RELAZIONE sulla proposta di decisione del Consiglio relativa all'adozione dell'euro da parte della Lettonia il 1° gennaio 2014

25.6.2013 - (COM(2013)0345 – C7‑0183/2013 – 2013/0190(NLE)) - *

Commissione per i problemi economici e monetari
Relatore: Burkhard Balz


Procedura : 2013/0190(NLE)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A7-0237/2013
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PROGETTO DI RISOLUZIONE LEGISLATIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla proposta di decisione del Consiglio relativa all'adozione dell'euro da parte della Lettonia il 1° gennaio 2014

(COM(2013)0345 – C7‑0183/2013 – 2013/0190(NLE))

(Consultazione)

Il Parlamento europeo,

–   vista la proposta della Commissione al Consiglio (COM(2013)0345),

–   viste la relazione sulla convergenza 2013 della Commissione (COM(2013)0341) e quella della Banca centrale europea del giugno 2013 relative alla Lettonia,

   visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la relazione sulla convergenza 2013 della Commissione sulla Lettonia (SWD(2013)0196),

   vista la sua risoluzione del 1° giugno 2006 sull'allargamento dell'area dell'euro[1],

–   vista la sua risoluzione del 20 giugno 2007 sul miglioramento delle modalità di consultazione del Parlamento europeo nelle procedure relative all’allargamento dell’area dell’euro[2],

–   visto l'articolo 140, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, a norma del quale è stato consultato dal Consiglio (C7-0183/2013),

–   visto l'articolo 83 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari (A7-0237/2013),

A. considerando che l'articolo 140 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) prevede la realizzazione di un alto grado di convergenza sostenibile con riferimento al rispetto dei seguenti criteri da parte di ciascuno Stato membro: il raggiungimento di un alto grado di stabilità dei prezzi, la sostenibilità della situazione della finanza pubblica, il rispetto dei margini normali di fluttuazione previsti dal meccanismo di cambio e livelli dei tassi di interesse a lungo termine che riflettano la stabilità della convergenza raggiunta dallo Stato membro e della sua partecipazione al meccanismo di cambio del Sistema monetario europeo (i "criteri di Maastricht");

B.  considerando che la Lettonia ha soddisfatto i criteri di Maastricht in linea con l'articolo 140 del TFUE e il protocollo n. 13 sui criteri di convergenza allegato al trattato sull'Unione europea e al trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

C. considerando che il relatore si è recato in visita in Lettonia allo scopo di valutare se il paese fosse pronto a entrare nell'area dell'euro;

D. considerando che il popolo della Lettonia ha compiuto sforzi straordinari per superare la crisi finanziaria, riuscendo a riportare il paese sulla via della competitività e della crescita;

1.  approva la proposta della Commissione;

2.  esprime parere favorevole riguardo all’adozione dell’euro da parte della Lettonia il 1° gennaio 2014;

3.  osserva che la valutazione da parte della Commissione e della Banca centrale europea (BCE) ha avuto come sfondo la crisi finanziaria globale, la quale ha inciso negativamente sulle prospettive di convergenza nominale di numerosi altri Stati membri, determinando nella fattispecie un significativo ribasso ciclico dei tassi d'inflazione;

4.  rileva, in particolare, che la crisi finanziaria globale ha colpito duramente la Lettonia in termini di povertà, disoccupazione ed evoluzione demografica; sollecita la Lettonia e i suoi partner dell'Unione ad applicare norme macroprudenziali rigorose finalizzate ad evitare i flussi di capitale insostenibili e la tendenza all'aumento eccessivo del credito avutisi prima della crisi;

5.  osserva che la Lettonia soddisfa i criteri grazie agli sforzi energici, credibili e sostenibili compiuti dal suo governo e dal suo popolo; sottolinea che la sostenibilità complessiva della situazione macroeconomica e finanziaria dipenderà dall'attuazione di riforme equilibrate e di ampia portata volte a coniugare la disciplina con la solidarietà e investimenti sostenibili a lungo termine, non soltanto in Lettonia ma anche nell'Unione economica e monetaria nel suo insieme;

6. rileva che, nella sua relazione sulla convergenza 2013, la Banca centrale europea ha espresso qualche preoccupazione circa la sostenibilità a lungo termine della convergenza economica della Lettonia; sottolinea in particolare le seguenti dichiarazioni e raccomandazioni ivi contenute:

- l’adesione a un’unione monetaria comporta la rinuncia a strumenti monetari e di cambio, per cui assumono maggiore importanza la flessibilità e la capacità di tenuta interne; le autorità dovrebbero quindi esplorare possibili vie per rafforzare ulteriormente gli strumenti alternativi per un’azione anticiclica a loro disposizione, in aggiunta a quanto conseguito dal 2009;

- è necessario che la Lettonia continui un percorso di risanamento organico dei conti pubblici in linea con i requisiti del Patto di stabilità e crescita e che dia attuazione e si attenga a un assetto di bilancio tale da contribuire a evitare il ritorno a politiche procicliche in futuro;

- l'esigenza di un quadro istituzionale più solido e il fatto che il paese presenta un’economia sommersa relativamente ampia, seppure in diminuzione, comportano non soltanto perdite in termini di gettito, ma distorcono anche la concorrenza, nuocciono alla competitività del paese e ne riducono l’attrattiva come destinazione degli investimenti diretti esteri, frenando gli investimenti e la produttività a lungo termine; ritiene che occorra prendere in seria considerazione tali preoccupazioni, soprattutto in caso di inversione delle attuali tendenze in materia di inflazione e flussi finanziari; considera comunque che dette preoccupazioni non modifichino la complessiva valutazione positiva sull'adozione dell'euro da parte della Lettonia;

7.  invita il governo lettone a mantenere la sua posizione prudente in materia di politica di bilancio e le sue politiche generali orientate alla stabilità, per far fronte a eventuali futuri squilibri macroeconomici e rischi per la stabilità dei prezzi nonché a correggere gli squilibri individuati dalla Commissione nell'ambito della relazione sul meccanismo di allerta; osserva che la stabilità dei prezzi in Lettonia dipende in larga misura dalla dinamica dei prezzi delle materie prime a causa della bassa efficienza energetica e dell'elevato livello delle importazioni di energia da un'unica fonte nella composizione del suo paniere di consumo; invita il governo lettone ad apportare miglioramenti in questo senso e ad intensificare i propri sforzi generali per il conseguimento di tutti gli obiettivi nazionali della strategia UE 2020;

8.  esprime preoccupazione per l'attuale scarso sostegno dei cittadini lettoni all'adozione dell'euro; invita il governo e le autorità lettoni a comunicare più attivamente con i propri cittadini in modo da assicurare che l'adozione dell'euro ottenga maggiore sostegno da parte del pubblico; chiede al governo e alle autorità lettoni di proseguire la loro campagna di informazione e di comunicazione allo scopo di raggiungere tutti gli abitanti del paese;

9.  invita il governo lettone a far fronte alle carenze strutturali del mercato del lavoro attraverso adeguate riforme sul piano strutturale e dell'istruzione; chiede, in particolare, al governo lettone di affrontare il problema del tasso di povertà e delle crescenti disuguaglianze di reddito;

10. riconosce la stabilità del settore bancario lettone nel corso degli ultimi tre anni; sottolinea, tuttavia, che il modello di attività delle banche è stato seriamente contestato durante la prima fase della crisi finanziaria globale; sottolinea che in quel momento il tracollo del sistema finanziario lettone è stato evitato soltanto grazie all'intervento di salvataggio da parte dell'UE-FMI; accoglie con favore le recenti riforme volte a rafforzare la regolamentazione delle banche lettoni attive nel segmento dei depositi di non residenti (NRD); invita le autorità lettoni a garantire una stretta vigilanza su tali banche e l'attuazione di adeguate misure aggiuntive di gestione del rischio; invita inoltre le autorità lettoni a rimanere caute per quanto riguarda possibili squilibri tra attività e passività bancarie in termini di struttura delle scadenze, che possono essere considerati un pericolo per la stabilità finanziaria;

11. invita le autorità lettoni a continuare con gli attuali preparativi pratici per far sì che il processo di transizione avvenga in modo ordinato; invita il governo lettone a istituire meccanismi di controllo appropriati per assicurare che l'introduzione dell'euro non sia utilizzata per dissimulare aumenti dei prezzi;

12. invita il Consiglio ad informarlo qualora intenda discostarsi dal testo approvato dal Parlamento;

13. deplora la scadenza estremamente serrata entro la quale il Parlamento è stato invitato a formulare il proprio parere ai sensi dell'articolo 140 del TFUE; invita la Commissione e gli Stati membri che intendono adottare l'euro a prevedere scadenze appropriate al fine di consentire al Parlamento di formulare un parere sulla base di un dibattito più ampio e inclusivo;

14. chiede al Consiglio di consultarlo nuovamente qualora intenda modificare sostanzialmente la proposta della Commissione;

15. incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio, alla Commissione, alla Banca centrale europea, all'Eurogruppo e ai governi degli Stati membri.

