RELAZIONE su una strategia efficace per le materie prime in Europa

25.7.2011 - (2011/2056(INI))

Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia
Relatore: Reinhard Bütikofer
Relatore per parere (*): Judith A. Merkies, commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
(*) Commissioni associate - articolo 50 del regolamento


Procedura : 2011/2056(INI)
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A7-0288/2011
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A7-0288/2011
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

su una strategia efficace per le materie prime in Europa

(2011/2056(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la comunicazione della Commissione del 2 febbraio 2011 dal titolo "Affrontare le sfide relative ai mercati dei prodotti di base e alle materie prime" (COM(2011)0025),

–   vista la comunicazione della Commissione del 4 novembre 2008 dal titolo "L'iniziativa "materie prime": rispondere ai nostri bisogni fondamentali per garantire la crescita e creare posti di lavoro in Europa" (COM(2008)0699),

–   vista la relazione intitolata "Critical Raw Materials for the EU" (materie prime essenziali per l'UE) del sottogruppo del gruppo sull'approvvigionamento di materie prime della Direzione generale per l’impresa e l’industria[1],

–   vista la comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010 intitolata "Europa 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010)2020),

–   vista la comunicazione della Commissione del 26 gennaio 2011 dal titolo "Un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse – Iniziativa faro nell'ambito della strategia Europa 2020" (COM(2011)0021),

–   vista la comunicazione della Commissione dell'8 marzo 2011 dal titolo "Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050" (COM(2011)0112/4),

–   vista la comunicazione della Commissione del 28 ottobre 2010 intitolata "Una politica industriale integrata per l'era della globalizzazione – Riconoscere il ruolo centrale di concorrenzialità e sostenibilità" (COM (2010)0614),

–   vista la comunicazione della Commissione del 6 novembre 2010 dal titolo "Iniziativa faro Europa 2020, l'Unione dell'innovazione" (COM(2010)0546),

–   vista la comunicazione della Commissione del 9 novembre 2010 intitolata "Commercio, crescita e affari mondiali – La politica commerciale quale componente essenziale della strategia 2020 dell'UE" (COM(2010)0612),

–   vista la sua risoluzione del 9 marzo 2011 su una politica industriale per l'era della globalizzazione[2],

–   vista la sua risoluzione del 3 febbraio 2011 sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)[3],

–   vista la sua risoluzione del 16 giugno 2010 sulla strategia UE 2020[4],

–   visto il documento orientativo dal titolo "Non-energy mineral extraction and Natura 2000" (estrazione di minerali non energetici e Natura 2000) della Direzione generale per l'Ambiente della Commissione europea[5],

–   visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato alla comunicazione del 4 novembre 2008 dal titolo "L'iniziativa "materie prime": rispondere ai nostri bisogni fondamentali per garantire la crescita e creare posti di lavoro in Europa" (COM(2008)0699) (SEC(2008)2741),

–   vista la relazione annuale 2009 sulla politica delle materie prime ("Raw materials policy 2009 annual report") della Direzione generale del Commercio della Commissione[6],

–   visto lo studio dal titolo "The links between the environment and competitiveness" (le relazioni tra ambiente e competitività) della Direzione generale per l'Ambiente della Commissione europea[7],

–   visto il Libro verde della Commissione del 10 novembre 2010 dal titolo "La politica di sviluppo dell'Unione europea a sostegno della crescita inclusiva e dello sviluppo sostenibile – Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'UE" (COM(2010)0629),

–   vista la comunicazione della Commissione del 10 novembre 2010 sul consolidamento delle relazioni UE-Africa (COM(2010)0634),

–   vista la comunicazione della Commissione sul commercio e lo sviluppo,

   vista la comunicazione della Commissione del 25 settembre 2009 dal titolo "Coerenza delle politiche per lo sviluppo – Definizione del quadro politico per un approccio unico dell'Unione" (COM(2009)0458),

   vista la sua risoluzione del 18 maggio 2010 sulla coerenza delle politiche europee per lo sviluppo e il concetto di “aiuto pubblico allo sviluppo plus”[8],

   vista la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sull'inclusione di clausole sulla responsabilità sociale delle imprese negli accordi commerciali internazionali[9],

   viste le conclusioni del Consiglio del 10 marzo 2011 su come affrontare le sfide relative ai mercati dei prodotti di base e alle materie prime,

   visto l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (trattato di Lisbona), che ribadisce che l'UE tiene conto degli obiettivi di cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo,

–   visto il quadro degli attuali negoziati di Doha,

–   vista la strategia comune UE-Africa del 2007 e la dichiarazione di Tripoli del terzo vertice UE-Africa tenutosi il 29 e il 30 novembre 2010,

–   visto l'attuale procedimento in seno all'OMC su nove materie prime avviato da Unione europea, Stati Uniti e Messico nei confronti della Cina,

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia nonché i pareri della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, della commissione per gli affari esteri, della commissione per lo sviluppo, della commissione per il commercio internazionale e della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A7-0288/2011),

A. considerando che l'UE ha bisogno di una base industriale forte, che è fortemente dipendente da un approvvigionamento adeguato di materie prime, pur diventando "verde", per passare ad un'economia a basse emissioni di carbonio e restare competitiva,

B.  considerando che la complessità delle procedure amministrative e la mancanza di un coordinamento tra le amministrazioni possono determinare ritardi di diversi anni per l'ottenimento di un'autorizzazione per lo sfruttamento di risorse minerarie; considerando che tali ritardi sono eccessivi, che determinano un aumento dei costi di capitale degli investimenti ed escludono le piccole e medie imprese dal mercato,

C. considerando che la domanda di materie prime è aumentata in modo costante a livello mondiale, specie per i metalli necessari per le tecnologie,

D. considerando che gli Stati membri dell'UE, l'Australia e gli Stati Uniti hanno il potenziale per sviluppare l'estrazione delle proprie risorse di materie prime essenziali, metalli comuni e terre rare,

E.  considerando che lo sviluppo di nuove tecnologie continuerà a rafforzare la domanda di risorse, essenziale per lo sviluppo di tali industrie,

F.  considerando che l'approvvigionamento internazionale è in parte ostacolato dalle quote all'esportazione e che i prezzi stanno raggiungendo livelli record,

G. considerando che, nel settore manifatturiero, la quota delle spese di materiale nell'ambito delle spese di produzione totali è notevolmente maggiore rispetto alla quota correlata alla retribuzione dei lavoratori e che, almeno a medio termine, tale tendenza al rialzo della prima dovrebbe rimanere invariata in tutti i settori,

H. considerando che i mercati traggono beneficio da condizioni di parità,

I.   considerando che una maggiore concorrenza sulle materie prime potrebbe aggravare le relazioni internazionali e portare a conflitti relativi alle risorse,

J.   considerando che tali sfide possono rappresentare un'opportunità per nuovi partenariati innovativi di cooperazione mutualmente vantaggiosa tra l'UE e i paesi terzi,

K. considerando che in molti paesi in via di sviluppo lo sfruttamento delle risorse naturali non avviene a vantaggio della popolazione a causa dell'esistenza di regimi non democratici, frodi, corruzione o conflitti armati,

L.  considerando che le azioni proposte dalla Commissione per promuovere l'efficienza ed il riciclaggio delle risorse si limitano per la maggior parte alla valutazione delle azioni che potrebbero essere eseguite, invece di proporre le misure concrete da adottare e sono pertanto insufficienti per conseguire gli obiettivi dichiarati,

M. considerando che la Commissione indica che un'applicazione ed un'esecuzione rafforzate della legislazione vigente relativa ai rifiuti sono essenziali per promuovere un'Europa più efficiente in materia di risorse,

N. considerando che l'aumento del riciclaggio di materiali pregiati, in particolare terre rare, richiede uno smantellamento intensivo,

O. considerando che il riciclaggio, per essere redditizio, deve basarsi su una tecnologia di separazione e classificazione affidabile ed efficiente, poiché il valore dei materiali riciclati dipende dalla purezza della frazione,

P.  considerando che il rafforzamento dell'efficacia e del riciclaggio promuove la sostenibilità, la competitività e la sicurezza dell'approvvigionamento,

Q. considerando che, negli ultimi decenni, la produttività della manodopera si è sviluppata molto più velocemente rispetto alla produttività delle risorse – secondo le stime i costi della manodopera rappresentano meno del 20% di un prodotto e i costi delle risorse rappresentano il 40% – e che è pertanto necessario agire con rapidità per migliorare l'efficienza delle risorse,

R.  considerando che è essenziale adottare in tempo utile misure decisive per attuare una strategia efficiente e far sì che l'iniziativa relativa alle materie prime dia dei risultati,

Una strategia relativa alle materie prime

1.  ritiene che, per quanto riguarda le materie prime, l'UE si trovi di fronte sia a sfide sia a grandi opportunità; sottolinea che l'UE, nel quadro dell'aumento della domanda di materie prime a livello globale, ha la possibilità di trarre benefici mediante un rafforzamento dell'approvvigionamento di materie prime e dell'efficienza, soddisfacendo nel contempo le esigenze delle industrie dell'UE e del settore delle materie prime; sottolinea che la possibilità di un accesso equo alle materie prime nonché di prezzi stabili e prevedibili delle stesse riveste un'importanza cruciale per il potenziale di sviluppo, la competitività, l'innovazione e la conservazione dell'industria europea, mentre le restrizioni all'accesso e all'approvvigionamento, in particolare di materie prime essenziali come le terre rare nonché un'elevata volatilità dei prezzi possono ostacolare la competitività, l'ecoefficienza e le prospettive in termini di innovazione dell'industria dell'UE e in particolare delle PMI; accoglie con favore il fatto che la Commissione abbia promosso la questione delle materie prime nel quadro della sua iniziativa relativa alle materie prime (RMI) nel 2008 e chiede con forza alla Commissione e agli Stati membri di procedere verso una sua rapida applicazione; ritiene che la politica e la diplomazia in materia di risorse siano molto importanti per l'UE, non solo per quanto riguarda la politica industriale e il commercio internazionale, ma anche in quanto questione trasversale che riguarda diversi settori della politica interna nonché della politica estera e di sicurezza; chiede alla Commissione di prestare quanta più attenzione possibile a tale questione e alla questione energetica; ritiene che si tratti di un compito che riguarda anche il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE);

2.  ritiene che la responsabilità di una diplomazia dell’UE coerente ed efficace spetti al SEAE e ai servizi competenti della Commissione – e per le questioni commerciali in particolare alla DG Commercio – operanti in stretto coordinamento col Consiglio e il Parlamento; ritiene inoltre che la rilevanza strategica delle materie prime debba riflettersi nell'organizzazione del SEAE nonché nella dotazione di personale delle pertinenti delegazioni dell’UE; sottolinea l'importanza del coordinamento della politica estera dell’UE e degli Stati membri nel campo delle materie prime;

3.  invita la Commissione a prestare la dovuta attenzione ai mercati dei prodotti di base da un lato e, dall'altro, alla RMI, poiché i due ambiti differiscono per natura e richiedono misure specifiche per affrontarne problemi divergenti; sottolinea che i mercati finanziari ed i mercati dei prodotti di base sono oggi più che mai interconnessi e che la volatilità dei prezzi è accentuata dalla speculazione; nota che il corretto funzionamento del mercato delle materie prime fornirebbe gli incentivi necessari per indurre le imprese ad utilizzare le risorse in modo più efficiente, a sostituire e riciclare le risorse e ad investire maggiormente in attività di R&S per individuare soluzioni di sostituzione; invita pertanto la Commissione a promuovere il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime, ad esempio procedendo alla revisione della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari, al fine di rendere le operazioni più trasparenti; sottolinea che i tre pilastri della RMI si completano tra loro nel risolvere le questioni relative alle materie prime e nel garantire l'approvvigionamento di materie prime nell'UE; invita la Commissione ad attuare la strategia per le materie prime in modo equilibrato e coerente in relazione ad altre importanti politiche europee, in particolare nell'ambito dell'industria, della ricerca, dell'ambiente, dei trasporti e della strategia Europa 2020; nota, in particolare, l'importante ruolo svolto in tale contesto da una forte politica nel settore industriale e dell'innovazione;

4.  plaude al lavoro svolto dalla Commissione nell'identificare le materie prime essenziali, che sono tutte "metalli necessari per le tecnologie" e devono essere prese in considerazione nell'ambito delle misure successive; invita la Commissione:

-    ad aggiornare regolarmente l'elenco delle materie prime essenziali e ad osservare le materie prime non rare ma importanti, al fine di contrastare le tendenze inflazionistiche che danno luogo a concentrazioni a livello dei fornitori;

-    ad istituire un sistema di rilevazione dei rischi per le materie prime essenziali, al fine di analizzare gli effetti negativi di eventuali carenze di materie prime essenziali, in particolare le terre rare, nei settori dell'energia rinnovabile, dell'alta tecnologia, della difesa e persino nel settore automobilistico;

-    ad analizzare le catene di approvvigionamento che dipendono dalle materie prime essenziali, le capacità di raffinazione, che portano anche alla produzione di prodotti semilavorati e l'interazione tra le materie prime essenziali ed i metalli comuni ad esse associati;

ricorda che, per quanto riguarda le materie prime e le materie prime essenziali, la criticità dei diversi elementi varia, così come la loro disponibilità, l'uso, la necessità di lavorazione e, di conseguenza, la determinazione del prezzo nelle diverse fasi della catena di approvvigionamento, di cui si dovrebbe tenere conto nell'analisi; richiama inoltre l'attenzione sulla diversità dei paradigmi logistici per i flussi di materie prime nel mercato comune;

5.  rileva che non tutti i mercati delle materie prime si comportano nello stesso modo e, in particolare, che i mercati delle materie prime nel settore agricolo sono fortemente condizionati da fattori stagionali e climatici e richiedono pertanto un'attenzione particolare;

6.  chiede pertanto alla Commissione di presentare uno studio sulle importazioni europee delle materie prime che, sebbene non elencate come essenziali (ad esempio litio, afnio e nickel), rivestono comunque un'importanza strategica per soddisfare il fabbisogno industriale europeo e produrre beni di consumo dotati di un elevato valore aggiunto; ritiene che lo studio dovrebbe altresì valutare la dipendenza delle industrie europee da queste materie prime e le misure per garantirne l'approvvigionamento, come pure i costi ambientali relativi alla loro estrazione e le alternative che potrebbero essere previste;

7.  accoglie con favore il fatto che un'ampia gamma di materie prime come la gomma naturale, il legno e gli aggregati siano incluse nella comunicazione della Commissione; invita la Commissione ad eseguire un'analisi della disponibilità e della domanda potenziale di tali materie e, su tale base, di intraprendere le azioni adeguate, se e quando necessario; dichiara che la presente relazione si concentra sulle materia prime strategiche e critiche;

8.  sottolinea che una buona gestione delle materie prime è indispensabile per conseguire una strategia efficace; nota che una strategia efficace deve includere un dialogo continuo con le parti interessate; evidenzia la necessità di uno stretto coordinamento e della fornitura di informazioni in seno alla Commissione e al Parlamento europeo e tra gli Stati membri; raccomanda l'istituzione, nel 2011, di una task-force interservizi di alto livello sulle materie prime, sul modello di quelle già esistenti in Francia e negli Stati Uniti, che riunisca le DG competenti, il Centro comune di ricerca (CCR), l'Agenzia europea per l'ambiente ed il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), con il compito di elaborare, monitorare e rivedere le politiche, inclusi gli accordi di partenariato, garantire la coerenza strategica e promuovere la creazione di un sistema di allarme preventivo, tra l'altro per affrontare le distorsioni del mercato e i conflitti alimentati dai problemi delle risorse, accompagnato da un gruppo di controllo; invita la Commissione ad istituire una tabella di marcia per le materie prime in Europa per il 2050, al fine di individuare futuri sviluppi, sfide ed opportunità nei settori delle materie prime e delle materie prime essenziali ed aiutare le industrie europee e gli istituti di ricerca e universitari ad impegnarsi in una pianificazione e in investimenti a lungo termine; invita altresì la Commissione a sostenere gli Stati membri nello sviluppo di proprie strategie in relazione alle materie prime ed a rafforzare il coordinamento e lo scambio di buone prassi tra di essi, anche per quanto riguarda la dimensione esterna; suggerisce che la prossima comunicazione sulla dimensione esterna dell'energia potrebbe servire da modello;

9.  Insiste sulla necessità di informare regolarmente il Parlamento europeo sullo sviluppo delle materie prime non energetiche nel quadro della RMI e sul conseguimento dei suoi obiettivi mediante una relazione annuale sui progressi conseguiti, che si concentri anche sulla coerenza delle politiche commerciali, di sviluppo e ambientali e gli impatti sociali nonché sui dati relativi alle materie prime essenziali;

Fare di una sfida un'opportunità per l'industria europea: efficienza delle risorse, riutilizzo, riciclaggio e sostituzione

10. nota che il superamento delle sfide relative alle materie prime rappresenta un'opportunità per rafforzare le basi industriali, la capacità tecnologica e le conoscenze dell'Unione europea ed accrescere la competitività e l'occupazione stabile attraverso una strategia di innovazione e di ricerca industriale ambiziosa; nota che, nonostante l'importanza di una politica commerciale efficace e dell'uso delle risorse proprie, la corretta gestione delle materie prime e l'aumento dell'efficienza, il riutilizzo, il riciclaggio efficiente sul piano energetico, la riduzione dell'uso delle risorse – anche attraverso standard più elevati di qualità dei prodotti e il principio dell'uso prolungato del prodotto, ove opportuno – e l'uso di tecnologie verdi saranno fondamentali per la competitività, la sostenibilità e la sicurezza dell'approvvigionamento a medio e lungo termine; ritiene che qualsiasi iniziativa a tale riguardo dovrebbe essere basata su valutazioni di impatto adeguate, incentrate sul potenziale impatto ambientale, sociale e in termini di competitività; sottolinea l'importanza di un'applicazione coerente della gerarchia europea dei rifiuti, legalmente vincolante, come stabilito dalla direttiva quadro sui rifiuti, che dia la priorità alla prevenzione, al riutilizzo ed al riciclaggio, seguiti dal recupero e dallo smaltimento; nota che l'innovazione sociale, il cambiamento degli stili di vita ed i nuovi concetti quali l'eco-leasing, il chemical leasing e lo sharing dovrebbero essere sostenuti dalla Commissione;

