RELAZIONE recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sulla non proliferazione e sul futuro del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP)
3.4.2009 - (2008/2324(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatore: Angelika Beer
PROPOSTA DI RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO DESTINATA AL CONSIGLIO
sulla non proliferazione e sul futuro del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP)
Il Parlamento europeo,
- vista la proposta di raccomandazione al Consiglio presentata da Annemie Neyts-Uyttebroeck, a nome del gruppo ALDE, e da Angelika Beer, a nome del gruppo Verts/ALE, sulla non proliferazione e sul futuro del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) (B6-041/2008),
- vista la prossima conferenza di revisione del 2010 delle parti del trattato di non proliferazione delle armi nucleari,
- viste le sue precedenti risoluzioni del 26 febbraio 2004[1], 10 marzo 2005[2], 17 novembre 2005[3] e 14 marzo 2007[4] concernenti la non proliferazione nucleare e il disarmo nucleare,
- vista la sua risoluzione del 5 giugno 2008 sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza e la PESD[5],
- vista la strategia dell'Unione europea contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa (WMD), approvata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,
- vista la dichiarazione del Consiglio dell'8 dicembre 2008 sul rafforzamento della sicurezza internazionale, in particolare i punti 6, 8 e 9, in cui si esprime la determinazione dell'UE a "lottare contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa e dei loro vettori",
- visto il ruolo centrale svolto dal gruppo di fornitori nucleari in materia di non proliferazione,
- viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite relative alla non proliferazione e al disarmo, segnatamente la risoluzione 1540 (2004),
- visti il trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari, gli accordi di salvaguardia globali dell’AIEA e i protocolli addizionali, la convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari, la convenzione internazionale per la repressione degli atti di terrorismo nucleare, il codice di condotta dell'Aia contro la proliferazione dei missili balistici, il trattato per la riduzione delle armi strategiche (START I), che scadrà nel 2009, e il trattato per la riduzione delle offese strategiche (SORT),
- vista la relazione sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza convenuta dal Consiglio europeo l’11 dicembre 2008,
- visti l'articolo 114, paragrafo 3, e l'articolo 90 del suo regolamento,
- vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A6-0234/2009),
A. sottolineando la necessità di rafforzare ulteriormente tutti e tre i pilastri del TNP, ovvero la non proliferazione, il disarmo e la cooperazione nell'ambito dell'uso civile dell'energia nucleare,
B. esprimendo forte preoccupazione per la mancanza di progressi concreti (quali i cosiddetti “13 passi”[6]) nella realizzazione degli obiettivi del trattato TNP, convenuti in occasione delle precedenti conferenze di revisione, specialmente ora che emergono minacce da una molteplicità di fonti, inclusi l’aumento della proliferazione che accompagna la crescita della domanda e della disponibilità di tecnologia nucleare, il potenziale rischio che tale tecnologia e materiale radioattivo cadano nelle mani di organizzazioni criminali e di terroristi, e la riluttanza degli Stati in possesso di armi nucleari firmatari del TNP a ridurre o eliminare i propri arsenali nucleari e a staccarsi da una dottrina militare di deterrenza nucleare,
C. considerando che la proliferazione delle WMD e dei loro vettori rappresenta, per gli attori statali e non statali, una delle minacce più serie alla stabilità e alla sicurezza internazionale,
D. ricordando che l'Unione europea si è impegnata a utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per prevenire, scoraggiare, arrestare e ove possibile eliminare i programmi di proliferazione che rappresentano un motivo di preoccupazione su scala globale, come emerge chiaramente dalla strategia UE contro la proliferazione delle WMD, adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,
E. sottolineando la necessità che l'UE intensifichi i propri sforzi nella lotta contro i flussi di proliferazione e il finanziamento di quest'ultima, sanzioni gli atti di proliferazione e sviluppi misure volte a combattere i trasferimenti intangibili di conoscenze e know-how con tutti gli strumenti disponibili, tra cui i trattati multilaterali e i meccanismi di verifica, i controlli delle esportazioni coordinati a livello nazionale e internazionale, i programmi cooperativi di riduzione delle minacce nonché le leve politiche ed economiche,
F. incoraggiato da nuove proposte in materia di disarmo, quali quelle invocate da Henry Kissinger, George P. Shultz, William J. Perry e Sam Nunn nel gennaio 2007 e gennaio 2008 e da campagne quali “Zero globale”, secondo le quali una delle modalità indispensabili per garantire la prevenzione della proliferazione nucleare e il raggiungimento della sicurezza globale consiste nel passare con risolutezza alla eliminazione delle armi nucleari,
