RELAZIONE recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeodestinata al Consiglio sulla produzione di oppio a fini terapeutici in Afghanistan
21.9.2007 - (2007/2125(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatore: Marco Cappato
PROPOSTA DI RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO DESTINATA AL CONSIGLIO
sulla produzione di oppio a fini terapeutici in Afghanistan
Il Parlamento europeo,
– vista la proposta di raccomandazione destinata al Consiglio presentata a nome del gruppo ALDE sulla produzione di oppio a fini terapeutici in Afghanistan (B6‑0187/2007),
– viste le sue precedenti risoluzioni sull'Afghanistan, tra cui la più recente del 18 gennaio 2006[1],
– vista la relazione 2006 dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC)/Banca mondiale su "L'industria della droga in Afghanistan",
– vista la relazione annuale 2007 dell'UNODC, pubblicata nel giugno 2007,
– viste la risoluzione 2005/25 del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), del 22 luglio 2005, sulla fattibilità di un eventuale meccanismo di assistenza che faciliterebbe il trattamento adeguato del dolore mediante il ricorso ad analgesici oppiacei, la risoluzione 2004/40 dell'ECOSOC, del 21 luglio 2004, su linee direttrici in materia di trattamento farmacologico, assistito sotto il profilo psicosociale, delle persone dipendenti dagli oppiacei, la risoluzione 2005/26 dell'ECOSOC, del 22 luglio 2005, sulla domanda e l'offerta di oppiacei utilizzati per soddisfare bisogni terapeutici e scientifici, la risoluzione 58.22 dell'Assemblea mondiale della sanità (AMS), del 25 maggio 2005, sulla prevenzione e il controllo del cancro, la risoluzione 55.14 dell'AMS sull'accessibilità ai farmaci essenziali e le raccomandazioni finali della 12a Conferenza internazionale delle autorità di regolamentazione del settore farmacologico, svoltasi a Seoul dal 3 al 6 aprile 2006, che sollecitano i regolatori ad adoperarsi per migliorare l'accesso agli analgesici narcotici,
– viste le relazioni di missione della sua delegazione ad hoc in Afghanistan (luglio 2005) e della sua missione di osservazione elettorale (settembre 2005),
– vista la relazione finale della missione di osservazione elettorale dell'Unione europea in occasione delle elezioni politiche e provinciali del 18 settembre 2005,
– visto l'articolo 114, paragrafo 3, del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A6‑0341/2007),
A. considerando che le politiche internazionali in materia di stupefacenti emanano dalle Convenzioni delle Nazioni Unite del 1961, 1971 e 1988, le quali vietano, in particolare, la produzione, il traffico, la vendita e il consumo di una vasta gamma di sostanze, salvo a fini terapeutici o scientifici,
B. considerando che la relazione dell'UNODC intitolata "Afghanistan: Opium Survey 2006" sottolinea che nel 2006, nell'area destinata alla coltivazione illegale di oppio è stato prodotto un volume record di circa 6 100 tonnellate, il che significa un incremento di quasi il 50% delle cifre relative al 2004,
C. considerando che la Strategia nazionale afgana di lotta contro la droga, adottata nel gennaio 2006, prevede la riduzione sia dell'offerta che della domanda, fonti alternative di sostentamento e il rafforzamento delle istituzioni governative; considerando inoltre che il ministero per la Lotta alla droga ("Ministry of Counter-Narcotics"), istituito grazie al sostegno finanziario dell'Unione europea, è la principale agenzia incaricata dell'attuazione di tale Strategia,
D. considerando che il governo afgano ha istituito la Commissione per la regolamentazione degli stupefacenti, composta di funzionari dei ministeri competenti in materia di lotta alla droga, sanità e finanze, allo scopo di disciplinare nel paese la concessione di licenze, la vendita, la distribuzione, l'importazione e l'esportazione di tutti gli stupefacenti a fini leciti,
E. considerando che, stando alla relazione annuale 2007 dell'UNODC "Afghanistan: Opium Poppy Survey", l'Unione europea dovrebbe adoperarsi maggiormente in vista di una drastica riduzione della produzione di oppio, la quale raggiunge attualmente un livello impressionante, pari al doppio delle quantità prodotte solo due anni fa; considerando inoltre che l'Afghanistan è praticamente diventato l'unico fornitore della droga più letale del mondo coprendo il 93% del mercato globale degli oppiacei, sebbene sia necessario osservare che il numero delle province non interessate da questo tipo di coltura è più che raddoppiato passando da 6 (lo scorso anno) a 13 (nel 2007), e che il 50% dell'intera produzione afgana di oppio proviene dalla sola provincia di Helmand,