11. osserva che la riduzione dei livelli di consumo, la prevenzione della generazione di rifiuti e il riutilizzo sono fattori essenziali per la transizione verso un'economia che faccia un uso efficiente delle risorse;

12. consiglia alla Commissione di eseguire uno studio globale sui modelli economici fondati sul leasing – in alternativa alla proprietà dei beni – e sulla loro incidenza sull'utilizzo e il recupero delle materie; evidenzia che, a tale riguardo, la sfida principale consiste nella sensibilizzazione;

13. sottolinea la necessità di lavorare al fine di svincolare la crescita da un crescente utilizzo di materie prime, il che contribuirebbe inoltre a diminuire la dipendenza relativa dalle importazioni; rileva l'importanza di collocare la strategia per le materie prime nel più ampio contesto dei cambiamenti climatici; plaude pertanto al piano della Commissione di lanciare un'iniziativa faro sull'efficienza delle risorse; invita la Commissione ad identificare gli ostacoli all'aumento della produttività delle risorse (incluse le barriere tecniche, i costi ecc.) e ad integrare e valutare gli obiettivi di miglioramento dell'efficienza delle risorse a medio e lungo termine, i quali riflettono la necessità di ridurre la dipendenza dell'UE dalle importazioni di materie prime, dato che le importazioni di materie prime nell'UE sono le più alte pro capite al mondo; chiede alla Commissione, al fine di valutare i progressi in modo oggettivo e stabilire confronti con gli altri paesi, di sviluppare una metodologia maggiormente affidabile per misurare l'efficienza delle risorse, tenendo conto del lavoro svolto da Eurostat in tale ambito, nonché dei risultati di uno studio commissionato di recente dal Parlamento europeo su tale argomento;

14. si compiace della messa a punto di strumenti e indicatori come lo studio sull'economia degli ecosistemi e della biodiversità ("The economics of ecosystems and biodiversity" – TEEB); esorta la Commissione a promuovere e stimolare lo sviluppo di tali strumenti e il loro utilizzo;

15. ritiene che un'imposta sulla risorse minerali non rappresenti uno strumento fiscale adeguato per aumentare l'efficienza delle risorse e invita la Commissione a commissionare uno studio sugli effetti di un'imposta sull'uso delle risorse idriche e dei terreni, prestando un'attenzione particolare alle ripercussioni non intenzionali sulle attività economiche e sulla produzione di energia rinnovabile nell'UE;

16. invita la Commissione a valutare seriamente la possibilità di estendere, sulla base di una valutazione di impatto approfondita, l'approccio di ecodesign alle materie prime, a considerare la possibilità di introdurre nuovi strumenti, cooperare con gli organismi di normalizzazione, valutare la fattibilità di un programma "top runner" per i prodotti in materia di efficienza delle risorse, rafforzare i servizi di consulenza sull'efficienza delle risorse, in particolare per le PMI, ad esempio potenziando tali programmi nell'ambito dell'agenzia esecutiva per la competitività e l'innovazione (EACI); invita la Commissione a sostenere le piccole e medie imprese in tale ambito, promuovendo la condivisione delle migliori prassi tra gli Stati membri e fornendo un accesso alla ricerca pertinente nel contesto del settimo programma quadro e dei futuri programmi di ricerca dell'Unione europea; esorta le imprese a utilizzare il sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) o le norme ISO; invita la Commissione e gli Stati membri ad assicurarsi che gli appalti pubblici privilegino i prodotti efficaci sul piano delle risorse ed i prodotti che utilizzano materie prime secondarie nonché ad assicurare un riciclaggio sicuro e trasparente alla fine del loro ciclo di vita; osserva che, nel riciclaggio, non conta solo la quantità, ma anche la qualità; sottolinea pertanto l'importanza di una concezione dei prodotti volta a facilitare il riciclaggio; sottolinea l'utilità di includere l'uso delle risorse nelle informazioni sui prodotti e nei marchi di qualità ecologica al fine di responsabilizzare i consumatori; invita gli organismi europei di normalizzazione a integrare la questione dell'efficacia delle risorse nella definizione delle norme;

17. invita la Commissione a esaminare come la direttiva sulla progettazione ecocompatibile, la direttiva relativa ai veicoli fuori uso, la direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e la direttiva sui rifiuti di pile e accumulatori potrebbero essere modificate in modo da aumentare il riciclaggio non solo in generale, ma anche per quanto riguarda preziose materie prime, tra cui terre rare, ad esempio introducendo requisiti più specifici per lo smantellamento, e a proporre di conseguenza emendamenti a tali direttive;

18. sottolinea il ruolo svolto dal riciclaggio e dal riutilizzo nella riduzione dei gas a effetto serra, dato che l'uso di materie prime costituisce una fonte significativa di produzione di tali gas; nota altresì i tassi di riciclaggio elevati di settori specifici regolamentati dalla normativa in materia di riciclaggio; invita la Commissione ad individuare modi per aumentare ulteriormente il riciclaggio nei settori pertinenti, migliorando tra l'altro il quadro giuridico per l'economia circolare; sottolinea la necessità di investire nel riciclaggio delle materie prime, in particolare le terre rare; invita la Commissione ad avviare un'analisi approfondita sul flusso dei materiali nell'UE, basata sull'intero ciclo di vita delle materie prime (dall'estrazione allo smaltimento) per settore, al fine di valutare e proporre modalità efficienti sul piano dei costi per aumentare il riciclaggio delle materie prime, rispettando nel contempo l'impatto ambientale; invita la Commissione ad armonizzare la legislazione europea e le norme minime in materia di riciclaggio ai fini di una maggiore coerenza; invita gli Stati membri a garantire una corretta attuazione della legislazione esistente e chiede alle associazioni settoriali nazionali di promuovere attivamente il riciclaggio tra i propri membri e di favorire la cooperazione con gli enti di ricerca e con altri settori; rileva l'importanza di dissociare la quantità di rifiuti prodotti dall'aumento della produzione manifatturiera;

19. nota l'importanza di creare sinergie industriali in materia di riciclaggio e di aiutare le imprese a prendere coscienza del fatto che i loro rifiuti ed i loro sottoprodotti possono servire da risorse per altri; invita la Commissione e gli Stati membri ad intraprendere iniziative sul tipo di quella avviata dal Regno Unito con il suo programma nazionale di simbiosi industriale;

20. invita la Commissione:

-    a esaminare e promuovere progetti nel settore minerario urbano, poiché i depositi minerari urbani possono essere molto più ricchi delle falde minerarie primarie e una consistente parte di preziose materie prime secondarie può essere estratta, riutilizzata e riciclata, e ad investire in progetti che riducono l'uso di materie prime e favoriscono un cambiamento sociale;

-    ad esaminare, anche mediante una valutazione di impatto indipendente, la possibilità di riaprire le discariche chiuse per il riciclaggio di rifiuti utilizzando le migliori tecnologie disponibili, poiché ciò porterebbe a una maggiore disponibilità di materie prime in Europa e creerebbe nuovi posti di lavoro in tutta l'Unione europea;

-    ad esaminare le discariche rimaste di rifiuti minerari e metallurgici;

-    a completare una base dati UE sui rifiuti minerari entro il 2012 e ad applicare la direttiva sui rifiuti minerari;

-    a garantire che tali rifiuti siano trattati con le migliori tecnologie disponibili;

-    a promuovere la gestione lungo tutto l'arco di vita degli edifici, al fine di garantire, ove appropriato, la riciclabilità dei materiali usati per la loro costruzione;

-    a introdurre progressivamente un divieto generale di discarica per rifiuti nell'intera Unione europea;

21. ritiene sia indispensabile disporre di maggiori informazioni sull'estrazione mineraria urbana e chiede pertanto alla Commissione di valutare, in particolare, il potenziale ma anche le eventuali limitazioni a tale riguardo;

22. incoraggia la Commissione a elaborare una strategia di riciclaggio che permetta un recupero il più vicino possibile alla fonte dei rifiuti, inclusa la purificazione delle acque reflue, dal momento che ciò consentirebbe di recuperare concentrazioni di materie prime più elevate, prevenire l'irrecuperabilità, ridurre l'impatto negativo sull'ambiente e aumentare eventualmente l'efficienza energetica;

23. chiede inoltre alla Commissione di presentare una proposta di modifica della direttiva relativa alle discariche di rifiuti[10] e di sviluppare ed estendere gli obiettivi di cui all'articolo 5, paragrafo 2; ritiene altresì che, ai sensi della direttiva quadro sui rifiuti, l'obiettivo di riduzione del divieto di collocare a discarica i rifiuti urbani biodegradabili debba essere esteso, a partire dal 2020, alla totalità dei rifiuti biodegradabili, con un obiettivo di riduzione fissato al 5%;

24. invita la Commissione a sostenere i partenariati in materia di riciclaggio con i paesi in via di sviluppo; chiede alla Commissione di sostenere i progetti pilota come le zone "zero rifiuti";

25. chiede alla Commissione di valutare in che modo la Banca europea per gli investimenti (BEI) possa contribuire a ridurre i rischi finanziari legati agli investimenti in impianti di riciclaggio che utilizzano tecnologie innovative e in altre iniziative di riciclaggio;

26. invita la Commissione a promuovere la ricerca e sviluppo su incentivi economici per il riciclaggio, incluso il riciclaggio di terre rare, considerando anche le valutazioni di impatto; chiede altresì alla Commissione di esaminare in che modo sia possibile sostenere i mercati dei materiali riciclati, ad esempio mediante certificati ecologici per tali materiali, obblighi in materia di ecodesign, e di garantire che la politica di coesione e gli stanziamenti contribuiscano anch'essi a promuovere l'efficienza delle risorse ed il riciclaggio;

27. sottolinea la necessità di lottare contro il trasporto illegale di materiali riciclati e di rifiuti contenenti materie prime utili, in particolare i rifiuti elettronici coperti dalla direttiva 2002/96/CE sui RAEE, migliorando la legislazione e promuovendone l'attuazione, ed esorta gli Stati membri a rivolgere urgentemente attenzione a tale compito; invita la Commissione ad esaminare in che modo l'ulteriore utilizzo del concetto di responsabilità del produttore potrebbe sostenere tale obiettivo; sottolinea la necessità di istituire un sistema di certificazione globale per gli impianti di riciclaggio; nota l'importanza della cooperazione tra i funzionari nazionali delle dogane; invita la Commissione a valutare la necessità di istituire un meccanismo collettivo di informazione delle autorità sul flusso di trasporti illeciti; chiede alla Commissione di studiare i flussi di rifiuti illegali e di riferire regolarmente sui successi nella lotta contro le esportazioni illegali di rifiuti; chiede alla Commissione di promuovere una distinzione efficace nelle dichiarazioni doganali tra merci nuove e merci di seconda mano, affrontando tale questione nelle misure di applicazione del codice doganale comunitario aggiornato;

28. invita altresì, in tale contesto, la Commissione a incoraggiare i partner commerciali dell'Unione europea ad adottare leggi adeguate e ad applicare misure di controllo appropriate al fine di prevenire l'importazione illegale di qualsiasi tipo di rifiuti sul loro territorio e a lottare attivamente contro la corruzione, che spesso rende possibili tali importazioni illegali;

29. invita la Commissione a tener conto delle osservazioni critiche di alcuni Stati membri riguardo al regolamento del Consiglio recante i criteri che determinano quando alcuni tipi di rottami metallici cessano di essere considerati rifiuti ai sensi della direttiva 2008/98/CE e la esorta a rafforzare i requisiti di qualità del prodotto, migliorare le possibilità di controllo e garantire che i rottami che cessano di essere considerati rifiuti abbiano la qualità necessaria;

30. invita la Commissione ad identificare le priorità per la ricerca e l'innovazione su metodi di produzione e ricerca sostenibili, il riciclaggio lungo tutto il ciclo di vita, la sostituzione e l'efficacia delle risorse, al fine di ridurre la dipendenza delle importazioni europee da fornitori monopolistici; invita la Commissione ad affrontare le sfide esistenti per quanto riguarda il riciclaggio nell'ambito dei programmi quadro e sottolinea che occorre rivolgere attenzione alle diverse strategie per il riciclaggio necessarie per le masse metalliche e per le materie prime essenziali quali le terre rare; invita la Commissione ad associare a chiari obiettivi i finanziamenti della ricerca sulle materie prime quali le terre rare, ispirandosi ad esempio all'obiettivo giapponese di ridurre di un terzo il consumo di terre rare; invita la Commissione a integrare l'esperienza di paesi terzi che hanno già raggiunto livelli elevati di raccolta, quali la Norvegia, dove viene raccolto circa l'80% dei rifiuti elettronici, e a fissare propri obiettivi di raccolta adeguati; sottolinea l'importanza in questo settore di partenariati pubblico-privato cui partecipino l'industria, il mondo accademico e il governo; riconosce l'importante servizio che istituti di questo genere forniscono anche alle piccole e medie imprese; sottolinea l'importanza di un partenariato europeo per l'innovazione sulle materie prime inteso a promuovere lo sviluppo per quanto concerne efficienza delle risorse, tecnologie chiave, sicurezza dell'approvvigionamento e settore interno delle materie prime; invita la Commissione a lanciare tale partenariato nel 2011;

31. si rammarica del fatto che la comunicazione non tratti in modo soddisfacente la questione della sostituzione e del riutilizzo; ricorda che la sostituzione, in particolare per le materie prime essenziali e le terre rare, riveste grande importanza e può offrire una soluzione efficace ai problemi di approvvigionamento e ai rischi ambientali, laddove possibile; invita pertanto la Commissione ad accelerare i suoi lavori in tale ambito, rafforzando i finanziamenti a favore della ricerca e dell'innovazione attraverso l'eventuale sviluppo di un programma di R&S in materia di sostituzione, nell'ambito del prossimo programma quadro di ricerca, e sostenendo gli impianti di dimostrazione; incoraggia la Commissione e gli Stati membri a valutare la possibilità di fissare obiettivi in materia di sostituzione, tenendo conto nel contempo delle pertinenti valutazioni di impatto; invita la Commissione a fare pienamente uso delle competenze esistenti in materia di terre rare all'interno dell'Unione europea;

Approvvigionamento sostenibile nell'Unione europea

32. chiede l'introduzione di politiche non fiscali al fine di aiutare i settori interni delle materie prime ad attrarre investimenti; accoglie pertanto con favore la cooperazione tra gli istituti di rilevamento geologico nazionali; sottolinea l'esigenza di una maggiore cooperazione tra questi ultimi e incoraggia l'uso di standard e prassi comuni che facilitino lo scambio e l'utilizzo dei dati geologici disponibili; plaude alla pubblicazione di un annuario europeo delle materie prime e sottolinea che i dati relativi alle risorse secondarie e all'estrazione mineraria urbana dovrebbero esservi inclusi; chiede alla Commissione di valutare la necessità di creare un servizio geologico dell'UE che raccolga il lavoro dei centri di indagine nazionali ed operi, se necessario, con partner internazionali; sostiene il lavoro della Commissione nel migliorare le basi delle conoscenze geologiche dell'UE; invita la Commissione a promuovere, in cooperazione con gli Stati membri, l'elaborazione di una mappa digitale delle risorse dell'Unione;

33. nota l'importanza dell'approvvigionamento interno delle materie prime in Europa; sollecita pertanto:

-    un migliore coordinamento per quanto riguarda la prospezione, l'estrazione, la distribuzione, il trattamento, il riutilizzo e il riciclaggio;

-    le autorità pubbliche competenti (nazionali, regionali e locali) ad applicare procedure amministrative chiare, efficaci e coordinate per la concessione delle licenze di sfruttamento delle materie prime interne, che possibilmente includano uno sportello unico per facilitare ed accelerare la procedura di autorizzazione;

-    gli Stati membri a elaborare politiche di programmazione dello sfruttamento del suolo, incluse stime a lungo termine per quanto riguarda la domanda locale e regionale di minerali, che si riflettano nelle politiche nazionali sulle materie prime, politiche che dovrebbero basarsi su una forte conoscenza geologica delle materie prime presenti nei diversi Stati membri e non dovrebbero ostacolare il commercio all'interno dell'UE o escludere la domanda transfrontaliera;

segnala l'importante ruolo svolto nel contesto delle attività estrattive interne dalle società che forniscono servizi a monte; sottolinea l'importanza di promuovere cluster regionali o nazionali dedicati alle materie prime conglobanti industria, servizi geologici, fornitori di servizi a monte, costruttori di impianti, società minerarie e di raffinazione e l'industria dei trasporti nonché le parti sociali ai fini di un'attività estrattiva sostenibile in Europa, basata anche sull'uso di nuove tecnologie estrattive;

34. esorta la Commissione a inserire gli obiettivi del piano d'azione per la biodiversità nella strategia per le materie prime al fine di rafforzare i legami tra l'economia e l'ambiente e a tenere conto delle ripercussioni sull'ambiente dell'attività estrattiva, della produzione, dell'uso e dello smaltimento delle materie prime; la esorta altresì ad appoggiare lo sviluppo della pianificazione strategica dell'uso del suolo in tutti gli Stati membri, al fine di compensare l'attività estrattiva di materie prime con altre esigenze di uso del suolo e di tutelare l'ambiente e la biodiversità;

35. sottolinea che le attività estrattive devono essere condotte nel rispetto dei più elevati standard in materia di sicurezza sul lavoro e di protezione ambientale, al fine di evitare incidenti e recuperare le aree sfruttate;

36. invita la Commissione a prestare la dovuta attenzione allo sviluppo delle zone ricche di risorse e ad integrare una strategia globale per il miglioramento dell'infrastruttura dei trasporti che colleghi le zone dell'Unione ricche di risorse alle sue zone industriali; invita pertanto la Commissione a garantire che gli orientamenti riveduti per le reti transeuropee di trasporto (TEN-T) soddisfino le esigenze dell'industria assicurando un accesso fluido alle materie prime;

