RELAZIONE sulle attività della commissione per le petizioni relative al 2011

17.7.2012 - (2011/2317(INI))

Commissione per le petizioni
Relatore: Giles Chichester


Procedura : 2011/2317(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A7-0240/2012

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle attività della commissione per le petizioni relative al 2011

(2011/2317(INI))

Il Parlamento europeo,

–   viste le precedenti risoluzioni sulle deliberazioni della commissione per le petizioni,

–   visti gli articoli 10 e 11 del trattato sull'Unione europea (TEU),

–   visti gli articoli 24, 227, 228, 258 e 260 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFEU),

–   visti gli articoli 48 e 202, paragrafo 8, del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per le petizioni (A7-0240/2012),

A. considerando che, fatto salvo il protocollo 30 del trattato, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea è diventata giuridicamente vincolante dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona[1]; considerando che il trattato di Lisbona stabilisce altresì la base giuridica per l'adesione dell'UE alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e sancisce il diritto d'iniziativa dei cittadini europei;

B.  considerando che il regolamento riguardante l'iniziativa dei cittadini[2] entrerà in vigore il 1° aprile 2012 e che il Parlamento è responsabile dell'organizzazione di audizioni pubbliche sulle iniziative di successo che abbiano raccolto oltre un milione di firme in almeno sette Stati membri;

C. considerando che la commissione per le petizioni ha il dovere di riesaminare costantemente e, ove possibile, di rafforzare il proprio ruolo, in particolare per quanto attiene allo sviluppo dei principi democratici, quali la maggiore partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell'UE e al miglioramento della trasparenza e dell'affidabilità; considerando che, nello svolgimento delle sue normali attività, la commissione per le petizioni lavora a stretto contatto con gli Stati membri, la Commissione europea, il Mediatore europeo e altri organi al fine di assicurare il pieno rispetto della legislazione dell'UE nella lettera e nello spirito;

D. esprime soddisfazione per la creazione dello sportello unico riservato ai cittadini che desiderano ricevere informazioni o presentare un'istanza o una denuncia, disponibile sul portale "I vostri diritti UE";

E.  accoglie con favore la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea in merito all'interpretazione dell'articolo 51 della Carta dei diritti fondamentali che, nella sentenza ERT evidenzia che le istituzioni degli Stati membri sono vincolate ai diritti fondamentali preminenti dell'Unione anche quando intendono limitare le libertà fondamentali garantite dal TFUE attraverso provvedimenti nazionali;

F.  considerando che i cittadini e i residenti dell'UE nutrono legittime aspettative circa la soluzione nell'ambito del quadro giuridico dell'Unione europea, senza eccessivi ritardi, dei problemi che essi presentano alla commissione per le petizioni, alla quale si rivolgono per difendere i propri diritti di cittadini dell'Unione e, in particolare, per difendere il loro ambiente naturale, la salute, la libertà di circolazione, la dignità nonché i diritti e le libertà fondamentali;

G. considerando che le istituzioni europee devono fornire maggiori informazioni ed essere più trasparenti nei loro rapporti con i cittadini europei;

H. considerando che 998 petizioni sono state dichiarate ricevibili e, di queste, 649 sono state trasmesse alla Commissione per ulteriori indagini conformemente agli articoli 258 e 260 del trattato; considerando che 416 petizioni sono state dichiarate irricevibili;

I.   considerando che la procedura di petizione può essere complementare ad altri strumenti europei a disposizione dei cittadini, come la possibilità di presentare denunce al Mediatore europeo o alla Commissione europea;

J.   considerando che nel 2011 il numero di petizioni irricevibili ha continuato a essere rilevante, la qual cosa dimostra che il Parlamento deve incrementare gli sforzi volti a informare i cittadini sui limiti del suo campo d'attività per quanto attiene al diritto di petizione; considerando che le persone, le comunità locali nonché le associazioni di volontariato, di beneficienza e professionali si trovano in una posizione privilegiata per valutare l'efficacia della legislazione europea, poiché si applica a loro, e per segnalare ai cittadini possibili lacune che occorre esaminare al fine di garantire un'applicazione migliore e maggiormente comparabile del diritto dell'UE in tutti gli Stati membri;

K. considerando che, alla luce dell'analisi statistica contenuta nella presente relazione, i cittadini tedeschi, pur facendo registrare un calo proporzionale, continuano a presentare il più alto numero di petizioni, seguiti da spagnoli e italiani;

L.  considerando che la portata e il modus operandi del diritto di petizione concesso a tutti i cittadini e residenti dell'UE a norma del trattato differiscono dagli altri mezzi di ricorso a disposizione dei cittadini, come, ad esempio, la presentazione di denunce alla Commissione o al Mediatore; considerando che gli Stati membri, utilizzando la crisi come pretesto, tendono sempre più a trascurare tale diritto, il che costituisce una forte preoccupazione per i cittadini europei;

M. considerando che le principali preoccupazioni inerenti al tema generale dell'ambiente riguardano la scarsa e spesso scorretta applicazione della direttiva sulla valutazione dell'impatto ambientale (VIA)[3] e della direttiva quadro sui rifiuti[4] da parte degli Stati membri e delle entità sub-nazionali; considerando che le petizioni su presunte violazioni delle direttive Uccelli e Habitat spesso sollevano preoccupazioni per la grave perdita di biodiversità a causa di importanti progetti previsti nei siti Natura 2000, e che le petizioni sulla gestione delle acque hanno evidenziato gravi casi di inquinamento e sollevato preoccupazioni anche sui possibili impatti dei progetti sulla sostenibilità e la qualità delle risorse acquatiche;

N. considerando che la direttiva concernente la valutazione dell'impatto ambientale (VIA) è attualmente in corso di revisione e che la relazione della commissione per le petizioni sulle problematiche relative ai rifiuti mette in luce gravi carenze in diversi Stati membri e che, tuttavia, l'applicazione di detta direttiva continua a essere insufficiente e che tale problema non potrà essere risolto mediante la revisione, bensì mediante un controllo più efficace da parte della Commissione europea;

O. considerando che il diritto dei cittadini e dei residenti dell'Unione europea alla proprietà legalmente acquisita continua a essere un problema di enorme rilevanza per svariate migliaia di persone, come dimostrano le petizioni che continuano a pervenire in materia; considerando altresì che, se le autorità competenti non risolveranno questo problema, non sarà possibile ripristinare la certezza giuridica o la fiducia n nel mercato immobiliare transfrontaliero, la qual cosa implica gravi conseguenze per le prospettive di ripresa dell'economia; considerando in particolare che nel 2011 sono rimaste insolute 70 petizioni riguardanti la Ley de Costas spagnola, 51 delle quali identificabili come provenienti da cittadini spagnoli o gruppi di cittadini spagnoli e le restanti 19 presentate da cittadini di altre nazionalità;

