RELAZIONE 

16.5.2008

sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), presentata al Parlamento europeo in applicazione della sezione G, punto 43, dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 – 2006
(2007/2219(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatore: Jacek Saryusz-Wolski
PR_INI_art112-1

Procedura : 2007/2219(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A6-0189/2008

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), presentata al Parlamento europeo in applicazione della sezione G, punto 43, dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 – 2006(

2007/2219(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo, sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), presentata al Parlamento europeo in applicazione della sezione G, punto 43, dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 – 2006 ,

–   visto l'articolo 21 del trattato UE,

–   visti il trattato che modifica il trattato sull'Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea (trattato di Lisbona), firmato il 13 dicembre 2007 a Lisbona, e la Carta dei diritti fondamentali proclamata il 12 dicembre 2007,

–   vista la strategia europea in materia di sicurezza (SES), adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,

–   visto l'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria[1],

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 14 dicembre 2007 e visto l'invito a un rapido completamento dei processi nazionali di ratifica, nella prospettiva dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona il 1° gennaio 2009,

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 15-16 dicembre 2005 sulle prospettive finanziarie 2007-2013,

–   vista la sua risoluzione del 20 febbraio 2008 sul trattato di Lisbona[2], compreso il parere della commissione per gli affari esteri,

– vista la sua risoluzione del 23 maggio 2007 sulla politica estera e di sicurezza comune – 2005[3],

–   vista la sua risoluzione del 16 novembre 2006 sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza nell'ambito della PESD[4],

–   vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2006 sui nuovi meccanismi di finanziamento per lo sviluppo nel quadro degli Obiettivi di sviluppo del Millennio[5],

–   viste le sue risoluzioni del 10 maggio e del 14 novembre 2007 sui Vertici UE-Russia[6] e del 19 giugno 2007 sulle relazioni economiche e commerciali tra l'UE e la Russia[7],

–   viste le sue risoluzioni del 1° giugno 2006 sullo sviluppo delle relazioni fra l'Unione europea e gli Stati Uniti nel quadro di un accordo di partenariato transatlantico e sulle relazioni economiche transatlantiche UE-USA[8] e la sua risoluzione del 25 aprile 2007 sulle relazioni transatlantiche[9] ,

–   vista la sua risoluzione del 12 luglio 2007 sul Medio Oriente[10],

–   vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2007 sul dialogo per i diritti umani e sulle relazioni UE-Cina[11],

–   viste le sue risoluzioni del 25 ottobre 2007 sulla situazione attuale delle relazioni UE-Africa[12] e del 10 maggio 2007 sul Corno d'Africa: un partenariato politico-regionale dell'UE[13],

–   vista la sua risoluzione del 10 maggio 2007 sulle riforme nel mondo arabo: quale strategia per l'Unione europea?[14],

–   vista la sua risoluzione del 27 aprile 2006 su una cooperazione rafforzata fra Unione europea e America latina[15],

–   viste la sua risoluzione del 18 gennaio 2006[16] e le conclusioni del Consiglio Affari generali e relazioni esterne del 10 marzo 2008 sull'Afghanistan,

–   vista la sua risoluzione del 10 marzo 2005 sulla Conferenza di revisione del trattato di non proliferazione prevista per il 2005 – Armi nucleari in Corea del Nord e in Iran[17], nella quale si afferma chiaramente che il principio del "Nessun pagamento senza informazioni" è un principio che l'UE seguirà nei suoi rapporti con la Penisola coreana;

–   vista la sua proposta risoluzione del 25 ottobre 2007 sull'Iran[18],

–   vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2007 su una misura speciale per l'Iraq[19],

–   vista la sua risoluzione del 26 settembre 2007 su una politica estera comune dell'Europa in materia di energia[20],

–   viste le sue risoluzioni del 15 novembre 2007 sulla Conferenza di Bali sui cambiamenti climatici e del 29 novembre 2007 sul commercio e il cambiamento climatico[21] così come le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 13 e 14 marzo 2008 sul cambiamento climatico e sull'energia e il documento presentato in tale occasione dall'Altro Rappresentante dell'UE e della Commissione europea sul cambiamento climatico e la sicurezza internazionale[22],

–   vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2007 sulla lotta al terrorismo[23],

–   viste le sue risoluzioni del 26 aprile 2007 sulla relazione annuale sui diritti dell'uomo nel mondo 2006 e sulla politica dell'UE in tale rispetto[24] e del 6 settembre 2007 sul funzionamento dei dialoghi e delle consultazioni con i paesi terzi in materia di diritti dell'uomo[25],

–   vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2006 sugli aspetti istituzionali della capacità dell'Unione europea di integrare nuovi Stati membri[26],

–   viste le sue risoluzioni del 13 dicembre 2006 sulla strategia di allargamento e le sfide principali per il periodo 2006-2007[27] e del 15 novembre 2007 sullo sviluppo della politica europea di vicinato[28],

–   vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2008 sull'approccio in materia di politica regionale per il Mar Nero[29],

–   vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2007 sulle relazioni tra l'UE e la Serbia[30],

–   visto l'articolo 112, paragrafo 1, del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A6‑0189/2008),

A. considerando che una chiara definizione degli interessi dell'Unione è indispensabile per raggiungere gli obiettivi dell'azione esterna dell'Unione e in particolare della sua politica estera,

B.  considerando che una unità politica maggiore all'interno dell'Unione europea è necessaria per rafforzare la PESC e renderla efficace, dato che altrimenti la credibilità dell'Unione europea in quanto attore globale rischierebbe di uscirne pregiudicata, come avvenuto per il modo in cui l'UE ha affrontato le questioni della Turchia, della Russia, dell'Iraq, dell'Afghanistan, di Cuba e della sicurezza energetica; considerando che è auspicabile che il trattato di Lisbona e il ruolo rafforzato dell'Alto Rappresentante facilitino una strategia in materia di politica estera più lungimirante e la creazione di un approccio esaustivo che meriti il sostegno di tutti gli Stati membri;

C. considerando che il trattato di Lisbona comporta un chiaro miglioramento dell'organizzazione della PESC attualmente in vigore, rafforzando in tal modo il profilo internazionale dell'Unione e incrementandone l'efficacia,

