RELAZIONE sulla libertà della stampa e dei media nel mondo

20.5.2013 - (2011/2081(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Marietje Schaake

Procedura : 2011/2081(INI)
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A7-0176/2013
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A7-0176/2013
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla libertà della stampa e dei media nel mondo

(2011/2081(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti l'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani (UDHR), l'articolo 19 della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e la Convenzione dell'UNESCO sulla protezione della diversità delle espressioni culturali,

–  visto l'articolo 13 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, che riconosce il diritto dei bambini alla libertà di espressione,

–  vista la risoluzione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 28 marzo 2008 (7/36) che proroga il mandato del relatore speciale sulla promozione e la salvaguardia della libertà di opinione e di espressione[1],

–  viste le relazioni del relatore speciale delle Nazioni Unite, Frank La Rue[2], sulla promozione e la salvaguardia della libertà di opinione e di espressione, che sottolineano altresì l'applicabilità delle norme e dei principi internazionali in materia di diritti umani sulla libertà di opinione e di espressione a Internet in quanto mezzo di comunicazione,

–  vista la risoluzione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 5 luglio 2012 dal titolo "The promotion, protection and enjoyment of human rights on the Internet"[3], (Promozione, protezione e godimento dei diritti umani su Internet), che riconosce l'importanza della protezione dei diritti umani e della libera circolazione delle informazioni on-line,

–  vista la relazione del 21 marzo 2011 del rappresentante speciale delle Nazioni Unite sulla questione dei diritti umani e delle imprese transnazionali e di altri tipi di impresa, John Ruggie, intitolata "Guiding Principles on Business and Human Rights: Implementing the United Nations 'Protect, Respect and Remedy' Framework", (Principi guida su imprese e diritti umani: attuare il quadro delle Nazioni Unite "Proteggere, rispettare e rimediare"[4]),

–  vista la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite S/RES/1738 sugli attacchi ai giornalisti, ai professionisti dei mezzi di informazione e al personale associato nei conflitti armati[5], del 23 dicembre 2006,

–  vista la Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949[6], in particolare l'articolo 79 del relativo protocollo aggiuntivo I relativo alla protezione dei giornalisti attivi in missioni professionali pericolose nelle zone di conflitto armato,

–  visto il piano d'azione delle Nazioni Unite sulla sicurezza dei giornalisti e la questione dell'impunità, sostenuto il 12 aprile 2012 dal Consiglio dei capi di segreteria delle Nazioni Unite[7],

–  vista la risoluzione 1920(2013) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa denominata "Lo stato di libertà dei mezzi d'informazione in Europa", adottata il 24 gennaio 2013,

–  visti il lavoro svolto dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) sulla libertà dei mezzi d'informazione, e in particolare le relazioni del suo rappresentante sulla libertà dei mezzi d'informazione,

–  viste le relazioni delle ONG sui mezzi d'informazione, fra cui le relazioni di Reporter senza frontiere (indici sulla libertà di stampa), di Freedom House (relazioni sulla libertà di stampa) e l'International Press Institute (Death Watch e relazione annuale dell'IPI sulla libertà di stampa nel mondo),

–  vista la sua risoluzione del 6 febbraio 2013 sulla "Responsabilità sociale delle imprese: promuovere gli interessi della società e una via verso la ripresa sostenibile e inclusiva[8]",

–  vista la sua risoluzione del 6 febbraio 2013 sulla "Responsabilità sociale delle imprese: comportamento commerciale affidabile, trasparente e responsabile e crescita sostenibile[9]",

–  vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2012 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo e sulla politica dell'Unione europea in materia[10],

–  vista la sua risoluzione del 22 novembre 2012 relativa alla conferenza mondiale sulle telecomunicazioni internazionali (WCIT-12) dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni e al possibile ampliamento del campo di applicazione del regolamento delle telecomunicazioni internazionali[11],

–  vista la sua risoluzione del 15 novembre 2012 intitolata "Una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE[12]",

–  visti il quadro strategico e il piano d'azione sui diritti umani e la democrazia (11855/2012), adottati dal Consiglio il 25 giugno 2012,

–  vista la sua raccomandazione al Consiglio del 13 giugno 2012 relativa al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani[13],

–  viste le dichiarazioni dell'Alto rappresentante, Catherine Ashton, a nome dell'Unione europea in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa[14],

–  vista la comunicazione congiunta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione europea al Parlamento europeo e al Consiglio del 12 dicembre 2011 dal titolo "Diritti umani e democrazia al centro dell'azione esterna dell'Unione europea – Verso un approccio più efficace" (COM(2011)0886),

–  vista la comunicazione del 12 dicembre 2011 del Commissario per l'Agenda digitale sulla strategia di non disconnessione "No Disconnect"[15],

–  vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 25 ottobre 2011, dal titolo "Strategia rinnovata dell'UE per il periodo 2011-2014 in materia di responsabilità sociale delle imprese" (COM(2011)0681),

–  vista la sua risoluzione del 7 luglio 2011 sulle politiche esterne dell'UE a favore della democratizzazione[16],

–  vista la comunicazione congiunta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione del 25 maggio 2011 dal titolo "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento" (COM(2011)0303),

–  vista la sua risoluzione del 16 dicembre 2008 sull'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale[17],

–  visti il regolamento (CE) n. 1889/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, che istituisce uno strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo (EIDHR) [18], nonché tutti gli altri strumenti finanziari esterni dell'UE,

–  vista la sua risoluzione del 14 febbraio 2006 sulla clausola relativa ai diritti dell'uomo e alla democrazia negli accordi dell'Unione europea[19],

–  viste le sue risoluzioni su casi urgenti di violazioni dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto, comprese le risoluzioni, specifiche per paese nelle quali solleva preoccupazioni relative alla libertà della stampa e dei mezzi d'informazione, in particolare sulla detenzione di giornalisti e blogger,

–  visto l'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, e in particolare la sua disposizione che recita "La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati",

–  visti gli articoli 3 e 21 del trattato sull'Unione europea e l'articolo 207 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  visti gli orientamenti dell'Unione europea in materia di diritti dell'uomo,

–  vista la Convenzione europea dei diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa e i negoziati in corso per l'adesione dell'Unione europea alla Convenzione,

–  visto l'articolo 48 del regolamento,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A7-0176/2013),

Principi e ruolo della stampa e dei mezzi d'informazione

A.  considerando che il diritto alla libertà d'espressione è un diritto umano universale su cui si fonda la democrazia ed è essenziale per l'esercizio di altri diritti che la popolazione mondiale cerca di ottenere, come lo sviluppo, la dignità e la realizzazione di ogni essere umano;