P.  considerando che nella sua precedente relazione annuale la commissione per le petizioni ha vivamente apprezzato la cooperazione con la Commissione e il Mediatore europeo in merito all'esame delle petizioni e delle denunce; e che la commissione per le petizioni ha chiesto più volte di essere informata dalla Commissione circa gli sviluppi dei procedimenti di infrazione pendenti che vertono su questioni oggetto di petizioni;

Q. considerando che molte petizioni lamentano un uso improprio o una distrazione dei fondi UE e che altre denunciano presunti casi di cattiva amministrazione da parte dell'UE, inclusi conflitti d'interesse all'interno di importanti agenzie, o chiedono di modificare le politiche dell'UE,

R.  considerando che le difficoltà e i problemi che i singoli riscontrano a causa del cattivo funzionamento del mercato interno, come dimostrano le petizioni, trovano conferma nella relazione 2010[5] della Commissione sulla cittadinanza dell'Unione, in particolare per quanto riguarda la libera circolazione dei cittadini dell'UE e dei loro familiari, purché siano in situazione regolare, l'accesso alle prestazioni di sicurezza sociale, il riconoscimento reciproco delle qualifiche, gli ostacoli incontrati dalle persone con disabilità, i problemi relativi al diritto di famiglia e le espulsioni di massa sulla base dell'origine etnica o della nazionalità, quali quelle ai danni dei Rom, nonché i problemi relativi alla doppia imposizione fiscale;

S.  considerando che anche nel 2011 i cittadini hanno presentato un numero notevole di petizioni che sottolineano l'importanza di evitare irreparabili perdite di biodiversità, in relazione ai siti Natura 2000, nonché di garantire la protezione delle aree designate ai sensi della direttiva Habitat;

T.  considerando che la sentenza della Corte di giustizia dell'UE del 14 settembre 2011 nella causa T-308/07 ha accolto la domanda del ricorrente di annullamento della decisione della commissione per le petizioni di dichiarare irricevibile la sua petizione, chiarendo in tal modo che, per dichiarare irricevibili le petizioni, il Parlamento deve indicarne le ragioni;

U. considerando che l’efficienza dei lavori della commissione dipende fondamentalmente dalla loro rapidità e dalla loro accuratezza e che potrebbe essere ulteriormente migliorata, in particolare ottimizzando i tempi per l'esame delle petizioni e sistematizzando la procedura per la loro valutazione;

1.  osserva che le petizioni ricevute nel 2011 continuano a vertere su presunte violazioni del diritto dell'UE in materia di ambiente, giustizia e mercato interno, il che riflette le opinioni dei cittadini circa l'efficacia della legislazione europea, così come trasposta e applicata dagli Stati membri, nell'offrire i risultati auspicati e circa la sua rispondenza al diritto dell'UE;

2.  osserva il crescente numero di petizioni e altre istanze presentate dai cittadini che chiedono un rimedio giuridico e un risarcimento finanziario su questioni che esulano dalla sfera di competenza dell'UE, conformemente all'articolo 227 del trattato, nonché all'articolo 51 della Carta dei diritti fondamentali, tra cui, ad esempio, richieste di revisione del calcolo delle pensioni nazionali o di annullamento di sentenze dei giudici nazionali, e proposte di ridefinizione dei confini dell'Europa, di ingiunzione a una banca di concedere un prestito personale, ecc.; approva pienamente l'azione intrapresa dalle competenti Direzioni generali del Parlamento per trovare una soluzione su come gestire tali istanze dei cittadini, tenendo conto degli obblighi del Parlamento in materia di corrispondenza con i cittadini;

3.  ritiene pertanto che il ruolo e le responsabilità della commissione per le petizioni troverebbero una migliore realizzazione e che la sua visibilità, efficienza, affidabilità e trasparenza sarebbero rafforzate se si migliorano le sue competenze per presentare in plenaria tematiche importanti per i cittadini europei e se si rafforzano le sue capacità di convocare testimoni, condurre indagini e organizzare audizioni in loco;

4.  ricorda che, per quanto concerne l'organizzazione di audizioni pubbliche su iniziative di successo dei cittadini europei, conformemente all'articolo 11 del regolamento(UE) n. 211/2011 il Parlamento, europeo ha deciso che la commissione per le petizioni sia automaticamente associata a ogni audizione con la commissione che ha la competenza legislativa per la tematica in esame; ritiene che ciò rappresenti una conferma del suo ruolo quale organismo che ha la maggiore esperienza di contatto diretto con i cittadini, assicurando una procedura uniforme per tutte le iniziative di successo dei cittadini; invita la Conferenza dei presidenti a chiarire le competenze della commissione a tale riguardo all'allegato VII, punto XX del Regolamento; sottolinea inoltre che deve essere chiaramente spiegata ai cittadini la differenza tra una petizione ordinaria ai sensi dell'articolo 227 del TFUE e un'iniziativa dei cittadini;

5.  accoglie con favore la decisione del Parlamento europeo di sviluppare sul proprio sito web un portale dedicato alle petizioni più pratico e visibile, tale da facilitare, entro i limiti dell'articolo 227 del trattato, dell'articolo 202 del Regolamento del Parlamento nonché dell'articolo 51 della Carta dei diritti fondamentali, l'accesso dei cittadini alla procedura delle petizioni, fornendo informazioni e consentendo loro di presentare petizioni in un ambiente più agevole e di inviare firme elettroniche a sostegno delle petizioni; è del parere che tale portale debba anche rinviare con appositi collegamenti ad altri mezzi di ricorso disponibili a livello europeo, nazionale o regionale nonché fornire una panoramica esaustiva delle competenze della commissione per le petizioni, e fornire allo stesso tempo un quadro procedurale agli organi della pubblica amministrazione sul modello di CURIA, il portale ufficiale della Corte di giustizia dell'Unione europea;

6.  ribadisce la propria determinazione nel continuare a promuovere e a difendere i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini, ricorrendo alla propria influenza politica relativamente ai casi ricevibili sottoposti all'attenzione della commissione, in stretta cooperazione con la Commissione e le autorità competenti degli Stati membri dell'Unione;

7   esorta la commissione per le petizioni a valutare le ripercussioni della giurisprudenza ERT sull'affidabilità delle petizioni e a esaminare la questione degli ostacoli effettivi incontrati dai cittadini dell'Unione per pervenire, mediante richieste di pronunce pregiudiziali della Corte di giustizia, a un'interpretazione affidabile delle questioni fondamentali del diritto europeo nelle cause avviate dinanzi ai tribunali nazionali;

8.  ritiene che sia importante rafforzare la collaborazione con i parlamenti e i governi degli Stati membri, sulla base della reciprocità e, se necessario, incoraggiare le autorità nazionali a recepire e applicare la legislazione dell'UE in completa trasparenza;

