RELAZIONE sul dialogo università-imprese: un nuovo partenariato per la modernizzazione delle università in Europa
29.3.2010 - (2009/2099(INI))
Commissione per la cultura e l'istruzione
Relatore: Pál Schmitt
Relatore per parere (*):
Teresa Riera Madurell, commissione per l'industria, la ricerca e l'energia
(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 50 del regolamento
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
su un dialogo università-impresa: un nuovo partenariato per la modernizzazione delle università in Europa
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione del 2 aprile 2009 intitolata "Un nuovo partenariato per la modernizzazione delle università: il forum dell'UE sul dialogo università-imprese" (COM(2009)0158),
– vista la comunicazione della Commissione del 10 maggio 2006 intitolata "Portare avanti l'agenda di modernizzazione delle università: istruzione, ricerca e innovazione", (COM(2006)0208),
– viste le conclusioni della Presidenza pubblicate dopo il Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000,
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 13 e 14 marzo 2008, segnatamente la parte "Investire nelle persone e modernizzare i mercati del lavoro",
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 19 e 20 marzo 2009, segnatamente la parte intitolata "Servirsi appieno della strategia di Lisbona rinnovata per la crescita e l'occupazione",
– vista la risoluzione del Consiglio del 15 novembre 2007 sulle nuove competenze per nuovi lavori[1],
– viste le conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione ("ET 2020")[2],
– vista la sua risoluzione del 16 gennaio 2008 intitolata "Educazione degli adulti: non è mai troppo tardi per apprendere"[3],
– vista la sua risoluzione del 23 settembre 2008 sul processo di Bologna e la mobilità degli studenti[4],
– visti il parere del Comitato delle regioni del 4 dicembre 2009 sul dialogo università-imprese[5] e il parere del Comitato economico e sociale europeo del 17 dicembre 2009[6],
– visto lo studio pubblicato dal Parlamento europeo intitolato "Approfondire il dialogo università-imprese",
– visti gli articoli 165 e 166 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione e il parere della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A7-0108/2010),
A. considerando che il Consiglio europeo del 19 e 20 marzo 2009 ha invitato gli Stati membri a incoraggiare i partenariati tra le imprese e il mondo della ricerca, dell'istruzione e della formazione,
B. considerando che il comunicato della conferenza dei ministri europei responsabili dell'istruzione superiore del 28-29 aprile 2009 chiede alle politiche pubbliche di riconoscere "pienamente il valore delle diverse missioni dell'istruzione superiore, che includono sia l'insegnamento e la ricerca che i servizi resi alla collettività e l'impegno per la coesione sociale e lo sviluppo culturale",
C. considerando che le università, tenuto conto del loro triplice ruolo (istruzione, ricerca e innovazione), svolgono una funzione essenziale per l'avvenire dell'Unione e la formazione dei cittadini, e che è importante ricordare che il ruolo dell'istruzione superiore è quello di offrire un ambiente di apprendimento che favorisca l'autonomia, la creatività e la valorizzazione delle conoscenze,
D. considerando che la definizione delle politiche in materia di istruzione resta di competenza degli Stati membri, i quali sono responsabili dell'organizzazione, del contenuto e della riforma dei loro sistemi di istruzione,
E. considerando che il diverso livello economico e sociale dei cittadini delle varie parti dell'Europa invita a fornire pari opportunità di istruzione a tutti i cittadini dell'Unione europea e sostegno ai giovani capaci ma indigenti,
F. considerando che la crisi economica, protraendosi, comporta perdite di posti di lavoro, e rende particolarmente importante una cooperazione più efficace tra gli istituti di insegnamento e le imprese,
G. considerando che è urgente attuare, coordinare e promuovere un approccio coerente fra tutti i paesi firmatari del Processo di Bologna, specialmente per quanto riguarda la mobilità degli studenti e il pieno riconoscimento dei diplomi, e che questo è possibile con un bilancio adeguato di tale processo che faccia emergere le difficoltà e gli ostacoli,
H. considerando che la Commissione europea ha un ruolo importante da svolgere nel facilitare gli scambi di informazioni e di buone prassi tra gli Stati membri dell'Unione e i paesi vicini,
I. considerando che la varietà degli istituti d'istruzione superiore, degli ambienti imprenditoriali e dei tipi di cooperazione rende difficile accordarsi su un modello ideale di cooperazione che corrisponda al profilo, alle priorità e alle esigenze di ogni istituto in Europa; considerando altresì che dovrebbero essere mantenute in ogni circostanza l'autonomia delle università e la loro capacità di scegliere i modelli di partenariato imprenditoriale più adatti ai loro obiettivi,
J. considerando che l'istruzione è un compito che incombe a tutta la società e che pertanto lo Stato non può sottrarsi alle proprie responsabilità finanziarie,
K. considerando che l'istruzione superiore rimane una responsabilità pubblica e che è pertanto necessario un finanziamento pubblico delle università al fine di garantire un equo finanziamento di tutti i settori di studio, ad esempio delle discipline umanistiche; considerando che è importante sostenere finanziariamente le università (per esempio, attraverso partenariati pubblico-privato) assicurando, al contempo, la loro autonomia e la garanzia della qualità,
L. considerando che l'istruzione e la formazione, che dovrebbero consentire di acquisire le basi fondamentali della cultura generale e civica, sono ottimi strumenti per aiutare le regioni poco sviluppate a colmare il divario e che accanto alla creazione di posti di lavoro e alla promozione della competitività sono essenziali per il pluralismo culturale e intellettuale e la vita civile,
M. considerando che la cooperazione università-imprese riceve l'appoggio di numerosi programmi dell'UE, pur non riscontrandosi sempre un coordinamento tra le istituzioni,
1. accoglie favorevolmente la succitata comunicazione della Commissione intitolata "Un nuovo partenariato per la modernizzazione delle università: il forum dell'UE sul dialogo università-imprese" e gli ambiti in cui propone di incentrare la futura cooperazione;
2. si compiace della comunicazione della Commissione, che prende in esame lo stato di avanzamento del forum dell'UE università-imprese nei suoi primi tre anni di attività e definisce le sfide per il futuro, quali il sostegno all'innovazione, la promozione della ricerca, la creazione dell'imprenditorialità, il miglioramento della trasmissione della conoscenza e le modalità per attrarre i giovani ricercatori nel mercato europeo del lavoro;
