RELAZIONE sull'allargamento: politiche, criteri e interessi strategici dell'UE

3.10.2012 - (2012/2025(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Maria Eleni Koppa

Procedura : 2012/2025(INI)
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A7-0274/2012
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A7-0274/2012
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'allargamento: politiche, criteri e interessi strategici dell'UE

(2012/2025(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visto il trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare gli articoli 2, 21 e 49,

–   vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente lo strumento di assistenza preadesione (IPA II) (COM(2011)0838/4),

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Copenaghen del 21 e 22 giugno 1993, del Consiglio europeo di Madrid del 15 e 16 dicembre 1995, del Consiglio europeo di Salonicco del 19 e 20 giugno 2003 e del Consiglio europeo di Bruxelles del 14 e 15 dicembre 2006,

–   viste le conclusioni del Consiglio del 5 dicembre 2011 sull'allargamento e sul processo di stabilizzazione e di associazione,

–   visti il rinnovato consenso sull'allargamento adottato dal Consiglio nel 2006 e la strategia di allargamento consolidata successivamente attuata dalla Commissione,

–   vista la comunicazione della Commissione del 20 febbraio 2009 sul tema "Cinque anni di UE allargata – Realizzazioni e sfide economiche" (COM(2009)0079/3),

–   viste le proprie risoluzioni del 13 dicembre 2006 sulla comunicazione della Commissione concernente la strategia di allargamento e le sfide principali per il periodo 2006-2007, del 10 luglio 2008 sul documento di strategia di allargamento 2007 presentato dalla Commissione e del 26 novembre 2009 sul documento 2009 di strategia per l'allargamento presentato dalla Commissione concernente i paesi dei Balcani occidentali, l'Islanda e la Turchia, come pure le comunicazioni della Commissione sulla strategia di allargamento per i periodi 2009-2010, 2010-2011 e 2011-2012,

–   viste le proprie precedenti risoluzioni sui paesi dei Balcani occidentali, sull'Islanda e sulla Turchia,

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per i bilanci (A7-0274/2012),

A. considerando che, conformemente all'articolo 49 del TUE, ogni Stato europeo che rispetti e si impegni a promuovere i valori della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze, può domandare di diventare membro dell'Unione; che tali valori sono il fondamento della stessa Unione europea e della sua azione sulla scena internazionale e devono essere rispettati e difesi da tutti gli Stati membri;

B.  considerando che l'allargamento è parte integrante dell'agenda dell'UE sin dagli anni '60 del XX secolo; che, dal primo allargamento del 1973, l'UE è progressivamente cresciuta e il numero dei suoi Stati membri è passato dai sei membri fondatori agli attuali 27 (che presto saranno 28); che diversi altri paesi aspirano a diventare membri dell'UE quale garanzia di un futuro sicuro, democratico e prospero;

C. considerando che nell'ultimo decennio la politica d'integrazione ha dimostrato che l'allargamento è vantaggioso per l'UE nel suo insieme, che si trova così meglio posizionata per far fronte alle sfide mondiali;

D. considerando che l'allargamento è stato un successo per l'UE e per l'Europa in generale, in quanto ha aiutato a superare la divisione della guerra fredda, ha contribuito alla pace, alla stabilità e alla prosperità in tutta Europa, ha favorito la prevenzione dei conflitti, ha stimolato le riforme e ha consolidato la libertà, la democrazia, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e lo Stato di diritto, nonché lo svilupparsi di economie di mercato e uno sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile;

E.  considerando che a quasi vent'anni dal Consiglio europeo di Copenaghen del 1993, che ha affermato le prospettive di adesione dei paesi dell'Europa centrale e orientale e ha stabilito i criteri di adesione, è giunto il momento di procedere a una riconsiderazione delle procedure vigenti al riguardo e della politica di allargamento nel suo complesso, fatti salvi i negoziati in corso;

F.  considerando che i criteri di Copenaghen hanno resistito alla prova del tempo e rimangono al centro della politica di allargamento dell'UE; che ci si attende che la strategia di allargamento consolidata e il maggiore accento ora posto sulla giustizia e gli affari interni, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti fondamentali risultino efficaci ed efficienti;

G. considerando che il Parlamento europeo, con le sue risoluzioni annuali sui paesi candidati e potenziali candidati, contribuisce a rendere il processo di allargamento più trasparente e verificabile facendosi portavoce delle opinioni dei cittadini europei; che in seguito all'entrata in vigore del trattato di Lisbona il ruolo del Parlamento è cresciuto grazie al riconoscimento del suo potere di colegislatore, fra l'altro riguardo allo strumento di assistenza preadesione;

H. considerando che la prospettiva dell'adesione incide in modo significativo in termini di trasformazione del panorama politico, socioeconomico e culturale dei paesi intenzionati a entrare nell'Unione e funge da potente incentivo a perseguire le necessarie riforme politiche, economiche e legislative e il rafforzamento della pace, della stabilità, della riconciliazione e delle relazioni di buon vicinato; che l'allargamento, grazie alla sua capacità di indurre il cambiamento, costituisce l'essenza del potere "morbido" dell'UE ed è un elemento importante della sua azione esterna;

I.   considerando che al centro del processo di adesione sono state poste tre parole d'ordine: impegno, condizionalità e credibilità;

J.   considerando che è della massima importanza che gli Stati membri continuino a rispettare pienamente e a difendere i criteri di adesione e i diritti fondamentali, al fine di rafforzare la credibilità e la coerenza del processo di allargamento ed evitare ogni tipo di discriminazione ai danni di potenziali nuovi membri;