D. considerando che la pressione delle crisi e dei conflitti al di fuori dei confini dell'UE e la necessità di affrontare le nuove sfide allarmanti del cambiamento climatico suggeriscono una prospettiva più ampia per la PESC,

E.  considerando che, per essere credibili, la PESC e la futura Politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) devono ottenere risorse in linea con le loro ambizioni e i loro obiettivi specifici e che si ritiene necessario al riguardo un cospicuo aumento, durante la verifica a medio termine delle prospettive finanziarie nel 2009 e da altre fonti finanziarie,

Principi

1.  ritiene che sin dall'inizio la PESC, che comprende la politica europea di sicurezza e di difesa (PESD), abbia contribuito a rafforzare l'identità europea e il ruolo dell'UE come attore globale;

2.  è tuttavia del parere che il ruolo dell'Unione europea nel mondo non sia commisurato al suo potenziale e alle aspettative dell'opinione pubblica europea, e ciò a causa della riluttanza degli Stati membri ad adottare le riforme necessarie e indispensabili per rafforzare l'efficacia, la coerenza e la responsabilità della loro politica estera;

3.  ritiene che l'Unione europea, in quanto comunità di valori, per essere un attore globale credibile debba far valere i suoi elevati standard nelle relazioni esterne e che la PESC debba quindi poggiare sui valori cui l'Unione europea e i suoi Stati membri sono profondamente attaccati, segnatamente la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, quali obiettivi chiave della PESC;

4.  mette in evidenza, a tale riguardo, che la forte dipendenza energetica dell'Unione europea da paesi non democratici pregiudica gravemente la coerenza, l'autorità e la sostenibilità della sua politica estera comune;

5.  è fermamente convinto che l'Unione europea possa esercitare un impatto e portare avanti una vera PESC efficace e credibile solo se definisce chiaramente i suoi obiettivi comuni, se si dota degli opportuni strumenti in modo tale da garantire la coerenza tra i mezzi e gli obiettivi, se parla con una sola voce e se gode, grazie al controllo del Parlamento europeo, di una forte legittimità democratica; ritiene altresì che gli obiettivi chiave della PESC possano essere conseguiti solo se lo stesso Parlamento europeo parla con una sola voce e, a tale proposito, incoraggia una più chiara ripartizione delle competenze tra i suoi organi specializzati competenti in materia di PESC, da un punto di vista sia tematico che geografico;

6.  invita gli Stati membri a impegnarsi a consultare i loro partner in seno all'UE e l'Alto Rappresentante prima di adottare decisioni strategiche nel settore della politica estera, in particolare nell'ambito delle organizzazioni multilaterali, affinché le loro posizioni riguardanti decisioni strategiche siano perlomeno coerenti, convergenti e compatibili, e non incidano sulla coerenza e sulla coesione dell'azione esterna dell'Unione europea né indeboliscano la credibilità di quest'ultima come attore globale di fronte ai paesi terzi;

Relazione annuale 2006 sulla PESC e relazioni tra le istituzioni UE

7.  accoglie favorevolmente la relazione annuale 2006 del Consiglio;

8.  riconosce i progressi per quanto concerne la struttura della relazione, in particolare l'inclusione di una pianificazione più orientata al futuro accanto alla descrizione delle attività svolte l'anno precedente, ma si aspetta che il Consiglio tenga conto, per la prossima relazione annuale, delle pertinenti risoluzioni e/o raccomandazioni del Parlamento;

9.  ritiene che il Parlamento debba prendere più sistematicamente posizione su ciascuna fase del processo decisionale della PESC e della PESD; raccomanda che, per rafforzare la loro legittimità democratica, le posizioni comuni e le azioni comuni prendano in considerazione e contengano, ove opportuno, riferimenti alle posizioni adottate dal Parlamento;

10. riconosce che sono stati compiuti considerevoli progressi nelle relazioni tra Consiglio e Parlamento, in particolare grazie alla creazione di nuovi e più flessibili canali di comunicazione; ritiene tuttavia che il Parlamento debba adottare una posizione più ferma rispetto alle questioni discusse, che dovrebbero essere sistematicamente trattate in seno al Consiglio; evidenzia che sono anche stati compiuti progressi grazie all'aumento dei contatti interistituzionali, in particolare i periodici scambi di opinioni con l'Alto Rappresentante e la maggiore frequenza delle visite dei rappresentanti speciali dell'UE nonché di altri alti funzionari al Parlamento; ritiene comunque che siano possibili ulteriori miglioramenti, in particolare per quanto concerne la scelta del momento di tali visite, che dovrebbe tenere conto anche dell'ordine del giorno del Parlamento e dei suoi organi competenti;

11. si compiace che venga sempre più riconosciuto che la legittimità e la coerenza della PESC/PESD dipendono in larga misura dalla crescente disponibilità dell'Alto Rappresentante e dei suoi servizi a cooperare con il Parlamento, nonché dalla disponibilità della presidenza del Consiglio ad associare il Parlamento;

Priorità del Parlamento concernenti taluni aspetti orizzontali per il 2008

12. propone che nel 2008 venga data priorità ad un numero limitato di argomenti che si pongono meglio in relazione con le preoccupazioni dei cittadini europei e le loro aspettative per quanto concerne il ruolo che l'Unione europea deve svolgere nelle questioni internazionali;

13. sollecita il Consiglio e la Commissione ad affrontare congiuntamente, con un maggiore senso dell'urgenza, le questioni di interesse comune per l'Europa quali il terrorismo, la criminalità organizzata, il miglioramento della sicurezza attraverso la cooperazione e lo sviluppo, la sicurezza energetica, il cambiamento climatico, lo sviluppo sostenibile, il miglioramento della stabilità nelle regioni confinanti, la gestione delle crisi, la prevenzione dei conflitti e la risoluzione degli stessi, la non diffusione delle armi di distruzione di massa (WMD), la gestione della migrazione e la promozione dei diritti umani e delle libertà civili; si compiace della relazione della Commissione e dell'Alto Rappresentante al Consiglio europeo sul cambiamento climatico e la sicurezza internazionale; invita il Consiglio ad esaminare la relazione e a presentare raccomandazioni su un seguito adeguato; sottolinea l'importanza della dimensione interna quale elemento costitutivo fondamentale per la definizione di un area europea di libertà, sicurezza e giustizia;

