RELAZIONE sulla sfida che costituisce per i nuovi Stati membri la politica di cooperazione allo sviluppo dell'UE

12.2.2008 - (2077 (INI))

Commissione per lo sviluppo
Relatrice: Danutė Budreikaitė

Procedura : 2007/2140(INI)
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A6-0036/2008
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla sfida che costituisce per i nuovi Stati membri la politica di cooperazione allo sviluppo dell'UE

(2077 (INI))

Il Parlamento europeo,

Legislazione in materia di cooperazione allo sviluppo

–   visti gli articoli dal 177 al181 del trattato CE,

–   visto l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000[1] ("Accordo di Cotonou") quale modificato a Lussemburgo il 25 giugno 2005[2],

–   visti la dichiarazione del Millennio adottata dalle Nazioni Unite nel 2000, la relazione dal titolo "Investire nello sviluppo" delle Nazioni Unite del 2005 e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM),

–   vista la dichiarazione di Parigi sull'efficacia dell'aiuto adottata il 2 marzo 2005,

–   visto il Consenso di Monterrey sul finanziamento dello sviluppo, del 2002,

–   vista la dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea: "Il Consenso europeo" (Il Consenso europeo in materia di sviluppo)[3],

–   vista la dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione: "Il Consenso europeo in materia di aiuto umanitario",

-    viste le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del 15 maggio 2007, su un codice di condotta dell'UE in materia di complementarità e di divisione dei compiti nell'ambito della politica di sviluppo,

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Coerenza delle politiche per lo sviluppo - Accelerare i progressi verso la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (COM(2005)0134),

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Accelerare i progressi verso la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio - Finanziamento dello sviluppo ed efficacia degli aiuti" (COM(2005)0133),

–   viste la comunicazione della Commissione dal titolo "Gli aiuti dell'UE: dare di più, meglio e più rapidamente" (COM(2006)0087) e le conclusioni del Consiglio per gli affari generali e le relazioni esterne dell'11 aprile 2006 basate su di essa,

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Relazione annuale 2006 sulla politica di sviluppo della Comunità europea e sull'esecuzione dell'assistenza esterna" (COM(2006)0326),

–   visto il regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo[4],

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "La governance nell'ambito del «Consenso europeo sulla politica di sviluppo - Verso un approccio armonizzato in seno all'Unione europea»" (COM(2006)0421),

–   vista la politica internazionale di cooperazione allo sviluppo della Repubblica ceca, compreso il piano di cooperazione bilaterale allo sviluppo 2007 e i documenti di strategia nazionale per l'Angola e lo Zambia,

–   vista la politica internazionale di cooperazione allo sviluppo dell'Ungheria,

–   visto il programma di politica di cooperazione allo sviluppo della Lettonia nel periodo dal 2006 al 2010,

–   vista la politica di cooperazione allo sviluppo della Lituania per il periodo dal 2006 al 2010,

–   vista la strategia di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario dell'Estonia per il periodo dal 2006 al 2010,

–   vista la strategia di cooperazione allo sviluppo della Polonia pubblicata nel 2003 e il programma di aiuto polacco 2007,

–   vista la strategia nazionale della Romania per la cooperazione internazionale allo sviluppo,

–   visti la strategia a medio termine per l'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) della Slovacchia per il periodo dal 2003 al 2008 e il programma nazionale della Slovacchia di aiuto pubblico allo sviluppo per il 2006,

–   vista la cooperazione allo sviluppo della Slovenia per il periodo dal 2002 al 2004,

–   vista la relazione dell'organizzazione non governativa (ONG) Aid Watch del 2007 dal titolo "Frenate gli applausi! I governi dell'UE rischiano di non mantenere le promesse in materia di aiuto" della Confederazione europea delle ONG di emergenza e di sviluppo (CONCORD), che include una valutazione redatta dalle ONG sui risultati di ogni Stato membro in termini di APS,

–   vista la strategia dell'UE per l'Asia centrale (Strategia per un nuovo partenariato) per il periodo dal 2007 al 2013,

–   visto il "Consenso europeo sullo sviluppo: il contributo dell'educazione allo sviluppo e della sensibilizzazione", un quadro strategico elaborato dai rappresentanti delle istituzioni europee, degli Stati membri, della società civile e dalle altre parti interessate e presentato in occasione delle Giornate europee dello sviluppo, tenutesi a Lisbona nel novembre 2007,

–   visto il Consenso europeo sulla comunicazione delle ONG, dal 7 al 9 novembre 2006,

–   vista la risoluzione del Consiglio dei ministri dello sviluppo dell'UE sull'educazione allo sviluppo,

–   vista la dichiarazione di Maastricht del congresso europeo sull'educazione globale, svoltosi dal 15 al 17 novembre 2002, che riunisce parlamentari, autorità locali e regionali e organizzazioni della società civile degli Stati membri del Consiglio d'Europa, su un quadro strategico europeo per il miglioramento e la promozione dell'educazione globale in Europa fino al 2015,

–   visto il Processo di Palermo del 2003, lanciato in vista di creare un forum informale in cui i partecipanti potevano discutere sui maggiori sviluppi e questioni relative all'aiuto allo sviluppo europeo onde integrare, informalmente, le procedure di consultazione ufficiali della Commissione,

–   vista la Conferenza europea sulla sensibilizzazione e l'educazione allo sviluppo per la solidarietà Nord-Sud, tenutasi a Bruxelles il 19 e 20 maggio 2005,

–   vista la Conferenza di Helsinki sull'educazione europea allo sviluppo, del luglio 2006,

–   visto il programma di 18 mesi in materia di politica per lo sviluppo delle presidenze tedesca, portoghese e slovena,