B.  considerando che le limitazioni alla libertà d'espressione hanno gravi conseguenze, dovrebbero essere molto circoscritte e possono essere giustificate solo in presenza di determinate condizioni rigorose, previste dalla legge che di per sé sono considerate legittime ai sensi del diritto internazionale; che la libertà d'espressione è un diritto fondamentale ed è strettamente collegata alla libertà di stampa nonché alla libertà e al pluralismo dei mezzi d'informazione; considerando che gli Stati che hanno firmato la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) sono tenuti a garantire l'esistenza di stampa e mezzi d'informazione indipendenti, liberi e pluralisti;

C.  considerando che le piattaforme mediatiche sono essenziali per l'esercizio del diritto alla libertà d'espressione; che la stampa, in qualità di manifestazione collettiva della libera espressione, è uno degli attori fondamentali nel paesaggio dei mezzi d'informazione e svolge un ruolo di sorveglianza della democrazia;

D.  considerando che la libertà della stampa, dei mezzi d'informazione, del settore digitale e del giornalismo è considerata un bene pubblico;

E.  considerando che le piattaforme mediatiche (digitali) hanno sempre più una natura globale e un numero sempre maggiore di utenti;

F.  considerando che internet e i mezzi d'informazione sono strumenti utilizzati dai difensori dei diritti umani;

G.  considerando che la neutralità della rete rappresenta un principio essenziale per l'Internet aperta, favorendo la comunicazione con la garanzia della concorrenza e della trasparenza, e risulta anche essere vantaggiosa per le opportunità di affari e stimola l'innovazione, la creazione di posti di lavoro e la crescita;

H.  considerando che la libertà di parola e di espressione e dei mezzi d'informazione e la libertà dei giornalisti sono minacciate in tutto il mondo e che i giornalisti sono spesso anche difensori dei diritti umani e promotori della libertà di associazione, di opinione, di religione e di credo; che, tuttavia, i giornalisti sono spesso perseguitati e imprigionati;

I.  considerando che le nuove piattaforme mediatiche digitali e on-line hanno contribuito all'aumento della diversità e del pluralismo;

J.  considerando che l'impegno e i programmi dell'UE per la promozione e la tutela della libertà della stampa e dei mezzi d'informazione a livello mondiale vanno ottimizzati, basandosi sull'utile lavoro della società civile e delle organizzazioni di giornalisti;

K.  considerando che l'UE può essere credibile sulla scena globale esclusivamente se la libertà della stampa e dei mezzi d'informazione è salvaguardata e rispettata in seno all'Unione stessa;

Ultimi sviluppi

1.  riconosce che i governi hanno la responsabilità primaria quanto alla garanzia e alla tutela della libertà della stampa e dei mezzi d'informazione; sottolinea che i governi hanno la responsabilità primaria quanto agli ostacoli alla libertà della stampa e dei mezzi d'informazione e, nei casi peggiori, sempre più spesso ricorrono a pressioni giuridiche per limitare tale libertà, ad esempio abusando della legislazione antiterrorismo o antiestremismo e delle leggi in materia di sicurezza nazionale, tradimento o sovversione; segnala che deve essere raggiunto un equilibrio tra le questioni di sicurezza nazionale e la libertà d'informazione al fine di evitare abusi e assicurare l'indipendenza della stampa e dei mezzi d'informazione; riconosce che gli imperi mediatici posseduti da politici sono a volte utilizzati per condurre campagne di disinformazione; sottolinea che è essenziale che la stampa e i mezzi di informazione possano operare in modo indipendente e libero da pressioni esercitate attraverso mezzi politici e finanziari; esprime preoccupazione per la generale tendenza al ribasso nella valutazione dell'ambiente per la libertà di stampa e dei media in diversi paesi sia all'interno che all'esterno dell'Europa secondo i più recenti indici e bollettini d'analisi (si veda l'elenco nell'allegato alla fine della presente relazione);

2.  sottolinea che mezzi d'informazione tradizionali e online liberi, indipendenti e pluralisti costituiscono una delle pietre angolari della democrazia e del pluralismo; riconosce l'importanza delle fonti d'informazione come reale garanzia di libertà e pluralismo dei media; sottolinea come mantenere e rafforzare la libertà e l'indipendenza dei mezzi d'informazione nel mondo sia un interesse comune; rileva che il ruolo di mezzi d'informazione liberi e indipendenti e il libero scambio di informazioni siano della massima importanza nel contesto del cambiamento democratico che si verifica nei regimi non democratici;

3.  deplora il fatto che i giornalisti siano di frequente feriti o assassinati o soggetti a gravi abusi in tutto il mondo, spesso impunemente; sottolinea pertanto l'importanza di contrastare le impunità; sottolinea che le autorità non possono affrontare le minacce e la violenza nei confronti dei giornalisti o garantirne la sicurezza senza che le autorità politiche, giudiziarie e di polizia adottino azioni decise contro chi attacca i giornalisti e il loro lavoro; sottolinea che gli effetti dell'impunità hanno un impatto non solo sulla libertà di stampa, ma anche sul lavoro quotidiano dei giornalisti, generando anche un clima di paura e di autocensura; ritiene che l'UE debba assumere una posizione più severa nei confronti di paesi che consentono costantemente l'impunità di tali atti e invita tutti gli Stati a garantire la sicurezza dei giornalisti;

4.  sottolinea che le leggi, le disposizioni legislative, l'intimidazione, le ammende, la proprietà altamente concentrata nelle mani dei politici o di altri con conflitti d'interessi sono tutti fattori che possono limitare la libertà di acquisire e accedere alle informazioni e possono determinare minacce alla libertà di espressione;

5.  sottolinea che i governi possono esercitare una pressione indiretta sulla stampa e sui mezzi d'informazione; ritiene che in molti paesi i media dipendano fortemente dalla pubblicità del governo che diventa così uno strumento per fare pressione sui mezzi d'informazione e che le concessioni o le sanzioni fiscali possano essere utilizzate per limitare il funzionamento di mezzi d'informazione critici;

6.  deplora il fatto che la criminalizzazione dell'espressione sia in aumento; ricorda che in tutto il mondo i giornalisti sono spesso imprigionati a causa del loro lavoro; è consapevole del ricorso alle leggi in materia di diffamazione, blasfemia e calunnia, nonché alle normative facenti riferimento al "danneggiamento dell'immagine del paese all'estero" o alla "propaganda omosessuale" al fine di imprigionare o sottoporre a censura i giornalisti e bloccare la libertà di espressione; deplora che la censura incoraggi l'autocensura; invita a porre fine alle persecuzioni nei confronti dei giornalisti, che dovrebbero essere messi nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro in modo indipendente, senza temere violenze e recriminazioni, nonché a rilasciare immediatamente tutti i giornalisti e i blogger ingiustamente imprigionati a causa del loro lavoro;

