RELAZIONE sulle entrate eque per gli agricoltori: migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa

24.8.2010 - (2009/2237(INI))

Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
Relatore: José Bové


Procedura : 2009/2237(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A7-0225/2010

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle entrate eque per gli agricoltori: migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa

(2009/2237(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visti la comunicazione della Commissione intitolata "Migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa" (COM(2009)0591) e i vari documenti di lavoro allegati a detta comunicazione,

–   viste le raccomandazioni finali del Gruppo di alto livello sulla competitività dell'industria agroalimentare del 17 marzo 2009[1],

–   vista la sua risoluzione del 26 marzo 2009 sui prezzi dei prodotti alimentari in Europa[2],

–   vista la sua dichiarazione del 19 febbraio 2008 su uno studio e soluzioni all'abuso di potere dei grandi supermercati operanti nell'Unione europea[3],

–   viste le conclusioni adottate dal Consiglio il 29 marzo 2010 su un migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa[4],

–   vista la relazione sul settore agroalimentare e il diritto all'alimentazione, del relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all'alimentazione,

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e i pareri della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (A7‑0225/2010),

A. considerando che la recente volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e delle materie prime ha suscitato profonde inquietudini sul funzionamento delle filiere alimentari a livello europeo e mondiale,

B.  considerando che dal 1996 i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 3,3% l'anno, mentre i prezzi pagati agli agricoltori sono aumentati solo del 2,1% e le spese di gestione del 3,6%, il che dimostra che la catena alimentare non funziona adeguatamente,

C. considerando che, nella sua comunicazione, la Commissione riconosce che "i produttori agricoli sono stati notevolmente pregiudicati da queste fluttuazioni, al pari dei consumatori, che non beneficiano di un trattamento equo"[5],

D. considerando che i prezzi finali al consumatore si sono mantenuti mediamente costanti o sono addirittura aumentati, nonostante il netto calo dei prezzi delle materie prime agricole nel 2008,

E.  considerando che relazioni commerciali equilibrate non solo migliorerebbero il funzionamento della filiera alimentare, ma sarebbero vantaggiose anche per gli agricoltori,

F.  considerando che la proliferazione delle pratiche commerciali sleali compromette oggi la capacità d'investimento e d'innovazione degli agricoltori (soprattutto in materia di tecnologie verdi, mitigazione del clima e fonti energetiche rinnovabili), mentre d'altra parte gli agricoltori sono tenuti a rispettare severe norme ambientali – obblighi questi che saranno ulteriormente rafforzati nel quadro della politica agricola comune dopo il 2013,

G. considerando che la quota del valore aggiunto agricolo della filiera alimentare è scesa dal 31% nel 1995 al 24% nel 2005 nell'UE-25, e che i dati preliminari per i prossimi anni mostrano una nuova diminuzione dei guadagni degli agricoltori a fronte di un aumento costante dei margini dei trasformatori, dei commercianti all'ingrosso e/o dei dettaglianti nonché degli operatori economici esterni alla filiera alimentare,

H. considerando che il reddito medio degli agricoltori è diminuito di oltre il 12% nell'UE-27 nel 2009, che pertanto gli agricoltori non traggono più un'entrata remunerativa dal loro lavoro e che, ciononostante, gli agricoltori e il settore agroalimentare continuano a dover produrre alimenti nel rispetto di rigorosi standard qualitativi e a prezzi accessibili per i consumatori, in conformità con gli obiettivi stabiliti dalla PAC,

I.   considerando che alla filiera alimentare partecipano gli agricoltori, le cooperative agricole e le organizzazioni dei produttori, le industrie di trasformazione alimentare, i grossisti, i dettaglianti, le catene di supermercati, i servizi di ristorazione, i ristoranti, l'approvvigionamento diretto dalla produzione di sussistenza e privata nonché i consumatori, ma anche operatori economici esterni alla filiera alimentare, come le imprese di comunicazione e promozione, i fornitori di trasporto e logistica, di energia e utenze, di imballaggio, di mezzi tecnici, di additivi e di tecnologie e le società di consulenza, e considerando che tale complessità e tale grande diversità devono essere tenute presenti per migliorare la sostenibilità di tutta la filiera,

J.   considerando che la comunicazione della Commissione mette in evidenza gravi problemi quali l'abuso di potere d'acquisto degli acquirenti dominanti, le pratiche contrattuali sleali come i pagamenti tardivi, le modifiche unilaterali dei contratti, il versamento di anticipi per accedere alle trattative, le restrizioni dell'accesso al mercato, l'assenza di informazioni sulla formazione dei prezzi e la distribuzione dei margini di profitto lungo la filiera alimentare – problemi strettamente collegati all'aumento della concentrazione nei settori dei fattori produttivi agricoli, della vendita all'ingrosso e della vendita al dettaglio,

K. considerando che nella comunicazione della Commissione del 28 ottobre 2009 si raccomanda di promuovere e favorire la ristrutturazione e il consolidamento del settore agricolo, in particolare incoraggiando la creazione volontaria di organizzazioni di produttori agricoli,

L.  considerando che la globalizzazione e i processi di concentrazione, soprattutto a livello di commercio al dettaglio, hanno condotto a una situazione di squilibrio tra i diversi soggetti operanti nella catena di distribuzione alimentare, e che la realtà odierna è caratterizzata dalla presenza di un ristrettissimo numero di dettaglianti estremamente influenti, che negoziano direttamente o indirettamente con 13,4 milioni di agricoltori e 310.000 imprese agroalimentari in tutta l'UE,

M. considerando che l'eccessiva concentrazione comporta perdite per quanto riguarda la varietà dei prodotti, il patrimonio culturale, i punti di vendita al dettaglio, i posti di lavoro e i mezzi di sussistenza,

N. considerando che, secondo quanto affermato dalla Commissione, gli squilibri contrattuali uniti all'ineguale potere negoziale hanno ripercussioni negative sulla competitività della filiera alimentare, giacché operatori piccoli ma efficienti possono talora ritrovarsi costretti ad operare con margini di profitto ridotti, il che ne limita la capacità e l'incentivazione ad investire per migliorare la qualità del prodotto e innovare i processi di produzione,

O. considerando che i prodotti alimentari sono commercializzati liberamente nel mercato interno e che l'esito dei negoziati tariffari fra produttori (organizzazioni), trasformatori, commercianti e dettaglianti è spesso determinato dall'andamento dei prezzi nei mercati mondiali,

P.  considerando che l'enorme differenza numerica e di potere economico tra gli agricoltori e i dettaglianti è un chiaro indicatore dello squilibrio esistente nella filiera alimentare, che ai fini di un bilanciamento numerico è necessario promuovere lo sviluppo di organizzazioni economiche di agricoltori, e che le cooperative svolgono un ruolo cruciale poiché rafforzano l'influenza e il potere negoziale degli agricoltori,

Q. considerando che l'Unione europea è inserita nella rete del commercio globale ed è vincolata dai trattati siglati in tale contesto,

R.  considerando che l'Unione europea è il maggiore importatore ed esportatore di prodotti agricoli al mondo e che le importazioni di prodotti agricoli nell'UE sono cresciute nel 2008 del 10% circa, per un valore di 98,6 miliardi di euro, mentre le esportazioni di prodotti agricoli sono cresciute quasi dell'11%, per un valore di 75,2 miliardi di euro,

S.  considerando che l'Unione europea accorda già numerose concessioni nel quadro della sua politica dell'aiuto allo sviluppo, e che gli accordi bilaterali non possono essere stipulati unilateralmente a detrimento del settore agricolo europeo,

1.  accoglie con soddisfazione la comunicazione della Commissione del 28 ottobre 2009 intitolata "Migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa" (COM(2009)0591), poiché in essa si riconosce l'esistenza di forti squilibri a livello di potere negoziale tra i diversi operatori, ma ritiene insufficienti le misure suggerite nella medesima per far fronte ai relativi problemi;

