RELAZIONE sull'attrattività degli investimenti in Europa
5.6.2012 - (2011/2288(INI))
Commissione per i problemi economici e monetari
Relatore: Rodi Kratsa-Tsagaropoulou
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sull'attrattività degli investimenti in Europa
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) in particolare gli articoli 3, 4, 49, 50, 119, 219 e 282,
– vista la proposta di direttiva del Consiglio relativa a una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (COM(2011)0121),
– vista la dichiarazione dell'OCSE sugli investimenti internazionali e le aziende multinazionali, nonché gli orientamenti dell'OCSE per le imprese multinazionali (edizione del 25 maggio 2011),
– visto il rapporto di Mario Monti intitolato "Una nuova strategia per il mercato unico", pubblicato il 9 maggio 2010,
– vista la relazione dell'UNCTAD per il 2011 sugli investimenti mondiali,
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Verso una politica globale europea degli investimenti internazionali" (COM(2010)0343),
– visto il programma di lavoro della Commissione per il 2012 (COM(2011)0777),
– viste le conclusioni della 3133a riunione del Consiglio sul forum del mercato unico,
– visto il regolamento (UE) n. 1173/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'effettiva esecuzione della sorveglianza di bilancio nella zona euro[1],
– visto il regolamento (UE) n. 1174/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio sulle misure esecutive per la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi nella zona euro[2],
– visto il regolamento (UE) n. 1175/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche[3],
– visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici[4],
– visto il regolamento (UE) n. 1177/2011 del Consiglio per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi[5],
– visto il regolamento (UE) n. 1311/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio per quanto riguarda talune disposizioni in materia di gestione finanziaria per alcuni Stati membri che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà relativamente alla loro stabilità finanziaria[6],
– vista la direttiva 2011/85/UE del Consiglio relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri[7],
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai fondi europei di venture capital (COM(2011)0860),
– vista la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 2002/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla vigilanza supplementare sugli enti creditizi, sulle imprese di assicurazione e sulle imprese di investimento appartenenti ad un conglomerato finanziario (COM(2011)0453),
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Analisi annuale della crescita per il 2012" (COM(2011) 0815),
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "L'Atto per il mercato unico – Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia – Insieme per una nuova crescita" (COM(2011) 0206),
– vista la comunicazione della Commissione "Europa 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010)2020),
– vista la comunicazione della Commissione "Un piano d'azione per migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti" (COM(2011)0870),
– vista la relazione 2011 della Commissione al Consiglio europeo sugli ostacoli agli scambi e agli investimenti (COM(2011)0114),
– vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2011 sugli ostacoli agli scambi e agli investimenti[8],
– vista la proposta di direttiva del Consiglio concernente un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE (COM(2011)594),
– vista la comunicazione della Commissione sulla fattibilità dell'introduzione di stability bond (COM(2011)0818),
– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo "Un bilancio per la strategia Europa 2020" (COM(2011)0500, parti I e II),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione sugli effetti delle norme in materia di aiuti temporanei di Stato approvate nel contesto della crisi finanziaria ed economica (SEC(2011)1126),
– vista la relazione della DG Affari economici e finanziari della Commissione, dal titolo "Labour Market Developments in Europe, 2011",
– visti i rapporti dell'OCSE, dell'OMC e dell'UNCTAD sulle misure per il commercio e gli investimenti del G20 (metà ottobre 2010 - aprile 2011),
– vista l'indagine della Banca europea per gli investimenti (BCE) sul prestito bancario nella zona euro relativa al mese di gennaio 2012,
– viste le proiezioni macroeconomiche della BCE per la zona euro (dicembre 2011),
– visto il rapporto della BCE sull'integrazione finanziaria in Europa (maggio 2011),
– visto il quadro d'azione OCSE per gli investimenti (PFI),
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un programma per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese (2014 - 2020) (COM(2011)0834),
– vista la sua risoluzione del 19 aprile 2012 sulla proposta di direttiva del Consiglio relativa a una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCCTB)[9],
– vista la relazione della Commissione "Business Dynamics: Start-ups, Business Transfers and Bankrupcy" (Dinamiche aziendali: neoimprese, trasferimenti d'impresa e fallimenti), del gennaio 2011,
– vista la relazione della Banca mondiale "Doing Business 2012: Doing Business in a More Transparent World" (Doing Business 2012: fare affari in un mondo più trasparente),
– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo "Erasmus per tutti: il programma UE per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport" (COM(2011)0787),
– vista la relazione della Commissione "Interim evaluation of the Erasmus for Young Entrepreneurs Pilot project / Preparatory action (2011)" (Valutazione intermedia del progetto pilota e dell'azione preparatoria "Erasmus per i giovani imprenditori" (2011)),
– vista la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici (COM(2011)0896),
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e i pareri della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e della commissione per lo sviluppo regionale (A7-0190/2012),
A. considerando che la crisi economica, finanziaria e fiscale nell'UE ha approfondito in maniera significativa le disuguaglianze economiche e sociali tra gli Stati membri e le regioni, creando una distribuzione impari degli investimenti interni ed esteri nell'Unione europea;
B. considerando che è necessario stabilire un quadro coerente di stabilità nell'ambito della politica monetaria, commerciale e di bilancio, allo scopo di agevolare il flusso degli investimenti diretti in tutti gli Stati membri e in tutte le regioni dell'UE, contribuendo in tal modo a correggere gli squilibri macroeconomici dell'Unione;
C. considerando che la riunione informale dei membri del Consiglio europeo del 23 maggio 2012 ha sottolineato la necessità di mobilitare le politiche dell'UE per sostenere appieno la crescita, intensificare gli sforzi per finanziare l'economia mediante gli investimenti e potenziare la creazione di posti di lavoro;
D. considerando che, in base alle ultime previsioni intermedie della Commissione, l'UE è affetta da crescita debole e i tassi di crescita previsti saranno molto diversi all'interno dell'Unione e compromessi dalle continue incertezze e dalla mancanza di fiducia da parte dei consumatori e dei mercati;
E. considerando che l'Unione dovrebbe sfruttare meglio i propri punti di forza, quali, ad esempio, l'elevato livello di consumi, istruzione e qualità della vita, la capacità di ricerca e innovazione, l'elevata efficienza e produttività del lavoro, nonché un ambiente imprenditoriale favorevole e motivante, per far fronte alla crisi fiscale e aumentare la crescita e l'occupazione;
F. considerando che il finanziamento del debito pubblico degli Stati membri ha come effetto quello di assorbire risorse da investimenti, crescita e occupazione, mentre la fuga di capitali da taluni Stati membri verso altri Stati membri e verso taluni paesi terzi può contribuire al peggioramento della situazione della bilancia dei pagamenti dell'UE;
G. considerando che le attività creditizie delle banche, che rappresentano la fonte di finanziamento più importante della zona euro, nella quale superano l'insieme dei finanziamenti azionari ed obbligazionari, mentre negli Stati Uniti e in altre regioni del mondo il credito bancario copre una percentuale minore del totale dei finanziamenti, sono state duramente colpite dai recenti sviluppi;
H. considerando che il potenziale di crescita offerto da settori quali le tecnologie verdi, i servizi sanitari e l'assistenza, l'istruzione e l'economia sociale può dare impulso e stimolare gli investimenti, e in tal modo incrementarli, grazie all'aumento della reciproca domanda;
I. considerando che è necessario monitorare e rivedere l'impatto e l'attuazione dei regolamenti finanziari dell'UE allo scopo di garantire che non creino inutili oneri amministrativi e non frenino gli investimenti diretti esteri nell'UE;
J. considerando che l'ultima relazione dell'UNCTAD rileva che l'UE possiede ancora una forte capacità di attirare investimenti diretti esteri;
K. considerando che gli investimenti interni dell'Unione possono determinare una notevole espansione dei mercati degli investimenti diretti esteri attraverso il miglioramento delle infrastrutture sostenibili per le imprese, l'istruzione, la ricerca e lo sviluppo;
L. considerando che gli investimenti sono costituiti da due pilastri – gli investimenti pubblici e quelli privati – e che il pilastro relativo agli investimenti privati si compone di investimenti nazionali ed esteri;
M. considerando che per porre fine all'eccessiva dipendenza dalle importazioni di petrolio, gas e altre risorse non rinnovabili sono necessari massicci investimenti a favore delle energie rinnovabili e dell'efficienza sul piano energetico e delle risorse;
N. considerando che il debito sovrano europeo e i rischi di rollover, come pure le lacune e gli ostacoli agli scambi commerciali e al completamento del mercato unico, ivi comprese le barriere non tariffarie e le restrizioni sui dati, possono limitare la capacità delle regioni dell'UE di attirare investitori europei e internazionali;
O. considerando che, per quanto concerne la competitività e l'imprenditorialità, le principali sfide che le imprese dell'Unione continuano a dover affrontare sono le difficoltà di accesso ai finanziamenti per le PMI, lo scarso spirito imprenditoriale (solo il 45% dei cittadini europei vorrebbe esercitare un'attività autonoma contro, ad esempio, il 55% dei cittadini statunitensi), un contesto imprenditoriale che non favorisce le nuove imprese e la crescita, caratterizzato da una persistente frammentazione normativa e da gravi oneri burocratici, una capacità limitata delle PMI di adattarsi a un'economia efficiente sotto il profilo energetico e delle risorse e di espandersi verso i mercati esteri, sia nel mercato unico che al di là di esso;
P. considerando che, secondo l'ultima classifica stilata dalla Banca mondiale sulla facilità di fare impresa ("Doing Business index"), gli Stati membri dell'UE rappresentano soltanto il 40% (e i paesi della zona euro soltanto il 26%) dei primi 35 Stati classificati in termini di imprenditorialità a livello mondiale;