37. ribadisce che gli orientamenti di Natura 2000 costituiscono una base solida per attuare le attività estrattive a fini non energetici tenendo conto del principio di sussidiarietà; chiede alla Commissione di verificare regolarmente se negli Stati membri siano stati compiuti dei progressi nel conciliare l’estrazione di materie prime con la protezione della natura; nota che dei codici di condotta che mirino all'eccellenza tecnica, sociale, competitiva ed ambientale rappresentano degli strumenti importanti; ricorda la risoluzione del Parlamento del 20 gennaio 2011 su una politica europea sostenibile per il Grande Nord e invita, a tale proposito, la Commissione, in linea con il principio di precauzionalità, a valutare la possibilità di uno sfruttamento sostenibile sul piano ambientale delle zone sensibili che potrebbero essere fornitori preziosi di materie prime essenziali, come l'Artico, la regione di Barents e la Groenlandia e, se possibile, a considerare l'eventualità di estendere gli accordi di partenariato esistenti ai paesi in tali regioni;

38. sottolinea la necessità di istituire condizioni quadro più trasparenti e prevedibili per i processi di approvazione regolamentare inerenti alla creazione di nuove miniere per l'estrazione di metalli e minerali, senza nel contempo compromettere gli standard ambientali;

39. osserva che i paesi dell'Europa settentrionale e la regione di Barents vantano cospicui depositi di minerali, minerali grezzi e foreste; ritiene che la regione dell'Europa settentrionale possa apportare un sostanziale contributo alle esigenze di approvvigionamento di materie prime di altre imprese europee e quindi ridurre la dipendenza europea dalle importazioni; ritiene che esista la precisa esigenza di accrescere la consapevolezza circa il potenziale dell'Europa settentrionale nell'attuale dibattito sulle materie prime;

40. sottolinea l'importanza della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione (R&S&I) per far fronte alle nuove sfide; nota il contributo della R&S&I nello sviluppo di tecnologie innovative e metodi sostenibili di estrazione, raffinazione e produzione e riciclaggio dei minerali grezzi, al fine di ridurre al minimo l'impronta ambientale ed i potenziali effetti sociali negativi;

41. incoraggia la Commissione ad adottare incentivi tesi alla riapertura di talune miniere, nel quadro di un'attività mineraria sostenibile, per contribuire ad attenuare il rischio di carenza di materie prime per l'industria europea;

42. sottolinea l'importanza delle competenze e della formazione ed il ruolo svolto da geologi, ingegneri, minatori e altri lavoratori; invita la Commissione e gli Stati membri ad avviare un dialogo stretto con le parti sociali, il mondo accademico e i rappresentanti dell'industria in tale ambito; invita la Commissione a individuare la necessità e la disponibilità di personale formato nel campo della R&S, estrazione, raffinazione, trasformazione e riciclaggio delle materie prime entro il 2012 e a condividere le relative conclusioni con il Parlamento europeo; esorta la Commissione e gli Stati membri a sostenere, in collaborazione con l'industria e il mondo accademico, la formazione sulle materie prime attraverso l'istituzione di corsi speciali a livello universitario e borse di studio; appoggia inoltre, in tale contesto, programmi di scambio in tale ambito come "Erasmus Mundus Minerals and Environmental Programme";

43. plaude alla proposta di una diplomazia dell'Unione europea per le materie prime e le terre rare con l'obiettivo di creare una piattaforma normativa internazionale, di garantire l'accesso alle materie prime, soprattutto quelle considerate essenziali, e il loro approvvigionamento, di assicurare mercati mondiali aperti e di promuovere la cooperazione internazionale in materia di estrazione sostenibile di materie prime e un utilizzo efficiente delle risorse naturali sulla base di interessi reciproci; sottolinea in questo contesto la necessità di stabilire un solido dialogo nel campo della diplomazia delle materie prime tra i paesi industrializzati, quelli di nuova industrializzazione e i paesi in via di sviluppo ricchi di risorse naturali, anche al fine di promuovere i diritti umani, il buon governo e la stabilità regionale e di prevenire il rischio di conflitti legati alle risorse;

44.  invita la Commissione ad assicurare la più rigorosa applicazione dell'attuale legislazione UE, a includere la sicurezza e le norme relative all'estrazione dell'oro nelle azioni a titolo dell'iniziativa faro per l'innovazione nell'Unione, a includere una voce di lavoro specifica relativa all'estrazione dell'oro per l'International Panel on Sustainable Resource Management (panel internazionale per la gestione sostenibile delle risorse) del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), che includa gli aspetti relativi alla sicurezza, all'innovazione, alla gestione delle sostanze chimiche, alle attività estrattive illegali e all'attività mineraria artigianale, al fine di individuare una soluzione sostenibile a lungo termine che garantisca che l'oro destinato a essere utilizzato nell'UE sia prodotto o importato in modo sostenibile, e a prendere in considerazione una revisione degli orientamenti di Berlino II sull'attività mineraria artigianale e su piccola scala;

45. rileva che l'estrazione artigianale e su piccola scala può svolgere un ruolo fondamentale nella vita locale, creare posti di lavoro e favorire il conseguimento degli obiettivi di sviluppo, a condizione che sia ufficialmente riconosciuta, regolamentata e sostenuta; deplora la relativa carenza di informazioni e strumenti analitici nell'ambito dell'estrazione artigianale e su piccola scala e sottolinea la necessità di aumentarne la visibilità, di facilitare l'elaborazione e l'attuazione di politiche più efficaci in merito e di monitorare le azioni di assistenza per contribuire a evitare le trappole della povertà quali il lavoro minorile, condizioni lavorative non sicure e il lavoro forzato, frequenti nelle attività minerarie artigianali, e i conflitti connessi con le attività di estrazione su piccola scala; invita inoltre l'Unione europea e i suoi Stati membri a sostenere i paesi in via di sviluppo a livello sia nazionale che locale, mettendo a disposizione competenza in materia di pratiche minerarie sostenibili, di miglioramento dell'efficienza delle risorse e di riutilizzo e riciclaggio;

46. invita la Commissione a valutare la necessità di istituire un meccanismo di stoccaggio delle materie prime essenziali, in particolare delle terre rare, che garantisca alle aziende europee l'accesso ai materiali strategici utilizzati nel settore verde, dell'alta tecnologia, della difesa e sanitario, nonché la protezione da pressioni monopolistiche e rialzi dei prezzi; sottolinea il fatto che il ruolo dell'UE in ogni potenziale programma di stoccaggio deve essere circoscritto alla messa a disposizione del quadro giuridico e del controllo normativo;

Approvvigionamento internazionale equo e sostenibile di materie prime

47. nota il numero crescente di limitazioni commerciali e di distorsioni della concorrenza nel commercio di materie prime; invita la Commissione a monitorare continuamente e ad affrontare a livello regionale, multilaterale e bilaterale la questione delle limitazioni all'esportazione e all'importazione; ritiene che le misure di distorsione degli scambi per quanto riguarda le materie prime industriali e in particolare le materie prime essenziali dovrebbero essere oggetto di indagini approfondite e potrebbero portare ad ulteriori misure giuridiche nel quadro dell'OMC; invita l'OMC a monitorare da vicino l'impatto delle limitazioni all'importazione e all'esportazione e, a tale proposito, sostiene la creazione in seno all'OMC di uno strumento di vigilanza delle barriere tariffarie e non tariffarie imposte al commercio di materie prime e di terre rare e la creazione in seno al G20 di un "consiglio di stabilità per le materie prime e le terre rare"; invita la Commissione a fare ricorso a tutte le sue reti internazionali, compreso il servizio diplomatico, per migliorare le relazioni con le regioni e i paesi fornitori di materie prime e materie prime essenziali e quindi facilitare gli scambi internazionali di materie prime, in particolare di materie prime essenziali; plaude all'intenzione dell'Unione europea di perseguire un'attività diplomatica attiva in relazione alle materie prime, che comprenda varie politiche quali politica estera, commerciale, ambientale e di sviluppo e promuova e rafforzi i principi democratici, i diritti umani, la stabilità regionale, la trasparenza e lo sviluppo sostenibile; ritiene che occorra elaborare a brevissimo termine azioni prioritarie concrete e una strategia globale per un approvvigionamento sostenibile di terre rare; invita la Commissione a coinvolgere i soggetti interessati europei del settore delle terre rare nell'individuazione di tali azioni;

48. riconosce i diritti legittimi dei governi e dei parlamenti dei paesi in via di sviluppo di varare politiche e disciplinare gli investimenti stranieri nel pubblico interesse, in consultazione con la società civile, in modo che gli investimenti stranieri apportino benefici all'economia locale, creino valore aggiunto a livello interno e promuovano lo sviluppo; sottolinea che la strategia dell'UE sulle materie prime non dovrebbe ostacolare tali diritti;

49. accoglie con favore l'impegno dell'UE per promuovere il commercio sostenibile di materie prime con i paesi terzi (ad esempio FLEGT);

50. sottolinea la necessità di stabilire disposizioni chiare per la cooperazione nel settore del commercio di materie prime tra tutti gli attori coinvolti (produttori, esportatori, paesi di transito, importatori);

51. chiede alla Commissione di garantire la coerenza tra la politica di sviluppo e l'iniziativa sulle materie prime, assicurandosi che la politica dell'UE sulle materie prime tenga pienamente conto della crescita economica sostenibile nei paesi in via di sviluppo e sia coerente con l'obiettivo primario di eliminazione della povertà, quale sancito dall'articolo 208 del TFUE; sottolinea che un fermo sostegno allo sviluppo economico, sociale e ambientale dei paesi ricchi di risorse potrebbe contribuire alla costruzione di istituzioni solide e democratiche, che garantiranno benefici reciproci sia per i paesi esportatori sia per quelli importatori; chiede pertanto che i futuri accordi con i paesi partner esportatori di materie prime prevedano clausole relative ai diritti umani e alla democratizzazione; ritiene che l'UE debba altresì aiutare i paesi in via di sviluppo a diversificare le loro economie, a ridurre la loro dipendenza dalle esportazioni di materie prime e ad accrescere il valore dei loro prodotti attraverso la fabbricazione e la lavorazione interne; invita la Commissione, nel preparare i nuovi strumenti relativi all’azione esterna per il periodo post 2013, a includere misure a sostegno del buon governo e di un’attività mineraria sostenibile nei programmi per la stabilità democratica ed economica degli Stati fragili che sono fornitori di materie prime;

52. reputa che sia compito delle imprese procurarsi risorse; riconosce le difficoltà che incontrano le piccole e medie imprese nel procurarsi le risorse; chiede pertanto alla Commissione di esaminare in che modo concetti come una holding europea delle materie prime possano essere sostenuti in modo non finanziario; invita la Commissione e gli Stati membri ad esaminare con attenzione il caso della giapponese JOGMEC;

53. sollecita gli Stati membri a cooperare tra loro nel quadro di una strategia europea per le materie prime; chiede che tale strategia punti sulle sinergie tra le politiche economiche, minerarie, industriali e internazionali e miri ad assicurare l'approvvigionamento delle sostanze strategiche;

54. invita la Commissione a valutare l'esito della causa OMC contro la Cina ed a ricorrere in futuro ai meccanismi dell'OMC, ove appropriato;

55. nota l'importanza delle relazioni UE-Africa e dell'accordo di Addis Abeba del giugno 2010; insiste sulla necessità che tale partenariato si basi su interessi comuni e sottolinea che, al fine di promuovere prassi minerarie sostenibili, è importante che vi sia uno scambio di migliori prassi in materia di buona governance, maggiore efficienza delle risorse, riutilizzo e riciclo, gestione degli sterili e della roccia sterile, risanamento dei siti minerari dismessi, salute e sicurezza, protezione dei lavoratori ed eliminazione del lavoro minorile; segnala che l'Unione africana ha affermato nella "African Mining Vision" (Prospettiva africana in materia di sfruttamento minerario) che ad oggi i paesi africani non sono riusciti a trarre beneficio dal proprio vantaggio competitivo nel settore delle risorse naturali e che pertanto è necessario valutare misure atte a garantire che le popolazioni dei paesi ricchi di risorse traggano beneficio dalla ricchezza di risorse naturali;

56. sottolinea l'importanza della cooperazione bilaterale nel settore delle materie prime, come dimostrato dall'UE e dall'Unione Africana nel giugno 2010, ed incoraggia ulteriori sforzi nel quadro del piano d'azione congiunto Africa-UE per il periodo 2011-2013; chiede che si sviluppi una cooperazione analoga con altri paesi che sono grandi produttori di materie prime essenziali; propone, come uno degli obiettivi concreti della diplomazia delle materie prime, di diversificare le fonti di approvvigionamento di talune materie prime per le quali l'UE è dipendente dalle importazioni, in modo che ci si rifornisca in misura maggiore dall'America Latina e dall'Africa, oltre che dall'Asia sudorientale;

57. accoglie con favore l'approccio di tale piano d'azione, che consiste nel fornire formazione sulle migliori pratiche di negoziazione di contratti minerari e favorire la cooperazione scientifica nel settore minerario, nonché promuovere il buon governo e la trasparenza;

58. si rammarica del fatto che la comunicazione non faccia riferimento ad altri paesi o regioni; ritiene che si debbano esplorare fonti alternative di materie prime al fine di evitare la dipendenza dell'Europa da un numero ristretto di paesi; chiede quindi alla Commissione di promuovere altri partenariati reciprocamente vantaggiosi con le regioni e i paesi ricchi di risorse; reputa che l'Unione europea debba offrire infrastrutture, condivisione delle conoscenze e partenariati sul "triangolo delle risorse"; invita l'Unione europea a sostenere i paesi in via di sviluppo ricchi di risorse nello sviluppo delle loro conoscenze geologiche ed in materia di estrazione e trasformazione dei minerali nonché su questioni scientifiche e giuridiche, ai fini di una creazione di capacità sostenibili; propone in tale contesto l'istituzione di cattedre universitarie finanziate in cooperazione presso le facoltà di geologia; chiede alla Commissione di monitorare gli accordi internazionali conclusi da paesi ricchi di risorse con Stati non membri della UE, che comportino l'accesso esclusivo alle risorse, e di garantire un accesso equo alle stesse nonché il corretto funzionamento del diritto commerciale internazionale;

59. esprime preoccupazione per il fatto che non sia stata individuata alcuna strategia di dialogo e cooperazione con la Cina e altri attori internazionali fondamentali; sottolinea la necessità di un dialogo commerciale e tecnologico con la Cina; invita la Commissione ad esaminare le modalità per istituire progetti pilota in materia di attività estrattive e di trasformazione dei minerali sostenibili, sostituzione, efficienza delle risorse o riciclaggio delle materie prime essenziali con la Cina, che siano improntati al vantaggio reciproco; è fortemente a favore, inoltre, di simili dialoghi bilaterali su pertinenti questioni relative alle materie prime con altri fornitori chiave, come i paesi BRICS, anch'essi ricchi di materie prime e che ne fanno ampio uso; invita la Commissione a trattare analogamente il tema delle materie prime nella sua politica europea di vicinato;

60. ritiene che la strategia dell'UE nel settore delle materie prime debba rispecchiare le differenze tra le economie sviluppate e le principali economie emergenti, da un lato, e i paesi meno sviluppati, dall'altro;

61. sottolinea che la questione dell'accesso alle materie prime dovrebbe essere integrata successivamente nelle misure strategiche in materia di costruzione della pace e di politica di prevenzione, in quanto in certe regioni sono riemersi numerosi conflitti;

62. riconosce che la politica di sviluppo svolge un ruolo importante nell'aiutare i paesi a trasformare la propria ricchezza di risorse in una crescita sostenibile ed inclusiva, tra l'altro migliorando la governance e la trasparenza; sottolinea che la politica di sviluppo, incluso il sistema delle preferenze generalizzate (SPG), non è uno strumento diplomatico per le materie prime, ma ritiene che possa svolgere un ruolo importante e di sostegno nell'ambito della strategia europea per le materie prime; invita pertanto la Commissione a garantire la coerenza tra i due strumenti; valuta positivamente il fatto che garanzie esplicite di accesso non discriminatorio al mercato delle materie prime siano incluse negli accordi commerciali dell'UE e costituiscano un prerequisito per diventare membri dell'OMC; conviene tuttavia che gli accordi commerciali dovrebbero prevedere la flessibilità necessaria per sostenere i paesi in via di sviluppo nella creazione di legami tra l'industria estrattiva e l'industria locale; ritiene che la sovranità dei paesi in materia di risorse debba essere rispettata e chiede alla Commissione, in tale contesto, di controbilanciare la sua opposizione alla tassazione delle esportazioni nei paesi in via di sviluppo impiegando una strategia differenziata che tenga conto dei diversi contesti nazionali, cosicché gli obiettivi di sviluppo e l'industrializzazione di tali paesi non siano messi in pericolo; sottolinea che un commercio libero ed equo è importante per lo sviluppo del settore globale delle materie prime e per creare ricchezza in tutte le società; osserva che le entrate provenienti dalle materie prime possono svolgere un ruolo determinante nel consentire ai paesi meno sviluppati di conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio;

63. esprime preoccupazione in quanto la rinnovata iniziativa sulle materie prime (RMI) non fa riferimento all'SPG o all'SPG-plus né propone incentivi commerciali alternativi per promuovere i diritti umani e le norme ambientali, per prevenire il lavoro minorile e per sostenere le riforme interne per i paesi che non rientrano nel campo di applicazione di tali sistemi; chiede inoltre alla Commissione di sostenere e incoraggiare iniziative di diversificazione delle economie dei paesi in via di sviluppo che dipendono in ampia misura da determinate materie prime;

64. chiede alla Commissione di aiutare i paesi in via di sviluppo a correggere lo squilibrio delle informazioni nella negoziazione dei contratti concernenti le materie prime e l'attività estrattiva attraverso la creazione di capacità e di aiutarli nella negoziazione del trasferimento di tecnologie, sia a livello nazionale sia tra le comunità locali;

