RELAZIONE sulla comunicazione della Commissione "Un approccio comunitario alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana"
6.7.2010 - (2009/2151(INI))
Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
Relatore: João Ferreira
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla comunicazione della Commissione "Un approccio comunitario alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana"
Il Parlamento europeo,
– viste la comunicazione della Commissione del 23 febbraio 2009 intitolata "Un approccio comunitario alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana"[1] e la relativa valutazione d'impatto[2], e visto il documento di lavoro della Commissione del 14 dicembre 2007 sul rafforzamento dei sistema di allarme rapido in Europa[3],
– viste le proprie risoluzioni del 16 settembre 2009 sugli incendi boschivi dell'estate 2009[4], del 4 settembre 2007 sulle catastrofi naturali[5], del 7 settembre 2006 sugli incendi boschivi e le inondazioni[6], del 5 settembre 2002 sui disastri causati dalle inondazioni nell'Europa centrale[7], del 14 aprile 2005 sulla siccità in Portogallo[8], del 12 maggio 2005 sulla siccità in Spagna[9], dell'8 settembre 2005 sulle calamità naturali (incendi e inondazioni) verificatesi in Europa[10], del 18 maggio 2006 (tre risoluzioni) sulle catastrofi naturali (incendi, siccità e inondazioni) – aspetti attinenti all'agricoltura[11], aspetti dello sviluppo regionale[12] e aspetti ambientali[13], e dell'11 marzo 2010 sulla grande catastrofe naturale nella regione autonoma di Madeira e le conseguenze della tempesta "Xynthia" in Europa[14], nonché la propria risoluzione legislativa del 18 maggio 2006 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo di solidarietà dell'Unione europea[15],
– viste le conclusioni del Consiglio del 16 giugno 2008 sul potenziamento delle capacità di reazione dell'Unione alle catastrofi[16] e i punti da 12 a 15 delle conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 15-16 giugno 2006 sulla risposta dell'Unione europea alle situazioni di emergenza, alle crisi e alle calamità[17],
– vista la decisione 2007/162/CE, Euratom, del 5 marzo 2007, che istituisce uno strumento finanziario per la protezione civile[18],
– vista la direttiva 96/82/CE del Consiglio sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (direttiva Seveso II)[19],
– vista la direttiva 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni (direttiva alluvioni)[20],
– vista la direttiva 85/337/CEE del Consiglio concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati (direttiva VIA)[21],
– visto il quadro d'azione 2005-2015: Costruire la capacità di ripresa di nazioni e comunità a fronte di disastri naturali, adottato il 22 gennaio 2005 a Kobe (prefettura di Hyogo), in Giappone[22],
– vista la Convenzione sulla diversità biologica, adottata il 5 giugno 1992 a Rio de Janeiro,
– visto l'articolo 196 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– visto l'articolo 48 del proprio regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e i pareri della commissione per lo sviluppo regionale, della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (A7‑0227/2010),
A. considerando che la prevenzione dovrà costituire una tappa sempre più importante del ciclo di gestione delle catastrofi, acquisendo una crescente rilevanza sociale;
B considerando che le catastrofi naturali compromettono gli ecosistemi e la biodiversità, incidono sullo sviluppo sostenibile e mettono a rischio la coesione sociale,
C. considerando che fattori quali, tra gli altri, lo sfruttamento intensivo del suolo, la crescita industriale e urbana disordinata, l'abbandono delle aree rurali, la desertificazione e la maggiore frequenza di eventi climatici estremi rendono gli Stati membri, in particolare le regioni di convergenza, più vulnerabili alle calamità, sia naturali che di origine antropica,
D. considerando che i cambiamenti climatici sono all'origine di una sempre maggiore frequenza delle catastrofi naturali (alluvioni, siccità estrema e incendi), causando perdite umane e gravi danni ambientali, economici e sociali,
E. considerando che le calamità derivano generalmente da molteplici cause, non sempre riconducibili unicamente a eventi naturali estremi, essendo tali cause sovente amplificate da un rapporto inadeguato dell'uomo con l'ambiente fisico circostante,
F. considerando che le catastrofi possono essere causate da incidenti tecnologici e industriali che possono comportare l'emissione di agenti chimici, biologici, radiologici o nucleari (CBRN) pericolosi, aventi un forte impatto sulla salute, sulle colture, sulle infrastrutture o sul bestiame,
G. considerando che spesso i danni causati dalle catastrofi naturali e di origine umana si sarebbero potuti in larga misura evitare; che inoltre le politiche dell'UE devono garantire incentivi coerenti affinché le autorità nazionali, regionali e locali elaborino, finanzino e attuino politiche di prevenzione e conservazione più efficaci,
H. considerando che un approccio completo, proattivo, intelligente e coerente alla prevenzione delle calamità dovrà prevedere diversi livelli di cooperazione tra autorità locali, regionali e nazionali e coinvolgere inoltre altri attori radicati nel territorio e, pertanto, conoscitori dello stesso,
I. considerando che le misure in vigore per la prevenzione delle catastrofi si sono rivelate insufficienti e che le precedenti proposte del Parlamento europeo non hanno ancora trovato piena attuazione, il che ostacola la realizzazione di una strategia consolidata a livello di Unione per la prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana,
J. considerando che la siccità e gli incendi persistenti stanno anche accelerando il processo di desertificazione, specialmente nell'Europa meridionale, interessando soprattutto le aree forestali mediterranee e le zone con grandi masse forestali monospecifiche, non autoctone e altamente pirofite, mettendo in tal modo in pericolo la vita dei cittadini e la qualità di vita delle popolazioni colpite,
K. considerando che tra gli elementi fondamentali per la prevenzione delle calamità figurano un'occupazione/utilizzazione equilibrata del territorio, uno sviluppo economico e sociale in armonia con la natura, il rispetto delle risorse naturali ed energetiche e dell'ambiente, il rafforzamento della coesione nell'UE, la lotta allo spopolamento delle zone rurali, alla desertificazione e all'erosione del suolo e il mantenimento di un'attività agricola sostenibile dal punto di vista ambientale,
L. considerando il ruolo fondamentale delle foreste ai fini della conservazione dell'ambiente, per gli equilibri generati sia nel ciclo del carbonio sia nel ciclo idrologico,
1. osserva che le catastrofi naturali e provocate dall'uomo possono avere conseguenze gravissime per lo sviluppo economico e sociale di regioni e Stati membri; sottolinea che l'obiettivo principale della prevenzione delle calamità consiste nel proteggere vite umane, la sicurezza e l'integrità fisica delle persone, i diritti umani fondamentali, l'ambiente, le infrastrutture economiche e sociali, ivi compresi i servizi di base, le abitazioni, le comunicazioni, i trasporti e il patrimonio culturale;
2. sottolinea che un approccio proattivo è più efficace e meno costoso di un approccio basato unicamente sulla reazione alle catastrofi; ritiene che la conoscenza del locale contesto geografico, economico e sociale sia essenziale per la prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana;
3. accoglie con favore l'impegno assunto dalla Commissione di garantire che gli aspetti relativi alla prevenzione delle catastrofi siano presi in considerazione con maggior coerenza nelle politiche e nei programmi dell'UE, e sottolinea la necessità di un approccio olistico alla prevenzione delle catastrofi; rammenta che occorre tener conto di tutti i tipi di catastrofi naturali e di origine umana che comprendono, tra gli altri pericoli[23], inondazioni, tempeste, siccità, tsunami, terremoti, incendi boschivi, temperature estreme, eruzioni vulcaniche, valanghe, frane, incidenti tecnologici e industriali, erosione del suolo, contaminazione del sottosuolo e della falda freatica, inquinamento di mari, laghi e fiumi;
4. invita la Commissione a incoraggiare lo scambio di buone pratiche tra Stati membri nella prevenzione delle catastrofi antropiche e invita gli Stati membri a garantire che le autorità regionali seguano una formazione in materia di gestione delle catastrofi;
5. ritiene che, a causa della dimensione e/o della natura transfrontaliera che le calamità possono assumere, si renda opportuno e necessario un rafforzamento della cooperazione, sia a livello regionale che a livello dell'Unione europea, fondato sulla complementarietà delle azioni, sulla diffusione delle migliori pratiche e sul principio della solidarietà fra Stati membri;
6. prende atto della proposta di creare una rete formata da rappresentanti dei vari servizi nazionali competenti di tutti gli Stati membri; sottolinea che tale rete dovrà operare nell'ambito della cooperazione tra le autorità nazionali, regionali e locali con competenze di gestione delle catastrofi, assetto del territorio e mappatura e gestione dei rischi; mette in risalto il ruolo della rete nell'interscambio di esperienze e misure di prevenzione e nell'elaborazione di una metodologia comune e di requisiti minimi a livello di Unione per la mappatura dei rischi e dei pericoli; chiede che in tale rete siano inclusi rappresentanti dell'agricoltura e che si valuti anche l'opportunità di consultare il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), le organizzazioni di tipo sociale e non governativo operanti nel settore e gli altri attori radicati nel territorio e, pertanto, conoscitori dello stesso;
7. ritiene essenziale la cooperazione in materia di diffusione di informazioni ed esperienze e di applicazioni tecniche e scientifiche, nonché il coordinamento delle strategie per lo sviluppo di capacità d'intervento;
8. invita le regioni a sviluppare, sulla base delle reti di coordinamento territoriale e transfrontaliero già esistenti, una cooperazione più specificamente incentrata sulla prevenzione delle catastrofi; ritiene che le strutture di cooperazione transfrontaliera, come le macroregioni, che collaborano su base funzionale, possano diventare piattaforme efficaci per la cooperazione nel settore della prevenzione delle catastrofi; sollecita a utilizzare la preziosa esperienza acquisita in questo campo attraverso i progetti realizzati in passato a titolo dell'iniziativa comunitaria INTERREG;
