RELAZIONE sullo sviluppo della politica europea di vicinato
26.10.2007 - (2007/2088(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatori: Charles Tannock e Raimon Obiols i Germà
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sullo sviluppo della politica europea di vicinato
Il Parlamento europeo,
– visto lo sviluppo della Politica europea di vicinato (ENP) dal 2004, e in particolare i Progress Report della Commissione sull'attuazione dell'ENP del 4 dicembre 2006 (SEC(2006)1504/2, SEC(2006)1505/2, SEC(2006)1506/2, SEC(2006)1507/2, SEC(2006)1508/2, SEC(2006)1509/2, SEC(2006)1510/2, SEC(2006)1511/2, SEC(2006)1512/2),
– visti i Piani d'azione adottati congiuntamente con Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldova e Ucraina nonché con Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Autorità palestinese e Tunisia,
– visto lo Strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI), che è strettamente legato all'attuazione dei Piani d'azione congiuntamente adottati e che sostituisce l'assistenza tecnica sinora fornita da TACIS e MEDA,
– visto il Non-Paper della commissione dal titolo "What the EU could bring to Belarus" (Cosa potrebbe apportare l'UE alla Bielorussia), del 21 novembre 2006,
– vista la strategia europea di sicurezza, “Un’Europa sicura in un mondo migliore”, adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,
– vista la Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo del 4 dicembre 2006 sul rafforzamento dell'ENP (COM(2007)0726),
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo dell'11 aprile 2007, intitolata "Sinergia del Mar Nero - una nuova iniziativa di cooperazione regionale" (COM(2007)0160),
– viste le Conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 14-15 dicembre 2006[1] e del 21-22 giugno 2007[2], e il Progress Report della Presidenza tedesca del 15 giugno 2007,
– viste le sue risoluzioni sull'Europa ampliata e l'ENP, in particolare quella del 19 gennaio 2006[3],
– viste le sue precedenti risoluzioni sugli Stati e le regioni confinanti con l'UE,
– viste le sue risoluzioni sulla politica di vicinato e la strategia di allargamento dell'UE,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul futuro della dimensione settentrionale del 16 novembre 2005[4] e sulla strategia del Mar Baltico per la dimensione settentrionale del 16 novembre 2006[5],
– viste le conclusioni dei Rapporti sullo sviluppo umano arabo del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite,
– vista la Conferenza sulla politica europea di vicinato organizzata dalla Commissione, che si è tenuta il 3 settembre 2007,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (A6-0414/2007),
A. considerando che il consolidamento della sicurezza, della stabilità democratica e della prosperità nonché la promozione del buongoverno e del rispetto dei diritti fondamentali e dei diritti umani nei paesi vicini all'UE, sono elementi cruciali per la stabilità e la prosperità dell'intero continente europeo,
B. considerando che l'ENP resta una priorità centrale della politica estera dell'UE,
C. considerando che l'ENP deve rimanere distinta dal processo di allargamento; considerando che la partecipazione all'ENP non preclude, per i vicini orientali che sono chiaramente identificabili come paesi europei, eventuali prospettive a lungo termine per un'eventuale adesione all'UE; considerando che l'ENP è, per tutti i paesi interessati, un'opportunità per integrarsi più strettamente nell'UE;
D. considerando che, nonostante il felice avvio delle agende di riforma in diversi Stati vicini, l'ENP non ha ancora risposto pienamente alle attese in termini di stimolo e rafforzamento dell'impegno dei governi dei paesi ENP sulle riforme politiche ed economiche,
E. considerando che occorre sviluppare altri incentivi per indurre i partner ad avanzare sul cammino delle riforme; che, per agevolare tale processo, l'ENP deve essere notevolmente rafforzata, anche tramite lo stanziamento di risorse finanziarie sufficienti per rispondere alle ambizioni e agli obiettivi dichiarati,
F. considerando che i conflitti aperti e "congelati" rappresentano ancora un grande ostacolo alla realizzazione degli obiettivi fondamentali dell'ENP; considerando che la stabilità può essere raggiunta solo attraverso soluzioni globali e durature dei conflitti esistenti,
G. considerando che gli aspetti specifici della politica UE verso gli Stati del Caucaso meridionale e dell'approccio regionale UE verso il Mar Nero sono trattati in relazioni distinte predisposte dalla commissione per gli affari esteri del Parlamento,
1. sostiene pienamente i principali obiettivi dell'ENP, che mira a consolidare una zona di prosperità, stabilità e sicurezza intorno all'UE, a sviluppare stretti legami con e fra gli Stati vicini all'Unione e ad impegnarli a perseguire riforme in senso democratico basate sul rispetto dei diritti umani, sulla preminenza del diritto, sul miglioramento della governance e sullo sviluppo economico e sociale; sottolinea l'esigenza di rivolgere particolare attenzione alla promozione della parità dei diritti, in particolare il miglioramento dei diritti delle donne, ma anche per quanto riguarda le minoranze e la capacità dei paesi vicini di superare i conflitti etnici, religiosi o sociali con mezzi pacifici;
2. esprime dubbi circa l'ambito geografico dell'ENP, che annovera paesi che sono geograficamente e culturalmente europei insieme a paesi mediterranei ed extra-europei; nota peraltro che non appare al momento realistico cambiare radicalmente il quadro programmatico generale; sottolinea pertanto la necessità di un maggiore sforzo per definire gli obiettivi multilaterali e gli strumenti di tale politica in modo da consentire all'UE e ai suoi Stati vicini di far fronte alle sfide comuni rispettando al contempo le varie condizioni e le caratteristiche specifiche delle regioni e dei paesi interessati;
3. raccomanda pertanto vivamente che l'intera attuazione di tale politica tenga conto per quanto possibile delle identità differenziate di tutti i paesi ENP al fine di sviluppare gli incentivi di riforma a medio e lungo termine più idonei e tangibili e di rafforzare l'impegno di queste società al processo di modernizzazione e di cooperazione/integrazione con l'UE;
4. osserva che le condizioni alla base dell'approccio ENP si basano sull'esperienza positiva dell'ampliamento; ritiene che tali condizioni possono costituire un incentivo idoneo per accelerare i processi di riforma dei paesi ENP verso la loro convergenza con l'UE se concepita positivamente, differenziata a seconda delle esigenze e delle capacità specifiche del paese interessato e accompagnata dallo sviluppo di una visione condivisa con i partner per quanto riguarda gli aspetti politici, istituzionali ed economici;
5. sottolinea con forza che il rispetto dei diritti umani universali e delle libertà fondamentali rappresenta il principio cardine della politica UE; ritiene che, indipendentemente dal grado di volontà dei governi dai paesi partner di cooperare e condividere tali valori, la società civile di tutti i paesi ENP debba essere fortemente sostenuta incoraggiando la sua partecipazione e il suo ruolo fondamentale nel processo di riforma e di democratizzazione e sostenendo lo sviluppo di organi d'informazione liberi e indipendenti; invita la Commissione a negoziare l'istituzione di sottocommissioni sui diritti dell'uomo con tutti i paesi ENP in modo da assicurare un efficace dialogo politico su tale problematica;