3. riconosce che le sfide indicate nella comunicazione non sono nuove e che, ad oggi, non sono state affrontate con successo; ritiene tuttavia che un dialogo e una collaborazione continuativi a livello regionale, nazionale ed europeo, ivi compresi gli scambi delle migliori prassi relative ai programmi e agli strumenti, siano determinanti per creare legami e partenariati più stretti tra le università e le comunità imprenditoriali, superando in tal modo eventuali barriere culturali, istituzionali e operative, e contribuendo alla creazione di una società basata sulla conoscenza, allo sviluppo della ricerca applicata e al miglioramento delle prospettive dei laureati sul mercato del lavoro;
4. riconosce l'esistenza di differenze significative tra le università europee in termini di dimensioni, risorse, percorsi formativi offerti, organizzazione, nazionalità e tipologia; ritiene tuttavia che ciascuna università possa beneficiare a proprio modo della collaborazione nazionale e transfrontaliera con la comunità imprenditoriale, a condizione che vi sia una chiara consapevolezza del contesto effettivo nel quale si sviluppano le sue capacità di ricerca e istruzione; è del parere che anche a livello regionale si registra un importante contributo per incentivare la collaborazione tra le università e la comunità imprenditoriale;
5. accoglie favorevolmente il comunicato della conferenza dei ministri europei responsabili dell'istruzione superiore del 28-29 aprile 2009, che sottolinea il loro impegno a "raggiungere gli obiettivi dello spazio europeo dell'istruzione superiore, nel quale l'istruzione superiore è una responsabilità pubblica e dove tutte le istituzioni rispondono ai vari bisogni della società attraverso la diversità delle loro missioni";
6. condivide il parere secondo cui il dialogo e la cooperazione tra le imprese e gli istituti d'istruzione superiore dovrebbero continuare a costituire una delle priorità del prossimo futuro, al pari del dialogo e della cooperazione con tutti gli altri settori della società, affinché l'insieme di tali attori possa beneficiare del sapere culturale, scientifico e tecnico prodotto e diffuso in seno agli istituti d'istruzione superiore; sottolinea che occorre preservare l'indipendenza intellettuale e finanziaria delle università dal mondo imprenditoriale e che non può stabilirsi alcun rapporto di dipendenza delle università nei confronti delle imprese; evidenzia altresì che le università dovrebbero in ogni circostanza mantenere l'autonomia decisionale sui loro piani di studio e sulle strutture di governance;
7. invita a una maggiore consapevolezza e ad azioni concrete da parte degli Stati membri nei casi in cui il quadro finanziario e giuridico non riesca a riconoscere o persino inibisca gli sforzi di cooperazione delle università con il settore imprenditoriale;
8. sottolinea che il dialogo università-imprese non dovrebbe limitarsi solo all'insegnamento della matematica e delle materie scientifiche e tecnologiche, ma dovrebbe riguardare tutti i settori di studio, ad esempio le discipline umanistiche;
9. ritiene necessario rafforzare sia l'interdisciplinarità e la transdisciplinarità dei programmi d'istruzione e di ricerca che la cooperazione tra università e che, da questo punto di vista, le TIC costituiscano uno strumento essenziale;
10. invita a migliorare la performance delle università europee applicando il principio del triangolo della conoscenza "ricerca-istruzione-innovazione", tenendo presente la necessità di rafforzare i legami tra le imprese e le università, come esemplificato dalle Comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET) e, allo stesso tempo, incoraggia le università a prendere in considerazione, nel programma di ricerca e innovazione, l'ambiente sociale ed economico che rientra nella loro principale area di influenza;
11. sottolinea che il miglioramento del dialogo e della collaborazione tra le università e le imprese offrirà maggiori opportunità di ottenere benefici reciproci che non solo stimoleranno la crescita economica, ma che presenteranno anche un'utilità in un senso sociale più ampio, poiché contribuiranno a migliorare in permanenza la società basata sulla conoscenza;
12. mette in evidenza che i benefici derivanti da un dialogo e da una collaborazione migliori tra le università e le imprese in questo contesto sarebbero altrettanto importanti in termini di un rafforzamento del dialogo e della collaborazione tra le università e le istituzioni nazionali, europee e internazionali e le organizzazioni della società civile, nonché in termini di un miglioramento dell'interazione tra le università e la società nel suo complesso;
13. invita le autorità nazionali, regionali e locali a proseguire, in collaborazione con il settore privato, la ricerca e il finanziamento dei processi che rafforzano l'interazione tra le università e le imprese e a continuare l'eliminazione degli ostacoli amministrativi che li rallentano; sottolinea che il regolamento sui Fondi strutturali prevede la possibilità di finanziare misure di sostegno alle PMI secondo modalità analoghe al sistema dei "buoni di conoscenza" attualmente utilizzato in alcuni Stati membri;
14. suggerisce che si presti particolare attenzione alla necessità di garantire che le PMI (piccole e medie imprese) abbiano accesso all'istruzione universitaria e alla ricerca, sia aumentando il finanziamento pubblico sia semplificando la burocrazia;
15. sottolinea la necessità di conferire prestigio e di dare un incentivo alla ricerca, non solo nei settori scientifici e tecnologici, ma anche nei settori sociali e umanistici in cui viene offerta una conoscenza di valore per un'imprenditorialità all'avanguardia;
16. sostiene il ruolo di progetti di ricerca di piccole e medie dimensioni rispetto alle reti di eccellenza basate su grandi progetti integrati;
17. invita le imprese e le università a lavorare congiuntamente al fine di equilibrare la diversa distribuzione tra generi rilevata in alcuni dipartimenti universitari;
Apprendimento lungo tutto l'arco della vita
18. ricorda l'importanza della definizione di apprendimento lungo tutto l'arco della vita e dei numerosi concetti che include, che vanno dall'istruzione generale fino all'apprendimento non formale e informale passando per l'istruzione e la formazione utili nella vita economica, sociale, culturale, civile e professionale;
19. sottolinea che, dal momento che l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita consente di rimanere in contatto costante non solo con l'istruzione e la formazione ma anche con la cultura, è di cruciale importanza che l'UE incoraggi, che i singoli Stati sostengano e che le università pubbliche mantengano e promuovano l'inserimento delle materie umanistiche nei piani di studio;
20. ricorda che uno dei messaggi chiave è quello di aumentare gli investimenti nelle risorse umane europee onde accordare priorità al maggior punto di forza dell'UE: i suoi cittadini, che possono adattarsi alle circostanze in costante cambiamento del mercato del lavoro;
21. sottolinea la necessità di adeguare al massimo le possibilità di apprendimento lungo tutto l'arco della vita alle esigenze di ogni persona, dei gruppi sociali vulnerabili e del mercato del lavoro, mette in evidenza che la natura in costante evoluzione di tali esigenze rende la formazione continua una necessità imprescindibile e rivolge un'attenzione particolare alle sfide sociali e finanziarie a ciò connesse; ricorda che non esiste più il concetto di un "posto di lavoro per tutta la vita" e che la formazione e la riqualificazione professionale sono essenziali; riconosce che occorre creare condizioni adeguate per favorire, a partire dall'infanzia, un atteggiamento positivo nei confronti dell'apprendimento;