G. accogliendo con favore, in tale ambito, le iniziative dei governi francese e britannico volte a ridurre i rispettivi arsenali nucleari,
H. notevolmente incoraggiato, in particolare, da una serie di dichiarazioni sulla politica nucleare statunitense pronunciate dal neoeletto Presidente Barack Obama, nelle quali egli sottolinea che gli Stati Uniti si adopereranno per costruire un mondo senza armi nucleari e lavoreranno con la Russia per togliere i missili balistici statunitensi e russi dallo stato di pronto uso e ridurre drasticamente i depositi statunitensi di armi e materiale nucleare; plaudendo alla ratifica da parte degli Stati Uniti del protocollo aggiuntivo agli accordi di salvaguardia dell'AIEA, quale passo avanti positivo che contribuisce al rafforzamento della fiducia; accogliendo con estremo favore l'intenzione del Presidente Obama di ultimare la ratifica da parte degli Stati Uniti del trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT),
I. sottolineando la necessità di uno stretto coordinamento e di una intensa collaborazione tra l'Unione europea e i suoi partner, soprattutto gli Stati Uniti e la Russia, al fine di rafforzare e imprimere nuovo slancio al regime di non proliferazione,
J. sottolineando che il rafforzamento del TNP in quanto pietra angolare del regime globale di non proliferazione è della massima importanza, e riconoscendo che una leadership politica coraggiosa e una serie di misure progressive e consecutive costituiscono una necessità urgente per riaffermare la validità del TNP e per rafforzare i trattati e le agenzie che compongono l’attuale regime di proliferazione e disarmo, ivi compresi, in particolare, il TNP, il CTBT e l’Agenzia internazionale dell' energia atomica,
K. accogliendo con favore l'iniziativa congiunta britannico-norvegese volta a verificare la praticabilità di un possibile smantellamento delle armi nucleari e delle relative procedure di verifica, istituendo al contempo chiari adempimenti procedurali; considerando tale iniziativa estremamente positiva per l'UE, per la NATO e per altri partner coinvolti,
L. prendendo atto della lettera in data 5 dicembre 2008 della Presidenza francese dell'UE al Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon su questioni legate al disarmo,
M. accogliendo con favore il discorso pronunciato il 9 dicembre 2008 da Javier Solana, Alto Rappresentante della PESC, a una conferenza su “Pace e disarmo: un mondo senza armi nucleari”, durante la quale si è felicitato del fatto che la questione del disarmo nucleare occupi nuovamente una posizione prioritaria nell'agenda internazionale, sottolineando al contempo la necessità che l'UE integri nelle sue politiche generali il tema della non proliferazione,
N. ponendo l'accento sull'introduzione generalizzata, a partire dal 2003, delle "clausole di non proliferazione" in tutti gli accordi conclusi tra l'Unione europea e paesi terzi,
O. viste le iniziative concernenti la non proliferazione e il disarmo che non rientrano nel campo d'azione delle Nazioni Unite e che l'UE ha approvato, tra cui l'iniziativa di sicurezza contro la proliferazione e il partenariato mondiale del G8,
P. accogliendo con favore il fatto che la Commissione goda dello status di osservatore all'interno del gruppo dei fornitori nucleari e nella conferenza di revisione del TNP e che anche il segretariato del Consiglio partecipa alla conferenza sul TNP, nell'ambito della delegazione della Commissione o con la Presidenza dell'UE,
1. rivolge al Consiglio le seguenti raccomandazioni:
(a) rivedere e aggiornare la posizione comune del Consiglio 2005/329/PESC del 25 aprile 2005 relativa alla conferenza di revisione del 2005 delle parti del trattato di non proliferazione delle armi nucleari, che il Consiglio europeo approverà nella riunione del dicembre 2009, per assicurare l’esito positivo della conferenza di revisione del TNP del 2010, che rafforzerà ulteriormente gli attuali tre pilastri del TNP;
(b) intensificare gli sforzi volti a garantire l'universalizzazione e l'efficace attuazione delle norme e degli strumenti del regime di non proliferazione, segnatamente migliorandone gli strumenti di verifica;
(c) sostenere attivamente, in cooperazione con i suoi partner, le proposte concrete intese a porre la produzione, l'impiego e il ritrattamento di tutto il combustibile nucleare sotto il controllo dell'IAEA, compresa la creazione di una banca internazionale di combustibile nucleare; sostenere anche altre iniziative per la multilateralizzazione del ciclo del combustibile nucleare finalizzato all'uso pacifico dell'energia nucleare, tenendo conto, a tale riguardo, che il Parlamento apprezza la disponibilità del Consiglio e della Commissione a contribuire con un importo massimo di 25 milioni di euro alla creazione di una banca internazionale di combustibile nucleare sotto il controllo dell'IAEA e auspica una rapida approvazione dell'azione comune in materia;