K. considerando che l'impegno per le riforme politiche, economiche e legislative è innanzitutto nell'interesse dei paesi candidati e potenziali candidati e dei loro cittadini;

L.  considerando che ciascun paese che aspiri a diventare membro dell'UE va giudicato in base ai suoi meriti nel soddisfare, applicare e rispettare i medesimi criteri; che il ritmo dei progressi del processo di adesione dev'essere determinato dal grado effettivo di attuazione e rispetto dei criteri di adesione all'UE, nonché dall'adempimento delle priorità del partenariato europeo o di adesione e del quadro negoziale; che il livello di conformità ai requisiti per l'adesione dev'essere valutato nel modo più equo e trasparente;

M. considerando che il processo di allargamento ha un impatto significativo anche sulla stessa UE, in quanto le offre l'opportunità di definire meglio la propria identità e i propri obiettivi, valori e politiche, ed è anche un'occasione per comunicarli meglio ai suoi cittadini;

N. considerando che, in linea con il rinnovato consenso sull'allargamento del 2006, tale processo deve fondarsi su consolidamento, condizionalità e comunicazione, insieme con la capacità dell'UE di integrare nuovi membri; che la capacità d'integrazione dell'UE rappresenta un elemento fondamentale e un presupposto necessario per la sostenibilità della politica di allargamento e del processo d'integrazione nel suo complesso; che tale elemento ha costituito un incentivo positivo all'approfondimento istituzionale, come dimostrano le successive revisioni dei trattati che hanno accompagnato i vari allargamenti estendendo le funzioni e le attività dell'Unione;

O. considerando che un'autentica riconciliazione tra nazioni e popoli diversi, la risoluzione pacifica dei conflitti e l'instaurazione di relazioni di buon vicinato tra i paesi europei sono essenziali per una pace e una stabilità sostenibili e contribuiscono sostanzialmente a un reale processo d'integrazione europea, essendo quindi d'importanza fondamentale per il processo di allargamento; che continuano a sussistere questioni irrisolte tra alcuni paesi candidati e potenziali candidati e i loro vicini, e che pertanto tutte le parti interessate devono lavorare apertamente per la risoluzione delle tensioni bilaterali; che tali questioni devono essere risolte prima dell'adesione;

Considerazioni generali

1.  sostiene fermamente il processo di allargamento ed è convinto che l'allargamento debba restare una politica credibile, sostenuta dall'opinione pubblica sia nell'UE che nei paesi candidati e potenziali candidati; sottolinea pertanto l'importanza, per l'UE e per i paesi candidati e potenziali candidati, di adempiere tutti gli obblighi, rispettare tutti gli impegni e creare le condizioni per garantire il successo dei futuri allargamenti, tra l'altro aiutando i paesi interessati negli sforzi che compiono per soddisfare i criteri per l'adesione all'UE;

2.  riconosce i benefici del processo di allargamento e di adesione sia per i cittadini dei paesi candidati e potenziali candidati che per i cittadini europei;

3.  ritiene che i criteri di Copenaghen continuino a rappresentare una base fondamentale e debbano restare al centro della politica di allargamento; sottolinea che il rispetto pieno e rigoroso di tali criteri è indispensabile, che va prestata la dovuta attenzione alle implicazioni sociali per i paesi candidati e potenziali candidati e che si deve tenere pienamente conto della capacità d'integrazione dell'Unione;

4.  ritiene che il concetto di capacità d'integrazione comprenda quattro elementi:

(i)    gli Stati aspiranti all'adesione devono contribuire alla capacità dell'Unione di mantenere lo slancio verso il raggiungimento dei suoi obiettivi politici, non indebolirla;

(ii)   il quadro istituzionale dell'Unione deve garantire un governo efficiente ed efficace;

(iii)   le risorse finanziarie dell'UE devono essere sufficienti a far fronte agli impegnativi compiti che si pongono per la coesione economica e sociale e per le politiche comuni dell'Unione;

(iv)  occorre una strategia globale di comunicazione per informare l'opinione pubblica sulle implicazioni dell'allargamento;

5.  sottolinea, tuttavia, che spetta all'Unione migliorare la sua capacità d'integrazione allorché prende in considerazione le legittime aspirazioni europee dei paesi candidati, potenziali candidati o potenziali richiedenti;

6.  osserva che l'UE conserva la sua forza di attrazione, anche in virtù di una combinazione unica di dinamismo economico e modello sociale, e si rammarica del fatto che questa dimensione sociale sia stata in larga parte trascurata nel processo di allargamento; invita la Commissione ad affrontare tale questione, in special modo nel quadro del capitolo 19 (Politica sociale e occupazione), a promuovere una trasformazione sociale positiva nei futuri Stati membri dell'UE e a dedicare la dovuta attenzione alla giustizia sociale;

7.  ricorda che l'acquis in campo sociale comprende norme minime in settori quali il diritto del lavoro, la parità di trattamento per donne e uomini, la salute e la sicurezza sul lavoro e il divieto di discriminazione, che i trattati UE confermano la fedeltà ai contenuti della Carta sociale europea del 1961 e della Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori del 1989, e che anche la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea contempla una serie di diritti sociali fondamentali; sottolinea che il mancato rispetto delle norme sociali fondamentali comuni dell'UE costituisce una forma di dumping sociale, che danneggia le imprese e i lavoratori europei e di fatto impedirebbe a un paese candidato di partecipare al mercato unico; fa notare che le parti sociali, e in particolare le organizzazioni sindacali, hanno bisogno che l'UE li aiuti in modo mirato a rafforzare le loro capacità;