6. sottolinea l'importanza per l'UE di intensificare i propri contatti con i parlamenti, i partiti politici, gli enti locali e altre parti interessate dei paesi ENP, ai fini di una loro partecipazione allo sviluppo ed attuazione dei Piani d'azione; sollecita pertanto l'organizzazione su base periodica di forum di vicinato;
7. sottolinea la capitale importanza di un ampio dialogo della società civile e un'intensificazione dei contatti fra le popolazioni, contatti che contribuiscono a una migliore comprensione fra le società degli Stati UE e ENP e che dimostrano i benefici della cooperazione per entrambe le parti; ritiene che occorra prestare particolare attenzione agli scambi di studenti e a quelli in materia culturale e di ricerca; saluta al riguardo con favore l'iniziativa della Commissione di aprire le agenzie e i programmi comunitari ai paesi ENP e sostiene in particolare l'ulteriore coinvolgimento di tutti i paesi ENP nel programma Erasmus Mundus;
8. invita la Commissione e le autorità nazionali, regionali e locali a istituire programmi di gemellaggio di regioni e città e a dare loro adeguato supporto allo scopo di potenziare la capacità amministrativa locale e regionale nei paesi vicini come pure di promuovere programmi di scambio per la società civile e iniziative per microprogetti;
9. rimarca la necessità di un forte impegno politico da parte dell'UE e degli Stati membri perché l'ENP possa avere un successo sostenibile; sollecita gli Stati membri dell'UE ad allineare al massimo le proprie politiche nei paesi ENP con le priorità definite dai documenti strategici per paese ENP, al fine di garantire la compatibilità, la coerenza e la complementarità delle politiche;
10. raccomanda l'approfondimento del dialogo politico regolare fra l'UE e i paesi ENP; esprime la propria soddisfazione per il fatto che l'Ucraina, la Moldova, la Georgia e l'Armenia si allineano con la maggior parte delle dichiarazioni e posizioni PESC dell'UE, e sostiene la decisione di coinvolgere in tale processo l'Azerbaigian; è persuaso che l'allineamento con la politica estera dell'UE debba essere aperto per tutti gli altri paesi ENP;
11. saluta l'obiettivo di lungo periodo di istituire un'area di libero scambio con tutti i paesi vicini, secondo le modalità enunciate nella Comunicazione della Commissione; sostiene l'opportunità di negoziare accordi di libero scambio ad ampio raggio fra l'UE e i singoli paesi ENP che dovrebbero, parallelamente all'attuazione delle riforme regolamentari, superare il contesto tariffario e non essere limitati ai servizi e alla tutela degli investimenti; sottolinea che le valutazioni d'impatto sociali e ambientali devono essere prese in considerazione al momento di negoziare tali accordi; si rammarica perché l'UE non ha sinora ritenuto possibile aprire i propri mercati ai prodotti che i paesi vicini sono in una posizione particolarmente favorevole per fornire a prezzi competitivi e di una qualità conforme agli standard dell'UE;
12. supporta lo sviluppo di una cooperazione multilaterale fra l'UE e i suoi partner su temi settoriali, da realizzare sulla base dei legami regionali e transfrontalieri esistenti in aree quali l'ambiente, la sicurezza energetica, la cultura, i trasporti e la gestione delle frontiere e dell'immigrazione; sostiene, laddove possibile, l'opportunità di negoziare accordi settoriali giuridicamente vincolanti che consentano l'integrazione di politiche comuni; sottolinea in particolare la necessità di reperire investimenti per estendere le reti transeuropee dell'energia e dei trasporti ai paesi ENP;
13. sottolinea la necessità di utilizzare le organizzazioni multilaterali esistenti per rafforzare l’interazione tra l’Unione europea e i paesi ENP; sottolinea in particolare il ruolo del Consiglio d’Europa e dell’OSCE per quanto riguarda il monitoraggio dell’attuazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;
14. raccomanda che accordi per l'agevolazione del rilascio dei visti e la riammissione siano negoziati con tutti i paesi ENP; sottolinea la necessità di migliorare la capacità dei paesi ENP di gestire i flussi migratori, combattere efficacemente l'immigrazione clandestina ed assicurare il rispetto degli obblighi internazionali in materia di diritti umani; invita gli Stati membri, l'UE e i paesi ENP a intensificare la loro cooperazione nella lotta contro la criminalità organizzata transnazionale, il terrorismo, il traffico di esseri umani e il traffico di stupefacenti; sostiene la partecipazione dei paesi vicini all'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (Frontex) e all'Ufficio europeo di polizia (Europol); sottolinea la necessità di assicurare che l'esecuzione di tali accordi di riammissione avvenga nel pieno rispetto del principio di non respingimento e di garantire l’accesso a una procedura di asilo equa; sollecita la Commissione a organizzare un monitoraggio efficace del trattamento delle persone rientrate in virtù degli accordi di riammissione conclusi con i paesi ENP, in particolare per quanto riguarda il possibile “respingimento a catena”;
15. ricorda che l'ENP fornisce un contesto eccellente per la cooperazione regionale e subregionale; chiede una cooperazione regionale rafforzata nei settori di libertà, sicurezza e giustizia, e in particolare per la gestione delle frontiere, la migrazione e l'asilo, la lotta alla criminalità organizzata, il traffico di esseri umani, l'immigrazione illegale, il terrorismo, il riciclaggio di denaro e il traffico di droga, nonché una cooperazione in materia di polizia e giudiziaria; ritiene che la cooperazione e la creazione di reti a livello regionale su tali questioni potrebbero basarsi sull’esperienza acquisita tra l’altro nel quadro del “processo di Söderköping”, che include Bielorussia, Moldova e Ucraina e, dal lato dell’UE, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Svezia;
16. Chiede urgentemente agli Stati membri di migliorare il trattamento delle pratiche di visto, in modo da agevolare la mobilità e da rendere meno gravosi i viaggi legittimamente effettuati nell'UE, in particolare da gruppi quali studenti, scienziati, uomini di affari e rappresentanti della società civile; invita gli Stati membri ad affrontare efficacemente i problemi incontrati presso i propri uffici consolari; raccomanda l'istituzione nei paesi ENP di centri comuni per le richieste di visti Schengen;
17. incoraggia gli Stati membri, se del caso, ad entrare in negoziati per la stipula di accordi bilaterali con paesi ENP ai fini dell’attuazione del regime di traffico frontaliero locale istituito dal regolamento (CE) n. 1931/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, che stabilisce norme sul traffico frontaliero locale alle frontiere terrestri esterne degli Stati membri e che modifica le disposizioni della convenzione Schengen1;
18. accoglie con interesse il progetto della Commissione di elaborare uno studio di fattibilità su un eventuale "Accordo energetico di vicinanza", e a tale scopo esorta i paesi partner ENP a rispettare la legalità internazionale e gli impegni assunti nei mercati mondiali;
19. raccomanda un miglior dialogo e coordinamento e un maggior numero di azioni comuni da parte dell'UE e degli USA nel portare avanti obiettivi comuni quali la promozione della democrazia, il consolidamento della sicurezza energetica e il rafforzamento della sicurezza regionale nel vicinato dell'UE;
