RELAZIONE sulle deliberazioni della commissione per le petizioni nel 2009

7.6.2010 - (2009/2139(INI))

Commissione per le petizioni
Relatore: Carlos José Iturgaiz Angulo


Procedura : 2009/2139(INI)
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Ciclo del documento :  
A7-0186/2010
Testi presentati :
A7-0186/2010
Testi approvati :

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle deliberazioni della commissione per le petizioni nel 2009

(2009/2139(INI))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulle deliberazioni della commissione per le petizioni,

–   visti gli articoli 24 e 227 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–   visti gli articoli 10 e 11 del trattato sull’Unione europea,

–   visti l'articolo 48 e l’articolo 202, paragrafo 8, del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per le petizioni (A7-0186/2010),

A.     considerando che l'attività della commissione per le petizioni nel 2009 è stata caratterizzata dalla transizione dalla sesta alla settima legislatura, e che la composizione della commissione è cambiata considerevolmente, dal momento che i due terzi dei membri ne fanno parte per la prima volta,

B.     considerando che il 2009 ha segnato la fine del mandato del Mediatore europeo e che la commissione per le petizioni ha partecipato direttamente alle audizioni dei candidati per la posizione,

C.     considerando che il trattato di Lisbona è entrato in vigore l'1 dicembre 2009, ponendo le basi necessarie per una maggiore partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell'UE, nel quadro degli sforzi per rafforzare la sua legittimità e la sua responsabilità,

D.     considerando che i cittadini dell'UE sono direttamente rappresentati dal Parlamento, e che il diritto di petizione, come sancito nel trattato, offre loro i mezzi per rivolgersi ai rappresentanti ogniqualvolta ritengano che i propri diritti siano stati violati,

E.     considerando che l'applicazione della legislazione europea ha un impatto diretto sui cittadini, che si trovano nella posizione migliore per valutarne l'efficacia e i punti deboli e per segnalare le lacune da colmare al fine di assicurare il rispetto degli obiettivi dell'Unione,

F.     considerando che i cittadini europei, a livello individuale e collettivo, si rivolgono al Parlamento per ottenere riparazione quando viene violato il diritto comunitario,

G.     considerando che il Parlamento, attraverso la sua commissione per le petizioni, ha l'obbligo di esaminare tali preoccupazioni e di fare il possibile per porre fine a tali violazioni; considerando che, al fine di offrire ai cittadini le soluzioni più rapide e appropriate, la commissione per le petizioni ha continuato ha rafforzare la collaborazione con la Commissione, con le altre commissioni parlamentari, con gli organi, le agenzie e le reti a livello europeo e con gli Stati membri,

H.     considerando che il numero di petizioni ricevute dal Parlamento nel 2009 è stato leggermente superiore a quello registrato nel 2008 (1924 rispetto a 1849), e che si è confermata la crescente tendenza a presentare le petizioni per via elettronica (nel 2009 circa il 65% delle petizioni è stato inoltrato in questo formato rispetto al 60% nel 2008),

I.      considerando che il numero di petizioni irricevibili presentate nel 2009 indica che si dovrebbe porre maggior attenzione nell'informare più efficacemente i cittadini sulle competenze dell'Unione e sul ruolo delle diverse istituzioni,

J.      considerando che, in molti casi, i cittadini fanno appello al Parlamento in merito a decisioni prese dalle competenti autorità amministrative o giudiziarie degli Stati membri e considerando che i cittadini hanno bisogno di meccanismi con cui rivolgersi alle autorità nazionali perché li rappresentino sia a livello legislativo europeo sia nel quadro dell'attuazione degli atti legislativi,

K.     considerando che i cittadini dovrebbero, in particolare, essere informati del fatto che, come riconosciuto dal Mediatore europeo nella decisione del dicembre 2009 che ha chiuso l’indagine in merito al ricorso 822/2009/BU contro la Commissione, i procedimenti giudiziari nazionali sono parte del processo di attuazione della legislazione europea negli Stati membri, e che la commissione per le petizioni non può trattare questioni soggette ai procedimenti giudiziari nazionali o rivedere gli esiti di tali procedimenti,

L.     considerando che il Parlamento si trova davanti a un problema particolare allorché riceve una petizione che accusa le autorità giudiziarie nazionali di aver omesso di richiedere un pronunciamento pregiudiziale della Corte di Giustizia in osservanza dell'articolo 267 TFEU, specialmente là dove la Commissione non agisca contro lo Stato membro in questione in virtù dell'articolo 258,

M.    considerando che la procedura delle petizioni, attraverso i suoi meccanismi di lavoro e poiché il diritto di petizione è garantito dal trattato a tutti i cittadini e i residenti dell'UE differisce da altre forme di ricorso di cui dispongono i cittadini a livello comunitario, quale la presentazione di denunce al Mediatore europeo o alla Commissione,

N.     considerando che i cittadini hanno diritto a una riparazione mirata alla soluzione e a un alto livello di trasparenza e di chiarezza da parte di tutte le istituzioni europee, e considerando che il Parlamento ha ripetutamente invitato la Commissione a utilizzare le sue prerogative in quanto custode del trattato per agire contro le violazioni della legislazione europea evidenziate dagli autori delle petizioni, specialmente là dove è il recepimento della legislazione UE a livello nazionale a dar luogo a un'infrazione,

O.     considerando che molte petizioni continuano a manifestare preoccupazione in merito al recepimento e all'attuazione della normativa europea sul mercato interno e sull'ambiente, e considerando i precedenti inviti rivolti dalla commissione per le petizioni alla Commissione affinché garantisca che i controlli esecutivi in quest'area siano rafforzati e resi più efficienti,

P.     considerando che, sebbene la Commissione possa verificare interamente la conformità con il diritto UE solo quando le autorità nazionali abbiano adottato una decisione definitiva, è importante, soprattutto in merito alle questioni ambientali e in tutti i casi in cui risulti particolarmente rilevante il fattore tempo, verificare già nella fase iniziale che le autorità locali, regionali e nazionali applichino in modo corretto tutti i requisiti procedurali pertinenti ai sensi del diritto UE e procedano, se del caso, alla realizzazione di studi dettagliati sull'applicazione e l'impatto della legislazione vigente, onde conseguire tutti i dati necessari,

