RELAZIONE sull'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa

14.6.2013 - (2012/2295(INI))

Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
Relatore: Paolo Bartolozzi

Procedura : 2012/2295(INI)
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A7-0201/2013
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A7-0201/2013
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa

(2012/2295(INI))

Il Parlamento europeo,

-    vista la comunicazione della Commissione dal titolo "L'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa (COM(2012)0060)",

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (COM(2010)2020)",

–   vista la sua risoluzione del 24 maggio 2012 su un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse[1],

–   vista la comunicazione della Commissione su una strategia efficace per le materie prime in Europa (COM(2011)0025) e la sua risoluzione su questa comunicazione[2],

–   viste le conclusioni del Consiglio delle presidenze del Regno Unito nel 2005 ("The Knowledge-Based Bio-Economy in Europe"), della Germania nel 2007 ("En route to the Knowledge based Bio-Economy") e del Belgio nel 2010 ("The Knowledge Based Economy in Europe: achievements and challenges"),

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare nonché i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e della commissione per lo sviluppo regionale (A7-0201/2013),

A. considerando che, stando alle stime, la popolazione mondiale aumenterà da 7 a più di 9 miliardi nel 2050, comportando un aumento del 70% della domanda di prodotti alimentari e una forte pressione sulle riserve idriche;

B.  considerando che la scarsità delle riserve naturali mondiali, l'aumento della pressione sulle materie prime rinnovabili e gli effetti globali dei cambiamenti climatici ci impongono un uso efficiente delle risorse;

C. considerando che un approccio a lungo termine, innovativo ed efficiente garantirà non solo una maggiore sostenibilità ma anche il supporto allo sviluppo rurale e regionale, la potenziale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, una maggiore sostenibilità del ciclo produttivo ma anche la diffusione dell'innovazione industriale lungo l'intera catena del valore;

D. considerando che la transizione verso un'economia sostenibile permetterà di consolidare la competitività del settore industriale e del settore agricolo europeo, di aumentare la crescita economica e quindi di favorire un importante incremento dei livelli occupazionali europei;

E.  considerando che il successo della bioeconomia in Europa dipende dalla disponibilità di scorte alimentari prime gestite e attinte in modo sostenibile (da agricoltura, silvicoltura e rifiuti biodegradabili);

F.  considerando che la bioeconomia europea ha già un fatturato di quasi 2 mila miliardi di euro e che ci si aspetta una crescita significativa derivante dalla produzione primaria sostenibile, dall'industria della trasformazione alimentare, dalle biotecnologie industriali e dalle bioraffinerie;

Osservazioni generali

1.  accoglie con favore la comunicazione della Commissione dal titolo "L'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa" e il piano d'azione per l'attuazione della strategia per la bioeconomia in essa contenuto;

2.  ritiene che la bioeconomia permetta di realizzare prodotti industriali e di consumo con costi più contenuti, consumando meno energia e limitando l’inquinamento dell’ambiente;

3.  condivide l'idea che la transizione a una bioeconomia intelligente, sostenibile e inclusiva dovrebbe essere basata non solo su una produzione di risorse naturali rinnovabili a basso impatto ambientale, ma anche su un loro uso sostenibile sotto il profilo ecologico, economico e sociale, mantenendo l'utilizzo delle risorse biotiche entro i limiti del rinnovamento ecosistemico;

4.  sottolinea l'urgenza di intervenire ora al fine di sostenere l'innovazione e gli investimenti in nuove tecniche e modelli commerciali, e di creare incentivi che apportino benefici a lungo termine all'economia; sottolinea il ruolo fondamentale del settore privato nel realizzare una crescita economica sostenibile;

5.  ritiene che la bioeconomia sia una condizione essenziale per il conseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020 e, nello specifico, delle iniziative "L'Unione dell'innovazione" e "Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse";

6.  accoglie con favore il sostegno della Commissione a un approccio radicalmente diverso dell'UE nei confronti di produzione, consumo, trasformazione, stoccaggio, riciclaggio e smaltimento delle risorse biologiche;

7.  fa presente che 22 milioni di persone lavorano già nel settore della bioeconomia, rappresentando il 9 % dell’occupazione totale nell’UE, e che esso offre importanti opportunità di lavoro per altri milioni di persone;

8.  sostiene la proposta della Commissione di creare una task force e una tabella di marcia sulle bioindustrie nella quale si evidenzi il contributo allo sviluppo sostenibile offerto dalle risorse rinnovabili e dalle biotecnologie, e di incoraggiare le regioni e gli operatori a sviluppare nuove innovazioni per il settore della bioeconomia;

9.  invita gli Stati membri a elaborare piani d'azione nazionali e regionali in materia di bioeconomia e chiede alla Commissione di presentare una relazione semestrale al Parlamento sull'attuazione della bioeconomia;

10. sottolinea che l'UE è un leader globale in diversi settori delle bioscienze e biotecnologie; ritiene che la transizione alla bioeconomia permetterà all'Europa di compiere degli importanti passi in avanti in termini di economia a basse emissioni di carbonio, innovazione e competitività e rinforzerà il suo ruolo sulla scena internazionale;

11. sottolinea l'importanza e l'enorme potenziale dell'efficienza delle risorse e dell'energia, nonché la necessità di "produrre di più con meno", per mantenere la sostenibilità della bioeconomia;

12. è del parere che una bioeconomia per l'Europa non debba limitarsi a sostituire l'attuale economia basata sui combustibili fossili o a perpetuare gli odierni modelli di consumo e di spreco, ma che debba evolversi in un modello più efficiente e sostenibile che tenga conto della gestione sociale e ambientale lungo tutte le catene del valore basate sulla bioeconomia;

13. accoglie favorevolmente la revisione in corso della legislazione dell'Unione in materia di biocarburanti per mitigare gli effetti negativi del cambiamento indiretto della destinazione dei terreni (ILUC) e promuovere il mercato e lo sviluppo di biocarburanti più avanzati che consentano un maggior impiego di materie prime non commestibili quali rifiuti, residui e materiali cellulosici e ligneo-cellulosici;

14. ricorda che i fattori ILUC per i biocarburanti e i bioliquidi, nonché i criteri di sostenibilità vincolanti per l'utilizzo di biomasse solide e gassose, devono essere inclusi nella direttiva sulle energie rinnovabili e nella direttiva sulla qualità dei combustibili; chiede alla Commissione di proporre una direttiva quadro Biomasse che copra tutte le applicazioni delle biomasse (energia, combustibili , materiali e prodotti chimici) e l'introduzione di una gerarchia delle biomasse;

Investimenti in ricerca, innovazione e competenze

15. incoraggia la Commissione a continuare i suoi sforzi di coordinamento in materia di ricerca e sviluppo attraverso le frontiere degli Stati membri e quelle dei vari settori; e sottolinea, in particolare, la necessità di condurre ricerche sulla valutazione dei limiti di sostenibilità delle risorse biotiche, tenendo in considerazione le funzioni ecosistemiche e le catene alimentari naturali oltre alla domanda alimentare umana;

16. chiede una ricerca più dettagliata per definire le opportunità sociali e ambientali, nonché i costi potenziali della bioeconomia, visti i diversi impatti ambientali e gli eventuali metodi scorretti di utilizzazione della bioeconomia in termini di: impiego di risorse naturali già scarse; rischio di danni ambientali e di perdita di biodiversità; opportunità per la conservazione;

17. sostiene la creazione di un Comitato di esperti sulla bioeconomia per contribuire a rafforzare le sinergie e la coerenza tra le politiche e le iniziative, e di un Osservatorio sulla bioeconomia per promuovere l'apprendimento reciproco e garantire uno scambio continuo di conoscenze e informazioni tra istituti di ricerca, imprese, istituzioni, università, operatori regionali, agricoltori e cittadini nelle zone rurali e accelerare la definizione di un quadro normativo atto a potenziare e facilitare la ricerca, le sue applicazioni e la commercializzazione delle innovazioni;

18. rammenta l'importanza di applicare il principio di precauzione nell'uso delle biotecnologie, soprattutto nei settori della manipolazione genetica degli organismi e della biologia sintetica;

19. ritiene che sia necessario creare programmi di informazione e formazione multidisciplinare e intersettoriale per rendere accessibili i risultati della ricerca ai soggetti interessati, tra cui i consumatori, creando opportunità per incrementare la consapevolezza e la partecipazione;

20. chiede l'eliminazione degli ostacoli che si frappongono attualmente all'innovazione lungo la catena del valore, in particolare mediante l'adozione di procedure UE di omologazione dei prodotti biotecnologici rapide e basate su dati scientifici e un accesso al mercato molto più rapido;

21. invita la Commissione a proporre misure pratiche ad ampio raggio sul piano regionale per la promozione della produzione e del consumo di prodotti della bioeconomia a livello regionale.