65. sottolinea il ruolo svolto dalla responsabilità sociale delle imprese per quanto riguarda il rispetto di norme rigorose in ambito ambientale, sociale e del lavoro e l'applicazione delle migliori tecnologie disponibili; ritiene che queste ultime dovrebbero essere promosse tramite sedi competenti come il G8 e il G20, l'OMC, l'OCSE, l'UNCTAD, l'UNEP e il suo gruppo internazionale per la gestione sostenibile delle risorse, i gruppi di studio internazionali sui metalli e altri organismi; plaude, a tale riguardo, ai contributi positivi del Patto mondiale delle imprese delle Nazioni Unite (UN Global Compact); invita le imprese dell'Unione europea ad elaborare un codice di condotta adeguato per le loro attività nei paesi terzi e a impostare le loro attività sugli orientamenti dell'OCSE per le imprese multinazionali e sulla norma ISO 26000; invita la Commissione ad adottate misure che garantiscano il rispetto delle norme in ambito sociale, ambientale e del lavoro da parte delle società europee che estraggono risorse naturali nei paesi terzi; invita la Commissione ad avanzare una sua proposta sulla rendicontazione paese per paese riguardo ai "minerali dei conflitti" ed a istituire l'obbligo giuridico per le società estrattive di pubblicare i propri versamenti fiscali per ciascun progetto e paese in cui hanno investito, seguendo l'esempio della legge Dodd-Frank degli Stati Uniti; sostiene l'Iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive (EITI) e la rete globale Publish What You Pay (PWYP); reputa che tali standard debbano essere applicati in particolare ai progetti che beneficiano di finanziamenti UE, ad esempio da parte della BEI; sollecita l'UE ad esaminare in che modo sia possibile impedire le importazioni di minerali commerciati o estratti illegalmente; chiede alla Commissione di valutare se la tecnologia delle impronte digitali potrebbe essere utilizzata in tale contesto e di promuovere progetti pilota basati sulle esperienze dell'impronta "coltan"; invita la BEI a condurre regolarmente un'analisi degli impatti attesi delle sue attività di credito nell'ambito dell'industria estrattiva;

66. esprime forte preoccupazione per quanto riguarda i numerosi casi ben documentati di imprese UE che violano le norme ambientali e del lavoro e i diritti umani;

67. ribadisce che le iniziative in materia di trasparenza nel settore delle industrie estrattive sono in effetti favorevoli alle attività commerciali, creano certezza giuridica e partenariati sostenibili sul lungo periodo e fungono da salvaguardia contro la riapertura di negoziati o l'espulsione; osserva che vi sono sfide da affrontare e che alcuni contratti richiedono riservatezza, ma dovrebbero comunque essere sottoposti al controllo pubblico; rileva che la legge sulla gestione dei redditi petroliferi emanata nel Ghana costituisce un buon esempio in quanto mantiene un certo grado di riservatezza salvaguardando nel contempo il controllo parlamentare;

68. ritiene che le imprese dell'Unione europea dovrebbero essere tenute legalmente responsabili, nei loro paesi di origine, di qualsiasi violazione dei diritti umani, delle norme ambientali e delle norme fondamentali dell'OIL in materia di lavoro, commessa da loro filiali all'estero o da organismi da esse controllati;

69. invita la BEI e la Commissione a valutare in modo più rigoroso se i progetti contribuiscano all'eliminazione della povertà, allo sviluppo sostenibile e alla crescita inclusiva prima di decidere se appoggiare il settore delle industrie estrattive nei paesi in via di sviluppo;

70. esprime preoccupazione per il fatto che i minerali provenienti da zone di conflitto, la cui produzione dà luogo a violenze inaccettabili e ad attività illegali, continuino ad essere commercializzati e utilizzati; invita la Commissione, il SEAE, il Consiglio e gli Stati membri a tener conto di questa situazione nel quadro delle loro relazioni con i paesi terzi; invita la Commissione e i paesi fornitori strategici dell'UE a sviluppare congiuntamente un sistema efficace di tracciabilità delle materie prime, dall'importazione fino al riciclaggio o lo smaltimento, e a introdurre un sistema reciproco di certificazione delle materie prime e delle loro catene commerciali (Certified Trading Chains), in modo da poter garantire un commercio equo e, in particolare, per prevenire abusi per quanto riguarda il commercio di materie prime provenienti da regioni di crisi; invita la Commissione a cooperare con le pertinenti istituzioni internazionali (ONU, OCSE, OIL) al fine di individuare e cercare di armonizzare le migliori pratiche di certificazione;

71. sottolinea che i mercati finanziari possono svolgere un ruolo importante nella copertura del rischio sia dei produttori sia dei consumatori di materie prime e prodotti di base; invita la Commissione ad adottare le misure necessarie per garantire la trasparenza sui mercati delle materie prime e ad agire con decisione contro la speculazione ingiustificata sulle materie prime, che conduce ad abusi su tale mercato, se ritenuto necessario sulla base di approfondite analisi empiriche; rileva che ciò comprende iniziative idonee nel quadro dei negoziati del G8 e del G20;

72. esprime preoccupazione per l'impatto dei mercati dei derivati ​​sull'andamento dei prezzi delle materie prime; ritiene che dovrebbero esserci controlli più efficaci sui mercati degli strumenti derivati negoziati fuori borsa (OTC); in tale contesto, sostiene misure come il rafforzamento della trasparenza sugli strumenti derivati OTC sotto la supervisione dell'ESMA; ritiene che tali misure potrebbero determinare una maggiore sicurezza per gli investitori e le PMI e consentire ai produttori europei di pianificare con maggiore certezza;

73. plaude al lavoro svolto sulle materie prime e la sostenibilità in seno all'OCSE, al G8 e al G20 e sottolinea l'ulteriore necessità di un dialogo a livello di G20 al fine di elaborare una prospettiva comune; plaude altresì all'intenzione dei membri del G8 e del G20 di lottare contro la volatilità dei prezzi delle materie prime e invita a mettere a punto misure concrete intese a frenare la speculazione su tali prodotti; invita la Commissione a promuovere il lavoro dell'OCSE sull'impatto delle restrizioni alle esportazioni e il loro impiego come strumento politico; sostiene l'inclusione di membri non OCSE in tali discussioni; chiede la creazione di una cooperazione strategica tra Unione europea, Stati Uniti e Giappone sulle materie prime essenziali verso un "sistema di vigilanza globale sulle materie prime", attraverso la condivisione dei dati relativi alla domanda e all'offerta, previsioni comuni, incoraggiando lo scambio di buone prassi, di know-how tecnologico e brevetti, l'analisi delle catene di approvvigionamento, per valutare la possibilità di stock strategici comuni e l'istituzione di progetti di R&S congiunti; ritiene che tali questioni dovrebbero rientrare nell'ordine del giorno dei prossimi vertici UE-USA; invita la Commissione a promuovere il ricorso alla diplomazia Track-II nell'ambito delle materie prime, sostenendo finanziariamente gli scambi fra organizzazioni non governative, università e gruppi di riflessione presenti nell'UE e i paesi ricchi di risorse; invita la Commissione a organizzare regolarmente manifestazioni sul tema delle materie prime, come i "Saloni dei metalli" del JOGMEC, in collaborazione con altri paesi importanti sotto il profilo delle risorse; chiede inoltre alla Commissione di esaminare la fattibilità di un'iniziativa statistica internazionale sulle materie prime essenziali basata sull'esempio dell'Iniziativa comune relativa ai dati delle organizzazioni (JODI) e se un patto internazionale per i metalli possa costituire uno strumento utile; invita l'Agenzia europea per la difesa a contribuire, a norma dell'articolo 42, paragrafo 3, del TUE, a individuare misure volte a rafforzare la base industriale e tecnologica del settore della difesa per quanto riguarda le materie prime;

Prodotti agricoli e mercati dei prodotti di base

74. appoggia l'analisi fornita dalla Commissione per quanto riguarda i prodotti agricoli nel contesto della sicurezza alimentare globale, con le riserve alimentari globali in diminuzione e la popolazione e la fame in aumento, e per quanto riguarda le prospettive di mercato, sottolineando l'estrema volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e dei mangimi, le imperfezioni delle filiere dei prodotti alimentari e dei mangimi e il ruolo degli strumenti finanziari e dei comportamenti speculativi come una possibile causa di instabilità, che deve essere presa in seria considerazione; ricorda che tra i paesi particolarmente vulnerabili nei confronti del rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari ci sono quattro Stati membri dell'UE;

75. chiede che si presti particolare attenzione alla fondamentale incertezza che circonda la crescente interazione tra le variazioni dei prezzi dei prodotti di base energetici e non energetici, e in particolare di quelli alimentari;

76. insiste, in linea con la comunicazione della Commissione, sul fatto che la comunità internazionale deve adottare un approccio coordinato a lungo termine riguardo alla sicurezza dell'approvvigionamento alimentare mondiale, comprendente maggiori sforzi di ricerca e maggiori investimenti nel settore agricolo dei paesi in via di sviluppo, segnatamente mediante la definizione di priorità per la politica di sviluppo che mirino ad aumentare la resilienza e l'adattabilità alle crisi alimentari;

77. dichiara il proprio appoggio a favore degli sforzi intrapresi di recente dal G20 per dare risposte strategiche alla volatilità dei prezzi sui mercati dei prodotti alimentari e agricoli, comprendenti anche un migliore scambio di informazioni sulle previsioni di produzione alimentare, e rileva la necessità di una maggiore trasparenza e di un'informazione più tempestiva in materia di riserve e scorte di prodotti alimentari di base;

78. accoglie con favore il comunicato congiunto adottato in occasione del terzo vertice dei ministri dell'agricoltura svoltosi il 22 gennaio 2011 a Berlino, firmato da 48 paesi, in cui si auspica un miglioramento della capacità dei mercati agricoli di funzionare correttamente e si riconosce l'importanza che rivestono gli scambi commerciali nel creare un equilibrio tra i diversi soggetti nei mercati agricoli e nell'agevolare l'accesso degli agricoltori alle materie prime e all'energia;

79. chiede alla Commissione di elaborare una relazione sulla regolamentazione degli strumenti finanziari derivati e dei prodotti di base al fine di stabilire se sia necessaria una normativa separata per i prodotti agricoli di base, date le specificità del settore; appoggia la recente proposta della Commissione per la regolamentazione dei derivati OTC e la consultazione pubblica relativa alla direttiva MiFID; ritiene che i comportamenti speculativi illegali, le pratiche scorrette e gli abusi sui mercati dei derivati siano problemi da affrontare d'urgenza;

80. chiede alla Commissione di proporre misure concrete per garantire la sicurezza alimentare, affrontare l'instabilità dei mercati e, in uno spirito di responsabilità globale sostenibile, rafforzare l'operatività dei mercati dei derivati sui prodotti agricoli di base come questione d'urgenza;

o

o       o

81. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri.

  • [1]  http://ec.europa.eu/enterprise/policies/raw-materials/files/docs/report-b_en.pdf.
  • [2]  Testi approvati, P7_TA(2011)0093.
  • [3]  Testi approvati, P7_TA(2011)0037.
  • [4]  Testi approvati, P7_TA(2010)0223.
  • [5]  http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/management/docs/neei_n2000_guidance.pdf.
  • [6]  http://ec.europa.eu/trade/creating-opportunities/trade-topics/raw-materials/.
  • [7]  Studio "The links between the environment and competitiveness", Project ENV.G.1/ETU/2007/0041, http://ec.europa.eu/environment/enveco/economics_policy/pdf/exec_summary_comp.pdf.
  • [8]  Testi approvati, P7_TA(2010)0174.
  • [9]  Testi approvati, P7_TA(2010)0446.
  • [10]  Direttiva 1999/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti; GU L 182 del 16.7.1999, pag. 1.

MOTIVAZIONE

Introduzione

L'industria europea si trova di fronte ad una situazione sempre più difficile per quanto riguarda l'approvvigionamento di materie prime. Tale situazione riguarda in particolare 14 materie prime essenziali identificate dalla Commissione. L'aumento della domanda globale, unito ad un approvvigionamento insufficiente dovuto ai lunghi tempi di esecuzione dell'industria estrattiva, nonché il ricorso sempre più frequente a restrizioni all'esportazione da parte dei paesi ricchi di risorse sono all'origine non solo di una crescita record dei prezzi, come nel caso del rame, ma anche di eventuali difficoltà di approvvigionamento. Inoltre l'Unione europea è fortemente dipendente dalle importazioni per molte materie prime, in particolare quelle essenziali. Le terre rare offrono un buon esempio a tale proposito, poiché la Cina controlla attualmente il 97% della produzione globale e sta riducendo le esportazioni.

Si tratta di un aspetto significativo, poiché il futuro dell'industria dell'Unione europea dipende in ultima analisi in larga misura da tali materie non energetiche e non agricole. Tali risorse sono particolarmente importanti per il passaggio ad un'economia sostenibile e a basse emissioni di carbonio, poiché sono utilizzate in prodotti di alta tecnologia come catalizzatori, batterie o nel settore delle energie rinnovabili.

Inoltre la scarsità delle risorse può deteriorare la scena politica internazionale ed eventualmente determinare una corsa alle risorse ed un allargamento delle divisioni tra paesi ricchi e paesi poveri di risorse. Nessuno trarrebbe vantaggio da tale scenario. Occorre pertanto sviluppare nuovi approcci che affrontino la questione delle materie prime non energetiche e non agricole, in particolare le risorse identificate come essenziali, secondo modalità innovative e promuovendo l'innovazione, al fine di evitare giochi a somma zero.

In tale contesto, l'iniziativa relativa alle materie prime rappresenta un primo passo importante. L'Unione europea deve sviluppare una strategia coerente e mirata unita ad azioni prioritarie, in particolare per le materie prime essenziali. A tal fine, la Commissione europea non dovrebbe solo prestare adeguata attenzione all'iniziativa sulle materie prime da un lato e, dall'altro, ai mercati dei prodotti di base, ma dovrebbe anche istituire un gruppo di lavoro sulle materie prime che riunisca tutte le DG interessate. Tale gruppo di lavoro interservizi dovrebbe sviluppare azioni prioritarie per le materie prime essenziali, in particolare le terre rare, e garantire la coesione strategica. La Francia e gli Stati Uniti hanno già istituito tali gruppi di lavoro.

Una strategia industriale innovativa per garantire le materie prime e la competitività

Qualsiasi strategia sulle materie prime dovrà, in ultima analisi, porre l'accento sul rafforzamento dell'innovazione per quanto riguarda il modo in cui le industrie europee utilizzano le materie prime, poiché ciò potrà apportare un contributo significativo alla competitività, alla sostenibilità e alla sicurezza dell'approvvigionamento. La sfida delle materie prime deve essere trasformata in un'opportunità per rafforzare le capacità industriali dell'Europa, sfruttandone il potenziale in materia di innovazione e R&S, che rappresenta uno degli aspetti chiave dell'iniziativa faro della Commissione per l'innovazione nell'Unione, della politica industriale dell'Europa, dell'iniziativa faro sull'efficienza delle risorse e del partenariato per l'innovazione sulle materie prime. Se altri paesi sono in concorrenza con noi per quanto concerne le materie prime, dobbiamo concentrarci sui nostri punti forti, che risiedono in particolare nella nostra capacità di innovazione e nella nostra forte tradizione nel settore della ricerca e sviluppo.

Sarà essenziale sfruttare tali capacità nei settori dell'efficienza delle risorse, del riciclaggio lungo tutto il ciclo di vita, della sostituzione e dell'attività estrattiva sostenibile. Ad esempio, l'agenzia tedesca per l'efficacia dei materiali ha calcolato che, utilizzando processi maggiormente efficienti, si potrebbero risparmiare fino a cento miliardi di euro all'anno. In tal modo si aumenterebbe drasticamente la competitività riducendo i costi. Ciò consentirebbe contemporaneamente di ridurre le emissioni di CO2 e l'uso delle risorse, aumentando nel contempo la sicurezza delle risorse riducendo la domanda. Lo stesso vale per il riciclaggio, che contribuisce al controllo del cambiamento climatico. Ad esempio, secondo l'industria, l'alluminio recuperato grazie al riciclaggio presenta una qualità pari al 95% rispetto a quella dell'alluminio di prima produzione. Per quanto riguarda il riciclaggio, vi sono anche fonti importanti nell'ambito dell'estrazione mineraria urbana, e si può anche andare al di là aprendo vecchie discariche. Secondo il settore industriale, se appena il 4 per cento delle discariche contiene metalli e materiali usati, ciò potrebbe rappresentare milioni di tonnellate recuperabili nella sola Germania. Infine, il settore del riciclaggio rappresenta un numero elevato di posti di lavoro e può crearne ancora di più. In tale contesto, è importante sostenere e rafforzare tale settore, tra l'altro garantendo la priorità al riciclaggio rispetto all'incenerimento.

Altri paesi stanno già adottando misure ambiziose. Il Giappone, ad esempio, ha mobilitato quasi un miliardo di euro affinché il settore privato metta a disposizione un altro miliardo al fine di affrontare il problema dell'efficienza delle risorse e del riciclaggio nonché altre misure intese a rafforzare la sua situazione per quanto riguarda le terre rare. In tale contesto, ha presentato un obiettivo preliminare volto a ridurre di un terzo l'uso di terre rare nei prossimi anni.

L'Unione europea deve vegliare a non lasciarsi superare sul piano della competitività dai suoi concorrenti maggiormente efficienti. Disponiamo di ampie misure politiche per tutelare la competitività futura tra cui, tra l'altro, l'ecodesign, i finanziamenti del settimo e dell'ottavo PQ, le politiche in materia di riciclaggio nonché altri incentivi economici creativi, al fine di promuovere le innovazioni concernenti le risorse ed i materiali.

È in tale contesto che l'istituzione di un partenariato per l'innovazione nel campo delle materie prime diventa particolarmente urgente. La sostituzione è altresì un aspetto essenziale che deve essere meglio integrato nell'iniziativa della Commissione europea sulle materie prime. Lo stesso si applica ai cambiamenti di stili di vita ed alle innovazioni sociali come l'ecoleasing e lo sharing. Occorre inoltre definire obiettivi preliminari al fine di avere una visione di insieme. L'Unione europea dovrebbe presentare un obiettivo annuale di efficienza delle risorse del 3% ed impegnarsi a ridurre l'uso delle risorse a 6-10 tonnellate all'anno per persona entro il 2050.