–   visto l'articolo 49 del trattato UE,

–   viste la comunicazione della Commissione dal titolo "Europa ampliata - Prossimità: Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali" (COM(2003)0104) e la risoluzione del Parlamento, del 20 novembre 2003, su "Europa ampliata - Prossimità: Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali"[5],

–   vista "Un'Europa sicura in un mondo migliore: strategia europea di sicurezza", adottata dal Consiglio europeo di Bruxelles del 12 dicembre 2003,

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Politica europea di prossimità - Documento di strategia" (COM(2004)0373),

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Sulle proposte della Commissione riguardanti i piani d'azione nell'ambito della politica europea di prossimità (ENP)" (COM(2004)0795),

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Politica europea di prossimità - Raccomandazioni per l'Armenia, l'Azerbaigian, la Georgia, l'Egitto e il Libano" (COM(2005)0072),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo dal titolo "Sullo sviluppo della politica europea di vicinato" (COM(2006)0726),

–   visto il piano d'azione per il Caucaso meridionale (Armenia, Azerbaigian, Georgia) adottato dalla Commissione il 14 novembre 2006,

–   visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la suddetta comunicazione dal titolo "Sullo sviluppo della politica europea di vicinato" (SEC(2006)1504),

–   visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato alla comunicazione dal titolo "Relazione annuale 2007 sulla politica di sviluppo della Comunità europea e sull'esecuzione dell'assistenza esterna nel 2006" (SEC(2007)0840)[6],

–   viste le relazioni interinali sulla politica europea di vicinato riguardanti l'Ucraina (SEC(2006)1505) e la Moldavia (SEC(2006)1506),

–   vista la pubblicazione della Commissione del 24 novembre 2005 dal titolo "Politica europea di vicinato: un anno di progressi" (IP/05/1467),

–   vista la comunicazione inviata dal Commissario Ferrero-Waldner al Collegio di commissari dal titolo "Applicare e promuovere la politica europea di vicinato" (SEC(2005)1521),

–   visto il regolamento (CE) n. 1638/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 2006, recante disposizioni generali che istituiscono uno strumento europeo di vicinato e partenariato[7] (ENPI),

–   vista la decisione del Consiglio 2006/62/CE, del 23 gennaio 2006, che consente ai paesi destinatari della politica europea di vicinato ed alla Russia di beneficiare del programma per l'assistenza tecnica e lo scambio di informazioni (TAIEX)[8],

–   vista la decisione del Consiglio 2005/47/CE, del 22 dicembre 2004, che modifica la decisione 2000/24/CE per tenere conto dell'allargamento dell'Unione europea e della politica europea di vicinato[9],

–   vista la relazione dal titolo "Strumento europeo di vicinato e di associazione Bielorussia/Moldavia/Ucraina/Armenia/Azerbaigian/Georgia (separatamente): Documento strategico nazionale 2007/2013 e Programma indicativo nazionale 2007-2010",

–   visto il documento strategico regionale orientale CE-ENPI per il 2007-2013 che integra i documenti strategici nazionali adottati dalla Commissione,

–   visto il programma indicativo regionale orientale dell'ENPI per il 2007-2010 che definisce più dettagliatamente il centro dell'intervento nel quadro del pacchetto regionale orientale del nuovo strumento di vicinato e di partenariato europeo,

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Sinergia del Mar Nero - Una nuova iniziativa di cooperazione regionale" (COM(2007)0160),

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Impostazione generale volta a consentire la partecipazione dei paesi partner dell'ENP (Politica Europea di Prossimità) ai programmi e alle agenzie comunitarie" (COM(2006)0724),

–   visti i documenti sporadici della Direzione generale per gli affari economici e finanziari del giugno 2006 dal titolo "Politica europea di vicinato: analisi economica dei paesi ENP",

–   visto il piano per il rafforzamento delle capacità II (PRCII) inteso a sostenere i nuovi Stati membri e i paesi candidati nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, lanciato dalla Commissione nel luglio 2007,

–   vista la sua risoluzione, del 19 gennaio 2006, sulla politica europea di prossimità[10],

–   visti gli accordi di partenariato e cooperazione (APC),

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per lo sviluppo (A6‑0036/2008),

Osservazioni generali

A. considerando che, nel 2006, l'UE ha concesso un APS di 47 524 milioni di euro, ossia il 57% dell'aiuto pubblico allo sviluppo mondiale, importo che dovrebbe passare a 78 626 milioni di euro entro il 2010,

B.  considerando che i nuovi Stati membri si sono impegnati a raggiungere l'obiettivo di APS dello 0,17% del reddito nazionale lordo (RNL) entro il 2010 e dello 0,33% entro il 2015, prevedendo contributi futuri per rafforzare il ruolo dell'UE nella cooperazione internazionale allo sviluppo,

C. considerando che l'aiuto allo sviluppo dei nuovi Stati membri riguarda la politica di cooperazione allo sviluppo dell'Europa nonché la politica europea di vicinato,

D. considerando che i paesi prioritari facenti oggetto della cooperazione allo sviluppo dei nuovi Stati membri sono i paesi della Comunità degli Stati indipendenti (CSI) e i paesi dei Balcani occidentali nonché taluni paesi membri del gruppo di Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP),

E.  considerando che per i nuovi Stati membri il quadro istituzionale continua a rappresentare una delle sfide principali per una cooperazione allo sviluppo efficiente,

F.  considerando che una delle sfide principali per i nuovi Stati membri è rappresentata dalla necessità di potenziare il sostegno politico interpartitico e pubblico a favore della cooperazione allo sviluppo, compreso il sostegno per i paesi meno sviluppati del mondo,

