RELAZIONE Relazione annuale 2012 sulla protezione degli interessi finanziari dell’Unione europea - Lotta contro la frode
20.3.2014 - (2013/2132(INI))
Commissione per il controllo dei bilanci
Relatore: Inés Ayala Sender
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
Relazione annuale 2012 sulla protezione degli interessi finanziari dell’Unione europea - Lotta contro la frode
Il Parlamento europeo,
– viste le sue risoluzioni sulle precedenti relazioni annuali della Commissione e dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF),
– visti la relazione del 24 luglio 2013 della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo "Tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea – Lotta contro la frode – Relazione annuale 2012" (COM(2013)0548) e i relativi documenti di accompagnamento (SWD(2013)0283, SWD(2013)0284, SWD(2013)0285, SWD(2013)0286) e SWD(2013)0287),
– vista la relazione annuale 2012 dell'OLAF,
– vista la relazione annuale della Corte dei conti sull'esecuzione del bilancio per l'esercizio finanziario 2012, corredata delle risposte delle istituzioni[1],
– vista la proposta di regolamento del Consiglio che istituisce la Procura europea (COM(2013)0534),
– vista la comunicazione della Commissione del 17 luglio 2013 dal titolo "Migliorare la governance dell'OLAF e rafforzare le garanzie procedurali nel quadro delle indagini: approccio graduale di accompagnamento all'istituzione della Procura europea" (COM(2013)0533),
– vista la comunicazione della Commissione del 17 luglio 2013 dal titolo "Tutelare meglio gli interessi finanziari dell'Unione: una Procura europea e un nuovo Eurojust" (COM(2013)0532),
– vista la comunicazione della Commissione del 26 maggio 2011 dal titolo "La tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea attraverso il diritto penale e le indagini amministrative - Una politica integrata per salvaguardare il denaro dei contribuenti" (COM(2011)293 definitivo),
– vista la comunicazione della Commissione del 24 giugno 2011 sulla strategia antifrode della Commissione (COM(2011)0376),
– vista la comunicazione della Commissione del 6 dicembre 2012 intitolata "Piano d'azione per rafforzare la lotta alla frode fiscale e all'evasione fiscale" (COM(2012)0722),
– vista la comunicazione della Commissione del 30 settembre 2013 dal titolo "Tutela del bilancio dell'Unione europea fino alla fine del 2012" (COM(2013)0682),
– vista la comunicazione della Commissione del 13 dicembre 2013 dal titolo "Applicazione delle rettifiche finanziarie nette agli Stati membri nei settori dell'agricoltura e della politica di coesione" (COM(2013)0934),
– vista la relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo dal titolo "Relazione dell'UE sulla lotta alla corruzione" (COM(2014)0038),
– vista la direttiva 2013/43/UE del Consiglio, del 22 luglio 2013, che modifica la direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto con riguardo all'applicazione facoltativa e temporanea del meccanismo dell'inversione contabile alla cessione di determinati beni e alla prestazione di determinati servizi a rischio di frodi[2]1,
– vista la direttiva 2013/42/UE del Consiglio, del 22 luglio 2013, che modifica la direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto, per quanto riguarda un meccanismo di reazione rapida contro le frodi in materia di IVA[3],
– vista la proposta della Commissione concernente una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell'Unione mediante il diritto penale (COM(2012)0363),
– visto il regolamento (UE) n. XXX/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del XX/XX/2014, che istituisce un programma per la promozione di azioni nel settore della tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea (programma Hercule III) e che abroga la decisione n. 804/2004/CE[4],
– vista la direttiva 2014/…/UE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'aggiudicazione dei contratti di concessione,
– visto l'articolo 325, paragrafo 5, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– visto il regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 settembre 2013, relativo alle indagini svolte dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e che abroga il regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (Euratom) n. 1074/1999 del Consiglio[5],
– visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione[6],
– visto il parere n. 1/2014 del comitato di vigilanza dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) sulle Priorità della politica investigativa dell'OLAF,
– visto il regolamento (CE, Euratom) n. 2988/95 del Consiglio, del 18 dicembre 1995, relativo alla tutela degli interessi finanziari delle Comunità[7],
– vista la propria risoluzione del Parlamento europeo del 3 luglio 2013 concernente la relazione annuale 2011 sulla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea – Lotta contro la frode[8],
– vista la sua risoluzione del 15 settembre 2011 sugli sforzi dell'Unione europea per lottare contro la corruzione[9],
– viste la sua dichiarazione del 18 maggio 2010 sugli sforzi dell'Unione per lottare contro la corruzione[10] e la comunicazione della Commissione del 6 giugno 2011 dal titolo "La lotta contro la corruzione nell'UE" (COM(2011)0308),
– vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2013 sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro: raccomandazioni in merito ad azioni e iniziative da intraprendere[11],
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per il controllo dei bilanci (A7-0195/2014),
A. considerando che, secondo le stime della Commissione, ogni anno nell'UE la frode fiscale, l'evasione/elusione fiscale e la pianificazione fiscale aggressiva generano una perdita di gettito fiscale potenziale stimata a 1.000 miliardi di euro, pari a un costo annuale di circa 2 mila euro per ogni cittadino europeo;
B. considerando che la tutela degli interessi finanziari dell'UE è un elemento fondamentale dell'agenda programmatica UE volta a consolidare e rafforzare la fiducia dei cittadini e garantire un utilizzo corretto del loro denaro;
C. considerando che il trattato di Lisbona ha rafforzato considerevolmente gli strumenti di azione per la tutela degli interessi finanziari dell'Unione e obbliga sia l'UE sia i suoi Stati membri a combattere ogni forma di attività illecita che lede gli interessi finanziari dell'Unione;