7.  condanna fortemente il fatto che molti giornalisti non abbiano accesso all'assistenza legale, sebbene la loro professione li porti a essere sempre più spesso in prima linea nella lotta per i diritti umani, sia on-line che off-line;

8.  ritiene che la tendenza a concentrare la proprietà dei mezzi d'informazione in grandi conglomerati costituisca una minaccia alla libertà e al pluralismo dei mezzi d'informazione, in particolare alla luce del parallelo processo della digitalizzazione; sottolinea l'importanza di un'infrastruttura mediatica di base aperta e abilitante, nonché dell'esistenza di organismi di regolamentazione indipendenti;

9.  riconosce il potenziale delle fondazioni private e delle ONG in quanto sostenitrici del giornalismo di qualità e motori dell'innovazione;

10.  sottolinea che le imprese, pur essendo investite di nuove responsabilità in un mondo collegato globalmente e digitalmente, fanno altresì fronte a nuove sfide in settori che sono stati tradizionalmente appannaggio delle autorità pubbliche; è consapevole che le ordinanze di blocco emanate dai governi in relazione ai contenuti e ai servizi on-line hanno esercitato pressioni sull'indipendenza editoriale e sulla continuità del servizio;

11.  è consapevole che troppo spesso i mezzi d'informazione sono usati come strumenti di propaganda tradizionali e/o sono coinvolti in tale propaganda e che, soprattutto per quanto riguarda i mezzi d'informazione del servizio pubblico, l'indipendenza politica e finanziaria così come il pluralismo sono essenziali; sottolinea che i mezzi d'informazione pubblici liberi e indipendenti svolgono un ruolo cruciale nel rafforzare la democrazia, nell'assicurare il massimo coinvolgimento della società civile in dibattiti e questioni pubbliche nonché nel fornire ai cittadini gli strumenti necessari per percorrere il cammino verso la democrazia;

12.  incoraggia a elaborare codici etici per i giornalisti come pure per le persone coinvolte nella gestione dei mezzi d'informazione al fine di assicurare la piena indipendenza dei giornalisti e dei media; riconosce l'importanza di applicare tali codici mediante l'istituzione di organismi di regolamentazione indipendenti;

Digitalizzazione

13.  riconosce l'impatto potenziale degli attuali mezzi d'informazione, sempre più digitalizzati, e l'effetto di responsabilizzazione che esercitano sugli individui mediante crescenti livelli di informazione e lo sviluppo del pensiero critico; è inoltre consapevole del fatto che tali fenomeni sono fonte di preoccupazioni, soprattutto per i regimi autoritari;

14.  riconosce l'importante ruolo svolto dalle piattaforme mediatiche digitali e on-line nell'ambito delle sommosse contro i regimi dittatoriali negli ultimi anni;

15.  sottolinea che l'accesso all'informazione, sia on-line che off-line, è necessario per l'evoluzione delle opinioni e dell'espressione, nonché per l'espressione e la comunicazione di contenuti tramite piattaforme mediatiche, dal momento che costituiscono controlli essenziali sul potere;

16.  riconosce che la digitalizzazione dei mezzi d'informazione e delle informazioni ha amplificato la loro portata e il loro impatto, ma ha anche offuscato la sottile linea che separa informazione e opinione; rileva il considerevole aumento dei contenuti generati dagli utenti e del giornalismo dei cittadini;

17.  ritiene che la digitalizzazione della stampa e dei mezzi d'informazione stia conferendo nuove dimensioni al paesaggio mediatico, sollevando questioni relative all'accesso, alla qualità, all'obiettività delle informazioni e alla loro protezione;

18.  sottolinea che grazie alla digitalizzazione, per i cittadini è più facile accedere alle informazioni e monitorare i funzionari, nonché garantire la condivisione e la diffusione di dati e documenti e portare alla luce casi di ingiustizie e corruzione;

19.  sottolinea che per sfruttare appieno il potenziale delle infrastrutture informatiche sono necessari l'interoperabilità globale e una regolamentazione adeguata e che è opportuno integrare tali tecnologie dell'informazione e della comunicazione sia nel panorama mediatico attuale sia in quello che sta evolvendo, insieme alle condizioni essenziali dell'indipendenza, del pluralismo e della diversità;

20.  deplora qualsiasi tentativo volto a creare varie forme di "Internet chiuso", dal momento che rappresenta una grave violazione del diritto all'informazione; esorta tutte le autorità ad astenersi dal portare avanti tali attività;

21.  nutre preoccupazione per le tendenze in merito alla sorveglianza di massa, alla censura di massa e alle attività di blocco e di filtro che non solo colpiscono i mezzi d'informazione e il lavoro di giornalisti e blogger, ma ostacolano inoltre il tentativo della società civile di apportare importanti trasformazioni politiche, economiche e sociali; condanna ogni arresto e tentativo di arresto dei blogger, vedendo in essi un attacco alla libertà di parola e di opinione;

22.  deplora il fatto che un numero elevato di tecnologie e servizi utilizzati nei paesi terzi per violare i diritti umani attraverso la censura delle informazioni, la sorveglianza di massa, il controllo, il rilevamento e la localizzazione dei cittadini e delle loro attività sulle reti telefoniche (mobili) e su Internet provengano dall'UE; esorta la Commissione ad adottare tutti i provvedimenti necessari per interrompere tale commercio di armi digitali;

23.  sottolinea la necessità di comprendere meglio il ruolo degli intermediari e le loro responsabilità; ritiene che gli organismi di regolamentazione del mercato possano contribuire a mantenere la concorrenza, tuttavia reputa necessario anche esplorare nuove modalità di coinvolgimento degli attori privati al fine di preservare il valore pubblico delle informazioni; riconosce che l'autoregolamentazione può comportare rischi specifici laddove manca la vigilanza (democratica);

24.  sottolinea che le piattaforme digitali e fondate su dati (informatici) o i servizi come i motori di ricerca appartengono a privati e necessitano di trasparenza al fine di preservare il valore pubblico delle informazioni e prevenire le restrizioni all'accesso alle informazioni e alla libertà d'espressione;

25.  sottolinea la necessità di tutelare gli informatori e le fonti, e che l'Unione intraprenda a tal fine un'azione a livello globale;

26.  condanna fortemente qualsiasi tentativo di utilizzare Internet o altre piattaforme mediatiche on-line al fine di promuovere e favorire attività terroristiche; esorta le autorità ad adottare una posizione decisa a riguardo;

Politiche dell'UE e azioni esterne

27.  sottolinea che affinché l'UE sia considerata una comunità di valori sono essenziali la promozione e la tutela della libertà della stampa e dei mezzi d'informazione globali; evidenzia la necessità che l'Unione dimostri la massima leadership politica per assicurare la protezione dei giornalisti a livello globale;

