RELAZIONE sulla valutazione e definizione di priorità nell'ambito delle relazioni dell'UE con i paesi del partenariato orientale
5.3.2014 - (2013/2149(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatore: Paweł Robert Kowal
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla valutazione e definizione di priorità nell'ambito delle relazioni dell'UE con i paesi del partenariato orientale
Il Parlamento europeo,
– visto l'avvio del partenariato orientale a Praga, il 7 maggio 2009,
– visto l'avvio delle attività dell'assemblea parlamentare EURONEST il 3 maggio 2011 durante il settimo mandato legislativo del Parlamento europeo,
– vista l'istituzione del forum della società civile del partenariato orientale e delle sue piattaforme nazionali, incluse le raccomandazioni e gli altri documenti elaborati nel quadro dei 5 gruppi di lavoro o nell'ambito delle assemblee annuali, ovvero: Bruxelles, Belgio, 16-17 novembre 2009; Berlino, Germania, 18-19 novembre 2010; Poznań, Polonia, 28-30 novembre 2011; Stoccolma, Svezia, 28-30 novembre 2012; Chișinău, Moldavia, 4-5 novembre 2013,
– vista l'istituzione della conferenza degli enti regionali e locali per il partenariato orientale (Corleap) da parte del Comitato delle Regioni , la cui seduta inaugurale si è tenuta l'8 settembre 2011 a Poznań, in Polonia, nonché le posizioni finora elaborate dalla Corleap,
– viste le conclusioni del vertice di Varsavia tenutosi il 29 e 30 ottobre 2011,
– viste le conclusioni del vertice di Vilnius tenutosi il 28 e 29 novembre 2013,
– viste le comunicazioni della Commissione dell'11 marzo 2003 dal titolo "Europa ampliata – Prossimità: un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali" (COM(2003)0104), del 12 maggio 2004 dal titolo "Politica europea di prossimità – documento di strategia" (COM(2004)0373), del 4 dicembre 2006 dal titolo "Sviluppo della politica europea di vicinato" (COM(2006)0726), del 5 dicembre 2007 dal titolo "Una forte politica europea di vicinato" (COM(2007)0774), del 3 dicembre 2008 dal titolo "Partenariato orientale" (COM(2008)0823) e del 12 maggio 2010 dal titolo "Bilancio della politica europea di vicinato" (COM(2010)0207),
– viste le comunicazioni congiunte della Commissione e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 20 marzo 2013 dal titolo "Politica europea di vicinato: contribuire a un partenariato più forte" (JOIN(2013)0004) e del 25 maggio 2011 dal titolo "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento" (COM(2011)0303),
– viste le conclusioni del Consiglio Affari esteri del 26 luglio 2010 e del 20 giugno 2011 sulla politica europea di vicinato (PEV) e del 18 e 19 novembre 2013 sul partenariato orientale, del Consiglio Affari esteri (commercio) del 26 settembre 2011 e del Consiglio europeo del 7 febbraio 2013,
– viste le conclusioni sul partenariato orientale del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2013,
– visti le comunicazioni congiunte della Commissione e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 15 maggio 2012 dal titolo "Partenariato orientale: una roadmap fino al vertice dell'autunno 2013" (JOIN(2012)0013) e "Realizzare una nuova politica europea di vicinato" (JOIN(2012)0014) e i relativi documenti di lavoro congiunti dei servizi del 20 marzo 2013 ("Relazioni regionali", SWD(2013)0085 e 0086),
– vista la comunicazione congiunta, del 12 dicembre 2013, dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione, al Parlamento europeo e al Consiglio, intitolata: "Diritti umani e democrazia al centro dell'azione esterna dell'Unione europea - verso un approccio più efficace" (COM(2011) 886),
– visto il progetto di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento europeo di vicinato per il periodo 2014-2020,
– vista la risoluzione dell'assemblea parlamentare Euronest, del 28 maggio 2013, sulla sicurezza energetica in relazione al mercato dell'energia e all'armonizzazione tra i paesi partner dell'Europa orientale e i paesi dell'UE (2013/C 338/03),
– viste le sue risoluzioni del 23 ottobre 2013 sulla politica europea di vicinato: verso un rafforzamento del partenariato – Posizione del Parlamento europeo sulle relazioni del 2012[1], del 14 dicembre 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato[2] e del 7 aprile 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato – dimensione orientale[3],
– vista la sua risoluzione legislativa dell'11 dicembre 2013 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce norme e procedure comuni per l'esecuzione degli strumenti di azione esterna dell'Unione[4],
– vista la sua risoluzione legislativa dell'11 dicembre 2013 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo[5],
– vista la sua risoluzione del 7 luglio 2011 sulle politiche esterne dell'UE a favore della democratizzazione[6],
– vista le sue risoluzioni annuali sulle relazioni annuali sui diritti umani nel mondo e sulla politica dell'Unione europea in materia, in particolare i recenti eventi del vicinato orientale e meridionale dell'UE, ovvero: la sua risoluzione del 18 aprile 2012 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo e la politica dell'Unione europea in materia, comprese le conseguenze per la politica strategica dell'UE in materia di diritti umani[7]; la sua risoluzione del 13 dicembre 2012 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2011 e sulla politica dell'Unione europea in materia[8]; e la sua risoluzione dell'11 dicembre 2013 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2012 e sulla politica dell'Unione europea in materia[9],