2.  invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare d'urgenza il problema dell'ingiusta distribuzione dei profitti lungo la filiera alimentare, specialmente al fine di garantire agli agricoltori entrate adeguate; riconosce che per promuovere sistemi di produzione sostenibili ed etici occorre indennizzare gli agricoltori per i loro investimenti e impegni in tali ambiti; sottolinea che occorre sostituire i rapporti di forza con rapporti di collaborazione;

3.  osserva che sono stati raggiunti tutti gli obiettivi stabiliti dal trattato di Roma in materia di agricoltura (incremento della produttività, sufficiente approvvigionamento di prodotti alimentari, prezzi al consumo ragionevoli, stabilizzazione dei mercati), salvo l'obiettivo di assicurare un reddito adeguato agli agricoltori; esorta pertanto la Commissione a tenere conto di tale aspetto in tutte le proposte di bilancio;

4.  riconosce l'esigenza di un settore produttivo stabile, sicuro e redditizio quale fattore determinante nella filiera alimentare; ricorda, tuttavia, che la filiera alimentare si compone di diverse parti – agricoltori, industrie di trasformazione, fabbricanti, fornitori e dettaglianti – che apportano tutte un valore aggiunto e necessitano allo stesso modo di un certo grado di sicurezza;

Trasparenza dei prezzi

5.  invita la Commissione a migliorare lo strumento europeo di sorveglianza dei prezzi dei prodotti alimentari al fine di renderlo più facile da utilizzare, integrandovi un'interfaccia multilingue comprendente un maggior numero di prodotti alimentari e introducendo una migliore comparabilità tra i prezzi per ciascun anello della filiera alimentare all'interno degli Stati membri e tra essi, in modo da soddisfare l'esigenza dei consumatori e degli agricoltori di una maggiore trasparenza per quanto riguarda la formazione dei prezzi dei prodotti alimentari;

6.  si rammarica profondamente della scarsa disponibilità della Commissione a condurre uno studio sulla distribuzione dei margini di profitto lungo la filiera, così come convenuto nel quadro della procedura di bilancio 2009;

7.  osserva che uno squilibrio della trasparenza commerciale tra le aziende agricole e le parti a valle e a monte della filiera alimentare può avere ripercussioni negative sulla posizione negoziale degli agricoltori e delle organizzazioni di produttori;

8.  esorta la Commissione a realizzare immediatamente il progetto pilota relativo alla creazione di un osservatorio europeo dei prezzi e margini agricoli – integrando tale strumento con dati sui prezzi, i margini e i volumi – per il quale il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato una dotazione di 1,5 milioni di euro nel quadro del bilancio 2010, a istituirlo in seno alla Commissione e a includere un raffronto dei costi di una produzione sostenibile e dei prezzi franco azienda agricola per i prodotti convenzionali e quelli etici nei settori agricoli essenziali degli Stati membri e nelle diverse situazioni socioeconomiche;

9.  esorta la Commissione a mantenere il gruppo di alto livello sulla catena di distribuzione alimentare quale forum permanente di discussione, giacché si è dimostrato uno strumento molto importante per l'individuazione di problemi, l'elaborazione di raccomandazioni e l'adozione di strategie volte a correggere l'attuale situazione di squilibrio;

10. invita la Commissione a proporre l'obbligo, per i maggiori commercianti, trasformatori, grossisti e distributori europei, di presentare una relazione annuale sulle loro quote di mercato (con informazioni sui marchi privati) relativamente ai prodotti alimentari essenziali nonché sui loro volumi di vendita mensili, in modo da permettere a tutti i partner di mercato di stimare le tendenze dell'evoluzione della domanda, dell'offerta e dei prezzi nella filiera alimentare;

11. osserva che in alcuni paesi l'industria di trasformazione dei prodotti alimentari registra il margine di profitto più elevato nella filiera alimentare, come confermato anche dalla Commissione; chiede, pertanto, che l'industria di trasformazione sia monitorata e studiata con particolare attenzione al fine di garantire la trasparenza dei prezzi;

12. ritiene necessario aumentare la trasparenza del mercato e le informazioni da fornire ai consumatori, condizione essenziale per mettere in evidenza l'identità dei prodotti nonché garantire la varietà dei cibi e dei prodotti agricoli ed agroalimentari – espressione della storia e delle culture di una pluralità di territori e della natura "distintiva" dell'agricoltura di ciascuno Stato membro;

13. esorta la Commissione a rendere obbligatoria l'indicazione precisa nel documento di compravendita del valore della fornitura nonché del prezzo netto effettivamente versato nell'ambito della transazione;

14. invita la Commissione a compiere uno studio d'impatto sui vantaggi di un migliore inquadramento giuridico delle etichette di qualità private e dei marchi di distributori privati, al fine di evitarne la moltiplicazione e garantire una maggiore trasparenza per i consumatori e un miglior accesso ai mercati per i produttori;

15. sottolinea la necessità di promuovere un aumento del valore aggiunto delle produzioni agroalimentari europee e di lanciare campagne d'informazione rivolte ai consumatori relative agli sforzi realizzati dagli agricoltori e dal settore in materia di ambiente, sicurezza alimentare e benessere degli animali;

Concorrenza

16. invita le autorità della concorrenza nazionali ed europee e le altre autorità di regolamentazione competenti in materia di produzione e commercio ad affrontare energicamente la questione della posizione dominante e della forte quota di mercato delle aziende agroindustriali, delle società che forniscono fattori produttivi agricoli, delle imprese di trasformazione e dei dettaglianti che operano nella filiera alimentare; esorta tali autorità ad adottare misure contro le prassi di acquisto abusive di qualsiasi operatore della filiera alimentare che ponga gli agricoltori in una posizione negoziale estremamente diseguale;

17. invita la Commissione a istituire una nuova relazione tra le regole di concorrenza e la PAC, con l'obiettivo di fornire agli agricoltori e alle loro organizzazioni interprofessionali gli strumenti che consentano di migliorare la loro posizione negoziale;

18. invita la Commissione a valutare le conseguenze della significativa penetrazione del mercato da parte di un unico dettagliante o di un numero limitato di dettaglianti in un determinato Stato membro; esorta la Commissione ad esaminare la possibilità di introdurre misure correttive – a vantaggio dei produttori e dei consumatori – laddove si riscontri che le prassi o la quota di mercato del dettagliante abbiano un effetto anticoncorrenziale;

19. invita la Commissione a presentare al Parlamento prima della fine del 2010 una relazione che contenga dati sugli abusi di potere d'acquisto nell'UE, sui comportamenti anticoncorrenziali e sulle prassi contrattuali sleali lungo tutta la filiera alimentare, dal settore dei fattori produttivi agricoli ai consumatori, e che proponga risposte adeguate;

20. invita gli Stati membri a rafforzare, ove necessario, la capacità di azione delle rispettive autorità nazionali preposte alla concorrenza, instaurando meccanismi semplici per la raccolta delle prove inerenti a distorsioni della concorrenza dovute a pratiche contrattuali sleali;

21. ritiene necessario vietare la vendita al di sotto del prezzo d'acquisto a livello dell'UE;

22. esorta la Commissione ad avviare un'indagine settoriale completa, lungo l'intera filiera alimentare, al fine di determinare il livello degli abusi di potere d'acquisto nel settore; richiama l'attenzione sul successo dell'indagine sulla concorrenza nel settore farmaceutico condotta nel 2009;

23. esorta la Commissione ad effettuare una revisione dei criteri attualmente utilizzati per valutare i comportamenti anticoncorrenziali (Herfindahl Index); ritiene che tale indice, utile per valutare rischi monopolistici, non sia in grado di dare una dimensione reale delle pratiche anticoncorrenziali di tipo collusivo e oligopolistico, come sembra accada, almeno in parte, nel caso della grande distribuzione organizzata;

