RACCOMANDAZIONE concernente il progetto di decisione del Consiglio sull'adesione dell'Unione europea al protocollo relativo alla protezione del Mare Mediterraneo dall'inquinamento derivante dall'esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo del mare e del suo sottosuolo

15.10.2012 - (09671/2012 – C7‑0144/2012 – 2011/0304(NLE)) - ***

Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
Relatore: Anna Rosbach

Procedura : 2011/0304(NLE)
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A7-0319/2012
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PROGETTO DI RISOLUZIONE LEGISLATIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul progetto di decisione del Consiglio sull'adesione dell'Unione europea al protocollo relativo alla protezione del Mare Mediterraneo dall'inquinamento derivante dall'esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo del mare e del suo sottosuolo

(09671/2012 – C7‑0144/2012 – 2011/0304(NLE))

(Approvazione)

Il Parlamento europeo,

–   visto il progetto di decisione del Consiglio (09671/2012),

–   visto il protocollo relativo alla protezione del Mare Mediterraneo dall'inquinamento derivante dall'esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo del mare e del suo sottosuolo, accluso alla suddetta proposta di decisione del Consiglio,

–   vista la richiesta di approvazione presentata dal Consiglio a norma dell'articolo 192, paragrafo 1, e dell'articolo 218, paragrafo 6, secondo comma, lettera a), del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (C7‑0144/2012),

–   visti l'articolo 81 e l'articolo 90, paragrafo 7, del suo regolamento,

–   vista la raccomandazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A7‑0319/2012),

1.  dà la sua approvazione all'adesione al protocollo;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti nazionali degli Stati membri.

MOTIVAZIONE

Il 27 ottobre 2011 la Commissione ha pubblicato una proposta[1] di decisione del Consiglio sull'adesione dell'Unione europea al protocollo relativo alla protezione del Mare Mediterraneo dall'inquinamento derivante dall'esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo del mare e del suo sottosuolo (il "protocollo offshore"). Il protocollo offshore, adottato il 14 ottobre 1994, è uno dei protocolli della Convenzione sulla protezione dell'ambiente marino e del litorale del Mediterraneo, nota anche come "Convenzione di Barcellona", che è stata firmata nel 1976 e modificata nel 1995. L'Unione europea e tutti i suoi Stati membri che si affacciano sul Mediterraneo sono parti contraenti della convenzione di Barcellona, unitamente ad altri quattordici paesi dell'area mediterranea.

Il protocollo offshore riguarda tutta una serie di attività di esplorazione e sfruttamento nel Mediterraneo, come pure le condizioni per il rilascio delle autorizzazioni, la rimozione degli impianti abbandonati o in disuso, l'uso e lo smaltimento di sostanze nocive, disposizioni in materia di responsabilità e risarcimento dei danni, il coordinamento a livello regionale con altre parti della convenzione di Barcellona, nonché disposizioni relative alla sicurezza, ai piani di emergenza e al monitoraggio.

Il protocollo è entrato in vigore il 24 marzo 2011 a seguito della sua ratifica da parte di sei parti contraenti (Albania, Tunisia, Marocco, Libia, Cipro e Siria), e finora non è stato né firmato né ratificato da parte dell'Unione. L'adesione dell'Unione al protocollo richiede, a norma dell'articolo 218, paragrafo 6, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, l'approvazione del Parlamento europeo.

La necessità di una maggiore sicurezza delle attività offshore nel settore degli idrocarburi è stata evidenziata in modo drammatico dai recenti incidenti, in particolare la fuoriuscita di petrolio dalla Deepwater Horizon nel Golfo del Messico nel 2010: le attività offshore nel Mediterraneo sono destinate ad aumentare in seguito alla scoperta di nuovi giacimenti di combustibili fossili e un incidente di questo tipo potrebbe avere effetti immediati su larga scala su un mare semichiuso come il Mediterraneo, con conseguenze deleterie per la sua economia e i suoi ecosistemi fragili, e compromettere gli sforzi compiuti dagli Stati membri che si affacciano sul Mediterraneo per conseguire e mantenere buone condizioni ambientali nelle loro acque marine come richiesto dalla direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino.