F. considerando che, secondo le stime della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, circa il 40% del PIL dell'Afghanistan è imputabile all'oppio e che, secondo le stime dell'UNODC, il settore del papavero impiega 3,3 milioni di persone (su una popolazione di più di 31 milioni di persone), con un reddito annuo per famiglia pari a 1 965 dollari USA,
G. considerando che nel 2007 il valore alla produzione del raccolto di oppio è stato di un miliardo di dollari USA, ovvero il 13% del PIL legale dell'Afghanistan, e che il valore complessivo potenziale del raccolto di oppio nazionale 2007 per i coltivatori, i proprietari di laboratori e i trafficanti afgani ha raggiunto 3,1 miliardi di dollari USA, cifra che rappresenta quasi la metà del PIL legale del paese che è di 7,5 miliardi di dollari USA, ovvero il 32% dell'economia globale, settore dell'oppio incluso,
H. considerando che per gli agricoltori afgani l'incentivo a produrre oppiacei è in ampia misura finanziario e che, per essere attraenti sotto il profilo economico, gli oppiacei autorizzati dovranno generare profitti più elevati di quelli derivanti dagli oppiacei illegali,
I. considerando che l'Unione europea si conferma il principale donatore per quanto riguarda gli sforzi intesi a ridurre l'offerta di oppio mediante progetti volti a promuovere fonti alternative di sostentamento – di cui vi è una disperata necessità anche per integrare la dieta nazionale – in sostituzione delle colture illegali,
J. richiamando l'attenzione sul fatto che la Commissione ha riconosciuto, come risulta dal suo documento di strategia per paese (2007-2013), che l'economia dell'oppio in crescita e il pericolo di una "presa in ostaggio" dello Stato da parte degli ambienti legati al narcotraffico rappresentano una minaccia cruciale per lo sviluppo, la costruzione di uno Stato e la sicurezza in Afghanistan,
K. considerando che, secondo affermazioni fondate, la principale fonte di finanziamento degli insorti, dei signori della guerra, dei talebani e dei gruppi terroristici è rappresentata dal traffico di stupefacenti illegali,
L. considerando che il 25 giugno 2007 il "Senlis Council", un gruppo di riflessione internazionale sulla sicurezza e lo sviluppo, ha presentato un dossier tecnico dettagliato che descrive il modo in cui un progetto a livello di villaggio denominato "Il papavero per la medicina" potrebbe funzionare in Afghanistan, includendo un sistema di controllo sociale integrato, la produzione di medicine afgane a livello di villaggio, la diversificazione economica obbligatoria e lo sviluppo rurale generalizzato,
M. considerando che, secondo le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dieci paesi consumano l'80% degli oppiacei legalmente disponibili nel mondo e che tra i restanti 180 rientra la maggior parte dei paesi in via di sviluppo, che rappresentano l'80% della popolazione mondiale; considerando altresì che l'Organo internazionale per il controllo degli stupefacenti (INCB) ha chiesto alla comunità internazionale di promuovere la prescrizione di farmaci analgesici soprattutto nei paesi poveri, dal momento che, per quanto risulta, in più di 150 paesi le cure prestate sono ampiamente insufficienti, considerato che quasi nessuna delle persone che ne avrebbe bisogno le riceve, e che in altri 30 paesi l'insufficienza di cure è ancor più grave o non sono disponibili dati,
N. considerando che l'Organo internazione per il controllo degli stupefacenti sostiene che a livello mondiale si registra un'eccedenza di oppiacei per usi medici, anche se tale valutazione non prende in considerazione la domanda potenziale,
O. esprimendo la convinzione che, per promuovere e rafforzare la pace e la sicurezza in Afghanistan, occorre integrare la presenza internazionale con una maggiore cooperazione civile, intesa ad incoraggiare il progresso sociopolitico e lo sviluppo economico, nonché a vincere "i cuori e le menti" della popolazione locale,