L'estrazione mineraria sostenibile svolge altresì un ruolo importante in tale contesto. L'Unione europea possiede naturalmente riserve di materie prime, ad esempio terre rare in Svezia, e continua ad accrescere la sua base di conoscenze geologiche attraverso progetti quali PRO-MINE. Tali attività potrebbero essere accresciute migliorando la cooperazione tra i diversi studi geologici nazionali, che la Commissione intende attuare. Nel contempo, l'Unione europea dispone di una buona base per un'estrazione razionale delle materie prime non energetiche mediante il documento di orientamento NATURA 2000. Anche in tale ambito l'Unione europea può progredire continuando a sviluppare tecnologie estrattive migliori, più sostenibili e più efficienti. Tecnologie estrattive maggiormente ecocompatibili saranno particolarmente importanti nel caso di alcune risorse come le terre rare, che possono essere radioattive. Tali tecnologie, associate a standard ambientali e sociali elevati, garantiranno non solo la sostenibilità e la sicurezza dell'approvvigionamento, ma contribuiranno altresì alla buona reputazione delle imprese europee all'estero, se tali condizioni saranno costantemente rispettate e migliorate. Infine, ciò fornirà maggiori opportunità commerciali nei paesi ricchi di risorse, poiché questi ultimi vedranno i vantaggi delle attività attuate dalle imprese europee che operano nel loro paese conformemente agli elevati standard dell'UE rispetto alle altre imprese non europee.

Diplomazia delle materie prime

Oltre ad una strategia industriale innovativa intesa a ridurre il consumo di risorse ed a potenziare il riciclaggio, accanto al potenziale interno sostenibile dell'UE, l'Unione dovrà naturalmente continuare ad affidarsi a fornitori esterni per le sue materie prime. La diplomazia delle materie prime svolge pertanto un ruolo essenziale.

In tale contesto l'Unione europea deve istituire partenariati mutualmente vantaggiosi sia per i paesi ricchi di risorse sia per la stessa Unione. Oltre ad un partenariato Africa-UE, l'Unione europea potrebbe altresì promuovere dei partenariati con i paesi dell'Europa orientale, l'America latina o l'Asia. La Cina occupa un ruolo importante in quanto produce la maggior parte delle terre rare essenziali. Occorre inoltre distinguere tra i diversi paesi in funzione del loro sviluppo economico. Ad esempio, l'approccio che consiste nel fornire infrastrutture in cambio di risorse è applicabile solo ad un certo numero di paesi in via di sviluppo. In tale ambito le industrie europee potrebbero creare dei cluster industriali costituiti da imprese di estrazione e di costruzione. Per altri paesi, in particolare per le economie ricche di risorse con un alto livello di sviluppo, tale modello non presenta alcun interesse. In tal caso, la formula da applicare è quella delle "risorse in cambio di tecnologie e know-how", un approccio che potrebbe essere applicato anche per quanto riguarda le nostre relazioni con la Cina. A breve termine, occorre ad esempio poter accedere alle terre rare della Cina finché non vi saranno nuove attività minerarie in paesi come Stati Uniti, Canada e Australia. Analogamente, vi è una forte richiesta da parte di Pechino di alta tecnologia finché essa non avrà sviluppato tale settore a livello interno. In tale contesto è possibile conseguire un accordo su tali basi.

Contemporaneamente, l'Unione europea potrebbe valutare come sostenere, in modo non finanziario, una holding delle materie prime che riunisca numerose imprese europee per la fornitura di materie prime. Analogamente, altre imprese potrebbero decidere di attuare una strategia di integrazione verticale al fine di rafforzare la loro sicurezza per quanto riguarda le materie prime.

La Commissione europea dovrebbe altresì garantire che le imprese dell'UE rispettino gli standard ambientali e sociali nelle loro attività all'estero, al fine di consolidare ulteriormente le buone relazioni dell'UE con i paesi ricchi di risorse. In tale contesto, l'Unione europea dovrebbe seguire l'esempio degli Stati Uniti in relazione alla legge Dodd-Frank ed esigere che le imprese rivelino le loro fonti di approvvigionamento, qualora esse si trovino nelle regioni di conflitto, e che le imprese estrattive pubblichino i versamenti a favore di governi stranieri al fine di aumentare la trasparenza e garantire la buona governance. Inoltre, al fine di offrire un partenariato credibile ai paesi ricchi di risorse, l'Unione europea non dovrebbe fare un uso improprio dello strumento della politica di sviluppo a tal fine. Ciò vale in modo particolare per il sistema generale di preferenze commerciali o per il Fondo europeo di sviluppo. Dovrebbe invece aiutare i paesi ricchi di risorse a risolvere problemi reali quali lo squilibrio delle informazioni, che caratterizza la negoziazione dei contratti concernenti le materie prime e l'attività mineraria, poiché molti governi non hanno le competenze necessarie per valutare in modo adeguato il valore delle proprie risorse naturali e di conseguenza incontrano delle difficoltà nel concludere accordi favorevoli.

L'Unione europea dovrebbe infine riunire i lavori con altri paesi industriali ed emergenti al fine di creare delle sinergie. Oltre all'OCSE e al G8 e G20, la Commissione dovrebbe proporre una cooperazione concreta con Stati Uniti e Giappone, che potrebbe includere la condivisione di dati o la creazione di programmi comuni di R&S.

Infine, per raccogliere con successo la sfida delle materie prime, l'Unione europea ha bisogno di una strategia globale ed integrata, incentrata su misure a breve e lungo termine che possano essere attuate internamente e a livello internazionale, in particolare per le materie prime essenziali quali le terre rare. Al centro di tale approccio deve esserci una strategia di innovazione industriale basata sull'efficienza delle risorse ed il riciclaggio, che sono le uniche misure che affrontano in modo adeguato la triplice sfida di garantire in futuro competitività, sostenibilità e sicurezza dell'approvvigionamento.

PARERE della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (*) (28.6.2011)

destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

su una strategia efficace per le materie prime in Europa
(2011/2056(INI))

Relatore per parere (*): Judith A. Merkies

(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 50 del regolamento

SUGGERIMENTI

La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  plaude alla comunicazione della Commissione intitolata "Affrontare le sfide relative ai mercati dei prodotti di base e alle materie prime" (COM(2011)0025) e, specificamente, all'ampia attenzione che riserva alle materie prime e alle materie prime recuperate da risorse minerali e da risorse biotiche, all'accento che pone sull'efficienza delle risorse e sul riciclaggio e al fatto che riconosca l'importanza dell'estrazione mineraria urbana quale risorsa preziosa per il recupero, vale a dire il riutilizzo, il riciclo nonché la trasformazione e valorizzazione delle materie prime; plaude inoltre alla sua determinazione ad affrontare i tre pilastri di questa grande sfida, ovvero assicurare un approvvigionamento equo e sostenibile delle materie prime dai mercati internazionali, promuovere un approvvigionamento sostenibile all'interno dell'Unione europea e incoraggiare l'efficienza delle risorse e il riciclaggio; osserva che il riciclaggio spesso comporta una perdita di valore delle materie prime e che si dovrebbe riservare maggiore attenzione alla loro trasformazione e valorizzazione, il che consentirebbe di aumentare il valore delle materie prime recuperate; evidenzia la potenzialità del riutilizzo quale categoria distinta, volta a prolungare la vita dei prodotti, ed esorta la Commissione a sviluppare tale pratica, in particolare attraverso le sue politiche in materia di progettazione ecocompatibile e di rifiuti; deplora tuttavia che la Commissione non abbia proposto misure concrete e avverte che senza tali misure non sarà probabilmente possibile raggiungere gli obiettivi dichiarati;

2.  sottolinea che – specialmente per quanto riguarda le materie prime – una politica coerente, una visione strategica e a lungo termine, come pure un approccio coordinato di tutti gli attori interessati, in particolare alla Commissione, sono di fondamentale importanza;

3.  sottolinea la necessità di dati e studi supplementari per assicurare un approccio più mirato, specialmente per quanto riguarda le analisi dei flussi di rifiuti, ma anche il potenziale delle tecnologie innovative per il riciclaggio e la sostituzione;

4.  si compiace del fatto che la Commissione riconosca l'importanza dell'estrazione mineraria urbana quale risorsa preziosa per il recupero, il riciclo nonché la trasformazione e valorizzazione delle materie prime e ritiene che sia indispensabile disporre di maggiori informazioni sull'estrazione mineraria urbana; chiede pertanto alla Commissione di valutare, in particolare, il potenziale ma anche le eventuali limitazioni a tale riguardo; evidenzia la potenzialità del riutilizzo quale categoria distinta, volta a prolungare la vita dei prodotti, ed esorta la Commissione a sviluppare tale pratica;

5.  osserva che la riduzione dei livelli di consumo, la prevenzione della generazione di rifiuti e il riutilizzo sono fattori essenziali per la transizione verso un'economia che faccia un uso efficiente delle risorse;

6.  pone in luce come la crescita della popolazione mondiale, l'aumento dei consumi e gli obiettivi per la crescita economica dell'Unione rendano sempre più essenziale svincolare la crescita dall'utilizzo di materie prime; insiste, di conseguenza, perché siano fissati obiettivi di riduzione per stabilizzare l'utilizzo delle materie prime e propone una metodologia solida e affidabile per misurare l'efficienza dell'utilizzo delle risorse, che permetterebbe di stabilire nell'Unione obiettivi annuali di riduzione per settore; ritiene che i progressi compiuti verso la realizzazione di questi obiettivi e l'attuazione di politiche di sostegno da parte degli Stati membri dovrebbero essere verificati nell'ambito del semestre europeo, il sistema di coordinamento e sorveglianza delle politiche di bilancio e strutturali degli Stati membri; riconosce che i tre "pilastri" della comunicazione saranno necessari per far fronte, in futuro, alla crescente domanda di materie prime, ma propone l'istituzione di una gerarchia chiara tra i pilastri che dia priorità all'efficienza delle risorse e al riciclaggio, quindi allo sviluppo di un'estrazione mineraria sostenibile nell'Unione europea e infine alla garanzia di un accesso equo e sostenibile alle materie prime dei paesi terzi; sottolinea che una politica sull'efficienza delle materie prime deve essere parte di un approccio integrato che tragga il meglio dalla normativa ambientale europea esistente che regola l'efficienza delle risorse in numerosi settori; sottolinea inoltre la necessità di giungere a una definizione chiara di "efficienza delle risorse" che sia basata su un fondamento scientifico;

7.  esorta tutti gli attori a sensibilizzare sulla concorrenza per quanto riguarda l'utilizzo delle materie prime; esorta la Commissione a condurre ricerche sull'elaborazione di una gerarchia delle materie prime, al fine di incoraggiare un ampio dibattito su come garantire il massimo valore aggiunto nel loro uso senza danneggiare l'ambiente; la invita altresì a tracciare una mappa della concorrenza per le medesime materie e a intervenire sul consumo non essenziale di materie prime;

8.  invita la Commissione a raccogliere, analizzare e pubblicare dati sulla disponibilità, l'accessibilità e gli scambi commerciali di materie prime e materie prime recuperate a livello di Unione europea; ritiene inoltre che i dati dovrebbero essere raccolti al fine di poter confrontare le caratteristiche delle materie prime, le soluzioni per la loro sostituzione e gli utilizzi più efficienti e di poter scambiare le migliori pratiche;

9.  pone l'accento sull'importanza di sviluppare, promuovere e attuare un approccio alle materie prime fondato sul ciclo di vita, che identifichi gli effetti ambientali e internalizzi i costi ambientali esterni associati all'estrazione e all'utilizzo delle materie prime e ne prolunghi la massima qualità e la vita, nonché sulla necessità di indicatori per quantificare l'uso efficiente ed efficace delle risorse;

10. sottolinea l'importanza di applicare in toto la direttiva sulla progettazione ecocompatibile[1] al riguardo, considerando, oltre all'efficienza energetica, l'efficienza delle risorse e altri impatti ambientali; chiede inoltre che in tutte le misure di attuazione a partire dal 2013 siano introdotti obblighi in materia di riciclaggio e di risorse; ritiene che si dovrebbe tenere attivamente conto del ruolo di progettisti e scienziati per assicurare l'utilizzo efficiente ed efficace delle materie prime nell'intero ciclo di vita dei prodotti, dal momento che un riciclaggio di alta qualità può aver luogo solo quando l'intera catena di approvvigionamento è chiusa e tutti i soggetti interessati cooperano per garantire un tasso di raccolta elevato;

11. sottolinea che l'innovazione è un requisito fondamentale per affrontare le nuove sfide e che l'efficienza delle risorse deve essere parte integrante di una politica orientata alla promozione della ricerca e dell'innovazione che stimoli la competitività delle imprese europee;

12. incoraggia la Commissione a elaborare una strategia di riciclaggio che permetta un recupero il più vicino possibile alla fonte dei rifiuti, inclusa la purificazione delle acque reflue, dal momento che questo consentirebbe di recuperare concentrazioni di materie prime più elevate, prevenire l'irrecuperabilità, ridurre l'impatto negativo sull'ambiente e aumentare eventualmente l'efficienza energetica;

13. invita la Commissione e gli Stati membri ad accrescere ulteriormente l'uso e lo sviluppo di strumenti economici adeguati, inclusi incentivi volti a incoraggiare la responsabilità dei produttori, per garantire un maggior grado di riutilizzabilità, riciclabilità e idoneità alla trasformazione e valorizzazione, rigenerabilità, smantellamento e recupero delle materie prime, nonché per promuovere l'uso efficiente delle stesse; invita, in particolare, la Commissione a rivedere le direttive sulla progettazione ecocompatibile, i veicoli fuori uso[2], i RAEE[3] e le pile[4]; sottolinea a tale riguardo l'importanza di un'economia circolare efficace;

14. invita la Commissione e gli Stati membri a organizzare campagne di educazione e sensibilizzazione rivolte ai consumatori con l'obiettivo di utilizzare prodotti ottenuti dal riciclaggio;

15. ritiene che il riciclaggio delle materie prime (il più completo possibile), oltre a ridurre l'impatto ambientale negativo alla fine del ciclo di vita (rifiuti inquinanti) e a contribuire a fronteggiare il problema della scarsità di numerose materie prime primarie, crea opportunità di sviluppo industriale a livello locale; esorta la Commissione a sostenere la concretizzazione di queste opportunità, che sono particolarmente importanti nell'attuale contesto di crisi;

16. sollecita la Commissione a elaborare uno schema di catena di custodia (tracciabilità), soggetto ad un'opportuna valutazione d'impatto, per tutte le materie prime, che prescriva ai produttori di registrare l'origine delle materie prime mediante un sistema trasparente, in linea con gli esempi in essere (come il regolamento (UE) n. 995/2010 in materia di legname), il che permetterà, in futuro, l'elaborazione di criteri di sostenibilità per le materie prime;

17. esorta ad attuare in modo idoneo e celere la direttiva quadro sui rifiuti[5]e a introdurre un divieto progressivo di smaltimento in discarica per le materie prime riciclabili, ad elaborare criteri di progettazione ecocompatibili onde assicurare la riciclabilità della grande maggioranza dei prodotti immessi sul mercato e criteri di efficienza rigorosi e ambiziosi per l'incenerimento associato al recupero di energia, che puntino non all'incenerimento, bensì al riutilizzo e al riciclaggio delle materie prime, quali strumenti per recuperare, quanto prima, la maggior quantità possibile di materie prime utili alla minor distanza possibile dalla fonte dei rifiuti, al fine di prevenire l'irrecuperabilità, ridurre l'impatto negativo sull'ambiente e aumentare l'efficienza energetica;

18. chiede inoltre alla Commissione di presentare una proposta di modifica della direttiva relativa alle discariche di rifiuti[6] e di sviluppare ed estendere gli obiettivi di cui all'articolo 5, paragrafo 2; ritiene altresì che, ai sensi della direttiva quadro sui rifiuti, l'obiettivo di riduzione del divieto di collocare a discarica i rifiuti urbani biodegradabili debba essere esteso, a partire dal 2020, alla totalità dei rifiuti biodegradabili, con un obiettivo di riduzione fissato al 5%;

19. concorda con l'analisi della Commissione, secondo cui un'attuazione e applicazione rafforzate della legislazione vigente in materia di rifiuti sono essenziali per promuovere un'Europa più efficiente nell'uso delle risorse, e invita pertanto la Commissione a proporre, entro la fine del 2011, l'istituzione di un'agenzia dell'UE preposta all'attuazione delle norme sui rifiuti e di un organo europeo specifico che esegua controlli ambientali diretti, giacché una migliore applicazione della legislazione esistente, oltre ad arrecare benefici all'ambiente e alla salute umana, apporterebbe vantaggi economici importanti e agevolerebbe l'accesso a preziose materie prime secondarie;

20. ritiene che gli obiettivi già stabiliti in diverse direttive riguardo alla raccolta e alla separazione dei rifiuti dovrebbero essere ulteriormente elaborati e fissati in funzione del maggiore recupero di materie prime della migliore qualità possibile in ciascuna delle fasi del riciclaggio, segnatamente la raccolta, lo smantellamento, il pretrattamento e il riciclaggio o la raffinazione;

21. esorta la Commissione a inserire gli obiettivi del piano d'azione per la biodiversità nella strategia per le materie prime al fine di rafforzare i legami tra l'economia e l'ambiente e a tenere conto delle ripercussioni sull'ambiente dell'attività estrattiva, della produzione, dell'uso e dello smaltimento delle materie prime; la esorta altresì ad appoggiare lo sviluppo della pianificazione strategica dell'uso del suolo in tutti gli Stati membri, al fine di compensare l'attività estrattiva di materie prime con altre esigenze di uso del suolo e di tutelare l'ambiente e la biodiversità;

22. si compiace della messa a punto di strumenti e indicatori come lo studio sull'economia degli ecosistemi e della biodiversità ("The economics of ecosystems and biodiversity" – TEEB), che rivaluta il valore monetario della biodiversità e degli ecosistemi e fornisce un'importante indicazione del prezzo reale dell'estrazione, dell'utilizzo e dello smaltimento delle materie prime, internalizzando così i costi esterni; esorta la Commissione a promuovere e stimolare lo sviluppo di tali strumenti e il loro utilizzo;

23. sottolinea che le attività estrattive devono essere condotte nel rispetto dei più elevati standard in materia di sicurezza sul lavoro e di protezione ambientale, al fine di evitare incidenti e recuperare le aree sfruttate;