– vista la sua raccomandazione del 29 marzo 2012 destinata al Consiglio sulle modalità per l'eventuale creazione di un Fondo europeo per la democrazia, nonché la creazione del FED (EED)[10] nel 2012 e il completo avvio della sua attività nel 2013,
– vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2012 sulla revisione della strategia dell'UE in materia di diritti umani[11],
– vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2012 intitolata "Una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE"[12],
– vista la sua risoluzione del 13 giugno 2013 sulla libertà della stampa e dei media nel mondo[13],
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A7-0157/2014),
A. considerando che la politica europea di vicinato (PEV), in particolare il partenariato orientale (PO), si basa su una comunità di valori e su un impegno comune per il diritto internazionale e i valori fondamentali e per i principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, e lo Stato di diritto, l'economia di mercato, lo sviluppo sostenibile e il buon governo; che il partenariato orientale mira ad estendere, condividere e promuovere i valori e i principi su cui si fonda l'UE, in particolare quelli di pace, amicizia, solidarietà e prosperità, al fine di contribuire alla costruzione e al consolidamento di democrazie sane, perseguendo una crescita economica sostenibile e gestendo i collegamenti transfrontalieri, al fine di accelerare l'associazione politica e l'integrazione economica con l'UE dei paesi del partenariato; considerando che al vertice del partenariato orientale, tenutosi a Vilnius, tutti i partecipanti hanno riconfermato il loro impegno ad attuare questi principi guida;
B. considerando che i successivi allargamenti hanno avvicinato maggiormente l'Armenia, l'Azerbaigian, la Georgia, la Moldova, l'Ucraina e la Bielorussia all'UE e che, pertanto, la sicurezza, la stabilità e la prosperità di questi paesi e dell'UE si influenzano sempre più a vicenda;
C. considerando che le libertà, i valori democratici e i diritti dell'uomo possono svilupparsi soltanto in un ambiente consono, caratterizzato da stabilità economica e sociale, nonché da sicurezza nazionale e internazionale, come la storia dell'UE dimostra;
D. considerando che, sebbene i principi e gli obiettivi iscritti nella PEV continuino ad applicarsi a tutti i partner, la relazione dell'UE con ciascun partner è unica e gli strumenti della PEV sono predisposti per attagliarvisi;
E. considerando che il vertice del partenariato orientale, tenutosi a Vilnius, ha dimostrato la necessità di riflettere sulle politiche dell'UE nei confronti dei partner orientali;
F. considerando che il PO è diretto ai paesi dell'Europa orientale come sancito dagli articoli 8 e 49 dei trattati; che dovrebbe sostenere le transizioni democratiche e il processo di riforma e costituisce una risposta alle aspirazioni europee delle società dei paesi partner;
G. considerando che i paesi del partenariato orientale nutrono aspirazioni europee profondamente radicate e stanno ancora completando difficili processi di trasformazione verso un sistema democratico basato sullo Stato di diritto e sul rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà civili, dopo decenni di appartenenza all'URSS; considerando che in alcuni paesi del partenariato orientale vi è una mancanza di consenso sulla questione del loro futuro europeo;
H. considerando che l'impulso attuale che caratterizza le relazioni con i partner orientali dovrebbe essere sfruttato per incoraggiare le popolazioni dei paesi del partenariato orientale a impegnarsi per promuovere le riforme democratiche; considerando che il processo di associazione all'UE si prefigge proprio quest'obiettivo, che deve essere perseguito nonostante le attuali difficoltà riscontrate in alcuni paesi del partenariato orientale;
I. considerando che il partenariato orientale dovrebbe promuovere le dimensioni politica, economica, della sicurezza geopolitica, sociale e culturale della cooperazione;
J. considerando che lo strumento europeo di vicinato costituisce lo strumento principale per fornire il sostegno e l’assistenza dell'Unione ai paesi del partenariato orientale; che riflette la differenziazione e l’approccio “more for more” (maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno) e prevede significativi incentivi finanziari per quei paesi limitrofi che intraprendono riforme democratiche;
K. considerando che i paesi del partenariato orientale sono ancora alla ricerca di sviluppo politico e che il partenariato offerto dall'UE è basato sulla loro volontà politica, ma si è rivelato uno stimolo insufficiente per il cambiamento e le riforme, nonostante le chiare aspirazioni europee dei cittadini di tali paesi; considerando che i recenti sviluppi nei paesi del PO, nonché l'esito del vertice di Vilnius, hanno evidenziato la necessità di rafforzare il carattere strategico del partenariato orientale e di compiere ulteriori sforzi per promuovere e accrescere la consapevolezza dei vantaggi reciproci degli accordi di associazione, e sono una indicazione che questi paesi sono ancora esposti a forti pressioni e ricatti da parte di terzi nelle loro decisioni sovrane: considerando che i paesi del partenariato orientale devono essere liberi e sovrani in modo tale da esercitare appieno il loro diritto di determinare il loro futuro senza essere soggetti a indebite pressioni, minacce o intimidazione esterne; considerando che ogni paese ha il diritto sovrano di aderire a qualsiasi organizzazione o alleanza internazionale e di definire il proprio futuro senza alcuna influenza esterna;