(d) sostenere gli ulteriori sforzi intesi a rafforzare il mandato dell'IAEA, compresa la generalizzazione dei protocolli addizionali agli accordi di salvaguardia dell'AIEA, unitamente a ulteriori azioni intese a sviluppare misure di costruzione della fiducia; garantire che risorse sufficienti siano messe a disposizione di tale organizzazione, affinché possa adempiere al suo essenziale mandato, vale a dire rendere sicure le attività nucleari;
(e) far progredire in modo sostanziale l'iniziativa di partenariato globale del G8, l'iniziativa di sicurezza contro la proliferazione e l'iniziativa per la riduzione della minaccia globale; promuovere la rapida entrata in vigore del CTBT;
(f) approfondire il dialogo con la nuova amministrazione statunitense e con tutte le potenze nucleari, al fine di perseguire un’agenda comune mirata alla progressiva riduzione dei depositi di testate nucleari; appoggiare in particolare le misure degli USA e della Russia volte a una riduzione sostanziale dei loro arsenali nucleari, come convenuto nel quadro di START I e di SORT; esercitare pressioni ai fini della ratifica del CTBT e del rinnovo dell'accordo START;
(g) sviluppare strategie, durante la conferenza di revisione del TNP del 2010, mirate a pervenire a un accordo su un trattato per porre fine, con modalità non discriminatorie, alla produzione di materiale fissile destinato alle armi, il che comporta che il trattato così negoziato dovrebbe imporre non soltanto agli Stati non dotati di armi nucleari o agli Stati attualmente al di fuori del TNP ma anche ai cinque membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU, tutti detentori di armi nucleari, di rinunciare alla produzione di materiale fissile destinato alle armi e di smantellare tutti i loro impianti esistenti di produzione di materiale fissile per tali armi;
(h) sostenere pienamente il rafforzamento e il miglioramento dei mezzi di verifica della conformità a tutti gli strumenti in vigore in materia di non proliferazione;
(i) richiedere uno studio di valutazione dell'efficacia delle clausole di non proliferazione delle armi di distruzione di massa negli accordi conclusi tra l'Unione europea e i paesi terzi;
(j) aggiornare regolarmente il Parlamento in merito a tutte le riunioni preparatorie in vista della conferenza di revisione del TNP del 2010 e tenere debitamente conto delle sue posizioni nelle misure di non proliferazione e disarmo relative a detta conferenza;
3. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Presidente della conferenza di revisione del TNP del 2010, ai parlamenti degli Stati membri, ai Parlamentari per la non proliferazione nucleare e il disarmo e ai Sindaci per la pace.
- [1] GU C 98 E del 23.4.2004, pag. 152.
- [2] GU C 320 E del 15.12.2005, pag. 253.
- [3] GU C 280 E del 18.11.2006, pag. 453.
- [4] GU C 301 E del 13.12.2007, pag. 146.
- [5] Testi approvati, P6_TA(2008)0255.
- [6] Nazioni Unite: Conferenza di revisione del 2000 delle parti del trattato di non proliferazione delle armi nucleari, NPT/CONF.2000/28 (parti I e II).
MOTIVAZIONE
Raccomandazione destinata al Consiglio sulla non proliferazione e sul futuro del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP)
Da molti anni, il Parlamento europeo svolge un ruolo di primo piano nella promozione di controlli rigorosi su tipologie di armi considerate eccessivamente dannose, o che producono effetti indiscriminati sia sul personale militare che sui civili. Pertanto, il Parlamento ha dato il suo pieno sostegno a trattati internazionali quali il programma d'azione delle Nazioni Unite per combattere l'uso illegale delle armi leggere e di piccolo calibro (SALW) e i trattati globali per mettere al bando le mine antipersona, le munizioni a grappolo e le armi chimiche e biologiche.
Da quando il trattato è entrato in vigore, nel 1970, il Parlamento europeo ha sistematicamente approvato risoluzioni su questioni attinenti alle armi nucleari, in occasione di ogni conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione (TNP), oltre che in concomitanza con molte riunioni del comitato preparatorio per il TNP. Tutte queste risoluzioni perseguivano l'obiettivo di rafforzare il TNP e la sua attuazione e di fornire raccomandazioni al Consiglio europeo e agli Stati membri.
La presente nota spiega brevemente le principali caratteristiche del TNP e i risultati, non sempre positivi, delle conferenze di revisione del TNP del 2000 e 2005. Mette in luce le questioni principali all'ordine del giorno della conferenza di revisione del TNP del 2010 e sottolinea che esiste un nuovo clima internazionale, favorevole al negoziato diplomatico sul disarmo nucleare. Punta poi l'attenzione sulla definizione del contenuto e degli antefatti di due proposte fondamentali: la convenzione sulle armi nucleari e il Protocollo Hiroshima-Nagasaki. Si rammenta che solo attraverso l'adozione sia della convenzione sulle armi nucleari sia del Protocollo Hiroshima-Nagasaki, l'Unione europea e gli Stati parti del TNP potranno assicurare l'esito positivo della conferenza di revisione del TNP del 2010.
