RELAZIONE sulla strategia dell'Unione europea per assicurare alle imprese europee l'accesso ai mercati

7.1.2008 - (2007/2185(INI))

Commissione per il commercio internazionale
Relatore: Ignasi Guardans Cambó

Procedura : 2007/2185(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A6-0002/2008

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla strategia dell'Unione europea per assicurare alle imprese europee l'accesso ai mercati

(2007/2185(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "Europa globale: un partenariato rafforzato per assicurare l'accesso ai mercati per gli esportatori europei" (COM(2007)0183),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "Europa globale: competere nel mondo - Un contributo alla strategia per la crescita e l'occupazione dell'UE" (COM(2006)0567),

–   vista la comunicazione della Commissione intitolata "Europa globale: Gli strumenti europei di difesa del commerciale in un'economia globale in mutamento - Libro verde destinato alla consultazione pubblica" (COM(2006)0763),

–   vista la sua risoluzione del 28 settembre 2006 sulle relazioni economiche e commerciali dell'Unione europea con l'India[1],

–   vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2006 sulla relazione annuale della Commissione al Parlamento europeo sulle misure antidumping, antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità (2004)[2],

–   vista la sua risoluzione del 4 aprile 2006 sulla valutazione del round di Doha a seguito della Conferenza ministeriale dell'OMC a Hong Kong[3],

–   vista la sua risoluzione del 12 ottobre 2006 sulle relazioni economiche e commerciali tra l'UE e il Mercosur in vista della conclusione di un accordo di associazione interregionale[4],

–   vista la sua risoluzione del 1° giugno 2006 sulle relazioni economiche transatlantiche UE‑USA[5],

–   vista la sua risoluzione del 13 ottobre 2005 sulle prospettive delle relazioni commerciali tra l'Unione europea e la Cina[6],

–   visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la comunicazione della Commissione intitolata "Riforme economiche e competitività : i principali messaggi della relazione 2006 sulla competitività europea" (SEC(2006)1467),

–   vista la comunicazione della Commissione intitolata "Attuare il programma comunitario di Lisbona: un quadro politico per rafforzare l'industria manifatturiera dell'UE – verso un'impostazione più integrata della politica industriale" (COM(2005)0474),

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2006,

–   vista la sua risoluzione del 15 marzo 2006 sul contributo al Consiglio europeo di primavera 2006 in relazione alla strategia di Lisbona[7],

–   visti la comunicazione della Commissione intitolata "UE – Cina: maggiori responsabilità nell'ambito di un partenariato più forte" (COM(2006)0631) e il documento che l'accompagna, intitolato "Una cooperazione più stretta; una responsabilità che cresce - Un documento programmatico sul commercio e gli investimenti tra l'UE e la Cina: Concorrenza e cooperazione" (COM(2006)0632),

–   vista la comunicazione della Commissione intitolata "Attuare il programma comunitario di Lisbona - una politica moderna a favore delle PMI per la crescita e l'occupazione" (COM(2005)0551),

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e il parere della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A6‑0002/2008),

A. considerando che l'Unione europea è un soggetto di primo piano del commercio mondiale e che essa dovrebbe continuare a esercitare un ruolo di leadership nel sistema economico mondiale, allo scopo di renderlo più equo e più rispettoso dei diritti ambientali e sociali,

B.  considerando che l'Unione europea è il primo esportatore mondiale e il maggior fornitore di servizi ed ha dunque un forte interesse a garantire l'apertura di nuovi mercati per le merci, i servizi e gli investimenti,

C. considerando che l'Unione europea deve attuare strategie più ambiziose e lungimiranti allo scopo di far fronte alle sfide della globalizzazione e alla maggior concorrenza da parte delle principali economie emergenti, salvaguardando allo stesso tempo il modello economico, regionale e sociale europeo,

D. considerando che l'apertura economica, tanto all'interno quanto all'esterno, è di importanza vitale per creare posti di lavoro e per la crescita, nonché per rimanere competitivi a livello internazionale, e che l'Unione europea dovrebbe pertanto, nell'ambito della strategia di accesso ai mercati, continuare la sua opera di apertura dei propri mercati, oltre a incoraggiare i suoi partner commerciali a smantellare le loro barriere aprendo ulteriormente i loro mercati,

E.  considerando che un accesso adeguato ai mercati dei paesi terzi consentirà ai produttori interni dell'UE di confermare la loro posizione di leadership nel segmento dei beni e servizi ad alto valore aggiunto, di accrescere il carattere innovativo dei loro prodotti, di promuovere la creatività, proteggere i diritti di proprietà intellettuale (DPI) e realizzare importanti economie di scala,

F.  considerando che l'evoluzione del commercio internazionale fa sì che l'accesso ai mercati dei paesi terzi sia altrettanto importante della difesa dei mercati europei da pratiche commerciali sleali,

G. considerando che la liberalizzazione commerciale e l'aumento del volume degli scambi favoriscono la concorrenza internazionale, ma fanno anche aumentare il rischio che le esportazioni si scontrino con barriere commerciali che hanno un impatto negativo sulla competitività internazionale delle imprese dell'Unione europea,