22. sottolinea che la bioeconomia esige l'ulteriore sviluppo e/o integrazione di nuove competenze, conoscenze e discipline per affrontare i cambiamenti della società legati alla bioeconomia, promuovere la competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro, far fronte alle necessità dell'industria, nonché per assicurare che competenze e attività lavorative coincidano meglio;

23. sottolinea che la bioeconomia necessita di competenze di prim'ordine e di manodopera qualificata; afferma che occorre garantire l'offerta di formazione professionale e istruzione superiore nelle regioni dell'Unione europea, tenendo conto delle specificità regionali; osserva che anche l'ampia varietà dei sistemi di istruzione e formazione nelle regioni può promuovere l'espansione delle imprese;

24. accoglie con favore la dotazione di 4,5 miliardi di euro proposta dalla Commissione nel suo programma quadro di ricerca ("Orizzonte 2020") e si augura che tale dotazione sia messa a disposizione di tutti i settori e gli strumenti della bioeconomia, e che sia destinata all'ulteriore messa a punto delle innovazioni, compresa la ricerca sui limiti ecosistemici, sul riutilizzo e sul riciclaggio dei biomateriali;

25. è del parere che le bioraffinerie, basate sull'impiego di biomateriali sostenibili a livello locale non sottratti alla produzione alimentare o ad altri usi più importanti, siano uno strumento fondamentale per attuare processi virtuosi di riconversione di impianti dismessi e rivitalizzare aree in crisi attraverso processi innovativi e investimenti volti a creare un'economia circolare e auspica che tale ruolo continui a essere favorito;

26. sottolinea che per l'efficace funzionamento delle bioraffinerie in Europa sono necessarie quantità sufficienti di materie prime sostenibili; osserva che, a tal fine, sarà necessario migliorare le infrastrutture per lo stoccaggio e il trasporto, nonché sviluppare la logistica necessaria;

27. rileva che in Europa vi è solo un numero limitato di impianti di dimostrazione e che sono necessari maggiori investimenti per mantenere il primato delle industrie europee nel settore delle bioraffinerie; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere le attività pilota e dimostrative al fine di migliorare prodotti e processi;

28. sottolinea la necessità di garantire che le politiche in materia di bioeconomia siano concepite in modo più consono a garantire un uso a cascata della biomassa; chiede, a tale proposito, l'elaborazione di uno strumento giuridico volto alla promozione di un uso più efficiente e sostenibile di questa preziosa risorsa; evidenzia che tale strumento dovrebbe essere teso a stabilire il principio dell'utilizzo a cascata nella "piramide della biomassa", prendendo in considerazione i suoi diversi segmenti e potenziando i livelli più alti della stessa; rileva che un simile approccio comporterebbe un utilizzo gerarchico, intelligente ed efficiente della biomassa, applicazioni a valore aggiunto e misure di sostegno quali il coordinamento della ricerca nell'intera catena del valore;

Maggiore interazione tra le politiche e maggiore impegno delle parti in causa

29. ritiene necessario assicurare un approccio integrato, coerente, intersettoriale e interdisciplinare alla bioeconomia e auspica l'armonizzazione delle differenti politiche UE che intervengono e dei relativi principi guida – quali il principio di precauzione – nei vari settori (efficienza nell'impiego delle risorse, Unione dell'innovazione, iniziativa "materie prime", Orizzonte 2020, programma d'azione per l'ambiente 2020, politica di coesione, politica agricola comune e politica comune della pesca, direttiva sulle energie rinnovabili, direttiva quadro sulle acque, direttiva quadro sui rifiuti, direttiva sugli imballaggi, provvedimenti specifici sui biorifiuti); ritiene altresì necessaria la definizione di un contesto normativo uniforme, a lungo termine e stabile sia a livello europeo che nazionale, volto a promuovere e incrementare gli investimenti nella biotecnologia in Europa;

30. invita la Commissione a prevedere strumenti di sostegno finanziario agli investimenti di tipo pre-commerciale, a convertire i risultati della ricerca in successi commerciali e a consentire alle imprese innovative, in particolare le PMI, di trovare strumenti di sostegno finanziario e di altro tipo che promuovano lo sviluppo della bioeconomia, ad esempio attraverso l'utilizzo dei Fondi regionali e strutturali e degli strumenti di condivisione del rischio della Banca europea per gli investimenti, una maggiore coerenza tra i diversi fondi dell'UE per la ricerca e l'innovazione nonché mediante la creazione di uno sportello unico d'informazione su tutte le iniziative connesse alla bioeconomia, allo scopo di conseguire il massimo impatto possibile; riconosce la difficoltà e i rischi finanziari associati alla commercializzazione delle innovazioni nel campo della bioeconomia e al loro inserimento nel mercato;

31. chiede lo sviluppo di un'infrastruttura industriale e di catene di approvvigionamento ottimizzate per i bioprodotti nelle aree rurali e costiere, allo scopo di creare nuovi posti di lavoro nel settore agricolo, forestale e dell'acquacoltura; chiede che, a tal fine, vengano resi disponibili fondi per lo sviluppo rurale dell'UE e che ciò avvenga in modo che l'inquinamento dell'ambiente e la perdita di biodiversità, anziché aumentare, diminuiscano;

32. chiede interventi mirati e concreti al fine di diminuire la complessità e le lungaggini degli iter burocratici di autorizzazione che rendono complessi i processi di sviluppo delle bioraffinerie e che rischiano di incentivare il trasferimento di tecnologie innovative e all'avanguardia al di fuori dell'UE;

33. condivide il ricorso alla formula del Partenariato Pubblico Privato (PPP), traendo opportuni insegnamenti dalle criticità emerse nelle passate applicazioni della stessa formula in altri settori, e invita la Commissione a stanziare congrue risorse per il loro sviluppo e la loro crescita, nella convinzione che si tratti di un mezzo chiave per permettere la creazione di nuove catene di valore, potenziando le filiere esistenti e facilitando gli investimenti in tecnologie e impianti dimostratori capaci di portare sul mercato i risultati della ricerca;

34. condivide la necessità di un approccio multilivello e chiede una sempre maggiore attenzione per la dimensione regionale e locale della bioeconomia e le iniziative dal basso verso l'alto; accoglie con favore la creazione di piattaforme sulla bioeconomia a livello regionale, nazionale ed europeo che saranno in grado di misurare i progressi compiuti in un determinato settore e permetteranno uno scambio di know how e di migliori prassi tale da favorire il livellamento del grado di sviluppo della bioeconomia nel territorio dell'UE; chiede inoltre alla Commissione di coinvolgere anche esperti del settore e di tutte le discipline interessate nonché rappresentanti dei consumatori e dei cittadini; sottolinea che le economie regionali rivestono un ruolo cruciale nel conseguimento di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

35. ritiene che le iniziative dal basso verso l'alto siano importanti per creare una società basata sulle risorse biologiche e che sia fondamentale adottare un approccio orientato alle imprese e alla domanda, combinato con un approccio definito dagli Stati; ritiene che occorra fornire adeguate possibilità per iniziative regionali; invita la Commissione a sostenere tali reti e raggruppamenti, al fine di promuovere lo scambio di esperienze;

Rafforzamento dei mercati e competitività

36. invita la Commissione a porre l'accento sul finanziamento dell'innovazione, in linea con quanto previsto dall'Unione dell'innovazione, comprese le priorità di Orizzonte 2020, incoraggiando la commercializzazione dei risultati della ricerca, al fine di ovviare al cosiddetto fenomeno della "valle della morte" nel settore della ricerca in Europa;

37. ritiene che esista tutta una serie di strumenti eccellenti (appalti pubblici, normalizzazione, incentivi fiscali, sistemi di certificazione e di etichettatura specifica) in grado di garantire un'offerta sufficiente di bioprodotti sostenibili e di alta qualità, e sistemi di produzione efficienti in termini di risorse; ritiene che sia necessaria una riforma dell'attuale legislazione; invita la Commissione a elaborare criteri di sostenibilità per l'utilizzo della biomassa su cui basare anche gli strumenti di creazione di mercato;

38. pone l'accento sul fatto che una bioeconomia che dipenda dallo sfruttamento di risorse biologiche, invece che dall'energia fossile, deve essere guidata da un solido quadro politico che tenga conto non solo della redditività economica, ma anche di fattori di sostenibilità sociale ed ecologica;

39. è dell'idea che sia fondamentale coinvolgere e informare il consumatore sulla scelta di prodotti e servizi bio-based; auspica, a questo proposito, lo sviluppo di una standardizzazione di tale produzione sulla base di criteri di sostenibilità sufficienti nell'UE, considerandola uno strumento per promuovere un vantaggioso mercato europeo di questi prodotti;