9. reputa che azioni e strategie coordinate fra gli Stati membri, i vari settori e i vari attori coinvolti nel ciclo di gestione delle catastrofi possano produrre progressi concreti nel campo della prevenzione delle catastrofi; sottolinea il ruolo che l'attività di volontariato può svolgere in tali strategie e invita gli Stati membri a intensificare a tal fine la cooperazione a livello nazionale, regionale e locale; suggerisce di valutare la possibilità di organizzare, nel contesto dell'Anno europeo del volontariato 2011, una cooperazione dell'attività di volontariato a livello di Stati membri finalizzata alla prevenzione delle catastrofi;
10. esorta a utilizzare i programmi della politica di vicinato e i programmi di sviluppo dell'UE per una cooperazione tra Stati membri, paesi vicini dell'UE e paesi in via di sviluppo nell'ambito di progetti transfrontalieri di condivisione delle migliori prassi e di diffusione delle conoscenze pratiche;
11. sottolinea che la fornitura degli aiuti deve integrare il principio della non discriminazione; osserva che l'assistenza dev'essere fornita in base alla necessità, senza discriminazioni basate sulla razza, il colore della pelle, il sesso, la lingua, la religione, le opinioni politiche o di altra natura, l'origine nazionale o sociale, le condizioni economiche, la nascita o qualsiasi altra caratteristica dei beneficiari;
12. segnala che i problemi ambientali, causati ed esacerbati dai cambiamenti climatici, sono attualmente responsabili di un aumento delle migrazioni forzate, e desidera pertanto mettere in evidenza la crescente relazione tra richiedenti asilo e zone di declino ambientale; chiede che si migliorino la protezione e il reinsediamento dei "profughi climatici";
13. sottolinea che sono le regioni e le comunità locali a subire il peso maggiore delle catastrofi naturali, ma che in generale esse non dispongono né di risorse materiali e umane né di conoscenze o mezzi finanziari sufficienti per affrontare tali catastrofi in una dimensione puramente nazionale e/o regionale, e che perciò tali catastrofi richiedono una risposta efficace e solidale a livello europeo;
14. sottolinea l'importanza di ridurre le diseguaglianze esistenti tra le regioni e gli Stati membri a livello di capacità di protezione delle loro popolazioni e dei loro beni, ivi incluso il patrimonio culturale, sostenendo i loro sforzi volti al miglioramento della prevenzione, soprattutto nelle regioni e negli Stati membri particolarmente vulnerabili al rischio di catastrofi; sollecita a prestare una speciale attenzione alle regioni europee più isolate, a quelle meno densamente popolate, alle zone di montagna e di frontiera e alle regioni più svantaggiate sotto il profilo economico;
15. sottolinea la necessità di riconoscere e prendere in debita considerazione le caratteristiche e i vincoli naturali delle regioni isolate, di montagna, a bassa densità demografica e in fase di spopolamento, delle regioni periferiche e ultraperiferiche, delle isole, delle regioni naturalmente svantaggiate nonché delle regioni esposte a una combinazione di rischi; richiama l'attenzione sulle difficoltà aggiuntive che tali regioni devono superare per affrontare le catastrofi; chiede di riservare una particolare attenzione a tali regioni tramite i diversi strumenti finanziari disponibili, ed esorta a rendere più flessibili le condizioni per la mobilizzazione del Fondo di solidarietà a favore di queste zone;
16. sostiene la necessità di rivedere il regolamento che istituisce il Fondo di solidarietà, adeguando i criteri di ammissibilità alle caratteristiche di ciascuna regione e tipologia di calamità, tra cui le calamità che evolvono lentamente come la siccità, con particolare attenzione ai settori produttivi, alle zone maggiormente vulnerabili e alle popolazioni colpite, e permettendo una mobilizzazione più flessibile e tempestiva; ritiene che le operazioni ammissibili ai sensi dell'articolo 4 del FSUE (Fondo di solidarietà dell'Unione europea) siano eccessivamente limitate; ritiene che, nel fissare le soglie di ammissibilità, sia fondamentale considerare la dimensione regionale, poiché in caso contrario talune regioni colpite da calamità molto gravi potrebbero trovarsi escluse a causa del mancato raggiungimento della soglia fissata per l'intero Stato membro;
17. sottolinea la necessità di creare un quadro finanziario appropriato per la prevenzione delle catastrofi, dotato di risorse finanziarie sufficienti a prevenire e combattere le catastrofi, tale da rafforzare e collegare gli strumenti esistenti, quali la politica di coesione, la politica di sviluppo rurale, la politica regionale, il Fondo di solidarietà, il Settimo programma quadro e i programmi Life+; chiede che, in tale contesto, le prospettive finanziarie per il periodo 2014-2020 tengano conto della prevenzione; esorta la Commissione a valutare la possibilità di proporre un più sistematico sfruttamento congiunto delle risorse disponibili, al fine di rafforzare l'efficacia dei meccanismi di prevenzione nell'intera Unione europea;
18. sollecita la Commissione a garantire che le attuali pressioni di bilancio dovute alla crisi non portino a una riduzione delle risorse destinate alle politiche già esistenti di prevenzione delle catastrofi, e ad accertare con rigore, nel quadro della revisione di bilancio in corso, l'esistenza di eventuali lacune nel campo della prevenzione, verificando se gli strumenti disponibili coprono tutte le tipologie di catastrofe;
19. ricorda che la politica di coesione è uno strumento fondamentale nella prevenzione dei rischi di catastrofi naturali; ritiene che i diversi fondi e strumenti debbano poter operare in maniera flessibile e coordinata al fine di migliorare l'operatività e l'efficacia di tale politica; sottolinea che la prevenzione dei rischi deve anche essere coordinata con altre politiche nel campo della prevenzione, per evitare la frammentazione delle azioni e aumentarne l'efficacia e il valore aggiunto;
20. ribadisce la necessità di verificare che i fondi dell'UE siano spesi in modo adeguato e di assicurare la restituzione dei fondi eventualmente utilizzati in modo scorretto;
21. sottolinea che la responsabilità della prevenzione delle catastrofi è innanzitutto degli Stati membri e che occorre continuare a tener conto del principio di sussidiarietà in tale settore;
22. esorta gli Stati membri, responsabili della gestione del territorio, a introdurre criteri e norme di legge intesi a prevenire le catastrofi nelle aree a rischio di inondazioni, frane e altri rischi geologici, tenendo conto dei problemi causati dal disboscamento indiscriminato; li esorta, inoltre, a impedire l'edificazione di tali aree;
23. invita gli Stati membri a valutare la possibilità di migliorare l'integrazione della prevenzione delle calamità nella programmazione operativa nazionale dei finanziamenti dell'UE, come pure nei programmi operativi nazionali, regionali e locali; ritiene che tutti i soggetti pubblici implicati nella tutela dell'ambiente debbano essere coinvolti e debbano partecipare efficacemente a tale processo; esorta la Commissione a dare il suo sostegno all'esigenza, individuata dagli Stati membri in quest'ambito, di riformulare i programmi operativi; chiede alla Commissione, ai fini dello scambio di esperienze, di invitare gli Stati membri a fornire informazioni dettagliate sui loro programmi operativi in atto per far fronte alle catastrofi naturali e causate dall'uomo;
24. ritiene che dovranno beneficiare di un sostegno prioritario da parte dell'UE agli Stati membri, tra l'altro, le seguenti misure di prevenzione:
a) elaborazione e revisione delle norme in materia di sicurezza per l'edilizia e di utilizzo del suolo;
b) correzione delle situazioni che presentano fattori di rischio: ripristino di condizioni naturali nei letti dei fiumi; recupero e protezione dei bacini idrografici, delle zone umide e dei relativi ecosistemi; monitoraggio dell'erosione e della sedimentazione nei corsi d'acqua; aumento della capacità di deflusso di ponti e condotti idraulici; pulizia e riordino dei boschi; rimboschimento; interventi di protezione e difesa dei litorali;
c) protezione e ammodernamento delle aree abitate, specialmente quelle urbane, particolarmente vulnerabili a determinate tipologie di calamità, con il coinvolgimento dei residenti;
d) mantenimento e controllo della sicurezza delle grandi infrastrutture esistenti, con particolare attenzione a dighe, condotti per combustibili, ponti stradali e ferroviari, infrastrutture per l'approvvigionamento energetico e idrico, impianti igienico-sanitari, di comunicazione e di telecomunicazione;
e) sostegno delle attività agricole in aree soggette a spopolamento ed esposte al rischio di catastrofi naturali, e contributo alla reintegrazione delle attività umane mediante la realizzazione di infrastrutture che consentano agli abitanti delle aree in questione di rimanere sul territorio;
25. esorta la Commissione a sostenere gli Stati membri nella promozione di campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione e nell'adozione delle migliori pratiche, mettendo a disposizione della collettività, attraverso canali facilmente accessibili a tutti i cittadini, informazioni e formazione pertinenti e aggiornate in merito ai rischi individuati e alle procedure da adottare dinanzi a situazioni di calamità, sia naturale che provocata dall'uomo; chiede vivamente che, nell'ambito dei programmi di formazione per le popolazioni, si presti particolare attenzione ai giovani a partire dall'età scolare e alle comunità rurali; sottolinea inoltre, nell'ambito della sensibilizzazione del pubblico, il ruolo del numero telefonico d'emergenza unico europeo 112, nonché l'esigenza di farlo conoscere maggiormente;
26. ricorda che le calamità naturali sono spesso riconducibili all'acqua, non soltanto per alluvioni – spesso legate a un'insufficiente pianificazione – gelo, grandine e contaminazione dei bacini idrografici, ma anche per la sua scarsità, che può provocare cambiamenti significativi, come la desertificazione di vaste zone dell'Europa meridionale e sudorientale;
27. sottolinea il fatto che le siccità persistenti hanno favorito negli ultimi anni la moltiplicazione degli incendi boschivi in Europa, aggravando nel contempo la desertificazione di un gran numero di regioni;
