RELAZIONE sulla raccomandazione del Consiglio relativa alla nomina di un membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea
22.10.2012 - (C7‑0195/2012 – 2012/0806(NLE))
Commissione per i problemi economici e monetari
Relatore: Sharon Bowles
PROPOSTA DI DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla raccomandazione del Consiglio relativa alla nomina di un membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea
(C7‑0195/2012 – 2012/0806(NLE))
(Consultazione)
Il Parlamento europeo,
– vista la raccomandazione del Consiglio in data 10 luglio 2012[1],
– visto l'articolo 283, paragrafo 2, secondo comma, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, a norma del quale è stato consultato dal Consiglio europeo (C7‑0195/2012),
– visto l'articolo 109 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari (A7-0348/2012),
A. considerando che, con lettera del 13 luglio 2012, pervenuta il 18 luglio 2012, il Consiglio europeo ha consultato il Parlamento europeo sulla nomina di Yves Mersch alla funzione di membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea (BCE) con un mandato di otto anni;
B. considerando che la commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo ha valutato le qualifiche del candidato proposto, segnatamente in relazione alle condizioni di cui all'articolo 283, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e all'imperativo di indipendenza totale della BCE nel settore della politica monetaria quale risultante dall'articolo 130 del TFUE; che, nell'ambito di tale valutazione, la commissione ha ricevuto dal candidato un curriculum vitae nonché le sue risposte al questionario scritto che gli era stato trasmesso;
C. considerando che la commissione per i problemi economici e monetari ha poi proceduto, il 22 ottobre 2012, a un'audizione del candidato, nel corso della quale egli ha rilasciato una dichiarazione preliminare e ha risposto alle domande rivoltegli dai membri della commissione;
D. considerando che si è registrato un ampio consenso sul fatto che il candidato è di riconosciuta levatura e possiede le qualifiche e l'esperienza professionali nel settore monetario e bancario necessarie per esercitare le funzioni di membro del comitato esecutivo della BCE;
E. considerando che, prima della fine del mandato di Gertrude Tumpel-Gugerell, è stata sollevata in modo informale da deputati al PE la questione della rappresentanza femminile in seno alla BCE;
F. considerando che, dalla creazione della BCE e fino alla cessazione del mandato di Gertrude Tumpel-Gugerell, fra i membri del comitato esecutivo della BCE vi era sempre stata una donna;
G. considerando che, in conformità del principio di leale cooperazione tra gli Stati membri e l'Unione, enunciato all'articolo 4, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea, la commissione per i problemi economici e monetari si è assicurata, prima della fine del mandato di José Manuel González-Páramo nel maggio 2012, che il Consiglio fosse stato informato dal presidente della commissione stessa, a nome di tutti i gruppi politici, con lettera in data 8 maggio 2012 al Presidente dell'Eurogruppo, in merito alla mancanza di diversità in seno al comitato esecutivo della BCE e alla necessità che venisse presentata una candidatura femminile;
H. considerando che, nella medesima lettera, il presidente della commissione per i problemi economici e monetari ha incoraggiato l'Eurogruppo ad attuare un piano a medio termine per promuovere donne a posizioni influenti nella BCE, nelle banche centrali nazionali e nei ministeri delle finanze degli Stati membri;
I. considerando che non è pervenuta alcuna risposta ufficiale alla lettera dell'8 maggio 2012;
J. considerando che l'articolo 2 del trattato sull'Unione europea sancisce il principio della parità tra donne e uomini;
K. considerando che l'articolo 19 del TFUE conferisce all'Unione competenze per combattere le discriminazioni di genere;
L. considerando che la diversità di genere in seno a consigli, comitati e governi assicura una più ampia competenza e prospettive più vaste, e che il fatto di reclutare solo uomini o solo donne comporta una selezione più ristretta e il rischio di rinunciare a candidati potenzialmente eccellenti;
M. considerando che la durata dei mandati nell'attuale comitato esecutivo della BCE si estende fino al 2018, cosicché il comitato esecutivo sarà potenzialmente privo di diversità di genere fino a tale data;
N. considerando che il Presidente del Parlamento europeo, a seguito di una riunione della Conferenza dei presidenti, con lettera del 19 settembre ha chiesto al Presidente del Consiglio europeo di impegnarsi a garantire che tutte le istituzioni dell'Unione sotto la sua responsabilità attuino misure concrete per assicurare l'equilibrio di genere;
O. considerando che la Commissione ha adottato il 21 settembre 2010 la strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015 (COM(2010)0491) e il 16 aprile 2012 una relazione sui progressi compiuti nel 2011 in materia di parità tra donne e uomini (SWD/2012/0085: documento di lavoro dei servizi della Commissione "Progress on equality between women and men in 2011");
P. considerando che la proposta della Commissione concernente una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale degli enti creditizi e delle imprese di investimento (direttiva sui requisiti patrimoniali (CRD IV)) prevedeva l'obbligo per gli enti di mettere in atto una politica di promozione della diversità di genere in seno agli organi di direzione;
Q. considerando che il 7 marzo 2011 il Consiglio europeo ha adottato il Patto europeo per la parità di genere per il periodo 2011-2020;
R. considerando che il Parlamento ha adottato le risoluzioni del 3 febbraio 2012 sulle donne nel processo decisionale politico[2], dell'8 marzo 2011 sulla parità tra donne e uomini nell'Unione europea – 2010[3] e del 6 luglio 2011 sulle donne e la direzione delle imprese[4];
1. esprime parere negativo sulla raccomandazione del Consiglio di nominare Yves Mersch membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea e ne chiede il ritiro, e chiede la presentazione di una nuova raccomandazione;
2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente decisione al Consiglio europeo, al Consiglio e ai governi degli Stati membri.
- [1] GU C 215 del 21.7.2012, pag. 4.
- [2] Testi approvati (P7_TA(2012)0070).
- [3] Testi approvati (P7_TA(2011)0085).
- [4] Testi approvati (P7_TA(2011)0330).
ALLEGATO 1: CURRICULUM VITAE DI YVES MERSCH
Nato il 1° ottobre 1949 a Lussemburgo. Cittadinanza: lussemburghese
Istruzione
1973 Laurea in Giurisprudenza
Università Parigi 1 Panthéon-Sorbonne
1974 Specializzazione post-laurea in diritto pubblico internazionale
Master in Scienze politiche
Università Parigi 1 Panthéon-Sorbonne
1975 Specializzazione post-laurea in Scienze politiche
Università Parigi 1 Panthéon-Sorbonne
Carriera professionale
1974 Ammesso all'Ordine degli Avvocati di Lussemburgo
Assistente di diritto pubblico
Università Paris-Sud 11
1975 Assistente, ministero delle Finanze
1976 - 1978 Distaccamento presso il Fondo monetario internazionale (FMI), Washington D.C.
1978 – 1979 Addetto, ministero delle Finanze
1980 - 1981 Consigliere finanziario, Rappresentanza permanente del Lussemburgo alle Nazioni Unite a New York
1981 Consulente, relazioni finanziarie e monetarie internazionali, ministero delle Finanze
1983 - 1999 Membro del Consiglio dell'Istituto monetario lussemburghese
(Autorità di vigilanza prudenziale)
1985 - 1989 Commissario governativo per la Borsa di Lussemburgo (Autorità del mercato mobiliare)
1989 - 1998 Direttore del Tesoro
Rappresentante personale del ministro delle Finanze nei negoziati per il trattato di Maastricht
Dal 1° giugno 1998 Governatore della Banque centrale du Luxembourg (il terzo mandato è iniziato l'11 giugno 2010)
Membro del consiglio direttivo e del consiglio generale della Banca centrale europea
Dal 2000 Presidente dell'associazione senza scopo di lucro "The Bridge Forum Dialogue a.s.b.l", fondata nel 2000 con la partecipazione delle istituzioni e degli organi dell'Unione europea con sede a Lussemburgo
Dal 2003 Membro del consiglio accademico dell'"Institut Universitaire International Luxembourg" (IUIL)
Dal 2006 Membro del consiglio di amministrazione della fondazione "Luxembourg School of Finance" (LSF)
Dal 2010 Membro della "Sezione delle scienze morali e politica dell'Istituto Granducale"
Vicepresidente del consiglio di amministrazione dell'International Islamic Liquidity Management Corporation (IILM)
Dal 2011 Copresidente eletto del gruppo consultivo regionale sulla stabilità finanziaria per l'Europa
Membro votante del consiglio generale del Comitato europeo per il rischio sistemico
Membro del comitato di audit della BCE
Presidente della "Fondation de la Banque centrale du Luxembourg" (Fondazione della BCL) che promuove la ricerca e l'insegnamento superiore nei settori di attività della BCL
Altri incarichi ufficiali
Ha rappresentato il Lussemburgo in seno ai seguenti organismi:
– Comitato monetario delle Comunità europee (membro supplente dal 1982 al 1985, membro titolare dal 1989 al 1998)
– Fondo monetario internazionale (FMI) (governatore supplente)
– Banca mondiale (governatore supplente)
– Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) (governatore supplente)
– Banca europea per gli investimenti (BEI) (membro del consiglio di amministrazione)
– Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa (membro del consiglio di amministrazione)
– Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (FISA) (governatore)
Amministratore rappresentante dello Stato nei consigli di amministrazione dei seguenti organismi:
– ARBED S.A. (acciaio)
– Société européenne de satellites (SES) (servizi satellitari)
– Società delle Poste e Telecomunicazioni (Entreprise des Postes et Télécommunications)
– Società nazionale di edilizia abitativa sociale (Société Nationale des Habitations à Bon Marché)
– Banque et Caisse d'Epargne de l'Etat
Presidente dell'Istituto per l'assicurazione del credito all'esportazione (Office du Ducroire)
Presidente del Fondo per la lotta contro il traffico di stupefacenti
Vicepresidente della banca "Société nationale de crédit et d'investissement"
Decorazioni
Yves Mersch è Ufficiale dell'Ordine nazionale della Legion d'Onore (Francia) e Grand'Ufficiale dell'Ordine della Croce di Riconoscimento (Lettonia).
ALLEGATO 2: RISPOSTE DI YVES MERSCH AL QUESTIONARIO
A. Esperienze personali e professionali
1. Illustri i principali aspetti della Sua esperienza professionale in ambito monetario, finanziario e commerciale.
2. Illustri i principali aspetti della Sua esperienza a livello internazionale ed europeo.
Per quanto riguarda le domande numero 1 e 2:
Nel corso di tutta la mia carriera professionale mi sono concentrato su questioni monetarie e finanziarie. Questo vale ugualmente per le varie posizioni da me ricoperte sia come funzionario pubblico che come banchiere centrale, tutte in un contesto europeo e internazionale.
Dal maggio 1998 sono presidente della Banca centrale del Lussemburgo, la quale è stata fondata nel contesto dell'introduzione dell'euro e dell'istituzione della BCE e dell'Eurosistema.