40. ritiene che la durata di vita dei bioprodotti non possa essere artificialmente ridotta, ma che il prodotto debba essere concepito per una durata di vita massima;

41. sottolinea che la bioeconomia contribuirà in modo significativo allo sviluppo delle zone rurali e costiere; è del parere che la sinergia e la stretta collaborazione lungo la catena del valore, compresi i produttori locali di materie prime agricole e forestali e le bioraffinerie, possa contribuire al rafforzamento della competitività e all'aumento di redditività delle regioni rurali; evidenzia la necessità di sviluppare una strategia a lungo termine in materia di bioeconomia, tenendo in debita considerazione la necessità di garantire la sicurezza alimentare;

42. chiede che i processi biologici e biotecnologici sviluppati possano trovare impiego nell'utilizzo di risorse rinnovabili a base biologica provenienti da scarti e colture non a scopo alimentare e anche come componenti nelle filiere agricole e silvicole esistenti;

43. asserisce che uno dei principi guida della bioeconomia riguarda il potenziamento dell'efficienza sotto il profilo delle risorse e la riduzione della dipendenza dalle materie prime e dall'energia importate nonché dalle risorse naturali non rinnovabili; fa notare l'importanza del settore forestale e di altre bioindustrie, asserendo altresì che le risorse naturali e le materie prime rinnovabili neutrali sul piano delle emissioni di carbonio – quali il legno e la fibra legnosa – possono sostituire le materie prime fossili non rinnovabili; precisa che il settore della bioeconomia produce parecchi prodotti a elevato valore aggiunto, ad esempio sostanze chimiche, medicinali, materie plastiche e altri nuovi materiali innovativi, generando altresì occupazione; sottolinea il potenziale delle biotecnologie basate sulle risorse marine;

44. invita la Commissione a promuovere misure per aumentare in modo sostenibile il potenziale delle materie prime, migliorare la loro mobilitazione, raccogliere i rifiuti biodegradabili – evitando lunghi trasporti – e a garantire che l'uso della biomassa rimanga entro limiti ecocompatibili e non riduca la funzione di pozzo di assorbimento del carbonio; ritiene urgente, a tale proposito, elaborare criteri di sostenibilità per l'impiego di biomassa nella produzione di energia, al fine di garantire la disponibilità di biomasse per fini caratterizzati da una maggiore efficienza delle risorse impiegate, evitando che gli incentivi alla trasformazione delle biomasse in energia creino distorsioni nel mercato e ne diminuiscano la disponibilità per i produttori;

45. ritiene importante investire nelle catene di approvvigionamento bioeconomiche in modo da assicurare la disponibilità di materie prime; è del parere che le strategie per la bioeconomia debbano incoraggiare non soltanto un uso più efficiente dei rifiuti domestici e urbani, ma anche il recupero dei residui e dei flussi di sottoprodotti agricoli e forestali; auspica una legislazione migliore, con conferimento di poteri, che garantisca la certezza del diritto e sostenga appieno l'utilizzo sostenibile delle risorse bioeconomiche nonché il proficuo sfruttamento delle materie prime; richiede inoltre che la politica si basi, sotto tutti i punti di vista, su un approccio flessibile e a lungo termine che sia favorevole agli investimenti;

46. considera che, in linea con quanto definito dalla nuova strategia per la politica industriale europea, la bioeconomia possa offrire un contributo importante contro il processo di deindustrializzazione che affligge attualmente l'Europa e invertirne il corso mediante nuove strategie che stimolino il mercato e rilancino la competitività del sistema regionale;

47. esorta vivamente la Commissione a definire le sovvenzioni dannose per l'ambiente come il 'risultato di un'azione di governo che conferisce un vantaggio a consumatori o produttori, al fine di integrare il loro reddito o ridurre i costi, ma che risulta in tal modo discriminatoria nei confronti delle solide pratiche ambientali'[3]; invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare, senza indugio ed entro il 2014, piani concreti basati su tale definizione per l'eliminazione graduale di tutte le sovvenzioni dannose sotto il profilo ambientale entro il 2020, comprese le sovvenzioni che incentivano un uso inefficiente delle risorse rinnovabili e quelle per i combustibili fossili, nonché a riferire in merito ai progressi compiuti attraverso i programmi di riforma nazionali; teme, a tale proposito, che le sovvenzioni per l'utilizzo dei biomateriali per la produzione di energia stiano già minando il conseguimento degli obiettivi di efficienza delle risorse;

48. osserva con preoccupazione che la crescente domanda di biomassa, in particolare il legno, può innescare una diffusa deforestazione nei paesi in via di sviluppo, le cui emissioni di gas a effetto serra non sono contemplate nel protocollo di Kyoto; rileva che ciò, oltre a incidere sulla qualità del suolo, i cicli dell'acqua e la biodiversità, aumenta la pressione sugli accordi globali, quali la Convenzione sulla diversità biologica (CBD) e il programma di collaborazione delle Nazioni Unite per la riduzione delle emissioni dovute alla deforestazione e al degrado forestale nei paesi in via di sviluppo (REDD); teme altresì che, considerata la debolezza dei sistemi di governance in molti paesi in via di sviluppo, la crescente domanda di prodotti del legno possa innescare la deforestazione illegale e indebolire gli accordi volontari di partenariato a titolo del piano d’azione sull'applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT);

49. sottolinea che la transizione alla bioeconomia contribuirà all'ulteriore integrazione dei risultati di Rio+20 nelle politiche europee; ritiene che l'UE debba intensificare ulteriormente il suo contributo alle iniziative volte a facilitare la transizione a un'economia verde inclusiva a livello internazionale;

50. esorta l'UE a divenire un centro di ricerca e innovazione dinamico a livello internazionale nel campo della ricerca in materia di bioeconomia; afferma che lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e servizi a partire dalle risorse rinnovabili permetterà di rafforzare la competitività dell'industria europea e di assumere una posizione di leadership a livello internazionale;

51. reputa fondamentale sviluppare criteri di sostenibilità giuridicamente vincolanti per tutti i settori di impiego delle biomasse, nonché vincolanti criteri di gestione forestale sostenibile; sollecita l'Unione europea a perseguire la conclusione di accordi multilaterali e a fornire, in particolare per i paesi meno sviluppati, pertinenti sostegni istituzionali e tecnici per garantire l'utilizzo sostenibile delle biomasse;

52. ritiene che il modello della bioeconomia sviluppato all'interno di tale strategia permetterà di risolvere le criticità contingenti e, sul più lungo periodo, potrà porre in essere modelli di produzione, consumo, sviluppo e stili di vita più sostenibili ed efficaci, riattivando il processo di crescita europea grazie ad una nuova sintesi tra economia, ambiente e qualità sociale;

53. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

MOTIVAZIONE

Contesto generale

L'Europa dovrà far fronte, da qui ai prossimi quarant'anni, a molte sfide sociali. Il continuo aumento della popolazione mondiale, la crescita impetuosa della domanda alimentare ed energetica e la scarsità delle risorse naturali mondiali impongono infatti all'Europa di riflettere sul nuovo approccio da intraprendere in termini di produzione e consumi, al fine di far fronte a queste nuove esigenze in maniera efficiente e sostenibile.

La bioeconomia rappresenta un'importante opportunità per rispondere a queste sfide garantendo, oltre a una maggiore sostenibilità, anche il supporto allo sviluppo rurale, la potenziale riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, una maggiore sostenibilità del ciclo produttivo e la diffusione dell'innovazione industriale lungo l'intera catena del valore.

La strategia per la bioeconomia può essere la soluzione alla dipendenza dai combustibili fossili e la strada verso una crescita intelligente. Con uno sguardo al domani, potrà anche diventare la risposta alla sicurezza alimentare, alla crescita economica e all'incremento dei livelli occupazionali.

Posizione del relatore

Il relatore accoglie con favore la comunicazione della Commissione su una bioeconomia per l'Europa e condivide il piano d'azione per l'attuazione della strategia in essa contenuto e la sua articolazione in tre parti complementari: la promozione di ricerca, innovazione e competenze, la maggiore sinergia fra le diverse politiche e il rafforzamento dei mercati e della competitività.

A parere del relatore, il sostegno a questo settore è un investimento per il futuro e l'Europa può e deve svolgere un ruolo guida nel raggiungimento di tale obiettivo. Per favorirlo è necessario creare le basi per un contesto normativo chiaro e stabile e assicurare l'armonizzazione delle politiche agricola, industriale, ambientale e di ricerca e innovazione che intervengono nei settori della bioeconomia. Il relatore condivide la necessità di incoraggiare un approccio interdisciplinare e intersettoriale assicurando, allo stesso tempo, uno scambio di conoscenze a livello regionale, nazionale ed europeo per favorire l'uniformazione del grado di sviluppo della bioeconomia nel territorio dell'UE.