28. invita la Commissione, in ragione dell'interconnessione tra i fenomeni di siccità, incendi forestali e desertificazione, a presentare una proposta di direttiva, simile alla direttiva alluvioni, che promuova l'adozione di una politica dell'UE sulla scarsità idrica, la siccità e l'adeguamento ai cambiamenti climatici; ribadisce inoltre a tale proposito l'importanza di creare di un Osservatorio europeo della siccità che si occupi dello studio, della mitigazione e del monitoraggio degli effetti della siccità;
29. ribadisce il proprio invito alla Commissione a promuovere l'entrata in funzione dell'Osservatorio europeo sulla siccità e la desertificazione, che si occupi dello studio, della mitigazione e del monitoraggio degli effetti della siccità e della desertificazione, al fine di favorire un processo decisionale valido e strategico nonché un migliore coordinamento fra gli Stati membri; ritiene che, nell'ambito della politica di prevenzione e gestione del rischio siccità, si debbano prendere in considerazione le interconnessioni tra siccità, incendi boschivi, desertificazione e adattamento ai cambiamenti climatici e si debbano fissare obiettivi seri e improntati alla solidarietà;
30. osserva che, vista l'importanza delle foreste per la produzione di legno, il mantenimento della biodiversità, la prevenzione di inondazioni, valanghe ed erosione, la gestione delle risorse idriche sotterranee e la cattura del carbonio, il fatto che esse siano minacciate dagli incendi dovrebbe essere fonte di preoccupazione per tutti gli Stati membri; invita pertanto la Commissione a presentare e portare avanti, in collaborazione con gli Stati membri, proposte legislative e iniziative in materia di protezione forestale e prevenzione degli incendi; ritiene che si debbano sostenere progetti di imboschimento e rimboschimento, con preferenza per le specie autoctone e per il bosco misto, finalizzati a promuovere la biodiversità e una maggiore resistenza agli incendi, alle tempeste e alle malattie, come pure la raccolta e l'utilizzo sostenibili della biomassa forestale residua, una fonte energetica rinnovabile; reputa opportuno attuare, nel contesto di una vera cooperazione in questo settore, la raccolta regolare di dati, l'elaborazione di mappe del rischio, la predisposizione di piani di gestione del rischio di incendi, l'inventario delle risorse necessarie e dei mezzi disponibili nei 27 Stati membri e il coordinamento ai diversi livelli;
31. chiede alla Commissione, dato il carattere di reato ecologico degli incendi dolosi e l'aumento della loro frequenza, di studiare e proporre al Consiglio e al Parlamento europeo modalità di applicazione di misure coercitive che disincentivino la negligenza e gli atti deliberati che sono all'origine degli incendi;
32. sottolinea l'importanza di considerare la prevenzione in una prospettiva trasversale, integrandola nelle politiche settoriali pertinenti per la promozione di un'occupazione equilibrata del territorio e di uno sviluppo economico e sociale coeso, in accordo con la natura;
33. riconosce che alcune politiche settoriali hanno comportato un aumento dell'esposizione al rischio di certe regioni, avendo favorito l'abbandono delle zone rurali e l'eccessiva concentrazione della popolazione nelle aree urbane;
34. osserva che la produzione agricola e forestale è vulnerabile a fenomeni climatici quali siccità, gelo, ghiaccio, grandine, incendi boschivi, tempeste, inondazioni, piogge torrenziali e burrasche, a rischi sanitari quali infestazioni, malattie animali, epidemie ed epizoozie, alla distruzione causata dagli animali selvatici nonché alle conseguenze delle attività umane, quali cambiamenti climatici, inquinamento, piogge acide, contaminazioni genetiche involontarie e deliberate, a frane causate da problemi connessi alla pianificazione urbana e territoriale, a rischi tecnologici e legati ai trasporti, alla desertificazione delle aree montane, a incendi boschivi dovuti principalmente all'assenza di una manutenzione forestale e a comportamenti criminali, nonché alla contaminazione dei fiumi imputabile agli scarichi chimici delle fabbriche, alla dispersione di fertilizzanti e alla negligenza dei visitatori dei boschi;
35. invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare il ricorso a pratiche agricole corrette che, in alcuni Stati membri, ha permesso di dimezzare l'infiltrazione di fertilizzanti a base di azoto, senza diminuire le rese dei raccolti;
36. sostiene, in quanto elemento essenziale di un'efficace prevenzione delle catastrofi naturali, una politica agricola equilibrata da un punto di vista ambientale e sociale, che tenga conto della necessità di supportare e stimolare la produzione agricola sostenibile e lo sviluppo rurale nei diversi paesi e nelle diverse regioni; è favorevole a un rafforzamento efficace degli incentivi alle attività agroambientali e agrorurali, incoraggiando l'insediamento delle popolazioni nelle aree rurali quale fattore essenziale per la conservazione degli ecosistemi, contrastando l'attuale tendenza allo spopolamento e impoverimento di tali aree e allentando la pressione cui sono sottoposte le aree urbane; sottolinea inoltre il ruolo dell'agricoltore quale custode dello spazio rurale, e si rammarica dell'insufficienza, nella comunicazione della Commissione, di elementi chiave concernenti il settore agricolo;
37. sostiene la creazione di un regime assicurativo pubblico europeo per il settore agricolo; esorta la Commissione a presentare una proposta di sistema assicurativo pubblico europeo per meglio affrontare i rischi e l'instabilità del reddito degli agricoltori connessi alle catastrofi naturali e provocate dall'uomo; sottolinea che tale sistema deve essere più ambizioso dell'attuale modello, così da evitare una molteplicità di sistemi assicurativi diversi nell'UE con conseguenti forti squilibri tra i redditi degli agricoltori; reputa urgente anche rendere accessibile in egual misura agli agricoltori di tutti gli Stati membri un sistema minimo di compensazione per le calamità naturali o causate dall'uomo;
38. invita la Commissione e gli Stati membri a includere nel calcolo dei premi agroambientali i costi aggiuntivi sostenuti dagli agricoltori per le misure finalizzate alla prevenzione degli incendi (pulizia delle fasce tagliafuoco, rimozione di piante arboree morte, lavorazione del terreno lungo il perimetro degli appezzamenti, ecc.) e allo smaltimento delle acque (pulizia delle fosse e dei canali di drenaggio);
39. sottolinea l'importanza di studiare misure di adeguamento, rurali e urbane, in considerazione dell'aumento in frequenza ed entità di eventi climatici estremi in diverse aree geografiche; ritiene che i prevedibili effetti negativi dei cambiamenti climatici eserciteranno un'ulteriore pressione sull'attività agricola e sulla sicurezza e la sovranità alimentare, e sottolinea l'esigenza di rispondere a questa ed altre sfide nel contesto dell'adattamento al cambiamento climatico e della riduzione dei suoi effetti negativi;
40. sottolinea l'importanza della R&S (ricerca e dello sviluppo) pubblica nella prevenzione e nella gestione delle calamità e chiede maggior coordinamento e cooperazione tra le istituzioni di R&S degli Stati membri, in particolare di quelli esposti a rischi simili; chiede che siano rafforzati i sistemi di allerta precoce negli Stati membri e che si creino collegamenti tra i diversi sistemi di allerta precoce e si rafforzino quelli esistenti; raccomanda alla Commissione di tenere in debito conto queste esigenze e di provvedere al loro adeguato finanziamento;
41. sottolinea la necessità di preparare i sistemi di assistenza sanitaria degli Stati membri sotto il profilo della struttura delle risorse umane, della prassi corretta e della conoscenza dei rischi, affinché siano in grado di far fronte alle situazioni di calamità;
42. sottolinea l'importanza di poter disporre di una raccolta completa di dati e informazioni sui rischi e i costi delle catastrofi e di condividerli a livello di Unione, al fine di effettuare studi comparativi e determinare le possibili ripercussioni transfrontaliere delle catastrofi, consentendo così lo scambio fra Stati membri di informazioni sulle capacità civili e le risorse mediche nazionali; sottolinea altresì che occorre utilizzare e sviluppare le strutture già esistenti, come il Centro di monitoraggio e d'informazione (MIC), anziché creare nuove strutture;
43. si rammarica che la Commissione non abbia ancora realizzato uno studio sulle pratiche di mappatura dei pericoli e dei rischi negli Stati membri, come previsto nella sua comunicazione del 23 febbraio 2009 intitolata "Un approccio comunitario alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana"; sollecita la Commissione a concretizzare in modo efficace tale impegno durante il primo semestre del 2010;
44. ritiene necessario istituire a livello di UE una metodologia comune e requisiti minimi per la mappatura dei rischi e dei pericoli;
45. sottolinea l'importanza di elaborare parametri per analizzare ed esprimere l'impatto socioeconomico delle catastrofi sulle comunità;
46. raccomanda che si proceda a un'inclusione più completa delle questioni relative alla prevenzione delle calamità nella revisione della direttiva VIA, specialmente per quanto riguarda la valutazione, la comunicazione e la divulgazione dei rischi;
47. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri.
- [1] COM(2009)0082.
- [2] SEC(2009)0202.
- [3] SEC(2007)1721.
- [4] Testi approvati, P7_TA(2009)0013.
- [5] Testi approvati, P6_TA(2007)0362.
- [6] Testi approvati, P6_TA(2006)0349.
- [7] GU C 272 E del 13.11.2003, pag. 471.
- [8] Testi approvati, P6_TA(2005)0139.
- [9] Testi approvati, P6_TA(2005)0187.
- [10] Testi approvati, P6_TA(2005)0334.
- [11] Testi approvati, P6_TA(2006)0222.
- [12] Testi approvati, P6_TA(2006)0223.
- [13] Testi approvati, P6_TA(2006)0224.
- [14] Testi approvati, P7_TA(2010)0065.
- [15] Testi approvati, P6_TA(2006)0218.
- [16] 10128/08.
- [17] 10633/1/06.
- [18] GU L 71 del 10.3.2007, pag. 9.
- [19] GU L 10 del 14.1.1997, pag. 13.
- [20] GU L 288 del 6.11.2007, pag. 27.
- [21] GU L 175 del 5.7.1985, pag. 40.
- [22] A/CONF.206/6.
- [23] Si tratta di un elenco non esaustivo di catastrofi naturali e di origine umana, il che significa che possono essere inclusi nell' elenco anche altri tipi di catastrofi naturali e di origine umana che non figurano nella presente relazione.