20. sottolinea la necessità di un appropriato livello di finanziamento e di uno stretto coordinamento con altre istituzioni finanziarie per far sì che la politica di vicinato sia coronata da successo; ritiene che occorra avvalersi dell'opportunità fornita dalla revisione delle Prospettive finanziarie 2007-2013, prevista per il 2008-2009, per rafforzare il bilancio dell'ENPI; accoglie con favore l’introduzione del Fondo investimenti per la politica di vicinato, che contribuirà a mobilitare fondi per i partner ENP; sottolinea fortemente la necessità di mantenere l'equilibrio generale fra la componente orientale e quella meridionale dell'ENP che rifletta le ambizioni e gli obiettivi dell’UE nelle regioni in questione, l’efficacia dell’assistenza precedente e l’entità della popolazione interessata;
21. invita la Commissione a coordinare le proprie risorse finanziarie e capacità di analisi politica con quelle delle istituzioni finanziarie internazionali (BEI, BERS, Banca Mondiale) in modo da creare sinergie volte a promuovere e stimolare riforme seguendo le linee dei piani d’azione ENP;
22. approva il concetto alla base del motivo per cui lo strumento di governance fornisce sostegno finanziario addizionale ai paesi più efficienti; insiste sul fatto che occorre premiare i progressi reali compiuti in termini di obiettivi connessi ai diritti dell'uomo e alla democrazia, in base a criteri trasparenti di distribuzione e da utilizzare per sostenere ulteriormente il processo di riforma;
23. raccomanda un'attenta e costante vigilanza sulla lotta alla corruzione nei propri paesi, in base ai risultati della quale si devono condizionare i livelli di assistenza;
Il Vicinato dell'Europa orientale
24. osserva che, in linea di principio, i paesi democratici che sono chiaramente identificabili come paesi europei e che rispettano lo Stato di diritto possano fare domanda di adesione a norma dell'articolo 49 del Trattato sull'Unione europea e che il ritmo e la profondità di un processo europeo comune dovrebbero corrispondere quanto più strettamente possibile alle capacità di attuare le riforme necessarie e le rispettare le condizioni (criteri di Copenaghen) tanto nei paesi partner quanto nell'UE;
25. ribadisce in tale contesto la posizione espressa nella raccomandazione del PE del 12 luglio 2007[6] secondo cui le trattative in corso con l'Ucraina dovrebbero portare alla conclusione di un accordo di associazione tale da contribuire in modo efficiente e credibile alle prospettive europee dell'Ucraina e all'avvio del processo corrispondente, compresa la possibilità di un'adesione all'UE; esprime il parere che un'impostazione corrispondente dovrebbe essere adottata per le relazioni con la Moldova, in vista del fatto che il periodo iniziale di dieci anni previsto nell'accordo di partnership e cooperazione scadrà nel giugno 2008;
26. Prende atto dell’iniziativa della Commissione di invitare la Bielorussia a partecipare in veste di osservatore alla Conferenza ENP tenutasi il 3 settembre 2007; è tuttavia seriamente preoccupato per la mancata risposta positiva da parte del governo bielorusso all'offerta di cooperazione soggetta a condizioni formulata dalla Commissione nel suo Non-Paper del novembre 2006; condanna le continue esecuzioni sentenziate in Bielorussia, l'unico paese europeo in cui esiste ancora la pena di morte, e le altre violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle autorità bielorusse e le invita a rilasciare tutti i detenuti politici e a rinunciare ad ogni oppressione delle forze democratiche, in modo da offrire al popolo bielorusso i benefici della libertà, della democrazia e della prosperità insieme a tutte le opportunità connesse a una più stretta integrazione nell'UE; sottolinea la necessità che l'UE fornisca urgentemente un sostegno più efficace alla società civile e ai mass media liberi nonché ai partiti politici che si impegnano per la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani universali e delle libertà fondamentali; sollecita con forza la Bielorussia ad applicare una moratoria sulla pena di morte quale primo passo verso l’abolizione della pena capitale nonché a ratificare il secondo protocollo facoltativo al Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione europea dei diritti umani e relativi protocolli; incoraggia la Commissione a fare un uso più efficace dell’EIDHR e ad assicurare che i mezzi forniti dagli strumenti finanziari dell’UE non siano oggetto di uso improprio da parte del governo bielorusso contro i cittadini e la società civile bielorussa;
27. chiede alla Commissione di promuovere i contatti interpersonali riducendo i costi vigenti dei visti per i cittadini bielorussi, in particolare, gli studenti, gli studiosi e i rappresentanti della società civile, al fine di uniformare tali costi con quelli applicati in altri paesi ENP quali la Russia e l’Ucraina;
28. ritiene che la Bielorussia, una volta adottata la democrazia, garantito il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e rafforzato lo Stato di diritto, abbia la stessa vocazione e le stesse prospettive europee che hanno l’Ucraina e la Moldova;
29. è persuaso che occorra istituire un quadro motivante corredato di obiettivi di esecuzione a medio termine e basato su una nuova generazione di accordi di associazione da negoziare con i paesi ENP che rispettino i valori europei fondamentali, che intendano integrarsi maggiormente con l'UE e siano in grado di dimostrare il conseguimento di risultati obiettivi in termini di esecuzione dei piani d'azione ENP;
30. è del parere che tali accordi debbano contemplare lo sviluppo dei rapporti bilaterali con l'UE in tappe successive, negoziando condizioni concrete e tempi da rispettare, fra cui parametri vincolanti di performance da specificare nei piani d'azione congiuntamente adottati, il tutto accompagnato da un processo regolare di monitoraggio; ribadisce le sue precedenti proposte di sviluppare con tali paesi, chiaramente identificabili come europei, accordi approfonditi di libero scambio nel contesto di un'eventuale "area economica europea Plus";
31. plaude alla conclusione degli accordi in materia di facilitazione della concessione dei visti e di riammissione con l'Ucraina e l'avvio di tale processo con la Moldova, e sollecita la negoziazione di analoghi accordi con i paesi del Caucaso meridionale; è persuaso che occorra prospettare a lungo termine la possibilità di un regime senza visti, definendo le tappe necessarie al conseguimento di tale obiettivo; rileva che, nel caso della Georgia, il progresso delle riforme nonché l'impatto negativo involontario dell'accordo in materia di facilitazione della concessione di visti tra l'UE e la Federazione russa sulla risoluzione dei conflitti nelle regioni separatiste georgiane dell’Ossezia meridionale e dell'Abkhazia, richiedono una conclusione rapida dell'accordo sui visti tra la Georgia e l’UE; sollecita la messa in atto di un meccanismo di monitoraggio efficace, in particolare per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani fondamentali delle persone soggette agli accordi di riammissione; sottolinea l'importanza di disporre di garanzie adeguate di accesso a una procedura di asilo equa per quanti necessitano di protezione internazionale, in particolare in caso di applicazione delle "procedure accelerate di riammissione” a persone intercettate nelle regioni di frontiera, come previsto dall’accordo di riammissione con l’Ucraina e dalla proposta di accordo di riammissione con la Moldova;