Per il relatore, occorre poi garantire e sviluppare programmi di ricerca e innovazione coordinati e coerenti, prevedere strumenti di sostegno agli investimenti industriali, dispiegare mezzi finanziari e assicurare che i risultati raggiunti abbiano il massimo impatto sulla società e sul mercato. Infrastrutture tecnologiche, eccellenze scientifiche, impianti e bioindustrie: tutto questo può realmente contribuire al compimento di importanti passi in avanti in termini di innovazione e competitività e di rafforzamento del ruolo europeo sulla scena internazionale.

In questo contesto, anche le nuove forme di partenariato in grado di coinvolgere il contributo congiunto di enti pubblici e privati possono concorrere fortemente allo sviluppo di tale strategia. La creazione di un partenariato pubblico-privato dedicato alle bio industrie potrebbe infatti sostenere nuovi progetti, permettere lo sviluppo di nuovi prodotti e realizzarne il fondamentale effettivo trasferimento sul mercato, limitando il rischio che condizioni più favorevoli incentivino la migrazione di eccellenze e di progetti innovativi fuori dall'Europa.

Per tutti questi motivi, il relatore ritiene che sempre maggiori sforzi debbano essere indirizzati al sostegno a ulteriori progressi in questo senso, così da porre in essere modelli di produzione, consumo, sviluppo e stili di vita più sostenibili ed efficaci e – anche grazie ad una nuova sintesi tra economia, ambiente e qualità sociale – riattivare il processo di crescita e reindustrializzazione europea.

PARERE della commissione per lo sviluppo (28.5.2013)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sull'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa
(2012/2295(INI))

Relatore per parere: Isabella Lövin

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  pone l'accento sul fatto che una bioeconomia che dipenda dallo sfruttamento di risorse biologiche, invece che dall'energia fossile, deve essere guidata da un solido quadro politico che tenga conto non solo della redditività economica, ma anche di fattori di sostenibilità sociale ed ecologica;

2.  sottolinea che la biodiversità e gli ecosistemi comportano benefici collettivi e devono essere considerati beni comuni; ricorda che il patrimonio di biodiversità, se opportunamente gestito e amministrato, può offrire benefici economici rilevanti; lamenta tuttavia l'atteggiamento di molti responsabili politici che non ritengono sufficientemente cospicua la contropartita economica della conservazione della biodiversità o degli investimenti nella stessa; evidenzia pertanto il valore dei "servizi ecosistemici" e il relativo contributo per lo sviluppo economico e sociale;

3.  sottolinea che nessun sistema finalizzato a generare ricchezza può essere sostenibile se provoca il degrado della sua base di risorse; evidenzia che, parallelamente alle funzioni orientate al mercato, la bioeconomia svolge anche tutta una serie di funzioni legate ai beni pubblici, non attualmente remunerate dal mercato, che è opportuno preservare: paesaggio agricolo e forestale, biodiversità delle superfici agricole e forestali, qualità dell'acqua e disponibilità della stessa, funzionalità dei suoli, stabilità climatica, qualità dell'aria, resistenza alle alluvioni e agli incendi;

4.  è del parere che la transizione alla bioeconomia potrà avere successo soltanto se l'efficienza delle risorse è considerata il pilastro dell’economia e se l'ingegneria genetica non sarà utilizzata come il motore di tale economia;

5.  ritiene che la strategia sulla bioeconomia debba adottare il principio guida di una gerarchia della biomassa e sostenere un "utilizzo a cascata" della biomassa orientato in primo luogo a garantire servizi primari non remunerati dal mercato e successivamente le applicazioni ad alto valore, come i materiali (anziché la bioenergia che ha un valore ridotto);

6.  sottolinea che una bioeconomia sostenibile deve basarsi sul trasporto modale; sottolinea, in particolare, che al fine di stabilire se uno specifico processo o prodotto a base biologica stia riducendo le emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra, occorre considerare tutte le fasi, dall'estrazione della materia prima all'utilizzo finale; sottolinea che le politiche a livello UE e nazionali devono promuovere alternative pulite ai combustibili fossili, come i veicoli alimentati a elettricità prodotta da fonti rinnovabili e l'energia solare ed eolica, anziché incoraggiare il passaggio alla biomassa in settori in cui essa apporta un valore aggiunto ridotto (come nella produzione di biocarburanti e altre bioenergie);

7.  osserva che la quantità di biomassa sostenibile da fonti UE non sarà mai sufficiente a soddisfare la domanda attuale di energia né gli usi crescenti e concorrenti della biomassa, e che l'UE sarà pertanto sempre più dipendente dalle importazioni dai paesi in via di sviluppo, dove lo sfruttamento della biomassa rappresenta un'importante sfida in termini di governance, come nel caso della conservazione delle foreste e della gestione sostenibile delle risorse silvicole, rendendo quindi difficile l'osservanza dei criteri di sostenibilità e dei provvedimenti dell'UE in materia di importazione di biomassa o la verifica della loro applicazione attraverso il monitoraggio e la valutazione; sottolinea, a tal proposito, l'importanza delle misure di efficienza e risparmio energetico per garantire che l'UE possa fare di più con meno risorse, riducendo così la domanda di biomassa;

8.  ribadisce che l'UE ha l'obbligo di ridurre la sua dipendenza dai prodotti ittici provenienti dai paesi in via di sviluppo destinati al consumo alimentare o all'impiego come mangimi nell'acquacoltura e sottolinea che nel quadro dell'attuale riforma della PCP occorre dare priorità alle misure che favoriscono una gestione sostenibile sotto il profilo ambientale della pesca e l'impiego di specie non carnivore nell'acquacoltura;

9.  osserva con preoccupazione che la crescente domanda di biomassa, in particolare di legno può innescare una diffusa deforestazione nei paesi in via di sviluppo, le cui emissioni di gas a effetto serra non sono contemplate nel protocollo di Kyoto; rileva che ciò, oltre a incidere sulla qualità del suolo, i cicli dell'acqua e la biodiversità, aumenta la pressione sugli accordi globali, quali la Convenzione sulla diversità biologica e il REDD delle Nazioni Unite; teme altresì che la crescente domanda di prodotti in legno, da un lato, possa innescare la deforestazione illegale e indebolire così gli accordi volontari di partenariato a titolo del FLEGT e, dall'altro, che aumenti la pressione sugli accordi globali, quali la Convenzione sulla diversità biologica e il REDD delle Nazioni Unite;

10. sottolinea l'importanza delle mangrovie, delle praterie di crine marino, delle saline e delle foreste di alghe marine quali serbatoi di carbonio altamente efficaci; mette in guardia contro la rapida distruzione di questi ecosistemi costieri a causa, tra l'altro, di una crescente domanda di prodotti ittici provenienti dall'acquacoltura; chiede l'adozione di un programma equivalente al REDD in ambito marino per salvaguardare gli ecosistemi costieri e marini in qualità di serbatoi di carbonio;

11. esorta l'UE a divenire un centro di ricerca e innovazione dinamico a livello internazionale nel campo della ricerca in materia di bioeconomia; segnala che lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e servizi a partire dalle risorse rinnovabili permetterà di rafforzare la competitività dell'industria europea e di assumere una posizione di leadership a livello internazionale;

12. ricorda che i fattori ILUC per i biocarburanti e i bioliquidi, nonché i criteri di sostenibilità vincolanti per l'utilizzo di biomassa solida e gassosa, devono essere inclusi nella direttiva sulle energie rinnovabili e nella direttiva sulla qualità dei combustibili; chiede alla Commissione di proporre una direttiva quadro sulla biomassa che copra tutte le applicazioni della biomassa (energia, combustibili, materiali, prodotti chimici) e introduca una gerarchia della biomassa;

13. rammenta che la protezione della biodiversità è un fattore essenziale per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio (tra cui l'obiettivo 1, eliminare la povertà estrema e la fame, e l'obiettivo 7, assicurare la sostenibilità ambientale); insiste, in particolare, sull'importanza di una biodiversità e di ecosistemi sani per la produzione primaria come l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca; ritiene, di conseguenza, che la produzione di biomassa debba essere valutata alla luce del suo impatto sui servizi ecosistemici;