8.  è del parere che l'insieme dei criteri di adesione debba essere adeguatamente tradotto in obiettivi chiari, specifici e misurabili nell'ambito dell'IPA, così da dimostrare chiaramente il nesso esistente tra le politiche finanziate dall'Unione nei paesi interessati dall'allargamento e i progressi compiuti nel soddisfacimento dei criteri generali di adesione;

9.  riconosce la necessità che le economie dei paesi in via di adesione si sviluppino nella stessa direzione di quelle degli Stati membri dell'UE, per agevolare l'allineamento; esorta pertanto i paesi aspiranti all'adesione a formulare obiettivi realizzabili e specifici per paese rispetto a ciascuno degli obiettivi primari di Europa 2020 per un'economia intelligente, sostenibile e inclusiva;

10. richiama l'attenzione sull'importanza dei criteri di Madrid (definiti dal Consiglio europeo di Madrid del dicembre 1995), che hanno posto l'accento sulla capacità dei paesi candidati di applicare le norme e le procedure dell'UE; è anche del parere che il principio di una condizionalità rigorosa richieda che i progressi compiuti da un paese candidato e/o potenziale candidato nell'adozione e nell'attuazione delle riforme siano effettivamente valutati in base a una serie di criteri chiari in ogni fase del processo, e che i paesi che desiderano aderire all'UE debbano poter passare da una fase a quella successiva solo quando, in ciascuna fase, siano soddisfatto tutte le condizioni previste; sottolinea che, al fine di aumentare la credibilità e l'efficacia della strategia di allargamento, anche gli Stati membri devono rispettare appieno i criteri di Copenaghen, evitando così di imporre ai paesi candidati standard più elevati di quelli applicati in alcuni Stati membri; mette in rilievo l'importanza di definire con maggior chiarezza le diverse fasi, di stabilire per l'intero processo parametri di riferimento (benchmark) trasparenti ed equi che traducano i criteri generali richiesti in passaggi specifici verso l'adesione, e di misurare il soddisfacimento dei requisiti necessari, nonché di evitare di fissare o promettere una data di adesione se i negoziati non sono stati ancora portati a termine; sottolinea che dev'essere chiaro inoltre che un parametro di riferimento, una volta raggiunto, va mantenuto, e che una regressione deve determinare una risposta appropriata da parte di chi ha stabilito i parametri;

11. sottolinea che l'obiettivo del processo di adesione è la piena adesione all'UE;

12. invita la Commissione a continuare e a intensificare ulteriormente il monitoraggio dei progressi compiuti nel processo di adesione ed anche la sua assistenza ai paesi candidati e potenziali candidati, così da garantire che essi raggiungano un grado elevato di preparazione che recherà benefici a loro stessi e all'UE;

13. ritiene che, al fine di preservare la credibilità del processo di allargamento, la capacità d'integrazione dell'UE debba essere valutata in una fase precoce e riportata correttamente nel "parere" della Commissione su ciascun paese potenzialmente candidato, delineando le principali preoccupazioni al riguardo e i possibili modi di superarle; è del parere che a ciò dovrebbe far seguito una valutazione d'impatto completa; sottolinea a tale proposito che per un esito positivo del processo di allargamento occorre che l'UE mantenga la capacità di agire, svilupparsi e prendere le decisioni in modo democratico ed efficiente, di avere risorse finanziarie per sostenere la coesione economica e sociale, e di perseguire i propri obiettivi politici;

Politiche dell'allargamento

14. plaude al nuovo approccio negoziale per i futuri quadri di negoziazione, che dà priorità alle questioni attinenti al sistema giudiziario e ai diritti fondamentali, nonché alla giustizia e agli affari interni; concorda sul fatto che tali questioni vanno affrontate in una fase precoce del processo di adesione e che, di norma, i capitoli 23 e 24 devono essere aperti di conseguenza sulla base di piani d'azione, dal momento che richiedono riscontri convincenti; invita la Commissione a riferire periodicamente al Parlamento sui progressi compiuti in questi ambiti e chiede che le relazioni di preadesione elaborate mensilmente dalle delegazioni dell'UE siano messe a disposizione, su richiesta, dei membri della commissione per gli affari esteri; osserva tuttavia che l'attenzione rivolta agli ambiti di cui sopra non deve andare a detrimento degli sforzi e dei progressi compiuti negli altri settori delineati nei programmi di allargamento dei singoli paesi candidati e potenziali candidati;

15. ritiene importante attribuire la giusta priorità, nel quadro della politica di allargamento, alla costruzione di un sistema giudiziario efficiente, indipendente e imparziale e di un sistema politico trasparente e democratico in grado di rafforzare lo Stato di diritto; sottolinea al tempo stesso l'importanza di tutte le forme della libertà d'espressione e la necessità di garantire la libertà dei media, di diritto e di fatto, nonché di combattere efficacemente la corruzione e la criminalità organizzata;

16. sottolinea che la liberalizzazione dei visti è un buon esempio di condizionalità dell'UE in cui criteri politici e tecnici si combinano con un obiettivo auspicabile e con vantaggi tangibili; apprezza e sostiene pertanto gli sforzi in materia della Commissione e dei paesi interessati;

17. invita la Commissione a semplificare le procedure amministrative per i finanziamenti IPA e a ridurre i relativi oneri, allo scopo di renderli più accessibili e di aumentare la partecipazione delle organizzazioni minori e non centralizzate della società civile, dei sindacati e di altri beneficiari;