G. considerando che nella maggior parte degli Stati membri occorre migliorare la sensibilizzazione in merito alle questioni relative alla cooperazione allo sviluppo,

H. considerando che il diritto degli Stati membri a perseguire strategie di sviluppo elaborate sulla base delle priorità determinate a livello nazionale è un'espressione pienamente legittima della loro sovranità e che, in quanto tale, dovrebbe sempre essere riconosciuto e rispettato,

Paesi prioritari per i nuovi Stati membri

I.   considerando che la maggior parte dell'APS bilaterale dell'Estonia e della Lettonia riguarda i paesi della CSI, e in particolare la Georgia, la Moldavia e l'Ucraina come pure l'Afghanistan e che nel 2005 la spesa dell'Estonia per l'APS ammontava allo 0,08% e quella della Lettonia nello stesso anno allo 0,07%,

J.   considerando che la maggior parte dell'APS bilaterale della Lituania riguarda la Bielorussia, l'Ucraina, la Moldavia, i paesi del Caucaso meridionale, l'Afghanistan (provincia di Ghor) e l'Iraq, e soltanto un paese ACP, ossia la Mauritania, e che nel 2005 la Lituania ha speso lo 0,06% per l'APS,

K. considerando che la maggior parte dell'APS bilaterale della Polonia riguarda la Bielorussia, l'Ucraina, la Moldavia e la Georgia e che nel 2005 la spesa della Polonia per l'APS ammontava allo 0,07%,

L.  considerando che la maggior parte dell'APS bilaterale dell'Ungheria riguarda i Balcani occidentali (Serbia, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina) e che nel 2005 la spesa dell'Ungheria per l'APS ammontava allo 0,11%,

M. considerando che la maggior parte dell'APS bilaterale della Romania riguarda la Moldavia, la Serbia e la Georgia e che nel 2006 l'APS della Romania ammontava allo 0,04%,

N. considerando che la maggior parte dell'APS bilaterale della Slovenia riguarda i Balcani occidentali (Bosnia e Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia, Albania) e la Moldavia e che la Slovenia nel 2005 ha speso lo 0,11% per l'APS,

O. considerando che la maggior parte dell'APS bilaterale della Slovacchia riguarda la Serbia e il Montenegro, il Kirghizistan, il Kazakistan, l'Ucraina e la Bielorussia e che nel 2005 la spesa della Slovacchia per l'APS ammontava allo 0,12%,

P.  considerando che la maggior parte dell'APS bilaterale della Repubblica ceca riguarda la Bosnia e Erzegovina, la Moldavia, la Mongolia, la Serbia, il Montenegro e il Vietnam e che nel 2005 la Repubblica Ceca ha speso per l'APS lo 0,11%,

Q. considerando che la Bulgaria ha approvato una strategia nazionale in materia di cooperazione allo sviluppo soltanto alla fine del 2007 e che le sue priorità riguardano l'Albania, la Macedonia, la Bosnia e Erzegovina, l'Ucraina e la Moldavia e che la spesa APS per il 2005 ammontava approssimativamente allo 0,04%, pari al contributo della Bulgaria alle istituzioni multilaterali,

Relazioni tra i nuovi Stati membri e i paesi ACP

R.  considerando che l'Estonia, la Lettonia e la Romania non si concentrano su alcun paese ACP nel quadro della politica europea di cooperazione allo sviluppo, sebbene l'Estonia non abbia escluso la possibilità in futuro di istituire una cooperazione bilaterale con un paese meno sviluppato dell'Africa subsahariana,

S.  considerando che la Bulgaria intende concentrarsi sui paesi africani con i quali aveva concluso accordi bilaterali prima del 1989, quali il Ghana,

T.  considerando che la Repubblica ceca si concentra sull'Angola e lo Zambia (l'Angola riceve l'8% dei fondi stanziati, ossia 956 000 euro nel 2007, e lo Zambia il 4%, pari a 775 000 euro nello stesso anno); considerando che in Angola finanzia programmi nei settori dell'agricoltura e sviluppo rurale e dell'istruzione e programmi trasversali quali la disattivazione delle mine, il rafforzamento delle capacità del settore pubblico e la promozione della società civile e dell'uguaglianza di genere come pure l'ambiente; considerando che in Zambia finanzia programmi nel settore sanitario volti a conseguire gli OSM quali la riduzione della mortalità infantile, il miglioramento della salute materna, la lotta contro l'HIV/AIDS ed altre malattie, in particolare nella provincia occidentale, il cui ambiente naturale è particolarmente ostile,

U. considerando che l'Ungheria si concentra sull'Etiopia e che la Polonia sta concentrandosi principalmente sull'Angola e la Tanzania,

V. considerando che la Slovacchia si concentra sul Kenya, il Sudan e il Mozambico, sui settori delle imprese e della sanità in Kenya e appoggia l'uso delle risorse rinnovabili; considerando che la sua cooperazione allo sviluppo con il Sudan comporta la riduzione del debito e si concentra sulle infrastrutture tecniche, quali la gestione idrica, interessandosi altresì al settore sociale, in particolare alla promozione dell'educazione primaria e dell'assistenza sanitaria di base,

W. considerando che la Slovenia intende concentrarsi sul Madagascar, sul Niger, sul Mali, sul Burkina Faso, sull'Uganda e sul Malawi attraverso organizzazioni non governative slovene per lo sviluppo (ONGS) ed assistere le comunità locali in settori quali le infrastrutture, l'educazione, le risorse idriche, le strutture igienico-sanitarie e l'approvvigionamento di energia sostenibile,

X. considerando che nel 2006 la Lituania ha avviato il suo primo progetto bilaterale in Mauritania (assistenza allo sviluppo delle risorse naturali),