L. considerando che i recenti sviluppi hanno dimostrato che la politica dell'UE relativa al partenariato orientale è considerata erroneamente, da alcuni attori geopolitici, un gioco a somma zero e che il loro ruolo negativo deve pertanto essere tenuto in considerazione;
M. considerando che il partenariato orientale non è inteso in alcun modo a danneggiare od ostacolare le relazioni bilaterali con la Federazione russa, ma che, al contrario, è aperto alla realizzazione di sinergie con Mosca per creare le condizioni più favorevoli allo sviluppo sostenibile dei vicini comuni;
1. ricorda la finalità del partenariato orientale, che consiste nel rafforzamento dell'integrazione politica, economica e culturale in Europa dei partner orientali, fondata su valori, interessi comuni e sull'impegno a rispettare il diritto internazionale, i valori fondamentali, la buona governance e l'economia di mercato, e basata sull'appropriazione condivisa e sulla responsabilità congiunta; accoglie con favore, a tale proposito, l'istituzione delle parti interessate dei paesi del partenariato orientale - l'Assemblea parlamentare Euronest, il Forum della società civile del partenariato orientale e la CORLEAP - e il lavoro da esse svolto, nonché altre iniziative, come il Congresso delle iniziative dell'Europa orientale; osserva tuttavia che i recenti sviluppi in alcuni paesi del partenariato orientale hanno richiamato l'attenzione sulla fragilità del processo d'integrazione politica, economica e sociale; sottolinea l'importanza di coinvolgere una parte più ampia della società come strumento per la trasformazione. incoraggia un impegno più frequente ed efficace con le autorità locali e regionali, nonché con i parlamenti, con i leader del mondo imprenditoriale, con la società civile per creare un elettorato favorevole alle riforme in grado di influenzare il processo decisionale a livello nazionale;
2. esprime preoccupazione per il fatto che, di recente, il partenariato orientale nel suo complesso è stato messo in seria discussione da terzi e invita tutti i partecipanti coinvolti a mantenere il proprio impegno e coinvolgimento nel progetto;
3. sottolinea che una prospettiva europea, compreso il diritto a presentare domanda di adesione ai sensi dell'articolo 49 del trattato sull'Unione europea, potrebbe costituire una forza trainante per le riforme in questi paesi e rafforzare ulteriormente il loro impegno nei confronti di valori e principi condivisi quali la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e del buon governo, e che si dovrebbe tener conto dei paesi del partenariato orientale più impegnati ad approfondire le relazioni con l'UE e disposti ad intraprendere e ad attuare le riforme necessarie a livello sia politico che economico e sostenerli, creando così un incentivo per un'ulteriore integrazione europea;
4. riconosce che, oggi più che mai, le società dei paesi del partenariato orientale favorevoli all'integrazione con l'Unione europea hanno bisogno di un sostegno forte, proattivo e immediato da parte dell'UE, che deve essere fornito mediante diversi canali e politiche, dall'assistenza finanziaria ai regimi di facilitazione dei visti;
5. ritiene che il progetto di partenariato orientale richieda una valutazione approfondita della sua efficacia, compresa una valutazione accurata dei suoi successi e fallimenti, e che necessiti di una ulteriore riflessione, un nuovo impulso e una chiara visione del futuro, concentrandosi anche sulla cooperazione politica e il partenariato con le società dei paesi del partenariato orientale e sull’obiettivo di fornire una scelta europea per tali società; esorta, pertanto, l'UE a concentrarsi soprattutto sugli investimenti in progressi immediati per i cittadini e, in questo contesto, a stabilire regimi di esenzione dal visto, per sostenere i giovani e i futuri leader, e a dedicare maggiore attenzione all’emancipazione della società civile; sottolinea l'importanza dei settori dell’energia, dei trasporti e della ricerca ai fini dell'integrazione europea dei paesi del partenariato orientale;
6. ritiene che, alla luce dell'esito del vertice di Vilnius, sia necessario rafforzare il carattere strategico del partenariato orientale; raccomanda pertanto di utilizzare in modo flessibile gli strumenti a disposizione dell'UE, quali l'assistenza macroeconomica, la facilitazione dei regimi commerciali, i progetti volti a rafforzare la sicurezza energetica e la modernizzazione dell'economia, nonché la rapida attuazione dell'esenzione dai visti, in linea con i valori e gli interessi europei;
7. invita la Commissione europea a elaborare un Libro verde sul futuro post-Vilnius del partenariato orientale;
8. esorta la Commissione e il SEAE a tenere conto degli insegnamenti delle recenti evoluzioni del partenariato orientale in termini della definizione di priorità bilaterali e multilaterali dell'Unione e dei finanziamenti a titolo dello strumento europeo di vicinato;
9. ritiene che i processi di transizione democratica basati sullo Stato di diritto e sul rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali siano strumenti fondamentali per costruire un partenariato solido e duraturo con i paesi del partenariato orientale;