18. incoraggia una maggiore partecipazione al processo di adesione da parte della società civile, dei soggetti non statali e delle parti sociali, sia dei paesi candidati che degli Stati membri; esorta la Commissione a mantenere con essi un dialogo continuo; invita i paesi candidati e potenziali candidati ad assicurare il loro coinvolgimento in tutte le fasi; sottolinea che la società civile può fungere da importante motore dell'avvicinamento all'UE, creare una pressione dal basso per l'avanzamento dell'agenda europea, migliorare la trasparenza del processo e rafforzare il sostegno dell'opinione pubblica all'adesione; sottolinea l'importanza di un adeguato sostegno finanziario, anche attraverso lo strumento per la società civile, soprattutto per rafforzare le capacità della società civile di monitorare l'attuazione dell'acquis; sottolinea l'importanza della cooperazione tra le organizzazioni della società civile degli Stati membri e le corrispondenti organizzazioni esistenti nei paesi candidati e potenziali candidati;

19. pone un forte accento sulla necessità di rafforzare le capacità amministrative e le risorse umane per metterle in grado di trasporre, attuare e far applicare l'acquis; è del parere che i processi che avvengono nel quadro dell'allargamento non debbano essere puramente "tecnici" e sottolinea la necessità di rendere il processo di screening più legato alle realtà del territorio; invita pertanto la Commissione a coinvolgere a tal fine, a seconda dei casi, le ONG, le organizzazioni sindacali e i principali soggetti interessati;

20. chiede, riconoscendo l'importanza del ruolo del dialogo sociale nel processo decisionale dell'UE, di porre maggiormente l'accento sul rafforzamento delle capacità delle parti sociali e sul ruolo del dialogo sociale nel processo di allargamento; chiede inoltre che si dia maggiore attenzione allo sviluppo di meccanismi per l'effettiva applicazione delle norme, ad esempio l'ispezione del lavoro, al fine di proteggere i lavoratori e garantire il rispetto dei loro diritti sociali e delle norme in materia di salute e sicurezza, nonché alla lotta contro lo sfruttamento, soprattutto dei lavoratori del sommerso;

21. chiede un maggiore impegno del Comitato economico e sociale europeo (CESE) nel processo di allargamento; evidenzia il suo ruolo nella trasmissione di buone prassi ai paesi candidati e potenziali candidati, come pure nella mobilitazione della società civile dell'UE a favore della causa dell'integrazione europea; sostiene l'ulteriore rafforzamento del dialogo tra le organizzazioni della società civile dell'UE e dei paesi interessati dall'allargamento e incoraggia una maggiore cooperazione tra il CESE, la Commissione e il Parlamento europeo;

22. ricorda che il conseguimento di una ripresa economica sostenibile è un'impresa molto impegnativa per la maggior parte dei paesi interessati dall'allargamento e sottolinea la necessità di promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, in linea con la strategia Europa 2020; chiede che si dia più sostegno alle piccole e medie imprese (PMI), dato il loro ruolo cruciale per il progresso socioeconomico in tutti i paesi dell'allargamento, ed esorta la Commissione a insistere per riforme prioritarie che creino un ambiente normativo favorevole alle PMI innovative e ad alto potenziale; sottolinea, nel contempo, la necessità di un'attenzione permanente alle questioni della crescita del settore informale, della forte disoccupazione e dell'integrazione degli elementi più vulnerabili della società;

23. è fermamente convinto della necessità di promuovere un clima di tolleranza e rispetto reciproco, le relazioni di buon vicinato e la cooperazione regionale e transfrontaliera quali presupposti necessari per la stabilità e quali mezzi per facilitare una riconciliazione vera e duratura; ritiene che il perseguimento dei crimini di guerra, la pacifica coesistenza di diverse comunità etniche, culturali e religiose, la protezione delle minoranze e il rispetto dei diritti umani, nonché la reintegrazione e il ritorno dei profughi e degli sfollati, debbano continuare a essere elementi essenziali del processo di adesione all'UE in regioni che hanno un passato di conflitti; a questo proposito, esorta i paesi candidati e potenziali candidati che non lo hanno ancora fatto a ratificare la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali; suggerisce di promuovere in questi casi, durante e dopo il processo di adesione, l'insegnamento e l'apprendimento della storia e del patrimonio linguistico e culturale dell'"altro", in quanto ciò favorisce la comprensione reciproca e contribuisce alla riconciliazione storica;

24. ritiene che nel contesto della politica di allargamento si debba dare maggiore priorità alla parità di genere e alla lotta contro le discriminazioni; sottolinea che la parità tra uomini e donne è un diritto fondamentale, un valore centrale dell'UE e un principio essenziale della sua azione esterna, e offre grandi potenzialità per il conseguimento degli obiettivi di Europa 2020 in quanto contribuisce alla crescita e alla piena occupazione; incoraggia la partecipazione delle donne al processo di adesione e sottolinea l'importanza di integrare quindi le politiche per la parità di genere nelle altre politiche; sottolinea che le discriminazioni per qualsivoglia motivo sono vietate e che le valutazioni dell'UE devono includere i diritti della comunità LGBT e l'integrazione delle minoranze nella vita politica, sociale ed economica;

25. invita la Commissione a coinvolgere i paesi interessati dall'allargamento nelle sue iniziative a favore dell'inclusione sociale, quali il quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei rom, a mobilitare più efficacemente l'IPA a tal fine e a sollecitare i paesi dell'allargamento a realizzare tali obiettivi tramite il meccanismo del processo di stabilizzazione e di associazione; invita inoltre i paesi interessati dall'allargamento a partecipare attivamente al "Decennio per l'inclusione dei rom" e a garantire i diritti fondamentali dei rom, a migliorare la loro posizione sociale ed economica e ad assicurare il loro accesso a un alloggio;