24. invita la Commissione a garantire un'applicazione più mirata delle regole di concorrenza nella filiera alimentare e ad esaminare la possibilità di presentare al Parlamento e al Consiglio delle proposte legislative in materia, con l'obiettivo di limitare efficacemente lo sviluppo di posizioni dominanti di mercato nei settori dei fattori produttivi agricoli, della trasformazione e della vendita al dettaglio, nonché al fine di rafforzare il potere negoziale degli agricoltori consentendo loro di intraprendere un'azione coordinata contro gli operatori dominanti grazie ad organizzazioni di produttori, organizzazioni settoriali e PMI efficienti;

25. ritiene che occorra urgentemente rivedere il regolamento (CE) n. 1234/2007 sull'organizzazione comune dei mercati (OCM) al fine di rafforzare tali organizzazioni, ampliandone il campo di applicazione in modo da includere le pratiche di produzione sostenibili tra i requisiti per l'esenzione di cui all'articolo 101 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

26. ritiene che sia necessario un certo grado di coordinamento e armonizzazione a livello dell'UE per quanto riguarda le misure nazionali contro le pratiche commerciali sleali;

27. esorta la Commissione a prevedere una diversificazione delle norme per i prodotti a forte base territoriale, contraddistinti dalla specificità e distintività delle caratteristiche territoriali, rispetto a quelle relative ai prodotti standardizzati;

28. invita la Commissione a presentare misure per garantire la sopravvivenza delle diverse caratteristiche nutrizionali, ambientali e salutistiche e che a tali diversità corrispondano prezzi adeguati; ritiene in sostanza che la concorrenza debba essere sviluppata anche in base alle diverse caratteristiche qualitative, che dovrebbero rendersi opportunamente misurabili;

Abuso di potere d'acquisto e contrattazione

29. invita la Commissione a garantire che il diritto dell'UE in materia di concorrenza non possa essere eluso dall'abuso di potere d'acquisto nella filiera alimentare – ossia non consenta distorsioni, che spesso assumono la forma di pagamenti tardivi agli agricoltori o ai piccoli trasformatori, di modifiche a posteriori delle condizioni contrattuali, di sconti forzati, di rivendite in perdita, di obblighi di fornire quantitativi eccessivi o di compensi ingiustificati per l'inclusione nei listini – nonché a presentare, se del caso, adeguate proposte legislative;

30. chiede in particolare che – nel quadro della revisione in corso della direttiva 2000/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali – i tempi di pagamento nella filiera alimentare siano abbreviati a un massimo di 30 giorni per tutti i prodotti alimentari e a un termine ancora minore per i prodotti agricoli altamente deperibili, pur riconoscendo l'opportunità di prevedere eventualmente delle eccezioni nei casi di organizzazioni di produttori e di cooperative;

31. esorta la Commissione a proporre un ampliamento del diritto europeo in materia di concorrenza, al di là dell'attuale approccio ristretto incentrato sul benessere dei consumatori e sulle preoccupazioni relative al basso livello dei prezzi dei prodotti alimentari;

32. invita la Commissione a verificare se le condizioni in materia di pratiche agricole per la produzione ortofrutticola e di residui di pesticidi, imposte da singole catene di distribuzione e aventi una portata più ampia rispetto alle disposizioni legislative vigenti, sono in grado di ostacolare il libero scambio e di rafforzare slealmente la posizione dei distributori nella filiera alimentare;

33. sollecita una catalogazione delle pratiche di mercato abusive, quali la vendita sottocosto o le commissioni di vendita, e il loro espresso divieto da parte dell'Unione europea; chiede l'istituzione di un elenco pubblico delle imprese che non rispettano le norme e di un regime di sanzioni;

34. invita la Commissione ad analizzare se e in quale misura l'uso indebito di marchi privati (prodotti "a marchio proprio") e le pratiche delle alleanze di acquisto operate dalle catene di supermercati possano causare una pressione concorrenziale sleale sugli agricoltori e una riduzione sistematica dei prezzi alla produzione; rileva che l'uso indebito di marchi privati ha un effetto negativo sulla capacità di innovare dei produttori – soprattutto di quelli piccoli; esorta la Commissione ad adottare misure in merito cosicché gli agricoltori e i produttori siano trattati equamente nel corso del processo di formazione dei prezzi;

35. ritiene che le raccomandazioni della Commissione volte a rafforzare l'integrazione verticale dell'industria alimentare non sempre rispecchino la necessità di riequilibrare il potere negoziale tra gli agricoltori, i distributori e l'industria alimentare, e che pertanto tali strategie debbano essere accompagnate da misure intese a dissuadere da eventuali pratiche abusive;

36. avverte che l'agricoltura a contratto imposta dagli acquirenti, l'integrazione verticale e le operazioni a termine, che svolgono un ruolo sempre più importante, potrebbero indebolire la concorrenza e le posizioni negoziali degli agricoltori; invita pertanto la Commissione ad esaminare gli effetti delle relazioni contrattuali di questo tipo e, se del caso, ad adottare misure appropriate;

37. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere una contrattazione equa tra tutti gli operatori della filiera alimentare, basata sui termini negoziati con le organizzazioni di agricoltori e di produttori, comprese le organizzazioni settoriali e interprofessionali, in modo da valorizzare le pratiche agricole sostenibili e assicurare la migliore qualità possibile dei prodotti, ridurre i prezzi d'acquisto per quanto concerne i fattori produttivi agricoli e garantire prezzi giusti, nonché istituire un sistema di facile accesso per premunirsi contro le violazioni contrattuali da parte degli acquirenti; ritiene che i contratti standard potrebbero rivelarsi strumenti utili, il cui utilizzo dovrebbe essere reso obbligatorio in taluni settori; sostiene lo scambio delle migliori prassi in ordine alla notifica delle pratiche contrattuali tra Stati membri, compresa la trasmissione di informazioni alla Commissione;

38. saluta con soddisfazione e incoraggia l'istituzione di mediatori per il settore del commercio al dettaglio di prodotti alimentari così come di altri meccanismi di arbitraggio volti a garantire l'osservanza degli accordi contrattuali; invita la Commissione ad esaminare le esperienze in tale campo in vista dell'istituzione di un mediatore per il commercio al dettaglio di prodotti alimentari a livello europeo, che avrebbe il compito di garantire l'applicazione dei codici di condotta, delle migliori prassi e dei contratti nelle transazioni tra operatori di Stati membri diversi;

39. invita la Commissione a individuare e a valutare, ai sensi del diritto della concorrenza, le pratiche sleali connesse all'imposizione di compensi per l'inclusione nei listini e di altri compensi per l'immissione sul mercato; invita la Commissione a proporre norme uniformi in materia di compensi per l'inclusione nei listini e per l'immissione sul mercato e, in particolare, a prendere provvedimenti contro i compensi eccessivi richiesti dai distributori;

40. ritiene che la Commissione debba promuovere una vasta campagna di informazione a livello europeo, intesa a sensibilizzare gli agricoltori in merito ai loro diritti, alle pratiche abusive di cui potrebbero essere destinatari e agli strumenti a loro disposizione per denunciare gli abusi;

Speculazione

41. invita l'Unione europea ad esercitare pressioni per la creazione di un'agenzia mondiale di regolazione indipendente, incaricata di definire le regole sui mercati a termine delle materie prime e sui mercati di opzioni e di attuare rigorose misure regolamentari contro la speculazione globale sulle materie prime alimentari;