P. considerando, ancora una volta, i costi estremamente elevati e le gravi carenze in termini di efficacia di una strategia di lotta contro la droga che, al momento dell'elaborazione e della messa in atto di misure relative a mezzi di sussistenza alternativi, non tiene conto della diversità regionale, sociale ed economica dell'Afghanistan rurale, e di una strategia basata unicamente sull'estirpazione,
Q. considerando che sarà possibile promuovere un processo di creazione istituzionale, di democratizzazione e affermazione dello Stato di diritto, un sistema giudiziario equo e il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali soltanto attraverso politiche che non impongono soluzioni violente, come l'estirpazione delle colture, a prassi che di per sé sono non violente,
R. considerando che la lotta contro la produzione di stupefacenti in Afghanistan dovrebbe riflettere un approccio differenziato in base alla località; considerando inoltre che gli sforzi intrapresi nel settore della lotta contro gli stupefacenti e diretti contro i produttori devono essere attentamente limitati alle zone in cui sono possibili mezzi di sussistenza leciti (aree in cui l'accesso alla terra e alle risorse idriche è migliore o aree in prossimità dei mercati e in cui il rapporto terra/abitante è più elevato); considerando altresì che i programmi relativi a mezzi di sussistenza alternativi devono concentrarsi soprattutto sulle regioni più povere che dispongono di risorse limitate e che, peraltro, sono quelle che dipendono maggiormente dall'oppio,
S. considerando che il documento di strategia nazionale della Commissione per l'Afghanistan per il periodo 2007-2013 è opportunamente incentrato sullo sviluppo rurale e sulla governance, ma che occorre mettere maggiormente l'accento sulla riforma dei ministeri afgani incaricati del controllo della produzione di stupefacenti, in particolare il ministero degli Interni,
1. rivolge al Consiglio le seguenti raccomandazioni:
a) opporsi, nel quadro di programmi di sviluppo integrato, al ricorso alle suffumigazioni come metodo di estirpazione del papavero in Afghanistan;
b) elaborare e sottoporre al governo afgano, nel quadro di programmi di riduzione dell'offerta illecita patrocinati dall'Unione europea, un piano e una strategia globali intesi a: controllare la produzione di stupefacenti in Afghanistan, migliorando la governance e lottando contro la corruzione ai livelli più alti dell'amministrazione afgana (in particolare al ministero degli Interni); dirigere l'azione contro i principali trafficanti sul posto; migliorare lo sviluppo rurale nel suo insieme, soprattutto nelle regioni più povere e in quelle non ancora dedite alla produzione di oppio su ampia scala; impegnarsi, in modo attento e selettivo, nell'estirpazione manuale ed esaminare la possibilità di prevedere progetti pilota per la conversione, su piccola scala, di una parte delle attuali colture illegali di papavero in campi per la produzione di analgesici a base di oppio legali;
c) offrire la sua assistenza nella messa in atto di un progetto pilota scientifico "Il papavero per la medicina", inteso ad indagare in che modo la concessione di licenze può contribuire ad alleviare la povertà, a diversificare l'economia rurale, a promuovere lo sviluppo generale e ad aumentare la sicurezza, nonché il modo in cui può diventare un elemento positivo degli sforzi multilaterali compiuti a favore dell'Afghanistan;
2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e della Repubblica islamica dell'Afghanistan.
Traduzione esterna
- [1] GU C 287 E del 24.11.2006, pag. 176.
MOTIVAZIONE
Introduzione
1. La presente raccomandazione sull'oppio afgano intende studiare la possibilità di definire, a livello internazionale, condizioni generali che consentano l'eventuale commercializzazione della produzione lecita di papavero da oppio in Afghanistan sul mercato mondiale legale degli analgesici oppiacei. Tale sviluppo sarebbe auspicabile per due ragioni: la necessità di aumentare la disponibilità di antidolorifici e di renderne più accessibile il costo, sia nei paesi sviluppati, sia in quelli in via di sviluppo, e la necessità di elaborare politiche più efficaci per affrontare la questione della stabilità e dello sviluppo economico sostenibile in Afghanistan. L'economia dell'Afghanistan continua a essere prevalentemente informale e si basa principalmente su una coltura illegale, ostacolando in tal modo il progresso del paese in termini politici e socioeconomici.