Q. considerando che, come dimostra la relazione sul meccanismo di allerta (COM (2012)0068) della Commissione, i vincoli di bilancio nazionali e gli alti tassi di disoccupazione mettono in luce la necessità di introdurre riforme strutturali efficaci, al fine di migliorare l'ambiente imprenditoriale, in particolare per quanto riguarda la bilancia delle partite correnti, le quote di mercato all'esportazione e il debito pubblico e privato, riducendo gli oneri burocratici e ottimizzando nel contempo il valore aggiunto dei fondi strutturali e delle attività della Banca europea per gli investimenti, anche nei paesi che beneficiano della politica europea di vicinato;
R. considerando che gli investimenti sociali ben mirati sono fondamentali per conseguire un elevato livello di occupazione nel lungo periodo, stabilizzare l'economia, valorizzare il capitale umano e incrementare la competitività dell'UE;
S. considerando che gli andamenti degli investimenti diretti esteri sono uno degli indicatori fondamentali utilizzati dalla Commissione nel quadro di valutazione per la sorveglianza degli squilibri macroeconomici;
T. considerando che gli studi condotti dall'UNEP e dall'OIL evidenziano che gli investimenti nella formazione di capitale umano sono fondamentali per attrarre gli investimenti nei settori economici verdi e sfruttare il loro elevato potenziale di crescita;
U. considerando che il flusso di investimenti diretti esteri nell'UE, in modo particolare se orientato in maniera da ridurre le disparità fra Stati membri, ha effetti positivi sull'economia reale e sulla bilancia dei pagamenti, sulla competitività, sull'occupazione e la coesione sociale, ma funge anche da incentivo positivo per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico, l'innovazione, le competenze e la mobilità della forza lavoro;
V. considerando che la definizione di obiettivi nazionali secondari su base annua in settori fondamentali per un contesto competitivo e attraente per gli investitori internazionali, in linea con i parametri dell'OCSE, contribuirà a mettere in luce i punti di forza e le debolezze nazionali nonché le opportunità di interventi mirati;
W. considerando che l'obiettivo della zona euro e della BCE di mantenere un tasso di inflazione di poco inferiore al 2% per i paesi dell'euro contribuisce alla creazione di un contesto di stabilità, utile per attirare investimenti;
X. considerando che lo sviluppo dei mercati obbligazionari europei dipende principalmente dall'allargamento della base di investimento;
Y. considerando che, nella sua proposta relativa a una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCCTB), la Commissione non ha esteso l'armonizzazione alle aliquote relative all'imposta sulle società, che sono destinate a rimanere di competenza degli Stati membri, e che sono necessari ulteriori provvedimenti intesi a rendere il sistema fiscale dell'Unione più trasparente e meno complesso per gli investitori esteri, coordinando al contempo i sistemi fiscali in tutta Europa;
Z. considerando che il protezionismo commerciale sta guadagnando terreno in tutto il mondo e che di conseguenza l'UE, quale leader di mercato per gli investimenti esteri in entrata, dovrebbe continuare i negoziati volti a concludere accordi di libero scambio che promuovano scambi commerciali aperti ed equi nonché norme internazionali nel settore della protezione sociale e ambientale, nel tutelare i suoi vantaggi concorrenziali sul piano degli scambi commerciali;
AA. considerando che nell'Unione europea persistono ancora ostacoli importanti alla fornitura di servizi transfrontalieri, che ostacolano il funzionamento del libero mercato;
AB. considerando che, conformemente ai trattati UE, la politica commerciale comune, compresi gli investimenti diretti esteri, è di competenza esclusiva dell'UE e che in tale ambito il Parlamento europeo e il Consiglio operano su un piano di parità, poiché si applica la procedura legislativa ordinaria;
1. sottolinea che l'UE rappresenta tuttora la prima destinazione mondiale degli investimenti diretti esteri (IDE) e in quanto tale deve continuare a soddisfare le aspettative di investitori e Stati beneficiari, nel rispetto degli obiettivi più generali di ordine economico, sociale e ambientale dell'Unione, tutelando in tal modo il proprio ruolo preminente a livello europeo e nazionale;
2. ritiene che la politica di coesione sia fondamentale per affrontare gli squilibri macroeconomici e regionali a livello dell'UE e debba essere una politica chiave per promuovere la competitività, la produttività, la crescita e la creazione di posti di lavoro nel mercato unico, che a sua volta ha il potenziale di rendere più attrattivi gli investimenti nell'UE; sottolinea che gli investimenti della politica di coesione nelle infrastrutture e nelle competenze richieste dal mercato del lavoro possono notevolmente aumentare la capacità di attrarre potenziali investitori;
3. sollecita la Commissione a intensificare, anche nelle sedi multilaterali, la cooperazione internazionale in materia di regolamentazione e a migliorare la convergenza dei requisiti normativi sulla base di standard internazionali e, se possibile, a intraprendere un dialogo normativo per trattare la questione degli ostacoli commerciali esistenti o potenziali, nell'ottica di limitare le controversie e i costi commerciali a esse associati;
4. ritiene che il risanamento e la stabilizzazione del bilancio, come pure il completamento del mercato unico, debbano essere realizzati assicurando una valutazione del valore aggiunto che possono apportare; ritiene che una stretta cooperazione fra gli organismi economici, nonché una maggiore complementarità fra le economie dell'UE contribuirebbero a ridurre le disparità in termini di investimenti diretti esteri, allo scopo di rafforzare la base industriale europea e promuovere uno sviluppo economico sostenibile a lungo termine, presupposto fondamentale per un positivo ed efficace consolidamento del bilancio;
5. sottolinea che è fondamentale mantenere l'interesse degli investitori europei strategici a svolgere le loro attività in seno all'UE, ricordando che, unitamente alla più ampia crisi finanziaria ed economica mondiale, le sensazioni negative e l'incertezza create dalla crisi del debito e l'assenza di risposte rapide spinge gli investitori a ridurre la propria esposizione attuale nella regione; rileva altresì che una mancanza di investimenti interni coordinati a lungo termine danneggerà in modo rilevante la futura forza di attrazione degli investimenti nell'UE per tali investitori; riconosce che un approccio multilivello alla governance, con il coinvolgimento delle comunità locali nelle fasi pertinenti, è essenziale per assicurare che gli investimenti siano mirati ad affrontare le necessità specifiche di ciascuna regione e di ciascuno Stato membro;
6. chiede alla Commissione di elaborare una comunicazione sull'attrattività di investire in Europa, rispetto ai suoi principali partner e concorrenti, individuando i principali vantaggi e le principali debolezze dell'UE come ambiente per gli investimenti, e di presentare una strategia integrata che comprenda politiche e raccomandazioni specifiche e, se necessario, proposte legislative per migliorare l'ambiente degli investimenti nell'UE;
7. ritiene che l'UE dovrebbe sfruttare appieno la propria situazione di mercato unico più vasto del mondo (tenore di vita elevato, grande produttività della manodopera, certezza del diritto e capacità in termini di ricerca e innovazione), investitore estero e operatore commerciale per affrontare la crisi fiscale; sottolinea come sia necessario disporre di strumenti e metodi più efficaci, nuovi meccanismi di finanziamento e regimi di investimento, quali le obbligazioni a progetto europee, che potrebbero sfruttare i vantaggi competitivi dell'Europa e le complementarità fra i suoi Stati membri nonché realizzare gli obiettivi della strategia di crescita Europa 2020, per affrontare il problema della recessione e della crescita lenta;
8. esorta l'UE a introdurre l'investimento quale elemento chiave di tutte le iniziative faro della strategia Europa 2020, per rispondere all'enorme bisogno di crescita e occupazione e fare in modo che contribuiscano ad affrontare la crisi fiscale; invita, in particolare, la Commissione e gli Stati membri a mettere a punto una strategia industriale dell'UE che sia ambiziosa, eco-efficiente e sostenibile, al fine di rivitalizzare la capacità produttiva in tutta l'Unione e generare posti di lavoro di alta qualità all'interno dell'UE;
9. sottolinea in particolare l'enorme potenziale in termini di capacità di attrazione degli investimenti diretti esteri insito nella promozione di istruzione, ricerca e sviluppo e creazione di posti di lavoro nell'ambito della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, dello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e dell'aumento dell'efficienza energetica, allo scopo di raggiungere gli obiettivi del 2020 e fare dell'UE un leader mondiale nel campo della tecnologia verde;
10. ricorda che non aumentare gli investimenti pubblici tramite finanziamenti sostenibili, o persino ridurli, a causa della crisi fiscale, in settori cruciali quali la sanità, l'istruzione, la ricerca e le infrastrutture, potrebbe avere un effetto nefasto sulla competitività e l'attrattività per gli investitori, soprattutto ove diventi un modello a lungo termine; ritiene, di conseguenza, che sia necessario aumentare in modo sostenibile gli investimenti pubblici;
11. appoggia la nuova proposta di programma "Erasmus per tutti" che può far aumentare in modo consistente le risorse destinate a mobilità e sviluppo della conoscenza, formazione e competenze, allo scopo di promuovere lo sviluppo personale e le prospettive di lavoro dei giovani e contribuire in tal modo a valorizzare il potenziale umano e ad affrontare il problema dell'alto tasso di disoccupazione giovanile in Europa; appoggia "Erasmus per le imprese" e in particolare il programma di scambi "Erasmus per giovani imprenditori" inteso a promuovere la nascita di nuove imprese, il trasferimento di conoscenze a livello transfrontaliero, la cooperazione fra piccole imprese, l'innovazione e la creazione di posti di lavoro;
12. propone di migliorare e ampliare la base di dati statistici per gli investimenti diretti, secondo i modelli internazionali dell'OCSE e della Banca mondiale, e di adottare obiettivi di investimento e indicatori supplementari a livello nazionale (ambiente urbano, infrastrutture sociali), in modo da evidenziare i progressi che si stanno compiendo in direzione di un ambiente attrattivo per gli investimenti, valutando al contempo le politiche di investimento e i loro effetti positivi sull'economia reale e sull'occupazione nei vari paesi e regioni;
13. ritiene che qualsiasi strategia volta ad attirare investimenti esteri e locali dovrebbe essere legata al completamento del mercato unico, ad investimenti e flussi transfrontalieri, a mercati aperti e al miglioramento dell'accesso al mercato e alla concorrenza leale per le professioni liberali, visto il numero e la varietà delle nuove opportunità; ritiene, a tale proposito, che l'UE debba promuovere le reti transeuropee e la mobilità dei lavoratori, degli studenti e dei ricercatori, nonché rafforzare la cooperazione e le complementarità fra le economie degli Stati membri;