H. considerando che la competitività dell'economia dell'Unione europea non può non risentire di atteggiamenti protezionistici, sia all'interno che all'esterno della Comunità, che non trovano fondamento nelle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC),

I.   considerando che lo smantellamento degli ostacoli agli scambi aumenterà sicuramente le esportazioni europee di beni e servizi e garantirà all'economia dell'Unione europea una crescita costante,

J.   considerando che i diritti di proprietà intellettuale e industriale, comprese le indicazioni geografiche e le denominazioni di origine, non sono tutelati efficacemente dai partner commerciali dell'UE a livello mondiale,

K. considerando che è della massima importanza distinguere tra barriere commerciali ingiustificate a priori, derivanti da una incoerente applicazione delle norme commerciali bilaterali e multilaterali stabilite, e barriere commerciali derivanti dalla legittima attività legislativa e amministrativa delle autorità pubbliche in ambiti diversi da quello commerciale, ma che produce conseguenze involontarie su di esso,

L.  considerando che le macchinose procedure doganali applicate a importazioni, esportazioni e transito, le restrizioni sanitarie e fitosanitarie ingiustificate in base alle norme vigenti dell'OMC, l'uso improprio degli strumenti di difesa commerciale e una scarsa protezione dei diritti di proprietà intellettuale sono chiaramente ostacoli commerciali ingiustificati a priori che devono essere affrontati allo scopo di agevolare l'accesso al mercato per le imprese europee,

M. considerando che, sebbene sia estremamente difficile valutare in maniera abbastanza accurata il volume degli scambi commerciali dell'UE ostacolati dalle restrizioni applicate sui mercati di paesi terzi, è chiaro che gli ostacoli commerciali hanno un significativo impatto sull'andamento complessivo delle esportazioni dell'Unione europea,

N. considerando che la presenza economica dell'Unione europea è generalmente più forte nei paesi industrializzati, dove la domanda è statica, ma è significativamente più debole nelle regioni in rapida crescita e nei mercati emergenti come la Cina e l'India,

O. considerando che l'Unione europea è generalmente considerata un mercato molto aperto e trasparente che affronta seriamente i comportamenti anticoncorrenziali e garantisce condizioni eque a tutte le importazioni, a prescindere dalla loro origine,

P.  considerando che dazi doganali elevati rappresentano tuttora un ostacolo significativo agli scambi, in particolare nelle relazioni con i principali paesi emergenti,

Q. considerando che l'OMC, pur essendo l'unico contesto efficace per garantire l'accesso al mercato e pervenire a un commercio mondiale giusto ed equo, continua a disporre di un potere di regolamentazione e di imposizione inadeguato; considerando che la proiezione del modello di governance europeo può contribuire all'ulteriore sviluppo di norme idonee e assicurare un sistema di regolamentazione del commercio mondiale più stabile e più completo,

R.  considerando che è nell'interesse generale della Commissione assicurare che la legislazione e le pratiche commerciali adottate dai suoi partner siano per quanto possibile conformi alle regole dell'OMC e alle altre norme internazionali,

S.  considerando che gli ostacoli al commercio e le barriere dietro le frontiere non soltanto recano pregiudizio agli scambi di merci, ma incidono in modo significativo anche sugli scambi di servizi e gli appalti pubblici,

T.  considerando che risolvere i problemi e realizzare una più efficace difesa dei legittimi interessi e delle aspettative dell'industria sarebbe positivo per l'Unione europea anche in termini di visibilità e di credibilità,

U. considerando che la realizzazione degli obiettivi dell'agenda di Lisbona rivista presuppone che le industrie dell'Unione europea acquisiscano e mantengano posizioni concorrenziali stabili sui mercati mondiali,

V. considerando che la competitività, soprattutto nel caso delle piccole e medie imprese (PMI), si basa in misura sempre crescente sulla ricerca, sullo sviluppo, sull'innovazione e sui diritti di proprietà intellettuale,

W. considerando che due condizioni irrinunciabili per tale competitività sono, da un lato, un approvvigionamento energetico sicuro e affidabile e, dall'altro, il libero accesso delle imprese dell'Unione europea alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione più moderne,

Quadro generale

1.  sottolinea che una strategia di accesso ai mercati riveduta e più ambiziosa, mirante ad aprire nuovi mercati mondiali ai prodotti e ai servizi europei, attuata con successo dovrebbe non soltanto rafforzare il ruolo dell'Unione europea nel mondo, ma anche salvaguardare i posti di lavoro esistenti in Europa e crearne di nuovi, nonché accrescere la competitività dell'Unione europea, fornendo in questo modo un contributo concreto al raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona;

2.  ricorda che la strategia dell'UE per assicurare l'accesso ai mercati riguarda specificamente le economie sviluppate ed emergenti;

3.  sottolinea che le esportazioni dell'Unione europea, sia verso i paesi sviluppati che verso le economie emergenti, sono spesso ostacolate dalla mancanza di reciprocità per quanto riguarda le condizioni di accesso ai mercati, dallo scarso grado di osservanza delle regole del commercio internazionale e dalla proliferazione di pratiche commerciali sleali;