D. considerando che la grande diversità di tradizioni e sistemi giuridici dell'UE rende la tutela degli interessi finanziari dell'Unione dalla frode e da ogni altra forma di attività illecita una sfida particolarmente difficile e del tutto ineludibile;
E. considerando che per tutelare gli interessi finanziari dell'Unione e combattere la frode è necessario un approccio integrato che includa strategie di lotta alla frode e alla corruzione mediante azioni legali efficaci, coerenti ed equivalenti in tutto il territorio dell'Unione; che l'UE e gli Stati membri condividono tale responsabilità e che una stretta cooperazione tra la Commissione e gli Stati membri appare essenziale, soprattutto in tempi di austerità finanziaria;
F. considerando che l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha la responsabilità di tutelare gli interessi finanziari dell'Unione svolgendo indagini sulle frodi, la corruzione e ogni altra forma di attività illecita, e che il suo comitato di vigilanza è stato istituito per rafforzare e garantire l'indipendenza dell'OLAF attraverso un monitoraggio regolare dell'assolvimento della funzione investigativa dell'OLAF;
G. considerando che gli Stati membri sono i principali responsabili dell’esecuzione di circa l'80% del bilancio dell’Unione;
H. considerando che gli Stati membri sono responsabili del calcolo della base imponibile armonizzata dell'IVA, delle modifiche alle aliquote IVA e della riscossione delle risorse proprie e che questi tre elementi hanno un'incidenza sul bilancio dell'Unione;
I. considerando che la Commissione ha recentemente adottato, su richiesta del Parlamento, una serie di importanti iniziative riguardanti misure strategiche di lotta alla frode;
J. considerando che la portata della frode e delle varie forme di evasione fiscale nonché della corruzione all'interno dell'UE mina la fiducia dei cittadini dell'Unione, e che è necessario fornire maggiori garanzie di integrità e trasparenza della spesa pubblica;
Rafforzare i meccanismi dell'Unione europea di lotta alla frode
1. sottolinea che spetta tanto alla Commissione quanto agli Stati membri compiere ogni sforzo per combattere la frode, la corruzione e ogni altra attività illecita lesiva degli interessi finanziari dell'Unione, conformemente alle disposizioni del trattato sul funzionamento dell'Unione europea; ricorda che una stretta cooperazione e uno stretto coordinamento tra la Commissione e gli Stati membri sono essenziali per garantire l'efficace tutela degli interessi finanziari dell'Unione ed è pertanto fondamentale rafforzare tale cooperazione e coordinamento e aumentarne al massimo l'efficacia; fa presente che la tutela degli interessi finanziari dell'Unione, sia per quanto concerne le risorse che le spese, necessita del medesimo livello di vigilanza;
2. ricorda che la frode è un comportamento doloso che costituisce, in determinati casi, illecito penale e che il mancato rispetto di una norma configura un'irregolarità; si rammarica che la relazione della Commissione europea non affronti la questione della frode in modo approfondito e tratti quella delle irregolarità in termini molto generali; fa notare che l'articolo 325 del TFUE riguarda la frode e non le irregolarità e chiede che venga fatta una distinzione tra frodi, errori e irregolarità;
3. prende atto della relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea – Lotta contro la frode – Relazione annuale 2012 (in appresso "Relazione annuale"); rileva che, su richiesta del Parlamento europeo, la relazione comprende due nuovi elementi:
(i) una nuova analisi del nesso tra individuazione delle irregolarità e loro segnalazione da parte degli Stati membri;
(ii) un'analisi più approfondita delle irregolarità fraudolente;
osserva che tale approccio persegue l'obiettivo di comprendere meglio la portata e la natura delle irregolarità e la loro modalità di gestione negli Stati membri;
4. chiede alla Commissione di presentare al Parlamento europeo, al momento di avviare la procedura per la presentazione della Relazione annuale, una relazione sull'attuazione e il monitoraggio delle raccomandazioni approvate dal Parlamento a seguito della Relazione dell'anno precedente, corredata di una motivazione per quelle che non sono state prese in esame o non hanno potuto essere accolte; nella medesima ottica, esorta l'OLAF a fare lo stesso per le misure richieste dal Parlamento nella presente relazione;
5. accoglie con favore le principali iniziative intraprese dalla Commissione su richiesta del Parlamento per definire un nuovo contesto legislativo europeo in materia di politica antifrode e, in particolare, la proposta di direttiva "relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell'Unione mediante il diritto penale", che mira a chiarire e armonizzare le norme di diritto penale negli Stati membri in materia di illeciti a danno del bilancio dell'UE (COM(2012)363); la proposta di regolamento del Consiglio che istituisce la Procura europea (COM(2013)534); la proposta di regolamento relativa all'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale EUROJUST (COM (2013)535), e la modifica del regolamento (CE) n. 1073/1999 "relativo alle indagini svolte dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e a una maggiore tutela dei diritti procedurali a favore dei soggetti interessati dalle indagini dell'OLAF"; riconosce che è importante che questi diversi strumenti legislativi siano ben calibrati e attentamente valutati; invita il Consiglio a prendersi il tempo necessario e a non concludere frettolosamente i negoziati, così da sviluppare un solido quadro giuridico europeo e rafforzare gli attuali strumenti istituzionali a tutela degli interessi finanziari dell'Unione; sottolinea che è opportuno evitare una transizione prematura alla procedura di cooperazione rafforzata; accoglie inoltre con favore il piano d'azione inteso a rafforzare la lotta alla frode fiscale e all'evasione fiscale come pure la riforma del sistema unionale dell'IVA, iniziative entrambe avviate nel 2011;
