RELAZIONE sulle relazioni economiche e commerciali con la Turchia

17.8.2010 - (2009/2200(INI))

Commissione per il commercio internazionale
Relatore: Metin Kazak


Procedura : 2009/2200(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A7-0238/2010

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle relazioni economiche e commerciali con la Turchia

(2009/2200(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la relazione della Commissione sui progressi compiuti dalla Turchia nel 2009 (SEC(2009)1334),

–   visto l'accordo del 12 settembre 1963 che istituisce una associazione tra la Comunità economica europea e la Turchia,

–   visto il protocollo aggiuntivo a tale accordo, del 23 novembre 1970, in particolare l'articolo 41, paragrafo 1 ("clausola di standstill"),

–   vista la decisione n. 1/80 del Consiglio di associazione CE-Turchia, del 19 settembre 1980,

–   vista la decisione n. 1/95 del Consiglio di associazione CE-Turchia, del 22 dicembre 1995, relativa all'attuazione della fase finale dell'unione doganale (96/142/CE),

–   viste le sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea in ordine alle quattro libertà fondamentali, in particolare nelle cause Demirel, Sevince, Savas, Abatay-Sahin, Tum-Dari e Soysal,

–   visto l'ultimo esame della politica commerciale della Turchia realizzato dall'OMC, pubblicato nel 2007,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulla Turchia,

–   vista l'analisi del dipartimento tematico concernente il programma annuale 2009 per la Turchia nel quadro dello strumento di preadesione (IPA) contestualmente al pacchetto allargamento 2009,

–   viste le conclusioni del Consiglio dell'11 dicembre 2006,

–   visto l'articolo 48 del proprio regolamento,

–   vista la relazione della commissione per il commercio internazionale (A7-0238/2010),

A. considerando che l'unione doganale con la Turchia rimane uno dei rapporti commerciali più avanzati e più stretti in essere tra l'UE e un paese terzo,

B.  considerando che la Turchia, stando alle statistiche della Banca mondiale, è la diciassettesima potenza economica mondiale e la sesta economia in Europa, con oltre il 90% delle esportazioni costituito da prodotti industriali; che nel 2008 la Turchia era il ventesimo beneficiario mondiale di investimenti esteri diretti (IED), con un flusso pari a 18 miliardi di dollari,

C. considerando che la Turchia è divenuta il settimo partner commerciale dell'UE e che l'UE è il maggiore partner commerciale della Turchia,

D. considerando che nel 2009 la Turchia ha esportato 33,6 miliardi di EUR di prodotti verso l'UE e ha importato 40,4 miliardi di EUR di prodotti dall'Unione,

E.  considerando che l'indice medio di disoccupazione in Turchia ha raggiunto nel 2009 la cifra allarmante del 13%, che la disoccupazione giovanile raggiunge il 24% e che, secondo l'ultima indagine sulla povertà (2007), il 18,56% della popolazione turca vive al di sotto della soglia di povertà,

1.  si compiace che le relazioni commerciali tra UE e Turchia si situino a un livello avanzato; invita la Turchia a semplificare le procedure e la burocrazia e a eliminare le rimanenti barriere tariffarie e non tariffarie; sottolinea l'importanza di un dialogo costruttivo tra le due parti al fine di migliorare ulteriormente tali relazioni;

2.  ricorda che, stando alla lettura combinata dell'articolo 205 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e dell'articolo 21 del trattato UE, l'azione esterna dell'Unione, inclusa la politica commerciale comune, si prefigge di promuovere "[...] la democrazia, lo Stato di diritto, l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani e delle libertà fondamentali, il rispetto della dignità umana, i principi di uguaglianza e di solidarietà e il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale" nonché di istituire partenariati con i paesi terzi che condividono tali principi;

3.  invita la Commissione a portare avanti l'impegno e il dialogo con la Turchia in materia di commercio, in particolare in seno al comitato consultivo misto e al comitato misto per l’unione doganale CE-Turchia; invita entrambe le parti a fare un uso più efficace di queste piattaforme, risolvendo con celerità le questioni pendenti, come il divieto turco sulle importazioni di carni bovine, di bovini vivi e prodotti derivati e i contingenti stradali applicati da alcuni Stati membri ai veicoli immatricolati in Turchia;