14. sottolinea la necessità urgente di ridurre gli ostacoli di natura fiscale per i lavoratori e i datori di lavoro transfrontalieri al fine di agevolare la mobilità dei cittadini e promuovere gli investimenti transfrontalieri;
15. chiede all'UE di negoziare a livello globale e nel quadro dell'OMC e del G20 la definizione di regole comuni che assicurino una concorrenza leale e condizioni di parità, in considerazione degli squilibri macroeconomici internazionali legati al regolamento finanziario e alla fiscalità, al fine di salvaguardare la propria competitività e garantire il rispetto degli obiettivi sociali e ambientali dell'Unione; invita l'Unione a essere determinante nelle fasi di negoziazione e conclusione di accordi globali di libero scambio (ALS) con i principali partner, quali strumenti per aprire nuovi mercati di beni e servizi, aumentare le opportunità di investimento, agevolare scambi commerciali aperti ed equi e favorire un contesto politico più prevedibile; sottolinea l'importanza di far avanzare i negoziati per un'imposta sulle transazioni finanziarie a livello globale;
16. è del parere che la creazione di un osservatorio europeo ad hoc sugli investimenti diretti esteri, istituito all'interno della Commissione europea, potrebbe contribuire a rafforzare il coordinamento delle politiche degli Stati membri in tale settore e, al contempo, consentire di monitorare meglio le politiche applicate, compreso il loro impatto macroeconomico, al fine di promuovere l'Europa come destinazione degli investimenti;
17. invita la Commissione ad accelerare il coordinamento delle politiche economiche, fiscali e sociali degli Stati membri, al fine di attirare investimenti esteri, tenendo contemporaneamente conto delle divergenze socioeconomiche riscontrate tra i membri della zona euro e gli Stati membri dell'UE;
18. è dell'avviso che l'UE e gli Stati membri debbano intervenire, in particolare per potenziare l'utilizzo dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione, in quanto catalizzatori per attirare ulteriori finanziamenti della BEI, della BERS, nonché di altri istituti finanziari e del settore privato, promuovendo altresì iniziative basate sui partenariati pubblico-privato (PPP), quali le obbligazioni dell'UE collegate a progetti ("project bonds"); osserva inoltre che le PMI in particolare possono beneficiare di investimenti volti a rafforzare le capacità, le infrastrutture e il capitale umano; riconosce le potenzialità insite nell'ampliamento della portata degli strumenti finanziari innovativi affinché siano utilizzati con un effetto maggiore come via d'accesso ai finanziamenti per integrare i metodi di finanziamento tradizionali; sottolinea che un carattere rotativo degli strumenti finanziari e un approccio flessibile volto a integrare tali strumenti a livello regionale potrebbero produrre un effetto moltiplicatore del bilancio UE, promuovere partenariati pubblico-privati, rendere disponibili fonti alternative di finanziamento e fornire una nuova e importante fonte di finanziamento per investimenti strategici, sostenendo investimenti a lungo termine sostenibili in un periodo di difficoltà finanziarie;
19. accoglie con favore le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine della BCE (ORLT); chiede alla BCE di intervenire ulteriormente in maniera decisiva per affrontare l'attuale crisi del debito della zona euro, mantenendo la stabilità dei prezzi e, nel contempo, riducendo al minimo gli effetti di ricaduta negativa sull'economia reale e sugli investimenti, che potrebbero derivare dai problemi di liquidità del settore bancario; ritiene che il settore bancario debba adottare le misure necessarie a far fronte alle proprie debolezze strutturali in relazione ai rischi di liquidità a lungo termine, al fine di ristabilire la fiducia degli investitori ed evitare pertanto che la BCE debba intervenire così massicciamente in futuro; ritiene altresì che il quadro operativo delle banche debba essere definito in modo tale che una parte delle sovvenzioni sia resa disponibile a fini di sviluppo e per sostenere le piccole e medie imprese;
20. ritiene che la prevista riforma della direttiva sui requisiti patrimoniali debba garantire che l'incremento delle riserve patrimoniali per favorire la stabilità a lungo termine del settore bancario non impedisca alle banche di iniettare liquidità nell'economia reale, essenziale per gli investimenti;
21. sottolinea la necessità di approfondire i mercati di capitale europei onde garantire l'accesso ai finanziamenti da fonti diverse dalle banche;
22. prende atto delle nuove proposte della Commissione volte a migliorare la regolamentazione del mercato della agenzie di rating del credito, in particolare la rettifica del regolamento (CE) n. 1060/2009 relativo alle agenzie di rating del credito, la direttiva concernente il coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative in materia di taluni organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM) e la direttiva 2011/61/UE sui gestori di fondi di investimento alternativi per quanto riguarda l'eccessivo affidamento ai rating del credito; sottolinea la necessità di adottare ulteriori provvedimenti per garantire un ambiente sano per l'imprenditoria e una concorrenza leale;
23. invita la Commissione a valutare i molti ostacoli che ancora persistono e che intralciano la fornitura e la fruizione di servizi transfrontalieri nei singoli Stati membri;
24. prende atto dell'importanza delle proposte della Commissione intese a modernizzare il mercato europeo degli appalti pubblici; sottolinea che un mercato paneuropeo dinamico degli appalti può offrire importanti opportunità di affari per le imprese europee e può contribuire in modo significativo a incentivare un'industria europea competitiva, nonché ad attrarre gli investimenti e a promuovere la crescita economica;
25. esprime preoccupazione per la tendenza degli investitori istituzionali della zona euro ad uscire dal capitale azionario della stessa, preferendo titoli emessi da altri paesi, in considerazione del (i) loro ruolo sempre maggiore nel settore finanziario della zona euro e (ii) della diminuzione della percentuale di partecipazione dei fondi di investimento in azioni e altri titoli emessi da residenti della zona euro dal 26% del 2009 al 23% del 2010;
26. sottolinea il ruolo dei fondi sovrani di investimento dei paesi terzi; evidenzia altresì quanto sia importante rafforzare i principi di trasparenza e responsabilità, al fine di promuovere sinergie tra l'UE e i fondi sovrani di investimento;
27. chiede alla Commissione e agli Stati membri di incoraggiare gli investitori istituzionali a partecipare ai fondi europei di capitale di rischio e ai fondi europei per l'imprenditoria sociale ed eliminare le restrizioni al finanziamento di capitale di rischio nelle piccole e medie imprese;
28. ritiene che l'imprenditorialità transfrontaliera offra notevoli vantaggi sia alle regioni dell'UE, contribuendo al loro sviluppo economico, sia alle singole imprese, offrendo loro la possibilità di accedere a nuovi e più ampi mercati e fonti di approvvigionamento, come pure a capitale, manodopera e tecnologia;
29. esprime preoccupazione per l'alto tasso di disoccupazione giovanile registrato in diversi Stati membri e per le prospettive occupazionali negative; prende inoltre atto con preoccupazione della ridotta capacità di attirare capitale umano di alta qualità da parte dell'Unione europea, mentre si registrano flussi significativi di capitale umano verso i paesi del terzo mondo; riconosce che l'Unione europea dispone di un enorme potenziale in termini di capitale umano di alta qualità e invita la Commissione e gli Stati membri a potenziare gli interventi per combattere la disoccupazione giovanile mediante programmi e azioni concrete a livello europeo e nazionale; si compiace, a tale riguardo, per la dichiarazione del Consiglio europeo, dove si invitano gli Stati membri a istituire regimi nazionali affini alla Garanzia per i giovani, ed esorta gli Stati membri ad appoggiare tale richiesta con azioni rapide e concrete a livello nazionale, in modo da garantire che i giovani abbiano un lavoro dignitoso, proseguano gli studi o seguano un corso di formazione/riqualificazione; ritiene che l'Unione europea debba intensificare i propri sforzi per raggiungere gli obiettivi occupazionali della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, anche riducendo l'onere fiscale sull'occupazione per attrarre più investimenti nei settori dell'economia ad alta intensità di manodopera;
30. sottolinea la sfida affrontata dall'Unione nel suo insieme e dai singoli Stati membri per quanto riguarda l'invecchiamento della popolazione; esorta gli Stati membri a mettere a punto strategie coerenti che affrontino la sfida demografica, compensando le potenziali ripercussioni negative;
31. sostiene gli obiettivi dell'Unione dell'innovazione; chiede inoltre agli Stati membri di destinare investimenti all'istruzione, alla ricerca e all'innovazione, in considerazione degli effetti positivi che ciò può avere a medio e lungo termine sulla crescita e lo sviluppo; sostiene altresì la specializzazione intelligente, quale principio politico importante e concetto per la politica dell'innovazione, nonché legami più forti tra la ricerca e l'imprenditorialità in settori quali le tecnologie verdi;
32. sottolinea che la lotta all'evasione fiscale deve essere una priorità massima per l'Unione europea, soprattutto nell'attuale situazione di crisi, in cui l'evasione fiscale rappresenta un'ingente perdita per i bilanci nazionali, e le entrate supplementari potrebbero essere utilizzate per aumentare gli investimenti pubblici; sottolinea la necessità di assicurare collaborazione e coordinamento regolari tra la Commissione e gli Stati membri per combattere la doppia imposizione, la doppia non imposizione, la frode fiscale, l'evasione fiscale e il dumping, nonché l'utilizzo dei paradisi fiscali a scopi illeciti; chiede, più in generale, un maggiore coordinamento fiscale, sia per quanto riguarda il reddito che per quanto riguarda la spesa, tra cui una collaborazione e un coordinamento regolari tra i sistemi fiscali degli Stati membri, anche per una riduzione dei notevoli oneri amministrativi e degli alti costi di conformità alla normativa fiscale che le imprese europee stanno sostenendo, giacché ciò crea disincentivi agli investimenti nell'Unione europea; si compiace della risoluzione legislativa del Parlamento concernente una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCCTB), auspicando al contempo l'adozione della direttiva da parte del Consiglio;
33. sottolinea che le difficoltà di accesso al finanziamento rimangono una delle principali preoccupazioni per le PMI; esprime inoltre particolare preoccupazione per il fatto che imprese sane non possano ricevere i finanziamenti previsti; chiede altresì alla Commissione e agli Stati membri di attuare rapidamente azioni e misure normative per promuovere il finanziamento delle PMI, come proposto nel piano d'azione dell'UE per migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti; sottolinea che la crescita a livello locale è spesso sostenuta dalle PMI e dalle imprese sociali e che il finanziamento della politica di coesione, erogato attraverso un deciso approccio di governance multilivello, può garantire che le PMI e le imprese sociali sviluppino il loro potenziale e continuino ad apportare un contributo di valore alla competitività dell'UE;