4.  sollecita la Commissione a garantire la difesa degli interessi commerciali legittimi dell'Unione europea rispetto alle pratiche commerciali scorrette o sleali attuate da paesi terzi e ritiene che, quando un paese terzo limita indebitamente l'accesso delle imprese dell'Unione europea al proprio mercato, quest'ultima dovrebbe reagire rapidamente e con fermezza;

5.  prende atto della crescente importanza degli aspetti regolamentari nel quadro del commercio internazionale; sollecita una maggiore coerenza tra le norme e prassi dell'Unione europea e quelle dei suoi principali partner commerciali; sottolinea che l'armonizzazione di norme e regolamentazioni non dovrebbe indebolire la legislazione europea nel campo della salute, della sicurezza, dell'ambiente e in materia sociale, bensì favorire l'adozione di norme più rigorose da parte dei principali partner commerciali dell'UE;

6.  invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare un approccio a lungo termine alle distorsioni strutturali che, data la loro natura, potranno verosimilmente protrarsi o ripetersi anche dopo l'adozione di provvedimenti da parte della Commissione; sollecita la Commissione a non trascurare i casi non vi è alcuna probabilità di una rapida eliminazione degli ostacoli agli scambi se la loro rimozione è comunque necessaria per ripristinare condizioni di concorrenza uniformi su mercati esteri strategici;

7.  invita la Commissione a considerare come questioni richiedenti un intervento tempestivo le violazioni serie e sistematiche degli accordi e delle regole dell'OMC, nonché di altre norme che disciplinano il commercio internazionale, e a garantire che l'applicazione di dette norme non sia subordinata a considerazioni di ordine politico o economico diverse da quelle pertinenti al caso in esame;

8.  sollecita i paesi terzi ad abrogare le restrizioni alla proprietà estera nei confronti delle imprese europee e a sopprimere le norme discriminatorie;

9.  valuta positivamente l'approccio proposto dalla Commissione per quanto riguarda la scelta delle priorità in termini di accesso ai mercati, ma chiede che siano presi in considerazione anche altri criteri, atti a garantire che la nuova iniziativa torni a beneficio del maggior numero possibile di operatori economici nell'Unione europea, in particolare le PMI, la cui sopravvivenza dipende inevitabilmente da una definizione chiara e da un'applicazione efficace dei diritti di proprietà intellettuale nonché da limitazioni rigorose delle rendite di monopolio;

10. sottolinea che, se condotta con successo, la lotta contro gli ostacoli commerciali stimolerà gli investimenti, la produzione e il commercio nell'Unione europea e a livello mondiale, tra l'altro rendendo le condizioni di accesso ai mercati più trasparenti, prevedibili e concorrenziali, creando legami tra l'Unione europea e i mercati internazionali ovvero rafforzandoli;

11. ritiene che gli accordi di libero scambio con i paesi partner dell'Unione europea non avranno alcun senso a meno che tali paesi non assicurino un significativo accesso al mercato e progressi reali nella riduzione e infine soppressione delle barriere non tariffarie che, vale la pena ricordare, spesso distorcono la concorrenza più di quanto non facciano le barriere tariffarie;

La comunicazione della Commissione

12. plaude all'iniziativa della Commissione di istituire un partenariato rafforzato che assicuri agli esportatori europei l'accesso ai mercati, in particolare per ottenere risultati concreti per le imprese europee, migliorando l'accesso al mercato nei paesi emergenti in cui tali imprese si scontrano con nuovi e complessi ostacoli agli scambi commerciali e agli investimenti; accoglie favorevolmente l'iniziativa della Commissione volta a coordinare gli obiettivi e gli strumenti della politica commerciale dell'Unione europea e della strategia di accesso ai mercati, in modo da sfruttare efficacemente tutto il potenziale dell'UE per quanto riguarda il commercio internazionale e la competitività mondiale;

13. accoglie positivamente, in particolare, le proposte della Commissione concernenti l'instaurazione di un partenariato rafforzato tra la Commissione, gli Stati membri e le imprese dell'Unione europea, al fine di sostenere direttamente gli operatori economici nel superare le difficoltà concrete che incontrano con riferimento all'accesso ai mercati dei paesi terzi, il tutto secondo modalità e tempi compatibili con la realtà economica;

14. ritiene che la Commissione possa svolgere un ruolo significativo nell'attuazione della nuova strategia di accesso ai mercati garantendo un adeguato livello di coordinamento tra le misure nazionali e quelle comunitarie, raggruppando risorse altrimenti sparpagliate e assicurando una difesa più efficace dei diritti e degli interessi degli esportatori europei;

15. ritiene che l'Unione europea abbia un ruolo insostituibile da svolgere nel garantire condizioni uniformi nel commercio internazionale, in stretta cooperazione con gli Stati membri, tenendo conto del principio di sussidiarietà e nel rispetto dell'equilibrio delle competenze esistenti;

16. sottolinea l'importanza di una periodica valutazione qualitativa e quantitativa dei risultati della strategia di accesso ai mercati onde valutare la sua efficacia; chiede alla Commissione di sviluppare un piano d'azione adeguato in materia di accesso ai mercati e di presentare al Parlamento una relazione annuale su tale tema analoga a quella che viene già presentata per gli strumenti di difesa commerciale;