14. invita l'Alto Rappresentante a valutare i progressi compiuti nonché le eventuali carenze nella messa in atto della SES dal 2003 a questa parte e ad includere proposte volte a migliorare e a completare detta strategia; ritiene che il rispetto del diritto internazionale e il ruolo delle istituzioni internazionali dovrebbero diventare principi guida per quanto concerne l'azione esterna dell'UE; ritiene che tale valutazione dovrebbe costituire la base di un ampio dibattito politico pubblico; sottolinea che qualsiasi valutazione futura della SES dovrebbe essere effettuata in stretta collaborazione con tutte le istituzioni dell'Unione europea incluso il Parlamento europeo e con i parlamenti nazionali; ritiene altresì che la SES dovrebbe essere rivista in modo da includere un'analisi approfondita dell'attuale missione della futura direzione della NATO e delle relazioni della NATO con l'Unione europea a livello operativo e strategico nonché un'analisi delle ramificazioni di sicurezza di un ulteriore allargamento della NATO; invita il Consiglio europeo a formulare, per la prima volta, una posizione coerente sulla politica UE-NATO che non solo servirà a dare nuovo slancio alle relazioni transatlantiche ma anche a fornire sostegno ad uno sviluppo tempestivo della politica di sicurezza e di difesa dell'UE come previsto dal trattato di Lisbona;

15. invita il Consiglio a prevedere l'introduzione di strutture e di procedure appropriate nonché il miglioramento del funzionamento di quelle esistenti affinché l'Unione europea possa sviluppare la sua capacità di reazione rapida in situazioni di crisi; chiede altresì l'elaborazione di un quadro giuridico che definisca il diritto di intervento e l'obbligo di protezione in situazioni di crisi, comprese le procedure decisionali e le debite responsabilità in dette situazioni;

16. ritiene che l'importanza della dimensione di politica estera della sicurezza energetica, compresa la dipendenza dell'Unione dalla fornitura di energia e da altre forniture strategiche da parte di paesi e regioni non stabili o non democratici continuerà ad aumentare; raccomanda un'ampia diversificazione delle fonti energetiche e delle vie di trasporto dell'energia e una maggiore efficienza energetica nonché solidarietà a livello di politica di sicurezza energetica tra gli Stati membri dell'UE; deplora la firma non coordinata, da parte di alcuni Stati membri, di accordi bilaterali in materia di energia che compromettono gli interessi e mettono in discussione i progetti strategici dell'Unione nel suo insieme e di altri Stati membri; sottolinea al riguardo l'importanza strategica della pipeline Nabucco per la sicurezza energetica dell'Unione europea e invita la Commissione e il Consiglio a fare il possibile per realizzare con successo e al più presto tale progetto; ribadisce l'invito a creare il posto di Alto funzionario per la politica estera dell'energia, sotto l'autorità del futuro Alto Rappresentante/Vicepresidente della Commissione ("doppio cappello"), responsabile del coordinamento dell'attività dell'Unione in questo settore; deplora la mancanza di reazione da parte del Consiglio e della Commissione in relazione alla propria risoluzione soprammenzionata del 26 settembre 2007;

17. deplora la mancanza di progressi verso una politica estera europea comune sull'energia e deplora il bilateralismo delle azioni intraprese da taluni Stati membri dell'UE, che indebolisce in modo considerevole il potere negoziale dell'Unione europea nel suo insieme nonché i suoi sforzi per una politica estera comune sull'energia; ribadisce l'opinione che tale politica deve basarsi sulla solidarietà ed essere sostenuta da un mercato interno efficiente e adeguatamente interconnesso, dotato di tutti gli strumenti necessari per contrastare comportamenti monopolistici e non commerciali aventi motivazioni politiche, che possono costituire una minaccia per la sicurezza energetica della Comunità; accoglie pertanto con favore e sostiene con energia la clausola sui paesi terzi inclusa nel terzo pacchetto sull'energia;

18. ribadisce che il terrorismo, in quanto strumento utilizzato da organizzazioni non democratiche o terroristiche, costituisce una delle principali minacce alla sicurezza dell'UE e si compiace degli sforzi compiuti dal Coordinatore UE per la lotta al terrorismo per consolidare l'attuazione della strategia antiterroristica dell'UE; rileva che la lotta al terrorismo deve essere portata avanti con il dovuto rispetto dei valori universali della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e dei diritti fondamentali e della loro protezione, in stretta cooperazione con i partner internazionali e in linea con la strategia stabilita dalle Nazioni Unite; ritiene che un'efficace lotta al terrorismo debba essere una priorità chiave nelle relazioni tra l'Unione e i paesi terzi;

19. riafferma l'importanza di una gestione ordinata dei flussi migratori; ritiene pertanto fondamentale approfondire la cooperazione dei paesi sia di origine sia di transito e incentivarla tramite una politica di condizionalità positiva; sottolinea la necessità di evitare l'immigrazione illegale e di lottare contro i gruppi che lucrano su di essa;

20. ribadisce che il rafforzamento della governance globale, le istituzioni internazionali e il valore del diritto internazionale continuano a costituire un interesse fondamentale dell'azione esterna dell'Unione; sottolinea al riguardo il ruolo essenziale che le Nazioni Unite devono svolgere nel sostenere un effettivo multilateralismo e sottolinea che l'Unione deve essere unita nel sollecitare i suoi partner a portare avanti lo sviluppo e il consolidamento della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto, quale base comune per un mondo prospero e sicuro; ribadisce il suo impegno in relazione agli obiettivi di sviluppo del Millennio, in particolare la lotta globale contro la povertà;

21. ritiene che, nel perseguimento della governance globale, si debba prestare una particolare attenzione al ruolo svolto dai fondi sovrani e da analoghi operatori economici statali, che dovrebbero essere incoraggiati ad operare con la massima trasparenza e responsabilità;

