RELAZIONE sulla politica agricola comune e la sicurezza alimentare globale

15.12.2008 - (2008/2153(INI))

Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale
Relatrice: Mairead McGuinness
Relatore per parere(*):
Manolis Mavrommatis, commissione per lo sviluppo
(*) Procedura con le commissioni associate - articolo 47 del regolamento

Procedura : 2008/2153(INI)
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A6-0505/2008
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A6-0505/2008
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla politica agricola comune e la sicurezza alimentare globale

(2008/2153(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visto l'articolo 33 del trattato CE,

–   vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2007 sull'aumento dei prezzi dei mangimi e dei prodotti alimentari[1], nonché la sua risoluzione del 22 maggio 2008 sull’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nell’Unione europea e nei paesi in via di sviluppo[2],

–   vista la sua risoluzione del 29 novembre 2007 dal titolo "Dare slancio all’agricoltura africana – Proposta per lo sviluppo agricolo e la sicurezza alimentare in Africa"[3],

–   vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento di risposta rapida all’impennata dei prezzi alimentari nei paesi in via di sviluppo (COM(2008)0450),

–   vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo "Far fronte alla sfida dell'aumento dei prezzi alimentari - Linee d'intervento dell'UE" (COM(2008)0321),

–   visti le conclusioni del Vertice mondiale sull'alimentazione del 1996 e l’obiettivo di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che soffrono la fame,

–   visto il rapporto "Agricultural Outlook 2008-2017" (“prospettive agricole 2008-2017”) pubblicato dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE),

–   viste le raccomandazioni dello IAASTD (International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development: Valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo),

–   visto il risultato della "valutazione dello stato di salute" della politica agricola comune,

–   visti i negoziati in corso in seno all’OMC sul Ciclo di Doha per lo sviluppo,

–   vista dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per gli affari esteri, della commissione per il commercio internazionale e della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (A6‑0505/2008),

A. considerando che, per la prima volta dagli anni '70 del secolo scorso, il mondo si trova ad affrontare una crisi alimentare acuta, determinata sia da fattori strutturali, a lungo termine, che da altre cause, con l'aumento del prezzo del mais, triplicato dal 2006, un aumento del prezzo del grano a livello mondiale di oltre il 180% nell’arco di due anni e un aumento generale dei prezzi mondiali dei prodotti alimentari dell’83% circa,

B.  considerando che tale cospicuo e imprevisto aumento dei prezzi si è verificato in un arco temporale relativamente breve, tra settembre 2006 e febbraio 2008; considerando inoltre che i prezzi mondiali di altri prodotti alimentari sono raddoppiati negli ultimi 2 anni e che si prevede rimarranno elevati, nonostante il calo che attualmente si registra nei prezzi di alcuni cereali, come dimostra l’andamento del mercato a termine,

C. considerando che l'aumento dei prezzi dei mangimi grava sui costi di produzione, il che rischia di causare un calo della produzione di prodotti d'allevamento mentre la domanda di tali prodotti è in aumento e si prevede che continui ad esserlo, in particolare nelle economie emergenti,

D. considerando che secondo le previsioni della FAO e dell’OCSE i prezzi dei prodotti di base potrebbero abbassarsi rispetto ai livelli più alti dello scorso anno, ma non si prevede che tornino ai livelli antecedenti il 2006; considerando che tuttavia le forti fluttuazioni dei prezzi dei prodotti di base potrebbero divenire una caratteristica più pronunciata e costante del mercato globale; considerando che prezzi alimentari più elevati non si traducono automaticamente in redditi agricoli più alti, a causa soprattutto della velocità di crescita dei costi dei fattori di produzione agricola e del divario sempre più ampio osservabile tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo,

E. considerando che le riserve alimentari mondiali si sono assottigliate fino a raggiungere livelli critici, passando da una quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno di un anno dopo la seconda guerra mondiale ad appena 57 giorni nel 2007 e a soli 40 giorni nel 2008,

F. considerando che questi ed altri fattori hanno avuto immediate e gravi conseguenze per un considerevole numero di persone; considerando che, a livello globale, la crisi dei prezzi alimentari ha ridotto alla povertà e alla fame molti altri milioni di persone; considerando che tale situazione ha scatenato rivolte e disordini in tutto il mondo, destabilizzando ulteriormente paesi e regioni di varie parti del globo; considerando che perfino nell’UE le riserve alimentari si sono ridotte a tal punto che il programma di aiuto alimentare d'urgenza non dispone più, al momento, di prodotti alimentari da distribuire,

G. considerando che, secondo stime attuali di organizzazioni impegnate nella lotta alla fame nel mondo, nei paesi in via di sviluppo una persona su cinque è attualmente denutrita e soffre di fame cronica e ogni giorno nel mondo più di 30 000 bambini muoiono di fame e per la povertà,

H. considerando che l'agricoltura fornisce occupazione e sostentamento a oltre il 70% della forza lavoro nei paesi in via di sviluppo e ad oltre l'80% in molti paesi africani, e che di conseguenza le politiche di sviluppo rurale sono fondamentali al fine di combattere efficacemente la povertà e la fame,

I.  considerando che nei paesi in via di sviluppo le donne producono tra il 60 e l'80% degli alimenti e sono responsabili della metà della produzione alimentare mondiale; tenendo conto dell'estrema importanza del ruolo svolto dalle donne nel provvedere alla famiglia; e considerando che le donne possono accedere molto meno degli uomini alla terra e ai mezzi di produzione, per cui vanno aiutate e appoggiate in modo appropriato,

J.  considerando che la crisi attuale si ripercuote nel modo più drammatico sulle famiglie a basso reddito sia nell’Unione europea che nei paesi in via di sviluppo, dove la quota del reddito familiare spesa per l’alimentazione è compresa tra il 60 e l'80% del reddito complessivo, contro una media europea che non raggiunge il 20%,

K. considerando che il Parlamento e il Consiglio hanno ripetutamente chiesto una risposta forte al problema globale, assicurando in particolare i finanziamenti necessari per i fattori di produzione agricola e per l’assistenza nell’uso di strumenti di gestione basati sul mercato,

L. considerando che l’Unione europea, con il 17% della produzione mondiale di grano, il 25% di quella di latte, il 20% di quella di carni suine e il 30% di quella di carni bovine, rimane uno dei principali produttori di derrate alimentari; considerando che essa è anche un grande importatore di prodotti agricoli, essendo largamente al di sotto della soglia di autosufficienza per l'approvvigionamento di numerosi prodotti agricoli di base,

M. considerando che l'Unione europea è all'avanguardia nella definizione di norme in materia di produzione alimentare che si situano ai livelli più elevati, incentrandosi sul sistema di tracciabilità del prodotto dal campo alla tavola e garantendo la sicurezza degli alimenti prodotti nell’UE,

N. considerando che l'Unione europea svolge un ruolo di protagonista anche nelle iniziative per la protezione dell’ambiente, che servono a tutelare le risorse naturali ma comportano anche ulteriori oneri finanziari per gli agricoltori dell’UE,

O. considerando che l'Unione europea è il primo donatore mondiale di aiuti umanitari e allo sviluppo, ma che a livello internazionale la quota degli aiuti destinati all'agricoltura, in particolare di quelli provenienti dall'Unione europea, non ha cessato di diminuire a partire dagli anni '80 del XX secolo,

P. considerando che l'Unione europea finanzia tradizionalmente circa il 10% della cooperazione allo sviluppo a livello mondiale, in aggiunta ai contributi dei singoli Stati membri; considerando che ciò è confermato dall’attuale contributo apportato attraverso strumenti CE (circa EUR 1,8 miliardi: 1 miliardo attraverso il nuovo strumento di risposta rapida all’impennata dei prezzi alimentari nei paesi in via di sviluppo, il resto tramite gli strumenti di aiuto umanitario e allo sviluppo attualmente disponibili),

Q. considerando che, in un contesto di pressione sulle risorse naturali, la domanda globale di alimenti si prevede raddoppi entro il 2050 e la produzione mondiale di derrate alimentari dovrà necessariamente aumentare,

R. considerando che secondo la FAO sarebbe sufficiente un investimento annuo di 30 miliardi di euro per garantire la sicurezza alimentare di una popolazione mondiale che entro il 2050 raggiungerà i 9 miliardi di abitanti,

S. considerando che gli attuali accordi internazionali e regionali si sono rivelati incapaci di normalizzare l'approvvigionamento del mercato e gli scambi; considerando che il recente aumento dei prezzi alimentari dovrebbe costituire un campanello d’allarme per i governi di tutto il mondo, ricordando loro che la produzione agricola non va data per scontata,

1.  afferma che la sicurezza alimentare globale è una questione della massima urgenza per l'Unione europea e chiede un'azione immediata e continuativa per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini dell'UE e di tutto il mondo; considera importante valorizzare tutte le agricolture e le culture alimentari del mondo; sottolinea che i prodotti alimentari devono essere accessibili ai consumatori a prezzi ragionevoli, mentre occorre garantire al contempo un tenore di vita equo agli agricoltori;

2. sottolinea l’importanza della politica agricola comune (PAC) come strumento per assicurare la produzione alimentare nell’Unione europea; ritiene che sin dal suo avvio nel 1962 la PAC abbia garantito ai cittadini dell'UE la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, unitamente alla protezione e al miglioramento dell’ambiente rurale e alla definizione di norme comunitarie in materia di produzione alimentare che sono le più rigorose al mondo; sottolinea la necessità che l'agricoltura comunitaria continui a svolgere questo ruolo in futuro;

3. nota tuttavia, che negli ultimi 25 anni il risultato delle molteplici riforme della PAC è consistito in una riduzione della produzione agricola nell'Unione europea, con uno spostamento del'accento dalla quantità a una produzione di qualità, guidata dai meccanismi di mercato; ritiene che tale evoluzione abbia comportato una perdita di potenziali opportunità di mercato per i produttori dell’UE e abbia determinato una maggiore dipendenza dalle importazioni di alimenti provenienti dall’esterno dell’Unione europea, prodotti secondo norme di produzione molto diverse, il che ha esposto i prodotti agricoli dell'UE a condizioni impari di concorrenza;

Situazione e cause

4. osserva che prima della più recente impennata dei prezzi alimentari il numero di persone che in tutto il mondo soffrivano la fame cronica superava gli 860 milioni; nota che, secondo le previsioni della Banca mondiale, l’impennata dei prezzi alimentari potrebbe gettare altri 100 milioni di persone nella povertà più estrema;