MOTIVAZIONE
Negli ultimi anni gli Stati membri dell'UE sono stati colpiti da un numero considerevole di calamità. Indicativamente, durante i primi sei anni dall'istituzione del Fondo di solidarietà dell'UE, la Commissione ha ricevuto 62 richieste di aiuto finanziario da parte di 21 paesi[1]. Circa un terzo di esse rientra nella categoria delle "catastrofi gravi". Altre calamità non hanno reso necessarie richieste di mobilitazione del Fondo, benché il loro impatto sulle popolazioni colpite, sull'ambiente e sull'economia sia stato notevole e, in molti casi, permanente.
La quantificazione dei danni è quasi sempre difficile, soprattutto se si tiene conto della perdita di vite umane. In ogni caso, i costi economici e sociali delle calamità sono molto significativi.
È in questo contesto che la prevenzione dovrà acquisire una crescente rilevanza sociale, rappresentando una tappa sempre più importante del ciclo di gestione delle catastrofi.
Fermo restando che gli Stati membri sono i primi e principali responsabili per la protezione dei propri cittadini e per la prevenzione delle calamità, sono quanto mai opportuni un incremento della cooperazione in materia di prevenzione, un migliore coordinamento degli sforzi e un rafforzamento della solidarietà e dell'aiuto reciproco.
Al fine della concretizzazione di questi propositi, si propone una cooperazione tra le autorità nazionali, regionali e locali, con responsabilità nel ciclo di gestione delle calamità, nell'assetto del territorio e nella mappatura e gestione dei rischi. Appare auspicabile la creazione di una rete che costituisca un centro di interscambio di esperienze e misure di prevenzione cui possano prendere parte anche le organizzazioni della società civile coinvolte. Si sottolinea l'importanza del ruolo delle autorità regionali e locali per la conoscenza dettagliata delle caratteristiche e delle condizioni locali.
La frequenza e l'intensità delle calamità sono influenzate da molteplici fattori e sono frequentemente amplificati da politiche che generano un rapporto inadeguato dell'uomo con l'ambiente fisico che lo circonda. Fattori quali, tra gli altri, lo sfruttamento intensivo del suolo, la crescita industriale e urbana disordinata, l'abbandono delle aree rurali, la desertificazione, la maggiore frequenza di eventi climatici estremi, rendono gli Stati membri più vulnerabili alle calamità, sia naturali che di origine antropica. Tale vulnerabilità risulta più accentuata nelle regioni di convergenza. Da ciò deriva l'importanza di affrontare la prevenzione in una prospettiva trasversale, integrandola nelle politiche settoriali rilevanti per la promozione di un'occupazione equilibrata del territorio e di uno sviluppo economico e sociale coeso e rispettoso della natura. D'altra parte, va riconosciuto che alcune di queste politiche settoriali, ad esempio la PAC, hanno comportato un aumento dell'esposizione al rischio di alcune regioni e delle popolazioni che vi abitano; è pertanto importante procedere alla loro correzione.
Giova inoltre tenere presente che le calamità colpiscono, tendenzialmente, coloro che dispongono di minori risorse per la protezione propria, della propria famiglia e dei propri beni.
Si rende opportuna e necessaria l'istituzione, a livello dell'Unione europea, di un quadro finanziario appropriato alla prevenzione di catastrofi naturali e di origine antropica, tale da rafforzare e articolare strumenti esistenti, compresi, tra l'altro, quelli in materia di politica di coesione, politica regionale e politica di sviluppo rurale. Il finanziamento dell'UE dovrà privilegiare un insieme di misure di prevenzione, la cui attuazione sarà di competenza degli Stati membri, volto, in linea generale, a correggere situazioni con fattori di rischio, proteggere le aree abitate, monitorare la sicurezza di grandi infrastrutture ed elaborare/sottoporre a revisione norme in materia di sicurezza per l'edilizia e l'utilizzo del suolo.
Si rende inoltre necessaria una migliore integrazione della prevenzione di calamità nella programmazione operativa nazionale dei finanziamenti dell'UE; da parte sua, la Commissione dovrà sostenere le necessità di riformulazione di programmi operativi individuati dagli Stati membri in questo ambito. Dovranno essere individuati e debitamente presi in considerazione le caratteristiche e i vincoli naturali delle regioni poco popolate e delle regioni ultraperiferiche.
Lo sviluppo, da parte degli Stati membri, di capacità di ricerca e sviluppo (R&S) in materia di prevenzione e gestione delle calamità assume un'importanza fondamentale. Essa costituisce inoltre un campo di possibile e auspicabile potenziamento del coordinamento e della cooperazione tra gli Stati membri, in particolare quelli esposti a rischi simili. Si raccomanda di tenere in debita considerazione tale necessità e il suo adeguato finanziamento. Sempre riguardo a tale materia, è importante, da un lato, rafforzare i sistemi di allerta precoce negli Stati membri e instaurare e rafforzare i collegamenti esistenti tra i diversi sistemi di allerta precoce. D'altra parte, è opportuno elaborare e sviluppare misure di adeguamento, sia a livello rurale che urbano, per far fronte alla crescente frequenza di eventi climatici estremi.
Un approccio in materia di prevenzione delle calamità da parte dell'UE dovrà comprendere, come finalità primaria, la diminuzione delle disparità esistenti tra le regioni e gli Stati membri in questa materia, in particolare favorendo un miglioramento della prevenzione nelle regioni e negli Stati membri maggiormente esposti al rischio e con minori capacità economiche.
Si richiama l'attenzione su alcune tipologie di calamità naturali per le quali si è registrata una certa frequenza, in particolare nelle regioni di convergenza, e ci si propone, a seguito delle precedenti risoluzioni del Parlamento europeo, la creazione di un Osservatorio europeo sulla siccità nonché un'iniziativa specifica in materia di protezione forestale e prevenzione degli incendi.
- [1] COM(2009)0193 def.
PARERE della commissione per lo sviluppo regionale (28.4.2010)
destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
sulla comunicazione della Commissione "Un approccio comunitario alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana"
(2009/2151(INI))
Relatore per parere: Viktor Uspaskich
SUGGERIMENTI
La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. sottolinea il ruolo fondamentale svolto dalle autorità regionali e locali nel ciclo di gestione delle catastrofi; è fermamente convinto che la partecipazione attiva di tali autorità alla concezione e attuazione delle strategie di riduzione dei rischi e di prevenzione delle catastrofi sia il modo migliore di garantire l'individuazione delle soluzioni più efficaci e funzionali; sottolinea inoltre l'importanza di consultare e coinvolgere in tale processo i soggetti interessati pubblici e privati, tra cui le organizzazioni del volontariato;
2. sottolinea che un approccio proattivo è più efficace e meno costoso di un approccio basato unicamente sulla reazione alle catastrofi; ritiene che la conoscenza del contesto locale, geografico, economico e sociale, sia essenziale per la prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana;
3. sottolinea che sono le regioni e le comunità locali a subire il peso maggiore delle catastrofi naturali, e che, in generale, né le loro risorse materiali e umane né le loro conoscenze o i loro mezzi finanziari sono sufficienti per affrontarle in una dimensione puramente nazionale e/o regionale, ma che tali catastrofi richiedono una risposta efficace e solidale a livello europeo;
4. reputa che solo una strategia comune e azioni coordinate fra i vari settori e i vari attori coinvolti nel ciclo di gestione delle catastrofi possano produrre reali progressi nel campo della prevenzione delle catastrofi e nel processo di preparazione, risposta e ripresa successiva; sottolinea il ruolo che l'opera dei volontari può svolgere nella strategia comune e suggerisce di includere nelle azioni una componente di volontariato; invita gli Stati membri a favorire la cooperazione a tal fine a livello nazionale, regionale e locale; suggerisce di valutare la possibilità di organizzare, nel contesto dell'Anno europeo del volontariato 2011, la cooperazione del lavoro di volontariato a livello di Stati membri nell'ottica della prevenzione e gestione delle catastrofi;
5. sostiene una strategia globale per tutta l'Unione che veda l'introduzione di un protocollo d'azione uniforme per ciascun tipo di catastrofe, inclusi gli incendi forestali; mette in risalto la responsabilità primaria degli Stati membri per la prevenzione e gestione delle catastrofi; ritiene che detta strategia debba garantire la totale solidarietà tra i paesi e prestare un'attenzione particolare alle regioni più isolate, a quelle meno popolate, alle regioni ultraperiferiche e a certe altre regioni o isole dell'Unione europea che hanno caratteristiche particolari e specifiche esigenze connesse alla loro geografia, alla loro topografia e alle condizioni economiche e sociali in cui vivono i loro abitanti; sottolinea tuttavia che non vi è assolutamente alcun progetto volto a sostituire o indebolire, attraverso linee guide dell'UE, le attuali competenze nazionali in materia di protezione civile e prevenzione delle catastrofi;
6. sottolinea l'importanza delle azioni di sensibilizzazione e informazione dell'opinione pubblica - essenziali per le operazioni di salvataggio - per quanto riguarda sia la prevenzione delle catastrofi che la risposta della popolazione durante e dopo le crisi; invita pertanto la Commissione a sviluppare la valutazione del meccanismo di protezione civile e la formazione nell'ambito del programma a favore della protezione civile, e a predisporre linee guida dell'Unione per le varie possibili calamità; sottolinea inoltre la necessità di migliorare l'informazione sul numero telefonico d'emergenza unico europeo "112";