24. rileva che la tecnologia di estrazione mineraria con il cianuro, che rappresenta una grave minaccia per l'ambiente, consente di estrarre soltanto due grammi di oro da una tonnellata di minerale, mentre se ne può ottenere una quantità 150 volte superiore (circa 300 grammi) da una tonnellata di telefoni cellulari usati, senza ricorrere al cianuro; ricorda pertanto alla Commissione la risoluzione del Parlamento europeo del 5 maggio 2010, che chiede un divieto totale delle tecnologie di estrazione mineraria con il cianuro nell'Unione europea entro la fine del 2011[7];

25. sottolinea la funzione della responsabilità sociale d'impresa, dell'aderenza alle norme internazionali più avanzate in materia di ambiente e di lavoro e dell'impiego delle migliori tecnologie disponibili; sottolinea inoltre la grande responsabilità che incombe sulle imprese del settore minerario, le quali devono assicurare che l'attività estrattiva non noccia alla salute dei residenti delle zone circostanti; invita la Commissione a seguire lo spirito della legge Dodd-Frank degli Stati Uniti relativa ai "minerali dei conflitti" ed esorta la Commissiona a presentare una proposta legislativa; sostiene l'iniziativa per la trasparenza delle imprese estrattive (EITI);

26. sottolinea che la politica di sviluppo non è uno strumento della diplomazia delle materie prime; conviene che gli accordi commerciali dovrebbero prevedere la flessibilità necessaria per sostenere i paesi in via di sviluppo nella creazione di legami tra l'industria estrattiva e l'industria locale; ritiene che la sovranità dei paesi in materia di risorse debba essere rispettata e chiede alla Commissione, in tale contesto, di impiegare una strategia differenziata che tenga conto dei diversi contesti nazionali, in modo da non compromettere gli obiettivi di sviluppo e l'industrializzazione dei paesi in via di sviluppo;

27. sottolinea che occorre coerenza rispetto agli obiettivi proclamati nell'ambito della politica di cooperazione e di aiuto allo sviluppo; è dell'avviso che i paesi in via di sviluppo, che sono ricchi di materie prime, non dovrebbero essere relegati al ruolo di esportatori netti di materie prime, ma dovrebbero anzi sviluppare le proprie politiche industriali e di sviluppo, evolvendo nella catena del valore; rifiuta la visione neo-colonialista che si cela dietro la cosiddetta "diplomazia delle materie prime";

28. invita a varare e promuovere attivamente modelli economici maggiormente sostenibili, svincolati dall'utilizzo delle materie prime, per garantire in avvenire la reperibilità delle stesse nell'UE; invita la Commissione a sviluppare nuovi strumenti (ad esempio, "certificati verdi" che puntino a incrementare l'utilizzo di materie prime secondarie) per un utilizzo delle risorse più efficiente che scongiuri effetti di rimbalzo; consiglia alla Commissione di effettuare uno studio globale sui modelli economici fondati sull'affitto – in alternativa alla proprietà dei beni – e la relativa incidenza sull'utilizzo e il recupero delle materie; evidenzia che, a tal riguardo, la sfida principale consiste nella sensibilizzazione;

29. sottolinea che, per poter sganciare la crescita economica dall'utilizzo delle materie prime, è fondamentale adottare un nuovo indicatore che vada oltre il PIL e che misuri il consumo delle risorse e la loro produttività;

30. richiama l'attenzione sugli effetti perniciosi della speculazione sulle materie prime; ritiene che il mercato fisico non debba essere relegato in secondo piano dal mercato finanziario dei "derivati", il cui volume negli anni è aumentato smodatamente, rendendo necessaria e urgente l'adozione di provvedimenti al riguardo; sottolinea l'importanza di disporre di informazioni ufficiali affidabili relativamente ai flussi e alle scorte fisiche di materie prime;

31. sollecita la Commissione a vagliare gli effetti di un'imposizione fiscale sulle risorse minerali, sulle materie prime estratte inutilizzate, sulle materie prime non energetiche, sull'acqua e sull'uso del suolo, specificamente su effetti collaterali quali la sostituzione non sostenibile, l'evasione fiscale o la delocalizzazione di attività economiche in paesi terzi, e a presentare proposte relative a strumenti dell'UE a tal fine, in linea con la priorità dell'efficienza delle risorse; evidenzia come un'imposizione fiscale sulle materie prime primarie, quali i metalli, contribuirebbe a rendere comparativamente più vantaggioso il riciclo anziché l'estrazione di materiali vergini nonché a spostare la pressione fiscale dalla forza lavoro alle risorse;

32. incoraggia la Commissione a proseguire la preparazione in vista di un partenariato dell'innovazione nel settore delle materie prime, in linea con l'iniziativa faro "Unione dell'innovazione", ed evidenzia, a tale riguardo, l'importanza di una stretta cooperazione sin dalla fase iniziale fra tutte le istituzioni interessate;

33. ritiene che si debba promuovere l'estensione del ciclo di vita dei prodotti e quindi anche delle materie prime e dei materiali biotici, dato che la loro estrazione, il loro utilizzo e il loro smaltimento hanno un impatto considerevole sull'utilizzo del territorio, l'acqua, l'energia e i trasporti; segnala che la strategia relativa alle materie prime deve essere integrata nella più ampia strategia UE 2020, come componente essenziale dei suoi obiettivi globali; chiede un'innovazione più mirata nel campo dell'efficienza delle risorse ed evidenzia che un aumento del tasso di efficienza nell'uso delle materie prime si riflette in modo considerevole sul settore industriale e su quello dei trasporti;

34. invita la Commissione europea a raccogliere dati relativi al potenziale di recupero, nell'Unione europea, di materie prime mediante l'estrazione dalle discariche e a elaborare norme relative alle condizioni che disciplinano lo sfruttamento delle discariche, considerando l'eventuale recupero di altre risorse, l'efficienza energetica messa a confronto con l'estrazione di materie prime primarie, i possibili effetti collaterali sull'ambiente e sulla salute umana (quale il rilascio di gas a effetto serra e di sostanze tossiche) e il potenziale in termini di produzione energetica e di recupero paesaggistico.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

21.6.2011

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

42

2

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

János Áder, Kriton Arsenis, Sophie Auconie, Pilar Ayuso, Nessa Childers, Chris Davies, Esther de Lange, Bas Eickhout, Edite Estrela, Jill Evans, Karl-Heinz Florenz, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Julie Girling, Françoise Grossetête, Cristina Gutiérrez-Cortines, Satu Hassi, Jolanta Emilia Hibner, Karin Kadenbach, Linda McAvan, Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė, Gilles Pargneaux, Antonyia Parvanova, Mario Pirillo, Pavel Poc, Vittorio Prodi, Oreste Rossi, Dagmar Roth-Behrendt, Daciana Octavia Sârbu, Carl Schlyter, Horst Schnellhardt, Richard Seeber, Theodoros Skylakakis, Åsa Westlund, Glenis Willmott, Marina Yannakoudakis

Supplenti presenti al momento della votazione finale

João Ferreira, Jutta Haug, Marisa Matias, Judith A. Merkies, Miroslav Mikolášik, Bill Newton Dunn, Birgit Schnieber-Jastram, Michail Tremopoulos

  • [1]             Direttiva 2009/125/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativa all'istituzione di un quadro per l'elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all'energia; GU L 285 del 31.10.2009, pag. 10.
  • [2]             Direttiva 2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 settembre 2000, relativa ai veicoli fuori uso; GU L 269 del 21.10.2000, pag. 34.
  • [3]             Direttiva 2002/96/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 gennaio 2003, sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE); GU L 37 del 13.2.2003, pag. 24.
  • [4]             Direttiva 2006/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 settembre 2006, relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e che abroga la direttiva 91/157/CEE; GU L 266 del 26.9.2006, pag. 1.
  • [5]             Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive; GU L 312 del 22.11.2008, pag. 3.
  • [6]             Direttiva 1999/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti; GU L 182 del 16.7.1999, pag. 1.
  • [7]             Risoluzione del Parlamento europeo, del 5 maggio 2010, sul divieto generale di utilizzo delle tecnologie di estrazione mineraria con il cianuro nell'Unione europea; P7_TA(2010)0145.

PARERE della commissione per gli affari esteri (31.5.2011)

destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

su una strategia efficace per le materie prime in Europa
(2011/2056(INI))

Relatore: Elmar Brok

SUGGERIMENTI

La commissione per gli affari esteri invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che nel contesto di un ordine mondiale multipolare gli Stati membri non possono più, operando da soli, assicurarsi un accesso adeguato ai prodotti di base non energetici, come le materie prime e le terre rare, e che solo un approccio comune guidato dall'UE può garantire un approvvigionamento strategico e sicuro per l'industria europea,

B.  considerando che l'approvvigionamento di materie prime è fondamentale per varie applicazioni industriali; che le restrizioni alle esportazioni ostacolano la creazione di mercati aperti e trasparenti, possono tradursi in una grave strozzatura nell'approvvigionamento di materie prime e limitare il potenziale d’innovazione dell'industria europea, e potrebbero creare problemi sul mercato del lavoro,

C. considerando che circa il 50% delle materie prime e delle risorse di terre rare di tutto il mondo, comprese le materie prime essenziali, si trova in Stati fragili o in regioni instabili,

1.  plaude alla proposta di una diplomazia dell'Unione europea per le materie prime e le terre rare con l'obiettivo di creare una piattaforma normativa internazionale, di garantire l'accesso alle materie prime, soprattutto quelle considerate essenziali, e il loro approvvigionamento, di assicurare mercati mondiali aperti e di promuovere la cooperazione internazionale in materia di estrazione sostenibile di materie prime e un utilizzo efficiente delle risorse naturali sulla base di interessi reciproci; sottolinea in questo contesto la necessità di stabilire un solido dialogo nel campo della diplomazia delle materie prime tra i paesi industrializzati, quelli di nuova industrializzazione e i paesi in via di sviluppo ricchi di risorse naturali, anche al fine di promuovere i diritti umani, il buon governo e la stabilità regionale e di prevenire il rischio di conflitti legati alle risorse;

2.  ritiene che ponendo - a livello di UE - una maggiore enfasi sull’innovazione e sulla sostituzione nella strategia per le materie prime, in tutte le fasi, si potrebbe anche rafforzare la posizione negoziale dell'Unione europea ed evitare la dipendenza da fornitori monopolistici;

3.  invita la Commissione a promuovere la diplomazia informale (“Track-II diplomacy”) nel campo delle materie prime sostenendo gli scambi fra le organizzazioni non governative, le università e i think-tank (“laboratori di idee”) dell'UE e quelli di altri paesi importanti sotto il profilo delle risorse;

4.  invita la Commissione a organizzare periodicamente manifestazioni sul tema delle materie prime, come i "Saloni dei metalli" della giapponese JOGMEC, in collaborazione con altri paesi importanti sotto il profilo delle risorse e con la partecipazione di un'ampia gamma di soggetti interessati;

5.  rileva che la politica delle materie prime, benché indipendente, deve essere in sinergia con le altre politiche dell'UE, e specialmente con quelle inerenti alle materie prime non minerali (ad esempio i prodotti agricoli) e all'approvvigionamento energetico;

6.  reputa che la diplomazia delle materie prime, la politica di sviluppo e le politiche miranti a sostenere la democratizzazione devono essere reciprocamente vantaggiose e creare sinergie; chiede pertanto che i futuri accordi con i paesi partner prevedano una condizionalità legata ai diritti umani e alla democratizzazione;

7.  sottolinea che nel quadro della cooperazione strategica dell'UE con attori chiave di paesi industriali, emergenti e in via di sviluppo, in particolare USA, Russia, Cina, Giappone e la regione artica, sarebbe opportuno istituire un meccanismo di allerta precoce per la distorsione dei mercati, le carenze di approvvigionamento e i conflitti alimentati dai problemi delle risorse, meccanismo che dovrebbe essere integrato da un gruppo di sorveglianza a livello di UE comprendente rappresentanti delle istituzioni unionali, degli Stati membri e dei settori industriali interessati;

8.  pone l’accento sul ruolo delle relazioni con i paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa), che dispongono di vaste risorse di materie prime ma che, d’altro canto, in futuro ne assorbiranno di più, inasprendo così la concorrenza per le imprese europee;

9.  chiede norme regolamentari internazionali sul riciclaggio, sulla sostenibilità del settore minerario e sul buon governo, ivi comprese norme sociali, sul lavoro e sui diritti umani, sulla responsabilità sociale delle imprese e sull’ambiente, che dovrebbero essere promosse tramite sedi competenti come il G8 e il G20, l'OMC, l'OCSE, l'UNCTAD, l'UNEP e il suo gruppo internazionale per la gestione sostenibile delle risorse, i gruppi di studio internazionali sui metalli e altri organismi attivi nella promozione di una struttura di governance globale sostenibile per lo sfruttamento, la produzione e il commercio di materie prime, sulla base del principio di non violazione del diritto degli altri paesi allo sviluppo nel quadro delle norme internazionali;

10. valuta positivamente la propensione dei membri del G8 e del G20 a contrastare la volatilità dei prezzi delle materie prime, e invita a mettere a punto misure concrete per garantire l'approvvigionamento di materie prime e a frenare la speculazione su questi prodotti di base;

11. invita l'OMC a sorvegliare da vicino l’impatto che hanno sul prezzo delle materie prime le restrizioni all’importazione e all'esportazione e altre barriere; a tale proposito sostiene la creazione in seno all'OMC di uno strumento di sorveglianza delle barriere tariffarie e non tariffarie al commercio di materie prime e di terre rare e l’istituzione, in seno al G20, di un "Comitato per la stabilità nel settore delle materie prime e delle terre rare"; invita inoltre la DG Commercio della Commissione a continuare a monitorare le restrizioni alle esportazioni di materie prime e le altre barriere che incidono sul loro prezzo;

12. valuta positivamente il fatto che garanzie esplicite di accesso non discriminatorio al mercato delle materie prime siano incluse negli accordi commerciali dell'UE e costituiscano un prerequisito per diventare membri dell'OMC; chiede che tutti gli accordi dell'UE con i paesi terzi pertinenti prevedano l'accesso alle materie prime e la loro governance sostenibile, sulla base del riconoscimento della crescente interdipendenza fra i paesi, ma sottolinea l'importanza di differenziare la diplomazia delle materie prime per tener conto delle situazioni dei rispettivi paesi;

13. è del parere che l'UE e i paesi terzi interessati debbano cooperare consensualmente, in un autentico spirito di partnership, con reciproco beneficio per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime; chiede pertanto che i paesi in via di sviluppo ricevano sostegno, anche col trasferimento di conoscenze scientifiche e giuridiche, così da instaurare uno sviluppo di capacità che sia sostenibile, e chiede altresì norme comuni in materia di estrazione e produzione che comprendano norme sui diritti umani;

14. sottolinea l'importanza della cooperazione bilaterale nel settore delle materie prime, come dimostrato dall'UE e dall'Unione Africana nel giugno 2010, ed incoraggia ulteriori sforzi nel quadro del piano d'azione congiunto Africa-UE per il periodo 2011-2013; chiede che si sviluppi una cooperazione analoga con altri paesi che sono grandi produttori di materie prime essenziali; propone, come uno degli obiettivi concreti della diplomazia delle materie prime, di diversificare le fonti di approvvigionamento di talune materie prime per le quali l'UE è dipendente dalle importazioni, in modo che ci si rifornisca in misura maggiore dall'America Latina e dall'Africa, oltre che dall'Asia sudorientale;

15. ritiene che l'importante potenziale della regione artica sia legato alle sue risorse naturali e alle industrie che si basano su di esse; sottolinea la necessità di un accesso equo alle materie prime della regione artica, in accordo con la sua risoluzione del 20 gennaio 2011 su una politica europea sostenibile per il Grande Nord (P7_TA(2011)0024); sottolinea l'importanza di uno sviluppo sostenibile e di un uso sicuro e controllato delle risorse naturali nella regione artica, in conformità con il principio di precauzione;

16. evidenzia l'importanza della trasparenza e ribadisce il proprio sostegno all'Iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive (EITI) e alla campagna “Publish What You Pay” (“rendi pubblico quello che paghi!”) quali buoni esempi di standard internazionali di trasparenza, e invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) ad adottare misure per migliorare la trasparenza nel campo dell'approvvigionamento; ritiene che gli investimenti che ricevono finanziamenti dalla BEI debbano applicare questi standard al fine di promuovere pratiche estrattive sostenibili nei paesi terzi interessati;

17. accoglie con favore i lavori preparatori della Commissione per una proposta legislativa sugli obblighi di divulgazione dell'industria estrattiva per le società quotate nelle borse valori dell'UE; esorta la Commissione a basarsi sulle disposizioni in materia di divulgazione che figurano nella sezione 1504 della legge statunitense "Dodd-Frank", e chiede di introdurre obblighi di dichiarazione a livello di singolo paese;

18. invita la Commissione, in sede di preparazione dei nuovi strumenti di azione esterna per il periodo post 2013, a includere misure a sostegno del buon governo e di un’attività mineraria sostenibile nei suoi programmi per la stabilità democratica ed economica degli Stati fragili che sono fornitori di materie prime;

19. ritiene che la responsabilità di una diplomazia dell’UE coerente ed efficace spetti al SEAE e ai servizi competenti della Commissione – e per le questioni commerciali in particolare alla DG Commercio – operanti in stretto coordinamento col Consiglio e il Parlamento; ritiene inoltre che la rilevanza strategica delle materie prime debba riflettersi nell'organizzazione del SEAE nonché nella dotazione di personale delle pertinenti delegazioni dell’UE; sottolinea l'importanza del coordinamento della politica estera dell’UE e degli Stati membri nel campo delle materie prime;

20. reputa che l'UE dovrebbe coordinare la propria azione con gli Stati Uniti e gli altri partner nel cercare di diversificare le fonti di terre rare e nel ridurre la dipendenza dai maggiori fornitori di materie prime e di terre rare; ritiene che tali questioni debbano far parte dell'ordine del giorno dei prossimi vertici UE-USA;

