RELAZIONE sull'edilizia popolare nell'Unione europea
30.4.2013 - (2012/2293(INI))
Commissione per l'occupazione e gli affari sociali
Relatore: Karima Delli
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sull'edilizia popolare nell'Unione europea
Il Parlamento europeo,
– visti il trattato sull'Unione europea (TEU), in particolare l'articolo 3, paragrafo 3, e il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare gli articoli 9, 14, 148, 151, 153 e 160 nonché il relativo protocollo (n. 26) sui servizi d'interesse generale,
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare gli articoli 34 e 36,
– visto il protocollo n. 26 del TFUE sui servizi di interesse generale,
– vista la Carta sociale europea (riveduta), in particolare l'articolo 30 (diritto alla protezione contro la povertà e l'esclusione sociale), l'articolo 31 (diritto all'abitazione) e l'articolo 16 (diritto della famiglia a una tutela sociale, giuridica ed economica),
– vista la comunicazione della Commissione, del 3 marzo 2010, intitolata "Europa 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010)2020),
– visto il regolamento (UE) n. 1173/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, relativo all'effettiva esecuzione della sorveglianza di bilancio nella zona euro[1],
– visto il regolamento (UE) n. 1175/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche[2],
– visto il regolamento (UE) n. 1177/2011 del Consiglio, dell'8 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1467/97 per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi[3],
– visto il regolamento (UE) n. 1174/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulle misure esecutive per la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi nella zona euro[4],
– visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici[5],
– vista la direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell'8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri[6],
– vista la comunicazione della Commissione del 18 aprile 2012 intitolata "Verso una ripresa fonte di occupazione" (COM(2012)0173),
– visti la comunicazione della Commissione intitolata "La Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale" (COM(2010)0758), il parere del Comitato economico e sociale europeo, il parere del Comitato delle regioni sull'argomento, e la sua risoluzione del 15 novembre 2011[7] su questo tema,
– visto il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo al Fondo sociale europeo e recante abrogazione del regolamento (CE) n. 1784/1999[8],
– visto il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999[9],
– visto il regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e recante abrogazione del regolamento (CE) n. 1783/1999[10],
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca compresi nel quadro strategico comune e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 (COM(2011)0615),
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni specifiche concernenti il Fondo europeo di sviluppo regionale e l'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006 (COM(2011)0614),
– vista la comunicazione della Commissione del 26 novembre 2008 intitolata "Un piano europeo di ripresa economica" (COM(2008)0800),
– vista la direttiva 2012/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE[11] e la sua risoluzione del 15 dicembre 2012 ad essa collegata[12],
– vista la direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006, relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto[13],
– vista la comunicazione della Commissione del 23 marzo 2011 intitolata "Riforma delle norme UE in materia di aiuti di Stato relativamente ai servizi di interesse economico generale" (COM(2011)0146) e la sua risoluzione del 15 novembre 2011 ad essa collegata[14],
– vista la comunicazione della Commissione intitolata "Strategia per un'attuazione effettiva della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea" (COM(2010)0573),
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020" (COM(2011)0173),
– visti gli orientamenti della Commissione, del 15 maggio 2012, in materia di buone pratiche per limitare, mitigare e compensare l'impermeabilizzazione del suolo (SWD(2012) 101 def.),
– vista l'analisi 2012 della Commissione sull'occupazione e gli sviluppi sociali in Europa dell'8 gennaio 2013[15],
– visto il Pacchetto investimenti sociali della Commissione del 20 febbraio 2013,
– viste le statistiche europee relative al reddito e alle condizioni di vita (UE-SILC) e il comunicato stampa di Eurostat dell'8 febbraio 2012[16],
– viste le statistiche europee contenute nella terza indagine europea sulla qualità della vita, e in particolare il capitolo 6[17],
– vista la relazione di Eurofound concernente i servizi di consulenza sui debiti delle famiglie nell'Unione europea[18],
– vista la relazione di Eurofound sulle condizioni di vita dei rom "Substandard housing and health"[19],
– vista la decisione della Commissione, del 20 dicembre 2011, riguardante l'applicazione delle disposizioni dell'articolo 106, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea agli aiuti di Stato sotto forma di compensazione degli obblighi di servizio pubblico, concessi a determinate imprese incaricate della gestione di servizi di interesse economico generale[20],
– vista la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 14 marzo 2013 nella causa C-415/11 (Mohamed Aziz) a tutela dei consumatori che hanno contratto un mutuo nei confronti delle banche in caso di condizioni contrattuali abusive[21],
– vista la decisione n. 1098/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2008, riguardante l'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale (2010)[22],
– vista la dichiarazione del Consiglio del 6 dicembre 2010 su "L'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale: lavorare insieme per combattere la povertà nel 2010 e oltre"[23],
– vista la relazione del 18 febbraio 2011 del comitato per la protezione sociale (SPC) intitolata "Valutazione della dimensione sociale della strategia Europa 2020"[24],
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 5 febbraio 2010 intitolato "Joint Report on Social Protection and Social Inclusion" (SEC(2010)0098),
– vista la relazione dell'SPC del 15 febbraio 2010 dal titolo "Joint Report on Social Protection and Social Inclusion 2010"[25],
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo sugli "Aspetti problematici di una definizione dell'edilizia abitativa sociale come servizio d'interesse economico generale"[26],
– visto il parere del Comitato delle regioni "Verso un'agenda europea per l'edilizia abitativa sociale"[27],
– vista la sua risoluzione del 20 novembre 2012 sul patto per gli investimenti sociali come risposta alla crisi[28],
– vista la sua risoluzione del 16 giugno 2010 sulla strategia Europa 2020[29],
– vista la sua risoluzione del 20 maggio 2010 sul contributo della politica di coesione al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona e di UE 2020[30],
– vista la sua risoluzione legislativa dell'8 settembre 2010 sulla proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione: Parte II degli orientamenti integrati di "Europa 2020"[31],
– vista la sua risoluzione del 20 ottobre 2010 sulla crisi finanziaria, economica e sociale: raccomandazioni sulle misure e le iniziative da adottare[32],
– vista la sua risoluzione del 5 luglio 2011 sul futuro dei servizi sociali di interesse generale[33],
– vista la sua risoluzione del 10 maggio 2007 sugli alloggi e la politica regionale[34],
– vista la sua risoluzione del 14 settembre 2011 su una strategia dell'UE per i senzatetto[35],
– viste le sue dichiarazioni scritte del 22 aprile 2008 sulla soluzione del problema dei senzatetto[36] e del 16 dicembre 2010 su una strategia dell'Unione europea per i senzatetto[37],
– vista la terza indagine europea sulla qualità della vita di Eurofound "Qualità della vita in Europa: effetti della crisi"[38],
– viste le raccomandazioni finali della Conferenza di consenso europea sulle persone senza fissa dimora del 9 e 10 dicembre 2010,
– visto l'articolo 48 del regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali nonché i pareri della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0155/2013),
A. considerando che l'accesso all'alloggio costituisce un diritto fondamentale, che può essere considerato una condizione preliminare per l'esercizio e l'accesso ad altri diritti fondamentali e ad una vita dignitosa; che la garanzia dell'accesso a un alloggio dignitoso e adeguato è un obbligo internazionale degli Stati membri che l'Unione è tenuta a prendere in considerazione, dal momento che il diritto all'accesso e all'assistenza a un alloggio è riconosciuto sia dall'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE sia dagli articoli 30 e 31 della Carta sociale (riveduta) del Consiglio d'Europa, dall'articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e che figura in numerose costituzioni degli Stati membri;
B. considerando che le autorità nazionali, regionali e locali degli Stati membri hanno il diritto e il dovere di definire la propria politica edilizia e di intervenire per garantire che tale diritto fondamentale sia difeso nei rispettivi mercati immobiliari, in linea con le esigenze dei propri abitanti, con l'obiettivo di permettere a ciascun cittadino di accedere a un alloggio dignitoso ed economicamente accessibile;
C. considerando che alloggi economicamente accessibili, adeguati e sicuri costituiscono uno strumento adeguato per conseguire la giustizia e la coesione sociali e che gli investimenti in alloggi accessibili sono una condizione preliminare per rafforzare la mobilità del lavoro e aumentare le opportunità occupazionali, mentre la costruzione e la ristrutturazione di alloggi sociali è essenziale per raggiungere gli obiettivi di soddisfacimento della domanda di alloggi, attraverso l'offerta di alloggi economicamente accessibili per ampie fasce della popolazione, al fine di stimolare l'economia, mantenere sotto controllo le bolle immobiliari, combattere la precarietà energetica e garantire il gettito fiscale degli Stati membri;
D. considerando che gli Stati membri, in linea con il principio di sussidiarietà, svolgono un ruolo essenziale ed hanno una vasta discrezionalità nell'offrire, commissionare e organizzare la fornitura di alloggi sociali in parallelo e ad integrazione dell'offerta naturalmente presente sul mercato; che l'offerta di edilizia abitativa sociale dovrebbe garantire un livello elevato di qualità, di sicurezza e di accessibilità, nonché promuovere la parità di trattamento ed i diritti degli utenti;
E. considerando che vi è una carenza di alloggi sociali e che emerge una crescente esigenza di alloggi economicamente accessibili nella maggior parte degli Stati membri dell'Unione europea; che i profili socio-familiari di coloro che ricorrono all'edilizia sociale sono cambiati e che è opportuno tenere conto di questa nuova realtà sociale al fine di permettere agli Stati membri ed alle loro autorità locali e regionali di elaborare le diverse strategie per l'alloggio più idonee a ciascuna realtà;
F. considerando che la politica in materia di alloggi sociali è parte integrante dei servizi d'interesse economico generale al fine di favorire la soddisfazione del fabbisogno di alloggi, facilitare l'accesso alla proprietà, promuovere la qualità degli alloggi, migliorare gli alloggi esistenti e adeguare le spese di alloggio alla situazione della famiglia e alle risorse degli occupanti, prevedendo nel contempo uno sforzo da parte loro;
G. considerando che un alloggio sociale dovrebbe avere un buon rapporto qualità-prezzo in termini di acquisto o affitto, permettere risparmi d'energia, situarsi in un ambiente dotato di spazi verdi e adattato alle diverse generazioni, tenendo in considerazione le esigenze specifiche dei bambini e delle persone anziane;
H. considerando che al fine di prevenire l'aumento sia dei senzatetto sia delle crisi immobiliari future, le norme ipotecarie devono tutelare i consumatori e promuovere un'equa condivisione dei rischi;