17. deplora che nella comunicazione intitolata "Europa globale: un partenariato rafforzato per assicurare l'accesso ai mercati per gli esportatori europei" siano state ignorate numerose raccomandazioni sensate e basate sull'esperienza formulate dal mondo delle imprese; invita la Commissione a prenderle in considerazione al momento di dare attuazione alla comunicazione;

Le iniziative in materia di accesso ai mercati nell'Unione europea

18. sottolinea la necessità di un'ulteriore cooperazione tra la Commissione e gli Stati membri al fine di condividere informazioni e prassi di eccellenza; invita gli Stati membri a creare reti di servizi di assistenza (helpdesk) nazionali o, se del caso, regionali per centralizzare informazioni e segnalazioni, prestando particolare attenzione agli interessi e alle esigenze delle PMI;

19. ritiene che l'efficacia di tali reti aumenterebbe notevolmente se le associazioni industriali nazionali e locali, le camere di commercio, le associazioni di PMI e gli enti di promozione del commercio partecipassero alla loro creazione;

20. invita la Commissione e gli Stati membri a potenziare il ruolo del comitato consultivo per l'accesso al mercato (MAAC) e ad assicurare un collegamento permanente con il comitato dell'articolo 133, il comitato del regolamento sugli ostacoli agli scambi e gli altri comitati pertinenti;

21. invita la Commissione a istituire un sistema di dialogo permanente che consenta agli Stati membri e, se del caso, alle regioni e ad altri portatori d'interesse europei di condividere le informazioni e definire strategie e priorità;

22. invita la Commissione a tener conto degli aspetti seguenti nell'attuare la sua strategia di accesso ai mercati:

     -    aumento del personale con base a Bruxelles assegnato all'unità competente per le questioni attinenti all'accesso ai mercati;

     -    creazione di un vero e proprio registro delle denunce presso la DG Commercio;

     -    messa a punto di orientamenti strutturati per trattare ogni tipologia di ostacoli non tariffari;

     -    creazione presso la DG Commercio di un servizio assistenza agli Stati membri e alle imprese (con una sezione riservata alle PMI);

     -    revisione e potenziamento della politica di comunicazione sui servizi in materia di accesso ai mercati forniti dalla Commissione, con un'attenzione particolare per le PMI;

     -    aumento del numero di utenti potenziali tramite la messa a disposizione delle informazioni di base in tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea (ad esempio mediante brochure e opuscoli);

     -    miglioramento della banca dati sull'accesso ai mercati (MADB) per renderla di più facile uso e più rispondente alle esigenze delle aziende;

     -    miglioramento della cooperazione, della coerenza e della comunicazione interna tra i servizi della Commissione che si occupano di questioni inerenti all'accesso ai mercati;

     -    partecipazione di rappresentanti del mondo delle imprese al comitato consultivo per l'accesso al mercato;

     -    messa a punto di orientamenti strutturati per le priorità, precisando quali sono i mercati, i settori e gli ostacoli sui quali è opportuno focalizzare l'attenzione;

     -    rafforzamento della sua posizione negli organismi internazionali di normalizzazione, come l'organizzazione internazionale per la normalizzazione (ISO);

Le iniziative in materia di accesso ai mercati nei paesi terzi

23. chiede una cooperazione più strutturata tra la Commissione e gli Stati membri nei paesi terzi, il che permetterebbe di utilizzare in modo più efficiente le risorse diplomatiche e governative che si occupano di accesso ai mercati;

24. sottolinea la necessità di conferire un mandato chiaro e ambizioso alle delegazioni dell'Unione europea e ai gruppi per l'accesso ai mercati recentemente istituiti che operano in paesi terzi; ribadisce che la strategia di accesso ai mercati avrà successo soltanto se gli Stati membri saranno disposti a contribuire con le proprie risorse, tanto umane quanto finanziarie, in modo proporzionato ai loro mezzi, interessi e obiettivi;

25. invita la Commissione e gli Stati membri ad accrescere la cooperazione con le camere di commercio europee, con le associazioni commerciali e con gli enti di promozione del commercio degli Stati membri situati in paesi terzi, nonché a garantire un adeguato scambio di informazioni tra le delegazioni, le ambasciate degli Stati membri, gli altri enti governativi di promozione del commercio estero e le associazioni industriali europee interessate;

26. invita la Commissione a ridefinire le priorità per quanto riguarda l'assegnazione di risorse umane alle delegazioni dell'Unione europea, e se del caso a potenziare tali risorse, di modo che vi sia più personale disponibile per avviare i lavori dei gruppi per l'accesso ai mercati - in particolare presso delegazioni chiave come, tra le altre, Pechino, Nuova Delhi, Mosca e Brasilia - e assicurare il loro buon funzionamento;