  • [1]     GU C 298 E dell'8.12.2006, pag. 249.
  • [2]     GU C 146 E del 12.6.2008, pag. 251.

MOTIVAZIONE

Il 4 marzo 2013 la Lettonia ha richiesto una relazione sulla convergenza a norma dell'articolo 140, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che delinea i criteri che il paese deve soddisfare per l'adozione dell'euro il 1° gennaio 2014.

La Lettonia è attualmente uno "Stato membro con deroga" e non fa quindi parte dell'area dell'euro.

L'articolo 140, paragrafo 2, del TFUE stabilisce che, in base alle relazioni della Commissione e della BCE e previa consultazione del Parlamento europeo, il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata su una proposta della Commissione, decide quali Stati membri con deroga soddisfano le condizioni necessarie sulla base dei criteri di cui all'articolo 140, paragrafo 1, del TFUE e abolisce le deroghe degli Stati membri in questione.

Il 5 giugno 2013, nella sua relazione sulla convergenza, la Commissione ha proposto l'adozione dell'euro, da parte della Lettonia, il 1° gennaio 2014.

Il Parlamento europeo deve esaminare la relazione sulla convergenza e la relativa proposta giuridica ed emettere un parere. Malgrado talune riserve in merito a singole questioni, il relatore raccomanda che la deroga sia abolita a decorrere dal 1° gennaio 2014.

In merito ai criteri sulla convergenza a norma dell'articolo 140, paragrafo 1, del TFUE, il relatore osserva quanto segue:

1.        Compatibilità della legislazione nazionale con gli articoli 130 e 131 e con gli statuti della BCE

Gli emendamenti alla legge sulla Banca di Lettonia e l'adozione della normativa sulla disciplina dei conti pubblici e di quella che stabilisce le precise modalità del passaggio all'euro assicurano alla Lettonia la totale conformità ai requisiti previsti per l'adozione della moneta unica di cui ai trattati e allo statuto della BCE e del SEBC (Sistema europeo di banche centrali).

2.        Raggiungimento di un alto grado di stabilità dei prezzi

Nel periodo di riferimento compreso tra maggio 2012 e aprile 2013, il tasso medio di inflazione IAPC su 12 mesi in Lettonia è stato pari all'1,3%, ossia molto inferiore al valore di riferimento del 2,7%. Insieme alla Svezia e all'Irlanda, la Lettonia è fra i tre Stati membri che determinano il valore di riferimento per l'inflazione. Sebbene sia previsto un aumento dell'inflazione IAPC dall'attuale livello (molto ridotto), nei mesi a venire la Lettonia dovrebbe restare al di sotto del valore di riferimento. Ci si attende che la stabilità dei prezzi si mantenga a un livello sostenibile grazie a una posizione prudente in materia di politica di bilancio.

3.        Sostenibilità della situazione della finanza pubblica

La Lettonia è oggetto di una decisione del Consiglio sull'esistenza di un disavanzo eccessivo. Nell'esercizio di riferimento 2012 il disavanzo pubblico del paese ha raggiunto l'1,2% del PIL, mentre il debito pubblico lordo si à attestato a quota 40,7% del prodotto interno lordo. Tenendo conto delle previsioni di primavera del maggio 2013 formulate dalla Commissione europea, che stimavano un disavanzo pubblico pari all'1,2% del PIL e un debito al 43,2% del PIL, la Commissione ritiene che il disavanzo eccessivo sia stato corretto.

3.1      Capacità di rimborso della Lettonia nell'ambito dei programmi di sostegno alla bilancia dei pagamenti

Dal momento che il governo lettone sta accumulando attivi per rimborsare, nel periodo 2014-2015, il consistente debito contratto nei confronti dell'Unione europea e della Banca mondiale, si prevede nel 2013 un aumento del debito. Le previsioni relative al pagamento degli interessi e al debito pubblico per i prossimi anni tengono conto dei rimborsi in essere nell'ambito dei programmi di sostegno dell'UE e della Banca mondiale alla bilancia dei pagamenti. Questi saranno rifinanziati con prestiti pubblici sui mercati finanziari internazionali, dove la Lettonia gode attualmente di condizioni di finanziamento molto favorevoli. Ciò ha permesso verso la fine del 2012 di assolvere anticipatamente un obbligo nei confronti dell'FMI. Circa il 60% dei relativi pagamenti sono stati effettuati prima del previsto. Dal momento che i rimborsi a favore dell'UE e della Banca mondiale avranno luogo nel 2014 e 2015, si prevede che il rapporto del debito pubblico lordo rispetto al PIL ritornerà al 40% nel 2014.