5. condivide il parere dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), secondo cui i paesi importatori netti di prodotti alimentari sono i più duramente colpiti dall’aumento dei prezzi e molti di essi sono i paesi meno sviluppati al mondo; ribadisce che la povertà e la dipendenza dalle importazioni alimentari costituiscono le cause principali dell'insicurezza alimentare; è consapevole del fatto che sui mercati internazionali viene di fatto scambiata soltanto una piccola percentuale della produzione alimentare mondiale, proveniente sempre di più da un esiguo numero di paesi esportatori;

6.  nota che nel 2007 e nel 2008 i raccolti dei cereali di base si sono attestati su un buon livello; osserva che il problema immediato dell’insicurezza alimentare nel 2007 è stato determinato dalla diminuzione dell'offerta e dall’aumento dei prezzi dei prodotti di base; esprime profonda preoccupazione per i bassi livelli delle riserve alimentari mondiali, che attualmente sono in grado di soddisfare il fabbisogno mondiale di cereali per meno di 40 giorni;

7.  sottolinea che il soddisfacimento dei fabbisogni primari delle popolazioni, soprattutto quelli alimentari e idrici, è spesso fonte di conflitti; osserva che l'aumento demografico mondiale, stimato in 3 miliardi di persone entro il 2050, inasprirà tali tensioni in ogni regione del pianeta; chiede pertanto che in sede di elaborazione delle future politiche agricole si tenga conto di questa dimensione geostrategica;

8.  sottolinea con preoccupazione il continuo aumento dei costi dei fattori della produzione agricola (aumento dei prezzi dei fertilizzanti, delle sementi, etc.), che si è tradotto in un aumento dei costi non compensato in maniera uniforme per tutti gli agricoltori (soprattutto nel settore dell'allevamento) e che ha comportato una significativa erosione di ogni potenziale di crescita dei redditi agricoli derivante dai prezzi più elevati dei prodotti di base e degli alimenti, erodendo in tal modo l'incentivo ad aumentare la produzione; teme che forti aumenti dei prezzi dei fattori di produzione possano riflettersi in un loro minor utilizzo e in una produzione potenzialmente inferiore, con conseguente aggravamento della crisi alimentare in Europa e nel mondo;

9.  osserva che i mercati dei prodotti di base hanno visto nel corso dell'attuale stagione un brusco calo dei prezzi, causando preoccupazioni fra i produttori e intaccando la fiducia tra gli agricoltori;

10. sottolinea l'importanza di un'analisi esauriente dell'aumento dei prezzi alimentari, che tenga conto dell'aumento dei prezzi dell'energia per i consumatori finali, della maggiore intensità dei fenomeni atmosferici e dell'aumento della domanda di energia dovuto alla crescita della popolazione mondiale, e invita la Commissione ad indagare ulteriormente sul possibile collegamento tra prezzi alimentari elevati e aumento dei prezzi dell'energia, in particolare del carburante; sottolinea inoltre la necessità di adottare misure per ridurre la dipendenza dell'agricoltura dalle fonti energetiche fossili attraverso un uso più efficiente dell'energia e tramite lo sviluppo di sistemi di coltura che consentano un risparmio energetico;

11. chiede l’adozione di strumenti politici volti a prevenire tali drammatiche e dannose fluttuazioni dei prezzi e improntati alla necessità di assicurare un tenore di vita equo ai produttori; ritiene che il sistema del pagamento unico per azienda offra agli agricoltori l’opportunità di cambiare tipo di produzione in base alle esigenze del mercato, ma possa non essere sufficiente per affrontare forti fluttuazioni dei prezzi di mercato;

12. richiama l’attenzione sulle cause strutturali a più lungo termine che sono entrate in gioco nel recente aumento dei prezzi dei prodotti agricoli di base, tra le quali una domanda mondiale in costante crescita e riduzioni sostenute degli investimenti nella produzione agricola; osserva che, fra tali fattori, l’aumento del prezzo dell’energia e soprattutto del petrolio ha avuto un impatto di primaria importanza sulla produzione agricola mondiale (a causa dei maggiori costi della produzione agricola e della distribuzione alimentare) e sull'emergere di crisi alimentari nei paesi poveri (a causa dei costi dei trasporti degli alimenti al loro interno);

13. nota che nel 2007 il 2% della produzione di cereali dell’UE è stata destinata alla produzione di biocarburanti, rispetto al 25% della produzione di mais che, nello stesso anno, è stata destinata alla produzione di etanolo negli Stati Uniti; chiede una valutazione globale di questa tendenza e dell’impatto sui prezzi alimentari, e auspica un coordinamento delle politiche a livello mondiale per assicurare che l’approvvigionamento alimentare non venga compromesso dalla spinta alla produzione di energie rinnovabili; chiede inoltre che gli accordi internazionali e regionali comportino degli obblighi in virtù dei quali gli aiuti concessi per la produzione di biocarburanti non possano mettere in pericolo la sicurezza alimentare del pianeta e debbano attenersi alle regole applicabili al fine di non incidere sulla concorrenza tra partner commerciali; chiede tuttavia un forte impegno da parte dell'Unione europea per la promozione dei biocarburanti di seconda generazione;

14. sottolinea la necessità di giungere a un equilibrio tra la produzione di biocarburanti e bioenergia, da un lato, e le indispensabili riserve alimentari mondiali, dall'altro; l'aumento della produzione di biocarburanti e di bioenergie può avere un impatto positivo sul settore agroalimentare, che attualmente subisce le ripercussioni dei prezzi elevati delle materie prime necessarie all'industria della trasformazione, quali fertilizzanti, gasolio, ecc.; lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili rappresenta quindi una valida alternativa economica e sociale per lo sviluppo delle aree rurali e, al contempo, un approccio sostenibile per la protezione dell'ambiente, ancor più se si tiene conto degli obiettivi dell'Unione europea in tema di energie rinnovabili per il 2020; è tuttavia necessario adottare nel contempo delle misure per evitare possibili effetti negativi dell'aumento della produzione di colture energetiche sulla biodiversità, sui prezzi dei prodotti alimentari e sulla destinazione dei terreni;

15. nota che, abolendo il suo regime di messa a riposo delle terre, l'Unione europea ha dato un notevole contributo all'aumento dell'offerta di prodotti agricoli di base;

16. richiama l’attenzione sul rapido cambiamento nelle abitudini alimentari dei consumatori, in particolare nei paesi emergenti, dove si registra la tendenza a un maggior consumo di carne e di proteine, la cui produzione richiede una maggior quantità di cereali; constata inoltre con piacere l’aumento del reddito reale in paesi quali Cina e India, che continuerà a dare impulso alla domanda di prodotti agricoli e di alimenti trasformati;

17. considera necessario vigilare sulla crescente concentrazione del mercato nel settore alimentare al dettaglio per evitare che si producano situazioni di monopolio, poiché le attività dei grossi rivenditori possono non corrispondere sempre agli interessi dei produttori, dei trasformatori o dei consumatori;

18. auspica l'adozione di soluzioni alternative per ristabilire l'equilibrio a favore dei piccoli produttori agricoli, che sono impossibilitati a negoziare con i grandi rivenditori; benché esista a livello di UE un quadro legislativo antimonopoli che impedisce ai grandi produttori di esercitare abusi di posizione dominante sul mercato dell'UE, non esiste ancora una normativa specifica per combattere le pratiche monopolistiche attuate da supermercati e ipermercati;

Le risposte dell’Unione europea

19. ritiene che la PAC debba continuare ad essere il pilastro fondamentale della politica dell'UE per la sicurezza alimentare, sia ora sia dopo il 2013; ritiene che ecosistemi funzionanti, suoli fertili, risorse idriche stabili e un'economia rurale polivalente siano essenziali ai fini della sicurezza alimentare a lungo termine; considera inoltre d'importanza fondamentale che la PAC, unitamente ad altre politiche comunitarie, svolga un ruolo più rilevante nell'equilibrio alimentare mondiale;

20. è fermamente convinto, tuttavia, che la PAC debba essere ulteriormente adattata per poter soddisfare le esigenze di sicurezza alimentare; è deluso del fatto che, nelle sue proposte nel quadro della "valutazione dello stato di salute" del maggio 2008, la Commissione europea non sia stata totalmente all’altezza della sfida; è contrario allo smantellamento delle misure di gestione del mercato e ai tagli dei pagamenti di sostegno agli agricoltori;

21. chiede, alla luce della revisione di bilancio 2008-2009, un livello stabile e costante della spesa dell'UE e degli Stati membri per la PAC, che garantisca un reddito equo agli agricoltori; ricorda che gli agricoltori hanno bisogno di un ambiente politico stabile per poter pianificare per il futuro; sottolinea che il principio fondamentale di una politica di questo tipo è la creazione di una rete di sicurezza per i redditi contro i pericoli e le crisi dovuti o a fenomeni naturali avversi o a distorsioni del mercato e a una discesa dei prezzi di durata ed entità inusitate; fa presente a tale riguardo che l’agricoltura apporta un significativo valore aggiunto alle economie nazionali e dell'UE;

22. osserva che il mercato non è in grado da solo di fornire ai produttori la sicurezza del reddito di cui necessitano per continuare a portare avanti la propria attività agricola, a causa dell’elevato costo che comporta il rispetto delle norme UE in materia di produzione e sicurezza alimentare, ambiente e benessere degli animali; accoglie tuttavia con favore il più marcato orientamento della PAC verso il mercato; si rammarica, peraltro, del fatto che non si siano conseguiti pienamente gli obiettivi delle riforme del 2003 di assicurare agli agricoltori prezzi di mercato più alti e uno snellimento della burocrazia;

23. ritiene che le numerose disposizioni in materia di ecocondizionalità (cross-compliance) agiscano da disincentivo per i produttori e che ove possibile occorra semplificarle; accoglie con favore, a questo riguardo, le iniziative di semplificazione della Commissione;

24. è allarmato per il fatto che la legislazione comunitaria proposta (per esempio in materia di prodotti fitosanitari) potrebbe avere un impatto drammatico riducendo gli strumenti a disposizione degli agricoltori per massimizzare le rese e potrebbe, in effetti, portare ad una drastica riduzione della produzione agricola dell'UE; chiede una valutazione dettagliata dell’impatto –in particolare delle implicazioni per la sicurezza alimentare – di tutte le misure proposte;