Y. considerando che in tutti i nuovi Stati membri una parte considerevole dell'aiuto allo sviluppo è canalizzata attraverso strumenti multilaterali, compresa l'UE, e che quindi tutti i suddetti paesi contribuiscono indirettamente allo sviluppo dei paesi ACP,

Relazioni tra i nuovi Stati membri e i loro vicini

Z.  considerando che l'ENP costituisce una delle massime priorità delle relazioni esterne dell'UE, il cui obiettivo è quello di promuovere la buona governance e lo sviluppo economico nel suo vicinato e conseguentemente di ridurre le differenze politiche, economiche e sociali tra l'UE a 27 e i suoi vicini,

AA.     considerando che i piani d'azione ENP per i tre Stati del Caucaso meridionale (Georgia, Armenia e Azerbaigian) sono stati divulgati il 14 novembre 2006 nonostante il fatto che l'inclusione dei paesi del Caucaso meridionale nell'ENP fosse stata inizialmente respinta in una nota a piè di pagina nella succitata comunicazione della Commissione relativa all'Europa allargata,

AB.     considerando che i piani d'azione dovrebbero essere elaborati su misura per ogni paese,

AC.     considerando che l'UE è tradizionalmente a favore di un approccio regionale nelle sue relazioni esterne,

AD.     considerando che il governo della Georgia ha espresso l'auspicio che la Georgia sia inclusa nella regione del Mar Nero, con l'Ucraina e la Moldavia, piuttosto che nella regione del Caucaso meridionale, anch'essa riconosciuta nel piano d'azione,

AE.     considerando che il piano d'azione UE-Georgia dimostra la disponibilità dell'UE di fornire alla Georgia un sostegno politico maggiore nell'ambito della risoluzione dei conflitti, sostegno che ad oggi è stato rifiutato;

AF.     considerando che i nuovi Stati membri hanno partecipato allo sviluppo dell'ENP prima dell'adesione all'UE,

AG.     considerando che i nuovi Stati membri non hanno esercitato un'influenza sui piani d'azione e non hanno partecipato al processo decisionale e alla fase procedurale prima dell'adesione all'UE,

AH.     considerando che i paesi vicini devono essere legati da una relazione contrattuale in vigore, quale un accordo di partenariato e cooperazione o di associazione e che, conseguentemente, la Bielorussia, la Libia e la Siria sono escluse dall'ENP in quanto non sono vincolate da tale relazione,

AI.      considerando che l'UE aspira a un approccio bilaterale e regionale equilibrato nei confronti dell'Asia centrale,

AJ.      considerando che le relazioni tra il Kazakistan, il Kirghizistan, la Federazione russa, il Tagikistan, il Turkmenistan e l'Uzbekistan, da un lato, e l'UE, dall'altro, si basano su accordi di partenariato e cooperazione e quadri di cooperazione quali l'iniziativa BAKU e su una gamma di strumenti della Politica estera e di sicurezza comune,

AK.    considerando che tutti i paesi vicini, indipendentemente dalla questione di una possibile adesione all'UE, godono delle medesime possibilità, a seconda delle proprie aspirazioni, di istaurare relazioni privilegiate con l'UE basate sia su interessi comuni che su valori condivisi,

AL.     considerando che il beneficio principale dei piani d'azione consiste nell'aiutare il paese in questione ad identificare le proprie priorità e nel guidare l'assistenza che l'UE offre a sostegno degli sforzi di tale paese,

AM.    considerando che la Bulgaria e la Romania partecipano già alla cooperazione transfrontaliera con i pertinenti partner ENP,

AN.    considerando che il ruolo svolto dai nuovi Stati membri nella condivisione dell'esperienza della transizione sarà utilizzato a pieno e contribuirà ad arricchire le competenze all'interno dei vecchi Stati membri attraverso i programmi TAIEX e twinning,

Sensibilizzazione del pubblico

AO.    considerando che nella maggior parte dei paesi dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) il livello attuale di spesa intesa a incrementare la sensibilizzazione del pubblico sulle questioni relative allo sviluppo è pari a circa 190 milioni di euro ossia allo 0,25% dell'APS totale,

AP.     considerando che i nuovi Stati membri, eccetto la Polonia e Malta, considerano che l'educazione allo sviluppo sia una priorità per le loro piattaforme nazionali di ONGS,

AQ.    considerando che nessun nuovo Stato membro possiede attualmente una strategia nazionale in materia di educazione allo sviluppo,

AR.     considerando che soltanto il 12% dei cittadini dell'OCSE ha realmente sentito parlare degli OSM, che il 62% di quelli che ne hanno sentito parlare non sa a che cosa si riferiscono, che il 17% degli europei, vista la corruzione e la percezione che gli aiuti portano beneficio ai poveri, non è convinto del contributo reale di tali aiuti, (percentuale che aumenta fino al 34% in Portogallo, il 24% in Italia, il 23% in Irlanda e il 22% in Spagna),

AS.     considerando che soltanto il 29% degli europei pensa che una riduzione della povertà estrema e della fame sarà conseguita entro il 2015, tenendo presente che gli ostacoli più frequentemente citati sono la mancanza di denaro o risorse (18%), la mancanza di volontà (18%) e la vastità del compito da assolvere (14%),

AT.     considerando che una relazione del Programma di sviluppo delle Nazione Unite ha proposto alla Commissione europea e agli Stati membri di destinare una cifra prossima o maggiore al 3% dell'APS come obiettivo minimo per la spesa nel settore della sensibilizzazione del pubblico e dell'educazione allo sviluppo,