10. sottolinea il ruolo importante svolto dalla società civile nei processi di transizione e di riforma nonché nel dialogo politico dei paesi del partenariato orientale; invita l'UE a rafforzare la cooperazione con la società civile e a offrirle assistenza mediante una serie di diversi strumenti di finanziamento;
11. giudica favorevolmente le dotazioni per il 2013 del programma di “Integrazione e cooperazione del partenariato orientale” (EaPIC)”, (che rientra nello strumento europeo di vicinato e partenariato), assegnate a Moldova, Georgia e Armenia a titolo di finanziamento supplementare per quei paesi del partenariato orientale che compiono progressi nelle riforme a favore della piena democrazia e dei diritti umani;
12. accoglie con favore la proposta della Commissione di consentire ai cittadini moldovi di viaggiare nello spazio Schengen senza l'obbligo del visto; sottolinea che la liberalizzazione dei visti dovrebbe essere una priorità e chiede maggiori sforzi in questo ambito; rileva, a tale proposito, che la liberalizzazione dei visti è solo uno dei numerosi processi tesi a far avvicinare le società e che occorrono maggiori sforzi in tale ambito, in particolare per fare avanzare la cooperazione nei settori dell'istruzione, della scienza, della cultura e dello sport; sottolinea che la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi per motivi di ricerca, studio, scambio di alunni, tirocinio retribuito e non retribuito, volontariato e collocamento alla pari è uno strumento che avrà un notevole impatto nell'ambito dell'istruzione e della cultura; chiede la rapida adozione di tale direttiva per offrire visti a lungo termine e permessi di soggiorno per i cittadini di paesi terzi per gli scopi summenzionati;
13. sottolinea l'importanza di investire in progetti per i giovani e i leader del futuro, sfruttando appieno le opportunità di borse di studio nel quadro del programma "Erasmus+” per promuovere gli scambi di studenti e di insegnanti tra i paesi del partenariato orientale e gli Stati membri dell'UE, continuando a fornire sostegno finanziario all’Università europea di studi umanistici in esilio e istituendo un'università del partenariato orientale e il collegio europeo del Mar Nero, per offrire opportunità educative per l'elaborazione di programmi d'istruzione a diversi livelli, volti a formare i leader del futuro dei paesi del partenariato orientale e degli Stati membri dell'UE, nonché promuovendo ulteriormente progetti accademici ed educativi che abbiano già dimostrato la loro validità in tale ambito, come il Collegio d'Europa;
14. esorta a organizzare più scambi scolastici tra gli Stati membri dell'UE e i paesi del partenariato orientale e ritiene che sia necessario prevedere finanziamenti speciali a tale scopo;
15. sottolinea l'esigenza di rafforzare la cooperazione nel campo della gioventù, nel quadro della Finestra del partenariato orientale per la gioventù nel programma Gioventù in azione, per rafforzare in tal modo la cittadinanza attiva dei giovani, sviluppare la solidarietà e promuovere la tolleranza tra i giovani; giudica favorevolmente, a tal proposito, il vertice dei giovani del partenariato orientale, svoltosi nell'ottobre 2013, che ha facilitato il dialogo politico e il collegamento in rete tra i decisori e i giovani dei paesi dell'UE e del partenariato orientale;
16. ritiene che le difficoltà nella promozione e nell'attuazione del partenariato orientale possano essere superate mediante un riequilibrio e un rafforzamento dell'impegno dell'UE che si spinga oltre il dialogo politico per affrontare e sviluppare anche la dimensione sociale, economica e culturale; invita l'UE a rafforzare la sua presenza nei paesi partner utilizzando strumenti audiovisivi più interattivi e i social media nelle rispettive lingue locali per raggiungere l'intera società; chiede alla Commissione di elaborare una strategia di comunicazione chiara per le società nei paesi del partenariato orientale, al fine di spiegare loro i benefici degli accordi di associazione, comprese le zone di libero scambio globali e approfondite (DCFTA), come strumenti per modernizzare i loro sistemi politici e le loro economie;
17. evidenzia che l'UE e i partner dell'Europa orientale affrontano sfide politiche comuni per garantire un approvvigionamento energetico affidabile e sicuro; ricorda che la cooperazione in materia di sicurezza energetica costituisce chiaramente una priorità nel quadro del partenariato orientale e della PEV; rammenta che il trattato della Comunità dell'energia pone le basi per l'istituzione di un mercato regionale dell'energia pienamente integrato, che favorisca la crescita, gli investimenti e un quadro normativo stabile; ritiene che sia essenziale compiere ulteriori progressi nell'integrazione delle reti del gas e dell'elettricità nella regione, inclusi i flussi inversi, al fine di raggiungere gli obiettivi della Comunità dell'energia; sottolinea l'importanza di rivolgere maggiore attenzione al consolidamento, al miglioramento e all'efficienza del settore energetico, quali condizioni principali per la modernizzazione dell'economia, nonché al rafforzamento della sicurezza e della competitività energetica e allo sviluppo di strategie in ambito energetico in linea con gli obblighi della Comunità dell'energia e gli obiettivi dell'UE; chiede la prosecuzione delle riforme del mercato del gas e dell'elettricità e una quota adeguata di energia da fonti rinnovabili, in linea con le politiche e le norme dell'UE; riconosce che la dipendenza energetica dei paesi del partenariato orientale da paesi terzi e l'inadeguata diversificazione dell'approvvigionamento complicano le dinamiche dell'integrazione europea e invita la Commissione e gli Stati membri ad accelerare i progetti che contribuiranno a mitigare tale situazione; chiede alla Commissione e al Consiglio di rendere la solidarietà un principio fondamentale della Comunità dell'energia che deve essere pienamente rispettato da tutti i soggetti attivi nel mercato dell'UE;