Il Trattato di non proliferazione nucleare e le sue sfide
Il Trattato di non proliferazione nucleare si fonda principalmente sull'accordo concluso tra gli Stati non dotati di armi nucleari (non NWS), che concordano di non acquisire armi nucleari e di accettare misure di sorveglianza dei loro impianti nucleari, e gli Stati dotati di armi nucleari (NWS), che accettano di avviare negoziati finalizzati al disarmo. Mentre il TNP ha avuto relativamente successo nel prevenire una diffusa proliferazione nucleare, non è riuscito a garantire che gli Stati NWS tenessero fede all'obbligo di avviare negoziati finalizzati al disarmo nucleare, come richiesto all'articolo VI del TNP. Inoltre, benché nel periodo successivo alla Guerra fredda, gli Stati NWS abbiano adottato iniziative per ridurre i loro arsenali nucleari, alcuni NWS hanno avviato un processo di modernizzazione delle loro armi nucleari, o stanno considerando una tale soluzione[1]. Alcuni NWS hanno abbracciato una dottrina di deterrenza nucleare, che prevede il ricorso all'attacco nucleare preventivo contro Stati che non possiedono armi nucleari[2].
La mancanza di progressi da parte degli Stati NWS nell'adempimento dei loro obblighi in tema di disarmo nucleare minaccia il trattato e, qualora tale problema non fosse affrontato in modo adeguato, alcuni Stati potrebbero ritirarsi dal trattato e sviluppare un arsenale nucleare. Dall'entrata in vigore del trattato, l'India, Israele e il Pakistan non lo hanno firmato né ratificato e hanno invece sviluppato armi nucleari. L'India e il Pakistan sostengono che il TNP ha carattere discriminatorio, in quanto vieta a tutti gli Stati parti, a eccezione del gruppo dei P5 (ossia Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti) di possedere armi nucleari, mentre impone alle parti, escluso il gruppo dei P5, di accettare misure di sorveglianza dei loro impianti nucleari.
La Corea del Nord, dopo aver ratificato il trattato, ha annunciato il suo ritiro nel 2003. L'Iran sta sviluppando impianti di arricchimento dell'uranio che potrebbero dotarlo di un arsenale nucleare, qualora il governo iraniano decidesse di ritirarsi dal TNP e dalle attuali misure di sorveglianza concordate per i suoi impianti nucleari. L'India, il Pakistan e la Corea del Nord sostengono tutti un programma completo e non discriminatorio di eliminazione delle armi nucleari, attraverso una convenzione sulle armi nucleari (NWC).
È comprensibile, forse, come durante la Guerra fredda, lo scontro tra le superpotenze avesse impedito di compiere passi avanti verso l'adempimento dell'obbligo di disarmo nucleare previsto dal TNP. Subito dopo la fine della Guerra fredda, si sono aperte nuove opportunità di disarmo. Infatti, sono stati compiuti alcuni progressi diplomatici significativi in occasione delle conferenze di revisione del TNP del 1995 e 2000.
Nel 1995, gli Stati parti hanno accettato di prorogare "indefinitamente" il trattato, oltre i 25 anni iniziali di durata, incorporandovi condizioni fondamentali tra cui la conclusione di un trattato sul divieto assoluto di esperimenti nucleari entro il 1996, l'avvio di negoziati su un trattato per il controllo dei materiali fissili e la prosecuzione fino al disarmo nucleare completo. Gli Stati hanno inoltre approvato una risoluzione che invitava a creare una zona priva di armi nucleari in Medio Oriente e hanno accettato di rafforzare il processo di revisione del TNP.
Nel 2000, gli Stati parti hanno accettato, mediante consenso, un pacchetto di 13 misure pratiche, che riguardano sforzi sistematici e progressivi per attuare l'articolo VI del TNP, ossia l'articolo che obbliga gli Stati parti al disarmo nucleare. Tali misure possono essere sintetizzate come segue: impegno inequivocabile da parte degli Stati dotati di armi nucleari a procedere all'eliminazione totale dei loro arsenali nucleari, misure concrete concordate per ridurre ulteriormente lo status operativo dei sistemi delle armi nucleari, misure da parte di tutti gli Stati dotati di armi nucleari per conseguire il disarmo, in modo da promuovere la stabilità internazionale, il principio dell'irreversibilità da applicare a tale disarmo e lo sviluppo di strutture di verifica, che saranno necessarie per assicurare il rispetto degli accordi di disarmo nucleare, al fine di creare e mantenere un mondo privo di armi nucleari.
Tuttavia, i progressi sono stati scarsi, se non addirittura inesistenti, nell'attuazione delle misure concordate nel 2000. Alla conferenza di revisione del TNP del 2005, gli Stati parti hanno avuto difficoltà a concordare un ordine del giorno e non sono riusciti a trovare un accordo su un documento conclusivo, principalmente a causa del disaccordo tra gli Stati dotati di armi nucleari e quelli che ne sono privi. I primi hanno sottolineato l'importanza di intensificare gli sforzi di non proliferazione e si sono concentrati su casi specifici di presunto, o effettivo mancato rispetto degli obblighi di non proliferazione sanciti dal trattato. I secondi hanno sottolineato l'importanza del rispetto e dell'attuazione degli obblighi di disarmo. Gli sviluppi al di fuori del processo di revisione hanno anch'essi impedito passi avanti: l'invasione dell'Iraq, nel 2003, in un'azione guidata da Stati Uniti e Gran Bretagna, con il pretesto che il paese possedesse armi nucleari, la mancata realizzazione del divieto assoluto degli esperimenti nucleari, il ritiro degli Stati Uniti dal trattato sui missili antibalistici, insieme al mancato avvio, da parte degli Stati, di negoziati su un trattato che vietasse la produzione di materiale fissile per le armi nucleari.
