando nella maniera più assoluta di implicare o recare pregiudizio alle vittime di tali traffici.

- Il problema delle regolarizzazioni

Come ricorda la Commissione, queste decisioni sono attualmente soggette al potere discrezionale degli Stati membri. Numerosi Stati vi hanno proceduto, vi stanno procedendo e vi procederanno. Il caso della Spagna è stato commentato ampiamente in tutta Europa, talvolta molto positivamente, in particolare in seno all'OCSE, molto spesso negativamente. Il relatore ritiene si debbano fare alcune precisazioni: il governo spagnolo aveva annunciato chiaramente che la regolarizzazione sarebbe stata unica, per evitare eventuali aumenti dei flussi migratori, "el efecto llamada". Tale regolarizzazione selettiva, che si è rivelata alquanto ampia, aveva l'obiettivo di fornire una risposta concreta ed efficace al problema rappresentato da centinaia di migliaia di persone prive di documenti che si trovavano in territorio spagnolo, di attribuire loro dei diritti e degli obblighi e di ridurre le dimensioni dell'economia sommersa. Per questa ragione la regolarizzazione è stata concessa unicamente sulla base di un contratto di lavoro, che rispondesse al fabbisogno di manodopera dell'economia. Tale politica, frutto di un accordo preventivo con i datori di lavoro, i sindacati e i rappresentanti della società civile, ha consentito di inserire circa 700.000 lavoratori legali nel sistema economico spagnolo. Un piano complessivo di integrazione degli immigrati nella società spagnolo, con una dotazione che supera i 2 miliardi di euro per il periodo 2007-2010, completa la misura adottata dal governo spagnolo.

D'altro canto, conformemente ai principi di leale cooperazione e di solidarietà reciproca, il relatore accoglie positivamente il fatto che il sistema di informazione reciproca (relativo alle misure nazionali nel campo delle migrazioni e dell'asilo che possono avere effetti su altri Stati membri o sulla Comunità) sia diventato operativo nel 2007 e che i Paesi Bassi e la Germania abbiano informato gli altri Stati dell'intenzione di procedere a regolarizzazione massicce in occasione degli ultimi Consigli GAI. La Commissione dovrebbe fornire delucidazioni in merito allo studio che intende avviare a tale proposito.

- Contrastare un fattore di attrazione cruciale: il lavoro clandestino

Il relatore esprime il proprio apprezzamento per il fatto che tale aspetto siano tra quelli analizzati più approfonditamente nella comunicazione della Commissione. Le misure in questo settore tardano, benché si tratti di una delle fonti più importanti di immigrazione clandestina e di una causa fondamentale dell'aumento dei flussi migratori summenzionato. L'annuncio della Commissione di proporre sanzioni armonizzate negli Stati membri nei confronti dei datori di lavoro clandestino (esclusione dagli appalti pubblici, sanzioni penali, pagamento delle spese del rimpatrio, ecc.) si muove nella giusta direzione.

Contrariamente a quanto sostengono spesso le correnti politiche populiste, vale a dire l'esistenza di un legame tra immigrazione e disoccupazione, occorre sottolineare come i lavoratori clandestini occupino generalmente posti di lavoro che i cittadini europei rifiutano, in particolare nel settore dell'edilizia, dell'agricoltura e dei servizi domestici. Inoltre, accettando le condizioni di lavoro peggiori e le remunerazioni più basse, contribuiscono in maniera significativa al funzionamento di taluni settori economici (in particolare stagionali) al di fuori di qualunque quadro di legalità.

La lotta contro il lavoro clandestino comprende una dimensione psicologica importante: nel cercare di ridurre i fattori di attrazione in Europa (un possibile posto di lavoro, anche in condizioni indegne dal punto di vista dei diritti fondamentali), si vuole ridurre lo stimolo a emigrare verso l'Unione e ridurre il ruolo dell'economia sotterranea nelle nostre economie.