22. sottolinea che l'istruzione, l'informazione e la formazione lungo tutto l'arco della vita, oltre a costituire vantaggi particolarmente importanti per il mercato del lavoro, rappresentano altresì una precondizione per lo sviluppo spirituale e la crescita personale dell'individuo;
23. sottolinea quanto sia importante creare e promuovere metodi moderni di formazione lungo tutto l'arco della vita tramite Internet, per fare della formazione uno strumento più diretto e meno impegnativo in termini di tempo per il personale di imprese;
24. invita le università, tenendo presenti la trasformazione demografica dell'Europa (in una società che invecchia) e le mutevoli condizioni del mercato del lavoro dovute alla crisi economica, sociale e occupazionale, a facilitare l'accesso all'apprendimento e a modernizzare i piani di studio orientandoli verso le nuove sfide, al fine di aggiornare le competenze della forza lavoro europea;
25. invita le università, tenendo altresì conto del fatto che l'istruzione è uno dei più importanti ed efficaci strumenti di inclusione sociale e di lotta contro la povertà e le disuguaglianze, a estendere l'accesso a programmi di insegnamento e di scambi internazionali anche a persone con disabilità;
26. ribadisce l'importanza di trasmettere e scambiare le conoscenze, le capacità e l'esperienza acquisite dagli adulti, in modo che fungano da guida per le generazioni più giovani nell'accesso al mercato del lavoro (ad esempio, mediante programmi di tutorato);
27. suggerisce di ricorrere maggiormente a nuovi metodi di insegnamento, con particolare attenzione per l'insegnamento sperimentale, l'insegnamento a distanza, l'e-learning e forme miste di insegnamento;
28. sottolinea che è opportuno creare, promuovere e rafforzare una cultura dell'apprendimento e che la formazione continua e la riqualificazione in tutti gli stadi della vita sono cruciali per aumentare la competitività europea e favorire la crescita e l'occupazione in Europa;
29. sottolinea l'esigenza di fornire maggiori opportunità di stimolare un continuo adattamento al mercato del lavoro in evoluzione, che rappresenta una priorità per l'Unione europea in particolare nell'attuale recessione, tramite la promozione dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, e in particolare tramite lo sviluppo di corsi a distanza specificamente adattati alle nuove tecnologie e di corsi per le persone di età superiore ai 45 anni, più vulnerabili e maggiormente esposte al rischio di esclusione sociale;
30. incoraggia le imprese a incentivare maggiormente i loro dipendenti a formarsi, ricorrendo, ad esempio, all'organizzazione di seminari continui e al finanziamento di studi di dottorato;
31. suggerisce un nuovo approccio a livello dell'orientamento permanente grazie al quale le università, gli studenti e gli ambienti economici e sociali in tutte le loro diversità trarrebbero beneficio dal seguire più da vicino i giovani laureati così da valutare l'utilità sociale ed economica dei programmi di insegnamento;
32. ricorda l'esigenza di migliorare ulteriormente l'attrattiva e la disponibilità dell'insegnamento virtuale;
Mobilità, partenariati e piani di studio
33. ribadisce che la mobilità costituisce una pietra angolare dell'istruzione superiore europea, nell'ambito della quale le università europee sono invitate a intraprendere riforme innovative, di ampia portata e metodiche dei loro piani di studio; afferma che ciò dovrebbe costituire una priorità politica nel quadro della ridefinizione dei principali obiettivi del Processo di Bologna dopo il 2010;
34. sottolinea che la mobilità tra i paesi e tra le università e le imprese è fondamentale per realizzare una maggiore cooperazione tra i due mondi;
35. invita la Commissione a proporre un quadro giuridico che sostenga e agevoli la mobilità tra le università e le imprese, nonché tra studenti e docenti universitari, e che ponga l'accento sulla necessità di riconoscere e di certificare questa forma di apprendimento e di insegnamento;
36. esorta non solo a estendere e ad ampliare i programmi di mobilità individuale quali "Erasmus per giovani imprenditori" e "Erasmus per apprendisti", ma anche a organizzare programmi post-laurea di master di eccellenza europei, in cooperazione con varie università e con la partecipazione attiva delle imprese, affiancati da borse di studio per gli studenti e da incentivi per i ricercatori; ritiene che tali iniziative potrebbero altresì risultare utili per il conseguimento degli obiettivi della mobilità, dell'apprendimento delle lingue e dell'acquisizione di esperienze multiculturali e imprenditoriali;
37. sottolinea la necessità che gli istituti d'istruzione superiore forniscano maggiori opportunità extracurricolari per imparare altre lingue, tenendo presente che la conoscenza di nuove lingue è essenziale per incoraggiare e facilitare la mobilità e gli scambi di studenti, di ricercatori, di insegnanti e di dipendenti delle imprese;
38. incoraggia le università a esplorare nuovi metodi di cooperazione tra le istituzioni pubbliche e il settore privato, in particolare per mezzo di fondi congiunti di innovazione pubblici e privati al fine di migliorare la mobilità in ogni settore;
39. sottolinea l'importanza dei vantaggi che gli studenti possono trarre dall'acquisizione di competenze nel settore delle nuove tecnologie, che moltiplicano le loro possibilità sul mercato del lavoro;
40. propone, alla luce delle buone prassi degli altri Stati in materia di istruzione, che paesi extracomunitari siano invitati a partecipare al forum dell'UE in modo da discutere e condividere le loro esperienze e preoccupazioni, tenendo presente che il dibattito dovrebbe essere basato su obiettivi, su una terminologia e su concetti ben definiti, e incentrarsi su settori di attività specifici;
41. sottolinea la necessità di un'adeguata preparazione e formazione degli insegnanti titolari di corsi di imprenditoria; sostiene l'idea di integrare lo spirito di impresa nei piani di studio sin dall'istruzione primaria;
42. incoraggia il mondo imprenditoriale a partecipare attivamente alla concezione di materiale didattico sulle modalità di funzionamento dell'attività imprenditoriale per tutti i livelli di insegnamento, consentendo agli istituti di istruzione di decidere autonomamente in merito al suo impiego, e a presentare regolarmente le opportunità di occupazione che possono offrire agli studenti;
43. invita il mondo imprenditoriale a contribuire all'adeguamento dei programmi universitari, avviando e finanziando corsi specifici intesi a fare acquisire agli studenti dimestichezza con le regole di funzionamento dell'impresa;
44. invita a studiare e a promuovere l'inserimento dei docenti nelle aziende e degli imprenditori nelle università;