4.  prende atto delle potenzialità di crescita a lungo termine e delle specificità demografiche della Turchia; incoraggia l'UE e la Turchia a prestare la debita attenzione all'interconnessione delle loro economie, a mantenere regimi commerciali e di investimento aperti e la loro capacità di reggere alle pressioni protezionistiche interne, in linea con gli impegni assunti in varie sedi internazionali, e a utilizzare gli strumenti di difesa commerciale in conformità delle regole OMC;

5.  esprime preoccupazione per lo scarso livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro e per la loro occupazione nel settore informale; esorta la Turchia a porre l'occupazione femminile al centro delle sue politiche economiche, sociali ed occupazionali;

6.  pone in evidenza la gravità della situazione occupazionale dei giovani e la mancanza di azioni specifiche per far fronte al problema; rinvia a un recente studio dell'OIL che descrive la creazione di posti di lavoro, in generale, e l'occupazione delle donne e dei giovani, in particolare, come la sfida chiave del mercato del lavoro per lo sviluppo della Turchia; chiede pertanto una strategia occupazionale che miri, in generale, all'occupazione giovanile e, in particolare, alla situazione delle giovani donne;

7.  plaude all'istituzione dell'unione doganale (UD), avvenuta nel 1996, che ha assicurato un maggiore accesso al mercato e ha consentito al volume degli scambi tra UE e Turchia di raggiungere la quota di 100 miliardi di euro annuali al suo culmine nel 2008;

8.  evidenzia che l'UD si applica ai prodotti industriali e ai prodotti agricoli trasformati; attende con interesse che i prodotti agricoli vengano inclusi nei tempi più brevi; ritiene che l'UD possa essere consolidata includendo altri settori, come i servizi e gli appalti pubblici;

9.  si rammarica che, secondo l'ultimo esame dell'OMC, il dazio doganale medio per i prodotti agricoli applicato dalla Turchia sia relativamente elevato e, in alcuni casi, estremamente elevato (per il granturco, ad esempio, il dazio applicato è del 130%); chiede al governo turco di ridurre in misura sostanziale queste barriere;

10. valuta positivamente l'adeguamento del codice doganale turco a quello dell'UE, in particolare l'adozione del sistema delle preferenze generalizzate (SPG); raccomanda un maggiore allineamento della legislazione turca con l'acquis comunitario in materia di libero scambio, lotta alla contraffazione, controllo a posteriori e autorizzazione di negozi in franchigia (duty-free);

11. deplora che per il quinto anno consecutivo la Turchia non abbia ancora applicato pienamente il protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione né soppresso tutte le barriere alla libera circolazione delle merci; invita il governo turco ad applicarlo rapidamente nella sua integralità e in maniera non discriminatoria; chiede alla Turchia di ottemperare integralmente e senza indugi a tutti gli obblighi che le incombono in virtù del Protocollo, in maniera non discriminatoria, il che contribuirà a un maggiore sviluppo delle sue relazioni commerciali con tutti gli Stati membri dell'UE; ricorda che, in caso contrario, il processo negoziale ne risulterebbe seriamente compromesso

12. ribadisce che è fondamentale che la Turchia rispetti pienamente gli impegni assunti nel quadro dell'unione doganale; ritiene altresì che sia necessaria una maggiore armonizzazione con l'acquis comunitario in alcuni settori, come le zone di libero scambio e le riduzioni doganali;

13. sottolinea che l'UD trarrebbe enorme vantaggio da una revisione del meccanismo di composizione delle controversie, che consentirebbe una definizione rapida ed equa delle questioni in sospeso;

14. chiede la soppressione di tutti gli ostacoli ingiustificati agli scambi ?commerciali? tra l'UE e la Turchia, compresi quelli tecnici quali il non riconoscimento delle certificazioni, la duplicazione delle prove, la duplicazione delle ispezioni, le norme e le regolamentazioni tecniche obbligatorie, nel rispetto delle norme OMC; invita inoltre la Commissione a condividere le migliori pratiche in materia;