32. sottolinea la necessità di intensificare l'applicazione dei progetti di trasporto esistenti nella regione che beneficiano del sostegno dell'UE, in particolare il progetto TRASECA che collega l’Europa, il Caucaso e l'Asia, utilizzando pienamente il potenziale di transito dei paesi interessati;
33. ritiene che occorra puntare alla graduale integrazione dei vicini europei dell'Est nella Comunità europea dell'energia, e sollecita l'attuazione prioritaria delle riforme dei settori energetici, facendo valere i principi della libera economia di mercato e della trasparenza, soprattutto per quanto riguarda le tariffe, gli accessi alla rete e l'efficienza energetica; accoglie con favore gli sforzi compiuti per includere tra gli assi portanti dell’ENP la sicurezza energetica esterna, conformemente alla politica estera comune europea;
34. sottolinea l’importanza della dimensione politica dell’ENP; raccomanda un più forte sostegno UE ai progetti di cooperazione politica regionale quali la Community of Democratic Choice (CDC), il GUAM e la BSEC, al fine di promuovere in modo più efficiente la democrazia, la fiducia, la cooperazione multilaterale e lo sviluppo sostenibile nella regione;
35. sottolinea la necessità di una maggiore partecipazione dell’UE nella risoluzione dei cosiddetti conflitti congelati, tra l’altro mediante programmi di instaurazione della fiducia e gestione dei conflitti e progetti in materia di istruzione, cultura e costruzione della società civile nei territori secessionisti; plaude al lavoro della missione EUBAM al confine ucraino-moldavo; invita il Consiglio e la Commissione a precisare che, con la partecipazione all’ENP, i paesi interessati si impegnano a intrattenere buone relazioni di vicinato nonché, onde poter mettere pienamente a frutto il potenziale dell’ENP, a compiere rinnovati sforzi vigorosi e concreti per pervenire a risoluzioni durature e sostenibili dei conflitti nella regione e ad astenersi da dichiarazioni bellicose, minacce e azioni che potrebbero deteriorare ulteriormente la situazione e indebolire gli sforzi della comunità internazionale;
36. incoraggia l’Ucraina, nel quadro del suo allineamento con le dichiarazioni e le posizioni dell’UE nell’ambito della PESC, a partecipare alle misure restrittive adottate dall’UE nei confronti della dirigenza della regione transnistriana della Moldova, apportando in tal modo un ulteriore contributo significativo alla soluzione pacifica del conflitto della Transnistria;
37. plaude all'assistenza fornita nel quadro dell'ENPI a favore di misure volte a rafforzare la fiducia in Georgia e nelle regioni separatiste dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud; invita la Commissione a valutare la possibilità di fornire assistenza, sotto forma di progetti locali atti a instaurare la fiducia e di progetti locali per garantire il risanamento economico, al Nagorno Karabakh al fine di contribuire alla risoluzione del conflitto che interessa tale regione;
38. invita la Turchia a stabilire normali relazioni diplomatiche e a riaprire la sua frontiera terrestre con la confinante Armenia nell'ambito delle misure per accrescere la fiducia necessaria per una pace duratura e per l'integrazione economica della regione; chiede all'Armenia e alla Turchia di avviare una franca discussione su tutte le questioni in sospeso;
39. sottolinea l’importanza di elaborare una politica più sofisticata per la regione del Mar Nero, a completamento dell’ENP, ed evidenzia l’importanza di avere la Turchia e la Russia come partner nello sviluppo di una strategia funzionale per quella regione;
40. ritiene importante rafforzare la dimensione parlamentare della partnership politica tra il Parlamento europeo e i paesi ENP orientali; suggerisce pertanto l'istituzione di un'assemblea parlamentare UE-Vicinato orientale (EURO-NEST), seguendo l'esempio delle assemblee parlamentari multilaterali già istituite con la partecipazione del Parlamento europeo e il coinvolgimento dei parlamenti dell'Ucraina, della Moldova, dell'Armenia, della Georgia e dell'Azerbaijan, cui sarebbero invitati anche osservatori a favore della democrazia provenienti dalla Bielorussia;
41. è convinto che tale assemblea sarebbe utile per contribuire alla realizzazione del rafforzamento dell'ENP e porterebbe un valore aggiunto ai lavori delle delegazioni interparlamentari bilaterali, consentendo alle parti interessate di rafforzare la cooperazione, la solidarietà e la fiducia reciproca, di contribuire alla soluzione dei conflitti congelati e di rafforzare il dialogo periodico multilaterale su argomenti d'interesse comune con chiara dimensione regionale come l'energia, l'ambiente, la lotta contro il terrorismo, la gestione dei flussi migratori, i diritti dell'uomo, ecc.;
42. approva la prossima Conferenza parlamentare sulla politica europea sul vicinato orientale, intitolata "Insieme verso i prossimi cinquant'anni", che avrà luogo in novembre 2007, come primo passo nella giusta direzione;
43. sottolinea la necessità di far uso della partnership strategica fra UE e Russia per insistere sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, del diritto internazionale, della scelta democratica e della preminenza del diritto, in quanto principi sottesi all'approccio dei due partner verso la comune prossimità; invita le autorità russe ad assumersi la propria responsabilità di contribuire ad agevolare il ripristino dell'integrità territoriale dei paesi ENP, a rispettare l'obbligo della Russia di proteggere le minoranze in zone in cui è coinvolta in operazioni di pace e a non opporsi al possibile coinvolgimento europeo in operazioni civili e militari di pace nelle zone in cui esistono conflitti congelati, come richiesto da alcune delle parti interessate; deplora l'uso di risorse energetiche quali strumento per la realizzazione di obiettivi politici; invita la Russia ad avviare in dialogo costruttivo con l'UE e con i nostri vicini comuni sulla possibilità di approfondire la cooperazione multilaterale nella zona del Mar Nero;
44. plaude all'iniziativa finalizzata al consolidamento strategico dei rapporti con i vicini dei paesi ENP orientali, in particolare i paesi dell'Asia centrale; ricorda che, a tale riguardo, si potrebbero promuovere i collegamenti tra l'ENP e la strategia dell'Asia centrale recentemente adottata; sottolinea, stante il cruciale ruolo politico, economico ed energetico del Kazakistan nella regione e il suo particolare assetto multietnico, valido da secoli, che occorra considerare seriamente la possibilità di una partecipazione all'ENP di questo Stato, cui in futuro potrebbe essere riconosciuto di pieno diritto lo status di paese ENP a condizione tuttavia che adotti ampie riforme politiche prestando particolare attenzione al rispetto dei diritti dell'uomo e dei principi democratici;
45. insiste sul fatto che l'attuazione dell'ENP deve continuare a rappresentare un compito politico comune a tutti gli Stati membri dell'UE; suggerisce alla Commissione che occorre tenere conto delle esperienze uniche in materia di riforme legate alla transizione degli Stati membri che hanno aderito all'UE nel 21° secolo, al fine di sviluppare e affinare ulteriormente i nuovi meccanismi attualmente operativi, i quali potrebbero essere di beneficio ai paesi ENP;
Il Vicinato del Mediterraneo meridionale