9.  sottolinea l'importanza della collaborazione tra la Commissione e gli Stati membri, e deplora le manovre dilatorie attuate da alcuni Stati membri per quanto concerne l'applicazione della legislazione ambientale europea;

10. reputa che la procedura delle petizioni non debba essere strumentalizzata e utilizzata per fini politici da parte degli Stati membri, ma che debba essere obiettiva e rispecchiare la posizione del Parlamento europeo;

11. accoglie con favore la cooperazione costruttiva fra la commissione per le petizioni e i servizi del Mediatore europeo e ribadisce la propria determinazione ad assistere il Mediatore nell'individuare casi di cattiva amministrazione da parte delle istituzioni dell'UE e nel procedere contro di esse;

12. invita la Commissione europea a fornire alla commissione per le petizioni informazioni dettagliate e un'analisi statistica delle denunce dei cittadini europei che essa esamina, ivi compresi i risultati ottenuti e il luogo di origine dell'autore della denuncia;

13. è del parere che, per quanto riguarda il funzionamento delle procedure d'infrazione ai sensi degli articoli 258 e 260 del TFUE, la Commissione debba assicurare che le petizioni al Parlamento europeo e le denunce alla Commissione ricevano la stessa considerazione;

14. ritiene che norme procedurali scritte e più precise riguardanti la preparazione, la realizzazione e soprattutto la valutazione contenutistica, in seno alla commissione, dei viaggi delle delegazioni possano contribuire a una maggiore efficienza e coerenza nei lavori della commissione per le petizioni;

15. ritiene che la corretta applicazione della direttiva quadro sui rifiuti in tutti gli Stati membri rivesta la massima importanza; chiede pertanto agli Stati membri che presentano zone di crisi per quanto attiene alla gestione dei rifiuti di agire in modo decisivo e rapido;

16. ribadisce i suoi numerosi inviti agli Stati membri affinché adempiano ai propri obblighi di cui alla direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri;

17. sostiene fermamente l'obiettivo fondamentale della Ley de Costas, ossia la tutela dell'ambiente costiero spagnolo dall'eccessivo sviluppo urbanistico, in modo da preservarlo per le specie selvatiche e le generazioni future; osserva tuttavia con preoccupazione che l'oggetto di questa legge continua a essere un problema per i firmatari delle petizioni e, in particolare, per i cittadini spagnoli; sostiene gli sforzi dei firmatari intesi a risolvere i problemi relativi alla legge e alla sua applicazione, tenendo conto in particolare della decisione della commissione per le petizioni di creare un gruppo di lavoro per esaminare la questione in maniera più approfondita;

18. ritiene che nelle attuali circostanze economiche sia nell'interesse di tutti garantire la soluzione dell'incertezza giuridica nella quale si trovano le proprietà potenzialmente interessate dalla Ley de Costas; plaude all'annuncio del governo spagnolo di rivedere la Ley de Costas per rendere compatibili la futura protezione del litorale spagnolo e la crescita economica, nonché per garantire una maggiore sicurezza giuridica ai titolari delle proprietà; esorta il governo spagnolo a garantire gli interessi di coloro che hanno acquistato una proprietà in buona fede e di quelle comunità che hanno sempre condiviso una coesistenza sostenibile con il mare; lo invita, in particolare, a affrontare la questione specifica dell'applicazione della legge, in modo che non siano incoraggiate le decisioni arbitrarie, retroattive o asimmetriche, ma sia invece garantito il processo equo, il diritto di appello, un risarcimento adeguato e l'accesso all'informazione;

19. invita la Commissione a garantire che la direttiva sulla valutazione dell'impatto ambientale sia rafforzata, fornendo parametri più chiari per quanto riguarda l'indipendenza degli studi svolti dagli esperti, le soglie comuni per l'UE, un tempo massimo per lo svolgimento del processo, ivi compresa un'effettiva consultazione pubblica, la giustificazione delle decisioni, la valutazione obbligatoria delle alternative ragionevoli e un meccanismo per il controllo della qualità;

20. invita altresì la Commissione a assicurare il recepimento e l'applicazione delle direttive Uccelli e Habitat da parte degli Stati membri, nonché un migliore recepimento e una migliore applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri;

21. ricorda l'elevato numero di firmatari che si rivolgono alla commissione per le petizioni presentando reclami personali riguardo alle politiche giovanili e familiari in Germania, in particolare agli enti tedeschi per la tutela dei minori (Jugendämter), e conferma la volontà della stessa commissione di contribuire in modo costruttivo alla composizione delle dispute tra i firmatari e le autorità, nel rispetto delle competenze attribuitele e delle competenze dell'Unione europea; osserva che, nel farlo, la commissione non può interferire nelle procedure interne e autonome previste dall'amministrazione degli Stati membri;

22. è deciso a rendere la procedura delle petizioni più efficiente, più trasparente, imparziale e rispettosa del diritto di partecipazione dei membri della PETI in modo tale che il trattamento delle petizioni possa superare i controlli giudiziari anche a livello procedurale;

23. sottolinea la necessità di assicurare la continuità nell'esame delle petizioni, anche nel momento in cui cambia la legislatura e, pertanto, si avvicenda il personale;

24. ritiene che la partecipazione dei deputati del Parlamento europeo alle missioni d'inchiesta rappresenti non solo un diritto alla partecipazione ai lavori parlamentari ma anche un obbligo nei confronti dei firmatari;

25. chiede, per migliorare i lavori della commissione, che sia elaborata una procedura per il seguito dato alle missioni d'inchiesta che, da un lato, assicuri il rispetto del diritto di ciascun membro della missione a presentare i fatti dal proprio punto di vista e, dall'altro, consenta a ciascun membro della commissione di prendere parte al processo decisionale nel momento in cui la commissione per le petizioni deve trarre le conclusioni;

26. sottolinea che la commissione per le petizioni, così come altri organi e istituzioni, quali le commissioni d'inchiesta, l'iniziativa dei cittadini europei e il Mediatore europeo, svolge un ruolo autonomo e ben definito come punto di contatto per ciascun cittadino;

27. invita la Conferenza dei presidenti a valutare in che misura si renda opportuna una modifica del Regolamento interno per dar seguito a tali esortazioni formali per la procedura delle petizioni;

28. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione e la relazione della commissione per le petizioni al Consiglio, alla Commissione, al Mediatore europeo, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, nonché alle loro commissioni per le petizioni e ai loro difensori civici o a organi competenti analoghi.

  • [1]  GU C 306 del 17.12.2007.
  • [2]  Regolamento (UE) n. 211/2011 riguardante l'iniziativa dei cittadini, GU L 65 dell'11.3.2011.
  • [3]  Direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati (codificazione), GU L 26 del 28.1.2012 pag. 1.
  • [4]  Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, GU L 312 del 22.11.2008.
  • [5]  Relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione – Eliminare gli ostacoli all’esercizio dei diritti dei cittadini dell’Unione (COM(2010)0603 def.).