6. prende atto che nel 2012 il numero delle irregolarità fraudolente è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2011 con 1.231 casi segnalati, mentre la loro incidenza finanziaria è leggermente diminuita per attestarsi a 392 milioni di euro; osserva che la maggioranza delle frodi riguarda i settori della politica di coesione e dell'agricoltura (soprattutto in relazione allo sviluppo rurale e alla pesca), che rimangono i due settori di maggiore criticità con un'incidenza finanziaria stimata rispettivamente a 279 milioni e 143 milioni di euro; sottolinea tuttavia che, in generale, il numero delle irregolarità fraudolente e i relativi importi rientrano nella categoria di frode lato sensu e non devono essere considerati come una misura affidabile del fenomeno; chiede che la Relazione annuale 2013 operi una netta distinzione tra frodi, errori e irregolarità ;
7. osserva che nel 2012 le irregolarità non fraudolente notificate alla Commissione sono state circa il 6% in più rispetto al 2011 con un'incidenza finanziaria pari a circa 2,9 miliardi di euro (più del doppio rispetto al dato del 2011, in particolare nei settori della politica di coesione e delle spese dirette); prende atto con preoccupazione che tale incremento risente principalmente degli effetti di irregolarità che coinvolgono grosse somme, ma è dovuto altresì a irregolarità sistemiche segnalate in fase di chiusura dei programmi;
8. rileva che nel 2012 sono aumentate notevolmente le misure correttive adottate dalla Commissione nei confronti degli Stati membri (soprattutto nell'ambito della politica di coesione), che hanno raggiunto un valore di 3,7 miliardi di euro, e che tale incremento riflette anche la chiusura del periodo di programmazione 2000-2006;
9. osserva che le raccomandazioni che la Commissione ha rivolto agli Stati membri nel 2011, concernenti in particolare le irregolarità fraudolente e non fraudolente segnalate, il recupero di importi irregolari, il monitoraggio dei risultati delle indagini penali e il miglioramento delle statistiche nazionali sulle frodi, sono state nel complesso adeguate, ma si rammarica che alcuni aspetti problematici non siano stati affrontati come si deve; chiede agli Stati membri di dare seguito alle raccomandazioni che la Commissione ha rivolto loro nel 2011 e nel 2012, di provvedere a che le raccomandazioni loro indirizzate nella Relazione 2012 siano rispettate appieno, e di fornire una motivazione nei casi in cui gli Stati non siano stati in grado di darvi seguito;
10. propone di studiare la possibilità di costituire un'équipe di funzionari doganali europei specializzati nella lotta alle frodi che operi a fianco delle autorità doganali nazionali;
11. riconosce che per quanto riguarda le risorse proprie tradizionali l'importo da recuperare a seguito delle frodi e delle irregolarità nel 2012 ha raggiunto i 444 milioni di euro, di cui 208 milioni già recuperati dagli Stati membri; rileva che nel 2012 sono stati recuperati ulteriori 83 milioni di euro relativi ai casi accertati tra il 1989 e il 2011;
Entrate – Risorse proprie
12. si rammarica del fatto che le risorse proprie non siano più la principale fonte delle entrate di bilancio dell'UE ma ne costituiscano solo il 20% e che, pertanto, la riscossione corretta dell'IVA e dei dazi doganali ha ripercussioni dirette non solo sulle economie degli Stati membri e sul bilancio dell'Unione, ma anche sui contribuenti europei; ricorda che, secondo le stime della Commissione, la frode fiscale e l'elusione fiscale costano ogni anno all'UE ca. 1.000 miliardi di EUR, che rappresentano un costo di ca. 2 mila EUR per ogni cittadino dell'Unione;
13. accoglie con favore il piano d'azione della Commissione inteso a rafforzare la lotta alla frode e all'evasione fiscale; insiste affinché sia la Commissione sia gli Stati membri continuino a conferire priorità assoluta alla lotta alla frode e all'evasione fiscale, il che rende necessario lo sviluppo di una strategia di cooperazione e coordinamento rafforzata e multivalente tra gli Stati membri e tra questi ultimi e la Commissione, una strategia che consenta un migliore utilizzo degli strumenti esistenti, il consolidamento della legislazione in vigore, l'adozione delle proposte pendenti e la cooperazione amministrativa; ritiene parimenti essenziale la cooperazione rafforzata delle autorità fiscali, giudiziarie e di polizia in ambito nazionale; sottolinea che occorrerà prestare particolare attenzione allo sviluppo di un meccanismo di prevenzione e identificazione precoce, alla valutazione dei risultati, al miglioramento dei sistemi di riscossione delle entrate e soprattutto al rafforzamento della vigilanza nel transito doganale, giacché quest'ultimo continua a essere uno dei settori con il maggior indice di corruzione sistemica in Europa; chiede alla Commissione e agli Stati membri di essere più attivi sul piano internazionale al fine di stabilire norme di cooperazione basate soprattutto sui principi di trasparenza, buona governance e scambio di informazioni;
14. chiede alla Commissione di eseguire regolarmente un'analisi comparata dell'efficacia dei sistemi nazionali di riscossione delle risorse proprie tradizionali, in particolare identificando e diffondendo le migliori prassi in materia di efficienza del processo di recupero in tutti gli Stati membri, e di proporre se del caso idonee misure;
15. manifesta la sua preoccupazione per il fatto che, per quanto riguarda le entrate da risorse proprie tradizionali, sebbene il numero di irregolarità non fraudolente segnalate nel 2012 sia rimasto stabile, l'importo complessivo rilevato è del 20% superiore alla media per il periodo 2008-2012;
16. chiede un'analisi più approfondita del divario tra il gettito IVA teorico e il gettito IVA effettivo e di integrarla nella Relazione della Commissione al fine di disporre di un quadro più chiaro dei mancati introiti finanziari dell'Unione; ricorda che la lotta all'evasione fiscale e all'economia sommersa deve continuare a costituire un obiettivo permanente della Commissione e degli Stati membri;
Sistema di controllo informatico dei movimenti dei prodotti soggetti ad accisa (EMCS)
17. apprende con soddisfazione che il 98% delle risorse proprie tradizionali accertate venga riscosso in modo regolare, ma invita la Commissione a continuare ad adoperarsi per il restante 2% interessato da frodi e irregolarità;