14. teme che la domanda crescente di biomassa aggravi l'insicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo, attraverso la sottrazione di colture e terre alla produzione alimentare, la privazione dei diritti di utilizzo dei terreni e l'impoverimento per effetto dell'accaparramento di terre e dell'aggravamento della volatilità dei prodotti alimentari; osserva che la domanda di biocarburanti rappresenta già uno dei principali fattori alla base dell'acquisizione di terreni nei paesi in via di sviluppo, soprattutto nell'Africa subsahariana; ricorda che, a causa di tali acquisizioni, le popolazioni indigene perdono il loro accesso alla terra e quindi al cibo e all'acqua; sottolinea altresì che, sebbene gli OSM prevedano l'obiettivo di dimezzare il numero di persone che non hanno accesso sicuro all'acqua entro il 2015, le attività della bioeconomia a elevato impiego di acqua possono aggravare lo stress idrico nei paesi in via di sviluppo e contribuire quindi a una diffusa penuria alimentare; insiste affinché l'UE segua la raccomandazione del Relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all'alimentazione in agroecologia al fine di raggiungere la sicurezza alimentare, affrontando nello stesso tempo i cambiamenti climatici;

15. reputa fondamentale sviluppare criteri di sostenibilità giuridicamente vincolanti per tutti i settori di impiego della biomassa, nonché criteri vincolanti di gestione forestale sostenibile; sollecita l'Unione europea a perseguire la conclusione di accordi multilaterali e a fornire, in particolare per i paesi meno sviluppati, un’assistenza istituzionale e tecnica in materia per garantire l'uso sostenibile della biomassa.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

28.5.2013

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

24

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Thijs Berman, Corina Creţu, Véronique De Keyser, Charles Goerens, Mikael Gustafsson, Eva Joly, Filip Kaczmarek, Miguel Angel Martínez Martínez, Gay Mitchell, Bill Newton Dunn, Andreas Pitsillides, Maurice Ponga, Jean Roatta, Alf Svensson, Keith Taylor, Ivo Vajgl, Anna Záborská, Iva Zanicchi

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Eric Andrieu, Kriton Arsenis, Philippe Boulland, Emer Costello, Isabella Lövin, Cristian Dan Preda

PARERE della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (8.5.2013)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sull'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa
(2012/2295(INI))

Relatore per parere: Tamás Deutsch

SUGGERIMENTI

La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

–   vista la strategia Europa 2020 che sostiene una crescita intelligente e verde e maggiori opportunità occupazionali,

A. considerando che la promozione della bioeconomia genererà crescita economica e creerà molti posti di lavoro nelle aree rurali, costiere e industriali;

B.  considerando che la bioeconomia ci renderà meno dipendenti dai combustibili fossili, provenienti essenzialmente dall'importazione;

C. considerando che la bioeconomia europea ha già un fatturato di quasi 2 mila miliardi di euro e che ci si aspetta una crescita significativa derivante dalla produzione primaria sostenibile, dall'industria della trasformazione alimentare, dalle biotecnologie industriali e dalle bioraffinerie;

D. considerando che la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro raccomanda di anticipare e di gestire gli effetti dell’inverdimento delle industrie su quantità e qualità dei posti di lavoro;

E.  considerando che uno studio dell'Organizzazione internazionale del lavoro[1] evidenzia la necessità di promuovere la salute e la sicurezza sul posto di lavoro nell'economia verde;

F.  considerando che uno studio del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (CEDEFOP) su "Competenze verdi e sensibilità ambientale in materia di istruzione e di formazione professionale"[2] auspica che siano effettuate ulteriori ricerche per identificare le dinamiche del cambiamento del mercato del lavoro professionale e interno a livello settoriale, per contribuire a valutare l'adeguatezza dell'offerta di lavoro e lo squilibrio delle competenze;

1.  chiede lo sviluppo di una società più innovatrice, più efficiente sotto il profilo delle risorse e più competitiva, in grado di riconciliare la sicurezza alimentare con l'uso sostenibile delle risorse rinnovabili; sottolinea che per produrre carburante sarebbe opportuno utilizzare in primo luogo prodotti derivati dalla filiera agroalimentare e della trasformazione del legno che, secondo la gerarchia dei rifiuti, sono privi di un utilizzo migliore e che, in caso di utilizzo di vegetali a basso consumo di energia e che avrebbero potuto servire per produrre derrate alimentari, è opportuno assicurare che la produzione alimentare basti a coprire il fabbisogno e sia conforme alle rigorose esigenze della protezione dell'ambiente e della promozione della biodiversità;

2.  sottolinea che la ricerca e l'innovazione gettano le basi di un cambiamento strutturale da un'industria imperniata sul petrolio a un'industria basata sulla biotecnologia, che offre grandi opportunità in materia di crescita e di occupazione, di lavoro interdisciplinare di cooperazione a livello internazionale e nell'UE, in modo da accelerare il trasferimento nella pratica, creando così un'economia basata sulla conoscenza;

3.  sottolinea che l'anticipazione del cambiamento, il miglioramento delle conoscenze e delle competenze e un migliore adeguamento delle competenze e dell'occupazione, in modo socialmente responsabile, sono essenziali per consentire alla strategia bioeconomica di rafforzare la crescita e di creare nuovi posti di lavoro in Europa;

4.  fa presente che 22 milioni di persone lavorano già nel settore della bioeconomia, rappresentando il 9 % dell’occupazione totale nell’UE, e che esso offre importanti opportunità di lavoro per altri milioni di persone;

5.  invita la Commissione ad agire in modo proattivo, utilizzando risorse finanziarie dell’Unione europea e perizia nonché ricorrendo allo scambio di buone pratiche, per lo sviluppo del settore bioeconomico, soprattutto nei confronti degli Stati membri dell'Europea meridionale che si trovano ad affrontare difficoltà finanziarie, e a creare opportunità di lavoro per le generazioni giovani, fortemente colpite dalla disoccupazione, la cui partecipazione è tuttavia essenziale per la riuscita della transizione verso la bioeconomia; sottolinea che i programmi di garanzia per i giovani contribuiscono a promuovere l'occupazione, una formazione e un apprendimento di qualità per i giovani, in tale ambito strategico;

6.  sottolinea l'importanza di assicurare posti di lavoro dignitosi nel settore, conformemente alle norme dell'OIL, in particolare grazie a una forte dimensione sociale della strategia per la bioeconomia, che comprenda anche la partecipazione dei lavoratori;

7.  richiama l'attenzione sul fatto che la bioeconomia può costituire una consistente fonte di reddito supplementare per gli agricoltori, i pescatori e i silvicoltori, in particolare per quanto riguarda la produzione di biomassa, di materie prime per i composti e di colture oleaginose specializzate per l'industria, creando così varie opportunità di lavoro in una serie di attività connesse;

8.  richiama l'attenzione sul fatto che la Commissione ha basato la propria strategia per una bioeconomia per l'Europa sullo scenario che potrebbe creare circa 130 000 posti di lavoro nel settore della bioeconomia[3]; esorta gli Stati membri a intensificare i loro programmi di assistenza nel settore della bioeconomia; evidenzia inoltre l'importanza della partecipazione dei lavoratori nelle attività di R&S, in particolare grazie alla loro presenza nei consigli di amministrazione;

9.  rammenta la sua risoluzione del 15 dicembre 2011 sulla revisione intermedia della strategia comunitaria 2007-2012 per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro[4], che chiede una valutazione d'impatto dei potenziali rischi da nuove tecnologie, sostanze nocive e fattori di rischio, fra cui l'organizzazione del lavoro sul posto di lavoro, nonché azioni legislative volte ad assicurare che i nanomateriali siano interamente coperti dalle vigenti normative dell'UE in materia di sicurezza e salute sul lavoro;

10. invita la Commissione a sviluppare modelli partecipativi che possono essere utilizzati per creare legami più stretti tra i cittadini, i produttori e gli utilizzatori finali, allo scopo di instaurare una relazione più solida tra scienza, società e politica e per mettere in evidenza i vantaggi della bioeconomia e la sua importanza per la società, la crescita, l'occupazione e l'innovazione sociale;

11. evidenzia l'importanza del dialogo sociale nella bioeconomia per assicurare un’elevata disponibilità di posti di lavoro di qualità elevata e una transizione corretta verso la bioeconomia; pone l'accento sul dialogo sociale settoriale europeo nell'industria agroalimentare; invita la Commissione a far sì che il dialogo sociale settoriale europeo sia una pietra angolare della sua strategia per lo sviluppo della bioeconomia;

12. chiede una ricerca più dettagliata per definire le opportunità sociali e ambientali, nonché i costi potenziali, della bioeconomia, visti i diversi impatti ambientali e gli eventuali metodi scorretti di utilizzazione della bioeconomia in termini di: impiego di risorse naturali già scarse; rischio di danni ambientali e di perdita di biodiversità; opportunità per la conservazione; ruolo dei finanziamenti dell'Unione europea e nazionali, in particolare per quanto riguarda la politica agricola comune, tutti elementi che possono tradursi in benefici netti per l'occupazione, la biodiversità e l'ambiente in generale, se gestiti in un quadro di politica responsabile e olistico;