Q.     considerando l'importanza di prevenire ulteriori irreparabili perdite di biodiversità, in particolare nei siti designati nel quadro di Natura 2000, e l'impegno degli Stati membri di assicurare la protezione delle zone speciali di conservazione ai sensi della direttiva sugli habitat naturali (92/43/CEE) e della direttiva sugli uccelli (79/409/CEE),

R.     considerando che le petizioni evidenziano l'impatto della legislazione europea sulla vita quotidiana dei cittadini UE, e riconoscendo l'esigenza di effettuare tutti i passi necessari per consolidare i progressi ottenuti nel rafforzare i diritti dei cittadini dell'UE,

S.     considerando che, nella sua precedente relazione di attività e nel suo parere sulla relazione annuale della Commissione sul controllo dell'applicazione del diritto comunitario, la commissione per le petizioni ha chiesto di essere informata regolarmente sullo stato di avanzamento delle procedure di infrazione il cui oggetto è contemplato anche da petizioni,

T.     considerando che gli Stati membri hanno la responsabilità primaria nel recepire e attuare correttamente la legislazione europea, e riconoscendo che molti di loro nel 2009 sono stati sempre più spesso chiamati in causa nell'attività della commissione per le petizioni,

1.      si compiace della regolare transizione nella nuova legislatura e nota che gran parte dell'attività della commissione per le petizioni, a differenza di quella di altre commissioni parlamentari, è stata riportata nella nuova legislatura poiché l'esame di un numero considerevole di petizioni non era stato completato,

2.      accoglie con favore l'entrata in vigore del trattato di Lisbona e confida che il Parlamento sarà strettamente coinvolto nello sviluppo della nuova iniziativa dei cittadini cosicché tale strumento potrà realizzare completamente le sue finalità e assicurare maggior trasparenza e responsabilità nel processo decisionale dell'UE, permettendo ai cittadini di proporre miglioramenti o aggiunte al diritto dell’UE,

3.      accoglie con favore il Libro verde su un'iniziativa dei cittadini europei[1], pubblicato dalla Commissione alla fine del 2009, come primo passo nella realizzazione concreta di tale concetto;

4.      segnala che il Parlamento ha ricevuto petizioni sul modello di una campagna di iniziativa, sostenute da oltre un milione di firme e sottolinea la necessità di far sì che i cittadini siano messi a conoscenza della distinzione tra questo tipo di petizione e l'iniziativa dei cittadini,

5.      ricorda la propria risoluzione sull'iniziativa dei cittadini[2], cui la commissione per le petizioni ha contribuito con un parere; invita la Commissione a stabilire urgentemente modalità di applicazione comprensibili che identifichino chiaramente i ruoli e gli obblighi delle istituzioni che partecipano all’esame e al processo decisionale;

6.      accoglie con favore la natura giuridicamente vincolante acquisita dalla Carta dei diritti fondamentali con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona e sottolinea l'importanza della Carta nel rendere i diritti fondamentali più chiari e visibili per tutti i cittadini;

7.      ritiene che sia l'Unione europea sia i suoi Stati membri abbiano l'obbligo di garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali inclusi nella Carta, e confida che la Carta contribuirà a sviluppare il concetto di cittadinanza dell'Unione;

8.      confida che saranno prese tutte le misure procedurali necessarie a garantire che gli aspetti istituzionali relativi all'adesione dell'UE alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali siano chiariti al più presto, e sottolinea l'intenzione della commissione per le petizioni di contribuire all'attività del Parlamento in materia;

9.      ricorda di aver precedentemente chiesto che sia eseguito un riesame completo delle procedure di ricorso a disposizione dei cittadini dell’UE da parte dei servizi competenti del Parlamento e della Commissione, e sottolinea l'importanza di proseguire i negoziati sull'accordo quadro rivisto tra il Parlamento europeo e la Commissione onde tenere in piena considerazione l'incremento dei diritti dei cittadini europei, segnatamente con riguardo alle iniziative dei cittadini europei;

10.    si compiace delle misure adottate dalla Commissione per ottimizzare i servizi di assistenza al pubblico esistenti con l'obiettivo di informare i cittadini sui loro diritti UE e, sugli strumenti di ricorso a loro disposizione in caso di violazione, raggruppando le diverse pagine web pertinenti (tra cui pagine di SOLVIT e di ECC-Net) sotto un'unica sezione denominata I Vostri diritti UE, accessibile sulla pagina iniziale del portale Internet dell'Unione europea;

11.    segnala che il Parlamento ha ripetutamente invitato la Commissione a sviluppare un sistema che indichi chiaramente i diversi meccanismi di denuncia a disposizione dei cittadini e ritiene che sia necessario adottare ulteriori misure al riguardo con l'obiettivo ultimo di trasformare la pagina I Vostri diritti UE in uno sportello unico online, semplice da utilizzare per l'utente; attende le valutazioni iniziali in merito all'attuazione del piano d'azione 2008[3], previste per il 2010;

12.    ricorda la propria risoluzione inerente alle attività del Mediatore europeo nel 2008 e incoraggia il Mediatore europeo, da poco rieletto, a proseguire il proprio lavoro per accrescere il livello di apertura e di responsabilità dell'amministrazione europea e per garantire che le decisioni siano prese nel modo più trasparente e più vicino possibile ai cittadini;

13.    riafferma la sua determinazione a sostenere l'Ufficio del Mediatore europeo negli sforzi esplicati per sensibilizzare l'opinione pubblica sul suo ruolo e nella sua missione di individuare i casi di cattiva amministrazione delle istituzioni europee e agire contro gli stessi; ritiene che il Mediatore europeo costituisca una fonte preziosa di informazioni nel quadro di un progetto generale per migliorare l'amministrazione europea;