18. rileva che le autorità preposte all'applicazione della legge hanno rilevato un incremento degli abusi del Sistema di controllo informatico dei movimenti dei prodotti soggetti ad accisa (EMCS); ritiene che vi sia carenza di controlli fisici dei beni trasportati nel quadro dell'EMCS; sottolinea che ulteriori investimenti nei controlli potrebbero tradursi in un incremento delle imposte riscosse e in una maggiore prevenzione dell'evasione fiscale; constata altresì che, conformemente all'articolo 21, paragrafo 3 e all'articolo 24, paragrafo 3 della direttiva 2008/118/CE del Consiglio, le autorità competenti degli Stati membri di spedizione e di destinazione effettuano una verifica elettronica dei dati figuranti nella bozza di documento amministrativo elettronico e nella nota di ricevimento; è fermamente persuaso che sia necessario introdurre criteri in base ai quali i beni pronti per la spedizione e/o ricevuti debbano essere controllati fisicamente dall'autorità competente dello Stato membro;
19. è del parere che l'aumento delle ispezioni potrebbe anche avere l'ulteriore vantaggio di eliminare le attività commerciali o le imprese di facciata create dai criminali all'unico scopo di agevolare le loro attività fraudolente; rileva che informazioni aggiornate sulla spedizione e ricevimento dei prodotti soggetti ad accisa sono confermate nell'EMCS dagli stessi operatori economici; chiede alla Commissione di prendere l'iniziativa di rendere più restrittivi i diritti di accesso all'EMCS prevedendo un riepilogo storico della compliance preliminare all'attività commerciale, in modo che gli attori economici possano ottenere lo status di "operatore economico autorizzato" ("attore economico fidato") e possano divenire i soli soggetti abilitati a operare direttamente in ambito EMCS; invita la Commissione a presentare i risultati dell'attuale analisi della necessità di modificare la direttiva 2008/118/EC;
20. chiede formalmente che gli accertamenti condotti dagli Stati membri sulle persone e le imprese che presentano domanda al Registro siano più incisivi e completi; riconosce la facilità con cui i prodotti possono essere dichiarati in modo inesatto allo scopo di evadere le accise; chiede al riguardo un maggior livello di cooperazione con le autorità fiscali;
21. ritiene che i limiti temporali ammessi per i movimenti dei prodotti tra magazzini autorizzati siano irrealisticamente lunghi; riconosce che detti limiti di tempo consentono più movimenti sulla stessa dichiarazione e cambi di destinazione prima che la data di consegna sia immessa nel sistema; chiede che l'autorità competente dello Stato membro dichiarato come quello di destinazione e quelle della nuova destinazione siano immediatamente informati dallo spedizioniere in merito ai cambiamenti; chiede inoltre che il termine massimo consentito per la presentazione della nota di ricevimento dei prodotti soggetti ad accisa sia di un giorno lavorativo e, inoltre, che la durata del viaggio per ogni consegna sia calcolata e fissata a seconda del mezzo di trasporto utilizzato e della distanza tra il luogo di spedizione e quello di destinazione;
22. ritiene che le garanzie richieste per la creazione di depositi doganali siano troppo basse rispetto al valore dei prodotti soggetti ad accisa; ritiene anche che debba essere introdotta una variabile in funzione del tipo di beni e del livello di scambi commerciali effettivamente realizzato;
23. è preoccupato per il fatto che gli Stati membri abbiano realizzato propri sistemi EMCS sulla base dei requisiti definiti in modo generico dalla Commissione; chiede al riguardo alla Commissione di adoperarsi per un sistema più uniforme nell'UE;
IVA
24. prende atto che, secondo il nuovo studio pubblicato nel 2013 sul divario dell'IVA, finanziato dalla Commissione nel quadro delle sue attività intese a riformare il sistema dell'IVA in Europa e a combattere l'evasione fiscale, nel 2011 il minor gettito IVA determinato da inadempienze o mancata riscossione è stato di 193 miliardi di euro, pari all'1,5% del PIL; sottolinea, tuttavia, che il divario dell'IVA non è dovuto soltanto alle frodi, ma anche, tra l'altro, a fallimenti e insolvenze, errori statistici, ritardi nei pagamenti ed evasione fiscale; aggiunge al riguardo che un'azione efficace per colmare il gap IVA postula la necessità di un approccio concertato e multidisciplinare; sottolinea quanto sia importante, per rafforzare la lotta all'evasione dell'IVA, attuare nuove strategie e utilizzare in modo più efficiente le strutture esistenti a livello dell'Unione;
25. si compiace del fatto che la riforma dell'IVA, varata nel dicembre 2011, abbia già fornito importanti strumenti atti a garantire una migliore protezione contro le frodi; si compiace in tal senso della definitiva adozione nel luglio 2013 della direttiva sul meccanismo di reazione rapida contro le frodi in materia di IVA e della direttiva sull'applicazione facoltativa e temporanea del meccanismo dell'inversione contabile alla cessione di determinati beni e alla prestazione di determinati servizi a rischio di frode e chiede agli Stati membri la loro rapida attuazione;
26. ritiene anche che sia opportuno porre l'accento sulla necessità di semplificare il sistema dell'IVA per le imprese di tutta l'Europa; accoglie pertanto con favore le nuove misure destinate ad agevolare la fatturazione elettronica e le disposizioni speciali per le piccole imprese entrate in vigore nel 2013 e attende l'introduzione di un modello standard di dichiarazione IVA valido per tutta l'Unione; auspica che lo sportello unico per i servizi elettronici e le società di telecomunicazioni, che entrerà in vigore nel 2015, possa realmente favorire la compliance, semplificando le procedure IVA per le imprese;
27. chiede agli Stati membri di riformare i loro sistemi fiscali nazionali per renderli più semplici, equi ed efficaci, onde favorire il rispetto delle regole, impedire, scoraggiare e sanzionare la frode e l'evasione e migliorare l'efficienza della riscossione delle imposte; invita inoltre gli Stati membri a tenere conto delle raccomandazioni specifiche per paese formulate dalla Commissione nel 2013; accoglie con favore il ripetuto appello che la Commissione ha rivolto agli Stati membri sulla necessità di allargare le basi imponibili nazionali e di limitare le esenzioni e deduzioni fiscali, il che consentirà agli Stati membri non soltanto di semplificare i sistemi tributari, ma anche di evitare l'aumento delle aliquote IVA standard;
Irregolarità fraudolente ai danni del bilancio dell'Unione europea