46. sottolinea i forti e tradizionali legami fra l'UE e gli Stati del Sud del Mediterraneo ed insiste sul fatto che una stretta cooperazione è nell'interesse di ambo le parti;
47. ricorda che l'Unione europea deve sostenere e incoraggiare attivamente i processi di riforma nei paesi del Sud partner della PEV, in quanto i potenziali benefici di profonde politiche, economiche e sociali superano di gran lunga i loro costi; ricorda inoltre che si tratta di un processo graduale che dipende anche dall'impegno dei paesi partner di portare a buon fine le riforme;
48. invita la Commissione ad esplorare ulteriormente le varie opzioni per la prossima generazione di accordi a largo raggio con i paesi ENP meridionali; insiste sull'inclusione in tali accordi bilaterali dei meccanismi di attuazione della clausola sui diritti umani; considera che tali accordi bilaterali non devono pregiudicare la promozione della cooperazione multilaterale in tutta la regione, e in particolare il perseguimento degli obiettivi del Processo di Barcellona, tra cui l'obiettivo della creazione di un'area di libero scambio; invita gli Stati membri ad esplorare vie che permettano di approfondire la cooperazione, anche mediante un'accresciuta flessibilità, in futuro, con l'apertura dei mercati agricolo e del lavoro in modo compatibile con la protezione sociale e l'equità; invita i paesi ENP del Sud ad un maggiore impegno all'apertura dei propri sistemi economici e all'armonizzazione della propria legislazione economica con i pertinenti capitoli dell'acquis UE; insiste sulla necessità di riconoscere ai paesi del Mediterraneo il diritto di decidere il ritmo della loro apertura commerciale e le loro strategie nazionali di sviluppo economico e sociale; considera che con una utilizzazione più efficace dello strumento europeo di vicinato a favore di progetti regionali si potrebbe migliorare la situazione per favorire un effettivo spazio economico regionale integrato;
49. ricorda che i diritti universali dell'uomo sono al centro dei valori dell'UE; deplora il fatto che, dall'inizio del partenariato euromediterraneo, i progressi per quanto sostanziali in termini di democrazia e diritti dell'uomo, non sono stati sufficienti e sollecita la Commissione a perseguire la sua cooperazione con i governi, le autorità regionali e locali e i protagonisti della società civile in tali paesi; pone l'accento sull'importanza della libertà di espressione per quanto riguarda l'istituzione di una cultura democratica e il rafforzamento della società civile; invita pressantemente la Commissione ad instaurare dialoghi reali in questo campo e a sviluppare attivamente politiche e programmi educativi comuni volti a promuovere la conoscenza reciproca, la tolleranza e i diritti della donna, in particolare tra le nuove generazioni; i partner del sud dovrebbero, a tal fine, dare prova di maggiore trasparenza ed essere più aperti alla partecipazione della società civile; è tuttavia convinto che il dialogo sui diritti dell'uomo non debba impedire all'UE di formulare pubblicamente critiche e di adottare qualsiasi altra misura in caso di gravi violazioni dei diritti fondamentali;
50. riconosce la diversità di condizioni, interessi e priorità dei vari paesi meridionali, che sono tenuti in considerazione nella negoziazione e nell'attuazione dei piani d'azione; sottolinea la capitale importanza di un'intensificazione della cooperazione regionale nel quadro del partenariato euromediterraneo (PEM); sottolinea che l'ENP non si pone in chiave sostitutiva o antitetica rispetto al PEM, ma che le due politiche sono complementari fra loro giacché consentono di sommare l'impostazione multilaterale del Processo di Barcellona alla prospettiva bilaterale; invita al riguardo la Commissione ad intensificare i propri sforzi di comunicazione per chiarire i legami fra le due politiche, sia ai paesi partner che al pubblico europeo;
51. ribadisce la necessità di una forte volontà politica da parte delle istituzioni UE e degli Stati membri ad impegnarsi attivamente nella risoluzione dei conflitti della regione, evitando nel contempo che questi ultimi ostacolino lo sviluppo dell'ENP; sottolinea che l'ENP non realizzerà il suo pieno potenziale senza prima risolvere quei conflitti che rendono la cooperazione regionale un compito arduo se non impossibile; ribadisce l'opportunità di rafforzare le attività ENP che favoriscono la prevenzione dei conflitti e che si incentrano sulle misure atte a ripristinare un clima di fiducia, quali la gestione delle frontiere, il sostegno ai processi di riconciliazione a livello nazionale, regionale e locale e il supporto alle organizzazioni della società civile; sottolinea il ruolo importante dello strumento della governance nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitti; insiste a tale riguardo sulla necessità di assicurare la coerenza e la complementarietà tra l'ENP e altri strumenti e ambiti d'azione, nonché la necessità di un'analisi strutturata dei conflitti e di una sensibilità per le questioni legate ai conflitti nella progettazione, nell'attuazione e nel monitoraggio dei programmi;
52. ricorda che l'ENP, insieme alla PEM, costituisce il quadro in cui si inseriscono tutti i settori della cooperazione; è del parere che una cooperazione rafforzata tra le parti interessate dovrebbe essere possibile e pertanto più agevole; indica che l'esame di nuove iniziative per rafforzare la cooperazione nel Mediterraneo debba, in ogni caso, comportare il rilancio del partenariato euromediterraneo, il quale ha bisogno di una riflessione seria sui limiti e le difficoltà incontrate in questi ultimi anni; insiste sul fatto che il Mediterraneo deve continuare a rappresentare una preoccupazione politica comune per tutti gli Stati membri; ricorda l'importanza dell'Assemblea parlamentare euromediterranea; sottolinea il suo auspicio che tale istituzione sia impegnata nel seguito dell'evoluzione delle politiche euromediterranee;
53. ritiene importante allacciare rapporti più stretti, anche tramite nuove relazioni, con i paesi nostri vicini come i paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo;
Il ruolo del Parlamento europeo
36. ribadisce il proprio impegno a proseguire la sua attività di monitoraggio dell'esecuzione dell'ENP, in particolare ricorrendo alle proprie prerogative, compreso in ultima analisi il ricorso ai suoi poteri di bilancio e cercando il dialogo con la Commissione sull'attuazione dell'ENPI e sull'Iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), un dialogo che è stato avviato nel 2007 e che va proseguito in vista della revisione prevista per il 2009; intende esaminare regolarmente i Progress Report sulla ENP; esprime tuttavia rammarico per non essere stato consultato sui Piani d'azione ENP, sulla valutazione della loro attuazione e neppure sullo stato di avanzamento delle discussioni all'interno delle sottocommissioni per i diritti umani;
55. è consapevole del proprio importante ruolo di opinion former e di sede di pubblico dibattito e intende rafforzare la propria cooperazione con i parlamenti e le società civili dei paesi ENP; si impegna pertanto a fare un uso più efficace delle sue delegazioni agli organi interparlamentari; sottolinea, a tale proposito, l'importanza della dimensione non governativa, vale a dire della piattaforma euromediterranea della società civile, nel rafforzamento del dialogo politico nei paesi partner meridionali;
56. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché ai governi e ai parlamenti di tutti i paesi ENP.