28.  ritiene opportuno che l'UE sia capofila nel garantire che i mezzi d'informazione rimangano indipendenti, pluralisti ed eterogenei, come pure nel difendere la posizione, la libertà e la sicurezza di giornalisti e blogger; sottolinea, a tal fine, che l'UE non deve interferire con i contenuti, bensì sostenere un ambiente abilitante e l'eliminazione delle restrizioni alla libertà di espressione a livello globale;

29.  rileva con preoccupazione che negli ultimi anni alcuni mezzi d'informazione, in particolare nell'UE, sono stati sottoposti a controlli per il loro comportamento non etico e, secondo quanto asserito, illegittimo; ritiene che l'UE possa dare l'esempio solo se affronta tali problematiche entro i propri confini;

30.  esorta la Commissione a continuare a controllare con attenzione l'indipendenza della stampa e dei mezzi d'informazione negli Stai membri;

31.  ritiene che, sebbene l'UE si occupi della libertà della stampa e dei mezzi d'informazione attraverso numerosi programmi e politiche, manchino un'enfasi globale specifica sulla questione nonché una visione strategica coerente e parametri di riferimento;

32.  ritiene che la mancanza di una strategia globale comporti la frammentazione e rischi di compromettere gli importanti principi politici della trasparenza e della responsabilità;

Strategia

33.  esorta la Commissione, in particolare la DG DEVCO, e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a migliorare la cooperazione e il coordinamento della loro programmazione, in particolare tramite la creazione di sinergie tra le attività politiche e diplomatiche e l'attuazione congiunta, anche in fase di monitoraggio e valutazione, dei finanziamenti e dei progetti; invita la Commissione a migliorare la propria analisi e valutazione della programmazione passata, attuale e futura, nonché a divulgare pubblicamente i relativi risultati;

34.  chiede che si passi da un finanziamento ad hoc dei progetti a un approccio più sostenibile, che coinvolga anche donatori e interlocutori privati; riconosce la necessità di un approccio su misura nei confronti della programmazione, a livello sia nazionale sia regionale;

35.  invita l'UE a svolgere un ruolo più significativo, soprattutto nei paesi candidati, come pure in relazione ai suoi più immediati vicini meridionali e orientali e nel contesto dei negoziati relativi ad accordi commerciali e di associazione; invita l'Unione ad adottare una strategia volta ad assicurare l'attento controllo e la reazione alla modifica delle normative che limitano il pluralismo e la libertà della stampa nei paesi terzi;

36.  evidenzia la necessità di usare gli strumenti finanziari esterni, come l'EIDHR, gli strumenti geografici e gli altri strumenti con flessibilità, al fine di contribuire al consolidamento della società civile; sottolinea che la titolarità locale e lo sviluppo delle capacità sono essenziali per garantire lo sviluppo sostenibile e il progresso;

37.  sottolinea che occorre che l'Unione sostenga in egual modo l'istruzione e la formazione dei responsabili politici, degli organismi di regolamentazione e dei mezzi d'informazione nei paesi terzi, con l'obiettivo di incoraggiare la libertà della stampa e dei mezzi d'informazione e promuovere forme di regolamentazione del mercato adeguate e neutre dal punto di vista tecnologico, in particolare in considerazione del fatto che nei periodi di transizione le libertà sono spesso limitate in nome della stabilità e della sicurezza;

38.  sottolinea che lo sviluppo dei mezzi d'informazione e la garanzia della libertà d'espressione devono costituire una parte importante del dialogo dell'UE a livello nazionale con ogni paese; pone l'accento sulla necessità di rispettare i chiari parametri di riferimento e le condizionalità negli accordi commerciali, di partenariato, di cooperazione e di associazione dell'UE con i paesi terzi e nei suoi programmi di aiuto, conformemente all'articolo 21 del TUE; esorta il SEAE e la Commissione a rispettare e attuare le relazioni e raccomandazioni del Parlamento sui negoziati relativi a tali accordi; ricorda che la coerenza, la continuità, il coordinamento e la trasparenza tra il Parlamento, il SEAE e la Commissione in relazione all'attuazione e al monitoraggio di tali diritti umani fondamentali sono essenziali ai fini della credibilità dell'Unione e dell'efficacia nelle sue relazioni e interazioni con i paesi terzi;

39.  invita la Commissione a fare della lotta contro l'impunità una delle proprie priorità nei programmi relativi alla libertà d'espressione e dei mezzi d'informazione, anche offrendo assistenza nelle indagini sui reati contri i giornalisti, creando fondi per la difesa legale e mettendo a disposizione le proprie competenze;

40.  ritiene che i finanziamenti dell'UE non vadano limitati alle organizzazioni internazionali specializzate (intermediari), ma debbano includere anche le organizzazioni locali;

41.  invita la Commissione a riesaminare le clausole di riservatezza nel quadro del proprio finanziamento a favore dei diritti umani per quanto concerne la stampa e i mezzi d'informazione, dal momento che lasciano spazio al discredito di giornalisti, mezzi d'informazione o ONG danneggiando così la credibilità delle attività dell'UE in materia di diritti umani che sono, di per sé, aperte e trasparenti;

42.  pone l'accento sulla necessità che i programmi relativi alla stampa e ai mezzi d'informazione siano altresì incentrati sul miglioramento delle strutture (statali e giuridiche) e sul sostegno delle società d'informazione e delle imprese locali, al fine di accrescerne la trasparenza, l'indipendenza, la capacità di essere sostenibili, la professionalità e l'apertura; sottolinea che è opportuno che le politiche dell'Unione in materia di mezzi d'informazione mirino anche a massimizzare il pluralismo e la diversità sostenendo i media indipendenti e le nuove imprese;

43.  ricorda che la libertà di espressione e il pluralismo dei media, anche attraverso Internet, sono valori europei fondamentali; sottolinea l'importanza fondamentale che la libertà della stampa e dei mezzi d'informazione e le libertà digitali rivestono nel quadro della politica di allargamento dell'UE, in quanto sono ritenute diritti umani e quindi parte dei criteri politici di Copenaghen;

44.  ritiene opportuno che l'UE includa elementi di sostegno alla stampa e ai mezzi d'informazione nell'ambito della propria assistenza elettorale, ad esempio promuovendo la cooperazione tra gli organi di gestione delle elezioni nei paesi terzi e la stampa, al fine di migliorare la trasparenza e la legittimità dei processi elettorali e dei relativi risultati;

45.  reputa necessario che, nei paesi in transizione, l'UE si concentri sulla libertà della stampa e dei mezzi d'informazione nell'ambito del processo di riconciliazione e di ricostruzione;

46.  elogia e accoglie con favore l'importante lavoro svolto da numerose organizzazioni (giornalistiche) internazionali che si occupano della libertà della stampa e dei mezzi d'informazione; sottolinea che è necessario che tali organizzazioni ottengano il pieno sostegno dell'UE, in virtù della natura essenziale del loro lavoro di collegamento;