14.    sottolinea che le petizioni ricevute nel 2009, di cui almeno il 40% è stato ritenuto irricevibile, hanno continuato a riguardare l'ambiente, i diritti fondamentali, la giustizia e il mercato interno; segnala che, in termini di concentrazione geografica, la maggior parte delle petizioni riguardavano l'Unione nel suo insieme, seguita da Germania, Spagna, Italia e Romania, il che dimostra che i cittadini seguono con attenzione le attività comunitarie e si rivolgono all'Unione per sollecitarne l'intervento;

15.    riconosce l'importanza dell'attività dei firmatari delle petizioni e della sua commissione per le petizioni per la protezione dell'ambiente dell'Unione; si compiace dell'iniziativa della commissione che ha commissionato uno studio sull'applicazione della direttiva Habitat in anticipazione dell'anno internazionale per la biodiversità che ritiene rappresenti uno strumento utile per valutare la strategia dell'UE per la biodiversità ad oggi e progettarne una nuova;

16.    osserva che sempre più petizioni riguardano i problemi riscontrati dai cittadini durante l'esercizio del diritto alla libera circolazione; tali petizioni mettono in evidenza l'eccessiva lentezza con cui gli Stati membri ospitanti rilasciano i permessi di soggiorno ai familiari provenienti da paesi terzi nonché le difficoltà riscontrate nell'esercizio del diritto di voto e per ottenere il riconoscimento dei titoli di studio;

17.    reitera i precedenti appelli alla Commissione a presentare proposte concrete per estendere la tutela dei consumatori contro pratiche commerciali sleali nei confronti delle piccole imprese, come previsto dalla risoluzione sulle pratiche sleali delle società di compilazione degli annuari[4], dato che la commissione continua a ricevere petizioni da parte di vittime di raggiri di questo genere;

18.    riconosce il ruolo centrale svolto dalla Commissione nell'attività della commissione per le petizioni, che si affida all'esperienza della Commissione nel valutare le petizioni, nell'identificare violazioni della legislazione comunitaria e per ottenere riparazione; riconosce inoltre l'impegno della Commissione per migliorare complessivamente i suoi tempi di risposta alle richieste di indagine della commissione per le petizioni affinché i casi riferiti dai cittadini possano essere risolti quanto più velocemente possibile;

19.    incoraggia la Commissione europea a intervenire in una fase precoce ogni qualvolta le petizioni segnalino la possibilità di danni a zone che godono di protezione speciale, ricordando alle competenti autorità nazionali i loro impegni per garantire l'integrità dei siti classificati come Natura 2000 nel quadro della direttiva CE 92/43 (Habitat) e, se necessario, a prendere misure preventive per garantire il rispetto della legislazione europea;

20.    dà il benvenuto ai Commissari recentemente eletti – specialmente al Commissario competente per le Relazioni interistituzionali e l'amministrazione – ed è fiducioso che coopereranno con la commissione per le petizioni quanto più strettamente ed efficacemente possibile, rispettandola come uno dei canali più importanti tra i cittadini e le istituzioni europee;

21.    si rammarica che la Commissione non abbia dato seguito ai ripetuti inviti della commissione per le petizioni a fornire aggiornamenti ufficiali e regolari sull'evoluzione delle procedure di infrazione relative alle petizioni ancora all'esame; osserva che la pubblicazione mensile delle decisioni della Commissione sulle procedure di infrazione - in conformità con gli articoli 258 e 260 del Trattato - pur encomiabile in termini di trasparenza, non rappresenta una risposta adeguata a tali richieste;

22.    ritiene che seguire i comunicati stampa della Commissione per reperire le procedure di infrazione corrispondenti ad alcune petizioni rappresenti per la commissione per le petizioni un inutile spreco di tempo e di risorse, in particolar modo quando si tratta di violazioni orizzontali e chiede che la Commissione informi la commissione per le petizioni di qualsiasi procedura di infrazione pertinente;

23.    ribadisce la propria convinzione che i cittadini UE debbano beneficiare dello stesso livello di trasparenza da parte della Commissione, sia che presentino una denuncia formale, sia che inoltrino una petizione al Parlamento, e invita ancora una volta la Commissione a considerare con maggiore riguardo la procedura delle petizioni, e il suo ruolo nel portare alla luce violazioni della legislazione europea in merito alle quali avviare le relative procedure di infrazione;

24.    ricorda che, in molti casi, le petizioni mettono in luce problemi legati al recepimento e all'attuazione della legislazione comunitaria e riconosce che avviare una procedura di infrazione non apporta necessariamente soluzioni immediate ai problemi del cittadino, vista la durata media di tale procedura;

25.    accoglie con favore l'impegno della Commissione a sviluppare strumenti alternativi per promuovere una migliore attuazione della legislazione europea nonché l'atteggiamento positivo di alcuni Stati membri che adottano le misure necessarie per correggere le infrazioni nelle fase iniziali del processo di attuazione;

26.    si compiace della crescente partecipazione degli Stati membri alle attività della commissione per le petizioni e della presenza dei loro rappresentanti alle riunioni; reputa necessario rafforzare tale cooperazione dal momento che le autorità nazionali hanno la competenza primaria dell'applicazione della legislazione europea una volta trasposta nell'ordinamento giuridico nazionale;

27.    sottolinea che una più stretta cooperazione con gli Stati membri è estremamente importante per le attività della commissione per le petizioni; ritiene che una soluzione possibile sarebbe di intensificare la cooperazione con i parlamenti nazionali, soprattutto nel contesto del trattato di Lisbona;

28.    incoraggia gli Stati membri a prepararsi a svolgere un ruolo più trasparente e proattivo per dare risposta alle petizioni relative all'attuazione e all'applicazione del diritto europeo;

29.    ritiene che, alla luce del trattato di Lisbona, la commissione per le petizioni del Parlamento europeo dovrebbe forgiare rapporti di lavoro più stretti con le commissioni omologhe dei parlamenti regionali e nazionali degli Stati membri, al fine di promuovere la reciproca comprensione delle petizioni su questioni europee e per garantire la risposta più veloce ai cittadini al livello più adeguato;

