RELAZIONE sul tema "Ripensare l'istruzione"
1.10.2013 - (2013/2041(INI))
Commissione per la cultura e l'istruzione
Relatore: Katarína Neveďalová
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sul tema "Ripensare l'istruzione"
Il Parlamento europeo,
– visti gli articoli 165 e 166 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– vista la comunicazione della Commissione, del 20 novembre 2012, dal titolo "Ripensare l'istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici" (COM(2012)0669),
– vista la comunicazione della Commissione del 28 novembre 2012, dal titolo "Analisi annuale della crescita 2013" (COM(2012)0750),
– viste le conclusioni del Consiglio del 15 febbraio 2013 relativamente agli investimenti nell'istruzione e nella formazione – una risposta a "Ripensare l'istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici" e l'Analisi annuale della crescita 2013,
– vista la comunicazione della Commissione, del 23 novembre 2011, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce "ERASMUS PER TUTTI" – il programma dell'Unione per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport (COM(2011)0788),
– vista la comunicazione della Commissione del 10 settembre 2012 sul "Progetto di relazione congiunta del Consiglio e della Commissione sull'attuazione di un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù per il 2012 (strategia dell'UE per la gioventù 2010-2018)" (COM(2012)0495) e il relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione (SWD(2012)0256),
– viste le conclusioni del Consiglio, del 26 novembre 2012, sull'istruzione e la formazione nella strategia Europa 2020 – il contributo dell'istruzione e della formazione alla ripresa economica e alla crescita[1],
– vista la comunicazione della Commissione, del 20 dicembre 2011, dal titolo "Istruzione e formazione in un'Europa intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2011)0902),
– vista la comunicazione della Commissione, del 3 marzo 2010, dal titolo "Europa 2020: una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (COM(2010)2020),
– viste le conclusioni del Consiglio dell'11 maggio 2010 sulla dimensione sociale dell'istruzione e della formazione[2],
– vista la risoluzione del Consiglio, del 28 novembre 2011, su un'agenda europea rinnovata per l'apprendimento degli adulti (2011/C 372/01) [3],
– viste le conclusioni del Consiglio, del 12 maggio 2009, su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione ("ET 2020")[4],
– vista la raccomandazione del Consiglio del 5 settembre 2012 sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale (COM(2012)0485) [5],
– vista la sua risoluzione, del 1º dicembre 2011, sulla lotta contro l'abbandono scolastico[6],
– vista la sua risoluzione, del 12 maggio 2011, sull'apprendimento durante la prima infanzia nell'Unione europea[7],
– vista la sua risoluzione, del 12 maggio 2011, su "Gioventù in movimento: – un quadro di riferimento per migliorare i sistemi di istruzione e formazione europei"[8],
– vista la sua risoluzione, del 18 maggio 2010, sulle competenze chiave per un mondo in trasformazione: attuazione del programma di lavoro "Istruzione e formazione 2010"[9],
– vista la sua risoluzione, del 18 dicembre 2008, sull'apprendimento permanente per la conoscenza, la creatività e l'innovazione – attuazione del programma di lavoro "Istruzione e formazione 2010"[10],
– visto il parere del Comitato delle regioni del 12 aprile 2013 su "Ripensare l'istruzione"[11],
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione e il parere della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A7-0314/2013),
A. considerando che uno degli obiettivi primari della strategia "Europa 2020" è ridurre a meno del 10% il tasso di abbandono scolastico precoce e di portare ad almeno il 40% la quota di giovani con un diploma di istruzione superiore o un'adeguata formazione professionale;
B. considerando che il quadro strategico "Istruzione e formazione 2020" (ET 2020) include parametri di riferimento in base ai quali almeno il 95% dei bambini di età compresa tra i quattro anni e l'età dell'istruzione primaria obbligatoria dovrebbe partecipare all'istruzione della prima infanzia, la percentuale di quindicenni con capacità insufficienti per quanto riguarda la lettura, la matematica e le scienze dovrebbe essere inferiore al 15% e una media di almeno il 15% di adulti (tra i 25 e i 64 anni) dovrebbe partecipare all'apprendimento permanente;
C. considerando che la promozione e l'attuazione della mobilità sono una delle priorità fondamentali dell'Unione e che l'obiettivo europeo per il 2020 è che il 20% dei laureati europei abbia soggiornato all'estero nel corso della loro carriera accademica; che la mobilità di studenti, insegnanti e dipendenti delle imprese svolge un ruolo fondamentale nella creazione dello spazio europeo;
D. considerando che i programmi per la mobilità dei giovani durante il periodo 2014-2020 devono offrire un'opportunità reale di acquisire conoscenze e nuove competenze, contribuendo così ad aumentare l'occupazione giovanile;
E. considerando che nella sua analisi annuale della crescita 2013, la Commissione chiede di promuovere la crescita e la competitività e di lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi attraverso un valido investimento nel campo dell'istruzione e della formazione;
F. considerando che a marzo 2013 il tasso di disoccupazione dei giovani fino a 25 anni nell'UE era del 23,5% e che, allo stesso tempo, non è stato possibile coprire oltre due milioni di posti di lavoro vacanti; che, in diversi Stati membri, il numero dei disoccupati e la durata della disoccupazione aumentano e l'accesso all'occupazione diventa meno efficiente;
G. considerando che il perdurare della crisi economica e le misure di austerità volte al risanamento dei conti pubblici in diversi Stati membri mettono a dura prova la vita dei cittadini dell'UE a causa della disoccupazione, dell'esclusione sociale e della povertà; che l'impatto della crisi, in particolare sui giovani, sta portando in casi estremi a episodi di malnutrizione e a problemi di salute mentale; che, in particolare negli Stati membri economicamente più fragili, l'istruzione ha subito tagli di bilancio che hanno aggravato le condizioni di accesso e peggiorato la qualità dell'insegnamento;
H. considerando che la crisi e le politiche di austerità hanno conseguenze negative dirette sulla permanenza e sull'accesso dei giovani all'istruzione e all'occupazione; che le spese per l'istruzione rappresentano un investimento per il futuro e pertanto non devono essere sottoposte alle misure di austerità;
I. considerando che i giovani incontrano difficoltà crescenti nella transizione dall'istruzione al mondo del lavoro e che una debole interazione istituzionalizzata tra l'istruzione e il mercato del lavoro aumenta il rischio di un tasso di disoccupazione elevato; che l'istruzione professionale di elevata qualità poggia su una stretta collaborazione tra i settori pubblico e privato, con un ampio coinvolgimento delle parti sociali;
J. considerando che un'istruzione e una formazione accessibili, flessibili e di alta qualità hanno un impatto cruciale sullo sviluppo e la realizzazione personali dei giovani discenti, promuovendone altresì la cittadinanza attiva e il benessere, nonché la loro capacità di adattamento e di integrazione nella società e nel mondo del lavoro; che le difficoltà economiche e sociali stanno aumentando l'euroscetticismo fra i cittadini;
K. considerando che il bullismo nelle scuole compromette il benessere dei giovani ed è causa di rendimento scolastico insufficiente e abbandono scolastico precoce;
L. considerando che le risorse educative aperte (OER) migliorano la qualità, l'accessibilità e l'equità dell'istruzione e agevolano un processo di apprendimento interattivo, creativo, flessibile e personalizzato attraverso l'impiego delle TIC e delle nuove tecnologie; che un'istruzione aperta accresce le possibilità di occupazione a lungo termine, sostenendo l'apprendimento permanente;
M. considerando che, nonostante i livelli generali elevati di disoccupazione giovanile, alcuni settori quali le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e l'assistenza sanitaria hanno crescenti difficoltà a coprire i posti vacanti con personale qualificato; considerando che in alcuni Stati membri è possibile riscontrare un divario sempre più profondo tra le qualifiche dei laureati e le esigenze del mondo del lavoro;
N. considerando che le esigenze del mercato del lavoro sono in rapida evoluzione; che è necessario ambire a un'istruzione di qualità e allo sviluppo individuale ed esaminare più da vicino le future tendenze relative alle necessità del mercato del lavoro, al fine di adattare e ammodernare i programmi di studio in modo da rispondere all'esigenza di fornire una base di conoscenze fondamentali e strategie di apprendimento permanente, e garantire competenze adeguate per i diversi impieghi, quali l'uso delle nuove tecnologie e dei social network, senza mettere in discussione la missione accademica in materia di trasmissione delle conoscenze; che l'evoluzione dei diversi modelli didattici deve essere accompagnata da un adeguamento della professione di insegnante, ad esempio in termini di competenze e qualifiche e di status e carriera;
O. considerando che le competenze, le tecnologie e le professioni sono in rapida evoluzione, che un individuo, nel corso della sua vita professionale, conoscerà molti cambiamenti tecnologici e che è pertanto indispensabile che tutti dispongano di una base di conoscenze fondamentali sufficientemente solida per potersi adattare a tali evoluzioni;