15. constata le difficoltà incontrate dalla Turchia nel concludere accordi di libero scambio (ALS) con paesi terzi, il che ha conseguenze deleterie per l'economia turca in quanto viene consentito un accesso preferenziale unilaterale al mercato turco per i partner ALS dell'UE con cui la Turchia non ha ancora potuto sottoscrivere accordi di libero scambio; invita la Commissione e il Consiglio ad assicurare che la Turchia sia inserita negli studi di valutazione dell'impatto degli ALS futuri tra l'UE e i paesi terzi e a rafforzare ulteriormente la trasmissione di informazioni sulla posizione dell'UE e sullo stato di avanzamento dei negoziati ALS; esorta la Commissione a tenere conto, nell'ambito degli ALS, dell'unione doganale tra UE e Turchia;

16. invita la Turchia a eliminare le restanti licenze d'importazione per merci che violano gli impegni nel quadro dell'unione doganale e ad accettare di aggiornare la decisione n. 2/97 del Consiglio di associazione CE-Turchia sull'eliminazione degli ostacoli tecnici agli scambi;

17. accoglie con favore la legislazione sulla standardizzazione negli scambi esterni adottata dal governo turco nel 2009; rileva, tuttavia, l'introduzione di procedure di valutazione della conformità e di controlli fisici da parte delle dogane; esorta sia l'UE che la Turchia ad applicare pienamente i principi del reciproco riconoscimento;

18. invita inoltre la Turchia a rinunciare alle gravose procedure di importazione e ad allineare il suo sistema di quote in esenzione da dazi per i prodotti agricoli trasformati che non sono conformi ai requisiti dell'unione doganale;

19. si compiace delle conclusioni positive dell'ultimo esame OMC sulla Turchia; esorta tuttavia il governo turco ad adottare i necessari provvedimenti al fine di ottemperare alle raccomandazioni ivi contenute e ad accelerare le riforme strutturali e legislative;

20. chiede alla Turchia di sospendere i nuovi requisiti relativi alle buone pratiche di fabbricazione, trattandosi di fatto di un divieto all'importazione di taluni prodotti farmaceutici, nonché di partecipare e aderire a iniziative internazionali per l'armonizzazione delle procedure e delle norme in materia di buone pratiche di fabbricazione come quelle dell'OMS e dell'UE;

21. prende atto della dinamicità della strategia della Turchia in materia di scambi internazionali e del fatto che il paese ha concluso ad oggi 16 ALS; incoraggia l'UE e la Turchia a lavorare assieme per approfondire le relazioni commerciali con l'Asia centrale;

22. rileva che l'88% del volume totale degli IED in Turchia proviene dall'UE; precisa, tuttavia, che la quota di IED nel PIL del paese è relativamente modesta;

23. prende atto del ruolo della Turchia nell'ambito di piattaforme regionali quali l'Organizzazione di cooperazione economica del Mar Nero, la Banca per il commercio e lo sviluppo del Mar Nero e il processo di cooperazione per l'Europa sudorientale; incoraggia il paese ad assumere un ruolo guida nella promozione di un commercio equo e aperto, nel rispetto del benessere sociale, economico ed ambientale;

24. rileva il ruolo della Turchia nell'area mediterranea quale partner fondatore del processo di Barcellona e invita il paese a rispettare pienamente tutti gli Stati partner del processo; sottolinea che esistono enormi potenzialità di miglioramento degli scambi commerciali della Turchia nel bacino del Mediterraneo;

25. osserva che, se è vero che per la Turchia l'UE rimane il più importante partner commerciale, nel 2009 Russia, Cina, Stati Uniti ed Iran sono stati i suoi principali partner commerciali; sottolinea che il volume degli scambi tra Turchia e UE è diminuito nel 2009, a fronte di una tendenza all'incremento registrata nei primi due trimestri del 2010; osserva inoltre che la Turchia sta diversificando i suoi partner commerciali; invita la Commissione a realizzare uno studio sulle cause, che possono comprendere la crisi finanziaria, e sull'impatto economico della flessione relativa della quota UE negli scambi esteri della Turchia;