28. sottolinea che nel 2012 il numero di irregolarità fraudolente e la loro incidenza sono rimasti praticamente ai medesimi livelli dell'anno precedente;
29. constata che tra l'inizio di una pratica fraudolenta e la sua identificazione trascorrono mediamente 2 anni e 7 mesi; rileva inoltre che occorrono altri sette o otto mesi prima che l'irregolarità venga segnalata alla Commissione; esprime preoccupazione per il fatto che le direttive degli Stati membri sulla tempistica delle segnalazioni di frodi o altre irregolarità all'OLAF, laddove tali direttive esistano, differiscono non solo da uno Stato membro all'altro ma anche a seconda delle aree d'intervento; auspica che la Commissione elabori orientamenti europei per la segnalazione di frodi e/o di altre irregolarità all'OLAF; rammenta che il personale delle istituzioni dell'UE è obbligato a segnalare immediatamente all'OLAF, senza che ciò comporti alcuna responsabilità personale, le frodi di cui viene a conoscenza nello svolgimento delle sue funzioni;
30. osserva che per quanto riguarda le entrate, il numero di casi di frode segnalati nel 2012 è inferiore del 20% alla media degli anni 2008-2012; si compiace del fatto che le analisi effettuate dalla Commissione abbiano evidenziato una netta tendenza alla riduzione del numero di casi di frode in tale periodo;
31. osserva che, per quanto concerne le spese, l'aumento dei casi di irregolarità fraudolente è limitato in termini numerici e di valore, che si tratta di forme di irregolarità già identificate e che nel periodo 2008-2012 le frodi hanno rappresentato il 5% dei casi segnalati; prende atto del fatto che, come già avvenuto negli anni precedenti, la maggior parte delle irregolarità fraudolente è stata individuata nell'ambito della politica di coesione - 50% del numero totale dei casi e 63% in termini di valore; sottolinea che, delle 1.194 irregolarità fraudolente, 9 riguardano casi di corruzione e che tutti i casi identificati riguardano la politica di coesione; è preoccupato per la crescente incidenza di tali casi; rileva con preoccupazione la tendenza verso forme più semplici di frode, un fenomeno che riflette probabilmente tentativi di illecito commessi a causa della crisi economica da beneficiari che, in condizioni normali, non violerebbero la legge; ritiene che nei prossimi anni sia necessario monitorare e studiare queste tendenze;
32. chiede che la corruzione avente un'incidenza sugli interessi finanziari dell'UE sia considerata come frode ai fini dell'applicazione dell'articolo 325, paragrafo 5, del TFUE e sia inserita nella Relazione annuale della Commissione;
33. prende atto che per quanto riguarda le risorse naturali (agricoltura, sviluppo rurale e pesca), le irregolarità fraudolente nel 2012 sono aumentate di quasi il 50% rispetto al 2011 in conseguenza della segnalazione da parte di un solo paese di 56 casi, tutti accomunati dallo stesso modus operandi, collegati alla stessa indagine e riguardanti esclusivamente il Fondo europeo agricolo di garanzia; rileva che il tasso di frode accertata in agricoltura è lievemente superiore rispetto alla media generale: il 6% circa della totalità dei casi segnalati nel periodo 2008-2012;
34. riconosce che, nel settore dell'agricoltura e dello sviluppo rurale, nell'esercizio 2012 gli Stati membri hanno recuperato 169,4 milioni di euro dai beneficiari, mentre restano da recuperare 1.216,8 milioni di euro per il periodo successivo alla chiusura di tale esercizio; constata che il tasso di recupero del 43% risulta significativamente inficiato dai bassi tassi di recupero (inferiori al 30%) in sei Stati membri[12]; invita tali Stati membri ad adottare misure adeguate per garantire un tasso di recupero decisamente più elevato;
35. riconosce che già da diversi esercizi finanziari la politica di coesione si è dimostrata il settore più critico - la politica per lo sviluppo regionale essendo quella più penalizzata - anche se il numero di irregolarità fraudolente è rimasto stabile negli ultimi tre anni; constata che il tasso di frode accertata è inferiore alla media (4% per il periodo 2008-2012); si compiace del fatto che gli sforzi esplicati negli ultimi anni dalla Commissione presso le autorità nazionali per sensibilizzare il settore sulla questione delle frodi sembrano aver dato frutti e che il 59% delle irregolarità fraudolente è stato individuato grazie alla legislazione dell'Unione; invita la Commissione a intensificare e a consolidare la strategia antifrode congiunta avviata nel 2008; si compiace inoltre per la riduzione dei tempi di segnalazione dei casi di frode dopo l'individuazione;
36. lamenta tuttavia l'assenza di informazioni sugli importi da recuperare e i tassi di recupero per la politica di coesione relativamente all'esercizio 2012; invita la Commissione a fornire, nella sua prossima Relazione annuale, informazioni dettagliate in tal senso;
37. si compiace del fatto che negli ultimi tre anni il numero delle irregolarità segnalate nell'ambito dell'Assistenza di preadesione (PAA) si è costantemente ridotto e prende atto che i dodici nuovi Stati membri sono progressivamente usciti dai programmi PAA, che sono ora praticamente conclusi; osserva tuttavia un significativo aumento in termini di valore, dovuto a due casi segnalati dallo stesso Stato membro; aggiunge, per quanto concerne l'attuale periodo di programmazione, che le irregolarità fraudolente riguardanti lo Strumento di assistenza preadesione (IPA) hanno registrato una lieve diminuzione, molto probabilmente in conseguenza dei suoi ritardi di attuazione;
38. sottolinea l'ampia e crescente difformità degli approcci adottati dagli Stati membri riguardo alla frode, dovuta soprattutto a differenze di ordine giuridico e organizzativo sia fra gli Stati membri che fra le varie amministrazioni nazionali, ma anche al diverso approccio seguito in fase di individuazione; è fortemente preoccupato per il fatto che, in casi di irregolarità fraudolente, alcuni Stati membri limitino la loro azione all'applicazione di rettifiche finanziarie invece di indagare sulla possibile rilevanza penale; sottolinea che tali mancate indagini sui reati penali potrebbero incoraggiare comportamenti fraudolenti, minando così la lotta alla frode e a chi la commette; invita gli Stati membri interessati a investire maggiori risorse nella lotta alla frode, anche ricorrendo all'azione penale; invita la Commissione a continuare a monitorare con attenzione il funzionamento e l'efficacia dei sistemi di vigilanza e di controllo in vigore negli Stati membri e sottolinea quanto sia importante che la Commissione stabilisca principi uniformi di segnalazione per tutti gli Stati membri; chiede agli Stati membri di attuare le raccomandazioni della Commissione, in particolare per quanto concerne l'individuazione precoce, la semplificazione delle norme e la rapidità della segnalazione;