P. considerando che lo stimolo della crescita economica, della produttività e della completezza a livello nazionale ha dimostrato di avere un enorme impatto sul mercato del lavoro, con l'aumento del numero e della qualità di posti di lavoro creati, insieme a un migliore inserimento dei giovani nel mercato del lavoro;
Osservazioni generali
1. accoglie con favore la comunicazione della Commissione, in particolare l'accento posto sulla lotta alla disoccupazione giovanile attraverso l'investimento nelle competenze, la richiesta di modernizzare i sistemi di istruzione superiore, nonché la promozione di un'istruzione e formazione professionale (IFP) di eccellenza, percorsi di apprendimento flessibili, anche mediante la promozione delle risorse educative aperte, l'apprendimento sul lavoro e il coinvolgimento delle parti sociali nella loro concezione; si compiace inoltre delle misure volte a far fronte alla carenza di insegnanti e formatori altamente qualificati, quali una maggiore efficacia in fase di assunzione, mantenimento e sostegno professionale agli insegnanti;
2. ritiene che il ruolo dell'istruzione vada ben oltre il raggiungimento degli obiettivi economici delle strategie europee e nazionali; ribadisce, a tal riguardo, la missione fondamentale dell'istruzione, che è di preparare i singoli alla vita e renderli cittadini attivi nell'ambito di società sempre più complesse;
3. prende nota del fatto che a causa della crisi economica e finanziaria molti nuclei familiari non sono più nelle condizioni di sostenere i costi dell'istruzione superiore e ciò ha comportato un aumento dell'abbandono scolastico in tale grado di insegnamento; ritiene che gli Stati membri debbano garantire il diritto di tutti, indipendentemente dalla situazione economica, a un'istruzione gratuita, universale e di qualità;
4. ricorda che maggiori competenze linguistiche contribuiscono a promuovere la mobilità e a migliorare l'occupabilità, la comprensione delle altre culture e le relazioni interculturali; sostiene appieno la proposta della Commissione relativa a un nuovo parametro di riferimento dell'UE in tema di competenze linguistiche, secondo il quale almeno il 50% dei quindicenni deve conoscere una prima lingua straniera e almeno il 75% dovrà studiarne una seconda entro il 2020;
5. riconosce che la mancanza di competenze linguistiche adeguate rappresenta un importante ostacolo alla libera circolazione dei lavoratori e alla competitività internazionale delle imprese dell'Unione, in special modo nelle zone in cui i cittadini europei vivono in prossimità di una frontiera con un paese di lingua diversa; ricorda che si ritiene che l'apprendimento delle lingue sia molto più efficace in giovane età;
6. insiste sulla necessità di garantire la mobilità degli studenti nell'intento di ampliare le loro conoscenze linguistiche e abilità comunicative, che costituiscono un presupposto per adeguarsi al mercato unico del lavoro nell'Unione europea;
7. chiede un approccio olistico all'istruzione e alla formazione nelle sue componenti accademiche e professionali e ricorda che è necessario riconoscere la missione più ampia dell'istruzione per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo personali; invita a sostenere ulteriormente l'acquisizione e il riconoscimento delle competenze basate sull'apprendimento non formale e informale, e sottolinea il ruolo di quest'ultimo nell'ambito di una strategia globale di apprendimento permanente che miri a una società della conoscenza socialmente inclusiva, con individui forti e cittadini attivi; ricorda che l'attuazione di tale strategia dipenderà dal grado di indipendenza che i nostri giovani possono raggiungere;
8. chiede a tal fine agli Stati membri di predisporre un'analisi comparativa coerente, corredata dei pertinenti modelli europei di buone pratiche nel settore dell'istruzione e dell'occupazione;
9. ricorda gli scopi e gli obiettivi principali che l'UE si è impegnata a raggiungere nel quadro della strategia Europa 2020, segnatamente la realizzazione di una crescita intelligente, inclusiva e verde, la creazione di un'Unione europea forte e innovativa e la promozione dell'inclusione sociale e di una maggiore solidarietà, preparando al contempo i cittadini a una vita appagante e di successo; richiama l'attenzione sull'obiettivo prioritario di destinare il 3 % del PIL alla ricerca e all'innovazione;
10. invita gli Stati membri a dare la priorità alla spesa e agli investimenti pubblici nel settore dell'istruzione, della formazione, della ricerca e dell'innovazione; ricorda che i tagli al bilancio in questi settori avrà un impatto negativo sull'istruzione e che gli investimenti in tale settore sono fondamentali per la ripresa economica e la competitività mondiale dell'Unione e per il conseguimento di progressi nel raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020;
11. è decisamente favorevole all'esame delle situazioni nazionali e all'avvio di un dibattito a livello dell'Unione con le parti interessate sull'efficacia degli investimenti e i vantaggi nell'ambito dell'istruzione e della formazione; sottolinea che l'istruzione garantisce lo sviluppo sostenibile che, nonostante l'attuale crisi, deve rimanere una priorità;
12. esorta gli Stati membri ad adottare una legislazione che vieti la discriminazione per motivi di genere, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità, religione o convinzioni personali ed età nel campo dell'istruzione; esorta il Consiglio ad adottare tempestivamente la direttiva orizzontale contro la discriminazione, che è fondamentale per garantire l'effettiva parità e combattere pregiudizi e discriminazioni, anche nelle scuole;
13. invita gli Stati membri a garantire la parità di accesso all'istruzione e a proporre misure rispondenti ai bisogni dei discenti, rivolgendo una particolare attenzione a coloro che fanno parte di gruppi vulnerabili, in special modo coloro che hanno abbandonato la scuola, sono disoccupati o non seguono corsi di formazione;
14. chiede di istituire misure concrete volte a migliorare il collegamento tra istruzione, formazione e ambiente di lavoro per guadagnare competitività e anticipare le necessità future del mercato del lavoro; ricorda l'importanza di politiche territoriali atte a favorire la creazione di incubatori regionali di innovazione che raggruppino imprese creative, università, investitori e istituzioni culturali, al fine di promuovere l'istruzione e la formazione;
15. raccomanda di includere come settori prioritari l'istruzione e la scienza nei documenti strategici degli Stati membri per il periodo di programmazione 2014-2020, con l'intento di fornire risorse per il loro sviluppo, introdurre nuove tecnologie didattiche, anche per la formazione del corpo docente, e migliorare la qualità dell'insegnamento;
16. invita gli Stati membri a stabilire un più stretto collegamento fra le principali sfide strategiche individuate attraverso il semestre europeo e le attività del MAC, onde sostenere gli Stati membri affinché garantiscano istruzione e formazione di elevata qualità e accessibili anche in un periodo di difficoltà finanziarie;
Gioventù – un investimento per il futuro
17. ricorda che i giovani hanno un potenziale enorme e un ruolo cruciale da svolgere ai fini del raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 relativi all'istruzione e all'occupazione; rammenta inoltre agli Stati membri la stretta correlazione tra l'abbandono scolastico precoce, la mancanza di competenze legate all'occupazione e la disoccupazione giovanile; ricorda altresì che l'educazione e cura della prima infanzia e il ruolo significativo dei genitori gettano le basi del successivo apprendimento e sviluppo dei giovani, ma tale educazione dovrebbe basarsi esclusivamente su aspetti ludici e non su metodi scolastici e sulla pressione nel conseguire obiettivi;
18. pone l'accento sul fatto che i giovani rappresentano altresì il segmento più vulnerabile della società; sottolinea l'importanza di riconoscere i giovani come un gruppo prioritario nella visione sociale dell'UE e pone l'accento sull'utilità di aumentare la mobilità giovanile; invita inoltre gli Stati membri a promuovere politiche di lotta al bullismo per ridurre l'abbandono scolastico precoce e assicurare un reale accesso all'istruzione per tutti;
19. chiede il riconoscimento e il coinvolgimento delle organizzazioni giovanili e della società civile nella progettazione e nell'attuazione delle strategie di apprendimento permanente; sottolinea inoltre il ruolo delle organizzazioni giovanili e della società civile quali fornitori complementari di formazione per l'apprendimento non formale e informale e le opportunità di volontariato, contribuendo allo sviluppo delle capacità trasversali e delle competenze personali individuali di discenti e giovani, quali il pensiero creativo e critico, lo spirito d'iniziativa, l'elaborazione delle informazioni e la capacità di risolvere i problemi, il lavoro di squadra e la comunicazione, nonché la fiducia in sé stessi, la leadership e lo spirito imprenditoriale;
20. chiede il riconoscimento delle competenze acquisite dai giovani nel corso degli studi seguiti all'esterno della propria università, soprattutto di quelle acquisite nell'ambito del programma Erasmus;
21. chiede che i discenti e le organizzazioni a cui sono associati siano coinvolti nei processi decisionali concernenti l'istruzione e sottolinea che l'apprendimento dovrebbe basarsi su un dialogo strutturato con i discenti per quanto riguarda l'elaborazione di programmi di studio e di metodi personalizzati intesi a promuovere un approccio di apprendimento permanente;