1.  sottolinea che la politica dello sviluppo fa parte integrante dell'acquis comunitario e ricorda gli impegni internazionali assunti dai nuovi Stati membri in tale ambito; sottolinea che l'Unione europea deve sostenere i nuovi Stati membri al fine di assisterli nel recepimento dell'acquis comunitario;

2.  osserva che i nuovi Stati membri hanno sottoscritto il Consenso europeo sullo sviluppo nel 2004, anno dell'allargamento, accettando di applicare un ambizioso paradigma di sviluppo e di adoperarsi per conseguire gli OSM entro i termini stabiliti;

3.  manifesta la propria preoccupazione dinanzi al fatto che molti dei nuovi Stati membri non sembrano essersi avviati verso il conseguimento dell'obiettivo dello 0,17% del RNL da destinarsi all'APS entro il 2010, ma taluni rischiano di vedere l'aiuto allo sviluppo sottoposto a tagli finanziari complessivi dovuti alla necessità di ridurre il debito pubblico;

4.  sottolinea l'esperienza propria dei nuovi Stati membri, in particolare durante il processo di transizione, e ritiene che la buona governance e la promozione della democrazia debbano essere prioritarie per l'UE nelle questioni relative alla cooperazione allo sviluppo; invita le istituzioni dell'Unione europea a sfruttare a pieno l'esperienza acquisita in tale campo dai nuovi Stati membri al fine di arricchire la politica di sviluppo comunitaria;

5.  ritiene che, attraverso una politica di cooperazione attiva, i nuovi Stati membri contribuiranno alla promozione del rispetto dei diritti fondamentali e della solidarietà con le nuove generazioni dei paesi terzi che rientrano nell'ambito della ENP;

6.  sottolinea il beneficio concreto apportato per i nuovi Stati membri dalla partecipazione alla politica di cooperazione allo sviluppo, in particolare nelle aree dello sviluppo economico e del commercio;

7.  accoglie con favore il nuovo approccio della Commissione che va oltre le tradizionali politiche di sviluppo e crea nuove relazioni di partenariato con i paesi in via di sviluppo;

8.  si compiace del fatto che la comunità internazionale sia disposta ad accettare il principio della "responsabilità comune" in caso di emergenza umanitaria;

9.  suggerisce che gli Stati membri, vecchi e nuovi, dovrebbero collaborare con un approccio maggiormente proattivo all'interno dell'UE per garantire che la situazione di determinati paesi inclusi nell'ENP sia monitorata con maggiore tempestività affinché l'UE possa reagire con più flessibilità nella sua politica a favore di tali paesi;

10. sottolinea il legame esistente tra lo sviluppo e la migrazione, che rappresenta una sfida considerevole per la maggior parte dei nuovi Stati membri situati alle frontiere esterne dell'UE;

11. riconosce i progressi realizzati dai nuovi Stati membri nella loro evoluzione da paesi beneficiari di aiuto a paesi donatori e riconosce le sfide che rimangono ancora da affrontare;

12. prende atto che le priorità dei nuovi Stati membri dopo il periodo di transizione sono determinate dalle loro relazioni storiche e riguardano i loro vicini e che la maggior parte del bilancio per l'aiuto allo sviluppo dei nuovi Stati membri riguarda i loro vicini più prossimi e i paesi della CSI; invita l'UE a cogliere l'occasione dell'adesione dei nuovi Stati membri per rafforzare la sua presenza strategica nell'Europa orientale, in Asia centrale e nel Caucaso, regioni del mondo finora meno interessate dall'aiuto europeo ma che devono tuttavia far fronte a numerose sfide in termini di sviluppo;

13. sottolinea che un'azione efficace per la promozione della democrazia e dello Stato di diritto, principali settori d'intervento per i nuovi Stati membri, costituisce anche un modo per agire a lungo termine sulla riduzione della povertà, obiettivo prioritario della politica di sviluppo europea come indicato nello Strumento per la cooperazione allo sviluppo (SCS);

14. ricorda la dimensione orientale delle relazioni esterne dell'UE e ritiene che una nuova assemblea che raggruppi l'UE e i paesi vicini, analoga all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, al partenariato euro-mediterraneo (Euromed) e all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana (Eurolat), potrebbe basarsi sulle esperienze del passato, stimolare il contributo dei nuovi Stati membri alle politiche dell'UE e contribuire a definire congiuntamente l'ENP e a sensibilizzare i paesi vicini relativamente ai nuovi settori politici;

15. riconosce che la maggior parte degli Stati membri sono dotati di dipartimenti in seno ai loro ministeri degli Affari esteri incaricati specificatamente della cooperazione allo sviluppo, ma raccomanda nondimeno che essi rafforzino con urgenza il coordinamento tanto in seno ai ministeri quanto tra gli stessi e con gli altri Stati membri nella misura approvata dai parlamenti nazionali e le autorità locali nel processo decisionale;

16. riconosce che la creazione di istituzioni pertinenti e l'attuazione delle politiche sono un processo che richiede molto tempo;

17. riconosce che le maggiori sfide per i nuovi Stati membri nei prossimi anni saranno l'aumento dei bilanci e le attività di sensibilizzazione;

18. accoglie con favore il sopramenzionato "Consenso europeo sullo sviluppo: contributo dell'educazione allo sviluppo e della sensibilizzazione" e sottolinea che il Parlamento ha un ruolo importante da svolgere nell'evidenziare il ruolo effettivo e potenziale dell'educazione allo sviluppo e della sensibilizzazione, sia nell'istruzione formale che in quella informale, nei nuovi Stati membri;

19. ritiene che i progetti a lungo termine rivolti principalmente ai partner ed ai settori in cui i nuovi Stati membri dispongono di un vantaggio comparativo e possiedono esperienza da trasmettere siano della massima utilità per il processo globale di eradicazione della povertà;