25. sollecita la Commissione a considerare l’impatto delle iniziative di mitigazione dei cambiamenti climatici nel settore agricolo; ritiene che l'agricoltura debba dare il suo contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici ma debba anche ricevere risorse per contrastare l'impatto di tali cambiamenti, essendo uno dei settori dell'economia più sensibili al clima, affinché la produzione agricola dell’UE non venga depressa e non finisca con l'essere rimpiazzata da prodotti d'importazione;

26. ritiene che occorra rivedere i sistemi dell'UE e gli altri sistemi internazionali di monitoraggio della produzione e del mercato, in modo da disporre di un meccanismo di allerta più rapido per determinare le tendenze della produzione; ritiene che vi sia la necessità di un regime di inventario alimentare globale e di un sistema mondiale di riserve alimentari, e che l’Unione europea dovrebbe assumere la guida nella concezione di un siffatto sistema; esorta la Commissione europea ad agire in cooperazione con i partner mondiali e ad avanzare una proposta al riguardo;

27. chiede che si rendano disponibili polizze assicurative efficaci che offrano protezione contro le forti fluttuazioni dei prezzi e dei redditi e contro gli effetti dei fenomeni meteorologici sulla produzione;

28. chiede alla Commissione di studiare un efficace sistema comunitario di monitoraggio del mercato che sia in grado di registrare i cambiamenti e le tendenze dei prezzi dei prodotti agricoli e del costo dei fattori di produzione; afferma che tale sistema deve assicurare la trasparenza e facilitare i confronti transfrontalieri di prodotti analoghi;

29. ritiene opportuno istituire nel quadro della FAO un osservatorio internazionale dei prezzi dei prodotti agricoli, dei fattori di produzione e dei prodotti alimentari, onde permettere il monitoraggio di tali dati a livello internazionale;

30. osserva che, attraverso successive riforme della PAC, si è cercato di ovviare agli elementi della politica agricola dell'UE che distorcono gli scambi, con un impatto negativo sugli agricoltori dei paesi in via di sviluppo, ma constata che i rapporti di scambio restano ineguali e molto resta ancora da fare per costruire un sistema più equo;

31. osserva tuttavia che le riforme delle politiche adottate dall'UE per soddisfare i requisiti dell’OMC hanno comportato un riorientamento degli aiuti della PAC, con l'abbandono dei pagamenti vincolati alla produzione, lo smantellamento delle misure di gestione del mercato e l’apertura dei mercati, lasciando consumatori e produttori sempre più esposti all’instabilità del mercato mondiale; chiede che le politiche della PAC comprendano una clausola sulla sicurezza alimentare e che gli accordi commerciali includano impegni paritari dei partner per una regolamentazione degli scambi che non metta in pericolo la sicurezza alimentare del pianeta; invita la Commissione ad adoperarsi, nel quadro dei negoziati dell'OMC, per un accesso qualificato al mercato tale da garantire che gli elevati standard ambientali dell'agricoltura dell'UE e il diritto di ogni Stato alla sicurezza alimentare non siano vanificati da importazioni a basso costo;

32. nota che l’Unione europea sta portando avanti con determinazione i suoi impegni per l'abolizione di tutte le restituzioni all’esportazione entro il 2013, e che attraverso la "valutazione dello stato di salute" della PAC si stanno perseguendo ulteriori riforme degli strumenti di sostegno al mercato, in conformità con gli accordi dell’OMC;

33. considera lo strumento di finanziamento per una risposta rapida all'impennata dei prezzi alimentari nei paesi in via di sviluppo un primo passo necessario per far fronte ai bisogni immediati delle persone maggiormente colpite dalla crisi alimentare; sottolinea tuttavia che tale strumento è una misura una tantum, volta ad indirizzare fondi della rubrica 4 del bilancio dell’UE verso la piccola agricoltura nei paesi più duramente colpiti, e che tale misura dovrà essere rafforzata con ulteriori investimenti; ritiene che la Commissione debba controllare in che modo sono spesi i fondi e assicurare che essi siano sempre utilizzati là dove il bisogno è più grande, e ritiene che il Parlamento debba essere costantemente informato; chiede inoltre che il Parlamento eserciti una regolare supervisione dell’esecuzione, attraverso la procedura di regolamentazione con controllo;

34.  invita la Commissione a potenziare i suoi attuali programmi volti a garantire la sicurezza alimentare in Europa e nel mondo; chiede un rafforzamento del programma tematico sulla sicurezza alimentare (2007-2010), per il quale sono attualmente stanziati 925 milioni di euro per l’intero periodo di programmazione; accoglie con favore la proposta di aumento degli stanziamenti di bilancio destinati al programma per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti nella Comunità, presentato dalla Commissione il 17 settembre 2008; invita la Commissione ad adottare una strategia complessiva per le questioni della sicurezza alimentare, così da raggiungere la coerenza fra tutte le politiche comunitarie;

35.  è allarmato per l’attuale crisi finanziaria mondiale, che potrebbe comportare una riduzione delle risorse finanziarie a disposizione dell’agricoltura; invita la Commissione ad analizzare gli effetti della crisi finanziaria sul settore agricolo e a prendere in considerazione proposte volte a garantire stabilità al settore, anche in termini di accesso a prestiti e garanzie di credito;

36.      fa riferimento a una ricerca da cui risulta che la maggior parte dei consumatori non è consapevole dei benefici vitali assicurati dalla PAC in termini di sicurezza alimentare e livello ragionevole dei prezzi alimentari[4]; chiede politiche d'informazione dei cittadini e un rinnovato impegno per la semplificazione, che porterebbe ad un’accresciuta conoscenza degli strumenti e dei benefici della PAC; propone che l'opinione pubblica sia resa edotta di quelli che sarebbero i costi dell'assenza di una politica agricola comune;

37. ritiene che la PAC debba svolgere un ruolo importante nella politica estera e nelle politiche di sviluppo dell'Unione europea, con particolare riguardo alla politica esterna di sicurezza alimentare; ritiene che, oltre ad assicurare la produzione alimentare dell'Unione europea, la PAC possa contribuire a soddisfare la crescente domanda alimentare su scala globale;

38.      osserva che i conflitti armati hanno un impatto molto negativo sulla produzione alimentare e l'accesso agli alimenti; esprime preoccupazione circa le gravi conseguenze della propensione ai conflitti per quanto riguarda la sicurezza alimentare, ad esempio attraverso migrazioni di massa, paralisi della produzione agricola, danni a infrastrutture vitali;

39.      ritiene essenziale evitare dirompenti lotte competitive per risorse alimentari scarse; chiede pertanto un coordinamento più efficace dell'UE con le organizzazioni non governative, la FAO e altre agenzie internazionali - a livello tecnico - e con le Nazioni Unite - a livello politico - al fine di promuovere un accesso equo alle risorse alimentari globali e di incrementare la produzione di alimenti nei principali paesi in via di sviluppo, tenendo costantemente conto, nel contempo, dei criteri della biodiversità e dello sviluppo sostenibile;

40.      esorta l'Unione europea ad aiutare i paesi a rischio di conflitto a sviluppare forti politiche agricole proprie, basate su un facile accesso alle materie prime, a un'istruzione di qualità e a finanziamenti adeguati, nonché su infrastrutture affidabili; ritiene che gli aiuti dell'UE debbano essere finalizzati al miglioramento dell'autosufficienza alimentare dei paesi in via di sviluppo beneficiari, il che farà migliorare la sicurezza alimentare a livello regionale e l'accesso al cibo per le fasce più indigenti della società;

41.  rileva che alcune economie in crescita potrebbero star progettando di prendere in affitto ampie superfici di terreno nelle regioni più povere di Africa e Asia, per impiantarvi colture da spedire ai propri mercati per migliorare la propria sicurezza alimentare; ritiene che, insieme alla FAO, l'Unione europea debba prendere sul serio tale fenomeno quale grave minaccia per la sicurezza alimentare e per una politica agricola efficace nei paesi ospitanti;

L’agricoltura nei paesi in via di sviluppo

42. sottolinea che le attuali sfide alimentari impongono di aumentare la produzione di cibo per stare al passo con la domanda crescente, e nel contempo di migliorare la qualità, abbassare i costi e garantire maggiore sostenibilità; ritiene che per conseguire tali scopi sia indispensabile rivedere le politiche pubbliche al fine di migliorare i metodi di produzione e di gestione delle scorte, nonché la regolamentazione dei mercati mondiali;

43. sottolinea la necessità di altre azioni a medio e lungo termine per sviluppare il settore agricolo e la produzione alimentare nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, tenendo conto delle raccomandazioni dello IAASTD ((International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development: Valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo) delle Nazioni Unite; ritiene che lo sviluppo agricolo possa servire come punto di partenza per il generale sviluppo economico di un Paese;

44. ritiene che il Fondo europeo di sviluppo dovrebbe concentrarsi maggiormente sull’agricoltura, in particolare sulle piccole aziende e sulla trasformazione dei prodotti in loco, dal momento che nel mondo la grande maggioranza delle persone povere vive in zone rurali, altamente dipendenti dalla produzione agricola; ritiene inoltre che occorra adoperarsi per stabilire norme per il commercio agricolo che garantiscano l'approvvigionamento alimentare in tutti i paesi; ritiene che ai paesi in via di sviluppo debbano essere accordati vantaggi commerciali che favoriscano il rafforzamento della produzione nazionale; invita la Commissione a tener conto di queste considerazioni in sede di negoziati dell'OMC come pure in occasione dei negoziati per gli Accordi di partenariato economico (APE) con paesi in via di sviluppo;

45. è del parere che un forte ostacolo all’aumento della produzione agricola nei paesi in via di sviluppo sia rappresentato dalla mancanza di accesso dei piccoli agricoltori a prestiti e microcrediti per investimenti in sementi, fertilizzanti e sistemi d'irrigazione migliorati; sottolinea inoltre la questione delle garanzie sui prestiti, che nella maggior parte dei casi non sono disponibili; invita la Banca europea per gli investimenti a studiare modi per dotare i programmi per produttori locali di generi alimentari nei paesi in via di sviluppo di garanzie di prestiti che agevolino il loro accesso al credito e al microcredito;

46. riafferma la sua convinzione della necessità di mercati agricoli integrati a livello regionale; invita la Commissione a sostenere la cooperazione e l’integrazione regionale; rammenta al del gruppo degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) il successo dell’integrazione agricola in Europa e la stabilità che essa ha assicurato per oltre 50 anni; esorta pertanto le comunità economiche regionali degli Stati ACP a intensificare la loro azione nel settore dell'agricoltura e invita i paesi in via di sviluppo a ridurre le barriere commerciali che li dividono;