22. esorta gli Stati membri a promuovere l'attrattiva dell'IFP, a migliorarne la pertinenza ai fini del fabbisogno del mercato del lavoro, a renderla parte integrante del sistema d'istruzione e a garantirne la qualità; chiede che si punti maggiormente sull'acquisizione delle capacità di base mediante l'istruzione formale e informale fin dalla prima infanzia, ma anche fra gli adulti, e sull'acquisizione delle capacità trasversali, in particolare introducendo la formazione imprenditoriale e l'istruzione nel campo delle TIC, in collaborazione con il settore delle imprese, e potenziando la creatività per aiutare i giovani a entrare nel mercato del lavoro e ad aumentare la loro occupabilità, nonché a creare opportunità per l'avvio di attività in proprio; sottolinea la necessità che gli Stati membri offrano meccanismi di sostegno per le start-up fallite ed eliminino le pastoie burocratiche;
23. riconosce l'importanza di sviluppare e attuare sistemi di istruzione basati sull'imprenditorialità in tutta Europa; sottolinea che l'accesso degli studenti alla formazione imprenditoriale non è affatto una costante, e viene spesso determinato a livello istituzionale; invita pertanto gli Stati membri e gli enti locali e regionali, in collaborazione con gli istituti d'istruzione, a inserire nozioni di educazione all'imprenditoria nel contenuto dei programmi dell'istruzione primaria, della formazione professionale e dell'istruzione superiore; ritiene che occorra concentrarsi in particolare sul superamento delle disparità e delle differenze sostanziali nello sviluppo della formazione imprenditoriale, evidenziate dall'indagine del 2008 sull'imprenditorialità nell'istruzione superiore e confermate dal simposio di alto livello svoltosi a Budapest nel 2011;
24. sottolinea che è necessario un livello di conoscenze e di competenze più elevato; sottolinea la necessità di aumentare l'attrattiva e il valore delle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) nel campo dell'istruzione nonché nei settori dove è prevista una carenza di posti di lavoro e che nei prossimi anni necessiteranno di un numero sempre maggiore di lavoratori qualificati e garantiranno probabilmente posti di lavoro di qualità e sostenibili (ad esempio, l'economia verde, i servizi alle imprese, le TIC, l'assistenza sanitaria e l'istruzione); chiede inoltre che, riconoscendo l'estrema importanza delle materie STEM per aiutare un maggiori numero di giovani a trovare lavoro in tempi di crisi, durante gli studi sia rispettato il giusto equilibrio tra l'acquisizione della conoscenza teorica e delle competenze pratiche, senza trascurare lo studio delle scienze sociali;
25. invita altresì gli Stati membri a fornire un'istruzione più efficiente, ponendo l'accento sulle competenze trasversali, linguistiche e imprenditoriali, al fine di assicurare una maggiore occupabilità a livello dell'Unione; invita gli Stati membri a sensibilizzare i cittadini circa i diritti, i doveri civici e gli impegni derivanti dalla cittadinanza dell'UE e a informarli di come possono beneficiare del diritto alla libera circolazione nell'UE; sottolinea, in considerazione dello sviluppo della cittadinanza attiva e dell'integrazione sociale, che anche le scienze umane devono ricevere sufficiente attenzione durante tutta la formazione scolastica dei giovani;
26. sottolinea la necessità di concepire i programmi scolastici e di formazione in termini di competenze evolutive e trasferibili e di multidisciplinarietà, così come di prevedere delle possibilità di passaggio fra i corsi di formazione; ricorda che è opportuno porre l'accento sull'insegnamento di quei contenuti e di quelle materie di cui le statistiche nazionali e internazionali evidenziano la carenza nei singoli paesi;
27. sottolinea la necessità di concentrarsi sul legame tra l'istruzione, le aspettative dei giovani e le esigenze del mercato del lavoro, per garantire ai giovani una transizione più agevole e di qualità dagli studi al mercato del lavoro, intesa anche a garantire la loro autonomia;
28. sottolinea quanto sia importante sostenere i giovani, in particolare quelli non impegnati negli studi, disoccupati o non ingaggiati in una formazione (NEET), promuovendo tirocini e apprendistati di alta qualità, programmi formativi della "seconda opportunità", il consolidamento dell'apprendimento duale e sul lavoro, nonché misure specifiche per favorire il loro accesso agli studi superiori e la loro integrazione attiva nell'istruzione e nel lavoro; ritiene che le suddette iniziative siano importanti per la transizione dallo studio al lavoro e per abbassare i tassi di disoccupazione giovanile;
29. invita gli Stati membri a prendere misure volte ad accrescere la partecipazione dei lavoratori e dei disoccupati ai programmi di reindirizzo e di riqualificazione professionale, per ridurre il rischio di disoccupazione, in particolare di lungo periodo, presso quelle categorie della forza lavoro le cui attività professionali sono sempre meno richieste;
30. invita gli Stati membri a incoraggiare i datori di lavoro a offrire più apprendistati di qualità, a elaborare chiari criteri di qualità intesi a prevenire gli abusi e ad agevolare le procedure amministrative per le imprese che offrono lavoro o opportunità di formazione ai giovani, allo scopo di migliorarne i percorsi professionali;
31. ricorda agli Stati membri il ruolo dei programmi dell'Unione nel promuovere l'istruzione, la mobilità, le competenze linguistiche, la cittadinanza attiva, i valori europei, la consapevolezza culturale e altre valide competenze che contribuiscono a migliorare il potenziale occupazionale e a rafforzare la comprensione interculturale dei giovani; sottolinea la necessità di continuare a sostenere detti programmi nel quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2014-2020, concentrandosi sulla mobilità dell'apprendimento, la cooperazione e la riforma delle politiche;
32. rammenta il valore aggiunto delle esperienze all'estero per assistere quanti abbandonano la scuola prematuramente e i giovani privi di qualifiche a trovare impiego; è del parere che il programma Erasmus + costituisca anche per questo gruppo un eccellente quadro mediante il quale conseguire una parte della formazione professionale all'estero;
33. accoglie con favore il rinnovato interesse a realizzare il riconoscimento automatico dei titoli accademici comparabili e il suo obiettivo di porre tutti gli studenti in condizioni di parità, a prescindere dal luogo di conseguimento della loro qualifica; in tale ottica, invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi volti al riconoscimento dei titoli accademici;
34. sottolinea le difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro al termine degli studi e i lunghi periodi di disoccupazione e inattività forzata che ne conseguono, soprattutto nel quadro della crisi attuale; invita gli Stati membri ad attuare le necessarie politiche di sostegno per fare fronte a tali problemi;
35. esorta gli Stati membri a investire in meccanismi d'accesso prioritario all'occupazione, offrire esperienze lavorative e promuovere possibilità di impiego, a istituire migliori centri di orientamento e di consulenza professionale personalizzata per i giovani e a fornire formazione o corsi di riqualificazione ai giovani che perdono il lavoro o che hanno concluso il loro ciclo di istruzione formale, per consentire loro di divenire indipendenti, condurre una vita autonoma e assicurarsi uno sviluppo professionale;
36. esorta gli Stati membri ad attuare rapidamente la "garanzia europea per la gioventù", l'apprendimento sul lavoro, apprendistati e modelli di apprendimento duale di facile accesso e orientati alla carriera, a offrire condizioni di lavoro appropriate, con una forte componente di apprendimento e associate a un processo di qualificazione e a collaborare con le regioni per assicurare che l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile sia realmente complementare e supplementare rispetto alle azioni regionali e nazionali esistenti di lotta contro la disoccupazione giovanile;
37. sottolinea che il sistema di "garanzia per la gioventù" non può sostituire gli sforzi e le riforme strutturali necessari a rendere i sistemi di istruzione e i mercati del lavoro di alcuni Stati membri capaci di far fronte alle sfide del futuro;
38. esorta gli Stati membri a porre fine alla riduzione della spesa destinata al sostegno dell'occupazione e dell'istruzione dei giovani; sottolinea che mezzi e strumenti del sistema di garanzia dovrebbero essere utilizzati in modo prioritario a tal fine; ritiene che gli Stati membri dovrebbero utilizzare anche gli strumenti della politica di coesione quali misure di sostegno, mirate in particolare ai progetti a favore dell'occupazione e dell'istruzione dei giovani;
39. chiede un approccio integrato volto a combinare le opportunità di finanziamento offerte dal Fondo sociale europeo (FSE), dal Fondo di coesione e da fonti nazionali per conseguire una crescita intelligente; mette in rilievo il ruolo svolto dal FSE nel promuovere gli investimenti nell'istruzione e nella formazione, nelle competenze e nell'apprendimento permanente; chiede pertanto che sia mantenuta la quota minima complessiva a favore del FSE, pari al 25% del bilancio destinato alla politica di coesione; ritiene altresì importante che gli Stati membri sensibilizzino maggiormente i rispettivi enti didattici in merito alle opportunità di finanziamento offerte dall'Unione europea per fini d'insegnamento;
40. sottolinea la necessità di sensibilizzare i docenti riguardo alle competenze fondamentali quali le tecniche per imparare a imparare, le competenze sociali e civiche, la capacità di iniziativa, la sensibilizzazione culturale e l'espressione di sé; ricorda pertanto l'importanza di investire nell'apprendimento permanente dei docenti;