22. ritiene importante che l'UE compia maggiori sforzi per promuovere e consolidare le sue politiche di sostegno alla democrazia a livello mondiale; ritiene pertanto essenziale porre tale sostegno al centro della PESC e garantire coerenza tra le azioni delle istituzioni comunitarie e quelle degli Stati membri;

23. insiste sull'esigenza di un'efficace attuazione delle clausole riguardanti i diritti dell'uomo e delle disposizioni in materia di non proliferazione e antiterrorismo nonché dell'inclusione di una clausola sulla sicurezza energetica negli accordi con i paesi terzi, al fine di garantire la coerenza e l'efficacia delle politiche esterne dell'UE;

24. sottolinea energicamente il fatto che è necessario proseguire a livello internazionale l'attuazione della strategia dell'UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa (WMD), impegnarsi attivamente per la conservazione dell'attuale sistema in materia di controllo degli armamenti e disarmo, segnatamente per l'entrata in vigore del Trattato sul divieto totale degli esperimenti atomici, la coerente applicazione della Convenzione sulle armi chimiche e il suo controllo generalizzato, il divieto internazionale delle armi a frammentazione e l'applicazione universale della Convenzione di Ottawa sul divieto delle mine terrestri, mettere maggiormente in primo piano le iniziative per il controllo del commercio di armi leggere e altre iniziative e questioni in materia di disarmo e non proliferazione, rafforzare gli accordi multilaterali di non proliferazione e rendere disponibili i mezzi necessari per realizzare la strategia dell'UE contro la proliferazione delle WMD; sollecita l'Unione e gli Stati membri a svolgere un ruolo positivo e effettivo per porre fine al blocco prolungato della Conferenza di Ginevra sul disarmo, e a operare affinché i negoziati si concludano con un trattato non discriminatorio, multilaterale, internazionale ed effettivamente verificabile, che vieti la produzione di materiale fissile per armi nucleari;

Priorità del Parlamento nelle regioni geografiche per il 2008

25. ritiene che il processo di allargamento dell'Unione europea, basato sull'articolo 49 del trattato UE, continui a costituire una priorità fondamentale in materia di politica estera e che dovrebbe basarsi sulla capacità dell'Unione di integrare nuovi Stati membri (tenendo conto dell'impatto dell'allargamento sulle sue istituzioni, le sue risorse finanziarie e la sua capacità di perseguire i propri obiettivi politici);

26. ritiene che la stabilità nei Balcani occidentali debba costituire la massima priorità per l''UE nel 2008, in linea con la posizione espressa dal Consiglio nella relazione annuale per il 2006; attribuisce pertanto estrema importanza al potenziamento degli sforzi per avvicinare i Balcani occidentali all'UE, tra cui l'introduzione di un regime di esenzione dall'obbligo di visto, il rafforzamento della cooperazione regionale in settori come gli scambi, i trasporti e l'energia, e la partecipazione dei paesi dei Balcani occidentali ai programmi comunitari; ritiene che una maggiore enfasi sulle questioni economiche e sociali che ciò comporta agevolerebbe e sosterrebbe i preparativi di tali paesi all'adesione all'Unione, in conformità della "Agenda di Salonicco"; sottolinea l'importanza di coinvolgere la società civile nel processo di adesione;

27. ritiene che il dialogo con la Serbia andrebbe intensificato e che andrebbero adottate azioni concrete al fine di ribadire la prospettiva europea di tale paese; considera la firma dell'accordo di stabilità e associazione un'azione concreta verso la futura adesione della Serbia all'Unione europea; incoraggia un'assistenza sostanziale e l'attuazione di impegni conclusi mutualmente e di misure di cooperazione, compresa la road map sulla liberalizzazione dei visti; sottolinea che andrebbe accordata particolare attenzione al rafforzamento dei legami con tutte le forze democratiche e la società civile nei settori d'interesse comune; ritiene che l'UE dovrebbe sviluppare adeguate politiche e avviare opportuni processi al fine di evitare l'isolamento della Serbia;

28. rinvia alle conclusioni del Consiglio Affari generali e Relazioni esterne del 18 febbraio 2008, in cui il Consiglio ha preso atto che il 17 febbraio 2008 l'Assemblea del Kosovo ha adottato una risoluzione che dichiara l'indipendenza del Kosovo e in cui il Consiglio ha altresì stabilito che gli Stati membri decideranno, conformemente alle prassi nazionali e al diritto internazionale, le proprie relazioni con il Kosovo;

29. ritiene che la missione EULEX in Kosovo debba tutelare gli interessi delle minoranze nazionali, come previsto dal piano Ahtisaari al fine di mantenere il carattere multietnico del territorio, creare fiducia tra le comunità etniche, proteggere l'eredità culturale, religiosa e storica, consolidare lo stato di diritto e promuovere lo sviluppo economico; rileva che l'iniziativa locale in relazione a tali sforzi garantirà il successo della transizione e dello sviluppo sostenibile, sociale, politico ed economico del Kosovo; esprime preoccupazione per lo stallo che si registra nei negoziati sul trasferimento delle responsabilità dall'UNMIK a EULEX; invita gli Stati membri dell'UE ad avviare un'azione concertata a livello di Nazioni Unite al fine di garantire il riconoscimento della missione EULEX quale parte della presenza civile internazionale in Kosovo ai sensi della risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza;

30. sottolinea che la situazione delle minoranze in tutti i paesi dei Balcani occidentali dovrebbe essere oggetto di un ulteriore attento controllo da parte dell'UE per garantire l'effettiva protezione di tutti i gruppi minoritari e dei loro diritti e ritiene che si dovrebbero fare ulteriori progressi consistenti in questo settore, in linea con gli standard europei; ritiene che si dovrebbe trarre vantaggio dall'anno del dialogo interculturale 2008 per promuovere la comprensione reciproca e un'educazione volta a instillare la tolleranza;

31. sottolinea inoltre che il rafforzamento della politica europea di vicinato (PEV) dovrebbe essere considerato come uno degli obiettivi principali per il 2008 e che ciò dovrebbe condurre a un approccio più differenziato nei confronti dei nostri vicini, che tenga debitamente conto delle loro aspettative e degli interessi strategici dell'Unione; ritiene che questa politica rinnovata debba sfruttare meglio e in più ampia misura gli strumenti comunitari disponibili;