In tale veste sono inoltre membro del consiglio direttivo e del consiglio generale della Banca centrale europea (BCE). Sono membro con diritto di voto del Comitato europeo per il rischio sistemico fin dalla sua nascita nel 2011. Nel luglio 2011 il consiglio direttivo mi ha nominato al comitato di audit della BCE.
Nel 2011 sono stato eletto copresidente del Gruppo consultivo regionale per l'Europa del Forum per la stabilità finanziaria.
Nel 2010 sono stato nominato vicepresidente del consiglio di amministrazione dell'International Islamic Liquidity Management Corporation.
Mentre ero assistente con incarico di insegnamento all'Università di Paris-South sono stato ammesso all'Ordine degli Avvocati di Lussemburgo. Un anno più tardi ho iniziato la mia carriera presso il ministero delle Finanze al dipartimento bilancio prima di trasferirmi a Washington presso il Fondo monetario internazionale. Sono stato quindi reintegrato nel ministero delle Finanze per occuparmi di questioni fiscali e di politiche strutturali.
Nel 1980 sono stato distaccato al ministero degli Affari esteri dove sono entrato a far parte della Rappresentanza permanente del Lussemburgo alle Nazioni Unite a New York. Gli anni seguenti mi sono occupato dei settori degli affari monetari e delle relazioni finanziarie internazionali nel ruolo di consulente presso il ministero delle Finanze. Nel 1985 sono diventato commissario governativo alla Borsa di Lussemburgo, quindi nel 1989 direttore del Tesoro, carica che ho ricoperto per quasi dieci anni.
Ho svolto diversi mandati all'interno di imprese e istituzioni. Tra l'altro, sono stato membro del consiglio di amministrazione della Banca europea per gli investimenti, dell'Istituto monetario lussemburghese, dell'Arbed S.A., della Société Européenne de Satellites, della Cassa di risparmio statale, della Società delle Poste e Telecomunicazioni e della Società nazionale di edilizia abitativa sociale.
Sono stato anche presidente dell'Istituto per l'assicurazione del credito all'esportazione, presidente del Fondo per la lotta al traffico di stupefacenti e vicepresidente della Banca nazionale di sviluppo lussemburghese.
Inoltre, sono stato governatore del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo e vicegovernatore della Banca mondiale e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Sono stato anche membro del Comitato monetario europeo e ho presieduto il gruppo dei rappresentanti personali dei ministri delle Finanze dell'UE che ha redatto il patto sull'Unione monetaria europea del trattato di Maastricht.
Oltre alla mia esperienza professionale, sono presidente dell'associazione senza scopo di lucro "The Bridge Forum Dialogue a.s.b.l" dal 2000, anno della sua fondazione. Le istituzioni e gli organi dell'Unione europea con sede a Lussemburgo partecipano a questo forum per scambiare opinioni nell'ambito dell'integrazione europea.
3. Quali sono state le decisioni più importanti cui ha partecipato nella Sua vita professionale?
Ho avuto il privilegio di partecipare a molti negoziati e all'elaborazione di decisioni a livello nazionale, europeo e internazionale su questioni economiche e finanziarie. Desidero citare solo alcune occasioni che ritengo importanti.
Nella veste di rappresentante personale del ministro lussemburghese delle Finanze, ho presieduto il relativo gruppo di redazione nel corso dei negoziati del trattato di Maastricht.
Durante il mio periodo al FMI ho assistito alla transizione al sistema monetario attuale come previsto dal secondo emendamento allo Statuto del FMI.
Sono a capo della Banque centrale du Luxembourg dalla sua istituzione nel 1998.
Dall'introduzione dell'euro sono membro del consiglio direttivo e del consiglio generale della BCE contribuendo all'adempimento del mandato della BCE.
In particolare considero le sfide che sono derivate dalla crisi finanziaria e del debito sovrano un'esperienza importante. Dall'insorgere della crisi sono stato coinvolto nelle decisioni adottate dal consiglio direttivo della BCE per attenuare le conseguenze per il settore finanziario e l'economia reale nell'area dell'euro.
4. Ha partecipazioni finanziarie in un'impresa o impegni di altra natura suscettibili di confliggere con le Sue future funzioni? Sussistono altri fattori di rilievo, personali o di altra natura, di cui il Parlamento dovrebbe tenere conto in sede di valutazione della Sua nomina?
No.
5. Quali saranno gli obiettivi principali che perseguirà durante gli otto anni del suo mandato come membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea?
Considero mio dovere primario obbedire pienamente al mandato della BCE previsto dal trattato.
In base al trattato, l'obiettivo principale della BCE è di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio periodo nell'area dell'euro nel suo complesso e, fatta salva la stabilità dei prezzi, di sostenere le politiche economiche generali nell'Unione.
Secondo il trattato, inoltre, la BCE ha anche l'obiettivo guida, sempre fatta salva la stabilità dei prezzi, di contribuire alla stabilità del sistema finanziario.
In linea con le competenze della BCE, agirò con indipendenza nell'interesse generale dell'area dell'euro e dell'UE nel suo complesso. Di conseguenza, nel ruolo di membro del comitato della BCE non agirò come mandatario dello Stato membro di cui sono cittadino.
Inoltre, attribuisco grande valore alla competenza, all'integrità, alla trasparenza e alla responsabilità.
Sono convinto che il processo decisionale collegiale e un atteggiamento altamente professionale costituiscano risorse importanti per la BCE.
B. Politica monetaria della BCE
6. Ritiene che si potrebbe raggiungere un punto in cui sarà necessario decidere tra un basso tasso di inflazione e un collasso dell'area dell'euro? In tale situazione, per quale alternativa propenderebbe?
L'Unione monetaria europea poggia sul consenso che un contesto di bassa inflazione rappresenti il migliore contributo che la politica monetaria possa dare alla crescita economica, alla creazione di posti di lavoro, alla coesione sociale e alla stabilità finanziaria. Per mantenere il sostegno per la moneta comune e l'integrità dell'area dell'euro è pertanto di fondamentale importanza che la BCE adempia al suo mandato di garantire la stabilità dei prezzi.
Il trattato non solo conferisce alla BCE il preciso mandato di mantenere la stabilità dei prezzi, ma definisce anche chiari limiti riguardo alla portata della sua azione. Ritengo che la risoluzione di problemi economici strutturali o di squilibri di bilancio esuli dai mezzi di una banca centrale e che questi debbano essere affrontati con adeguate politiche economiche e fiscali.
A questo proposito, i governi dell'area dell'euro hanno espresso il loro fermo impegno a fare quanto necessario per risolvere l'attuale crisi del debito sovrano nell'area dell'euro e per preservare l'euro stesso. Tale impegno trova conferma negli incoraggianti progressi conseguiti verso il ripristino di posizioni di bilancio solide nell'intera area dell'euro e l'attuazione di riforme strutturali per riconquistare competitività in particolare negli Stati membri più vulnerabili, sebbene ulteriori sforzi decisi siano giustificati. Questo impegno si riflette anche nella volontà dei leader europei di procedere con le riforme istituzionali a livello europeo con l'obiettivo di rendere l'UEM pienamente commisurata all'unione monetaria.
Al contempo, la politica monetaria della BCE durante la crisi è stata efficace nell'evitare esiti peggiori. Sono convinto che la strategia di politica monetaria della BCE sia attrezzata molto bene per affrontare le sfide della crisi in atto. Aspettative d'inflazione a lungo termine ben ancorate in un contesto caratterizzato da bassa pressione inflazionistica hanno consentito alla BCE di ridurre i tassi di interesse a livelli molto bassi, favorendo la crescita economica. Inoltre, la BCE ha attuato una serie di misure di politica monetaria non convenzionali a sostegno del processo di trasmissione della politica monetaria con l'obiettivo di mantenere la stabilità dei prezzi, sostenendo in tal modo il flusso di credito all'economia reale nonché la stabilità del sistema finanziario dell'area dell'euro.
7. Qual è il Suo punto di vista sull'eterogeneità delle condizioni monetarie nell'area dell'euro e il suo impatto sull'uniformità della politica monetaria della BCE?
Sebbene un certo grado di differenziazione nazionale delle condizioni economiche e finanziarie sia un elemento normale in un'unione monetaria, l'eterogeneità è aumentata nell'area dell'euro durante la crisi. In particolare, le condizioni monetarie si sono sempre più frammentate nei vari paesi. I mercati monetari si sono indeboliti, soprattutto oltre le frontiere nazionali. L'inversione dei flussi finanziari transfrontalieri ha limitato gli sviluppi monetari e creditizi in diversi paesi dell'area dell'euro. Ciò rappresenta una sfida per la conduzione e la trasmissione della politica monetaria unica.
L'attuale livello di eterogeneità riflette gli squilibri fiscali, macroeconomici e finanziari accumulati nel corso del tempo in diversi paesi dell'area dell'euro, così come un diverso passo nella correzione di tali squilibri. Gli squilibri riguardano in particolare alti livelli di debiti nel settore pubblico e privato e vulnerabilità nel settore finanziario. Il ripristino della competitività in questi paesi richiede sostanziali adeguamenti dei prezzi relativi. Sono inoltre necessarie solide politiche strutturali e fiscali per garantire il ritorno a un percorso di crescita sostenibile.
La politica monetaria della BCE è volta al mantenimento della stabilità dei prezzi nell'area dell'euro nel suo complesso. Una serie di misure di politica monetaria non convenzionali adottate durante la crisi hanno contribuito a garantire una trasmissione più omogenea della politica monetaria nell'intera area dell'euro al fine di mantenere la stabilità dei prezzi. In prospettiva, la politica monetaria non può fornire una soluzione durevole alle cause all'origine dell'eterogeneità. Mentre le politiche della BCE possono contribuire a garantire un processo di adeguamento più agevole e offrire un rimedio temporaneo, ciò non può sostituire gli adeguamenti strutturali necessari nelle economie dell'area dell'euro. Le azioni politiche future devono fornire miglioramenti in una varietà di settori e un quadro di governance rafforzato. L'urgenza principale è di attuare rapidamente le decisioni già adottate quali punti di partenza per una maggiore integrazione.
Come indicato dal presidente della BCE in occasione della conferenza stampa del 2 agosto, il consiglio direttivo ritiene che la frammentazione finanziaria ostacoli l'efficace funzionamento della politica monetaria. Abbiamo esaminato diversi sintomi della frammentazione dei mercati finanziari nella nostra discussione. Questi includono la quota dei prestiti transfrontalieri nel mercato monetario, che è diminuita dal 60% fino alla metà del 2011 al 40% attuale. I depositi interbancari non nazionali sono al livello più basso dall'inizio del 2008 per numerosi paesi. La crescente concentrazione in alcuni paesi del ricorso alle operazioni di immissione di liquidità dell'Eurosistema rappresenta un'ulteriore illustrazione di tale segmentazione. Vi è un aumento significativo dell'utilizzo di garanzie nazionali nelle operazioni di rifinanziamento della BCE. La quota dell'uso transfrontaliero di garanzie nell'area dell'euro è pari a circa il 20% attualmente rispetto al 50% nel 2006. Vi è una grande divergenza nei tassi pronti contro termine di tipo general collateral tra gli emittenti sovrani della periferia e del centro dell'area dell'euro, che ha avuto origine alla fine del 2011. Esistono molti altri segni della frammentazione monetaria. Sono d'accordo con il presidente sul fatto che questa frammentazione debba essere superata.