39. rileva inoltre che gli Stati membri continuano a non trasmettere i dati in tempo oppure forniscono dati inaccurati; ricorda altresì che gli Stati membri utilizzano definizioni diverse per tipologie analoghe di reati e che non tutti raccolgono dati statistici simili e con lo stesso livello di dettaglio sulla base di criteri comuni, il che rende difficile raccogliere dati statistici affidabili e comparabili a livello dell'UE e impedisce il confronto e la valutazione oggettiva, paese per paese, dell'entità delle frodi; si rammarica ancora una volta che il Parlamento, la Commissione e l'OLAF non possano assolvere correttamente il compito di valutare l'effettiva incidenza totale delle irregolarità e delle frodi nei singoli Stati membri e di formulare raccomandazioni; si rammarica che tale situazione impedisca di identificare e disciplinare gli Stati membri che presentano il più alto livello di irregolarità e frodi, come richiesto in più occasioni dal Parlamento europeo; rileva che la Commissione ha invitato gli Stati membri a migliorare le loro statistiche sulle frodi e si è impegnata a conferire maggiore enfasi al problema; sottolinea quanto sia importante che la Commissione stabilisca principi di segnalazione uniformi per tutti gli Stati membri onde assicurare che i dati raccolti siano comparabili, affidabili e sufficienti allo scopo; invita pertanto la Commissione a informare il Parlamento europeo circa le misure intraprese per introdurre un maggior grado di uniformità e comparabilità tra i dati statistici raccolti a livello nazionale; esorta gli Stati membri a presentare tempestivamente informazioni esaustive che riflettano adeguatamente il reale livello delle frodi; chiede alla Corte dei conti di dare seguito alle sue precedenti relazioni speciali sulla performance dell'OLAF al fine di determinare gli effetti della riorganizzazione;
40 sottolinea che l'elemento cardine per individuare le frodi è un'accentuata trasparenza che permetta di eseguire controlli adeguati; ricorda che, negli anni precedenti, il Parlamento ha esortato la Commissione ad attivarsi per la trasparenza tramite uno "sportello informativo unico" su tutti i beneficiari di fondi di tutti gli Stati membri UE, consistente nella pubblicazione sul sito web della Commissione dell'elenco generale dei beneficiari, indipendente dall'amministratore dei fondi e basato su categorie standard di dati da fornirsi da parte di tutti gli Stati membri in almeno una delle lingue di lavoro dell'Unione; invita gli Stati membri a collaborare con la Commissione e a fornirle informazioni complete e affidabili sui destinatari dei fondi UE gestiti dagli Stati membri; lamenta che tale misura non sia stata attuata, e invita la Commissione a farlo con urgenza;
41. constata che nel 2012 l'OLAF aveva raccomandato alle autorità nazionali l'azione giudiziaria e il recupero di circa 284 milioni di euro in relazione a 54 casi; lamenta la mancanza di informazioni circa il numero di procedimenti giudiziari intrapresi e gli importi effettivamente recuperati sulla base delle raccomandazioni dell'OLAF, come pure la percentuale di condanne per illeciti a danno del bilancio dell'Unione; invita ancora una volta la Commissione e gli Stati membri ad assicurare l'attuazione effettiva e tempestiva delle raccomandazioni formulate in seguito all'esame dei casi da parte dell'OLAF;
42. è tuttavia seriamente preoccupato per il fatto che in alcune occasioni l'OLAF ha archiviato i casi e li ha rinviati per gli opportuni adempimenti alle direzioni generali, benché queste non abbiano poteri d'indagine;
OLAF
43. si compiace della definitiva approvazione della riforma delle disposizioni che disciplinano il funzionamento dell'OLAF e accoglie con favore la comunicazione della Commissione intesa a "migliorare la governance dell'OLAF e rafforzare le garanzie procedurali nel quadro delle indagini: approccio graduale di accompagnamento all'istituzione della Procura europea"; prende atto dei primi effetti positivi della riorganizzazione e della ristrutturazione delle procedure d'indagine dell'OLAF, che mirano a chiarire i diritti procedimentali delle persone interessate dalle indagini, a migliorare la cooperazione e il dialogo con i partner dell'OLAF, a migliorare l'efficacia delle sue indagini e a ridurre la durata media dell'iter istruttorio, in particolare nella fase di selezione dei casi; constata peraltro che il 1° febbraio 2012 sono stati aperti contemporaneamente 421 casi, poi nuovamente archiviati nel corso dello stesso anno, per lo più senza recare alcuna raccomandazione; constata inoltre che nel 2012 molti casi aperti da più di 24 mesi sono stati archiviati rischiando di restare privi di raccomandazioni; rileva altresì che questo effetto una tantum si è tradotto in una riduzione della durata media delle attività d'indagine;
44. constata che dal 2012 l'OLAF stabilisce le Priorità della sua politica investigativa (IPP) su base annuale al fine di migliorare la sua procedura di selezione dei casi da indagare; rileva notevoli cambiamenti tra le IPP rispettivamente individuate nel 2012, 2013 e 2014 ed è pertanto preoccupato per il rischio intrinseco di una mancanza di coerenza generale nella procedura di selezione dei casi; è del parere che le future IPP debbano essere sempre sottoposte a una rigorosa valutazione basata sulle necessità concrete, su indicatori misurabili e sugli insegnamenti tratti dalle IPP precedenti; invita l'OLAF a fornire informazioni dettagliate sul processo decisionale relativo alle IPP;
45. prende nota della relazione annuale dell'OLAF per l'anno 2012 e del fatto che in questo periodo l'OLAF ha aperto 431 casi di indagine e 287 casi di coordinamento e ha chiuso 465 casi; ha raccomandato alle autorità nazionali l'azione giudiziaria in 54 casi, e ha raccomandato di procedere al recupero di circa 284 milioni di euro, dei quali 165,8 milioni in entrate e 118,2 milioni di euro in spese, e