32. ribadisce che il persistere di conflitti irrisolti nei paesi PEV rappresenta una grave sfida per la sicurezza delle frontiere esterne UE e l'efficace attuazione della PEV; sottolinea che con l'ampliamento 2007 le frontiere UE si trovano ancora più vicine a queste zone di conflitto; chiede pertanto un coinvolgimento UE più attivo e globale nelle attuali iniziative volte a risolvere questi conflitti, in particolare quello della regione della Transnistria della Repubblica Moldava, conformemente al diritto internazionale e ai principi dell'integrità territoriale e chiede inoltre un coinvolgimento più profondo da parte dell'UE nella gestione dei conflitti;

33. ritiene che l'Unione dovrebbe incentrare la propria azione sullo sviluppo della cooperazione economica, della stabilità politica e della democrazia nelle tre aree fondamentali di cooperazione regionale, segnatamente il Mediterraneo, il Mar Baltico e il Mar Nero, utilizzando strutture cooperative in tali zone, consolidando la sinergia tra politiche istituzionali e regionali e assistendo tali paesi nei rispettivi processi di integrazione; si compiace dell'intenzione espressa dal Consiglio europeo del 13 e 14 marzo 2007 di promuovere il processo di Barcellona; ribadisce l'importanza di ottenere risultati tangibili nella regione euromediterranea dove il rispetto dei diritti umani e lo sviluppo economico e sociale nei paesi della costa meridionale andrebbe promosso accordando altresì più attenzione alle sfide dell'energia e dell'ambiente;

34. ribadisce che le regioni del Mar Nero e del Mar Baltico hanno assunto importanza strategica per l'UE e che meritano pertanto un approccio più coerente, analogo a quello con la regione del Mediterraneo; invita di conseguenza il Consiglio e la Commissione a promuovere la cooperazione regionale con e all'interno delle regioni del Mar Nero e del Mar Baltico; ritiene che una pari attenzione ed un equilibrio tra queste regioni fondamentali verrebbero garantiti al meglio mettendo a punto nuove strutture organizzative per la collaborazione regionale nelle zone del Mar Nero e del Mar baltico, nonché rafforzando le relazioni con le assemblee multilaterali esistenti quali l'Assemblea parlamentare della Cooperazione economica del Mar Nero;

35. sottolinea la necessità di rafforzare l'alleanza transatlantica e di intensificare i contatti con gli Stati Uniti, tra l'altro attraverso un Accordo di partenariato transatlantico più avanzato e esaustivo, il cui potenziale andrebbe pienamente sfruttato e che dovrebbe includere la consultazione su interessi reciproci, nonché la prevenzione dei conflitti civili, l'ordine legale internazionale, la pace e il disarmo, lo sviluppo sostenibile e la lotta contro la povertà; si compiace dell'istituzione del Consiglio economico transatlantico; sottolinea l'importanza della dimensione parlamentare nel quadro del "dialogo dei legislatori transatlantici" nonché la necessità di avviare un dialogo più approfondito con il Congresso USA sui futuri rapporti UE-USA, il futuro della Nato e la riforma delle Nazioni Unite;

36. considera estremamente importante la revisione da parte dell'Unione nel 2008 delle sue relazioni con la Russia; ritiene che tali relazioni dovrebbero basarsi su un partenariato equilibrato che dovrebbe affrontare sfide globali come la non proliferazione di WMD, la sicurezza regionale e la sicurezza dell'energia e dovrebbe promuovere il consolidamento della democrazia, la protezione dei diritti umani, la libertà di circolazione e, soprattutto, il rispetto dello stato di diritto; ricorda che un partenariato effettivo deve basarsi sulla parità di trattamento di tutti gli Stati membri nonché sui buoni rapporti con i paesi limitrofi nonché sulla trasparenza e la responsabilità democratica; invita gli Stati membri a coordinare le relazioni con la Federazione russa sulla base degli interessi comuni dell'Unione; invita il Consiglio e la Commissione a garantire che il mandato di qualsiasi futuro accordo non solo sottolinei tali interessi condivisi ma definisca anche un meccanismo per verificarne l'attuazione;

37. invita il Consiglio e la Commissione a proseguire gli sforzi, sia nell'ambito del Quartetto per il Medio Oriente sia in loco, intesi a favorire i negoziati fra israeliani e palestinesi per una soluzione di pace globale, duratura e giusta sulla base di due Stati sicuri e vitali, nella speranza che si dia seguito ai passi concreti definiti nell'Agenda di Annapolis; ritiene che l'Unione debba massimizzare la propria influenza in termini finanziari, commerciali e politici sulle due parti per giungere a tale soluzione di pace e debba svolgere, nelle pertinenti sedi, un ruolo corrispondente al suo contributo finanziario e politico;

38. ritiene che il regime di non proliferazione nucleare nel quadro del trattato di non proliferazione (NPT) si trovi in grave pericolo e invita il Consiglio e particolarmente i due Stati membri in possesso di armi nucleari a presentare un'iniziativa europea sull'attuazione degli obblighi di disarmo contenuti all'articolo VI dell'NPT per quanto riguarda in particolare la conferenza di riesame dell'NTP del 2010; si oppone fermamente alla produzione e alla diffusione di armi di distruzione di massa, che minaccia di diventare una realtà in un numero sempre maggiore di paesi vista l'impossibilità di separare chiaramente l'uso della tecnologia nucleare a fini energetici dal suo uso per la produzioni di armi; ricorda in questo contesto, in particolare, le incertezze in merito agli obiettivi del programma nucleare dell'Iran; invita l'Iran ad essere attivamente trasparente nelle sue relazioni con l'AIEA e ad adoperarsi per recuperare la fiducia della comunità internazionale; invita i membri del Consiglio di sicurezza ONU a deferire il tema dell'Iran all'Agenzia internazionale per l'energia atomica e ad avviare negoziati senza precondizioni; invita gli Stati membri UE ad evitare tutte le esportazioni di tecnologia nucleare a qualsiasi paese che non abbia ratificato i protocolli addizionali all'NPT;