7. sottolinea che gli effetti delle catastrofi non rimangono circoscritti dentro i confini ufficiali e amministrativi delle regioni e degli Stati membri; ritiene pertanto che l'individuazione delle zone particolarmente a rischio, con la specificazione della tipologia di rischio, debba andare di pari passo con la fissazione di obiettivi prioritari e con la creazione di meccanismi di cooperazione in tali zone; invita le regioni a sviluppare, sulla base delle reti di coordinamento territoriale e transfrontaliero già esistenti, una cooperazione più specificamente incentrata sulla prevenzione delle catastrofi; ritiene che le strutture di cooperazione transfrontaliera, come le macroregioni, che collaborano su base funzionale e indipendentemente dai confini amministrativi, possano diventare piattaforme efficaci per la cooperazione nel settore della prevenzione delle catastrofi;
8. sollecita a utilizzare la preziosa esperienza acquisita in questo campo attraverso progetti attuati in passato a titolo dell'iniziativa comunitaria INTERREG, e considera essenziale sfruttare maggiormente le opportunità offerte nel contesto dell'obiettivo di Cooperazione territoriale europea; reputa, a tal riguardo, che il gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) possa costituire un valido strumento per rafforzare ulteriormente la cooperazione intergovernativa, transfrontaliera e interregionale, anche con paesi che non sono Stati membri dell'UE, nonché un solido quadro per lo scambio e il trasferimento di know-how tecnologico e di migliori pratiche nel settore della prevenzione delle catastrofi e per la creazione di banche dati comuni e sistemi di allarme rapido tra i suoi membri;
9. ricorda che la politica di coesione è uno strumento fondamentale nella prevenzione dei rischi di catastrofi naturali; ritiene che i diversi fondi e strumenti debbano poter operare in maniera flessibile e coordinata al fine di migliorare l'operatività e l'efficacia di tale politica; sottolinea che la prevenzione dei rischi deve anche essere coordinata con altre politiche nel campo della prevenzione, per evitare la dispersione delle azioni e aumentarne l'efficacia e il valore aggiunto;
10. accoglie con favore la proposta della Commissione di estendere gli insegnamenti tratti dalle esperienze nella prevenzione delle catastrofi, con particolare attenzione a quelle zone dell'Europa che sono esposte a una combinazione di rischi, quali alluvioni, cicloni, eruzioni vulcaniche e terremoti; esorta la Commissione a fare un inventario delle fonti d'informazione e a diffondere le migliori pratiche nell'ambito della gestione dei rischi; sostiene il coordinamento delle attività di ricerca in questo campo e ritiene che occorra rafforzare i collegamenti tra sistemi di rilevamento e di allarme rapido;
11. appoggia l'iniziativa della Commissione volta a valutare la possibilità di migliorare l'integrazione della prevenzione delle catastrofi nei programmi operativi per il periodo 2007-2013, e invita gli Stati membri a far uso dei fondi strutturali assegnati direttamente alla prevenzione dei rischi in modo che le azioni previste in tale campo siano adottate senza ritardo durante il periodo di programmazione attuale; ricorda tuttavia la necessità di un'azione coordinata in tal senso; suggerisce alla Commissione di tenere conto, nella strategia per il prossimo periodo di programmazione, della necessità di introdurre misure finanziarie dell'UE per la prevenzione delle catastrofi che coprano tutte le aree d'intervento;
12. rileva che il cambiamento climatico sta progressivamente aggravando le calamità naturali, tra cui alluvioni e catastrofi idrologiche, per i quali è essenziale una prevenzione adeguata e ben coordinata, e invita la Commissione a esplorare, nell'ambito della revisione di bilancio in corso, ogni possibilità per migliorare gli attuali sistemi di prevenzione delle catastrofi, compresa l'eventualità di utilizzare gli strumenti di allarme rapido e di osservazione via satellite oggi disponibili per valutare i rischi di siccità e desertificazione;
13. sollecita la Commissione a garantire che le attuali pressioni di bilancio derivanti dalla crisi non portino a una riduzione delle risorse destinate alle attuali politiche di prevenzione delle catastrofi, e ad analizzare con rigore, nel quadro della revisione di bilancio in corso, le lacune esistenti nel campo della prevenzione, verificando se gli strumenti disponibili coprono tutte le tipologie di catastrofe;
14. sollecita la Commissione a non dimenticare che una delle sue principali priorità nella lotta al cambiamento climatico è rappresentata da una migliore gestione e conservazione dei boschi; ritiene che l'attuazione di un'autentica politica forestale contribuirebbe in maniera importante non solo a combattere il cambiamento climatico, ma anche a prevenire le catastrofi naturali;
15. invita la Commissione a elaborare un piano d'azione europeo per lo scambio di migliori pratiche in materia di prevenzione delle catastrofi, nonché piani d'emergenza coordinati che, nelle emergenze, uniscano le singole forze nazionali in una cooperazione transfrontaliera;
16. ritiene che nei prossimi periodi di programmazione il finanziamento di infrastrutture a titolo dei Fondi strutturali debba essere vincolato all'attuazione preliminare di misure specifiche in conformità con le norme di prevenzione delle catastrofi;
17. esorta la Commissione a presentare senza indugio una nuova proposta volta a semplificare ulteriormente le norme amministrative e aumentare la flessibilità del Fondo di solidarietà dell'UE.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
27.4.2010 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
37 1 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
François Alfonsi, Charalampos Angourakis, Jean-Paul Besset, Victor Boştinaru, Zuzana Brzobohatá, John Bufton, Alain Cadec, Salvatore Caronna, Ricardo Cortés Lastra, Tamás Deutsch, Rosa Estaràs Ferragut, Danuta Maria Hübner, Filiz Hakaeva Hyusmenova, Seán Kelly, Evgeni Kirilov, Constanze Angela Krehl, Petru Constantin Luhan, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Ramona Nicole Mănescu, Riikka Manner, Iosif Matula, Erminia Mazzoni, Lambert van Nistelrooij, Jan Olbrycht, Wojciech Michał Olejniczak, Markus Pieper, Monika Smolková, Nuno Teixeira, Michael Theurer, Michail Tremopoulos, Viktor Uspaskich, Oldřich Vlasák, Kerstin Westphal, Hermann Winkler, Joachim Zeller |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Vasilica Viorica Dăncilă, Ivars Godmanis, Catherine Grèze, Veronica Lope Fontagné, Marie-Thérèse Sanchez-Schmid |
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PARERE della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (17.3.2010)
destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
sulla comunicazione della Commissione "Un approccio comunitario alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana"
(2009/2151(INI))
Relatore per parere: Maria do Céu Patrão Neves
SUGGERIMENTI
La commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere i seguenti suggerimenti nella proposta di risoluzione:
1. accoglie con favore la comunicazione della Commissione sulla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana[1]; sostiene che la prevenzione delle catastrofi è inseparabile dall'intervento; ribadisce il precedente lavoro del Parlamento[2] su questo tema e si rammarica che la Commissione non abbia ancora presentato proposte legislative in linea con le proposte del Parlamento; sottolinea la necessità di stabilire una normativa completa e linee guida per le norme minime, che rifletta un approccio olistico, verso una politica UE più efficace nella gestione delle catastrofi; ricorda che, in sua assenza, il trattato di Lisbona autorizza il ricorso alla cooperazione rafforzata tra Stati membri e che tale aspetto può quindi anche essere affrontato in tale contesto;
2. chiede alla Commissione di sviluppare un approccio nei confronti delle calamità naturali e dei disastri antropici strettamente collegato a tutte le varie tappe: prevenzione, preparazione, reazione immediata e salvataggio, tutte strettamente collegate a una strategia di gestione rapida ed efficace; per tutti i tipi di catastrofe (all'interno o all'esterno dell'UE, calamità naturali o disastri antropici) dovrebbe essere perseguita la massima reattività utilizzando tutti gli strumenti disponibili a livello di Unione e coordinando le diverse istituzioni;
3. è a favore di un'unica strategia globale per tutta l'Unione mediante l'introduzione di un protocollo di attuazione uniforme per ogni tipo di catastrofe, che garantisca una totale solidarietà tra i paesi al fine di affrontare le catastrofi; chiede che in tale strategia si presti particolare attenzione alle regioni europee più isolate, a quelle meno densamente popolate, alle zone di montagna e di frontiera e alle regioni più svantaggiate sotto il profilo economico;
4. appoggia gli elementi chiave dell'approccio comunitario, ma li considera insufficienti per il settore agricolo; è del parere che la prevenzione delle catastrofi basata sulle conoscenze è essenziale; sottolinea la necessità di creare una base dati che registri le conseguenze socio-economiche dei disastri, nell'interesse di un monitoraggio efficace dei disastri, compresa la mappatura delle aree a maggior rischio, nonché di formulare le misure appropriate per la natura specifica dei rischi più importanti in ciascuna regione;