MOTIVAZIONE

I lavori della commissione per le petizioni durante il 2011 sono stati incentrati principalmente sui temi dell'ambiente e dei diritti fondamentali/giustizia. Non si rilevano pertanto differenze rispetto agli anni precedenti e le tendenze in atto sono quindi confermate. Il rilievo assunto da questi temi nel 2011 ha segnato tutti i lavori della commissione: le discussioni sulle petizioni all'interno della commissione, le nuove petizioni ricevute, le relazioni, le audizioni e le missioni di informazione.

Nel complesso, il numero delle nuove istanze pervenute è cresciuto, mentre il numero delle petizioni iscritte nel ruolo generale registra un calo costante. Ciò può trovare spiegazione nell'introduzione di una procedura di filtro a partire dal giugno 2011, in virtù della quale le cosiddette "non petizioni" sono state gestite da altri servizi (si veda di seguito).

 

Tabella 1

Per quanto riguarda la "nazionalità dei firmatari" e il "paese interessato", gli indicatori procedono di pari passo. Si osserva una leggera diminuzione nel numero delle petizioni presentate da cittadini tedeschi e un calo più significativo nelle petizioni riferite alla Germania. Viceversa, la Polonia ha visto un aumento nel numero dei firmatari e delle accuse di violazione di diritti. La Bulgaria mostra una tendenza analoga ma meno marcata.

 

Tabella 2

 

Tabella 3

L'aumento nel numero delle petizioni riguardanti l'UE nel suo complesso può essere associato al notevole incremento registrato dalle petizioni relative ad "Economia e finanza", riconducibile all'attuale crisi del debito. Tale ipotesi è suffragata dai dati relativi alle "tematiche" affrontate.

Il numero delle petizioni che rientrano sotto la voce "Diritti fondamentali" è diminuito. Tuttavia, se si aggiungono le categorie "Casi personali", "Proprietà", "Società dell'informazione e media" e "Giustizia" a una definizione più completa di "Diritti fondamentali", ipotesi questa ritenuta opinabile (cfr. in appresso), la quasi totalità delle petizioni rientra in tale categoria, anche nel caso di attribuzioni multiple. All'ambiente è dedicata una percentuale crescente di petizioni, mentre la quota relativa al mercato interno resta costante.

 

Tabella 4

Ambiente

L'ordine del giorno di quasi tutte le riunioni della commissione è stato dominato dalle petizioni in materia di ambiente. Tali petizioni riguardavano soprattutto la direttiva 2003/35/CE sulla valutazione dell'impatto ambientale (VIA) e la consultazione pubblica in relazione a progetti di qualsiasi tipo in aree sensibili sotto il profilo ambientale. Molte riguardavano i rifiuti, la seconda sottocategoria più importante, in relazione non soltanto ai progetti di discariche, ma anche alle concessioni edilizie per parchi eolici e progetti industriali, come l'estrazione dell'oro in Romania e Bulgaria. Sono stati evidenziati in particolare problemi relativi alla gestione complessiva dei rifiuti e alla conformità alla direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE in Italia e in Grecia, oltre ai problemi riscontrati in Bulgaria, Lituania, Irlanda, Francia, Spagna e Regno Unito

Si è registrato un aumento costante nel numero delle nuove petizioni registrate in materia di ambiente, salite dal 10% del 2009 al 16% del 2011:

 

Tabella 5

A testimonianza del rilievo assunto dalle problematiche connesse ai rifiuti nei lavori della commissione e della continuità del suo impegno verso i numerosi firmatari, Carlos José Iturgaiz Angulo è stato nominato relatore di una relazione di iniziativa sulle "questioni sollevate dai firmatari in relazione all'applicazione della direttiva sulla gestione dei rifiuti e delle direttive correlate negli Stati membri dell'Unione europea". L'unità tematica ha commissionato una relazione di esperti intitolata "Gestione dei rifiuti in Europa: principali problemi e migliori pratiche"[1] che ha individuato i problemi connessi con la procedura di autorizzazione di nuove aree destinate alla gestione dei rifiuti, con la gestione inadeguata dei siti esistenti e con le carenze dei sistemi di gestione dei rifiuti. La relazione della commissione sottolinea l'importanza che gli Stati membri, a tutti i livelli dell'amministrazione, sotto la guida e l'assistenza della Commissione, raddoppino gli sforzi per conformarsi all'acquis in materia di rifiuti. La relazione è stata approvata dalla commissione PETI nel settembre 2011 e nella sessione plenaria del febbraio 2012 al termine di un'ora di dibattito.

La commissione ha invitato il Commissario Potocnik a partecipare alla riunione del novembre 2011. Il Commissario ha preso atto del fatto che l'ambiente è il settore con il più elevato numero di petizioni e casi di infrazione, che rappresentano quasi il 20% delle infrazioni totali (fine 2009). Il lavoro della commissione per le petizioni incentrato sull'attuazione delle norme a beneficio della salute e del benessere dei cittadini ne fa l'alleato naturale della Commissione e il Commissario ha auspicato il proseguimento di una collaborazione proficua su questo fronte. Ha tuttavia messo in guardia sulla complessità degli elementi di fatto e di diritto e sulla difficoltà di individuare soluzioni soddisfacenti per costruire la fiducia dei cittadini. Il Commissario Potocnik ha suggerito una strategia basata sull'informazione e sulla trasparenza.

L'applicazione della direttiva sulla valutazione dell'impatto ambientale (VIA) è spesso oggetto di petizioni. Nello stato attuale, è in larga misura una direttiva di tipo procedurale, che fornisce agli Stati membri il quadro entro il quale consultare il pubblico. La commissione sottolinea che le autorità locali e regionali hanno il dovere di garantire che la valutazione dell'impatto sia indipendente e oggettiva e che non vi siano conflitti di interesse tra gli esperti e i promotori dei progetti. I cittadini tendono a rivolgersi preventivamente alla commissione per le petizioni per mancanza di fiducia nella procedura o nella buona fede delle autorità.

La direttiva è attualmente in corso di revisione. La consultazione pubblica condotta dalla Commissione ha prodotto 1 365 risposte, di cui quasi il 50% proviene dalla Germania. Di conseguenza, l'opzione più probabile consiste nell'inserimento di alcune modifiche tecniche in una rifusione oppure in una direttiva codificata modificata. La Commissione intende presentare una proposta nel 2012, da approvare nel 2014, con entrata in vigore prevista per il 2016.

La commissione decide talvolta di condurre missioni di informazione in conformità all'articolo 202, paragrafo 5, del regolamento, in cui un gruppo ristretto di deputati esamina sul campo questioni particolarmente complesse, al fine di fare ulteriore chiarezza sulle petizioni già discusse in commissione. Nel 2011 si sono svolte due missioni incentrate su temi ambientali, una in Bulgaria, l'altra in Romania.