47. sottolinea inoltre che il settore agricolo ha bisogno di trasformarsi, da un sistema di agricoltura di sussistenza, in un'economia rurale creatrice di posti di lavoro; considera inoltre che per sviluppare settori agricoli solidi occorre porre particolarmente l'accento sulle misure di sostegno ai giovani agricoltori nel mondo in via di sviluppo; ritiene che l'Unione europea debba intensificare gli sforzi di cooperazione e supporto volti a modernizzare, rendendole più efficienti, le catene alimentari nei paesi in via di sviluppo; ritiene altresì che l'Unione europea debba sostenere iniziative come il programma comune per le sementi lanciato dall'Unione africana e dai suoi partner nazionali e regionali;

48. ritiene che, nel quadro di una politica di sviluppo efficace dei paesi in via di sviluppo, sia indispensabile che essi adottino una strategia nazionale o una strategia regionale comune per lo sviluppo rurale, con chiare misure di sostegno dei produttori e dei prodotti; ritiene in tale contesto che l'aiuto allo sviluppo prestato dall'UE non avrà carattere frammentario, ma farà parte di tale strategia nazionale o regionale comune, cofinanziata, di sviluppo rurale;

49. chiede l’istituzione di un fondo permanente per la sicurezza alimentare a sostegno della popolazione mondiale più povera, nell’ambito della rubrica 4 del bilancio generale dell’Unione europea, a integrazione di altre misure di sviluppo finanziate dall'Unione europea;

50. accoglie con favore le iniziative a livello mondiale quale la task force ad alto livello delle Nazioni Unite per la crisi mondiale dei prezzi alimentari, e ritiene che l'Unione europea debba coordinare i propri sforzi con tale task force; sottolinea l'importanza delle linee guida volontarie adottate dai membri della FAO sul diritto umano all'alimentazione; propone inoltre che, al fine di garantire la disponibilità di alimenti, si istituisca a livello mondiale un programma di obblighi in materia di mantenimento delle scorte, unitamente ad un migliore sistema di base di stoccaggio per i principali fattori di produzione (proteine, fertilizzanti, sementi, pesticidi), preferibilmente fondato su soggetti del settore privato, comprese le cooperative agricole;

51. è consapevole degli impegni presi dall'UE nei confronti dei paesi in via di sviluppo e dei nostri obblighi attuali e futuri nel quadro dell’OMC; chiede che le misure di sostegno dell’UE vadano nella direzione degli obiettivi sanciti nella Dichiarazione di Maputo del 2002 dei governi africani; invita gli Stati membri a mantenere fede ai propri impegni per la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite, ed in particolare a destinare all’aiuto allo sviluppo lo 0,7% del loro prodotto nazionale lordo; è peraltro del parere che la qualità dell'assistenza allo sviluppo sia più importante delle somme spese a tal fine;

52. esprime rammarico per la riduzione della quota degli aiuti allo sviluppo destinata all'agricoltura e allo sviluppo rurale, passata dal 17% del 1980 ad appena il 3% nel 2006; esorta la Commissione a dirigere e controllare il contributo del sostegno finanziario dell'UE orientandolo verso il conseguimento di una crescita guidata dall’agricoltura, e a fare il possibile per indurre i governi a spendere il 10% del bilancio nazionale per il settore agricolo, secondo gli impegni da loro presi (ad esempio fissando dei target per le politiche agricole nazionali);

53. ribadisce che per i paesi appartenenti al gruppo di Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) l'agricoltura è un settore in grado più di altri di generare crescita per le popolazioni rurali povere, contribuendo così in modo tangibile al conseguimento del primo Obiettivo di sviluppo del millennio, eliminare la povertà estrema e la fame; sottolinea come sia pertanto essenziale agire immediatamente e promuovere maggiori investimenti nell'agricoltura e nello sviluppo rurale;

54. pone l'accento sul fatto che lo sviluppo agricolo deve essere basato primariamente sul diritto al cibo e sul diritto a produrre cibo, consentendo a tutti di godere del diritto ad alimenti sani, nutrienti e culturalmente appropriati, ottenuti con metodi di produzione ecologicamente sani e sostenibili nell'ambito di una struttura agricola autonoma;

55. invita l'Unione europea a riconoscere il diritto dei paesi in via di sviluppo alla sovranità alimentare e a sostenere tale diritto con misure mirate, in primo luogo utilizzando e potenziando le strutture e le risorse disponibili - quali sementi, concimi naturali e mezzi di produzione - nonché promuovendo l'integrazione regionale;

56. invita l'Unione europea a ricollocare l'agricoltura al centro della sua agenda per lo sviluppo, attribuendo una priorità specifica ai programmi di sviluppo agricolo che prevedono obiettivi chiari in materia di riduzione della povertà e scopi realizzabili, in particolare misure che promuovano l'agricoltura su piccola scala e la produzione di derrate alimentari destinate ai mercati locali traendo vantaggio dalla biodiversità, con particolare attenzione alla costruzione di capacità per quanto concerne i piccoli coltivatori proprietari di terra e le donne;

57. invita l'Unione europea ad unire le proprie forze a quelle degli Stati membri, dei governi dei paesi ACP, delle organizzazioni internazionali, delle banche di sviluppo regionale e delle fondazioni private, delle organizzazioni non governative e delle autorità locali, ai fini di un miglior inserimento nei programmi regionali di nuovi progetti e interventi programmatici per far fronte all'impennata dei prezzi alimentari;

58. sollecita misure volte a migliorare la formazione per consentire ai giovani di seguire corsi d'istruzione superiore in agricoltura, ivi compresa la formazione su come soddisfare le norme UE in materia sanitaria e fitosanitaria, nonché a creare opportunità di lavoro per i laureati in questo settore, con l'obiettivo di ridurre la povertà e l'esodo dalle zone rurali verso quelle urbane e di evitare la "fuga dei cervelli" dai paesi in via di sviluppo verso i paesi sviluppati;

59. ricorda il "Codice di condotta per la prevenzione e la gestione delle crisi alimentari", del 2008, della Food Crisis Prevention Network (la "rete per la prevenzione delle crisi alimentari") e chiede che esso sia attuato e osservato nel contesto della politica agricola comune; appoggia e sollecita inoltre il coinvolgimento della società civile e la promozione degli interessi delle donne, delle cooperative di piccoli agricoltori e dei gruppi di produttori al fine di garantire la sicurezza e l'autosufficienza alimentare;

60. esprime grande preoccupazione per il fatto che, in molti casi, i bilanci per le spese militari e di difesa sono più cospicui di quelli destinati all’agricoltura e all'alimentazione;

61. ritiene che i piccoli proprietari costituiscano l'asse portante dello sviluppo agricolo; sottolinea alcuni dei problemi più gravi che i piccoli agricoltori si trovano ad affrontare nei paesi in via di sviluppo, quali l'accesso ai mercati, alla terra, alla formazione, ai finanziamenti, ai mezzi di produzione e alla tecnologia; riafferma l'importanza di sviluppare le infrastrutture rurali e gli investimenti in piccole aziende agricole e in forme di produzione adatte alle condizioni locali e basate su metodi tradizionali che richiedono una quantità limitata di mezzi di produzione;

62. ritiene che un fattore importante nella produzione alimentare mondiale sia rappresentato dall'insufficienza degli scambi di derrate alimentari; osserva che, secondo l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite, nel 2007 la produzione mondiale di riso è aumentata mentre nello stesso anno gli scambi di riso sono diminuiti;

63. ritiene che un'ulteriore liberalizzazione non regolamentata degli scambi agricoli comporterebbe un ulteriore aumento dei prezzi alimentari ed anche una loro maggiore volatilità; sottolinea che le parti più colpite sarebbero le più vulnerabili, ossia i paesi in via di sviluppo importatori di prodotti alimentari; sottolinea inoltre che le norme del commercio internazionale non devono in alcun caso scalfire il diritto di paesi o regioni di sostenere il proprio settore agricolo al fine di garantire la sicurezza alimentare della loro popolazione;

64. ritiene che le politiche di apertura dei mercati dei prodotti agricoli nel quadro dell'OMC e di accordi bilaterali di libero scambio abbiano contribuito in modo significativo a intaccare la sicurezza alimentare in molti paesi in via di sviluppo e nel contesto dell'attuale crisi mondiale dell'approvvigionamento alimentare; invita la Commissione a riesaminare di conseguenza il proprio approccio liberista in materia di scambi agricoli;

65. invita i grandi paesi esportatori (Brasile, Argentina, Tailandia ecc.) ad assumere il ruolo di fornitori affidabili di prodotti alimentari di base e ad evitare di applicare restrizioni alle esportazioni che potrebbero avere conseguenze disastrose, specialmente per i paesi poveri in via di sviluppo importatori di prodotti alimentari;

66. è allarmato per l’attuale crisi finanziaria globale, che potrebbe comportare una riduzione delle risorse finanziarie a disposizione dell'aiuto pubblico allo sviluppo; invita la Commissione ad analizzare l'impatto della crisi finanziaria sul settore dell'aiuto allo sviluppo e a continuare ad elaborare proposte finalizzate a sostenere l'agricoltura nei paesi più poveri del mondo;

67. osserva che la crisi alimentare globale è una delle grandi minacce per la pace e la sicurezza nel mondo; plaude, a tale riguardo, all'impegno recentemente profuso dalla Commissione per studiare modi di affrontare il problema della sicurezza alimentare globale; invita gli Stati membri a sostenere tali iniziative a livello nazionale e locale;  

Ricerca e sviluppo

68. ribadisce il suo costante favore agli investimenti in tecnologia e innovazione nel settore dell’agricoltura e della produzione agricola;

69. sottolinea l'importanza di una ricerca finanziata con risorse pubbliche che serva a promuovere la sicurezza alimentare anziché curare unilateralmente gli interessi dell'industria; chiede investimenti nella ricerca non soltanto di nuove tecnologie specifiche ma anche di sistemi globali di produzione agricola che vadano in direzione della sicurezza alimentare a lungo termine; pone in rilievo al riguardo il ruolo d'avanguardia che in tale ambito potrebbe svolgere, ad esempio, una piattaforma tecnologica dell'UE per la ricerca nel campo dell'agricoltura ecologica;

70. pone l’accento sull’importanza della ricerca ma anche del trasferimento fino al livello dell'azienda agricola delle conoscenze acquisite grazie ad essa, attraverso un efficace servizio di divulgazione agricola, in particolar modo nei paesi in via di sviluppo; chiede un rafforzamento della ricerca e della generazione di conoscenza nel settore agricolo;

