RELAZIONE sulla parità di trattamento e di accesso tra uomini e donne nelle arti dello spettacolo
24.2.2009 - (2008/2182(INI))
Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere
Relatore: Claire Gibault
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla parità di trattamento e di accesso tra uomini e donne nelle arti dello spettacolo
Il Parlamento europeo,
– vista la direttiva 2002/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 settembre 2002, che modifica la direttiva 76/207/CEE del Consiglio relativa all'attuazione del principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso all'occupazione, alla formazione e alla promozione professionale e le condizioni di lavoro[1],
– vista la direttiva 97/80/CE del Consiglio, del 15 dicembre 1997, relativa all'onere della prova nei casi di discriminazione basata sul sesso[2],
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea[3],
– viste le sue risoluzioni del 7 giugno 2007 sullo status sociale degli artisti[4] e del 3 settembre 2008 sulla parità tra uomini e donne - 2008[5],
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6‑0003/2009),
A. considerando che le disparità, in termini di opportunità e prospettive professionali, tra le donne e gli uomini sono fortemente presenti e persistenti nelle arti dello spettacolo,
B. considerando che occorre analizzare seriamente i meccanismi che producono tali disparità,
C. considerando che il principio di parità tra entrambi i sessi deve applicarsi a tutti gli operatori del settore delle arti dello spettacolo, in tutte le discipline, in tutti i tipi di struttura (produzione, diffusione e insegnamento) e in tutti i settori di attività (artistico, tecnico, amministrativo),
D. considerando che gli uomini e le donne non esercitano nelle medesime proporzioni i vari mestieri delle arti dello spettacolo e che a questa prima forma di disparità si aggiungono quelle delle condizioni di lavoro e di occupazione nonché del reddito,
E. considerando che le disparità di accesso alle funzioni decisionali, ai mezzi di produzione e alle reti di diffusione vengono constatate in vario grado in tutte le discipline delle arti dello spettacolo,
F. considerando che l'obiettivo egalitario nei mestieri delle arti dello spettacolo presuppone il passaggio attraverso l'instaurazione sistematica della parità,
G. considerando che il talento non spiega da solo la qualità artistica di una realizzazione o il successo di un percorso professionale e che una migliore considerazione della rappresentanza tra uomini e donne nei mestieri delle arti dello spettacolo potrà ridinamizzare l'intero settore,
H. considerando quindi che occorre modificare le attuali situazioni di segregazione che persistono nelle arti dello spettacolo non solo attraverso l'ammodernamento e la democratizzazione del settore, ma anche attraverso la fissazione di obiettivi egalitari realistici che promuovano la giustizia sociale,
I. considerando che le disparità constatate lasciano inutilizzate competenze e talenti e sono pregiudizievoli per la dinamica artistica, l'evoluzione e lo sviluppo economico di questo settore d'attività,
J. considerando che pregiudizi persistenti determinano troppo spesso comportamenti discriminatori nei confronti delle donne nel processo di selezione e di nomina nonché nei rapporti di lavoro, e che le donne, malgrado un elevato livello di preparazione, la disponibilità ad apprendere e una migliore rete di contatti, spesso hanno un reddito inferiore agli uomini,
K. considerando che gli ostacoli alla parità tra entrambi i sessi sono in questo settore di attività particolarmente tenaci e giustificano l'introduzione di un approccio specifico per ridurre le disparità constatate, anche alla luce dell'effetto leva che un simile provvedimento può avere sulla società in generale,
L. considerando che la protezione sociale degli artisti è particolarmente lacunosa, sia per gli uomini che per le donne, ne risulta, soprattutto per le donne, una situazione reddituale più sfavorevole,
1. sottolinea l'entità e la persistenza delle disparità tra entrambi i sessi nelle arti dello spettacolo e l'impatto che le modalità di organizzazione non egalitaria del settore possono avere sull'intera società, tenuto conto della particolare natura di queste attività;
2. insiste sull'assoluta necessità di promuovere e incoraggiare l'accesso delle donne a tutte le professioni artistiche in cui sono minoritarie;