8. Ritiene che ci sia stato un eccesso di fiducia nelle banche dell'area dell'euro, quanto all'erogazione di liquidità da parte della BCE?
Nell'ottobre 2008 la BCE ha modificato la sua politica di aggiudicazione in una procedura di aste a tasso fisso con piena aggiudicazione a causa del non corretto funzionamento dei mercati monetari dell'euro e del rapido deterioramento della fiducia nei mercati finanziari a livello mondiale a seguito del fallimento della banca d'affari statunitense Lehman Brothers. In base a tale politica di aggiudicazione, l'ammontare delle riserve delle banche centrali detenute dalle banche in ciascun periodo è determinato dalla domanda aggregata delle banche in queste aste. Un'elevata richiesta dell'intermediazione della banca centrale e un'incertezza diffusa hanno portato a un'elevata domanda di credito dell'Eurosistema da parte delle banche, che supera le strette esigenze di liquidità dei settori bancari. Attualmente i mercati monetari dell'area dell'euro presentano un livello insolitamente alto di segmentazione, sempre più concentrata lungo le frontiere nazionali, che ha portato a livelli molto elevati di intermediazione delle banche centrali e a un eccesso di liquidità di circa 800 miliardi di euro. Tuttavia, dietro a questa cifra aggregata esiste una significativa eterogeneità delle banche e persino degli interi sistemi bancari. Potrebbero esistere singoli casi, in alcuni paesi, di eccessiva dipendenza dal finanziamento dell'Eurosistema.
In generale ritengo che, a livello delle singole banche, sia opportuno monitorare tale dipendenza, soprattutto al fine di evitare la proliferazione di modelli di business inadeguati. Complessivamente, la dipendenza riflette piuttosto il grado di segmentazione del mercato monetario e di stress dei mercati finanziari, attualmente molto elevato.
In particolare, è il legame tra emittenti sovrani e banche che rende difficile per i sistemi bancari in paesi caratterizzati da posizioni di bilancio più deboli mantenere o riconquistare l'accesso al mercato a condizioni accessibili. Desidero pertanto sottolineare che miglioramenti credibili alle dinamiche di bilancio sono essenziali anche nella prospettiva di ridurre la dipendenza dei sistemi bancari dalla banca centrale in alcuni Stati membri. Anche eventuali incertezze nei riassetti normativi potrebbero contribuire all'eccessivo ricorso all'intermediazione della banca centrale.
9. Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, in che modo ritiene che la BCE debba soddisfare gli obblighi secondari previsti dal trattato (contribuire alla crescita economica e alla piena occupazione) e di quali strumenti può servirsi?
Secondo quanto sancito dall'articolo 127 del trattato, l'obiettivo principale dell'Eurosistema è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Il consiglio direttivo della BCE ha quantificato tale obiettivo puntando a un'inflazione inferiore ma prossima al 2% nel medio periodo.
Questa definizione tiene conto anche della necessità di sostenere "[...] le politiche economiche generali nella Comunità al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi della Comunità definiti nell'articolo 2". Sono profondamente convinto che la stabilità dei prezzi sia di per sé il miglior contributo che la politica monetaria possa dare alla creazione di condizioni favorevoli per la crescita economica sostenibile e che favorisca le politiche economiche generali della Comunità. Essa migliora il funzionamento del meccanismo dei prezzi e promuove un'efficiente assegnazione delle risorse. La stabilità dei prezzi inoltre riduce al minimo il premio per il rischio di inflazione nei tassi di interesse a lungo termine e salvaguarda il potere d'acquisto dei consumatori, dei lavoratori salariati, dei pensionati e dei risparmiatori.
Inoltre, l'orientamento a medio termine della politica monetaria della BCE contribuisce ad ancorare fermamente le aspettative d'inflazione reagendo, al contempo, in modo adeguato agli shock economici e finanziari che colpiscono l'economia dell'area dell'euro, tenendo conto anche dei tempi necessari perché la politica monetaria si trasmetta all'economia. Un chiaro esempio dell'importanza dell'orientamento a medio termine è la conduzione della politica monetaria durante la crisi finanziaria in atto. Nonostante i tassi di inflazione fluttuanti oltre il 2% nei mesi a venire, la decisione adottata dalla BCE a inizio luglio 2012 ha mostrato la sua disponibilità a ridurre i tassi di interesse ai minimi storici in un contesto di pressioni inflazionistiche in diminuzione nell'arco del periodo di riferimento della politica.
Infine, la BCE ha attuato una serie di misure di politica monetaria non convenzionali per risolvere le disfunzioni nel processo di trasmissione. Tali misure sono state adottate in particolare in un contesto di incertezze e vincoli circa il finanziamento sul mercato delle banche che minacciava realmente di minare i prestiti bancari e creava pressioni per un deleveraging di ampia portata. Al riguardo, le misure della BCE erano volte a sostenere il flusso di credito alle famiglie e alle imprese per adempiere al suo mandato principale di mantenere la stabilità dei prezzi, ma al contempo hanno dato anche un contributo importante al sostegno della crescita economica e dell'occupazione nell'area dell'euro.
10. Quali ruoli, rapporti e sfide intravede per la BCE e il futuro meccanismo europeo di stabilità? Ritiene che la BCE avrebbe bisogno di ulteriori strumenti per far fronte alla crisi dell'area dell'euro?
La BCE e il futuro MES hanno mandati distinti e chiaramente definiti. L'obiettivo principale e prioritario della BCE è il mantenimento della stabilità dei prezzi nell'area dell'euro, mentre il MES avrà il compito di salvaguardare la stabilità finanziaria nell'area dell'euro nel suo complesso. Gli obiettivi delle due istituzioni – uno monetario, l'altro fiscale – sono complementari, nella misura in cui la stabilità dei prezzi è una condizione necessaria per la più ampia stabilità macrofinanziaria, e la stabilità finanziaria sostiene l'agevole trasmissione della politica monetaria all'economia reale, contribuendo così alla stabilità dei prezzi.
Entrambe le istituzioni sono dotate di strumenti per adempiere ai rispettivi mandati. La BCE mantiene la stabilità dei prezzi attraverso variazioni al suo tasso di riferimento – il suo strumento standard – e misure non convenzionali per risolvere le disfunzioni nel meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Il MES dispone di strumenti per salvaguardare la stabilità finanziaria e prevenire il contagio, compresi i prestiti e le linee di credito precauzionali agli Stati membri dell'area dell'euro, l'acquisto di obbligazioni di Stato nei mercati primari e secondari e i prestiti per la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie. Tutto il sostegno del MES è subordinato a condizioni.
Il ruolo della BCE nel quadro del futuro MES è definito chiaramente nel trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità. Ai fini della decisione di concedere il sostegno del MES, la BCE parteciperà alla valutazione dell'esistenza di un rischio per la stabilità finanziaria dell'area dell'euro nel suo complesso, alla definizione delle esigenze finanziarie del membro del MES interessato e all'interazione con altre istituzioni per negoziare e monitorare un protocollo d'intesa che precisi le condizioni politiche. Inoltre, la BCE valuterà se sono presenti eccezionali turbolenze dei mercati finanziari e rischi per la stabilità finanziaria che giustifichino l'attivazione di acquisti nel mercato secondario da parte del MES. In aggiunta, la BCE e il FESF hanno sottoscritto un accordo di agenzia, in virtù del quale la BCE condurrà operazioni di mercato per conto del FESF, e si prevede che un accordo analogo sarà concluso con il MES.
Per quanto riguarda i mezzi per far fronte alla crisi dell'area dell'euro, la BCE dispone di tutti gli strumenti di cui necessita per mantenere la stabilità dei prezzi in linea con il suo mandato e nei limiti previsti dal trattato. Affrontare aspetti più ampi della crisi dell'area dell'euro non è competenza della politica monetaria, ma richiede misure decise da parte degli Stati membri dell'area dell'euro.
Nella riunione tenutasi il 2 agosto, il consiglio direttivo della BCE ha affermato che i governi devono tenersi pronti ad attivare il FESF/MES nel mercato obbligazionario in presenza di circostanze eccezionali nei mercati finanziari e rischi per la stabilità finanziaria, con condizioni rigorose ed efficaci in linea con gli orientamenti stabiliti.
L'adesione dei governi ai loro impegni e il rispetto da parte del FESF/MES del suo ruolo sono condizioni necessarie. Come dichiarato dal presidente alla conferenza stampa del 2 agosto, il consiglio direttivo, nell'ambito del suo mandato di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio periodo e nel rispetto della sua indipendenza nel definire la politica monetaria, può avviare operazioni definitive di mercato aperto di dimensioni adeguate al raggiungimento dei suoi obiettivi. In questo contesto saranno affrontate le preoccupazioni degli investitori privati circa la priorità. Inoltre, il consiglio direttivo può considerare di adottare ulteriori misure di politica monetaria non convenzionali in base a quanto è necessario per ripristinare la trasmissione della politica monetaria. Qualsiasi attività di mercato convincente è tuttavia subordinata a una tabella di marcia credibile per una maggiore integrazione nei settori fiscale, finanziario e politico.
11. Come intende assicurare la trasparenza in relazione all'SMP e al programma per l'acquisto di obbligazioni garantite?
La BCE pubblica le consistenze dell'SMP e del CBPP2 una volta alla settimana.
12. La BCE ha intrapreso operazioni di politica monetaria non convenzionali nel corso degli ultimi quattro anni. Le considererebbe sovvenzioni importanti al settore bancario? In caso affermativo, a quale importo equivarrebbero? Quale ritiene sia il calendario per l'uscita della BCE dalle attuali misure non convenzionali?
L'obiettivo principale delle misure non convenzionali adottate dalla BCE è quello di contribuire al buon funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Ad esempio, la BCE intendeva fornire sostegno per il rifinanziamento ai bilanci delle banche dell'area dell'euro attraverso le sue operazioni di rifinanziamento più a lungo termine con scadenza a 3 anni nonché attraverso la sua procedura della piena aggiudicazione in tutte le operazioni. Come dichiarato anche dal presidente della BCE nella sua audizione dinanzi alla commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, queste misure si erano rese necessarie in presenza di elevati premi per rischio di liquidità in conseguenza di un aumento dell'incertezza e della volatilità dei mercati finanziari, e perché le banche dell'area dell'euro stavano affrontando condizioni sempre più difficili per il rifinanziamento della loro attività. Le misure della BCE hanno contribuito ad abbassare tali premi e hanno stabilizzato il finanziamento bancario, ed entrambi i provvedimenti possono essere considerati volti a ridurre la distorsione del mercato.
Le misure non convenzionali sono state adottate al fine di salvaguardare la trasmissione della politica monetaria unica, volta a preservare la stabilità dei prezzi nell'area dell'euro. Come tutte le misure di politica monetaria, esse hanno un impatto sul bilancio delle banche e di altri operatori economici, il che fa parte del processo di trasmissione.