26. osserva che, nel campo dell'approvvigionamento energetico, la Turchia e l'UE si trovano ad affrontare sfide simili; sottolinea l'importanza del progetto Nabucco per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico nell'UE e invita pertanto la Turchia a prendere l'iniziativa di dare rapidamente attuazione all'accordo intergovernativo su Nabucco; sottolinea la necessità di definire una strategia esterna comune in materia di energia e di aprire il capitolo sull'energia, nell'ottica di potenziare ulteriormente la cooperazione nel settore; sollecita la Turchia a ratificare l'emendamento delle disposizioni commerciali del trattato sulla carta dell'energia e la incoraggia ad investire nell'enorme potenziale delle sue fonti energetiche rinnovabili;

27. rileva che i ricorrenti problemi di visti nell'ambito della Modalità 4 del GATS limitano in maniera sostanziale la circolazione delle persone d'affari e dei camionisti turchi nell'UE; pone in evidenza le sentenze successive della Corte di giustizia dell'Unione europea in materia e invita la Commissione a garantire che gli Stati membri rispettino tali sentenze; invita la Commissione e il Consiglio a riesaminare le procedure di visto nell'ottica di eliminare gli ostacoli agli scambi;

28. si rammarica che non sia ancora stata completata la legislazione che garantisce il pieno rispetto dei diritti sindacali in linea con le norme europee e le pertinenti convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro, con particolare riguardo ai diritti di organizzazione sindacale e di contrattazione collettiva e al diritto di sciopero;

29. sollecita la Turchia ad evitare, nel campo degli appalti pubblici, pratiche discriminatorie nei confronti delle imprese estere riconoscendo agli offerenti turchi un vantaggio di prezzo del 15%; invita la Turchia a diventare parte dell'accordo sugli appalti pubblici (AAP) nell'ambito dell'OMC;

30. sottolinea che nell'ambito delle relazioni commerciali UE-Turchia i prodotti contraffatti, specialmente nel settore farmaceutico e cosmetico, presentano un grave problema e riducono la capacità del paese di attirare gli IED; incoraggia la Turchia a rispettare efficacemente la nuova normativa IPR in vista di approfondire le relazioni commerciali con l'UE; sottolinea la necessità di trovare un migliore equilibrio tra i requisiti internazionali in materia di diritto della proprietà intellettuale e le esigenze di sviluppo economico interno in sede di definizione di un regime di proprietà intellettuale;

31. rileva che le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano il 99% delle aziende turche e forniscono il 70% delle opportunità occupazionali nel paese; incoraggia la Turchia a migliorare l'accesso ai finanziamenti per le PMI; plaude al nono piano di sviluppo della Turchia, che pone l'attenzione su determinate spese per la ricerca e lo sviluppo, cruciali per potenziare la competitività delle PMI;

32. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al governo della Turchia.

MOTIVAZIONE

Introduzione

Il ruolo della Turchia quale attore del commercio mondiale è andato rafforzandosi negli ultimi anni, soprattutto perché il paese tende a sfruttare maggiormente l'unicità della sua posizione geopolitica, che gli consente di fungere da collegamento tra le regioni del Mediterraneo, del Medio Oriente, dell'Asia, del Mar Nero e del Caucaso, anche se a sostenere la crescita della Turchia sulla scena degli scambi mondiali è stato, in realtà, il rapporto commerciale privilegiato con l'Unione europea (UE).

L'unione doganale (UD)

Le radici dell'UD risalgono al 1963, anno in cui la Turchia e la CEE strinsero un accordo di associazione che prevedeva la realizzazione di un'unione doganale entro il 1996. Questo strumento ha permesso l'approfondimento delle relazioni economiche e la creazione dell'UD, che rappresenta una delle tre unioni doganali stipulate dall'UE e l'unica ad essere stata conclusa con un paese candidato all'adesione. Da allora, è stato raggiunto un ragguardevole livello d'integrazione dei mercati, in particolar modo per quanto concerne la libera circolazione delle merci. In tempi recenti, un grosso passo avanti verso l'integrazione si è avuto con l'adozione del nuovo codice doganale turco e l'introduzione del sistema delle preferenze generalizzate.