I. considerando che l'edilizia sociale svolge un ruolo fondamentale ai fini del conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 – in particolare l'obiettivo di lotta contro la povertà, inclusa la prevenzione della trasmissione intergenerazionale degli svantaggi – poiché contribuisce a garantire livelli elevati di occupazione, inclusione e coesione sociale, alla promozione della mobilità occupazionale ed alla lotta contro i cambiamenti climatici e la precarietà energetica mediante la modernizzazione degli alloggi esistenti;
J. considerando che la congiuntura della crisi finanziaria ed economica, delle misure di austerità e dell'aumento dei prezzi degli immobili e della riduzione dei redditi delle famiglie ha determinato un aumento della disoccupazione e dell'esclusione sociale all'interno dell'Unione europea, specie tra le fasce più vulnerabili della popolazione, con un conseguente incremento degli oneri a carico dei servizi di assistenza sociale; che, nonostante il suo notevole effetto stabilizzante, la spesa pubblica nel settore dell'edilizia sociale in alcuni Stati membri è stata colpita dalle recenti misure di stabilità finanziaria;
K. considerando che la crisi economica e sociale ha un impatto negativo diretto sull'attività e il sostegno finanziario al settore della costruzione e della ristrutturazione degli alloggi e in particolare degli alloggi sociali, a causa dell'esplosione delle bolle immobiliari, della contrazione del credito, dei ritardi nei pagamenti o anche della riduzione delle commesse pubbliche, mentre questo settore può essere un motore per superare la crisi in modo sostenibile e inclusivo e per rispondere alle sfide climatiche ed energetiche;
L. considerando che le misure di austerità e di risanamento di bilancio devono essere associate ad una strategia di investimenti globali a favore di una crescita sostenibile e inclusiva e al monitoraggio degli obiettivi della strategia Europa 2020, anche in materia di lotta contro la povertà e l'esclusione sociale;
M. considerando che l'alloggio costituisce un bene di prima necessità per il quale gli Stati membri definiscono, in funzione delle proprie scelte politiche, norme minime di abitabilità e di comfort, regole specifiche di urbanismo e di costruzione, tassi di sforzo massimo, limitando per alcuni l'evoluzione dei prezzi degli alloggi, o creando meccanismi di aiuti sociali dedicati o di agevolazioni fiscali, al fine di influire su questa voce importante di spesa delle famiglie;
N. considerando che, alla luce del grave impatto economico e sociale a lungo termine della crisi, non solo sulla crescita economica, sui tassi di occupazione e sui livelli di povertà e di esclusione, ma anche sull'accesso agli alloggi e sugli investimenti nell'edilizia sociale all'interno dell'Unione europea, è necessaria un'azione urgente da parte degli Stati membri e dell'Unione al fine di garantire l'accesso ad alloggi dignitosi ed economicamente accessibili; considerando che, dato che l'alloggio rappresenta la principale voce di spesa delle famiglie in Europa, il forte aumento dei prezzi collegati agli alloggi (proprietà fondiaria, proprietà, affitto, consumo energetico) è fonte di instabilità e ansietà e deve essere visto come una preoccupazione principale; considerando che, a fronte dell'esplosione della disoccupazione nell'UE, come dimostrato dal fatto che il tasso medio nell'UE-27 è salito al 10,9% nel gennaio 2013, e nel contempo dell'invecchiamento della popolazione, vi è un grave rischio di aumento del divario tra ricchi e poveri, dell'esclusione sociale e dei senza tetto, con 80 milioni di europei esposti al rischio di povertà;
O. considerando che i rom tendono a vivere in zone fortemente segregate, dove l'accesso ai servizi sociali e sanitari è problematico;
P. considerando che esistono legami evidenti tra edilizia abitativa inferiore agli standard e problemi di salute, poiché l'indebitamento dovuto all'accensione di un mutuo è associato a un peggioramento della salute mentale; il sovraffollamento è associato a problemi psicologici, tubercolosi, infezioni respiratorie, aumento del rischio di incendi e incidenti domestici; il fatto di vivere in un alloggio inadeguato incide negativamente sulla salute e sulla sicurezza e aumenta i rischi di incidenti domestici; vivere in una zona rumorosa è associato a ipertensione; e che la mancanza di un alloggio è fonte di stress e sofferenza, che incidono negativamente sulla qualità della vita, la salute e il benessere;
Q. considerando che le donne – il 24,5% delle quali era a rischio di povertà o esclusione sociale nel 2010, in particolare le donne con un reddito basso, le madri sole, le donne con un'occupazione scarsamente retribuita, le donne migranti, le vedove con figli a carico e le donne vittime di violenze domestiche – nonché le famiglie guidate da un adulto di sesso femminile con figli, le giovani famiglie, le famiglie numerose, gli studenti, i giovani all'inizio della carriera, le coppie di giovani disoccupati, le persone con disabilità, le persone con disturbi fisici o psichici, le persone provenienti da comunità emarginate tra cui i rom e gli anziani sono particolarmente colpiti dalla mancanza di possibilità di alloggi sociali accessibili e adeguati; considerando che tali gruppi sono particolarmente vulnerabili alla mancanza di fissa dimora e spesso si trasferiscono in unità abitative insalubri del mercato privato, il che fa considerevolmente aumentare il rischio di problemi di salute; che questi gruppi spesso cercano soluzioni alternative trasferendosi con familiari, amici o conoscenti, ostacolando così un'analisi adeguata e una documentazione trasparente del fenomeno dei senzatetto;
R. considerando che la crisi economica e i prezzi elevati del mercato immobiliare riducono la capacità delle donne di divorziare o interrompere una convivenza, limitando la loro libertà e rendendole più vulnerabili alla violenza domestica basata sul genere;
S. considerando che alloggi in affitto economicamente accessibili sono essenziali per i giovani, affinché possano seguire corsi di formazione professionale, studi universitari o tirocini, oppure cogliere opportunità di lavoro;
T. considerando che gli Stati membri garantiscono altresì l'istituzione e l'organizzazione di un'offerta parallela di alloggi sociali a completamento dell'offerta presente spontaneamente sul mercato, a condizioni di accesso e di prezzo specifiche, fornita da operatori senza scopo di lucro creati specificatamente a tale scopo; che 25 milioni di cittadini europei occupano un alloggio sociale le cui condizioni di programmazione territoriale, accesso e prezzo sono definite direttamente dalle autorità pubbliche degli Stati membri, e che questa offerta di alloggi paralleli contribuisce segnatamente ad attenuare l'ampiezza dei cicli immobiliari e dei fenomeni delle bolle immobiliari, tenuto conto della sua stabilità e del controllo dei prezzi;
Promuovere il ruolo sociale ed economico dell'edilizia abitativa sociale
1. rileva che, a causa dell'attuale crisi economica e sociale, il mercato da solo è sempre meno in grado di rispondere all'esigenza di abitazioni economicamente accessibili, in particolare nelle zone urbane ad alta densità abitativa, e che l'aumento del costo degli alloggi e dell'energia favorisce il rischio di malattie, povertà ed esclusione sociale; nota l'aumento degli sfratti e dei pignoramenti di case da parte delle banche in diversi Stati membri; chiede che siano adottate con urgenza misure adeguate per rispondere a tali sfide; nutre preoccupazione per l'impatto diretto e indiretto di alcune misure di austerità nel contesto dell'attuale crisi sociale ed economica – come i tagli agli aiuti per la casa e ai servizi sociali, la tassazione delle imprese di edilizia popolare, la cancellazione di nuovi progetti edilizi e la messa in vendita di parti del patrimonio nazionale di alloggi sociali – che potrebbero innescare un circolo vizioso di esclusione ed emarginazione sociale sul lungo periodo;
2. ricorda che, nella lotta contro la povertà infantile, le politiche di edilizia abitativa sociale svolgono un ruolo importante attraverso l'eliminazione della povertà delle famiglie e la prevenzione della trasmissione intergenerazionale degli svantaggi socioeconomici; rileva che, a seguito dei cambiamenti sociali e demografici delle strutture familiari e dell'aumento di posti di lavoro instabili e precari, vi è una maggiore necessità di abitazioni a costi accessibili anche da parte di fasce della popolazione socialmente integrate;
3. sollecita l'applicazione dell'articolo 14 del TFUE e del protocollo n. 26 ad esso allegato, ai sensi dei quali le autorità pubbliche sono libere di stabilire le modalità concernenti l'organizzazione ed il finanziamento del settore dell'edilizia abitativa sociale e di decidere le categorie di famiglie ammissibili, al fine di rispondere alle esigenze della popolazione locale e garantire un alto livello di qualità, sicurezza, accessibilità, parità di trattamento e promozione dei diritti degli utenti; ritiene che tale intervento costituisca il mezzo con cui le autorità pubbliche possono rispondere alle carenze del mercato per garantire un accesso universale ad un alloggio dignitoso a un costo accessibile, in conformità degli articoli 16, 30 e 31 della Carta sociale europea; sottolinea che la politica di concorrenza europea non deve servire in alcun caso quale strumento volto a pregiudicare i servizi economici di interesse generale;
Verso un'agenda europea per l'edilizia abitativa sociale
4. ricorda alla Commissione, agli Stati membri ed alle autorità locali e regionali che le spese per un'edilizia sociale ed economicamente accessibile sono in linea con i diritti fondamentali e consentono di rispondere alle esigenze sociali urgenti e, trattandosi di investimenti sociali strategici, contribuiscono in modo sostenibile a creare posti di lavoro locali non delocalizzabili, stabilizzare l'economia riducendo il rischio di bolle immobiliari e il sovraindebitamento delle famiglie, promuovere la mobilità occupazionale, lottare contro il cambiamento climatico, combattere la precarietà energetica ed alleviare i problemi sanitari che derivano dal sovraffollamento e dalle cattive condizioni di vita; insiste pertanto sul fatto che l'edilizia abitativa sociale non dovrebbe essere un costo da ridurre, ma un investimento che paga sul lungo periodo, mediante un miglioramento della salute e del benessere sociale, l'accesso al mercato del lavoro e l'emancipazione delle persone, in particolare di quelle anziane, affinché possano condurre un'esistenza indipendente;
5. chiede alla Commissione di definire un quadro d'azione europeo per gli alloggi sociali, in modo da garantire la coerenza tra i vari strumenti strategici utilizzati dall'Unione europea per affrontare la questione (aiuti di Stato, fondi strutturali, politica in materia di energia, lotta alla povertà e all'esclusione sociale, politica sanitaria); chiede alla Commissione di integrare gli indicatori socioeconomici, come gli investimenti nel settore dell'edilizia abitativa sociale, nel quadro del semestre europeo, inserendoli nella sua valutazione degli obiettivi in materia di lotta e di prevenzione delle bolle immobiliari;
6. invita la Commissione a precisare la definizione di edilizia popolare, sulla base di uno scambio di esperienze e prassi di eccellenza tra gli Stati membri e tenendo conto del fatto che l'edilizia popolare è concepita e gestita in modi diversi a livello nazionale, regionale e locale, spesso a causa della flessibilità nella fissazione delle priorità;
7. rileva che gli investimenti nell'edilizia sociale si inseriscono nel quadro di politiche più globali tese a organizzare e finanziare un'offerta di servizi pubblici sociali e sanitari, di servizi educativi volti a garantire l'efficacia dei diritti sociali fondamentali ed a rispondere all'evoluzione delle esigenze sociali e ai cambiamenti costanti dei cicli economici;