13. sottolinea che la bioeconomia esige lo sviluppo e/o l'integrazione di competenze, conoscenze e discipline nuove da sviluppare e/o integrare maggiormente per affrontare i cambiamenti della società legati alla bioeconomia, sostenere la competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro, far fronte alle necessità dell'industria, nonché per assicurare che competenze e attività lavorative coincidano meglio;

14. invita gli Stati membri a offrire corsi di studio sulla bioeconomia e a sviluppare programmi di formazione professionale per far sì che l'UE raggiunga e rivesta un ruolo pionieristico a tutti gli effetti, innovatore e di primo piano, in questo settore;

15. prende atto del potenziale in termini di creazione di programmi di apprendimento in ambito rurale, in partenariato con i fornitori locali di servizi scolastici e utilizzando fondi quali il Fondo europeo di sviluppo rurale, per sviluppare competenze trasferibili fra i giovani nelle zone rurali, per sfruttare meglio le eventuali nuove opportunità di lavoro derivanti dall'innovazione nella bioeconomia e nel settore agricolo; evidenzia il ruolo essenziale che il Fondo sociale europeo (FSE) potrebbe svolgere a sostegno dell'istruzione e della formazione lungo tutto l'arco della vita, per sostenere i lavoratori ad aggiornarsi e a riqualificarsi nel settore della bioeconomia; rammenta, di conseguenza, la sua posizione a favore di una percentuale minima globale per il FSE pari al 25% del bilancio complessivo destinato alla politica di coesione;

16. invita ad aumentare in modo significativo la ricerca relativa alla bioeconomia e sottolinea che l'UE deve tentare di potenziare la propria capacità di innovazione convertendo i risultati della ricerca in successi commerciali, visto che attualmente occorre troppo tempo per trasformare i risultati delle attività di ricerca e innovazione in prodotti commercializzabili;

17. ritiene che la bioeconomia permetta di realizzare prodotti industriali e di consumo con costi più contenuti, consumando meno energia e limitando l’inquinamento dell’ambiente;

18. chiede lo sviluppo di un'infrastruttura industriale e di catene di approvvigionamento ottimizzate per i prodotti biologici nelle aree rurali e costiere, allo scopo di creare nuovi posti di lavoro nel settore agricolo, forestale e dell'acquacoltura; chiede che, a tal fine, vengano resi disponibili fondi per lo sviluppo rurale dell'UE e che ciò avvenga in modo che l'inquinamento dell'ambiente e la perdita di biodiversità, anziché aumentare, diminuiscano.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

7.5.2013

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

40

1

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Regina Bastos, Edit Bauer, Heinz K. Becker, Phil Bennion, Pervenche Berès, Vilija Blinkevičiūtė, Philippe Boulland, Milan Cabrnoch, Alejandro Cercas, Ole Christensen, Marije Cornelissen, Emer Costello, Frédéric Daerden, Karima Delli, Sari Essayah, Richard Falbr, Marian Harkin, Nadja Hirsch, Stephen Hughes, Danuta Jazłowiecka, Martin Kastler, Ádám Kósa, Verónica Lope Fontagné, Olle Ludvigsson, Thomas Mann, Elisabeth Morin-Chartier, Csaba Őry, Siiri Oviir, Sylvana Rapti, Licia Ronzulli, Joanna Katarzyna Skrzydlewska, Jutta Steinruck, Traian Ungureanu, Andrea Zanoni, Inês Cristina Zuber

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Georges Bach, Malika Benarab-Attou, Sergio Gutiérrez Prieto, Jelko Kacin, Evelyn Regner, Csaba Sógor, Tatjana Ždanoka

  • [1]  ILO (International Labour Organization), ‘Promoting safety and health in a green economy’, International Labour Office, Geneva (2012).
  • [2]  European Centre for the Development of Vocational Training, ‘Green skills and environmental awareness in vocational education and training’, Research paper n°24, 2012.
  • [3]  Commissione europea, documento di lavoro dei servizi della Commissione "L'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa", SWD(2012) 11 finale, pag. 49
  • [4]  Testi approvati, P7_TA(2011)0589.

PARERE della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (7.5.2013)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sull'innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa
(2012/2295(INI))

Relatore: Giles Chichester

SUGGERIMENTI

La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che va ricordato che la bioeconomia rappresenta un settore importante nell'ambito del mercato interno, capace di offrire significativi benefici in termini di economia a basse emissioni di carbonio, resilienza ai cambiamenti climatici, sostenibilità, competitività, creazione di occupazione e riduzione della dipendenza dalle importazioni per quanto riguarda sia l'energia che le materie prime;

B.  considerando che la bioeconomia deve far fronte agli attuali obiettivi conflittuali, ad esempio per quanto concerne la domanda concomitante di biomassa come prodotto alimentare, materia prima e fonte di energia, e che, di conseguenza, le aspettative riposte nella bioeconomia devono rimanere realistiche;

C. considerando che oltre alla ricerca biologica all'avanguardia, la bioeconomia può attingere anche alle conoscenze e al know-how tradizionali;

1.  accoglie con favore il sostegno della Commissione a un approccio radicalmente diverso dell'UE nei confronti di produzione, consumo, trasformazione, stoccaggio, riciclaggio e smaltimento delle risorse biologiche; ritiene che una bioeconomia in Europa possa contribuire alla competitività dell'industria europea e fornire occupazione e opportunità commerciali, in particolare per lo sviluppo rurale e costiero, purché le sue attività siano realizzate entro i parametri dell'efficienza e della sostenibilità delle risorse;

2.  ritiene che una mancanza di coordinamento abbia impedito di sfruttare appieno le sinergie e le economie di scala in riferimento alla bioeconomia nell'Unione; sottolinea che l'Unione può aggiungere valore incoraggiando e promuovendo la cooperazione attraverso reti e programmi di finanziamento; ritiene che, accanto a obiettivi specifici volti ad aumentare la quota di risorse naturali rinnovabili impiegate nella produzione e nel consumo di beni, la bioeconomia si svilupperà attraverso un approccio integrato trasversale a tutti i livelli, locale, degli Stati membri e dell'Unione;

3.  invita la Commissione a garantire l'accettabilità dell'utilizzo della biomassa e la disponibilità di quest'ultima per garantire le condizioni operative per le bioindustrie esistenti, che costituiscono la base della futura bioeconomia;

4.  accoglie con favore, a questo proposito, il recente annuncio della Commissione relativo al lancio di un osservatorio sulla bioeconomia finalizzato a elaborare un quadro delle politiche regionali, nazionali ed europee in questo settore, nonché la creazione di una piattaforma permanente di esperti di bioeconomia per contribuire a rafforzare le sinergie e la coerenza fra le politiche, le iniziative e i settori economici connessi alla bioeconomia a livello UE, garantendo un collegamento con i meccanismi esistenti;

5.  ritiene che a livello di Unione sia necessario sostenere maggiori sinergie e complementarietà mediante altri settori, come quelli relativi alle materie prime, ai biocarburanti e ai rifiuti, e programmi, in particolare l'iniziativa per l'efficienza nell'impiego delle risorse, Orizzonte 2020, la PAC e i Fondi strutturali; invita la Commissione ad elaborare un approccio integrato alla bioeconomia, contribuendo allo sviluppo di strategie a livello regionale, nazionale ed europeo; è del parere che l'UE debba promuovere anche la bioeconomia a basse emissioni di carbonio a livello internazionale, soprattutto nell'ambito dei processi di Rio+20 e dell'UNFCCC;

6.  sottolinea l'importanza delle zone rurali e il ruolo che possono svolgere nella creazione di una bioeconomia sostenibile, soprattutto per quanto riguarda i residui necessari per alimentare le bioraffinerie o/e (a cascata) gli impianti di conversione della biomassa in gas; suggerisce, a tal proposito, la necessità di promuovere azioni a livello di Unione per la bonifica dei terreni inquinati, contribuendo alla produzione di colture energetiche; rammenta l'importanza del coordinamento dei sistemi di raccolta dei rifiuti per le zone rurali e urbane;

7.  accoglie con favore l'intenzione di colmare il divario tra ricerca e innovazione nell'ambito di Orizzonte 2020 nonché di ridurre gli ostacoli alla ricerca interdisciplinare e ai programmi congiunti, in considerazione dell'ampia gamma di prodotti finali nel settore della bioeconomia, vale a dire energia e prodotti industriali, e tecnologie fondamentali da adottare;