18. chiede l'introduzione di una clausola di sicurezza energetica in tutti gli accordi con i paesi del partenariato orientale, al fine di assicurare il pieno rispetto della normativa dell'UE relativa al mercato interno dell'energia, l'inclusione in detti accordi di un meccanismo di allarme rapido onde garantire una valutazione tempestiva dei potenziali rischi e problemi connessi al transito e all'approvvigionamento dell'energia proveniente da paesi terzi, come pure l'istituzione di un quadro comune di assistenza reciproca, solidarietà e risoluzione delle controversie;
19. chiede un approccio più personalizzato nei confronti dei singoli paesi partner, che tenga in maggiore considerazione le loro particolari vulnerabilità geopolitiche, che dia attuazione ai principi di differenziazione e di "more for more" (maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno), ma con un coordinamento globale; è fermamente convinto che la profondità e la portata delle relazioni con ogni paese partner debba riflettere la sua ambizione europea, il suo impegno nei confronti dei valori comuni e i suoi progressi nell'allinearsi alla legislazione dell'UE, sulla base di una valutazione di parametri di riferimento chiari e dei suoi meriti; è del parere che l'architettura del partenariato orientale debba essere lungimirante e flessibile – sia dal punto di vista istituzionale che concettuale – per fornire incentivi a lungo termine a tutti i partner, compresi quelli più avanzati e quindi intensificare le relazioni con l'UE; è convinto altresì che i paesi del partenariato orientale non debbano soltanto concentrarsi su obiettivi normativi, ma anche avvicinarsi ai cittadini attraverso approcci dal basso verso l'alto finalizzati a fissare i benefici della futura adesione nell'opinione pubblica; ricorda che l'avanzamento del partenariato dipende dal progresso e dagli importanti sforzi profusi nell'ambito del rispetto dei diritti umani, delle riforme del sistema giudiziario e dell'amministrazione pubblica, della lotta contro la corruzione nonché da una maggiore partecipazione dei cittadini al processo decisionale;
20. invita la Commissione a esaminare ulteriormente le possibilità di ridurre le barriere commerciali, se del caso, anche prima della firma e dell'attuazione delle DCFTA, affinché le società e le aziende dei rispettivi paesi partner godano immediatamente dei benefici economici derivanti da una maggiore cooperazione con l'UE;
21. riconosce l'importanza dell'inclusione nel garantire che il partenariato progredisca con la partecipazione di tutti i sei partner; sottolinea pertanto la necessità di un ulteriore miglioramento della dimensione multilaterale e incoraggia l'organizzazione di riunioni periodiche a livello ministeriale per l'intero spettro politico;
22. sottolinea, a tale proposito, come nel caso dell'Ucraina, l'importanza dell'adozione di azioni immediate da parte del Consiglio, tra cui una maggiore pressione diplomatica e l'introduzione di singole misure mirate, sanzioni sui viaggi e il congelamento di beni e proprietà nei confronti di funzionari, legislatori e dei loro sponsor commerciali responsabili di violazioni dei diritti umani, e di intensificare gli sforzi volti a bloccare il riciclaggio di denaro e l'evasione fiscale da parte di società e uomini d'affari del paese in questione nelle banche europee;
23. esprime le proprie preoccupazioni riguardo alla mancanza di un'intesa comune sull'essenza della cooperazione tra l'UE e i paesi del partenariato orientale; rileva con preoccupazione che l'UE viene vista di frequente come un donatore e i paesi partner come beneficiari, mentre tutti dovrebbero assumere un duplice ruolo; avverte che questo tipo di percezione pubblica potrebbe creare aspettative irrealistiche tra le società dei partner orientali;
24. trova deplorevole che gli Stati membri abbiano spesso pareri divergenti e non adottino una posizione comune nei confronti delle relazioni con i paesi del partenariato orientale e degli sviluppi in detti paesi; rileva con preoccupazione la mancanza di intesa tra gli Stati membri in merito all'importanza strategica della cooperazione e di una posizione comune in merito ad alcune problematiche; sollecita una revisione globale della PEV soprattutto nei confronti dei vicini orientali, alla luce dei recenti avvenimenti e anche in termini di misure concrete e tangibili, rivolte in particolare ai cittadini dei paesi del partenariato orientale;
25. raccomanda di rafforzare ulteriormente la dimensione multilaterale del partenariato orientale per promuovere un clima di cooperazione, amicizia e buone relazioni di vicinato che sostenga gli obiettivi dell'associazione politica e in particolare dell'integrazione economica, nonché di promuovere iniziative multilaterali di cooperazione e progetti comuni, compiendo ulteriori progressi nella cooperazione transfrontaliera e regionale, soprattutto in settori quali i trasporti, i contatti tra le persone, l'ambiente, la sicurezza delle frontiere e la sicurezza energetica, e rammenta la grande importanza che l'UE attribuisce a tal proposito all'Assemblea parlamentare Euronest; ritiene che la cooperazione debba continuare comunque, ove possibile, su base bilaterale tra l'UE, da un lato, e i paesi partner, dall'altro;