20. chiede una suddivisione dei compiti tra gli Stati membri per quanto concerne il valore aggiunto del contributo di ciascun soggetto, volta all'instaurazione di una collaborazione efficace;

21. ritiene che gran parte dei nuovi Stati membri potrebbe attribuire una priorità maggiore alla propria politica di sviluppo e garantire altresì un approccio alla pianificazione strategica con maggiore coordinazione interna (ad eccezione della Lituania in cui il ministero degli Affari esteri dirige la pianificazione e la gestione dell'APS);

22. sottolinea che l'obiettivo dell'UE per quanto riguarda i nuovi Stati membri non deve essere soltanto quello di far tesoro della loro esperienza, ma altresì quello di aiutarli a rafforzare il loro ruolo di nuovi donatori; incoraggia quindi i vecchi e i nuovi Stati membri a fissare congiuntamente un calendario realistico che preveda la conformità dei nuovi Stati membri agli obiettivi europei in materia di aiuti allo sviluppo, tenendo conto delle potenzialità e dei limiti del partenariato tra vecchi e nuovi Stati membri;

23. sottolinea che è necessario includere a pieno titolo i nuovi Stati membri nella condivisione delle esperienze e nella formazione specifica negli ambiti relativi alla programmazione, attuazione e valutazione della politica di cooperazione allo sviluppo; ribadisce le esperienze acquisite tramite i diversi Piani per lo sviluppo delle capacità e chiede ulteriori miglioramenti, per bloccare ad esempio il ricambio dei funzionari pubblici;

24. ricorda l'importanza di un dialogo permanente con i funzionari competenti per i nuovi Stati membri e per i paesi in via di adesione o candidati; sottolinea l'importanza dell'assistenza tecnica prestata da EuropeAid nell'organizzazione di corsi di formazione, seminari, conferenze e dell'assistenza tecnica specifica atta a rispondere alle esigenze formulate da tali paesi; sottolinea l'importanza delle attività finanziate dalla Direzione generale per lo Sviluppo a tale riguardo;

25. si rammarica del fatto che nel 2007 il gruppo di lavoro speciale sullo sviluppo delle capacità dei nuovi Stati membri non si sia più riunito, periodo in cui l'esigenza di accrescere le capacità dei nuovi Stati membri nell'ambito della cooperazione allo sviluppo rimane pressante e il processo di allargamento dell'UE è ancora in atto;

26. chiede che tale gruppo di lavoro sia riattivato, assicurandosi, da un lato, che associ ai suoi lavori, in modo paritario, una rappresentanza della commissione per lo sviluppo del Parlamento o del suo segretariato e anche rappresentanti di TRIALOG, un progetto che lavora in stretta collaborazione con le ONG europee per lo sviluppo, e, dall'altro, che accresca il suo mandato affrontando i problemi specifici dei nuovi Stati membri nel quadro della cooperazione allo sviluppo;

27. sottolinea la rilevanza dei progetti "twinning" e "light twinning" nella formazione del personale dei nuovi Stati membri attraverso un'assistenza tecnica di qualità, sebbene si tratti di fondi che sono stati richiesti soltanto dall'Ungheria e dalla Slovacchia;

28. sollecita la realizzazione di riunioni interparlamentari semestrali tra il Parlamento europeo e i parlamenti dei nuovi Stati membri incentrate sulle questioni relative allo sviluppo e alla cooperazione e sulla creazione di una rete specifica in tale ambito;

29. è convinto che la partecipazione dei nuovi Stati membri al Comitato del Fondo europeo di sviluppo apporterebbe una dimensione supplementare alle discussioni e contribuirebbe a sviluppare ulteriormente le loro capacità tecniche;

30. prende atto del mancato riconoscimento pubblico delle priorità della cooperazione allo sviluppo in alcuni dei nuovi Stati membri e richiede una strategia globale di comunicazione ed educazione destinata a colmare tale lacuna; sottolinea l'importanza della sensibilizzazione alle questioni relative allo sviluppo nei programmi scolastici, nonché del ruolo svolto dai media nella sensibilizzazione dell'opinione pubblica e nella creazione di una tradizione di volontariato internazionale;

31. esprime un parere positivo sull'importanza di una relazione sulla sensibilizzazione in materia di educazione allo sviluppo e sul suo ruolo nell'attuazione del "consenso europeo sullo sviluppo", sottolineando il ruolo effettivo e potenziale dell'educazione allo sviluppo e della sensibilizzazione, sia nell'istruzione formale che in quella informale, soprattutto nei nuovi Stati membri;

32. considera che i cittadini dei nuovi Stati membri sono già stati sensibilizzati alle questioni dell'aiuto umanitario, come dimostra la loro importante mobilitazione in occasione dello tsunami del 2004, punto di partenza per sensibilizzare la popolazione alla necessità di impegni concreti a più lungo termine nell'ambito di una politica efficace in materia di sviluppo;

33. chiede alla Commissione di lanciare una campagna di sensibilizzazione specifica che si incentri sui vantaggi comparativi e sul valore aggiunto apportati dai nuovi Stati membri per quanto riguarda le questioni relative alla cooperazione e allo sviluppo;

34. chiede un maggior coordinamento tra le parti interessate a livello nazionale e una partecipazione adeguata delle ONG e delle autorità locali ai processi di definizione delle politiche nazionali;

35. chiede alla Commissione di coinvolgere attivamente i nuovi Stati membri nelle fasi di preparazione e negoziato dei piani di azione nonché nel monitoraggio della loro attuazione;

36. rileva che, svincolando interamente i loro aiuti allo sviluppo, i nuovi Stati membri potrebbero costituire un esempio positivo per tutti gli Stati membri;