Le misure non convenzionali restano in vigore per tutto il tempo necessario. Tuttavia, considerato il loro forte impatto sui prezzi di mercato, è essenziale un attento monitoraggio dell'evoluzione della situazione e della necessità di mantenerle onde evitare che comportino possibili effetti collaterali negativi. Queste misure sono per natura e definizione temporanee. Sono oggetto di monitoraggio costante quanto alla loro utilità.
13. Quale ruolo dovrebbero avere i rating nazionali, dal Suo punto di vista, sulla politica della BCE? Ritiene che la BCE in linea di principio dovrebbe accettare come titoli tutte le obbligazioni di Stato dell'area dell'euro?
L'Eurosistema tiene conto di molti elementi nella valutazione degli standard di credito per le attività idonee quali garanzie nelle operazioni di politica monetaria. I rating delle agenzie di rating del credito costituiscono un fattore importante, ma non l'unico dato utilizzato per valutare la qualità delle attività e per garantire un'elevata protezione del rischio. Nel caso di emittenti sovrani soggetti a un programma di aggiustamento FMI-UE, ad esempio, la valutazione della BCE del programma e il rispetto del programma da parte del paese svolgono un ruolo fondamentale.
Il quadro di riferimento dell'Eurosistema per la valutazione della qualità creditizia è stato messo a punto per garantire un'adeguata protezione del rischio per l'Eurosistema nelle sue operazioni di politica monetaria. Esso definisce gli standard applicati dalla BCE per i titoli, incluse le obbligazioni di Stato dei paesi dell'area dell'euro. L'Eurosistema può limitare l'uso dei titoli, rifiutarli, o applicare ulteriori scarti di garanzia agli stessi sulla base di tutte le informazioni che ritiene rilevanti, se ciò è necessario a garantire che l'assunzione di rischi nelle operazioni di politica monetaria continui a essere adeguata.
Appoggio l'impegno del G20 di ridurre ulteriormente l'affidamento sulle agenzie di rating del credito, come è stato inoltre ripetutamente chiesto anche dalla commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo nell'ambito di una revisione della normativa dell'Unione sulle agenzie di rating del credito. A quanto mi risulta, l'Eurosistema sta lavorando attivamente in questa direzione, in particolare potenziando la propria capacità interna di valutazione del rischio di credito e migliorando la propria capacità di diligenza dovuta relativamente ai sistemi esterni di valutazione del credito. Ciò richiede un approccio graduale in modo tale che sia possibile sviluppare internamente un'alternativa credibile e adeguata alla valutazione del merito creditizio.
14. Come valuta il successo della recente iniziativa per la partecipazione del settore privato (PSI) per la ristrutturazione del debito greco? Come possiamo essere sicuri che questo provvedimento non sarà nuovamente necessario?
La ristrutturazione del debito sovrano greco realizzata nel marzo-aprile 2012 ha ridotto lo stock di debito pubblico di 106 miliardi di euro o del 50% del PIL.
Questo risultato è stato facilitato dall'uso di clausole d'azione collettiva che hanno contribuito a raggiungere il tasso di partecipazione del 96%. Tuttavia, mentre questa ristrutturazione del debito ha contribuito a ripristinare la sostenibilità del debito pubblico in Grecia, in ultima analisi tale obiettivo può essere raggiunto solo se le autorità greche dimostreranno perseveranza nell'attuazione del programma di aggiustamento economico. Purtroppo, dopo l'approvazione del secondo programma per la Grecia, l'attuazione delle politiche si è praticamente arrestata, mentre le prospettive macroeconomiche sono ulteriormente peggiorate. Questi fattori hanno influenzato negativamente la sostenibilità del debito della Grecia. La priorità ora è che il nuovo governo riporti il programma in carreggiata. Non ritengo utile in questa fase una discussione su una nuova operazione di ristrutturazione del debito. In primo luogo, tale discussione comprometterebbe ulteriormente gli incentivi per l'attuazione del programma da parte del governo greco. In secondo luogo, potrebbe compromettere anche gli incentivi per il risanamento dei conti pubblici e per le riforme strutturali in altri paesi vulnerabili dell'area dell'euro.
15. Come valuta la crescita delle attività e passività dei membri della BCE correlate a Target II?
Le passività e proporzionalmente le attività correlate a Target2 nei bilanci delle banche centrali nazionali nell'area dell'euro sono aumentate considerevolmente nel corso della crisi finanziaria. Questo perché i sistemi bancari di alcuni paesi sono alle prese con deflussi a cui non corrispondono afflussi e che non possono essere compensati da fondi raccolti sul mercato. La compensazione avviene invece attraverso l'assunzione di prestiti dalle banche centrali nazionali a fronte di garanzie. Allo stesso tempo, i paesi che registrano afflussi presentano attività correlate a Target2.
I bilanci di Target2 riflettono il sostegno dell'Eurosistema che garantisce che le banche solventi non abbiano problemi di liquidità e che il capitale possa circolare liberamente tra gli Stati membri. Gli squilibri di Target2 nella misura attuale potrebbero essere evitati spezzando il legame perturbante tra le banche e i loro governi, in cui le banche deboli trascinano giù i governi e viceversa, vale a dire con l'obiettivo a lungo termine che le banche diventino veramente europee. Nel caso in cui sia istituita in modo credibile un'unione dei mercati finanziari, accompagnata da un patto di bilancio efficiente e da una procedura per gli squilibri macroeconomici, gli squilibri di Target 2 diventerebbero molto meno pronunciati.
Questi squilibri possono inoltre essere influenzati creando reti di infrastrutture che operano a livello internazionale situate in alcuni paesi.
16. Qual è la Sua opinione riguardo al ritmo con cui i nuovi Stati membri dovrebbero aderire all'unione monetaria e adottare l'euro, considerati tutti i criteri di convergenza e la partecipazione al meccanismo di cambio (ERM II)?
Il trattato è molto chiaro: deve essere raggiunto "un alto grado di sostenibile convergenza" prima che un paese possa adottare l'euro. Ciò significa che una semplice lettura meccanica dei criteri di convergenza, definiti all'articolo 140 del trattato, non è sufficiente. Ciò di cui abbiamo bisogno è una valutazione della sostenibilità dell'adozione dell'euro. Se la convergenza economica non è sostenibile, i paesi finiranno per sperimentare problemi, quali perdite di competitività e/o cicli di forte crescita e repentina contrazione. L'esperienza dell'area dell'euro ha fornito prove assolute di quanto sia importante valutare attentamente la disponibilità di un paese ad adottare l'euro sulla base di statistiche affidabili. Questo vale anche per la partecipazione all'ERM II, che costituisce una precondizione necessaria per l'adozione dell'euro. Gli Stati membri devono dimostrare di essere in grado di mantenere la stabilità dei prezzi, la disciplina fiscale e la competitività senza importanti aggiustamenti dei tassi di cambio.
Nel complesso, la velocità con cui avviene l'adozione dell'euro varia da paese a paese poiché dipende dal grado di convergenza raggiunto. Per quanto riguarda i nuovi Stati membri che non hanno ancora adottato l'euro (Bulgaria, Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia e Romania), la Commissione europea e la Banca centrale europea hanno effettuato la loro ultima valutazione nelle relazioni sulla convergenza 2012 pubblicate il 30 maggio. Allora nessuno di questi paesi soddisfaceva tutti i criteri economici e giuridici per l'adozione dell'euro.
17. Qual è il Suo punto di vista sull'iniziativa "Oltre il PIL"?
Prevedere di massimizzare il benessere dei propri cittadini in modo sostenibile è un compito cruciale per i responsabili delle politiche. A questo riguardo è essenziale, e auspicabile, impegnarsi costantemente per la migliore misura possibile in materia di benessere. Come emerso anche dal dibattito in seno alla commissione per i problemi economici e monetari, diverse misure sono adatte a seconda dell'obiettivo in questione. Il vantaggio della misura relativa al PIL è che essa coglie relativamente bene l'attività macroeconomica di un paese. Il suo utilizzo è adeguato quando si analizza l'attività economica o la si confronta con altre variabili economiche, come i livelli di debito pubblico.
Pertanto, statistiche di elevata qualità sul PIL (e sulla produzione potenziale) sono essenziali. Tuttavia, sembra naturale integrare pure misure della produzione, come il PIL, con altri indicatori nella valutazione del benessere complessivo della popolazione, in particolare in una prospettiva a lungo termine. Questi indicatori potrebbero tra l'altro comprendere lo stato dell'ambiente, l'inclusione sociale e il sistema sanitario. I dati provenienti dall'indagine Household Finance and Consumption Survey dell'Eurosistema, attualmente in fase di esecuzione, aggiungeranno informazioni interessanti riguardo agli aspetti distributivi del debito e della ricchezza.
18. Quali sono, a Suo avviso, le principali sfide per il Sistema statistico europeo nel prossimo decennio?
La recente crisi finanziaria ha dimostrato quanto sia importante che le statistiche europee siano puntuali, affidabili e di alta qualità. L'importanza delle statistiche per i responsabili delle politiche è destinata ad aumentare ulteriormente. Garantire la credibilità delle statistiche economiche e finanziarie ufficiali europee sarà una condizione necessaria per sostenere un quadro integrato di governance economica nell'UE e una vigilanza macroeconomica globale che valuti la crescita sostenibile ed equilibrata in seno al G20. A questo scopo saranno necessari dati confrontabili di elevata qualità relativi ai paesi e dati più granulari. Gli standard statistici internazionali aggiornati di recente dovranno essere attuati in maniera coordinata in tutta l'UE. Altrettanto importante è la credibilità, nonché l'indipendenza, delle istituzioni che producono questi dati statistici e il fatto che i risultati siano comunicati e resi facilmente disponibili come un bene pubblico gratuito.
Le statistiche europee sono elaborate, prodotte e diffuse sia dal Sistema statistico europeo (SSE) che dal Sistema europeo delle banche centrali (SEBC). Eurostat e gli istituti nazionali di statistica (INS) dell'UE, il SSE, affronteranno le sfide di rafforzare i loro sistemi di gestione della qualità sulla base del codice delle statistiche europee e della loro indipendenza. Tutti i paesi dell'UE dovranno sottoscrivere gli impegni per assicurare la fiducia nelle statistiche previsti. Inoltre, il SSE dovrà cooperare ancora più strettamente con il SEBC nell'efficace quadro del comitato delle statistiche monetarie, finanziarie e della bilancia dei pagamenti (CMFB), coordinando e rendendo più rapida ed efficiente la raccolta dei dati e i processi di produzione. Ciò dovrebbe contribuire a mantenere, o persino aumentare, la qualità delle statistiche, riducendo al contempo i costi complessivi della produzione delle statistiche europee.
C. Posizioni sulla politica economica dell'UE
19. Come si dovrebbe agire per porre fine alla crisi?
La crisi deve essere affrontata sia a livello nazionale, attraverso il risanamento dei conti pubblici e le riforme strutturali per aumentare il potenziale di crescita, che a livello europeo, attraverso un miglioramento della governance e dell'integrazione.