26. sottolinea che è opportuno dedicare maggiori sforzi alla condivisione delle esperienze in tema di riforme democratiche, attingendo alla vasta esperienza maturata dai paesi europei nel processo di creazione e tutela dei regimi democratici basato sul rispetto dei valori fondamentali e dello Stato di diritto, soprattutto da parte degli Stati membri che possono attingere sia alla loro esperienza con l'integrazione nell'UE, sia alle loro strette relazioni con i paesi del partenariato orientale, riconoscendo nel contempo le specificità dei singoli paesi, sottolineando i vantaggi reciproci previsti e stabilendo un equilibro tra condizionalità e solidarietà, anche nell'interesse dell'ulteriore sviluppo dell'Unione stessa; suggerisce di considerare le possibilità di apprendimento inter pares, sia a livello politico che tecnico, che consentirebbero di aumentare la consapevolezza e la conoscenza del processo di democratizzazione e dello Stato di diritto;
27. è del parere che l'UE debba incoraggiare in modo più proattivo i paesi partner nella lotta contro le violazioni dei diritti umani; chiede agli Stati membri di attuare gli orientamenti dell'Unione sui difensori dei diritti umani e ricorda che per gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l'Unione stessa può, ai sensi dei trattati, valutare l'adozione di provvedimenti restrittivi o sanzioni nel quadro della PESC tra cui l'embargo sulle armi, il divieto dell'esportazione di attrezzature per azioni di repressione interna e le limitazioni ai visti o i divieti di viaggio per le persone direttamente o indirettamente responsabili di gravi violazioni dei diritti umani o della repressione della società civile e dell'opposizione democratica o le cui attività compromettano seriamente la democrazia o lo Stato di diritto, nonché il congelamento dei fondi e delle loro risorse finanziarie; sottolinea la necessità di garantire che le sanzioni siano selettive e mirate al fine di non incidere sulla vita dei comuni cittadini;
28. accoglie con favore, quale conclusione positiva del vertice di Vilnius, la sigla di accordi di associazione, incluse disposizioni sulle DCFTA, con la Repubblica di Moldova e la Georgia; deplora tuttavia che l'esito del vertice di Vilnius abbia deluso le aspettative ed esorta, ove opportuno, a firmare tempestivamente e ad attuare integralmente in modo rapido ed efficace accordi di associazione con i paesi partner, al fine di sostenere la modernizzazione e il processo di riforma di tali paesi, in particolare nei settori riguardanti il consolidamento di una buona governance, lo Stato di diritto, la protezione dei diritti umani e la lotta alla corruzione, e sostenere la creazione e modernizzazione delle economie dei paesi partner e di una legislazione che istituisca un ambiente favorevole per le imprese; invita il SEAE e la Commissione a individuare gli ambiti e i settori di cooperazione nel quadro dei programmi di associazione la cui attuazione potrebbe già essere avviata a breve e medio termine;
29. deplora le continue pressioni esercitate sui paesi del partenariato orientale, mediante strumenti economici, politici e militari, dalla Russia, la quale percepisce il rafforzamento delle relazioni tra l'UE e i paesi del partenariato orientale come un'azione contraria ai suoi interessi; evidenzia la necessità di affrontare tale aspetto nei colloqui con la Russia e di avviare una seria discussione tra gli Stati membri dell'UE su nuove modalità per coinvolgere costruttivamente la Russia in iniziative che riflettano gli interessi comuni nell'ambito di un vicinato europeo sicuro, stabile e prospero, superando così la vecchia e pericolosa logica delle sfere d'influenza; invita l'UE ad adottare misure concrete, compresa l'assistenza economica, la facilitazione dei regimi commerciali, i progetti volti a rafforzare la sicurezza energetica e la modernizzazione economica, per sostenere i paesi del partenariato orientale nelle loro aspirazioni europee, e invita altresì l'UE ad adottare una strategia comune nei confronti della Russia; sollecita quindi un dialogo franco e aperto con i paesi terzi al fine di ottimizzare gli sforzi volti a creare sinergie a beneficio dei paesi del partenariato orientale;
30. ricorda che tra gli obiettivi di cooperazione con i paesi del partenariato orientale vi deve essere la creazione di un partenariato strategico più stretto, il rafforzamento dei contatti tra le popolazioni dei paesi dell'UE e del partenariato orientale, l'istituzione di reti di legami sociali per favorire l'integrazione e sostenere la modernizzazione nonché un orientamento pro-europeo che vada oltre la semplice stabilizzazione;
31. sottolinea la necessità di rafforzare la sensibilizzazione nei paesi del partenariato orientale in merito all'Unione europea; evidenzia che le delegazioni dell'UE in tali paesi dovrebbero svolgere un ruolo chiave nel sostenere le campagne di visibilità dell'UE;