34. sottolinea la necessità di una revisione generale dell'impatto economico del regolamento finanziario dell'UE per garantire che l'attuazione sia proporzionata e non freni gli investimenti;
35. si compiace del "Programma per la competitività delle imprese e delle PMI" (COSME), proposto dalla Commissione per il periodo 2014-2020, quale strumento per favorire una cultura imprenditoriale e promuovere la nascita di nuove PMI, soprattutto nei nuovi settori, come i servizi dei media sociali, l'economia verde e il turismo;
36. chiede norme nuove ed efficienti in materia di diritto fallimentare, compresi gli strumenti di allarme rapido, al fine di promuovere una "politica della seconda possibilità" intesa a promuovere l'imprenditorialità e il rilancio delle imprese, dal momento che la seconda possibilità non è adeguatamente riconosciuta dalle legislazioni nazionali; sottolinea l'importanza di rafforzare la rete fra gli imprenditori e coloro che tentano di nuovo di costituire un'impresa, allo scopo di incoraggiare una seconda possibilità, nonché la necessità di affrontare le difficoltà di finanziamento di chi si lancia di nuovo in un'attività imprenditoriale;
37. invita l'Unione a sfruttare appieno le opportunità di investimento nell'UE e nei paesi terzi derivanti dalla politica europea di vicinato e dalle strategie macroregionali;
38. invita la Commissione a includere tutti gli indicatori pertinenti per misurare gli squilibri macroeconomici e le ripercussioni sulle regioni dell'UE nel quadro di valutazione;
39. ricorda che è importante sviluppare ulteriormente partenariati per il settore ambientale che suscitano un interesse crescente negli investitori, tenendo conto delle risorse e delle capacità dell'UE;
40. si compiace del fatto che nel 2011 il numero delle imprese interessate a investire nell'Unione europea è cresciuto del 5%; deplora che, tuttavia, il numero medio dei posti di lavoro creati per ciascun progetto di investimento sia rimasto invariato;
41. chiede alla Commissione e agli Stati membri di attuare il piano d'azione europeo per l'eGovernment, che consente loro di offrire, anche alle imprese, servizi di amministrazione digitale più efficienti ed economici, a livello sia locale sia transfrontaliero;
42. insiste sulla necessità che l'Unione europea e gli Stati membri, per attrarre più investimenti:
a) sfruttino il patrimonio storico dell'Unione europea promuovendo i settori della cultura, dello sport e del turismo quali mercati attraenti e in crescita;
b) promuovano l'economia transatlantica quale nostro attuale e principale partner per gli scambi commerciali e gli investimenti esteri diretti, sfruttando meglio i flussi di manodopera qualificata tra i due continenti e sviluppando il potenziale offerto per rafforzare l'economia dell'innovazione;
43. accoglie con favore la proposta della Commissione concernente un programma incentrato sulla competitività delle piccole e medie imprese; plaude ai recenti aumenti registrati dal capitale di rischio formale e informale in molti Stati membri, ma ribadisce che l'Unione europea deve semplificare maggiormente la normativa e l'accesso ai finanziamenti per le PMI e gli altri operatori economici, promuovendo sistemi efficienti di capitale di rischio formale e informale nell'Unione europea e rafforzando il ruolo degli investimenti di private e public equity nel finanziare la crescita a lungo termine delle imprese; invita la Commissione a collaborare più attivamente con gli enti finanziari internazionali per creare meccanismi innovativi in materia di finanziamento delle PMI;
44. rimarca l'importanza di promuovere norme che contribuiscano a sviluppare l'innovazione in nuovi prodotti e servizi, a completare il mercato interno e ad attrarre investimenti nell'Unione europea, e di armonizzare le norme europee con quelle internazionali;
45. ribadisce la sua proposta che la Commissione, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (tenuto conto della qualità delle sue risorse umane e della sua esperienza nel settore del finanziamento delle grandi infrastrutture) effettui un'analisi strategica sul finanziamento degli investimenti che non escluda alcuna ipotesi: sovvenzioni, liberazione di somme sottoscritte dagli Stati membri nel capitale della BEI, sottoscrizioni da parte dell'Unione europea al capitale della BEI, prestiti, strumenti innovativi, ingegneria finanziaria adeguata ai progetti di lungo termine non immediatamente redditizi, sviluppo dei sistemi di garanzia, creazione di una sezione investimenti in seno al bilancio dell'Unione europea, consorzi finanziari tra autorità europee, nazionali e locali e partenariati pubblico-privato;
46. valuta positivamente le iniziative emblematiche della strategia Europa 2020 intitolate "Una politica industriale per l'era della globalizzazione", "Un'Unione dell'innovazione" e "Un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse", e osserva che la strategia Europa 2020 contribuirà a rendere l'Unione europea più attraente per gli investimenti, a crearvi nuovi posti di lavoro e a conservarne la competitività internazionale.
47. evidenzia che, a causa degli attuali scarsi livelli di crescita e alti livelli di disoccupazione, la politica di coesione dell'UE fornisce un importante contributo all'economia europea nonché alla ricerca e all’innovazione europea e costituisce la più vasta voce di spesa del bilancio dell’UE per quanto concerne gli investimenti nell'economia reale, rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale mediante la riduzione delle differenze regionali e attuando una strategia dell'Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva che ha un notevole effetto leva per gli investimenti pubblici e privati a livello UE, nazionale, regionale e locale;
48. sottolinea che un approccio discriminatorio nei confronti delle grandi imprese potrebbe ostacolare l'innovazione e ridurre la competitività di altre imprese dell'UE, in particolare delle PMI, escludendole da partenariati globali fondamentali nell'ambito dell'innovazione collaborativa e riducendo il loro accesso alle tecnologie avanzate;
49. appoggia la motivazione economica di una politica di sviluppo territoriale locale/regionale radicata nella logica fondamentale secondo cui l'interesse nelle regioni meno sviluppate dell'Unione potrebbe aumentare se fossero in grado di offrire vantaggi comparativi competitivi (infrastrutture adeguate, risorse umane specializzate, ecc.), nonché un insieme specifico di incentivi; chiede alla Commissione, in tale contesto, di sostenere gli Stati membri e le regioni nel perseguire le proprie politiche di incentivi agli investimenti, in particolare per quanto riguarda gli investimenti a lungo termine – non da ultimo a livello transfrontaliero – soprattutto i progetti di infrastrutture; rileva con rammarico il fatto che le regioni meno sviluppate dell'UE perdono sempre più la propria attrattività a vantaggio di paesi terzi; invita le autorità competenti a elaborare misure urgenti volte a mantenere gli investimenti attuali e ad attrarne di nuovi;
50. sottolinea che l'UE possiede un'enorme forza nelle sue città, e che importanti progetti di infrastrutture urbane e parchi commerciali innovativi risultano estremamente attraenti per gli investimenti; esorta gli Stati membri a investire su vasta scala nelle infrastrutture, nelle nuove tecnologie e nella R&S, compresi i sistemi di trasporto multimodale, al fine di promuovere la vivibilità e la competitività delle città europee sulla base dei loro elementi di forza tradizionali garantendo che questi investimenti non vadano a scapito di una vera coesione territoriale e di uno sviluppo rurale equilibrato;
51. sottolinea la necessità non solo di diffondere e attuare la ricerca e l'istruzione ma anche di investirvi a livello locale; rileva che a tal fine è necessario utilizzare pienamente il potenziale umano disponibile – ricercatori e fondazioni accademiche a livello locale – per attrarre sia investimenti nazionali sia investimenti diretti stranieri; segnala, in questo contesto, che è altresì importante tener conto della mobilità dell’elemento umano: insegnanti, ricercatori e studenti;
52. ritiene che le regioni sottosviluppate dovrebbero continuare a beneficiare di importanti finanziamenti UE per fornire agli investitori altri vantaggi competitivi a livello locale, oltre a costi del lavoro ridotti;
53. sottolinea la necessità di potenziare le infrastrutture al fine di rafforzare la coesione regionale e la competitività delle regioni; rileva in tale contesto l'importanza delle reti transeuropee e dell'uso di strumenti finanziari supplementari quali i prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti e i partenariati tra settori pubblico e privato;
54. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai parlamenti nazionali.
- [1] GU L 306 del 23.11.2011, pag. 1.
- [2] GU L 306 del 23.11.2011, pag. 8.
- [3] GU L 306 del 23.11.2011, pag. 12.
- [4] GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.
- [5] GU L 306 del 23.11.2011, pag. 33.
- [6] GU L 337 del 20.12.2011, pag. 5.
- [7] GU L 306 del 23.11.2011, pag. 41.
- [8] Testi approvati, P7_TA-PROV(2011)0565.
- [9] Testi approvati, P7_TA(2012)0135.
MOTIVAZIONE
Introduzione
L'economia globale ha intrapreso la strada della ripresa, il margine di manovra è però limitato e garantire un processo di ripresa economica costante richiede cautela nelle politiche internazionali, europee e nazionali. Sebbene giungano segnali di stabilizzazione dalla zona euro e dagli Stati Uniti, gli alti livelli di indebitamento nei mercati dei paesi sviluppati e l'incremento del prezzo del petrolio rappresentano un rischio notevole per il futuro. L'ambiente economico internazionale ha continuato ad essere caratterizzato da risultati disuguali, da una crescita debole delle economie più avanzate e da un'espansione maggiore, sebbene rallentata, dei mercati emergenti. Problemi strutturali, il riequilibrio globale insufficiente, un differenziale di sviluppo persistente, la crescita della disoccupazione, l'elevato debito pubblico e privato e l'incertezza continuano ad influenzare negativamente le prospettive globali di crescita. Nonostante sia diminuita, la volatilità dei mercati finanziari internazionali rimane comunque elevata ed è necessario intervenire per ridurre ulteriormente i rischi di evoluzione negativa.
La relatrice ritiene che l'Europa debba rispondere adeguatamente alle sfide della stabilizzazione dell'economia internazionale, al fine di sfruttare pienamente le opportunità globali. L'UE deve affrontare le proprie debolezze e potenziare i punti di forza di tutti i paesi e di tutte le regioni affinché possano attirare investimenti locali e internazionali che contribuiranno ad una sua crescita equilibrata e alla sua coesione. L'UE rappresenta il blocco commerciale più vasto del mondo e il commercio estero ha svolto sinora un ruolo dinamico per promuovere la crescita, in particolare nel settore dei servizi.