- La politica in materia di rimpatrio

Occorre che il Parlamento adotti quanto prima la sua posizione in prima lettura sulla proposta di direttiva della Commissione. Il relatore si rammarica del fatto che i lavori del Consiglio sembrino bloccati e che l'adozione della direttiva "Rimpatrio" non rientri tra le priorità della Presidenza tedesca.

Come sottolinea il Parlamento, occorre definire a livello europeo le regole e le condizioni della politica in materia di rimpatrio, nel rispetto del diritto. L'adozione di tale direttiva, sulla base della relazione del collega Weber, è quindi necessaria per l'attuazione del Fondo.

Sarebbe utile che la Commissione procedesse a una valutazione della politica in materia di rimpatrio (efficacia degli accordi vigenti, analisi delle cause dei ritardi nei negoziati, ecc.),

- Migliorare lo scambio d'informazioni mediante gli attuali strumenti

È evidente che i numerosi soggetti interessati devono rafforzare gli scambi di informazioni, includendovi ogni volta quanto necessario a FRONTEX ed EUROPOL. La cooperazione tra funzionari di collegamento nel settore dell'immigrazione costituisce una priorità. Il Parlamento dovrebbe essere informato con regolarità di tali sviluppi, tra cui l'evoluzione della rete ICONet, e dei risultati ottenuti.

- La responsabilità dei vettori

Emerge la necessità di effettuare una valutazione delle misure adottate, in particolare per quanto attiene all'attuazione della direttiva 2001/51/CE. La Commissione fa riferimento al forum istituito nel 2001, comprendente i rappresentanti degli Stati membri, del settore dei trasporti e delle organizzazioni umanitarie.

Conclusioni

In aggiunta alle osservazioni esposte in precedenza, il relatore sottolinea quanto segue:

- l'immigrazione clandestina è una sfida europea, che deve essere affrontata a livello europeo in modo coordinato e all'insegna di uno spirito di solidarietà, di responsabilità condivisa, di trasparenza e di fiducia reciproca tra gli Stati membri. la solidarietà deve essere manifestata, in particolare, nei confronti delle zone del sud e dell'est dell'Unione, che devono far fronte attualmente ai flussi di immigrati clandestini più importanti;

- la necessità di attuare la "passerella" dell'articolo 67 TCE per rendere la politica d'immigrazione dell'Unione europea più coerente e maggiormente efficace;

- l'eterogeneità dei problemi in causa, che la comunicazione della Commissione ben rispecchia. La risposta a tale diversità deve risiedere in un approccio globale, caratterizzato in particolare da:

· un controllo delle frontiere efficace ed equilibrato, attraverso condizioni di accoglienza decorose e conformi al diritto;

· una cooperazione stretta con i paesi di origine e di transito, compreso il controllo alle frontiere di tali paesi e l'attuazione di accordi di riammissione;

· una politica di co-sviluppo che riduca le cause dell'emigrazione da tali paesi, mediante il finanziamento e il sostegno di progetti concreti. Occorre valorizzare gli esempi migliori di successi ottenuti negli ultimi anni;

· una lotta decisa contro il lavoro clandestino in Europa;

· uno studio dettagliato dei fattori che provocano l'immigrazione clandestina e dell'influenza che i cambiamenti climatici possono esercitare sui flussi migratori;

· un'esecuzione degli stanziamenti di bilancio nettamente superiore a quella degli ultimi anni.

Il relatore sottolinea, infine, semmai ve ne fosse bisogno, che gli immigrati illegali non devono essere assimilati a criminali: si tratta di persone che rischiano la vita per venire a cercare in Europa la libertà o i mezzi di sostentamento. È responsabilità dei politici, uomini e donne, rammentarlo ai cittadini, attuando nel contempo una politica complessiva, coerente ed efficace di lotta contro l'immigrazione clandestina.

OPINIONI DELLA MINORANZA

Respingiamo la proposta per le ragioni seguenti:

- Prima di intraprendere azioni volte a combattere l’immigrazione illegale, l’UE dovrebbe mettere in atto una politica europea efficace in materia di immigrazione legale che preveda canali legali per l’ingresso nell’UE. Le misure finora attuate dagli Stati membri, e in conformità della comunicazione della Commissione, sono basate su un approccio repressivo e hanno registrato esiti improduttivi rispetto ai loro obiettivi iniziali.

