RELAZIONE sul controllo di bilancio dei fondi dell'UE in Afghanistan
9.12.2008 - (2008/2152(INI))
Commissione per il controllo dei bilanci
Relatrice: Véronique Mathieu
Relatori per parere (*):
Nickolay Mladenov: commissione per gli affari esteri
Csaba Őry: commissione per lo sviluppo
(*) Commissioni associate – articolo 45 del regolamento
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sul controllo di bilancio dei fondi dell'UE in Afghanistan
Il Parlamento europeo,
- viste le sue varie risoluzioni precedenti sull'Afghanistan e, in particolare, la risoluzione dell'8 luglio 2008[1],
- viste le conferenze di Bonn nel 2001, Tokyo nel 2002 e Berlino nel 2004, in occasione delle quali le Nazioni Unite, l'Unione europea e la comunità internazionale si sono impegnate ad accordare all'Afghanistan aiuti internazionali per un totale di oltre 8.000.000.000 di euro e vista la conferenza di Londra del 2006 in occasione della quale è stato il firmato il "Patto per l'Afghanistan",
- vista la strategia nazionale di sviluppo, ratificata agli inizi del 2008 dal governo afghano, e che costituisce altresì una strategia per la riduzione della povertà nel paese,
- vista la conferenza di Parigi del 12 giugno 2008 in occasione della quale i paesi donatori hanno promesso all'Afghanistan aiuti per oltre 21.000.000.000 di USD,
- visti gli impegni assunti dall'Unione in occasione della succitata conferenza di Parigi sull'efficacia degli aiuti in Afghanistan, nonché il codice di condotta dell'Unione europea adottato nel 2007,
- vista la sua risoluzione del 22 aprile 2008 in cui figurano osservazioni che sono parte integrante della decisione concernente il discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2006, sezione III - Commissione[2] e, in particolare, i paragrafi 181 e 200 della stessa (azioni esterne, aiuti umanitari e sviluppo),
- visto il documento di strategia nazionale per il periodo 2003-2006 adottato dalla Commissione di concerto con il Parlamento europeo, che poneva l'accento sulla stabilità e la riduzione della povertà,
- visti il documento di strategia nazionale per il periodo 2007-2013 e il programma indicativo pluriennale per il periodo 2007-2010 adottati dalla Commissione, di concerto con il Parlamento europeo, e che quest'ultimo prevede un importo di 610.000.000 di euro stanziati per la Repubblica islamica dell'Afghanistan durante gli esercizi finanziari dal 2007 al 2010,
- viste la missione della sua delegazione, recatasi in Afghanistan dal 26 aprile al 1° maggio 2008 per esaminare le condizioni di applicazione degli aiuti comunitari internazionali, e la relativa relazione di missione,
- visto il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio, del 25 giugno 2002, che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee[3] e, in particolare l’articolo 53 dello stesso, e le relative modalità di esecuzione,
- visti gli articoli da 285 a 287 del trattato sull'Unione europea[4] riguardanti la Corte dei conti, nonché gli articoli da 310 a 325 del medesimo trattato, riguardanti le disposizioni finanziarie e che entreranno in vigore dopo la conclusione del processo di ratifica del trattato di Lisbona che modifica il trattato sull'Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea[5],
- visto il regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 1999, relativo alle indagini condotte dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF)[6],
– visti gli Obiettivi di sviluppo del Millennio e gli obiettivi esposti nella dichiarazione del Millennio, adottata dall'ONU l'8 settembre 2000 e firmata da 189 paesi,
– visto il regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo[7],
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
- visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e i pareri della commissione per gli affari esteri, della commissione per lo sviluppo e della commissione i bilanci (A6-0488/2008),
A. considerando che da vari decenni l'Afghanistan si trova in stato di conflitto o di guerra quasi permanente e che, oltre al traffico di stupefacenti e alla corruzione latente, presente a tutti i livelli dell'amministrazione, il governo centrale è da sempre afflitto da una debolezza strutturale, nonché da una mancanza di capacità e di perizia e da un'insufficienza di mezzi che sono croniche, dato che i proventi del bilancio statale coprono appena il 30% delle spese totali,
B. considerando che la grave situazione in cui versa l'Afghanistan richiede un rapido miglioramento della governance, ad opera di uno Stato più forte, in grado di garantire alla popolazione la sicurezza e il rispetto delle leggi e di creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile del paese,
C. considerando che, nell'attuale clima di rallentamento dell'economia a livello mondiale, è particolarmente importante assicurare un controllo efficace dei finanziamenti UE per la cooperazione allo sviluppo,
D. considerando che l'articolo 25, paragrafo 1, lettera b), della dichiarazione del Millennio determina le condizioni per fornire un sostegno di bilancio a paesi partner,
E. considerando che la responsabilità, la trasparenza e la gestione finalizzata ai risultati sono tra i principi guida della cooperazione allo sviluppo secondo diverse convenzioni internazionali, tra cui la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti,
F. considerando che in Afghanistan il 90% del denaro pubblico proviene da aiuti internazionali, il che dimostra quanto il paese sia dipendente dagli aiuti,
Ripartizione degli aiuti dell'Unione europea,
1. osserva che l'Unione è fra i principali donatori di aiuti allo sviluppo e di assistenza umanitaria all'Afghanistan e rammenta che la Commissione, che dal 2002 dispone di una delegazione a Kabul, fra il 2002 e il 2007 ha accordato aiuti per un importo pari a 1.400.000.000 di euro, dei quali 174.000.000 di euro destinati agli aiuti umanitari, e che circa 1.150.000.000 di euro sono già stati pagati, il che rappresenta un apprezzabile tasso di esborso dell'81,5%;
2. constata che gli aiuti dell'Unione si compongono di aiuti diretti e aiuti indiretti; che fra il 2002 e il 2007 gli aiuti comunitari diretti, che rappresentano il 70% (970.000.000 di euro) del totale degli aiuti comunitari, sono stati applicati tramite i servizi della Commissione, sotto forma di convenzioni di finanziamento con lo Stato afghano, di contratti con i fornitori di servizi, di forniture o di lavori, e di convenzioni di sovvenzione con organizzazioni internazionali e ONG, europee o locali, e che gli aiuti indiretti sono stati gestiti essenzialmente dalle Nazioni Unite (13% dei fondi) e dalla Banca mondiale (17% dei fondi);
Settori prioritari degli aiuti
3. rammenta che il documento della Commissione di strategia nazionale per il periodo 2003-2006 per l'Afghanistan, volto a creare le condizioni necessarie per uno sviluppo sostenibile e a ridurre la povertà, si era concentrato sulle priorità seguenti: riforma dell'amministrazione pubblica (212.000.000 di euro), lotta contro la droga (95.000.000 di euro), sicurezza alimentare (203.000.000 di euro), infrastrutture (90.000.000 di euro), sanità (50.000.000 di euro), profughi (38.000.000 di euro) e infine azioni di sminamento (47.200.000 di euro); il documento della Commissione di strategia nazionale per l'Afghanistan propone due obiettivi prioritari a lungo termine, ovvero lo sviluppo sostenibile e la lotta contro la povertà;
4. osserva che, nella prospettiva di realizzare questi due obiettivi prioritari a lungo termine stabiliti per il periodo 2007-2013, i settori più importanti cui saranno destinati gli aiuti sono la governance, lo sviluppo rurale e la sanità, mentre altri settori secondari d'intervento saranno definiti a livello della protezione sociale, della cooperazione regionale e delle azioni di sminamento;