Per combattere la crisi è necessario affrontarne le cause: indebitamento pubblico eccessivo, competitività insufficiente e sviluppi indesiderati nel settore finanziario. Pertanto, i governi altamente indebitati devono ridurre il rapporto tra debito pubblico e PIL nel medio periodo in piena conformità del quadro di governance rafforzato dell'UE. Ciò è tanto più importante in quanto anche un elevato rapporto debito pubblico/PIL pesa sulla crescita. Per limitare i suoi possibili effetti negativi iniziali sulla crescita, il risanamento dei conti pubblici dovrebbe concentrarsi su una maggiore efficienza della spesa ed evitare tagli inopportuni agli investimenti pubblici. Questo credibile aggiustamento di bilancio a medio termine aumenterà la fiducia nei mercati finanziari e comporterà premi di rischio più contenuti. Ciò si trasmetterà al settore privato e infine genererà una crescita maggiore.
Il risanamento globale dei conti pubblici necessario in Europa deve essere accompagnato in modo molto più deciso da riforme strutturali volte ad aumentare la crescita potenziale e a migliorare la capacità di assorbimento degli urti delle economie nazionali. La maggior parte dei paesi che stanno soffrendo la pressione dei mercati finanziari ha già iniziato a introdurre riforme importanti. Benché ulteriori misure volte a ridurre le rigidità esistenti nei mercati dei prodotti e del lavoro appaiano particolarmente impegnative dal punto di vista politico in un contesto di crescita contenuta, esse sono inevitabili per conseguire una crescita sostenibile nel medio-lungo periodo.
Quindi, la concorrenza dovrebbe essere ulteriormente rafforzata nei mercati dei prodotti, anche attraverso il completamento del mercato unico, e i salari dovrebbero adeguarsi in modo flessibile, rispecchiando le condizioni del mercato del lavoro e la produttività.
Inoltre, è necessario promuovere una crescita sostenibile della produttività, tra l'altro favorendo gli investimenti nella ricerca e lo sviluppo e garantendo un'elevata qualità dell'istruzione e della formazione permanente. Tali misure sono parimenti funzionali all'aumento della competitività non legata ai prezzi. In aggiunta ai miglioramenti nella competitività dei prezzi, tali misure sono in grado di favorire le esportazioni degli Stati membri e di rafforzare le imprese concorrenti nelle importazioni, facilitando il necessario riequilibrio laddove prevalgono ancora squilibri macroeconomici.
Per salvaguardare la crescita, la stabilità e la prosperità in modo sostenibile, è necessaria una mossa decisa per un'autentica Unione economica e monetaria. Le proposte presentate dal presidente del Consiglio europeo in stretta collaborazione con i presidenti della Commissione, dell'Eurogruppo e della BCE nel giugno 20120 vanno nella giusta direzione. Anche se la crisi ha favorito il rafforzamento richiesto del quadro di bilancio regolamentato, sono necessari altri provvedimenti verso un'unione fiscale per garantire che tutti i paesi dell'area dell'euro, e l'area dell'euro nel suo complesso, perseguano sempre politiche fiscali sostenibili. Anche l'area dell'euro deve procedere verso un quadro integrato di politica economica per aumentare la pressione tra pari sui paesi affinché attuino le riforme strutturali necessarie.
Inoltre, sono necessarie riforme del settore finanziario nella maggior parte degli Stati membri. L'impegno politico di introdurre un regime di vigilanza unificato ai sensi dell'articolo 127, paragrafo 6, del TFUE deve essere realizzato.
Infine, è molto importante che una più profonda integrazione nell'ambito dell'UEM sia accompagnata da una maggiore responsabilità, in particolare nei confronti del Parlamento europeo, per garantire la legittimità democratica di questo processo.
20. Che cosa comporterebbe per la governance economica dell'area dell'euro l'emissione di stability bond/ eurobond? Ha preferenze tra le opzioni presentate dalla Commissione nel suo Libro verde?
L'introduzione di eurobond o di strumenti di debito congiunti che prevedano elevati obblighi fiscali reciproci dipende in modo cruciale dalla tempistica adeguata. È praticabile solo in seguito a un trasferimento significativo di sovranità fiscale a livello europeo con l'obiettivo di conseguire un'autentica unione economica nell'area dell'euro. In assenza di tale trasferimento di sovranità, che consenta una governance economica efficace, l'emissione di titoli di debito congiunti mancherebbe di credibilità, creerebbe una situazione di azzardo morale e rischierebbe di indebolire gli incentivi per politiche di bilancio sane, che sono essenziali in un'unione economica e monetaria. Le politiche di bilancio sane contribuiscono anche al perseguimento della stabilità dei prezzi da parte dell'Eurosistema.
Con la corretta tempistica, tuttavia, l'emissione di titoli di debito congiunti offre anche potenziali benefici per l'integrazione finanziaria e il funzionamento del mercato nonché per la stabilità finanziaria. Pertanto, una volta realizzata un'unione fiscale credibile dotata di adeguata legittimità democratica, vedrei l'emissione congiunta di debito pubblico da parte degli Stati membri dell'area dell'euro come una possibile integrazione.
21. Quali sono, a Suo avviso, gli obiettivi principali per il 2020 della strategia per la crescita e l'occupazione? In che modo la BCE e gli strumenti di coordinamento della politica economica contribuiscono al successo di questa strategia? Indichi per favore in ordine di importanza le riforme strutturali che ritiene fondamentali per l'UE e giustifichi la Sua scelta.
Gli Stati membri devono aumentare in modo sostenibile il potenziale di crescita delle loro economie, che negli ultimi anni è stato relativamente modesto e in diminuzione nella maggior parte dei paesi europei. A questo scopo, la politica economica degli Stati membri dovrebbe sostenere l'innovazione, fornire un ambiente favorevole alle imprese e rafforzare la competitività attraverso la riduzione delle rigidità esistenti nei mercati dei prodotti e del lavoro. Un tale ambiente potrebbe creare le condizioni ottimali per una crescita economica sostenibile e la creazione di posti di lavoro.
La concordata strategia Europa 2020 e il Patto euro plus, in cui si sono impegnati numerosi paesi dell'UE, evidenziano importanti settori delle riforme strutturali su cui devono concentrarsi i paesi. L'ordine di importanza delle riforme strutturali è altamente specifico per i singoli paesi e varia nei diversi paesi dell'UE. Ciò nonostante, nella maggior parte degli Stati membri e in particolare nell'area dell'euro, dove il meccanismo di aggiustamento fondamentale è la flessibilità dei prezzi e dei salari, sono necessarie riforme strutturali che favoriscano la crescita costituite da riforme ambiziose che accrescano la flessibilità e la concorrenza nei mercati dei prodotti e del lavoro. Le riforme dei mercati del lavoro dovrebbero garantire che i salari si evolvano in linea con la produttività poiché hanno un impatto diretto sulla competitività dei paesi. La flessibilità dei salari è necessaria in particolare in periodi caratterizzati da una crescita modesta della produttività. Al fine di agevolare la flessibilità dei salari, sarebbe opportuno eliminare le clausole di indicizzazione automatica dei salari, esaminare attentamente la normativa sulla tutela dell'occupazione e rafforzare la contrattazione a livello aziendale. Inoltre, modifiche ai sistemi di assicurazione contro la disoccupazione e politiche attive del mercato del lavoro dovrebbero facilitare la riallocazione delle risorse verso imprese e settori più competitivi. Per quanto riguarda i mercati dei prodotti, si dovrebbe affrontare urgentemente la questione delle rendite eccessive in particolare nelle professioni protette. Occorre coraggio di fronte alle pressioni dei gruppi privilegiati e agli interessi di settore per incrementare la concorrenza, liberalizzare le professioni chiuse e regolamentare l'immigrazione. Margini di profitto eccessivi sono particolarmente diffusi nei settori dei servizi orientati al mercato interno.
L'innovazione dovrebbe essere sostenuta con investimenti nella ricerca e lo sviluppo, ma anche nell'istruzione superiore e nell'apprendimento permanente. L'istruzione professionale si è dimostrata particolarmente efficace in alcuni Stati membri nel contenere la disoccupazione giovanile e potrebbe fornire un modello per altri paesi che attualmente presentano tassi di disoccupazione elevati tra i giovani. Inoltre, l'ambiente imprenditoriale potrebbe essere migliorato in molti Stati membri riducendo le formalità burocratiche. L'attuazione di queste misure rimane responsabilità primaria degli Stati membri Nel contesto dell'attuale crisi, che tra l'altro ha evidenziato le debolezze dei meccanismi dell'UE esistenti per il coordinamento delle politiche economiche, si dovrebbero sondare le possibilità per incrementare gli incentivi volti a far sì che gli Stati membri perseguano le necessarie riforme strutturali, comprese modalità per rafforzare la pressione tra pari tra gli Stati membri.
A mio parere, la BCE contribuisce nel modo migliore a una crescita sostenibile e alla promozione degli investimenti a lungo termine del settore privato garantendo la stabilità dei prezzi.
22. Qual è la Sua opinione sulla tassazione delle transazioni finanziarie? Ritiene che una tassa sulle transazioni valutarie che coinvolgono l'euro possa avere effetti positivi, ad esempio stabilizzando i tassi di cambio dei paesi che vorranno aderire all'area dell'euro in futuro? Qual è la Sua posizione in merito alla possibilità di attuare un'imposta sulle transazioni finanziarie solo in alcuni Stati membri?
Esistono molte proposte diverse sulla tassazione delle transazioni finanziarie. Tassare le transazioni valutarie è particolarmente problematico, in quanto limita la libera circolazione dei capitali. La proposta più recente della Commissione esclude le transazioni valutarie, ma vedo ancora molti inconvenienti in un'imposta sulle transazioni finanziarie. I fautori sostengono che una ITF potrebbe contemporaneamente i) ridurre la volatilità nei mercati finanziari, ii) salvaguardare l'integrità del mercato finanziario unico e iii) riscuotere entrate fiscali che potrebbero servire per internalizzare il costo della risoluzione bancaria. Benché ciascuno di questi obiettivi sia di per sé auspicabile, non sono certo che essi possano essere raggiunti con un'imposta sulle transazioni finanziarie. La supposta riduzione della volatilità, ad esempio, non è stata confermata da studi teorici o empirici. Al contrario, un aumento dei costi delle transazioni comporterebbe una riduzione della liquidità di mercato.
Inoltre, per ciascuno degli obiettivi indicati sono stati proposti strumenti politici più adeguati attualmente in fase di discussione. Alcune pratiche di trading algoritmico potrebbero essere affrontate attraverso la regolamentazione. I fondi di risoluzione bancaria possono essere finanziati in modo più adeguato attraverso prelievi sulle banche.