Quadro generale dei meccanismi internazionali di regolamentazione dell'oppio
2. L'oppio è regolamentato a livello internazionale dal 1912, quando fu firmata, all'Aia, la Convenzione internazionale dell'oppio, ossia il primo trattato internazionale sul controllo della droga.
3. Le politiche in materia di stupefacenti a livello internazionale emanano dalle Convenzioni delle Nazioni Unite del 1961, 1971 e 1988, le quali vietano in particolare la produzione, il traffico, la vendita e il consumo di una vasta gamma di sostanze salvo a fini terapeutici o scientifici. Gli Stati che intendono coltivare piante vietate devono istituire apposite agenzie nazionali, preposte alla supervisione della produzione, della trasformazione, del trasporto e della commercializzazione di tali sostanze.
4. Quando è stata adottata la Convenzione ONU, nel 1961, l'India e la Turchia erano i principali produttori di papavero da oppio. La Convenzione unica sulle sostanze stupefacenti e psicotrope aveva definito il quadro legislativo di regolamentazione della produzione di tali paesi. Su richiesta degli Stati Uniti che, a loro volta, si erano offerti di acquistare una quota sostanziale di tale produzione al fine di impedirne l'ingresso sul mercato illegale dell'eroina, entrambi i paesi, conformemente alla Convenzione ONU, avevano creato agenzie nazionali per controllare la produzione e la vendita di derivati del papavero da oppio. L'esperimento di legalizzazione della produzione di papavero da oppio nei due paesi summenzionati ha avuto successo, benché non si sia valutato se fosse adeguato a far fronte alla domanda crescente di oppiacei. Con il trascorrere del tempo, la produzione legale di oppio, sottoposta alla stretta supervisione delle agenzie competenti dei singoli paesi, si è estesa ad Australia, Francia, Spagna, Giappone, Repubblica ceca, Ungheria e Bulgaria.
5. Il trattato ONU obbliga ogni paese a presentare all'Organo internazionale per il controllo degli stupefacenti (International Narcotics Control Board - INCB) una relazione annuale, in cui viene indicato il consumo effettivo di quell'anno di numerose classi di droghe controllate e di oppiacei, e la proiezione delle quantità richieste per l'anno successivo. In questo modo, è possibile monitorare le tendenze dei consumi e attribuire le quote di produzione. L'Afghanistan ha ratificato tutte e tre le convenzioni ONU sulle sostanze stupefacenti.
6. L'OMS (Organizzazione mondiale della sanità) e l'INCB hanno sollecitato gli Stati membri dell'ONU a favorire una disponibilità quanto più ampia possibile e a prezzi accessibili degli oppiacei per il trattamento del dolore, con particolare riferimento ai paesi poveri, dato che in oltre 150 Stati il trattamento risulta notevolmente insufficiente. Nel corso degli ultimi anni, il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite e l'Assemblea dell'OMS hanno adottato una serie di risoluzioni, che indicano le misure da adottare a livello multilaterale.
La situazione in Afghanistan
7. Secondo le stime delle Nazioni Unite, nel 2007 l'Afghanistan, un paese di oltre 31 milioni di abitanti, avrà bisogno di 15.000 grammi di codeina, 375.000 grammi di destropropoxifene, 7.500 grammi di difenossilato, 3.000 grammi di morfina, 60.000 grammi di petidina e 70.000 grammi di folcodina.
8. L'oppio non può essere considerato una coltura tradizionale afgana. Infatti, quando il governo ha cominciato a perdere il controllo delle province, durante l'invasione sovietica del 1979-1980, i Mujahideen e i signori della guerra hanno iniziato a espandere la loro influenza e con l'approvazione tacita dei paesi occidentali, hanno creato una serie di meccanismi illeciti per finanziare le loro attività di guerra, compresa la coltivazione del papavero da oppio. Il denaro ottenuto è stato utilizzato principalmente per costringere lentamente l'URSS al ritiro. Quando l'Armata rossa è stata infine costretta a lasciare l'Afghanistan nel 1989, si è creato un vuoto di potere. Varie fazioni Mujahideen hanno iniziato a combattere le une contro le altre per la conquista del potere. Con la fine del sostegno occidentale, tali fazioni sono ricorse ancora di più alla coltivazione del papavero da oppio per finanziare le attività militari. Alcuni commercianti locali di oppio, alla ricerca di punto di riferimento operativo sicuro per le loro attività, si sono unite ai gruppi più fanatici dei Mujahideen, sostenuti da estremisti arabi quali Osama bin Laden, e ai servizi segreti di intelligence pakistani (ISI) per formare, verso la fine del 1994, il movimento talebano.