8.  ritiene che le fonti di bioenergia, per essere efficaci nel lungo periodo, debbano essere prodotte ed utilizzate in modo sostenibile e debbano essere altresì in grado di competere sia in termini di prezzo che di qualità in normali condizioni di mercato; accoglie favorevolmente la revisione in corso della legislazione dell'Unione in materia di biocarburanti per mitigare gli effetti negativi del cambiamento indiretto della destinazione dei terreni (ILUC) e promuovere il mercato e lo sviluppo di biocarburanti più avanzati che consentano un maggior impiego di materie prime non commestibili quali rifiuti, residui e materiali cellulosici e ligneo-cellulosici;

9.  sottolinea l'importanza e l'enorme potenziale dell'efficienza delle risorse e dell'energia, nonché la necessità di "produrre di più con meno", per mantenere la sostenibilità della bioeconomia;

10. esorta l'industria a guidare lo sviluppo di una bioeconomia nell'Unione e quindi sollecita la creazione di un ambiente più propizio alle imprese attraverso misure come la riduzione dei tempi di commercializzazione, l'allineamento delle politiche in materia di ricerca e innovazione alle necessità di settori specifici, un migliore accesso al capitale di rischio, in particolare per le bioindustrie e le PMI esistenti e in fase di sviluppo, e la promozione dell'imprenditorialità in questo settore;

11. è consapevole del fatto che un ulteriore sviluppo della bioeconomia comporterà importanti attività scientifiche che vanno oltre i confini dei singoli settori della scienza o dei singoli paesi, richiedendo nuove forme di cooperazione fra ricercatori e partner industriali per accelerarne l'applicazione pratica;

12. ritiene che sia essenziale tutelare la proprietà intellettuale dei prodotti e processi connessi alla bioeconomia, se l'Europa vuole assicurarsi una competitività globale sui mercati internazionali;

13. ritiene che la finanza pubblica possa svolgere un ruolo nell'attirare capitali dal settore privato per sostenere la commercializzazione nel settore delle biotecnologie; sostiene la proposta della Commissione di istituire partenariati pubblico-privato (PPP) per il settore delle bioindustrie;

14. ritiene necessario agevolare un migliore accesso ai finanziamenti per le PMI mediante investimenti nelle imprese di nuova creazione, capitale di rischio e sostegno al trasferimento di tecnologia, nonché introdurre norme meno complesse e procedere alla valorizzazione della conoscenza nel settore della bioeconomia; suggerisce di istituire una piattaforma sulle PMI con il compito di consigliare la piattaforma sulla bioeconomia e di garantire un approccio orientato alle imprese; sottolinea nuovamente il ruolo importante dei partenariati pubblico-privato (PPP) per accelerare la transizione alla bioeconomia; pensa che alle PMI spetti un ruolo fondamentale per tradurre i risultati della ricerca scientifica in applicazioni di mercato sotto forma di nuovi prodotti o tecnologie;

15. ritiene che il piano d'azione di cui alla comunicazione manchi di misure e di strumenti pratici per affrontare potenziali barriere o rischi nella transizione alla bioeconomia; sottolinea che occorre rivolgere un'attenzione particolare al rischio di sovrapposizione o conflitto tra le normative e alla disponibilità di capitale di rischio;

16. osserva che pochi gli Stati membri hanno condotto iniziative per sostenere lo sviluppo della bioeconomia, e che le strategie in questo settore sono elaborate principalmente dai governi nazionali; un buon esempio è la strategia regionale transfrontaliera del Bio-based Delta Europe, (la zona compresa fra i Paesi Bassi sudoccidentali e le Fiandre); ritiene che occorra rafforzare le iniziative locali e regionali attraverso l'attuazione di strategie in materia di bioeconomia, alla luce delle strategie di specializzazione intelligente, a tutti i livelli di cooperazione (UE, nazionale, regionale, locale) e il coordinamento delle attività intersettoriali;

17. ritiene che le iniziative dal basso siano importanti per creare una società basata sulle risorse biologiche e che sia fondamentale adottare un approccio orientato alle imprese e alla domanda, combinato con un approccio definito dagli Stati; ritiene che occorra fornire adeguate possibilità per iniziative regionali come quelle nella regione di Helsinki, nella parte sudoccidentale dei Paesi Bassi, nella Francia nordoccidentale, nella Renania settentrionale-Vestfalia (Germania), nella Stiria (Austria), ecc.; invita la Commissione a sostenere tali reti e raggruppamenti, al fine di promuovere lo scambio di esperienze.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

25.4.2013

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

45

5

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Jean-Pierre Audy, Zigmantas Balčytis, Ivo Belet, Bendt Bendtsen, Fabrizio Bertot, Jan Březina, Reinhard Bütikofer, Maria Da Graça Carvalho, Pilar del Castillo Vera, Giles Chichester, Jürgen Creutzmann, Vicky Ford, Gaston Franco, Adam Gierek, Norbert Glante, Robert Goebbels, Fiona Hall, Jacky Hénin, Edit Herczog, Romana Jordan, Krišjānis Kariņš, Philippe Lamberts, Judith A. Merkies, Angelika Niebler, Jaroslav Paška, Aldo Patriciello, Vittorio Prodi, Teresa Riera Madurell, Michèle Rivasi, Jens Rohde, Paul Rübig, Amalia Sartori, Salvador Sedó i Alabart, Konrad Szymański, Britta Thomsen, Evžen Tošenovský, Catherine Trautmann, Ioannis A. Tsoukalas, Claude Turmes, Marita Ulvskog, Adina-Ioana Vălean, Kathleen Van Brempt, Alejo Vidal-Quadras

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Elisabetta Gardini, Jolanta Emilia Hibner, Seán Kelly, Eija-Riitta Korhola, Bernd Lange, Vladimír Remek, Algirdas Saudargas, Silvia-Adriana Ţicău

PARERE della commissione per lo sviluppo regionale (24.4.2013)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sul tema "Innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l'Europa"
(2012/2295(INI))

Relatore per parere: Riikka Manner

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea che la bioeconomia, che deve essere basata su un approccio interdisciplinare e intersettoriale coerente all'interno dell'UE, rappresenta un elemento chiave per una crescita intelligente e verde in Europa; pone inoltre l'accento sul ruolo centrale della politica di sviluppo regionale in riferimento all'attuazione della strategia Europa 2020; osserva che, degli undici obiettivi della politica regionale, sette sono direttamente o indirettamente correlati alla bioeconomia; fa notare che la politica di sviluppo regionale – stante la sua forte concentrazione tematica – rappresenta ora uno strumento di sostegno alla crescita intelligente, sostenibile e inclusiva più efficace che mai; rileva che la bioeconomia sta esercitando un notevole impatto sulle regioni, stimolando altresì la crescita economica nonché creando occupazione;

2.  asserisce che, nella strategia e nella politica per la bioeconomia nonché nelle normative e negli incentivi a essa correlati, gli orientamenti devono essere più definiti e il grado di concentrazione più elevato; fa notare l'esigenza di migliorare il coordinamento, di creare sinergie e legami di complementarità con le varie politiche e i diversi fondi (fondi strutturali, politica agricola comune – PAC, politica comune della pesca – PCP, direttiva sulle fonti energetiche rinnovabili – FER, direttiva quadro sui rifiuti e Orizzonte 2020) nonché di offrire possibilità di finanziamenti incrociati; puntualizza inoltre che il passaggio alla bioeconomia è un processo lento, che richiederà perseveranza in campo legislativo nonché strategie e investimenti che coprano un lungo periodo di tempo al fine di creare un clima stabile per gli investimenti nella bioeconomia nonché un contesto paritario;

3.  sottolinea che occorre un solido quadro politico per sfruttare appieno il potenziale della bioeconomia e facilitare il passaggio da un'economia basata sui combustibili fossili a una bioeconomia che utilizzi in modo ottimale le risorse e le capacità locali e regionali;

4.  ricorda che le regioni ultraperiferiche europee ospitano una straordinaria biodiversità e si contraddistinguono per l'unicità del clima e delle caratteristiche geomorfologiche; sottolinea che tali regioni offrono quindi un enorme potenziale in termini di ricerca e innovazione nel settore delle bioeconomie e possono svolgere un ruolo cruciale ai fini di una crescita "verde" su scala europea;

5.  sottolinea l'importanza di istituire un osservatorio e un comitato di esperti per la bioeconomia; insiste sulla necessità di organizzare periodicamente conferenze che riuniscano i principali soggetti interessati del settore pubblico e privato a livello regionale, nazionale ed europeo; chiede l'elaborazione di una tabella di marcia che, oltre a garantire un monitoraggio efficace delle iniziative in materia di bioeconomia nonché l'opportuno coordinamento degli strumenti, fissi sistematicamente obiettivi concreti; chiede altresì la pubblicazione di relazioni sullo stato di avanzamento dei lavori da inviare al Parlamento europeo;