71. esprime preoccupazione per il fatto che l’accento posto nell'Unione europea sulla condizionalità ecologica (cross-compliance) possa andare a detrimento della ricerca e consulenza per la produzione agricola; sottolinea la necessità di garantire entrambe le cose;

72. chiede l’istituzione di un programma accelerato di ricerca e sviluppo sull'agricoltura sostenibile ed efficiente in termini energetici, adatta al luogo in cui è praticata; esorta gli Stati membri a sostenere la ricerca mirante ad aumentare la produttività in relazione alle applicazioni in campo agricolo; è consapevole delle preoccupazioni dei consumatori dell’UE;

Un’agricoltura mondiale sostenibile

73. esprime preoccupazione per le alterazioni degli andamenti meteorologici causate dai cambiamenti climatici, che si prevede renderanno più comuni siccità e inondazioni, con impatti negativi sulle rese dei raccolti e sulla prevedibilità della produzione agricola mondiale;

74. teme che l’attuazione nell'Unione europea di proposte volte a ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra possa incidere negativamente sulla produzione alimentare dell'UE, in particolare sulla produzione di bestiame;

75. riconosce l'esigenza di un miglioramento dell'efficienza energetica del settore agricolo, responsabile di una quota considerevole delle emissioni totali di CO2;

76. ritiene che l'espansione della produzione di biocarburanti e bioenergia potrebbe avere effetti positivi sul settore agricolo e della trasformazione alimentare, settore che sta risentendo dell'aumento dei prezzi dei fattori di produzione, quali fertilizzanti, pesticidi, e gasolio, nonché dei costi di trasporto e di trasformazione;

77. riconosce che il settore agricolo fornisce i mezzi di sussistenza alla maggioranza della popolazione in molti paesi in via di sviluppo, e pertanto incoraggia tali paesi a mettere a punto un meccanismo di politiche agricole stabili e trasparenti che assicurino la pianificazione a lungo termine e lo sviluppo sostenibile;

78. chiede alla Commissione di monitorare da vicino gli effetti dell'aumento della produzione di bioenergia nell'Unione europea e nei paesi terzi per quanto riguarda le variazioni di destinazione dei terreni, i prezzi dei prodotti alimentari di base e l'accesso ai prodotti alimentari;

79. ribadisce che gli incentivi alle colture energetiche sostenibili non devono mettere in pericolo la produzione alimentare;

80. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la ricerca e lo sviluppo finalizzati alla prevenzione dei cambiamenti climatici e all'adattamento ad essi, compresa fra le altre cose la ricerca sulla prossima generazione di biocarburanti, in particolare sull'utilizzo di colture energetiche ad alta resa, su fertilizzanti rispettosi dell'ambiente dotati della massima efficacia possibile, su nuove tecnologie agricole che riducano al minimo le ripercussioni negative in termini di utilizzo dei terreni, sullo sviluppo di nuovi tipi di piante resistenti ai cambiamenti climatici e alle malattie connesse, nonché a sostenere la ricerca sulle modalità di utilizzazione dei rifiuti in agricoltura;

81. ritiene che, al fine di aumentare la produttività agricola sostenibile, siano necessarie ulteriori ricerche in campo agricolo, e invita gli Stati membri a sfruttare appieno le opportunità offerte a tale riguardo dal Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico e ad adottare misure che migliorino la produttività agricola nel rispetto dei criteri della sostenibilità e dell'efficienza energetica;

82. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

  • [1]  GU C 263 E del 16.10.2008, pag. 621.
  • [2]  Testi approvati, P6_TA(2008)0229.
  • [3]  Testi approvati, P6_TA(2007)0577.
  • [4]  “Hats off to the CAP”, ricerca Agri Aware TNS/Mrbi condotta in Irlanda, agosto 2008.

MOTIVAZIONE

La sicurezza alimentare, ovvero l’accesso a prodotti alimentari sufficienti, sani e nutrienti, rappresenta oggi una priorità politica a livello comunitario e mondiale.

Tuttavia, ancor prima che si manifestassero le difficoltà determinate dalla crisi dei prezzi alimentari, il numero delle persone che soffriva di fame cronica e di malnutrizione in tutto il mondo superava gli 860 milioni. La situazione ha subito un significativo peggioramento in seguito all’impennata, inattesa e senza precedenti, dei prezzi dei beni alimentari di primo consumo nel 2006 a livello mondiale.

Tale aumento fa seguito, in realtà, a decenni caratterizzati da un abbassamento dei prezzi dei beni alimentari. Sebbene vi sia peraltro stata una lieve attenuazione dei prezzi dei beni di primo consumo a livello mondiale, secondo gli esperti i prezzi alimentari continueranno ad attestarsi su livelli relativamente più alti che in passato ed è pertanto necessario intervenire con azioni a breve, medio e lungo termine per assicurare la produzione alimentare mondiale e per aiutare le fasce più vulnerabili a soddisfare le proprie esigenze alimentari di base.

Tra settembre 2006 e febbraio 2008, i prezzi dei prodotti alimentari di base espressi in dollari sono cresciuti di circa il 70% a livello mondiale.

Anche le derrate alimentari mondiali si sono ridotte in modo allarmante. Dopo la Seconda guerra mondiale, le scorte di cibo disponibili erano sufficienti a soddisfare il fabbisogno per un periodo di un anno; nel 2003, tale disponibilità si è ridotta a 133 giorni, fino ai 40 del 2008.

E se da un lato gli esperti sono convinti che la tendenza degli anni passati verso un abbassamento dei prezzi del mercato agricolo mondiale – la teoria del cosiddetto agricultural treadmill – si sia di fatto arrestata, dall'altro è altamente probabile che le fluttuazioni dei prezzi di detto mercato saranno più ampie. Tali fluttuazioni porteranno ad una drammatica altalenanza dei prezzi alimentari e dei redditi degli agricoltori, rendendo in tal modo vani gli sforzi volti a garantire un approvvigionamento stabile di cibo a prezzi accessibili.

Una delle sfide principali che i responsabili politici sono chiamati a raccogliere è rappresentata dall’elaborazione di riforme agricole e alimentari volte a soddisfare le esigenze di una popolazione mondiale in continua crescita e che si prevede aumenterà del 40% entro il 2050, determinando un aumento della domanda di alimenti che si stima raddoppi rispetto alle attuali necessità.

È pertanto necessario concentrare immediatamente gli sforzi su modalità di intervento volte a contenere gli effetti devastanti che l’aumento dei prezzi del cibo potrà avere sulle fasce più indigenti della popolazione. Un esempio di intervento a breve termine è costituito dallo stanziamento di un miliardo di euro proposto dalla Commissione europea da destinare ai paesi in via di sviluppo più poveri per l’acquisto di sementi e fertilizzanti. Tuttavia, è necessario adottare ulteriori misure a medio e lungo termine a sostegno della sicurezza alimentare, in particolar modo nei paesi in via di sviluppo. Ciò richiederà una rinnovata attenzione allo sviluppo, alla ricerca e all’ampliamento dei servizi in ambito agricolo in suddetti paesi, prendendo in considerazione nuovi sistemi di sostegno alla produzione agricola nelle regioni caratterizzate da un certo potenziale produttivo.

Prende corpo inoltre un’impellente necessità politica di agire tempestivamente, poiché in molti paesi in via di sviluppo l’aumento dei prezzi alimentari ha portato a sommosse e disordini politici.

Secondo le Nazioni Unite, l’andamento dei prezzi degli alimenti farà slittare in avanti di molti anni l’obiettivo del millennio di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che soffrono di fame e di malnutrizione.

Inoltre, è reale il rischio che la crisi finanziaria e degli istituti di credito a livello globale porti i paesi sviluppati a sottrarsi ai propri impegni di aiuto verso i paesi in via di sviluppo. Di fronte a ciò, la relatrice non può che esprimere rammarico.

I bilanci destinati agli aiuti alimentari sono stati messi a dura prova dall’aumento dei prezzi degli alimenti, richiedendo finanziamenti molto più cospicui per l'acquisto di derrate alimentari di emergenza.

L’impatto dell’aumento dei prezzi dei beni di primo consumo è stato aggravato dalle misure adottate dai paesi esportatori di alimenti quali, ad esempio, l’applicazione di tasse sulle esportazioni e le restrizioni sulle stesse nel tentativo di fronteggiare i problemi di sicurezza alimentare a livello nazionale.

Va anche sottolineato come, nei paesi in via di sviluppo, la produzione agricola interna non basterà affatto a garantire derrate alimentari sufficienti per una popolazione in rapida crescita. Sarà pertanto possibile soddisfare la crescente domanda di importazione di beni alimentari dei paesi in via di sviluppo soltanto grazie ad un incremento della produzione e delle esportazioni da parte dei paesi industrializzati.

Ne deriva la necessità di apportare dei miglioramenti alla produttività del settore agricolo, un risultato che si prospetta alquanto problematico da conseguire. L’andamento della produttività agricola è stato caratterizzato da un trend negativo sin dalla rivoluzione verde degli anni ’60 e ’70.

Va precisato che era totalmente imprevedibile l’entità dell’aumento dei prezzi degli alimenti e il mancato equilibrio tra domanda e offerta di prodotti alimentari che lo ha determinato. Tale considerazione riconduce alla necessità di sistemi di informazione a livello globale per il monitoraggio della produzione, dei consumi e delle riserve e per far giungere adeguati allarmi preventivi legati ai cambiamenti dei livelli delle riserve.

L’UE è il principale donatore di aiuti a livello mondiale, contribuendo per il 60% della totalità degli aiuti allo sviluppo. Si trova pertanto in una posizione unica per far sentire la propria voce e influenza in merito alla crisi attuale, attraverso una maggiore coerenza delle sue politiche commerciali, agricole e per lo sviluppo e assumendo la leadership a livello mondiale nella lotta alle cause della crisi della sicurezza alimentare. Negli anni ’80, al settore agricolo è stato destinato il 17% degli aiuti allo sviluppo. Nel 2006, tale percentuale è scesa al 3%.

La politica dell’UE in materia di sicurezza alimentare viene richiamata dall’articolo 33 (39) del trattato di Roma, che sancisce gli obiettivi interni della Politica agricola comune, ovvero:

●         aumentare la produttività agricola, promuovendo il progresso tecnico e assicurando un uso ottimale dei fattori di produzione, in particolare il lavoro;

●         assicurare un tenore di vita equo agli agricoltori;

●         stabilizzare i mercati;

●         garantire la sicurezza degli approvvigionamenti;

●         assicurare prezzi accessibili per i consumatori.