42. sollecita, al fine di accrescere l'orientamento al mercato, l'adozione di misure volte a contrastare l'estrema volatilità dei prezzi, dal momento che alcuni operatori della filiera alimentare traggono vantaggio da tale fenomeno mentre altri ne sono palesemente danneggiati; invita pertanto la Commissione a presentare proposte legislative concernenti strumenti volti a frenare la volatilità dei prezzi al fine di ridurre la vulnerabilità dei produttori;

43. esorta la Commissione a rafforzare le competenze delle autorità europee delle borse merci in modo da prevenire la speculazione sulle materie prime alimentari e ad adoperarsi per l'attuazione di adeguate misure a livello dell'UE intese ad evitare che la speculazione relativa ai prodotti di base non agricoli influisca sui mercati a termine agricoli;

44. invita la Commissione a migliorare il controllo e la trasparenza complessiva dei mercati dei derivati sulle materie prime agricole, nonché a migliorare la trasparenza per le operazioni fuori borsa nell'ambito dell'imminente revisione della direttiva relativa ai mercati degli strumenti finanziari (MiFID) e di altre norme applicabili;

Autoregolamentazione

45. esorta il Consiglio a continuare ad incoraggiare le iniziative di autoregolamentazione e la possibilità di creare fondi di mutualizzazione per far fronte ai rischi economici in modo da rafforzare le posizioni negoziali degli agricoltori, in particolare apportando un sostegno alle organizzazioni economiche e di produttori, alle organizzazioni di filiera e alle cooperative agricole;

46. incoraggia gli Stati membri ad elaborare codici di buone prassi commerciali per la filiera alimentare, comprendenti meccanismi di denuncia e sanzioni per le prassi sleali; invita la Commissione a proporre un codice comune, applicabile in tutta l'Unione europea, al fine di riequilibrare le relazioni nella filiera alimentare; esorta inoltre la Commissione a presentare una proposta concernente l'applicazione a livello dell'Unione europea di un meccanismo inteso a monitorare le relazioni tra i dettaglianti dominanti e i loro fornitori attraverso organismi specializzati negli Stati membri;

47. ritiene necessario promuovere una maggiore integrazione dei diversi anelli della filiera nel quadro di organizzazioni interprofessionali nonché l'elaborazione di modelli di contratti standard facoltativi, con la possibilità per gli Stati membri di esigerne l'applicazione obbligatoria in casi specifici, soprattutto per i prodotti deperibili;

Sistemi alimentari sostenibili, qualità dei prodotti alimentari

48. si rammarica che la Commissione, nella sua comunicazione, non sottolinei ulteriormente l'importanza che riveste l'agricoltura nella catena del valore economico che va dal settore dei fattori produttivi agricoli all'industria alimentare; rileva le correlazioni tra i bassi prezzi franco azienda agricola e la produzione eccedentaria strutturale e le loro conseguenze per la sostenibilità, la qualità dei prodotti alimentari, il benessere degli animali, l'innovazione nel settore agricolo e l'occupazione nelle regioni sfavorite;

49. invita la Commissione a proporre l'adozione di strumenti di sostegno e promozione di filiere alimentari gestite dagli agricoltori, di filiere corte, e di mercati gestiti direttamente dagli agricoltori ("farmers' markets"), al fine di stabilire un rapporto diretto tra agricoltori e consumatori e consentire agli agricoltori di ottenere una parte più equa del valore del prezzo di vendita finale attraverso una riduzione dei passaggi e delle intermediazioni;

50. esorta la Commissione a prestare particolare attenzione, nell'ambito delle sue attività, alla situazione nei paesi in via di sviluppo e a non pregiudicare l'autoapprovvigionamento alimentare di tali paesi terzi;

51. invita la Commissione a rivedere le norme europee in materia di igiene per quanto riguarda la commercializzazione locale o a distanza e il periodo di validità dei prodotti, a decentrare e a semplificare i sistemi di certificazione e di controllo, e a promuovere le relazioni dirette tra produttori e consumatori e filiere alimentari brevi;

52. ritiene che si dovrebbe concedere un trattamento preferenziale alle organizzazioni di produttori, alle cooperative agricole e alle PMI in occasione dell'aggiudicazione di appalti pubblici nella filiera alimentare; invita pertanto la Commissione a suggerire misure a tale scopo;

53. sottolinea l'importanza e la necessità di una solida regolamentazione in materia di qualità dei prodotti agricoli; rammenta a tale proposito la risoluzione del Parlamento europeo del 25 marzo 2010 sulla politica di qualità dei prodotti alimentari e sottolinea che tutte le norme di qualità e di produzione devono essere tassativamente rispettate dai prodotti importati, al fine di evitare una concorrenza sleale con i prodotti europei;

54. ricorda che la stabilità del reddito degli agricoltori determina la capacità di questi ultimi di investire in tecnologie verdi, in misure di mitigazione del clima e in fonti energetiche rinnovabili, nonché in misure di protezione ambientale per un'agricoltura sostenibile; ricorda altresì che gli agricoltori sono tenuti a conformarsi a standard ambientali elevati e che inoltre tali obblighi saranno ulteriormente rafforzati nel quadro della politica agricola comune successiva al 2013;

55. ritiene essenziale migliorare l'organizzazione e la razionalizzazione della filiera alimentare al fine di ridurre l'impatto ambientale dei trasporti alimentari e di promuovere la commercializzazione dei prodotti alimentari locali;

56. sottolinea che gli investimenti in attrezzature per la conservazione e il confezionamento di prodotti agricoli potrebbero contribuire significativamente a garantire prezzi equi per tali prodotti;

57. sottolinea la necessità di garantire uno sviluppo sostenibile dell'economia rurale promuovendo le attività di trasformazione dei prodotti agricoli presso le aziende agricole, così come le attività non agrarie, al fine di aumentare il numero di posti di lavoro e generare entrate supplementari;

58. invita la Commissione a sostenere le iniziative locali e regionali volte alla commercializzazione di prodotti alimentari e a non gravarle eccessivamente di oneri regolamentari e burocratici, dal momento che contribuiscono in modo notevole alla creazione di valore aggiunto nelle aziende agricole;

Autoapprovvigionamento, servizi di ristorazione pubblica, rifiuti alimentari

59. invita la Commissione a prestare la debita attenzione, in sede di revisione delle norme dell'UE, anche alla produzione di generi alimentari a livello locale, come la produzione di sussistenza;

60. invita la Commissione a valutare eventuali modifiche alle regole che disciplinano le pratiche in materia di appalti pubblici per i servizi di ristorazione in modo da rafforzare le pratiche agricole sostenibili, migliorare il benessere degli animali e valorizzare gli alimenti stagionali e locali;

61. ritiene che gli appalti pubblici, per esempio nel contesto di programmi specifici relativi a prodotti lattiero-caseari e ortofrutticoli attuati nelle scuole, debbano garantire l'accesso ai piccoli produttori locali e ai gruppi di produttori locali;

62. ritiene che sia necessario adottare misure per promuovere la creazione di mercati agricoli direttamente amministrati dagli agricoltori, la costituzione di punti vendita dove i produttori possano offrire i loro prodotti direttamente ai consumatori e l'introduzione di programmi volti a incoraggiare la vendita di prodotti nei mercati locali;

63. esorta la Commissione ad analizzare, in una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio, il problema dell'enorme quantità di rifiuti alimentari nella filiera alimentare, che nella maggior parte degli Stati membri raggiungono il 30% dei generi alimentari prodotti, e a prendere provvedimenti lanciando una campagna di sensibilizzazione in merito al valore essenziale del cibo;

64. sottolinea l'importanza di elaborare dei programmi alimentari per i cittadini europei che ne hanno bisogno, come i più indigenti, gli anziani e i giovani;

65. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

MOTIVAZIONE

Uno degli obiettivi principali della politica agricola comune è sempre stato quello di garantire entrate eque per gli agricoltori. Tuttavia, rispetto ad altri obiettivi quali una maggiore produttività e la competitività globale dell’industria alimentare europea, sembra che le entrate eque per gli agricoltori non siano tra le priorità della Commissione europea.