30.    richiama l'attenzione sulle conclusioni contenute nella propria risoluzione sull’impatto dell’urbanizzazione estensiva in Spagna e chiede alle autorità spagnole di continuare a fornire valutazioni delle misure adottate, come hanno fatto finora;

31.    sottolinea il crescente numero di firmatari che si rivolge al Parlamento per ottenere riparazione relativamente a questioni che non rientrano nelle aree di competenza dell'UE, quali il calcolo delle pensioni, l'esecuzione delle sentenze dei tribunali nazionali e la passività delle amministrazioni nazionali; la commissione per le petizioni ha fatto del suo meglio per reindirizzare tali denunce alle autorità nazionali competenti;

32.    reputa che, se da un lato è opportuno incoraggiare un ampio utilizzo di Internet poiché facilita la comunicazione con i cittadini, dall'altro è necessario trovare una soluzione per evitare che la commissione sia sommersa da "false petizioni"; una possibile soluzione potrebbe consistere nel rivedere la procedura di registrazione al Parlamento e incoraggia il personale responsabile a inoltrare le petizioni in questione all'unità Posta del cittadino e non alla commissione per le petizioni;

33.    pone l'accento sulla necessità di continuare a lavorare per accrescere il livello di trasparenza nella gestione delle petizioni: a livello interno migliorando costantemente il trattamento elettronico delle petizioni che offre ai deputati un accesso diretto ai fascicoli delle petizioni e, a livello esterno, creando un portale interattivo per le petizioni, facile da usare per l'utente, che permetta al Parlamento di raggiungere il cittadino in modo più efficace e che renda più chiare al pubblico le procedure di voto e le competenze della commissione;

34.    incoraggia la creazione di un portale che proponga un modello interattivo plurifase per le petizioni che informi i cittadini sui risultati che si possono ottenere presentando una petizione al Parlamento e sulle competenze del Parlamento e potrebbe inoltre includere link verso altri mezzi di riparazione alternativi a livello nazionale ed europeo; chiede una descrizione quanto più dettagliata possibile delle competenze dell'Unione europea nei vari settori, per eliminare confusioni tra le competenze dell'Unione e le competenze nazionali;

35.    riconosce che l'attuazione di una tale iniziativa implica un costo, tuttavia esorta i servizi amministrativi interessati a collaborare con la commissione per le petizioni per trovare le soluzioni più appropriate, tenendo conto che siffatto portale sarebbe di capitale importanza non solo per migliorare i contatti tra il Parlamento e i cittadini dell'UE, ma anche per ridurre il numero di petizioni irricevibili;

36.    sottolinea che fintantoché non si trovi una soluzione soddisfacente alla questione delle risorse, è necessario migliorare immediatamente l'attuale sito web;

37.    si compiace dell'approvazione del nuovo regolamento del Parlamento e della revisione delle disposizioni relative alla gestione delle petizioni; incoraggia l'attività del segretariato e dei rappresentanti dei gruppi politici sulla revisione della guida per i deputati al regolamento e alle procedure interne della commissione per le petizioni, dato che tale documento non solo sarà d'aiuto ai deputati nel loro lavoro, ma aumenterà anche ulteriormente la trasparenza della procedura delle petizioni;

38.    reitera il proprio invito ai servizi amministrativi competenti affinché adottino le misure necessarie per creare un registro elettronico attraverso il quale i cittadini possano sottoscrivere oppure ritirare il proprio sostegno a una petizione, in conformità con l'articolo 202;

39.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione e la relazione della commissione per le petizioni al Consiglio, alla Commissione, al Mediatore europeo, ai governi degli Stati membri, alle loro commissioni per le petizioni nonché ai loro mediatori o organi analoghi competenti.

  • [1]  (COM(2009) 622 def.), dell’11.11.2009.
  • [2]  Risoluzione del Parlamento europeo del 7 maggio 2009 recante richiesta alla Commissione di presentare una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio per l’attuazione del diritto di iniziativa dei cittadini - P6_TA(2009)0389.
  • [3]  Piano d'azione per un approccio integrato per fornire servizi di assistenza del mercato unico ai cittadini e alle imprese - Documento di lavoro della Commissione SEC (2008)1882.
  • [4]  Risoluzione del Parlamento europeo del 16 dicembre 2008 sulle pratiche sleali delle società di compilazione degli annuari, GU C 45E del 23 febbraio 2010, pagg.17-22.

MOTIVAZIONE

Introduzione

Occorre iniziare questa relazione annuale evidenziando che il 2009 non è stato un anno ordinario, bensì straordinario, caratterizzato dalle elezioni europee e dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona. Mentre l'impatto di quest'ultimo evento sul lavoro della commissione per le petizioni si avvertirà probabilmente negli anni futuri, le elezioni europee hanno già esercitato un'influenza sulle attività quotidiane della commissione.

A differenza di altre commissioni parlamentari, la commissione per le petizioni si distingue per il fatto che il suo calendario d'attività non ruota intorno al programma legislativo della Commissione, ma sono i cittadini stessi a determinarlo, esercitando il loro diritto di petizione al Parlamento europeo. Il 2009 ha segnato il passaggio dalla sesta alla settima legislatura; i nuovi membri della commissione hanno dovuto familiarizzarsi con il funzionamento globale della stessa. Al termine della scorsa legislatura, nonostante il notevole lavoro di evasione delle petizioni, molti dossier sono stati rinviati alla nuova legislatura, pertanto, i deputati hanno dovuto familiarizzarsi rapidamente con il loro contenuto e contemporaneamente ricevere nuove petizioni. È necessario sottolineare come il processo di transizione sia stato realizzato in maniera fluida e che, in egual misura alla precedente, anche la commissione attuale ha contribuito al meglio affinché i firmatari delle petizioni fossero gli ultimi a risentire del periodo di transizione. Tuttavia, altri aspetti della normale attività della commissione - come i viaggi di studio- sono stati rimandati al 2010.