Se dovesse essere introdotta una ITF, si dovrebbe ricordare che essa presenta il problema di una base imponibile molto elastica per cui sarebbe soggetta a molteplici forme di evasione ed elusione fiscale se non attuata a livello mondiale. Un'introduzione selettiva di una ITF renderebbe impossibili alcuni degli obiettivi iniziali, soprattutto l'armonizzazione nel mercato finanziario unico dell'UE.
23. A Suo avviso, quali sono i ruoli del Consiglio e della BCE in termini di rappresentanza esterna dell'area dell'euro?
I ruoli del Consiglio e della BCE in termini di rappresentanza esterna derivano dalle loro rispettive competenze politiche definite nel trattato. Di conseguenza, la BCE ha la competenza esclusiva di rappresentare la politica monetaria unica e altri compiti. La politica del cambio dell'euro è una competenza che riguarda sia il Consiglio che la BCE. Le politiche economiche, per contro, sono per lo più rimaste responsabilità degli Stati membri, i quali inoltre rappresentano tali politiche esternamente. Ciò premesso, l'Europa, e in particolare l'area dell'euro, attualmente è impegnata in un sostanziale rafforzamento delle sue strutture di governance economica. Nel corso del tempo, a questo processo dovrebbe corrispondere un maggiore coordinamento della rappresentanza esterna di queste politiche a livello mondiale. In questo contesto, l'articolo 138 del TFUE fornisce una via per garantire una rappresentanza unificata sulle questioni di particolare interesse per l'UEM nelle sedi internazionali. Tuttavia, in ultima analisi si tratta di una questione politica e pertanto spetta agli Stati membri decidere.
24. Come valuta la recente evoluzione del tasso di cambio USD/EUR?
Con l'intensificarsi della crisi del debito sovrano nell'area dell'euro nella seconda metà del 2011, l'euro si è deprezzato nei confronti del dollaro USA in un contesto di elevata volatilità dei tassi di cambio. Dal luglio 2011, l'euro si è deprezzato di circa il 15% rispetto al dollaro USA. L'indebolimento dell'euro è stato in gran parte legato all'accresciuta avversione al rischio a livello mondiale in presenza di tensioni in alcuni mercati del debito dell'area dell'euro e a un deterioramento delle prospettive di crescita mondiali.
In una prospettiva di lungo periodo, l'euro ha continuato a essere una valuta notevolmente stabile, anche in confronto ad altre valute importanti. Con un cambio di circa 1,20-1,25 dollari per euro, a luglio/agosto 2012 l'euro era prossimo alla sua media di lungo termine a partire dalla sua nascita nel 1999. Ciò evidenzia che l'attuale crisi dell'area dell'euro non ha compromesso il valore della moneta, sia esso interno o esterno.
25. Come valuta la recente evoluzione del tasso di cambio CNY/EUR? Crede che le banche centrali siano in grado di lottare adeguatamente contro l'eccessiva volatilità? Ritiene che il ruolo internazionale dell'euro debba essere incoraggiato?
Poiché la valuta cinese continua a scambiare in una banda relativamente ristretta rispetto al dollaro USA, l'evoluzione del tasso di cambio CNY/EUR dipende in larga misura dall'evoluzione dell'euro rispetto al dollaro USA. L'apprezzamento del renminbi cinese di quasi il 4% rispetto all'euro dall'inizio dell'anno è stato, al riguardo, il risultato del deprezzamento dell'euro rispetto al dollaro USA (5%), mentre il renminbi ha perso oltre l'1% rispetto al dollaro USA. Da quando la Banca popolare cinese (PBoC) ha annunciato che avrebbe ampliato la banda di fluttuazione giornaliera del renminbi rispetto al dollaro USA a metà aprile 2012, la crescita del renminbi rispetto al dollaro USA ha perso terreno. Anche se l'annuncio non può essere considerato un impegno più deciso da parte della PBoC a consentire una tendenza all'apprezzamento più pronunciata, la decisione è accolta favorevolmente dal punto di vista dell'area dell'euro in quanto una maggiore flessibilità valutaria è una precondizione per l'ulteriore apertura del conto capitale cinese.
Ciò dovrebbe contribuire a rafforzare le capacità di determinazione del prezzo e di gestione del rischio degli operatori del mercato e a consolidare altre riforme decisamente necessarie nel settore finanziario.
Condivido l'approccio neutrale dell'Eurosistema secondo cui l'utilizzo internazionale dell'euro non dovrebbe essere ostacolato né incoraggiato. L'utilizzo internazionale delle valute è essenzialmente il risultato di un processo guidato dal mercato. La comunità internazionale ha la responsabilità di garantire che il processo di internazionalizzazione delle valute sia agevole e non generi di per sé instabilità finanziaria. Come rispecchiato dai tassi di cambio dell'euro relativamente stabili rispetto ad altre importanti valute di riserva, il ruolo internazionale dell'euro è rimasto relativamente stabile durante la crisi del debito sovrano nell'area dell'euro.
26. Come valuta i risultati del G20? Qual è il Suo parere riguardo al livello di coordinamento attuale?
Il G20 è il principale forum per la cooperazione delle politiche economiche a livello mondiale. In particolare ha svolto un ruolo importante durante la crisi finanziaria globale del 2008-2009 e ora durante la crisi europea costituendo un forum per lo scambio e la cooperazione su un ampio spettro di questioni economiche e finanziarie. In quanto tale, il G20 complessivamente è stato un successo da quando ha iniziato a svolgere questo ruolo nel 2008.
I suoi sforzi per rafforzare il funzionamento del sistema monetario internazionale sono apprezzati, così come la sua approvazione dei principali elementi costitutivi della riforma della regolamentazione globale da parte del Comitato di Basilea e del FSB.
In tale contesto, in particolare valuto con favore l'istituzione di sei gruppi consultivi regionali del FSB con l'obiettivo di riunire autorità finanziarie da paesi membri e non membri del FSB per promuovere la stabilità finanziaria e scambiare opinioni sulle vulnerabilità che interessano i sistemi finanziari. Il FSB nel novembre 2010 ha annunciato le disposizioni per espandere e formalizzare l'attività allargata oltre i suoi membri. Ho il privilegio di copresiedere il Gruppo consultivo regionale per l'Europa con il mio collega britannico.
Tuttavia, il successo di questi sforzi internazionali dipenderà dall'attuazione a livello nazionale in linea con il Quadro per una crescita forte, sostenibile ed equilibrata. Infatti, sia a livello europeo che mondiale, la realizzazione risoluta dell'impegno politico è cruciale.
D. Stabilità e vigilanza in ambito finanziario
27. È favorevole a un'unione bancaria? In caso affermativo, quale forma dovrebbe assumere? La BCE dovrebbe svolgere un ruolo nella vigilanza degli istituti finanziari ed eventualmente quale? In caso affermativo, quali modifiche di responsabilità dovrebbero essere messe in atto? Alcuni poteri di vigilanza dovrebbero essere delegati all'ABE?
Per far fronte alle debolezze strutturali del quadro di stabilità finanziaria, e in particolare per spezzare il legame tra il settore bancario e gli emittenti sovrani, l'area dell'euro richiede un'unione bancaria con un'unica autorità di vigilanza bancaria, integrata da soluzioni a livello europeo per la risoluzione in linea con i principi fondamentali del FSB e nel corso del tempo un meccanismo di garanzia dei depositi a livello UE.
In occasione della riunione del Consiglio europeo e del vertice dell'area dell'euro del giugno 2012, i capi di Stato o di governo hanno espresso il loro impegno ad applicare l'articolo 127, paragrafo 6, del TFUE e hanno assegnato alla BCE compiti di vigilanza per le banche dell'area dell'euro.
A mio avviso, la BCE dovrebbe essere investita di poteri di vigilanza in conformità dei seguenti principi.
Primo, la conduzione della vigilanza dovrebbe essere basata su una separazione chiara ed efficace dalla conduzione della politica monetaria unica. L'obiettivo principale della BCE come sancito dal trattato è quello di garantire la stabilità dei prezzi nell'area dell'euro.
Secondo, le responsabilità di vigilanza dovrebbero essere ampie ed efficaci al fine di ridurre al minimo eventuali rischi economici e di reputazione. Ciò implica che l'ambito di vigilanza della BCE dovrebbe includere tutte le banche dell'area dell'euro mentre i compiti di vigilanza sarebbero organizzati in modo decentrato.
Terzo, la conduzione operativa dei compiti di vigilanza dovrebbe essere quanto più possibile decentrata e affidata alle autorità di vigilanza nazionali. Questo garantirà la stretta prossimità con gli enti soggetti a vigilanza, oltre a essere in linea con i principi di proporzionalità e sussidiarietà. Al contempo, i compiti di vigilanza nazionale dovrebbero essere svolti in stretto coordinamento con il SEBC assicurando alla BCE l'accesso a tutte le informazioni rilevanti in modo tempestivo e attraverso regolari procedure di notifica.
Quarto, i compiti di vigilanza dovrebbero essere svolti con le necessarie garanzie di indipendenza. L'indipendenza della banca centrale è essenziale per quanto riguarda la politica monetaria e può inoltre proteggere la vigilanza da indebite interferenze esterne, nonché dal rischio di cattura del regolatore.
Infine, la vigilanza dovrebbe essere soggetta a standard elevati di responsabilità democratica per garantire la fiducia nello svolgimento di questa funzione pubblica nell'area dell'euro. I canali di responsabilità per la vigilanza dovrebbero essere, quanto più possibile, distinti da quello della politica monetaria.
Per quanto riguarda i rapporti con l'ABE, la BCE dovrebbe esercitare la vigilanza in conformità della normativa dell'UE e in linea con le norme dell'ABE. La BCE pertanto sosterrebbe ulteriormente alcune attività principali dell'ABE, quali quelle che promuovono la convergenza in materia di vigilanza a livello UE. Non sostituirebbe alcuna funzione dell'ABE, solo quelle delle autorità nazionali di vigilanza. Di conseguenza, le competenze della BCE non sarebbero in contrasto con la normativa dell'UE o con il ruolo dell'ABE.
28. Qual è il Suo parere in merito alla regolamentazione sugli enti del sistema bancario ombra?
Da un punto di vista prudenziale, è importante che i rischi inerenti alle attività bancarie siano affrontati in quanto tali in modo completo e sistematico piuttosto che rivolgersi solo a istituzioni definite banche regolamentate. Sia il FSB che la Commissione europea si stanno adoperando per individuare le aree di possibile intervento normativo. A mio parere, le iniziative in materia di regolamentazione dovrebbero affrontare le seguenti questioni.
Primo, è importante promuovere un'adeguata gestione del rischio derivante per le banche dalla loro esposizione alle banche ombra e ridurre al minimo gli incentivi nel quadro normativo che favoriscono i rapporti con le banche ombra piuttosto che con le banche regolamentate.
Secondo, per quanto riguarda i fondi di mercato monetario, è ancora in discussione la possibilità di muoversi in modo vincolante verso un valore patrimoniale netto variabile al fine di limitare il rischio di un ricorso massiccio ai fondi di mercato monetario. L'Eurosistema ritiene che vi sia la necessità di ulteriori misure che limitino la trasformazione delle scadenze e il rischio di credito.