45. sottolinea l'importanza delle nuove tecnologie, che favoriscono la mobilità e la cooperazione tra le imprese, gli studenti, i professori e i ricercatori;
46. ricorda che l'imprenditorialità commerciale nelle sue diverse forme deve essere vista come una delle alternative professionali per i giovani laureati e che è indispensabile che gli istituti d'istruzione superiore forniscano ai loro studenti conoscenze approfondite sull'insieme delle forme di imprenditorialità, tra l'altro sull'economia sociale e solidale, incoraggiandoli, ad esempio, a creare le loro imprese derivate;
47. puntualizza che il dialogo e la collaborazione tra le università e le imprese dovrebbero basarsi sui principi di reciprocità, fiducia, mutuo rispetto e trasparenza, incoraggiando una maggiore imprenditorialità delle università e una maggiore centralità del sapere all'interno delle imprese; ribadisce che tale risultato è raggiungibile, ad esempio, tramite l'introduzione di un sistema di "buoni di conoscenza" analogo a quello attualmente utilizzato in alcuni Stati membri, che consente in particolare alle PMI di migliorare la loro capacità di ricerca, senza inficiare l'indipendenza, l'autonomia e il carattere pubblico delle università;
48. riconosce che l'istruzione e la ricerca devono adottare un approccio più multidisciplinare al sapere e ritiene pertanto che sia le università che le imprese potrebbero trarre vantaggi dallo sviluppo congiunto delle competenze multidisciplinari, interdisciplinari e imprenditoriali, adattando con elasticità gli indirizzi di studio, i settori di competenza e le specializzazioni alle esigenze dell'economia, comprese quelle delle piccole e medie imprese; pone l'accento sulle iniziative di successo quali i tirocini per studenti e dipendenti, il ricorso a imprenditori in qualità di professori ospiti, i corsi di formazione "in alternanza" e staff in comune;
49. sottolinea che, al fine di promuovere lo spirito d'impresa tra gli studenti, tutte le parti coinvolte (personale accademico, studenti e imprenditori) dovrebbero ricevere le opportune informazioni in merito agli strumenti e ai meccanismi a loro disposizione per sviluppare una cooperazione più efficiente, efficace e reciprocamente vantaggiosa; ritiene che sia fondamentale, da un lato, rafforzare la formazione dei docenti universitari in questo settore tramite iniziative quali l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e, dall'altro, che le università aprano le porte alle imprese e ai datori di lavoro, affinché questi ultimi possano dare suggerimenti in merito al contenuto dell'insegnamento e alla formazione, alle conoscenze e alle capacità che gli studenti dovrebbero possedere;
50. raccomanda di proteggere appieno i centri universitari di orientamento alla carriera sul piano istituzionale, di proseguirne lo sviluppo e di collegarli più strettamente al mercato del lavoro;
51. sottolinea l'importanza di diffondere maggiormente nei piani di studio scolastici l'istituzione di stage nelle imprese, in particolare per gli studenti dell'istruzione superiore, e di remunerare questi ultimi tramite un compenso finanziario o attraverso il "sistema europeo di trasferimento crediti";
52. invita la Commissione ad avviare un sistema europeo di dottorati in ambito industriale sul modello dei dottorati industriali esistenti in Europa a titolo delle attività Marie Curie del programma quadro, al fine di promuovere una ricerca mirata e a costi contenuti per le imprese europee, nonché i contributi da parte del settore delle imprese alle università europee;
53. propone che le associazioni imprenditoriali collaborino con le università all'elaborazione di piani di studio efficaci che consentano un rapido adattamento degli studenti al mondo delle imprese;
54. sottolinea l'importanza che riveste il sostegno delle università da parte del mondo imprenditoriale e incoraggia le società a concedere borse di studio che permettano agli studenti di acquisire conoscenze e competenze che abbiano un valore consistente sul mercato del lavoro;
55. sottolinea il valore essenziale della diffusione nella società delle conoscenze e dei risultati che sono frutto della collaborazione tra il mondo universitario e quello imprenditoriale;
56. invita le aziende a incrementare il sostegno ai giovani talenti per mezzo di borse di studio;
Ricerca
57. sottolinea la necessità di far sì che le imprese aumentino la loro capacità di assorbimento per utilizzare e trasformare il sapere scientifico prodotto dalle università, incentivando la ricerca interna, l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e la formazione continua, e impegnandosi in una politica attiva di comunicazione delle proprie esigenze alla comunità accademica e di assunzione di dottori di ricerca e ricercatori;
58. mette in evidenza la necessità, presso gli istituti di ricerca, di personale specializzato in grado di identificare e gestire le risorse di conoscenza che presentano un potenziale commerciale;
59. attribuisce grande importanza alla trasmissione della conoscenza in un ambiente aperto; riconosce che esistono diversi strumenti per raggiungere questo obiettivo, quali pubblicazioni e seminari, uffici preposti al trasferimento delle tecnologie, cooperazione regionale, sostegno alle operazioni di start-up e spin-off, ricerca collaborativa e mobilità dei ricercatori; ritiene tuttavia che la dimensione sociale e umana dell'interazione abbia un'enorme importanza; dà pertanto il suo pieno appoggio alle iniziative di promozione dell'interazione diretta tra le università e le imprese, in particolare le piccole e medie imprese;
60. plaude al lancio di una rete unica europea di centri per le imprese e l'innovazione che incorporerà i servizi attualmente forniti dai centri europei d'informazione e dai centri relais d'innovazione (IRC);
61. considera quale elemento imprescindibile nella promozione della trasmissione della conoscenza l'accresciuta mobilità dei ricercatori sia nel breve che nel lungo termine, al di là dei confini nazionali e tra il mondo accademico e imprenditoriale, nel debito rispetto del principio di non discriminazione; invita gli Stati membri e la Commissione, in relazione a quanto sopra indicato, non solo a rivedere accuratamente il quadro giuridico e finanziario esistente, ma anche a eliminare le inutili barriere alla mobilità, prestando particolare attenzione al riconoscimento delle qualifiche accademiche e alla riduzione della burocrazia; invita le università a introdurre per il proprio staff percorsi professionali più flessibili con possibilità di doppia carriera;
62. incoraggia la Commissione a creare incentivi per lo sviluppo di un mercato competitivo dell'UE per i diritti di proprietà intellettuale, che consenta alle università, alle organizzazioni pubbliche di ricerca e alle piccole e medie imprese di trovare partner e investitori per i propri diritti di proprietà intellettuale, competenze professionali e conoscenze; osserva che nella maggior parte delle università la gestione dei diritti di proprietà intellettuale potrebbe essere più professionale;