26. ritiene che ogni Stato in via di adesione debba risolvere i suoi principali problemi bilaterali e le sue maggiori controversie con i vicini, in particolare quelle di natura territoriale, prima di poter aderire all'Unione; raccomanda fortemente di affrontare tali questioni nella fase più precoce possibile del processo di adesione, in uno spirito costruttivo e di buon vicinato e preferibilmente prima dell'apertura dei negoziati di adesione, in modo che questi non ne risentano negativamente; considera essenziale a questo riguardo tener conto degli interessi globali dell'UE e dei suoi valori, nonché dell'obbligo di conformarsi pienamente all'acquis e di rispettare i principi sui quali la stessa UE si fonda;

27. invita l'UE a sostenere gli sforzi per comporre prima dell'adesione le controversie insolute, incluse le controversie sui confini; in accordo con le disposizioni del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e delle pertinenti risoluzioni ONU, nonché dell'Atto finale di Helsinki, incoraggia tutte le parti di controversie la cui continuazione possa compromettere l'attuazione dell'acquis, o mettere in pericolo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, a impegnarsi in modo costruttivo per la loro risoluzione pacifica e, se del caso, qualora non riescano a raggiungere un accordo bilaterale, a deferire la questione alla Corte internazionale di giustizia o ad affidarsi un meccanismo di arbitrato vincolante di loro scelta, o ancora a lavorare in modo costruttivo nell'ambito di un'intensa missione di mediazione; rinnova il suo invito alla Commissione e al Consiglio ad avviare, in conformità dei trattati dell'UE, la messa a punto di un meccanismo di arbitrato avente lo scopo di risolvere le controversie bilaterali;

28. si compiace di iniziative quali l'agenda positiva sulla Turchia, il dialogo ad alto livello per l'adesione con l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e il dialogo strutturato sullo stato di diritto col Kosovo[1]; approva l'obiettivo di introdurre una dinamica nuova nel processo di riforma, sottolineando tuttavia che tali iniziative non devono in alcun modo sostituire le procedure negoziali ufficiali, ma devono essere pienamente in linea con il quadro negoziale;

29. sottolinea la necessità che i paesi candidati e potenziali candidati compiano progressi nei campi della democrazia, dei diritti umani e dei processi di riconciliazione, ambiti cui va sempre data la priorità nel processo di allargamento con i conseguenti riflessi negli strumenti finanziari; rammenta, a questo proposito, quanto sia importante che l'assistenza finanziaria tenga conto dell'esigenza di restaurare i siti facenti parte del patrimonio culturale nelle aree di conflitto, tenendo presente il ruolo che tale restauro riveste in termini di costruzione della fiducia e di inclusività tra comunità etniche e religiose diverse;

30. sottolinea che la politica di allargamento dell'UE è uno strumento di modernizzazione, democratizzazione e stabilizzazione ed ha anche lo scopo di rafforzare l'UE, sia internamente che come attore globale; invita la Commissione a svolgere valutazioni d'impatto complete ogni qualvolta esamina nuove domande di adesione all'UE e anche quando raccomanda l'apertura o, in caso di mutamento sostanziale delle circostanze, la chiusura dei negoziati di adesione;

31. sostiene l'impegno della Commissione a migliorare la qualità del processo di adesione basandolo maggiormente basato sul merito e su parametri di riferimento (benchmark) e rendendolo più trasparente; è del parere che in tal modo il processo risulterà più equo e obiettivamente misurabile e, di conseguenza, ancora più credibile; in tale contesto, raccomanda che le relazioni sui progressi compiuti siano più chiare nelle loro valutazioni; sottolinea che i parametri di riferimento non devono stabilire condizioni aggiuntive per i paesi candidati e potenziali candidati, ma devono tradurre i criteri generali per l'adesione e gli obiettivi dell'assistenza di preadesione dell'UE in passi e risultati concreti verso l'adesione, nel pieno rispetto del quadro negoziale;

32. sottolinea l'estrema importanza della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata per il successo del processo di adesione; invita la Commissione ad adottare un nuovo approccio a tale questione richiamando l'attenzione delle autorità dei paesi aspiranti sui singoli casi di corruzione sistemica; chiede alla Commissione di cooperare strettamente con il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) e con gli organismi anticorruzione dei paesi interessati; sottolinea che tale nuovo approccio potrebbe essere di grande beneficio all'immagine dell'Unione tra i cittadini dei paesi aspiranti e potrebbe agevolare la lotta alla corruzione;

33. esorta la Commissione a prevedere un piano in base al quale il finanziamento complessivo a ciascun beneficiario non diminuisca in termini reali; osserva che il calcolo dovrebbe essere effettuato tenendo conto di quanto segue: a) il rapporto tra l'assistenza programmata complessiva a titolo dell'IPA e il PIL di ciascun paese non dovrebbe diminuire in termini relativi anche se, in termini reali, il denominatore (PIL) per ciascun paese beneficiario registra una crescita cumulativa reale per il periodo 2007-2013; b) con l'adesione della Croazia si avrà probabilmente una diminuzione del numero di paesi aventi accesso ai finanziamenti tramite lo strumento futuro, il che potrebbe modificare la ridistribuzione relativa all'interno del pool di finanziamento; c) con le modifiche proposte al nuovo strumento, intese a rimuovere la differenziazione tra i paesi sulla base dello status della loro candidatura, un numero maggiore di paesi sarà in grado di accedere ai finanziamenti – finora non accessibili ai paesi non candidati – destinati a settori d'intervento incentrati sullo sviluppo socioeconomico; raccomanda, in tale contesto, che a nessun beneficiario sia preclusa la possibilità di avere un accesso sufficiente ed equo ai finanziamenti a causa della limitatezza delle risorse dell'UE, in particolare per quanto riguarda il settore dello sviluppo istituzionale;