PARERE della commissione per lo sviluppo regionale (2.8.2007)
destinato alla commissione per gli affari esteri
sullo sviluppo della politica europea di vicinato
(2007/2088(INI))
Relatore per parere: Tunne Kelam
SUGGERIMENTI
La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. accoglie con favore la comunicazione della Commissione sullo sviluppo della politica europea di vicinato (ENP) e sottolinea che detta politica è la chiave per offrire incentivi ai nostri vicini per attirarli all'Unione, per incoraggiarli ad applicare il sistema europeo di valori e per stimolare lo sviluppo economico e sociale delle regioni frontaliere dell'Unione, dato che siffatti sviluppi sono di interesse sia per l'UE che per i suoi Stati vicini;
2. si compiace della dimensione tematica della ENP soprattutto nei settori dell'energia (comprese in particolare misure intese a migliorare l'efficienza energetica), dei cambiamenti climatici, trasporti, telecomunicazioni, ricerca e società dell'informazione, e sottolinea la dimensione regionale di questa cooperazione;
3. è del parere che una ENP efficiente e reciprocamente benefica incoraggi i paesi vicini interessati a una futura appartenenza alla UE a concentrarsi sulla qualità e accelerazione dei loro sforzi preparatori e sia proficua per l'UE dimostrando la sua apertura e il suo appoggio, coerentemente con i progressi effettivamente ottenuti da codesti paesi;
4. sottolinea che l'efficienza della ENP dipende anche dalla prontezza degli Stati membri nel far applicare i principi sottesi alle quattro libertà fondamentali dell'Unione negli Stati partner ed è convinto che gli accordi settoriali e regionali dovrebbero essere visti come un mezzo pratico per raggiungere questo obiettivo;
5. invita la Commissione e i paesi vicini ad evitare una concentrazione sproporzionata dei finanziamenti della politica europea di vicinato sulle città più grandi;
6. sottolinea l'importanza cruciale dei programmi di cooperazione transfrontaliera e interregionale e di più ampi scambi in tutta l'UE nell'attuazione della ENP ed è del parere che detti programmi debbano avere aspetti economici, ambientali, sociali e culturali e debbano promuovere la parità di genere e le pari opportunità;
7. chiede alla Commissione e alle autorità nazionali, regionali e locali coinvolte nei programmi di cooperazione trasfrontaliera e interregionale e negli scambi in tutta l'UE di adottare un approccio decentrato basato sui principi della poliltica di coesione in particolare il partenariato e la pianificazione pluriennale, e di offrire maggiori incentivi alla cooperazione dei gruppi spontanei di base (grass-roots);
8. chiede alla Commissione e agli Stati membri e ai paesi vicini di stimolare il coinvolgimento della società civile e delle autorità locali e regionali nell'attuazione e nel controllo della ENP; richiama l'attenzione sulle esperienze positive derivanti dall'attuazione del principio del partenariato nel contesto della politica di coesione; invita pertanto la Commissione a organizzare uno scambio di esperienze tra autorità degli Stati membri e dei paesi vicini sull'attuazione della politica di coesione e dell'ENP;
9. invita la Commissione e gli Stati membri a prendere le misure necessarie per garantire la visibilità della politica europea di vicinato;
10. chiede alla Commissione di sviluppare orientamenti per le autorità locali e regionali riguardo al loro ruolo specifico nell'attuazione dei piani d'azione ENP e per sviluppare ulteriormente la ENP;
11. invita la Commissione e le autorità nazionali, regionali e locali a istituire programmi di gemellaggio di regioni e città e a dare loro adeguato supporto allo scopo di potenziare la capacità amministrativa locale e regionale nei paesi vicini come pure di promuovere programmi di scambio per la società civile e iniziative di micro progetti;
12. sottolinea l'importanza di una cooperazione regionale intensa per il controllo delle frontiere e dell'immigrazione;
13. considera importante facilitare, in modo efficiente i requisiti per la concessione di visti per il traffico frontaliero locale e per specifici gruppi di popolazione (tra cui studenti, ricercatori, artisti, imprenditori e giornalisti), allo scopo di stimolare lo sviluppo economico, ambientale, sociale e culturale nelle regioni frontaliere dell'Unione e nei paesi vicini, per il bene di tutte le parti e per ridurre le disparità lungo le frontiere esterne dell'UE;
14. è del parere che la ENP debba comprendere anche la cooperazione nella prevenzione e nell'azione comune in caso di catastrofi naturali ed esorta gli Stati membri come pure le autorità regionali e locali a comprendere questi aspetti nei loro programmi di cooperazione transfrontaliera;
15. ricorda alla Commissione di includere nella sua relazione annuale al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione degli aiuti comunitari - con la prima relazione prevista per la fine del 2007 - una valutazione dello strumento ENP sulla cooperazione transfrontaliera, incluse informazioni sulla partecipazione regionale e locale per paese, sui vari programmi operativi comuni e sulla costruzione delle relative capacità decentrate.
PROCEDURA
Titolo |
Sviluppo della politica europea di vicinato |
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Riferimenti |
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Commissione competente per il merito |
AFET |
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Parere espresso da |
REGI |
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Cooperazione rafforzata – annuncio in Aula |
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Relatore per parere |
Tunne Kelam |
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Relatore per parere sostituito |
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Esame in commissione |
25.6.2007 |
28.6.2007 |
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Approvazione |
17.7.2007 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
43 0 1 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Alfonso Andria, Stavros Arnaoutakis, Elspeth Attwooll, Tiberiu Bărbuleţiu, Jean Marie Beaupuy, Rolf Berend, Wolfgang Bulfon, Bairbre de Brún, Vasile Dîncu, Gerardo Galeote, Iratxe García Pérez, Pedro Guerreiro, Zita Gurmai, Marian Harkin, Jim Higgins, Filiz Hakaeva Hyusmenova, Mieczysław Edmund Janowski, Rumiana Jeleva, Tunne Kelam, Evgeni Kirilov, Constanze Angela Krehl, Mario Mantovani, Sérgio Marques, James Nicholson, Lambert van Nistelrooij, Jan Olbrycht, Maria Petre, Markus Pieper, Pierre Pribetich, Wojciech Roszkowski, Elisabeth Schroedter, Grażyna Staniszewska, Kyriacos Triantaphyllides, Oldřich Vlasák |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Jan Březina, Den Dover, Jill Evans, Emanuel Jardim Fernandes, Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, Samuli Pohjamo, Christa Prets, Károly Ferenc Szabó |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Péter Olajos, Thomas Ulmer |
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Osservazioni (disponibili in una sola lingua) |
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PARERE della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (5.10.2007)
destinato alla commissione per gli affari esteri
sul rafforzamento della politica europea di vicinato
(2007/2088(INI))
Relatore per parere: Adina-Ioana Vălean
SUGGERIMENTI
La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. ribadisce l'importanza cruciale della politica europea di vicinato del consolidamento del circuito stabilità, sicurezza, prosperità e buon governo basato sui valori del rispetto dei diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto; ritiene pertanto che, nel quadro della politica europea di vicinato (PEV), l’UE dovrebbe contribuire maggiormente ad aumentare il consolidamento delle capacità nei paesi PEV in materia di libertà, sicurezza e giustizia mediante misure concrete potenziate, come l’assistenza e la formazione in ambito tecnico di figure professionali quali giudici, agenti di polizia e funzionari doganali;
2. ricorda che tale obiettivo è di mutuo interesse sia per la UE che per i suoi vicini poiché la politica europea di vicinato contribuisce a uno spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia, promuovendo il rispetto dei diritti umani, e in particolare del diritto alla libertà di espressione, la gestione della migrazione e la lotta al terrorismo, al crimine organizzato, al traffico di esseri umani e alla corruzione;