Terzo, va inoltre valutato ulteriormente se alcune disposizioni della CRD IV debbano essere applicate alle imprese finanziarie che non accettano depositi con lo scopo di limitare la portata di futuri arbitraggi normativi da parte degli erogatori di credito.
Quarto, un elemento importante del lavoro del FSB riguarda possibili iniziative sulle operazioni pronti contro termine e sulle operazioni di prestito titoli. Tra le questioni affrontate figurano la prociclicità dei margini utilizzati nelle operazioni di finanziamento tramite titoli e i rischi legati al reimpegno e al riuso delle attività dei clienti. Il FSB presenterà una relazione su queste questioni alla fine dell'anno. La relazione costituirà la base per valutare quali iniziative specifiche dovrebbero essere intraprese nell'Unione europea.
Per quanto concerne i mercati pronti contro termine in generale, sostengo la recente proposta dell'Eurosistema per le opportune iniziative a livello europeo, come uno sforzo congiunto da parte delle autorità pubbliche e del settore finanziario, per istituire una banca dati centrale per acquisire una migliore conoscenza dei mercati del finanziamento tramite titoli e pronti contro termine. Ottenere maggiori informazioni sulle attività dei mercati pronti contro termine è importante sia per l'attuazione della politica monetaria che per considerazioni di stabilità finanziaria.
E. Funzionamento della BCE, responsabilità democratica e trasparenza
29. Secondo il Suo parere, le differenti responsabilità dei membri del comitato dovrebbero cambiare nel corso del tempo, in linea con i cambiamenti che avvengono per i compiti e le priorità della BCE?
In base alla struttura della governance societaria stabilita dal trattato e dallo statuto del SEBC e della BCE, il comitato esecutivo della BCE è un organo decisionale collegiale. Le responsabilità sono infatti assegnate al comitato esecutivo in quanto tale e non ai suoi membri individualmente. Proprio questo aspetto permette di sfruttare le diverse esperienze e competenze professionali dei membri del comitato esecutivo. Tale combinazione di competenze e approcci si è dimostrata essere una risorsa estremamente preziosa per qualsiasi istituzione, tanto più in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo attualmente.
Al contempo, per facilitare il funzionamento quotidiano della BCE, sono state istituite linee di informazione dirette tra i singoli membri del comitato esecutivo e i vari dipartimenti della BCE, sulla base della ripartizione dei portafogli decisa dai membri del comitato. Questa ripartizione amministrativa delle responsabilità gestionali non pregiudica la natura collegiale del processo decisionale del comitato esecutivo. La distribuzione dei portafogli è rivista di tanto in tanto.
30. Quale sistema ritiene appropriato al fine di garantire un equo avvicendamento dei membri nel comitato esecutivo della BCE anche per quanto riguarda la nazionalità e il genere?
La diversità è una risorsa preziosa: consente di affrontare e conciliare approcci differenti, e in tal modo arricchisce e rafforza il processo decisionale. È pertanto importante promuovere la diversità.
Ciò premesso, le uniche condizioni previste dal trattato e dallo statuto del SEBC e della BCE in merito alla nomina dei membri del comitato esecutivo della BCE riguardano le loro competenze ed esperienze professionali: "i membri del comitato esecutivo devono essere nominati tra persone di riconosciuta levatura ed esperienza personale nel settore monetario o bancario". Il quadro giuridico applicabile non prevede la possibilità di definire ulteriori criteri in aggiunta a quelli stabiliti dalle attuali disposizioni del trattato.
31. Che cosa pensa della necessità di incrementare la varietà di esperienze rappresentate nel comitato della BCE anziché affidarsi esclusivamente ai banchieri centrali? Qual è la Sua posizione in relazione alla questione delle "porte girevoli" tra organi di vigilanza o di regolamentazione e istituzioni private dello stesso settore?
Come già evidenziato nella mia risposta alla domanda precedente, la diversità è una risorsa preziosa che arricchisce e rafforza il processo decisionale. Lo stesso vale anche per la diversità in termini di ambiti ed esperienze professionali rilevanti: stimola la riflessione, arricchisce la formazione di opinioni e favorisce un processo decisionale sano e solido.
Il trattato non limita il serbatoio di reclutamento per il comitato esecutivo della BCE a una particolare professione, ma, nell'interesse stesso della BCE, si concentra sulla conoscenza e sull'esperienza dei candidati. Il trattato infatti richiede che i candidati abbiano una "riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario", a prescindere da dove abbiano raggiunto la loro levatura o acquisito la loro esperienza.
Tra l'altro, il fatto che un banchiere centrale sia scelto per diventare membro del comitato esecutivo della BCE non significa che egli abbia costruito tutta la sua carriera nelle banche centrali. Infatti, molti di noi (incluso il sottoscritto) hanno avuto esperienze professionali precedenti in un altro campo del settore pubblico (Tesoro), nel mondo accademico e/o nel settore (finanziario) privato. La mia istruzione e la mia esperienza in ambito giuridico potrebbero aggiungere un ulteriore elemento di diversità al comitato esecutivo della BCE.
Il rischio di conflitto di interesse dopo la scadenza del mandato di un membro del comitato esecutivo della BCE viene affrontato nel quadro giuridico applicabile. Ad esempio, il codice di condotta per i membri del consiglio direttivo impone un anno di pausa nel corso del quale gli ex membri devono continuare a evitare ogni conflitto di interesse che possa derivare da qualunque nuova attività privata o professionale. Inoltre, le condizioni di impiego per i membri del comitato esecutivo della BCE impediscono loro di accettare qualsiasi posizione di dipendente, manageriale o di consulenza, retribuita o meno, con un ente che è stato una controparte nella politica monetaria dell'Eurosistema o nelle operazioni sui cambi.
Tale divieto è valido per un anno dalla cessazione dei loro compiti, salvo eventuali decisioni del consiglio direttivo.
32. Quale sarà il Suo approccio personale al dialogo sociale nella BCE?
Il mantenimento di un dialogo proficuo tra datori di lavoro e lavoratori non è soltanto essenziale per la motivazione del personale, ma anche per la sana governance di un'organizzazione.
Sono a conoscenza del fatto che la BCE consulta i rappresentanti del personale riguardo alle modifiche delle condizioni di impiego e alle relative politiche e mi impegno a sostenere questa pratica. Inoltre, in qualità di candidato membro del comitato esecutivo della BCE, plaudo alla sua prassi attuale di incontrare direttamente i rappresentanti del personale in una riunione annuale e in altre occasioni, in base alle responsabilità e alle circostanze. In generale, ritengo importante mantenere la fiducia e la comprensione tra i rappresentanti della BCE e i rappresentanti del personale.
La BCE inoltre intrattiene un dialogo con i rappresentanti del personale del SEBC, per informarli sulle decisioni che devono essere adottate dagli organi decisionali della BCE che possono avere un impatto significativo sulla situazione occupazionale nelle banche centrali.
33. Sarebbe favorevole ad una procedura di conferma da parte del Parlamento europeo (nonostante gli interrogativi che tale modifica solleverebbe a livello costituzionale)?
Ai sensi dell'articolo 283 del TFUE l'obiettivo principale della procedura di nomina di un membro del comitato esecutivo della BCE dovrebbe essere quello di garantire che per questa posizione siano designate "persone di riconosciuta levatura ed esperienza personale nel settore monetario o bancario". Il trattato attribuisce il diritto di nomina al Consiglio europeo ma solo "previa consultazione del Parlamento europeo".
A giudicare dalle nomine precedenti e attuali, il sistema in vigore ha fornito adeguatamente candidati che hanno assolto il loro dovere in modo ammirevole. Da questo punto di vista, non rilevo chiare indicazioni che giustificherebbero una revisione di questa pratica. Tuttavia, non spetta a un banchiere centrale decidere in merito a tali questioni procedurali che rientrano, a ragione, rigorosamente nelle competenze delle parti del trattato.
34. Può esprimere il Suo parere relativo al concetto di responsabilità democratica per quanto riguarda la BCE e le banche centrali in generale?
La responsabilità democratica è essenziale per garantire la legittimità e l'adempimento del mandato principale della BCE nei confronti delle autorità pubbliche e politiche. Il Parlamento europeo, in quanto unica istituzione europea eletta direttamente svolge un ruolo fondamentale nel chiedere conto alla BCE. I meccanismi di responsabilità garantiscono così che la BCE agisca in conformità del suo mandato. Il trattato ha riconosciuto alla BCE una forte indipendenza, sulla base del fatto che tale assetto è il più adeguato a garantire la stabilità dei prezzi.
Al contempo, la BCE si è impegnata a soddisfare i più elevati livelli di responsabilità nei confronti del pubblico in generale, del Parlamento europeo e degli operatori dei mercati finanziari e va ben oltre gli obblighi legali nelle sue regolari attività di notifica. Soprattutto, la BCE pubblica un Rapporto annuale, un Bollettino mensile, rendiconti finanziari settimanali e una grande varietà di altri rapporti e articoli di ricerca, accessibili al pubblico sul sito web della BCE. Il sito inoltre fornisce al pubblico pareri e atti giuridici della BCE, ad esempio riguardo alle operazioni di politica monetaria, un'ampia raccolta di dati statistici nonché informazioni dettagliate per gli utenti con interessi specifici. Una volta al mese, la BCE spiega le sue decisioni in materia di politica monetaria in una conferenza stampa e risponde alle domande dei giornalisti, il che costituisce un esempio unico di approccio aperto e trasparente alla comunicazione della banca centrale. L'impegno della BCE alla responsabilità e alla trasparenza è illustrato anche dai numerosi discorsi tenuti dai membri del consiglio direttivo. Sono molto favorevole all'approccio della BCE che prevede spiegazioni in tempo reale regolari ed esaustive delle sue valutazioni e decisioni in materia di politica monetaria. Le tecnologie dell'informazione, come Internet, costituiscono una preziosa opportunità per rendere le informazioni disponibili a un vasto pubblico a costi molto contenuti.
Il Parlamento europeo, nella sua funzione di organo democraticamente eletto a livello europeo, chiede conto alla BCE. Una volta all'anno il Parlamento europeo approva una risoluzione sul Rapporto annuale della BCE, che è pubblicato il giorno in cui è presentato al Parlamento europeo.
Nel dialogo monetario trimestrale, il presidente della BCE riferisce sulle azioni di politica monetaria. A mio avviso, questo dialogo è stato molto utile nel corso della crisi per spiegare le misure politiche della BCE. Regolarmente, le audizioni davano il via a un ampio dibattito pubblico sulle misure volte a superare le sfide economiche.
Le banche centrali nazionali si trovano in una situazione simile per quanto riguarda il loro rapporto con i parlamenti nazionali sulla base dei rispettivi quadri giuridici. In qualità di governatore della BCL ho esperienza nel rispondere agli inviti del parlamento nazionale ad esprimere opinioni sulla situazione economica, la stabilità finanziaria, la posizione di bilancio, i problemi strutturali ecc.