39. ritiene che l'UE possa contribuire a guadagnare la fiducia dei paesi con i quali non ha legami contrattuali o con i quali ha legami ridotti, promuovendo i contatti tra i rispettivi popoli, ad esempio con programmi quali il gemellaggio delle città o Erasmus Mundus;

40. ribadisce che la promozione della solidarietà internazionale, della stabilità, della pace e dello sviluppo economico, umano e democratico, lo Stato di diritto e la lotta agli stupefacenti devono restare tra le priorità della politica dell'UE nei confronti dell'Afghanistan nel 2008; sottolinea la necessità di ripristinare la sicurezza nel paese, un obiettivo che non può essere conseguito con i soli mezzi militari; sottolinea che a tal fine è altrettanto essenziale potenziare le forze di polizia per instaurare lo Stato di diritto e aumentare gli sforzi di sviluppo; rileva con inquietudine la progressiva intensificazione della produzione di droga che ha nuovamente reso l'Afghanistan il primo produttore mondiale; si compiace dello spiegamento di EUPOL in Afghanistan e sollecita gli Stati membri dell'UE a equipaggiarlo di personale esperto e ben preparato ed eventualmente ad ampliarlo; è preoccupato per l'insufficiente coordinamento, sia a livello della comunità internazionale (soprattutto tra l'UE e la NATO) che nelle relazioni con le autorità afgane, che nuoce seriamente all'efficacia delle attività sul terreno; invita tutti gli attori ad attivarsi per migliorare la situazione; accoglie favorevolmente, a tale proposito, la nomina di Kai Eide a rappresentante speciale del Segretario generale dell'ONU per l'Afghanistan;

41. raccomanda che le relazioni politiche ed economiche con la Cina vengano approfondite nel 2008 a condizione che il paese realizzi progressi sostanziali nel settore della democrazia e dei diritti umani e tenga conto delle gravi preoccupazioni dell'UE in merito al suo comportamento in Tibet, portando avanti un dialogo costruttivo con le autorità su tale argomento, a fortiori nella prospettiva dei Giochi olimpici di Pechino; invita la Cina a promuovere un approccio globale orientato al futuro per quanto concerne la ricostruzione del paese, con un maggiore rispetto per le sue diverse etnie e tradizioni culturali; deplora al riguardo la mancanza di risultati sostanziali per quanto concerne il dialogo sui diritti umani UE-Cina;

42. raccomanda che le relazioni politiche ed economiche con l'ASEAN vengano approfondite nel 2008 sulla base dei progressi sostanziali compiuti nel settore della democrazia e dei diritti umani; riconosce il crescente ruolo dell'ASEAN quale forza di stabilità e prosperità regionale; ritiene che l'UE e l'ASEAN dispongano di un notevole potenziale per una maggiore cooperazione basata in parte sui progressi dell'ASEAN per quanto concerne l'integrazione regionale e nei settori della democrazia e dei diritti umani; continua ad essere particolarmente preoccupato per la situazione in Myanmar;

43. sottolinea la necessità di dar seguito in modo sostanziale nel 2008 alle decisioni raggiunte al vertice UE-Africa tenutosi nel dicembre 2007 a Lisbona; si compiace in questo contesto della nomina di un rappresentante speciale dell'UE/Capo della delegazione della Commissione europea per l'Unione africana secondo la formula del "doppio cappello", con sede a Addis Abeba; ritiene che l'Unione, in cooperazione con le Nazioni Unite, debba compiere ogni sforzo per rafforzare la capacità di consolidamento e mantenimento della pace dell'Unione africana; plaude in questo contesto alle missioni UE di riforma del settore della sicurezza nella Repubblica democratica del Congo e nella Repubblica di Guinea Bissau e chiede un'utilizzazione coordinata della PESC e degli strumenti comunitari come lo Strumento per la stabilità;

44. si attende che l'imminente Quinto Vertice UE-America latina e Caraibi, che si svolgerà a Lima nel maggio 2008, comporti un approfondimento del contenuto della dichiarata Associazione biregionale, fra cui l'istituzione del Fondo biregionale di solidarietà proposto dal Parlamento, nonché la puntuale finalizzazione entro la fine del 2008 dei negoziati sull'accordo di associazione dell'Unione con il Mercosur, la Comunità andina e l'America centrale;

45. richiama l'attenzione sulle proprie circostanziate risoluzioni e relazioni concernenti le varie zone geografiche d'interesse, in quanto contengono preziosi contributi al dibattito sul modo in cui dovrebbe evolvere la politica dell'UE nei confronti di dette zone;

46. raccomanda che l'Unione rafforzi il dialogo politico con le regioni e i paesi terzi, in particolare con i principali partner; ribadisce al riguardo l'importante ruolo che la diplomazia parlamentare svolge come strumento complementare nelle relazioni dell'Unione con tali paesi e regioni, soprattutto attraverso le tre principali assemblee interparlamentari multilaterali (l'Assemblea paritetica ACP-UE (APP ACP-UE), l'Assemblea parlamentare Euromediterranea (Euromed) e l'Assemblea parlamentare Europa-America latina (EuroLat)); si impegna a istituire un'Assemblea parlamentare UE-Vicinato orientale (Euro-Nest) entro il 2009, al fine di rafforzare la dimensione parlamentare del partenariato politico tra il Parlamento europeo e i paesi interessati nell'area orientale della PEV;

47.  reitera l'invito agli Stati membri UE che sono altresì membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU a migliorare il loro coordinamento in tale quadro, al fine di rafforzare l'efficacia dell'azione dell'Unione sulla scena mondiale e, in una prospettiva a più lungo termine, ad impegnarsi per ottenere un seggio UE in seno al Consiglio di sicurezza nell'ambito di una vasta riforma del sistema delle Nazioni Unite; chiede agli Stati membri dell'Unione europea che sono membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU di cooperare più strettamente con gli altri Stati membri che non ricoprono tale ruolo;