Questioni settoriali

27. appoggia la messa a punto di iniziative specifiche, nell'ambito della strategia di accesso ai mercati, per affrontare in particolare gli ostacoli commerciali nel settore dei servizi, degli appalti pubblici, degli investimenti e dei diritti di proprietà intellettuale, degli aiuti di Stato e altri sussidi, come anche per stabilire regole in materia di concorrenza e garantire la loro adeguata applicazione ai paesi terzi;

28. sollecita la Commissione e gli Stati membri a fare in modo che le PMI siano in grado di trarre sistematicamente vantaggio dalle nuove iniziative in materia di accesso ai mercati; invita la Commissione a mettere a punto misure ad hoc volte a rafforzare la presenza dei prodotti delle PMI sui mercati dei paesi terzi e a difendere i loro diritti legittimi contro pratiche unilaterali di tali paesi;

L'approccio multilaterale

29. sottolinea la necessità di creare sinergie con i principali partner commerciali dell'Unione europea (come gli Stati Uniti d'America, il Canada e il Giappone) per definire una strategia comune di accesso ai mercati e spianare la strada alla conclusione di un accordo multilaterale sull'accesso ai mercati, del quale si avverte fortemente la necessità;

30. ribadisce la necessità di promuovere ulteriormente, in ambito regolamentare, una cooperazione e un ravvicinamento maggiori a livello internazionale, allo scopo di eliminare dispendiosi doppioni e di ridurre i costi per i consumatori, le industrie e i governi; invita la Commissione a promuovere il progressivo ravvicinamento delle norme e regole dell'Unione europea e dei suoi partner commerciali, sia a livello multilaterale che a livello bilaterale;

31. sollecita la Commissione a promuovere meccanismi OMC specifici che consentano un esame e una risposta più rapidi rispetto all'emergere di nuovi ostacoli non tariffari; ritiene a tale riguardo che la Commissione dovrebbe incoraggiare gli altri partner commerciali a fare un maggior uso delle procedure di notifica previste negli accordi sugli ostacoli tecnici agli scambi;

32. insiste sul fatto che occorre continuare a porre chiaramente l'accento sull'applicazione delle norme e garantire che i paesi terzi ottemperino ai propri obblighi ai sensi dell'OMC, ricorrendo al meccanismo per la composizione delle controversie dell'OMC per far valere tale diritto;

Guardare al futuro

33. ritiene che, salvo in casi giustificati da considerazioni inerenti allo sviluppo, l'Unione europea dovrebbe impegnarsi al massimo per ottenere concessioni dai suoi partner commerciali che siano proporzionate al loro livello di sviluppo;

34. sollecita la Commissione a includere nella nuova generazione di accordi di libero scambio, così come negli altri accordi aventi implicazioni commerciali, disposizioni chiare in materia di applicazione e di composizione delle controversie, specificatamente concepite per risolvere il problema degli ostacoli che vengono creati "dietro le frontiere";

35. invita i partner commerciali dell'Unione europea a smantellare tutti gli ostacoli che limitano l'accesso al mercato di beni e servizi, ottimizzando invece le rispettive opportunità commerciali sulla base della reciprocità, anche mediante la soddisfacente applicazione delle misure di apertura dei mercati concordate nell'ambito di negoziati bilaterali, regionali e multilaterali;

36. invita la Commissione a riferire annualmente al Parlamento in merito ai progressi e ai risultati della strategia di accesso ai mercati, con una particolare attenzione per le priorità fissate;

°

° °

37. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

  • [1]  GU C 306E del 15.12.2006, pag. 400.
  • [2]  GU C 313E del 20.12.2006, pag. 276.
  • [3]  GU C 293E del 2.12.2006, pag. 155.
  • [4]  GU C 308E del 16.12.2006, pag. 182.
  • [5]  GU C 298E dell'8.12.2006, pag. 235.
  • [6]  GU C 233E del 28.9.2006, pag. 103.
  • [7]  GU C 291E del 30.11.2006, pag. 321.

MOTIVAZIONE

La comunicazione "Europa globale, un partenariato rinforzato per assicurare agli esportatori europei un migliore accesso ai mercati esteri", pubblicata dalla Commissione Europea il 18 aprile 2007, costituisce senza dubbio un importante progresso verso una migliore e più efficace difesa degli interessi commerciali europei nel mondo.

La politica commerciale esterna dell'UE, inizialmente trascurata dalla c.d. "Strategia di Lisbona", è tornata prepotentemente di attualità negli ultimi anni. La globalizzazione ha rimesso in gioco equilibri acquisiti da lungo tempo e ha imposto un profondo ripensamento delle priorità e degli obbiettivi sia interni che esterni dell'Unione europea.

Porre la competitività delle imprese europee al centro dell'agenda comunitaria è senz'altro necessario. Una migliore competitività delle imprese europee significa creare più posti di lavoro qualificati, garantire la crescita economica del continente, la sopravvivenza del sistema sociale europeo, ed assicurare che l'UE possa ancora essere una grande potenza commerciale nel XXI secolo.