5. ricorda che l'uguaglianza di genere e i diritti della donna sono considerati questioni fondamentali sia nella strategia di sviluppo nazionale del governo afghano che nel documento di strategia nazionale 2007-2013, il quale precisa che la dimensione di genere sarà parte integrante della pianificazione nei tre settori prioritari succitati;
6. al fine di aumentare gli stanziamenti a favore dei due obiettivi prioritari a lungo termine dell'UE in Afghanistan, ovverosia lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà, invita la Commissione a modificare, in sede di elaborazione del programma indicativo pluriennale (PIP) 2010-2013, la ripartizione dei fondi comunitari fra i tre settori principali e i tre settori secondari, così come a favore della distribuzione di tali fondi allo sviluppo infrastrutturale e ad alternative di sostentamento che contribuiscano alla riduzione della povertà e agevolino il passaggio da un'economia basata sull'oppio a un sistema economico e sociale alternativo; esorta pertanto la Commissione ad aumentare gli stanziamenti destinati ai settori della sanità, dell'istruzione e delle infrastrutture; ricorda inoltre l'impegno dell'Unione europea verso il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio;
Bilancio dell'utilizzo dei fondi dell'Unione europea
7. constata che gli incontri svoltisi nel quadro della succitata delegazione in Afghanistan, hanno messo in evidenza soprattutto due fonti di difficoltà incontrate nella distribuzione degli aiuti internazionali: la debole capacità di assorbimento del paese sul piano economico e amministrativo e la mancanza di coordinamento fra i donatori e le autorità afghane;
8. ritiene che la mancanza di coordinamento sia dovuta alle carenze delle strutture governative e all'assenza di un'efficace strategia governativa. In realtà, le autorità e i responsabili politici afghani devono essere ritenuti responsabili della condotta degli affari generali del paese, sia nel caso della mancanza di orientamenti strategici che in quello della gestione di dotazioni finanziarie molto consistenti che sono loro destinate; osserva inoltre che la molteplicità dei donatori e la volontà di affermare la propria visibilità si traducono molto spesso in strategie nazionali isolate, quando non in doppi impieghi fra diversi ministeri nazionali; ritiene che tale mancanza di coordinamento favorisca la corruzione e contribuisca al contempo a penalizzare la ricostruzione del paese;
9. ricorda che il Patto per l'Afghanistan concluso tra la Repubblica islamica dell'Afghanistan e la comunità internazionale in occasione della conferenza di Londra del 2006 costituisce il quadro vincolante per entrambe le parti per la ricostruzione e la costruzione dello Stato in Afghanistan;
10. esprime preoccupazione per la scarsa qualità dell'amministrazione dei fondi di assistenza da parte dell'amministrazione centrale afghana e per la mancanza di trasparenza che contraddistingue la gestione di tale assistenza; ritiene indispensabile che il PIP 2010-2013 tenga in debita considerazione i risultati concreti della lotta alla corruzione e proceda al logico adeguamento dell'assistenza comunitaria;
11. reputa che la creazione di uno Stato di diritto e la lotta contro la corruzione e il traffico di stupefacenti debbano rappresentare una delle priorità politiche del governo afghano e che in mancanza di una governance adeguata non si verificherà nessun progresso sostenibile in Afghanistan;
12. constata tuttavia che, malgrado queste fragilità strutturali, la volontà della comunità internazionale e del governo afghano hanno permesso di migliorare il livello di vita della popolazione;
13. rammenta che la missione della sua delegazione ha formulato una valutazione positiva quanto alla pertinenza delle scelte degli aiuti dell'Unione tramite l'azione della Commissione;
14. ritiene in particolare che, dopo la caduta dei regime dei talebani, i settori dell'assistenza sanitaria, dell'istruzione e delle infrastrutture (in particolare stradali) abbiano dato risultati promettenti; sono stati infatti constatati una significativa diminuzione della mortalità infantile (dal 22% nel 2001 al 12,9% nel 2006), una più elevata percentuale di afghani che possono accedere direttamente alle cure sanitarie di base (65% nel 2006, rispetto al 9% nel 2001), i primi segnali di sviluppi positivi in materia di istruzione e iniziative a favore della parità di genere;
15. ricorda la discriminazione particolarmente grave subita dalle donne in Afghanistan sotto il regime dei talebani e nel periodo successivo; condanna ogni pratica legale, culturale o religiosa di discriminazione contro le donne, che le escluda dalla vita pubblica e politica e le segreghi nella loro vita quotidiana; sollecita la Commissione a combattere tali pratiche in tutte le sue azioni di sviluppo nel paese;
16. sottolinea l’importanza della lotta contro ogni forma di lavoro minorile, la tratta dei minori e la violenza nei confronti dei minori, e del miglioramento della protezione sociale dei minori in Afghanistan; chiede l’elaborazione di programmi che scoraggino l’assenteismo scolastico da parte dei minori e prevedano disposizioni relative al pagamento delle tasse scolastiche e ai programmi di approvvigionamento alimentare per le scuole;
17. prende atto degli sforzi effettuati dalla Commissione per valorizzare al massimo le sue attività presso i partner afghani, ma deplora la pressoché totale mancanza di sostegno degli Stati membri all'intento dell'Istituzione di identificare i progetti;
18. ritiene che, alla lettura dei dispositivi giuridici concernenti il sistema di controllo degli aiuti comunitari diretti e indiretti che figurano negli accordi firmati dall'Unione in materia di gestione degli aiuti comunitari esterni, erogati tramite fondi fiduciari di donatori diversi, la Commissione disponga di un arsenale giuridico sufficiente per difendere gli interessi finanziari dell'Unione in Afghanistan e auspica che sia redatto un elenco della tipologia delle irregolarità osservate sul posto;
19. osserva che, in applicazione delle medesime disposizioni, la Corte dei conti europea può effettuare controlli presso le organizzazioni internazionali interessate;
20. rammenta infine che, sia le agenzie delle Nazioni Unite che la Banca mondiale, possiedono un sistema di governance elaborato, paragonabile a quelli che esistono in seno alla Commissione, con organi specializzati nella gestione finanziaria, l'audit interno, i controlli, l'audit esterno, il seguito dei mercati e la lotta contro la frode e le irregolarità;
21. plaude ai recenti miglioramenti nell’ambito della cooperazione tra le Nazioni Unite, tra le altre organizzazioni internazionali, e le istituzioni dell’Unione europea per quanto concerne il controllo dei finanziamenti destinanti alla cooperazione allo sviluppo; chiede che il processo di miglioramento sia ulteriormente approfondito nel prossimo futuro;
22. sottolinea la necessità di controllare in modo più efficace l’attuazione della cooperazione allo sviluppo dell’UE; invita le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali che gestiscono i fondi comunitari a cooperare pienamente con la Corte dei conti europea e l’Ufficio europeo antifrode (OLAF), nonché con l’Unità di ispezione congiunta delle Nazioni Unite;
23. sostiene gli sforzi della Commissione per aiutare l'Afghanistan e si compiace del suo impegno a lungo termine nei confronti del paese; ritiene che la Commissione dovrebbe agire in più stretta collaborazione con le Nazioni Unite e la Banca mondiale, cooperando anche con la Corte dei conti, l'OLAF e le pertinenti agenzie delle Nazioni Unite, al fine di garantire che il contributo della Commissione ai fondi fiduciari sia gestito in modo trasparente; esorta la Commissione a informare adeguatamente il Parlamento;
24. sottolinea la necessità di migliorare il coordinamento dei donatori in Afghanistan sotto la guida della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) e ritiene che la Commissione dovrebbe rafforzare il coordinamento dell'assistenza tra gli Stati membri, al fine di migliorare l'efficacia e aumentare la visibilità del sostegno dell'UE;