41. ricorda che è a livello subnazionale che possono essere ottenute le informazioni più esatte e tempestive sui mercati del lavoro regionali e in cui gli enti regionali e locali possono svolgere un ruolo significativo nell'analisi dello squilibrio tra domanda e offerta di competenze, nell'offerta di adeguati programmi di riqualificazione e formazione professionale e nell'incentivare gli investimenti in risposta alla domanda locale;
42. sottolinea che in numerose zone remote e microregioni svantaggiate l'accesso fisico alle scuole risulta fortemente problematico, il che contribuisce a un forte aumento dei tassi di abbandono scolastico; invita gli Stati membri, in considerazione delle gravi difficoltà economiche in cui si trova la maggioranza dei cittadini europei, a prendere misure concrete per superare simili ostacoli;
43. accoglie con favore la creazione di una nuova alleanza per gli apprendistati a livello dell'UE e invita gli Stati membri a prevedere, tra le proprie riforme e azioni, anche le attività professionali nell'ambito dei programmi per attuare la "garanzia europea per la gioventù" e a mobilitare finanziamenti europei e nazionali a tale scopo;
Forte risalto ai partenariati
44. sottolinea il fatto che i partenariati forti scaturiscono dalle sinergie tra le risorse finanziarie e quelle umane e contribuiscono alla condivisione del costo dell'apprendimento permanente, particolarmente importante in periodi di austerità, aiutando a porre fine alla riduzione degli investimenti pubblici nell'occupazione e nell'istruzione dei giovani; ricorda che i partenariati hanno anche un impatto positivo sull'istruzione e sulla formazione, giacché contribuiscono a migliorarne la qualità e l'accessibilità, pur mantenendo inalterate l'integrità e l'indipendenza dei centri di apprendimento;
45. chiede di intensificare il dialogo sociale e civile sull'istruzione e la formazione a livello nazionale e dell'Unione, e di rafforzare il ruolo delle parti sociali nella definizione delle politiche;
46. ritiene che incoraggiare partenariati pubblico-privati costituisca un passo importante per garantire una responsabilità condivisa in fatto di istruzione e sviluppo professionale, al fine di aiutare i diplomati ad adeguarsi rapidamente alle esigenze della produzione e del mercato e di assicurare risorse complementari per l'aggiornamento tecnologico del processo formativo;
47. osserva che la comunicazione della Commissione, del 20 novembre 2012, dal titolo "Ripensare l'istruzione: investire nelle competenze per ottenere migliori risultati socioeconomici" non specifica nessuna misura di attuazione concreta per la cooperazione tra il settore dell'istruzione e i diversi partner sociali e commerciali; invita la Commissione a chiedere attivamente sostegno, iniziative e altre forme di cooperazione con il settore privato per migliorare l'istruzione, al fine di preparare meglio gli studenti al passaggio dagli studi al mercato del lavoro;
48. esorta gli Stati membri a migliorare la cooperazione e il partenariato tra le imprese e il settore dell'istruzione a tutti i livelli, compresi le parti sociali e i datori di lavoro, gli studenti e le organizzazioni giovanili, in particolare per quanto riguarda la pianificazione dei curricoli, l'offerta di guida e la disponibilità di istruzione, formazione e specializzazione, con una gamma di curricoli che rispondano meglio alle esigenze del mercato del lavoro e contribuiscano a trovare una soluzione sostenibile al problema dello squilibrio tra domanda e offerta di competenze; chiede di intensificare il dialogo sociale e civile a livello nazionale e dell'Unione e di rafforzare il ruolo delle parti sociali nella definizione delle politiche;
49. si compiace per le "alleanze della conoscenza" e le "alleanze delle abilità settoriali" previste nella proposta della Commissione sul nuovo programma pluriennale per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport; ritiene che tali alleanze siano metodi innovativi e sostenibili per rafforzare il capitale umano;
50. sottolinea la responsabilità condivisa dei vari attori nel campo dell'apprendimento permanente quali gli istituti d'istruzione, gli enti pubblici, le imprese e i singoli cittadini responsabili della propria vita;
51. invita la Commissione e gli Stati membri a un'attenta riflessione sul concetto di condivisione dei costi quale metodo di finanziamento dell'istruzione; mette in guardia sul fatto che qualsiasi meccanismo di compartecipazione ai costi non può essere portato avanti a spese dei singoli e sottolinea che l'equità e l'accesso universale devono essere posti al centro di qualsiasi riforma dei sistemi di istruzione e di formazione;
52. chiede maggiore cooperazione tra gli istituti e i responsabili formativi, il settore delle imprese, le parti sociali, le organizzazioni della società civile, gli enti locali, regionali e nazionali e i servizi di collocamento per lo scambio delle migliori prassi, promuovere i partenariati e impegnarsi a fornire collocamenti, tirocini e apprendistati di qualità quale strumento efficace per gestire le offerte di lavoro e l'inserimento sostenibile delle persone in fase di transizione dagli studi al lavoro; sottolinea la necessità di garantire la compatibilità di tali prassi con le misure e iniziative adottate a livello europeo; promuove inoltre un maggiore ricorso ai diversi programmi e fondi europei, con particolare riferimento ai fondi regionali;
53. ritiene fondamentale riconoscere l'importanza di associare gli investimenti pubblici e privati nell'ambito dell'istruzione e della formazione; sottolinea al contempo la necessità di tutelarsi nei confronti di eventuali "effetti collaterali" indesiderati, come i possibili ostacoli all'accesso delle persone socialmente ed economicamente svantaggiate all'istruzione e alla formazione;
Prospettiva di apprendimento permanente
54. prende atto dei cambiamenti demografici in seno all'Unione, quali l'invecchiamento della popolazione, i bassi tassi di natalità, la fuga dei cervelli e l'esodo di capitale umano; rileva di conseguenza la necessità di acquisire nuove capacità e competenze durante tutto l'arco della vita, onde affrontare le sfide poste dall'economia mondiale e fare fronte all'evoluzione della domanda di competenze nel mondo del lavoro;
55. prende atto dell'importanza di riconoscere che l'istruzione è un diritto umano a cui tutti devono avere accesso, ai fini dello sviluppo dell'individuo e della società e dell'acquisizione di competenze per la vita; esorta gli Stati membri a migliorare l'accesso aperto a tutti i materiali didattici e scientifici con l'obiettivo di ridurre i costi per lo studio e la ricerca, in modo particolare alla luce dei recenti tagli di bilancio che hanno interessato detti settori in tutta l'Unione;
56. esorta gli Stati membri a promuovere cooperazione e sinergie nel settore dell'apprendimento permanente, in particolare ad ampliare l'accesso all'apprendimento e a mettere a punto, adattare e ammodernare i curricoli degli istituti formativi, ad esempio tramite le opportunità in rapida evoluzione offerte dall'apprendimento digitale e dalle "risorse didattiche aperte" ("Open Educational Resources"), per rispondere alle aspirazione dei giovani e affrontare le nuove sfide del mondo contemporaneo;
57. plaude alla comunicazione annunciata dalla Commissione sull'apertura dell'istruzione, finalizzata a migliorare l'efficienza, l'accessibilità e l'equità dei sistemi di istruzione, formazione e apprendimento mediante una maggiore integrazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e delle nuove tecnologie nell'insegnamento e nella formazione; invita tutti gli Stati membri a incoraggiare iniziative intese all'apertura dell'istruzione;
58. prende atto con preoccupazione delle ampie divergenze in termini di disponibilità di risorse e di conoscenze nell'ambito delle TIC nelle scuole e negli istituti di istruzione superiore tra gli Stati membri e all'interno degli stessi; sottolinea che la diffusione delle infrastrutture e delle conoscenze in materia di TIC deve interessare tutti i settori dell'istruzione e della formazione, allo scopo di preparare nel miglior modo possibile gli studenti all'era digitale;
59. rammenta l'importanza di una formazione di alta qualità per gli insegnanti e i formatori, che deve essere completata dalla mobilità e dalla formazione professionale durante tutto l'arco della carriera; sottolinea che la selezione e la formazione degli insegnanti, anche interne al servizio, sono elementi essenziali per garantire la qualità d'insieme del sistema scolastico;
60. sottolinea la necessità di metodi e contenuti di apprendimento innovativi, che istruiscano chi apprende in merito agli approcci allo studio ("imparare a imparare"), tenendo conto anche di utenti provenienti da gruppi socialmente vulnerabili o con speciali esigenze di apprendimento; osserva in particolare la rapida evoluzione delle TIC, dei media digitali e della formazione imprenditoriale; sottolinea l'importante ruolo degli altri educatori (ad esempio gli animatori giovanili, i formatori per adulti, i consulenti per l'orientamento professionale e i genitori) e della loro proficua collaborazione a fronte dell'evolversi dell'istruzione;
61. sollecita gli Stati membri a investire nell'apprendimento permanente degli insegnanti al fine di assistere il loro sviluppo professionale e personale, a promuovere lo status degli insegnanti e a migliorarne le condizioni di lavoro; sottolinea inoltre i possibili vantaggi per i docenti di un'esperienza di insegnamento in un altro paese europeo;