Efficienza, coerenza e visibilità della PESC

48. si compiace dei miglioramenti apportati dal trattato di Lisbona per quanto riguarda l'azione esterna, la PESC e la PESD, che diventerà PSDC; ritiene che il nuovo trattato rafforzi sostanzialmente l'azione esterna dell'Unione e il suo ruolo nelle relazioni internazionali e che esso incrementi la visibilità e il profilo dell'Unione, rafforzando nel contempo la sua capacità di agire efficacemente sulla scena mondiale;

49. auspica che il trattato di Lisbona venga ratificato rapidamente dagli Stati membri, onde consentirne la tempestiva entrata in vigore; si congratula con gli Stati membri che hanno già ratificato il trattato di Lisbona;

50. si compiace del miglioramento del quadro istituzionale dell'Unione nel settore della PESC, soprattutto grazie:

a)  alla creazione della carica di Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che sarà Vicepresidente della Commissione, responsabile di fronte al Parlamento, nonché Presidente del Consiglio dei ministri degli esteri, che condurrà la PESC e la PSDC, contribuirà allo sviluppo della politica e garantirà la coerenza dell'azione esterna dell'Unione;

b)  all'istituzione, con il consenso della Commissione e previa consultazione del Parlamento, di un Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), incaricato di assistere l'Alto Rappresentante, che sarà formato da personale della Commissione, del Segretariato del Consiglio e dei servizi diplomatici nazionali;

51. si compiace dell'ampliamento del campo dell'azione esterna dell'Unione, nel cui ambito rientra la predisposizione di una nuova base giuridica e di strumenti che interessano i settori connessi alla PESC, come un'esplicita base giuridica per la PEV, il conferimento di un'unica personalità giuridica all'Unione, il sostegno finanziario d'urgenza per i paesi terzi, gli aiuti umanitari, le sanzioni contro le entità non statali, la politica spaziale, la sicurezza energetica, la lotta al cambiamento climatico, la prevenzione del terrorismo internazionale e la protezione dei dati personali;

52. sottolinea l'importanza di garantire la coerenza politica nel quadro delle azioni esterne dell'Unione, in particolare tra la PESC, la PSDC e le politiche in materia di sviluppo e commercio; sottolinea, in tale contesto, il ruolo fondamentale che l'Alto Rappresentante e la SEAE dovrebbero svolgere al fine di conseguire detta coerenza;

53. ricorda che il conferimento della personalità giuridica all'Unione solleva la questione del suo status all'interno di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite; ritiene che il futuro status dell'Unione in seno all'ONU debba corrispondere al suo contributo finanziario e politico;

           Il trattato di Lisbona e il suo impatto sulle relazioni Consiglio-Parlamento-Commissione nelle questioni PESC/PSDC e sul controllo parlamentare sulla PESC/PSDC

54. ritiene che l'instaurazione della massima collaborazione tra il Presidente del Consiglio europeo, il Presidente della Commissione, l'Alto Rappresentante e la Presidenza di turno sia indispensabile per garantire che le loro diverse funzioni contribuiscano alla coerenza ed efficienza della PESC;

55. chiede al Consiglio di rispondere concretamente agli auspici e alle preoccupazioni espressi dal Parlamento tramite comunicazioni formali, in particolare per quanto riguarda le risoluzioni sui casi di violazione dei diritti dell'uomo, della democrazia e dello Stato di diritto;

56. chiede al Consiglio di esaminare l'efficacia delle sue politiche di sanzioni nei confronti di taluni regimi odiosi, quali il regime di Mugabe in Zimbabwe e la giunta militare in Myanmar, e di introdurre misure per il loro miglioramento, compresi i meccanismi necessari per una osservazione e attuazione positive in tale ambito;

57. invita il futuro Alto Rappresentante/Vicepresidente della Commissione a basarsi sulla esperienza degli interventi periodici degli Alti Rappresentanti e del Commissario per le relazioni esterne dinnanzi al Parlamento in seduta plenaria e alla commissione per gli affari esteri e sulla pratica degli incontri informali, per sviluppare consultazioni regolari, sistematiche e significative con il Parlamento e i suoi organi competenti e per coinvolgere il Parlamento nel processo decisionale, al fine di incrementare la trasparenza e la credibilità delle scelte principali della PESC; sottolinea che la futura carica di Alto Rappresentante/Vicepresidente della Commissione trarrà la propria legittimità direttamente dal Parlamento europeo;

58. sottolinea inoltre che le relazioni Consiglio-Parlamento devono altresì essere riesaminate onde tener conto delle grandi riforme della futura PSDC e dei rafforzati poteri di controllo del Parlamento a seguito del trasferimento all'UE delle restanti competenze dell'Unione dell'Europa occidentale; a tal riguardo accoglie con favore le disposizioni miranti a una cooperazione più stretta fra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali;

59. chiede la definizione di un accordo interistituzionale tra il Parlamento e il Consiglio che definisca le loro relazioni di lavoro nel settore dell'azione esterna, compresa la comunicazione delle informazioni riservate, nel momento in cui entrerà in vigore il trattato di Lisbona; chiede che l'accordo quadro tra la Commissione e il Parlamento sia aggiornato per tener conto delle disposizioni del trattato di Lisbona;

60. chiede che il futuro Alto Rappresentante/Vicepresidente della Commissione assuma le sue funzioni contestualmente alla nuova Commissione il 1° novembre 2009, che per il periodo tra l'entrata in vigore del trattato di Lisbona e il 1° novembre 2009 sia trovata una soluzione transitoria e che il Parlamento sia pienamente consultato sulla nomina da parte del Consiglio europeo, con l'accordo del Presidente della Commissione, del primo Alto Rappresentante/Vicepresidente della Commissione, nonché su qualsiasi altra nomina a carattere temporaneo; in tale contesto ritiene necessario che venga messa a punto una procedura di audizione ad hoc per la nomina dell'Alto Rappresentante/Vicepresidente della Commissione, in cui la commissione per gli affari esteri sia competente per il merito;

61. sottolinea le considerevoli conseguenze che l'istituzione del SEAE avrà sulle relazioni esterne dell'Unione; sottolinea la necessità di trasparenza e di input democratico in detto processo; ricorda il suo diritto di essere consultato sull'istituzione del SEAE, a norma dell'articolo 13 bis, paragrafo 3, del trattato UE; chiede la piena associazione ai relativi lavori preparatori; si richiama alla relazione che sta elaborando al riguardo; auspica che l'istituzione del SEAE fornirà una maggiore chiarezza in merito ai criteri, la nomina e la valutazione dei rappresentanti speciali dell'UE, compresi la definizione e lo scopo dei loro compiti, la durata del mandato e il coordinamento e la complementarietà con le delegazioni della CE;