È chiaramente necessaria una gestione sostenibile delle attività offshore nel settore degli idrocarburi. La risposta a questa situazione prevista a livello di Unione europea include una proposta della la Commissione, attualmente in fase di discussione, sulla sicurezza delle attività offshore di prospezione, esplorazione e produzione di idrocarburi. Tuttavia, è chiaro che le conseguenze a livello transfrontaliero di un incidente nel Mediterraneo molto probabilmente non sarebbero limitate ai paesi dell'Unione europea. Pertanto, l'Unione europea dovrebbe promuovere le cooperazione internazionale per migliorare la sicurezza offshore e le capacità di reazione di tutte le parti interessate. La ratifica del protocollo offshore rappresenterebbe un rilevante progresso in questa direzione e costituirebbe un elemento importante per garantire un buon livello di cooperazione e un costante impegno concreto di tutti i paesi del Mediterraneo per il raggiungimento del massimo livello di sicurezza possibile delle attività offshore.

La convenzione di Barcellona costituisce il quadro ideale per sviluppare queste politiche internazionali. Essendo stato adottato quasi vent'anni fa, quando l'approccio al diritto internazionale in materia di ambiente era diverso, il protocollo offshore può presentare delle lacune per quanto riguarda la definizione di un sistema di gestione sostenibile delle attività offshore. Tuttavia, non bisogna perdere questa opportunità di iscrivere in agenda la gestione sostenibile delle attività offshore nel settore degli idrocarburi nel Mediterraneo nel quadro del sistema della Convenzione di Barcellona.

In realtà, il Parlamento europeo ha già espresso la sua posizione nella sua risoluzione del 13 settembre 2011 sull'affrontare le sfide della sicurezza delle attività offshore nel settore degli idrocarburi (relatore: Vicky Ford, ECR), in cui ha sottolineato "l'importanza di mettere pienamente in vigore il protocollo non ratificato del 1994 sulle attività offshore nel Mare Mediterraneo, per la protezione contro l'inquinamento derivante dall'esplorazione e dallo sfruttamento".

Sulla base delle considerazioni suesposte, il relatore raccomanda che il Parlamento dia la sua approvazione all'adesione dell'Unione europea al protocollo offshore.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

10.10.2012

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

58

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Martina Anderson, Kriton Arsenis, Sophie Auconie, Pilar Ayuso, Sandrine Bélier, Sergio Berlato, Lajos Bokros, Milan Cabrnoch, Martin Callanan, Nessa Childers, Yves Cochet, Bas Eickhout, Edite Estrela, Jill Evans, Karl-Heinz Florenz, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Matthias Groote, Françoise Grossetête, Cristina Gutiérrez-Cortines, Satu Hassi, Jolanta Emilia Hibner, Karin Kadenbach, Christa Klaß, Eija-Riitta Korhola, Holger Krahmer, Jo Leinen, Corinne Lepage, Zofija Mazej Kukovič, Linda McAvan, Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė, Miroslav Ouzký, Vladko Todorov Panayotov, Gilles Pargneaux, Andres Perello Rodriguez, Mario Pirillo, Pavel Poc, Anna Rosbach, Oreste Rossi, Kārlis Šadurskis, Carl Schlyter, Horst Schnellhardt, Richard Seeber, Theodoros Skylakakis, Bogusław Sonik, Salvatore Tatarella, Thomas Ulmer, Åsa Westlund, Sabine Wils

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Adam Gierek, Julie Girling, Esther Herranz García, Romana Jordan, Csaba Sándor Tabajdi, Marita Ulvskog, Vladimir Urutchev, Anna Záborská, Andrea Zanoni