37. fa presente che tutti gli Stati membri dovrebbero fissare scadenze per svincolare i loro aiuti allo sviluppo, dal momento che un aiuto allo sviluppo vincolato nel lungo periodo non contribuisce al buon governo, né all'efficace distribuzione delle risorse, e neppure alla realizzazione degli obiettivi di cooperazione allo sviluppo;

38. rileva che i legami tra il settore privato e la cooperazione allo sviluppo costituiscono un nuovo strumento promettente per i nuovi Stati membri e che una partecipazione più attiva da parte delle imprese private di questi Stati membri agli appalti per i progetti di cooperazione allo sviluppo a livello comunitario potrebbe aumentare la consapevolezza su questo tema;

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39. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

Traduzione esterna

  • [1]  GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3. Accordo modificato da ultimo dalla decisione n. 1/2006 del Consiglio dei ministri ACP-CE (GU L 247 del 9.9.2006, pag. 22).
  • [2]  GU L 209 del 11.8.2005, pag. 27.
  • [3]  GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.
  • [4]  GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41.
  • [5]  GU C 87 E del 7.4.2004, pag. 506.
  • [6]  Allegato alla comunicazione della Commissione intitolata "Relazione annuale 2007 sulla politica di sviluppo della Comunità europea e sull'esecuzione dell'assistenza esterna nel 2006" (COM(2007)0349).
  • [7]  GU L 310 del 9.11.2006, pag. 1.
  • [8]  GU L 32 del 4.2.2006, pag. 80.
  • [9]  GU L 21 del 25.1.2005, pag. 9.
  • [10]  GU C 287 E del 24.11.2006, pag. 312.

MOTIVAZIONE

L'impegno dell'Unione europea a favore dello sviluppo era già menzionato nel trattato CE, ma successivamente ha avuto un seguito più coerente ed efficace con l'adozione degli Obiettivi di sviluppo del millennio, nel 2000. Al vertice di Barcellona del 2002, gli Stati membri (compresi i paesi che sarebbero diventati membri nel 2004) si sono impegnati per aumentare il loro contributo in termini di reddito nazionale lordo (RNL), affinché la spesa totale per l'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) dell'UE potesse raggiungere lo 0,7%. Inoltre, il Consenso europeo in materia di sviluppo, sottoscritto nel 2005, ha fornito all'UE una visione comune in termini di valori, di obiettivi e di risorse per lo sviluppo.

Questa relazione analizza lo stato attuale della cooperazione allo sviluppo nei nuovi Stati membri, comprese le istituzioni competenti, i programmi tematici e i paesi destinatari, nonché i loro contributi finanziari. In ragione delle vicende storiche condivise e della posizione geografica, i nuovi Stati membri rivolgono spesso i loro sforzi ai paesi vicini. Poiché l'ultimo allargamento ha notevolmente ridefinito i confini dell'UE, la relazione sottolinea l'importanza del rapporto tra i nuovi Stati membri e i nuovi vicini orientali dell'Unione europea. Per ragioni storiche, culturali e geografiche, Cipro e Malta non sono stati inclusi in questa analisi.

La cooperazione europea allo sviluppo attinge ai rapporti con i paesi ACP, avviati nel 1959 con gli accordi di Yaoundé, successivamente conosciuti come la convenzione di Yaoundé, rimasta in vigore fino al 1975. È stata succeduta dalla convenzione di Lomé e poi dall'accordo di Cotonou, firmato nel 2000. L'Unione europea fornisce assistenza finanziaria a paesi di Africa, Caraibi e Pacifico (ACP) attraverso il nuovo Strumento di cooperazione allo sviluppo (SCI) e il Fondo europeo di sviluppo (FES). Lo SCI ammonta a quasi 17 miliardi di euro per il periodo 2007-2013. Questi fondi vanno ad aggiungersi ai 22,7 miliardi di euro (10° FES) concordati specificatamente per i paesi ACP per il periodo 2008-2013, portando la somma totale (esclusi i contribuiti nazionali degli Stati membri) a quasi 40 miliardi di euro di nuovi finanziamenti comunitari. Insieme ai nuovi Stati membri, l'UE può rafforzare il suo ruolo di donatore principale dell'aiuto allo sviluppo.

Storicamente alcuni dei nuovi Stati membri già disponevano di programmi di sviluppo per paesi africani che hanno avuto un'influenza sulle nuove strategie di cooperazione allo sviluppo; si tratta, per esempio, della Repubblica ceca con l'Angola e lo Zambia, dell'Ungheria con l'Etiopia, o della Slovacchia con il Kenya. Per altri, invece, la transizione politica ha reso più difficile fare affidamento su vecchi vincoli; questi paesi hanno dovuto costruire strategie di sviluppo nazionali partendo da zero, come nel caso della Bulgaria e della Romania.

Il Consenso europeo in materia di sviluppo prevede l'aumento dei contributi finanziari per la cooperazione allo sviluppo, al fine di raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del millennio. Il Consenso europeo in materia di sviluppo fornisce un incentivo, ma non obbliga i nuovi Stati membri a destinare la loro cooperazione allo sviluppo all'Africa, anche se i vecchi Stati membri dovrebbero aiutare i nuovi Stati membri a collaborare con i paesi africani.

È chiaro che i nuovi Stati membri si stanno impegnando per creare il quadro giuridico e i canali necessari a istituzionalizzare la cooperazione allo sviluppo. La cooperazione allo sviluppo dei nuovi Stati membri si rivolge principalmente ai paesi limitrofi, dove essi beneficiano delle proprie esperienze storiche e delle "competenze di transizione".