In questo contesto, la relazione 2009 intende offrire un quadro chiaro delle attività della commissione durante l'anno e, in ultima istanza, una migliore comprensione del concetto di petizione al Parlamento europeo, del possibile esito della procedura, dei suoi successi e dei suoi limiti.

Le statistiche, come quelle sul numero di petizioni ricevute, archiviate o esaminate dalla commissione, relative ai paesi interessati o agli argomenti trattati, rappresentano un importante strumento quantitativo per la valutazione del lavoro della commissione. A completare il quadro generale, si aggiungono altri aspetti come le relazioni con le altre istituzioni europee, con le autorità nazionali e con quelle regionali o i cambiamenti istituzionali con un'influenza diretta sulle attività della commissione.

Infine, pur non essendo di minor rilievo, la relazione esamina i progressi compiuti nell'attuazione delle precedenti raccomandazioni volte a migliorare il lavoro della commissione e a evidenziare alcune delle più grandi sfide per il futuro alla luce dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona.

Presentazione di petizioni al Parlamento - un diritto fondamentale ai sensi dell'articolo 227 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (ex articolo 194)

L'entrata in vigore del trattato di Lisbona ha confermato il diritto di petizione dinanzi al Parlamento europeo come un elemento cardine della cittadinanza europea. L'articolo 227 del nuovo trattato (ex articolo 194) prevede che qualsiasi cittadino dell'Unione, nonché ogni persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro, ha il diritto di presentare, individualmente o in associazione con altri cittadini o persone, una petizione al Parlamento europeo su una materia che rientra nel campo delle attività dell'Unione.

La formulazione stessa di quest'articolo offre un'immagine esauriente di cosa sia il diritto di petizione al Parlamento europeo - uno strumento che conferisce ai cittadini la possibilità di portare dinanzi al Parlamento le loro preoccupazioni riguardanti l'impatto delle diverse politiche e della legislazione dell'UE sulla loro vita quotidiana. Le statistiche annuali mostrano come la maggior parte dei cittadini si rivolge al Parlamento in cerca di assistenza per questioni concernenti l'ambiente, i diritti fondamentali, la giustizia, il mercato unico, etc. Altri firmatari cercano di far sentire la propria voce presentando proposte per lo sviluppo delle politiche europee. Infine, pur se non di minore importanza, è necessario prendere atto del numero di cittadini che si rivolgono al Parlamento europeo allo scopo di contestare le decisioni adottate dalle autorità nazionali. La maggior parte di queste petizioni rivendica la corretta applicazione della legislazione europea, mentre in alcune sono contestate sentenze dei giudici nazionali o la mancata applicazione a livello amministrativo, o altre riguardano questioni rispetto alle quali il Parlamento europeo può fare ben poco dato che non rientrando nella sfera di competenza dell'Unione.

Secondo le statistiche, nel 2009 il Parlamento europeo ha ricevuto 1924 petizioni, a conferma di un lieve aumento rispetto alle 1849 pervenute nel 2008. Si può asserire che questa piccola differenza indichi una certa stagnazione successiva al costante andamento ascendente registrato dopo l'allargamento dell'Unione nel 2004 e nel 2007.

Circa il 46% delle petizioni pervenute nel 2009 sono state dichiarate ricevibili, una percentuale, questa, quasi simile a quella registrato nel 2008. Delle 688 petizioni ritenute ricevibili, 655 sono state inviate alla Commissione europea per richiedere informazioni. È utile rilevare come quest'ultima abbia inviato circa 300 comunicazioni relative alle petizioni registrate nel 2009. Per quanto riguarda le petizioni irricevibili, la situazione è molto simile a quella dell'anno precedente (812 contro 818). Dal momento che la percentuale delle petizioni irricevibili rimane piuttosto alta (poco più della metà delle petizioni ricevute), è chiaro che dovrebbero incrementarsi gli sforzi affinché vengano rispettate le raccomandazioni precedenti e attuali, al fine di informare meglio i cittadini circa le competenze dell' UE.

Decisione di adozione della petizione

Numero di

petizioni

%

Numero di

petizioni

%

 

2009

2008

Ricevibile

688

45,9

708

46,4

Irricevibile

812

54,1

818

53,6

Ricevibile e archiviare

420

n.d.

354

n.d.

Petizione inviata alla CE per parere

655

n.d.

729

n.d.

Petizione inviata ad altri organismi per parere

33

n.d.

53

n.d.

Petizione inviata per conoscenza ad altri organismi

207

n.d.

207

n.d.

Non registrata

4

n.d.

6

n.d.

Inoltre, è rilevante notare che 1232 petizioni, circa i due terzi della totalità pervenute nel 2009, sono state archiviate nelle fasi iniziali della procedura perché considerate irricevibili o perché, anche se ricevibili, sono state archiviate immediatamente dopo aver fornito al firmatario le informazioni sulle questioni sollevate o dopo essere state reindirizzate ad altre commissioni parlamentari in materia. Ancora una volta, le statistiche del 2008 e del 2009 sono comparabili, come si può rilevare dai dati qui di seguito.

2009

Decisione

di adozione

Numero di petizioni

Percentuale

Ricevibile

1062

56,3

Irricevibile

818

43,4

Non registrata

6

0,3

2008

Decisione di adozione

Numero di petizioni

Percentuale

Ricevibile

1108

57,6

Irricevibile

812

42,2

Non registrata

4

0,2

In questo contesto, occorre ricordare che i deputati hanno ripetutamente richiamato l'attenzione sulle così dette non-petizioni, sostenendo che la loro analisi è un inutile spreco di tempo. Sebbene non esista alcuna definizione di una non-petizione, dovrebbe essere chiarita la distinzione tra tali petizioni e altre considerate irricevibili in quanto non rientrano nell'ambito delle competenze dell'UE. Generalmente, una non-petizione può essere descritta come una breve dichiarazione personale o un commento sulle politiche dell'UE o su come queste dovrebbero essere sviluppate.