A partire dalla conferenza di revisione del TNP del 2005, sono stati manifestati timori di possibile proliferazione nucleare, in seguito alla decisione della Corea del Nord di effettuare un test nucleare, per la presunta intenzione dell'Iran di sviluppare un programma su vasta scala di arricchimento dell'uranio, per l'annuncio da parte di altri Stati (in particolare in Medio Oriente) dell'intenzione di avviare programmi nucleari per la produzione di energia per usi civili, nonché per la continua resistenza da parte degli Stati NWS a tenere fede agli obblighi assunti in materia di disarmo nucleare.
Lavori della conferenza di revisione del TNP del 2010: quali sono i punti in discussione?
La prossima conferenza di revisione si terrà a New York nell'aprile-maggio 2010. Le riunioni del comitato preparatorio, aperte a tutti gli Stati aderenti al Trattato di non proliferazione nucleare, si sono tenute nel 2007 e 2008. La terza e ultima riunione del comitato preparatorio si terrà il 4–15 maggio 2009 a New York. Tra gli argomenti in corso d'esame nel processo di revisione figurano i seguenti:
· realizzazione degli impegni per il disarmo nucleare assunti nel 1995 e nel 2000;
· concretizzazione della risoluzione del 1995 sul Medio Oriente;
· entrata in vigore del trattato sul divieto assoluto degli esperimenti nucleari;
· avvio dei negoziati relativi a un trattato relativo ai materiali fissili;
· miglioramento qualitativo e quantitativo delle forze nucleari da parte degli Stati dotati di armi nucleari;
· universalizzazione del trattato;
· "garanzie di sicurezza negativa";
· istituzione di ulteriori zone prive di armi nucleari;
· accordi di condivisione nucleare (i cd. "nuclear sharing arrangements") con i paesi NATO;
· avvio di negoziati per una convenzione sulle armi nucleari e dei lavori preparatori di natura pratica a sostegno di tali negoziati;
· programmi nucleari di Corea del Nord, Iran e Siria;
· istituzione di un meccanismo di segnalazione per il disarmo nucleare
· istituzione di un segretariato permanente per il TNP.
Il comitato preparatorio per il TNP del 2009 terrà la prima riunione relativa al Trattato di non proliferazione nucleare nel quadro della nuova amministrazione statunitense e seguirà una nuova tendenza della politica tradizionale a favorire un mondo privo di armi nucleari – come emerge, tra l'altro, dalle dichiarazioni lungimiranti di ex funzionari di alto livello dei NWS, parlamentari di tutti gli orientamenti politici, leader della società civile, vincitori di premi Nobel e sindaci. Tali dichiarazioni sottolineano, inoltre, l'importanza di ratificare nella loro interezza il trattato sul divieto totale degli esperimenti nucleari, il trattato per la riduzione della armi strategiche (START I), che scadono nel 2009, e il trattato per la riduzione delle offese strategiche (SORT).
Pertanto vi sono buone prospettive per un programma completo di disarmo nucleare, da sostenere in occasione della riunione del comitato preparatorio del TNP nel 2009 e da concordare alla conferenza di revisione del TNP del 2010. L'attenzione sarà incentrata sulla creazione di un mondo privo di armi nucleari, attraverso una convenzione sulle armi nucleari definita sotto forma di trattato omnicomprensivo, o di pacchetto di accordi.
Il Parlamento europeo ha già sostenuto, in numerose occasioni, la necessità del disarmo nucleare, più specificamente nel quadro dei comitati preparatori per le conferenze di revisione del TNP del 2010 [3]. Il Parlamento europeo ha inoltre manifestato il proprio sostegno, nella risoluzione del 9 marzo 2005, al fatto che l'UE appoggi l'adozione della convenzione modello sulle armi nucleari[4].
Il Parlamento ha inoltre sostenuto iniziative a favore del disarmo nell'ambito della campagna internazionale dei sindaci. Nella sua risoluzione del 10 marzo 2005, il Parlamento "ribadisce il proprio sostegno alla campagna internazionale dei sindaci sul disarmo nucleare, lanciata dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki, e raccomanda alla comunità internazionale di considerare con attenzione la "Visione di progetto 2020" della campagna, sollecitando un'eliminazione programmata di tutte le armi nucleari entro il 2020"[5].
Che cos'è la convenzione sulle armi nucleari e come è stata elaborata?