4.        Rispetto dei margini normali di fluttuazione previsti dal meccanismo di cambio II del Sistema monetario europeo per almeno gli ultimi due anni

Il lats lettone (LVL) ha fatto il suo ingresso nel meccanismo di cambio (ERM II) il 2 maggio 2005. L'intervallo di fluttuazione standard è fissato al +/- 15%. Dopo l'ingresso nell'ERM II, la Lettonia ha mantenuto un margine di fluttuazione più stretto, pari a +/- 1% attorno alla parità centrale. Nei due anni precedenti alla valutazione, il tasso di cambio EUR/LVL non si è discostato dalla parità centrale di oltre +/- 1% e non ha subito tensioni gravi nell'ultimo biennio.

5.        Stabilità della convergenza, quale riflessa dai livelli dei tassi di interesse a lungo termine

Lo sviluppo dei tassi di interesse a lungo termine è valutato a partire dai rendimenti, rilevati sul mercato secondario, di un unico titolo di Stato decennale di riferimento. Ancora una volta assieme alla Svezia e all'Irlanda, la Lettonia è fra i tre Stati membri ad aver determinato il valore di riferimento del 5,5%. Ad aprile 2013 la media mobile su 12 mesi del rendimento sull'obbligazione lettone in questione ha raggiunto quota 3,8%, attestandosi ben al di sotto del valore di riferimento.

6.        Integrazione e convergenza economica (articolo 140, paragrafo 1, ultima sezione)

Dopo il passaggio all'economia di mercato, negli ultimi decenni la Lettonia ha conseguito un notevole sviluppo economico. Le riforme economiche sono state determinanti per questo sviluppo, dal momento che hanno aumentato la competitività e agevolato l'integrazione con l'economia dell'UE e con quella mondiale in generale. Inoltre, i governi lettoni che si sono succeduti hanno adottato misure di eccezionale rigore in termini di riforme strutturali. Le ultime riforme attuate nel 2009-2010 hanno portato a significativi tagli agli stipendi e ad aumenti delle imposte durante la crisi. Queste misure di austerità si sono rivelate molto efficaci e hanno permesso alla Lettonia di uscire dalla crisi stessa. Malgrado gli elevati costi a breve termine, il paese è riuscito a mettere in atto politiche credibili che lo hanno riportato sulla strada di una crescita stabile. Dal punto di vista degli indicatori economici, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un'eccezionale volatilità: a seguito di un massiccio afflusso di capitali, proseguito in gran parte per finanziare il boom dell'edilizia e dei consumi, nel 2006 il disavanzo delle partite correnti ha raggiunto il minimo storico del -22,5% del PIL. Questo dato è stato radicalmente corretto durante la grave crisi del 2009-2010 e nel 2009 si è registrata un'eccedenza dell'8,6%. Da quel momento le partite correnti si sono stabilizzate a un livello di disavanzo più basso, pari a -1,7% nel 2012, e si prevede che questo livello sarà mantenuto.

Il paese è ben integrato nell'economia dell'UE grazie al commercio e agli investimenti: si tratta di un'economia aperta di piccole dimensioni che, dopo il suo ingresso nell'Unione europea nel 2004, è cresciuta in termini di mercati di esportazione e di apertura commerciale. La quota delle esportazioni di beni e servizi rispetto al PIL è tuttavia inferiore rispetto a quella dei vicini baltici, ma l'integrazione degli scambi con l'Unione europea procede a un ritmo molto rapido, così come avviene per le esportazioni verso la Russia, il maggiore partner commerciale della Lettonia dopo l'UE-27.

Favoriscono la competitività della Lettonia ambiziose riforme per le imprese: i costi di avviamento sono diminuiti, le procedure di iscrizione degli immobili, le licenze edilizie e la riscossione delle imposte sono state semplificate e le procedure concorsuali sono state snellite. La relazione sul monitoraggio della competitività 2012 della Commissione colloca la Lettonia al di sopra della media dell'UE in termini di ambiente favorevole alle imprese. La competitività industriale del paese è in costante miglioramento, mentre sono ancora necessari sforzi sul fronte della performance in materia di innovazione.