5. promuove un collegamento tra attori e politiche attraverso tutto il ciclo di gestione delle catastrofi, sottolineando i vantaggi di una forza di reazione rapida, che rafforzi il coordinamento e la solidarietà tra gli Stati membri, dal momento che nessun paese possiede riserve sufficienti ad affrontare, da solo, grandi catastrofi naturali; appoggia l'iniziativa di creare un gruppo di soggetti interessati e chiede l'inclusione di rappresentanti del settore agricolo nel meccanismo proposto per la gestione delle crisi mirando, tra l'altro, a rendere il principio della multifunzionalità una realtà;
6. sottolinea che gli effetti delle calamità naturali superano i confini giuridici e amministrativi delle regioni e degli Stati membri e che pertanto la mappatura dei rischi deve essere associata a meccanismi di cooperazione territoriale ampi, su una base funzionale indipendente dai confini, a livello macroregionale, per una maggiore efficacia nella lotta alle calamità naturali e/o ai disastri antropici, sotto l'aspetto della prevenzione e dell'intervento;
7. esorta alla cooperazione gli Stati membri, i paesi vicini dell'UE e anche i paesi in via di sviluppo nell'ambito di progetti transfrontalieri di condivisione di buone prassi e di diffusione delle conoscenze pratiche mediante programmi della politica di vicinato dell'UE e programmi di sviluppo;
8. ritiene che le esperienze più recenti e quelle degli ultimi anni abbiano evidenziato la necessità di consolidare ulteriormente la capacità di prevenzione, preparazione e intervento della protezione civile in Europa, in caso sia di calamità naturali sia di disastri antropici ed esorta la Commissione ad adottare provvedimenti a tal fine, quale espressione concreta della solidarietà dell'Europa nei confronti dei paesi colpiti da cause di forza maggiore; sostiene le attività volte a migliorare la capacità di intervento della protezione civile negli Stati membri, in particolare attraverso gli scambi di esperti, di pratiche consolidate, di esercizi e di progetti di pronto intervento;
9. si rammarica sinceramente per le ingenti perdite e l'elevato numero di vittime causati dalle calamità naturali che di recente hanno colpito alcuni Stati membri e ritiene che si debba valutare al più presto se sia possibile trarne le lezioni necessarie in fatto di misure preventive, affinché in futuro negli Stati membri si possano prevenire e limitare le conseguenze distruttive di tali calamità; esorta la Commissione a richiedere agli Stati membri l'elaborazione di programmi operativi per l'intervento in caso di calamità naturali, al fine di consentire uno scambio di esperienze e trarre le dovute conclusioni in fatto di misure di emergenza, di coordinamento tra le autorità amministrative e le unità operative e di disponibilità delle risorse umane e materiali necessarie;
10. esorta gli Stati membri e le autorità locali a promuovere azioni di sensibilizzazione riguardo alla prevenzione delle catastrofi, soprattutto nelle scuole e nelle comunità rurali;
11. ricorda che gli investimenti nella gestione sostenibile degli ecosistemi o nella sana gestione ambientale possono offrire soluzioni efficaci in termini di costi per ridurre la vulnerabilità della comunità alle catastrofi; gli ecosistemi sani fungono da riserve naturali per eventi pericolosi, sono spesso meno costosi da inserire o mantenere, e sovente sono più efficaci delle strutture fisiche tecniche; secondo la Banca mondiale (2004), gli investimenti in misure preventive, tra cui il mantenimento di ecosistemi sani, sono sette volte meno onerosi dei costi dovuti a disastri;
12. ricorda la necessità di coinvolgere i rappresentanti del settore agricolo nel ciclo di gestione delle catastrofi con l'obiettivo di disporre di una valutazione realistica del settore, di coordinare in modo più efficiente le risorse disponibili e di migliorare, così, la capacità di reazione immediata dell'Unione;
13. ritiene che la produzione agricola e forestale sia vulnerabile a fenomeni climatici quali siccità, gelo, ghiaccio, grandine, incendi boschivi, tempeste, inondazioni, precipitazioni intense e burrasche, ai rischi sanitari, quali infestazioni, malattie animali, epidemie ed epizoozie, alle distruzioni dovute agli animali selvatici nonché alla conseguenza delle attività umane, quali cambiamenti climatici, inquinamento, piogge acide, contaminazioni genetiche involontarie e deliberate, frane conseguenti alla pianificazione urbana e territoriale, ai rischi tecnici e a quelli legati ai trasporti, alla desertificazione delle aree montane e agli incendi boschivi dovuti principalmente a mancanza di manutenzione forestale e a comportamenti criminali, e alla contaminazione dei fiumi a causa degli scarichi chimici delle fabbriche, alla dispersione di fertilizzanti nonché alla negligenza dei visitatori dei boschi;
14. sottolinea che le catastrofi naturali e di origine umana compromettono la redditività economica delle aziende agricole e portano allo spopolamento rurale, intensificano l'erosione e la desertificazione, danneggiano gli ecosistemi, mettono in pericolo la biodiversità e compromettono seriamente la qualità della vita della popolazione rurale che resta; ritiene che le conseguenze siano più critiche nelle zone caratterizzate da svantaggi naturali e senza possibilità di diversificazione economica, dove l'agricoltura è fonte di sostentamento e il settore più importante o l'unica attività economica e che tali conseguenze portano in tali zone alla penuria alimentare, all'aumento della disoccupazione e all'esodo della popolazione verso gli agglomerati urbani;
15. sottolinea il ruolo dell'agricoltore come custode del paesaggio dell'Unione europea, per cui ritiene necessario promuovere il mantenimento di attività agricole in condizioni di sostenibilità economica per frenare l'abbandono della produzione e lo spopolamento delle zone rurali, fenomeno che accentua inoltre il rischio di incendi boschivi;
16. ricorda che l'agricoltura è fondamentale in questo contesto, in quanto garantisce l'esistenza delle economie rurali e limita la migrazione verso le aree urbane, creando buone condizioni ambientali per il terreno, riducendo le emissioni di anidride carbonica e contribuendo alla loro cattura, migliorando il mantenimento dei suoli riportando i fiumi e i sistemi idrici costieri al loro stato naturale e promuovendo il recupero degli spazi naturali;
17. ricorda che, attraverso la fotosintesi, le piante assorbono l'anidride carbonica presente nell'atmosfera e producono biomassa che può essere convertita in biogas, biocombustibili e beni industriali; che anche il maggiore utilizzo di prodotti agricoli nella fabbricazione di prodotti industriali quali polimeri, lubrificanti, tensioattivi, solventi e fibre può favorire la riduzione della dipendenza dalle fonti energetiche non rinnovabili;
18. ritiene che vi sia una serie di colture energetiche che, insieme all'energia eolica e solare, possono contribuire in misura significativa alla sicurezza energetica dell'UE;
19. ritiene che i prevedibili effetti negativi dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola contribuiranno a esercitare ulteriore pressione per il necessario mantenimento della sicurezza ambientale, che sarà aggravata anche da un aumento demografico fino a nove miliardi di persone nel 2050, che richiederà un aumento corrispondente nella capacità produttiva nell'ordine del 70%; questi aspetti, considerati congiuntamente, dimostrano la relazione indissolubile tra sicurezza alimentare, mitigazione dei cambiamenti climatici, calamità naturali e riduzione della povertà;
20. sottolinea la necessità che la futura politica agricola comune possa disporre di mezzi finanziari che le permettano, nel contesto dell'adeguamento ai cambiamenti climatici e della riduzione dei suoi effetti negativi, in particolare nella prevenzione dell'impatto delle calamità naturali, di continuare a garantire l'approvvigionamento alimentare delle popolazioni europee e affrontare le altre possibili sfide;
21. esorta la Commissione europea a esaminare se sia possibile creare un Fondo per l'adeguamento al cambiamento climatico nel contesto delle prossime prospettive finanziarie, al fine di contribuire al finanziamento di misure di prevenzione contro le catastrofi naturali nei vari settori economici;
22. ricorda che le foreste sono importanti principalmente per la produzione di legno, ma anche per il mantenimento della biodiversità, la prevenzione di incendi, inondazioni, valanghe e dell'erosione, la gestione delle risorse idriche sotterranee, la gestione del paesaggio e la cattura del carbonio; è pertanto urgente dotare l'UE di una politica forestale rigorosa, che tenga in debito conto la diversità delle foreste europee e si fondi sulle conoscenze scientifiche per il mantenimento, la protezione e l'adeguamento delle stesse nella lotta ai rischi cui sono esposte;
23. rileva il fatto che le persistenti siccità hanno favorito negli ultimi anni il moltiplicarsi degli incendi boschivi in Europa, aggravando al contempo la desertificazione di un elevato numero di regioni;
24. esorta la Commissione a presentare, analogamente alla direttiva già esistente relativa alle alluvioni, una proposta di direttiva concernente la lotta contro la siccità, al fine di pervenire a un coordinamento più adeguato delle politiche degli Stati membri in materia e di razionalizzare gli strumenti comunitari disponibili;
25. ritiene che gli incendi boschivi siano un problema grave in molte parti d'Europa dove vanno adottate misure per evitare un denso rimboschimento ed evitare di alterare la composizione del bosco; ritiene occorra dare la preferenza alle specie autoctone e ai boschi misti, nell'interesse di una maggiore resistenza a incendi, tempeste e danni causati dagli insetti, tenendo conto delle diverse condizioni naturali nelle foreste boreali nordiche rispetto alle foreste nel sud dell'Europa; invita la Commissione a sollecitare gli Stati membri a introdurre disposizioni giuridiche con sanzioni in materia di responsabilità civile e penale per i piromani, e a coordinare i gruppi di valutazione da consultare sul recupero della zona colpita, al fine di evitare attività speculative;