- La proposta incoraggia le attività di FRONTEX, le quali sono molto insoddisfacenti per quanto riguarda sia gli effetti che i costi finanziari. Riteniamo pertanto che la strategia FRONTEX sia stata attuata sulla base di mera propaganda.

- Ci opponiamo con forza alla politica di riammissione dell’UE quale istituzionalizzata dall’accordo di Cotonou e incoraggiata dalla proposta, in quanto ai migranti non sono garantite sufficienti salvaguardie giuridiche.

- La proposta riconosce implicitamente la detenzione amministrativa per gli immigrati. Ci opponiamo con forza alla detenzione come mezzo per combattere l’immigrazione illegale. Come rilevato dai deputati al PE che si sono recati in visita presso numerosi centri di detenzione, si tratta di strutture in cui i diritti umani e le libertà fondamentali sono spesso violati.

PARERE della commissione per gli affari esteri (17.4.2007)

destinato alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni

sulle priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi
(2006/2250(INI))

Relatore per parere: Ioannis Kasoulides

SUGGERIMENTI

La commissione per gli affari esteri invita la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  è preoccupato per il fatto che l'Unione europea (UE) continua a subire la costante pressione dell'immigrazione clandestina, con conseguenti crisi umanitarie, il traffico e lo sfruttamento di esseri umani e la perdita di vite;

2.  è persuaso che una lotta efficace contro l'immigrazione illegale possa essere soltanto sostenuta nell'ambito di una politica europea comune della migrazione comprendente una politica europea sulla migrazione e lo sviluppo; accoglie favorevolmente la comunicazione della Commissione sulle priorità programmatiche per la lotta contro l'immigrazione clandestina dei cittadini dei paesi terzi;

3.  ricorda che l'immigrazione clandestina riguarda tutti gli Stati membri e che gli Stati membri esposti ad eccessivi flussi di immigrati clandestini dovrebbero avere la solidarietà dell'UE;

4.  ritiene che la strategia di dimensione esterna debba prefiggersi un rafforzamento dell'influenza UE sui processi di migrazione globale, combinando la sicurezza dei confini esterni e la lotta al traffico di esseri umani con un approfondimento della cooperazione con paesi terzi sulla gestione delle migrazioni, in vista di alleviare i fattori di impulso nei paesi di origine e di convogliare l'immigrazione attraverso canali legali; sostiene una forte attuazione dell'approccio globale in materia di migrazione adottato dal Consiglio europeo nel dicembre 2005 e anche delle misure adottate dal Consiglio europeo nel dicembre 2006;

5.  sottolinea che qualsiasi misura per combattere l'immigrazione clandestina adottata dall'UE o di concerto con i paesi terzi deve essere compatibile con i diritti umani fondamentali e non deve negare ai profughi il diritto d'asilo internazionale;

6.  invita gli Stati membri a fornire tutti i necessari mezzi tecnici, logistici, umani e finanziari per ampliare la capacità operativa di FRONTEX e per intensificare la cooperazione tra gli Stati membri in materia di gestione delle frontiere allo scopo di salvare vite in mare, affrontare l'immigrazione illegale, lottare contro il traffico di esseri umani e fornire rapidamente assistenza agli Stati membri che si trovano di fronte a situazioni di emergenza a causa dell’elevato afflusso di immigranti;

7.  sottolinea che la lotta contro il traffico di esseri umani, in particolare di donne e di bambini, è una priorità dell'UE e che è quindi necessario destinare risorse finanziarie adeguate a tale attività;

8.  chiede che le questioni relative all'immigrazione clandestina rivestano un carattere prioritario nell'ambito delle relazioni dell'Unione europea con i paesi terzi, in particolare con i paesi di origine e/o di transito degli immigrati clandestini;