Dal punto di vista del recepimento della legislazione UE, la Lettonia si colloca tra gli Stati membri più efficienti, con un deficit di recepimento pari allo 0,4% a novembre 2012.[1]

7.        Sfide specifiche nel caso della Lettonia

7.1      La stabilità del settore finanziario

Il settore finanziario della Lettonia è ben integrato nel sistema finanziario dell'UE, in particolare in virtù delle relazioni con i gruppi finanziari nordici. Le dimensioni delle banche lettoni sono relativamente modeste in termini di attività totali, che ammontano al 129% del PIL (media UE pari al 369% del PIL), e piuttosto ridotte in valori assoluti (28 miliardi di EUR). Il settore dei servizi finanziari del paese corrisponde soltanto al 3,5% del PIL.

La Lettonia vanta una lunga tradizione nel campo dei servizi resi ai clienti bancari non residenti. L'elevata quota di depositi di non residenti, pari al 48,9% nel 2012, può essere considerata tipica del settore bancario locale. Secondo il Fondo monetario internazionale, tra l'80% e il 90% di tali depositi proviene da investitori degli ex paesi della CSI. In questo caso, svolgono un ruolo determinante le ragioni di carattere geografico, storico e culturale, in particolare la vicinanza geografica con la Russia e la presenza in Lettonia di una grande comunità di lingua russa.

Le banche specializzate e attive nel settore NRD rappresentano circa 1/3 delle attività totali del settore bancario. Queste banche operano solo marginalmente nel mercato interno, dominato da società controllate e filiali di grandi banche scandinave. Alla fine del 2012, la quota delle banche del settore NRD nel mercato interno dei prestiti e in quello dei depositi era pari rispettivamente all'11,2% e al 10,3%. Il conferimento complessivo netto del settore NRD al conto finanziario e alle riserve estere è piuttosto limitato.

Per provvedere ai rischi intriseci delle attività NRD, le banche NRD devono rispettare una rigorosa regolamentazione. A questo proposito, la Lettonia ha già attuato misure complete, come requisiti patrimoniali e di liquidità aggiuntivi. Inoltre, le cosiddette prove di stress sulla liquidità assicurano che ciascuna banca sia in grado di sostenere un deflusso di capitali fino alla metà dei propri depositi di non residenti, senza dover ricorrere ad altre fonti di finanziamento. La Commissione per i mercati finanziari e di capitali controlla molto attivamente le banche operanti nel settore NRD e assicura una rigorosa supervisione anche delle rispettive procedure interne, della qualità delle attività e dei conti di corrispondenza.

Anche se la Lettonia rispetta in larga misura le norme internazionali sulla lotta al riciclaggio di denaro, continua ad essere essenziale assicurare un'implementazione efficace e decisa.

7.2      Moderato sostegno dei cittadini riguardo alle tempistiche di adozione dell'euro

Nel caso della Lettonia, un grande motivo di preoccupazione riguarda il sostegno medio - basso che i cittadini dimostrano di avere nei confronti dell'adozione dell'euro. Secondo un'indagine Eurobarometro condotta nel 2012, i lettoni temevano soprattutto la possibile perdita dell'identità nazionale, la perdita del controllo sulle finanze nazionali e la fissazione irregolare dei prezzi nella fase di transizione all'euro. Inoltre, quasi tutti i segmenti della società sono critici verso il governo e le autorità per la mancanza di comunicazione. Sebbene sia in corso una campagna di informazione e di comunicazione completa, gran parte della popolazione non è ancora stata raggiunta da queste iniziative.

In Parlamento l'opposizione si è espressa contro l'adozione dell'euro, sostenendo che né l'economia né la società lettone sono pronte per la moneta unica e che, attualmente, l'area dell'euro non vive una congiuntura positiva. Di conseguenza, nel paese prevale l'incertezza sull'opportunità delle tempistiche di adozione dell'euro.

Sondaggi relativi a febbraio 2013 (TNS) hanno dimostrato che il 63% dei cittadini lettoni intervistati ha un'opinione molto negativa o piuttosto negativa dell'euro, mentre il 33% ha un'attitudine molto positiva o piuttosto positiva verso la moneta unica. Le recenti tendenze emerse dai sondaggi dimostrano tuttavia che le opinioni molto negative tendono lentamente a diminuire. È estremamente importante che il governo e le autorità locali continuino a impegnarsi nell'informare i cittadini e nel coinvolgerli in un dialogo costruttivo sull'adozione dell'euro.

