RELAZIONE sui negoziati sul QFP 2014-2020: insegnamenti da trarre e prospettive per il futuro
26.3.2014 - (2014/2005(INI))
Commissione per i bilanci
Corelatori: Jean-Luc Dehaene, Ivailo Kalfin
Relatore per parere (*):
Andrew Duff, commissione per gli affari costituzionali
(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 50 del regolamento
- PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
- MOTIVAZIONE
- PARERE della commissione per gli affari costituzionali (*)
- PARERE della commissione per l'occupazione e gli affari sociali
- PARERE della commissione per lo sviluppo regionale
- PARERE della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni
- ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sui negoziati sul QFP 2014-2020: insegnamenti da trarre e prospettive per il futuro
Il Parlamento europeo,
visti la proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2014-2020 (COM(2011)0398), modificata il 6 luglio 2012 (COM(2012)0388), e il progetto di accordo interistituzionale (AII) tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria (COM(2011)0403),
vista la propria approvazione, il 19 novembre 2013, del regolamento sul QFP, a norma dell’articolo 312 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, e la propria approvazione, nella stessa data, della conclusione dell’AII;
visti il QFP e l’AII, adottati in via definitiva il 2 dicembre 2013 e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale il 20 dicembre 2013,
vista la sua risoluzione dell'8 giugno 2011 dal titolo: "Investire nel futuro: un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per un'Europa competitiva, sostenibile e inclusiva"[1],
vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2012 intesa a favorire il buon esito della procedura di approvazione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020[2],
vista la sua risoluzione del 13 marzo 2013 sulle conclusioni del Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013 relative al quadro finanziario pluriennale[3],
vista la sua risoluzione del 3 luglio 2013 sull'accordo politico relativo al quadro finanziario pluriennale 2014-2020[4],
vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2013 sulle relazioni tra il Parlamento europeo e le istituzioni che rappresentano i governi nazionali[5],
visto l'articolo 48 del suo regolamento,
visti la relazione della commissione per i bilanci e i pareri della commissione per gli affari costituzionali, della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (A7-0254/2014),
A. considerando che l'accordo sul QFP 2014-2020 è il risultato di negoziati lunghi e ardui, durati due anni e mezzo; e che è stato possibile giungere ad un accordo politico definitivo soltanto al più alto livello politico tra i tre presidenti (Parlamento, Presidenza del Consiglio e Commissione), conformemente all'articolo 324 del TFUE;
B. considerando che il livello generale del prossimo QFP (960 miliardi di euro in impegni, 908 miliardi di euro in pagamenti a prezzi 2011), stabilito dal Consiglio europeo e, successivamente, approvato dal Parlamento, rappresenta un taglio del 3,5% negli impegni e del 3,7% nei pagamenti rispetto al il quadro finanziario 2007-2013, nonostante le accresciute competenze dell'UE in seguito all’entrata in vigore del trattato di Lisbona e all'allargamento dell'Unione a 28 Stati membri; e che tale livello non è sufficiente per conseguire gli obiettivi e gli impegni politici dell'UE, in particolare in relazione alla strategia Europa 2020;
C. considerando che il bilancio annuale dell'UE continuerà a rappresentare circa l'1% dell'RNL dell'UE nei prossimi anni, attestandosi ad un livello già raggiunto nei primi anni '90, e ben al di sotto del massimale delle risorse proprie, pari all'1,29% dell’RNL UE per gli impegni e all'1,23% dell'RNL UE per i pagamenti, come inizialmente stabilito nel 1992 e riconfermato nel 2010;
D. considerando che, di fronte all'impossibilità politica di cambiare le cifre complessive del QFP stabilite dal Consiglio europeo, il Parlamento si è concentrato sul miglioramento dell'esecuzione del QFP negoziando con successo l'inclusione di nuove disposizioni che contribuiranno a rendere il nuovo quadro finanziario e il nuovo bilancio annuale dell'UE più operativi, coerenti, trasparenti e rispondenti alle esigenze dei cittadini europei e consentiranno di ottimizzare l’utilizzo dei massimali del QFP; e che tali disposizioni riguardano, in particolare, le nuove modalità relative alla revisione del QFP, alla flessibilità, nonché all'unità e alla trasparenza del bilancio dell'UE, unitamente a un ulteriore impegno a riformare il finanziamento del bilancio dell’UE (dichiarazione comune sulle risorse proprie);
E. considerando che, conformemente al principio guida secondo cui "non c'è accordo su nulla finché non c'è accordo su tutto", il Parlamento ha dato la sua approvazione al nuovo regolamento QFP e approvato il nuovo accordo interistituzionale del 19 novembre 2013, avendo il Consiglio rispettato le condizioni stabilite nella risoluzione del Parlamento europeo del 3 luglio 2013, compresa l'adozione di ulteriori 11,2 miliardi di euro in pagamenti per il 2013;
F. considerando che il Consiglio non ha compiuto alcun progresso per quanto riguarda la tanto necessaria riforma dell'attuale sistema di finanziamento del bilancio UE, nonostante le ambiziose proposte presentate dalla Commissione, volte non solo a superare la situazione di stallo causata dalla mancanza di un vero e proprio sistema di risorse proprie, ma anche a rendere il sistema di finanziamento del bilancio dell'UE più semplice, equo e trasparente per i cittadini dell'UE;
G. considerando che, in seguito all'accordo sul QFP 2014-2020, il QFP continua a non coincidere con i mandati del Parlamento e della Commissione che avranno inizio nel 2014;
H. considerando che le possibilità offerte dal trattato di Lisbona per quanto riguarda la modifica delle procedure decisionali per il QFP e le decisioni sulle risorse proprie non sono state sfruttate;
1. deplora vivamente il fatto che sia la procedura che ha condotto all'accordo sul QFP 2014-2020, sia il dibattito politico che ha accompagnato questi negoziati, abbiano dimostrato la palese mancanza di una visione comune per quanto riguarda il bilancio e le priorità politiche dell'UE, abbiano evidenziato che vi sono approcci molto divergenti tra le istituzioni dell’UE e si siano rivelati insufficienti a fronte del ruolo accresciuto e delle maggiori prerogative del Parlamento in seguito all'entrata in vigore del trattato di Lisbona; ritiene pertanto della massima importanza che la presente relazione tragga le lezioni politiche e istituzionali necessarie, che possono servire da base per la preparazione di futuri negoziati, in particolare in relazione alla revisione post-elettorale del QFP, il cui avvio da parte della Commissione è previsto entro e non oltre la fine del 2016;
Considerazioni politiche
2. riconosce che il risanamento di bilancio attualmente in corso negli Stati membri ha reso impraticabile il raggiungimento di un accordo più ambizioso sul QFP 2014-2020; deplora tuttavia profondamente il fatto che il ruolo del bilancio dell'UE quale importante strumento politico comune volto a superare l'attuale crisi economica e sociale non sia stato debitamente riconosciuto; rammenta che il bilancio dell’UE è soprattutto un bilancio di investimenti, che fornisce un quadro unico entro il quale coordinare e potenziare gli sforzi nazionali per rilanciare la crescita, stimolare la competitività e creare occupazione in tutta l'UE;
3. è profondamente preoccupato per il fatto che, da anni, le discussioni di bilancio in seno al Consiglio siano avvelenate dalla logica del "giusto ritorno", anziché essere improntate alla logica del valore aggiunto europeo; ritiene che, se questa controversia esisteva già prima dell'introduzione delle risorse basate sull'RNL, la situazione si sia decisamente aggravata a motivo dell’attuale sistema di finanziamento dell’UE, in virtù del quale circa il 74% delle entrate deriva da contributi nazionali basati sull'RNL, anziché da reali risorse proprie, come previsto dal Trattato di Roma e da tutti i trattati successivi; e considera che tale sistema ponga un'enfasi eccessiva sui saldi netti tra gli Stati membri e che abbia condotto alla progressiva introduzione di sconti complessi e poco chiari e ad altri meccanismi di correzione relativi al finanziamento del bilancio dell'UE;
4. ritiene che questa logica sia prevalsa anche nella conclusione dell'accordo sul QFP al Consiglio europeo dell'8 febbraio 2013; si rammarica che essa si sia tradotta nella determinazione delle dotazioni nazionali al momento dell’accordo, segnatamente per i due maggiori settori di spesa del bilancio dell’UE, vale a dire la politica agricola e la politica di coesione; critica, in particolare, l'aumento nel numero delle assegnazioni e "donazioni" speciali concesse nel corso dei negoziati tra i capi di Stato e di governo, che non si basano su criteri oggettivi e verificabili, bensì riflettono il potere contrattuale degli Stati membri, i quali cercano di garantire i propri interessi nazionali e massimizzare i propri profitti netti; denuncia la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato la conclusione di questo accordo e la riluttanza del Consiglio e della Commissione a fornire al Parlamento tutta la documentazione pertinente; evidenzia che il valore aggiunto europeo deve prevalere sugli interessi nazionali;
5. respinge fermamente questa visione puramente contabile del bilancio dell'UE, che non tiene conto del valore aggiunto europeo, contraddice il principio di solidarietà dell'UE e sottovaluta il ruolo attuale e potenziale del bilancio dell'UE ai fini del rafforzamento della governance economica; sottolinea che il bilancio dell'UE è prevalentemente un bilancio di investimenti con un forte effetto leva che rende possibili numerosi progetti altrimenti difficili o impossibili da realizzare e che funge da catalizzatore per la crescita, la competitività e l'occupazione in tutta l'Unione nonché da potente veicolo di riforma; deplora quindi profondamente il fatto che alcuni Stati membri sembrino considerare i contributi nazionali al bilancio dell'UE un semplice costo da minimizzare;
6. si rammarica che il Consiglio europeo abbia adottato un approccio dall’alto verso il basso per decidere l’entità complessiva del QFP 2014-2020, il che dimostra una preoccupante discrepanza tra gli impegni politici dell'UE adottati dal Consiglio europeo e la riluttanza di quest’ultimo a finanziarli adeguatamente; ritiene invece che tale decisione dovrebbe essere basata su un approccio dal basso verso l’alto, risultante da una valutazione approfondita delle esigenze finanziarie dell'Unione e degli obiettivi politici enunciati nei programmi e nelle politiche pluriennali dell'UE stabiliti dall’autorità legislativa;