9.  invita la Commissione e il Consiglio a sviluppare una cooperazione con i paesi di origine e di transito sulla gestione della migrazione, comprendente le istituzioni e la capacità di sviluppo, l'assistenza tecnica, le garanzie sul rispetto del diritto internazionale, gli obblighi di riammissione, la lotta contro le mafie che si dedicano al traffico di persone, le campagne d'informazione e le quote per l'immigrazione legale; chiede alla Commissione di intensificare i suoi sforzi per concludere accordi di riammissione con i paesi d'origine e di transito dei flussi di immigrazione clandestina;

10. si rammarica del fatto che l'UE debba ancora affrontare ostacoli per quanto concerne il rientro degli immigrati clandestini e sollecita la Commissione e il Consiglio a creare un sistema operativo con il quale i documenti di viaggio UE possano essere ottenuti nei giusti termini e siano accettati dai paesi terzi;

11. chiede alla Commissione di adottare tutte le misure appropriate per ampliare le fonti d'informazione disponibili nei paesi d'origine circa le possibilità e le condizioni per emigrare legalmente nell'UE;

12. invita gli Stati membri dell'UE che non hanno ancora firmato gli accordi di riammissione a compiere al più presto tutti i passi necessari a tale riguardo;

13. sostiene il piano della Commissione di rafforzare l'aspetto relativo alla migrazione della politica europea di vicinato e chiede che la cooperazione a livello regionale sulla migrazione sia rafforzata nei paesi limitrofi meridionali e orientali dell'UE;

14. ricorda che in particolare i vicini mediterranei ed orientali dell'UE ricevono la maggioranza degli immigrati in viaggio verso l'Europa; ritiene fondamentale garantire che siano rispettati i diritti umani fondamentali di questi immigrati, dedicando una particolare attenzione ai diritti dei minori non accompagnati; sottolinea la necessità che l'UE rafforzi la sua cooperazione con tutti i paesi partner del Mediterraneo in materia di gestione dei flussi migratori e conceda loro sostegno per la lotta contro l'immigrazione illegale; sottolinea l'importanza di rafforzare i legami tra i paesi dell'Africa settentrionale e quelli sub sahariani e con i paesi di origine dell'Asia;

15. chiede alla Commissione e al Consiglio di perseguire lo sviluppo dei Programmi di protezione regionale di concerto con i paesi di origine e di transito e di informare il Parlamento sull'esperienza fatta con i progetti pilota finora attuati; approva a tal fine la firma da parte della Commissione dell'accordo di cooperazione con il Mali, con il sostegno della Francia e della Spagna, concernente l'apertura del primo Centro di informazione e di gestione della migrazione in tale paese;

16. è persuaso che la chiave di volta per il controllo dell'immigrazione clandestina risieda nella soluzione dei fattori che inducono le persone ad espatriare, compresi un maggiore impegno dell'UE per la risoluzione dei conflitti, una maggiore efficacia degli aiuti allo sviluppo attraverso investimenti consistenti in materia di sanità e istruzione nonché la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del millennio; è persuaso che gli Stati membri non adottano misure nazionali di regolarizzazione dei clandestini poiché queste creano un effetto di attrazione; chiede alla Commissione di intensificare il dialogo UE-Africa su sviluppo e migrazione, ivi comprese le politiche commerciali e agricole;

17. chiede agli Stati membri dell'UE di adottare tutte le misure appropriate nel quadro della nuova strategia per l'Africa adottata dalla Commissione in vista della realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio, in conformità del calendario stabilito dalle Nazioni Unite;

18. sostiene l'apertura di canali legali per l'immigrazione; sottolinea che l'impegno per rafforzare la migrazione circolare deve essere intensificato per eliminare gli effetti negativi della fuga di cervelli dai paesi di origine; ritiene che tale impegno sia una parte essenziale delle relazioni bilaterali con i paesi d'origine;

19. sottolinea l'importanza di introdurre norme speciali per la protezione delle donne, dei bambini e delle persone disabili;