           7.3      Il mercato del lavoro lettone

Un'altra sfida continua a essere rappresentata dalla disoccupazione a lungo termine. Nonostante il mercato del lavoro sia stato caratterizzato da un elevato livello di flessibilità durante la crisi, le persone in cerca di lavoro hanno dimostrato un'elevata mobilità all'interno dell'UE, che ha portato a un aumento dell'emigrazione e a un significativo deflusso di preziosa manodopera. Nel 2012 la ripresa economica e i continui sforzi volti a creare nuovi posti di lavoro hanno ridotto l'emigrazione. I solidi tassi di crescita stanno lentamente abbassando la percentuale dei disoccupati, che dalla punta massima del 19,8% nel 2010 è passata al 14,9% nel 2012. In particolare, le differenze e i mismatch domanda/offerta regionali a livello di competenze in alcuni segmenti del mercato del lavoro mantengono elevata la disoccupazione strutturale. I miglioramenti nel funzionamento del mercato del lavoro restano prioritari se si intende evitare la perdita costante di produzione potenziale e gli eccessivi adeguamenti salariali. Le carenze strutturali nel mercato del lavoro devono essere affrontate attraverso politiche del mercato del lavoro e riforme dell'istruzione dinamiche.

8.        Nota concernente la consultazione del Parlamento europeo

Nelle passate procedure di adozione dell'euro, al Parlamento europeo sono stati spesso imposti vincoli temporali inaccettabili per la sua consultazione formale.

Anche in questo caso, il lasso di tempo ufficiale tra la pubblicazione della relazione di convergenza il 5 giugno e la necessaria consultazione del Parlamento in aula il 1-4 luglio è a tutti gli effetti insufficiente. Le rigide scadenze per la procedura del Parlamento non permettono né di effettuare la traduzione del progetto di relazione (per cui la procedura è solo in lingua inglese) né di condurre un sufficiente controllo approfondito e di merito della relazione di convergenza.

Nel prevedere queste sfide, la commissione ECON e il relatore hanno avviato i loro lavori in anticipo, organizzando un'audizione delle autorità lettoni (Ministro delle Finanze e Governatore della Banca centrale) già nel febbraio 2013. A maggio sono state condotte consultazioni riservate con la Commissione e con la BCE. Infine, il relatore si è recato in visita a Riga dal 29 al 31 maggio per avere una comprensione diretta della situazione. Ha incontrato non solo i funzionari del governo, ma anche i rappresentanti della banca centrale, le autorità di vigilanza finanziarie, gli esponenti della finanza, i partner sociali, i rappresentanti delle iniziative dei cittadini e l'opposizione, che si sono dimostrati piuttosto scettici circa l'introduzione dell'euro in Lettonia.

Nonostante le sfide menzionate in precedenza, il Parlamento dimostra ancora una volta, grazie al suo impegno tempestivo e proattivo, di essere un partner affidabile nel processo decisionale all'interno dell'UE.

  • [1]  Si veda la versione più recente della 29a relazione annuale della Commissione sul controllo dell'applicazione del diritto dell'Unione europea [COM(2012) 714], http://ec.europa.eu/eu_law/infringements/infringements_annual_report_29_en.htm.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

24.6.2013

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

35

1

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Burkhard Balz, Elena Băsescu, Jean-Paul Besset, Sharon Bowles, George Sabin Cutaş, Leonardo Domenici, Derk Jan Eppink, Diogo Feio, Markus Ferber, Ildikó Gáll-Pelcz, Jean-Paul Gauzès, Sven Giegold, Liem Hoang Ngoc, Gunnar Hökmark, Syed Kamall, Philippe Lamberts, Werner Langen, Astrid Lulling, Hans-Peter Martin, Marlene Mizzi, Sławomir Nitras, Anni Podimata, Antolín Sánchez Presedo, Peter Simon, Peter Skinner, Ivo Strejček, Kay Swinburne, Sampo Terho, Marianne Thyssen

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Bastiaan Belder, Philippe De Backer, Saïd El Khadraoui, Sari Essayah, Sophia in ‘t Veld, Krišjānis Kariņš, Olle Ludvigsson, Catherine Stihler

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Luís Paulo Alves