7. è pertanto convinto che qualsiasi decisione sul quadro finanziario dovrebbe essere preceduta da – e basata su – un reale dibattito politico sul ruolo, la funzione e il valore aggiunto del bilancio dell'UE e sulla sua compatibilità con la strategia politica adottata dall'Unione e con gli obiettivi e le priorità operativi attribuiti all'Unione; ritiene che, al fine di colmare il divario tra le visioni divergenti su ciò che il bilancio dell'UE rappresenta e su ciò che può conseguire, questo dibattito dovrebbe essere organizzato a tempo debito e vedere la partecipazione delle tre istituzioni dell'UE e di tutti i parlamenti nazionali, coinvolgendo altresì i più alti livelli politici degli Stati membri;
8. è inoltre convinto che si possano compiere progressi tangibili soltanto grazie ad una riforma approfondita del finanziamento del bilancio dell'UE che dovrebbe rispettare la lettera e lo spirito del trattato, facendo ritorno a un sistema di risorse proprie genuino, chiaro, semplice ed equo; sottolinea che l'introduzione di una o più nuove risorse proprie contribuirà a ridurre al minimo la quota dei contributi al bilancio dell'UE basati sull'RNL e, di conseguenza, a ridurre l'onere a carico degli erari nazionali; ribadisce il suo forte impegno verso qualsiasi processo che conduca alla riforma del sistema delle risorse proprie, attualmente caratterizzato da complessità, opacità e scarso rendimento; si rammarica che l'accordo definitivo del Consiglio sul sistema delle risorse proprie sia ancor più complesso del precedente poiché ha introdotto nuove compensazioni ed eccezioni;
Considerazioni istituzionali
9. ricorda che, con la relazione della sua commissione speciale SURE del giugno 2011, il Parlamento è stato la prima istituzione dell'UE a presentare la propria visione del QFP 2014-2020 e a sottolineare la necessità di riformare il finanziamento del bilancio dell'UE; ritiene che questa preparazione tempestiva abbia aiutato il Parlamento a stabilire un ampio consenso sulle priorità politiche e a rimanere unito durante il successivo processo negoziale; reputa altresì che tale relazione abbia fornito orientamenti alla Commissione per la stesura delle sue proposte sul QFP e sulle risorse proprie e apprezza il dialogo politico regolare instauratosi tra le due istituzioni in tutte le fasi della preparazione di questa relazione; è del parere che tale pratica debba essere ulteriormente sviluppata, trasformandola in un dialogo più strutturato tra le due istituzioni in vista della presentazione delle proposte nell'ambito del QFP;
10. ricorda che, a norma dell'articolo 312 del TFUE, il Consiglio adotta all'unanimità il regolamento sul QFP, previa approvazione del Parlamento, mentre le tre istituzioni dell'UE "adottano ogni misura necessaria a facilitare l'adozione stessa"; rileva pertanto che il trattato non stabilisce alcuna procedura concreta relativa alla partecipazione del Parlamento ai negoziati sul QFP e che queste modalità sono state successivamente determinate nella pratica attraverso una serie di accordi ad hoc concordati a livello politico su iniziativa del Parlamento;
11. deplora che, prima dell'accordo del Consiglio europeo sul QFP, dell'8 febbraio 2013, non si siano avuti negoziati significativi il Parlamento e il Consiglio; ritiene che le numerose riunioni tenutesi tra il suo gruppo negoziale e le successive presidenze del Consiglio, a margine delle relative riunioni del Consiglio Affari generali, e la sua partecipazione alle riunioni informali del Consiglio sul QFP, abbiano soltanto reso possibile una condivisione parziale delle informazioni tra il Consiglio e il Parlamento; reputa pertanto necessario che il Parlamento si basi ulteriormente sull’esperienza acquisita e si adoperi con tutti i mezzi a sua disposizione per rafforzare la sua influenza sullo spirito, sul calendario e sul contenuto dei negoziati con il Consiglio, facendo in modo che quest’ultimo tenga maggiormente conto dei suoi argomenti e delle sue posizioni;
12. deplora il fatto che, nonostante le forti opposizioni del Parlamento, tutti i successivi "schemi di negoziato" presentati dalle diverse presidenze del Consiglio e, in definitiva, l'accordo sul QFP del Consiglio europeo dell'8 febbraio 2013, contenessero un numero significativo di elementi legislativi che avrebbero dovuto essere stabiliti nell'ambito della procedura legislativa ordinaria; sottolinea che non si è potuta raggiungere l'unanimità necessaria a livello giuridico in seno al Consiglio sul regolamento QFP se non anticipando talune modifiche politiche importanti nelle politiche settoriali dell’UE, ostacolando in tal modo l’esercizio delle prerogative del Parlamento nell’ambito della co-decisione e, in particolare, il suo diritto a proporre modifiche al pari del Consiglio, e ciò in netta contraddizione con i trattati;
13. rileva che i negoziati veri e propri sul regolamento QFP e sull'AII sono stati avviati soltanto a maggio 2013, senza che i negoziatori del Consiglio avessero un mandato negoziale ufficiale e considerando invece l'accordo sul QFP del Consiglio europeo come unico punto di riferimento, senza alcun margine di discussione; sottolinea che questo atteggiamento ha portato non solo ad una inutile perdita di tempo, ma anche al tentativo, inaccettabile, da parte del Consiglio, di escludere determinati argomenti dai negoziati, costringendo il Parlamento a lottare, anche al più alto livello politico, al fine di avviare negoziati su ogni articolo del regolamento QFP e/o dell'AII;
14. ricorda che, in virtù del trattato, il Consiglio europeo non esercita funzioni legislative; insiste pertanto sul fatto che le conclusioni del Consiglio europeo vadano considerate un mandato negoziale per il Consiglio e che tale mandato non costituisce in nessun caso un limite che non può essere negoziato con il Parlamento; chiede che nelle conclusioni del Consiglio europeo sia inclusa una formula standard che richiami le disposizioni dell'articolo 15, paragrafo 1, del TFUE;
15. si rammarica profondamente del fatto che lo stesso problema abbia caratterizzato i negoziati sui programmi pluriennali dell'Unione, in particolare nel settore della politica agricola e della politica di coesione; rileva che il Consiglio ha rifiutato in molti casi persino di fare riferimento agli "aspetti correlati al QFP" di tali basi giuridiche; sottolinea il notevole sforzo e il tempo che sono stati necessari al Parlamento per garantire che tutti i punti delle basi giuridiche stabilite in codecisione tra il Consiglio e il Parlamento restassero aperti alla negoziazione; rileva con soddisfazione che i negoziatori del Parlamento sono riusciti in ultima analisi a impugnare alcune parti dell'accordo del Consiglio europeo;
16. rileva di non aver contestato alla fin fine gli importi del QFP (livello complessivo e ripartizione per rubrica) stabiliti dal Consiglio europeo, riconoscendo la congiuntura economica e finanziaria particolarmente difficile al momento dell'adozione di questa decisione; sottolinea, tuttavia, come ciò non debba in alcun modo essere considerato un precedente e ribadisce la propria posizione secondo cui gli importi del QFP, come pure ogni altra parte del relativo accordo politico del Consiglio europeo, devono essere negoziati con il Parlamento;
17. sottolinea la necessità di migliorare in modo sostanziale le modalità di eventuali futuri negoziati sul QFP, al fine di evitare situazioni di stallo e risparmiare tempo e risorse preziose nel corso dei negoziati; ritiene che tali modalità debbano essere ufficializzate in un accordo ai massimi livelli politici, che dovrebbe tener conto delle carenze dei recenti negoziati, salvaguardando pienamente il ruolo e le prerogative del Parlamento, come sancito dal trattato UE; è del parere che tale procedura debba quindi essere sancita dallo stesso AII, come avviene per la procedura di bilancio;
18. osserva l'immenso lavoro di scambio di informazioni e di coordinamento necessario in seno al Parlamento per garantire la coerenza dei negoziati paralleli sul QFP e tra le basi giuridiche di oltre 60 programmi pluriennali; sottolinea l'estrema importanza di distinguere i dossier da adottare nell'ambito della procedura di codecisione e di deferire quanto più possibile alle rispettive commissioni competenti; propone che, nell'ambito dei prossimi negoziati sul QFP, il Parlamento europeo esamini le proposte legislative in parallelo e le approvi successivamente in un unico pacchetto, applicando quanto più possibile il principio secondo cui nessun accordo è acquisito finché non vi è accordo su tutti gli elementi;
19. è convinto che, in ragione della regola dell'unanimità in seno al Consiglio, l'accordo rappresenti il minimo comun denominatore, data la necessità di evitare il veto di un singolo Stato membro; sottolinea che il passaggio al voto a maggioranza qualificata per il regolamento QFP sarebbe in linea non solo con la procedura legislativa ordinaria, utilizzata per l'adozione di pressoché tutti i programmi pluriennali dell'Unione europea, ma anche con la procedura annuale di adozione del bilancio dell'UE;
20. rileva la possibilità che il Consiglio europeo ricorra alla clausola passerella generale (articolo 48, paragrafo 7, del TUE) per applicare il voto a maggioranza qualificata e la procedura legislativa ordinaria alle decisioni sulle risorse proprie e sul QFP; ricorda, inoltre, che l'articolo 312, paragrafo 2, del TFUE consente in ogni caso il ricorso al voto a maggioranza qualificata per il QFP; esorta il Consiglio europeo a utilizzare entrambe le passerelle ai fini previsti in modo da snellire il processo decisionale in seno al Consiglio e limitare la misura in cui la politica del "juste retour" nazionale prevale sull'articolazione dell'interesse comune dell'Unione nel suo complesso;
QFP 2014-2020: prospettive per il futuro
21. dichiara la propria intenzione di garantire che tutte le nuove disposizioni incorporate con successo nel regolamento QFP e nell'AII siano pienamente utilizzate nella procedura di bilancio annuale; si attende che il Consiglio non tenti di imporre interpretazioni restrittive di tali disposizioni, in particolare sulla natura e la portata di tutti gli strumenti speciali, ma che agisca invece responsabilmente e approvi i necessari stanziamenti per far fronte sia agli impegni pregressi, sia alle spese impreviste, anche se fosse necessario di conseguenza sforare i massimali annuali del QFP; ricorda, a tale proposito, che i massimali del QFP 2014-2020 sono stati fissati ben al di sotto dei massimali delle risorse proprie;
22. insiste particolarmente sulle nuove regole in materia di flessibilità che dovrebbero consentire di utilizzare al massimo i rispettivi massimali fissati dal QFP per gli impegni e i pagamenti; sottolinea che la prassi dei precedenti quadri finanziari, in cui il bilancio annuale dell'Unione era ben inferiore ai massimali del QFP, in particolare per quanto riguarda gli stanziamenti di pagamento, non è più sostenibile;