20. auspica la promozione di maggiori collegamenti finanziari con i paesi di origine, ivi compreso un sistema di rimesse più trasparente, più affidabile e meno oneroso nei mercati finanziari internazionali; ritiene che un tale sistema sia un passo essenziale verso l'agevolazione degli investimenti produttivi nei paesi di origine oltre a un elemento importante della lotta al finanziamento della criminalità organizzata;

21. chiede alla Commissione e al Consiglio di valutare attentamente e periodicamente la cooperazione offerta dai paesi terzi all'UE in materia di immigrazione clandestina e richiama l'attenzione a tale riguardo sull'importanza del Meccanismo di seguito e di valutazione dei paesi terzi nell'ambito della lotta contro l'immigrazione clandestina creato dal Consiglio nel 2003 su richiesta del Consiglio europeo di Salonicco;

22. chiede alla Commissione di vagliare le possibilità di una cooperazione più efficiente con l'UNHCR e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, nonché con le pertinenti ONG; plaude alla decisione del Consiglio europeo del dicembre 2006 di appoggiare la prima riunione del Foro globale sull'immigrazione internazionale e lo sviluppo che avrà luogo a Bruxelles nel luglio 2007, e chiede che il Parlamento europeo sia coinvolto nella preparazione di tale foro e assicuri la sua partecipazione allo stesso.

PROCEDURA

Titolo

Priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi

Riferimenti

2006/2250(INI)

Commissione competente per il merito

LIBE

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

AFET
26.10.2006

Cooperazione rafforzata

 

Relatore per parere
  Nomina

Ioannis Kasoulides
28.11.2006

Esame in commissione

27.2.2007

12.4.2007

 

 

 

Approvazione

12.4.2007

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

28

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Christopher Beazley, Panagiotis Beglitis, Michael Gahler, Ana Maria Gomes, Alfred Gomolka, Richard Howitt, Georgios Karatzaferis, Bogdan Klich, Eugen Mihăescu, Francisco José Millán Mon, Cem Özdemir, Ioan Mircea Paşcu, Tobias Pflüger, Bernd Posselt, Jacek Saryusz-Wolski, Gitte Seeberg, Marek Siwiec, Konrad Szymański, Antonio Tajani, Jan Marinus Wiersma

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Laima Liucija Andrikienė, Alexandra Dobolyi, Árpád Duka-Zólyomi, Glyn Ford, Tunne Kelam, Evgeni Kirilov, Aloyzas Sakalas

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Wiesław Stefan Kuc, Marcin Libicki

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

 

PARERE della commissione per lo sviluppo  (1.3.2007)

destinato alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni

sulle priorità politiche nella lotta contro l’immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi
(2006/2250(INI))

Relatore per parere: Manolis Mavrommatis

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione sulle priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi, in quanto rappresenta un passo nella giusta direzione, di concerto con i paesi limitrofi, verso la definizione di una strategia dell'UE per una gestione efficace dei flussi migratori, con l'obiettivo a lungo termine di una politica comune dell'UE in tale settore;

2.  accoglie con favore il fatto che il Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2006 abbia riconosciuto ancora una volta la necessità di una politica europea globale della migrazione, basata sulla solidarietà fra Stati membri, su un partenariato con i paesi terzi e sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei migranti, e abbia deciso nel contempo di prendere, nel corso del 2007, iniziative concrete sulla base di tali principi;

3.  ritiene tuttavia che una politica europea globale della migrazione richieda l'estensione della codecisione con il Parlamento e il voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio in altri settori quali l'immigrazione legale o l'integrazione di cittadini di paesi terzi, in conformità dell'articolo 67 del Trattato CE, come previsto nel 2004 dalla presidenza olandese del Consiglio, e invita il Consiglio ad agire di conseguenza;

4.  invita l'Unione europea a combattere l'immigrazione clandestina affrontando le cause profonde dell'immigrazione di massa, lottando contro la povertà e promuovendo lo sviluppo, la crescita economica, il buon governo e la coesione sociale nei paesi di origine;