63. mette in evidenza la necessità di accelerare le azioni per promuovere un brevetto unico europeo che garantisca, per i prodotti e i servizi innovativi, una protezione giuridica a prezzi ridotti, efficiente, efficace e di qualità elevata, in particolare per le PMI, nonché un sistema europeo armonizzato di risoluzione delle controversie in materia di brevetti;
64. sottolinea che la partecipazione congiunta delle università e delle imprese a partenariati tra il settore pubblico e quello privato, quali le Piattaforme tecnologiche europee, le Iniziative tecnologiche comuni e le Comunità della conoscenza e dell'innovazione potranno rafforzare lo sfruttamento della conoscenza e aiutare l'Unione europea ad affrontare le sfide principali che le si prospettano; fa riferimento, a questo proposito, alle esistenti Linee guida per un partenariato responsabile;
65. ritiene, pur riconoscendo che ciascuna collaborazione richiede un approccio ad hoc e che esistono diversi tipi di meccanismi di cooperazione, che si possano trarre insegnamenti da strutture, esempi, casi paradigmatici e modelli di ruoli positivi, e che occorra intensificare la diffusione degli esempi di buone prassi e dei casi di successo come pure l'accesso agli stessi; sottolinea in particolare la necessità di tener conto delle migliori prassi applicate dalle imprese innovative, così come le conoscenze acquisite nel contesto del Sesto programma quadro di ricerca in relazione alla formazione di dottorato in collaborazione;
66. ritiene che, se si desidera promuovere la relazione tra imprese, ricerca e università, gli Stati membri e la Commissione debbano facilitare la partecipazione congiunta di fondazioni, ospedali e università pubbliche e private al processo di istruzione e alla promozione della ricerca;
Buone prassi
67. prende atto e si compiace degli esempi di buone prassi, in seno all'UE e al di fuori di essa, che mostrano il valore di questo tipo di cooperazione per tutte le parti interessate, tenendo presente che detti esempi sono necessari per contribuire a creare le condizioni idonee per il dialogo e per aumentare le possibilità di successo;
68. plaude all'iniziativa della Commissione di stabilire un inventario delle buone prassi attuali, e la invita a mettere tale inventario a disposizione di tutte le parti interessate per mezzo di una diffusione efficace delle prassi originali;
69. invita la Commissione a promuovere nuove forme di partenariato strutturato tra imprese, università e altri settori dell'istruzione e della formazione, in particolare scuole secondarie e agenzie di formazione professionale, anche al fine dell'aggiornamento dei docenti; osserva che tali partenariati possono prevedere anche la presenza di enti di settore;
70. propone la creazione di un sito web al fine di condividere e divulgare le esperienze e di garantire la comunicazione incentrata sulla condivisione delle buone prassi e fornire ai visitatori ispirazione e strumenti e meccanismi concreti per concepire e attuare progetti di cooperazione; sottolinea l'importanza di ricorrere alle nuove tecnologie per promuovere una cooperazione più stretta tra la comunità universitaria e quella imprenditoriale;
71. auspica, sulla base delle buone prassi esistenti in alcuni Stati membri, la promozione di una giornata europea dedicata ai giovani inventori ovvero alle innovazioni, alle invenzioni o ai brevetti ideati da giovani europei;
72. incoraggia la Commissione a continuare a promuovere il dialogo a livello nazionale, regionale e locale ponendo l'accento sulle migliori prassi, prestando attenzione a che questo dialogo coinvolga tutte le parti interessate (ad esempio, le parti sociali) e tutte le forme d'impresa (PMI, imprese dell'economia sociale e solidale, ecc.), ma anche rappresentanti di paesi terzi (ONG, ecc.), onde porre in rilievo il valore aggiunto dal punto di vista economico e sociale della collaborazione tra il mondo dell'università e quello dell'impresa;
73. invita la Commissione – onde garantire la coerenza tra le azioni dell'UE ed evitare doppioni nelle attività – a incaricare una task force inter-DG di valutare e sviluppare sinergie tra detto dialogo e altre inisziative, tenendo presente che le discussioni dovrebbero includere tanto le priorità politiche quanto le possibilità di finanziamento;
74. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e parlamenti degli Stati membri.
- [1] GU C 290 del 4.12.2007, pag. 1.
- [2] GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.
- [3] Testi approvati, P6_TA(2008)0013.
- [4] Testi approvati, P6_TA(2008)0423.
- [5] CdR 157/2009 def.
- [6] SOC/347.
MOTIVAZIONE
Antefatti
Il Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 e quello di Barcellona del marzo 2002 hanno convenuto di fissare quale obiettivo strategico di fare dell'UE l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo entro il 2010, per rendere i suoi sistemi di istruzione e di formazione un punto di riferimento di qualità a livello mondiale entro il 2010 e creare uno Spazio europeo della ricerca e dell'innovazione.
Al vertice europeo informale tenutosi a Hampton Court (UK) nell'ottobre 2005 e al Consiglio europeo del marzo 2007, i Capi di Stato e di governo europei hanno evidenziato l'importanza del triangolo della conoscenza (istruzione, ricerca e innovazione) per la competitività dell'UE.
L'importanza delle relazioni università-imprese in Europa era stata espressa chiaramente nella comunicazione della Commissione "Portare avanti l'agenda di modernizzazione delle università: istruzione, ricerca e innovazione"[1]. La comunicazione ha evidenziato il ruolo cruciale che svolgono le università per un'efficace transizione verso un'economia e una società basate sulla conoscenza. Inoltre, tale comunicazione ha sottolineato la necessità di una ristrutturazione e di una modernizzazione radicale del settore per evitare che l'Europa si trovi tra i perdenti nella competizione globale in materia di istruzione, ricerca e innovazione.
La comunicazione ha suggerito come chiave per il successo i seguenti cambiamenti in nove settori:
§ Abbattere le barriere attorno alle università in Europa;
§ Assicurare una reale autonomia e responsabilità delle università;
§ Incentivare i partenariati strutturati con il mondo dell'economia;
§ Fornire il giusto mix di abilità e competenze per il mercato del lavoro;
§ Ridurre il deficit di finanziamento e assicurare una maggiore efficacia dei finanziamenti nell'istruzione e nella ricerca;
§ Accrescere l'interdisciplinarità e la transdisciplinarità;
§ Attivare le conoscenze mediante l'interazione con la società;
§ Premiare l'eccellenza al massimo livello;
§ Rendere lo spazio europeo dell'istruzione superiore e lo spazio europeo della ricerca più visibili e attraenti nel mondo.
Le università sono state invitate a collaborare con i cicli di istruzione iniziale formale e non formale e con le imprese e a "... promuovere le loro diverse attività e a convincere la società, i governi e il settore privato che vale la pena investire in esse". La comunicazione suggerisce inoltre che le imprese[2] potrebbero aiutare le università a rimodellare i curricoli e le strutture di gestione nonché a contribuire al loro finanziamento.
Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione sul Processo di Bologna e la mobilità degli studenti[3], ha suggerito la necessità di un dialogo e uno scambio a due tra le società e le università, al fine di istituire un partenariato innovativo e di esplorare nuove vie di cooperazione.
Per avviare il dialogo tra le università e le imprese, la Commissione ha lanciato il primo forum nel mese di febbraio 2008, seguito poi dal secondo forum nel febbraio 2009, e da numerosi seminari tematici organizzati tra il primo e il secondo evento[4]. I partecipanti al forum sul "Dialogo università-imprese" hanno fatto riferimento, a più riprese, al contesto di recessione economica in cui si è tenuto l'evento, sottolineando ancora una volta quanto sia urgente stabilire migliori collegamenti tra imprese e università al fine di rafforzare il triangolo della conoscenza in Europa: "istruzione, ricerca e innovazione".
La comunicazione
Il 2 aprile 2009 la Commissione ha pubblicato una comunicazione dal titolo "Un nuovo partenariato per la modernizzazione delle università: il forum dell'UE sul dialogo università-imprese"[5]. Tale forum riunisce gli istituti d'istruzione superiore, le imprese, le associazioni imprenditoriali e le autorità pubbliche, al fine di discutere le migliori pratiche e i problemi comuni.
La comunicazione:
§ analizza le lezioni tratte dal primo anno di attività del forum e da altre attività pertinenti a livello europeo riguardo alle sfide e agli ostacoli che si frappongono alla cooperazione università-imprese, alle questioni da affrontare nonché alle buone pratiche e agli approcci da applicare più ampiamente. Un documento di lavoro dei servizi della Commissione (CSWD)[6] analizza questo aspetto in maniera più completa;
§ formula proposte in vista delle prossime fasi di lavoro del forum;
§ mette a punto azioni di controllo concrete per rafforzare la cooperazione università-imprese.
La Commissione propone di continuare il dialogo nel quadro del forum con riunioni plenarie, seminari tematici, una pagina web e un più forte coinvolgimento dei rappresentanti pertinenti, incluse le autorità regionali e gli attori esterni all'UE.
Posizione del relatore
Il relatore approva l'approccio adottato dalla Commissione e appoggia il lavoro costante del forum. La responsabilità dell'istruzione e della formazione ricade sugli Stati membri e il ruolo dell'UE è quello di sostenere il miglioramento dei sistemi nazionali mediante strumenti complementari a livello europeo e l'apprendimento reciproco, come pure di facilitare lo scambio di informazioni e di buone pratiche. Egli sostiene che il forum può costituire uno strumento aggiuntivo che fa di tale scambio una realtà.
Il rapido cambiamento dell'ambiente lavorativo, l'economia basata sulla conoscenza e l'accelerazione del ritmo dello sviluppo tecnologico rappresentano delle sfide per l'istruzione superiore e la ricerca europea, ma offrono anche nuove opportunità che devono essere valorizzate efficacemente. In tale contesto, cercare un partenariato di qualità nell'istruzione superiore e nelle imprese è di estrema importanza.
La cooperazione tra istruzione e imprese a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale è da tutti considerata uno strumento efficace per colmare il divario tra la logica dell'offerta del settore dell'istruzione e la logica della domanda del mondo del lavoro. Le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri del 12 maggio 2009 "sottolineano che i partenariati tra tali istituti di insegnamento e di formazione e i datori di lavoro in particolare hanno un ruolo da svolgere nel migliorare l'occupabilità, il potenziale imprenditoriale e la familiarità con il mondo del lavoro dei discenti".
Il relatore è certo che i contributi degli istituti di istruzione superiore alla società della conoscenza sono necessari, ma riconosce anche che ciò non è sufficiente; altre parti interessate (imprese, autorità pubbliche) devono partecipare e insieme creare un'atmosfera comune dove poter seguire o adottare un quadro/modello appropriato a ciascun caso.
Il relatore ritiene che sia giunto il momento di riflettere sui seguenti punti:
§ il dialogo università-imprese necessita di uno sforzo e di un impegno notevole, il rafforzamento dei legami tra università e imprese richiederà un coinvolgimento maggiore a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale;
§ quali altre parti invitare al dialogo? Sarebbe opportuno un partenariato a due o a tre? (università-imprese-governi);
§ sono necessarie buone pratiche all'interno e all'esterno dell'UE per sviluppare condizioni adatte al dialogo e aumentare le possibilità di successo;
§ per il futuro, si dovrebbe stabilire un modello concreto o una strategia per il dialogo università-imprese, malgrado la ricerca di continue migliorie e l'adeguamento a nuove necessità;
§ i giovani laureati avranno migliori opportunità di carriera e potranno anche tentare di avviare le proprie imprese derivate se la formazione professionale e l'istruzione superiore includeranno tirocini presso PMI e daranno agli studenti l'opportunità di acquisire esperienza;
§ è necessario aggiornare i contenuti dei corsi e rinnovare i curricoli per rispondere ai bisogni del mercato del lavoro (concentrazione sull'occupabilità, promozione dello spirito d'impresa);
§ gli istituti di istruzione superiore dovrebbero divenire più eterogenei (una combinazione di docenti classici e imprenditori) e dovrebbero preparare meglio l'organico e gli studenti fornendo loro le abilità necessarie per il mondo odierno e la sua domanda, senza trascurare la qualità dell'insegnamento che si considera un fattore determinante per il rendimento degli studenti;
§ promuovere l'imprenditorialità, pur osservando che l'imprenditore moderno affronta un mondo molto complesso con una nuova serie di problemi e di sfide. Occorre muovere i primi passi facendo fronte a culture differenti in un mondo globalizzato in cui le reti internazionali sono reali e in cui la mancanza di conoscenze linguistiche può rappresentare una barriera. In tale contesto, bisogna insistere sull'acquisizione di capacità linguistiche diversificate dal momento che i vantaggi economici, sociali e culturali dei cittadini dipendono da essa.
Le relazioni università-imprese sono complesse e dipendono da molti fattori quali la provenienza dei fondi universitari, la scena imprenditoriale del paese e i curricoli sin dall'istruzione primaria.