3. accoglie con favore l'iniziativa di rafforzare la politica europea di vicinato, la quale fornisce nuovi incentivi ai paesi partner; ritiene che dovrebbe restare sufficientemente flessibile, offrendo un approccio su misura a ciascun vicino; insiste che il rafforzamento delle relazioni dell'Unione europea con ciascun paese dovrebbe dipendere dal suo livello di impegno nei confronti di valori comuni, nonché dall'attuazione delle priorità concordate;
4. ribadisce che il rispetto dei diritti fondamentali e degli impegni internazionali degli Stati membri, in particolare quelli assunti nel quadro della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali, dovrebbe essere al centro di tutte le relazioni con i paesi partner della PEV;
5. esprime preoccupazione circa la mancanza di impegno sufficiente di alcuni paesi partner della PEV per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e sollecita i paesi partner ad affrontare in particolare questioni quali restrizioni alla libertà di stampa, intimidazioni ai danni di ONG, prigionieri politici e maltrattamenti durante la custodia di polizia;
6. deplora i deboli risultati della PEV nel campo della democrazia, che comporteranno costi ingenti in termini di credibilità e reputazione politica dell’UE, in particolare presso gli Stati partner meridionali; incoraggia l'UE ad andare oltre la sua dichiarazione di principi;
7. è consapevole delle aspirazioni europee di taluni paesi PEV; ricorda che la politica europea di vicinato resta distinta dalla questione dell'adesione all’UE, come parte di una politica estera europea, in quanto cerca di fornire i mezzi necessari per rafforzare le relazioni bilaterali, sostiene la transizione, come obiettivo di per sé, e incoraggia la prosperità, la stabilità e la sicurezza come interessi comuni;
8. accoglie con favore la proposta di includere i partner PEV nelle agenzie e nei programmi della Comunità relativi alla giustizia e agli affari interni, il che potrebbe costituire un catalizzatore di riforme, incrementare lo scambio delle pratiche migliori e migliorare la mutua comprensione e il dialogo interculturale;
9. reitera la necessità di incrementare la cooperazione con gli organismi preposti alla giustizia e agli affari interni dei paesi della PEV così come la partecipazione degli organismi della società civile (sindacati, organizzazioni imprenditoriali, ONG e , in particolare, le organizzazioni che operano nell’ambito della difesa dei diritti delle donne); ritiene importante inoltre rafforzare la cooperazione tra l’Unione europea e la società civile nei paesi PEV;
10. ricorda l’importanza di facilitare la mobilità di studenti, ricercatori e membri delle autorità; ricorda che tale facilitazione alla circolazione contribuisce a creare legami umani più stretti e a migliorare l'immagine dell'UE in tali paesi; invita a rimuovere le barriere per coloro che viaggiano legalemente dai paesi PEV mediante requisiti adeguati in materia di visti; accoglie pertanto con favore l’iniziativa di rafforzamento della PEV, che offre nuove possibilità di spostamenti legittimi verso l’UE; accoglie con favore gli accordi di facilitazione del visto con l’Ucraina e la Moldova e la creazione in Moldova di un centro comune per la presentazione delle domande di visto, che potrebbe fungere da progetto pilota per la creazione di tali centri in altri paesi partner; incoraggia gli Stati membri dell’UE a rafforzare i propri servizi consolari nei paesi PEV e la creazione di centri comuni per le richieste di visti Schengen;
11. accoglie con favore l’istituzione di un regime di traffico frontaliero locale, che consenta alle popolazioni frontaliere di mantenere i contatti tradizionali senza andare incontro a ostacoli amministrativi eccessivi;
12. ritiene che una cooperazione rafforzata sui controlli alle frontiere, la gestione della migrazione, nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali sui diritti umani, del diritto internazionale e degli obblighi internazionali relativi alla ricerca e al salvataggio di persone in mare, nonché gli accordi di riammissione, siano componenti necessarie di una più ampia strategia intesa a combattere migrazioni illegali, terrorismo, crimine organizzato, traffico di esseri umani a fini sessuali o altro e traffico di droga e costituiscano prerequisito alle facilità di visto;
13. deplora il fatto che, sette anni dopo l'adozione del programma di Tampere, l'Unione europea non disponga ancora di una politica comune coerente in materia di immigrazione e che finora l’accento sia stato posto sull’immigrazione illegale, mentre è opportuno sviluppare in modo simultaneo ed equilibrato una politica in materia di migrazione legale e illegale;
14. ritiene che una politica comune dell’UE in materia di immigrazione debba basarsi sul rispetto dei diritti fondamentali (in particolare il diritto di asilo e di non respingimento), sulla solidarietà e sulla responsabilità condivisa; ritiene che una tale politica debba essere applicata in stretta cooperazione con i paesi terzi di origine e di transito e debba essere associata a una politica di co-sviluppo che affronti le cause alla radice della migrazione, quali povertà, guerre e regimi dittatoriali, e che tenga conto dei fattori di spinta e di attrazione alla migrazione;
15. ricorda lo stretto legame esistente tra la migrazione illegale e legale e la lotta contro l’immigrazione clandestina, che richiede il miglioramento dei canali di immigrazione legali;
16. accoglie con favore la presentazione, da parte della Commissione, di una proposta di direttiva che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nell’UE;
17. insiste sulla necessità di promuovere programmi per la creazione e l’istituzione di organismi di gestione dei candidati all'immigrazione nell'Unione europea provenienti dai paesi PEV;
18. accoglie con favore l’apertura di centri preposti a dare informazioni sulle possibilità di occupazione nell’UE e a raccogliere domande di impiego, come quello aperto nel Mali, e raccomanda l’estensione di tali progetti pilota nei paesi partner della PEV;
19. chiede che l’UE elabori politiche orientate a facilitare al massimo l’impatto positivo delle rimesse di fondi, snellendo i canali di trasferimento ed evitando i possibili rischi di frode e sovratassazione;
20. ricorda che alla lotta contro il traffico di esseri umani va accordata massima priorità dalla PEV, essendo necessario prestare particolare attenzione alla protezione dei gruppi vulnerabili, quali le donne e i bambini; ritiene a tal fine necessaria una maggiore collaborazione di polizia e giudiziaria tra gli Stati membri e i paesi PEV allo scopo di, da una parte, rafforzare la prevenzione conducendo campagne di sensibilizzazione nei paesi PEV e negli Stati membri, e, dall'altra, smantellando le organizzazioni criminali che gestiscono la tratta e ne traggono profitto;
21. ricorda che la conclusione di accordi di riammissione è una priorità e forma parte del partenariato con i paesi terzi volto a combattere la migrazione illegale e il traffico di esseri umani; accoglie con favore a tal proposito gli accordi di riammissione con l’Ucraina e la Moldova;
22. deplora che l’Ucraina non abbia ancora esteso la facilitazione del visto alla Romania e alla Bulgaria; sollecita l’Ucraina ad applicare immediatamente un trattamento equo a tutti i cittadini dell’UE; accoglie con favore la decisione della Commissione europea di prorogare la ratifica degli accordi fino a quando non sarà risolta tale questione; chiede la rapida attuazione e un monitoraggio adeguato di questi accordi;
23. ritiene che gli accordi di riammissione dell’UE, che sostituiscono gli accordi bilaterali e multilaterali, conclusi con i paesi rientranti nel programma della PEV, dovrebbero essere adottati in completa trasparenza e nel rispetto delle convenzioni e dei principi internazionali, tra cui la convenzione di Ginevra, il principio di non respingimento e la convenzione ONU contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti;
24. propone che la Commissione europea pubblichi annualmente una relazione di valutazione relativa agli accordi di riammissione e presenti proposte volte a migliorare gli accordi, ove necessario, e ad associare pienamente il Parlamento a questo processo;
25. rammenta che il miglioramento dell’efficacia dei controlli alle frontiere è di vitale importanza nella lotta contro la migrazione illegale, il terrorismo e la criminalità organizzata, compresi il traffico di esseri umani e di droga e le contraffazioni; ritiene che la PEV offra un ambito utile per aiutare i paesi PEV a proteggere le loro frontiere esterne da tali minacce;
26. ritiene che i controlli alle frontiere debbano essere effettuati in uno spirito di solidarietà tra Stati membri, anche con la condivisione dell'onere di gestione delle frontiere esterne dell’UE;