8. sottolinea la necessità di monitorare gli investimenti sociali nel quadro di un "patto di investimento sociale", sul modello del patto Euro Plus, al fine di rafforzare la governance economica e di bilancio dell'Unione, e che comprenda anche investimenti nel settore dell'edilizia sociale abitativa; evidenzia altresì la necessità di obiettivi per gli investimenti sociali, che gli Stati membri sarebbero tenuti a rispettare al fine di raggiungere gli obiettivi in materia sociale, di occupazione e d'istruzione menzionati nella strategia Europa 2020; si compiace che tale proposta sia confermata dalle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2012 che sottolinea che "le possibilità offerte dal quadro di bilancio esistente dell'UE per equilibrare la necessità di investimenti pubblici produttivi con gli obiettivi della disciplina di bilancio potranno essere sfruttate nel braccio preventivo del patto stesso"; invita la Commissione a monitorare meglio tali investimenti sociali ricorrendo a una tabella di indicatori sugli investimenti realizzati dagli Stati membri a livello dell'Unione, tenendo conto, per gli investimenti nell'edilizia sociale, dell'evoluzione dei costi degli alloggi e del numero di richiedenti in attesa di assegnazione negli Stati membri; invita inoltre tutti gli Stati membri a ratificare la Carta sociale europea (riveduta), in particolare l'articolo 31;
9. ritiene che le organizzazioni dei residenti e degli inquilini debbano partecipare alla definizione delle strategie in materia di edilizia abitativa degli Stati membri;
10. sottolinea che è necessario che l'innovazione sociale sia sostenuta sia dalla piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale sia dal programma quadro di ricerca, al fine di analizzare nuove politiche per migliorare l'accesso agli alloggi e ridurre il fenomeno dei senzatetto;
11. chiede alla Commissione di modificare i criteri nel pacchetto degli aiuti di Stato per i servizi economici di interesse generale del mese del dicembre 2011, secondo i quali le esenzioni agli aiuti di Stato nel settore dell'edilizia abitativa sociale sono consentite solo ai gruppi sociali più vulnerabili; invita la Commissione e gli Stati membri a far sì che gli Stati membri possano superare le difficoltà introdotte da tali carenze;
12. accoglie con favore la proposta di direttiva (2011/0062 (COD)) del Parlamento europeo e del Consiglio del 31 marzo 2011 tesa a disciplinare i contratti di credito relativi ad immobili residenziali, e quindi a limitare il sovraindebitamento delle famiglie; chiede che la normativa europea sulle ipoteche integri le migliori prassi e che queste siano quanto più possibile favorevoli ai consumatori; chiede altresì che si includano i processi di rinegoziazione del debito e riprogrammazione del rimborso del debito per i debitori e le famiglie insolventi; esorta gli Stati membri a impedire che le famiglie già sfrattate continuino a rimborsare i loro crediti ipotecari; chiede alla Commissione e agli Stati membri di affrontare la situazione del dramma sociale costituito dagli sfratti e dalla perdita dell'alloggio per tutte le persone colpite dalla crisi economica e dalla disoccupazione; rammenta inoltre che ciò avviene in un contesto di importanti aiuti pubblici volti al risanamento del sistema finanziario europeo; invita gli Stati membri a sforzarsi di offrire soluzioni alternative allo sfratto;
13. chiede alla Commissione di avvertire gli Stati membri, nelle sue raccomandazioni specifiche per paese, qualora delle riforme minaccino gli investimenti negli alloggi sociali ed economicamente accessibili, e di astenersi dal rilasciare raccomandazioni relative alla dimensione del settore dell'edilizia sociale nei singoli Stati membri; deplora che nel quadro dei programmi di consolidamento di bilancio, e in seguito alle raccomandazioni specifiche della Commissione in materia di azione sul mercato immobiliare, alcuni Stati membri riducano la capacità del settore tassando i fornitori di alloggi sociali; nutre preoccupazione, pertanto, per la definizione restrittiva di edilizia abitativa sociale data dalla Commissione nel quadro della politica di concorrenza, che identifica come unici destinatari i gruppi svantaggiati;
14. invita il Consiglio a riunire i ministri per l'Edilizia residenziale degli Stati membri almeno una volta all'anno per discutere dell'impatto delle diverse politiche europee sulle politiche in materia di alloggi e garantire una migliore presa in considerazione della dimensione economica, sociale e ambientale del settore immobiliare nelle politiche europee, coinvolgendo le parti interessate quali gli organismi di edilizia sociale, le associazioni che rappresentano gli inquilini e le associazioni che operano a favore dell'accesso agli alloggi;
15. propone di creare un Osservatorio europeo sull'edilizia abitativa volto a promuovere lo scambio di buone prassi e ad approfondire la conoscenza qualitativa e quantitativa delle diverse situazioni nei vari paesi in materia di edilizia abitativa, inclusa l'edilizia abitativa sociale, in base a indicatori statistici attendibili, con la partecipazione della Commissione, dei soggetti socioeconomici interessati, delle associazioni e dei residenti; suggerisce che tale Osservatorio studi il fenomeno della precarietà energetica e si basi sulla trasmissione di dati nazionali; chiede alla Commissione di avviare rapidamente un'analisi dei vantaggi di creare tale osservatorio; insiste affinché gli indicatori di Eurostat relativi all'alloggio (prezzo, qualità) nel quadro dell'inclusione sociale siano pubblicati regolarmente in modo da poter valutare i progressi realizzati nel settore, e che siano integrati dalle statistiche regionali e locali;
16. rileva che la definizione dell'edilizia abitativa sociale e dei beneficiari dovrebbe essere il risultato di un processo di discussione democratica, al fine di tenere in considerazione le diverse tradizioni degli Stati membri;
17. invita la Commissione e gli Stati membri ad attribuire maggiore importanza all'accesso agli alloggi e ai relativi servizi nell'ambito della strategia per la protezione e l'inclusione sociale, anche tramite iniziative tese a ridurre la mancanza di fissa dimora e l'esclusione legata agli alloggi, sulla base di indicatori comuni negli Stati membri, e ad incoraggiare lo scambio di buone prassi in materia di attuazione efficace del diritto all'alloggio;
18. incoraggia gli Stati membri ad intensificare gli sforzi volti a includere gli investimenti nell'edilizia sociale negli obiettivi di bilancio di medio e lungo termine, nonché nei programmi nazionali di riforma e negli assi strategici del contratto di partenariato 2014-2020; invita il Consiglio europeo e la Commissione a monitorare meglio l'attuazione e il conseguimento degli obiettivi sociali della strategia Europa 2020;
19. rileva che le politiche e i programmi in materia di alloggi vanno messi a punto in consultazione con le donne dal reddito basso e provenienti da diversi contesti sociali, al fine di valutare quali politiche rispondono al meglio alle esigenze delle donne;
Incoraggiare gli investimenti per l'occupazione locale e l'economia verde
20. evidenzia il ruolo economico anticiclico del settore dell'edilizia, e in particolare dell'edilizia abitativa sociale, grazie alla riduzione della dipendenza energetica, al sostegno apportato al settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni, ai posti di lavoro locali sostenibili e non delocalizzabili che ne derivano, in particolare in ragione della forte intensità di manodopera del settore, allo sviluppo di filiere verdi nell'economia locale e agli effetti di ricaduta sul resto dell'economia; ritiene pertanto che gli investimenti nell'edilizia abitativa sociale dovrebbero essere considerati non solo come una spesa, ma anche come investimenti produttivi; incoraggia ulteriormente gli Stati membri ad avviare un dialogo con il settore edilizio per sviluppare un ambiente imprenditoriale più idoneo e una migliore regolamentazione per l'edilizia abitativa sociale, con particolare riferimento alla definizione di obiettivi di costruzione, la definizione dei costi infrastrutturali e l'offerta di terreni edificabili;
21. mette in risalto il valore aggiunto per l'occupazione locale e il grande effetto di leva sugli investimenti generati dall'azione diretta dei fondi strutturali nel 2007-2013 nel settore dell'edilizia abitativa sociale;
22. ritiene che gli importi da assegnare ai Fondi di coesione nell'ambito del quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 non debbano essere inferiori agli importi previsti nel QFP in vigore, al fine di garantire un finanziamento adeguato al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e in particolare alla priorità di investimento "Promuovere l'inclusione sociale e lottare contro la povertà – il sostegno alla rigenerazione fisica ed economica delle comunità urbane e rurali sfavorite";
23. riconosce che molti Stati membri hanno già realizzato politiche efficaci in materia di edilizia abitativa sociale e ritiene che il ruolo dell'UE in tale contesto debba essere quello di agevolare lo scambio delle buone prassi in tutti gli Stati membri;
24. prende atto delle proposte della Commissione per il pacchetto legislativo di regolamento sulla politica di coesione per il periodo 2014-2020; è a favore dell'ammissibilità ai fondi strutturali e di coesione degli investimenti prioritari in materia di efficienza energetica e di utilizzo di fonti di energia rinnovabili nelle abitazioni sociali ed economicamente accessibili, nonché dei progetti integrati di sviluppo urbano e territoriale sostenibile, pari accesso all'alloggio per le comunità emarginate e promozione degli attori dell'economia sociale e solidale come le imprese sociali e le cooperative per l'edilizia abitativa;
25. incoraggia gli Stati membri e tutte le parti interessate a dedicare un posto importante sia agli investimenti a favore dell'edilizia abitativa sociale ed economicamente accessibile sia al rafforzamento del settore dell'edilizia abitativa senza scopo di lucro nei programmi nazionali di riforma e nella definizione delle priorità strategiche nell'ambito degli accordi di partenariato per il periodo 2014-2020, nonché a garantire che le rispettive strategie nazionali di inclusione dei rom si riflettano nelle misure pianificate per l'edilizia abitativa;
26. invita gli Stati membri ad utilizzare maggiormente gli strumenti di diritto privato – come il ricorso alla locazione enfiteutica – per facilitare la costruzione di alloggi sociali, per poter costruire senza acquistare il terreno, o l'utilizzo dell'usufrutto per i fornitori di alloggi sociali che permetta al privato di rimanere proprietario;
27. sottolinea che gli immobili ad uso residenziale e commerciale rappresentano il 40% del consumo finale di energia e delle emissioni totali di CO2 in Europa e che l'edilizia ecosostenibile consente un abbattimento dei costi e dei tempi di costruzione, una drastica riduzione dell'impatto ambientale, del consumo energetico e, conseguentemente, dei costi di gestione legati alla funzione abitativa;
28. è a favore di un bilancio adeguato per il quadro finanziario pluriennale 2014-2020, che consideri la politica di coesione come un motore per uscire dalla crisi; sostiene le conclusioni del Patto europeo per la crescita e l'occupazione in relazione all'invito rivolto agli Stati membri ad agevolare e accelerare la riassegnazione dei fondi strutturali non utilizzati a progetti in materia di efficienza energetica ed energie rinnovabili nel periodo di programmazione 2007-2013; ritiene che il settore dell'edilizia abitativa sociale dovrebbe beneficiare di tali riassegnazioni;
29. chiede agli Stati membri, alle loro autorità di gestione e alla Commissione di cercare di coinvolgere strettamente gli attori del settore dell'edilizia residenziale, le associazioni che rappresentano gli inquilini e le associazioni che operano a favore dell'accesso agli alloggi, nell'elenco delle parti sociali per l'elaborazione, il monitoraggio e la valutazione degli accordi di partenariato e dei programmi operativi; sottolinea la pertinenza dei nuovi strumenti di sviluppo integrato ("Community-Led Local Development" e investimenti territoriali integrati) per le strategie integrate a favore dell'edilizia residenziale nelle quali gli organismi dell'edilizia sociale e gli inquilini avrebbero un ruolo preponderante; ritiene che nell'impiego dei fondi strutturali e di coesione sia necessario garantire la piena applicazione del principio di partenariato e del principio della governance multilivello e incoraggiare gli Stati membri a cooperare con gli enti locali e regionali per fissare le priorità e stabilire le modalità di utilizzo delle risorse disponibili a titolo di tali fondi; ritiene che maggiori sinergie tra i fondi strutturali e il Fondo di coesione possano promuovere lo sviluppo sostenibile delle zone svantaggiate o rurali, in modo da prevenirne l'isolamento e lo spopolamento, evitando così gli effetti negativi della segregazione sociale e promuovendo l'eterogeneità e la coesione sociale nonché l'uguaglianza di genere;