25.2.2010
PARERE della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia
destinato alla commissione per la cultura e l'istruzione
sul dialogo università-imprese: un nuovo partenariato per la modernizzazione delle università in Europa
Relatore per parere: Teresa Riera Madurell
(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 50 del regolamento
SUGGERIMENTI
La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia invita la commissione per la cultura e l'istruzione, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. si compiace della comunicazione della Commissione, che prende in esame lo stato di avanzamento del forum dell'UE università-imprese nei suoi primi tre anni di attività e definisce le sfide per il futuro, quali il sostegno all'innovazione, la promozione della ricerca, la creazione dell'imprenditorialità, il miglioramento della trasmissione della conoscenza e le modalità per attrarre i giovani ricercatori nel mercato europeo del lavoro;
2. riconosce che le sfide indicate nella comunicazione non sono nuove e che, ad oggi, non sono state affrontate con successo; ritiene tuttavia che un dialogo e una collaborazione continuativi a livello regionale, nazionale e europeo, ivi compresi gli scambi delle migliori prassi relative ai programmi e agli strumenti, siano determinanti per creare legami e partenariati più stretti tra le università e le comunità imprenditoriali, superando in tal modo eventuali barriere culturali, istituzionali e operative, e contribuendo alla creazione di una società basata sulla conoscenza, allo sviluppo della ricerca applicata e al miglioramento delle prospettive dei laureati sul mercato del lavoro;
3. riconosce l'esistenza di differenze significative tra le università europee in termini di dimensioni, risorse, percorsi formativi offerti, organizzazione, nazionalità e tipologia; ritiene tuttavia che ciascuna università possa beneficiare a proprio modo dalla collaborazione nazionale e transfrontaliera con la comunità imprenditoriale, a condizione che vi sia una chiara consapevolezza del contesto effettivo nel quale si sviluppano le sue capacità di ricerca e istruzione; è del parere che anche a livello regionale si registra un importante contributo per incentivare la collaborazione tra le università e la comunità imprenditoriale;
4. sottolinea la necessità di far sì che le imprese aumentino la loro capacità di assorbimento per utilizzare e trasformare il sapere scientifico prodotto dalle università, incentivando la ricerca interna, l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e la formazione continua, e impegnandosi in una politica attiva di comunicazione delle proprie esigenze alla comunità accademica e di assunzione di dottori di ricerca e ricercatori;
5. sottolinea la disparità osservata con crescente frequenza tra le qualifiche dei laureati e quelle ricercate nel mercato del lavoro e sollecita la Commissione e gli Stati membri ad elaborare prospettive a medio e lungo termine relative alle capacità richieste dal mercato del lavoro, al fine di allineare i programmi d'istruzione alle tendenze economiche;
6. mette in evidenza la necessità, presso gli istituti di ricerca, di personale specializzato in grado di identificare e gestire le risorse di conoscenza che presentano un potenziale commerciale;
7. esorta non solo a estendere e ad ampliare i programmi di mobilità individuale quali "Erasmus per giovani imprenditori" e "Erasmus per apprendisti", ma anche a organizzare programmi post-laurea di master di eccellenza europei, in cooperazione con varie università e con la partecipazione attiva delle imprese, affiancati da borse di studio per gli studenti e da incentivi per i ricercatori; ritiene che tali iniziative potrebbero altresì risultare utili per il conseguimento degli obiettivi della mobilità, dell'apprendimento delle lingue e dell'acquisizione di esperienze multiculturali e imprenditoriali;
8. puntualizza che il dialogo e la collaborazione tra le università e le imprese dovrebbero basarsi sui principi di reciprocità, fiducia, mutuo rispetto e trasparenza, incoraggiando una maggiore imprenditorialità delle università e una maggiore centralità del sapere all'interno delle imprese; ribadisce che tale risultato è raggiungibile, ad esempio, tramite l'introduzione di un sistema di "buoni di conoscenza" analogo a quello attualmente utilizzato in alcuni Stati membri, che consente in particolare alle PMI di migliorare la loro capacità di ricerca, senza inficiare l'indipendenza, l'autonomia e il carattere pubblico delle università;
9. sottolinea che, al fine di promuovere lo spirito d'impresa tra gli studenti, tutte le parti coinvolte (personale accademico, studenti e imprenditori) dovrebbero ricevere le opportune informazioni in merito agli strumenti e ai meccanismi a loro disposizione per sviluppare una cooperazione più efficiente, efficace e reciprocamente vantaggiosa; ritiene che sia fondamentale, da un lato, rafforzare la formazione dei docenti universitari in questo settore tramite iniziative quali l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e, dall'altro, che le università aprano le porte alle imprese e ai datori di lavoro, affinché questi ultimi possano dare suggerimenti in merito al contenuto dell'insegnamento e alla formazione, alle conoscenze e alle capacità che gli studenti dovrebbero possedere;
10. sottolinea l'esigenza di fornire maggiori opportunità di stimolare un continuo adattamento al mercato del lavoro in evoluzione, che rappresenta una priorità per l'Unione europea, in particolare nell'attuale recessione, tramite la promozione dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, e in particolare tramite lo sviluppo di corsi a distanza specificatamente adattati alle nuove tecnologie e corsi per le persone maggiori di 45 anni, più vulnerabili e maggiormente esposte al rischio di esclusione sociale;
11. attribuisce grande importanza alla trasmissione della conoscenza in un ambiente aperto; riconosce che esistono diversi strumenti per raggiungere questo obiettivo, quali pubblicazioni e seminari, uffici preposti al trasferimento delle tecnologie, cooperazione regionale, sostegno alle operazioni di start-up e spin-off, ricerca collaborativa e mobilità dei ricercatori; ritiene tuttavia che la dimensione sociale e umana dell'interazione abbia un'enorme importanza; dà pertanto il suo pieno appoggio alle iniziative di promozione dell'interazione diretta tra le università e le imprese, in particolare le piccole e medie imprese;
12. sottolinea che il miglioramento del dialogo e della collaborazione tra le università e le imprese offrirà maggiori opportunità di ottenere benefici reciproci che non solo stimoleranno la crescita economica, ma che presenteranno anche un'utilità in un senso sociale più ampio, poiché contribuiranno a migliorare in permanenza la società basata sulla conoscenza;
13. accoglie con favore la volontà dimostrata dalla Commissione di sviluppare uno spazio web per la condivisione e la diffusione delle migliori prassi e sottolinea l'importanza di ricorrere alle nuove tecnologie per promuovere una cooperazione più stretta tra la comunità universitaria e quella imprenditoriale;
14. plaude al lancio di una rete unica europea di centri per le imprese e l'innovazione che incorporerà i servizi attualmente forniti dai centri europei d'informazione e dai centri relais per d'innovazione (IRC);