L'UD si estende a tutti i prodotti industriali e ai prodotti agricoli trasformati. Il suo successo è desumibile dalle cifre: la Turchia è divenuta un partner commerciale chiave dell'UE, che figura al settimo posto tra i maggiori mercati di importazione dell'Unione e al quinto posto tra i mercati di esportazione. Con due terzi del totale dei flussi EID in provenienza dall'UE, la Turchia è divenuta una base di investimento per le imprese europee, con una crescente integrazione nella catena di approvvigionamento e produzione, spesso in segmenti ad alto valore aggiunto. Nel 2009 il paese ha esportato 33,6 miliardi di EUR di prodotti verso l'UE e ha importato 40,4 miliardi di EUR di prodotti dall'Unione. Inoltre, è diventato la quindicesima potenza economica mondiale.

Sebbene sia stata istituita nel 1996, l'UD non può dirsi ancora completa. Tenuto conto dei negoziati di adesione, l'UD può essere approfondita con la copertura dei prodotti agricoli e di settori come i servizi e gli appalti pubblici e può essere reimpostata per eliminare le carenze attuali.

L'unione doganale è di per sé una prova del successo dell'integrazione economica e commerciale UE-Turchia. Essa ha contribuito a rafforzare questa spirale di crescita ancorando la Turchia al mercato e al sistema di produzione europei. L'integrazione economica e il potenziamento degli scambi e degli investimenti con l'UE debbono una parte significativa del loro successo all'UD e all'avvio dei negoziati di adesione nel 2005. Tuttavia l'UD sembra risentire di problematiche ricorrenti legate al persistere delle barriere tecniche agli scambi e al ricorso eccessivo alle misure di salvaguardia. Trovano tuttora applicazione, infatti, le procedure di valutazione della conformità in luogo dell'accettazione automatica ed il ricorso a norme e regolamentazioni tecniche quali strumenti di protezione dei mercati nazionali.

I problemi di visti affrontati dagli operatori commerciali turchi che entrano nell'UE, come dimostrato da una serie di sentenze della Corte di giustizia, e l'assenza di parallelismo che caratterizza la negoziazione e la conclusione degli accordi di libero scambio con i paesi terzi come pure la mancata applicazione dei diritti di proprietà intellettuale sono altri problemi registrati nel quadro dell'unione doganale tra UE e Turchia. Tenuto conto dei negoziati di adesione, un approfondimento delle relazioni commerciali e dell'integrazione del mercato contribuirebbero sicuramente a rendere l'UD più ampia e più forte.

L'UD potrebbe trarre enorme vantaggio dall'istituzione di un meccanismo efficace di composizione delle controversie. Qualsiasi riforma sostanziale dell'UD sembra tuttavia di non semplice realizzazione, dato l'impedimento rappresentato dalla questione della candidatura della Turchia all'Unione europea.

La Turchia e il commercio internazionale

La Turchia è membro dell'OMC dal 1995, anche se non partecipa all'accordo sugli appalti pubblici. Il recente meccanismo di esame delle politiche commerciali ha elogiato le riforme della Turchia a motivo del fatto che favoriscono la crescita, la disinflazione e la diminuzione del debito pubblico e di quello esterno. Rimangono pur tuttavia dei problemi per quanto concerne la crescita del disavanzo corrente e le barriere alle importazioni (dazi doganali e imposte interne), aspetti ampiamente criticati dall'esame di cui sopra.

La Turchia è anche un partner fondatore del processo di Barcellona e un attore chiave della costruzione di una zona di libero scambio euromediterranea. Il paese, infatti, vanta ad oggi la rete più completa di ALS sud-sud con i partner Euromed. Nonostante l'ovvio ruolo che la Turchia esercita nell'area mediterranea, gli scambi con i paesi Euromed rimangono piuttosto limitati, in termini sia assoluti che relativi. Prova ne è il fatto che il commercio con i partner mediterranei costituisce solo il 4% delle importazioni del paese ed il 7% delle sue esportazioni.

La Turchia è un membro fondatore della cooperazione economica del Mar Nero e ha sottoscritto accordi di libero scambio con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Croazia, la Bosnia-Erzegovina e l'Albania. La Turchia è altresì membro del processo di cooperazione per l’Europa sudorientale.

L'UE è di gran lunga il partner commerciale più importante della Turchia, ma la sua quota è in diminuzione. La Russia e la Cina stanno aumentando le rispettive quote negli scambi della Turchia. I principali partner commerciali della Turchia esterni all'UE sono la Russia, la Cina, gli Emirati Arabi Uniti, gli Stati Uniti e l'Iran.