21. invita l'Agenzia europea per la difesa a contribuire, a norma dell'articolo 42, paragrafo 3, del TUE, a individuare misure volte a rafforzare la base industriale e tecnologica del settore della difesa per quanto riguarda le materie prime;

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

24.5.2011

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

58

3

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Sir Robert Atkins, Dominique Baudis, Frieda Brepoels, Elmar Brok, Arnaud Danjean, Michael Gahler, Marietta Giannakou, Ana Gomes, Andrzej Grzyb, Heidi Hautala, Anna Ibrisagic, Anneli Jäätteenmäki, Jelko Kacin, Othmar Karas, Ioannis Kasoulides, Tunne Kelam, Nicole Kiil-Nielsen, Evgeni Kirilov, Andrey Kovatchev, Paweł Robert Kowal, Eduard Kukan, Alexander Graf Lambsdorff, Krzysztof Lisek, Sabine Lösing, Ulrike Lunacek, Mario Mauro, Kyriakos Mavronikolas, Willy Meyer, Francisco José Millán Mon, María Muñiz De Urquiza, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Norica Nicolai, Raimon Obiols, Kristiina Ojuland, Ria Oomen-Ruijten, Cristian Dan Preda, Fiorello Provera, Libor Rouček, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Nikolaos Salavrakos, Jacek Saryusz-Wolski, Werner Schulz, Hannes Swoboda, Charles Tannock, Inese Vaidere, Kristian Vigenin, Graham Watson, Boris Zala

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Reinhard Bütikofer, Nikolaos Chountis, Véronique De Keyser, Tanja Fajon, Kinga Gál, Elisabeth Jeggle, Georgios Koumoutsakos, Norbert Neuser, Doris Pack, Vittorio Prodi, Dominique Vlasto, Luis Yáñez-Barnuevo García

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Joachim Zeller

PARERE della commissione per lo sviluppo (14.6.2011)

destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

Strategia efficace per le materie prime in Europa
(2011/2056(INI))

Relatore: Birgit Schnieber-Jastram

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ritiene che l'Unione europea sia dipendente dalle importazioni di materie prime per le proprie industrie, soprattutto nel settore dell'alta tecnologia, e che l'iniziativa europea sulle materie prime miri a garantire l'accesso a tali risorse;

2.  ricorda che l'iniziativa sulle materie prime è stata criticata da alcune ONG in quanto nuoce agli obiettivi di sviluppo dei paesi poveri e non rispetta gli impegni dell'Unione europea in materia di coerenza delle politiche per lo sviluppo; ricorda gli obblighi riguardanti la coerenza delle politiche per lo sviluppo sanciti dall'articolo 208 del TFUE; invita la Commissione a istituire un gruppo di lavoro interservizi per delineare una strategia più dettagliata per le materie prime, che rispetti i suddetti obblighi; ricorda che il traffico illecito di materie prime continua a essere alla radice di conflitti permanenti o di lunga durata nei paesi in via di sviluppo;

3.  sottolinea quanto sia importante che la politica europea sulle materie prime tenga pienamente conto della crescita economica sostenibile nei paesi in via di sviluppo e dei relativi standard sociali specifici (come previsto dall'articolo 208 del TFUE) e garantisca la coerenza tra la politica di sviluppo e l'iniziativa sulle materie prime; ritiene pertanto che l'UE dovrebbe altresì aiutare i paesi in via di sviluppo a costruire impianti di trasformazione, a diversificare le loro economie, a ridurre la loro dipendenza dalle esportazioni di materie prime e ad accrescere il valore aggiunto dei loro prodotti attraverso la fabbricazione e la lavorazione interne;

4.  invita la Commissione a introdurre quali ulteriori obiettivi chiave dell'iniziativa sulle materie prime a) una riduzione del consumo di materie prime da parte dell'UE, b) una riduzione della dipendenza dell'UE da materie prime d'importazione e c) la creazione di un regime sostenibile ed equo di gestione delle risorse naturali mondiali;

5.  insiste affinché il Parlamento europeo sia regolarmente informato sullo sviluppo dell'iniziativa concernente le materie prime e sul conseguimento dei suoi obiettivi mediante una relazione annuale sui progressi realizzati; chiede che tale relazione includa anche una valutazione dell'iniziativa sulle materie prime dal punto di vista dell'impegno dell'UE in termini di coerenza delle politiche europee per lo sviluppo;

6.  esprime preoccupazione in quanto la rinnovata iniziativa sulle materie prime non fa riferimento all'SPG o all'SPG-plus né propone incentivi commerciali alternativi per promuovere i diritti umani e le norme ambientali, per prevenire il lavoro minorile e per sostenere le riforme interne per i paesi che non rientrano nel campo di applicazione di tali sistemi; chiede inoltre alla Commissione di sostenere e incoraggiare iniziative di diversificazione delle economie dei paesi in via di sviluppo che dipendono in ampia misura da determinate materie prime;

7.  osserva che le entrate provenienti dalle materie prime possono svolgere un ruolo determinante nel consentire ai paesi meno sviluppati di conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio; invita la Commissione ad aiutare i paesi in via di sviluppo a diversificare le loro economie e ridurre la propria dipendenza dalle materie prime, onde tutelare le risorse naturali non rinnovabili, e a sostenere i paesi meno sviluppati con consulenze e misure di creazione di capacità che consentano di mettere in atto meccanismi alternativi efficaci idonei a generare imposte;

8.  invita la Commissione a valutare i benefici in termini di sviluppo che le restrizioni alle esportazioni di materie prime comportano per i paesi meno sviluppati, dato che soprattutto per questi ultimi i dazi all'esportazione costituiscono un'importante fonte di reddito, fornendo così incentivi per la creazione di industrie nazionali di produzione o trasformazione con un potenziale di esportazione di prodotti a più elevato valore aggiunto; rileva l'importanza di rafforzare la protezione dell'ambiente impedendo lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali;

9.  osserva che la volatilità dei prezzi dei prodotti di base deriva in gran parte dalla speculazione;

10. invita la Commissione a presentare al più presto una proposta legislativa paese per paese basata sugli standard dell'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive (EITI) e sulla sezione 1502 della legge statunitense Dodd Frank; ricorda che questo è stato proposto dalla commissione per lo sviluppo quale priorità parlamentare nel quadro del dialogo strutturato sul programma di lavoro della Commissione per il 2012; esorta la Commissione a includere nella sua proposta l'obbligo per le imprese estrattive di riferire, paese per paese, in merito a vendite e profitti e imposte e redditi, al fine di scoraggiare la corruzione e prevenire l'evasione fiscale; sottolinea che la trasparenza, la responsabilità sociale delle imprese e un'amministrazione funzionante giovano sia alle aziende estrattive sia alle società dei paesi in via di sviluppo ricchi di risorse; invita la Commissione a elaborare una proposta legislativa equivalente alla sezione 1502 della legge Dodd Frank, che impone alle imprese che estraggono minerali dalla Repubblica democratica del Congo e dai paesi confinanti di dimostrare quali misure intraprendano per garantire che i loro acquisti di tali minerali non vadano a beneficio di gruppi armati che commettono violazioni dei diritti umani; esorta a tal riguardo l'Unione europea e i suoi Stati membri a esercitare pressione sulle imprese europee presenti nei paesi in via di sviluppo e a servire da modello in materia di responsabilità sociale e di promozione del lavoro dignitoso;

11. chiede una proposta legislativa volta a privare di qualsiasi tipo di finanziamento europeo le imprese dell'UE che non applicano le norme UE quando operano nei paesi in via di sviluppo ed esprime forte preoccupazione per quanto riguarda i numerosi casi ben documentati di imprese UE che violano le norme ambientali e del lavoro e i diritti umani;

12. riconosce i diritti legittimi dei governi e dei parlamenti dei paesi in via di sviluppo di varare politiche e disciplinare gli investimenti stranieri nel pubblico interesse, in consultazione con la società civile, in modo che gli investimenti stranieri apportino benefici all'economia locale, creino valore aggiunto a livello interno e promuovano lo sviluppo; sottolinea che la strategia dell'UE sulle materie prime non dovrebbe ostacolare tali diritti;

13. invita l'Unione europea e l'Unione africana a proporre e attuare azioni concrete in materia di assistenza alla creazione di capacità nei paesi in via di sviluppo ricchi di risorse nell'ambito del secondo piano d'azione 2011-2013 della strategia comune Africa-UE, in cooperazione con gli Stati membri, l'industria e le parti interessate; accoglie con favore l'approccio di tale piano d'azione, che consiste nel fornire formazione sulle migliori pratiche di negoziazione di contratti minerari e favorire la cooperazione scientifica nel settore minerario, nonché promuovere il buon governo e la trasparenza;

14. ribadisce che le iniziative in materia di trasparenza nel settore delle industrie estrattive sono in effetti favorevoli alle attività commerciali, creano certezza giuridica e partenariati sostenibili sul lungo periodo e fungono da salvaguardia contro la riapertura di negoziati o l'espulsione; osserva che vi sono sfide da affrontare e che alcuni contratti richiedono riservatezza, ma dovrebbero comunque essere sottoposti al controllo pubblico; rileva che la legge sulla gestione dei redditi petroliferi emanata nel Ghana costituisce un buon esempio in quanto mantiene un certo grado di riservatezza salvaguardando nel contempo il controllo parlamentare;

15. si compiace del fatto che la Commissione preveda di promuovere una più ampia divulgazione delle informazioni finanziarie e di elaborare relazioni paese per paese per quanto riguarda le industrie estrattive e attende con interesse la futura proposta legislativa della Commissione sulla pubblicazione automatica dei benefici e dei pagamenti fiscali delle corporazioni transnazionali in ciascun paese in via di sviluppo nel quale operano, al fine di lottare contro l'abuso dei paradisi fiscali, l'evasione fiscale e le fughe illecite di capitali; chiede anche che tutte le industrie che estraggono materie prime nei paesi in via di sviluppo diano prova di maggiore trasparenza mediante il pagamento delle imposte dovute e la dichiarazione esplicita delle loro attività; sottolinea l'importanza della cooperazione tra l'Unione europea e le Nazioni Unite per quanto riguarda il processo di Kimberley;

16. invita l'Unione europea a concludere accordi commerciali equi con i paesi in via di sviluppo, che includano il trasferimento di tecnologie nel caso dei paesi meno sviluppati e servano da modello di politica commerciale sostenibile dotata di una serie di criteri sociali e ambientali;

17. sollecita una maggiore cooperazione internazionale riguardo alle risorse strategiche mediante l'avvio di un processo aperto, inclusivo e trasparente in cui si discuta dell'uso futuro delle materie prime a livello mondiale e che preveda la partecipazione di reti della società civile quali Publish What You Pay (rendete pubblico quello che pagate); ritiene che l'adozione di iniziative su scala mondiale in un settore così delicato possa contribuire ad accrescere la fiducia tra l'UE e le economie emergenti come la Cina, il Brasile e l'India;

18. invita l'Unione europea a stabilire l'obbligo e il dovere degli investitori di rispettare i diritti umani, le norme ambientali e le norme fondamentali dell'OIL in materia di lavoro quando esercitano attività nei paesi in via di sviluppo; ritiene che le imprese dell'Unione europea dovrebbero essere tenute legalmente responsabili, nei loro paesi di origine, di qualsiasi violazione di tali diritti commessa da loro filiali all'estero o da organismi da esse controllati;

19. ritiene che la strategia dell'UE nel settore delle materie prime dovrebbe rispecchiare le differenze tra le economie sviluppate e le maggiori economie, da un lato, e i paesi meno sviluppati, dall'altro;

20. invita la BEI e la Commissione a valutare in modo più rigoroso se i progetti contribuiscano all'eliminazione della povertà, allo sviluppo sostenibile e alla crescita inclusiva prima di decidere se appoggiare il settore delle industrie estrattive nei paesi in via di sviluppo; chiede una moratoria dei finanziamenti pubblici dell'Unione europea per progetti minerari sino a quando non siano state adottate disposizioni in materia di lotta contro l'evasione fiscale e a favore della trasparenza, della dovuta diligenza e del rispetto delle norme in materia sociale e ambientale;

21. sottolinea che lo sfruttamento delle risorse naturali deve tendere ad aiutare un paese a conseguire i propri più ampi obiettivi di carattere sociale ed economico e non essere fine a se stesso;

22. rileva che l'estrazione artigianale e su piccola scala può svolgere un ruolo fondamentale nella vita locale, creare posti di lavoro e favorire il conseguimento degli obiettivi di sviluppo, a condizione che sia ufficialmente riconosciuta, regolamentata e sostenuta; deplora la relativa carenza di informazioni e strumenti analitici nell'ambito dell'estrazione artigianale e su piccola scala e sottolinea la necessità di aumentarne la visibilità, di facilitare l'elaborazione e l'attuazione di politiche più efficaci in merito e di monitorare le azioni di assistenza per contribuire a evitare le trappole della povertà quali il lavoro minorile, condizioni lavorative non sicure e il lavoro forzato, frequenti nelle attività minerarie artigianali, e i conflitti connessi con le attività di estrazione su piccola scala; invita inoltre l'Unione europea e i suoi Stati membri a sostenere i paesi in via di sviluppo a livello sia nazionale che locale, mettendo a disposizione competenza in materia di pratiche minerarie sostenibili, di miglioramento dell'efficienza delle risorse e di riutilizzo e riciclaggio;

23. sottolinea che la questione dell'accesso alle materie prime dovrebbe essere integrata successivamente nelle misure strategiche in materia di costruzione della pace e di politica di prevenzione, in quanto in certe regioni sono riemersi numerosi conflitti; ritiene che un obiettivo a lungo termine dell'Unione europea dovrebbe essere la creazione di un meccanismo di allerta precoce e prevenzione dei conflitti atto a individuare con tempestività i casi in cui le materie prime fungono da motore in determinati conflitti.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

14.6.2011

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

23

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Michael Cashman, Ricardo Cortés Lastra, Corina Creţu, Leonidas Donskis, Charles Goerens, Catherine Grèze, András Gyürk, Filip Kaczmarek, Franziska Keller, Miguel Angel Martínez Martínez, Gay Mitchell, Norbert Neuser, Bill Newton Dunn, Maurice Ponga, Birgit Schnieber-Jastram, Michèle Striffler, Alf Svensson, Eleni Theocharous, Ivo Vajgl, Anna Záborská, Iva Zanicchi

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Kriton Arsenis, Isabella Lövin

PARERE della commissione per il commercio internazionale (23.6.2011)

destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

su una strategia efficace per le materie prime in Europa
(2011/2056(INI))

Relatore per parere: Bernd Lange

SUGGERIMENTI

La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea che la politica commerciale dell’UE deve svolgere un ruolo più incisivo quale strumento atto a migliorare l’accesso dell’UE alle materie prime sui mercati mondiali e a garantire l'affidabilità e la sicurezza dell'approvvigionamento di materie prime per l'industria europea, e deve consentire la creazione di veri e propri partenariati conformemente alla politica di sviluppo sostenibile perseguita in relazione a paesi che possiedono risorse naturali di questo tipo;

2.  rileva che non tutti i mercati delle materie prime si comportano nello stesso modo e, in particolare, che i mercati delle materie prime nel settore agricolo sono fortemente condizionati da fattori stagionali e climatici e richiedono pertanto un'attenzione particolare;

3.  sottolinea l’importanza del commercio legale di materie prime per una crescita economica sostenibile e chiede che venga messa a punto una strategia integrata dell’UE per le materie prime che comprenda un'azione diplomatica orientata verso i paesi fornitori strategici, si basi sull'agenda di questi ultimi in materia di politica industriale e agricola e sia in sintonia con la politica di sviluppo e ambiente dell'UE; chiede altresì alla Commissione di creare sinergie tra tutte le politiche europee e i soggetti interessati, ad esempio istituendo commissioni nazionali strategiche per i metalli che riuniscano le autorità pubbliche, le imprese operanti nel settore, comprese le PMI, e la società civile;

4.  chiede pertanto alla Commissione di presentare uno studio sulle importazioni europee delle materie prime che, sebbene non elencate come critiche (ad esempio litio, afnio e nickel), rivestono comunque un'importanza strategica per soddisfare il fabbisogno industriale europeo e produrre beni di consumo dotati di un elevato valore aggiunto; ritiene che lo studio dovrebbe altresì valutare la dipendenza delle industrie europee da queste materie prime e le misure per garantirne l'approvvigionamento, come pure i costi ambientali relativi alla loro estrazione e le alternative che potrebbero essere previste;

5.  invita la Commissione a garantire un accesso regolare e sicuro alle materie prime e alle terre rare di interesse industriale mediante accordi commerciali e di investimento reciprocamente vantaggiosi ed equi e mediante partenariati commerciali strategici a lungo termine che consentano ai paesi in via di sviluppo di diversificare e industrializzare le loro economie e creare posti di lavoro e una crescita economica sostenibile, fornendo nel contempo risorse essenziali all'industria dell'UE; invita in tale contesto la Commissione a inserire in tutti gli accordi commerciali il rispetto delle norme dell’OIL e internazionali in materia di ambiente;

6.  invita la Commissione a esaminare la possibilità di stabilire orientamenti per la responsabilità sociale delle imprese europee che partecipano all’estrazione di materie prime nei paesi produttori; invita le imprese ad assumersi quanto prima le proprie responsabilità sociali sotto forma di impegni volontari; chiede che tali impegni osservino gli orientamenti dell'OCSE per le imprese multinazionali e il principio della dovuta diligenza applicabile alle catene di approvvigionamento enunciato nella Guida dell'OCSE del 2010 sul dovere di diligenza; invita la Commissione, unitamente alle imprese, a monitorare e promuovere l'efficacia di detto processo di impegno volontario; ricorda a tale proposito che tutte le imprese dovrebbero rispettare la normativa in vigore nei rispettivi paesi ospitanti;