La Commissione ha informato il Parlamento e il Consiglio sui gravi problemi che possono compromettere un adeguato funzionamento della filiera alimentare in Europa. Essi sono divenuti evidenti a causa della grave volatilità dei prezzi delle materie prime nel settore agroalimentare. Tali problemi sembrano essere strettamente collegati all'aumentata concentrazione nei settori delle aziende di trasformazione, dei grossisti, dei dettaglianti e delle catene di supermercati, al loro sempre maggiore potere di mercato e a varie pratiche di abuso di potere d'acquisto dominante nella filiera alimentare.

La Commissione denuncia anche una serie di pratiche sleali nella negoziazione dei contratti, restrizioni dell'accesso al mercato e l'imposizione ai produttori di compensi indebiti per l'inclusione nei listini di prodotti alimentari nel settore del commercio al dettaglio. Inoltre, la comunicazione solleva la questione del perché gli agricoltori stiano subendo una diminuzione dei prezzi alla produzione in quasi tutti i settori mentre i prezzi al consumo rimangono stabili o sono in aumento. Informazioni sui margini di profitto nel settore sono però difficili da ottenere.

Per rispondere a tali problemi, la Commissione suggerisce una migliorare trasparenza dei prezzi lungo la filiera alimentare al fine di aumentare la concorrenza e di combattere in tal modo la volatilità dei prezzi stessi, e una migliore circolazione tra i partner commerciali delle informazioni concernenti domanda e offerta, prezzi e negoziazione dei contratti. Tuttavia, sia a livello di Stati membri sia di UE, sono attualmente disponibili pochissimi dati sulla formazione dei prezzi per quanto riguarda le fasi di trasformazione, il commercio e l’immissione sul mercato.

La presente relazione comprende proposte che sono state raccolte sulla base di un documento di lavoro preparato dal relatore per invitare tutte le parti interessate a esprimere il proprio punto di vista su questioni cruciali per un miglior funzionamento della filiera alimentare ed entrate eque per gli agricoltori. Il progetto di relazione ha tenuto conto di molte di queste proposte al fine di approfondire la riflessione su possibili soluzioni e invitare la Commissione e il Consiglio ad adottare misure urgenti.

1. Trasparenza

La Commissione suggerisce una serie di misure volte ad accrescere la trasparenza dei prezzi nel settore alimentare, prima tra tutte una migliore trasparenza dei mercati dei derivati sulle materie prime agricole al fine di poter controllare la speculazione eccessiva e la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole. Inoltre, la Commissione suggerisce la creazione di uno strumento europeo di sorveglianza dei prezzi dei prodotti alimentari e servizi di facile accesso per raffrontare i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari.

Tuttavia, tra le proposte non figurano misure volte ad accrescere la trasparenza circa la distribuzione del valore aggiunto e dei margini di profitto entro e tra i diversi settori della filiera alimentare; informazioni sugli effettivi costi di produzione per gli agricoltori in contrapposizione ai prezzi proposti dagli acquirenti e relative conseguenze per le pratiche di produzione, la qualità degli alimenti e la ristrutturazione del settore, l'impatto negativo sull'ambiente e gli effetti esterni comparabili; informazioni sull'influenza di una produzione eccedentaria strutturale dovuta a determinate politiche sui quantitativi delle forniture e relativa diminuzione dei prezzi alla produzione.

2. Concorrenza

La Commissione suggerisce una serie di misure volte a migliorare la concorrenza all'interno della filiera alimentare europea, rafforzando innanzitutto l'integrazione dell'industria alimentare nel mercato interno, e a eliminare le restrizioni territoriali dell'offerta, contrarie ai principi del mercato interno. La Commissione esamina anche le norme ambientali e i regimi di etichettatura dell'origine che possono fungere da ostacolo agli scambi transfrontalieri e suggerisce di porre fine al diffondersi di regimi nazionali e regionali di etichettatura dell'origine e di sostituirli con un nuovo quadro normativo per le indicazioni geografiche, le norme di commercializzazione e i sistemi di certificazione nell'ambito della propria politica di qualità.

Tuttavia, il relatore deplora che le proposte non considerino: le notevoli differenze in termini di struttura territoriale, dimensioni, livello di specializzazione, capacità occupazionali e accesso al sostegno pubblico delle varie aziende, piccole, medie e grandi, che partecipano alla filiera alimentare; l’estrema diseguaglianza tra il potere negoziale degli agricoltori e quello delle imprese di trasformazione, dei grossisti e dei dettaglianti, che ha determinato pratiche d'acquisto abusive e comportamenti contrari alla concorrenza; la scarsa ambizione e gli scarsi risultati conseguiti dalle autorità nazionali ed europee per la concorrenza nell'affrontare tali asimmetrie e nell'adottare misure adeguate; la "guerra dei prezzi" attualmente in corso tra catene di supermercati in quasi tutti gli Stati membri.

3. Ristrutturazione del settore agricolo e della filiera alimentare

La Commissione suggerisce una serie di misure per la ristrutturazione del settore agricolo e delle filiere alimentari e per incoraggiare la creazione di organizzazioni di produttori agricoli. Suggerisce, ad esempio, di concentrarsi sul settore del latte, non considerando un numero consistente di prodotti alimentari altamente trasformati che costituiscono gran parte del consumo delle famiglie. Prevede, inoltre, l'istituzione di un nuovo Gruppo ad alto livello inteso a migliorare la competitività del settore agroalimentare, in particolare delle PMI, e stimolare l’innovazione e le esportazioni nel settore.

Tuttavia, tali proposte non tengono conto dei seguenti elementi: le notevoli differenze in termini di strutture agricole e dimensioni delle aziende, nonché il diverso rapporto di queste ultime con il mercato locale, regionale, nazionale e internazionale; la notevole varietà di industrie di trasformazione e i diversi livelli di competitività in relazione ai mercati e alle catene di distribuzione in cui sono inserite; la varietà di dettaglianti locali indipendenti, mercati, filiere alimentari locali e sistemi di approvvigionamento alimentare di semisussistenza che non dipendono dell’evoluzione del mercato; l'elevata dipendenza da fattori produttivi agricoli esterni, spesso importati, e la vulnerabilità dei produttori agroindustriali intensivi all’interno della filiera alimentare, considerati i più competitivi sul mercato mondiale; la rapida scomparsa di imprese di piccole e medie dimensioni, dettaglianti e negozi, specialmente nelle zone rurali svantaggiate; il conflitto tra le norme europee sulla concorrenza e l'intenzione espressa dalla Commissione di migliorare il potere negoziale delle organizzazioni di produttori affinché possano ottenere un prezzo equo per i loro prodotti.

4. Abuso di potere d'acquisto e contrattazione

La Commissione ritiene che occorra intervenire per eliminare le pratiche contrattuali sleali tra gli operatori commerciali lungo la filiera alimentare, tra le quali evidenzia i pagamenti tardivi o posticipati, le modifiche unilaterali dei contratti, i versamenti di anticipi per l'accesso ai supermercati e molte altre.

Tuttavia, le misure proposte per combattere tali pratiche si limitano allo scambio di buone prassi, all'organizzazione di campagne di sensibilizzazione e all'elaborazione di modelli di contratto volontari. Le proposte inoltre non considerano: misure contro le pratiche che impongono prezzi alla produzione bassi attraverso la richiesta di grandi quantitativi, "margini negativi" (prezzi esclusivi per un singolo acquirente); misure che stabiliscono compensi massimi per l'inclusione nei listini e misure contro le minacce di cancellazione dai listini; misure contro l'esclusione delle forniture, i compensi indebiti per le operazioni di confezionamento, i costi di commercializzazione, gli sconti postvendita e i pagamenti retroattivi; misure contro i ritardi ingiustificati nei pagamenti, praticati in quasi tutte le catene di vendita al dettaglio, e contro i contributi straordinari ai costi di commercializzazione richiesti dai produttori per coprire le spese derivanti dai fallimenti di mercato; misure volte a migliorare le conoscenze dei produttori e dei consumatori in materia di costruzione dei prezzi lungo la filiera alimentare e a controllare la concentrazione di aggregazioni di imprese e centrali d'acquisto a livello europeo.