34. ricorda la necessità di accompagnare l'allargamento dell'UE con una politica di comunicazione concertata e più efficace e trasparente, che coinvolga tutte le istituzioni dell'UE, i governi e i parlamenti degli Stati membri e i rappresentanti della società civile, allo scopo di avviare un dibattito franco e aperto sulle conseguenze dell'allargamento cui partecipi anche l'opinione pubblica degli Stati membri dell'UE e dei paesi candidati; sottolinea che una politica di comunicazione di questo tipo andrebbe attuata anche nei paesi candidati, in collaborazione con tutti gli attori;

35. è del parere che, per incoraggiare il sostegno dei cittadini dell'UE a ulteriori allargamenti e l'adesione dei cittadini dei paesi candidati e potenziali candidati alla prosecuzione delle riforme, è essenziale fornire informazioni chiare ed esaurienti sui benefici politici, socioeconomici e culturali dell'allargamento; ritiene fondamentale, in particolare, spiegare all'opinione pubblica come l'allargamento abbia creato nuove possibilità d'investimento e di esportazione e in che modo possa contribuire al conseguimento degli obiettivi dell'UE in termini di migliore prevenzione e risoluzione pacifica dei conflitti, lotta contro la crisi economica, creazione di posti di lavoro, agevolazione della libera circolazione dei lavoratori, tutela dell'ambiente e aumento della sicurezza e dell'incolumità personale, accelerando al tempo stesso il programma di riforma, facilitando l'accesso alle risorse finanziarie e quindi migliorando le condizioni di vita nei paesi dell'allargamento a beneficio di tutti i cittadini europei, nonché riducendo gli squilibri sociali ed economici; sottolinea la necessità di rivolgersi a tutti i settori della società promuovendo tra l'altro l'introduzione, nei programmi scolastici a livello di scuola secondaria o equivalente, di una materia specifica sugli antefatti, gli obiettivi e il funzionamento dell'Unione europea e sui suoi processi di allargamento; sottolinea anche la necessità di rivolgersi ai principali formatori di opinione, come i giornalisti, i rappresentanti della società civile, gli operatori economici e le organizzazioni sindacali; è del parere che occorra incoraggiare e sostenere sforzi analoghi da parte dei paesi candidati e candidati potenziali;

Prospettive e interessi strategici dell'UE

36. è fermamente convinto che l'UE possa trarre grandi benefici strategici dalla politica di allargamento; sottolinea che l'adesione all'UE assicura stabilità in un contesto internazionale in rapida evoluzione e che l'appartenenza all'Unione europea continua a offrire prospettive di sviluppo sociale e prosperità; è del parere che l'allargamento sia nell'interesse strategico a lungo termine dell'UE, che non può necessariamente essere misurato in termini di bilanci a breve termine; considera importante tenere in debito conto il suo valore sostanziale e duraturo, in quanto l'allargamento è potere "morbido", ma tuttavia essenziale, per l'UE;

37. rimane pienamente fedele alla prospettiva dell'allargamento e invita gli Stati membri a mantenere lo slancio del processo di allargamento; sottolinea la sua convinzione che col trattato di Lisbona l'UE possa portare avanti il suo programma di allargamento mantenendo nel contempo la spinta ad approfondire l'integrazione;

38. riconosce, tuttavia, che non tutti gli Stati europei sceglieranno di chiedere la piena adesione e che alcuni di quelli che lo faranno non soddisferanno i criteri di adesione; raccomanda pertanto che in occasione della prossima revisione generale dei trattati, senza che ciò incida sui negoziati che saranno eventualmente in corso per un allargamento, il Parlamento avvii una discussione sull'introduzione di una nuova categoria di membro associato dell'Unione;

39. ricorda che il processo non si conclude con il semplice recepimento dell'acquis e sottolinea l'importanza di un'effettiva attuazione e del rispetto a lungo termine sia dell'acquis che dei criteri di Copenaghen; ritiene che, al fine di preservare la credibilità delle condizioni di adesione, anche gli Stati membri dell'UE dovrebbero essere valutati per quanto riguarda la loro costante conformità ai valori fondamentali dell'UE e il soddisfacimento dei loro impegni in materia di funzionamento delle istituzioni democratiche e Stato di diritto; invita la Commissione a elaborare una proposta dettagliata per un meccanismo di monitoraggio, sulla base delle disposizioni dell'articolo 7 del TUE e all'articolo 258 del TFUE;

40. ricorda che una politica di allargamento più efficiente e lungimirante potrebbe costituire un prezioso strumento strategico per lo sviluppo economico dell'UE e della regione e dovrebbe puntare a creare sinergie di bilancio e un migliore coordinamento tra le varie misure e tipologie di assistenza fornite dall'UE, dagli Stati membri e dalle istituzioni finanziarie internazionali (IFI) nonché con gli strumenti esistenti, segnatamente l'IPA, evitando potenziali sovrapposizioni, duplicazioni o lacune nei finanziamenti, in particolare in un contesto di ristrettezze di bilancio;

41. osserva che la crisi finanziaria mondiale e le difficoltà dell'area dell'euro hanno messo in risalto l'interdipendenza delle economie nazionali, sia all'interno dell'Unione che oltre i suoi confini; pone quindi l'accento sull'importanza di consolidare ulteriormente la stabilità economica e finanziaria e promuovere la crescita, anche nei paesi candidati e potenziali candidati; in tali difficili circostanze, sottolinea la necessità di fornire ai paesi candidati e potenziali candidati aiuti finanziari di preadesione adeguati e più mirati; prende atto della proposta della Commissione per un nuovo IPA, che prevede un aumento del sostegno finanziario per le prospettive finanziarie 2014-2020; sottolinea al riguardo la necessità di semplificare e accelerare le procedure, nonché di rafforzare la capacità amministrativa dei paesi beneficiari, al fine di garantire un alto livello di partecipazione ai programmi dell'UE e migliorare la capacità di assorbimento; sottolinea che il Parlamento europeo presenterà la sua posizione globale sull'IPA in sede di procedura legislativa ordinaria; sottolinea l'importanza della stabilità di bilancio a livello nazionale e l'accresciuta attenzione dedicata a livello di UE alla governance economica; raccomanda che la questione della solidità delle finanze pubbliche sia adeguatamente trattata nel quadro del processo di adesione;