I talebani, che controllano il 90% del paese, hanno incoraggiato attivamente la coltivazione del papavero da oppio. In questo modo, non solo hanno mantenuto le promesse e gli obblighi assunti nei confronti dei loro soci (le varie mafie regionali), ma hanno anche aumentato le entrate, attraverso le tasse imposte ai coltivatori locali e i finanziamenti ottenuti dalle bande che appartengono alla criminalità organizzata internazionale. Secondo l'UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine), nel 1999 l'Afghanistan ha ottenuto un raccolto record di oppio pari a 4.600 milioni di tonnellate, che rappresenta il massimo mai raggiunto da quando i talebani hanno preso il controllo dell'Afghanistan. Varie ONG hanno documentato che nel 1997-1998 l'UNODC ha contatto i talebani, per promuovere accordi volti a ridurre la produzione di papaveri da oppio, lasciando intendere un possibile riconoscimento internazionale di tale regime. Questi accordi formali non si sono mai concretizzati e l'enorme aumento della produzione di oppio ha portato a un eccesso di offerta rispetto alla domanda e a una flessione dei prezzi al dettaglio dell'eroina e della morfina in Occidente, favorendo l'incremento dei consumi in tutta Europa. Si dice che per invertire questa tendenza il leader dei talebani, Mullah Omar, abbia vietato la coltivazione del papavero da oppio "per motivi religiosi", con la conseguenza che i livelli di produzione dell'oppio sono scesi ai livelli più bassi mai raggiunti dal 2000. Dopo aver prodotto regolarmente il 70% dell'oppio mondiale negli anni Novanta, l'Afghanistan ha diminuito la sua produzione a 74 tonnellate all'anno per effetto del divieto dei talebani del 2000, benché tale divieto potrebbe aver avuto, in realtà, lo scopo principale di far salire i prezzi, dopo che il paese ha accumulato scorte da commercializzare per oltre due anni. Dopo la guerra in Afghanistan del 2001, la produzione è nuovamente aumentata.
9. Secondo le statistiche della "Drug Enforcement Agency" (DEA) statunitense, la produzione afgana di oppio essiccato in forno è salita a 1.278 tonnellate nel 2002, è più che raddoppiata nel 2003 e ha sfiorato un nuovo raddoppio nel 2004. Alla fine del 2004, secondo le stime del governo USA, il 4,5% del terreno agricolo del paese era coltivato a papavero da oppio, con una produzione di 4.200 tonnellate metriche di oppio (l'87% della produzione mondiale), pari al 60% del PIL dell'Afghanistan. Attualmente l'Afghanistan è il maggiore produttore al mondo di oppio illegale, prima della Birmania (Myanmar), nel cosiddetto "Triangolo d'oro".
10. La relazione dell'UNODC dal titolo "Afghanistan: Opium Survey 2006" sottolinea che la superficie utilizzata per la coltura illegale del papavero da oppio ha consentito di ottenere una produzione record di circa 6.100 tonnellate l'anno scorso, con un incremento di quasi il 50% rispetto all'anno precedente. Si stima che valore dell'eroina ottenuta abbia raggiunto i 700 milioni di dollari (di cui i talebani avrebbero raccolto, in tasse, una cifra oscillante tra qualche decina di milioni e 140 milioni di dollari). Per gli agricoltori, il raccolto può essere fino a dieci volte più redditizio del grano.
11. Secondo le stime recenti della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale circa il 40% del prodotto interno lordo dell'Afghanistan è imputabile all'oppio, il cui settore dà lavoro a quasi 2,9 milioni di persone. L'anno scorso, secondo la relazione dell'UNODC, solo in 6 delle 34 province non si coltivava il papavero da oppio, e in particolare nelle province meridionali di Helmand, dove sono aumentati gli scontri tra i talebani e le truppe governative e internazionali, la superficie adibita alla coltivazione illegale del papavero da oppio è aumentata vertiginosamente, raggiungendo i 69.300 ettari.