3. ricorda che la percentuale di donne che lavorano nel mondo dell'arte e in quello della cultura ufficiale è estremamente esigua e che le donne sono sottorappresentate nei posti di responsabilità di istituzioni culturali, accademie e università;
4. riconosce l'esigenza di avviare passi specifici in questo settore di attività per spiegare meccanismi e comportamenti che producono tali disparità;
5. ricorda che solo la parità trasforma i comportamenti in quanto apporta una complementarità di opinioni, di sensibilità, di metodi e di interessi;
6. insiste sulla necessità di promuovere l'accesso delle donne a tutte le professioni artistiche e a tutti i mestieri dello spettacolo in cui sono minoritarie e incoraggia gli Stati membri a rimuovere ogni ostacolo all'accesso delle donne alla testa delle istituzioni culturali, delle accademie e delle università;
7. sottolinea che la discriminazione nei confronti delle donne penalizza lo sviluppo del settore culturale privandolo di talenti e competenze e fa notare che i talenti, per essere riconosciuti, devono essere portati all'attenzione del pubblico;
8. chiede l'introduzione di misure volte a migliorare la presenza delle donne nella direzione delle istituzioni, soprattutto promuovendo la parità in seno alle imprese, agli organismi culturali e alle organizzazioni professionali;
9. invita gli operatori del settore culturale a migliorare la presenza delle creatrici e delle loro opere nelle programmazioni, nelle raccolte, nelle edizioni o nelle consultazioni;
10. nota che i progressi compiuti in materia di parità tra entrambi i sessi consentiranno di instaurare progressivamente la parità nei gruppi di lavoro, nelle programmazioni e nelle riunioni professionali che spesso oggi funzionano secondo un sistema di separazione dei sessi poco compatibile con le esigenze della nostra società;
11. sottolinea l'importanza di garantire, ogni volta che sia possibile, l'anonimato delle candidature e insiste sulla necessità di mantenere l'uso delle audizioni dietro un paravento per l'assunzione dei componenti le orchestre, sistema attraverso il quale le donne hanno potuto entrare a farne parte;
12. invita la Commissione e gli Stati membri a prevedere sin da ora una prima tappa realistica nella lotta contro la disparità nelle arti dello spettacolo, che consiste nell'assicurare la presenza di almeno un terzo di persone del sesso minoritario in tutti i rami del settore;
13. incoraggia gli Stati membri:
a) a riflettere assieme alle loro istituzioni culturali sul modo di individuare meglio i meccanismi che producono disparità sì da evitare il più possibile qualsiasi discriminazione legata al sesso;
b) a rimuovere ogni ostacolo all'accesso delle donne alla testa delle istituzioni e delle organizzazioni culturali più rinomate;
c) a instaurare in questo settore nuove modalità di organizzazione del lavoro, di delega delle responsabilità e di gestione del tempo che tengano conto dei vincoli della vita personale delle donne e degli uomini;
d) a prendere coscienza del fatto che, in questo settore in cui gli orari atipici, un'elevata mobilità e la vulnerabilità legata al posto di lavoro sono la norma e rendono le donne maggiormente fragili, occorre trovare soluzioni collettive per assicurare la custodia dei bambini (apertura di asili nido nelle imprese culturali con orari adeguati alle ore di prova e di spettacolo);
14. ricorda alle istituzioni culturali l'esigenza assoluta di tradurre nei fatti il concetto democratico secondo cui a lavoro uguale tra uomo e donna deve corrispondere un salario anch'esso identico, che, in campo artistico come in altri settori, non sempre è applicato;
15. incoraggia infine gli Stati membri a effettuare, nel settore delle arti dello spettacolo, analisi comparative delle situazioni esistenti nei vari Stati membri dell'Unione, in modo da facilitare la concezione e l'attuazione di politiche comuni, compilare statistiche e rendere i progressi compiuti raffrontabili e misurabili;
16. invita gli Stati membri a migliorare la condizione sociale di coloro che lavorano nel mondo della cultura e dell'arte, tenendo conto delle varie tipologie contrattuali e garantendo una migliore protezione sociale;
17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti degli Stati membri.
MOTIVAZIONE
Le carriere artistiche non sono esenti dalla persistenza di forti disuguaglianze tra uomini e donne.
La presente relazione è dunque incentrata sulle differenze nei percorsi di inserimento degli uomini e delle donne nel settore culturale nel suo complesso.