Raccomandazioni
Per quanto riguarda il coordinamento e la visibilità degli aiuti internazionali:
25. ritiene siano necessari sforzi ulteriori nel settore dell'assistenza internazionale per sostenere l'applicazione della strategia nazionale afghana di sviluppo e per introdurre progressivamente un coordinamento migliore e metodi più efficaci nell'attuazione delle priorità di sviluppo definite dagli afghani stessi; insiste affinché alle autorità di Kabul sia attribuito un ruolo più importante nell'attuazione dei progetti di sviluppo e nella lotta contro la corruzione, in particolare migliorando la gestione delle finanze pubbliche e ponendo l'accento sulla formazione dei controllori, soprattutto nei vari ministeri e a livello locale;
26. insiste sulla necessità che la Commissione affronti le preoccupanti lacune di coordinamento tra Stati membri, oltre che tra essa e Stati membri, in relazione all'assistenza finanziaria prestata dall'UE all'Afghanistan; chiede alla Commissione di sviluppare una strategia che coinvolga i paesi donatori e le autorità afgane, intesa a migliorare il coordinamento e la comunicazione tra di loro;
27. sottolinea la grande importanza del coordinamento dei donatori in Afghanistan e in particolare l’armonizzazione delle procedure sulla base dei sistemi nazionali; insiste sul fatto che queste e altre misure relative all’efficacia degli aiuti, indicate nella Dichiarazione di Parigi, siano pienamente attuate in Afghanistan;
28. rammenta che l'efficacia degli aiuti è un principio chiave della politica di sviluppo dell'UE; a tale proposito sottolinea l'importanza del programma sull'efficacia degli aiuti della Commissione e prende atto delle conclusioni del Consiglio "affari generali" e "relazioni esterne" del 26 maggio 2008 riguardo all'efficacia degli aiuti comunitari in Afghanistan;
29. prende atto dell'intenzione di trasferire al Ministero afghano della Sanità i finanziamenti erogati dalla Commissione per l'assistenza medica di base e sottolinea che qualsiasi aumento delle risorse convogliate attraverso il governo afghano deve essere accompagnato dallo sviluppo delle pertinenti capacità e da criteri chiari in materia di risultati, con un sostegno specifico per la governance democratica a livello subnazionale;
30. mette in discussione l’invio di fondi attraverso il bilancio centrale del governo dell'Afghanistan (“sostegno del bilancio”) per mezzo di fondi fiduciari multilaterali associati a contributi provenienti dal bilancio comunitario, quando l’Afghanistan non è ancora considerato un paese che soddisfa i requisiti dell'UE necessari affinché partecipi direttamente a un programma di sostegno del bilancio; ritiene che quando saranno soddisfatti tali requisiti, il sostegno di bilancio dovrà essere fornito su base settoriale;
31. attira l’attenzione sull'articolo 25, paragrafo 1, lettera b), dell’SCS secondo cui i programmi di sostegno al bilancio devono essere accompagnati dal sostegno agli sforzi compiuti dai paesi partner per sviluppare le capacità di audit e di controllo parlamentare e accrescere la trasparenza e l’accesso pubblico alle informazioni; indica che anche le attività svolte in questo settore devono essere svolte quando il “sostegno di bilancio” è fornito da altri donatori o fondi fiduciari multilaterali e sottolinea il ruolo importante che possono svolgere le organizzazioni della società civile per il controllo di tale sostegno di bilancio;
32. sottolinea l’importanza di valutare la cooperazione comunitaria in Afghanistan, come richiesto all'articolo 33 dell’SCS, e la necessità che le valutazioni inizino su basi solide e comprendano il coordinamento dei donatori e gli aspetti delle attività a monte e la catena di risultati (produzione, risultato, impatto); chiede che le conclusioni delle valutazioni siano utilizzate nella formulazione di successive azioni di cooperazione;
33. reputa imperativo, vista l'importanza degli aiuti comunitari rispetto all'insieme degli aiuti internazionali, migliorare la visibilità dell'operato dell'Unione, a livello locale e nei confronti dei cittadini europei, e far sì che l'Unione svolga un ruolo privilegiato a livello del dialogo, dell'orientamento e del sostegno decisionale, in relazione con il governo afghano, le amministrazioni nazionali e regionali e la comunità internazionale dei donatori; auspica che la Commissione lanci una riflessione generale su una futura gestione degli aiuti diretti ad opera delle autorità afghane;
34. invita il governo afghano ad assicurare che il piano d'azione nazionale per l'uguaglianza di genere (NAPWA), di recente istituzione, riceva finanziamenti soddisfacenti e sia posto in atto in collaborazione con la società civile e le organizzazioni delle donne; invita parallelamente la Commissione a garantire che le sue azioni in materia di uguaglianza di genere siano trasparenti e coordinate con le corrispondenti azioni degli altri donatori per l'Afghanistan; invita pertanto la Commissione a presentare una relazione che valuti in quale misura la parità fra i sessi è stata a tutt'oggi tenuta in considerazione nella programmazione degli aiuti finanziari stanziati dall'Unione;
Per quanto riguarda i settori prioritari degli aiuti:
35. esorta la Commissione a rafforzare, cooperando con gli Stati membri, i propri settori d'intervento concernenti la risoluzione dei problemi prioritari della vita quotidiana, la sanità, la sicurezza e l'accesso ai servizi pubblici e all'istruzione elementare;
36. ritiene che le priorità enunciate nel Documento di strategia nazionale (2007-2013) della Commissione siano conformi alle esigenze della società afghana; sottolinea la necessità di concentrarsi sulla riforma del sistema della giustizia penale, inclusi la polizia, le pratiche detentive e la magistratura, di garantire il rispetto dei diritti umani, in particolare quelli di donne e bambini, di lottare contro la povertà, affrontando anche lo sviluppo rurale e il problema prioritario della produzione di oppio; accoglie con favore l'intenzione della Commissione di focalizzarsi sulla governance e chiede che venga dato nuovo slancio alla giustizia di transizione, conformemente al piano d'azione del governo afghano per la pace, la giustizia e la riconciliazione;
37. sottolinea la necessità di aumentare l'aiuto allo sviluppo a favore dell'Afghanistan e nel contempo di renderlo più efficace; ribadisce che l'aiuto dovrebbe rafforzare le capacità locali ed essere equamente ripartito in tutto il paese in base alle necessità socio-economiche accertate; prende atto delle raccomandazioni formulate a tal fine in occasione della conferenza di Parigi e nella relazione dell'Agenzia di coordinamento degli aiuti in Afghanistan (ACBAR); sollecita la sua commissione per il controllo dei bilanci a includere una valutazione della misura in cui i finanziamenti destinati alla missione UE di polizia in Afghanistan sono stati utilizzati correttamente e in modo efficace;
38. richiama l'attenzione su due sfide particolari che vanno affrontate con urgenza: lo sviluppo agricolo, al fine di evitare una potenziale crisi umanitaria che potrebbe aggravare ulteriormente la già precaria situazione della sicurezza, e la definizione di politiche e programmi che affrontino i principali problemi sociali e sanitari provocati dalla tossicodipendenza, con particolare riguardo alle donne e alle loro famiglie;
Per quanto riguarda il controllo dei fondi dell'Unione:
39. si aspetta che la Commissione rafforzi i propri controlli quanto all'efficacia della gestione degli aiuti finanziari dell'Unione e, più in particolare, del contributo della Commissione ai fondi fiduciari;