La convenzione sulle armi nucleari è una proposta di trattato internazionale che vieterebbe lo sviluppo, i test, la produzione, lo stoccaggio, il trasferimento, l'uso e la minaccia di utilizzare le armi nucleari, oltre a prevedere la loro eliminazione. Avrebbe una forma analoga a quella delle convenzioni esistenti per la messa al bando di altre categorie di armi, come quelle biologiche e chimiche, le mine antipersona e le munizioni a grappolo.
La convenzione modello[6] imporrebbe ai paesi dotati di armi nucleari di distruggerle in diverse fasi, oltre a toglierle dallo status di massima allerta, non includerle nel dispiegamento, eliminare le testate dai loro vettori di lancio, disabilitare le testate attraverso la rimozione dei loro elementi esplosivi e collocare il materiale fissile sotto il controllo delle Nazioni Unite. Oltre a mettere al bando le armi nucleari, la convenzione vieterebbe la produzione di materiali fissili adatti alla realizzazione di tali armi, in particolare l'uranio altamente arricchito e il plutonio separato.
Creerebbe altresì un'agenzia per garantire che i paesi rispettino i termini del trattato. Tale organismo verrebbe informato, attraverso relazioni sullo stato di avanzamento, dagli Stati dotati di armi nucleari, condurrebbe ispezioni presso le strutture dove si trovano le armi, otterrebbe informazioni di intelligence attraverso le fotografie satellitari e i sensori remoti e controllerebbe la produzione e il trasferimento di materiali idonei alla produzione di armi nucleari.
Antefatti della convenzione sulle armi nucleari
Ogni anno dal 1996, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che invita tutti i paesi ad adempiere immediatamente i loro obblighi di disarmo, come previsto nel parere consultivo del 1996 della Corte di giustizia internazionale, "attraverso l'avvio di negoziati multilaterali che portino alla conclusione, quanto prima, di una convenzione sulle armi nucleari". Nel 2007, 127 paesi hanno votato a favore della risoluzione, compresi quattro paesi dotati di armi nucleari: Cina, India, Pakistan e Corea del Nord.
Nel 1997, un gruppo di esperti di diritto, scienze, disarmo e negoziati ha elaborato una convenzione modello sulle armi nucleari (NWC), che la Costa Rica ha sottoposto al segretario generale delle Nazioni Unite sotto forma di progetto di discussione.
Nel 2000, i governi di Costa Rica e Malesia hanno presentato, in occasione delle conferenze di revisione del TNP, un documento di lavoro[7] per sollecitare l'avvio di negoziati finalizzati all'adozione di una convenzione sulle armi nucleari, quale mezzo più efficace per adempiere l'obbligo di disarmo del TNP e raggiungere l'universalità di tale trattato (considerando che l'India e il Pakistan sostengono una convenzione sulle armi nucleari, ma non il TNP nella sua attuale forma discriminatoria). La NWC modello è stata elaborata come documento utile per contribuire a tali negoziati.
Una versione aggiornata della convenzione modello è stata pubblicata nel 2007, in occasione della prima riunione del comitato preparatorio per la conferenza di revisione del 2010 delle parti del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Vienna, 30 aprile – 11 maggio 2007).
In tale occasione, la Costa Rica ha presentato ancora una volta un documento di lavoro che includeva e ribadiva gli inviti avanzati nei precedenti documenti di lavoro[8]. Il documento di lavoro illustra le modalità con cui la convenzione sulle armi nucleari poteva trarre ispirazione dai meccanismi e delle misure di non proliferazione e disarmo nucleare esistenti come il TNP, le zone prive di armi nucleari, il trattato per il divieto assoluto di esperimenti nucleari, le misure di sorveglianza dell'agenzia internazionale per l'energia atomica, il trattato sulle forze nucleari intermedie (INF) e il trattato sulla riduzione delle armi strategiche (START). Prende quindi in esame i meccanismi e le misure addizionali che si renderebbero necessari.
Il documento di lavoro invita specificamente: "gli Stati parti ad avviare negoziati multilaterali che portino alla conclusione di una convenzione sulle armi nucleari e gli Stati che non abbiano aderito al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari a unirsi a tali negoziati"[9]. Per favorire questo processo, il documento di lavoro invita, inoltre, gli Stati parti ad avviare i lavori preparatori per una convenzione sulle armi nucleari, valutando "ulteriormente gli elementi giuridici tecnici e politici necessari per una convenzione sulle armi nucleari o un quadro di strumenti"[10].
Il documento riconosce che il disarmo nucleare completo costituisce un processo complesso, che richiederà numerose fasi e vari meccanismi per essere portato a compimento. Si suggerisce, pertanto, un approccio che combini un processo a fasi a un processo completo. In tale ottica, è importante concentrare l'attenzione internazionale su misure concrete finalizzate al disarmo nucleare, realizzabili nel breve periodo. È inoltre essenziale valutare, contemporaneamente, i requisiti di un regime di disarmo nucleare completo, al fine di raggiungere un'intesa sulla destinazione finale delle fasi di disarmo nucleare.