5. Rivendita in perdita

Tra le pratiche contrarie alla concorrenza, la Commissione non ha specificatamente menzionato le pratiche di rivendita in perdita, che sono ampiamente diffuse in Europa. Tuttavia, la Commissione indica un consistente numero di cartelli e di casi di prezzi di rivendita imposti, accordi di commercializzazione congiunta e di acquisti comuni (alleanze d'acquisto), vendite abbinate o aggregate, e un uso crescente di marchi privati.

Tuttavia, la comunicazione non comprende dati o analisi sulle pratiche di rivendita in perdita relativi a casi quali il "cartello della pasta" in Italia o ad altri casi simili verificatisi in Francia, Germania, Irlanda e in alcuni nuovi Stati membri, né proposte che tengano conto dell'esperienza di vari Stati membri per quanto riguarda l'applicazione delle leggi nazionali volte a contrastare le pratiche di rivendita in perdita e che potrebbero rendere le vigenti norme europee in materia di concorrenza più efficaci nel prevenire e far cessare tali pratiche.

Inoltre, l’attività dell'Osservatorio europeo dei prezzi e dei margini agricoli potrebbe prevedere la definizione di un prezzo minimo che copra i costi di produzione e garantisca entrate più eque agli agricoltori. Tale prezzo fungerebbe da riferimento nelle negoziazioni tra le organizzazioni di produttori e i settori a valle della filiera alimentare al fine di proibire le vendite in perdita da parte degli agricoltori.

6. Miglioramento della qualità dei prodotti alimentari e sistemi alimentari sostenibili

Inoltre, la comunicazione non ha tenuto conto: delle relazioni che intercorrono tra dimensioni delle aziende agricole e prezzi alla produzione e della loro influenza sui prezzi; della diversa dipendenza delle aziende agricole dai fattori produttivi agricoli esterni (energia, mangimi ecc.); della sostenibilità delle pratiche agricole in vista delle nuove sfide citate nella valutazione dello stato di salute della PAC e nella strategia economica dell’UE per il 2020, quali i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità; dell'impatto delle norme UE in materia d'igiene in relazione alla vendita locale o in mercati lontani e alla conservabilità dei prodotti; e dei diversi criteri di qualità alimentare che vanno al di là della sicurezza alimentare.

I miglioramenti del funzionamento delle filiere alimentari dovrebbero includere: una differenziazione e revisione delle norme igieniche; il decentramento e la semplificazione dei sistemi di certificazione e di controllo; la promozione di relazioni dirette tra produttori e consumatori e di filiere alimentari brevi, i cui benefici per la sostenibilità sono stati documentati da progetti di ricerca della Commissione europea; il coinvolgimento dei produttori e dei consumatori nell'elaborazione di criteri di qualità e di commercio equo.

7. Autoapprovvigionamento, catene alimentari pubbliche, servizi di ristorazione e rifiuti alimentari

La comunicazione non tiene conto delle seguenti pratiche:

–  le filiere alimentari che non sono o sono solo parzialmente integrate nell'economia di mercato, ad esempio la produzione di sussistenza o di semisussistenza, che contribuisce tuttora per una parte importante all'approvvigionamento alimentare in molti Stati membri, in particolare nel settore ortofrutticolo;

–  i servizi di ristorazione pubblica e privata (incluse mense e ristoranti), caratterizzati da specifiche esigenze, strutture dei prezzi e norme di concorrenza;

–  i criteri di sostenibilità ambientale per quanto riguarda le forniture alimentari (servizi di ristorazione) quale strumento per migliorare la qualità dei prodotti alimentari e lo sviluppo economico locale, riducendo al contempo i chilometri percorsi dai prodotti alimentari e la dipendenza dai prodotti chimici per l'agricoltura;

–  le perdite estremamente elevate di cibo lungo l'intera filiera alimentare, che nella maggior parte degli Stati membri raggiungono il 30% dei generi alimentari prodotti e immessi sul mercato;

–  l'influenza del Programma europeo di aiuto alimentare sulla filiera alimentare che nutre 43 milioni di poveri in Europa e che deve essere rivisto in termini di un miglior collegamento tra produttori locali e consumatori di alimenti.

8. Speculazione

Infine, il relatore invita ad adottare misure adeguate per combattere la speculazione sulle materie prime alimentari.

PARERE della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (4.6.2010)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

su entrate eque per gli agricoltori: migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa
(2009/2237(INI))

Relatore per parere: Esther Herranz García

SUGGERIMENTI

La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  accoglie con soddisfazione la comunicazione della Commissione del 28 ottobre 2009 intitolata "Migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa" (COM(2009)0591), che riconosce l'esistenza di forti squilibri di potere negoziale tra i diversi operatori, ma ritiene insufficienti le misure in essa suggerite per far fronte a questi problemi;

2. deplora che non esista una correlazione tra i prezzi al consumo elevati e i prezzi bassi pagati agli agricoltori europei, e pone l'accento sulla necessità di giungere a una più equa ripartizione del valore aggiunto tra i diversi livelli della filiera, dai mercati dei fattori produttivi primari che precedono l'agricoltore nella filiera ai consumatori finali a valle della filiera;

3. sollecita un dibattito più ampio che tenga maggiormente conto della correlazione tra prezzo e qualità e ritiene che i consumatori dovrebbero essere informati anche in merito ai metodi di allevamento e di coltivazione, ad esempio attraverso le pagine web dei produttori o mediante terminali nei punti di vendita;

4. chiede l'attuazione di una strategia europea volta a migliorare il potere negoziale degli anelli più deboli della catena, in particolare nel settore primario; ritiene necessario, tra le varie misure, modificare la legislazione europea in materia di concorrenza e armonizzare le linee d'azione delle autorità nazionali della concorrenza, tenendo conto delle specificità del settore agricolo;

5. constata che gli squilibri di potere rappresentano un forte disincentivo per il mantenimento dell'attività agricola nell'Unione europea; evidenzia la necessità di potenziare le misure dell'Unione imperniate sulla concentrazione dell'offerta nei vari settori produttivi, incoraggiando maggiormente i raggruppamenti di produttori al fine di rafforzarne il potere negoziale nei confronti degli altri partecipanti alla filiera alimentare;  

6. sollecita la Commissione a esaminare le conseguenze in tutti gli Stati membri di una penetrazione di mercato rilevante da parte di una singola struttura di vendita al dettaglio; sollecita la Commissione a valutare la possibilità di stabilire un adeguato limite massimo di penetrazione di mercato;

7. chiede che si offra sostegno alla creazione e al funzionamento di sistemi nazionali di controllo della formazione e dell'evoluzione dei prezzi nel settore al dettaglio e nei grandi supermercati;

8. esige una catalogazione delle pratiche di mercato abusive, quali la vendita sotto costo o le commissioni di vendita, e chiede che siano espressamente vietate dall'Unione europea; chiede l'istituzione di un elenco pubblico delle imprese che non rispettano le norme e di un regime di sanzioni;

9. denuncia la manipolazione dei prezzi e la formazione di cartelli da parte dei settori della grande distribuzione e chiede l'adozione di misure urgenti per porre fine a tali pratiche e conseguire la trasparenza nel processo di formazione dei prezzi dei prodotti alimentari al consumatore finale;