47.  invita il SEAE a fare un uso ottimale dell'impegno dell'UE nei forum multilaterali che si concentrano sulle libertà della stampa, dei mezzi d'informazione e digitali, come il Consiglio d'Europa e l'OSCE, come pure nel contesto dell'ONU;

48.  invita la Commissione, il Consiglio e il SEAE ad adottare quanto prima una strategia di libertà della stampa e dei mezzi d'informazione nel quadro della politica estera dell'UE e ad integrare le raccomandazioni della presente relazione nei prossimi orientamenti sulla libertà d'espressione (on-line e off-line);

49.  chiede che la presente relazione sia letta e ripresa congiuntamente alla sua risoluzione "Una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE";

50.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Servizio europeo per l'azione esterna, al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo, all'UNESCO, al Consiglio d'Europa e all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

ALLEGATI

Graduatorie dei paesi in termini di libertà di stampa e dei mezzi d'informazione elaborate da organizzazioni indipendenti competenti in materia

Reporter senza frontiere

Indice sulla libertà di stampa nel mondo 2013[1]

Posizione

Paese

Punteggio

Differenza

1

Finlandia

6,38

0 (1)

2

Paesi Bassi

6,48

+1 (3)

3

Norvegia

6,52

-2 (1)

4

Lussemburgo

6,68

+2 (6)

5

Andorra

6,82

-

6

Danimarca

7,08

+4 (10)

7

Liechtenstein

7,35

-

8

Nuova Zelanda

8,38

+5 (13)

9

Islanda

8,49

-3 (6)

10

Svezia

9,23

+2 (12)

11

Estonia

9,26

-8 (3)

12

Austria

9,40

-7 (5)

13

Giamaica

9,88

+3 (16)

14

Svizzera

9,94

-6 (8)

15

Irlanda

10,06

0 (15)

16

Repubblica ceca

10,17

-2 (14)

17

Germania

10,24

-1 (16)

18

Costa Rica

12,08

+1 (19)

19

Namibia

12,50

+1 (20)

20

Canada

12,69

-10 (10)

21

Belgio

12,94

-1 (20)

22

Polonia

13,11

+2 (24)

23

Slovacchia

13,25

+2 (25)

24

Cipro

13,83

-8 (16)

25

Capo Verde

14,33

-16 (9)

26

Australia

15,24

+4 (30)

27

Uruguay

15,92

+5 (32)

28

Portogallo

16,75

+5 (33)

29

Regno Unito

16,89

-1 (28)

30

Ghana

17,27

+11 (41)

31

Suriname

18,19

-9 (22)

32

Stati Uniti

18,22

+15 (47)

33

Lituania

18,24

-3 (30)

34

OECS

19,72

-9 (25)

35

Slovenia

20,49

+1 (36)

36

Spagna

20,50

+3 (39)

37

Francia

21,60

+1 (38)

38

El Salvador

22,86

-1 (37)

39

Lettonia

22,89

+11 (50)

40

Botswana

22,91

+2 (42)

41

Papua Nuova Guinea

22,97

-6 (35)

42

Romania

23,05

+5 (47)

43

Niger

23,08

-14 (29)

44

Trinidad e Tobago

23,12

+6 (50)

45

Malta

23,30

+13 (58)

46

Burkina Faso

23,70

+22 (68)

47

Taiwan

23,82

-2 (45)

48

Samoa

23,84

+6 (54)

49

Haiti

24,09

+3 (52)

50

Corea del Sud

24,48

-6 (44)

51

Comore

24,52

-6 (45)

52

Sud Africa

24,56

-10 (42)

53

Giappone

25,17

-31 (22)

54

Argentina

25,67

-7 (47)

55

Moldova

26,01

-2 (53)

56

Ungheria

26,09

-16 (40)

57

Italia

26,11

+4 (61)

58

Hong Kong

26,16

-4 (54)

59

Senegal

26,19

+16 (75)

60

Cile

26,24

+20 (80)

61

Sierra Leone

26,35

+2 (63)

62

Maurizio

26,47

-8 (54)

63

Serbia

26,59

+17 (80)

64

Croazia

26,61

+4 (68)

65

Repubblica centrafricana

26,61

-3 (62)

66

Tonga

26,70

-3 (63)

67

Mauritania

26,76

0 (67)

68

Bosnia-Erzegovina

26,86

-10 (58)

69

Guyana

27,08

-11 (58)

70

Tanzania

27,34

-36 (34)

71

Kenia

27,80

+13 (84)

72

Zambia

27,93

+14 (86)

73

Mozambico

28,01

-7 (66)

74

Armenia

28,04

+3 (77)

75

Malawi

28,18

+71 (146)

76

Repubblica del Congo

28,20

+14 (90)

77

Kuwait

28,28

+1 (78)

78

Nicaragua

28,31

-6 (72)

79

Benin

28,33

+12 (91)

80

Repubblica dominicana

28,34

+15 (95)

81

Lesotho

28,36

-18 (63)

82

Bhutan

28,42

-12 (70)

83

Togo

28,45

-4 (79)

84

Grecia

28,46

-14 (70)

85

Kosovo

28,47

+1 (86)

86

Guinea

28,49

0 (86)

87

Bulgaria

28,58

-7 (80)

88

Madagascar

28,62

-4 (84)

89

Gabon

28,69

+12 (101)

90

Timor Leste

28,72

-4 (86)

91

Paraguay

28,78

-11 (80)

92

Guinea-Bissau

28,94

-17 (75)

93

Seychelles

29,19

-20 (73)

94

Cipro settentrionale

29,34

+8 (102)

95

Guatemala

29,39

+2 (97)

96

Costa d'Avorio

29,77

+63 (159)

97

Liberia

29,89

+13 (110)

98

Mongolia

29,93

+2 (100)

99

Mali

30,03

-74 (25)

100

Georgia

30,09

+4 (104)

101

Libano

30,15

-8 (93)

102

Albania

30,88

-6 (96)

103

Maldive

31,10

-30 (73)

104

Uganda

31,69

+35 (139)

105

Perù

31,87

+10 (115)

106

Kirghizistan

32,20

+2 (108)

107

Figi

32,69

+10 (117)

108

Brasile

32,75

-9 (99)

109

Bolivia

32,80

-1 (108)

110

Qatar

32,86

+4 (114)

111

Panama

32,95

+2 (113)

112

Israele

32,97

-20 (92)

113

Montenegro

32,97

-6 (107)

114

Emirati arabi uniti

33,49

-2 (112)

115

Nigeria

34,11

+11 (126)

116

Ex Repubblica jugoslava di Macedonia

34,27

-22 (94)

117

Venezuela

34,44

0 (117)

118

Nepal

34,61

-12 (106)

119

Ecuador

34,69

-15 (104)