A tal riguardo, sulla pagina web del Parlamento europeo dedicata alle petizioni, è chiaramente indicato che né le richieste d'informazione né le osservazioni generali sulla politica dell'UE sono prese in considerazione dalla commissione per le petizioni. Inoltre, i cittadini sono informati del fatto che le petizioni che contengono un linguaggio offensivo o che non sono pertinenti nella sostanza non saranno oggetto di esame né di risposta da parte della commissione per le petizioni. Pertanto, si può concludere che la commissione deve impegnarsi maggiormente a spiegare meglio ai cittadini il concetto di petizione al Parlamento europeo e a migliorare il processo di registrazione in seno allo stesso.

Rispetto al 2008 si sono registrati cambiamenti minimi per quanto riguarda i paesi in più interessati dalle petizioni: l'Unione europea nel suo insieme continua, dunque, a occupare il primo posto, seguita dalla Germania, dalla Spagna, dall'Italia e dalla Romania (rispetto al 2008 la posizione di questi due ultimi paesi nella lista si è invertita). Malta si è sorprendentemente ritrovata alla fine della tabella, dopo la Slovenia e la Lettonia, dal momento che si sono ricevute soltanto nove petizioni da questo paese a fronte delle ventuno pervenute l'anno precedente.

2009

Paese interessato

Numero di petizioni

%

Unione europea

403

18,6

Germania

298

13,8

Spagna

279

12,9

Italia

176

8,1

Romania

143

6,6

Polonia

100

4,6

Altri

764

35,3

2008

Paese interessato

Numero di petizioni

%

Unione europea

330

15,9

Germania

265

12,8

Spagna

226

10,9

Romania

207

10,0

Italia

184

8,9

Polonia

105

5,1

Regno Unito

99

4,8

Grecia

97

4,7

Francia

86

4,1

Come già menzionato, le questioni ambientali rimangono l'area di interesse principale dei firmatari, seguite dai diritti fondamentali, dalla giustizia e dal mercato interno, mentre nell'anno 2008 si è ridotto il numero delle petizioni relative alla restituzione della proprietà.

2009

Temi

Numero di petizioni

Percentuale

Ambiente

228

9,7

Diritti fondamentali

 

164

7,0

Giustizia

159

6,8

Mercato interno

142

6,0

Proprietà e restituzione

133

5,6

Occupazione

105

4,5

Sanità

104

4,4

Trasporti

101

4,3

Affari sociali

93

4,0

Cultura e istruzione

82

3,5

Altri

1043

44,3

2008

Temi

Numero di petizioni

Percentuale

Ambiente

311

12,8

Diritti fondamentali

208

8,6

Proprietà e restituzione

149

6,1

Giustizia

147

6,1

Mercato interno

130

5,4

Affari sociali

118

4,9

Trasporti

117

4,8

Sanità

116

4,8

Cultura e istruzione

105

4,3

Occupazione

89

3,7

Altri

938

38,6

Non sorprende che le questioni ambientali rappresentino una preoccupazione costante per i cittadini europei. La legislazione europea in tale ambito si fonda sullo spirito del principio di sussidiarietà e la linea di separazione tra le competenze nazionali e le competenze dell'UE non è sempre chiara ai cittadini che si rivolgono al Parlamento per ricevere assistenza qualora reputino che le autorità regionali o nazionali non l'ascoltino. In tale contesto, la commissione accoglie la comunicazione della Commissione europea sull'applicazione del diritto dell'ambiente (COM (2008) 0773) come primo passo verso una garanzia di migliori controlli esecutivi in tale ambito[1].

In merito ai diritti fondamentali, occorrerebbe fare una distinzione tra le petizioni in cui si sono riportati errori giudiziari, mancata applicazione di sentenze della corte nazionale o violazioni del diritto alla giustizia e a un processo equo a livello nazionale da una parte, e le petizioni in cui si sono riportati la protezione dei diritti garantiti dalla legislazione europea e dalla giurisprudenza sul mercato interno, dall'altra.

Nel 2009 la commissione ha dunque approvato il documento di lavoro di Diana Wallis sul comunicato della Commissione europea "Uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia a servizio dei cittadini" - il cosiddetto "Programma di Stoccolma". Esso mette in evidenza una serie di aspetti problematici sollevati dai firmatari, tra cui le difficoltà incontrate dai familiari provenienti dai paesi terzi nell'ottenere documenti di residenza nel paese in cui sono residenti (in particolare nel Regno Unito), diverse interpretazioni della direttiva 2004/38/CE per quanto riguarda i criteri di qualifica per la residenza permanente, problemi riscontrati dai firmatari nell'esercitare il proprio diritto di voto e nel vedere riconosciute le proprie qualifiche professionali. In numerose occasioni, la commissione ha suggerito ai firmatari di utilizzare SOLVIT, un meccanismo informale che può fornire soluzioni efficaci in tempi brevi. Occorrerebbe sottolineare che le restrizioni collegate alla protezione dei dati impediscono alla commissione di reindirizzare le petizioni a SOLVIT stesso e, pertanto, essa può solo dare al firmatario un suggerimento in materia. Dipende, dunque, dal firmatario utilizzarlo o meno e comunicare alla commissione il risultato delle sue eventuali iniziative presso SOLVIT.

Nella classifica delle petizioni in base alla lingua, si riscontrano altresì cambiamenti minimi: mentre nel 2009 e nel 2008 il tedesco e l'inglese rimangono le due lingue principali utilizzate dai firmatari, la posizione dell'italiano e dello spagnolo è invertita. Le lingue slovena, maltese ed estone sono ultime in classifica.

2009

Lingua

Numero di petizioni

Percentuale

Tedesco

548

28,5

Inglese

343

17,8

Spagnolo

237

12,3

Italiano

203

10,6

Polacco

116

6,0

Rumeno

110

5,7

Francese

107

5,6

Altre

260

13,5

2008

Lingua

Numero di petizioni

Percentuale

Tedesco

437

23,2

Inglese

395

20,9

Italiano

222

11,8

Spagnolo

193

10,2

Rumeno

155

8,2

Francese

131

6,9

Polacco

101

5,4

Greco

87

4,6

Altri

165

8,7

Se si considera la nazionalità, i tedeschi rimangono i firmatari più attivi, seguiti dagli spagnoli e dagli italiani (anche in queste statistiche, la posizione di spagnoli e italiani è invertita rispetto al 2008). I firmatari rumeni, polacchi e britannici occupano le posizioni successive. Negli ultimi posti, si trovano i cittadini cechi, estoni e lussemburghesi che nel complesso hanno inviato undici petizioni nel 2009.