30. esorta gli Stati membri, al fine di promuovere la costruzione e la ristrutturazione ad alto livello di alloggi sociali ed economicamente accessibili, a rafforzare o sviluppare strumenti di finanziamento specifici nonché ad incoraggiare, in modo coordinato, il ricorso alle sovvenzioni del programma Orizzonte 2020 e l'uso di strumenti finanziari e tecnici e di programmi di sostegno offerti dai fondi strutturali, dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, dalla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa e dal Fondo europeo per l'efficienza energetica (EEEF); invita altresì gli Stati membri ad individuare modalità di applicazione del regolamento FESR al fine di fornire alloggi alle comunità emarginate;
31. esorta la BEI, in stretta consultazione con le autorità locali e regionali, ad accordare maggiore importanza al settore degli alloggi sociali ed economicamente accessibili nelle sue priorità d'investimento, in particolare negli Stati membri in cui non esistono stock di alloggi statali, migliorando nel contempo le condizioni dei mutui accordati; invita altresì la BEI a stabilire in che misura le obbligazioni per il finanziamento di progetti possono costituire uno strumento finanziario per le infrastrutture sociali come gli alloggi, tenendo conto della valutazione della fase di sperimentazione del progetto prima di estenderlo;
32. esorta gli Stati membri a sostenere le attività delle cooperative di abitazione, che rappresentano un valido strumento per l'acquisto, a prezzi accessibili, della prima casa; sottolinea che le cooperative rappresentano, inoltre, un efficace strumento per favorire iniziative di riqualificazione urbana, creando sinergie con le comunità locali e contrastando l'abbandono delle città;
33. invita la Commissione a mettere a disposizione degli Stati membri altre possibili fonti di finanziamento per lo sviluppo e la ristrutturazione degli alloggi sociali come forma di investimenti sociali, nonché ad incoraggiare gli Stati membri e le autorità regionali e locali ad usare in modo efficace i fondi europei disponibili ed a mantenere le aliquote IVA ridotte applicabili a tali investimenti, data la forte intensità di manodopera del settore ed il suo debole impatto sugli scambi all'interno dell'Unione europea; suggerisce di studiare la possibilità di applicare le stesse aliquote IVA utilizzate per i prodotti di prima necessità; incoraggia gli Stati membri a mobilitare il risparmio privato per facilitare l'accesso ai terreni ed incoraggiare la costruzione e la ristrutturazione degli alloggi sociali;
34. chiede la creazione di modelli integrati di cooperazione che riuniscano la direzione dei lavori, i fornitori di alloggi sociali e le imprese edili a favore del rinnovo degli impianti termici e della costruzione di alloggi sociali a basse emissioni di energia;
35. plaude alla comunicazione della Commissione del 31 luglio 2012 a favore di una strategia europea relativa al settore delle costruzioni (COM (2012)0433); ritiene che a completamento di misure di agevolazione fiscale e di sostegno finanziario per migliorare la competitività e l'innovazione nel settore siano indispensabili misure tese a migliorare il livello di qualifica degli operai al fine di affrontare le sfide di un'Europa efficiente nell'utilizzo delle risorse, di un'economia a bassa intensità di carbonio, e raggiungere gli obiettivi fissati nella direttiva relativa all'efficienza energetica (direttiva 2012/27/UE)[39] e nella direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia (direttiva 2010/31/UE)[40];
36. invita la Commissione a cooperare più strettamente con gli Stati membri e le autorità locali responsabili, al fine di elaborare previsioni a medio e lungo termine sulle competenze necessarie sul mercato del lavoro; chiede alle parti responsabili di monitorare l'occupazione per rendere più importante la formazione professionale di base e l'apprendimento permanente; chiede agli Stati membri e alle autorità locali responsabili di adattare rapidamente i propri sistemi di istruzione e di formazione professionale, compresi l'insegnamento e la formazione professionale, includendo in particolare il concetto di economia sostenibile, e di garantire che i programmi di accesso alle qualifiche favoriscano l'accesso dei giovani ai nuovi posti di lavoro "verdi" e alle filiere "verdi"; sottolinea che la promozione di posti di lavoro verdi è in grado di creare opportunità occupazionali di qualità e sostenibili, affrontare la povertà e l'esclusione sociale, nonché garantire servizi di sostegno all'occupazione;
37. osserva che tale settore "verde" può offrire una pluralità di opportunità di lavoro che vanno dai lavori di base e meno qualificati ai lavori altamente qualificati del settore della conoscenza; a tale riguardo:
– nota il ruolo importante svolto dalle PMI nell'offrire tali posti di lavoro nell'economia verde e sottolinea il potenziale di tali PMI nell'offrire formazione lavorativa, tirocini e meccanismi di portata locale, in grado di fornire opportunità di lavoro alle persone socialmente svantaggiate;
– invita gli Stati membri a costituire "fondi per la transizione" volti a gestire il fabbisogno di competenze;
– chiede alla Commissione di includere nel quadro per l'apprendimento permanente una nona competenza chiave relativa all'ambiente, ai cambiamenti climatici ed allo sviluppo sostenibile;
– chiede agli Stati membri e alle autorità locali e regionali di ricorrere al Fondo sociale europeo (FSE) per investire nelle competenze, nell'occupazione, nella formazione e nella riconversione professionale, in particolare nelle professioni "verdi" come il rinnovo degli impianti termici degli edifici;
– invita gli Stati membri a sostenere l'emergere di attori dalla duplice competenza sociale e tecnica nel settore del risparmio energetico, come le professioni della mediazione socio-tecnica, nonché gli sforzi di formare le professioni tecniche a un approccio più sociale alla questione dell'efficienza energetica, e viceversa;
38. accoglie con favore il Pacchetto investimenti sociali con cui la Commissione offre agli Stati membri orientamenti per perseguire politiche sociali più efficienti ed efficaci finalizzate alla crescita e alla coesione;
39. rileva che tali investimenti nell'edilizia sociale si inseriscono nel quadro di politiche più globali tese a organizzare e finanziare un'offerta di servizi pubblici sociali e sanitari, di servizi educativi volti a garantire l'efficacia dei diritti sociali fondamentali e a rispondere all'evoluzione delle esigenze sociali;
Lottare contro la povertà e promuovere l'inclusione e la coesione sociale
40. ricorda che il riconoscimento e la realizzazione del diritto all'alloggio producono effetti sulla realizzazione degli altri diritti fondamentali, compresi i diritti politici e sociali; è pertanto del parere che il riconoscimento del diritto all'alloggio nel diritto primario dell'UE debba costituire un obiettivo finale; ricorda che spetta allo Stato membro o all'autorità pubblica responsabile il compito di rendere efficace questo diritto all'alloggio, migliorando tramite le proprie politiche e programmi l'accesso universale all'alloggio, in particolare per le persone svantaggiate, attraverso un'offerta sufficiente di alloggi adeguati, dignitosi, salubri ed economicamente accessibili e, ove rilevante, istituendo l'opponibilità del diritto all'alloggio;
41. chiede all'Agenzia europea per i diritti fondamentali di condurre uno studio che valuti l'efficacia e le condizioni di attuazione del diritto all'alloggio e dell'assistenza all'alloggio negli Stati membri, coinvolgendo nel processo i soggetti interessati; invita l'agenzia a promuovere lo scambio delle migliori prassi nella realizzazione efficace del diritto all'alloggio per i gruppi particolarmente vulnerabili, inclusi i senzatetto; invita la Commissione a seguire tali attività nel pacchetto per gli investimenti sociali;
42. raccomanda agli Stati membri e alla Commissione europea di sostenere e promuovere lo sviluppo e lo scambio innovativo ed efficace di buone prassi nell'attuazione del diritto all'alloggio per i gruppi particolarmente vulnerabili ed esclusi, con particolare attenzione alla lotta contro la violenza domestica; rileva con rammarico che le vittime di violenza domestica rimangono con maggiore probabilità in un ambiente violento se non sono finanziariamente in grado di trovare un alloggio adeguato; invita gli Stati membri ad offrire servizi integrati per le famiglie vittime di violenza domestica;
43. si aspetta che la Commissione analizzi in che misura il sostegno diretto mediante l'indennità di alloggio oppure il sostegno indiretto mediante l'edilizia abitativa sociale siano più efficaci nel fornire alloggi economicamente accessibili ai gruppi sociali che non riescono a soddisfare le proprie esigenze abitative nel mercato dell'edilizia abitativa;
44. chiede alla Commissione europea e all'agenzia Eurofound di eseguire nel 2014 uno studio sui costi dell'inazione quanto agli alloggi inadeguati nell'ambito del programma di lavoro 2014 dell'agenzia;
45. segnala con preoccupazione che molti Stati membri nell'affrontare gli squilibri di bilancio hanno proceduto alla sospensione di operazioni, programmi e azioni (per esempio sovvenzioni per affitto e crediti ipotecari) destinati ad agevolare l'acquisizione di un alloggio, mentre nel contempo hanno aumentato in modo sproporzionato la tassazione sugli immobili in un contesto di forte crisi economica, lasciando ampi gruppi di popolazione esposti alla povertà e all'indigenza;
46. invita gli Stati membri a condurre analisi di impatto sociale ponendo un'enfasi sull'analisi fondata sul genere e sulle famiglie, nell'ambito di tutte le politiche e i programmi in materia di alloggi, prendendo particolarmente in considerazione la disparità fra i generi in termini di reddito e risorse finanziarie; sottolinea che tutti i dati devono essere disaggregati per genere e tipologia di famiglia e che occorre effettuare ulteriori ricerche per determinare con esattezza in che modo le politiche abitative possono fornire sostegno a individui e gruppi in situazioni vulnerabili, come le donne (tenendo in considerazione il ruolo multiforme delle donne come genitore solo e persona responsabile dell'assistenza a familiari e persone con disabilità), le famiglie, i giovani, le persone con disabilità e gli anziani;
47. raccomanda agli Stati membri ed alle autorità locali e regionali di elaborare politiche integrate per la promozione dell'inclusione sociale e onde garantire un accesso universale ad alloggi dignitosi, salubri ed economicamente accessibili; suggerisce che tali politiche includano le seguenti misure:
– fornire un sostegno specifico a favore di alloggi sociali e alloggi sociali per persone in situazione di emergenza di qualità e salubri, prevedendo nello specifico quote minime di alloggi sociali nelle zone ad alta densità abitativa nelle quali la domanda è più elevata, al fine di incoraggiare la diversità;
– definire norme minime e chiare di qualità degli alloggi, in particolare per gli alloggi sociali;
– associare i programmi di ampliamento dell'offerta di alloggi sociali a una politica di accesso ad altri servizi pubblici essenziali e servizi di interesse generale, come la costruzione di strutture sociali e sanitarie pubbliche e di spazi sportivi e culturali (nel quadro di una strategia locale integrata) e per contenere la proliferazione urbana in linea con gli orientamenti della Commissione per conseguire l'obbiettivo di un'occupazione netta di terreno pari a zero entro il 2050;
– porre rimedio alle frequenti difficoltà di accesso a un alloggio dignitoso per le popolazioni più vulnerabili come i migranti e i giovani;
– istituire programmi intesi a rafforzare la sicurezza abitativa;