120

Camerun

34,78

-23 (97)

121

Ciad

34,87

-18 (103)

122

Brunei

35,45

+3 (125)

123

Tagikistan

35,71

-1 (122)

124

Sud Sudan

36,20

-13 (111)

125

Algeria

36,54

-3 (122)

126

Ucraina

36,79

-10 (116)

127

Honduras

36,92

+8 (135)

128

Afghanistan

37,36

+22 (150)

129

Colombia

37,48

+14 (143)

130

Angola

37,80

+2 (132)

131

Libia

37,86

+23 (154)

132

Burundi

38,02

-2 (130)

133

Zimbabwe

38,12

-16 (117)

134

Giordania

38,47

-6 (128)

135

Thailandia

38,60

+2 (137)

136

Marocco

39,04

+2 (138)

137

Etiopia

39,57

-10 (127)

138

Tunisia

39,93

-4 (134)

139

Indonesia

41,05

+7 (146)

140

India

41,22

-9 (131)

141

Oman

41,51

-24 (117)

142

Repubblica dem. del Congo

41,66

+3 (145)

143

Cambogia

41,81

-26 (117)

144

Bangladesh

42,01

-15 (129)

145

Malaysia

42,73

-23 (122)

146

Palestina

43,09

+7 (153)

147

Filippine

43,11

-7 (140)

148

Russia

43,42

-6 (142)

149

Singapore

43,43

-14 (135)

150

Iraq

44,67

+2 (152)

151

Myanmar/Birmania

44,71

+18 (169)

152

Gambia

45,09

-11 (141)

153

Messico

45,30

-4 (149)

154

Turchia

46,56

-6 (148)

155

Swaziland

46,76

-11 (144)

156

Azerbaigian

47,73

+6 (162)

157

Bielorussia

48,35

+11 (168)

158

Egitto

48,66

+8 (166)

159

Pakistan

51,31

-8 (151)

160

Kazakhstan

55,08

-6 (154)

161

Ruanda

55,46

-5 (156)

162

Sri Lanka

56,59

+1 (163)

163

Arabia Saudita

56,88

-5 (158)

164

Uzbekistan

60,39

-7 (157)

165

Bahrein

62,75

+8 (173)

166

Guinea equatoriale

67,20

-5 (161)

167

Gibuti

67,40

-8 (159)

168

Laos

67,99

-3 (165)

169

Yemen

69,22

+2 (171)

170

Sudan

70,06

0 (170)

171

Cuba

71,64

-4 (167)

172

Vietnam

71,78

0 (172)

173

Cina

73,07

+1 (174)

174

Iran

73,40

+1 (175)

175

Somalia

73,59

-11 (164)

176

Siria

78,53

0 (176)

177

Turkmenistan

79,14

0 (177)

178

Corea del Nord

83,90

0 (178)

179

Eritrea

84,83

0 (179)

Comitato per la protezione dei giornalisti

Indice di impunità 2012, tabella statistica[2]

Omicidi irrisolti di giornalisti per milione di abitanti per il periodo 2002-2011. Sono inclusi solo i paesi con almeno cinque casi irrisolti. Si considerano irrisolti i casi in cui non sono state pronunciate condanne.

 

 

Posizione

 

 

Nazione

 

Casi irrisolti

Popolazione

(in milioni)

 

Calcolo

 

 

Punteggio

 

1

 

Iraq

 

93

 

32

 

93/32

 

2,906

 

2

 

Somalia

 

11

 

9,3

 

11/9,3

 

1,183

 

3

 

Filippine

 

55

 

93,3

 

55/93,3

 

0,589

 

4

 

Sri Lanka

 

9

 

20,9

 

9/20,9

 

0,431

 

5

 

Colombia

 

8

 

46,3

 

8/46,3

 

0,173

 

6

 

Nepal

 

5

 

30

 

5/30

 

0,167

 

7

 

Afghanistan

 

5

 

34,4

 

5/34,4

 

0,145

 

8

 

Messico

 

15

 

113,4

 

15/113,4

 

0,132

 

9

 

Russia

 

16

 

141,8

 

16/141,8

 

0,113

 

10

 

Pakistan

 

19

 

173,6

 

19/173,6

 

0,109

 

11

 

Brasile

 

5

 

194,9

 

5/194,9

 

0,026

 

12

 

India

 

6

 

1 170,9

 

6/1170,9

 

0,005

Fonte dei dati sulla popolazione: Indicatori di sviluppo della Banca mondiale 2010.

FREEDOM HOUSE

LIBERTÀ NEL MONDO 2013: PROGRESSI DEMOCRATICI A RISCHIO[3]

Paesi indipendenti

Paese

Status

DP

LC

Andamento

Afghanistan

Non libero

6

6

 

Albania*

Parzialmente libero

3

3

 

Algeria

Non libero

6

5

 

Andorra*

Libero

1

1

 

Angola

Non libero

6

5

 

Antigua e Barbuda*

Libero

2 ▲

2

 

Arabia Saudita

Non libero

7

7

 

Argentina*

Libero

2

2

 

Armenia

Parzialmente libero

5 ▲

4

 

Australia*

Libero

1

1

 

Austria*

Libero

1

1

 

Azerbaigian

Non libero

6

5

 

Bahamas*

Libero

1

1

 

Bahrein

Non libero

6

6

 

Bangladesh*

Parzialmente libero

3

4

 

Barbados*

Libero

1

1

 

Belgio*

Libero

1

1

 

Belize*

Libero

1

2

 

Benin*

Libero

2

2

 

Bhutan*

Parzialmente libero

4

5

Bielorussia

Non libero

7

6

 

Bolivia*

Parzialmente libero

3

3

 

Bosnia-Erzegovina*

Parzialmente libero

3 ▲

3

 

Botswana*

Libero

3

2

 

Brasile*

Libero

2

2

 

Brunei

Non libero

6

5

 

Bulgaria*

Libero

2

2

 

Burkina Faso

Parzialmente libero

5

3

 

Burundi

Parzialmente libero

5

5

 

Cambogia

Non libero

6

5

 

Camerun

Non libero

6

6

 

Canada*

Libero

1

1

 

Capo Verde*

Libero

1

1

 

Ciad

Non libero

7

6

 

Cile*

Libero

1

1

 

Cina

Non libero

7

6

 

Cipro*

Libero

1

1

 

Colombia*

Parzialmente libero

3

4

 

Comore*

Parzialmente libero

3

4

 

Congo (Brazzaville)

Non libero

6

5

 

Congo (Kinshasa)

Non libero

6

6

 

Corea del Nord

Non libero

7

7

 

Corea del Sud*

Libero

1

2

 

Costa d'Avorio

Parzialmente libero ▲

5 ▲

5 ▲

 

Costa Rica*

Libero

1

1

 

Croazia*

Libero

1

2

 