27. sottolinea che nelle politiche in materia di visti e di controllo alle frontiere vi è non solo una dimensione di sicurezza ma anche una dimensione di politica estera, il che mette in cattiva luce l’UE;
28. raccomanda vivamente l'istituzione di Frontex e l’avvio di una cooperazione tra Frontex, i paesi PEV e altri pesi terzi; incoraggia la conclusione di ulteriori accordi con tali paesi; riafferma la necessità di rafforzare tale cooperazione e aumentare le risorse di Frontex; invita pertanto gli Stati membri a mantenere gli impegni e fornire a Frontex tutte le risorse logistiche e di personale di cui necessita per espletare i suoi compiti;
29. ricorda che è pressoché impossibile condurre una lotta efficace contro il terrorismo, l’immigrazione illegale e la criminalità organizzata, all’interno dei pesi vicini o in provenienza da essi, senza impegnare tutte le risorse della Commissione e degli Stati membri stessi nonché di altri attori europei e internazionali;
30. ribadisce l’importanza di rafforzare la cooperazione con i paesi PEV nella lotta al terrorismo, in particolare approfondendo la cooperazione con Europol e Eurojust al fine di creare fiducia reciproca e scambiarsi le migliori pratiche; sollecita i paesi partner della PEV ad aumentare il livello di protezione dei dati per ravvicinare le loro normative e prassi alle norme di protezione dei dati vigenti nell’UE, in quanto requisito essenziale per una ulteriore cooperazione in tale ambito; ricorda che qualsiasi misura antiterroristica deve ottemperare pienamente ai principi di legittimità, proporzionalità ed efficacia;
31. ricorda che la PEV fornisce un contesto eccellente per la cooperazione regionale e subregionale; chiede una cooperazione regionale rafforzata su questioni concernenti libertà, sicurezza e giustizia, e in particolare su gestione delle frontiere, migrazione e asilo, lotta alla criminalità organizzata, traffico di esseri umani, immigrazione illegale, terrorismo, riciclaggio di denaro e traffico di droga, nonché una cooperazione di polizia e giudiziaria; ritiene che la cooperazione e la creazione di reti su tali questioni potrebbero basarsi sull’esperienza acquisita tra l’altro nel quadro del “processo di Söderköping”, che include Bielorussia, Moldova e Ucraina e, dal lato dell’UE, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Svezia;
32.accoglie con favore la nuova iniziativa di cooperazione regionale “Sinergia del Mar Nero, che completa la PEV nella regione del Mar Nero, proponendo in particolare di migliorare la gestione delle frontiere e della cooperazione doganale a livello regionale e di stimolare il dialogo regionale con la società civile; ritiene che lavorare a un impegno rafforzato e coerente nei confronti della regione del Mar Nero potrebbe basarsi sull’esperienza acquisita nel quadro del processo di Barcellona e della dimensione settentrionale; insiste che le priorità di questo approccio regionale dovrebbero essere libertà, giustizia e sicurezza, democrazia, rispetto del diritto internazionale e cooperazione con la società civile;
33. riafferma l’importanza cruciale della PEV, che rappresenta un contesto adeguato per il dialogo e l'azione volti a trovare soluzioni ai conflitti congelati, come quello in Transnistria; ritiene che, in assenza di uno Stato di diritto, tali conflitti congelati rappresentino buchi neri per la criminalità organizzata, il terrorismo e il traffico di esseri umani e di droga, nonché una fonte di insicurezza; invita perciò al rafforzamento delle iniziative regionali intese a riunire i paesi PEV per trovare soluzioni comuni a tali conflitti;
34. deplora l’assenza di una consultazione adeguata del Parlamento da parte della Presidenza sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune, come previsto dall’articolo 21 del trattato sull'Unione europea;
35. chiede alla Presidenza del Consiglio e alla Commissione di tenere il Parlamento meglio informato durante i negoziati relativi agli accordi nelle aree PEV e di tenere conto delle raccomandazioni del Parlamento europeo, conformemente agli articoli 39 e 21 del trattato sull’Unione europea e all’articolo 300 del trattato che istituisce la Comunità europea;
36. chiede al Consiglio e alla Commissione, in applicazione del principio di cooperazione in buona fede tra le istituzioni europee, di tenere informato il Parlamento in modo migliore e più regolare durante i negoziati con i paesi PEV relativi alla facilitazione del visto e agli accordi di riammissione;
37. chiede una maggiore cooperazione dell’UE con le organizzazioni internazionali quali il Consiglio d’Europa, al fine di utilizzare al meglio le loro competenze in ambiti quali diritti umani, informazione, cibercriminalità, bioetica, tratta, criminalità organizzata, ecc.;
38. appoggia l’idea di creare una “Assemblea parlamentare orientale - PEV”, basandosi sul modello esistente dell’Assemblea parlamentare Euromed;
39. accoglie con favore la creazione di uno strumento PEV, più flessibile e in grado di permettere forme nuove di cooperazione e progresso nella direzione di un "fondo di investimento del vicinato", che dovrebbe avere come obiettivo aree specifiche di cooperazione, in particolare la collaborazione transfrontaliera;
40. invita la Commissione a coordinare le proprie risorse finanziarie e capacità di analisi politica con quelle delle istituzioni finanziarie internazionali (BEI, BERS, Banca Mondiale) per creare sinergie volte a promuovere e stimolare riforme seguendo le linee dei piani d’azione della PEV.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE(
Approvazione |
3.10.2007 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
26 3 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Alexander Alvaro, Philip Bradbourn, Michael Cashman, Carlos Coelho, Fausto Correia, Panayiotis Demetriou, Bárbara Dührkop Dührkop, Kinga Gál, Roland Gewalt, Jeanine Hennis-Plasschaert, Lívia Járóka, Magda Kósáné Kovács, Barbara Kudrycka, Esther De Lange, Henrik Lax, Kartika Tamara Liotard, Sarah Ludford, Viktória Mohácsi, Martine Roure, Søren Bo Søndergaard, Vladimir Urutchev, Adina-Ioana Vălean, Ioannis Varvitsiotis |
||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Inés Ayala Sender, Edit Bauer, Maria da Assunção Esteves, Ona Juknevičienė, Jean Lambert, Antonio Masip Hidalgo, Siiri Oviir, Eva-Britt Svensson |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
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PROCEDURA
Titolo |
Sviluppo della politica europea di vicinato |
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Numero di procedura |
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Commissione competente per il merito |
AFET |
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Pareri |
INTA REGI LIBE 26.04.07 26.04.07 26.04.07 |
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Pareri non espressi |
INTA 07.05.07 |
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Cooperazione rafforzata Annuncio in Aula |
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Relatore Nomina |
Charles Tannock Raimon Obiols i Germà 17.4.2007 19.09.07 |
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Relatore sostituito |
Panagiotis Beglitis |
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Esame in commissione |
13.09.07 |
09.10.07 |
22.10.07 |
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Approvazione |
22.10.2007 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
49 1 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Christopher Beazley, Bastiaan Belder, Elmar Brok, Colm Burke, Véronique De Keyser, Giorgos Dimitrakopoulos, Hélène Flautre, Hanna Foltyn-Kubicka, Michael Gahler, Georgios Georgiou, Bronisław Geremek, Maciej Marian Giertych, Ana Maria Gomes, Klaus Hänsch, Jana Hybášková, Anna Ibrisagic, Metin Kazak, Maria Eleni Koppa, Joost Lagendijk, Emilio Menéndez del Valle, Willy Meyer Pleite, Pasqualina Napoletano, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Vural Öger, Ria Oomen-Ruijten, Ioan Mircea Paşcu, Béatrice Patrie, Samuli Pohjamo, Bernd Posselt, Raül Romeva i Rueda, Jacek Saryusz-Wolski, György Schöpflin, Marek Siwiec, Hannes Swoboda, István Szent-Iványi, Konrad Szymański, Charles Tannock, Geoffrey Van Orden, Ari Vatanen, Jan Marinus Wiersma, Josef Zieleniec |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Ryszard Czarnecki, Alexandra Dobolyi, Patrick Gaubert, David Hammerstein, Marie Anne Isler Béguin, Tunne Kelam, Evgeni Kirilov, Rihards Pīks, Aloyzas Sakalas, Antolín Sánchez Presedo, Adrian Severin |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
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