– attuare politiche efficaci di prevenzione, in cooperazione con le organizzazioni di locatari, per porre fine agli sfratti, specie per le famiglie più vulnerabili e in particolare nei periodi più freddi, considerando che – anche senza tenere conto dei costi umani degli sfratti, specie per le famiglie – per le autorità responsabili è meno oneroso farsi carico degli affitti e degli arretrati degli affitti delle persone minacciate di sfratto;
– predisporre programmi specifici per i senzatetto sulla base di valutazioni territoriali a livello locale, tenendo conto del modello della tipologia europea dell'esclusione legata agli alloggi (ETHOS) per misurare l'ampiezza dell'esclusione sociale collegata agli alloggi, associati a misure di sostegno sociale e adattati alla situazione ed alle esigenze specifiche delle donne, prestando particolare attenzione agli alloggi ed all'assistenza a lungo termine per persone vulnerabili e le comunità emarginate, invece che fornendo unicamente alloggi provvisori;
– promuovere e finanziare programmi di autocostruzione;
48. chiede agli Stati membri di garantire che tutti i cittadini possano permettersi un alloggio, basando gli aumenti dei canoni di affitto su criteri di obiettività – un metodo, questo, che consente un incremento moderato dei prezzi degli immobili – e adeguando la politica fiscale in modo da limitare le speculazioni;
49. esorta la Commissione a dare rapida attuazione alla risoluzione del Parlamento su una strategia dell'UE per i senzatetto;
50. sottolinea che le diverse sfaccettature della mancanza di fissa dimora fra le donne devono essere affrontate in modo olistico e devono essere parte integrante di tutti i quadri politici dell'UE; esorta la Commissione e gli Stati membri ad eseguire valutazioni di impatto sistematiche sul genere e a monitorare la situazione e le esigenze specifiche delle donne senza fissa dimora, a promuovere i progetti di domotica per le categorie deboli e la costruzione di alloggi adattati, efficienti dal punto di vista energetico e con prezzi accessibili, e ad includere le famiglie del ceto medio, spesso escluse nei programmi di edilizia sociale, dal momento che a causa della crisi potrebbero soffrire di disagi materiali come le altre famiglie;
51. incoraggia l'attuazione di modelli integrati di cooperazione in materia di sostegno alle persone vulnerabili per l'ottenimento e il mantenimento di alloggi, che riuniscano i servizi sociali e sanitari, i servizi di sostegno alle persone più svantaggiate, i fornitori di alloggi sociali e le associazioni;
52. chiede alla Commissione, agli Stati membri e alle autorità responsabili di destinare fondi strutturali agli alloggi e all'alloggio delle comunità emarginate, in particolare nell'edilizia sociale, facendo figurare tale priorità nei loro programmi operativi; invita pertanto la Commissione e l'Agenzia per i diritti fondamentali a mettere a punto scambi di buone prassi tra le autorità locali sulla base di criteri comuni e trasparenti;
53. raccomanda agli Stati membri ed alle loro autorità responsabili di investire nella costruzione e nell'adeguamento di alloggi sociali economicamente accessibili in risposta alla vetustà e ai rischi sanitari degli alloggi degradati, alla diversità dei modelli familiari, all'invecchiamento della popolazione e in particolare all'assistenza al proprio domicilio delle persone anziane dipendenti, alle esigenze specifiche delle persone con disabilità e dei giovani, in particolare in termini di mobilità residenziale e professionale; raccomanda di ricorrere per tali scopi ai fondi strutturali per il prossimo periodo di programmazione (2014-2020); ritiene che l'assistenza sociale nell'accesso agli alloggi sia un fattore di creazione di posti di lavoro "bianchi", posti di lavoro indispensabili per rispondere alle sfide attuali e future della società, come l'invecchiamento della popolazione; sottolinea il ruolo positivo che potrebbe svolgere il Fondo europeo per l'imprenditoria sociale a favore dei progetti di assistenza e inserimento negli alloggi;
54. invita gli Stati membri e le autorità regionali e locali ad adottare misure efficaci ed incentivanti, sulla base di analisi delle esigenze future in termini di alloggi, per contrastare la mancata occupazione di lunga durata degli alloggi, in particolare nelle zone sensibili, al fine di lottare contro la speculazione immobiliare e mobilitare tali alloggi per trasformarli in alloggi sociali;
55. esorta gli Stati membri a portare avanti politiche in materia di alloggi che siano basate sul principio di neutralità tra accesso alla proprietà, investimento privato a fini di affitto e alloggi sociali in affitto, nel rispetto della diversità delle situazioni locali;
56. sottolinea l'importanza di un sistema di valutazione dello stato degli alloggi in termini di salute e sicurezza, che fornisca una valutazione sanitaria dei rischi collegati agli alloggi;
57. invita gli Stati membri e le autorità competenti a semplificare le procedure di domanda di alloggio sociale ed a migliorare l'equità, la trasparenza e l'imparzialità nell'assegnazione degli alloggi in linea con la situazione sociale, economica e culturale specifica di ogni Stato membro, al fine di eliminare le discriminazioni e prevenire il fenomeno per cui i gruppi particolarmente vulnerabili evitano di presentare domanda di alloggio, con l'effetto di aggravare la segregazione spaziale residenziale e creare dei ghetti; sottolinea in tale contesto la pertinenza dei provvedimenti in vigore in alcuni Stati membri, quali un elenco dei criteri di assegnazione definiti sul piano legale, precisi e trasparenti che favoriscono la mescolanza sociale, l'anonimato delle richieste di alloggi sociali, la pubblicità degli alloggi liberi, la creazione di un sistema di quotazione dei dossier delle domande, la separazione degli organi che controllano i criteri e procedono all'assegnazione degli alloggi, nonché una governance adeguata nell'assegnazione, al fine di favorire la mescolanza sociale su ampia scala;
58. sottolinea le sfide correlate all'invecchiamento della popolazione e la necessità di garantire l'accesso ad alloggi adeguati, dignitosi ed accessibili per gli anziani nell'UE, che sono sempre più numerosi; nota che in tutti gli Stati membri le persone anziane si impoveriscono e chiede di conseguenza l'inclusione, nel nuovo partenariato europeo per l'innovazione sull'invecchiamento attivo e in buona salute, che coordina gli sforzi di ricerca nel settore, di misure accessibili specificamente concepite per permettere alle persone anziane di rimanere il più a lungo possibile nel proprio domicilio; nota a tale proposito che il miglioramento delle condizioni di accessibilità dell'attuale parco edifici è un modo ragionevole e valido di ridurre l'esclusione sociale attraverso misure per rafforzarne l'autonomia; invita pertanto gli Stati membri a includere nelle riforme nazionali un orientamento specifico dedicato allo sviluppo di soluzioni economicamente accessibili per gli anziani, affinché possano restare nelle loro abitazioni il più a lungo possibile, tenendo conto del fatto che è auspicabile migliorare le condizioni di accesso agli alloggi esistenti, aiutando le persone a restare nelle loro abitazioni di residenza e facilitando il riacquisto di una vita sociale attraverso il rafforzamento della loro indipendenza personale;
59. osserva che l'edilizia abitativa sociale andrebbe strutturata in modo tale da evitare la segregazione spaziale e la ghettizzazione; chiede incentivi finanziari, ove rilevanti, intesi a sviluppare uno spazio per alloggi sociali privato e comune misto al fine di evitare la segregazione sociale;
60. ritiene particolarmente importante, alla luce degli squilibri sociali esistenti in Europa, segnatamente nei paesi di recente adesione, che l'Unione europea intervenga per sostenere le classi sociali svantaggiate, segnatamente in termini di garanzia dell'alloggio;
61. raccomanda agli Stati membri e alle autorità competenti di intervenire per migliorare l'accesso all'edilizia abitativa sociale economicamente accessibile, aumentando la quantità e qualità di alloggi sociali economicamente accessibili e sviluppando la loro integrazione con l'assistenza basata sulla comunità e i servizi sociali, utilizzando il FSE e altri fondi strutturali per conseguire tale risultato;
62. sottolinea che l'edilizia abitativa sociale deve, quando coordinata con un'assistenza a domicilio efficace e altri servizi sociali, aiutare a sviluppare una vita indipendente e assistere i gruppi socialmente vulnerabili o svantaggiati affinché operino una transizione verso uno stile di vita maggiormente indipendente, con minore dipendenza dalla previdenza sociale e maggiore autonomia personale;
63. invita le autorità pubbliche e private competenti a includere sistematicamente moduli sull'accessibilità dell'ambiente edificato e la progettazione universale nei sistemi di formazione per l'ingegneria, l'architettura, la pianificazione urbana e l'edilizia;
64. si rammarica della tendenza globale a limitare l'offerta di alloggi sociali e invita gli Stati membri a includere le famiglie del ceto medio spesso escluse nei programmi di edilizia abitativa sociale, in quanto potrebbero soffrire di deprivazione materiale al pari di altre famiglie a causa della crisi economica;
65. considera l'impegno dell'Unione a favore dello sviluppo urbano sostenibile integrato, in particolare a favore dell'edilizia sociale, come uno strumento efficace per integrare i quartieri in difficoltà nel loro ambiente urbano e lottare contro la povertà e l'esclusione sociale; esorta di conseguenza gli Stati membri e le autorità responsabili a ricorrere maggiormente ai fondi strutturali (FESR, FSE), nonché alla BEI e ad altre soluzioni finanziarie, in modo integrato, ed a facilitare il coordinamento e le sinergie tra loro; ritiene che la partecipazione adeguata degli inquilini e lo sviluppo del loro potere decisionale a monte e durante la costruzione e la ristrutturazione degli alloggi sociali contribuiscano a rafforzare l'integrazione e la coesione sociale;
66. chiede alla Commissione di eseguire uno studio sull'efficacia dei modelli d'investimento a impatto sociale nel settore dell'edilizia sociale, focalizzandosi sui potenziali benefici dei fondi strutturali utilizzati come strumenti finanziari ed eventualmente combinati ad altre fonti di finanziamento, al fine di promuovere gli investimenti a impatto sociale in settori quali la creazione di posti di lavoro locali verdi o per i giovani e nell'inclusione sociale tramite la fornitura di alloggi a favore dei gruppi emarginati;
67. rileva con rammarico che le vittime di violenza domestica rimangono con maggiore probabilità in un ambiente violento se sono finanziariamente dipendenti da chi commette l'abuso e di conseguenza non in grado di cercare un alloggio adeguato separato per sé; invita pertanto l'UE a promuovere politiche, programmi e finanziamenti sensibili alle questioni di genere, volti ad ampliare l'accesso delle vittime di violenza domestica ad alloggi sicuri ed economicamente sostenibili ed invita gli Stati membri a trovare soluzioni accessibili a forme alternative di alloggi d'emergenza o temporanei e ad aumentare il numero di rifugi e centri di riabilitazione per le vittime, nonché altri servizi sociali correlati, quali servizi integrati per le famiglie (ad es. centri di giustizia per le famiglie);
68. ricorda che nel 2009 il numero delle madri sole era sette volte superiore a quello dei padri soli; sottolinea pertanto che, nell'assegnazione degli alloggi sociali, occorre dare la priorità alle madri sole, insieme ad altri gruppi o individui vulnerabili, come i genitori soli, le giovani famiglie, le famiglie numerose, i giovani all'inizio della loro carriera professionale, le donne migranti, le persone con disabilità e gli anziani; nota che quando la crisi economica è iniziata, essa ha avuto un impatto maggiore sugli uomini che sulle donne ma, col progredire, ha aumentato il tasso di disoccupazione delle donne di più rispetto a quello degli uomini;
Lottare contro la precarietà energetica
69. nutre preoccupazione per la diffusione della precarietà energetica, che riguarda tra i 50 e i 125 milioni di europei, e che deriva principalmente dalla combinazione di entrate limitate delle famiglie, una cattiva qualità del riscaldamento e dell'isolamento e costi energetici troppo elevati;