40. chiede alla Commissione di trasmettere al Parlamento europeo una relazione annuale contenente una valutazione dell'efficacia e dell'impatto degli aiuti, un documento che presenti una garanzia ragionevole per tipo di aiuto, sulla legalità e la regolarità di operazioni finanziate e cofinanziate, nonché le informazioni sul tasso di spese controllate, per tipo di aiuto, sulla tipologia delle irregolarità identificate e sulle misure adottate;
41. ricorda il regolamento (CE) n. 1073/1999 e insiste affinché qualsiasi informazione su atti di frode o di grave irregolarità aventi un impatto sui fondi europei, sia inviata d'urgenza all'OLAF;
42. insiste affinché la Commissione e l'OLAF adottino iniziative volte a rafforzare i contatti operativi con l'Integrity Department della Banca mondiale, in particolare nel quadro di finanziamenti tramite fondi fiduciari (trust fund) e chiede che sia attribuita un'attenzione particolare al miglioramento delle possibilità di effettuate indagini congiunte o coordinate con le agenzie delle Nazioni Unite;
43. esprime profonda preoccupazione per i rischi cui è esposto il personale che opera nell’ambito della cooperazione allo sviluppo in Afghanistan, come ha accentuato la morte, nell’agosto 2008, di quattro unità; ritiene che la sicurezza dei civili che prestano assistenza sia compromessa dalla labile distinzione tra operatori militari e civili, a causa dell’impiego di squadre militari di ricostruzione provinciale per l’esecuzione di azioni di sviluppo nelle province; chiede pertanto che si ristabilisca una chiara distinzione tra personale militare e civile;
44. ritiene che il deterioramento della sicurezza sia causa di gravi difficoltà per il personale della delegazione della Commissione a Kabul e di un aumento dei costi della gestione della realizzazione dei progetti sostenuti dalla Commissione; esorta pertanto la Commissione a rafforzare l'organico di tale delegazione affinché sia dotato di personale sufficiente e preparato meglio per procedere a tutte le verifiche e a tutti gli audit e controlli necessari, visto il contesto prevalente in Afghanistan;
45. chiede risorse adeguate per coprire i costi legati alla sicurezza nel quadro dei progetti della Commissione, onde garantire la protezione degli operatori umanitari e assicurare nel contempo che le legittime misure di sicurezza non sottraggano risorse agli obiettivi e alla realizzazione dei progetti;
46. desidera tributare un sentito omaggio al notevole lavoro compiuto dal personale della delegazione della Commissione a Kabul e chiede un rafforzamento sostanziale delle misure di sicurezza attuali nonché un miglioramento delle condizioni di lavoro;
Per quanto riguarda l'assistenza allo sviluppo delle capacità dell'amministrazione afghana:
47. accoglie con favore gli sforzi delle autorità afghane per migliorare i propri meccanismi finanziari e di gestione, che porterebbero a una gestione afghana, ma ritiene che la sostenibilità di questo processo richieda sforzi maggiori; sottolinea la necessità che le istituzioni afghane continuino la lotta alla corruzione e attuino politiche efficaci volte a migliorare la situazione sociale e le condizioni di vita, l'istruzione e la salute della popolazione e che sia riservata un'attenzione particolare alle modalità per integrare nel processo decisionale i gruppi marginalizzati e le donne;
48 considera essenziale rafforzare ulteriormente azioni e programmi volti a migliorare la buona governance e l'efficienza dell'amministrazione afghana, nonché a lottare contro tutte le forme di corruzione; prende atto dello sforzo effettuato dall'Unione per arginare la corruzione nell'amministrazione afghana, mettendo parte della propria linea di bilancio al servizio della loro formazione e rimunerazione, ed esorta la Commissione a continuare le azioni di formazione per il personale dell'amministrazione e delle forze dell'ordine;
49. chiede che in Afghanistan siano organizzate formazioni analoghe a quelle organizzate dall'OLAF e da EuropeAid per funzionari africani, sul tema "protezione e ottimizzazione dei fondi pubblici - cooperazione fra le istituzioni nazionali e internazionali";
50. insiste affinché la comunità internazionale ottenga dal governo afghano una maggiore trasparenza nello stanziamento dei proventi fiscali alle province, ai distretti e alle autorità locali, affinché siano maggiormente coinvolte nell'attuazione delle politiche di sviluppo nazionale; insiste inoltre affinché il governo afghano informi adeguatamente il parlamento del paese sull'utilizzo degli aiuti internazionali;
51. esorta la Commissione, gli Stati membri e il governo afghano a garantire che i loro programmi e le loro attività, soprattutto a livello provinciale, siano pienamente coordinati con la strategia nazionale di sviluppo per l'Afghanistan e conformi agli impegni assunti da tutte le parti in occasione della conferenza di Parigi;
52. riconosce l'importanza delle squadre di ricostruzione provinciale e il lavoro delle forze di sicurezza afghane, ma riconosce anche che la promozione dello sviluppo in Afghanistan attraverso istituzioni civili-militari rappresenta una sfida per l'efficacia degli aiuti e chiede la massima partecipazione da parte delle organizzazioni non governative e della società civile del paese, del governo afghano e delle agenzie internazionali;
53. si rammarica del fatto che le relazioni tra attori non statali e il governo dell’Afghanistan non siano sempre serene e chiede che venga profuso ogni sforzo per migliorarle; indica inoltre la necessità di stabilire una definizione rigorosa degli attori non statali senza scopo di lucro a livello nazionale, previa consultazione degli stessi;
54. sostiene qualsiasi iniziativa volta a ravvicinare le delegazioni interparlamentari del Parlamento europeo e delle due camere del parlamento afghano, la Wolesi Jirga e la Meshrano Jirga, a favore della buona governance parlamentare;
55. rammenta la sua iniziativa di sostenere, nel bilancio 2008, il processo democratico nei parlamenti di paesi terzi, e conviene di utilizzare le relative risorse in modo da migliorare la capacità del parlamento afghano di legiferare, di controllare il potere esecutivo e di rappresentare pienamente il popolo afghano;
56. sottolinea che è necessario dare la priorità al sostegno dello sviluppo dei partiti politici, di gruppi tematici in seno all'Assemblea nazionale, della società civile e dei mezzi d'informazione; ritiene che la comunità internazionale abbia il dovere di finanziare, in tutto o in parte, un bilancio elettorale, e di fornire assistenza per l'attuazione di tutte le norme della legge elettorale afghana, comprese quelle relative alla valutazione dei candidati;
57. invita la Commissione e il governo afghano, in vista delle prossime elezioni presidenziali e legislative che si svolgeranno nel paese nel 2009 e nel 2010 rispettivamente, a continuare ad incoraggiare e a finanziare in misura sufficiente azioni a favore dell'emancipazione politica delle donne, segnatamente su scala regionale, considerato che, in occasione delle ultime elezioni per la nomina dei consigli provinciali, le candidature non erano state sufficientemente numerose per coprire i 124 seggi che sono previsti per le donne nell'ambito di detti consigli;
58. ritiene che la Commissione debba aumentare i mezzi destinati alla lotta contro il traffico di stupefacenti e raccomanda che la comunità dei donatori moltiplichi i propri sforzi affinché le produzioni alternative a quelle della droga consentano ai produttori di beneficiare di redditi sufficienti, tali da garantire l'abbandono definitivo della coltivazione dell'oppio;
59. ricorda la raccomandazione del Parlamento al Consiglio del 25 ottobre 2007 sulla produzione di oppio a fini terapeutici in Afghanistan[8], in cui invitava ad opporsi, nel quadro di programmi di sviluppo integrato, al ricorso alle fumigazioni come metodo di estirpazione del papavero in Afghanistan e ad offrire assistenza nell'esame delle possibilità e della fattibilità del progetto pilota scientifico intitolato "Il papavero per la medicina".