Proposte di revisione delle strategie e degli approcci europei in Afghanistan
12. Nel gennaio 2006, la strategia nazionale per la lotta contro la droga in Afghanistan ha affrontato la questione della riduzione dell'offerta e della domanda, delle fonti di sussistenza alternative, del rafforzamento delle istituzioni governative, e il Ministero per la lotta al narcotraffico, istituito con il sostegno dei finanziamenti europei, è stato scelto come agenzia di riferimento per l'attuazione della strategia. Il 1° agosto 2006, il governo dell'Afghanistan ha istituito un comitato per la regolamentazione delle droghe, al fine di regolamentare l'autorizzazione, la vendita, le deroghe, l'importazione e l'esportazione di tutte le droghe per fini leciti nel paese. Ai sensi dell'articolo 22 della summenzionata convenzione ONU del 1961, allorché le condizioni esistenti nel paese o in un territorio di una Parte contraente sono tali che, a suo avviso, il divieto della coltura del papavero da oppio [...] risulta il provvedimento più adatto a tutelare la salute e il benessere dei cittadini e a evitare il traffico illegale delle sostanze stupefacenti, la Parte contraente interessata ne proibisce la coltura.
13. Considerando le implicazioni della carenza di antidolorifici a prezzi accessibili in tutto il mondo e degli effetti dell'economia illegale sulla vita quotidiana degli afgani e tenuto conto degli sforzi complessivi dell'Europa per promuovere standard più elevati nelle politiche sanitarie e dei programmi di consolidamento dello Stato e della nazione, il Parlamento europeo dovrebbe sollecitare il Consiglio ad adottare una posizione comune, che possa innescare una revisione di vasta portata delle strategie e degli approcci attualmente adottati a livello mondiale circa la disponibilità a prezzi accessibili degli oppiacei e l'estirpazione del papavero da oppio in Afghanistan.
14. L'Unione europea si conferma il principale donatore nell'ambito degli sforzi intesi a ridurre l'offerta di oppio, mediante progetti volti a promuovere forme alternative di sostentamento – di cui vi è una disperata necessità anche per integrare la dieta nazionale – per sostituire le colture illegali. Si tratta di una politica ritenuta meno invadente della mera estirpazione. Tuttavia, nonostante la promozione di uno "sviluppo alternativo", non emergono segnali tangibili di una possibile diminuzione della produzione complessiva di oppio nel prossimo futuro.
15. La mancanza di sicurezza che attualmente caratterizza l'Afghanistan dovrebbe essere affrontata attraverso una serie di misure e politiche più articolate e organiche, per promuovere e consolidare la pace, la riconciliazione e la sicurezza. Ciò dovrebbe avvenire attraverso una presenza multilaterale significativa e l'intensificazione della cooperazione civile, al fine di promuovere lo sviluppo, il progresso e la fiducia negli sforzi e nell'assistenza di sicurezza attualmente in atto.
16. In questo contesto, il processo di rafforzamento delle istituzioni, di democratizzazione e di affermazione dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali si può realizzare soltanto attraverso politiche che non impongano "soluzioni" quali l'estirpazione forzata delle colture.
Come suggerito nella relazione elaborata dalla missione di vigilanza UE delle elezioni parlamentari afgane del settembre 2005, sarebbe opportuno adottare un approccio diverso per affrontare il problema della produzione illegale di oppio, che tenga in considerazione anche la possibilità di commercializzare i derivati dell'oppio sul mercato lecito degli analgesici. Benché attualmente tale misura appaia inadeguata su vasta scala, si potrebbero avviare esperimenti per soddisfare i requisiti nazionali in province selezionate dell'Afghanistan, dove la produzione è limitata e la sicurezza non è eccessivamente problematica. Gli Stati membri dell'UE dovrebbero, conformemente alle norme internazionali e in piena collaborazione con il sistema delle Nazioni Unite, compresi l'UNDP (Programma di sviluppo delle Nazioni Unite), l'UNODC, l'OMS, oltre alla Banca mondiale e al Fondo monetario internazionale, valutare la dinamica reale della domanda e dell'offerta di derivati dell'oppio relativamente al mercato globale degli analgesici. Nel contempo, dovrebbero affrontare i problemi che caratterizzano la prescrizione di antidolorifici essenziali al livello mondiale, quale condizione preliminare per rivalutare e attribuire nuove quote significative per la produzione di oppio.