62. chiede che la figura dell'insegnante sia valorizzata e adeguatamente riconosciuta per migliorare la qualità dell'insegnamento fornito;
63. sottolinea l'importanza di introdurre criteri uniformi e obiettivi per valutare l'efficacia e l'efficienza del lavoro degli insegnanti e la loro influenza sui risultati formativi e lo sviluppo personale degli studenti;
64. sottolinea l'importanza di percorsi di apprendimento personalizzati, al fine di aiutare i singoli ad aggiornare e perfezionare le loro capacità produttive, sociali ed economiche lungo l'arco della vita; ritiene che il tutoraggio, l'accompagnamento e la consulenza individuali costituiscano strumenti per trasmettere conoscenze e competenze agli interessati, e per identificare i punti di forza personali e le competenze richieste per una professione specifica;
65. è del parere che la necessità di ampliare l'accesso all'apprendimento rappresenti una priorità fondamentale per l'Unione, concentrandosi in particolare su coloro che non dispongono di un livello sufficiente di competenze di base; esorta gli Stati membri a introdurre misure specifiche sotto forma di sostegno finanziario a favore delle persone provenienti dagli ambienti socio-economici meno favoriti, al fine di garantire a tutti l'opportunità di raggiungere il massimo livello di istruzione possibile e provvedere inoltre a soddisfare le esigenze e il benessere dei discenti;
66. invita gli Stati membri a provvedere affinché il sistema didattico risponda alle esigenze di tutti i futuri studenti lungo l'intero periodo dei loro studi, onde promuovere e salvaguardare un sistema d'istruzione e formazione inclusivo e integrato e offrire soluzioni di sostegno personalizzate e percorsi mirati, in particolare ai membri di gruppi sociali vulnerabili che rischiano di non partecipare al sistema o di rimanerne esclusi, come i Rom e le altre minoranze, i migranti e le persone con disabilità psichiche o fisiche e con speciali esigenze didattiche;
67. sottolinea la necessità di integrare il principio della parità tra uomini e donne soprattutto nei settori della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM), nei quali le donne sono molto sottorappresentate, per superare la segregazione occupazionale e la discriminazione salariale, e di eliminare la discriminazione basata sul genere e sull'orientamento sessuale nell'istruzione; chiede che siano attuate politiche volte ad attrarre agli studi i gruppi più vulnerabili e svantaggiati, comprese le persone anziane, e ad assicurare l'inclusione sociali di tali gruppi; in tale contesto, incoraggia gli Stati membri ad adottare misure specifiche sotto forma di programmi di assistenza concreta, sostegno finanziario o formazione avanzata;
68. invita gli Stati membri a offrire agli studenti svantaggiati, durante l'intero corso di studi, una vasta gamma di strutture di sostegno quali borse di studio, sovvenzioni, prestiti per studenti a condizioni favorevoli, tutoraggio, accompagnamento e assistenza nelle relazioni, per evitare che gli studenti abbandonino gli studi al livello secondario o terziario; inoltre, in tale livello, ad aiutarli ad accedere al programma Erasmus, nel quale l'attuale tasso di partecipazione degli studenti provenienti da famiglie a basso reddito è inferiore alla media; altresì, a promuovere il loro accesso a tirocini di qualità nelle imprese, nella pubblica amministrazione e nel settore dei media, per consentire loro di acquisire un'adeguata esperienza lavorativa e una rete di sostegno per riuscire nella loro carriera lavorativa futura, nonché a integrare le loro posizioni specifiche nella cultura istituzionale;
69. insiste che si adotti un approccio mirato alla preparazione professionale dei bambini con bisogni educativi speciali e dei bambini e adulti con disabilità per ampliarne l'accesso all'istruzione, sostenere le loro famiglie e concretizzare le loro potenzialità;
70. ritiene che tutti gli Stati membri debbano compiere uno sforzo considerevole per ridurre i tassi di abbandono scolastico e raggiungere così gli obiettivi principali della strategia Europa 2020, che puntano a un tasso inferiore al 10%, avviando un sistema d'istruzione per la prima infanzia di elevata qualità, programmi di sviluppo e assistenza adeguati al gruppo d'età, che coprano tutto il periodo della prima infanzia dalla nascita ai sei anni e garantendo a tutti i bambini un accesso paritario a tali programmi;
71. ricorda altresì che l'offerta di una vasta gamma di attività extrascolastiche e la partecipazione dei genitori al processo educativo sono misure fondamentali per contrastare le disuguaglianze derivanti da condizioni svantaggiate della prima infanzia, evitare che gli studenti svantaggiati siano istruiti in speciali scuole segregate e mettere fine alla trasmissione della povertà e dell'esclusione sociale tra le generazioni, la qual cosa può essere controllata con la partecipazione delle parti interessate pertinenti come le ONG locali affermate;
72. condivide le preoccupazioni espresse dalla Commissione in merito ai livelli drammaticamente bassi a cui si ferma la partecipazione degli adulti all'apprendimento nella maggior parte degli Stati membri, con una media a livello di UE pari all'8,9%; sottolinea pertanto la necessità di concentrarsi sugli adulti scarsamente qualificati e sul ruolo svolto dall'istruzione e dalla formazione per adulti nel raggiungere tali gruppi di persone, oltre che di orientarsi sull'apprendimento intergenerazionale; ricorda le opportunità che l'apprendimento digitale e le risorse educative aperte (OER) possono offrire per quanto riguarda l'accesso all'istruzione e alla formazione; ricorda l'importanza di promuovere l'alfabetizzazione digitale e l'accesso e l'uso delle TIC in tutte le fasce d'età della popolazione;
73. invita gli Stati membri, ai fini della solidarietà sociale e per far fronte alle sfide in campo demografico, a promuovere le attività di volontariato per tutte le fasce di età e li sollecita a promuovere corsi di formazione che rispecchino le esigenze dei settori dell'assistenza e del sostegno;
74. sottolinea le possibilità offerte dai corsi aperti online (MOOC - Massive Online Open Courses) in termini di accessibilità all'istruzione di alta qualità per tutti, consentendo modalità di apprendimento più flessibili e creative, la promozione dell'uguaglianza di tutti i discenti e tagli ai costi dell'istruzione sia per gli studenti che per le università;
75. riconosce che superare i pregiudizi che impediscono agli studenti di scegliere percorsi formativi che non sono necessariamente percepiti come indirizzati a carriere e posizioni sociali di riguardo è essenziale nella lotta alla disoccupazione e aumenta l'attrattiva della formazione professionale e dell'istruzione informale; sottolinea, inoltre, che in un periodo caratterizzato da alti tassi di disoccupazione giovanile, occorre che gli studenti siano concretamente informati delle realistiche prospettive occupazionali delle loro scelte formative; sollecita gli Stati membri, pertanto, a promuovere i programmi che forniscono un orientamento professionale e sostegno a scolari e studenti nella scelta della professione;
76. ritiene che applicare sistemi di orientamento professionale e sviluppo della carriera rappresenti un passo importante per indirizzare adeguatamente i giovani nella scelta degli studi e della professione adeguati e aiuti a motivarli maggiormente allo studio e alla preparazione professionale;
77. sostiene fermamente la creazione di uno spazio europeo delle abilità e delle qualifiche volto a conseguire la trasparenza e il riconoscimento delle qualifiche acquisite nell'ambito dell'istruzione e formazione professionale o degli studi superiori; se opportuno, propone di estendere il riconoscimento anche alle qualifiche acquisite al di fuori del sistema di istruzione e formazione formale, considerandolo uno strumento di emancipazione, partecipazione democratica e inclusione sociale e un percorso per coinvolgere o reintegrare i singoli nel mercato del lavoro;
78. sottolinea l'importanza di attuare tempestivamente le iniziative intese a migliorare il riconoscimento transfrontaliero delle qualifiche all'interno dell'Unione, in particolare il quadro europeo delle qualifiche, il sistema europeo di trasferimento dei crediti (ECTS) e il sistema europeo di crediti per l'istruzione e la formazione (ECVET), e di riferire in merito all'attuazione di dette iniziative;
79. invita gli Stati membri a mettere a punto un quadro comparativo concernente i titoli universitari e a fornire un quadro di riferimento in merito al livello di istruzione e alle competenze acquisite nell'ambito dei sistemi d'istruzione;
80. esorta gli Stati membri a controllare e valutare a scadenze regolari, con la partecipazione delle pertinenti parti interessate, se il loro sistema e i loro programmi di istruzione abbiano saputo raggiungere gli appartenenti ai gruppi sociali vulnerabili e assicurare un accesso paritario a un'istruzione inclusiva e di qualità a tutti i livelli, come pure se le competenze fornite dall'istruzione e dalla formazione abbiano effettivamente rafforzato il potenziale occupazionale degli studenti, l'integrazione sociale e la cittadinanza attiva; invita inoltre gli Stati membri a dar seguito quanto prima alle raccomandazioni sull'istruzione formulate nel quadro del semestre europeo, così come alle altre raccomandazioni della Commissione;
81. invita la Commissione a controllare se gli Stati membri hanno adottato le misure necessarie per riformare i propri sistemi di istruzione al fine di raggiungere gli obiettivi citati.