La relatrice osserva che l'Europa rimane la regione più vasta cui è destinato l'investimento diretto estero (IDE). Un quarto della totalità del consumo mondiale e degli investimenti si svolge all'interno delle sue frontiere in espansione, sebbene la quota sia minore rispetto al passato. I flussi di IDE continuano ad essere concentrati essenzialmente nelle economie sviluppate a livello globale. I flussi dell'UE sono dominati dagli Stati Uniti, interessati da oltre 1/3 dell'IDE dell'UE verso l'esterno nel 2008: 25 volte superiore al dato corrispondente relativo alla Cina. Anche la Svizzera e il Canada sono stati interessati da una quota significativa dei flussi di IDE dell'UE (sia esterni che interni). Tuttavia, l'Europa deve affrontare i propri punti deboli e sfruttare i propri vantaggi competitivi, vista la crescente concorrenza dei paesi in via di sviluppo. Questo obiettivo deve essere al centro delle riforme degli investimenti e della strategia dell'UE in materia, sia a livello europeo che a livello nazionale. A livello globale, l'UE deve portare avanti gli sforzi volti a concludere accordi di libero scambio bilaterali e multilaterali e partecipare attivamente alla governance economica globale.
Gli investitori sono attratti dal mercato dell'UE, principalmente per l'alta qualità e la diversità del suo capitale umano, l'accento posto sulla responsabilità sociale delle imprese, un ambiente imprenditoriale relativamente prevedibile, nonché un potenziale elevato di ricerca e innovazione. Ciononostante, la debole crescita economica dell'Europa, le tasse elevate e il considerevole accumulo di debito pubblico, fanno sorgere negli investitori preoccupazioni che possono essere amplificate vista la concorrenza globale, in particolare delle economie emergenti, e la mancanza di opportunità per sfruttare appieno il potenziale dell'UE. Pertanto la relatrice chiede alla Commissione di preparare una comunicazione per valutare e promuovere l'attrattività degli investimenti in Europa, ivi comprese raccomandazioni politiche agli Stati membri al fine di migliorare il contesto degli investimenti nell'UE.
Per attirare investimenti in Europa occorrono misure e riforme, sia a livello europeo che a livello nazionale. Garantire che le imprese possano competere apertamente e lealmente è fondamentale per fare dell'Europa un luogo attrattivo per investire e lavorare. Il mercato unico è una delle priorità maggiormente significative dell'UE per sviluppare un ambiente facilmente accessibile e stimolante per le imprese e i consumatori. È particolarmente importante in un'economia globalizzata, dove le imprese hanno una certa flessibilità nello scegliere dove operare. Occorre migliorare ulteriormente il quadro normativo affinché le imprese in Europa possano potenziare la propria competitività e la propria capacità di crescere e generare occupazione. Per quanto riguarda la produttività e il costo unitario della manodopera, per la prima volta dal 1996, il 2010 ha fatto registrare una ripresa della crescita della produttività della manodopera, accompagnata da una riduzione dei costi unitari della manodopera nell'UE e nella zona euro.
L'UE rimane uno degli attori chiave nel settore dei servizi finanziari globali. Nello specifico, i mercati finanziari degli Stati Uniti e dell'UE continuano a fornire circa 3/4 dei servizi finanziari globali, sebbene a livelli complessivi di attività inferiori, vista la forte concorrenza delle economie emergenti, quali la Cina e l'India. Sebbene i mercati azionari della zona euro siano stati colpiti dalla crisi in maniera più lieve, le banche devono far fronte a difficoltà di finanziamento a causa delle incertezze e della mancanza di fiducia. Inoltre, l'economia reale è colpita dalle misure di risanamento del bilancio che si uniscono ad una riluttanza al prestito da parte delle banche che cercano di ristrutturare i propri stati patrimoniali. Inoltre, l'attuale tendenza in Europa dimostra che le imprese iniziano a non contare più sulle banche quale principale fonte di finanziamenti. Pertanto, sono necessari passi decisivi verso un ulteriore sviluppo e un'integrazione dei mercati finanziari in Europa.
La crisi è globale e richiede una risposta internazionale. Pertanto, la relatrice ritiene che il G20 debba essere considerato la sede principale per l'adozione di un approccio globale coordinato al fine di migliorare la vigilanza finanziaria internazionale, la gestione della crisi e il coordinamento politico nei settori della fiscalità e degli squilibri macroeconomici. L'Europa ha svolto finora un ruolo fondamentale nel portare avanti l'agenda globale e deve continuare ad impegnarsi appieno per la sua attuazione, salvaguardando nel contempo la propria competitività. Inoltre, la relatrice è favorevole a discussioni sulla regolamentazione con i principali partner commerciali dell'UE, ovvero Stati Uniti e Giappone, ma anche con i mercati dei servizi finanziari emergenti, quali Cina, India, Russia e Brasile. Occorre promuovere la convergenza normativa tra l'UE e il resto del mondo nel settore dei servizi finanziari, anche nel quadro dei negoziati relativi ad accordi di libero scambio globali e approfonditi con i paesi terzi e contro il protezionismo commerciale.
La relatrice sottolinea che l'attrattività per gli investimenti deve essere distinta in due livelli: (i) rendere l'Europa una destinazione attrattiva per gli investitori esteri e (ii) rendere l'imprenditoria attrattiva per l'imprenditore locale. Le riforme, sia a livello nazionale che a livello europeo, sono necessarie per migliorare il funzionamento del mercato unico e utilizzare appieno i Fondi strutturali.
La relatrice sottolinea quali vantaggi e opportunità offra la moneta unica, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista politico. L'euro, in qualità di moneta comune, rappresenta un enorme vantaggio per la stabilità e il potere dell'Unione, nonché per attirare investimenti. In considerazione della crisi del debito della zona euro, la relatrice sottolinea come sia necessario assicurare stabilità e coordinamento fra i paesi all'interno e all'esterno della zona euro, al fine di prevenire e ridurre le divergenze socioeconomiche e rafforzare la coesione regionale.
Potenziare l'attrattività del mercato europeo, quale destinazione per gli investimenti, richiede maggiore efficienza nell'affrontare gli squilibri macroeconomici e sociali. L'UE ha bisogno di un quadro politico, economico e normativo coerente, basato su obiettivi di crescita sostenibili e sul metodo comunitario, onde potenziare le proprie ambizioni come evidenziato nel quadro della strategia UE 2020.
(i)Massimizzare i vantaggi della politica di coesione
In Europa, la politica di coesione fornisce un contributo decisivo dal momento che rappresenta la principale fonte per il finanziamento degli investimenti nell'economia reale nell'Unione e, nel contempo, sostiene in maniera significativa gli investimenti pubblici a livello nazionale, regionale e locale. Dato che i meccanismi di cui dispone l'UE per il coordinamento economico, la crescita equilibrata e la solidarietà sono limitati, la politica di coesione, attraverso i Fondi strutturali e altri interventi, riveste un'importanza primaria. Il rafforzamento della politica di coesione contribuisce a mettere in luce i vantaggi comparativi e le opportunità di innovazione delle regioni, nonché la loro importanza per la crescita, gli investimenti e l'occupazione.
La politica di coesione è in grado di mobilitare fonti addizionali di finanziamento pubblico e privato, a sostegno degli investimenti. La relatrice sostiene con forza un adeguato finanziamento della politica di coesione, pur assicurando flessibilità per uno stanziamento efficiente delle risorse e una risposta rapida dell'Unione agli eventi imprevisti. Nel contempo, le riforme strutturali negli Stati membri sono necessarie per assicurare un maggior coordinamento tra le politiche nazionali e quelle dell'UE, per quanto attiene al loro utilizzo complementare e alla valutazione. La relatrice reputa pertanto che l'adeguato finanziamento e il corretto utilizzo dei fondi europei possa fungere da catalizzatore per attirare ulteriori finanziamento dalla BEI, dalla BERS e da altri istituti finanziari internazionali, nonché dal settore privato.
(ii) Affrontare le esigenze in termini di capitale umano
La salvaguardia del potenziale umano dell'UE e l'ammodernamento dei mercati del lavoro e dell'istruzione è fondamentale per assicurare l'attrattività e fornire un valore aggiunto. Pertanto, gli Stati membri dovrebbero adottare strategie di flessicurezza e migliorare sistematicamente i livelli di qualifica dei lavoratori. Inoltre, la relatrice osserva che occorre affrontare il problema della discriminazione al fine di promuovere la diversità e l'uguaglianza e garantire appieno il potenziale della forza lavoro. Il fatto che donne altamente qualificate non partecipino al mercato secondo le loro competenze, sia in termini quantitativi che per quanto attiene alla carica occupata, ha un impatto negativo sulla redditività delle imprese. Promuovere riforme e un'istruzione di alta qualità assicurerà maggiore credibilità alle università europee e le renderà maggiormente attrattive a livello internazionale, consentendo loro di trattenere gli studenti all'interno dell'Unione. Allo stesso tempo, l'istruzione e la formazione professionale devono contribuire ulteriormente al successo del mercato unico e promuovere la mobilità degli studenti, dei ricercatori, dei professori e dei lavoratori.
(iii) Assicurare la stabilità e migliorare l'accesso al finanziamento
L'accumulo di rischio eccessivo nel sistema finanziario e i rischi per la stabilità e la sostenibilità della zona euro sono le cause principali della contrazione del credito che è seguita al crollo dei mercati finanziari nell'autunno del 2008. Da allora, la BCE ha contribuito significativamente a mitigare i rischi associati alla crisi, acquisendo obbligazioni governative degli Stati membri in difficoltà finanziarie e patrimoniali e fornendo liquidità al settore finanziario. Attualmente però, è piuttosto ovvio che l'economia dell'UE ha bisogno di un settore finanziario al servizio dell'economia reale, che assicuri stabilità e sia in grado di sopperire alle esigenze finanziarie delle famiglie e delle imprese. Per raggiungere questo obiettivo occorre salvaguardare le condizioni di parità nel mercato unico e promuovere la competitività del settore finanziario dell'UE a livello globale, tenendo conto delle nuove piattaforme commerciali e delle attività sviluppatesi. La relatrice chiede all'Unione di svolgere un ruolo più attivo e di impegnarsi per fornire una risposta normativa coordinata a livello globale e una cooperazione transfrontaliera più approfondita, per cogliere tutte le sfide derivanti dalla globalizzazione finanziaria. Inoltre, occorre perseguire l'obiettivo di un potenziamento del ruolo della BCE, senza comprometterne l'indipendenza e l'impegno nei confronti del mantenimento della stabilità dei prezzi.
È chiaro che la pressione sulle obbligazioni governative ha impedito ulteriori progressi verso condizioni di mercato stabili. Pertanto, la relatrice accoglie con favore l'adozione del regolamento (CE) n. 1060/2009 relativo alle agenzie di rating del credito, nonché la sua recente revisione. Le future revisioni dovranno garantire che i rating del debito sovrano degli Stati membri dell'UE descrivano in maniera affidabile il rischio che deriva dal possesso di obbligazioni governative, e quanto invece dipende dalla speculazione.