La finalità della missione condotta in Bulgaria alla fine di giugno 2011 era esaminare la compatibilità con i criteri ambientali della discarica di Suhodol e di due strutture turistiche sui monti Rila e Rodopi. La relazione sollecita la Commissione a vigilare attentamente sugli sviluppi in Bulgaria e a fornire alle autorità orientamenti specifici. Le autorità sono invitate a garantire la piena trasparenza e responsabilità del processo amministrativo, coinvolgendo in maniera più attiva i cittadini a tutti i livelli, incluse le ONG e altri soggetti in rappresentanza della società civile.

La missione in Romania del mese di novembre era incentrata intorno a due temi principali, per consentire alla delegazione di soppesare gli argomenti a favore e contro il progetto di sfruttamento minerario su larga scala a Roșia Montană e di valutare l'impatto di alcuni progetti di parchi eolici che comprometterebbero la coerenza della rete Natura 2000.

Diritti fondamentali

Dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona, le questioni riguardanti i diritti fondamentali e la cittadinanza sono oggetto di un'attenzione molto maggiore ed è probabile che l'interesse sia destinato a crescere. Gli effetti sui cittadini dell'integrazione della carta dei diritti fondamentali nel trattato è un tema ripetutamente esaminato dalla commissione. Esiste il rischio che l'imminente adesione dell'UE alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo crei ulteriore confusione. Mentre è sempre più chiaro che poco è cambiato in termini giuridici, la commissione deve riflettere sul suo ruolo politico nella difesa delle legittime aspettative dei cittadini.

Nel complesso, le petizioni relative ai "Diritti fondamentali" in senso lato nel 2009 e nel 2010 rappresentavano circa il 35% del totale, per scendere al 28% nel 2011. La ragione di tale calo è da ricercarsi nell'introduzione di un meccanismo di filtro per le "non petizioni" (si veda di seguito), che ha interessato in particolar modo le petizioni contrassegnate come "Casi personali" e "Giustizia". Il netto aumento registrato per le petizioni contrassegnate "Società dell'informazione e media", in cui rientra la libertà di stampa, trova probabilmente una spiegazione nei problemi riscontrati in Romania e Ungheria nel corso del 2011.

 

 

Tabella 6

La vicepresidente Viviane Reding ha partecipato a una riunione della commissione per la prima volta nell'ottobre 2010 e successivamente nel febbraio 2011. La Commissione adotta una posizione prudente in riferimento all'articolo 51, che limita l'applicazione alle "istituzioni e agli organi dell'Unione […] come pure agli Stati membri esclusivamente nell'attuazione del diritto dell'Unione". La commissione per le petizioni, in collaborazione con la direzione generale Giustizia della Commissione europea, ha organizzato un'audizione il 6 ottobre 2011 a cui ha nuovamente partecipato la Commissaria Reding. La Commissaria non ha esitato a riconoscere l'esistenza di un divario comunicativo tra le aspettative dei cittadini, alimentate dalle dichiarazioni dei rappresentanti delle istituzioni dell'UE, e gli effetti concreti della Carta.

Un gruppo di illustri accademici ed esperti giuristi ha indagato per stabilire se l'applicazione soddisfacesse l'obiettivo principale della Carta di "rafforzare la tutela dei diritti fondamentali". Il responso è stato largamente negativo. Jean-Paul Jacqué, del Collegio d'Europa, ha osservato che la Carta ha aggiunto un ulteriore livello di complessità, anziché semplificare il quadro dei diritti fondamentali nell'UE. Elspeth Guild, del CEPS, ha citato il caso di FRONTEX come esempio delle contraddizioni esistenti, mentre il professore Giuseppe Tesauro, membro della Corte costituzionale italiana, ha fatto riferimento alla disillusione dei cittadini, con il pericolo che ne derivi una disaffezione generale per il progetto europeo. Il professor Sjef Van Erp, dell'Università di Maastricht, ha osservato che i diritti di proprietà sono di fatto contemplati dalla Carta all'articolo 17.

I diritti di proprietà in Spagna, in particolare la sottocategoria delle proprietà in Spagna interessate dalla Ley de Costas del 1988, sono stati al centro dei lavori della commissione più volte e per diversi anni:

· 70 petizioni, riguardanti tutte le comunità autonome costiere (15 province costiere su 22):

Petizioni presentate da comunità autonome

23

Comunità valenziana: 10 Valencia (di cui 8 Urb La Casbah), 9 Alicante, 4 Castelló.

3

Asturie

11

Andalusia (perlopiù Almería)

3

Cantabria

10

Catalogna (la totalità delle quali riferite ai due porti turistici di Girona: Empuriabrava e Santa Margarita)

2

Paesi Baschi (entrambe includono mulini storici nella proprietà)

9

Isole Baleari

2

Galizia

9

Isole Canarie (soprattutto Tenerife e la città di Candelaria)

1

Murcia

 

2

Reclami generali sulla Ley de Costas.

· Almeno 25 petizioni si riferiscono a proprietà che erano in possesso del firmatario già prima del 1988. Altre petizioni si riferiscono a proprietà costruite prima del 1988, ma acquistate definitivamente dopo il 1988.

· Le petizioni rappresentano circa 27 000 firme: alcune petizioni (3) recano da sole 26 000 firme, mentre gran parte delle petizioni (43) sono state presentate da un unico firmatario, in rappresentanza di se stesso o della famiglia, e molte petizioni (20) recano molteplici firme, spesso in rappresentanza di un'associazione o di una piattaforma. Solo poche petizioni (4) si riferiscono all'estrazione del sale e all'acquacoltura e sono state presentate a nome di aziende.

· 51 petizioni sono state presentate da cittadini spagnoli; 19 petizioni sono state presentate da cittadini di altri paesi (18 UE, 1 Stati Uniti).

I firmatari sono stati ascoltati nel mese di maggio. In un secondo tempo, i coordinatori hanno deciso di istituire un gruppo di lavoro incaricato di valutare i passi successivi.

La Commissione ha avviato la causa C-306/08 nei confronti della Spagna sulla base dell'incompatibilità di alcune disposizioni della normativa sullo sviluppo territoriale regionale di Valencia con le norme UE in materia di appalti. La Corte ha stabilito che non vi è stata alcuna violazione del diritto dell'Unione. Il procedimento presentato dalla Commissione dinanzi alla Corte, e la sentenza, erano incentrati solo sugli aspetti relativi agli appalti pubblici della normativa territoriale di Valencia. Né il procedimento né la sentenza della Corte facevano riferimento ad altri aspetti della legislazione, quali le questioni relative all'espropriazione, l'impatto ambientale, la destinazione del suolo urbano, oppure all'adeguatezza della politica di sviluppo territoriale regionale in generale. Restano aperte 31 petizioni in attesa della risoluzione dei problemi evidenziati dalla relazione Auken[2].