6.  fa notare che le economie regionali e locali devono assolvere un ruolo centrale in relazione al conseguimento di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; asserisce che le regioni stesse possiedono le conoscenze e le competenze necessarie per mobilitare gli attori in base alle loro specificità nonché per puntare sul passaggio a una società biologica e a un'economia post-petrolifera in cui siano la ricerca e l'innovazione a innescare il cambiamento; ribadisce la vitale importanza di integrare e coordinare meglio i piani di innovazione e sostenibilità a livello regionale, nazionale ed europeo; esorta quindi le regioni e le autorità regionali a partecipare più attivamente all'elaborazione di solide strategie regionali per la bioeconomia nonché per la ricerca e l'innovazione che tengano conto del profilo di ciascuna regione e siano finalizzate alla specializzazione intelligente; invita la Commissione a sostenere i biocluster regionali europei e la cooperazione interregionale; ritiene inoltre che in tale settore sia possibile conseguire una solida crescita soltanto mediante cospicui investimenti pubblici e privati; accoglie favorevolmente la proposta di istituire meccanismi di partenariato pubblico-privato per il settore della bioeconomia;

7.  ritiene che l'economia sociale e solidale, basata sulla partecipazione attiva delle persone, sulla titolarità comune e sulla solidarietà, debba avere la possibilità di svolgere un ruolo importante nella definizione e nell'attuazione delle strategie per la bioeconomia a livello regionale;

8.  evidenzia l'importanza di sostenere e consolidare le iniziative locali e regionali mediante l'attuazione di strategie per la bioeconomia a ogni livello di cooperazione; puntualizza come gli approcci ascendenti (bottom-up) siano essenziali ai fini dello sfruttamento del potenziale di tutte le regioni; pone l'accento sul ruolo chiave delle piccole e medie imprese nella bioeconomia e asserisce la vitale importanza di fornire loro opportunità di finanziamento ad hoc al livello locale; ribadisce la necessità di sostenere le strategie di ricerca e innovazione tese alla specializzazione intelligente, promuovendo strumenti di finanziamento e, soprattutto, le opportunità di collegamento in rete o di condivisione delle conoscenze dagli stessi offerte;

9.  asserisce che uno dei principi guida della bioeconomia riguarda il potenziamento dell'efficienza sotto il profilo delle risorse e la riduzione della dipendenza dalle materie prime e dall'energia importate nonché dalle risorse naturali non rinnovabili; fa notare l'importanza del settore forestale e di altre bioindustrie, asserendo altresì che le risorse naturali e le materie prime rinnovabili neutrali sul piano delle emissioni di carbonio – quali il legno e la fibra legnosa – possono sostituire le materie prime fossili non rinnovabili; precisa che il settore della bioeconomia produce parecchi prodotti a elevato valore aggiunto, ad esempio sostanze chimiche, medicinali, materie plastiche e altri nuovi materiali innovativi, generando altresì occupazione; sottolinea il potenziale delle biotecnologie basate sulle risorse marine;

10. pone l'accento sul fatto che la bioeconomia richiede competenze di prim'ordine e una manodopera qualificata; asserisce la necessità di creare un'offerta nel campo della formazione professionale e dell'istruzione superiore nelle regioni, tenendo conto delle loro specificità; fa notare che i sistemi di istruzione e formazione ad ampio raggio delle regioni stimolano altresì l'espansione sostenibile delle attività economiche; afferma che un elevato livello di competenze nel settore della bioeconomia rappresenta una risorsa per l'Europa in termini di concorrenza a livello globale, e che esso consentirà all'Europa stessa di ricoprire una posizione di leader nel settore della bioeconomia; fa notare l'importanza di migliorare la mobilità transfrontaliera dei ricercatori in un'ottica di scambio di buone pratiche e trasferimento delle conoscenze nel settore della bioeconomia;

11. ritiene che lo sviluppo di una bioeconomia efficiente e sostenibile presupponga la prosecuzione dell'ammodernamento delle infrastrutture di ogni tipo, e che tale ammodernamento non debba escludere in alcun modo le zone rurali;

12. ritiene importante investire nelle catene di approvvigionamento bioeconomiche in modo da assicurare la disponibilità di materie prime; è del parere che le strategie per la bioeconomia debbano incoraggiare non soltanto un uso più efficiente dei rifiuti domestici e urbani, ma anche il recupero dei residui e dei flussi di sottoprodotti agricoli e forestali; auspica una legislazione migliore, con conferimento di poteri, che garantisca la certezza giuridica e sostenga appieno l'utilizzo sostenibile delle risorse bioeconomiche nonché un proficuo sfruttamento delle materie prime; richiede inoltre che la politica si basi, sotto tutti i punti di vista, su un approccio flessibile e a lungo termine che sia favorevole agli investimenti;

13. evidenzia la necessità di obiettivi specifici per l'incremento della percentuale di risorse naturali rinnovabili utilizzate nella produzione e nel consumo di beni; invita la Commissione a proporre misure pratiche ad ampio raggio sul piano regionale per la promozione della produzione e del consumo di prodotti della bioeconomia a livello regionale.

14. rileva l'importanza di sensibilizzare i consumatori in merito ai contenuti della bioeconomia e, quindi, la necessità di informarli circa i vantaggi da essa derivanti e le migliori possibilità di scelta dalla stessa offerte in termini di consumi; ritiene che sia necessario attivarsi per promuovere la bioeconomia sensibilizzando i consumatori in merito alla sicurezza alimentare, alla conservazione delle risorse e ad altre sfide sociali tra cui il cambiamento climatico e la dipendenza dalle fonti non rinnovabili; invita pertanto a realizzare appositi studi sugli stili di consumo nell'Unione europea e a elaborare strategie basate su dati scientifici, in modo da poter informare i consumatori circa le proprietà dei prodotti e promuovere uno stile di vita sostenibile.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

23.4.2013

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

43

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Luís Paulo Alves, Catherine Bearder, Jean-Jacob Bicep, Victor Boştinaru, John Bufton, Nikos Chrysogelos, Rosa Estaràs Ferragut, Danuta Maria Hübner, Vincenzo Iovine, María Irigoyen Pérez, Seán Kelly, Constanze Angela Krehl, Petru Constantin Luhan, Ramona Nicole Mănescu, Riikka Manner, Iosif Matula, Miroslav Mikolášik, Jens Nilsson, Jan Olbrycht, Wojciech Michał Olejniczak, Younous Omarjee, Markus Pieper, Monika Smolková, Georgios Stavrakakis, Csanád Szegedi, Nuno Teixeira, Lambert van Nistelrooij, Justina Vitkauskaite, Oldřich Vlasák, Kerstin Westphal, Joachim Zeller, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Joseph Cuschieri, Vasilica Viorica Dăncilă, Karima Delli, James Nicholson, Ivari Padar, Herbert Reul, Elisabeth Schroedter, Richard Seeber, Czesław Adam Siekierski, Patrice Tirolien, Giommaria Uggias, Manfred Weber

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

29.5.2013

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

54

0

4

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Martina Anderson, Elena Oana Antonescu, Sophie Auconie, Paolo Bartolozzi, Sergio Berlato, Lajos Bokros, Milan Cabrnoch, Martin Callanan, Yves Cochet, Chris Davies, Anne Delvaux, Bas Eickhout, Edite Estrela, Jill Evans, Elisabetta Gardini, Gerben-Jan Gerbrandy, Matthias Groote, Françoise Grossetête, Satu Hassi, Jolanta Emilia Hibner, Karin Kadenbach, Christa Klaß, Eija-Riitta Korhola, Jo Leinen, Corinne Lepage, Peter Liese, Zofija Mazej Kukovič, Linda McAvan, Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė, Miroslav Ouzký, Vladko Todorov Panayotov, Andrés Perelló Rodríguez, Mario Pirillo, Pavel Poc, Anna Rosbach, Oreste Rossi, Dagmar Roth-Behrendt, Horst Schnellhardt, Richard Seeber, Theodoros Skylakakis, Bogusław Sonik, Claudiu Ciprian Tănăsescu, Salvatore Tatarella, Glenis Willmott, Sabine Wils

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Christofer Fjellner, Romana Jordan, Judith A. Merkies, Michèle Rivasi, Kārlis Šadurskis, Christel Schaldemose, Renate Sommer, Alda Sousa, Marita Ulvskog, Vladimir Urutchev, Kathleen Van Brempt, Anna Záborská