o
o o
60. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché a quelli della Repubblica islamica dell'Afghanistan.
- [1] Testi approvati, P6_TA(2008)0337.
- [2] Testi approvati, P6_TA(2008)0133.
- [3] GU L 248 del 16.9.2002, pag. 1.
- [4] GU C 115 del 9.5.2008, pag. 47.
- [5] GU C 306 del 17.12.2007, pag. 1.
- [6] GU L 136 del 31.5.1999, pag. 1.
- [7] GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41.
- [8] Testi approvati, P6_TA(2007)0485.
MOTIVAZIONE
In base all'indice di sviluppo umano stabilito nell'ultima relazione del PNUS del 2007, l'Afghanistan occupa la 174a posizione su un totale di 178 paesi e versa da decenni in uno stato quasi permanente di conflitto o di guerra scandito dagli scontri tribali o internazionali che si succedono sul suo territorio. I traffici più diversi, in particolare il traffico di stupefacenti legato alla produzione del papavero, interessano intere regioni del paese, ove imperversa fra l'altro una corruzione latente che opera a tutti i livelli dell'amministrazione e dello Stato.
Aiuti dell'Unione europea e relativa destinazione.
L'assistenza fornita dall'Unione europea è costituita sia da aiuti diretti sia da aiuti indiretti. Fra il 2002 e il 2007, gli aiuti comunitari diretti hanno rappresentato il 70% (equivalente a 970 milioni di euro) degli aiuti comunitari totali, mentre gli aiuti comunitari indiretti, gestiti da organizzazioni internazionali, hanno rappresentato il 30% (equivalente a 422 milioni di euro).
Tali aiuti sono stati destinati a fondi fiduciari finanziati da molteplici donatori (trust fund) e amministrati dalle Nazioni Unite (13% dei fondi) o dalla Banca mondiale (17% dei fondi). Si tratta essenzialmente degli strumenti di finanziamento sotto riportati:
- ARTF (Afghanistan Reconstruction Trust Fund), per un sostegno, amministrato dalla Banca mondiale, pari a 187 milioni di euro, di cui l'Unione europea rappresenta il 13%;
- LOFTA (Law and Order Trust Fund), per un sostegno, amministrato dal PNUS, pari a 180,5 milioni di euro, di cui l'Unione europea costituisce il principale donatore (38%).
L'attuale assistenza comunitaria risulta disciplinata da un documento strategico relativo al periodo 2007-2013 e da un programma indicativo pluriennale che definisce gli assi principali e i punti focali dell'intervento comunitario per il periodo 2007-2010.
Bilancio provvisorio degli aiuti comunitari.
Dalla firma dell'accordo per l'Afghanistan, avvenuta agli inizi del 2006, sono stati compiuti notevoli progressi in materia di assegnazione degli aiuti da parte dei paesi donatori e ciò ha consentito di ridurre le duplicazioni delle spese e la corruzione. La nuova strategia condotta dalle organizzazioni internazionali, in particolare dalla Banca mondiale, nell'assegnazione diretta di fondi al governo afghano sembra promettente e in grado di impegnare la responsabilità diretta dei ministeri.
Fra i progressi di maggior rilievo, occorre citare quelli ottenuti nei settori dell'assistenza sanitaria, dell'istruzione e delle infrastrutture (specialmente stradali), che a partire dalla caduta dei talebani hanno prodotto risultati incoraggianti. Si rilevano infatti una riduzione significativa della mortalità infantile (dal 22% del 2001 al 12,9% del 2006), una più elevata percentuale di cittadini afghani aventi accesso diretto all'assistenza sanitaria di base (65% nel 2006 contro il 9% nel 2001), nonché i primi segnali positivi di sviluppo nel settore dell'istruzione, come il ritorno a scuola di un crescente numero di bambini (e in particolare di bambine), studenti e insegnanti (la percentuale di minori scolarizzati è passata dal 5% del 2001 a oltre il 60% del 2007), il risanamento, tuttora in atto, delle scuole elementari e la formazione degli insegnanti. Risulta ugualmente opportuno sottolineare l'impegno delle autorità afghane per lo sviluppo di iniziative a favore dell'uguaglianza di genere.
È tuttavia inevitabile riconoscere un difetto di coordinamento fra i paesi donatori a livello internazionale; tale mancanza si ritrova altresì fra i vari Stati membri dell'UE e la Commissione europea, malgrado l'idoneità di quest'ultima a svolgere un ruolo federativo. Ne risultano, in definitiva, un rapporto costo/efficacia di gran lunga inferiore alle previsioni e la convinzione che la popolazione afghana avrebbe potuto trarre dai fondi internazionali e comunitari assegnati al paese benefici diretti assai maggiori.
Descrizione del sistema di controllo degli aiuti comunitari diretti e indiretti.