70. invita la Commissione ad adottare una comunicazione sulla lotta alla precarietà energetica che solleciti gli Stati membri a definire il fenomeno della precarietà energetica sulla base di parametri comuni adeguati per ciascuno Stato membro per tenere conto delle circostanze nazionali specifiche; ribadisce che l'accessibilità economica dell'edilizia abitativa andrebbe vista non solo sotto il profilo dei pagamenti dei canoni di affitto, ma anche in termini di bolletta energetica associata; ritiene tuttavia che la precarietà energetica non debba essere considerata solo sotto il profilo del livello delle spese e del prezzo dell'energia, poiché essa riguarda anche una dimensione qualitativa legata in particolare ai comportamenti e alle abitudini di consumo degli abitanti;
71. chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di garantire che l'approfondimento del mercato interno dell'energia sia obbligatoriamente accompagnato da misure di tutela dei consumatori vulnerabili;
72. ritiene che il diritto all'accesso all'energia sia essenziale per condurre una vita dignitosa; invita gli Stati membri a migliorare la definizione di "alloggio dignitoso" per includervi gli standard di efficienza energetica; esorta gli Stati membri a lottare contro la precarietà energetica, in particolare tramite i regolatori pubblici dell'energia, e ad adottare misure integrate basate su diagnosi energetiche locali nel settore sia privato sia pubblico, che includano:
– le definizione di programmi finanziari specifici concernenti il costo dell'energia per le famiglie più vulnerabili (tariffazione equa dell'energia, aiuti puntuali o integrati da altri aiuti sociali, prevenzione contro le fatture non saldate, tutela contro le interruzioni dell'approvvigionamento);
– la creazione di fondi nazionali o regionali specifici volti a ridurre la precarietà energetica, che potrebbero essere alimentati da un contributo finanziario dei fornitori di energia relativo al loro obbligo di ridurre il consumo in applicazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica;
– sostegno a favore di incentivi e misure intese ad aiutare i residenti a ridurre il consumo energetico;
– uso di incentivi finanziari efficaci e a lungo termine volti a migliorare le prestazioni energetiche degli alloggi residenziali nelle zone urbane e rurali, senza gravare considerevolmente sul costo degli alloggi per i locatari dopo la deduzione dei risparmi di energia conseguiti; chiede alla Commissione di avviare un coordinamento e studiare l'introduzione di strumenti di agevolazione;
73. ricorda che il settore residenziale offre uno dei maggiori potenziali di risparmio energetico; sottolinea che, a medio e lungo termine, nella misura in cui i costi di ristrutturazione energetica non superino i risparmi di energia conseguiti, le misure di efficienza energetica dovrebbero in primo luogo servire ad accrescere il potere d'acquisto delle famiglie e a migliorare il loro tenore di vita; sottolinea che tali misure permettono altresì la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e la creazione di occupazione, un sostegno all'economia locale e la riduzione delle spese sanitarie;
74. sottolinea in particolare i potenziali vantaggi di meccanismi per sovvenzionare l'installazione di sistemi per l'efficienza energetica e la generazione rinnovabile di microenergia negli alloggi sociali, con benefici in termini di risparmio nella bolletta energetica e, con un'equa distribuzione dei profitti generati dall'energia tra gli inquilini e le associazioni edilizie o il proprietario, la riduzione delle bollette degli inquilini e il finanziamento dell'ulteriore ammodernamento e miglioramento degli alloggi da parte dei proprietari;
75. ritiene che le misure di ristrutturazione energetica a favore della lotta contro la precarietà energetica contribuiscano alla prevenzione in materia di salute (malattie respiratorie e cardiovascolari, allergie, asma, intossicazioni alimentari o legate al monossido di carbonio, impatto sulla salute mentale degli inquilini);
76. ribadisce l'importanza di programmi finalizzati al miglioramento del rendimento energetico per aumentare l'accessibilità economica dell'edilizia abitativa sociale e degli alloggi nel settore privato; sottolinea la necessità che la Commissione chiarisca gli orientamenti sugli aiuti di Stato riguardo ai finanziamenti nazionali e dell'UE per tali ristrutturazioni e investimenti, e che consenta, ove possibile, la flessibilità necessaria a garantire che tali investimenti da parte delle associazioni edilizie e dei proprietari privati possano beneficiare di flussi di finanziamento più idonei, per raggiungere questo duplice obiettivo sociale e ambientale senza violare le norme dell'UE in materia di concorrenza;
77. plaude al fatto che le misure volte a promuovere l'efficienza energetica e l'uso di energie rinnovabili negli alloggi siano ammissibili a titolo del FESR e dei fondi di coesione nel periodo 2014-2020; incoraggia gli Stati membri, le autorità locali e regionali e l'insieme delle parti associate a ricorrere al FESR e ai fondi di coesione per finanziare misure volte al miglioramento delle prestazioni energetiche, in particolare a vantaggio delle famiglie più colpite dalla precarietà energetica;
78. insiste sul ruolo in materia di prevenzione e composizione delle controversie che i fornitori di energia sono tenuti a svolgere, in particolare installando contatori intelligenti, creando un servizio clienti e migliorando la trasparenza sui prezzi;
79. invita gli Stati membri a informare meglio le famiglie tramite campagne d'informazione su un consumo più responsabile delle risorse e sul sostegno a loro disposizione tramite un'assistenza sociale adattata, e a condurre campagne di formazione e di sensibilizzazione circa le sfide della precarietà energetica in particolare presso i professionisti del settore sociale;
80. invita gli Stati membri a elaborare basi di dati nazionali;
81. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
- [1] GU L 306 del 23.11.2011.
- [2] GU L 306 del 23.11.2011.
- [3] GU L 306 del 23.11.2011.
- [4] GU L 306 del 23.11.2011.
- [5] GU L 306 del 23.11.2011.
- [6] GU L 306 del 23.11.2011.
- [7] Testi approvati, P7_TA(2011)0495.
- [8] GU L 210 del 31.7.2006.
- [9] GU L 210 del 31.7.2006.
- [10] GU L 201 del 31.7.2006.
- [11] GU L 315 del 14.11.2012.
- [12] Testi approvati, P7_TA(2010)0485.
- [13] GU L 347 dell'11.12.2006.
- [14] Testi approvati, P7_TA(2011)0494
- [15] http://ec.europa.eu/social/main/jsp?cat/d=738€largId=en€pubId=7315.
- [16] http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/3-08022012-BP/EN/3-08022012-BP-EN.PDF.
- [17] http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef1264.htm.
- [18] http://www.eurofound.europa.eu/pubdocs/2011/891/it/1/EF11891IT.pdf
- [19] http://www.eurofound.europa.eu/pubdocs/2012/02/en/1/EFI20EN.pdf.
- [20] GU L 7/3 dell'11.1.2012.
- [21] http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=135024&pageIndex=0&doclang=en&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=1202581).
- [22] GU L 298 del 7.11.2008, pag. 20.
- [23] Consiglio dell'UE, 3053a sessione del Consiglio "Occupazione, politica sociale, salute e consumatori", Bruxelles, 6 dicembre 2010.
- [24] Relazione del Comitato per la protezione sociale al Consiglio, Consiglio dell'UE, 6624/11, SOC 1 SAN 135, del 18 febbraio 2011.
- [25] Relazione del Comitato per la protezione sociale al Consiglio, Consiglio dell'UE, 6500/10, SOC 115 ECONFIN 101, FSTR 8 EDUC 31 SAN 33, del 15 febbraio 2010.
- [26] CESE, 597/2012-TEN/484, 13 dicembre 2012.
- [27] CdR 71/2011 definitivo, ECOS-V/014 https://toad.cor.europa.eu/CORWorkInProgress.aspx.
- [28] Testi approvati, P7_TA(2012)0419.
- [29] GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 57.
- [30] GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 120.
- [31] GU C 308 E del 20.10.2011, pag. 116.
- [32] Testi approvati, P7_TA(2010)0376.
- [33] Testi approvati, P7_TA(2011)0319.
- [34] Testi approvati, P6_TA(2007)0183.
- [35] Testi approvati, P7_TA(2011)0383.
- [36] GU C 259 E del 29.10.2009, pag. 19.
- [37] Testi approvati, P7_TA(2010)0499.
- [38] http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlFiles/eFI264.htm.
- [39] GU L 315 del 14.11.2012.
- [40] GU L 153 del 18.6.2010.
MOTIVAZIONE
Il fine della presente relazione è di mostrare in che misura il settore dell'edilizia abitativa sociale costituisca una leva per aiutare l'Unione europea a uscire dalla crisi economica, sociale e ambientale. Si stima che i cittadini europei residenti in un alloggio sociale siano 25 milioni. Tutti gli Stati membri ad eccezione della Grecia hanno a disposizione un patrimonio di alloggi sociali, la cui entità varia considerevolmente da uno Stato all'altro, in particolare tra i paesi occidentali e gli ultimi paesi aderenti dell'est Europa. Analogamente, il fabbisogno di alloggi sociali varia, all'interno di uno Stato, tra le zone urbane e le zone rurale e, all'interno delle zone urbane, tra il centro e la periferia.
L'edilizia abitativa sociale è una delle risposte dei poteri pubblici alle lacune del mercato immobiliare per soddisfare la totalità del fabbisogno di alloggi e per garantire a tutti l'accesso a un alloggio dignitoso a un prezzo/canone accessibile.
Gli Stati membri dell'UE garantiscono la definizione e l'organizzazione di un'offerta parallela di alloggi sociali a integrazione dell'offerta naturalmente presente sul mercato, a condizioni di accesso e di prezzo specifiche, fornita da operatori senza scopo di lucro istituiti appositamente per questo scopo, ma anche da investitori privati, persone giuridiche o fisiche, incaricati di tale scopo, sovvenzionati dalle autorità pubbliche nazionali, regionali o locali.
Si deve tuttavia constatare che, nonostante questi provvedimenti, per molti dei cittadini dell'Unione europea l'accesso a un alloggio dignitoso non è più finanziariamente accessibile. Nel 2010, il 5,7% della popolazione europea soffriva di disagi connessi alla situazione abitativa[1], mentre la Carta sociale (riveduta) del Consiglio d'Europa stabilisce un obiettivo di eliminazione progressiva del fenomeno dei senzatetto. Inoltre, il 17,86% degli europei viveva in alloggi sovraffollati o indecorosi e il 10,10% delle famiglie era in difficoltà per il costo eccessivo dell'alloggio, superiore al 40% del loro reddito disponibile.
L'incapacità del mercato di soddisfare la totalità del fabbisogno abitativo non riguarda solo le persone escluse in modo puro e semplice dall'accesso a un alloggio, ma anche le persone che vivono in un alloggio malsano, inadeguato o sovraffollato.
Si percepisce l'urgenza sociale di investire nel settore dell'edilizia abitativa sociale. L'Europa versa in una grave crisi abitativa che persiste e che, forse, aumenta nonostante l'impressione che colpisce puntualmente l'opinione pubblica europea all'arrivo dell'inverno, quando la situazione dei senzatetto appare insostenibile.
Le disuguaglianze sociali aumentano, il tasso di disoccupazione esplode, 120 milioni di europei sono poveri o esposti al rischio di povertà e il mercato immobiliare privato risponde sempre meno alla domanda crescente delle famiglie più precarie in ogni parte d'Europa. Con l'aumento degli affitti e dei prezzi dell'energia, gli aiuti sociali all'alloggio sono sotto pressione, mentre al tempo stesso la crisi del debito spinge gli Stati a fare sacrifici tagliando le spese sociali, ovvero a ridurre la disponibilità degli alloggi sociali a danno della coesione sociale e territoriale. L'applicazione del diritto a un alloggio dignitoso ed economicamente accessibile, che condiziona quindi l'accesso agli altri diritti fondamentali, diventa pertanto sempre più difficile da attuare.
L'inclusione sociale deve basarsi su un'offerta sufficiente di alloggi sociali economicamente accessibili e di qualità per far fronte alle sfide sanitarie che comporta. Essa deve inoltre beneficiare di mezzi per lottare contro la precarietà energetica, e fondarsi su criteri obiettivi e trasparenti di assegnazione degli alloggi, secondo una governance adeguata tesa a favorire un approccio integrato e la mescolanza sociale e così combattere le discriminazioni.