2009

Nazionalità del firmatario principale

Numero di petizioni

Percentuale

Germania

496

25,8

Spagna

237

12,3

Italia

219

11,4

Romania

150

7,8

Polonia

131

6,8

Regno Unito

121

6,3

Francia

79

4,1

Grecia

78

4,1

Altri

414

21,5

2008

Nazionalità del firmatario principale

Numero di petizioni

Percentuale

Germania

412

21,8

Italia

245

12,9

Spagna

197

10,4

Romania

189

10,0

Regno Unito

144

7,6

Polonia

112

5,9

Grecia

102

5,4

Francia

91

4,8

Altri

400

21,1

Se si considera il formato della petizione, si conferma una tendenza: i firmatari sono più propensi a inviare le loro petizioni utilizzando il modulo elettronico piuttosto che il formato della lettera tradizionale (il 62,6% delle petizioni ricevute nel 2009 è stato inviato per via elettronica, a fronte del 59,2% del 2008).

2009

Formato delle

petizioni

Numero di

petizioni

%

e-mail

1204

62,6

lettera

720

37,4

2008

Formato delle petizioni

Numero di petizioni

%

e-mail

1117

59,2

lettera

769

40,8

Sebbene le statistiche rappresentino uno strumento utile che permette alla commissione di valutare la sua attività annuale, esse dovrebbero tuttavia essere lette attentamente dal momento che alcuni elementi potrebbero influenzare i risultati complessivi - ad esempio le petizioni possono riguardare uno o più temi, uno o più paesi; possono essere inviate da singoli individui o da associazioni e in alcuni casi possono prendere la forma di campagne corredate di numerose firme; inoltre, i firmatari possono scegliere di inviare i documenti nella propria lingua materna o in qualsiasi altra lingua ufficiale dell'Unione.

Tuttavia, le statistiche dimostrano che le conclusioni delle relazioni annuali precedenti rimangono valide. Come già menzionato, la maggior parte delle petizioni dichiarate irricevibili mostra che continua a esservi confusione tra competenze europee e competenze nazionali, le istituzioni UE e quelle del Consiglio d'Europa, in particolare la Corte dei diritti dell'uomo. Pertanto, le iniziative precedenti volte a promuovere gli sforzi tesi a fornire ai cittadini migliori informazioni sul funzionamento della procedura delle petizioni e sui risultati che si possono ottenere inviando una petizione al Parlamento sono più che mai attuali.

Un percorso da intraprendere potrebbe essere il miglioramento della pagina web dedicata alle Petizioni sul portare del Parlamento europeo, così che i cittadini che inviano petizioni per via elettronica ricevano tutte le informazioni necessarie sulle competenze del Parlamento, sulla valutazione delle petizioni, sul lavoro della commissione e sulle possibilità di ottenere un ricorso più rapido utilizzando altre reti disponibili a livello europeo o nazionale (SOLVIT, Rete dei centri europei dei consumatori , Mediatore europeo, mediatore nazionale o commissioni parlamentari nazionali per le petizioni).

Le relazioni precedenti hanno chiesto di segnalare chiaramente i vari meccanismi di denuncia disponibili ai cittadini a livello europeo, istituendo uno sportello unico che possa fornire linee guida ai cittadini in cerca di soluzioni alla probabile violazione dei loro diritti. Esso rimane un obiettivo importante da raggiungere. L'iniziativa della Commissione europea di accorpare i meccanismi di denuncia formali e informali nella pagina I tuoi diritti del sito web europa.eu rappresenta un significativo passo avanti. Eppure, occorrerebbe operare una distinzione più chiara tra i meccanismi formali (denunce alla CE, petizioni al Parlamento, denunce al Mediatore europeo) e quelli informali (SOLVIT, ECC-net, ecc). Si potrebbe sviluppare un sito web più interattivo al fine di permettere ai cittadini di ottenere le informazioni che necessitano prima di decidere a quale istituzione rivolgersi direttamente e quale meccanismo utilizzare.

Relazioni con la Commissione europea

Nell'ambito delle petizioni, la Commissione europea rimane il partner naturale della commissione per le petizioni, i cui membri continuano a fare affidamento sulla competenza dei suoi servizi per indagare sulle questioni sollevate nelle petizioni. Con il costante miglioramento dei rapporti di lavoro tra le due istituzioni, la commissione continua a incoraggiare la Commissione europea a migliorare i tempi di risposta alle richieste di indagine. Un aspetto particolare che le due parti devono ancora considerare riguarda il modo in cui la Commissione europea informa la commissione sui progressi delle procedure di infrazione direttamente collegate alle petizioni.

Mentre la Commissione europea sostiene che le sue decisioni in materia di violazione sono pubblicate mensilmente, occorre notare che questo avviene a partire dalla fase del parere motivato, a eccezione dei casi di mancato rispetto delle sentenze della Corte, per i quali la pubblicazione viene autorizzata a partire dalla fase della lettera di costituzione in mora, a meno che la Commissione europea non decida diversamente. Dato il numero di casi, dato il fatto che è difficile prevedere il ritmo di avanzamento di un dato dossier e data la mancanza di uno strumento di ricerca che permetta di individuare una procedura di infrazione specifica, l'osservazione mensile di tale base dati comporterebbe un inutile spreco di risorse umane e di tempo. Pertanto, occorrerebbe adottare misure aggiuntive affinché la Commissione europea segnali automaticamente alla commissione ogni progresso effettuato nelle procedure di infrazione relative alle petizioni.