Il 24 ottobre 2008, a una manifestazione dell'ONU organizzata dall'East-West Institute, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha annunciato il proprio sostegno alla NWC, quale primo elemento di un piano in cinque punti per il disarmo nucleare "[Gli Stati membri del TNP] potrebbero valutare la possibilità di negoziare una convenzione sulle armi nucleari, sostenuta da un sistema solido di verifiche, come proposto dalle Nazioni Unite. Su richiesta della Costa Rica e della Malesia, ho distribuito a tutti gli Stati membri dell'ONU un progetto di tale convenzione, che costituisce un buon punto di partenza".
Che cos'è il Protocollo Hiroshima-Nagasaki e in che modo è collegato alla proposta di convenzione sulle armi nucleari?
Il Protocollo Hiroshima-Nagasaki, lanciato dai sindaci per la pace in occasione del secondo comitato preparatorio del maggio 2008, ha tre obiettivi essenziali: in primo luogo, sollecitare gli Stati parti del TNP ad assumersi le proprie responsabilità in occasione della conferenza di revisione del 2010, per avviare i negoziati sulla convenzione sulle armi nucleari; in secondo luogo, sollecitare la realizzazione dei risultati precedentemente concordati nel settore del disarmo nucleare; terzo, identificare misure che si potrebbero già concordare prima dell'inizio dei negoziati, o durante il loro svolgimento. In parole semplici, il Protocollo Hiroshima-Nagasaki sollecita sforzi diplomatici rapidi per garantire che si intraprendano azioni volte ad attuare proposte di disarmo vecchie e nuove.
Il Protocollo Hiroshima-Nagasaki è costituito da tre articoli.
L'articolo I, che invita gli Stati dotati di programmi nucleari ad approvare misure che si possano intraprendere rapidamente e a basso (o nessun) costo, ma che attestino la determinazione a porre fine al ricorso alle armi nucleari.
Occorre interrompere i programmi di acquisizione e i preparativi per l'utilizzo. Come misura precauzionale, tutte le armi nucleari e i materiali nucleari utilizzabili per le armi devono essere posti in luoghi di stoccaggio sicuri.
L'articolo II, che impone l'avvio di negoziati per una convenzione sulle armi nucleari, con parametri di riferimento chiari per la conferenza di revisione del 2015, al fine di giudicare i progressi verso la realizzazione di un mondo libero dalle armi nucleari nel 2020.
L'articolo III, che sottolinea che il Protocollo si fonda sul TNP, affermando esplicitamente che il Protocollo non dovrà essere interpretato in modo da attenuare gli obblighi di qualunque Stato parte del TNP.
L'obiettivo è far sì che il Protocollo, che sarà presentato in occasione del terzo comitato preparatorio, sia adottato alla conferenza di revisione del 2010, sotto forma di protocollo autonomo, oppure come emendamento al trattato. Dopo l'approvazione, le parti si impegnerebbero ad avviare immediatamente i negoziati e a proseguirli, senza interruzione, fino alla conclusione.
Il Protocollo chiede l'istituzione di un segretariato per agevolare i negoziati. Non indica espressamente quando dovrebbero concludersi, ma definisce date di riferimento per l'attuazione di aspetti specifici del disarmo nucleare al 2015 e 2020, la cessazione verificata delle acquisizioni e dei comportamenti minacciosi entro la prima data e l'eliminazione delle armi nucleari e delle infrastrutture, nonché degli stock dei materiali entro la seconda. Di conseguenza, i negoziati dovranno essere conclusi prima della prima data di riferimento, se si vorranno fissare altre scadenze pertinenti entro il 2015. I sindaci per la pace hanno scelto il 2020, perché le strutture esistenti per lo smantellamento delle armi nucleari potrebbero completare il lavoro di eliminazione delle armi nucleari se continueranno a funzionare al ritmo che hanno mantenuto dalla fine della guerra fredda (1991).
Il Protocollo afferma che gli Stati dotati di armi nucleari hanno il dovere, nei confronti degli Stati privi di armi nucleari, di smettere di sfruttare il loro vantaggio discriminatorio ai sensi del TNP, attraverso la definizione di una moratoria reciproca sull'acquisizione di nuove armi nucleari. Il Protocollo chiede inoltre che le armi nucleari e i materiali nucleari utilizzabili per le armi siano collocati in un luogo di stoccaggio sicuro quanto prima. È essenziale, inoltre, che gli Stati dotati di armi nucleari e le organizzazioni quali la NATO dichiarino pubblicamente che non utilizzeranno le loro armi in risposta a possibili attacchi convenzionali.
- [1] Per esempio, il Segretario alla Difesa Robert Gates ha proposto, nell'ottobre 2008, che gli Stati Uniti modernizzino la loro dotazione di armi nucleari. 29 ottobre 2008, "Gates' nuclear warning". Los Angeles Times, pag. A-8. Per quanto attiene al discorso originale: "Robert Gates: Nuclear Weapons and Deterrence in the 21st century". Carnegie Endowment for international peace. (28 ottobre 2008).