I destinatari principali sono i paesi vicini, che condividono il loro retaggio storico, tra i quali, per esempio, il Kirghizistan, il Kazakstan, il Tagikistan, la Moldavia e la Georgia. Dei sei nuovi Stati indipendenti (Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldavia, Ucraina) i principali Stati destinatari degli aiuti dei nuovi Stati membri sono la Moldavia e l'Ucraina. Tuttavia, l'attuazione dell'aiuto allo sviluppo è più difficile quando si tratta di paesi meno sviluppati.

Lo strumento principale dell'UE per migliorare le relazioni con i suoi vicini orientali è la politica di vicinato e lo strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI). Tali relazioni si basano su piani d'azione nazionali sviluppati e negoziati con ogni singolo paese. Tuttavia, sei paesi (Kazakstan, Kirghizistan, Federazione russa, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan) non partecipano alla politica di vicinato, ma hanno concluso accordi di partenariato e di cooperazione. Sia l'UE, sia i cinque paesi dell'Asia centrale (Kazakstan, Uzbekistan, Kirghizia, Tagikistan, Turkmenistan) auspicano un ulteriore sviluppo delle loro relazioni e riconoscono che vi sono sfide da affrontare (frontiere, gestione delle risorse idriche, criminalità organizzata, istruzione, Stato di diritto, diritti umani). La Federazione russa non beneficia della politica europea di vicinato perché vuole preservare una "base paritaria" nei suoi rapporti con l'UE, rispetto al "partenariato minore" che la Russia vede nella ENP.

Inoltre, i piani d'azione della ENP con Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldavia e Ucraina sono stati negoziati senza il coinvolgimento dei nuovi Stati membri, dato che sono stati conclusi prima del loro ingresso nell'Unione nel 2004/2007, e quindi non prendono in considerazione il punto di vista importante dei nuovi Stati membri.

Le raccomandazioni seguenti riguardano vari punti:

- la necessità di migliorare le politiche di cooperazione allo sviluppo nei nuovi Stati membri,

- il riconoscimento del fatto che i nuovi Stati membri rappresentano un legame importante con i nuovi vicini dell'UE.

Gli ostacoli principali all'attuazione di politiche di sviluppo efficienti nei nuovi Stati membri derivano dalla difficile transizione da beneficiari di aiuti a donatori. Mancano agenzie centralizzate per la pianificazione strategica, manca la consapevolezza pubblica e occorre rafforzare le ONG per lo sviluppo per far fronte ai nuovi compiti. Le organizzazioni non governative di sviluppo dei nuovi Stati membri hanno già espresso preoccupazione circa la loro fragile situazione finanziaria in una relazione CONCORD pubblicata nel 2007. I nuovi Stati membri stanno affrontando difficoltà nel tentativo di rispettare il fermo impegno assunto di giungere allo 0,10-0,17% di APS/RNL entro il 2010 per una serie di ragioni, tra cui gli attuali scarsi livelli di sostegno pubblico alla cooperazione allo sviluppo e i problemi legati alla transizione post-sovietica. Pertanto, è essenziale rafforzare la società civile e impegnarsi in consultazioni pubbliche e in campagne di sensibilizzazione più ampie, al fine di ottenere un riscontro circa il ruolo e la responsabilità di tali paesi in Europa e nel mondo. I paesi OCSE che spendono maggiormente in educazione allo sviluppo/sensibilizzazione hanno in genere rapporti APS/RNL più elevati e mostrano una consapevolezza pubblica leggermente migliore circa i problemi dello sviluppo. La ricerca sul centro di sviluppo OCSE dimostra che l'educazione, le campagne di sensibilizzazione, il dibattito pubblico e l'attenzione dei media rafforzano la consapevolezza. Tuttavia, i livelli deludenti di consapevolezza da parte dell'opinione pubblica europea circa i problemi della povertà e dello sviluppo indicano che oltre l'80% dei cittadini UE non ha mai sentito parlare degli Obiettivi di sviluppo del millennio. Occorrerebbe garantire all'opinione pubblica, quale elemento di un diritto democratico, la trasparenza circa l'efficacia degli aiuti e la spesa pubblica nell'affrontare la povertà. Politiche di cooperazione allo sviluppo più vigorose, efficienti e coerenti possono essere perseguite attraverso una migliore educazione e informazione nei paesi in via di sviluppo.

Raccomandazioni: esiste un bisogno impellente di coordinare le attività dei vecchi e dei nuovi donatori, di valutare, al contempo, i potenziali vantaggi dei nuovi Stati membri e di applicarli in particolari settori/paesi. I mezzi di comunicazione e le ONG di sviluppo dovrebbero essere incoraggiate a sensibilizzare la popolazione nel suo insieme, poiché solo con un sostegno più vasto sarà possibile stanziare risorse finanziarie e umane a favore della cooperazione europea allo sviluppo.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

29.1.2008

Esito della votazione finale

+ :

– :

0 :

33

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Thijs Berman, Josep Borrell Fontelles, Marie-Arlette Carlotti, Corina Creţu, Marek Aleksander Czarnecki, Nirj Deva, Koenraad Dillen, Fernando Fernández Martín, Alain Hutchinson, Romana Jordan Cizelj, Madeleine Jouye de Grandmaison, Filip Kaczmarek, Glenys Kinnock, Maria Martens, Gay Mitchell, Luisa Morgantini, Horst Posdorf, José Ribeiro e Castro, Toomas Savi, Frithjof Schmidt, Jürgen Schröder, Feleknas Uca, Johan Van Hecke, Jan Zahradil

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Gabriela Creţu, Sorin Frunzăverde, Miguel Angel Martínez Martínez, Manolis Mavrommatis, Atanas Paparizov, Anne Van Lancker, Ralf Walter, Renate Weber

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Catherine Neris