La relatrice esprime preoccupazione per le sempre maggiori difficoltà di accesso al finanziamento riscontrate dalle PMI. Tenendo conto del drenaggio di liquidità delle banche, la relatrice sottolinea l'urgenza di trovare potenziali fonti di liquidità e risorse patrimoniali.
La relatrice accoglie pertanto con favore la proposta della Commissione europea relativa ai fondi di capitale di rischio e sottolinea come sia necessario lavorare per una maggiore partecipazione degli investitori istituzionali ai partenariati europei relativi al capitale di rischio, considerata la grande eterogeneità delle tipologie di investitori nel capitale di rischio in Europa e le notevoli differenze in merito al grado di sviluppo e all'entità degli stessi. La relatrice è altresì favorevole al potenziamento degli sforzi per la definizione di un quadro comune sui fondi sovrani di investimento, viste le previsioni riguardanti un accrescimento della loro importanza sui mercati, assicurando adeguata trasparenza e responsabilità. La relatrice sottolinea altresì la necessità di armonizzare i programmi di incentivi poiché, in assenza di un accordo su una linea comune nell'UE, potrebbero scaturire politiche e misure nazionali differenti. La relatrice ricorda inoltre che l'accesso delle imprese di paesi terzi ai mercati europei è soggetto a regole nazionali e ciò genera una concorrenza impari e una distribuzione disuguale dei vantaggi agli investitori.
(iv)Promuovere sinergie per i trasporti, le infrastrutture e i progetti nel settore dell'energia – Obbligazioni a progetto (project bonds)
Le infrastrutture e le reti che promuovono la coesione nell'UE e nei paesi limitrofi costituiscono una condizione essenziale per attirare gli investitori e fornire un valore aggiunto agli investimenti. Un'attenzione particolare alle energie rinnovabili e ai trasporti sostenibili può creare nuove opportunità e incrementare la competitività. La relatrice sottolinea il notevole interesse che nutrono gli investitori per il settore delle tecnologie pulite ed ecologiche ed evidenzia come, nei paesi in via di sviluppo, vi sia un'intensa attività di investimento nelle tecnologie per le energie rinnovabili. Occorrerebbe tuttavia prestare particolare attenzione alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, alla disponibilità e alla stabilità dei prezzi delle risorse.
Inoltre, per promuovere sinergie efficaci, sono necessari incentivi che permettano di attirare investitori stranieri sulla base di partenariati pubblico-privato (PPP), coinvolgendo, ove possibile, la Banca europea per gli investimenti. La relatrice sottolinea che un maggiore utilizzo degli strumenti finanziari innovativi può permettere di moltiplicare la portata del bilancio dell'UE. Inoltre, la relatrice sostiene l'iniziativa relativa alle obbligazioni per il finanziamento di progetti ("project bond iniziative") che mira a rinvigorire i mercati delle obbligazioni collegate a progetti e a promuovere in modo significativo singoli progetti infrastrutturali, al fine di attirare un finanziamento a lungo termine del debito da parte del settore privato. Una simile iniziativa contribuirebbe a ridurre il rischio per gli investitori terzi alla ricerca di opportunità di investimento a lungo termine, fungendo inoltre da catalizzatore per riaprire il mercato dei capitali di debito quale fonte di finanziamento importante nel settore delle infrastrutture.
(v) Stimolare la ricerca e l'innovazione
Gli investimenti nel settore della ricerca e dello sviluppo possono avere un impatto positivo sulla crescita della cosiddetta economia della conoscenza. Simili investimenti nella ricerca e nell'innovazione rafforzeranno significativamente le capacità, le infrastrutture e il capitale umano e dovranno essere indirizzati in particolare alle PMI e alle imprese "start-up", ossia settori che presentano prospettive notevoli di crescita e competitività. La sfida maggiore per l'UE e i suoi Stati membri risiede probabilmente nell'adozione di un approccio molto più strategico per l'innovazione e, a tale proposito, la relatrice sostiene l'approccio presentato dall'Unione dell'innovazione. È chiaro che in Europa non manca il potenziale, è dunque necessario costruire legami più forti tra la ricerca e il mondo imprenditoriale e il mercato unico. Tuttavia, l'Europa deve basarsi sui propri punti di forza e affrontare le proprie debolezze, quali il livello troppo basso degli investimenti nelle nostre basi di conoscenza rispetto a paesi come gli Stati Uniti e il Giappone, condizioni generali inadeguate, ivi compresa la scarsa possibilità di accesso ai finanziamenti, i costi elevati dei diritti di proprietà intellettuale e l'uso inefficiente degli appalti pubblici, come pure l'eccessiva frammentazione e costosi doppioni. La relatrice reputa che l'accordo su un brevetto unico europeo rappresenti un importante passo avanti. Allo stesso modo, la protezione e il riconoscimento della proprietà intellettuale sono essenziali per assicurare all'UE la capacità di competere nell'economia globale.
(vi) Rafforzare la cooperazione territoriale
È estremamente incoraggiante che tra le priorità fondamentali della strategia UE 2020 vi sia l'esigenza di valutare nuove fonti di crescita che assicurino al contempo la coesione sociale e territoriale dell'UE e il miglioramento del quadro normativo per il rafforzamento della coesione territoriale. Vale la pena osservare che la coesione territoriale assicura un valore aggiunto per la competitività di vari settori e regioni, la crescita delle PMI e lo sfruttamento dei loro vantaggi comparativi. La relatrice ritiene che le strategie macroregionali e la politica europea di vicinato possano comportare una serie di benefici e opportunità per gli investimenti.
(vii) Affrontare gli squilibri macroeconomici
Per stimolare gli investimenti è essenziale affrontare le fragilità che scaturiscono dagli andamenti strutturali di medio e lungo periodo, a causa delle crescenti divergenze in seno all'Unione (in particolare nella zona euro) e degli squilibri socioeconomici fra regioni. Nel contesto del nuovo pacchetto sulla governance economica sono già state adottate alcune misure, in particolare il regolamento sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici. La relatrice chiede che siano inserite altre variabili all'interno del quadro di valutazione, al fine di valutare adeguatamente il contesto per gli investimenti negli Stati membri, ad esempio, gli squilibri esterni derivanti dal commercio e dai flussi degli investimenti e dai trasferimenti.
La relatrice sostiene altresì l'introduzione degli investimenti quale elemento orizzontale fondamentale di tutte le iniziative faro della strategia UE 2020, al fine di affrontare le esigenze significative in termini di crescita e occupazione ed evidenziare il ruolo che svolgono gli investimenti per affrontare la crisi finanziaria. Inoltre, la relatrice propone di migliorare e ampliare la base di dati statistici sugli investimenti diretti, seguendo i modelli dell'OCSE e dell'ONU, e di introdurre obiettivi secondari e indicatori sugli investimenti a livello nazionale, al fine di dimostrare i progressi verso un ambiente attrattivo per gli investimenti e valutare le politiche per gli investimenti e i loro effetti positivi sull'economia reale e sull'occupazione.
A tale proposito, la relatrice propone l'istituzione, in seno alla Commissione, di un osservatorio europeo sugli investimenti diretti esteri che potrebbe assicurare un migliore monitoraggio in materia di distribuzione degli investimenti nel quadro del mercato unico, politiche applicate e relative prospettive, al fine di promuovere l'Europa quale destinazione per gli investimenti.
(viii) Potenziamento del mercato unico
I problemi fiscali più seri che gli europei devono affrontare in situazioni transfrontaliere sono la discriminazione, la doppia imposizione, le difficoltà nel richiedere i rimborsi fiscali e ottenere informazioni sulle norme fiscali estere. La relatrice ritiene che il coordinamento fiscale dovrebbe costituire parte integrante di una strategia per la crescita e che sia opportuno che il patto Euro Plus sottolinei l'importanza delle riforme fiscali. Per quanto riguarda le imposte sulle società, la relatrice è dell'avviso che una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCCTB) contribuirà ad affrontare alcuni gravi ostacoli di natura fiscale alla crescita nel mercato unico che creano disincentivi per gli investimenti nell'UE. Ne consegue che qualsiasi strategia volta a promuovere l'attrattività dell'UE per gli investitori stranieri dovrebbe basarsi su una valutazione dei risultati positivi e delle lacune in relazione al completamento del mercato unico.