42. sottolinea che gli obiettivi della strategia Europa 2020 si basano su principi universali che hanno rappresentato un forte impulso per il benessere economico; raccomanda pertanto di includere nel dialogo di preadesione i progressi delle iniziative faro e di incentivarli con finanziamenti supplementari, ritiene che un modello di crescita a basse emissioni di carbonio meriti particolare attenzione e debba essere attuato in maniera attiva durante il processo di allargamento;

43. sollecita un dialogo permanente tra i donatori e, se del caso, il ricorso a strutture idonee per il coordinamento e la gestione degli aiuti; chiede in tale contesto un esame più attento dell'impiego di strumenti finanziari innovativi che necessitano di strutture di coordinamento, quale, ad esempio, il quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali, che è complementare alle strutture amministrative dell'IPA e ha lo scopo di attrarre, unificare e canalizzare il sostegno ai settori prioritari; pone in rilievo le potenzialità in termini di leva finanziaria e politica dei progetti di finanziamento che utilizzano una combinazione di fondi – provenienti dall'UE, dagli Stati membri o dalle IFI – in una maniera tale da garantire sia una stretta aderenza alle migliori prassi di gestione finanziaria sia il coordinamento degli attori chiave;

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44. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Islanda, Kosovo, Montenegro, Serbia e Turchia.

  • [1]  Questa designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in accordo con la risoluzione 1244/1999 del Consiglio di sicurezza dell'ONU con il parere della CIG sulla dichiarazione d'indipendenza del Kosovo.

PARERE della commissione per i bilanci (10.5.2012)

destinato alla commissione per gli affari esteri

sull'allargamento: politiche, criteri e interessi strategici dell'UE
(2012/2025(INI))

Relatore per parere: Nadezhda Neynsky

SUGGERIMENTI

La commissione per i bilanci invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ricorda che una politica di allargamento semplificata e lungimirante potrebbe costituire uno strumento strategico valido per lo sviluppo economico dell'UE e della regione interessata, e dovrebbe puntare a creare sinergie di bilancio e a migliorare il coordinamento tra le varie misure e le tipologie di assistenza fornite dall'UE, dagli Stati membri e dalle istituzioni finanziarie internazionali (IFI), nonché con gli strumenti esistenti, segnatamente lo strumento di assistenza preadesione (IPA), evitando eventuali sovrapposizioni, duplicazioni o divari nei finanziamenti, in particolare in un contesto di ristrettezze di bilancio;

2.  prende atto della proposta di incrementare del 7,3% la dotazione dello strumento di preadesione per il prossimo quadro finanziario pluriennale (da 11 668 miliardi di EUR nel periodo 2007–2013 a 12 520 miliardi di EUR nel periodo 2014–2020, a prezzi costanti del 2011[1]) e valuta positivamente le proposte di modifica, in particolare per quanto concerne la maggiore differenziazione dell'assistenza in funzione delle specifiche esigenze di ciascun paese beneficiario, gli incentivi a favore di una buona performance, l'approccio settoriale, le condizionalità, la trasparenza e la rendicontabilità, così come un migliore utilizzo degli strumenti e la collaborazione con i partner per aumentare l'effetto leva finanziario e politico; chiede di semplificare le norme sui finanziamenti al fine di ridurre l'onere amministrativo e rafforzare la partecipazione della società civile e delle organizzazioni non governative ai programmi di finanziamento; è favorevole a proseguire il sostegno a favore delle riforme istituzionali e dello sviluppo delle capacità del settore pubblico, nell'ottica di creare strutture istituzionali affidabili per la gestione dei fondi nei paesi beneficiari; sottolinea la necessità di sforzi costanti nella lotta alla corruzione;

3.  sollecita la Commissione a prevedere un piano che non implichi la diminuzione in termini reali del finanziamento generale di ciascun beneficiario; osserva che il calcolo dovrebbe essere effettuato tenendo conto di quanto segue: a) il rapporto tra l'assistenza programmata complessiva a titolo dell'IPA e il PIL di ciascun paese non dovrebbe diminuire in termini relativi anche se, in termini reali, il denominatore (PIL) per ciascun paese beneficiario registri una crescita cumulativa reale per il periodo 2007-2013, b) con l'adesione della Croazia si registrerà probabilmente una diminuzione del numero di paesi che potranno accedere ai finanziamenti tramite lo strumento futuro, il che modifica potenzialmente la ridistribuzione comparativa all'interno del pool di finanziamento, c) con le modifiche proposte al nuovo strumento, intese a rimuovere la distinzione tra i paesi sulla base dello statuto della loro candidatura, un numero maggiore di paesi sarà in grado di accedere ai finanziamenti (finora inaccessibili per i paesi non candidati) destinati a settori strategici incentrati sullo sviluppo socioeconomico; raccomanda, in tale contesto, che a nessun beneficiario sia preclusa la possibilità di avere un accesso sufficiente ed equo ai finanziamenti a causa delle risorse limitate dell'UE, in particolare nel settore strategico dello sviluppo istituzionale;