* * *
82 incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
- [1] GU C 70 dell’8.2.2012, pag. 9.
- [2] GU C 135 del 26.5.2010, pag. 2.
- [3] GU C 372 del 20.12.2011, pag. 1.
- [4] GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.
- [5] GU C 398 del 20.12.2012, pag. 1.
- [6] GU C 77 E del 16.3.2012, pag. 27.
- [7] GU C 377 E del 7.12.2012, pag. 89.
- [8] GU C 377 E del 7.12.2012, pag. 77.
- [9] GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 8.
- [10] GU C 45 E del 23.2.2010, pag. 33.
- [11] GU C 139 del 17.5.2013, pag. 51.
MOTIVAZIONE
Contesto
Il 20 novembre 2012, la Commissione ha presentato la sua comunicazione dal titolo "Ripensare l'istruzione: investire nelle competenze per ottenere migliori risultati socioeconomici". Il documento propone azioni concrete a livello dell'Unione e raccomanda iniziative a livello nazionale nei tre settori principali seguenti:
1. erogazione di abilità adeguate per il mondo del lavoro;
2. nuove modalità di insegnamento e apprendimento;
3. nuovi approcci ai finanziamenti e ai partenariati.
La comunicazione propone di fornire le abilità adeguate per l'occupazione, migliorare l'alfabetizzazione di base e numerica e rafforzare le competenze trasversali e imprenditoriali. Sottolinea altresì la necessità di sviluppare partenariati al fine di creare le giuste strategie in materia di abilità e promuove dibattiti sul finanziamento dell'istruzione.
È possibile migliorare l'efficienza dell'insegnamento e dell'apprendimento attraverso un migliore riconoscimento delle competenze e delle qualifiche in Europa. Ciò promuoverebbe la mobilità e contribuirebbe alla riduzione della disoccupazione. Occorre promuovere l'utilizzo delle risorse didattiche aperte e delle nuove tecnologie, al fine di ampliare l'accesso ai materiali didattici e incrementare la partecipazione degli studenti. Gli insegnanti devono avere accesso a una formazione adeguata per aggiornare le proprie competenze.
Le tematiche contenute nella comunicazione sono approfondite in altri sei documenti di lavoro dei servizi della Commissione. La comunicazione è inoltre corredata della relazione di monitoraggio del settore dell'istruzione e della formazione per il 2012, che fornisce informazioni sostanziali connesse a tale tematica.
Osservazioni del relatore
Nell'attuale situazione di instabilità economica, in Europa e a livello globale, una delle sfide principali è la disoccupazione e la capacità delle persone di garantirsi la sussistenza. La lotta alla disoccupazione deve essere il nostro obiettivo principale ed è in questo ambito che l'istruzione e la formazione svolgono un ruolo fondamentale. Nel lungo periodo, l'istruzione e lo sviluppo delle competenze sono essenziali per l'innovazione e la crescita economica. Tuttavia, un'istruzione di qualità che impartisca competenze utili per le esigenze del mercato del lavoro non può prescindere dallo sviluppo di competenze personali e atteggiamenti sociali.
Attualmente, gli istituti formativi compiono grandi sforzi: tra il 1980 e il 2005, quasi tutti i paesi dell'OCSE hanno incrementato in modo sostanziale la spesa nel settore dell'istruzione, ma solo alcuni hanno registrato un miglioramento significativo dei risultati. Sono necessari cambiamenti sistemici per migliorare la qualità dei nostri istituti scolastici senza imporre nuovi oneri. L'apprendimento non formale e informale e il lavoro all'interno delle organizzazioni giovanili devono essere riconosciuti maggiormente e procedere in parallelo con l'istruzione formale. I partenariati università-imprese, l'apprendimento sul lavoro e strategie di apprendimento permanente migliori possono apportare nuovi incentivi per promuovere la riforma dell'istruzione e della formazione.
Il relatore evidenzia come sia urgente individuare le giuste competenze per il mondo di oggi, non solo per gli studenti e i giovani che entrano nel mercato del lavoro ma anche per altre persone che hanno bisogno di riqualificarsi per migliorare la propria situazione personale, per quanto riguarda, ad esempio, l'occupazione, l'inclusione sociale, la vita familiare, la cittadinanza attiva o il riconoscimento di sé. Le nuove competenze e le competenze trasversali acquisite devono permettere di assicurare non solo le necessità finanziarie ma anche quelle sociali e personali dei singoli.
A marzo 2013, nell'UE la disoccupazione fra i giovani fino a 25 anni ha raggiunto il 23,5%. Nel contempo, non è stato possibile coprire oltre 2 milioni di posti di lavoro vacanti. Il relatore sottolinea che questo problema risulta chiaramente dall'attuale situazione nella quale le esigenze del mercato del lavoro contemporaneo spesso non coincidono con le opportunità fornite dagli istituti formativi. Alcuni posti di lavoro richiedono competenze che oggi possiede un numero insufficiente di giovani. Inoltre, si registra una domanda impellente di persone formate nel settore STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
Quando si affronta la questione degli squilibri tra domanda e offerta di abilità, è importante incentrarsi sul problematico conflitto tra come gli studenti percepiscono il lavoro ideale e la richiesta sul mercato del lavoro di lavoratori competenti e adeguatamente preparati. Un altro problema risiede nelle percezioni stereotipiche dei percorsi formativi destinati alle donne e agli uomini. Tuttavia, promuovere il valore aggiunto dell'istruzione e della formazione professionali e discostarsi dalla semplice istruzione formale contribuirà a cambiare tali percezioni. Inoltre, è dimostrato che una maggiore diversità di genere sul luogo di lavoro e nel lavoro di squadra assicura generalmente il conseguimento di prestazioni e risultati migliori.
Il relatore desidera far riferimento alle statistiche sulla panoramica europea delle competenze[1] al fine di sottolineare le seguenti tendenze registrate in Europa:
1. maggior numero di lavori altamente qualificati (quali consulenti giuridici, alti funzionari e manager);
2. diminuzione del numero di lavori manuali qualificati (ad esempio gli artigiani);
3. un lavoratore su tre è troppo qualificato o poco qualificato (ciò riflette il diffuso squilibrio tra le competenze acquisite e le esigenze del mercato del lavoro);
4. le assunzioni nel settore privato rispondono maggiormente e più rapidamente alla congiuntura industriale rispetto al settore pubblico;
5. si riscontrano congestionamenti in certe attività professionali di rilievo, ad esempio nel settore sanitario (in particolare medici, farmacologi e infermieri), nel settore delle TIC (in particolare consulenti informatici e programmatori di software), nel settore dell'ingegneria (in particolare ingegneri specializzati) e nel settore delle finanze (professionisti del settore, quali ad esempio i contabili).
L'apprendimento non formale e informale, il lavoro nelle organizzazioni giovanili, tirocini di buona qualità, apprendistati e attività di volontariato devono essere riconosciuti quali strumenti che creano i primi legami tra studio e mercato del lavoro e diffondono uno spirito d'innovazione nei giovani. Inoltre, l'esperienza professionale maturata durante gli studi aiuta i giovani ad acquisire le competenze necessarie per la transizione al mondo del lavoro. Le singole competenze personali, quali il pensiero critico, il lavoro di squadra, la capacità di risolvere i problemi, la comunicazione, la fiducia in sé, lo spirito d'iniziativa e la leadership sono altresì necessari al fine di essere preparati meglio non solo per la vita professionale ma anche per quella privata.