Negli anni scorsi la Commissione ha fatto grande affidamento sulla positiva conclusione dei negoziati del Round di Doha ed ha sovente sottovalutato il contributo che la politica commerciale può dare al successo della "strategia di Lisbona". Il fallimento dei negoziati multilaterali e il relativo insuccesso delle iniziative europee in materia di competitività hanno imposto una revisione profonda alla linea seguita dall'UE negli anni scorsi e ha favorito la modifica della "Strategia di Lisbona" del 2005 e il lancio della comunicazione "Europa globale: competere nel mondo" nel 2006.

Uno degli aspetti più importanti di "Europa globale" è senz'altro l'accesso ai mercati. Le ragioni sono molteplici. L'UE è il primo esportatore mondiale di beni, il primo fornitore di servizi, il leader nel settore del public procurement e nei servizi finanziari ed assicurativi. In altre parole l'UE è una grande potenza commerciale votata all'esportazione.

La competitività europea è dovuta alla qualità della forza lavoro, a una tradizione di eccellenza plurisecolare e alla creazione di un mercato unico estremamente competitivo in cui le pratiche anticommerciali sono severamente represse. All'estrema apertura e trasparenza del mercato comunitario non corrisponde tuttavia la medesima apertura dei mercati dei principali partner commerciali europei.

La situazione è particolarmente grave nei paesi emergenti che registrano il miglior tasso di crescita economica e che rappresentano alcuni tra i mercati più promettenti per le merci e i servizi europei. Ciò è tanto più importante quando si consideri che la presenza commerciale dell'UE è molto più significativa in paesi industrializzati tendenzialmente 'saturi' come gli Stati Uniti che non in paesi emergenti come la Cina e l'India. Un migliore accesso ai mercati esteri per i prodotti ad alto valore aggiunto e per i servizi europei potrebbe contribuire ad arrestare il declino industriale che il nostro continente sta vivendo, con importanti ricadute positive sulla crescita economica e sull'occupazione.

Le negoziazioni multilaterali e la creazione dell'OMC hanno avuto l'effetto positivo di ridurre, quando non eliminare, le barriere tariffarie che impedivano lo sviluppo del commercio mondiale.

La situazione per quanto concerne invece le barriere non tariffarie è invece meno positiva. Procedure doganali farraginose, normative sanitarie o tecniche discriminatorie, ostacoli amministrativi vari, gravi violazioni dei diritti della proprietà intellettuale e pratiche restrittive in materia di appalti pubblici o di investimenti esteri, rendono l'accesso ai mercati di taluni paesi terzi estremamente difficile e costoso, specialmente per le PMI dotate di mezzi e di risorse limitati.

Estirpare le barriere non tariffarie è facile. Ma proprio come la testa della mitica Idra, nuovi ostacoli sono creati ogni giorno, diventando sempre più sofisticati e difficili da eliminare. L'estrema diversificazione delle barriere non tariffarie impedisce una valutazione affidabile del loro impatto sul commercio mondiale. Pur in assenza di dati certi, è ragionevole ritenere che queste barriere abbiano delle ripercussioni assai gravi sulla performance delle esportazioni europee e che debbano pertanto essere combattute con estremo vigore.

L'eliminazione di queste restrizioni commerciali favorirebbe non soltanto i paesi più industrializzati ma anche e soprattutto i paesi in via di sviluppo che, per la loro relativa debolezza economica e scarsità di mezzi, sono di fatto impotenti di fronte a queste pratiche abusive.

Pur essendo favorevole al contenuto della comunicazione sull'accesso al mercato, il relatore non può fare a meno di rilevare che la Commissione avrebbe potuto e dovuto osare di più.

La Commissione non appare preoccupata dal numero dei funzionari che si occupano di accesso al mercato nell'UE come nei paesi terzi (i consiglieri commerciali sono, ad esempio, soltanto 7 su 100 in una delegazione importante come quella di Pechino). Allo stesso modo, la comunicazione non fa riferimento ad alcuna allocazione di fondi atta a creare un sistema europeo di informazione e di supporto alle imprese esportatrici. Una maggiore attenzione alle proposte provenienti dal mondo degli affari sarebbe stata inoltre opportuna.

Molte delle novità menzionate nella comunicazione richiedono la partecipazione attiva degli Stati membri. Senza una partecipazione entusiasta e senza riserve degli Stati membri la nuova strategia di accesso ai mercati delineata dalla Commissione è destinata all'insuccesso. Occorre quindi che gli Stati Membri si assumano coerentemente le loro responsabilità e forniscano quelle risorse economiche e umane necessarie al successo dell'iniziativa. Queste risorse sono in parte già disponibili ma gravemente sotto utilizzate. Mettere in comune le risorse commerciali nazionali, scambiarsi regolarmente informazioni e creare una rete efficace che coinvolga tutti i soggetti che forniscono un supporto al commercio (a livello nazionale o regionale) sono tutte iniziative che possono contribuire a promuovere la competitività esterna dell'Europa nel suo complesso.

La Commissione ha un ruolo importante da giocare. L'Europa deve parlare con una sola voce e definire una linea politica unitaria nei confronti dei partner commerciali riluttanti ad aprire i propri mercati. La Commissione deve assumersi il compito di catalizzare risorse altrimenti sprecate e di organizzare le iniziative dell'UE, senza peraltro assumersi ruoli e funzioni che competono agli Stati membri. La creazione di un 'complaint office' in grado di ricevere le denuncie e di smistarle, se necessario, alle autorità nazionali competenti è altresì auspicabile.