Investire nell'edilizia abitativa sociale significa anche dare una risposta all'invecchiamento della popolazione e alla dipendenza delle persone anziane, ai bisogni specifici dei giovani, nonché all'inclusione delle comunità emarginate e dei senzatetto.
Sul piano economico, investire nell'edilizia abitativa sociale significa aiutare il settore delle costruzioni che è stato ampiamente colpito dalla crisi, e quello delle ristrutturazioni, in particolare per quanto riguarda il rinnovo degli impianti termici e le energie rinnovabili, che sono settori ad alto rendimento e rappresentano un vivaio di posti di lavoro verdi, locali e non delocalizzabili.
Il settore residenziale costituisce il più grande potenziale di risparmio energetico dopo quello dei trasporti. L'edilizia abitativa sociale può pertanto contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici della strategia Europa 2020 e rispondere così all'emergenza ambientale, riducendo contemporaneamente le spese energetiche delle famiglie e la dipendenza energetica.
Un'offerta sufficiente di alloggi sociali contribuisce ad attenuare l'ampiezza dei cicli immobiliari e dei fenomeni delle bolle immobiliari che destabilizzano le economie. Gli investimenti in materia di alloggi sociali devono essere tenuti in maggiore considerazione nel sistema di vigilanza macro-economica e di bilancio dell'Unione.
Occorre sottolineare il valore aggiunto dei fondi strutturali e dei prestiti della Banca europea per gli investimenti per stimolare gli investimenti in materia di edilizia abitativa sociale. Questi fondi consentono in particolare di sviluppare la formazione continua e professionale delle filiere verdi e di creare migliaia di posti di lavoro locali, dignitosi e non delocalizzabili. Nel prossimo quadro finanziario pluriennale occorre garantire queste risorse per un importo sufficiente e facilitare il loro utilizzo nonché la riassegnazione dei fondi non utilizzati a favore dell'edilizia sociale abitativa.
- [1] Fonte: Europe Information Services S.A.
PARERE della commissione per lo sviluppo regionale (21.3.2013)
destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali
sull'edilizia popolare nell'Unione europea
(2012/2293(INI))
Relatore per parere: Salvatore Caronna
SUGGERIMENTI
La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. sottolinea il ruolo importante svolto dal Parlamento europeo per quanto attiene alla lotta all'esclusione sociale e alla povertà e all'ammissibilità delle politiche di edilizia sociale ai finanziamenti, in passato così come nel quadro dei nuovi regolamenti relativi ai Fondi strutturali e di coesione, al fine di esplorare ulteriormente politiche innovative atte a creare sinergie e partenariati a livello nazionale, regionale e locale; sottolinea la necessità di assicurare un sostegno mirato ai paesi dell'Unione che registrano un aumento della disoccupazione e delle situazioni di povertà; incoraggia pertanto gli Stati membri e tutte le parti interessate a riservare un posto importante agli investimenti a favore dell'edilizia popolare nei programmi nazionali di riforma e nella definizione degli assi strategici degli accordi di partenariato per il periodo di programmazione 2014-2020;
2. invita la Commissione a precisare la definizione di edilizia popolare, sulla base di uno scambio di esperienze e prassi di eccellenza tra gli Stati membri e tenendo conto del fatto che l'edilizia popolare è concepita e gestita in modi diversi a livello nazionale, regionale e locale, spesso a causa della flessibilità nella fissazione delle priorità;
3. plaude alle proposte della Commissione europea concernenti il pacchetto legislativo di regolamenti sulla politica di coesione post-2014, che contengono disposizioni dettagliate per il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, anche mediante la realizzazione di investimenti prioritari a favore dell'efficienza energetica, la promozione dell'energia rinnovabile, la lotta contro il cambiamento climatico, la promozione di politiche integrate di sviluppo urbano e territoriale – ad esempio attraverso uno sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) e investimenti territoriali integrati (ITI) – e misure volte a sostenere un'economia sociale basata sulla solidarietà e a eliminare l'esclusione sociale e la povertà nonché le disparità in campo sanitario, garantendo alle comunità marginalizzate e ad altre categorie vulnerabili e svantaggiate della popolazione, quali i senza tetto, le donne, gli anziani e le persone disabili, l'accesso all'alloggio e a servizi sociali di qualità a prezzi accessibili; sottolinea che la costruzione e ristrutturazione degli alloggi sociali – contestualmente all'applicazione di misure intese a contenere la proliferazione urbana – dovrebbe andare di pari passo con lo sviluppo delle infrastrutture pubbliche e sociali, che se del caso dovrebbero essere antisismiche;
4. incoraggia gli Stati membri a coinvolgere le autorità locali e regionali e tutte le parti così come le organizzazioni che le rappresentano – dal momento che è ad esse che i cittadini si rivolgono in primo luogo –, nel rispetto dei principi del partenariato e della governance multilivello, nonché a fissare le priorità e stabilire le modalità di utilizzo – nel quadro degli accordi di partenariato e dei programmi operativi, se possibile in modo integrato e coordinato – del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), del Fondo sociale europeo (FSE), del Fondo di coesione (FC) e, per quanto riguarda l'edilizia sociale nelle zone rurali e nelle città medio/piccole, del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR); ritiene che maggiori sinergie tra i Fondi strutturali e il Fondo di coesione possano promuovere lo sviluppo sostenibile delle zone svantaggiate o rurali, in modo da prevenirne l'isolamento e lo spopolamento, evitando così gli effetti negativi della segregazione sociale e promuovendo l'eterogeneità e la coesione sociale nonché l'uguaglianza di genere;
5. invita la Banca europea per gli investimenti, in stretta consultazione con le autorità locali e regionali, a incrementare gli investimenti nel settore dell'edilizia abitativa sociale;
6. osserva che gli investimenti nell'edilizia sociale svolgono una funzione importante ai fini dell'attuazione di altre politiche settoriali e hanno fra l'altro una ricaduta positiva sull'economia locale in termini di crescita e di promozione dell'occupazione, sull'inclusione sociale e sulla lotta all'impoverimento, sul sostegno alle microimprese e alle PMI del territorio e sulla promozione della mobilità occupazionale; osserva inoltre che alloggi salubri contribuiscono al benessere e alla salute dei cittadini nonché alla protezione dell'ambiente in generale; sottolinea, in questo contesto, la necessità di studiare e definire migliori prassi, di rafforzare la capacità delle autorità regionali e locali e di valutare i progressi da esse conseguiti nell'applicazione di tali prassi;
7. ritiene che gli investimenti nell'edilizia abitativa sociale possano essere una risposta adeguata, concreta ed efficace nel rafforzare la governance economica europea in generale e la coesione sociale, economica e territoriale in particolare, facendo fronte alle bolle immobiliari, ad esempio contrastando le tendenze speculative nell'edilizia abitativa e i loro effetti negativi sugli equilibri macroeconomici e sociali, soprattutto in un momento in cui occorre fare i conti con le conseguenze sociali della crisi economica e finanziaria, con vincoli di bilancio e con un basso tasso di crescita all'interno dell'UE;
8. osserva che l'alloggio è un bene sociale fondamentale rispetto al quale gli Stati membri, le regioni e le autorità locali hanno una responsabilità particolare; ritiene dunque che essi dovrebbero fare tutto il possibile per individuare soluzioni che promuovano la costruzione di alloggi a basso costo ed efficienti sotto il profilo energetico, abolire qualsiasi discriminazione nella ripartizione degli alloggi sociali e semplificare le procedure di richiesta e di assegnazione di tali alloggi, tenendo conto della situazione particolare delle persone svantaggiate;
9. ritiene particolarmente importante, alla luce degli squilibri sociali esistenti in Europa, segnatamente nei paesi di recente adesione, che l'Unione europea intervenga per sostenere le classi sociali svantaggiate, segnatamente in termini di garanzia dell'alloggio.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
19.3.2013 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
37 0 3 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
François Alfonsi, Luís Paulo Alves, Catherine Bearder, Jean-Jacob Bicep, Alain Cadec, Salvatore Caronna, Nikos Chrysogelos, Rosa Estaràs Ferragut, Danuta Maria Hübner, María Irigoyen Pérez, Seán Kelly, Mojca Kleva Kekuš, Constanze Angela Krehl, Petru Constantin Luhan, Ramona Nicole Mănescu, Riikka Manner, Iosif Matula, Erminia Mazzoni, Miroslav Mikolášik, Jens Nilsson, Wojciech Michał Olejniczak, Younous Omarjee, Markus Pieper, Monika Smolková, Nuno Teixeira, Lambert van Nistelrooij, Justina Vitkauskaite, Hermann Winkler, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Vasilica Viorica Dăncilă, Karima Delli, Cornelia Ernst, Ivars Godmanis, Karin Kadenbach, Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, Ivari Padar, Mirosław Piotrowski, Marie-Thérèse Sanchez-Schmid, Patrice Tirolien, Derek Vaughan |
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PARERE DELLA COMMISSIONE PER I DIRITTI DELLA DONNA E L'UGUAGLIANZA DI GENERE (3.4.2013)
destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali
sull'edilizia popolare nell'Unione europea
(2012/2293(INI))
Relatore per parere: Mojca Kleva Kekuš
SUGGERIMENTI
La commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
A. considerando che il diritto all'alloggio deve essere tutelato in pratica, garantendo che i cittadini e le famiglie dispongano di alloggi adeguati che soddisfino le loro esigenze e garantiscano il loro benessere, la loro riservatezza e la qualità della loro vita, contribuendo così al raggiungimento della giustizia e della coesione sociale e ad affrontare l'esclusione sociale e la povertà,
B. considerando che l'articolo 11 del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite[1] riconosce il diritto di ogni persona a uno standard di vita sufficiente per sé stessi e la propria famiglia, inclusi l'alimentazione, l'abbigliamento e un alloggio sufficienti, nonché a un miglioramento costante delle proprie condizioni di esistenza. Gli Stati firmatari adotteranno le misure adeguate per garantire la realizzazione di tale diritto e riconoscono a tale scopo l'essenziale importanza di una cooperazione internazionale liberamente convenuta,
C. considerando che la politica in materia di alloggi sociali è parte integrante dei servizi d'interesse economico generale al fine di favorire la soddisfazione del fabbisogno di alloggi, facilitare l'accesso alla proprietà, promuovere la qualità degli alloggi, migliorare gli alloggi esistenti e adeguare le spese di alloggio alla situazione della famiglia e alle risorse degli occupanti, prevedendo nel contempo uno sforzo da parte loro,
D. considerando che un alloggio sociale deve avere un buon rapporto qualità-prezzo in termini di acquisto o affitto, che deve permettere dei risparmi d'energia, che deve situarsi in un ambiente dotato di spazi verdi e adattato alle diverse generazioni, tenendo in considerazione le esigenze specifiche dei bambini e delle persone anziane,
E. considerando che l'opponibilità del diritto all'alloggio costituisce un diritto fondamentale per ogni individuo, una condizione per avere accesso a un'esistenza sociale, avere una vita privata e una vita familiare, potere prendersi cura di sé, riposarsi, trovare un'occupazione, disporre di un conto in banca o anche partecipare alle votazioni; che l'alloggio è, di conseguenza, fondamentale per l'esercizio effettivo di tutti gli altri diritti fondamentali,
F. considerando che, nel 2010, le donne esposte al rischio di povertà o di esclusione sociale erano il 24,5% del totale,
G. considerando che le donne con reddito basso spesso si trovano in grande difficoltà per quanto riguarda gli alloggi e di conseguenza sono maggiormente esposte al rischio di vivere in ambienti non sicuri e insalubri,