Il relatore invita gli Stati membri a stanziare finanziamenti per promuovere modelli di apprendimento sul lavoro e apprendimento duale, molto importanti per la transizione dalla scuola al lavoro. Inoltre, è importante investire sia nella qualità che negli standard, che devono essere sviluppati ulteriormente.
Le competenze linguistiche sono fondamentali dal momento che promuovono la mobilità di lavoratori e studenti, migliorandone l'occupabilità e rendendoli sicuri di sé sul posto di lavoro. Competenze linguistiche adeguate consentono ai cittadini europei di cogliere appieno le opportunità professionali all'estero. L'adozione di parametri di riferimento è un passo necessario verso la promozione di competenze linguistiche migliori in Europa; fungerà da incentivo per migliorare i risultati cognitivi degli studenti e contribuirà al raggiungimento dell'obiettivo di Barcellona relativo a "lingua madre + due lingue straniere".
Il relatore vorrebbe incentrarsi sui seguenti obiettivi principali:
· affrontare la problematica della disoccupazione giovanile – il suddetto 23,5% dei giovani europei;
· aggiornamento dei sistemi scolastici che sono obsoleti e creano uno squilibrio tra le opportunità fornite dagli istituti formativi e l'attuale mercato del lavoro e messa a punto di nuovi sistemi per prevenire che la stessa situazione si verifichi in futuro, utilizzando nuovi metodi didattici, coinvolgendo le parti sociali, partner regionali e commerciali nel processo educativo, nonché percorsi per l'apprendimento permanente;
· ampliare la portata delle politiche dell'istruzione e della formazione in modo che abbiano un ruolo specifico nella promozione della cittadinanza attiva, dello sviluppo personale e del benessere, e potenziamento del dialogo sociale strutturato.
Vi sono sempre più giovani non impegnati negli studi, disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET). L'Unione non può permettersi nessuna generazione perduta in futuro. Il relatore concorda con la comunicazione nell'affermare che lo strumento fondamentale per impedire che ciò si verifichi è un'istruzione efficace, accessibile e di qualità che si adatti alle esigenze del mercato del lavoro. Tuttavia, il relatore sottolinea che non contano unicamente le esigenze del mercato del lavoro; occorre occuparsi anche dell'inclusione sociale e della cittadinanza attiva.
Il relatore sottolinea come sia necessario incentrarsi anche sui programmi di apprendimento destinati agli adulti e sull'apprendimento permanente, che aiutano gli adulti ad acquisire una riqualificazione al fine di candidarsi per altri impieghi nell'arco della propria vita attiva. Inoltre, l'istruzione e la formazione devono essere più accessibili per i gruppi vulnerabili quali le persone socialmente svantaggiate, le persone con disabilità, le minoranze, i cittadini più anziani e le donne, aiutandoli a incrementare le proprie possibilità di vivere vite dignitose.
Il relatore sottolinea che una rivalutazione dei sistemi formativi in Europa richiede una stretta collaborazione: occorre potenziare il dialogo sociale tra gli istituti formativi e il settore delle imprese, le parti sociali, i servizi sociali (gli uffici del lavoro), gli enti regionali o le ONG al fine di promuovere uno scambio di buone prassi e partenariati, quale strumento di transizione dallo studio al mondo dell'imprenditoria o del lavoro.
Quando si ammodernano le politiche dell'istruzione e della formazione, è altresì importante incrementare il coinvolgimento della società civile e la responsabilità sociale delle imprese all'interno dell'ambiente economico. Inoltre, i partner commerciali possono svolgere un ruolo importante quando gli studenti acquisiscono nuove abilità; possono essere visti come esempi o modelli di ruolo ed è possibile, ad esempio, coinvolgere i professionisti nelle attività didattiche in aula.
Il relatore sottolinea che l'idea principale alla base della presente relazione non è solo quella di individuare le principali sfide e abilità necessarie per gli studenti e per le persone che entrano nel mercato del lavoro, ma anche trovare soluzioni su come mantenere la condizione essenziale della loro indipendenza individuale ed economica. Ogni essere umano ha il diritto di accedere all'istruzione. Se vogliamo che ciò diventi una realtà, dobbiamo investire in un'istruzione di qualità in modo duraturo e sostenibile. Inoltre, occorre utilizzare tutti gli strumenti complementari per potenziare le opportunità per il benessere e lo sviluppo personale e ciò deve essere pienamente riconosciuto sia a livello dell'Unione, sia a livello nazionale.
- [1] www.euskillspanorama.ec.europa.eu
PARERE della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (27.6.2013)
destinato alla commissione per la cultura e l'istruzione
su ripensare l'istruzione
(2013/2041(INI))
Relatore per parere: Kinga Göncz
SUGGERIMENTI
La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per la cultura e l'istruzione, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. invita gli Stati membri, nell'ottica di conseguire gli scopi e gli obiettivi principali che l'UE si è impegnata a raggiungere nel quadro della strategia Europa 2020, di creare una crescita intelligente, inclusiva e verde, di realizzare un'Unione europea forte e innovativa e di promuovere l'inclusione sociale e una maggiore solidarietà, preparando al contempo i cittadini a una vita che possa essere coronata da successo e appagante, ad aumentare il livello degli investimenti in un'istruzione e in una formazione di qualità, e dunque nel capitale umano, che prepari gli studenti a far fronte alle esigenze del mercato del lavoro in costante evoluzione, e a promuovere la loro integrazione sociale e professionale;
2. sottolinea che è necessario un livello di conoscenze e di competenze più elevato; invita gli Stati membri, pertanto, a fornire un'istruzione più efficiente, ponendo l'accento sulla cittadinanza attiva, sviluppando la creatività e offrendo competenze trasversali (aiutando gli studenti a risolvere i problemi, a essere flessibili e a essere in grado di adattarsi a situazioni impreviste e di lavorare in équipe e in contesti interculturali), competenze pratiche imprenditoriali e connesse all'area STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), anche per le donne, fin dalla prima infanzia, per superare la segregazione occupazionale e la discriminazione salariale, e invita a sviluppare una cultura informatica di livello elevato e una conoscenza efficace delle lingue fin dai primi anni di età, in modo accessibile a tutti; invita gli Stati membri, al fine di assicurare una migliore occupabilità dei cittadini a livello di UE, a sensibilizzare i cittadini circa i diritti, i doveri civici e gli impegni derivanti dalla cittadinanza dell'UE e a informarli sulle modalità per beneficiare del diritto alla libera circolazione nell'UE;
3. invita gli Stati membri a provvedere affinché il sistema d'istruzione risponda alle esigenze di tutti i potenziali studenti lungo l'intero periodo dei loro studi, dall'inizio degli studi alla laurea, onde promuovere e salvaguardare un sistema d'istruzione e formazione inclusivo e integrato con un approccio basato sull'apprendimento permanente, che ponga particolare enfasi su un accesso paritario per tutti e che offra soluzioni di sostegno e ad hoc nonché percorsi mirati rispetto alle diverse esigenze degli studenti, in particolare quelle dei membri di gruppi sociali vulnerabili che rischiano di non partecipare al sistema o di rimanerne esclusi come i rom e le altre minoranze, i migranti e le persone con disabilità psichiche o fisiche e con speciali esigenze didattiche;
4. sottolinea che in numerose zone remote e microregioni svantaggiate l'accesso fisico alle scuole risulta fortemente problematico, il che sta contribuendo all'aumento dei tassi di abbandono scolastico; invita gli Stati membri, pertanto, in considerazione delle gravi difficoltà economiche in cui si trova la maggioranza dei cittadini europei, a prendere misure concrete per superare simili ostacoli;
5. ritiene che tutti gli Stati membri debbano compiere uno sforzo considerevole per ridurre i tassi di abbandono scolastico e centrare così gli obiettivi principali della strategia UE2020 che puntano a un dato al di sotto del 10%, avviando un sistema d'istruzione per la prima infanzia di elevata qualità, programmi di sviluppo e assistenza adeguati al gruppo d'età, che coprano tutto il periodo della prima infanzia dalla nascita ai 6 anni e garantendo a tutti i bambini un accesso paritario a tali programmi; ricorda altresì che l'offerta di una vasta gamma di attività extrascolastiche e la partecipazione dei genitori al processo educativo sono misure fondamentali per contrastare le disuguaglianze derivanti da condizioni svantaggiate della prima infanzia, per evitare l'istruzione di studenti svantaggiati in speciali scuole segregate e interrompere la trasmissione della povertà e l'esclusione sociale tra le generazioni, la qual cosa può essere monitorata con la partecipazione delle parti interessate pertinenti come le ONG ubicate localmente;
6. ritiene che occorra assistere ogni studente nel suo compito di elaborare piani di apprendimento individuali; sollecita gli Stati membri, pertanto, a promuovere i programmi che forniscono un orientamento professionale e offrono un sostegno a scolari e studenti nella scelta della professione;