10. rileva in particolare la necessità di rafforzare la legislazione europea sui ritardi di pagamento ai fornitori, sia per i contratti stipulati con enti pubblici sia per quelli con privati; chiede inoltre l'introduzione a livello europeo di misure volte a evitare pratiche di concorrenza sleali nella commercializzazione di "private labels" (prodotti di marca privata) da parte dei punti di distribuzione;

11. sottolinea la necessità di promuovere un aumento del valore aggiunto delle produzioni agroalimentari europee e di lanciare campagne d'informazione rivolte ai consumatori relative agli sforzi realizzati dagli agricoltori e dal settore in materia di ambiente, sicurezza alimentare e benessere degli animali;

12. rileva l'adozione in alcuni Stati membri di codici volontari di buona pratica e/o l'istituzione di un difensore civico per il settore alimentare al dettaglio; sollecita la Commissione a esaminare le esperienze degli Stati membri a tale riguardo ai fini dell'istituzione di un codice di buona pratica su scala europea e di un difensore civico europeo per il settore alimentare al dettaglio;

13. ritiene necessario promuovere una maggiore integrazione dei diversi livelli della filiera in organizzazioni interprofessionali, l'istituzione di codici di buona prassi e l'elaborazione di modelli di contratti standard facoltativi, con la possibilità per gli Stati membri di esigerne l'applicazione obbligatoria in casi specifici, soprattutto per i prodotti deperibili;

14. invita gli Stati membri a introdurre meccanismi di arbitraggio che garantiscano la conformità con gli accordi contrattuali;

15. ricorda che la stabilità del reddito degli agricoltori determina la capacità di questi ultimi di investire in tecnologie verdi, in misure di mitigazione del cambiamento climatico e in fonti energetiche rinnovabili, nonché in misure di protezione ambientale per un'agricoltura sostenibile; ricorda altresì che gli agricoltori sono tenuti a conformarsi a standard ambientali elevati e che inoltre tali obblighi saranno ulteriormente rafforzati nella politica agricola comune successiva al 2013;

16. chiede alla Commissione di perfezionare il meccanismo europeo di controllo dei prezzi e di mettere a punto un'interfaccia di facile uso, trasparente e multilingue che consenta ai consumatori e alle parti interessate di comparare i prezzi dei prodotti alimentari di base in ogni anello della filiera alimentare all'interno di un determinato Stato membro e tra diversi Stati membri;

17. ritiene essenziale migliorare l'organizzazione e la razionalizzazione della filiera alimentare al fine di ridurre l'impatto ambientale dei trasporti alimentari e di promuovere la commercializzazione dei prodotti alimentari locali.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

2.6.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

54

2

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

János Áder, Elena Oana Antonescu, Kriton Arsenis, Pilar Ayuso, Paolo Bartolozzi, Sandrine Bélier, Martin Callanan, Nessa Childers, Chris Davies, Bairbre de Brún, Esther de Lange, Anne Delvaux, Bas Eickhout, Edite Estrela, Jill Evans, Karl-Heinz Florenz, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Julie Girling, Françoise Grossetête, Dan Jørgensen, Karin Kadenbach, Christa Klaß, Jo Leinen, Corinne Lepage, Peter Liese, Linda McAvan, Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė, Vladko Todorov Panayotov, Gilles Pargneaux, Antonyia Parvanova, Andres Perello Rodriguez, Sirpa Pietikäinen, Mario Pirillo, Pavel Poc, Vittorio Prodi, Frédérique Ries, Oreste Rossi, Daciana Octavia Sârbu, Carl Schlyter, Horst Schnellhardt, Theodoros Skylakakis, Bogusław Sonik, Catherine Soullie, Salvatore Tatarella, Anja Weisgerber, Glenis Willmott, Sabine Wils, Marina Yannakoudakis

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Christofer Fjellner, Gaston Franco, Esther Herranz García, Rovana Plumb, Bart Staes, Kathleen Van Brempt, Anna Záborská

PARERE della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (7.6.2010)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

sulle entrate eque per gli agricoltori: migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa
(2009/2237(INI))

Relatore per parere: Ashley Fox

SUGGERIMENTI

La commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  nota il significativo squilibrio di poteri nell'intera filiera alimentare tra gli operatori dei fattori produttivi primari, i produttori primari, le aziende di trasformazione e i rivenditori provocato tra l'altro da una mancanza di efficienza e di coordinamento da parte dei produttori e dalle differenze relative alle dimensioni economiche, al potere di mercato e alla posizione nella filiera stessa; sottolinea che relazioni commerciali equilibrate miglioreranno il funzionamento della filiera alimentare e andranno a vantaggio di tutti i soggetti economici, inclusi i consumatori e i produttori;

2.  chiede agli Stati membri di esaminare, se del caso con l'assistenza delle autorità nazionali competenti, gli introiti e la competitività nella filiera alimentare nonché i mercati e i vincoli specifici di ciascun importante segmento della filiera e di elaborare proposte per consolidare le organizzazioni rappresentative degli interessi dei produttori onde migliorarne l'organizzazione e l'efficacia nelle trattative commerciali, fornire sostegno alla formazione degli agricoltori nel settore della pianificazione strategica e incoraggiarli a investire a monte nella filiera, affinché beneficino del valore aggiunto dei loro prodotti;

3.  invita la Commissione ad includere nella sua analisi dei problemi della filiera alimentare l'impatto dei nuovi operatori specializzati nelle forme moderne di ristorazione, segnatamente il settore della ristorazione collettiva; chiede alla Commissione di stabilire le quote di mercato di questi nuovi operatori nell'Unione e a studiare le differenze di comportamento sui mercati fra questi operatori e gli operatori tradizionali della filiera; chiede alla Commissione di pubblicare una relazione ed eventualmente proporre misure per favorire una migliore aderenza di questo settore alle norme europee della concorrenza e alle buone pratiche commerciali e contrattuali;

4.  ritiene che la risposta asimmetrica osservata tra l’andamento dei prezzi delle materie prime agricole e quello dei prezzi al consumo dei prodotti alimentari costituisca un segno di squilibrio nella filiera alimentare che ha ripercussioni negative sulla stessa poiché impedisce, ad esempio, ai consumatori di beneficiare dei prezzi più bassi; sottolinea che una maggiore trasparenza lungo la filiera è fondamentale per stimolare la concorrenza e migliorare la capacità di resistenza alla volatilità dei prezzi; sottolinea la necessità di facilitare un migliore accesso ai mercati per i produttori e le PMI;

5.  invita la Commissione a rafforzare gli strumenti dell'Unione volti a ridurre la volatilità dei prezzi sul mercato agroalimentare;

6.  osserva che l'aumento dei prezzi al consumo dei prodotti alimentari grava sui redditi delle famiglie, soprattutto su quelle più vulnerabili, la cui spesa alimentare assorbe una proporzione nettamente superiore del bilancio familiare; riconosce l'importante ruolo che riveste la concorrenza fra i diversi operatori della filiera alimentare nel permettere a tutti i consumatori, soprattutto quelli più vulnerabili, di poter scegliere e di poter beneficiare di prezzi più bassi; sottolinea che le riforme della filiera alimentare non devono nuocere alla concorrenza né penalizzare i consumatori;

7.  sottolinea l'importanza della revisione del programma europeo della PAC per l'aiuto alimentare a favore dei meno abbienti al fine di fornire un sostegno ai cittadini più poveri dell'Unione nel contesto della filiera alimentare;