PROPOSTA DI RACCOMANDAZIONE (B6-0187/2007) (23.4.2007)
presentata a norma dell'articolo 114, paragrafo 1, del regolamento
da Graham Watson, Marco Pannella, Marco Cappato e Annemie Neyts-Uyttebroeck
a nome del gruppo ALDE
sulla produzione di oppio a fini terapeutici in Afghanistan
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 114, paragrafo 1, del suo regolamento,
A. considerando che le politiche in materia di stupefacenti a livello internazionale emanano dalle Convenzioni delle Nazioni Unite del 1961, 1971 e 1988, le quali vietano, in particolare, la produzione, il traffico, la vendita e il consumo di una vasta gamma di sostanze salvo a fini terapeutici o scientifici, questi ultimi ammessi a condizione che i paesi istituiscano agenzie nazionali addette alla sorveglianza della produzione, la raffinazione, il trasporto e il commercio di tali sostanze,
B. considerando che, secondo la relazione 2006 elaborata dall'Organo internazionale per il controllo degli stupefacenti (INCB) il 1º marzo 2007, la superficie totale attualmente utilizzata in Afghanistan per la coltura illegale del papavero da oppio ha raggiunto la cifra record di 165 ettari, un incremento del 59% rispetto al 2005 e più del doppio rispetto al 2003,
C. considerando che la relazione dal titolo "Afghanistan: Opium Survey 2006", elaborata dall'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), sottolinea che la quantità di oppio raccolto lo scorso anno in Afghanistan ha raggiunto la quota record di circa 6 100 tonnellate, che rappresentano un incremento di quasi il 50% rispetto all'anno precedente,
D. considerando che le suddette cifre dimostrano chiaramente l'impossibilità di conseguire gli obiettivi fissati nella dichiarazione politica approvata nel 1998 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York sull'estirpazione totale o riduzione sostanziale delle colture illegali entro il 2008,
E. considerando che la Strategia nazionale afgana di lotta contro la droga, approvata nel gennaio 2006, prevede la riduzione sia dell'offerta che della domanda, fonti alternative di sostentamento e il rafforzamento delle istituzioni governative; considerando inoltre che il ministero della Lotta alla droga ("Ministry of Counter-Narcotics"), istituito grazie a congrui finanziamenti europei, è la principale agenzia incaricata dell'attuazione di tale Strategia,
F. considerando che il governo afgano ha istituito la Commissione per la regolamentazione degli stupefacenti, composta di funzionari dei ministeri competenti in materia di lotta alla droga, sanità e finanze, allo scopo di disciplinare nel paese la concessione di licenze, la vendita, la distribuzione, l'importazione e l'esportazione di tutti gli stupefacenti a fini leciti,
G. considerando che, ai sensi dell'articolo 22 della Convenzione delle Nazioni Unite del 1961, allorché le condizioni esistenti nel paese o in un territorio di una Parte contraente sono tali che, a suo avviso, il divieto della coltura del papavero da oppio [...] risulta il provvedimento più adatto a tutelare la salute e il benessere dei cittadini e a evitare il traffico illegale delle sostanze stupefacenti, la Parte contraente interessata ne proibisce la coltura; considerando altresì che l'attuale situazione in Afghanistan non consente di garantire l'imposizione di un efficace sistema di controllo della coltura del papavero attraverso un suo divieto,
H. considerando inoltre che, secondo le stime della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, circa il 40% del prodotto interno lordo dell'Afghanistan è imputabile all'oppio, il cui settore impiega circa 2,9 milioni di persone (12,6% della popolazione),
I. considerando che soltanto in 6 delle 34 province del paese non si coltiva il papavero da oppio e che, in particolare nella provincia meridionale di Helmand, in cui si sono intensificati gli attacchi dei talebani contro le truppe governative e internazionali, la superficie interessata dalla coltura illegale del papavero ha raggiunto i 69 300 ettari,
J. considerando che l'Unione europea si conferma il principale donatore nell'ambito degli sforzi intesi a ridurre l'offerta di oppio, mediante progetti volti a promuovere fonti alternative di sostentamento – di cui vi è una disperata necessità anche per integrare la dieta nazionale – in sostituzione delle colture illegali; considerando inoltre che l'Unione europea sta esaminando la possibilità di interventi più intrusivi, quali ad esempio il controllo attraverso l'estirpazione,