35. A quali conclusioni giunge confrontando le politiche di trasparenza seguite dalla Federal Reserve Bank e dalla BCE? Cosa pensa della pubblicazione da parte della Fed o della Banca d'Inghilterra dei verbali delle loro riunioni? Ritiene che tale politica possa essere applicata alla BCE?
Una politica monetaria trasparente fornisce al pubblico informazioni rilevanti per meglio comprendere e valutare la politica monetaria della banca centrale. La trasparenza aiuta l'opinione pubblica a valutare l'operato della banca centrale. La aiuta inoltre a farsi delle aspettative sul corso futuro della politica della banca centrale, facilitando il raggiungimento del mandato della stessa. Pertanto, al giorno d'oggi è ampiamente riconosciuto che una comunicazione e un'interazione trasparenti con il pubblico aumentano la credibilità, la prevedibilità e l'efficacia della politica monetaria. Fin dall'inizio la BCE ha sottolineato che la trasparenza è un elemento importante del suo approccio di politica monetaria, presentando e spiegando all'opinione pubblica le sue decisioni politiche in modo aperto, chiaro e tempestivo.
La BCE ha annunciato una strategia formale di politica monetaria con una definizione quantitativa della stabilità dei prezzi. Inoltre, il presidente della BCE spiega le decisioni politiche in una conferenza stampa mensile, in comunicati stampa e molte altre pubblicazioni della BCE. È corretto affermare che finora l'approccio della Fed ha presentato un'ampia convergenza con la pratica della BCE. Nel gennaio 2012 la Fed ha chiarito che un tasso d'inflazione al 2% nel lungo periodo è ora considerato assolutamente in linea con il mandato della Fed. Questa definizione di stabilità dei prezzi è molto simile alla definizione della BCE di mantenere un'inflazione inferiore ma prossima al 2%. Nel 2011 il presidente Bernanke ha iniziato a tenere conferenze stampa anche dopo alcune riunioni del Federal Open Market Committee, una pratica – e ricordo molto bene questa decisione consapevole – che la BCE aveva giù adottato ai suoi inizi, nel 1998.
La trasparenza non solo aiuta la banca centrale a svolgere il suo mandato in modo più efficace, ma le consente anche di essere più facilmente ritenuta responsabile per le sue azioni. Tuttavia, poiché le banche centrali hanno a disposizione diversi strumenti per migliorare la loro comunicazione, esse devono scegliere il canale di comunicazione più appropriato a seconda delle circostanze. In particolare, i comitati di politica monetaria possono essere soggetti a modalità diverse di responsabilità. Mentre molti comitati sono soggetti a un sistema di responsabilità collettiva (la Fed e la BCE), alcuni altri si basano sulla responsabilità individuale dei decisori politici, come la Banca d'Inghilterra. Entrambi gli approcci presentano vantaggi e svantaggi, e implicazioni per la comunicazione della banca centrale. Se da un lato la pubblicazione dei verbali delle deliberazioni sulla politica monetaria potrebbe aiutare il pubblico a prevedere meglio le future variazioni dei tassi di interesse, dall'altro è opportuno tenere conto del rischio che il pubblico possa attribuire maggiore importanza alle opinioni individuali piuttosto che agli argomenti economici pertinenti e alla decisione della maggioranza presa in particolare in assenza di un'unione politica.
Inoltre, nel caso della BCE, il trattato stesso stabilisce la riservatezza dei lavori delle riunioni del consiglio direttivo. Tale disposizione mira a garantire l'indipendenza del processo decisionale in materia di politica monetaria nonché la responsabilità collettiva dei membri del consiglio direttivo nel suo complesso. Queste condizioni giustificano il fatto che le informazioni fornite dalla BCE si concentrino sulla valutazione collettiva del consiglio direttivo. La dichiarazione introduttiva mensile del presidente fornisce al pubblico una sintesi completa della valutazione dell'evoluzione economica, rilevante ai fini politici. La conferenza stampa mensile tenuta alla fine di ogni riunione di politica monetaria, che comprende una sessione di domande e risposte, costituisce una piattaforma per la delucidazione tempestiva delle discussioni e delle decisioni in materia di politica monetaria.
Inoltre, la BCE pubblica anche sul suo sito web, alla fine di ogni mese, una breve sintesi delle decisioni adottate dal consiglio direttivo al di fuori dell'ambito della politica monetaria. Poiché attraverso questi canali si rendono disponibili al pubblico informazioni e spiegazioni esaustive in tempo reale, non vedo valide ragioni per cambiare la prassi corrente.
36. Qual è la Sua opinione riguardo al dialogo monetario con il Parlamento europeo? I membri del comitato della BCE potrebbero discutere della politica monetaria e delle sue decisioni con altri soggetti politici o ciò potrebbe mettere a rischio l'indipendenza della banca?
Le attuali audizioni periodiche trimestrali sono uno dei meccanismi chiave della responsabilità democratica della BCE. Esse facilitano il dialogo tra i deputati al PE e la BCE e più recentemente, nel contesto della crisi, hanno reso possibile l'importante discussione sulle potenziali misure di risoluzione. Sono inoltre cruciali nel consentire alla BCE di spiegare la logica e le ragioni alla base delle misure che adotta. Pertanto, il dialogo monetario trimestrale è un importante strumento di comunicazione al Parlamento e al pubblico in generale. Benché sia necessario mantenere efficaci rapporti di lavoro con altri organi politici quali l'Eurogruppo e il Consiglio ECOFIN, in particolare nel contesto della risoluzione della crisi finanziaria e del debito sovrano, è molto importante che il Parlamento europeo rimanga l'unico organo a cui la BCE deve rendere conto. Considerato il mandato della BCE di mantenere la stabilità dei prezzi nell'area dell'euro nel suo complesso, il Parlamento europeo è l'istituzione competente ad adempiere all'espletamento della responsabilità democratica nella forma del dialogo monetario.
37. Quali ritiene siano i rischi e le sfide più importanti per la BCE?
L'area dell'euro è attualmente alle prese con una crisi multiforme, i cui elementi sono strettamente interconnessi: mercati del debito sovrano altamente volatili, un settore finanziario instabile e una crescita modesta o negativa in molti dei suoi Stati membri. La BCE sta quindi affrontando diverse sfide importanti.
Al centro delle responsabilità della BCE vi è la conduzione della politica monetaria con lo scopo di garantire la stabilità dei prezzi nell'area dell'euro nel suo complesso.
La crisi ha compromesso in modo preoccupante la corretta trasmissione dell'orientamento della politica monetaria della BCE alle economie degli Stati membri. Nello specifico, i tassi di interesse della politica monetaria non si trasmettono all'economia come prima della crisi. In risposta, la BCE ha fatto ricorso a misure di politica monetaria non convenzionali con l'obiettivo di sostenere il meccanismo di trasmissione e garantire che i tassi di interesse siano correttamente trasmessi all'economia reale. È necessario un monitoraggio costante e la BCE deve intraprendere azioni coraggiose quando necessario per garantire l'adempimento del suo mandato.
Dato che la crisi sta colpendo i paesi dell'area dell'euro in modi diversi, si è rilevata anche una maggiore divergenza degli indicatori economici in tutta l'area dell'euro. In questo contesto di maggiore eterogeneità, la BCE deve continuare a svolgere il suo mandato di garantire la stabilità dei prezzi nell'area dell'euro nel suo complesso. La risposta politica accuratamente elaborata dalla BCE ha contribuito a ridurre l'eterogeneità delle condizioni finanziarie, ha consentito un'adozione differenziata delle misure non convenzionali nell'area dell'euro e ha agevolato la trasmissione della politica monetaria. Tuttavia, l'eterogeneità continuerà a costituire una sfida politica per la BCE fintantoché le economie dell'area dell'euro rimarranno vulnerabili.
In particolare, i rischi per la stabilità finanziaria dell'area dell'euro continuano a prevalere alla luce del perdurare della crisi del debito sovrano e della sua interazione con il settore bancario. In linea con il suo mandato di salvaguardare la stabilità dei prezzi, la BCE ha intrapreso azioni rapide e decise per fornire liquidità alle banche dell'area dell'euro in un periodo di maggiore incertezza. Ciò ha in gran parte evitato che i problemi di liquidità si trasformassero in problemi di solvibilità e in tal modo ha sostenuto la stabilità finanziaria. Tuttavia, altri squilibri fondamentali nel sistema bancario devono essere affrontati dalle autorità competenti. È necessaria un'azione decisa da parte dei responsabili politici verso l'istituzione di un'unione dei mercati finanziari nell'area dell'euro per indirizzare il sistema bancario su solide basi per il futuro. L'istituzione di un unico meccanismo di vigilanza è un passo importante in tal senso.
Infine, l'attuale crisi ha rivelato le debolezze nel quadro di governance dell'UEM. Le politiche adottate dagli emittenti sovrani europei erano incompatibili con l'appartenenza a un'unione valutaria e in alcuni casi hanno minato la fiducia dei mercati finanziari nella sostenibilità a lungo termine dei bilanci nazionali. In molti casi, il risanamento dei conti pubblici e le riforme strutturali precedenti alla crisi erano insufficienti. È necessario con urgenza un quadro europeo di governance economica notevolmente rinforzato. Sebbene siano stati conseguiti progressi significativi, quali il rafforzamento del Patto di stabilità e crescita, l'introduzione del semestre europeo, l'adozione del patto di bilancio e l'istituzione di un meccanismo europeo di risoluzione delle crisi, è necessario fare di più. Oltre a istituire un'unione dei mercati finanziari, l'area dell'euro deve progredire verso quadri politici integrati per le politiche fiscali ed economiche, nonché verso l'unione politica, in modo da garantire la legittimità politica di questo processo. In conclusione, i governi dell'area dell'euro devono condividere molta più sovranità a livello europeo per quanto riguarda le loro politiche economiche, fiscali e di mercato finanziario.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
22.10.2012 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
20 13 12 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Burkhard Balz, Elena Băsescu, Sharon Bowles, Leonardo Domenici, Derk Jan Eppink, Diogo Feio, Markus Ferber, Elisa Ferreira, Ildikó Gáll-Pelcz, Sven Giegold, Sylvie Goulard, Liem Hoang Ngoc, Syed Kamall, Wolf Klinz, Jürgen Klute, Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, Philippe Lamberts, Werner Langen, Astrid Lulling, Hans-Peter Martin, Ivari Padar, Alfredo Pallone, Anni Podimata, Olle Schmidt, Edward Scicluna, Peter Simon, Theodor Dumitru Stolojan, Kay Swinburne, Sampo Terho, Marianne Thyssen, Corien Wortmann-Kool, Pablo Zalba Bidegain |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Jean-Pierre Audy, Pervenche Berès, Saïd El Khadraoui, Sari Essayah, Robert Goebbels, Roberto Gualtieri, Danuta Maria Hübner, Sophia in ‘t Veld, Olle Ludvigsson, Thomas Mann, Sirpa Pietikäinen, Gianni Pittella, Nils Torvalds |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Julie Girling, Charles Goerens, Erminia Mazzoni |
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