La Commissione dovrebbe inoltre migliorare la propria politica di comunicazione in materia di accesso al mercato, promuovendo seminari forum di discussione a Bruxelles e negli Stati membri, offrendo migliori servizi di base (ad esempio brochure o istruzioni in tutte le lingue europee) e garantendo la formazione dei funzionari e degli operatori che partecipano ai Market Access Team nei paesi terzi o che si occupano di accesso ai mercati negli Stati Membri. Il dialogo con gli Stati Membri dovrebbe inoltre essere assicurato dal Market Access Advisory Committee, al quale dovrebbero essere garantiti maggiori poteri di iniziativa e di indirizzo.

Il Madb ('Market access database') costituisce uno strumento utile alla lotta contro le barriere non tariffarie. La sua utilità potrebbe essere tuttavia aumentata rendendo il sistema più facile da utilizzare, arricchendolo di contenuti e di informazioni utili agli operatori commerciali ed inserendo sezioni dedicate ai servizi e agli appalti pubblici.

La Commissione dovrebbe inoltre ispirare la propria azione ad una corretta valutazione degli interessi economici in gioco che privilegi l'interesse generale dell'economia europea a scapito di pur legittimi interessi particolari e settoriali. A questo riguardo un rafforzamento delle iniziative a favore delle PMI è più che opportuno. Altrimenti si corre il rischio che i beneficiari del rinnovato impegno comunitario in materia di accesso al mercato siano pochi settori economici forti ed influenti e non quelle imprese che costituiscono ancor oggi una parte preponderante del tessuto economico europeo e che più di altri soffrono l'imposizione di pratiche restrittive altrui.

L'Unione europea non deve inoltre avere timore di difendere i propri interessi legittimi sia attraverso una politica commerciale e diplomatica più coerente e determinata sia mediante l'uso degli strumenti offerti dall'OMC o previsti da accordi regionali o bilaterali (l'organo di risoluzione delle dispute dell'OMC in particolare).

Sarebbe invece opportuno che la nuova generazione di accordi commerciali contenga delle clausole di salvaguardia che permettano all'UE di rimuovere le barriere non tariffarie senza ritardo e con costi minimi per gli operatori commerciali e per i contribuenti europei.

La positiva conclusione dei negoziati di Doha avrebbe potuto produrre risultati importanti in materia di accesso al mercato. La Commissione a questo riguardo, pur non trascurando la negoziazione di accordi bilaterali con i principali partner commerciali, dovrebbe farsi promotrice di un accordo quadro che disciplini in modo specifico le questioni attinenti alle barriere non tariffarie e che consenta una rapida risoluzione di tutte quelle dispute relative alla sua mancata o infedele applicazione.

Alcuni aspetti che sarebbe opportuno approfondire riguardano l'obbligo di notificazione da parte degli Stati membri dell'OMC di tutte quelle misure suscettibili di ostacolare il commercio e la creazione di un organo arbitrale ad hoc che sia incaricato di dirimere le controversie e, se del caso, di autorizzare ritorsioni commerciali.

Un altro mezzo per ridurre l'impatto delle barriere non tariffarie sul commercio mondiale consiste nell'armonizzazione delle normative dei paesi membri dell'OMC. I progressi registrati nel Transatlantic Regulatory Dialogue con gli Stati Uniti dovrebbero incoraggiare la Commissione ad estendere l'iniziativa ad altri partner commerciali.

La lotta contro le barriere al commercio passa infine attraverso una migliore concertazione internazionale. Garantire mercati aperti e competitivi favorisce l'intera economia mondiale, a prescindere da dove abbia la propria sede il produttore di beni e servizi. Questo principio si applica sia all'interno dell'UE (le società europee dovrebbero maggiormente cooperare tra loro) che all'esterno tra paesi che condividono i medesimi interessi commerciali.

Il Parlamento europeo ha un ruolo importante da giocare nella definizione delle priorità commerciali dell'Unione. Una costante consultazione della commissione parlamentare competente, la redazione di un rapporto annuale sul funzionamento del sistema messo in opera dalla Commissione esecutiva (simile a quello predisposto per gli strumenti di difesa commerciale) e l'eventuale associazione del PE ad iniziative e a missioni di alto livello incaricate di dirimere controversie relative all'accesso ai mercati è auspicabile specialmente in vista dell'entrata in vigore del nuovo trattato 'costituzionale'.

Conclusioni e raccomandazioni

La nuova strategia di accesso ai mercati delineata dalla Commissione rappresenta un passo avanti importante ma non sufficiente. La Commissione ha avuto il merito di riaprire il dibattito in materia di accesso al mercato ma, in cooperazione con gli Stati membri, deve fare e, soprattutto, osare di più se intende garantire il successo di questa iniziativa.