8.  osserva che la seconda pagella dei mercati dei beni al consumo mostra che i consumatori sono soddisfatti dei servizi offerti dai dettaglianti alimentari, ma insoddisfatti della comparabilità dei prezzi degli alimenti; osserva inoltre con soddisfazione che la prima edizione dello strumento europeo di sorveglianza dei prezzi delle derrate alimentari pubblicato dalla Commissione, nonché le iniziative analoghe prese dagli Stati membri consentono redditi equi all'interno della filiera di pari passo con un'analisi dei costi, dei processi, del valore aggiunto, dei quantitativi, dei prezzi e dei margini in tutti i settori della filiera alimentare, nel rispetto del diritto della concorrenza e della riservatezza commerciale, per garantire la trasparenza dei prezzi per i consumatori;

9.  chiede agli Stati membri, nell'ottica di conseguire prezzi equi, di rafforzare le capacità di gestione dei produttori e delle loro organizzazioni e il loro potere contrattuale nei confronti di altri operatori economici della filiera alimentare, e a incoraggiare la formazione di organizzazioni che rafforzino i legami tra i diversi soggetti interessati all'interno dei settori, a condizione che non ostacolino il corretto funzionamento del mercato unico;

10. invita la Commissione e gli Stati membri a dotare le relazioni contrattuali lungo tutta la filiera di una base più solida, cosicché le parti contraenti possano beneficiare appieno del mercato unico restando nel contempo libere in materia di contratti, proponendo codici volontari di buone prassi contrattuali, ove possibile a livello europeo, e individuando e vietando le pratiche contrattuali sleali; sottolinea inoltre l'importanza di abbreviare i termini di pagamento lungo la filiera alimentare mediante la revisione in corso della direttiva 2000/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali; invita la Commissione a elaborare contratti di tipo facoltativo per il settore agroalimentare;

11. accoglie con favore la decisione della Commissione di ampliare le competenze e il numero dei membri dell’attuale Gruppo ad alto livello sulla competitività del settore agroalimentare; chiede alla Commissione di invitare a partecipare tutti i soggetti interessati, inclusi i gruppi dei consumatori e chiede che le diverse piattaforme all’interno del forum favoriscano la condivisione di informazioni e delle migliori prassi nell'Unione europea; invita la Commissione e gli Stati membri in questo contesto a sviluppare codici europei volontari di buone prassi commerciali per tutte le parti interessate della filiera alimentare;

12. incoraggia l'istituzione in tutti gli Stati membri di un Mediatore per risolvere le dispute tra tutti i soggetti, esaminare le denunce ed esprimere raccomandazioni sul modo di migliorare la conformità tra la legislazione e i codici volontari; incoraggia tali difensori civici nazionali a scambiarsi le migliori prassi e coordinare le loro azioni;

13. invita la Commissione e gli Stati membri a identificare e valutare e, ove necessario, affrontare e combattere le pratiche commerciali e contrattuali sleali e gli abusi di posizione dominante, che nuocciono al funzionamento del mercato interno; sottolinea che una maggior consapevolezza dei diritti contrattuali contribuirà a prevenire tali prassi; richiede una campagna informativa rivolta a tutte le parti interessate all’interno della filiera alimentare, in particolare gli agricoltori, in merito ai loro diritti e alle prassi commerciali sleali più frequenti;

14. ritiene essenziale che i consumatori abbiano accesso a un'informazione chiara apposta sulle etichette che consenta di individuare l'origine dei prodotti alimentari non trasformati e dei prodotti locali e tradizionali; sottolinea che questi sistemi di etichettatura non devono limitare la libera circolazione delle merci nel mercato interno;

15. riconosce l'importanza del ruolo che rivestono le marche commerciali proprie dei dettaglianti nel rafforzare la concorrenza e offrire ai consumatori una scelta più ampia e prezzi più bassi;

16. invita la Commissione a compiere uno studio d'impatto sui vantaggi di un migliore inquadramento giuridico delle etichette di qualità private e dei marchi di distributori privati, al fine di evitarne la moltiplicazione e di fornire maggiore trasparenza per il consumatore e migliore accesso ai mercati per i produttori;

17. invita gli Stati membri a rafforzare, ove necessario, la capacità di azione delle rispettive autorità nazionali preposte alla concorrenza, instaurando meccanismi semplici per la raccolta delle prove inerenti a distorsioni della concorrenza dovute a pratiche contrattuali sleali;

18. invita le autorità preposte alla concorrenza a indagare ove opportuno e a intervenire ove necessario contro le pratiche anticoncorrenziali tra tutti i soggetti della filiera alimentare;

19. invita la Commissione a chiarire, per gli acquirenti pubblici presenti nella filiera alimentare, l'applicazione dei criteri ambientali e sociali della direttiva 2004/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi[1] e a completarli con criteri favorevoli all'innovazione nell'ottica di incoraggiare: a) il commercio equo per i produttori e gli acquisti di prossimità, b) un'agricoltura europea sostenibile, c) la selezione dell'offerta economica più vantaggiosa e non dell'offerta meno costosa, d) un ritorno dell'investimento a carattere innovativo nelle aziende agricole europee; invita la Commissione a includere queste proposte nell'annunciata Comunicazione interpretativa sul quadro giuridico al fine di aiutare le amministrazioni aggiudicatrici a tenere maggiormente in conto gli obiettivi di promozione dell'innovazione, dello sviluppo sostenibile e della lotta contro l'esclusione sociale;

20. invita la Commissione ad intensificare gli sforzi per evitare la discriminazione che affrontano le PMI europee del settore agroalimentare sui mercati internazionali; chiede in particolare alla Commissione di proporre una misura che consenta alle amministrazioni aggiudicatrici dell'Unione europea di facilitare l'accesso delle PMI europee della filiera alimentare all'assegnazione di contratti pubblici, secondo il modello delle misure già applicate da talune parti contraenti dell'accordo dell'OMC sugli appalti pubblici (AAP).

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

3.6.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

36

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Pablo Arias Echeverría, Cristian Silviu Buşoi, Lara Comi, António Fernando Correia De Campos, Jürgen Creutzmann, Christian Engström, Evelyne Gebhardt, Małgorzata Handzlik, Malcolm Harbour, Philippe Juvin, Sandra Kalniete, Eija-Riitta Korhola, Kurt Lechner, Toine Manders, Hans-Peter Mayer, Mitro Repo, Robert Rochefort, Zuzana Roithová, Heide Rühle, Christel Schaldemose, Andreas Schwab, Catherine Stihler, Róża Gräfin Von Thun Und Hohenstein, Kyriacos Triantaphyllides, Emilie Turunen, Bernadette Vergnaud, Barbara Weiler

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Ashley Fox, Anna Hedh, Constance Le Grip, Emma McClarkin, Morten Messerschmidt, María Muñiz De Urquiza, Konstantinos Poupakis, Sylvana Rapti, Wim van de Camp

  • [1]  GU L 134 del 30.4.2004, pag. 114.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

28.6.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

32

4

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Liam Aylward, Christophe Béchu, José Bové, Luis Manuel Capoulas Santos, Michel Dantin, Albert Deß, Diane Dodds, Hynek Fajmon, Iratxe García Pérez, Béla Glattfelder, Martin Häusling, Esther Herranz García, Peter Jahr, Elisabeth Jeggle, Jarosław Kalinowski, Elisabeth Köstinger, Giovanni La Via, Stéphane Le Foll, Miguel Angel Martínez Martínez, Gabriel Mato Adrover, James Nicholson, Rareş-Lucian Niculescu, Wojciech Michał Olejniczak, Georgios Papastamkos, Marit Paulsen, Britta Reimers, Ulrike Rodust, Alfreds Rubiks, Giancarlo Scottà, Czesław Adam Siekierski, Sergio Paolo Francesco Silvestris, Marc Tarabella

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Luís Paulo Alves, Spyros Danellis, Bas Eickhout, Jill Evans, Marian Harkin, Sandra Kalniete, Astrid Lulling, Maria do Céu Patrão Neves, Christel Schaldemose, Robert Sturdy, Milan Zver

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Tadeusz Cymański