La presente relazione vuole soffermarsi sul ruolo della politica agricola nel garantire la sicurezza alimentare per i cittadini e in particolare sul modo in cui la Politica agricola comune (PAC) risponde attualmente alle esigenze di sicurezza alimentare dell’UE e sull’impatto che la PAC esercita sulle politiche per la sicurezza alimentare a livello mondiale.

La relazione esamina da un lato il modo in cui le varie riforme della PAC hanno determinato uno spostamento dell’interesse dell’UE in materia di agricoltura dalla quantità alla qualità della produzione e dall’altro il modo in cui tale cambiamento si inserisce all’interno delle nuove preoccupazioni globali nell'ambito della sicurezza alimentare.

La valutazione dello stato di salute della PAC prende atto della nuova situazione alla luce dell’eliminazione dei ritiri dei seminativi e del riutilizzo la terra per scopi produttivi. Tuttavia, gli sforzi tesi ad allentare le restrizioni alla produzione di latte nella corsa verso l’abolizione del regime delle quote sono molto meno ambiziosi. La valutazione dello stato di salute non affronta in modo adeguato la questione della nuova realtà politica della sicurezza alimentare, aspetto che dovrà essere al centro di qualsiasi futuro cambiamento della PAC successivo al 2013. È necessario porre l’accento sulla necessità di garantire una produzione alimentare di base a livello comunitario e di soddisfare un’accresciuta domanda di alimenti a livello globale.

Viene affrontata la sfida posta dai cambiamenti climatici, invitando il settore agricolo a svolgere la propria parte nell’ambito delle misure di mitigazione. Per assurdo, gli interventi volti ad aumentare le superfici destinate all’uso agricolo a livello mondiale hanno contribuito alla deforestazione e, conseguentemente, all’aggravamento del problema dei cambiamenti climatici. Inoltre, nel lungo termine, gli stessi cambiamenti climatici avranno delle ripercussioni estremamente negative sulla produzione alimentare mondiale.

La relazione vuole approfondire inoltre le controverse questioni dell’utilizzo dei terreni e degli obiettivi politici contrastanti. Il mondo sarà in grado di sviluppare fonti di energia alternativa rinnovabile senza avere alcun impatto sui prezzi alimentari mondiali? Sarà possibile trovare un equilibrio tra produzione di cibo, di mangimi e di combustibili? Il principale fattore all’origine dell’aumentata richiesta comunitaria di granaglie e semi oleosi è rappresentato dalla bioenergia.

La legislazione ambientale comunitaria, sia esistente sia programmata, ha di fatto un chiaro impatto sulla produzione agricola e la presente relazione invita alla valutazione di tutte le nuove proposte legislative sulla sicurezza alimentare.

Al fine di affrontare la sfida rappresentata dalla sicurezza alimentare, è necessario una rinnovata attenzione alla ricerca e allo sviluppo del settore agricolo. In particolare, la ricerca deve occuparsi di delicate questioni quali la scarsità delle risorse naturali, tra cui l’acqua e i terreni, le pressioni ambientali, i cambiamenti climatici e la riduzione dei combustibili fossili da cui l’agricoltura dipende in larga parte.

La relazione vuole soprattutto sottolineare come i vari programmi di bilancio per l’aiuto allo sviluppo abbiano trascurato il settore agricolo e invita a porre nuovamente l’attenzione sulle politiche e sui programmi agricoli in grado di rispondere alle necessità dei paesi in via di sviluppo.

Tuttavia, esiste la reale necessità di garantire continui e rinnovati investimenti sulla ricerca e sullo sviluppo agricoli anche all’interno dell’UE, affinché il settore sia in grado di affrontare le nuove sfide e migliorare la produttività.

La questione centrale che i responsabili politici dovranno affrontare sarà la messa a punto di politiche in grado di garantire agli agricoltori, sia nei paesi in via di sviluppo sia in quelli industrializzati, un reddito dignitoso derivante dalla produzione dei prodotti alimentari.

Ciò è fondamentale per assicurare la produzione alimentare e, se il mercato non è all'altezza del compito, allora dovranno essere le politiche a farsene carico.

E se da un lato l’aumento dei prezzi dei beni di primo consumo costituisce uno stimolo alla produzione, dall’altro il recente aumento dei prezzi è stato accompagnato da una significativa crescita dei costi della produzione agricola.

Guardando al futuro, la PAC elaborerà nuove riforme a partire dal 2013. Continuerà tuttavia l’impegno a favore dei pagamenti totalmente disaccoppiati. Inoltre, la revisione di bilancio UE del 2009 prenderà in esame la totalità delle spese e delle entrate. Non vi è dubbio che anche il bilancio destinato alla PAC verrà sottoposto ad un’attenta analisi, che dovrà prendere in considerazione la questione della sicurezza alimentare e della necessità di sviluppare politiche in grado di migliorarla.

Va inoltre sottolineato che, sebbene non si sappia ancora quando, vi sarà una ripresa dei colloqui dell’OMC precedentemente interrotti. In quell’occasione, sarà fondamentale affrontare in modo adeguato la questione della sicurezza alimentare, alla luce del fallimento dei precedenti colloqui a causa delle preoccupazioni dell’India e della Cina relativamente all’impatto dell’aumento delle importazioni sulle loro popolazioni rurali.

È anche auspicabile la sottoscrizione di un accordo in seno all’OMC, che sancisca regole commerciali eque e che tenga allo stesso tempo in considerazione le preoccupazioni di ogni singolo paese sulla sicurezza alimentare nazionale.

Porre la questione della sicurezza alimentare al centro delle iniziative future dell’OMC potrebbe contribuire a dare lo slancio necessario al raggiungimento di un accordo.

In generale, l’impatto dell’aumento dei prezzi alimentari ha avuto proporzioni drammatiche per almeno un miliardo di poveri che soffrono di fame e di malnutrizione. Tuttavia, è anche possibile che abbia fornito lo stimolo necessario all'attuazione di misure volte ad alleviare il problema, partendo da un'attenzione molto maggiore alla produzione e alla produttività del settore agricolo.

PARERE DELLA COMMISSIONE PER LO SVILUPPO(*) (6.11.2008)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

sulla politica agricola comune e la sicurezza alimentare globale
(2008/2153(INI))

Relatore per parere (*): Manolis Mavrommatis(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 47 del regolamento

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che, secondo attuali stime di organizzazioni impegnate nella lotta alla fame nel mondo, nei paesi in via di sviluppo una persona su cinque è attualmente denutrita e soffre di fame cronica, mentre ogni giorno nel mondo più di 30 000 bambini muoiono di fame e povertà,

B.  considerando che l'agricoltura fornisce occupazione e sostentamento a più del 70% della forza lavoro nei paesi in via di sviluppo e a più dell'80% in molti paesi africani e che, di conseguenza, le politiche per lo sviluppo rurale sono fondamentali al fine di combattere efficacemente la povertà e la fame,

C. considerando che nei paesi in via di sviluppo le donne producono tra il 60 e l'80% degli alimenti e sono responsabili della metà della produzione alimentare mondiale, e tenendo conto del ruolo quanto mai importante delle donne nell'approvvigionamento della famiglia come pure del fatto che le donne possono accedere molto più difficilmente degli uomini alla terra e ai mezzi di produzione, per cui vanno incoraggiate e appoggiate in modo adeguato;

1.  ribadisce che per i paesi appartenenti al gruppo di Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) l'agricoltura è un settore in grado più di altri di generare crescita per le popolazioni rurali povere, contribuendo quindi in modo concreto al conseguimento del primo Obiettivo di sviluppo del millennio, segnatamente l'eradicazione della fame e della povertà estrema, e sottolinea come sia pertanto estremamente importante agire tempestivamente e promuovere maggiori investimenti nell'agricoltura e nello sviluppo rurale;

2.  evidenzia che lo sviluppo agricolo deve essere basato essenzialmente sul diritto al cibo e alla produzione di cibo, garantendo a tutti l'accesso ad un'alimentazione sana, nutriente e culturalmente appropriata, ottenuta con metodi di produzione ecologicamente razionali e sostenibili nell'ambito di una struttura agricola autonoma;

3.  invita l'Unione europea a riconoscere il diritto dei paesi in via di sviluppo alla sovranità alimentare e a sostenere tale diritto con misure mirate, utilizzando e potenziando in primo luogo le strutture e le risorse locali, quali ad esempio sementi, concimi e mezzi di produzione, e promuovendo l'integrazione regionale;

4.       invita l'Unione europea a ricollocare l'agricoltura al centro della sua agenda per lo sviluppo, attribuendo una priorità specifica ai programmi di sviluppo agricolo che prevedono obiettivi chiari e raggiungibili in materia di riduzione della povertà, e in particolare misure di sostegno ai piccoli agricoltori e alla produzione di derrate alimentari destinate ai mercati locali grazie al ricorso alla biodiversità; rivolgendo particolare attenzione al rafforzamento della capacità per quanto concerne i piccoli agricoltori e le donne

5.  invita inoltre i governi dei paesi ACP a inserire il settore agricolo tra le loro priorità politiche al fine di onorare l'impegno sottoscritto con la dichiarazione di Maputo del 2003 di destinare almeno il 10% della spesa pubblica all'agricoltura; chiede alla Commissione di promuovere questa iniziativa, in particolare in occasione della revisione di metà percorso del decimo FES;

6.  chiede, in particolare, l'immediato stanziamento di ulteriori fondi per gli aiuti alimentari e umanitari a favore dei paesi in via di sviluppo con i redditi più bassi e con le necessità più acute nel breve termine; plaude quindi all'iniziativa di costituire una dotazione di 1 miliardo di euro per una risposta rapida al vertiginoso aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nei paesi in via di sviluppo; chiede tuttavia che questa dotazione alimentare e l'aiuto alimentare a breve termine si iscrivano in una più ampia politica a lungo termine di investimento nell' agricoltura;

7.       invita l'Unione europea ad unire le proprie forze a quelle degli Stati membri, dei governi dei paesi ACP, delle organizzazioni internazionali, delle banche per lo sviluppo regionale, delle fondazioni private, delle organizzazioni non governative e delle autorità locali ai fini di un miglior inserimento, nei programmi regionali, di nuovi progetti e interventi programmatici per far fronte al vertiginoso aumento dei prezzi alimentari;

8.  incoraggia i paesi ACP a promuovere un miglior coordinamento e un maggiore coinvolgimento dei governi e delle autorità locali, oltre che dei parlamenti nazionali e regionali, nei processi decisionali concernenti la politica agricola e la sicurezza alimentare, e anche ad agevolare una più ampia partecipazione della società civile e delle organizzazioni degli agricoltori;