PARERE della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (26.3.2012)
destinato alla commissione per i problemi economici e monetari
sull'attrattività degli investimenti in Europa
(2011/2288(INI))Relatore per parere: Jürgen Creutzmann
SUGGERIMENTI
La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia invita la commissione per i problemi economici e monetari, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. si compiace del fatto che nel 2011 il numero delle imprese interessate a investire nell'Unione europea è cresciuto del 5%; deplora che, tuttavia, il numero medio dei posti di lavoro creati per ciascun progetto di investimento sia rimasto invariato;
2. sottolinea che migliorando le condizioni quadro in cui operano i fabbricanti e i produttori nell'Unione europea si fornirebbe un importante incentivo agli investimenti;
3. sottolinea che il mercato unico europeo, con i suoi 500 milioni di consumatori, offre agli investitori netti vantaggi in termini di ubicazione, che vanno ulteriormente consolidati; chiede, a tal proposito, di potenziare il mercato unico, di armonizzare ove opportuno, di coordinare le norme applicabili ai prodotti e ai servizi e di continuare a rimuovere gli oneri burocratici inutili che gravano sulle imprese attive a livello internazionale; esorta la Commissione a garantire una libera ed equa concorrenza nel mercato unico, applicando in modo coerente le norme in materia e le libertà fondamentali sancite dal trattato sull'Unione europea; appoggia il ricorso a regimi fiscali che semplifichino e incoraggino gli investimenti, segnatamente quelli a lungo termine, ad esempio nei progetti infrastrutturali, e l'utilizzo di crediti d'imposta per la ricerca e lo sviluppo;
4. ritiene che gli investitori che, per loro natura, operano su un orizzonte temporale lungo, come i fondi assicurativi e i fondi pensione, dovrebbero essere messi nelle condizioni di fare investimenti a più lungo termine in progetti infrastrutturali importanti, ed essere incoraggiati a farlo, in particolare nei settori dell'energia, delle comunicazioni e dei trasporti; teme che i requisiti normativi di liquidità e di adeguatezza del capitale imposti dall'Unione europea possano ridurre gli investimenti a lungo termine in tali infrastrutture; propone di controllare attentamente l'attuazione della legislazione unionale applicabile agli investitori in questione e, se del caso, di modificarla;
5. è del parere che l'Unione europea possa mantenere gli investimenti a lungo termine attrattivi solo sviluppando la competitività di tutte le sue regioni, investendo nelle competenze e nella capacità d'innovare e promuovendo l'adattabilità;
6. rispetta la sussidiarietà degli Stati membri in materia fiscale, ma raccomanda agli stessi Stati membri di valutare se i loro regimi fiscali vigenti incentivino adeguatamente gli investimenti a lungo termine; osserva inoltre che la stabilità e la certezza nelle scelte politiche sono fondamentali per incoraggiare gli investimenti, in particolare quelli in progetti infrastrutturali a più lungo termine;
7. ritiene che l'Unione europea potrà continuare ad essere attrattiva per gli investimenti in futuro anche grazie alla sua capacità di:
– mantenere inalterata la sua reputazione di qualità, sostenibilità, specializzazione, capacità d'innovare e una manodopera altamente qualificata e diversificata,
– tutelare le risorse finanziarie a favore dell'istruzione e calibrare i suoi sistemi educativi per aumentare i livelli di produttività,
– garantire un contesto imprenditoriale flessibile e ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese, in modo da metterle in condizioni di incrementare l'efficienza e la competitività;
8. chiede alla Commissione e agli Stati membri di attuare il piano d'azione europeo per l'eGovernment, che consente loro di offrire, anche alle imprese, servizi di amministrazione digitale più efficienti ed economici, a livello sia locale sia transfrontaliero;
9. sottolinea la necessità di semplificare e armonizzare le normative e di offrire incentivi finanziari e fiscali per creare uno spazio europeo del capitale di rischio in grado di attrarre investimenti e di promuovere l'avviamento di nuove imprese ad alta tecnologia;
10. sottolinea la necessità di assicurare la parità di trattamento nei rapporti con partner commerciali come la Cina, per fermare il flusso a senso unico della conoscenza e della capacità produttiva e stimolare una cooperazione costruttiva;
11. mette in rilievo che l'investimento costante nel capitale umano e la mobilità dei professionisti sono indispensabili per creare una forza lavoro qualificata;
12. sottolinea che legiferare con intelligenza contribuisce significativamente a semplificare e ridurre i costi amministrativi e commerciali, in particolare in relazione alle piccole e medie imprese;
13. sottolinea quanto sia importante per l'Unione europea disporre di un'infrastruttura ad alto livello per la ricerca onde continuare a essere attraente nei settori chiave nei prossimi anni;
14. insiste sulla necessità che l'Unione europea e gli Stati membri, per attrarre più investimenti:
a) offrano migliori condizioni quadro in materia di ricerca e sviluppo, segnatamente in relazione alle tecnologie abilitanti fondamentali, alle tecnologie ecologiche e dell'informazione, alle infrastrutture digitali e all'efficienza energetica, e incrementino la capacità di raggiungere la leadership nei settori in cui grandi sfide sociali offrono prospettive di crescita ai futuri mercati globali;
b) assicurino una tutela economica ed effettiva dei diritti di proprietà intellettuale affinché l'Unione europea sia più attraente per le imprese innovative, in particolare attraverso la rapida introduzione di un sistema di brevetti unionale favorevole alle piccole e medie imprese;
c) investano affinché i risultati delle attività di ricerca e sviluppo condotte nell'Unione europea si traducano in prodotti innovativi e modelli commerciali di successo a beneficio dell'economia e della società europee;
d) incoraggino, agevolino e, se del caso, partecipino a investimenti in grado di far raggiungere alle imprese innovative il successo commerciale, ad esempio attraverso il sostegno ai parchi imprenditoriali innovativi dotati di unità di incubazione per accelerare il trasferimento tecnologico e delle conoscenze, così come la condivisione delle attrezzature e delle competenze, in particolare per quanto concerne le piccole e medie imprese e tutte le altre attività imprenditoriali, e promuovano attività sinergiche tra ricerca, istruzione e innovazione;
e) propongano incentivi e meccanismi di sostegno per quelle imprese che vogliono entrare o espandersi in mercati esterni;
f) continuino a promuovere l'espansione coordinata delle infrastrutture nel settore dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'energia, includendo le reti transeuropee e il meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility), in tutte le regioni dell'Unione europea, segnatamente in quelle prive di tali infrastrutture;
g) garantiscano l'affidabilità, la sostenibilità e l'economicità dell'approvvigionamento di energia e di materie prime non energetiche, concentrandosi anche sul riutilizzo, sul riciclo e sullo studio di alternative, al fine di promuovere l'Unione europea quale base produttiva attraente;
h) continuino a rimuovere gli ostacoli che permangono sul mercato unico, promuovendo la libera circolazione dei capitali, dei lavoratori, dei beni e dei servizi, sviluppando le attrattive di un mercato che conta 500 milioni di europei e stimolando la competitività delle imprese;
i) diano piena attuazione al terzo pacchetto energia, affinché le imprese e le famiglie che vogliono inserirsi nel mercato unionale dell'energia possano accedervi;
j) sottolineino la necessità di aumentare, a dispetto dell'attuale contesto economico, gli investimenti in ricerca e innovazione, in quanto rappresentano il fondamento dello sviluppo economico e sociale;
k) incoraggino e consentano gli investimenti nelle imprese da parte di società non finanziarie e di investitori finanziari;
l) attuino misure volte a rendere i mercati del lavoro più flessibili e sensibili ai nuovi investimenti;
m) continuino a lavorare a una ricerca pubblica forte che sia a stretto contatto con l'industria e con la società nel suo complesso per sostenere l'innovazione tecnologica e gli investimenti privati in ricerca e sviluppo;
n) ridefiniscano il quadro degli aiuti di Stato per gli sviluppi industriali innovativi e promuovano l'innovazione aperta e la produzione ad alto livello nelle regioni dell'Unione europea;
o) accordino la priorità al mantenimento nell'Unione europea di una base industriale solida, in particolare in quei settori in cui l'Europa è tradizionalmente forte, ma anche in quei nuovi settori ad alta tecnologia per cui una base industriale solida è fondamentale per l'innovazione nei prodotti, nei processi e nei servizi e per la creazione di nuovi posti di lavoro;
p) stimolino la domanda interna nelle economie centrali con l'obiettivo di rendere più attraenti per gli investitori esteri gli investimenti nelle economie sia centrali sia periferiche;
q) riconoscano che tempi lunghi e incertezze nel prendere le decisioni relative alla pianificazione e allo sviluppo possono scoraggiare gli investimenti;
r) sfruttino il patrimonio storico dell'Unione europea promuovendo i settori della cultura, dello sport e del turismo quali mercati attraenti e in crescita;
s) promuovano l'economia transatlantica quale nostro attuale e principale partner per gli scambi commerciali e gli investimenti esteri diretti, sfruttando meglio i flussi di manodopera qualificata tra i due continenti e sviluppando il potenziale offerto per rafforzare l'economia dell'innovazione;
t) presentino nuove norme sul diritto fallimentare atte a promuovere una politica della seconda possibilità volta a sostenere l'imprenditorialità e il rilancio delle imprese, basandosi sul bagaglio di esperienza maturata dagli imprenditori con il precedente fallimento;
15. accoglie con favore la proposta della Commissione concernente un programma incentrato sulla competitività delle piccole e medie imprese; plaude ai recenti aumenti registrati dal capitale di rischio formale e informale in molti Stati membri, ma ribadisce che l'Unione europea deve semplificare maggiormente la normativa e l'accesso ai finanziamenti per le PMI e gli altri operatori economici, promuovendo sistemi efficienti di capitale di rischio formale e informale nell'Unione europea e rafforzando il ruolo degli investimenti di private e public equity nel finanziare la crescita a lungo termine delle imprese; invita la Commissione a collaborare più attivamente con gli enti finanziari internazionali per creare meccanismi innovativi in materia di finanziamento delle PMI;
16. riconosce che molti investitori potrebbero considerare l'investimento al di fuori dell'Unione europea come un'alternativa all'investimento negli Stati membri dell'UE; raccomanda che, al momento di proporre una nuova normativa unionale, ovvero di riesaminare una normativa unionale vigente, sia preparata una valutazione di impatto che raffronti le proposte in questione con la normativa corrispondente in vigore in importanti giurisdizioni extra-Unione europea e ne studi l'eventuale impatto in termini di investimenti negli Stati membri;
17. rimarca l'importanza di promuovere norme che contribuiscano a sviluppare l'innovazione in nuovi prodotti e servizi, a completare il mercato interno e ad attrarre investimenti nell'Unione europea, e di armonizzare le norme europee con quelle internazionali;
18. ribadisce la sua proposta che la Commissione, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (tenuto conto della qualità delle sue risorse umane e della sua esperienza nel settore del finanziamento delle grandi infrastrutture) effettui un'analisi strategica sul finanziamento degli investimenti che non escluda alcuna ipotesi: sovvenzioni, liberazione di somme sottoscritte dagli Stati membri nel capitale della BEI, sottoscrizioni da parte dell'Unione europea al capitale della BEI, prestiti, strumenti innovativi, ingegneria finanziaria adeguata ai progetti di lungo termine non immediatamente redditizi, sviluppo dei sistemi di garanzia, creazione di una sezione investimenti in seno al bilancio dell'Unione europea, consorzi finanziari tra autorità europee, nazionali e locali e partenariati pubblico-privato;