Tenuto conto delle debolezze strutturali dell'amministrazione afghana, tutte le fasi importanti di selezione, contrattualizzazione, approvazione di contratti e pagamenti, relativi ai progetti finanziati dagli stanziamenti comunitari, risultano, di norma, subordinate all'accordo e alla firma preliminare dei servizi della Commissione (delegazione e/o servizi della sede, a seconda dei casi) e tutti i progetti e i programmi sono oggetto di almeno un audit prima del pagamento definitivo. Sulla base delle informazioni trasmesse dai servizi competenti della Commissione, nel caso della gestione centralizzata diretta di progetti da parte di fornitori e contraenti di servizi o di altri prestatori (articolo 53 bis del regolamento finanziario e articolo 36 delle norme di esecuzione), i contratti e i pagamenti sono stabiliti, approvati, firmati e controllati direttamente dai servizi della Commissione.
Le medesime fonti riferiscono che, in caso di spese non giustificate o non eleggibili, gli importi corrispondenti vengono restituiti immediatamente alla Commissione o mediante recupero, o mediante le garanzie bancarie relative ai contratti, o mediante compensazione su altri pagamenti dovuti ai contraenti interessati a titolo di altri contratti. Nel caso della gestione centralizzata diretta delle convenzioni di sovvenzione concluse con organizzazioni non governative (ONG), le procedure e i sistemi sono identici (articolo 53 bis del regolamento finanziario e articolo 36 delle norme di esecuzione). Nel caso del ricorso a organizzazioni internazionali per l'elaborazione e l'attuazione congiunta di un progetto comune finanziato esclusivamente da un contributo comunitario, i servizi della Commissione firmano un contratto diretto che definisce gli incarichi e gli obblighi delle organizzazioni internazionali coinvolte. Gli aiuti comunitari sono versati mediante fondi fiduciari finanziati da molteplici donatori.
Allorché la Commissione versa aiuti comunitari mediante un fondo fiduciario finanziato da molteplici donatori e gestito da un'organizzazione internazionale, la modalità di esecuzione del contributo comunitario rientra nella gestione congiunta. I fondi comunitari sono posti in comune unitamente ai fondi di altri donatori al fine di finanziare i programmi e i progetti adottati in seno agli organi di controllo del fondo fiduciario in questione. Risulta pertanto difficile collegare un dato progetto al relativo contributo comunitario, in quanto i fondi dei differenti donatori sono fungibili e cofinanziano le medesime operazioni.
Oltre a ciò, la Commissione partecipa in maniera sistematica ai comitati dei donatori, a capo dei singoli fondi fiduciari, e ai diversi gruppi di lavoro incaricati di determinare le priorità settoriali che presiedono alla definizione dei progetti. Parallelamente, in virtù delle disposizioni degli accordi quadro e sulla base delle informazioni ottenute, la Commissione effettua verifiche a campione di natura finanziaria, relative alla contabilità e alla documentazione giustificativa, sostenendo i versamenti comunitari e le spese corrispondenti, presso i centri amministrativi e finanziari delle organizzazioni internazionali che centralizzano i documenti relativi.
Nell'ambito dell'applicazione dell'articolo 53 quinquies del regolamento finanziario, la Commissione, prima di versare un contributo finanziario a un'organizzazione internazionale, è tenuta a verificare il rispetto degli standard internazionali in materia di contabilità, audit, controllo interno e aggiudicazione degli appalti.
Lotta alla corruzione e al traffico di stupefacenti.
La relatrice ricorda che l'Afghanistan rappresenta uno dei maggiori produttori di papavero e ritiene imperativo lottare attivamente contro ogni forma di traffico di stupefacenti e sviluppare programmi volti all'introduzione di colture sostitutive che hanno dimostrato la propria efficacia, come nel cosiddetto "Triangolo d'oro" in Thailandia. Risulta pertanto fondamentale che la comunità dei finanziatori compia tutti i passi necessari per garantire che le produzioni sostitutive siano in grado di consentire alle popolazioni afghane di beneficiare di un livello sufficiente di introiti, in particolare grazie alla coltivazione di prodotti agricoli, al fine di pervenire all'abbandono definitivo della coltura del papavero.
PARERE della commissione per gli affari esteri (*) (6.11.2008)
destinato alla commissione per il controllo dei bilanci
sul controllo di bilancio dei fondi UE in Afghanistan
(2008/2152(INI))
Relatore (*): Nickolay Mladenov
(*) Commissione associata, articolo 47 del regolamento
SUGGERIMENTI
La commissione per gli affari esteri invita la commissione per il controllo dei bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. sostiene gli sforzi della Commissione per aiutare l'Afghanistan e si compiace del suo impegno a lungo termine nei confronti di tale paese; ritiene che la Commissione dovrebbe agire in più stretta collaborazione con le Nazioni Unite e la Banca mondiale, anche tramite la cooperazione fra Commissione, Corte dei conti, OLAF e le pertinenti agenzie delle Nazioni Unite, al fine di garantire che il contributo della Commissione ai fondi fiduciari sia gestito in modo trasparente; esorta la Commissione a informare adeguatamente il Parlamento;
2. sottolinea la necessità di migliorare il coordinamento dei donatori in Afghanistan sotto la guida della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) e ritiene che la Commissione dovrebbe rafforzare il coordinamento dell'assistenza tra gli Stati membri dell'UE, al fine di migliorare l'efficacia e aumentare la visibilità del sostegno dell'Unione europea;
3. ricorda che il Patto per l'Afghanistan concluso tra la Repubblica islamica dell'Afghanistan e la comunità internazionale in occasione della conferenza di Londra del 2006 costituisce il quadro vincolante per entrambe le parti per la ricostruzione e la costruzione dello Stato in Afghanistan;
4. ritiene che le priorità enunciate nel Documento di strategia nazionale (2007-2013) della Commissione siano conformi alle esigenze della società afghana; sottolinea la necessità di concentrarsi sulla riforma del sistema della giustizia penale, inclusi la polizia, le pratiche detentive e la magistratura, di garantire il rispetto dei diritti umani, in particolare quelli di donne e bambini, di lottare contro la povertà, affrontando anche lo sviluppo rurale e il problema prioritario della produzione di oppio; accoglie con favore l'intenzione della Commissione di focalizzarsi sulla governance e chiede che venga dato nuovo slancio alla giustizia di transizione, conformemente al Piano d'azione del governo afghano per la pace, la giustizia e la riconciliazione;
5. sottolinea la necessità di aumentare l'aiuto allo sviluppo a favore dell'Afghanistan e nel contempo di renderlo più efficace; ribadisce che l'aiuto dovrebbe rafforzare le capacità locali ed essere equamente ripartito in tutto il paese in base alle necessità socio-economiche accertate; prende atto delle raccomandazioni formulate in tale ottica in occasione della conferenza di Parigi e nella relazione dell'Agenzia di coordinamento degli aiuti in Afghanistan (ACBAR); sollecita la commissione per il controllo dei bilanci a includere una valutazione della misura in cui i finanziamenti destinati alla missione EUPOL in Afghanistan sono stati utilizzati correttamente e in modo efficace;
6. richiama l'attenzione su due sfide particolari che vanno affrontate con urgenza: lo sviluppo agricolo, al fine di evitare una potenziale crisi umanitaria che potrebbe aggravare ulteriormente la già precaria situazione della sicurezza, e la definizione di politiche e programmi che affrontino i principali problemi sociali e sanitari provocati dalla tossicodipendenza, con particolare riguardo alle donne e alle loro famiglie;