Cuba

Non libero

7

6

 

Danimarca*

Libero

1

1

 

Dominica*

Libero

1

1

 

Ecuador*

Parzialmente libero

3

3

Egitto

Parzialmente libero ▲

5 ▲

5

 

El Salvador*

Libero

2

3

 

Emirati arabi uniti

Non libero

6

6

Eritrea

Non libero

7

7

 

Estonia*

Libero

1

1

 

Etiopia

Non libero

6

6

 

ex Repubblica jugoslava di Macedonia*

Parzialmente libero

3

3

 

Figi

Parzialmente libero

6

4

 

Filippine*

Parzialmente libero

3

3

 

Finlandia*

Libero

1

1

 

Francia*

Libero

1

1

 

Gabon

Non libero

6

5

 

Gambia

Non libero

6

6 ▼

 

Georgia*

Parzialmente libero

3 ▲

3

 

Germania*

Libero

1

1

 

Ghana*

Libero

1

2

 

Giamaica*

Libero

2

3

 

Giappone*

Libero

1

2

 

Gibuti

Non libero

6

5

 

Giordania

Non libero

6

5

Grecia*

Libero

2

2

Grenada*

Libero

1

2

 

Guatemala*

Parzialmente libero

3

4

 

Guinea

Parzialmente libero

5

5

Guinea equatoriale

Non libero

7

7

 

Guinea-Bissau

Non libero ▼

6 ▼

5 ▼

 

Guyana*

Libero

2

3

 

Haiti

Parzialmente libero

4

5

 

Honduras

Parzialmente libero

4

4

 

India*

Libero

2

3

 

Indonesia*

Libero

2

3

 

Iran

Non libero

6

6

 

Iraq

Non libero

6 ▼

6

 

Irlanda*

Libero

1

1

 

Islanda*

Libero

1

1

 

Isole Marshall*

Libero

1

1

 

Isole Salomone

Parzialmente libero

4

3

 

Israele*

Libero

1

2

 

Italia*

Libero

2 ▼

1

 

Kazakhstan

Non libero

6

5

Kenya

Parzialmente libero

4

4 ▼

 

Kirghizistan

Parzialmente libero

5

5

 

Kiribati*

Libero

1

1

 

Kosovo

Parzialmente libero

5

4

 

Kuwait

Parzialmente libero

5 ▼

5

 

Laos

Non libero

7

6

 

Lesotho*

Libero▲

2 ▲

3

 

Lettonia*

Libero

2

2

 

Libano

Parzialmente libero

5

4

Liberia*

Parzialmente libero

3

4

 

Libia*

Parzialmente libero ▲

4 ▲

5 ▲

 

Liechtenstein*

Libero

1

1

 

Lituania*

Libero

1

1

 

Lussemburgo*

Libero

1

1

 

Madagascar

Parzialmente libero

6

4

Malawi*

Parzialmente libero

3

4

Malaysia

Parzialmente libero

4

4

 

Maldive

Parzialmente libero

5 ▼

4

 

Mali

Non libero ▼

7 ▼

5 ▼

 

Malta*

Libero

1

1

 

Marocco

Parzialmente libero

5

4

 

Mauritania

Non libero

6

5

 

Maurizio*

Libero

1

2

 

Messico*

Parzialmente libero

3

3

 

Micronesia*

Libero

1

1

 

Moldova*

Parzialmente libero

3

3

 

Monaco*

Libero

2

1

 

Mongolia*

Libero

1 ▲

2

 

Montenegro*

Libero

3

2

 

Mozambico

Parzialmente libero

4

3

 

Myanmar/Birmania

Non libero

6 ▲

5 ▲

 

Namibia*

Libero

2

2

 

Nauru*

Libero

1

1

 

Nepal

Parzialmente libero

4

4

 

Nicaragua

Parzialmente libero

5

4

 

Niger*

Parzialmente libero

3

4

 

Nigeria

Parzialmente libero

4

4

Norvegia*

Libero

1

1

 

Nuova Zelanda*

Libero

1

1

 

Oman

Non libero

6

5

Paesi Bassi*

Libero

1

1

 

Pakistan

Parzialmente libero

4

5

 

Palau*

Libero

1

1

 

Panama*

Libero

1

2

 

Papua Nuova Guinea*

Parzialmente libero

4

3

 

Paraguay*

Parzialmente libero

3

3

Perù*

Libero

2

3

 

Polonia*

Libero

1

1

 

Portogallo*

Libero

1

1

 

Qatar

Non libero

6

5

 

Regno Unito*

Libero

1

1

 

Repubblica ceca*

Libero

1

1

 

Repubblica centrafricana

Parzialmente libero

5

5

Repubblica dominicana*

Libero

2

2

 

Romania*

Libero

2

2

 

Ruanda

Non libero

6

6 ▼

 

Russia

Non libero

6

5

Saint Kitts e Nevis*

Libero

1

1

 

Saint Vincent e Grenadine*

Libero

1

1

 

Samoa*

Libero

2

2

 

San Marino*

Libero

1

1

 

Santa Lucia*

Libero

1

1

 

São Tomé e Príncipe*

Libero

2

2

 

Senegal*

Libero▲

2 ▲

3

 

Serbia*

Libero

2

2

 

Seychelles*

Parzialmente libero

3

3

 

Sierra Leone*

Libero▲

2 ▲

3

 

Singapore

Parzialmente libero

4

4

 

Siria

Non libero

7

7

Slovacchia*

Libero

1

1

 

Slovenia*

Libero

1

1

 

Somalia

Non libero

7

7

 

Spagna*

Libero

1

1

 

Sri Lanka

Parzialmente libero

5

4

Stati Uniti*

Libero

1

1

 

Sud Africa*

Libero

2

2

 

Sud Sudan

Non libero

6

5

 

Sudan

Non libero

7

7

 

Suriname*

Libero

2

2

Svezia*

Libero

1

1

 

Svizzera*

Libero

1

1

 

Swaziland

Non libero

7

5

 

Tagikistan

Non libero

6

6 ▼

 

Taiwan*

Libero

1

2

 

Tanzania*

Parzialmente libero

3

3

 

Thailandia*

Parzialmente libero

4

4

 

Timor Leste*

Parzialmente libero

3

4

 

Togo

Parzialmente libero

5

4

 

Tonga*

Libero▲

3

2 ▲

 

Trinidad e Tobago*

Libero

2

2

 

Tunisia*

Parzialmente libero

3

4

 

Turchia*

Parzialmente libero

3

4 ▼

 

Turkmenistan

Non libero

7

7

 

Tuvalu*

Libero

1

1

 

Ucraina*

Parzialmente libero

4

3

Uganda

Parzialmente libero

5

4

Ungheria*

Libero

1

2

 

Uruguay*

Libero

1

1

 

Uzbekistan

Non libero

7

7

 

Vanuatu*

Libero

2

2

 

Venezuela

Parzialmente libero

5

5

 

Vietnam

Non libero

7

5

 

Yemen

Non libero

6

6

 

Zambia*

Parzialmente libero

3

4

 

Zimbabwe

Non libero

6

6

 

L'asterisco * indica i paesi che hanno lo status di democrazie elettorali.