5.  sottolinea come esempio di buone pratiche la conclusione, da parte di alcuni Stati membri, di accordi di cooperazione in materia di immigrazione con vari paesi africani, accordi che individuano il collegamento tra migrazione e sviluppo; esorta gli Stati membri e la Commissione a intensificare la cooperazione e a continuare a sviluppare programmi in tal senso;

6.  invita gli Stati membri dell'UE ad attuare le proprie politiche in materia di immigrazione clandestina in piena conformità con i diritti umani fondamentali, in particolare con la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;

7.  sottolinea che la lotta contro la tratta di esseri umani, in particolare di minori non accompagnati, e contro qualsiasi forma di schiavitù connessa all'immigrazione clandestina deve costituire una priorità dell'UE e che è necessario destinarle risorse finanziarie e politiche adeguate; ritiene che gli Stati membri debbano firmare e applicare le pertinenti Convenzioni internazionali, incluso il protocollo delle Nazioni Unite volto a prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, la Convenzione del Consiglio d'Europa sull'azione contro la tratta di esseri umani, la Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale e la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo;

8.  invita l'UE e i paesi africani ad attuare il piano d'azione comune UE-Africa per combattere la tratta di esseri umani, in particolare di donne e bambini, soprattutto promuovendo la cooperazione tra paesi di origine, transito e destinazione per quanto concerne l' identificazione, l'assistenza, la protezione, il rimpatrio e la reintegrazione delle vittime; chiede inoltre che si faciliti l'organizzazione, in questi paesi, di campagne di sensibilizzazione sui rischi dell'immigrazione clandestina e sulla tratta di esseri umani;

9.  valuta positivamente l'avvio di un programma europeo sull'immigrazione e lo sviluppo in Africa, per uno stanziamento iniziale di 40 milioni di euro, con l'obiettivo di creare nuovi posti di lavoro nel continente africano e chiede alla Commissione di fornire maggiori informazioni sulle modalità pratiche; in tale contesto, accoglie con favore la firma dell'accordo di cooperazione tra la Commissione e il Mali, sostenuto da Spagna e Francia, che prevede l'apertura del primo centro di informazione e di gestione sulle migrazioni, da istituire con i fondi di questo programma;

10. sottolinea la necessità di una cooperazione tra i paesi di origine e di destinazione nella lotta contro l'immigrazione clandestina e ritiene che il partenariato ACP-UE costituisca un quadro particolarmente appropriato per presentare risposte comuni al problema della migrazione, in base all'articolo 13 dell'accordo di Cotonou;

11. chiede alla Commissione ed agli Stati membri, di concerto con i paesi di origine, di investire risorse in campagne informative nei paesi di origine degli immigrati clandestini, al fine di ammonirli sui rischi fisici e i pericoli dell'immigrazione clandestina e della successiva emarginazione nei paesi di destinazione; ritiene che per tali campagne di informazione si debba fare uso di tutti i canali disponibili, quali i mezzi di informazione di massa, le radio locali e i programmi televisivi;

12. accoglie con favore il fatto che il Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2006 abbia deciso di garantire un seguito coerente al dialogo ad alto livello delle Nazioni Unite del settembre 2006 su migrazione internazionale e sviluppo; ricorda che, in tale contesto, la prima riunione del forum mondiale su migrazione internazionale e sviluppo, che si svolgerà nel luglio 2007 in Belgio, costituirà un passo fondamentale; chiede all'UE di garantire una forte partecipazione al forum mondiale e di assumere un ruolo guida per quanto concerne l'iscrizione all'ordine del giorno delle questioni della migrazione e dello sviluppo; reputa che il Parlamento debba essere coinvolto nella preparazione del contributo dell'UE al forum mondiale e che debba esservi adeguatamente rappresentato;

13. ricorda alla Commissione che almeno il 90% della spesa prevista a titolo dei programmi tematici deve essere concepito in modo da rispondere ai criteri di ammissibilità come aiuto pubblico allo sviluppo (APS) stabiliti dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE/DAC), a norma dell'articolo 2, paragrafo 4 del regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo[1];