32. incoraggia lo sviluppo di relazioni più salde tra i paesi partner e la promozione della stabilità e del rafforzamento della fiducia multilaterale; sottolinea, a tal proposito, l'importanza di definire un'autentica dimensione multilaterale nel partenariato orientale, al fine di migliorare le relazioni di buon vicinato, rafforzando la cooperazione regionale e risolvendo le controversie bilaterali;
33. ribadisce che i "conflitti congelati" ostacolano il pieno sviluppo del partenariato orientale e aggravano l'odio, l'animosità e le tensioni tra i popoli di diversi paesi del partenariato orientale; rileva l'importanza di conseguire soluzioni eque e una pace duratura sulla base dei principi del diritto internazionale; a tal fine, chiede a tutte le parti di creare condizioni favorevoli evitando la retorica dell'odio e la propaganda bellica e attuando misure volte a rafforzare la fiducia per affrontare le questioni umanitarie, economiche e di altro genere da ogni parte degli attuali confini; sottolinea l'importanza delle iniziative di cooperazione regionale e di instaurazione della fiducia fra le parti; sottolinea altresì l'importanza di rafforzare il principio di relazioni di buon vicinato quale elemento cruciale per la risoluzione dei conflitti; teme che gli sforzi compiuti e le risorse destinate finora dall'UE non siano stati sufficienti per raggiungere risultati tangibili; esorta la Commissione a intensificare i programmi di instaurazione della fiducia nelle zone di conflitto al fine di ripristinare il dialogo e facilitare gli scambi interpersonali; esorta il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e il SEAE a sviluppare misure e approcci innovativi, tra cui strategie di comunicazione pubblica, la valutazione dell'opportunità di attuare iniziative pragmatiche e contatti informali e consultazioni, al fine di sostenere la cultura civica e il dialogo a livello locale;
34. è del parere che la partecipazione e il coinvolgimento della società civile sia dell'UE che dei paesi partner rivesta una grande importanza per l'avanzamento della politica relativa ai paesi del partenariato orientale; sottolinea che la partecipazione e il contributo attivo del Forum della società civile di tali paesi a tutti i livelli della piattaforma multilaterale rappresentano fattori decisamente positivi che devono essere rafforzati;
35. è del parere che la cooperazione fra le organizzazioni della società civile sia una buona base per autentici contatti tra le persone che non siano limitati dai confini di Stato; raccomanda di intensificare la cooperazione e il coordinamento tra il Forum della società civile del partenariato orientale e quello UE-Russia;
36. ritiene che gli strumenti di cooperazione debbano essere definiti in modo preciso, prendendo in considerazione gli strumenti e i programmi disponibili e concentrandosi in particolare sull'istruzione e sugli scambi a livello accademico; chiede di fornire ulteriori risorse finanziarie per l'attuazione del partenariato orientale e il sostegno a riforme, iniziative faro e progetti; chiede la piena partecipazione di tutti i sei paesi partner ai programmi dell'Unione;
37. sottolinea che il rispetto per lo Stato di diritto, compresa l'istituzione di un potere giudiziario indipendente ed efficiente, e il contrasto alla corruzione nel settore pubblico e privato, sono essenziali per la protezione dei valori democratici;
38. sottolinea che la corruzione è ancora diffusa nei paesi del partenariato orientale e che si tratta di una questione importante che deve essere affrontata;
39. riconosce gli effetti della crisi economica sullo sviluppo economico dei paesi del partenariato orientale; sottolinea l'importanza di promuovere la cooperazione economica per far avanzare il progetto del partenariato orientale, tra l'altro attraverso la sensibilizzazione in merito alla complessità dei problemi economici, la promozione della buona governance nel settore finanziario e della cooperazione con le istituzioni finanziarie internazionali, l'adozione di un approccio settoriale e l'impulso a una legislazione che favorisca lo sviluppo del settore delle PMI; sottolinea la necessità di concludere e di applicare in via provvisoria le DCFTA come strumenti principali per modernizzare le economie dei paesi del partenariato orientale e per uscire dalla crisi finanziaria;
40. chiede maggiori sforzi volti a rafforzare la dimensione commerciale del partenariato orientale, anche mediante il miglioramento del contesto imprenditoriale nei paesi partner a beneficio di PMI e imprese locali, regionali ed europee, e a promuovere i partenariati commerciali tra l'UE e il partenariato orientale;
41. ritiene altresì che la promozione di attività congiunte con altri partner strategici e la cooperazione nell'ambito di organizzazioni internazionali ed europee andrebbe a vantaggio di tutte le parti interessate;
42. sottolinea l'esigenza di promuovere legami sociali e culturali, mettendo in tal modo in pratica il motto dell'UE "Unita nella diversità";
43. sottolinea l'importanza degli scambi di informazioni e culturali tra i paesi del partenariato orientale e l'UE al fine di costruire società moderne e bene informate, e di promuovere i valori europei;
44. sottolinea il fatto che il Fondo europeo per la democrazia (FED) deve svolgere un ruolo importante nei paesi del partenariato orientale attraverso il rafforzamento della società civile, in maniera rapida, efficace e flessibile, la promozione dello Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, supportando o sviluppando movimenti pro-democratici nei paesi prima e durante la trasformazione verso la democrazia; invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri a sostenere il lavoro del Fondo europeo per la democrazia e a sfruttare appieno il potenziale di cooperazione e creazione di sinergie; chiede all'UE e agli Stati membri, in tale contesto, di garantire un finanziamento idoneo e stabile per le attività del Fondo europeo per la democrazia;