23. sottolinea al riguardo che i RAL accumulati hanno raggiunto un livello critico che potrebbe in futuro determinare un deficit strutturale del bilancio dell'UE, il che violerebbe naturalmente le disposizioni del trattato (articoli 310 e 323 del TFUE); esprime profonda preoccupazione per la costante crescita del numero di fatture non saldate a fine anno dal 2011 (23,4 miliardi di EUR alla fine del 2013 per la sola politica di coesione) il che graverà pesantemente sui massimali di pagamento del QFP 2014-2020; sottolinea la necessità di fissare con precisione i massimali annuali dei pagamenti del QFP, tenendo debitamente conto anche delle dinamiche della politica di coesione, tra cui i tempi di programmazione, di attuazione, di conclusione definitiva dei programmi e di disimpegno;
24. sottolinea che il margine globale per gli impegni è finalizzato a sostenere gli investimenti per la crescita e l'occupazione in Europa, in particolare quella giovanile; ricorda che tale strumento rappresenta un'iniziativa del Parlamento europeo;
25. ricorda che la prossima Commissione, che entrerà in carica dopo le elezioni europee del 2014, dovrà avviare un riesame obbligatorio e una successiva revisione del QFP 2014-2020 entro la fine del 2016; sottolinea che tale clausola di riesame/revisione post-elettorale è stata una delle principali richieste del Parlamento durante i negoziati sul QFP, ed è dettata dalla necessità di consentire alla prossima Commissione e al prossimo Parlamento di riesaminare le priorità politiche dell'Unione, conferendo in tal modo al QFP una rinnovata legittimità democratica; sottolinea la notevole contrazione del livello degli investimenti cui si è assistito tra il 2008 e il 2012 a seguito della crisi economica e rammenta che, in base ad alcune stime[6], ciò costerà all'Europa 540 miliardi di EUR in mancata redditività entro il 2020;
26. sottolinea la necessità che, in vista del riesame/revisione postelettorale del QFP, il prossimo Parlamento rifletta con largo anticipo sulle priorità politiche, individuando cioè gli ambiti per i quali risulteranno necessari maggiori investimenti nella seconda metà del QFP 2014-2020; invita a tal fine la prossima Commissione e il prossimo Parlamento europeo a esaminare attentamente i risultati raggiunti nel perseguimento degli obiettivi dalla strategia Europa 2020, in particolare in termini di occupazione e lotta alla crisi economica, nonché i risultati di programmi chiave dell'Unione, come ad esempio Orizzonte 2020, al fine di concentrarsi sui settori di comprovato valore aggiunto della spesa dell'Unione e per i quali si imporranno ulteriori risorse finanziarie;
27. chiede che il riesame a medio termine del QFP prepari una successiva riduzione della durata del prossimo QFP, in modo da garantire la sua successiva rinegoziazione durante ciascun mandato del Parlamento e della Commissione, assicurando così la piena legittimità democratica delle decisioni regolari sulle prospettive finanziarie dell'Unione e adottando, nel contempo, misure per far fronte alla necessità di stabilità dei cicli di programmazione e di prevedibilità degli investimenti; è fermamente convinto che un QFP quinquennale rafforzerebbe la legittimità democratica, migliorerebbe la determinazione dell'ordine di priorità delle risorse di bilancio e potrebbe essere considerato una premessa per ampliare il dibattito politico;
28. sottolinea che le proposte della Commissione sulla revisione del QFP dovrebbero tenere pienamente conto delle ultime proiezioni macroeconomiche e includere una valutazione approfondita del funzionamento di tutti gli strumenti speciali, in particolare i margini globali in materia di impegni e pagamenti; ricorda che tale processo non comporterà un effetto degressivo su eventuali dotazioni nazionali preassegnate, tra cui la quota del Fondo sociale europeo di tali dotazioni nazionali; si attende, in tale contesto, che la Commissione fornisca al Parlamento e al Consiglio informazioni identiche e coerenti sugli importi e le stime, al fine di evitare incomprensioni durante i negoziati in merito alle basi della discussione;
29. sottolinea la necessità di incoraggiare un'ampia discussione aperta sui risultati raggiunti dai programmi di finanziamento dell'Unione e, in particolare, una valutazione della misura in cui tali programmi contribuiscono al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020;
30. sottolinea che gli strumenti finanziari innovativi, quali i "project bonds" europei, possono svolgere un ruolo assai importante, se concepiti correttamente, nel promuovere investimenti quanto mai necessari; esorta la Commissione, a tal proposito, a fare un uso ottimale della prossima valutazione anche nel contesto del riesame/revisione del QFP 2014-2020;
31. plaude alla dichiarazione comune delle tre istituzioni approvata nel quadro degli accordi sul QFP, secondo la quale le procedure di bilancio annuali integreranno, ove opportuno, elementi relativi alla dimensione di genere, prendendo in considerazione le modalità con cui il quadro finanziario complessivo dell'Unione contribuisce a una maggiore parità di genere (e garantisce il mainstreaming di genere); sottolinea che tali principi dovrebbero essere integrati nelle proposte della Commissione sulla revisione del QFP;
32. ribadisce la propria intenzione di fare della revisione obbligatoria del QFP un requisito essenziale per l'investitura della prossima Commissione; invita pertanto il prossimo Parlamento europeo a subordinare l'elezione del candidato proposto alla Presidenza della Commissione a un impegno forte e inequivocabile a favore dell'attuazione della clausola di riesame/revisione postelettorale e alla partecipazione a un dialogo politico autentico e approfondito sul suo contenuto;
33. rileva che al prossimo ciclo negoziale si applicheranno i nuovi articoli 70 e 70 bis del regolamento del Parlamento (negoziati interistituzionali nelle procedure legislative); raccomanda che, all'inizio del prossimo mandato del Parlamento, la commissione competente per il regolamento sia invitata a procedere a una razionalizzazione di tali articoli con l'articolo 75 (QFP), l'articolo 75 quater (trilogo finanziario) e l'articolo 81, paragrafo 3 (procedura di approvazione), al fine di elaborare un unico articolo coerente, espressamente destinato alle procedure legislative speciali di cui agli articoli 311 e 312 del TFUE relative alla determinazione del mandato, allo svolgimento dei triloghi (compreso il ruolo del Presidente) e al controllo da parte dell'Aula;
34. ritiene che, in sede di prossima revisione dei trattati, la Convenzione dovrebbe formulare proposte in merito a un sistema di autentica codecisione tra il Consiglio e il Parlamento sull'approvazione delle decisioni relative al QFP e alle risorse proprie;
35. è fermamente convinto che il gruppo ad alto livello sulle risorse proprie rappresenti un'occasione unica per superare la situazione di stallo che si è venuta a creare sulla riforma dell'attuale sistema delle risorse proprie; si attende che esso contribuisca in modo significativo alla comprensione delle carenze del sistema attuale e dei benefici che possono derivare da una riforma globale e approfondita nonché dall'introduzione di risorse proprie nuove ed effettive, che riducano in modo significativo la quota del contribuito al bilancio dell'UE a carico dell'RNL;
36. rammenta che il gruppo ad alto livello ha il compito di esaminare tutti gli aspetti della riforma del sistema delle risorse proprie; esprime la ferma volontà di lavorare intensamente, mediante i suoi tre rappresentanti, in tutte le fasi di questo processo e a condurlo in porto; conta su una titolarità a pari merito del Consiglio e sull'impegno di quest'ultimo; sottolinea la necessità di sensibilizzare i parlamenti nazionali sulle problematiche in gioco; sottolinea che i risultati e le conclusioni del gruppo ad alto livello dovrebbero essere pronti in tempo utile affinché possano essere esaminati in sede di riesame/revisione del QFP nel 2016, in modo tale da introdurre eventuali riforme fin dal prossimo quadro finanziario pluriennale;
37. esprime la ferma convinzione che qualsiasi nuova capacità finanziaria o qualsiasi nuovo bilancio appositamente creato per gli Stati membri della zona euro le cui funzioni di finanza pubblica non rientrano nel QFP debba essere istituita nel quadro dell'Unione ed essere assoggettata a un opportuno controllo e rendicontabilità democratici mediante le istituzioni esistenti;
38. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, nonché ai parlamenti nazionali.
- [1] GU C 380 E dell'11.12.2012, pag. 89.
- [2] Testi approvati, P7_TA(2012)0360.
- [3] Testi approvati, P7_TA(2013)0078.
- [4] Testi approvati, P7_TA(2013)0304.
- [5] Testi approvati, P7_TA(2013)0599.
- [6] Allocuzione del Presidente del Consiglio dei governatori della BEI in occasione della Settimana interparlamentare europea, 21 gennaio 2014.
MOTIVAZIONE
Contesto
La programmazione finanziaria pluriennale dell'Unione europea è stata introdotta per la prima volta nel 1988 con l'obiettivo di superare le crisi di bilancio affrontate dall'UE verso la fine degli anni '70 e negli anni '80. Tali crisi sono spesso degenerate in un conflitto aperto tra Consiglio e Parlamento, portando alla mancata adozione dei bilanci annuali dell'Unione per gli esercizi 1980, 1985, 1986 e 1988 fino ad esercizio annuale inoltrato.
Il quadro finanziario pluriennale (QFP) fissa sia gli importi massimi annui ("massimali") per la spesa complessiva dell'UE (per quanto concerne tanto gli impegni quanto i pagamenti) sia i massimali per categorie di spesa ("rubriche") dell'Unione, e ha come obiettivo principale quello di garantire un elevato grado di prevedibilità e un andamento ordinato della spesa in linea con le priorità politiche dell'Unione, rispettando i limiti del massimale delle sue risorse proprie. Il massimale delle risorse proprie era stato originariamente stabilito nel 1992 ed è stato riconfermato nel 2010 all'1,23% dell'RNL dell'UE (in pagamenti).
Storicamente, i bilanci annuali dell'UE adottati sono sempre stati inferiori ai massimali globali del QFP.
Prima dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona il Consiglio, il Parlamento e la Commissione concordavano un QFP mediante l'adozione di un accordo interistituzionale. Con l'adozione del suddetto trattato è stata invece codificata la prassi della programmazione finanziaria pluriennale, e il trattato prevede che il QFP sia ora fissato mediante un regolamento del Consiglio e stabilito per un periodo di almeno cinque anni (articolo 312 TFUE). Per la sua adozione è applicata una procedura legislativa speciale, nella quale il Consiglio delibera all'unanimità previa approvazione del Parlamento. Il trattato di Lisbona prevede la possibilità di adottare un accordo interistituzionale (AII) che integra il regolamento relativo al QFP.