26. è a favore dell'introduzione di un'autentica politica forestale volta a migliorare la gestione e la conservazione delle foreste, tenuto conto del loro ruolo essenziale nella lotta per contrastare il cambiamento climatico, la cui incidenza nelle catastrofi naturali è crescente;
27. invita la Commissione e gli Stati membri ad inserire nel calcolo dei premi agroambientali i costi aggiuntivi sostenuti dagli agricoltori per le misure finalizzate alla prevenzione degli incendi (pulizia di fasce parafuoco, rimozione di piante arboree morte, lavorazione del terreno lungo il perimetro degli appezzamenti, ecc.) e allo smaltimento delle acque (pulizia dei fossi di scolo e dei canali);
28. invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare l'utilizzo di pratiche agricole corrette che, in alcuni Stati membri, hanno già permesso di dimezzare la quantità di fertilizzanti contenenti azoto utilizzata, senza per questo diminuire i raccolti;
29. ricorda che l'acqua è spesso al centro delle calamità naturali, non solo con alluvioni - spesso legate a una inadeguata pianificazione - gelo, grandine e contaminazione dei bacini idrici, ma anche per la sua scarsità, che può provocare cambiamenti significativi, come la desertificazione di vaste zone dell'Europa meridionale e sudorientale;
30. invita la Commissione a riferire in merito all'attuazione negli Stati membri degli articoli 70 e 71 delle disposizioni di controllo sanitario relative all'assicurazione dei rischi e ai sistemi di fondi comuni di investimento; esorta la Commissione a presentare una proposta per un sistema comune europeo obbligatorio per meglio affrontare i rischi e l'instabilità del reddito degli agricoltori legati ai rischi naturali e alle catastrofi antropiche; sottolinea che tale sistema deve essere più ambizioso dell'attuale modello così da evitare una molteplicità di sistemi assicurativi diversi nell'UE, che creerebbe forti squilibri tra i redditi degli agricoltori;
31. ritiene urgente che un sistema minimo di compensazione in relazione alle calamità naturali o causate dall'uomo sia accessibile in egual misura a tutti gli agricoltori europei e rileva l'inapplicabilità dell'articolo 11, paragrafo 8 del regolamento (CE) n. 1857/2006 della Commissione[3], in considerazione della differenza tra i sistemi assicurativi disponibili nei diversi Stati membri e raccomanda inoltre che la componente di promozione delle misure di prevenzione sia privilegiata all'atto del calcolo dei premi assicurativi per l'attività agricola;
32. ricorda che i regimi di assicurazione sono previsti nell'ambito della "scatola gialla" dell'OMC, e che i nostri partner commerciali, come gli Stati Uniti (Programma congiunturale e programmi di assistenza in caso di catastrofi) li usano sistematicamente per garantire il reddito delle aziende agricole e forestali, come compensazione per gli effetti delle catastrofi naturali e per le perdite di reddito dovute all'instabilità del mercato;
33. ricorda le strategie volte alla riduzione del rischio esistenti a livello aziendale, quali le strategie interne o quelle orientate al mercato; ricorda che tali strategie volte alla diversificazione, all'adeguamento della produzione, al cambiamento della rotazione delle colture, all'identificazione di metodi colturali che rispettino il terreno e consumino una quantità limitata di risorse idriche, allo sviluppo dei mercati a termine, all'assicurazione e alla conclusione di contratti sono di primaria importanza e devono essere accompagnate da strumenti complementari;
34. invita la Commissione a incoraggiare lo scambio di buone pratiche tra Stati membri nella prevenzione di catastrofi antropiche e invita gli Stati membri a garantire la formazione delle autorità regionali nella gestione delle catastrofi;
35. ritiene che vada offerto un adeguato quadro finanziario per la risposta ai disastri e sarebbe meglio articolarlo attraverso il Fondo di solidarietà, la politica di sviluppo rurale, la politica regionale, il Settimo programma quadro, gli aiuti di Stato, i programmi Forest Focus e Life+; chiede di utilizzare parzialmente i fondi speciali, al di fuori della PAC, per misure di prevenzione private quali le misure per l'adeguamento delle foreste ai cambiamenti climatici e le relative attività di ricerca, il rimboschimento, la tutela delle zone umide e degli ecosistemi associati, il controllo dell'erosione e della sedimentazione nei corsi d'acqua, gli usi alternativi per il recupero dei terreni ad alto rischio; chiede inoltre di inserire opportunamente la prevenzione, l'intervento e l'informazione della popolazione nelle prossime prospettive finanziarie;
36. sottolinea la necessità di consolidare le misure preventive relative a tutti i tipi di calamità naturale attraverso orientamenti strategici comuni per garantire un migliore coordinamento fra gli Stati membri, nonché un'interoperabilità e un coordinamento maggiori fra i diversi strumenti comunitari (Fondi strutturali, Fondo di solidarietà, meccanismi di risposta rapida e strumenti di preparazione in caso di grandi emergenze);
37. esorta la Commissione a mobilitare l'attuale Fondo di solidarietà dell'Unione europea nel modo più flessibile e senza indugio, al fine di assistere le vittime di catastrofi naturali, e chiede l'adozione di criteri più trasparenti;
38. invita la Commissione a semplificare e accelerare il processo tenendo in considerazione le stime iniziali dei danni diretti subiti da un paese colpito da catastrofe naturale, in modo da ottimizzare l'efficacia del Fondo di solidarietà dell'UE;
39. chiede di estendere la portata del Fondo sociale affinché il termine "catastrofe" designi un grande evento devastante che provoca un grave danno per la popolazione e l'ambiente, tra cui calamità che evolvono lentamente come la siccità; in questa situazione l'adozione di misure di emergenza di razionamento idrico da parte del governo centrale o regionale, dovrebbe far scattare l'intervento del Fondo sociale dell'UE;
40. chiede di estendere la portata del Fondo di solidarietà dell'UE per coprire i danni subiti dall'agricoltura e dalle foreste;
41. ritiene che le operazioni ammissibili ai sensi dell'articolo 4 del FSUE (Fondo di solidarietà dell'Unione europea) siano eccessivamente limitate, poiché non prevedono altre situazioni della medesima natura come la siccità; in tale contesto, e nonostante il fatto che le principali vittime (privati e aziende) non possano ricevere aiuti diretti, sarebbe opportuno introdurre una nuova clausola, più flessibile, nel FSUE che consenta la concessione di aiuti indiretti;
42. invita all'introduzione di una nuova categoria nel FSUE, relativa a "altre operazioni di interesse pubblico, destinate a ripristinare la vita sociale ed economica delle popolazioni e/o delle aree colpite", in modo da comprendere anche eventi le cui conseguenze colpiscano beni privati che, essendo di indubbia rilevanza per il benessere generale, devono essere considerati alla stregua di beni pubblici;
43. ritiene che, nel fissare le soglie di ammissibilità, sia fondamentale considerare la dimensione regionale, in quanto altrimenti talune regioni colpite da calamità molto gravi potrebbero trovarsi escluse, in quanto la soglia fissata per l'intero Stato membro non è stata raggiunta; che vada considerata anche la specifica situazione delle regioni remote e isolate, come le regioni insulari e ultraperiferiche;
44. ritiene che, nel fissare le soglie di cui al paragrafo 15, debbano essere considerate anche tutte quelle zone rurali con svantaggi naturali specifici e le aree abbandonate, in modo da incentivare il non abbandono delle stesse;
45. esorta fermamente la Commissione a promuovere la ricostruzione delle regioni agricole che hanno subito gravi danni, a cercare di favorire la creazione di posti di lavoro e ad adottare i provvedimenti necessari al fine di compensare i costi sociali derivanti dalla perdita di posti di lavoro e di altre fonti di reddito nel settore agricolo.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
17.3.2010 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
34 6 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
John Stuart Agnew, Richard Ashworth, José Bové, Luis Manuel Capoulas Santos, Vasilica Viorica Dăncilă, Michel Dantin, Paolo De Castro, Albert Deß, Diane Dodds, Herbert Dorfmann, Hynek Fajmon, Lorenzo Fontana, Iratxe García Pérez, Béla Glattfelder, Martin Häusling, Esther Herranz García, Peter Jahr, Elisabeth Jeggle, Jarosław Kalinowski, Elisabeth Köstinger, Giovanni La Via, George Lyon, Gabriel Mato Adrover, Mairead McGuinness, Krisztina Morvai, James Nicholson, Rareş-Lucian Niculescu, Wojciech Michał Olejniczak, Georgios Papastamkos, Marit Paulsen, Britta Reimers, Ulrike Rodust, Giancarlo Scottà, Czesław Adam Siekierski, Alyn Smith, Csaba Sándor Tabajdi, Janusz Wojciechowski |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Luís Paulo Alves, Spyros Danellis, Lena Ek, Véronique Mathieu, Maria do Céu Patrão Neves, Daciana Octavia Sârbu |
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- [1] COM(2009)0082.
- [2] Relazione del 18 maggio 2006 sulle catastrofi naturali (incendi, siccità e inondazioni) — aspetti attinenti all'agricoltura (C 297 E del 7.12.2006, pag. 363); risoluzione del 16 febbraio 2006 sulla gestione dei rischi e delle crisi nel settore agricolo (C 290 E del 29.11.2006, pag. 407); risoluzione del 19 giugno 2008 sul potenziamento delle capacità di reazione dell'Unione europea alle catastrofi (C 286 E del 27.11.2009, pag. 15).
- [3] GU L 358 del 16.12.2006, pag. 3.