45. ritiene che, per migliorare la cooperazione tra i partner orientali, l'UE debba evitare di imporre la limitazione a una sola lingua nei progetti congiunti, promuovendo il multilinguismo, in particolare nell'ambito delle iniziative degli enti locali nonché civiche ed educative;
46. sottolinea l'importanza di promuovere e sostenere gli sforzi congiunti nell'ambito della ricerca e dell'innovazione, compresi i programmi di scambio per gli studenti, nell'ambito di progetti multilinguistici virtuali, del dialogo tra culture, con produzioni cinematografiche congiunte e risorse congiunte per le traduzioni letterarie, in ricerche congiunte sul retaggio del nazismo e del comunismo e dei regimi totalitari, nonché sulla storia comune in Europa, anche attraverso il programma "L'Europa dei cittadini" e mediante la promozione della cooperazione con la Piattaforma della memoria e della coscienza europee;
47. chiede lo sviluppo graduale di uno spazio comune di conoscenza e innovazione al fine di riunire i diversi filoni esistenti della cooperazione nell'ambito della ricerca e dell'innovazione;
48. incoraggia un ulteriore ravvicinamento legislativo in tutti i settori dei trasporti e nell'attuazione di progetti per le infrastrutture di trasporto, lungo tutta la rete di trasporti del partenariato orientale mediante gli attuali programmi e strumenti dell'UE, cercando al contempo una più stretta partecipazione delle istituzioni finanziarie europee ed internazionali e dando priorità a progetti che migliorino i collegamenti con la rete centrale TEN-T;
49. invita a comprendere che il partenariato orientale è un programma ambizioso, i cui risultati saranno evidenti in una prospettiva di lungo termine; sottolinea che, sebbene il partenariato orientale sia ampiamente criticato, il successo dell'iniziativa dipende dall'impegno e dalla volontà politica dell'UE e dei suoi vicini orientali; segnala inoltre che è essenziale che ogni critica mossa al partenariato orientale abbia un carattere costruttivo e sia mirata al suo miglioramento anziché a screditarlo;
50. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Servizio europeo per l'azione esterna, al Comitato delle regioni, ai governi e ai parlamenti nazionali dei paesi del partenariato orientale nonché all'OSCE e al Consiglio d'Europa.
- [1] Testi approvati, P7_TA(2013)0446.
- [2] GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 26.
- [3] GU C 296 E del 2.10.2012, pag. 105.
- [4] Testi approvati, P7_TA(2013)0565.
- [5] Testi approvati, P7_TA(2013)0570.
- [6] Testi approvati, P7_TA(2011)0334.
- [7] Testi approvati, P7_TA(2012)0126.
- [8] Testi approvati, P7_TA(2012)0503.
- [9] Testi approvati, P7_TA(2013)0575.
- [10] Testi approvati, P7_TA(2012)0113.
- [11] Testi approvati, P7_TA(2012)0504.
- [12] Testi approvati, P7_TA(2012)0470.
- [13] Testi approvati, P7_TA(2013)0274.
MOTIVAZIONE
Il documento che contiene proposte per il futuro giunge in un momento particolare: in piena crisi economica in Europa, dopo il vertice del partenariato orientale di Vilnius, al termine della legislatura 2009-2014 dell'UE, quando il suo ruolo è in crescita. Il Parlamento europeo deve pertanto presentare una proposta ambiziosa, che mostri l'apertura e l'impegno dell'UE riguardo allo sviluppo del progetto europeo. In questo senso, la crisi non deve rappresentare una limitazione, bensì un incentivo a guardare oltre il mero impegno politico, concentrandosi sui cittadini dei paesi del partenariato orientale e su politiche foriere di risultati tangibili, come il regime di esenzione dal visto. L’UE dovrebbe inoltre concentrarsi sulla gioventù e sui giovani leader, ancorando il loro futuro nell'UE. L'UE dovrebbe inoltre occuparsi della sicurezza energetica e cooperare con i paesi del partenariato orientale in questo settore. È opportuno che il presente documento offra un incentivo a un approccio politico coraggioso riguardo allo sviluppo del partenariato orientale, oltre a spianare la strada alle idee europee.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
3.3.2014 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
36 2 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Bastiaan Belder, Elmar Brok, Mário David, Susy De Martini, Michael Gahler, Marietta Giannakou, Andrzej Grzyb, Takis Hadjigeorgiou, Anna Ibrisagic, Tunne Kelam, Andrey Kovatchev, Wolfgang Kreissl-Dörfler, Eduard Kukan, Krzysztof Lisek, Francisco José Millán Mon, María Muñiz De Urquiza, Ria Oomen-Ruijten, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Cristian Dan Preda, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Jacek Saryusz-Wolski, György Schöpflin, Werner Schulz, Davor Ivo Stier, Charles Tannock, Nikola Vuljanić, Sir Graham Watson, Boris Zala |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Emine Bozkurt, Andrew Duff, Kinga Gál, Elisabeth Jeggle, Emilio Menéndez del Valle, Luis Yáñez-Barnuevo García |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Georges Bach, Zdravka Bušić, Carmen Fraga Estévez, Czesław Adam Siekierski, Wim van de Camp |
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