Le statistiche indicano che le esportazioni verso l'UE sono cresciute solo del 5% e che nel 2008 le esportazioni verso l'UE hanno rappresentato soltanto il 48% del totale delle esportazioni del paese, contro il 56% dell'anno scorso. D'altro canto, le importazioni dall'UE sono salite del 9%, mentre le importazioni da altri paesi sono cresciute nello stesso periodo del 25%.

La Turchia è esposta a una forte concorrenza nei suoi principali settori storici, come quello tessile. I maggiori concorrenti provengono dalle economie in via di sviluppo, come l'India e la Cina. Le relazioni commerciali con la Cina sono in crescita, in particolare nel settore energetico; i due paesi hanno concordato una serie di misure economiche e concluso accordi di cooperazione bilaterale in materia di commercio, diplomazia, turismo, energia, cultura e mezzi di comunicazione. Nel 2008 la Turchia ha registrato un disavanzo commerciale nei confronti della Cina di quasi 16 miliardi di dollari. Una maggiore cooperazione e ulteriori azioni concertate tra l'UE e la Turchia potrebbero contribuire all'individuazione di soluzioni comuni alle attuali difficoltà sul piano degli scambi e degli investimenti.

Per quanto concerne gli investimenti esteri diretti, l'UE mantiene il primato di maggiore fonte di flussi IED in Turchia. Nel 2008, il 75% di tali flussi proveniva dai paesi dell'UE, e nei primi mesi del 2009 la percentuale è salita all'88%. Ciononostante, il ruolo degli IED nell'economia turca è assai limitato; in questo ambito è possibile attuare enormi miglioramenti, soprattutto sfruttando i vantaggi offerti dalla ripresa dell'economia globale. La questione dei prodotti contraffatti e la mancata applicazione dei diritti di proprietà intellettuale sono direttamente collegate agli afflussi di IED, poiché tali aspetti incidono in modo determinante sulla capacità della Turchia di attirare questo tipo di investimenti.

La robustezza del sistema bancario turco rispetto alla crisi finanziaria è stata degna di nota. Essa è in larga misura riconducibile a una serie di riforme successive alla crisi che ha colpito il paese nel 2001. Vi sono elementi che dimostrano che l'economia turca si sta riprendendo dalla recessione. L'istituto di statistica turco ha riportato per gli ultimi tre mesi del 2009 un aumento del PIL pari al 6%, un risultato considerevole se raffrontato al brusco calo del 14,5% registrato nel primo trimestre dello stesso anno.

Conclusione

Considerate l'importanza del volume commerciale e la solidità dei rapporti tra la Turchia e l'UE, sarebbe il caso di prestare la debita attenzione alle relazioni commerciali ed economiche tra le due parti. Occorre, a tale proposito, adottare le iniziative necessarie a potenziare ulteriormente la qualità di dette relazioni.

Ad oggi, vi sono diverse questioni tecniche ancora irrisolte che richiedono iniziative immediate.

Occorre rendere l'unione doganale più funzionale; le questioni pendenti richiedono un'attenzione immediata; la Turchia e l'UE devono allineare ulteriormente le loro politiche commerciali, specialmente nell'ambito degli ALS e degli scambi regionali. Queste azioni possono portare benefici reciproci a vantaggio di entrambe le economie.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

14.7.2010

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

25

2

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

William (The Earl of) Dartmouth, Laima Liucija Andrikienė, Kader Arif, Christofer Fjellner, Joe Higgins, Yannick Jadot, Metin Kazak, Bernd Lange, Vital Moreira, Cristiana Muscardini, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Niccolò Rinaldi, Helmut Scholz, Peter Šťastný, Robert Sturdy, Gianluca Susta, Keith Taylor, Iuliu Winkler, Pablo Zalba Bidegain, Paweł Zalewski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Francesca Balzani, Catherine Bearder, George Sabin Cutaş, Béla Glattfelder, Salvatore Iacolino, Maria Eleni Koppa, Elisabeth Köstinger, Jörg Leichtfried, Georgios Papastamkos, Miloslav Ransdorf, Jarosław Leszek Wałęsa

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Franziska Keller, Kyriakos Mavronikolas, Georgios Papanikolaou, Giommaria Uggias