7. esorta la Commissione, gli Stati membri e il governo afghano a garantire che i loro programmi e le loro attività, soprattutto a livello provinciale, siano pienamente coordinati con la strategia nazionale di sviluppo per l'Afghanistan e conformi agli impegni assunti da tutte le parti in occasione della conferenza di Parigi;
8. sottolinea che è necessario dare la priorità al sostegno dello sviluppo dei partiti politici, di gruppi tematici in seno all'Assemblea nazionale, della società civile e dei mezzi d'informazione; ritiene che la comunità internazionale abbia il dovere di finanziare, in tutto o in parte, un bilancio elettorale, e di fornire assistenza per l'attuazione di tutte le norme della Legge elettorale afghana, comprese quelle relative alla valutazione dei candidati;
9. accoglie con favore gli sforzi delle autorità afghane per migliorare i propri meccanismi finanziari e di gestione, che porterebbero a una gestione afghana, ma ritiene che la sostenibilità di questo processo richieda sforzi maggiori; sottolinea la necessità che le istituzioni afghane continuino la lotta alla corruzione e attuino politiche efficaci volte a migliorare la situazione sociale e le condizioni di vita, l'istruzione e la salute della popolazione e che sia riservata un'attenzione particolare alle modalità per integrare nelle strutture decisionali i gruppi marginalizzati e le donne;
10. prende atto dell'intenzione di trasferire al Ministero afghano della Sanità i finanziamenti erogati dalla Commissione per l'assistenza medica di base e sottolinea che qualsiasi aumento delle risorse convogliate attraverso il governo afghano deve essere accompagnato dallo sviluppo delle pertinenti capacità e da criteri chiari in materia di risultati, con un sostegno specifico per la governance democratica a livello subnazionale;
11. riconosce l'importanza delle squadre di ricostruzione provinciale e il lavoro delle forze di sicurezza afghane, ma riconosce anche che la promozione dello sviluppo in Afghanistan attraverso istituzioni civili-militari rappresenta una sfida per l'efficacia degli aiuti e chiede la massima partecipazione da parte delle organizzazioni non governative e della società civile del paese, del governo afghano e delle agenzie internazionali;
12. rammenta l'iniziativa del Parlamento europeo di sostenere, nel bilancio 2008, il processo democratico nei parlamenti di paesi terzi, e conviene di utilizzare le relative risorse in modo da migliorare la capacità del parlamento afghano di legiferare, di controllare il potere esecutivo e di rappresentare pienamente il popolo afghano;
13. chiede risorse adeguate per coprire i costi legati alla sicurezza nel quadro dei progetti della Commissione, onde garantire la protezione degli operatori umanitari e assicurare nel contempo che le legittime misure di sicurezza non sottraggano risorse agli obiettivi e alla realizzazione dei progetti;
14. ricorda la raccomandazione del Parlamento al Consiglio del 25 ottobre 2007 sulla produzione di oppio a fini terapeutici in Afghanistan, in cui invitava ad opporsi, nel quadro di programmi di sviluppo integrato, al ricorso alle fumigazioni come metodo di estirpazione del papavero in Afghanistan[1] e ad offrire assistenza nell'esame delle possibilità e della fattibilità del progetto scientifico intitolato "Il papavero per la medicina".
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
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Approvazione |
6.11.2008 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
45 0 5 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Vittorio Agnoletto, Roberta Alma Anastase, André Brie, Philip Claeys, Véronique De Keyser, Giorgos Dimitrakopoulos, Michael Gahler, Georgios Georgiou, Ana Maria Gomes, Jana Hybášková, Jelko Kacin, Metin Kazak, Maria Eleni Koppa, Joost Lagendijk, Vytautas Landsbergis, Johannes Lebech, Francisco José Millán Mon, Philippe Morillon, Pasqualina Napoletano, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Baroness Nicholson of Winterbourne, Janusz Onyszkiewicz, Ria Oomen-Ruijten, Ioan Mircea Paşcu, João de Deus Pinheiro, Hubert Pirker, Samuli Pohjamo, Bernd Posselt, Libor Rouček, Christian Rovsing, Flaviu Călin Rus, Jacek Saryusz-Wolski, Inese Vaidere, Geoffrey Van Orden, Marcello Vernola, Kristian Vigenin, Andrzej Wielowieyski, Jan Marinus Wiersma, Zbigniew Zaleski, Josef Zieleniec |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Árpád Duka-Zólyomi, Kinga Gál, Milan Horáček, Marie Anne Isler Béguin, Tunne Kelam, Miloš Koterec, Nickolay Mladenov, Inger Segelström |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Wolfgang Bulfon, Rosa Miguélez Ramos |
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- [1] GU C 263 E del 16.10.2008, pag. 651
PARERE della commissione per lo sviluppo (*) (10.11.2008)
destinato alla commissione per il controllo dei bilanci
sul controllo di bilancio dei fondi comunitari in Afghanistan
(2008/2152(INI))
Relatore per parere (*): Csaba Őry
(*) Commissioni associate – Articolo 47 del regolamento
SUGGERIMENTI
La commissione per lo sviluppo invita la commissione per il controllo dei bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
– visto il regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (strumento di cooperazione allo sviluppo, SCS)[1],
– visti gli obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite e gli obiettivi esposti nella Dichiarazione del millennio firmata da 189 paesi nel settembre 2000,
A. considerando che, nell’attuale clima di rallentamento dell’economia a livello mondiale, è particolarmente importante garantire un controllo efficace dei finanziamenti UE per la cooperazione allo sviluppo,
B. considerando che l’articolo 25, paragrafo 1, lettera b) dell’SCS determina le condizioni per fornire un sostegno di bilancio a paesi partner,
C. considerando che la responsabilità, la trasparenza e la gestione finalizzata ai risultati sono tra i principi guida della cooperazione allo sviluppo secondo diverse convenzioni internazionali, tra cui la Dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti,
D. considerando che in Afghanistan il 90% del denaro pubblico proviene da aiuti internazionali, il che dimostra quanto il paese sia in ristrettezze e quanto sia dipendente dagli aiuti,
1. plaude ai recenti miglioramenti nell’ambito della cooperazione tra le Nazioni Unite, tra le altre organizzazioni internazionali, e le istituzioni dell’Unione europea per quanto concerne il controllo dei finanziamenti destinanti alla cooperazione allo sviluppo; chiede che il processo di miglioramento sia ulteriormente approfondito nel prossimo futuro;
2. sottolinea la necessità di controllare in modo più efficace l’attuazione della cooperazione allo sviluppo dell’UE; invita le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali che amministrano i fondi comunitari a cooperare pienamente con la Corte dei conti europea e l’Ufficio europeo antifrode (OLAF), nonché con l’Unità di ispezione congiunta delle Nazioni Unite;
3. mette in discussione l’invio di fondi attraverso il bilancio centrale del governo dell'Afghanistan (“sostegno del bilancio”) per mezzo di fondi fiduciari multilaterali associati a contributi provenienti dal bilancio comunitario, quando l’Afghanistan non è ancora considerato un paese che soddisfa i requisiti necessari affinché la CE partecipi direttamente a un programma di sostegno del bilancio; ritiene che quando saranno soddisfatti tali requisiti, il sostegno di bilancio dovrà essere fornito su base settoriale;