PARERE della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (28.4.2010)
destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
sulla comunicazione della Commissione "Un approccio comunitario alla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana"
(2009/2151(INI))
Relatore per parere: Antigoni Papadopoulou
SUGGERIMENTI
La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella sua proposta di risoluzione i seguenti suggerimenti:
1. saluta con favore la comunicazione della Commissione sulla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana; ricorda che le catastrofi naturali e di origine umana interessano tutti gli Stati membri e i paesi candidati all'adesione e comprendono, tra gli altri pericoli[1], inondazioni, tempeste, siccità, tsunami, terremoti[2], incendi boschivi, temperature estreme, eruzioni vulcaniche, valanghe, frane, incidenti tecnologici e industriali, erosione del suolo, frane, inquinamento del sottosuolo e della falda freatica, inquinamento dei mari, dei laghi e dei fiumi;
2. sottolinea che, al momento di applicare l'approccio comunitario, è importante tener presente che differenti tipi di catastrofe colpiscono i vari Stati membri e che, pertanto, sono necessarie misure diverse;
3. sottolinea che, se è vero che le catastrofi possono avere numerose cause, non sempre esse sono unicamente attribuibili a fenomeni naturali estremi, ma spesso sono più probabilmente dovute a un'errata relazione tra l'uomo e l'ambiente fisico circostante e ad incidenti tecnologici e industriali che possono comportare l'emissione di agenti chimici, biologici, radiologici o nucleari (CBRN) pericolosi, con pesanti conseguenze per la salute, i raccolti, le infrastrutture o il bestiame;
4. approva i principali elementi dell'approccio dell'Unione; si rammarica, tuttavia, del fatto che le precedenti proposte del Parlamento europeo non abbiano ancora trovato piena applicazione, il che ostacola l'attuazione di una strategia consolidata dell'Unione per la prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana;
5. ritiene che la comunicazione della Commissione sulla prevenzione delle catastrofi naturali e di origine umana dovrebbe stimolare dibattiti politici tra le istituzioni dell'UE e le varie parti interessate, tra cui ONG e altri membri della società civile;
6. sottolinea che le catastrofi naturali e di origine umana hanno gravissime ripercussioni sull'economia delle regioni influendo negativamente sulle infrastrutture, sul lavoro, sul patrimonio naturale e culturale, sull'ambiente e sul turismo, con effetti sfavorevoli sullo sviluppo economico e sociale di ogni paese; propone, nell'istituzione del nuovo servizio europeo per l'azione esterna e del quadro finanziario per il 2014-2020, di inserire tra le priorità per una politica di sicurezza estera coerente l'approccio dell'Unione verso le catastrofi naturali e di origine umana, incluso un adeguato meccanismo di allocazione delle risorse destinate all'aiuto umanitario in tempi di crisi sia all'interno dell'UE che nei paesi terzi;
7. sottolinea l'importanza della nuova clausola di solidarietà di cui all'articolo 222 del TFUE al fine di garantire i soccorsi con ogni mezzo e un efficace coordinamento tra gli Stati membri in caso di catastrofe naturale o di origine umana;
8. sottolinea, a tale proposito, l'importanza di coinvolgere il comitato permanente per la cooperazione operativa in materia di sicurezza interna (COSI) di cui all'articolo 71 del TFUE, istituito dalla decisione del Consiglio 2010/131/UE, del 25 febbraio 2010, relativa all'istituzione del comitato permanente per la cooperazione operativa in materia di sicurezza interna[3]; richiama, tuttavia, l'attenzione sul fatto che il COSI non è un organo legislativo e non dovrebbe avere prerogative legislative o semilegislative; esprime profonda preoccupazione per la mancanza di controllo da parte del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali e chiede che l'uno e gli altri siano adeguatamente e debitamente informati in merito alle attività del COSI, in modo tale da garantire il necessario controllo democratico;
9. ritiene che il COSI dovrebbe garantire l'interoperabilità in tutte le fasi (preparazione, risposta e recupero) della mobilitazione degli strumenti applicabili in caso di catastrofi naturali o di origine umana e il suo quadro operativo riflettere tutte le aree che dovrebbe coprire (cooperazione di polizia e doganale, frontiere esterne, sicurezza interna e catastrofi) in conformità alla strategia di sicurezza interna dell'UE;
10. sottolinea che la fornitura degli aiuti deve integrare il principio della non discriminazione; osserva che l'assistenza dovrebbe essere fornita in base alla necessità, senza discriminazioni basate sulla razza, il colore della pelle, il sesso, la lingua, la religione, le opinioni politiche o di altra natura, l'origine nazionale o sociale, le condizioni economiche, di nascita o ogni altra condizione dei beneficiari;
11. ricorda che in situazioni di catastrofi o di emergenze i diritti umani fondamentali sono a rischio; chiede un efficace monitoraggio delle operazioni di soccorso al fine di garantire il rispetto dei diritti umani fondamentali, incluse una serie di azioni preventive contro le violenze fisiche e sessuali, le violenze psicologiche, la tratta di esseri umani, l'immigrazione coatta e i comportamenti criminali;
12. sottolinea che spesso, all'indomani di catastrofi naturali o di origine umana, le donne si trovano in prima linea poiché, rispetto agli uomini, la loro sussistenza dipende maggiormente dalle risorse naturali minacciate dai pericoli; sollecita la Commissione ad adottare strategie per rispondere ai bisogni di sicurezza della gente e alle crisi ambientali e umanitarie provocate da catastrofi naturali o di origine umana che tengano conto della dimensione di genere;
13. sottolinea che le catastrofi naturali e di origine umana possono provocare gravi danni, come abbiamo visto di recente a seguito dell'eruzione di un vulcano in Islanda, all'economia e alle infrastrutture critiche, tra cui le comunicazioni, i trasporti e i servizi di base; esorta la Commissione a stabilire chiare priorità per l'assistenza ai paesi colpiti dalle catastrofi, quali la pianificazione dei siti e dei rifugi o la fornitura di risorse idriche e cure sanitarie sufficienti e sicure;
14. sottolinea che l'efficacia di un'operazione di protezione civile poggia su modalità chiave specifiche quali la prevenzione, la partecipazione attiva e il coinvolgimento di tutti, la preparazione, la risposta, il recupero e i meccanismi di ricostruzione;
15. richiama l'attenzione sull'istituzione di sistemi di allerta precoce e di forze di reazione rapida, che dovrebbero essere accompagnati da programmi di formazione e progetti di sensibilizzazione dell'opinione pubblica;
16. sottolinea l'importanza di poter disporre di una raccolta completa di dati e informazioni sui rischi e i costi delle catastrofi e di condividerli a livello UE, al fine di effettuare studi comparativi e determinare le possibili ripercussioni transfrontaliere delle catastrofi, consentendo così tra gli Stati membri uno scambio di informazioni sulle capacità civili e le risorse mediche nazionali; sottolinea altresì che occorre utilizzare e sviluppare le strutture già esistenti, come il Centro di controllo e di informazione (MIC) anziché creare nuove strutture;
17. segnala che i problemi ambientali, causati o esacerbati dal cambiamento climatico, producono attualmente un aumento della migrazione forzata e, pertanto, desidera mettere in evidenza la crescente relazione tra i richiedenti asilo e le zone di declino ambientale; chiede una migliore protezione e il reinsediamento dei "profughi climatici";
18. ritiene che sarebbe opportuno un forte meccanismo di coordinamento trasversale al fine di garantire la divulgazione delle migliori prassi che possa migliorare la cooperazione nell'ambito della preparazione, della risposta e della ripresa;
19. sottolinea la criticità dell'accesso alle cure sanitarie subito dopo il verificarsi di una catastrofe; ritiene che si dovrebbe dare priorità alle cure mediche e chirurgiche di emergenza per i superstiti feriti, alla riduzione del rischio di malattie trasmissibili, al sostegno psico-sociale alle persone che riportano gravi perdite o traumi o si trovano in condizioni sociali o di vita precarie e al sostegno di un'adeguata alimentazione infantile e della gestione della malnutrizione;
20. ritiene che importanti meccanismi finanziari dell'UE, quali lo strumento finanziario per la protezione civile, dovrebbero, alla luce dell'incremento della frequenza e dell'intensità delle catastrofi, incentrarsi maggiormente sulle misure preventive e che le possibilità di finanziamento per gli interventi all'interno dell'UE e in paesi terzi dovrebbero essere immediatamente ampliate senza dover ricorrere a procedure burocratiche;
21. ritiene che il finanziamento volto a integrare gli sforzi nazionali diretti principalmente alla protezione delle persone, ma anche dell'ambiente e dei beni, incluso il patrimonio culturale, in caso di catastrofi naturali o di origine umana dovrebbe essere gestito mediante gli strumenti finanziari esistenti;
22. ritiene che, laddove si verificano catastrofi naturali o di origine umana, la possibilità di lavorare insieme rappresenti un chiaro valore aggiunto; invita, pertanto, gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a sviluppare una cooperazione rafforzata nel campo della prevenzione delle catastrofi e un approccio olistico verso una politica dell'Unione più efficace in materia di gestione delle catastrofi; accoglie, pertanto, favorevolmente le misure già adottate dal Consiglio relativamente allo sviluppo di un quadro comunitario sulla prevenzione delle catastrofi e sulla prevenzione degli incendi forestali;
23. prende atto dell'importanza di garantire un controllo efficace e democratico delle attività di sicurezza; sottolinea l'accresciuto coinvolgimento del Parlamento europeo nello sviluppo delle politiche di sicurezza dopo l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, il che significa che una consultazione efficace in tutte le fasi è fondamentale;
24. richiama l'attenzione sulla prevenzione e la previsione delle catastrofi naturali e di origine umana e sulla mitigazione delle loro potenziali conseguenze al fine di adottare una strategia basata su un approccio proattivo e improntato all'intelligence; a tal fine ritiene fondamentale garantire che la legislazione nazionale degli Stati membri sia conforme alle norme di sicurezza di base da osservare, ad esempio, nel settore edile.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
27.4.2010 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
41 1 1 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Roberta Angelilli, Vilija Blinkevičiūtė, Rita Borsellino, Emine Bozkurt, Simon Busuttil, Philip Claeys, Carlos Coelho, Cornelis de Jong, Agustín Díaz de Mera García Consuegra, Cornelia Ernst, Hélène Flautre, Kinga Gál, Kinga Göncz, Sylvie Guillaume, Ágnes Hankiss, Anna Hedh, Sophia in ‘t Veld, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Clemente Mastella, Louis Michel, Claude Moraes, Antigoni Papadopoulou, Georgios Papanikolaou, Carmen Romero López, Judith Sargentini, Birgit Sippel, Csaba Sógor, Renate Sommer, Rui Tavares, Wim van de Camp, Axel Voss, Tatjana Ždanoka |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Alexander Alvaro, Edit Bauer, Anna Maria Corazza Bildt, Ioan Enciu, Ana Gomes, Nadja Hirsch, Franziska Keller, Petru Constantin Luhan, Mariya Nedelcheva, Norica Nicolai, Cecilia Wikström |
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- [1] Si tratta di una lista indicativa e non limitativa di catastrofi naturali e di origine umana, il che significa che possono essere inclusi nella lista anche altri tipi di catastrofi naturali e di origine umana che non figurano nel presente parere.
- [2] Risoluzione del Parlamento europeo del 14 novembre 2007 sull'impatto regionale dei terremoti (GU C 282 E del 6.11.2008, pag. 269).
- [3] GU L 52 del 3.3.2010, pag. 50.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
22.6.2010 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
42 6 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
János Áder, Elena Oana Antonescu, Pilar Ayuso, Paolo Bartolozzi, Sandrine Bélier, Milan Cabrnoch, Martin Callanan, Nessa Childers, Esther de Lange, Anne Delvaux, Edite Estrela, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Julie Girling, Nick Griffin, Françoise Grossetête, Cristina Gutiérrez-Cortines, Satu Hassi, Dan Jørgensen, Karin Kadenbach, Christa Klaß, Jo Leinen, Corinne Lepage, Peter Liese, Linda McAvan, Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė, Gilles Pargneaux, Andres Perello Rodriguez, Mario Pirillo, Pavel Poc, Vittorio Prodi, Frédérique Ries, Richard Seeber, Theodoros Skylakakis, Bogusław Sonik, Catherine Soullie, Salvatore Tatarella, Glenis Willmott, Sabine Wils, Marina Yannakoudakis |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Margrete Auken, João Ferreira, Christofer Fjellner, Marisa Matias, Bill Newton Dunn, Rovana Plumb, Michail Tremopoulos, Giommaria Uggias, Thomas Ulmer, Anna Záborská |
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