Territori dipendenti

 

Territorio

 

 

Status

 

 

DP

 

 

LC

 

 

Andamento

 

Hong Kong

Parzialmente libero

5

2

 

Puerto Rico

Libero

1

2

 

Territori contestati

 

Territorio

 

 

Status

 

 

DP

 

 

LC

 

 

Andamento

 

Abkhazia

Parzialmente libero

4 ▲

5

 

Cipro settentrionale

Libero

2

2

 

Cisgiordania

Non libero

6

5

 

Kashmir indiano

Parzialmente libero

4

4

Kashmir pakistano

Non libero

6

5

 

Nagorno-Karabakh

Parzialmente libero ▲

5 ▲

5

 

Ossezia meridionale

Non libero

7

6

 

Sahara occidentale

Non libero

7

7

 

Somaliland

Parzialmente libero

4

5

 

Striscia di Gaza

Non libero

6

6

 

Tibet

Non libero

7

7

 

Transdnestria

Non libero

6

6

 

DP e LC indicano, rispettivamente, i diritti politici e le libertà civili; Il punteggio è compreso tra 1 e 7, dove 1 è il livello di libertà più elevato e 7 il più basso.

I simboli ▲ ▼indicano un miglioramento o un peggioramento della posizione in classifica o dello status rispetto all'ultima indagine.

Le frecce   indicano una modifica dell'andamento positivo o negativo che tuttavia non ha inciso sul punteggio relativo ai diritti politici e alle libertà civili.

L'asterisco * indica i paesi che hanno lo status di democrazie elettorali.

NOTA: Le graduatorie rispecchiano le vicende mondiali dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012.

Freedom House

Libertà sulla rete[4]

Freedom on the Net ("libertà sulla rete") è l'indice di Freedom House più recente, che valuta il livello di libertà di Internet e dei mezzi di comunicazione digitali in tutto il mondo. Fin dalla sua creazione, avvenuta solo pochi anni fa, Freedom on the Net è diventato uno dei principali punti di riferimento per i responsabili politici, i giornalisti e gli attivisti in relazione a questa nuova dimensione dei diritti umani, che sta acquisendo sempre più importanza.

Edizione 2012

Il 24 settembre 2012 Freedom House ha pubblicato la sua ultima relazione in materia di libertà sulla rete. La nuova edizione comprende relazioni dettagliate per paese e un indice numerico unico che copre 47 paesi in sei regioni geografiche. La relazione è inoltre accompagnata da una rassegna analitica e da grafici per mettere in rilievo i dati principali e i rischi emergenti per la libertà dei mezzi di comunicazione digitali mondiali.

 

L'Indagine

Nell'ultimo decennio l'influenza di Internet quale mezzo per diffondere le informazioni e sfidare i controlli dei media esistenti è aumentata rapidamente. Come dimostrato dalle vicende in Medio Oriente nel 2011, Internet si è inoltre affermata come un mezzo fondamentale mediante il quale i cittadini possono mobilitarsi e invocare le riforme politiche, sociali ed economiche. Gli Stati autoritari, temendo il potere delle nuove tecnologie, hanno ideato modi più e meno capziosi per filtrare, monitorare e addirittura bloccare o manipolare l'apertura di Internet.

Persino alcuni Stati democratici hanno valutato o attuato varie restrizioni in risposta alle potenziali sfide giuridiche, economiche e di sicurezza poste dai nuovi mezzi di comunicazione.

Al fine di fare luce su questi rischi emergenti e individuare le opportunità per la libertà sulla rete, Freedom House ha sviluppato la prima serie completa, comparativa e numerica di indicatori per il monitoraggio e l'analisi della libertà su Internet. Di concerto con esperti di primo piano, Freedom House ha ideato un modo unico, sistematico e innovativo di valutare la libertà su Internet in tutti i tipi di paesi. Tale metodologia è stata innanzitutto testata su 15 paesi nella prima edizione di Freedom on the Net, pubblicata da Freedom House nel 2009. Successivamente è stata pubblicata una seconda edizione nel 2011 e una terza edizione nel settembre 2012.

La valutazione di ogni paese comprende una relazione dettagliata e un punteggio basato sulla metodologia di Freedom House, la prima del suo genere.

Tale metodologia applica un approccio a tre pilastri per misurare il livello di libertà di Internet e delle TIC:

§Ostacoli all'accesso—comprese le barriere infrastrutturali ed economiche all'accesso, il controllo giuridico e della proprietà dei fornitori di servizi Internet e l'indipendenza delle autorità di regolamentazione;

§Restrizioni sui contenuti—comprese le normative in materia di contenuti, i sistemi tecnici di filtraggio e il blocco dei siti web, l'autocensura, il dinamismo/la diversità dei mezzi di informazione online e l'uso delle TIC per la mobilitazione dei cittadini;

§Violazioni dei diritti degli utenti—compresa la sorveglianza, la privacy e le conseguenze dell'attività online, quali la reclusione, le intimidazioni extragiudiziarie o gli attacchi informatici.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

7.5.2013

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

54

1

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Pino Arlacchi, Bastiaan Belder, Elmar Brok, Jerzy Buzek, Susy De Martini, Mark Demesmaeker, Marietta Giannakou, Andrzej Grzyb, Richard Howitt, Anna Ibrisagic, Liisa Jaakonsaari, Jelko Kacin, Nicole Kiil-Nielsen, Evgeni Kirilov, Eduard Kukan, Krzysztof Lisek, Sabine Lösing, Willy Meyer, Francisco José Millán Mon, María Muñiz De Urquiza, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Kristiina Ojuland, Ria Oomen-Ruijten, Pier Antonio Panzeri, Alojz Peterle, Mirosław Piotrowski, Hans-Gert Pöttering, Cristian Dan Preda, Fiorello Provera, Libor Rouček, Tokia Saïfi, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Saryusz-Wolski, György Schöpflin, Marek Siwiec, Sophocles Sophocleous, Charles Tannock, Eleni Theocharous, Inese Vaidere, Geoffrey Van Orden, Boris Zala

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Charalampos Angourakis, Elena Băsescu, Emine Bozkurt, Knut Fleckenstein, Elisabeth Jeggle, Emilio Menéndez del Valle, Marietje Schaake, Helmut Scholz, Indrek Tarand, Traian Ungureanu, Ivo Vajgl

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

José Manuel Fernandes, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Juan Andrés Naranjo Escobar, Pablo Zalba Bidegain