62. invita il futuro Alto Rappresentante/Vicepresidente della Commissione nonché il Consiglio e la Commissione a rafforzare la collaborazione con le Assemblee parlamentari multilaterali esistenti (APP ACP-UE, EuroMed, EuroLat e, una volta istituita, Euro-Nest) che consentono ai parlamentari dell'Unione di incontrare alcuni dei loro più importanti omologhi, in quanto ciò costituisce un chiaro valore aggiunto per la coerenza e l'efficienza dell'azione esterna dell'Unione;

63. invita il Comitato politico e di sicurezza (CPS) a creare, congiuntamente con il Parlamento europeo, un meccanismo di rispetto delle informazioni confidenziali sulle crisi emergenti o gli eventi che interessano la sicurezza internazionale comparabile ai meccanismi esistenti in vari parlamenti nazionali degli Stati membri dell'UE che spazierebbe, a seconda del grado di riservatezza, da riunioni di commissione a porte chiuse fino a riunioni tra il CPS e i membri nominati delle pertinenti commissioni e sottocommissioni;

64. ritiene necessario prevedere che il presidente della commissione per gli affari esteri partecipi alle riunioni del Consiglio in cui vengono esaminate le azioni congiunte nonché alle riunioni informali dei ministri degli affari esteri degli Stati membri (riunioni Gymnich), secondo quella che è già prassi consolidata per le riunioni informali del Consiglio in altri settori politici;

65. sottolinea l'esigenza di garantire la responsabilità democratica e la trasparenza delle attività intraprese dall'Agenzia europea per la difesa;

Finanziamento della PESC/PSDC alla luce del trattato di Lisbona

66. rileva con soddisfazione il rafforzamento, in virtù del trattato di Lisbona, dei poteri di bilancio del Parlamento su tutta la spesa UE, compreso l'SEAE, che mette il Parlamento su un piano di parità con il Consiglio, abolendo la distinzione tra spese obbligatorie e non obbligatorie e rendendo il quadro finanziario pluriennale giuridicamente vincolante;

67. deplora l'inutile complessità delle disposizioni riguardanti il rapido finanziamento delle attività PSDC al di fuori del bilancio UE; insiste affinché tutte le azioni esterne dell'Unione (comprese quelle nell'ambito della futura PSDC, ma ad esclusione di qualsiasi spesa militare) siano finanziate in futuro a partire dal bilancio comune dell'Unione europea;

68. sottolinea al riguardo che occorre dedicare particolare attenzione al monitoraggio della gestione delle crisi civili, in cui confluiscono risorse e responsabilità diverse del Consiglio, della Commissione e degli Stati membri, in modo da garantire un'efficienza e un coordinamento ottimali;

69. riconosce l'utilità delle riunioni di consultazione comuni tra gli uffici di presidenza della commissione per gli affari esteri e della commissione per i bilanci e il presidente del CPS, come previsto dal citato accordo interistituzionale del 17 maggio 2006; ritiene allo stesso tempo che sia essenziale che il presidente e/o i relatori delle commissioni del Parlamento competenti per l'azione esterna siano pienamente associati d'ufficio alle attività del nuovo comitato di concertazione previsto per la nuova procedura di bilancio;

70. chiede che, nello spirito dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006, che prevede un dialogo strutturato tra il Consiglio e il Parlamento, il Consiglio informi il Parlamento prima di adottare una decisione che comporti una spesa PESC;

71. ritiene che l'importo totale di 1.740 milioni EUR assegnato alla PESC per il periodo compreso tra il 2007 e il 2013 sia insufficiente per conseguire gli ambiziosi e specifici obiettivi dell'UE in quanto attore globale, pur riconoscendo che il finanziamento PESC deciso per il 2008, pari a 285 milioni EUR, rappresenta un importante passo in avanti rispetto alle precedenti dotazioni (con un aumento di 125 milioni EUR rispetto al 2007); sottolinea che tale aumento dovrebbe essere accompagnato da misure più rigorose di controllo parlamentare e da una migliore cooperazione da parte del Consiglio;

72. presenterà proposte specifiche sul finanziamento e il controllo di bilancio del SEAE nel quadro della sua prossima relazione in materia;

o

o o

73. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della NATO nonché al Presidente dell'Assembla parlamentare del Consiglio d'Europa.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

6.5.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

55

2

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Christopher Beazley, Angelika Beer, Colm Burke, Marco Cappato, Véronique De Keyser, Giorgos Dimitrakopoulos, Hanna Foltyn-Kubicka, Bronisław Geremek, Maciej Marian Giertych, Ana Maria Gomes, Klaus Hänsch, Richard Howitt, Anna Ibrisagic, Jelko Kacin, Ioannis Kasoulides, Maria Eleni Koppa, Helmut Kuhne, Joost Lagendijk, Vytautas Landsbergis, Johannes Lebech, Willy Meyer Pleite, Francisco José Millán Mon, Raimon Obiols i Germà, Vural Öger, Ria Oomen-Ruijten, Justas Vincas Paleckis, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Tobias Pflüger, João de Deus Pinheiro, Mirosław Mariusz Piotrowski, Samuli Pohjamo, Libor Rouček, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Saryusz-Wolski, György Schöpflin, Hannes Swoboda, Konrad Szymański, Charles Tannock, Ari Vatanen, Kristian Vigenin, Jan Marinus Wiersma, Luis Yañez-Barnuevo García, Zbigniew Zaleski, Josef Zieleniec

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Laima Liucija Andrikienė, Alexandra Dobolyi, Árpád Duka-Zólyomi, Carlo Fatuzzo, Marie Anne Isler Béguin, Rihards Pīks, Dariusz Rosati, Wojciech Roszkowski, Inger Segelström, Adrian Severin, Jean Spautz, Karl von Wogau

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Renate Weber