14. prende in considerazione la direttiva 2004/81/CE del Consiglio, del 29 aprile 2004, riguardante il titolo di soggiorno da rilasciare ai cittadini di paesi terzi vittime della tratta di esseri umani o coinvolti in un'azione di favoreggiamento dell'immigrazione illegale che cooperino con le autorità competenti[2], il piano UE sulle migliori pratiche, le norme e le procedure per contrastare e prevenire la tratta di esseri umani[3] adottato nel dicembre 2005 e accoglie con favore la dichiarazione congiunta Africa-UE della Conferenza ministeriale Africa-UE su migrazione e sviluppo, ospitata dalla Libia il 22 e 23 novembre 2006;

15. chiede all'UE e agli Stati membri di divenire parti del protocollo delle Nazioni Unite contro il trasporto illecito di migranti per terra, mare e aria, nonché del protocollo volto a prevenire, reprimere e punire la tratta di persone;

16. chiede agli Stati membri di prevedere nelle rispettive politiche sulla migrazione un alto livello di protezione sanitaria dei migranti, assicurando assistenza preventiva e trattamenti medici.

PROCEDURA

Titolo

Priorità politiche nella lotta contro l’immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi

Riferimenti

2006/2250(INI)

Commissione competente per il merito

LIBE

Parere espresso da
  Annuncio in Aula

DEVE
26.10.2006

Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula

 

Relatore per parere
  Nomina

Manolis Mavrommatis
6.11.2006

Relatore per parere sostituito

 

Esame in commissione

30.1.2007

28.2.2007

 

 

 

Approvazione

28.2.2007

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

30

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Margrietus van den Berg, Josep Borrell Fontelles, Danutė Budreikaitė, Marie-Arlette Carlotti, Corina Creţu, Nirj Deva, Koenraad Dillen, Hélène Goudin, Filip Kaczmarek, Glenys Kinnock, Maria Martens, Luisa Morgantini, José Javier Pomés Ruiz, Miguel Portas, Horst Posdorf, Toomas Savi, Pierre Schapira, Frithjof Schmidt, Jürgen Schröder, Feleknas Uca, Luis Yañez-Barnuevo García, Anna Záborská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Fiona Hall, Alain Hutchinson, Jan Jerzy Kułakowski, Miguel Angel Martínez Martínez, Manolis Mavrommatis, Atanas Paparizov, Anne Van Lancker, Ralf Walter

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Elena Valenciano Martínez-Orozco

Osservazioni (disponibili in una sola lingua)

 

  • [1]  GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41.
  • [2]  GU L 261 del 6.8.2004, pag. 19.
  • [3]  GU C 311 del 9.12.2005, pag. 1.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

12.9.2007

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

51

2

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Alexander Alvaro, Alfredo Antoniozzi, Mihael Brejc, Kathalijne Maria Buitenweg, Michael Cashman, Giuseppe Castiglione, Giusto Catania, Carlos Coelho, Fausto Correia, Agustín Díaz de Mera García Consuegra, Bárbara Dührkop Dührkop, Claudio Fava, Patrick Gaubert, Roland Gewalt, Lilli Gruber, Adeline Hazan, Jeanine Hennis-Plasschaert, Lívia Járóka, Ewa Klamt, Roger Knapman, Magda Kósáné Kovács, Barbara Kudrycka, Esther De Lange, Henrik Lax, Roselyne Lefrancois, Sarah Ludford, Jaime Mayor Oreja, Dan Mihalache, Claude Moraes, Javier Moreno Sánchez, Martine Roure, Luciana Sbarbati, Inger Segelström, Søren Bo Søndergaard, Károly Ferenc Szabó, Vladimir Urutchev, Manfred Weber, Tatjana Ždanoka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Inés Ayala Sender, Edit Bauer, Simon Busuttil, Gérard Deprez, Iratxe García Pérez, Ignasi Guardans Cambó, Sophia in 't Veld, Sylvia-Yvonne Kaufmann, Metin Kazak, Jean Lambert, Antonio Masip Hidalgo, Hubert Pirker, Antonio Tajani

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Iles Braghetto, Kyriacos Triantaphyllides