Relazioni con il Mediatore europeo - Audizioni per i candidati a tale carica

Una delle priorità principali della commissione nel 2009 era l'organizzazione delle audizioni per i candidati alla carica di Mediatore europeo. I membri, molti nuovi alla commissione e anche al Parlamento, sono riusciti a svolgere questo lavoro con successo.

È opportuno menzionare che la prima relazione adottata dalla nuova commissione riguardava l'attività del Mediatore europeo[2] nel 2008. Essa ha sottolineato che il ruolo del Mediatore a tutela degli interessi dei cittadini europei dinanzi alle istituzioni e agli organi dell’Unione europea si era evoluto nei 14 anni di attività dalla sua entrata in funzione, in particolare per via dell’indipendenza dell'istituzione stessa e del controllo democratico esercitato sulla trasparenza del suo operato svolto dal Parlamento europeo.

I membri hanno espresso la convinzione secondo cui il ruolo del Mediatore ha contribuito a rafforzare la trasparenza e la responsabilità nei processi decisionali e nell'amministrazione dell'Unione europea, fornendo dunque un contributo essenziale verso la creazione di un'Unione in cui le decisioni sono prese "nel modo più trasparente possibile e il più vicino possibile ai cittadini"[3]. Essi hanno esortato il Mediatore a proseguire l'opera di sensibilizzazione dei cittadini al suo lavoro e a promuovere le sue attività in modo efficace.

Conclusioni

Se il 2009 è stato un anno di transizione, il 2010 si annuncia come un anno di sfide per la commissione per le petizioni. La Commissione europea dovrebbe presentare il progetto di regolamento al Parlamento europeo e al Consiglio relativo all'iniziativa dei cittadini e la commissione presenterà un parere sulla relazione che sarà elaborato dalla commissione per gli affari costituzionali. Inoltre, l'entrata in vigore del trattato di Lisbona ha reso giuridicamente vincolante la Carta dei diritti fondamentali. In questa fase, è difficile prevedere in che modo ciò influenzerà l'attività della commissione, ma i diritti fondamentali costituiscono uno dei temi costantemente sollevati dai firmatari. Ulteriori chiarimenti sull'applicazione della Carta saranno probabilmente necessari nel prossimo futuro.

ALLEGATI:

Paese interessato

2009

2008

Numero di petizioni

Ricevibile

Irricevibile

Numero di petizioni

Ricevibile

Irricevibile

Unione europea

403

341

61

330

286

43

Membri UE

1.630

 

 

1.647

 

 

Germania

298

144

152

265

127

137

Spagna

279

196

83

226

151

74

Italia

176

110

66

184

97

86

Romania

143

46

97

207

70

136

Polonia

100

27

72

105

26

79

Regno Unito

83

60

23

99

64

35

Grecia

74

37

37

97

40

57

Francia

73

43

30

86

56

29

Bulgaria

56

24

32

65

37

28

Irlanda

37

18

19

58

37

21

Portogallo

37

21

16

24

10

14

Paesi Bassi

35

24

11

24

19

4

Austria

34

24

9

20

13

7

Belgio

30

21

9

32

21

10

Ungheria

25

19

6

18

9

9

Finlandia

20

7

13

36

9

27

Slovacchia

19

5

14

9

3

6

Svezia

17

7

10

12

6

6

Danimarca

14

7

7

6

1

5

Lituania

14

7

7

7

2

5

Cipro

13

8

5

9

3

6

Repubblica ceca

13

8

5

15

9

6

Slovenia

12

2

10

7

2

5

Lettonia

11

4

7

7

3

4

Malta

9

6

3

21

16

5

Estonia

4

1

3

2

2

0

Lussemburgo

4

3

1

6

4

2

Lingua della petizione

Numero di petizioni

2009

2008

Tedesco

548

437

Inglese

343

395

Spagnolo

237

193

Italiano

203

222

Polacco

116

101

Rumeno

110

155

Francese

107

131

Greco

61

87

Olandese

46

33

Bulgaro

37

31

Portoghese

27

26

Finlandese

19

35

Ungherese

16

15

Slovacco

11

5

Danese

9

4

Svedese

8

6

Lettone

7

2

Lituano

7

2

Ceco

4

3

Sloveno

4

2

Maltese

2

0

Estone

1

1

Testi multilingue

1

0

Indefiniti

0

0

Totale

1924

1886

Nazionalità

del firmatario principale

Numero di petizioni

2009

2008

Membri UE

1879

1845

Germania

496

412

Spagna

237

197

Italia

219

245

Romania

150

189

Polonia

131

112

Regno Unito

121

144

Francia

79

91

Grecia

78

102

Bulgaria

54

60

Paesi Bassi

44

33

Austria

38

21

Portogallo

32

25

Irlanda

31

59

Belgio

27

31

Finlandia

26

40

Ungheria

17

20

Slovacchia

14

8

Danimarca

13

5

Svezia

13

10

Lettonia

11

5

Malta

11

16

Slovenia

10

5

Cipro

8

1

Lituania

8

5

Repubblica ceca

6

6

Estonia

3

1

Lussemburgo

2

2

  • [1]  Parere della commissione per le petizioni sul controllo dell'applicazione del diritto comunitario (2007) (2008/2337(INI) - Relatore Diana Wallis (31.03.2009)
  • [2]  Relazione sulla relazione annuale delle attività del Mediatore europeo nel 2008 (2009/2088(INI)) a cura di Chrysoula Paliadeli (A7/0020/2009).
  • [3]  Titolo I, articolo 1, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (C115/ 9.05.2008, pag. 0016).

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

1.6.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

20

0

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Elena Băsescu, Victor Boştinaru, Simon Busuttil, Michael Cashman, Bairbre de Brún, Pascale Gruny, Carlos José Iturgaiz Angulo, Peter Jahr, Lena Kolarska-Bobińska, Erminia Mazzoni, Willy Meyer, Mariya Nedelcheva, Nikolaos Salavrakos, Angelika Werthmann, Tatjana Ždanoka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Pablo Arias Echeverría, Kinga Göncz, Marian Harkin, Axel Voss

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Enrique Guerrero Salom, Andres Perello Rodriguez