K. considerando che nel 2005 il "Senlis Council – Security and Development Policy Group" ha ultimato uno studio di fattibilità su un sistema di licenze per la produzione di oppio in Afghanistan, studio presentato a Kabul nel settembre dello stesso anno,
L. considerando che, secondo le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, dieci paesi consumano l'80% degli oppiacei legalmente disponibili nel mondo e che tra i restanti 180 rientra la maggior parte dei paesi in via di sviluppo, che rappresentano l'80% della popolazione mondiale; considerando che l'INCB ha chiesto alla comunità internazionale di promuovere la prescrizione di farmaci analgesici soprattutto nei paesi poveri, in cui è cresciuto in maniera impressionante il numero di persone affette da HIV/AIDS e in cui si prevedono 15 milioni di casi di cancro nel corso dei prossimi dieci anni,
M. considerando che, secondo le stime delle Nazioni Unite, nel 2007 l'Afghanistan avrà bisogno delle seguenti sostanze narcotiche: 15 000 grammi di codeina, 375 000 grammi di destropropoxifene, 7 500 grammi di difenossilato, 3 000 grammi di morfina, 60 000 grammi di petidina e 70 000 grammi di folcodina,
N. denunciando il fatto che la principale fonte di finanziamento degli insorti, dei signori della guerra, dei talebani e dei gruppi terroristici è rappresentata dal traffico di stupefacenti illegali,
O. esprimendo la convinzione che, per promuovere e rafforzare la pace e la sicurezza in Afghanistan, occorre integrare la presenza militare con una crescente cooperazione civile intesa ad incoraggiare lo sviluppo e il progresso,
P. esprimendo altresì la convinzione che sarà possibile promuovere un processo di creazione istituzionale, democratizzazione e affermazione dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali soltanto attraverso politiche che non impongono soluzioni violente a prassi non violente, quali l'estirpazione delle colture,
1. rivolge al Consiglio la seguente raccomandazione:
esorta il Consiglio ad adottare una posizione comune, a norma dell'articolo 15 del trattato sull'Unione europea, relativa a una strategia antidroga di vasto respiro in Afghanistan, che preveda la coltivazione di papavero a scopo terapeutico, nel quadro di un progetto pilota, gestito a livello internazionale, per la produzione di analgesici oppiacei per il mercato nazionale afgano ed eventualmente per i paesi che non dispongono di oppiacei;
2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
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Approvazione |
12.9.2007 |
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Esito della votazione finale |
+ : – : 0 : |
33 8 23 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Vittorio Agnoletto, Roberta Alma Anastase, Robert Atkins, Christopher Beazley, Angelika Beer, Bastiaan Belder, Monika Beňová, André Brie, Elmar Brok, Cristian Silviu Buşoi, Marco Cappato, Véronique De Keyser, Hanna Foltyn-Kubicka, Michael Gahler, Jas Gawronski, Alfred Gomolka, Klaus Hänsch, Anna Ibrisagic, Jelko Kacin, Ioannis Kasoulides, Metin Kazak, Vytautas Landsbergis, Francisco José Millán Mon, Raimon Obiols i Germà, Vural Öger, Cem Özdemir, Ria Oomen-Ruijten, Justas Vincas Paleckis, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Tobias Pflüger, João de Deus Pinheiro, Hubert Pirker, Samuli Pohjamo, Michel Rocard, Raül Romeva i Rueda, Libor Rouček, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Saryusz-Wolski, György Schöpflin, Gitte Seeberg, István Szent-Iványi, Antonio Tajani, Charles Tannock, Inese Vaidere, Geoffrey Van Orden, Jan Marinus Wiersma, Josef Zieleniec |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Laima Liucija Andrikienė, Alexandra Dobolyi, Carlo Fatuzzo, Milan Horáček, Anneli Jäätteenmäki, Tunne Kelam, Jaromír Kohlíček, Erik Meijer, Nickolay Mladenov, Rihards Pīks, Aloyzas Sakalas, Anders Samuelsen, Adrian Severin |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Šarūnas Birutis, Eduard Raul Hellvig, Bilyana Ilieva Raeva |
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