i) chiede un'analisi più approfondita delle fonti delle informazioni ricevute nella fase di selezione dei casi, al fine di avere un quadro più chiaro della distribuzione dell'input informativo fra il settore pubblico e quello privato e di comprendere i motivi della grande variabilità nel numero di denunce da uno Stato membro all'altro;
ii) riconosce che il progressivo aumento della massa di informazioni provenienti dal settore pubblico può essere indice di una migliore cooperazione con gli Stati membri; rileva che l'OLAF ha modificato il modo in cui rende conto delle informazioni che riceve; constata che il ciclo del periodo di programmazione ha fatto sì che nel 2012 le pubbliche autorità segnalassero un maggior numero di irregolarità fraudolente in relazione alla chiusura di programmi;
iii) ribadisce la sua richiesta di ricevere informazioni esaustive sul tipo di follow-up dato alle raccomandazioni emanate dall'OLAF, e in particolare sul numero di casi OLAF ai quali le autorità giudiziarie nazionali non hanno potuto dare seguito per a) insufficienza di prove, b) bassa priorità, c) assenza di base giuridica, d) assenza di un interesse pubblico, e) prescrizione, f) errori di procedura o g) altre ragioni;
iv) ribadisce la sua richiesta di ricevere maggiori informazioni sul numero di controlli in loco realizzati in ciascuno Stato membro;
v) ribadisce la sua richiesta di ricevere informazioni sul numero di inchieste condotte per ogni area d'indagine (agricoltura, sigarette, dogane, politiche interne dell'UE, aiuti esterni, indagini interne, fondi strutturali, IVA) per ciascuno Stato membro;
vi) ribadisce la richiesta di includere nelle Relazioni annuali informazioni dettagliate sulla durata delle indagini, distinguendo i casi in esterni, interni, coordinamento e assistenza penale con un ulteriore raggruppamento in casi ancora in corso e casi archiviati a chiusura d'anno;
vii) ribadisce la richiesta di ricevere informazioni sul numero di indagini sia in corso che archiviate in ciascuna istituzione UE;
46. prende atto del parere n. 1/2014 del comitato di vigilanza IPP dell'OLAF e ne approva le raccomandazioni, specialmente per quanto riguarda l'elaborazione di linee guida sull'utilizzo di indicatori finanziari come criterio di proporzionalità, che darebbe all'unità responsabile della selezione dei casi direttive più chiare al riguardo; auspica pertanto che la futura evoluzione delle IPP comporti un dialogo regolare tra il direttore generale dell'OLAF e i direttori generali dei settori interessati dalle Priorità e dai relativi indicatori finanziari;
47. prende atto delle osservazioni del comitato di vigilanza riguardanti il criterio "de minimis" dell'OLAF; ricorda che l'approccio de minimis non è l'unico criterio per la selezione dei casi, e che il suo obiettivo è garantire che l'OLAF concentri i suoi sforzi e le sue risorse sui casi più complessi e gravi e che le risorse umane siano assegnate in modo da massimizzare il recupero delle somme indebitamente spese a carico del bilancio UE; invita il direttore generale a tenere conto delle opinioni del comitato di vigilanza nella revisione del criterio de minimis; si attende di essere debitamente informato in merito alla decisione del direttore generale al riguardo;
48. chiede il miglioramento della governance dell'OLAF tramite la continua revisione e consolidamento delle sue principali attività investigative; sottolinea in tale contesto l'importanza particolare che il Parlamento europeo attribuisce al controllo del rispetto delle garanzie procedimentali e ai diritti fondamentali dei soggetti interessati da un'indagine;
Il nuovo profilo della politica europea antifrode e dei relativi programmi
49. accoglie con favore tutte le iniziative della Commissione intese a rafforzare l'efficacia generale della lotta alla frode con azioni innovative in materia di sanzioni che integrino gli sforzi di prevenzione e di individuazione; ritiene che anche l'introduzione di clausole antifrode negli accordi internazionali e di cooperazione amministrativa come pure nel settore degli appalti pubblici costituisca un progresso significativo nella difesa degli interessi finanziari dell'Unione e nella lotta alla corruzione;
50. ricorda che, a norma dell'articolo 5 del regolamento (CE) n. 1848/2006 della Commissione, del 14 dicembre 2006, gli Stati membri sono tenuti a comunicare informazioni concernenti l'apertura o l'abbandono dei procedimenti di imposizione di sanzioni amministrative o penali relative alle irregolarità segnalate nonché i principali risultati di tali procedimenti; ricorda inoltre che tali informazioni devono precisare anche il tipo di sanzione applicata e/o se la sanzione riguardi l'applicazione della normativa UE e/o nazionale, e contenere un riferimento alle disposizioni UE e/o nazionali che stabiliscono tali sanzioni; chiede di essere informato in maniera circostanziata con un'analisi completa delle relazioni ricevute a norma dell'articolo 5 del regolamento (CE) n. 1848/2006 della Commissione; rileva che gli Stati membri devono introdurre procedure di monitoraggio antifrode e che le statistiche relative alle cause penali e al loro esito sono incomplete, il che rende difficile valutare gli iter di indagine e di perseguimento della frode negli Stati membri e l'efficacia delle future politiche di base;
51. saluta la pubblicazione nel febbraio 2014 della prima relazione sulla lotta alla corruzione, secondo la quale il fenomeno interessa tutti gli Stati membri con modalità assai diverse e costa all'economia dell'UE circa 120 miliardi di euro all'anno, e accoglie con favore tutti i suggerimenti per intensificare lo scambio delle buone pratiche in uso e per identificare nuove pertinenti misure da adottare a livello dell'UE; sottolinea al riguardo che i cittadini europei esigono garanzie di totale integrità e trasparenza nella spesa pubblica, specialmente di fronte alle attuali sfide legate alla crisi economica e finanziaria; concorda con la Commissione nel ritenere che i risultati delle iniziative intraprese sono estremamente eterogenei, e che è necessario fare di più per prevenire e punire la corruzione; lamenta tuttavia che il contenuto della relazione presenti un quadro incompleto della corruzione nell'UE; chiede che siano compiuti ulteriori sforzi, pari agli interessi sociali ed economici in gioco, per prevenire e punire efficacemente la corruzione, che insidia l'economia e il modello sociale europeo, compromette le entrate fiscali degli Stati membri e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni;