Le fasi principali dei negoziati sul QFP 2014-2020 possono essere riassunte come segue:
- 16/06/2010: costituzione della commissione SURE del Parlamento europeo
- 08/06/2011: approvazione da parte del PE della relazione SURE dal titolo "Investire nel futuro: un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per un'Europa competitiva, sostenibile e inclusiva"
- 29/06/2011: proposta della Commissione relativa al QFP 2014-2020 e nuovo AII, seguiti da oltre 60 proposte legislative che disciplinano tutti i programmi di spesa pluriennali
- 06/07/2012: proposta della Commissione aggiornata relativa a un nuovo QFP
- 21/05/2012: primo schema di negoziato del Consiglio
- 23/10/2012: relazione interlocutoria del PE (risoluzione del Parlamento per favorire il buon esito della procedura di approvazione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020)
- 23/11/2012: nessun accordo raggiunto durante la riunione straordinaria del Consiglio europeo del novembre 2012, in seguito alle prime proposte numeriche formulate dalla Presidenza cipriota del Consiglio e dal Presidente del Consiglio europeo
- 08/02/2013: conclusioni del Consiglio europeo sul QFP
- 13/03/2013: risoluzioni del PE e conclusioni del CE
- 13/05/2013: Prima riunione tripartita ufficiale
- 27/06/2013: accordo politico sul QFP, seguito dalla risoluzione del PE del 3 luglio con cui approva l'accordo politico relativo al QFP
- 19/11/2013: approvazione "ufficiale" del QFP da parte del PE
- 02/12/2013: adozione ufficiale del regolamento QFP e dell'AII da parte del Consiglio
Proposta/posizione negoziale iniziale del Parlamento
La posizione del PE in merito all'entità e alle ambizioni del QFP è stata dapprima definita nella relazione della commissione speciale SURE dell'8 giugno 2011 dal titolo "investire nel futuro: un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per un'Europa competitiva, sostenibile e inclusiva", nella quale – alla luce degli ambiziosi obiettivi dell'Unione per gli anni a venire – è indicata la necessità di aumentare i massimali globali del QFP (impegni e pagamenti) almeno del 5% rispetto ai massimali per il 2013. Il PE ha insistito sulla necessità di una maggiore concentrazione delle risorse in settori che stimolano la crescita e la competitività e sul mantenimento dei fondi destinati alla politica di coesione almeno allo stesso livello del periodo 2007-2013. Per quanto concerne la spesa agricola, gli importi stanziati nel 2013 dovrebbero essere quantomeno mantenuti. Sulla base del mandato politico conferito nella relazione SURE, il PE ha elaborato la sua posizione negoziale nella relazione interlocutoria sul QFP del 23 ottobre 2012.
Pur dichiarando l'intenzione di condurre negoziati veri e propri con il Consiglio in merito a ogni articolo del regolamento relativo al QFP e del corrispondente AII, il Parlamento ha definito 5 punti fondamentali per i negoziati: livello sufficiente di risorse, flessibilità, revisione post-elettorale, risorse proprie e unità del bilancio. La posizione del PE comprendeva inoltre numerose altre questioni importanti.
I. Alla luce delle considerazioni generali in materia di bilancio all'interno degli Stati membri, il Parlamento ha deciso di non contestare gli importi globali (massimali globali di impegni e pagamenti per l'intero periodo) concordati all'unanimità dai capi di Stato e di governo. Non ha contestato nemmeno gli importi per rubrica, che hanno condotto a un leggero riorientamento verso crescita, posti di lavoro e investimenti orientati al futuro (rubrica 1). Tale approvazione è stata tuttavia subordinata alla condizione, tra l'altro, che i massimali del QFP concordati per gli stanziamenti di impegno e di pagamento possano essere utilizzati appieno in sede di definizione dei bilanci annuali. Il Parlamento ha quindi proposto un nuovo approccio orientato alla flessibilità. Ha reputato che il QFP proposto non sarebbe gestibile senza la "massima flessibilità possibile", un concetto che è stato menzionato ma non approfondito nelle conclusioni del Consiglio europeo.
Il bisogno accertato di poter riportare gli eventuali margini inutilizzati da una rubrica all'altra e da un esercizio all'altro è divenuto realtà grazie alle proposte innovative del Parlamento relative alla definizione di margini globali di pagamenti e impegni. Gli altri meccanismi di flessibilità sostenuti dal Parlamento comprendono il campo di applicazione e la precisa definizione di strumenti speciali, il margine per imprevisti, gli adeguamenti relativi alle condizioni di esecuzione, ecc. Essi sono elencati e brevemente descritti nella tabella che segue.
Dal momento che i massimali fissati dal QFP 2014-2020 sono comunque superiori agli importi relativi all'esecuzione per il periodo 2007-2013 per quanto concerne gli stanziamenti di pagamento (solamente), è ancora possibile, tramite opportuna attuazione dei meccanismi di flessibilità che saranno concordati, garantire un'esecuzione dei bilanci per il 2014-2020 superiore a quella del periodo 2007-2013.
II. L'approvazione degli importi del Consiglio dovrebbe essere altresì collegata alla richiesta del Parlamento di una forte clausola di revisione post-elettorale, in contrasto con il "riesame" del periodo attuale, dal momento che il Parlamento ha ritenuto di non poter accettare ciecamente un bilancio di austerità per un periodo di sette anni, vincolando in tal modo il nuovo Parlamento e la nuova Commissione nonché i loro successori. Pertanto, ai fini di un miglior allineamento del calendario elettorale e dei tempi di adozione del bilancio e per poter reagire ai nuovi sviluppi economici, il Parlamento ha proposto modalità specifiche per mettere in atto la clausola di revisione (campo di applicazione, calendario, utilizzo della clausola "passerella" per una procedura di voto a maggioranza qualificata, ecc.).
III. Per quanto concerne le risorse proprie, il Parlamento ha sostenuto le ambiziose proposte legislative della Commissione e ha sollecitato una chiara tabella di marcia per il ripristino di un sistema autentico, chiaro, semplice ed equo di risorse proprie, che offra garanzie quanto al processo decisionale e al controllo democratico relativo a tutti i bilanci pubblici. Tra le tappe proposte rientravano la riduzione del livello del contribuito proveniente dall'RNL al 40% del bilancio dell'Unione, il trasferimento, totale o parziale, al bilancio dell'Unione delle entrate derivanti dall'imposta sulle transazioni finanziarie nel quadro della cooperazione rafforzata, la riforma delle risorse proprie basate sull'IVA, la riduzione dei costi di riscossione delle risorse proprie tradizionali al 10% degli importi riscossi dagli Stati membri e la graduale abolizione delle riduzioni esistenti e degli altri meccanismi di correzione.
IV. Per quanto concerne l'unità del bilancio e la trasparenza, il Parlamento ha insistito sul principio secondo cui tutte le spese e le entrate imputabili a decisioni adottate dalle istituzioni dell'UE o per loro conto dovrebbero essere incluse nel bilancio dell'Unione, unitamente a una panoramica completa delle incidenze finanziarie di tutti gli strumenti e azioni dell'Unione, comprese le azioni a livello di UE realizzate dagli Stati membri nell'ambito della cooperazione rafforzata o di uno specifico trattato.
Inoltre, i dati del Consiglio europeo hanno portato il Parlamento a fissare, quale condizione essenziale per avviare i negoziati, la presentazione da parte della Commissione di un progetto di bilancio rettificativo, fino al massimale per i pagamenti del 2013, allo scopo di coprire nella maggior misura possibile le richieste di pagamento del 2013 prima dell'inizio del nuovo periodo ed evitare che il livello dei pagamenti fissato per il periodo 2014-2020 debba coprire anche una quota sproporzionata di richieste di pagamento relative al periodo precedente. In risposta diretta alla recente crisi dei pagamenti di bilancio dell'Unione, il Parlamento ha altresì proposto diverse disposizioni, indicate nella tabella sottostante, volte ad affrontare la questione dei pagamenti, come ad esempio il possibile riutilizzo delle eccedenze.
Un'altra importante questione è stata quella di impedire che venissero annullati i poteri di codecisione del Parlamento, giacché le conclusioni del Consiglio europeo dell'8 febbraio 2013 si sono spinte ben oltre la linea di demarcazione tra le questioni fondamentali del QFP e gli elementi associati ai programmi adottati in codecisione. Questa è stata la prima esperienza di attuazione delle disposizioni del trattato di Lisbona in relazione al QFP.
Infine, su richiesta del PE, nel corso dei negoziati sono state trattate anche diverse altre questioni riguardanti il QFP o la procedura di bilancio annuale, nonché alcune questioni più specifiche sollevate dalle commissioni specializzate (PECH, CONT, AFET, FEMM, ecc.), che sono presentate nella tabella sottostante.
La posizione dettagliata del Parlamento in merito a tali elementi è stata presentata nelle numerose relazioni adottate dal Parlamento prima dell'adozione delle conclusioni del Consiglio europeo dell'8 febbraio. In vista dei negoziati, i relatori hanno integrato tale posizione in un documento di lavoro[1], in cui sono presentate modifiche testuali concrete alle proposte della Commissione. Le modifiche sono descritte in appresso.