D’altro canto, il ruolo svolto dalle donne nella creazione, passando attraverso l’apprendimento e la professionalizzazione nei settori culturali, solleva la questione della differenza di genere, della ripartizione del lavoro tra uomini e donne, delle relative rappresentazioni e immagini legate allo stato della società, alle sue strutture e alla sua storia.
Nella realtà, le donne che lavorano nel settore delle arti dello spettacolo nel suo complesso faticano ancora a farsi spazio.
La presente relazione non è intesa a ricercare né la fondatezza delle qualità artistiche specifiche delle donne e degli uomini che operano nel settore in oggetto, né le capacità professionali particolari attribuite agli uni o agli altri, ma piuttosto ad accertare il modo in cui si sono costruite socialmente e culturalmente le identità nel settore delle arti dello spettacolo e a proporre soluzioni concrete in grado di correggere gli squilibri legati alle attuali situazioni non egualitarie.
Nel corso dell’elaborazione della presente relazione è emerso che le donne occupano effettivamente molto di rado posizioni di elevata responsabilità all’interno delle grandi istituzioni culturali e che tali disuguaglianze comportano spesso anche differenze in termini di remunerazione.
Dall'analisi della divisione del lavoro nel settore artistico europeo, e in molti altri settori, emerge che le donne ricoprono raramente funzioni di autorità nel quadro della programmazione degli spettacoli delle grandi istituzioni e che la percentuale delle donne presenti negli organi decisionali o consultivi è molto raramente pari o superiore a quella degli uomini.
Bisogna poter utilizzare tutti i serbatoi di competenze disponibili per garantire la buona salute del settore e la realizzazione personale degli uomini e delle donne.
Gli uomini e le donne non svolgono in ugual misura le diverse professioni delle arti dello spettacolo, ma le disparità nelle condizioni occupazionali e lavorative e le differenze in termini di longevità professionale nel settore sono evidenti.
Dalla relazione è emerso che il fatto che gli uomini siano minoritari in un settore artistico specifico come, ad esempio, la danza è sinonimo di promozione professionale (sono numerosi gli uomini che ricoprono posizioni di responsabilità nelle grandi compagnie di danza). Le donne che si trovano in situazioni minoritarie sono, invece, penalizzate.
Ne deriva l’importanza di garantire, laddove possibile, l’anonimato delle candidature e di selezionare i musicisti d’orchestra facendoli suonare dietro un paravento.
In linea generale, anche il settore artistico non è esente dalle situazioni ricorrenti cui devono far fronte le donne, costrette a dividersi tra gli obblighi professionali e familiari.
Lo sdoppiamento degli impegni professionali e familiari colpisce però maggiormente le donne che operano nel settore artistico a causa degli orari lavorativi atipici legati all’esercizio della professione.
È pertanto fondamentale trovare rapidamente soluzioni finalizzate ad aprire asili all’interno delle imprese culturali con orari consoni alle prove e agli spettacoli.
CONCLUSIONI
Oltre alla necessità di garantire la presenza di uomini e di donne nelle istanze decisionali e consultive che si occupano di assunzioni, promozioni e avanzamenti salariali, occorrerebbe altresì garantire la presenza di almeno un terzo delle persone facenti parte del sesso minoritario in tutti i rami del settore e rafforzare o istituire un monitoraggio statistico che consenta di effettuare analisi comparative delle situazioni delle donne nei diversi paesi dell’Unione, facilitando in tal modo la messa a punto e la realizzazione di politiche comuni.
Bisognerebbe inoltre riesumare i repertori scritti e composti da donne spesso escluse dalle programmazioni.
È evidente che il talento da solo non giustifica la qualità di una realizzazione artistica o la riuscita di un percorso professionale, ma che le condizioni economiche e le occasioni di incontro con il pubblico contribuiscono in larga parte alla realizzazione di un’opera e al suo successo.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
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Approvazione |
20.1.2009 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
17 0 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Edit Bauer, Emine Bozkurt, Hiltrud Breyer, Edite Estrela, Ilda Figueiredo, Claire Gibault, Lívia Járóka, Urszula Krupa, Roselyne Lefrançois, Siiri Oviir, Marie Panayotopoulos-Cassiotou, Eva-Britt Svensson, Anna Záborská |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Gabriela Creţu, Iratxe García Pérez, Anna Hedh, Maria Petre |
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