4. attira l’attenzione sul requisito dell’SCS[2] secondo cui i programmi di sostegno al bilancio devono essere accompagnati dal sostegno agli sforzi compiuti dai paesi partner per sviluppare le capacità di audit e di controllo parlamentare e accrescere la trasparenza e l’accesso pubblico alle informazioni; indica che anche le attività svolte in questo settore devono essere svolte quando il “sostegno di bilancio” è fornito da altri donatori o fondi fiduciari multilaterali e sottolinea il ruolo importante che possono svolgere le organizzazioni della società civile per il controllo di tale sostegno di bilancio;
5. sottolinea l’importanza di valutare la cooperazione comunitaria in Afghanistan, come richiesto dall’SCS[3], affinché le valutazioni inizino su basi solide e comprendano il coordinamento dei donatori e gli aspetti delle attività a monte e la catena di risultati (produzione, risultato, impatto); chiede che le conclusioni delle valutazioni siano utilizzate nella formulazione di successive azioni di cooperazione;
6. esprime profonda preoccupazione per i rischi cui è esposto il personale che opera nell’ambito della cooperazione allo sviluppo in Afghanistan, accentuato dalla morte, nell’agosto 2008, di quattro unità; ritiene che la sicurezza dei civili che prestano assistenza sia compromessa dalla labile distinzione tra operatori militari e civili, a causa dell’impiego di squadre militari di ricostruzione provinciale per l’esecuzione di azioni di sviluppo nelle province; chiede pertanto che si ristabilisca una chiara distinzione tra personale militare e civile;
7. si rammarica del fatto che le relazioni tra attori non statali e il governo dell’Afghanistan non siano sempre serene e chiede che venga profuso ogni sforzo per migliorarle; indica inoltre la necessità di stabilire una definizione rigorosa degli attori non statali senza scopo di lucro a livello nazionale, previa consultazione degli stessi;
8. ricorda la discriminazione particolarmente grave subita dalle donne in Afghanistan sotto il regime dei talebani e nel periodo successivo; condanna ogni pratica legale, culturale e religiosa di discriminazione contro le donne, che le escluda dalla vita pubblica e politica e le segreghi nella loro vita quotidiana; sollecita la Commissione a combattere tali pratiche in tutte le sue azioni di sviluppo nel paese;
9. sottolinea l’importanza della lotta contro ogni forma di lavoro minorile, la tratta dei minori e la violenza nei confronti dei minori, e del miglioramento della protezione sociale dei minori in Afghanistan; chiede l’elaborazione di programmi che scoraggino l’assenteismo scolastico da parte dei minori e prevedano disposizioni relative al pagamento delle tasse scolastiche e ai programmi di approvvigionamento alimentare per le scuole;
10. sottolinea la grande importanza del coordinamento dei donatori in Afghanistan e in particolare l’armonizzazione delle procedure sulla base dei sistemi nazionali; insiste sul fatto che queste e altre misure relative all’efficacia degli aiuti, indicate nella Dichiarazione di Parigi, siano pienamente attuate in Afghanistan.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
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Approvazione |
5.11.2008 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
29 0 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Josep Borrell Fontelles, Danutė Budreikaitė, Marie-Arlette Carlotti, Corina Creţu, Nirj Deva, Alexandra Dobolyi, Beniamino Donnici, Fernando Fernández Martín, Juan Fraile Cantón, Alain Hutchinson, Romana Jordan Cizelj, Filip Kaczmarek, Glenys Kinnock, Maria Martens, Gay Mitchell, Toomas Savi, Pierre Schapira, Frithjof Schmidt, Jürgen Schröder, Feleknas Uca, Johan Van Hecke, Anna Záborská, Jan Zahradil, Mauro Zani |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Miguel Angel Martínez Martínez, Manolis Mavrommatis, Csaba Őry, Renate Weber, Gabriele Zimmer |
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PARERE della commissione per i bilanci (11.11.2008)
destinato alla commissione per il controllo dei bilanci
sul controllo di bilancio dei fondi dell'UE in Afghanistan
(2008/2152(INI))
Relatrice per parere: Laima Liucija Andrikienė.
SUGGERIMENTI
La commissione per i bilanci invita la commissione per il controllo dei bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. insiste sulla necessità che la Commissione affronti le preoccupanti lacune di coordinamento tra Stati membri, oltre che tra Commissione e Stati membri, in relazione all'assistenza finanziaria prestata dall'UE all'Afghanistan; chiede alla Commissione di sviluppare una strategia che coinvolga i paesi donatori e le autorità afgane, intesa a migliorare il coordinamento e la comunicazione tra di loro;
2. rammenta che l'efficacia degli aiuti è un principio chiave della politica di sviluppo dell'UE; a tale proposito sottolinea l'importanza del programma sull'efficacia degli aiuti della Commissione e prende atto delle conclusioni del Consiglio dell'UE del 26 maggio 2008 riguardo all'efficacia degli aiuti comunitari in Afghanistan;
3. al fine di aumentare gli stanziamenti a favore degli obiettivi prioritari a lungo termine dell'UE in Afghanistan, ovverosia lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà, invita la Commissione a modificare, in sede di elaborazione del programma indicativo pluriennale (PIP) 2010-2013, la ripartizione dei fondi comunitari fra i tre settori principali e i tre settori secondari, così come la distribuzione di tali fondi allo sviluppo infrastrutturale e ad alternative di sostentamento che contribuiscano alla riduzione della povertà e agevolino il passaggio da un'economia basata sull'oppio a un sistema economico e sociale alternativo; esorta pertanto la Commissione ad aumentare gli stanziamenti destinati ai settori della sanità, dell'istruzione e delle infrastrutture; ricorda inoltre l'impegno dell'Unione europea verso il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio;
4. esprime preoccupazione per la scarsa qualità dell'amministrazione dei fondi di assistenza da parte dell'amministrazione centrale afghana e per la mancanza di trasparenza che contraddistingue la gestione di tale assistenza; ritiene indispensabile che il prossimo PIP 2010-2013 tenga in debita considerazione i risultati concreti della lotta alla corruzione e proceda al logico adeguamento dell'assistenza comunitaria.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
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Approvazione |
10.11.2008 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
17 0 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Laima Liucija Andrikienė, Reimer Böge, Simon Busuttil, Paulo Casaca, Brigitte Douay, Salvador Garriga Polledo, Catherine Guy-Quint, Jutta Haug, Anne E. Jensen, Alain Lamassoure, Janusz Lewandowski, Jan Mulder, Margaritis Schinas, Nina Škottová, Helga Trüpel, Kyösti Virrankoski, Ralf Walter |
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ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
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Approvazione |
2.12.2008 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
13 0 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Jean-Pierre Audy, Herbert Bösch, Paulo Casaca, Antonio De Blasio, Szabolcs Fazakas, Aurelio Juri, Dan Jørgensen, Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, Bogusław Liberadzki, Jan Mulder, Bart Staes |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Véronique Mathieu, Gabriele Stauner |
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