Richiesta del PE |
Descrizione / obiettivo |
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4 questioni principali |
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Flessibilità: |
Obiettivo generale: accordare flessibilità all'autorità di bilancio durante la procedura annuale, rendere gestibile il QFP e concedere la possibilità di utilizzare appieno i massimali concordati |
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– margine globale SP |
Riporto automatico e illimitato da un esercizio all'altro degli stanziamenti di pagamento non iscritti in bilancio/non spesi al di sotto del massimale. Allo scopo di consentire un eventuale recupero in relazione agli SP in caso di ritardi nell'attuazione |
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– margine globale SI |
Stesso meccanismo per gli impegni, al fine di agevolare il finanziamento delle priorità e dei bisogni emergenti e utilizzare appieno il massimale globale del QFP |
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– strumenti speciali |
Maggiore flessibilità per il loro utilizzo e mobilitazione (importo annuo, pagamenti corrispondenti, riporto illimitato delle somme non utilizzate), al fine di disporre di risorse e flessibilità sufficienti per far fronte a tutti gli eventi associati imprevisti |
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– margine per imprevisti |
A integrazione degli altri strumenti di flessibilità, nel caso che questi ultimi si rivelino insufficienti a far fronte ai bisogni emergenti (nessuna compensazione) |
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– utilizzo delle eccedenze |
Riguardante nello specifico i pagamenti, al fine di evitare la situazione in cui si rendono necessari pagamenti aggiuntivi mentre, al contempo, risorse supplementari dell'UE sul piano delle entrate vengono di fatto restituite agli Stati membri attraverso una riduzione del contributo basato sull'RNL |
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– adeguamento dei pagamenti in relazione alle condizioni di esecuzione |
Per far fronte a eventuali modifiche dei modelli di esecuzione e degli effettivi profili di erogazione nel quadro della procedura di bilancio annuale |
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– flessibilità legislativa |
Possibilità di discostarsi del 10% dalle dotazioni finanziarie concordate per i programmi |
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– nuova tipologia di flessibilità/aggiornamento/adeguamento/revisione migliorati |
Semplificazione e precisazione dei diversi modi di modificare il QFP o di discostarsi da esso, a seconda che i massimali globali siano interessati o meno, mediante opportune modalità di adozione delle decisioni |
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Revisione post-elettorale |
Definizione di una "clausola di revisione a tempo" per concedere al neoeletto Parlamento e alla nuova Commissione la possibilità di esprimere il loro parere in merito ai massimali del QFP applicabili durante il loro mandato, tenendo conto delle nuove circostanze economiche |
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Unità e trasparenza |
Evitare eventuali finanziamenti fuori bilancio e garantire una chiara visione di tutte le risorse mobilitate dall'Unione o per suo conto |
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Risorse proprie |
Definizione del percorso da seguire per ripristinare un sistema di risorse proprie autentico |
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"Altre" questioni |
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Grandi progetti: Galileo, ITER, Copernicus |
Non inclusi nel massimale globale del QFP ma in aggiunta ad esso, separando la loro dotazione in caso di sforamento dei costi |
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Pagamenti e impegni residui (RAL): |
L'obiettivo generale era di fornire all'autorità di bilancio gli strumenti per uscire dalla recente crisi dei pagamenti di bilancio |
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– giustificazione delle divergenze rispetto alle stime della Commissione |
Al fine di evitare tagli indiscriminati e/o arbitrari che non sono connessi alla reale esecuzione del bilancio e alle previsioni di spesa fornite dalle autorità degli Stati membri (nell'ambito della gestione concorrente) |
|
– certificazione delle previsioni di pagamento |
Per porre fine alle divergenze tra le stime delle autorità nazionali relative alle richieste di pagamento nell'ambito della gestione concorrente e gli stanziamenti di bilancio dell'UE proposti dal Consiglio per onorare tali richieste |
|
– trattamento dei contributi degli Stati membri nei bilanci nazionali |
Migliore stima dei contributi nazionali nei relativi bilanci, conformemente ai principi di contabilità pubblica, onde evitare che il livello del bilancio dell'UE in termini di pagamenti rappresenti una variabile di adeguamento per gli obiettivi nazionali in materia di disavanzo e debito |
|
– informazioni e riunioni periodiche |
Al fine di promuovere i dibattiti e la sensibilizzazione in merito al fabbisogno di pagamenti, nonché creare una base comune affinché il PE e il Consiglio elaborino le loro posizioni sul bilancio dell'UE |
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– piano d'azione sui RAL |
Al fine di limitare il continuo aumento degli impegni residui (non pagati) |
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PESC |
Maggiore controllo (maggiore rendicontazione, nessuna eccezione) e trasparenza (nomenclatura più dettagliata) per il PE |
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Spese amministrative |
Definizione dell'obiettivo del -5% in relazione ai negoziati paralleli sullo statuto dei funzionari |
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Sana gestione finanziaria |
Miglioramento del controllo di bilancio, rendicontazione e responsabilità in relazione al bilancio dell'Unione |
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– dichiarazioni di gestione nazionali |
Dare nuovo slancio all'emissione di dichiarazioni nazionali sulla gestione dei fondi UE |
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– organizzazioni internazionali |
Garantire la trasmissione di tutte le informazioni rilevanti e della documentazione relativa ai fondi UE erogati tramite organizzazioni internazionali |
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– valutazione |
La relazione di valutazione a norma dell'articolo 318 TFUE dovrebbe essere incentrata, per quanto concerne la sua dimensione interna, sulla strategia Europa 2020 |
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Dichiarazione su sinergie, migliore spesa |
Valutazione indipendente per individuare possibili sinergie, condivisione di risorse e risparmi a ogni livello governativo (UE, nazionale e regionale) |
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Durata |
Il QFP 2014-2020 va considerato una soluzione transitoria verso un periodo di 5 o 5+5 anni, per allineare la durata del QFP al mandato delle istituzioni, accrescendo in tal modo la responsabilità democratica |
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Agenzie |
Procedura finalizzata a un maggior allineamento delle decisioni legislative e di bilancio riguardanti le agenzie (istituzione, ampliamento dei compiti), anche durante i negoziati legislativi |
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FES |
Integrazione nel bilancio dell'UE |
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Parità di genere |
Integrazione, a seconda dei casi, degli elementi capaci di rispondere alle problematiche di genere, tenendo conto del modo in cui il quadro finanziario generale dell'Unione contribuisce a una maggiore parità di genere (e assicura l'integrazione di genere) |
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Accordi di pesca |
Maggiore partecipazione dei rappresentanti del PE ai negoziati sugli accordi internazionali di pesca, tenendo conto dei poteri del Parlamento nel settore degli accordi di pesca |
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Altre questioni nell'allegato all'AII |
Azioni finalizzate a facilitare la procedura di bilancio annuale (anche attraverso un calendario flessibile e pragmatico affinché la procedura annuale si svolga correttamente) |
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Negoziati e modalità di lavoro
Al fine di garantire lo sviluppo comune, la titolarità e la comunicazione delle posizioni e della strategia del Parlamento, le misure adottate all'interno del PE comprendono:
– La tempestiva costituzione della commissione temporanea SURE, composta da membri della commissione BUDG e delle commissioni specializzate. Al fine di garantire la massima influenza, il Parlamento ha adottato la sua posizione sul QFP prima della pubblicazione della proposta della Commissione per il QFP, e non in risposta a essa.
– Riunioni periodiche del gruppo di contatto sul QFP, presieduto dal Presidente del PE, alle quali sono stati rappresentati la squadra negoziale della commissione BUDG, i gruppi politici e i presidenti di altre commissioni, a seconda dei casi, permettendo di conseguire proficui scambi di informazioni e l'elaborazione comune della posizione del PE.
– Relatori comuni per i negoziati relativi al QFP e alle risorse proprie, con il coinvolgimento di diversi gruppi politici, cosa che facilita l'elaborazione di un approccio che gode di un ampio sostegno all'interno del PE.
– La squadra negoziale per il QFP, alla quale hanno partecipato il presidente della commissione BUDG e i relatori per il QFP e le risorse proprie, si è riunita periodicamente e ha invitato con regolarità rappresentanti di altri gruppi politici.
– I relatori sul QFP hanno visitato le commissioni specializzate e hanno invitato i relatori sul QFP delle commissioni specializzate a partecipare a riunioni mensili per uno scambio di informazioni e opinioni, includendo nella maggior misura possibile le diverse commissioni del PE.
Le riunioni sono state affiancate da riunioni a tutti i livelli amministrativi pertinenti per sostenere il processo decisionale politico.
Prima delle conclusioni del Consiglio dell'8 febbraio 2013 e l'avvio di riunioni formali e informali durante i negoziati (consultazioni a tre, riunioni di dialogo politico, ecc.), le misure di interazione tra il Parlamento e le altre istituzioni includevano:
– Riunioni tra i rappresentanti del trio di Presidenza del Consiglio (Polonia, Danimarca e Cipro) e del Parlamento subito prima di ciascun Consiglio "Affari generali" sul QFP nonché trasmissione dei documenti pertinenti e resoconto della Presidenza del Consiglio in seguito, in linea con la lettera inviata dal primo ministro Orban, per conto delle Presidenze ungherese, polacca, danese e cipriota, al Presidente Buzek il 6 giugno 2011.
– Sia la Presidenza danese che quella cipriota hanno invitato la squadra negoziale del Parlamento a partecipare alle riunioni informali del Consiglio "Affari generali".
– Il Presidente del Parlamento ha presentato la posizione del PE nei discorsi al Consiglio europeo e durante gli incontri a norma dell'articolo 324 TFUE tra i presidenti di Parlamento, Consiglio e Commissione, ai quali era spesso invitato il Presidente del Consiglio europeo.
– Numerosi contatti bilaterali tra il Presidente del Parlamento e i membri della squadra negoziale sul QFP e le controparti nei parlamenti nazionali.
In aggiunta a quanto suddetto, il Parlamento ha reso nota la sua posizione attraverso varie azioni legislative e non legislative (cfr. sopra). Sulla base del mandato conferito nella relazione della commissione SURE e della sua relazione interlocutoria dell'ottobre 2012, ha intrattenuto numerosi contatti durante i negoziati per un accordo del Consiglio europeo.
Nella sua risoluzione del 13 marzo 2013 il Parlamento ha respinto l'accordo sul QFP raggiunto dal Consiglio europeo l'8 febbraio 2013 nella sua forma corrente, ritenendo che non riflettesse le priorità e le preoccupazioni espresse dal Parlamento e che non tenesse in considerazione il suo ruolo e le sue competenze. Il Parlamento ha sottolineato che non avrebbe potuto accettare un simile accordo senza che venissero soddisfatte determinate condizioni essenziali, definendo la propria posizione negoziale per i veri negoziati tra Consiglio e Parlamento in merito a ogni articolo del regolamento QFP e del corrispondente AII.
A seguito di intensi negoziati svoltisi tra marzo e giugno 2013, con cinque consultazioni a tre a livello ministeriale, 6 riunioni trilaterali a livello di ambasciatori e svariati incontri dei presidenti delle tre istituzioni, il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico alla fine del giugno 2013. L'accordo è stato approvato dal Parlamento nella sua risoluzione del 3 luglio 2013, in cui ha fissato una serie di condizioni da rispettare prima di poter dare la propria approvazione ufficiale al regolamento QFP: l'adozione di bilanci rettificativi necessari per fornire stanziamenti di pagamento supplementari per l'esercizio 2013 per un importo globale di 11,2 miliardi di EUR, l'accordo politico in merito alle pertinenti basi giuridiche dei programmi pluriennali dell'UE, in particolare per quanto riguarda i punti che si riflettono anche sul regolamento QFP, e l'istituzione di un gruppo ad alto livello sulle risorse proprie.
Le tre condizioni sono state soddisfatte in tempo utile perché il Parlamento potesse dare la propria approvazione al progetto di regolamento del Consiglio sul QFP durante la tornata di novembre, in seguito alla quale il Consiglio ha adottato il regolamento QFP 2014-2020 il 2 dicembre 2013.
Risultati
I massimali globali per gli stanziamenti d'impegno a titolo del QFP 2014-2020 sono fissati a 960 miliardi di EUR e quelli per gli stanziamenti di pagamento a 908 miliardi di EUR. Sono inoltre previsti strumenti speciali (strumento di flessibilità, riserva per gli aiuti d'urgenza, Fondo di solidarietà dell'Unione europea, Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione) che, se mobilitati, sono calcolati al di fuori dei massimali del QFP.
Tali cifre rappresentano rispettivamente l'1,00 % dell'RNL dell'UE e lo 0,95 % dell'RNL dell'UE, sulla base delle previsioni relative all'RNL dell'UE di primavera 2012. Tuttavia, stando alle più recenti stime della Commissione sull'evoluzione dell'RNL dell'UE (previsioni di autunno 2013), tali cifre saliranno rispettivamente all'1,04 e allo 0,99% dell'RNL dell'UE, come indicato nell'adeguamento tecnico del QFP presentato dalla Commissione all'inizio del 2014 (COM(2013)0928).