19. valuta positivamente le iniziative emblematiche della strategia Europa 2020 intitolate "Una politica industriale per l'era della globalizzazione", "Un'Unione dell'innovazione" e "Un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse", e osserva che la strategia Europa 2020 contribuirà a rendere l'Unione europea più attraente per gli investimenti, a crearvi nuovi posti di lavoro e a conservarne la competitività internazionale.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
21.3.2012 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
52 0 3 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Gabriele Albertini, Josefa Andrés Barea, Jean-Pierre Audy, Zigmantas Balčytis, Jan Březina, Reinhard Bütikofer, Maria Da Graça Carvalho, Giles Chichester, Jürgen Creutzmann, Christian Ehler, Vicky Ford, Gaston Franco, Adam Gierek, Norbert Glante, András Gyürk, Fiona Hall, Jacky Hénin, Romana Jordan, Krišjānis Kariņš, Lena Kolarska-Bobińska, Béla Kovács, Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz, Marisa Matias, Judith A. Merkies, Angelika Niebler, Jaroslav Paška, Vittorio Prodi, Miloslav Ransdorf, Herbert Reul, Michèle Rivasi, Jens Rohde, Paul Rübig, Salvador Sedó i Alabart, Francisco Sosa Wagner, Britta Thomsen, Patrizia Toia, Evžen Tošenovský, Ioannis A. Tsoukalas, Claude Turmes, Marita Ulvskog, Vladimir Urutchev, Kathleen Van Brempt, Alejo Vidal-Quadras, Henri Weber |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
António Fernando Correia de Campos, Jolanta Emilia Hibner, Yannick Jadot, Seán Kelly, Bernd Lange, Werner Langen, Alajos Mészáros, Mario Pirillo, Alyn Smith, Hannu Takkula, Silvia-Adriana Ţicău |
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PARERE della commissione per lo sviluppo regionale (2.5.2012)
destinato alla commissione per i problemi economici e monetari
sull'attrattività degli investimenti in Europa
(2011/2288(INI))
Relatore per parere: Oldřich Vlasák
SUGGERIMENTI
La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per i problemi economici e monetari, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. evidenzia che, a causa degli attuali scarsi livelli di crescita e alti livelli di disoccupazione, la politica di coesione dell'UE fornisce un importante contributo all'economia europea nonché alla ricerca e all’innovazione europea e costituisce la più vasta voce di spesa del bilancio dell’UE per quanto concerne gli investimenti nell'economia reale, rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale mediante la riduzione delle differenze regionali e attuando una strategia dell'Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva che ha un notevole effetto leva per gli investimenti pubblici e privati ai livelli UE, nazionale, regionale e locale;
2. sottolinea che nell'Unione europea quelle PMI e imprese sociali, grandi imprese comprese, che sono responsabili di oltre il 50% delle esportazioni complessive generano una parte sostanziale del valore aggiunto del settore imprenditoriale; suggerisce che, per un sostegno geograficamente mirato, il criterio principale non dovrebbe essere la dimensione dell'impresa ma la qualità e la sostenibilità richiesta del progetto nonché il suo contributo potenziale, in termini di creazione di posti di lavoro, alla ripresa economica e agli sforzi per rafforzare la concorrenza;
3. sottolinea il ruolo centrale degli aiuti mirati geograficamente nella efficace realizzazione di una strategia di sviluppo territoriale rilevando quanto sia essenziale che tutti i tipi di impresa ne beneficino; ricorda, tuttavia, che la politica di coesione è rivolta sopratutto alle PMI riconoscendo che esse costituiscono una risorsa nella gestione armoniosa del territorio e nella diversificazione dell'economia locale;
4. sottolinea che un approccio discriminatorio nei confronti delle grandi imprese potrebbe ostacolare l'innovazione e ridurre la competitività di altre imprese dell'UE, in particolare delle PMI, escludendole da partenariati globali fondamentali nell'ambito dell'innovazione collaborativa e riducendo il loro accesso alle tecnologie avanzate;
5. invita la Commissione e gli Stati membri a elaborare misure specifiche volte a sostenere tutte le imprese che creano posti di lavoro in linea con la strategia UE 2020 e con le strategie di sviluppo nazionale e regionale, assicurando che le decisioni in materia di finanziamento si basino sulla qualità dei rispettivi progetti e sul loro valore per le strategie UE, nazionali, regionali e locali;
6. ritiene che, nel mondo della competizione globale, un'opzione di sostegno della politica di coesione costituisca un'opportunità fondamentale per attrarre investimenti esteri nella misura in cui rappresenta un valore aggiunto per le imprese nel momento in cui queste decidono in quale regione del mondo sviluppare le proprie capacità operative e dove trasferire il proprio know-how; riconosce che gli investimenti da parte di paesi terzi possono contribuire ad alleviare gli effetti della crisi economica e a raggiungere gli obiettivi della politica di coesione; sottolinea l'importanza di tali investimenti per le regioni che affrontano difficoltà, in quanto creano posti di lavoro e attraggono investimenti esteri; rileva che la fornitura di servizi di sostegno alle imprese, l'ingegneria finanziaria e il trasferimento tecnologico rappresentano un ulteriore contributo all'attrattività degli investimenti in Europa;
7. appoggia la motivazione economica di una politica di sviluppo territoriale locale/regionale radicata nella logica fondamentale secondo cui l'interesse delle regioni meno sviluppate dell'Unione potrebbe aumentare nel caso in cui fossero in grado di offrire vantaggi comparativi competitivi (infrastrutture adeguate, risorse umane specializzate, ecc.), nonché un insieme specifico di incentivi; chiede alla Commissione, in tale contesto, di sostenere gli Stati membri e le regioni nel perseguire le proprie politiche di incentivi agli investimenti, in particolare per quanto riguarda gli investimenti a lungo termine - non da ultimo a livello transfrontaliero - soprattutto i progetti di infrastrutture; rileva con rammarico il fatto che le regioni meno sviluppate dell'UE perdono sempre più la propria attrattività a vantaggio di paesi terzi; invita le autorità competenti a elaborare misure urgenti volte a mantenere gli investimenti attuali e ad attrarne di nuovi;
8. sottolinea che le imposte e il debito pubblico elevati sono problemi chiave identificati dalle imprese che investono in Europa;
9. ritiene che la disponibilità di infrastrutture competitive nel contesto delle nuove sfide che affrontiamo costituisca un prerequisito per attrarre investitori; sottolinea che per mantenere la crescita degli investimenti e, implicitamente, dell'economia europea è necessario ammodernare costantemente le infrastrutture e che, in tale contesto, la politica di coesione svolge un ruolo estremamente importante, specialmente nel caso dei nuovi Stati membri;
10. ritiene che, oltre a buone infrastrutture, un altro prerequisito per garantire la competitività e l'attrattività delle regioni sia costituito da uno sforzo specifico per promuovere la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo tecnologico, nonché per accertare la disponibilità di programmi di formazione professionale di alta qualità destinati ai cittadini delle regioni europee;
11. sottolinea che l'UE possiede un'enorme forza nelle sue città, e che importanti progetti di infrastrutture urbane e parchi commerciali innovativi risultano estremamente attraenti per gli investimenti; esorta gli Stati membri a investire su vasta scala nelle infrastrutture, nelle nuove tecnologie e nella R&S, compresi i sistemi di trasporto multimodale, al fine di promuovere la vivibilità e la competitività delle città europee sulla base dei loro elementi di forza tradizionali garantendo che questi investimenti non vadano a scapito di una vera coesione territoriale e di uno sviluppo rurale equilibrato;
12. ritiene che gli investimenti nel settore dei trasporti, dell'energia, dell'infrastruttura a banda larga nonché nello sviluppo del capitale umano siano fondamentali per attrarre investimenti che promuovano la crescita ma siano più ecologici, al fine di raggiungere uno sviluppo sostenibile in linea con gli obiettivi della strategia UE 2020;
13. sottolinea la necessità non solo di diffondere e attuare la ricerca e l'istruzione ma anche di produrle a livello locale; rileva che a tal fine è necessario utilizzare pienamente il potenziale umano disponibile - ricercatori e fondazioni accademiche a livello locale - per attrarre sia investimenti nazionali sia investimenti diretti stranieri; segnala, in questo contesto, che è altresì importante tener conto della mobilità dell’elemento umano: insegnanti, ricercatori e studenti;
14. sottolinea la necessità di un coordinamento orizzontale e verticale che consenta alle città di collaborare con altri livelli di governance e di consolidare la loro cooperazione tramite collegamenti con altre città;
15. ritiene che, nel prossimo periodo, gli Stati membri e le regioni dovrebbero definire i loro obiettivi in modo tale da attribuire la priorità alle necessità degli investitori garantendo allo stesso tempo finanziamenti adeguati e accessibili e attribuendo un ruolo chiave ai Fondi strutturali;
16. ritiene che sia necessaria una governance basata della responsabilizzazione dei cittadini, sulla partecipazione di tutti i partner interessati e sull'uso innovativo del capitale condiviso;
17. ritiene che le regioni sottosviluppate dovrebbero continuare a beneficiare di importanti finanziamenti UE per fornire agli investitori altri vantaggi competitivi a livello locale, oltre a costi del lavoro ridotti;
18. sottolinea la necessità di potenziare le infrastrutture al fine di rafforzare la coesione regionale e la competitività delle regioni; rileva in tale contesto l'importanza delle reti transeuropee dei trasporti e dell'uso di strumenti finanziari supplementari quali i prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti e i partenariati tra settori pubblico e privato.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
26.4.2012 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
32 4 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
François Alfonsi, Luís Paulo Alves, Jean-Paul Besset, Victor Boştinaru, John Bufton, Alain Cadec, Nikos Chrysogelos, Rosa Estaràs Ferragut, Danuta Maria Hübner, Filiz Hakaeva Hyusmenova, María Irigoyen Pérez, Seán Kelly, Constanze Angela Krehl, Petru Constantin Luhan, Ramona Nicole Mănescu, Vladimír Maňka, Iosif Matula, Erminia Mazzoni, Ana Miranda, Jens Nilsson, Jan Olbrycht, Wojciech Michał Olejniczak, Markus Pieper, Tomasz Piotr Poręba, Monika Smolková, Ewald Stadler, Georgios Stavrakakis, Nuno Teixeira, Lambert van Nistelrooij, Joachim Zeller, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Jens Geier, Ivars Godmanis, Karin Kadenbach, Maurice Ponga, Patrice Tirolien, Giommaria Uggias |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Julie Girling |
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ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
31.5.2012 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
34 3 4 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Burkhard Balz, Elena Băsescu, Udo Bullmann, Nikolaos Chountis, George Sabin Cutaş, Rachida Dati, Leonardo Domenici, Derk Jan Eppink, Diogo Feio, Elisa Ferreira, Ildikó Gáll-Pelcz, Jean-Paul Gauzès, Sven Giegold, Sylvie Goulard, Liem Hoang Ngoc, Othmar Karas, Wolf Klinz, Jürgen Klute, Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, Philippe Lamberts, Werner Langen, Astrid Lulling, Arlene McCarthy, Ivari Padar, Alfredo Pallone, Olle Schmidt, Edward Scicluna, Peter Simon, Ivo Strejček, Kay Swinburne, Sampo Terho, Marianne Thyssen, Ramon Tremosa i Balcells, Pablo Zalba Bidegain |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Sophie Auconie, Thijs Berman, Roberto Gualtieri, Danuta Maria Hübner, Olle Ludvigsson, Mario Mauro, Theodoros Skylakakis |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Margrete Auken |
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