A novembre, la commissione ha inviato una delegazione in missione di informazione a Berlino per dare seguito al problema dello "Jugendamt", oggetto di numerose petizioni, da diversi anni sotto osservazione da parte della stessa commissione. In gioco è il ruolo delle autorità tedesche nella tutela degli interessi dei minori e dei diritti dei genitori. L'obiettivo della missione era l'incontro con la commissione delle petizioni e la commissione sulla famiglia e la gioventù del Bundestag. La delegazione ha affrontato il tema anche con i rappresentanti del ministero della Famiglia e del ministero della Giustizia. I deputati hanno avuto l'opportunità di comprendere meglio le norme tedesche in materia di servizi per l'infanzia. Benché il numero delle petizioni riferite a presunti problemi correlati a controversie transfrontaliere sia significativo, esso resta trascurabile rispetto al numero elevatissimo di controversie trattate in totale dalle autorità. L'esistenza di vie di ricorso garantisce la certezza del diritto.

La commissione per le petizioni, correlatrice con la commissione per gli affari costituzionali ai sensi dell'articolo 50 del regolamento, ha elaborato un parere alla fine del 2010 su una proposta di regolamento in materia di iniziativa dei cittadini europei. La commissione ha espresso la propria soddisfazione per il fatto che sono stati approvati i suoi suggerimenti volti a garantire un'audizione pubblica alle iniziative di successo e una semplificazione delle norme sulla ricevibilità. La commissione si rammarica per la mancata adozione della sua proposta di eliminare il limite d'età per i firmatari La modifica del regolamento in relazione alla commissione competente a titolo principale per l'organizzazione dell'audizione in Parlamento sulle iniziative di successo non è ancora stata definita.

La commissione è chiamata a considerare attentamente e a definire il proprio ruolo alla luce delle evoluzioni sancite dal trattato di Lisbona: la Carta dei diritti fondamentali, l'iniziativa dei cittadini europei, l'adesione dell'UE alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Mercato interno

La libertà di circolazione è un dato pressoché acquisito per i cittadini dell'Unione, che giustamente protestano quando incontrano difficoltà nell'esercizio dei propri diritti. Circa il 15% delle petizioni registrate riguarda i temi "Mercato interno", "Pensioni", "Fisco" e "Servizi finanziari":

 

Tabella 7

La commissione ha deciso di elaborare una relazione di iniziativa intitolata "Relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione: eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione" con relatrice Adina-Ioana Vălean. Il progetto di relazione, basato sulle informazioni di prima mano fornite dalle petizioni, sottolinea le difficoltà persistenti connesse all'attuazione della direttiva sulla libera circolazione dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari[3], all'accesso alle prestazioni di sicurezza sociale, al riconoscimento reciproco delle qualifiche, agli ostacoli per le persone con disabilità, ai problemi relativi al diritto di famiglia e alle espulsioni di massa sulla base dell'origine etnica o della nazionalità ai danni dei rom. La relazione sottolinea l'importanza dei siti web di informazione e dei meccanismi alternativi di composizione delle controversie, nonché la necessità costante di informazione e comunicazione.

Come evidenziato nelle precedenti relazioni annuali e nella relazione sulla cittadinanza dell'Unione, i numerosi siti web alternativi di informazione (fra cui "La tua Europa") e i meccanismi di composizione delle controversie (quali SOLVIT, EC Pilot e CHAP, ECC-Net, ecc.) probabilmente ora sono più conosciuti e contribuiscono a risolvere un certo numero di potenziali petizioni. Nondimeno, rimangono alcuni problemi, come ad esempio la doppia imposizione dei redditi, che formalmente o giuridicamente non rientra nella competenza dell'Unione ma che costituisce un ostacolo alla libera circolazione. La commissione ha ascoltato un certo numero di firmatari sull'argomento e ha deciso di scrivere agli Stati membri per sollecitarli a raggiungere una soluzione pragmatica.

Procedura di filtro; non petizioni

Nel giugno 2011 è stata introdotta una nuova procedura al fine di indirizzare ad altri servizi le istanze non considerate pertinenti. In totale, sono state scartate e non registrate come petizioni 647 istanze.

Tali istanze sono state gestite come segue:

a)  istanze contenenti una richiesta di informazioni sul Parlamento europeo e sulle sue attività => 57, relative a richieste dei cittadini

b)  istanze contenenti unicamente commenti od osservazioni sulle politiche dell'UE, dichiarazioni senza ulteriori richieste oppure istanze brevi o prive di rilevanza o contenenti un linguaggio offensivo => 468 (nel 2010 erano 91) trattate dalla DG PRES

c)  istanze che ricadono al di fuori della sfera di competenza dell'Unione europea o che non interessano direttamente i cittadini => 122, trattate dalla segreteria della commissione per le petizioni.

L'obiettivo di tale procedura di filtro è ridurre il carico di lavoro della commissione per le petizioni. Ciò si traduce in un drastico calo delle petizioni relative a "Casi personali" (nel 2010 erano 234; 2011; 74) e in materia di "Giustizia" (nel 2010 erano 125; 2011: 45). Come indicato sopra, tali istanze possono essere ricondotte nel loro complesso alla categoria "Diritti fondamentali".

Complessivamente, occorre notare che molte delle petizioni che rientrano nella denominazione generale "Diritti fondamentali", incluse le cosiddette non petizioni, sono basate su un fraintendimento da parte dei cittadini, i quali credono che la Corte europea dei diritti umani sia sotto l'autorità dell'UE o che il Parlamento europeo sia un corpo giudiziario e un tribunale d'appello laddove le autorità nazionali non siano state in grado di garantire il risultato che i cittadini si attendono o auspicano. Questo fatto non sorprende, se si considerano le aspettative create dai politici nella fase preparatoria del Trattato di Lisbona, che include la Carta dei diritti fondamentali e prevede l'adesione dell'UE alla Convezione europea sui diritti umani. La commissione ha deciso di continuare a considerare ricevibili e a esaminare le presunte violazioni dei diritti fondamentali laddove giustificato dalla prospettiva di individuare rimedi extragiudiziali o soluzioni politiche. Dall'altro lato, la commissione non pone in discussione la posizione della Commissione rispetto alla sua stessa qualità di custode del trattato, che ne impedisce l'intervento.

Al servizio giuridico è stato richiesto un parere in merito alla definizione di ricevibilità delle petizioni. Nella sua risposta, conferma che il "campo di attività", così come previsto dal trattato, "può essere considerato persino più ampio della mera somma delle competenze esercitate dall'Unione". Ne consegue che il fatto che la Commissione (che spesso conduce indagini preliminari in relazione alle petizioni ricevibili su richiesta della commissione per le petizioni) agisca unicamente "nei limiti delle competenze dell'Unione" significa che la sua interpretazione delle petizioni è spesso meno ampia rispetto al margine di interpretazione delle petizioni offerto al Parlamento e alla sua commissione per le petizioni. I parametri principali individuati dal Servizio giuridico riguardano le disposizioni di cui all'articolo 3 sugli obiettivi dell'Unione, letto in combinato disposto con gli articoli da 2 a 6 del TFUE. Il Servizio giuridico così riassume quanto detto: "La somma delle disposizioni di cui a tali articoli dei trattati dà luogo a una categoria di attività più ampia delle esclusive competenze dell'Unione".