L'accordo sul "pacchetto QFP" 2014-2020 include maggiore flessibilità per i pagamenti e gli impegni da una rubrica all'altra e da un esercizio all'altro, onde consentire di utilizzare appieno i massimali globali per impegni e pagamenti previsti per il periodo dal 2014 al 2020. In questo contesto sono stati definiti nuovi strumenti, come il margine globale per i pagamenti, anche se con alcuni limiti imposti dal Consiglio in relazione agli importi, e il margine globale per gli impegni per la crescita e l'occupazione, in particolare l'occupazione giovanile, e la ricerca. Una maggiore flessibilità è prevista anche in relazione alla mobilitazione e al finanziamento degli strumenti speciali.
Una flessibilità specifica volta a trattare l'occupazione giovanile e potenziare la ricerca è stata inoltre introdotta nel corso dell'ultimo ciclo di negoziati, prevedendo la possibilità di anticipare la spesa (anticipazione di bilancio) agli esercizi 2014/2015 in settori come l'occupazione giovanile, la ricerca, Erasmus e le PMI. Tale disposizione non implica tuttavia un aumento delle risorse assegnate a tali politiche nel periodo 2014-2020, bensì un cambiamento della programmazione finanziaria inizialmente proposta dalla Commissione europea.
Sono inoltre previsti:
– un riesame/una revisione del QFP, che la Commissione dovrà avviare entro la fine del 2016, onde consentire alla prossima Commissione e al prossimo Parlamento di rivalutare le priorità politiche dell'UE, adattare il QFP alle nuove sfide ed esigenze e tenere pienamente conto delle più recenti proiezioni macroeconomiche;
– una chiara intesa (dichiarazione comune delle tre istituzioni) in merito a modalità e a un calendario sostenibili per l'istituzione di un autentico sistema di risorse proprie per l'Unione europea;
– alcune disposizioni relative all'unità del bilancio e alla trasparenza, che garantiscano informazioni complete ai cittadini in merito a tutte le spese ed entrate. Sono stati altresì concordati diversi miglioramenti delle disposizioni relative alla collaborazione interistituzionale in materia di bilancio, in particolare durante la procedura di bilancio (pagamenti, agenzie, PESC, accordi di pesca, ecc.).
Infine, durante l'ultimo ciclo di negoziati il Parlamento ha ottenuto anche un miliardo aggiuntivo, da destinare, su base volontaria, al programma "Aiuti agli indigenti" per il periodo 2014-2020.
I principali riferimenti ai paragrafi del regolamento QFP e dell'AII adottati, corrispondenti alle richieste del Parlamento e ai risultati conseguiti, sono riportati nella sottostante tabella.
Richiesta del PE |
Riferimento QFP-AII |
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4 questioni principali |
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Flessibilità: |
|
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– margine globale SP |
Articolo 5 QFP |
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– margine globale SI |
Articolo 14 QFP |
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– flessibilità specifica |
Articolo 15 QFP + dichiarazione comune |
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– strumenti speciali |
Articolo 3, paragrafo 2, articolo 4, paragrafo 1, articoli da 9 a 12 QFP, paragrafi da 10 a 13 AII |
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– margine per imprevisti |
Articolo 13 QFP, paragrafo 14 AII |
|
– utilizzo delle eccedenze |
Non incluso nell'accordo definitivo |
|
– adeguamento dei pagamenti in relazione alle condizioni di esecuzione |
Articolo 18 QFP |
|
– flessibilità legislativa |
Paragrafo 17 AII |
|
– nuova tipologia di flessibilità/aggiornamento/adeguamento/revisione migliorati |
Non incluso nell'accordo definitivo |
|
Revisione post-elettorale |
Articolo 2 QFP, dichiarazione della Commissione europea in tema di riesame/revisione |
|
Unità e trasparenza |
Articolo 24 QFP, paragrafi 7 e 16 AII |
|
Risorse proprie |
Dichiarazione comune sulle risorse proprie |
|
"Altre" questioni |
||
Grandi progetti: Galileo, ITER, Copernicus |
Considerando 13, articolo 16 QFP |
|
Pagamenti e impegni residui (RAL): |
|
|
– giustificazione delle divergenze rispetto alle stime della Commissione |
Articolo 36 dell'allegato all'AII |
|
– certificazione delle previsioni di pagamento |
Non incluso nell'accordo definitivo |
|
– trattamento dei contributi degli Stati membri nei bilanci nazionali |
Non incluso nell'accordo definitivo |
|
– informazioni e riunioni periodiche |
Articolo 36 dell'allegato all'AII |
|
– eccedenze |
Non incluso nell'accordo definitivo |
|
– piano d'azione sui RAL |
Non incluso nell'accordo definitivo |
|
PESC |
Paragrafi da 23 a 25 AII |
|
Spese amministrative |
Paragrafo 27 AII |
|
Sana gestione finanziaria |
|
|
– dichiarazioni di gestione nazionali |
Dichiarazione della Commissione sulle dichiarazioni di gestione nazionali |
|
– organizzazioni internazionali |
Paragrafo 28 AII |
|
– valutazione |
Paragrafo 29 AII |
|
Dichiarazione su sinergie, migliore spesa |
Dichiarazione comune sul miglioramento dell'efficacia della spesa pubblica in ambiti oggetto di intervento UE |
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Durata |
Considerando 3 - QFP |
|
Agenzie |
Paragrafi 31 e 32 AII |
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FES |
Paragrafo 26 AII |
|
Calendario pragmatico |
Allegato all'AII |
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Parità di genere |
Dichiarazione comune |
|
Accordi di pesca |
Paragrafi da 19 a 21 AII |
|
Altre questioni nell'allegato all'AII |
Paragrafi 8 e 15 dell'allegato all'AII, tra gli altri |
|
- [1] "Documento di lavoro su QFP-AII presentato dal gruppo negoziale del PE".
(http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2009_2014/documents/budg/dt/1017/1017432/1017432en.pdf)
PARERE della commissione per gli affari costituzionali (*) (12.3.2014)
destinato alla commissione per i bilanci
sui negoziati sul QFP 2014-2020: gli insegnamenti da trarre e la strada da percorrere
(2014/2005(INI))
Relatore per parere (*): Andrew Duffs
(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 50 del regolamento
SUGGERIMENTI
La commissione per gli affari costituzionali invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. considerando che, in seguito all'accordo sul QFP 2014-2020, il QFP continua a non coincidere con il mandato del Parlamento e della Commissione che avrà inizio nel 2014 (considerando F bis);
2. considerando che le possibilità offerte dal trattato di Lisbona per quanto riguarda la modifica delle procedure decisionali per il QFP e le decisioni sulle risorse proprie non sono state sfruttate (considerando F ter);
Considerazioni politiche
3. rileva che il Consiglio europeo ha adottato un approccio dall'alto verso il basso per decidere l'entità complessiva del QFP 2014-2020, il che dimostra una preoccupante discrepanza tra gli impegni politici dell'UE adottati dal Consiglio europeo e la riluttanza di quest'ultimo a finanziarli adeguatamente; ritiene invece che tale decisione avrebbe dovuto essere basata su un approccio dal basso verso l'alto, risultante da una valutazione approfondita delle esigenze finanziarie dell'Unione e degli obiettivi politici enunciati nei programmi pluriennali e nelle politiche dell'UE stabiliti dal legislatore; elogia al riguardo il lavoro della commissione SURE, che ha raggiunto per il Parlamento un consenso sulle priorità politiche, ma si rammarica che non sia stato possibile in questo caso avviare negoziati comparabili sulle questioni di contenuto con il Consiglio (paragrafo 6);
Considerazioni istituzionali
4. ricorda che, in virtù del trattato, il Consiglio europeo non esercita funzioni legislative; insiste pertanto sul fatto che le conclusioni del Consiglio europeo vadano viste come un mandato negoziale per il Consiglio e che tale mandato non costituisce in nessun caso una linea rossa non negoziabile con il Parlamento; chiede che nelle conclusioni del Consiglio europeo sia inclusa una formula standard che richiami le disposizioni dell'articolo 15, paragrafo 1, del TFUE (paragrafo 14);
5. è convinto che la regola dell'unanimità in seno al Consiglio significhi che l'accordo rappresenta il minimo comune denominatore, in base alla necessità di evitare il veto di un singolo Stato membro; sottolinea che il passaggio al voto a maggioranza qualificata per il regolamento QFP sarebbe in linea non solo con la procedura legislativa ordinaria, utilizzata per l'adozione di praticamente tutti i programmi pluriennali dell'Unione europea, ma anche con la procedura annuale di adozione del bilancio dell'UE (paragrafo 18);
6. rileva che la clausola passerella generale (articolo 48, paragrafo 7, del TUE) potrebbe essere utilizzata dal Consiglio europeo per un passaggio al voto a maggioranza qualificata e alla procedura legislativa ordinaria per le decisioni sulle risorse proprie e sul QFP; ricorda, inoltre, che l'articolo 312, paragrafo 2, del TFUE in ogni caso consente l'adozione del voto a maggioranza qualificata per il QFP; esorta il Consiglio europeo ad utilizzare entrambe le passerelle ai fini previsti in modo da snellire il processo decisionale in seno al Consiglio e limitare la portata in cui la politica del "juste retour" nazionale prevale sull'articolazione dell'interesse comune dell'Unione nel suo complesso (paragrafo 18 bis);
QFP 2014-2020: la strada da percorrere
7. chiede che la revisione a medio termine del QFP prepari un'eventuale riduzione del periodo per il quale è concordato il prossimo QFP, in modo da garantire la sua successiva rinegoziazione durante ciascun mandato del Parlamento e della Commissione, assicurando così la piena legittimità democratica delle decisioni regolari sulle prospettive finanziarie dell'Unione adottando, al contempo, misure per rispondere alla necessità di stabilità dei cicli di programmazione e di prevedibilità degli investimenti (paragrafo 25 bis);
8. prende atto che per il prossimo ciclo negoziale si applicano i nuovi articoli 70 e 70 bis (negoziati interistituzionali nelle procedure legislative) del regolamento del Parlamento; raccomanda che, all'inizio del prossimo mandato del Parlamento, la commissione competente per il regolamento sia invitata a provvedere ad una razionalizzazione di questi articoli con l'articolo 75 (QFP), l'articolo 75 quater (trilogo finanziario) e l'articolo 81, paragrafo 3 (procedura di approvazione) al fine di elaborare un unico articolo coerente specifico per le procedure legislative speciali di cui agli articoli 311 e 312 del TFUE relative alla determinazione del mandato, allo svolgimento dei triloghi (compreso il ruolo del Presidente) e al controllo da parte della plenaria (paragrafo 25 ter);
9. ritiene che, al momento della prossima revisione dei trattati, la Convenzione dovrebbe presentare proposte per un sistema di autentica codecisione tra il Consiglio e il Parlamento sull'approvazione delle decisioni relative al QFP e alle risorse proprie (paragrafo 25 quater);
10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti nazionali (paragrafo 26).