H. considerando che il divario di genere nelle retribuzioni e, di conseguenza, nelle pensioni rappresenta ancora uno dei motivi principali per cui le donne si trovano al di sotto della soglia di povertà nelle fasi avanzate della loro vita,
I. considerando che la crisi economica e finanziaria e le politiche di austerità hanno ulteriormente acuito la disoccupazione e aumentato la già precaria situazione occupazionale di varie donne nonché il tasso di disoccupazione fra le donne (soprattutto fra le donne giovani e la generazione più 50), per cui le donne anziane sono state particolarmente colpite a causa di discriminazioni persistenti sul mercato del lavoro[2], hanno aumentato le fila di coloro che necessitano di alloggi a prezzi accessibili e hanno ostacolato la realizzazione di progressi importanti nella fornitura di opzioni di alloggio per le donne appartenenti a gruppi svantaggiati; che redditi bassi e disoccupazione complicano l'accesso delle donne a prestiti bancari e finanziamenti,
J. considerando che le difficoltà economiche hanno portato a misure di rigore, in particolare nel settore pubblico, e che in molti Stati membri dell'UE il settore pubblico è uno dei settori dominati dalle donne; che gli stipendi delle donne sono stati fortemente ridotti e di conseguenza sempre più donne fanno parte delle fasce più povere della popolazione dell'Unione europea,
K. considerando che gli effetti della crisi si sommano a una situazione preesistente in cui le donne sono spesso vittime di stereotipi e discriminazione sia nell'acquisto di una casa che negli affitti, a causa delle loro limitate risorse finanziarie e in quanto le donne sole, e del fatto che le famiglie guidate da un adulto di sesso femminile con figli sono spesso considerate come affittuari più rischiosi o soggetti non affidabili in termini di rimborso e interruzione del contratto d'affitto a causa di una risistemazione familiare,
L. considerando che la mancanza di alloggi sociali colpisce in particolare le madri sole, le giovani famiglie, le donne con un'occupazione scarsamente retribuita, i giovani all'inizio della carriera, le donne migranti, le donne vedove con figli a carico, le persone con disabilità, le donne appartenenti a gruppi minoritari, le donne vittime di violenza domestica e gli anziani, soprattutto le donne anziane con pensioni di modesta entità; che questo gruppo è particolarmente vulnerabile alla mancanza di fissa dimora e spesso si trasferisce in unità abitative insalubri del mercato privato, il che fa considerevolmente aumentare il rischio di problemi di salute; che questo gruppo spesso cerca soluzioni alternative trasferendosi con familiari, amici o conoscenti, ostacolando così un'analisi adeguata e una documentazione trasparente del fenomeno dei senzatetto,
M. considerando che la mancanza di fissa dimora viene spesso percepita come riguardante principalmente gli uomini; che, tuttavia, la ricerca ha mostrato che la forma tipica di mancanza di fissa dimora fra le donne sembra essere una "mancanza nascosta di fissa dimora"; che le strategie delle donne atte a evitare di finire per strada facendosi ospitare da famigliari o amici non sono assolutamente soluzioni adeguate,
N. considerando che la crisi economica e i prezzi del mercato immobiliare riducono la capacità delle donne di divorziare o interrompere una convivenza, limitando la loro libertà e rendendole più vulnerabili alla violenza domestica basata sul genere,
1. sottolinea che gli Stati membri dovrebbero aumentare il numero delle possibilità di alloggio a prezzi accessibili e aiutare le donne a raggiungere l'indipendenza finanziaria assicurando loro condizioni più idonee a conciliare il lavoro e la vita familiare, tenendo in considerazione i loro impellenti impegni quotidiani e le loro sfide; esprime la propria preoccupazione circa raccomandazioni specifiche per paese tese a limitare il settore dell'edilizia abitativa sociale degli Stati membri, nonché l'approccio restrittivo della Commissione nella politica in materia di concorrenza limitando la qualifica dei servizi sociali di interesse generale esclusivamente all'edilizia abitativa sociale per persone socialmente svantaggiate;
2. sottolinea la pressante mancanza di possibilità di alloggio adeguate, adattate alle esigenze degli anziani e delle persone con disabilità, più nello specifico, alloggi che permettano loro di vivere indipendentemente il più a lungo possibile;
3. sottolinea l'importanza di un sistema di valutazione dello stato degli alloggi in termini di salute e sicurezza, che fornisca una valutazione sanitaria dei rischi collegati agli alloggi;
4. sottolinea la necessità di politiche trasparenti in materia di alloggi per apportare un contributo cruciale all'uguaglianza di genere;
5. ricorda che nel 2009 il numero delle madri sole era sette volte superiore a quello dei padri soli; sottolinea che, nell'assegnazione degli alloggi sociali, occorre pertanto dare la priorità a gruppi o individui in situazioni vulnerabili, come i genitori soli, le giovani famiglie, le famiglie numerose, i giovani all'inizio della loro carriera professionale, le donne migranti, le persone con disabilità e gli anziani; nota che quando la crisi economica è iniziata, essa ha avuto un impatto maggiore sugli uomini che sulle donne ma, col progredire, ha aumentato il tasso di disoccupazione delle donne di più di quello degli uomini;
6. sottolinea che, sebbene sia importante che esista un'offerta di alloggi sociali adatta a persone che necessitano di assistenza, e considerando il suo ruolo importante nella lotta contro la povertà infantile, attraverso l'eliminazione della povertà familiare e la prevenzione della trasmissione intergenerazionale di svantaggio, è parimenti importante che tali alloggi siano disponibili a un affitto accessibile, per cui "affitto ragionevole" deve essere interpretato come un affitto al di sotto del valore di mercato;
7. invita gli Stati membri a collaborare con il settore privato e a investire nell'edilizia sociale per evitare la segregazione sociale, onde fornire un contesto stabile e sicuro in particolare agli individui e ai gruppi in situazioni vulnerabili, quali le donne con un'occupazione scarsamente retribuita, le giovani famiglie, le famiglie numerose, le famiglie monoparentali, i giovani all'inizio della carriera, le donne migranti, le persone con disabilità, le donne appartenenti a gruppi minoritari e gli anziani, soprattutto le donne anziane con pensioni di modesta entità;
8. invita gli Stati membri ad assumersi la responsabilità di garantire a ognuno il diritto all'alloggio, in particolare avviando programmi di edilizia per i cittadini meno abbienti, fornendo incentivi per la promozione dell'edilizia dai costi calmierati, costruendo alloggi sociali da affittare, promuovendo e finanziando programmi di autocostruzione, sostenendo il settore delle cooperative, introducendo politiche efficaci e non speculative in materia di credito e regolamentando un mercato degli affitti non speculativo;
9. sottolinea che le diverse sfaccettature della mancanza di fissa dimora fra le donne devono essere affrontate in modo olistico e devono essere parte integrante di tutti i quadri politici dell'UE; esorta la Commissione e gli Stati membri a eseguire valutazioni d'impatto sistematiche sul genere e a monitorare la situazione e le esigenze specifiche delle donne senza fissa dimora, a promuovere i progetti di domotica per le categorie deboli e la costruzione di alloggi adattati, efficienti dal punto di vista energetico e del prezzo accessibile, e a includere le famiglie di ceto medio, spesso escluse nei programmi di edilizia sociale, dal momento che a causa della crisi potrebbero soffrire di disagi materiali come le altre famiglie;
10. rileva con rammarico che le vittime di violenza domestica rimangono con maggiore probabilità in un ambiente violento se sono finanziariamente dipendenti da chi commette l'abuso e di conseguenza non in grado di cercare un alloggio adeguato separato per sé; invita pertanto l'UE a promuovere politiche e programmi volti ad ampliare l'accesso delle vittime di violenza domestica ad alloggi sicuri ed economicamente sostenibili e invita gli Stati membri a trovare soluzioni accessibili a forme alternative di alloggi d'emergenza o temporanei e ad aumentare il numero di rifugi e centri di riabilitazione per le vittime, nonché altri servizi sociali correlati, come servizi integrati per famiglie (ad es. centri di giustizia per le famiglie);
11. invita gli Stati membri a condurre analisi dell'impatto sociale ponendo un'enfasi sull'analisi fondata sul genere e sulle famiglie nell'ambito di tutte le politiche e i programmi in materia di alloggi, prendendo particolarmente in considerazione la disparità fra i generi in termini di reddito e risorse finanziarie; sottolinea che tutti i dati devono essere disaggregati per genere e tipologia di famiglia e che occorre effettuare ulteriori ricerche per determinare con esattezza in che modo le politiche abitative possono fornire sostegno a individui e gruppi in situazioni vulnerabili, come le donne (tenendo in considerazione il ruolo multiforme delle donne come genitore solo e persona responsabile dell'assistenza a familiari e persone con disabilità), le famiglie, i giovani, le persone con disabilità e gli anziani.
12. accoglie con favore la proposta di direttiva della Commissione in merito ai contratti di credito relativi ad immobili residenziali e rileva che molte famiglie con crediti ipotecari sono state vittime di chiusure abusive; chiede che vengano adottate misure eccezionali per garantire i diritti di alloggio in tutta l'Europa; invita gli Stati membri a garantire che le drammatiche conseguenze sociali degli sfratti siano affrontate con efficacia;
13 rileva che le politiche e i programmi in materia di alloggi vanno messi a punto in consultazione con le donne dal reddito basso e provenienti da diversi contesti sociali, al fine di valutare quali politiche rispondono al meglio alle esigenze delle donne.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
20.3.2013 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
26 0 1 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Regina Bastos, Edit Bauer, Marije Cornelissen, Edite Estrela, Iratxe García Pérez, Mikael Gustafsson, Lívia Járóka, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Silvana Koch-Mehrin, Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, Astrid Lulling, Elisabeth Morin-Chartier, Norica Nicolai, Angelika Niebler, Siiri Oviir, Antonyia Parvanova, Raül Romeva i Rueda, Marc Tarabella, Britta Thomsen, Anna Záborská, Inês Cristina Zuber |
||||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Silvia Costa, Anne Delvaux, Mariya Gabriel, Mojca Kleva Kekuš, Katarína Neveďalová, Angelika Werthmann |
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- [1] Assemblea Generale, risoluzione 2200 A (XXI), 16.12.1966.
- [2] Cfr. risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2011 sulla situazione delle donne che si avvicinano all'età pensionabile (2011/0360(INI)).
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
23.4.2013 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
24 3 16 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Regina Bastos, Edit Bauer, Heinz K. Becker, Phil Bennion, Pervenche Berès, Vilija Blinkevičiūtė, Milan Cabrnoch, Alejandro Cercas, Ole Christensen, Derek Roland Clark, Minodora Cliveti, Marije Cornelissen, Emer Costello, Frédéric Daerden, Karima Delli, Thomas Händel, Marian Harkin, Nadja Hirsch, Stephen Hughes, Danuta Jazłowiecka, Verónica Lope Fontagné, Thomas Mann, Elisabeth Morin-Chartier, Siiri Oviir, Konstantinos Poupakis, Sylvana Rapti, Licia Ronzulli, Elisabeth Schroedter, Joanna Katarzyna Skrzydlewska, Jutta Steinruck, Traian Ungureanu, Andrea Zanoni |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Georges Bach, Edite Estrela, Jelko Kacin, Jan Kozłowski, Svetoslav Hristov Malinov, Ria Oomen-Ruijten, Antigoni Papadopoulou, Csaba Sógor, Tatjana Ždanoka |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Anna Hedh, Anna Záborská |
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