Tuttavia, è importante che i firmatari ricevano una risposta debitamente motivata e, possibilmente, indicazioni rispetto a una via alternativa per presentare la propria denuncia. Il Tribunale dell'Unione europea si è pronunciato il 14 settembre 2011[4] accogliendo il ricorso di un firmatario contro la decisione della commissione di dichiarare irricevibile la sua petizione. La Corte ha dichiarato che la commissione non aveva rispettato l'obbligo di giustificare in maniera adeguata la propria decisione e che non aveva risposto all'affermazione del firmatario concernente una presunta violazione del trattato.

Informazione

Non vi sono dubbi circa la necessità di intensificare gli sforzi per fornire un'informazione migliore e orientare l'attenzione dei cittadini verso il giusto interlocutore, nonché spiegare le competenze dei diversi livelli di governo e della pubblica amministrazione. La commissione per le petizioni rinnova ogni anno la richiesta di interventi migliorativi da apportare al suo portale web sul sito del Parlamento europeo. Occorre accelerare considerevolmente gli sforzi.

Ciononostante, il 2011 ha visto un progresso sostanziale nella creazione di un dialogo con i cittadini; un membro del personale della segreteria è oggi incaricato degli aspetti correlati all'informazione e il risultato è il seguente:

a)  Sette edizioni della newsletter PETI-Journal sono state pubblicate e distribuite a circa 1 000 persone. Il 50% circa dei destinatari è all'interno del Parlamento, il 25% circa in altre istituzioni europee e il restante 25% è costituito dal pubblico.

b)  La pagina Facebook e i messaggi di Twitter della commissione per le petizioni hanno un seguito, ricevono notifiche di apprezzamento e vengono condivise e commentate da circa 1 000 persone, prevalentemente appartenenti al pubblico.

L'obiettivo è ridisegnare il portale web dedicato alle petizioni, strettamente legato alla presenza della commissione sui social media e alle sue attività editoriali.

Da quando è iniziato lo streaming online dei dibattiti delle commissioni, le visualizzazioni riguardanti la commissione per le petizioni superano significativamente le altre. I cittadini possono seguire la discussione della loro petizione dal luogo in cui si trovano.

Inoltre, la partecipazione alle riunioni da parte dei cittadini e delle autorità è rimasta stabile negli ultimi tre anni, ma la percentuale dei firmatari è aumentata in misura significativa nel 2011. L'importo del rimborso delle spese di viaggio per i cittadini che partecipano alle riunioni resta modesto.

 

2009

Costo

2010

Costo

2011

Costo

Totale partecipanti

245

 

243

 

242

 

Firmatari principali partecipanti

86

 

89

 

148

 

Rimborsi

24

€10.665

12

€5.710

12

€6.513

  • [1]  PE 453.194
  • [2]  N. considerando che il Parlamento europeo ritiene che l'obbligo di cedere una proprietà privata legittimamente acquisita senza un giusto processo e un indennizzo equo, unito all'obbligo di pagare i costi arbitrari relativi allo sviluppo di infrastrutture non richieste e spesso inutili, costituisce una violazione dei diritti fondamentali dell'individuo quali definiti dalla Convenzione europea dei diritti umani e in virtù della giurisprudenza della Corte europea per i diritti umani in materia (si veda, ad esempio, la causa Aka contro Turchia).
    18. ritiene, tuttavia, che l'assenza di chiarezza, precisione e certezza riguardo ai diritti di proprietà dei cittadini ravvisata nella legislazione in vigore e la mancanza di un'applicazione corretta e coerente della legislazione sull'ambiente costituiscono la causa fondamentale dei numerosi problemi legati all'urbanizzazione e che questo, insieme ad un certo lassismo nel procedimento giudiziario, non solo ha aggravato il problema ma ha anche generato una forma endemica di corruzione della quale i cittadini dell'UE sono ancora una volta le principali vittime e che ha causato inoltre una perdita significativa allo Stato spagnolo.
  • [3]  Direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri (GU L 158 del 2004 pag. 77).
  • [4]  Causa T-308/07

ALLEGATO STATISTICO

Tabella 1. Riepilogo: numero di istanze, petizioni registrate, esito;

 

2009

%

2010

%

2011

%

Totale istanze

1924

100,00%

1746

100,00%

2091

100,00%

Lettere standard DG PRES

 

 

91

 

468

 

CITES

 

 

 

 

57

 

Risposta PETI

 

 

 

 

122

 

Totale petizioni registrate

1924

100,00%

1655

94,80%

1414

67,60%

Totale petizioni ricevibili

1108

57,59%

989

59,76%

998

70,58%

di cui direttamente archiviate con risposta

424

38,27%

405

40,95%

315

31,56%

trasmesse alla Commissione europea per parere

710

64,08%

607

61,38%

649

65,03%

trasmesse ad altri organi per parere

29

2,62%

26

2,63%

26

2,61%

trasmesse ad altri organi per informazione

211

19,04%

184

18,60%

162

16,23%

Irricevibili

816

42,41%

667

40,30%

416

29,42%

Tabella 2. Nazionalità dei firmatari

Nazionalità

2009

%

2010

%

2011

%

Germania

496

25,8%

409

24,7%

315

22,3%

Spagna

237

12,3%

261

15,8%

204

14,4%

Italia

219

11,4%

215

13,0%

166

11,7%

Polonia

129

6,7%

94

5,7%

125

8,8%

Romania

152

7,9%

101

6,1%

102

7,2%

Regno Unito

122

6,3%

91

5,5%

80

5,7%

Francia

79

4,1%

78

4,7%

78

5,5%

Bulgaria

54

2,8%

40

2,4%

49

3,5%

Grecia

78

4,1%

69

4,2%

49

3,5%

Ungheria

17

0,9%

31

1,9%

26

1,8%

Austria

38

2,0%

25

1,5%

24

1,7%

Portogallo

32

1,7%

25

1,5%

24

1,7%

Paesi Bassi

44

2,3%

18

1,1%

23

1,6%

Belgio

27

1,4%

29

1,8%

22

1,6%

Irlanda

31

1,6%

27

1,6%

16

1,1%

Svezia

13

0,7%

11

0,7%

12

0,8%

Finlandia

26

1,4%

25

1,5%

12

0,8%

Danimarca

13

0,7%

17

1,0%

11

0,8%

Repubblica ceca

6

0,3%

9

0,5%

10

0,7%

Slovacchia

14

0,7%

4

0,2%

7

0,5%

Slovenia

10

0,5%

4

0,2%

7

0,5%

Lituania

8

0,4%

12

0,7%

6

0,4%

Malta

11

0,6%

11

0,7%

6

0,4%

Cipro

8

0,4%

8

0,5%

4

0,3%

Lussemburgo

2

0,1%

0

0,0%

4

0,3%

Lettonia

11

0,6%

8

0,5%

3

0,2%

Estonia

3

0,2%

2

0,1%

3

0,2%

non UE

44

2,3%

31

1,9%

26

1,8%

 