7. invita gli Stati membri a offrire agli studenti svantaggiati, durante il corso di studi, una vasta serie di strutture di sostegno quali borse di studio, sovvenzioni, prestiti per studenti a condizioni favorevoli, tutoraggio e assistenza nelle relazioni, per evitare che abbandonino l'istruzione secondaria e terziaria, e, durante quest'ultima, ad aiutarli ad accedere al programma Erasmus, dove l'attuale tasso di partecipazione degli studenti provenienti da famiglie a basso reddito è inferiore alla media, e a promuovere il loro accesso a tirocini di qualità nelle imprese, nella pubblica amministrazione e nei media per consentire loro di acquisire un'adeguata esperienza lavorativa e una rete di appoggio per avere successo nella loro carriera lavorativa futura, integrando altresì le loro posizioni specifiche nella cultura istituzionale;
8. condivide le preoccupazioni espresse dalla Commissione in merito ai livelli drammaticamente bassi a cui si ferma la partecipazione degli adulti all'apprendimento nella maggior parte degli Stati membri, con una media a livello di UE pari all'8,9%; raccomanda di diffondere programmi di apprendimento per gli adulti accessibili e di elevata qualità, in particolare sul posto di lavoro;
9. sollecita gli Stati membri a concentrarsi opportunamente sulla transizione fra i diversi percorsi educativi e formativi, migliorandola in modo sostanziale, e a fornire assistenza nel passaggio dall'istruzione e dalla formazione professionale all'occupazione, ambito nel quale gli Stati membri sono stati invitati ad abbattere le barriere esistenti nel contesto del processo del semestre UE;
10. invita gli Stati membri, alla luce dell'emergenza sociale nell'UE e della crisi che colpisce duramente in particolare i giovani[1], a promuovere scambi di migliori prassi onde ridurre il tasso di disoccupazione giovanile e affrontare le esigenze di chi si trova in una fase di transizione, segnatamente in relazione alla sicurezza sociale, a fornire garanzie per i giovani, tirocini di qualità e retribuiti (non in sostituzione di posti di lavoro a tempo indeterminato), modelli di apprendimento basati sul lavoro, apprendistati e sistemi di apprendimento duale facilmente accessibili e orientati alla carriera professionale, che offrano adeguate condizioni di lavoro, dispongano di una forte componente di apprendimento, siano associati a un processo di qualificazione, e cruciali nel passaggio dall'istruzione al lavoro; raccomanda inoltre l'introduzione di un sistema di apprendimento duale negli Stati membri che ne sono privi;
11. sollecita gli Stati membri a sostenere ulteriormente l'acquisizione e il riconoscimento delle competenze basate sull'apprendimento non formale e informale, per le quali attribuiscono anche crediti; invita la Commissione a fornire un sistema di convalida europeo accessibile e di elevata qualità per tali competenze;
12. invita gli Stati membri, al fine di trovare una soluzione sostenibile al problema dello scollamento tra le competenze acquisite e le esigenze del mercato del lavoro, prevenendo in questo modo la disoccupazione, a promuovere un continuo dialogo nonché la cooperazione e i partenariati tra gli enti di istruzione, le imprese, le parti sociali, le associazioni dei datori di lavoro, le organizzazioni studentesche e giovanili nei settori più importanti, elaborando politiche di istruzione e formazione, pianificando i programmi di studio, offrendo un orientamento e mettendo a disposizione attività di istruzione, formazione e specializzazione che abbiano una rilevanza pratica;
13. sollecita inoltre gli Stati membri a risolvere la carenza di competenze, specialmente nei settori con un potenziale di crescita come l'economia verde, le TIC, i servizi sanitari e l'assistenza, i quali nei prossimi anni necessiteranno di un numero sempre maggiore di lavoratori qualificati e garantiranno probabilmente posti di lavoro di qualità e sostenibili;
14. invita gli Stati membri, ai fini della solidarietà sociale e per far fronte alle sfide in campo demografico, a promuovere le attività di volontariato per tutte le fasce di età, sollecitandoli a promuovere corsi di formazione che rispecchino le esigenze dei settori dell'assistenza e del sostegno;
15. invita gli Stati membri a prendere misure volte ad accrescere la partecipazione dei lavoratori e dei disoccupati ai programmi di riorientamento e di riqualificazione professionali, onde ridurre il rischio di disoccupazione, in particolare della disoccupazione di lungo periodo, presso quelle categorie della forza lavoro le cui attività professionali sono sempre meno richieste;
16. sottolinea l'importanza di fornire un alto livello di formazione agli insegnanti affinché si concentrino sulle abilità e sulle competenze, offrano metodi didattici ad hoc e innovativi agli studenti appartenenti a gruppi sociali vulnerabili e agli scolari con particolari esigenze di istruzione, acquisiscano familiarità con le diverse culture e adeguino le lezioni ai diversi stili comunicativi e di apprendimento conosciuti dai loro studenti, e si concentrino sui risultati dell'apprendimento piuttosto che sulle formalità del sistema educativo, onde garantire che i giovani si integrino con successo nella società e nel mercato del lavoro; sollecita altresì gli Stati membri a investire nell'apprendimento permanente degli insegnanti al fine di valorizzare il loro sviluppo professionale e personale, a promuovere la situazione finanziaria degli insegnanti e a migliorare le loro condizioni di lavoro;
17. esorta gli Stati membri a monitorare e valutare con regolarità, con la partecipazione delle parti interessate pertinenti, se i rispettivi sistemi e programmi di istruzione abbiano saputo raggiungere le persone di gruppi sociali vulnerabili e assicurare un accesso paritario a un'istruzione inclusiva e di qualità a tutti i livelli, come pure se le competenze offerte dall'istruzione e dalla formazione abbiano effettivamente rafforzato l'occupabilità degli studenti, l'integrazione sociale e la cittadinanza attiva; invita inoltre gli Stati membri a dar seguito quanto prima alle raccomandazioni sull'istruzione formulate nel quadro del semestre europeo, così come alle altre raccomandazioni della Commissione;
18. mette in rilievo il ruolo svolto dal Fondo sociale europeo (FSE) nel promuovere gli investimenti nell'istruzione e nella formazione, nelle competenze e nell'apprendimento permanente; chiede pertanto a gran voce che sia mantenuta la quota minima complessiva a favore del FSE, pari al 25% del bilancio destinato alla politica di coesione; ritiene altresì importante che gli Stati membri sensibilizzino maggiormente i rispettivi enti di istruzione in merito alle opportunità di finanziamento offerte dall'UE per fini didattici;
19. invita la Commissione a controllare se gli Stati membri hanno adottato le misure necessarie per riformare i loro sistemi di istruzione al fine di raggiungere gli obiettivi citati.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
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Approvazione |
20.6.2013 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
38 2 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Regina Bastos, Edit Bauer, Heinz K. Becker, Jean-Luc Bennahmias, Phil Bennion, Philippe Boulland, Milan Cabrnoch, David Casa, Alejandro Cercas, Ole Christensen, Derek Roland Clark, Marije Cornelissen, Emer Costello, Frédéric Daerden, Karima Delli, Sari Essayah, Richard Falbr, Thomas Händel, Marian Harkin, Nadja Hirsch, Stephen Hughes, Danuta Jazłowiecka, Martin Kastler, Jean Lambert, Verónica Lope Fontagné, Olle Ludvigsson, Thomas Mann, Csaba Őry, Sylvana Rapti, Licia Ronzulli, Joanna Katarzyna Skrzydlewska, Jutta Steinruck, Traian Ungureanu, Inês Cristina Zuber |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Georges Bach, Jürgen Creutzmann, Kinga Göncz, Jelko Kacin, Jan Kozłowski, Svetoslav Hristov Malinov, Evelyn Regner, Birgit Sippel |
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- [1] Nell'UE il tasso di disoccupazione giovanile ha toccato il 23,6% a gennaio 2013 e 8 milioni di persone di età compresa tra i 18 e i 25 anni non hanno un lavoro, non studiano né seguono una formazione.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
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Approvazione |
17.9.2013 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
21 5 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Zoltán Bagó, Malika Benarab-Attou, Piotr Borys, Jean-Marie Cavada, Silvia Costa, Santiago Fisas Ayxela, Mary Honeyball, Petra Kammerevert, Emma McClarkin, Emilio Menéndez del Valle, Martina Michels, Marek Henryk Migalski, Katarína Neveďalová, Doris Pack, Chrysoula Paliadeli, Monika Panayotova, Gianni Pittella, Marie-Thérèse Sanchez-Schmid, Marietje Schaake, Marco Scurria, Hannu Takkula, László Tőkés, Helga Trüpel, Gianni Vattimo, Marie-Christine Vergiat, Sabine Verheyen |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Ivo Belet, Hans-Peter Martin, Claudiu Ciprian Tănăsescu |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Preslav Borissov |
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