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
10.3.2014 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
16 3 1 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Andrew Henry William Brons, Carlo Casini, Andrew Duff, Ashley Fox, Roberto Gualtieri, Enrique Guerrero Salom, Zita Gurmai, Gerald Häfner, Daniel Hannan, Stanimir Ilchev, Rina Ronja Kari, Constance Le Grip, David Martin, Sandra Petrović Jakovina, Tadeusz Ross, Algirdas Saudargas, József Szájer, Luis Yáñez-Barnuevo García |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Zuzana Brzobohatá, Marietta Giannakou, Vital Moreira, György Schöpflin |
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PARERE della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (13.2.2014)
destinato alla commissione per i bilanci
sui negoziati sul QFP 2014-2020: insegnamenti da trarre e prospettive per il futuro
(2014/2005(INI))
Relatore per parere: Pervenche Berès
SUGGERIMENTI
La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. si rammarica della strategia definita dal Parlamento, vale a dire negoziare le proposte legislative senza intervenire sugli importi del quadro finanziario pluriennale (QFP); reputa necessario che il Parlamento valuti l'esito della strategia;
2. si rammarica che le cifre a prezzi costanti per il 2011 proposte dalla Commissione quale base per i negoziati non abbiano permesso di tenere pienamente conto delle reali esigenze degli Stati membri, segnatamente per quanto riguarda l'occupazione e il regresso sociale; sottolinea che l'insufficienza dei dati, specialmente di dati statistici, avrà un impatto negativo sulle politiche e si sommerà alle eventuali percezioni negative riguardo al bilancio dell'UE;
3. deplora che gli elementi attinenti alle proposte legislative siano stati discussi e stabiliti dal Consiglio europeo anziché essere oggetto di negoziazioni e di un accordo a livello dell'opportuna formazione del Consiglio e della commissione competente; sottolinea che il Consiglio ha ignorato il Parlamento nel suo ruolo di colegislatore, in particolare per quanto riguarda l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile; ricorda al Consiglio europeo che, in base alle disposizioni del trattato, esso non ha poteri legislativi; avverte pertanto che i due colegislatori devono evitare, in futuro, qualunque spostamento dei poteri legislativi a favore del Consiglio europeo;
4. sottolinea che le conclusioni del Consiglio europeo devono essere considerate come mandato negoziale per il Consiglio; si rammarica profondamente che tale problema abbia contrassegnato i negoziati sui programmi pluriennali dell'Unione, in particolare per quanto riguarda il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG);
5. si rammarica che l'ampliamento della portata dei programmi finanziari proposti, concordato dai colegislatori, non sia stato seguito da un corrispondente aumento delle dotazioni finanziarie, e che non sia stato possibile evitare delle riduzioni; lamenta in particolare che la dotazione dell'FSE abbia subito riduzioni costanti fin dalla costituzione del Fondo, sebbene il campo di applicazione di quest'ultimo sia stato progressivamente ampliato; deplora che nei negoziati relativi al periodo 2014-2020 non sia stato possibile mantenere la dotazione proposta per l'FSE, pari al 25% dei fondi destinati alla politica di coesione; deplora altresì che il massimale annuo del FEG abbia subito una riduzione sproporzionata rispetto ad altri strumenti finanziari; si rammarica che sia stato invocato l'articolo 20 del regolamento del Parlamento per tutti i fascicoli correlati al QFP, in quanto ciò ha limitato i diritti democratici dei deputati di esprimersi, per esempio, sulla quota minima della dotazione dell'FSE;
6. sottolinea che uno degli obiettivi della riforma contenuti nel trattato di Lisbona era quello di democratizzare il processo di messa a punto del quadro finanziario dell'Unione e lamenta che, in tale contesto e in relazione alle proposte legislative per il periodo 2014-2020, non si sia colta in maniera adeguata l'opportunità di agire pienamente in linea con lo spirito del trattato;
7. si rammarica che nonostante gli ovvi vincoli di tempo dovuti all'imminente scadenza del QFP e alle elezioni europee, i negoziati sul FEG e sul Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) abbiano subito un notevole ritardo per ragioni che non riguardano il contenuto, imponendo calendari inaccettabilmente serrati per il raggiungimento di un accordo tempestivo; si rammarica del fatto che la proposta della Commissione relativa al Fondo di aiuti europei agli indigenti sia arrivata ben oltre i tempi previsti;
8. constata che i cambiamenti nelle posizioni negoziali non sono sempre stati oggetto di comunicazioni tempestive tra i pertinenti attori del Parlamento il che, in taluni casi, ha inficiato la coerenza dell'approccio del Parlamento;
9. pone l'accento, alla luce dell'esperienza del programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI), sulla difficoltà di negoziare singolarmente elementi orizzontali che presentano analogie con vari programmi pluriennali in diversi ambiti politici, il che si traduce in esiti differenti e impedisce un approccio uniforme, indebolendo così ulteriormente il potere negoziale del Parlamento; ritiene che un approccio più sistematico produrrebbe risultati migliori;
10. sottolinea il problematico rapporto di dipendenza tra i negoziati sulle proposte legislative, in particolare in relazione all'FSE, e i progressi conseguiti nei negoziati relativi al quadro globale per il QFP;
11. deplora che, nonostante le disposizioni del trattato, il Consiglio abbia deciso di negoziare le proposte legislative unicamente sulla base di approcci generali parziali o di approcci generali senza un mandato basato sugli emendamenti proposti dal Parlamento, il che ha comportato ritardi e blocchi nei negoziati, in particolare per quanto riguarda l'FSE, il FEG e il FEAD;
12. si rammarica che il Parlamento abbia deciso di non sfruttare appieno le possibilità previste dalla procedura legislativa ordinaria nei negoziati con il Consiglio sulla base legislativa; ritiene, in tal senso, che occorra prestare particolare attenzione ai casi in cui sia stato riconosciuto che una proposta legislativa rientra nelle competenze di più commissioni; è del parere che, in questi casi specifici, il mandato per i negoziati con il Consiglio debba essere ottenuto dalla plenaria onde garantire un ampio sostegno, rafforzare la posizione negoziale del Parlamento e assicurare la trasparenza;
13. ritiene che, anche se gli accordi negoziati con il Consiglio devono poter essere approvati senza intoppi in plenaria, non si debba tuttavia negare a quest'ultima la possibilità di modificare i testi concordati; è del parere che tali procedure debbano essere applicate solo in presenza di un consenso politico molto ampio sul testo concordato; chiede pertanto alla sua commissione competente di esaminare la possibilità di applicare le disposizioni dell'articolo 138 del regolamento del Parlamento agli accordi in prima e seconda lettura;
14. ricorda che i margini ancora disponibili al di sotto dei massimali del QFP per gli stanziamenti di impegno per gli anni 2014-2017 costituiscono un margine globale del QFP per gli impegni, che dovrà essere calcolato dalla Commissione e reso disponibile al di là dei massimali stabiliti dal QFP per gli anni 2016-2020 per gli obiettivi politici relativi alla crescita e all'occupazione, in particolare per l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile;
15. invita la prossima Commissione e il prossimo Parlamento a esaminare attentamente i risultati raggiunti dalla strategia Europa 2020, segnatamente gli obiettivi in materia di occupazione, e a ricorrere alla clausola di riesame per aggiungere risorse finanziarie al fine di rilanciare la strategia, tenendo presente che quest'ultima è stata messa a repentaglio dall'impatto negativo della crisi attuale;
16. ricorda che la prossima revisione del QFP non deve avere un effetto degressivo sulle dotazioni nazionali preassegnate per la politica di coesione, in particolare sugli stanziamenti dell'FSE;
17. invita la prossima Commissione ad affrontare il problema della disoccupazione giovanile proponendo un sostanziale incremento del bilancio per l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile nel quadro del processo di revisione del QFP;
18. richiama l'attenzione della prossima Commissione e del prossimo Parlamento europeo sul fatto che il regolamento relativo al Fondo sociale europeo prevede, oltre al processo di revisione del QFP, che "le risorse dell'IOG possono essere rivedute al rialzo per il periodo dal 2016 al 2020 nell'ambito della procedura di bilancio ai sensi dell'articolo 14 del regolamento(UE) n. 1311/2013";
19. è profondamente preoccupato per il fatto che, da molti anni, qualunque discussione di bilancio in seno al Consiglio è avvelenata dalla logica del "giusto ritorno", e sottolinea che tale situazione è in gran parte dovuta all'attuale sistema di finanziamento dell'UE, in virtù del quale circa l'85% delle entrate deriva da contributi nazionali anziché da reali risorse proprie come previsto dal trattato di Roma;
20. rileva che il Consiglio europeo ha adottato un approccio dall'alto verso il basso per decidere l'entità complessiva del QFP 2014-2020, il che dimostra una preoccupante discrepanza tra gli impegni politici assunti dal Consiglio europeo a livello di Unione e la sua riluttanza a finanziarli adeguatamente; sottolinea che il Parlamento europeo ha sottovalutato la capacità del Consiglio europeo di valutare l'impatto dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona relativamente ai poteri del Parlamento sull'adozione del QFP e di mantenere tale approccio;
21. è pertanto convinto che qualsiasi decisione sul quadro finanziario debba essere preceduta da – e basata su – un reale dibattito politico sul ruolo, la funzione e il valore aggiunto del bilancio dell'UE e sulla sua compatibilità con la strategia politica adottata dall'Unione e con gli obiettivi politici e operativi attribuiti all'Unione.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
13.2.2014 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
29 4 1 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Regina Bastos, Heinz K. Becker, Phil Bennion, Pervenche Berès, Philippe Boulland, Alejandro Cercas, Ole Christensen, Derek Roland Clark, Minodora Cliveti, Karima Delli, Sari Essayah, Richard Falbr, Nadja Hirsch, Stephen Hughes, Danuta Jazłowiecka, Jean Lambert, Patrick Le Hyaric, Verónica Lope Fontagné, Thomas Mann, Csaba Őry, Konstantinos Poupakis, Elisabeth Schroedter, Gabriele Stauner, Jutta Steinruck |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Georges Bach, Philippe De Backer, Edite Estrela, Sergio Gutiérrez Prieto, Anthea McIntyre, Antigoni Papadopoulou, Gabriele Zimmer |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Enrique Guerrero Salom, Timothy Kirkhope, Corien Wortmann-Kool |
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PARERE della commissione per lo sviluppo regionale (5.3.2014)