1924

100,0%

1655

100,0%

1414

100,0%

Tabella 3. Paese interessato

Paese interessato

2009

 

2010

 

2011

 

Unione europea

404

21,0%

285

17,2%

311

22,0%

Spagna

279

14,5%

288

17,4%

216

15,3%

Germania

299

15,5%

273

16,5%

183

12,9%

Italia

177

9,2%

183

11,1%

138

9,8%

Romania

143

7,4%

102

6,2%

106

7,5%

Polonia

100

5,2%

66

4,0%

104

7,4%

Francia

73

3,8%

62

3,7%

64

4,5%

Regno Unito

83

4,3%

66

4,0%

60

4,2%

Bulgaria

56

2,9%

36

2,2%

52

3,7%

Grecia

74

3,8%

71

4,3%

48

3,4%

Portogallo

37

1,9%

26

1,6%

30

2,1%

Ungheria

25

1,3%

36

2,2%

23

1,6%

Irlanda

37

1,9%

27

1,6%

22

1,6%

Paesi Bassi

35

1,8%

12

0,7%

20

1,4%

Austria

34

1,8%

36

2,2%

18

1,3%

Repubblica ceca

13

0,7%

15

0,9%

15

1,1%

Danimarca

14

0,7%

25

1,5%

14

1,0%

Svezia

17

0,9%

16

1,0%

13

0,9%

Belgio

30

1,6%

28

1,7%

12

0,8%

Finlandia

20

1,0%

26

1,6%

11

0,8%

Cipro

13

0,7%

18

1,1%

10

0,7%

Malta

9

0,5%

13

0,8%

9

0,6%

Lituania

14

0,7%

7

0,4%

8

0,6%

Slovacchia

19

1,0%

7

0,4%

8

0,6%

Slovenia

12

0,6%

6

0,4%

7

0,5%

Lussemburgo

4

0,2%

3

0,2%

4

0,3%

Estonia

4

0,2%

7

0,4%

3

0,2%

Lettonia

11

0,6%

7

0,4%

3

0,2%

 

1924

105,8%

1655

105,6%

1414

106,9%

Tabella 4. Settori tematici

Settore tematico

2009

 

2010

 

2011

 

Ambiente

201

10,4%

214

12,9%

227

16,1%

Ambiente-Rifiuti

18

0,9%

24

1,5%

25

1,8%

Valutazione d'impatto ambientale

40

2,1%

43

2,6%

26

1,8%

Subtotale Diritti fondamentali

679

35,3%

600

36,3%

394

27,9%

Diritti fondamentali

165

8,6%

152

9,2%

123

8,7%

Questioni personali

216

11,2%

234

14,1%

74

5,2%

Proprietà

106

5,5%

63

3,8%

21

1,5%

Società dell'informazione & Media;

33

1,7%

26

1,6%

131

9,3%

Giustizia

159

8,3%

125

7,6%

45

3,2%

Subtotale Mercato interno

276

14,3%

273

16,5%

221

15,6%

Mercato interno

138

7,2%

123

7,4%

98

6,9%

Pensioni

51

2,7%

68

4,1%

52

3,7%

Fisco

61

3,2%

63

3,8%

48

3,4%

Servizi finanziari

26

1,4%

19

1,1%

23

1,6%

Trasporti

101

5,2%

101

6,1%

69

4,9%

Diritti dei consumatori

96

5,0%

84

5,1%

55

3,9%

Politica economica e monetaria

27

1,4%

26

1,6%

53

3,7%

Occupazione

105

5,5%

64

3,9%

45

3,2%

Energia

30

1,6%

24

1,5%

43

3,0%

Cultura e patrimonio ereditario

57

3,0%

48

2,9%

42

3,0%

Benessere degli animali

37

1,9%

34

2,1%

36

2,5%

Istituzioni

36

1,9%

30

1,8%

30

2,1%

Salute

104

5,4%

83

5,0%

28

2,0%

Sviluppo urbano

77

4,0%

35

2,1%

28

2,0%

Affari costituzionali

26

1,4%

27

1,6%

26

1,8%

Frode e corruzione

22

1,1%

32

1,9%

25

1,8%

Agricoltura

22

1,1%

21

1,3%

21

1,5%

Industria e Impresa

45

2,3%

33

2,0%

21

1,5%

Immigrazione

38

2,0%

37

2,2%

17

1,2%

Relazioni esterne

38

2,0%

18

1,1%

16

1,1%

Altro

146

7,6%

93

5,6%

69

4,9%

 

1924

 

1655

 

1414

 

Tabella 5. Status; petizioni aperte 1997 - 2011

 

Aperte

%

Archiviate

%

Totale

2011

565

39,96%

849

60,04%

1414

2010

224

13,50%

1432

86,50%

1655

2009

178

9,30%

1746

90,70%

1924

2008

141

7,50%

1745

92,50%

1886

2007

120

8,00%

1386

92,00%

1506

2006

45

4,40%

976

95,60%

1021

2005

31

3,05%

985

96,95%

1016

2004

16

1,60%

986

98,40%

2002

2003

7

0,50%

1308

99,50%

1315

2002

5

0,30%

1596

99,70%

1601

2001

0

0,00%

1132

100,00%

1132

2000

1

0,10%

907

99,90%

908

1999

1

0,10%

933

99,90%

934

1998

2

0,20%

1125

99,80%

1127

1997

1

0,10%

1305

99,90%

1306

Tabella 6. Partecipazione alle riunioni

 

2009

2010

2011

Totale partecipanti

245

243

242

Firmatari principali partecipanti

86

89

148

Rimborsi

24

12

12

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

12.7.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

20

0

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Victor Boştinaru, Philippe Boulland, Giles Chichester, Nikolaos Chountis, Iliana Malinova Iotova, Carlos José Iturgaiz Angulo, Lena Kolarska-Bobińska, Erminia Mazzoni, Willy Meyer, Chrysoula Paliadeli, Nikolaos Salavrakos, Jarosław Leszek Wałęsa, Rainer Wieland

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Zoltán Bagó, Birgit Collin-Langen, Axel Voss

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Ioan Enciu, Petru Constantin Luhan, Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz, Franck Proust, Renate Sommer, Hermann Winkler