52. sottolinea in tale ambito che, dinanzi alle attuali sfide legate alla crisi economica e finanziaria, i cittadini europei esigono garanzie di totale integrità e trasparenza nella spesa pubblica;
53. chiede alla Corte dei conti europea di analizzare la questione e di proporre raccomandazioni basate sulla sua particolare visione ed esperienza, predisponendo una o più relazioni che trattino i principali problemi identificati dalla Commissione nella sua relazione sulla corruzione tenendo conto in particolare dei risultati delle relazioni per paese;
54. si compiace della proposta di regolamento che istituisce la Procura europea; sottolinea la necessità di istituire un sistema complementare e coerente in materia di tutela degli interessi finanziari dell'Unione; incoraggia la Commissione a definire correttamente a livello europeo i rispettivi ruoli e limiti delle attività della futura Procura europea, di Eurojust e dell'OLAF;
55. plaude alla pubblicazione dello studio della Commissione dal titolo Identifying and Reducing Corruption in Public Procurement in the EU (Identificare e ridurre la corruzione negli appalti pubblici nell'UE) condotto su richiesta del Parlamento europeo, che sviluppa una metodologia per misurare i costi per le finanze UE della corruzione negli appalti pubblici; constata che i costi complessivi diretti della corruzione negli appalti pubblici per il 2010 si stimano a 1,4-2,2 miliardi di euro per i cinque settori esaminati in 8 Stati membri[13]; sottolinea che lo studio ha raccomandato anche una maggiore trasparenza negli appalti, migliori meccanismi di audit e valutazione, lo sviluppo di un sistema di raccolta centrale di dati sugli appalti pubblici, un aggiornamento della banca dati Tenders Electronic Daily (TED) nonché una protezione rafforzata per chi denuncia gli illeciti (whistleblowers); chiede alla Commissione di fornire informazioni sulle politiche e sulle misure attuate per rispondere a tali raccomandazioni;
56. constata che, secondo le stime ufficiali, gli Stati membri perdono a causa del contrabbando di sigarette oltre 11 miliardi di euro all'anno di entrate fiscali a vantaggio delle reti della criminalità organizzata e insiste sulla necessità di ripristinare in seno all'OLAF le risorse e competenze impegnate in passato in questo settore; sostiene fermamente la Commissione e l'OLAF nell'elaborazione del piano d'azione per la lotta al contrabbando di sigarette; chiede al riguardo una migliore cooperazione tra OLAF ed EUROPOL;
57 ritiene indispensabile costituire in seno all'OLAF una rete di funzionari di collegamento per i principali paesi a rischio di contrabbando;
58. chiede di essere informato in merito a qualunque sviluppo del dibattito relativo all'eventuale rinegoziazione degli accordi esistenti e chiede che sia realizzato uno studio indipendente sugli accordi con l'industria del tabacco, onde quantificare l'impatto del commercio illecito del tabacco sulle risorse proprie e prevedere l'eventuale estensione degli accordi esistenti a produttori diversi da quelli attualmente interessati; ciò allo scopo di garantire una migliore tracciabilità dei prodotti, dalla produzione alla distribuzione;
59. plaude all'adozione del regolamento che vara il programma Hercule III per l'esercizio 2014-2020; constata che, con un budget di oltre 104 milioni di euro, il programma cofinanzierà interventi - come apparecchiature di scansione per identificare i prodotti di contrabbando nei camion e sistemi automatizzati di riconoscimento dei codici dei container e delle targhe - per rafforzare la lotta al contrabbando e alla contraffazione; lamenta l'assenza di trasparenza osservata durante l'attuazione del programma Hercule II relativamente all'acquisto e all'utilizzo di apparecchiature tecniche da parte dei beneficiari, e ricorda che tale situazione ha portato il Parlamento a bloccare in riserva una determinata quota degli stanziamenti dell'OLAF nei bilanci 2013 e 2014 dell'Unione, in attesa di ricevere informazioni adeguate; invita l'OLAF a continuare a fornire tali informazioni, includendo precisazioni concernenti lo stato attuale e l'impatto delle apparecchiature finanziate, e a dimostrare maggiore trasparenza nell'attuazione del programma Hercule III;
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60. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, alla Corte di giustizia dell'Unione europea, alla Corte dei conti europea, al Comitato di vigilanza dell'OLAF e all'OLAF.
- [1] GU C 331 del 14.11.2013, pag.1.
- [2] 1 GU C 201 del 26.7.2013, pag. 4.
- [3] GU L 201 del 26.7.2013, pag. 1.
- [4] Non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale.
- [5] GU L 248 del 18.9.2013, pag. 1.
- [6] GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1.
- [7] GU L 312 del 23.12.1995, pag. 1.
- [8] Testi approvati, P7_TA(2013)0318.
- [9] GU C 51 E/15 del 22.2.2013, pag. 121.
- [10] Testi approvati, P7_TA(2010)0176.
- [11] Testi approvati, P7_TA(2013)0444.
- [12] Belgio (23%), Bulgaria (4%), Grecia (18%), Francia (22%), Slovenia (25%) e Slovacchia (26%).
- [13] Strade e ferrovie, acqua e rifiuti, edilizia urbana e lavori pubblici, formazione, ricerca e sviluppo in Francia, Ungheria, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Spagna.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
17.3.2014 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
20 0 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Marta Andreasen, Jean-Pierre Audy, Zuzana Brzobohatá, Martin Ehrenhauser, Jens Geier, Gerben-Jan Gerbrandy, Ingeborg Gräßle, Rina Ronja Kari, Monica Luisa Macovei, Jan Mulder, Eva Ortiz Vilella, Paul Rübig, Petri Sarvamaa, Bart Staes, Georgios Stavrakakis, Derek Vaughan |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Amelia Andersdotter, Philip Bradbourn, Markus Pieper |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Thomas Ulmer |
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