4.  sottolinea che gli obiettivi della strategia Europa 2020 si basano su principi universali che sono stati un forte impulso per il benessere economico; raccomanda pertanto di includere nel dialogo di preadesione i progressi delle iniziative faro e di incentivarle con finanziamenti supplementari; ritiene che un modello di crescita a basse emissioni di carbonio meriti particolare attenzione e debba essere attuato in maniera attiva durante il processo di allargamento;

5.  sottolinea l'importanza sistemica della stabilità di bilancio a livello nazionale e l'accresciuta attenzione prestata dall'UE alla governance economica nel quadro della legislazione europea; raccomanda pertanto che il dialogo di preadesione affronti la questione del ruolo della solidità delle finanze pubbliche; raccomanda altresì che gli obiettivi della politica di allargamento siano attentamente allineati affinché rispecchino l'agenda dell'UE per la crescita e siano diretti a modernizzare l'economia, rafforzare la competitività, migliorare le condizioni per le PMI e affrontare la disoccupazione giovanile; sottolinea l'importanza di includere la società civile e le parti sociali nel processo di adesione; rammenta la necessità di promuovere la partecipazione delle organizzazioni della società civile ai programmi di finanziamento;

6.  insiste sul fatto che i paesi candidati dovrebbero utilizzare appieno la curva di apprendimento e il periodo di esposizione previsti dallo strumento di assistenza preadesione, per migliorare la loro capacità amministrativa e garantire un assorbimento positivo dei fondi dell'UE;

7.  sollecita a instaurare un dialogo costante tra i donatori e, se del caso, a utilizzare strutture idonee per il coordinamento e la gestione degli aiuti; chiede, in tale contesto, un esame più attento dell'utilizzo degli strumenti finanziari innovati che necessitano di strutture di coordinamento, quali, ad esempio, il quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali, complementare all'IPA e mirante ad attirare, unire e canalizzare il sostegno a favore delle aree prioritarie; sottolinea le potenzialità in termini di leva finanziaria e politica che risiedono nei progetti di finanziamento che utilizzano una combinazione di fondi provenienti dall'UE, dagli Stati membri o dalle IFI, in modo da garantire sia una rigorosa aderenza alle migliori prassi di gestione finanziaria che il coordinamento degli attori chiave;

8.  sottolinea l'importanza di fornire un livello sufficiente di risorse all'assistenza preadesione e postadesione, rilevando che un'adeguata assegnazione di fondi nelle prime fasi del processo dovrebbe creare le condizioni istituzionali ed economiche necessarie per un coinvolgimento minore nelle fasi successive;

9.  sottolinea la necessità che i paesi candidati e quelli potenzialmente candidati compiano progressi negli ambiti della democrazia, dei diritti umani e dei processi di riconciliazione, trattandosi di aree che dovrebbero essere sempre considerate prioritarie nel processo di allargamento e che dovrebbero essere rispecchiate negli strumenti finanziari; rammenta, a questo proposito, quanto sia importante che l'assistenza finanziaria tenga conto dell'esigenza di restaurare i siti facenti parte del patrimonio culturale nelle aree di conflitto, tenendo presente il ruolo che tale ricostruzione riveste in termini di ripristino della fiducia e integrazione tra le diverse comunità etniche e religiose.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

10.5.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

24

2

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Francesca Balzani, Zuzana Brzobohatá, Göran Färm, Eider Gardiazábal Rubial, Salvador Garriga Polledo, Ivars Godmanis, Lucas Hartong, Jutta Haug, Monika Hohlmeier, Sidonia Elżbieta Jędrzejewska, Anne E. Jensen, Ivailo Kalfin, Sergej Kozlík, Jan Kozłowski, Alain Lamassoure, Giovanni La Via, George Lyon, Claudio Morganti, Juan Andrés Naranjo Escobar, Nadezhda Neynsky, Dominique Riquet, Derek Vaughan, Angelika Werthmann

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Alexander Alvaro, Paul Rübig, Peter Šťastný, Georgios Stavrakakis

  • [1]      Tutte le cifre figuranti nel presente parere sono basate sui calcoli forniti dalla DG BUDG della Commissione europea.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

13.9.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

62

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Bastiaan Belder, Elmar Brok, Jerzy Buzek, Tarja Cronberg, Mário David, Michael Gahler, Marietta Giannakou, Ana Gomes, Andrzej Grzyb, Richard Howitt, Anna Ibrisagic, Liisa Jaakonsaari, Anneli Jäätteenmäki, Jelko Kacin, Ioannis Kasoulides, Tunne Kelam, Nicole Kiil-Nielsen, Maria Eleni Koppa, Andrey Kovatchev, Paweł Robert Kowal, Wolfgang Kreissl-Dörfler, Eduard Kukan, Ryszard Antoni Legutko, Krzysztof Lisek, Ulrike Lunacek, Mario Mauro, Willy Meyer, Francisco José Millán Mon, Alexander Mirsky, María Muñiz De Urquiza, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Raimon Obiols, Ria Oomen-Ruijten, Pier Antonio Panzeri, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Bernd Posselt, Hans-Gert Pöttering, Cristian Dan Preda, Libor Rouček, Tokia Saïfi, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Nikolaos Salavrakos, György Schöpflin, Werner Schulz, Adrian Severin, Marek Siwiec, Sophocles Sophocleous, Charles Tannock, Sir Graham Watson, Boris Zala

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Laima Liucija Andrikienė, Charalampos Angourakis, Jean-Jacob Bicep, Andrew Duff, Hélène Flautre, Kinga Gál, Elisabeth Jeggle, Jean Roatta, Helmut Scholz

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Spyros Danellis, Georgios Koumoutsakos