destinato alla commissione per i bilanci
sui negoziati sul QFP per il periodo 2014-2020: gli insegnamenti da trarre e la strada da percorrere
(2014/2005(INI))
Relatore: Jan Olbrycht
SUGGERIMENTI
La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. ritiene necessaria la distinzione fra le discussioni relative al QFP e quelle relative alla singola base giuridica per le politiche dell'UE – comprese quelle per la politica di coesione – stanti le disposizioni dei trattati e il ruolo del Parlamento europeo in entrambi i suddetti processi;
2. è del parere che il lavoro sul QFP non debba in alcuna circostanza interferire con il lavoro sui regolamenti che definiscono il campo di applicazione del sostegno e le regole di attuazione di ciascun fondo e che, conseguentemente, debba rispettare il ruolo del Parlamento europeo nei negoziati sulla base giuridica per la politica di coesione; deplora profondamente il fatto che i negoziati sul QFP per il periodo 2014-2020 non abbiano seguito tale principio, portando il lavoro sul QFP stesso ad avere una rilevante influenza sui negoziati legislativi relativi ai regolamenti per la politica di coesione, in termini sia di contenuti che di tempistiche;
3. evidenzia che la discussione sulle risorse per la politica di coesione deve fondarsi su un'analisi delle esigenze e tener conto della valutazione della messa in atto della politica nel precedente periodo di programmazione; rammenta che la politica di coesione è una politica di investimenti a favore della crescita e di lotta contro la crisi e che, pertanto, acquisirà importanza quale strumento dell'UE per incentivare la crescita sostenibile, creare occupazione, stimolare gli investimenti pubblici, ridurre le disuguaglianze sociali e la povertà, spronando la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e lottando contro il cambiamento climatico, al fine di conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020;
4. puntualizza che la divisione delle risorse fra i singoli anni del QFP (definizione dei massimali) deve tenere in considerazione la dinamica della politica di coesione (in special modo i processi di programmazione e attuazione, nonché il tempo per la chiusura definitiva dei programmi), al fine di garantire per ogni anno la massima accuratezza del livello dei pagamenti;
5. nutre profonda preoccupazione per la costante crescita della quantità dei conti non saldati alla fine dell'anno e reputa che la politica di coesione sia la più colpita dal vuoto nel bilancio dell'Unione europea; conclude che nel QFP 2014-2020 le conseguenze del periodo 2007-2014 non sono risolte; chiede pertanto un'ulteriore riforma strutturale dello stesso, compresa la riforma delle risorse proprie.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
24.2.2014 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
29 0 1 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Luís Paulo Alves, Francesca Barracciu, Catherine Bearder, Victor Boştinaru, Nikos Chrysogelos, Rosa Estaràs Ferragut, Brice Hortefeux, Danuta Maria Hübner, Vincenzo Iovine, María Irigoyen Pérez, Seán Kelly, Constanze Angela Krehl, Iosif Matula, Erminia Mazzoni, Jens Nilsson, Jan Olbrycht, Younous Omarjee, Markus Pieper, Ovidiu Ioan Silaghi, Nuno Teixeira, Kerstin Westphal, Joachim Zeller |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Karima Delli, Ivars Godmanis, James Nicholson, Maurice Ponga, Marie-Thérèse Sanchez-Schmid, Elisabeth Schroedter, Patrice Tirolien, Giommaria Uggias |
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PARERE della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (26.2.2014)
destinato alla commissione per i bilanci
sui negoziati sul QFP 2014-2020: insegnamenti da trarre e prospettive future
(2014/2005(INI))
Relatore per parere: Kinga Göncz
SUGGERIMENTI
La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni invita la commissione per i bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. accoglie con favore gli accordi sui fondi Giustizia e affari interni (GAI); riconosce che le squadre negoziali del Parlamento hanno contribuito in modo significativo al contenuto finale dei fondi GAI, in particolare per quanto riguarda il contenuto degli obiettivi generali e specifici, le percentuali minime di spesa per gli obiettivi, gli indicatori per misurare il successo dei fondi e la coerenza delle azioni interne ed esterne dell'Unione europea;
2. deplora profondamente che le conclusioni del Consiglio europeo del 7-8 febbraio 2013 sul QFP prevedano per la rubrica 3 una cifra inferiore del 16,6% rispetto alla proposta della Commissione e, di conseguenza, un elevato livello dei tagli al fondo Sicurezza interna (23%) e al fondo Asilo, integrazione e migrazione (20%); rileva che la comunicazione tardiva delle cifre relative al QFP e dei tetti a disposizione per ogni settore non ha aiutato i singoli relatori nello sviluppo di un'impostazione strategica per i negoziati con il Consiglio; esorta la Commissione a fornire, in futuro, tutte le cifre aggiornate relative al QFP al Consiglio e al Parlamento simultaneamente;
3. apprezza il ruolo costruttivo svolto sia dalle presidenze di turno che dalla Commissione durante i negoziati in materia di giustizia; rileva che ciò ha portato ad una soluzione rapida e soddisfacente degli aspetti sostanziali;
4. deplora che nel settore degli affari interni il Consiglio, sostenuto dalla Commissione, sia apparso più interessato ad utilizzare i fondi per integrare i bilanci nazionali degli Stati membri piuttosto che a promuovere il valore aggiunto europeo e la solidarietà europea; pur riconoscendo il contesto economico e finanziario particolarmente difficile, sottolinea tuttavia che i fondi GAI devono servire in primo luogo e in modo preminente gli interessi europei e sostenere attività con un chiaro valore aggiunto europeo, come il programma di reinsediamento dell'Unione e altre attività orientate all'Unione; deplora di non avere ottenuto gli atti delegati per le decisioni di programmazione a norma dell'articolo 290 del TFUE, dato che tali decisioni soddisfano chiaramente le condizioni previste per gli atti delegati nel trattato; deplora che la Commissione e il Consiglio abbiano suggerito il ricorso al fondo Asilo, migrazione e integrazione e al fondo Sicurezza interna per finanziare azioni nei paesi terzi senza specificare la base giuridica per tale azione, e senza dare al Parlamento la possibilità di contestare tale orientamento;
5. rileva inoltre, per quanto riguarda il fondo Affari interni, che la procedura legislativa ordinaria non prevede che la Commissione e il Consiglio negozino una posizione comune tra di loro, senza coinvolgere il Parlamento, presentando poi questa posizione al Parlamento come un fatto compiuto; fa notare che, se la Commissione non è disposta a difendere la sua proposta iniziale, dovrebbe presentare una proposta modificata; raccomanda di attuare nuove modalità pratiche per i negoziati finanziari, compresa, tra l'altro, l'organizzazione di scambi di opinioni precoci tra le tre istituzioni sul ruolo, la funzione e il valore aggiunto del bilancio dell'UE; insiste affinché la Commissione assuma il proprio ruolo di mediatore imparziale nei futuri negoziati interistituzionali;
6. ritiene fondamentale che il Parlamento continui a insistere su un'impostazione orientata ai risultati per i finanziamenti UE, che non si limiti alla mera quantità di azioni svolte, ma comporti anche la valutazione della qualità di tali azioni; raccomanda di promuovere ulteriormente e includere nei futuri fondi GAI indicatori qualitativi sulla cui base misurare, in definitiva, il successo dei finanziamenti dell'UE;
7. invita la Commissione a garantire una rapida esecuzione dei nuovi fondi, l'utilizzo integrale ed efficiente delle somme disponibili, un'equa distribuzione geografica e l'assistenza alle regioni con risultati non soddisfacenti;
8. ritiene che, visto che le riduzioni sono state imposte al Parlamento senza alcuna informazione motivata, al momento della considerazione della revisione intermedia, il Parlamento debba porre l'accento sugli ambiti specifici in cui le riduzioni sono state più significative;
9. è del parere che, nel quadro della revisione intermedia, il Parlamento debba impiegare tutta la sua capacità negoziale mediante la codecisione, senza dover subire l'imposizione delle decisioni e degli importi del Consiglio europeo;
10. ritiene indispensabile che il Parlamento sorvegli adeguatamente l'attuazione dei fondi da parte della Commissione e, se del caso, da parte degli Stati membri; raccomanda che le pertinenti commissioni riconsiderino le rispettive priorità prima della revisione del 2016 al fine di fornire un orientamento politico; rileva che la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni si impegna, come commissione competente per la giustizia e gli affari interni, a mettere in atto il pertinente meccanismo di controllo.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
24.2.2014 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
44 5 1 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Edit Bauer, Emine Bozkurt, Arkadiusz Tomasz Bratkowski, Salvatore Caronna, Philip Claeys, Carlos Coelho, Ioan Enciu, Frank Engel, Cornelia Ernst, Monika Flašíková Beňová, Kinga Göncz, Sylvie Guillaume, Ágnes Hankiss, Anna Hedh, Salvatore Iacolino, Sophia in 't Veld, Lívia Járóka, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Timothy Kirkhope, Juan Fernando López Aguilar, Baroness Sarah Ludford, Monica Luisa Macovei, Svetoslav Hristov Malinov, Clemente Mastella, Véronique Mathieu Houillon, Nuno Melo, Roberta Metsola, Louis Michel, Claude Moraes, Judith Sargentini, Birgit Sippel, Csaba Sógor, Rui Tavares, Wim van de Camp, Axel Voss, Renate Weber, Tatjana Ždanoka, Auke Zijlstra |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Mariya Gabriel, Ana Gomes, Franziska Keller, Ulrike Lunacek, Marian-Jean Marinescu, Jan Mulder, Andrés Perelló Rodríguez |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Richard Ashworth, Zdravka Bušić, Krzysztof Lisek, Csaba Sándor Tabajdi, Tadeusz Zwiefka |
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ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
19.3.2014 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
25 4 3 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Marta Andreasen, Richard Ashworth, Zuzana Brzobohatá, James Elles, Göran Färm, José Manuel Fernandes, Věra Flasarová, Eider Gardiazábal Rubial, Salvador Garriga Polledo, Jens Geier, Ivars Godmanis, Ingeborg Gräßle, Lucas Hartong, Monika Hohlmeier, Anne E. Jensen, Sergej Kozlík, George Lyon, Claudio Morganti, Jan Mulder, Nadezhda Neynsky, Andrej Plenković, Dominique Riquet, László Surján, Oleg Valjalo, Derek Vaughan, Angelika Werthmann |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Jürgen Klute, Paul Rübig, Georgios Stavrakakis, Theodor Dumitru Stolojan |
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Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Carmen Fraga Estévez, Sylvie Guillaume |
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