- [2] Ibid., George Perkovich e James N. Acton. (1° marzo 2008). Chapter one: Establishing the Political Conditions to Enhance the Feasibility of Abolishing Nuclear Weapons. Adelphi Papers. Vol. 48, Routledge. (cfr., per esempio, le pagine da 18 a 21 per la questione del ricorso preventivo all'attacco nucleare). David S. Yost, (2006) "France's new nuclear doctrine". International Affairs, Vol. 82, n. 4;
- [3] 1 Testi approvati, P6_TA(2008)0255.
- [4] 2 Risoluzione del 9 marzo 2005 (paragrafo 10) "sollecita l'Unione europea ad adoperarsi in vista della definizione della Convenzione modello sulle armi nucleari, quale è già stata depositata presso le Nazioni Unite e che potrebbe fornire il quadro delle misure da adottare nell'ambito di un processo di disarmo giuridicamente vincolante".
- [5] 3 Risoluzione del Parlamento europeo revisione del Trattato di non proliferazione - armi nucleari in Corea del Nord e Iran, P6_TA(2005)0075 paragrafo 20.
- [6] 4 NPT/Conf.2010/P.CI/WP17.
- [7] 1 NPT/Conf.2000/MC.I/SB.1/WP.4, 8 maggio 2000, 200 Conferenza di revisione delle parti aderenti al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari. "Follow up to the advisory opinion of the International Court of Justice on the Legality of the Threat or Use of Nuclear Weapons". Documenti di lavoro sottoposti da Malesia e Costa Rica.
- [8] 2 NPT/Conf.2010/PCI/WP.17.
- [9] 3 Ibid., punto 5.B.
- [10] 4 Ibid., punto 5.C.
PROPOSTA DI RACCOMANDAZIONE (B6-0421/2008) (11.9.2008 )
presentata a norma dell'articolo 114, paragrafo 1, del regolamento
da Annemie Neyts-Uyttebroeck, a nome del gruppo ALDE e Angelika Beer, a nome del gruppo Verts/ALE
sulla non proliferazione e sul futuro del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari
Il Parlamento europeo,
– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1540 (2004) e 1673 (2006) sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa (WDM);
– vista l'attuazione della strategia europea di sicurezza e in particolare della strategia UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003;
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Trattato di non proliferazione delle armi nucleari,
A. sottolineando il consenso all'interno dell'Unione europea sul rafforzamento e il sostegno al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari nel periodo fino alla prossima conferenza del 2010 per il riesame del Trattato stesso;
B. considerando che, vista la crescente minaccia di un'erosione del regime di non proliferazione, è vitale ricreare un consenso internazionale sulla necessità urgente del disarmo nucleare;
1. si rivolge al Consiglio facendogli le seguenti raccomandazioni:
a) di impegnarsi contribuendo in modo proattivo alle attività di preparazione della
conferenza di riesame del 2010 del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari;
b) di concepire una strategia sul modo di rafforzare il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari lavorando in stretta cooperazione con i partner non UE all'interno della NATO;
c) di avviare la costituzione della Convenzione sulle armi nucleari che incorpori e rafforzi gli strumenti esistenti per il disarmo e la non proliferazione, ad inclusione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, del Trattato per il divieto assoluto di test nucleari e dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, nonché delle proposte di Trattato perché cessi la produzione di materiale fissili e dei trattati regionali e continentali sulle zone prive di armi nucleari;
2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione, agli Stati membri, alle Nazioni Unite e ai parlamenti degli Stati parte del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
31.3.2009 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
40 5 3 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Sir Robert Atkins, Angelika Beer, Călin Cătălin Chiriţă, Véronique De Keyser, Jas Gawronski, Maciej Marian Giertych, Ana Maria Gomes, Richard Howitt, Anna Ibrisagic, Jelko Kacin, Helmut Kuhne, Vytautas Landsbergis, Johannes Lebech, Willy Meyer Pleite, Francisco José Millán Mon, Baroness Nicholson of Winterbourne, Raimon Obiols i Germà, Justas Vincas Paleckis, Ioan Mircea Paşcu, Béatrice Patrie, Alojz Peterle, Tobias Pflüger, João de Deus Pinheiro, Hubert Pirker, Pierre Pribetich, Libor Rouček, Flaviu Călin Rus, Katrin Saks, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Saryusz-Wolski, Hannes Swoboda, István Szent-Iványi, Inese Vaidere, Geoffrey Van Orden, Andrzej Wielowieyski, Jan Marinus Wiersma, Zbigniew Zaleski, Josef Zieleniec |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Laima Liucija Andrikienė, Árpád Duka-Zólyomi, Milan Horáček, Gisela Kallenbach, Tunne Kelam, Jules Maaten, Erik Meijer, Nickolay Mladenov, Rihards Pīks |
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Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Brigitte Fouré |
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