La Comunicazione va quindi 'arricchita' ed integrata da nuovi spunti e da nuovi contributi dettati sia dalle necessità degli operatori economici sia dalle esperienze sul terreno. I Market Access Team e il Madb nei paesi terzi possono avere successo soltanto se adeguatamente sostenuti dalla Commissione esecutiva e dai governi nazionali e se capaci di offrire un reale servizio alle imprese europee. Le imprese europee, in particolare le PMI, devono essere messe in grado di fruire dei servizi offerti dalla Commissione mediante una politica di informazione più efficace e un supporto a livello nazionale e regionale più sviluppato.

Gli aspetti esterni della comunicazione vanno certamente rinforzati. Accanto ad un uso più determinato degli strumenti già oggi disponibili, occorre predisporre nuovi strumenti multilaterali (in sede OMC) o bilaterali (mediante la conclusione di accordi di libero scambio o di partenariato e cooperazione) che favoriscano l'eliminazione delle barriere non tariffarie e perseguano efficacemente gli abusi.

Sono altresì opportuni un maggiore coordinamento con gli altri paesi industrializzati, la creazione di Regulatory dialogues e una progressiva armonizzazione delle normative tecniche e sanitarie che non risulti in un indebolimento della protezione garantita ai cittadini europei.

PARERE della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (27.11.2007)

destinato alla commissione per il commercio internazionale

sulla strategia dell'Unione europea per assicurare alle imprese europee l'accesso ai mercati
(2007/2185(INI))

Relatrice per parere: Edit Herczog,

SUGGERIMENTI

La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia invita la commissione per il commercio internazionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

-    vista la sua risoluzione del 22 maggio 2007 sull'Europa globale - aspetti esterni della competitività[1]

A. considerando che la realizzazione degli obiettivi dell'agenda di Lisbona rivista esige che le industrie dell'Unione europea sviluppino e mantengano posizioni concorrenziali stabili sui mercati mondiali,

B.  considerando che tale competitività, segnatamente per le PMI, si basa in misura sempre crescente sulla ricerca, sullo sviluppo, sull'innovazione e sulla proprietà intellettuale,

C. considerando che due condizioni irrinunciabili per tale competitività sono, da un lato, un approvvigionamento energetico sicuro e affidabile e, dall'altro, il libero accesso delle imprese dell'Unione europea alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione più moderne,

D. considerando che l'Unione europea, sia come mercato integrato che come organizzazione internazionale, può contribuire efficacemente con la sua esperienza e il suo potere di negoziato agli sforzi sviluppati dalle imprese europee per avere accesso ai mercati dei paesi terzi,

1.  accoglie favorevolmente l'iniziativa della Commissione volta a coordinare gli obiettivi e gli strumenti della politica commerciale dell'Unione europea e della sua strategia di accesso al mercato al fine di mobilitare efficacemente tutto il potenziale dell'UE nei settori del commercio internazionale e della competitività mondiale;

2.  sottolinea l'importanza di definire priorità mirate e tematiche (piuttosto che settoriali) quanto alle azioni da avviare in vista della promozione della competitività esterna delle imprese dell'UE; insiste, in modo particolare, sulla necessità di sviluppare ed applicare in modo efficace le disposizioni sulla protezione della proprietà intellettuale;

3.  invita gli Stati membri, le associazioni ed altre organizzazioni rappresentative delle imprese, nonché la Commissione a raddoppiare gli sforzi e a contribuire alla cooperazione, all'analisi comparativa e allo scambio di know-how e di migliori prassi in modo tale che le competenze condivise dell'Unione europea in materia commerciale possano agevolare gli interessi delle imprese dell'Unione europea, in particolare le PMI attive sui mercati dei paesi terzi.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

22.11.2007

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

36

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Jan Březina, Jerzy Buzek, Pilar del Castillo Vera, Jorgo Chatzimarkakis, Giles Chichester, Den Dover, Nicole Fontaine, Adam Gierek, Norbert Glante, Umberto Guidoni, András Gyürk, David Hammerstein, Erna Hennicot-Schoepges, Ján Hudacký, Romana Jordan Cizelj, Werner Langen, Anne Laperrouze, Eluned Morgan, Angelika Niebler, Reino Paasilinna, Miloslav Ransdorf, Vladimír Remek, Paul Rübig, Andres Tarand, Britta Thomsen, Radu Ţîrle, Patrizia Toia, Catherine Trautmann, Claude Turmes, Nikolaos Vakalis, Alejo Vidal-Quadras

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Neena Gill, Lambert van Nistelrooij, Vladimir Urutchev

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Holger Krahmer, Umberto Pirilli

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

18.12.2007

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

22

5

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Francisco Assis, Graham Booth, Daniel Caspary, Christofer Fjellner, Ignasi Guardans Cambó, Jacky Hénin, Syed Kamall, Sajjad Karim, Alain Lipietz, Caroline Lucas, Marusya Ivanova Lyubcheva, Erika Mann, David Martin, Vural Öger, Georgios Papastamkos, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Peter Šťastný, Robert Sturdy, Gianluca Susta, Daniel Varela Suanzes-Carpegna, Iuliu Winkler, Corien Wortmann-Kool

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Stavros Arnaoutakis, Jean-Pierre Audy, Jens Holm, Jan Marinus Wiersma,

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Guy Bono, Ulrich Stockmann