9.  sollecita misure volte a migliorare la formazione per consentire ai giovani di seguire percorsi di formazione superiore in agricoltura, ivi compresa la formazione su come soddisfare le norme UE in materia sanitaria e fitosanitaria, nonché a creare opportunità di lavoro per i laureati in questo campo, con il principale obiettivo di ridurre la povertà e l'esodo dalle zone rurali verso quelle urbane e di evitare la fuga dei cervelli dai paesi in via di sviluppo ai paesi sviluppati;

10. chiede al Consiglio e alla Commissione, in stretta concertazione con i paesi ACP, di dare la priorità alla questione dell'impatto, sui paesi ACP, delle sovvenzioni all'esportazione di prodotti agricoli UE e di impegnarsi a dare risposte concrete e durature per evitare il dumping, nel rispetto degli impegni sottoscritti in materia;

11. ricorda il "Codice di condotta per la prevenzione e la gestione delle crisi alimentari" del 2008 della Food Crisis Prevention Network (FCPN) e chiede che tali regole di condotta siano attuate e osservate nel contesto della politica agricola comune; chiede e appoggia inoltre il coinvolgimento della società civile e la promozione, in particolare, degli interessi delle donne, delle cooperative di piccoli agricoltori e dei gruppi di produttori al fine di garantire la sicurezza alimentare e l'autoapprovvigionamento;

12. ricorda al Consiglio e alla Commissione che gli agrocarburanti costituiscono soltanto una risposta parziale e temporanea alla problematica dell'impatto dei trasporti sul riscaldamento climatico e sull'esaurimento delle fonti di petrolio, e li invita quindi a limitarsi ad autorizzare la produzione di agrocarburanti a livello europeo unicamente se sono rispettati rigorosi criteri di sostenibilità e se tale produzione non entra in concorrenza con quella di prodotti alimentari.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

5.11.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

29

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Josep Borrell Fontelles, Danutė Budreikaitė, Marie-Arlette Carlotti, Corina Creţu, Nirj Deva, Alexandra Dobolyi, Beniamino Donnici, Fernando Fernández Martín, Juan Fraile Cantón, Alain Hutchinson, Romana Jordan Cizelj, Filip Kaczmarek, Glenys Kinnock, Maria Martens, Gay Mitchell, Toomas Savi, Pierre Schapira, Frithjof Schmidt, Jürgen Schröder, Feleknas Uca, Johan Van Hecke, Anna Záborská, Jan Zahradil, Mauro Zani

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Miguel Angel Martínez Martínez, Manolis Mavrommatis, Csaba Őry, Renate Weber, Gabriele Zimmer

PARERE della commissione per gli affari esteri (2.12.2008)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

sulla politica agricola comune e la sicurezza alimentare globale
(2008/2153(INI))

Relatore per parere: Bastiaan Belder

SUGGERIMENTI

La commissione per gli affari esteri invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  considera la sicurezza alimentare una priorità chiave su scala globale; ritiene che la produzione agricola sia alla base della sicurezza alimentare;

2.  ritiene che la PAC sia un elemento importante delle politiche di sicurezza alimentare su scala globale;

3.  ritiene che la PAC debba avere un ruolo fondamentale nella politica estera dell'UE e nelle politiche di sviluppo, con particolare enfasi sulla politica esterna di sicurezza alimentare; ritiene che, oltre ad assicurare la produzione alimentare dell'UE, la PAC possa contribuire ad affrontare la crescente domanda alimentare su scala globale;

4.  osserva che i conflitti armati si ripercuotono in modo molto negativo sulla produzione alimentare e l'accesso agli alimenti; esprime preoccupazione per le pesanti conseguenze sulla sicurezza alimentare causate dall'esposizione ai conflitti, e in particolare dalle migrazioni di massa, dalla paralisi della produzione agricola, dal grave impatto negativo sulle infrastrutture vitali;

5.  ritiene fondamentale evitare deleterie lotte concorrenziali dovute alla scarsità di risorse alimentari; auspica pertanto una cooperazione più efficace dell'UE, a livello tecnico, con le organizzazioni non governative, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e altre agenzie internazionali e, a livello politico, con le Nazioni Unite, al fine di promuovere un accesso equo alle risorse alimentari e di incrementare la produzione di alimenti nei principali paesi in via di sviluppo e nel contempo coerentemente tenere in conto dei criteri di biodiversità e di sviluppo sostenibile;

6.  esorta l'Unione europea a sostenere i paesi a rischio di conflitto affinché sviluppino da soli forti politiche agricole basate su un facile accesso alle materie prime, a un'istruzione di qualità e a finanziamenti adeguati, nonché su infrastrutture affidabili; ritiene che gli aiuti comunitari debbano essere indirizzati al miglioramento dell'autosufficienza alimentare dei paesi in via di sviluppo beneficiari, migliorando cosi la sicurezza alimentare a livello regionale e l'accesso agli alimenti per le fasce più indigenti della società;

7.  rileva che alcune economie in crescita potrebbero prevedere di prendere in affitto ampie superfici di terreno nelle regioni più povere di Africa e Asia e impiantarvi colture da destinare ai propri mercati per migliorare la propria sicurezza alimentare; ritiene che l'UE e la FAO dovrebbero prendere seriamente in considerazione tale fenomeno, il quale rappresenta una grave minaccia per la sicurezza alimentare e per efficaci politiche agricole all'interno dei paesi ospitanti;

8.  ritiene che l'incremento dei prezzi dei prodotti alimentari e lo sviluppo accelerato nel settore delle biotecnologie non debba condurre ad un ruolo meno sensibile in termini ambientali sull'uso di alimenti geneticamente modificati.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

1.12.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

25

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Christopher Beazley, Angelika Beer, Bastiaan Belder, Monika Beňová, André Brie, Marco Cappato, Véronique De Keyser, Giorgos Dimitrakopoulos, Richard Howitt, Anna Ibrisagic, Maria Eleni Koppa, Helmut Kuhne, Vytautas Landsbergis, Francisco José Millán Mon, Philippe Morillon, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Raimon Obiols i Germà, Vural Öger, Ria Oomen-Ruijten, Ioan Mircea Paşcu, Flaviu Călin Rus, István Szent-Iványi, Charles Tannock

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Laima Liucija Andrikienė, Tunne Kelam

PARERE della commissione per il commercio internazionale (13.11.2008)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

sulla politica agricola comune e la sicurezza alimentare globale
(2008/2153(INI))

Relatore per parere: Béla Glattfelder

SUGGERIMENTI

La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ritiene che la sicurezza alimentare dell’Europa e del mondo intero sia sempre più minacciata dall’alta volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari, che ha recentemente determinato forti rincari dopo 30 anni di riduzione dei prezzi in termini reali; sottolinea che il problema colpisce soprattutto le popolazioni più povere, sia nei paesi in via di sviluppo sia in quelli sviluppati;

2.  ritiene che il repentino e recente aumento dei prezzi possa essere spiegato principalmente con l'incremento strutturale della domanda globale di prodotti agricoli, legato allo sviluppo demografico, al cambiamento delle abitudini alimentari e all'intensificazione della produzione di agrocarburanti, e con una congiuntura sfavorevole caratterizzata da cattivi raccolti in alcuni paesi e speculazioni sui mercati mondiali; osserva che tale situazione comporta gravi problemi per le fasce più indigenti della popolazione, sia in Europa sia, soprattutto, nei paesi poveri del mondo intero; sottolinea pertanto che l'attuale crisi non sarà transitoria e necessita di una risposta a livello globale e in un'ottica di lungo periodo;

3.  sottolinea che il soddisfacimento dei fabbisogni primari delle popolazioni, segnatamente quelli alimentari e idrici, è spesso fonte di conflitti; sottolinea che l'aumento demografico mondiale, stimato a 3 miliardi di persone entro il 2050, inasprirà tali tensioni in ogni regione del pianeta; chiede pertanto che si tenga conto di questa dimensione geostrategica in sede di elaborazione delle future politiche agricole;

4.  sottolinea che questa sfida alimentare comporta necessariamente un aumento della produzione di cibo per stare al passo con la domanda crescente, ma anche un miglioramento della produzione stessa, una riduzione dei costi e l'adozione di pratiche più sostenibili; ritiene che per conseguire tale obiettivo sia indispensabile riconsiderare le politiche pubbliche a livello globale allo scopo di migliorare le pratiche produttive, la gestione delle riserve e la regolamentazione dei mercati internazionali;

5.  ritiene che l'insufficienza degli scambi di derrate alimentari incida notevolmente sulla produzione alimentare mondiale; osserva che, secondo i dati dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), nel 2007 la produzione mondiale di riso ha subito un incremento a fronte di una diminuzione degli scambi di riso nello stesso anno;

6.  ritiene che l'incremento non regolamentato della liberalizzazione degli scambi agricoli comporterebbe una maggiore volatilità dei prezzi; sottolinea che le parti maggiormente colpite sarebbero le più vulnerabili, ossia i paesi in via di sviluppo importatori di prodotti alimentari; sottolinea infine che le norme del commercio internazionale non devono in alcun caso ostare al diritto dei paesi o delle regioni di sostenere la propria agricoltura per garantire la sicurezza alimentare della popolazione;

7.  ritiene che le politiche di apertura dei mercati dei prodotti agricoli nell'ambito dell'OMC e gli accordi bilaterali di libero scambio abbiano ampiamente contribuito a intaccare la sicurezza alimentare in molti paesi in via di sviluppo e nel contesto della crisi dell'approvvigionamento alimentare che sta colpendo il mondo intero; esorta la Commissione a riesaminare di conseguenza il proprio approccio liberista in materia di scambi agricoli;

8.  esorta i grandi paesi esportatori (Brasile, Argentina, Tailandia ecc.) ad assumere il ruolo di fornitori affidabili di prodotti di base e ad evitare di applicare restrizioni alle esportazioni che potrebbero avere conseguenze deleterie, in particolare per i paesi poveri in via di sviluppo importatori di prodotti alimentari;

9.  insiste sul fatto che l'UE deve contribuire all'equilibrio alimentare nel mondo e che ogni forma di agricoltura è indispensabile per conseguire tale obiettivo; ritiene inoltre che l'UE debba garantire la sicurezza alimentare conservando i principi fondamentali e gli obiettivi della politica agricola comune (PAC): prezzi ragionevoli, approvvigionamenti garantiti, stabilizzazione dei mercati per assicurare un equo tenore di vita, produttività accresciuta tramite il progresso tecnologico e colture migliori, e reti di sicurezza per reagire a crisi simili a quelle che si verificano attualmente;