15. considera quale elemento imprescindibile nella promozione della trasmissione della conoscenza l'accresciuta mobilità dei ricercatori sia nel breve che nel lungo termine, al di là dei confini nazionali e tra il mondo accademico e imprenditoriale, nel debito rispetto del principio di non discriminazione; invita gli Stati membri e la Commissione, in relazione a quanto sopra indicato, non solo a rivedere accuratamente il quadro giuridico e finanziario esistente, ma anche a eliminare le inutili barriere alla mobilità, prestando particolare attenzione al riconoscimento delle qualifiche accademiche e alla riduzione della burocrazia; invita le università a introdurre per il proprio staff dei percorsi professionali più flessibili con possibilità di doppia carriera;
16. mette in evidenza che i benefici derivanti da un dialogo e da una collaborazione migliori tra le università e le imprese in questo contesto sarebbero altrettanto importanti in termini di un rafforzamento del dialogo e della collaborazione tra le università e le istituzioni nazionali, europee e internazionali e le organizzazioni della società civile, nonché in termini di un miglioramento dell'interazione tra le università e la società nel suo complesso;
17. incoraggia la Commissione a creare incentivi per lo sviluppo di un mercato competitivo dell'UE per i diritti di proprietà intellettuale, che consenta alle università, alle organizzazioni pubbliche di ricerca e alle piccole e medie imprese di trovare partner e investitori per i propri diritti di proprietà intellettuale, competenze professionali e conoscenze; osserva che nella maggior parte delle università la gestione dei diritti di proprietà intellettuale potrebbe essere più professionale;
18. mette in evidenza la necessità di accelerare le azioni per promuovere un brevetto unico europeo che garantisca, per i prodotti e i servizi innovativi, una protezione giuridica a prezzi ridotti, efficiente, efficace e di qualità elevata, in particolare per le PMI, nonché un sistema europeo armonizzato di risoluzione delle controversie in materia di brevetti;
19. riconosce che l'istruzione e la ricerca devono adottare un approccio più multidisciplinare al sapere e ritiene pertanto che sia le università che le imprese potrebbero trarre vantaggi dallo sviluppo congiunto delle competenze multidisciplinari, interdisciplinari e imprenditoriali, adattando con elasticità gli indirizzi di studio, i settori di competenza e le specializzazioni alle esigenze dell'economia, comprese quelle delle piccole e medie imprese; pone l'accento sulle iniziative di successo quali i tirocini per studenti e dipendenti, il ricorso a imprenditori in qualità di professori ospiti, i corsi di formazione "in alternanza" e staff in comune;
20. sottolinea che la partecipazione congiunta delle università e delle imprese a partenariati tra il settore pubblico e quello privato, quali le Piattaforme tecnologiche europee, le Iniziative tecnologiche comuni e le Comunità della conoscenza e dell'innovazione potranno rafforzare lo sfruttamento della conoscenza e aiutare l'Unione europea ad affrontare le sfide principali che le si prospettano; fa riferimento, a questo proposito, alle esistenti Linee guida per un partenariato responsabile;
21. invita le autorità nazionali, regionali e locali a proseguire, in collaborazione con il settore privato, la ricerca e il finanziamento dei processi che rafforzano l'interazione tra le università e le imprese e a continuare l'eliminazione degli ostacoli amministrativi che li rallentano; sottolinea che il regolamento sui Fondi strutturali prevede la possibilità di finanziare misure di sostegno alle PMI secondo modalità analoghe al sistema dei "buoni di conoscenza" attualmente utilizzato in alcuni Stati membri;
22. ritiene, pur riconoscendo che ciascuna collaborazione richiede un approccio ad hoc e che esistono diversi tipi di meccanismi di cooperazione, che si possano trarre insegnamenti da strutture, esempi, casi paradigmatici e modelli di ruoli positivi, e che occorra intensificare la diffusione degli esempi di buone prassi e dei casi di successo come pure l'accesso agli stessi; sottolinea in particolare la necessità di tener conto delle migliori prassi applicate dalle imprese innovative, così come le conoscenze acquisite nel contesto del Sesto programma quadro di ricerca in relazione alla formazione di dottorato in collaborazione;
23. ritiene che, se si desidera promuovere la relazione tra imprese, ricerca e università, gli Stati membri e la Commissione debbano facilitare la partecipazione congiunta di fondazioni, ospedali e università pubbliche e private al processo di istruzione e alla promozione della ricerca.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
23.2.2010 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
48 0 3 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Jean-Pierre Audy, Zigmantas Balčytis, Zoltán Balczó, Ivo Belet, Bendt Bendtsen, Reinhard Bütikofer, Maria Da Graça Carvalho, Jorgo Chatzimarkakis, Giles Chichester, Pilar del Castillo Vera, Christian Ehler, Lena Ek, Ioan Enciu, Norbert Glante, Fiona Hall, Edit Herczog, Romana Jordan Cizelj, Arturs Krišjānis Kariņš, Lena Kolarska-Bobińska, Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz, Marisa Matias, Judith A. Merkies, Angelika Niebler, Jaroslav Paška, Anni Podimata, Miloslav Ransdorf, Herbert Reul, Teresa Riera Madurell, Paul Rübig, Amalia Sartori, Francisco Sosa Wagner, Konrad Szymański, Britta Thomsen, Evžen Tošenovský, Ioannis A. Tsoukalas, Niki Tzavela, Vladimir Urutchev, Kathleen Van Brempt, Alejo Vidal-Quadras |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
António Fernando Correia De Campos, Ilda Figueiredo, Yannick Jadot, Oriol Junqueras Vies, Ivailo Kalfin, Silvana Koch-Mehrin, Bernd Lange, Alajos Mészáros, Tiziano Motti, Vladko Todorov Panayotov, Silvia-Adriana Ţicău, Hermann Winkler |
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- [1] COM(2006)0208.
- [2] Il termine "imprese" è usato in senso lato per fare riferimento a ogni tipo di entità impegnata in un'attività economica, a prescindere dal suo carattere giuridico.
- [3] Testi approvati del 23.9.2008, P6_TA(2008)0423.
- [4] Formazione permanente ed apprendimento lungo tutto l'arco della vita (Bruxelles, 30 giugno 2008); Sviluppo dei curricoli ed imprenditorialità (Tenerife, 30-32 ottobre 2008); Trasferimento delle conoscenze (Bruxelles, 7 novembre 2008).
- [5] COM(2009)0158.
- [6] SEC(2009)0425
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
23.3.2010 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
29 1 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Maria Badia i Cutchet, Malika Benarab-Attou, Lothar Bisky, Piotr Borys, Santiago Fisas Ayxela, Mary Honeyball, Cătălin Sorin Ivan, Petra Kammerevert, Morten Løkkegaard, Emma McClarkin, Marek Henryk Migalski, Katarína Neveďalová, Doris Pack, Chrysoula Paliadeli, Marie-Thérèse Sanchez-Schmid, Marietje Schaake, Pál Schmitt, Marco Scurria, Timo Soini, Emil Stoyanov, Hannu Takkula, László Tőkés, Marie-Christine Vergiat, Milan Zver |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Ivo Belet, Luigi Berlinguer, Nadja Hirsch, Oriol Junqueras Vies, Iosif Matula, Georgios Papanikolaou, Mitro Repo, Róża Gräfin Von Thun Und Hohenstein |
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