7.  esprime preoccupazione per il fatto che i minerali provenienti da zone di conflitto, la cui produzione dà luogo a violenze inaccettabili e ad attività illegali, continuino ad essere commercializzati e utilizzati; invita la Commissione, il SEAE, il Consiglio e gli Stati membri a tener conto di questa situazione nel quadro delle loro relazioni con i paesi terzi; invita la Commissione e i paesi fornitori strategici dell'UE a sviluppare congiuntamente un sistema efficace di tracciabilità delle materie prime, dall'importazione fino al riciclaggio o lo smaltimento, e a introdurre un sistema reciproco di certificazione delle materie prime e delle loro catene commerciali (Certified Trading Chains), in modo da poter garantire un commercio equo e, in particolare, per prevenire abusi per quanto riguarda il commercio di materie prime provenienti da regioni di crisi; invita la Commissione a cooperare con le pertinenti istituzioni internazionali (ONU, OCSE, OIL) al fine di individuare e cercare di armonizzare le migliori pratiche di certificazione; invita la Commissione a seguire lo spirito della legge statunitense Dodd-Frank relativa al commercio di "minerali dei conflitti";

8.  sottolinea che i mercati finanziari possono svolgere un ruolo importante nella copertura del rischio sia dei produttori che dei consumatori di materie prime e prodotti di base; invita la Commissione ad adottare le misure necessarie per garantire la trasparenza sui mercati delle materie prime e ad agire con decisione contro la speculazione ingiustificata sulle materie prime, che conduce ad abusi in tale mercato, se ritenuto necessario sulla base di approfondite analisi empiriche; rileva che ciò comprende iniziative idonee nel quadro dei negoziati del G8 e del G20; ritiene in particolare che a tal fine dovrebbero essere esplorate le possibilità di riciclaggio, sostituibilità e uso efficiente delle risorse e che la Commissione dovrebbe promuovere ed avviare progetti di ricerca e sviluppo in tali settori;

9.  esprime preoccupazione per l'impatto dei mercati dei derivati ​​sull'andamento dei prezzi delle materie prime; ritiene che dovrebbero esserci controlli più efficaci sui mercati degli strumenti derivati negoziati fuori borsa (OTC); in tale contesto, sostiene misure come il rafforzamento della trasparenza sugli strumenti derivati OTC sotto la supervisione dell'ESMA; ritiene che tali misure potrebbero determinare una maggiore sicurezza per gli investitori e le PMI e consentire ai produttori europei di pianificare con maggiore certezza;

10. deplora l’atteggiamento dei paesi terzi, in particolare di alcuni paesi emergenti, che utilizzano la propria posizione di fornitori dominanti per distorcere il mercato mondiale delle materie prime; incoraggia la Commissione a cercare soluzioni a livello bilaterale e, se del caso, a tenere consultazioni con i paesi in questione o addirittura a ricorrere a strumenti di difesa commerciale conformemente alle norme e ai principi dell'OMC, e sostiene i recenti sforzi della Commissione affinché sia costituito un gruppo specializzato dell’OMC; invita l'OMC a valutare l'invio di un forte segnale ai membri affinché non strumentalizzino le politiche in materia di sviluppo o ambiente per giustificare restrizioni alle esportazioni, tranne che in casi debitamente motivati all'OMC; esorta la Commissione europea a individuare le principali risorse strategiche per l'UE e a garantirvi l'accesso;

11. prende atto della strategia della Commissione nei negoziati FTA, APE e APC condotti con i paesi in via di sviluppo, che punta a vietare l'applicazione di tasse di esportazione sulle materie prime; ritiene che la sovranità dei paesi sulle proprie risorse debba essere rispettata e chiede alla Commissione a tal riguardo di controbilanciare la sua opposizione alla tassazione delle esportazioni nei paesi in via di sviluppo adottando un approccio differenziato che tenga conto dei diversi contesti nazionali, in modo da non mettere a rischio gli obiettivi di sviluppo e l'industrializzazione di tali paesi; sottolinea che un commercio libero ed equo è di importanza centrale per lo sviluppo del settore globale delle materie prime e per creare ricchezza in tutte le società;

12. sottolinea che l’UE esporta tuttora illegalmente considerevoli quantità di rifiuti riciclabili e contenenti materie prime; chiede alla Commissione di adottare tutte le misure necessarie per individuare e far cessare le esportazioni illegali e di integrare negli accordi internazionali norme in materia di riciclo che siano equivalenti a quelle dell’UE; invita gli Stati membri a rafforzare in misura significativa i sistemi di controllo delle esportazioni e invita la Commissione a colmare le attuali lacune del regolamento sulle spedizioni di rifiuti, con particolare riguardo ai controlli doganali alle frontiere esterne dell'UE; invita altresì in questo contesto tutti i partner commerciali dell'UE, segnatamente i paesi in via di sviluppo, ad adottare leggi adeguate e ad applicare misure di controllo idonee a prevenire l'importazione illegale di qualsiasi tipo di rifiuti sul proprio loro territorio e a lottare attivamente contro la corruzione, che è spesso il fattore principale che rende possibili tali importazioni illegali;

13. chiede alla Commissione di finanziare adeguatamente la ricerca sul riciclaggio dei rifiuti che contengono materie prime; sottolinea che i rifiuti industriali non devono essere considerati come scarti bensì come una nuova risorsa; propone pertanto alla Commissione di stimolare il mercato interno dell'UE delle materie prime e le esportazioni legali dall'UE di materie prime riciclate e di prodotti correlati attraverso opportuni incentivi che promuovano l'uso di materie prime riciclate e prodotti correlati nell'UE nonché il commercio di prodotti industriali riciclati;

14. sottolinea che i processi di riciclo potrebbero essere migliorati e che la Commissione e gli Stati membri dovrebbero raddoppiare gli sforzi per introdurre incentivi efficaci e sostenere e sviluppare la ricerca, in particolare nel campo della chimica biovegetale e del riciclaggio di sostanze chimiche, al fine di ridurre la dipendenza dell'UE dai paesi fornitori di materie prime e terre rare;

15. sottolinea che gli scambi di materie prime non possono essere utilizzati come strumento per raggiungere obiettivi politici, ma dovrebbero avere una dimensione esclusivamente economica; sottolinea inoltre che non dovrebbero essere utilizzati per generare dipendenza politica, bensì dovrebbero essere soggetti alle vigenti norme economiche; accoglie con favore l'impegno dell'UE volto a promuovere il commercio sostenibile di materie prime con i paesi terzi (ad esempio FLEGT);

16. sottolinea la necessità di stabilire disposizioni chiare per la cooperazione nel settore del commercio di materie prime tra tutti gli attori coinvolti (produttori, esportatori, paesi di transito, importatori); ritiene nel contempo che la Commissione dovrebbe prendere posizione contro i progetti in contrasto con questo principio; incoraggia la Commissione e le imprese dell’Unione europea a promuovere e a investire in tecnologie ecocompatibili.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

21.6.2011

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

24

3

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

William (The Earl of) Dartmouth, Laima Liucija Andrikienė, Kader Arif, David Campbell Bannerman, Daniel Caspary, Marielle De Sarnez, Christofer Fjellner, Yannick Jadot, Bernd Lange, David Martin, Emilio Menéndez del Valle, Vital Moreira, Paul Murphy, Cristiana Muscardini, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Niccolò Rinaldi, Tokia Saïfi, Helmut Scholz, Peter Šťastný, Robert Sturdy, Keith Taylor, Iuliu Winkler, Pablo Zalba Bidegain, Paweł Zalewski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Josefa Andrés Barea, George Sabin Cutaş, Syed Kamall, Maria Eleni Koppa, Elisabeth Köstinger, Jörg Leichtfried, Jarosław Leszek Wałęsa

PARERE della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (28.6.2011)

destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

su una strategia efficace per le materie prime in Europa
(2011/2056(INI))

Relatore: Daciana Octavia Sârbu

SUGGERIMENTI

La commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione e l'approccio in essa adottato, che definisce le materie prime e i prodotti agricoli come questione di primaria importanza per l'UE; osserva che il testo della comunicazione verte per lo più sulle materie prime e deplora il fatto che solo una parte limitata sia dedicata all'agricoltura;

2.  richiama l'attenzione, a tale proposito, sull'importanza di evitare lo spreco delle materie prime e delle sostanze provenienti dal concime, e invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la trasformazione del concime; rileva al riguardo l'importanza di definire il digestato quale prodotto sostitutivo dei fertilizzanti;

3.  appoggia l'analisi fornita dalla Commissione per quanto riguarda i prodotti agricoli nel contesto della sicurezza alimentare globale, con le riserve alimentari globali in diminuzione e la popolazione e la fame in aumento, e per quanto riguarda le prospettive di mercato, sottolineando l'estrema volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e dei mangimi, le imperfezioni delle filiere dei prodotti alimentari e dei mangimi e il ruolo degli strumenti finanziari e dei comportamenti speculativi come una possibile causa di instabilità, che deve essere presa in seria considerazione; ricorda che tra i paesi particolarmente vulnerabili nei confronti del rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari ci sono quattro Stati membri dell'UE;

4.  chiede che si presti particolare attenzione alla fondamentale incertezza che circonda la crescente interazione tra le variazioni dei prezzi dei prodotti di base energetici e non energetici, e in particolare di quelli alimentari;

5.  richiama l'attenzione sulla precarietà dell'approvvigionamento di prodotti agricoli d'importazione, date le restrizioni alle esportazioni recentemente imposte da taluni paesi; è convinto che l'Unione Europea debba proteggere i suoi cittadini dalle conseguenze di eventuali fenomeni analoghi, riducendo il grado di dipendenza;

6.  ritiene che gli Stati membri debbano adoperarsi per raggiungere un livello ottimale di sfruttamento delle superfici agricole disponibili, recuperando i terreni deteriorati e reinserendo nel circuito agricolo quelli abbandonati o incolti;

7.  è consapevole dell'impatto sulla produzione agricola determinato dall'impiego su larga scala di terre agricole per la produzione di energie rinnovabili; ritiene tuttavia che il settore agroalimentare abbia un importante ruolo da svolgere anche sul piano della produzione di bioenergia ed esorta pertanto a individuare possibili sinergie tra i due settori;

8.  invita la Commissione a includere, nella politica agricola comune e nella strategia relativa alle materie prime, iniziative basate su incentivi intese a sbloccare l'intero potenziale degli agricoltori per aumentare la loro produzione di energia sostenibile, che al momento attuale non è pienamente sfruttato, creando così nuovi posti di lavoro rurali e aggiungendo un flusso supplementare di entrate al reddito degli agricoltori;

9.  conferma i risultati cui perviene la comunicazione in tema di sicurezza dell'approvvigionamento alimentare e cioè che, senza una politica agricola comune e un meccanismo di sostegno diretto, la capacità di produzione alimentare si ritroverà in pericolo; sottolinea pertanto la necessità di una futura PAC coerente, che mantenga l'attuale livello di finanziamento; concorda inoltre sul fatto che l'Unione europea continui e debba continuare a svolgere un ruolo importante nel garantire cibo sufficiente per una popolazione mondiale in aumento; è quindi a favore di una strategia sulle materie prime e i prodotti di base fondata su un approccio integrato che abbracci le preoccupazioni di politica agricola, finanziaria, ambientale, commerciale, energetica e di sviluppo;

10. insiste, in linea con la comunicazione della Commissione, sul fatto che la comunità internazionale deve adottare un approccio coordinato a lungo termine riguardo alla sicurezza dell'approvvigionamento alimentare mondiale, comprendente maggiori sforzi di ricerca e maggiori investimenti nel settore agricolo dei paesi in via di sviluppo, segnatamente mediante la definizione di priorità per la politica di sviluppo che mirino ad aumentare la resilienza e l'adattabilità alle crisi alimentari;

11. ribadisce il suo sostegno a un sistema di riserve alimentari mondiali di emergenza, sotto l'egida del sistema di istituzioni ONU, e ritiene che l'UE debba svolgere un ruolo guida nella promozione di tale iniziativa; dichiara il proprio appoggio a favore degli sforzi intrapresi di recente dal G20 per dare risposte strategiche alla volatilità dei prezzi sui mercati dei prodotti alimentari e agricoli, comprendenti anche un migliore scambio di informazioni sulle previsioni di produzione alimentare, e rileva la necessità di una maggiore trasparenza e di un'informazione più tempestiva in materia di riserve e scorte di prodotti alimentari di base; è inoltre convinto che dovrebbero essere istituite anche riserve nazionali di emergenza per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare;

12. accoglie con favore il comunicato congiunto adottato in occasione del terzo vertice dei ministri dell'agricoltura svoltosi il 22 gennaio 2011 a Berlino, firmato da 48 paesi, in cui si auspica un miglioramento della capacità dei mercati agricoli di funzionare correttamente e si riconosce l'importanza che rivestono gli scambi commerciali nel creare un equilibrio tra i diversi soggetti nei mercati agricoli e nell'agevolare l'accesso degli agricoltori alle materie prime e all'energia;

13. si attende che la strategia relativa alle materie prime si adatti alle priorità della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile; è convinto che le proposte dovrebbero includere l'uso delle materie prime, del suolo e delle risorse idriche da parte del settore agricolo;

14. riafferma il proprio impegno ad affrontare l'estrema volatilità dei prezzi, che potrebbe costituire una grave minaccia per la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, dato il comportamento del mercato nel caso dei prodotti agricoli di base; si potrebbero conseguire dei risultati in tal senso ad esempio aumentando la produttività agricola e l'adattabilità agli effetti del cambiamento climatico; osserva che la volatilità dei prezzi talora è esacerbata dalle barriere agli scambi, spesso imposte unilateralmente;

15. ricorda che il mercato dei prodotti agricoli è strutturalmente instabile, dati la stagionalità della produzione, gli eventi atmosferici e gli altri fattori che impediscono ai produttori di adattarsi alle fluttuazioni della domanda in breve tempo; ricorda che l'agricoltura è un settore strategico e che il suo funzionamento non può essere lasciato in balia delle sole forze di mercato; sottolinea che le riforme della filiera alimentare dovrebbero mirare a garantire che il rialzo dei prezzi dei prodotti agricoli di base si traduca in un incremento dei redditi degli agricoltori, che si ritrovano a fronteggiare un aumento dei costi dei fattori di produzione e una maggiore volatilità dei prezzi;

16. chiede alla Commissione di elaborare una relazione sulla regolamentazione degli strumenti finanziari derivati e dei prodotti di base al fine di stabilire se sia necessaria una normativa separata per i prodotti agricoli di base, date le specificità del settore; appoggia la recente proposta della Commissione per la regolamentazione dei derivati OTC e la consultazione pubblica relativa alla direttiva MiFID; ritiene che i comportamenti speculativi illegali, le pratiche scorrette e gli abusi sui mercati dei derivati siano problemi da affrontare d'urgenza;

17. ricorda che i mercati dei derivati sui prodotti di base inizialmente raggiungevano lo scopo di copertura contro il rischio, fornendo anche la possibilità di raccogliere finanziamenti dal mercato, fattori entrambi al servizio degli interessi degli agricoltori; osserva tuttavia con preoccupazione che molti investitori oramai non hanno più alcun legame diretto con l'agricoltura e che il numero di contratti conclusi supera di molte volte la produzione alimentare mondiale, e invita la Commissione ad esaminare se ciò apra la strada a bolle speculative;

18. deplora il fatto che attualmente troppi rifiuti agricoli non siano sfruttati in modo ottimale rispetto al loro potenziale; ritiene che i rifiuti agricoli dovrebbero essere considerati una risorsa e chiede pertanto alla Commissione di esplorare nuovi mezzi per utilizzarli come materie prime in altri settori;

19. osserva che un monitoraggio efficiente delle politiche relative alle materie prime agricole è essenziale ai fini di una strategia efficace; rileva la necessità di un più stretto coordinamento in seno alla Commissione e tra gli Stati membri, e insiste sull'esigenza di tenere il Parlamento regolarmente informato in merito all'evoluzione dell'iniziativa relativa alle materie prime agricole, attraverso una relazione annuale di attività;

20. chiede alla Commissione di includere queste preoccupazioni nella sua strategia e di proporre misure concrete per garantire la sicurezza alimentare, affrontare l'instabilità dei mercati e, in uno spirito di responsabilità globale sostenibile, rafforzare l'operatività dei mercati dei derivati sui prodotti agricoli di base come questione d'urgenza.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

27.6.2011

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

32

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Liam Aylward, Luis Manuel Capoulas Santos, Michel Dantin, Paolo De Castro, Albert Deß, Diane Dodds, Herbert Dorfmann, Iratxe García Pérez, Béla Glattfelder, Sergio Gutiérrez Prieto, Martin Häusling, Esther Herranz García, Peter Jahr, Elisabeth Jeggle, Jarosław Kalinowski, Elisabeth Köstinger, Agnès Le Brun, George Lyon, Gabriel Mato Adrover, Mariya Nedelcheva, James Nicholson, Georgios Papastamkos, Marit Paulsen, Britta Reimers, Czesław Adam Siekierski, Sergio Paolo Francesco Silvestris, Alyn Smith, Marc Tarabella, Janusz Wojciechowski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Luís Paulo Alves, Pilar Ayuso, Salvatore Caronna, Maria do Céu Patrão Neves, Dimitar Stoyanov, Milan Zver

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Oreste Rossi

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

30.6.2011

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

43

3

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Jean-Pierre Audy, Ivo Belet, Reinhard Bütikofer, Maria Da Graça Carvalho, Pilar del Castillo Vera, Lena Ek, Ioan Enciu, Gaston Franco, Adam Gierek, Fiona Hall, Jacky Hénin, Romana Jordan Cizelj, Krišjānis Kariņš, Lena Kolarska-Bobińska, Béla Kovács, Philippe Lamberts, Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz, Marisa Matias, Judith A. Merkies, Jaroslav Paška, Herbert Reul, Teresa Riera Madurell, Michèle Rivasi, Jens Rohde, Paul Rübig, Amalia Sartori, Francisco Sosa Wagner, Konrad Szymański, Britta Thomsen, Patrizia Toia, Ioannis A. Tsoukalas, Claude Turmes, Marita Ulvskog, Vladimir Urutchev, Kathleen Van Brempt, Alejo Vidal-Quadras, Henri Weber

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Francesco De Angelis, Ilda Figueiredo, Jolanta Emilia Hibner, Ivailo Kalfin, Marian-Jean Marinescu, Vladko Todorov Panayotov, Algirdas Saudargas, Hannu Takkula, Silvia-Adriana Ţicău