10. deplora che le nuove misure proposte dalla Commissione nel quadro della verifica dello stato di salute della PAC non prendano sufficientemente in considerazione le lezioni apprese dalla crisi alimentare attuale;

11. invita la Commissione a orientare la produzione di agrocarburanti verso quelli di seconda generazione, al fine di evitare la riduzione dell’approvvigionamento alimentare e rivedere e adattare gli obiettivi relativi alla produzione di agrocarburanti in funzione di criteri economici, sociali e ambientali chiaramente definiti.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

5.11.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

27

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Kader Arif, Daniel Caspary, Christofer Fjellner, Béla Glattfelder, Ignasi Guardans Cambó, Jacky Hénin, Caroline Lucas, Erika Mann, Helmuth Markov, David Martin, Vural Öger, Georgios Papastamkos, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Tokia Saïfi, Peter Šťastný, Gianluca Susta, Daniel Varela Suanzes-Carpegna, Iuliu Winkler, Corien Wortmann-Kool

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Bastiaan Belder, Ole Christensen, Albert Deß, Eugenijus Maldeikis, Javier Moreno Sánchez, Zbigniew Zaleski

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Sepp Kusstatscher, Michel Teychenné

PARERE della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (3.12.2008)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

sulla politica agricola comune e la sicurezza alimentare globale
(2008(INI))

Relatrice per parere: Silvia-Adriana Ţicău

SUGGERIMENTI

La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti elementi:

1.  sottolinea l'importanza di un'indagine esauriente sull'aumento dei prezzi dei generi alimentari, che tenga conto dell'aumento dei prezzi dell'energia, della maggiore intensità dei fenomeni atmosferici e dell'aumento della domanda di energia dovuto alla crescita della popolazione mondiale, e invita la Commissione a fare ulteriore chiarezza sull'eventuale collegamento tra gli elevati prezzi dei generi alimentari e l'aumento dei prezzi dell'energia, in particolare del carburante;

2.  osserva che la crisi alimentare mondiale rappresenta una delle grandi minacce per la pace e la sicurezza nel mondo; a tale riguardo plaude all'impegno recentemente profuso dalla Commissione per studiare i modi per affrontare il problema della sicurezza alimentare globale; invita gli Stati membri a sostenere tali iniziative a livello nazionale e locale;

3.  riconosce l'esigenza di un miglioramento dell'efficienza energetica del settore agricolo, responsabile per una parte considerevole delle emissioni totali di CO2;

4.  ritiene che l'incremento nella produzione di biocarburanti e bioenergia potrebbe avere effetti positivi sul settore della trasformazione dei prodotti alimentari e agricoli, settore che sta risentendo dell'aumento dei prezzi dei fattori di produzione (fra cui fertilizzanti, pesticidi, e gasolio), nonché delle spese di trasporto e di trasformazione;

5.  riconosce che il settore agricolo fornisce i mezzi di sussistenza alla maggioranza della popolazione in molti paesi in via di sviluppo, e pertanto incoraggia tali paesi a mettere a punto un meccanismo di politiche agricole stabili e trasparenti che assicurino la pianificazione a lungo termine e lo sviluppo sostenibile;

6.  chiede alla Commissione di monitorare da vicino gli effetti dell'aumento della produzione di bioenergia nell'UE e nei paesi terzi per quanto riguarda le variazioni della destinazione dei terreni, i prezzi dei generi alimentari di prima necessità e l'accesso ai prodotti alimentari;

7.   ribadisce che gli incentivi alle colture energetiche sostenibili non dovrebbero compromettere la produzione alimentare;

8.  sottolinea l'esigenza di stabilire un equilibrio relativo ai criteri di sostenibilità per i biocarburanti in grado da un lato di scongiurare eventuali ripercussioni negative dell'aumento della produzione di bioenergia sulla biodiversità, sui prezzi dei prodotti alimentari e sulla destinazione dei terreni e, dall'altro, di non pregiudicare le prospettive di raggiungimento degli obiettivi del 2020 in materia di energie rinnovabili;

9.  invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la ricerca e lo sviluppo finalizzati alla prevenzione dei cambiamenti climatici e all'adattamento ad essi, compresa fra le altre cose la ricerca sulle prossime generazioni di biocarburanti, in particolare sull'utilizzo di colture energetiche ad alto rendimento, su fertilizzanti rispettosi dell'ambiente dotati della massima efficacia possibile, su nuove tecnologie agricole che riducano al minimo le ripercussioni negative sull'utilizzo dei terreni, sullo sviluppo di nuovi tipi di piante resistenti ai cambiamenti climatici e alle malattie ad essi connesse, nonché la ricerca sulle modalità di utilizzazione dei rifiuti in agricoltura;

10. ritiene che, al fine di aumentare la produttività agricola sostenibile, sia necessario effettuare ulteriori ricerche in campo agricolo, e invita gli Stati membri a sfruttare appieno le opportunità che il Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico offre a tale riguardo e ad adottare misure che migliorino la produttività agricola nel rispetto dei criteri della sostenibilità e dell'efficienza energetica.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

2.12.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

39

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Šarūnas Birutis, Jan Březina, Jerzy Buzek, Jorgo Chatzimarkakis, Giles Chichester, Dragoş Florin David, Den Dover, Nicole Fontaine, Adam Gierek, Norbert Glante, David Hammerstein, Erna Hennicot-Schoepges, Mary Honeyball, Ján Hudacký, Werner Langen, Anne Laperrouze, Pia Elda Locatelli, Eluned Morgan, Antonio Mussa, Angelika Niebler, Reino Paasilinna, Aldo Patriciello, Miloslav Ransdorf, Vladimír Remek, Herbert Reul, Teresa Riera Madurell, Mechtild Rothe, Paul Rübig, Britta Thomsen, Patrizia Toia, Claude Turmes, Nikolaos Vakalis, Adina-Ioana Vălean

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Gabriele Albertini, Alexander Alvaro, Pierre Pribetich, John Purvis, Silvia-Adriana Ţicău, Vladimir Urutchev

          ALLEGATO

D(2008) 64227

                                                                  All’on. Neil Parish

                                                                  Presidente

                                                                  Commissione per l’agricoltura

                                                                  e lo sviluppo rurale

Oggetto: Progetto di relazione AGRI sulla politica agricola comune e la sicurezza alimentare globale

INI 2008/2153 (relatrice Mairead McGuiness)

Signor Presidente,

la relazione in oggetto ha suscitato grande interesse in seno alla commissione per i bilanci. Molti degli aspetti di bilancio sono stati affrontati nel quadro della recente relazione della commissione per lo sviluppo - relatore Gay Mitchell - su "uno strumento di risposta rapida all'impennata dei prezzi alimentari nei paesi in via di sviluppo”, e la recente concertazione di bilancio del 21 novembre ha prodotto un importante passo avanti per quanto riguarda lo strumento alimentare. Pertanto, in luogo di un parere formale trasmettiamo le nostre osservazioni per lettera.

Noi appoggiamo pienamente la maggior parte delle osservazioni contenute nel progetto di relazione della on. McGuiness, in particolare per quanto riguarda l'abolizione delle restituzioni all’esportazione entro il 2013 e l'attuazione di ulteriori riforme in conformità con gli accordi dell’OMC. Vorrei semplicemente ricordare alcuni dei principali aspetti di bilancio connessi.

1. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno concordato di finanziare la “risposta rapida all’impennata dei prezzi alimentari nei paesi in via di sviluppo” (strumento alimentare) per un periodo di tre anni nell’ambito della rubrica 4 (“L’UE come partner globale”) del quadro finanziario pluriennale, per un importo di 1 miliardo di euro, il cui finanziamento sarà suddiviso negli anni nel modo seguente: EUR 262 milioni nel 2008, EUR 568 milioni nel 2009 e EUR 170 milioni nel 2010, traendo tali fondi principalmente, mediante ridistribuzione degli stanziamenti, dallo strumento per la stabilità, dallo strumento di flessibilità e dalla riserva per aiuti d'urgenza. A tal fine nel 2008 sarà iscritto nel bilancio della riserva per aiuti d'urgenza un importo supplementare di EUR 240 milioni in stanziamenti d’impegno, e verrà inserita la linea di bilancio per lo strumento alimentare. Per il 2009 sarà iscritto nel bilancio per lo strumento alimentare un importo di EUR 490 milioni in impegni e di EUR 450 milioni in pagamenti.

Lo scadenzario dei pagamenti per lo strumento alimentare prevede importi di EUR 450 milioni nel 2009, EUR 350 milioni nel 2010 ed EUR 200 milioni nel 2011 e negli anni successivi, a condizione che l’autorità di bilancio dia la sua autorizzazione in ciascuna procedura di bilancio annuale.

2. Nella stessa occasione è stato chiesto alla Commissione di assicurare la coerenza e la complementarità dello strumento alimentare con il FES.

3. Si dovrebbe perseguire la coerenza anche riguardo ai contributi dell’UE al Programma alimentare mondiale e ad altri programmi ONU a favore dell’agricoltura e della sicurezza alimentare. La dichiarazione comune concordata durante la riunione di concertazione ha sottolineato l’importanza di migliorare la visibilità dell’assistenza comunitaria in generale.

4. Per quanto riguarda il paragrafo 28 del progetto di relazione McGuiness, ricordo che nel parere della commissione per i bilanci del 24.9.2008 destinato alla commissione per lo sviluppo è stato votato un emendamento sull’importanza dell'agevolazione del microcredito a favore dei piccoli produttori agricoli nei paesi in via di sviluppo colpiti dalla crisi. Questo strumento di microcredito dovrebbe essere sviluppato in analogia con gli strumenti esistenti (Strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (DCI) e Fondo europeo di sviluppo (FES)) e sarà finalizzato all'aumento della produzione.

Gradisca, signor Presidente, i miei più distinti saluti

R. Böge

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

8.12.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

17

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Luis Manuel Capoulas Santos, Joseph Daul, Carmen Fraga Estévez, Elisabeth Jeggle, Heinz Kindermann, Stéphane Le Foll, Véronique Mathieu, Rosa Miguélez Ramos, Neil Parish, Agnes Schierhuber, Czesław Adam Siekierski, Alyn Smith

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Milan Horáček, Astrid Lulling, Jan Mulder, Maria Petre, Kyösti Virrankoski