RELAZIONE sull'UE e sul quadro di sviluppo globale post 2015

17.11.2014 - (2014/2143(INI))

Commissione per lo sviluppo
Relatore: Davor Ivo Stier

Procedura : 2014/2143(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A8-0037/2014
Testi presentati :
A8-0037/2014
Discussioni :
Testi approvati :

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'UE e sul quadro di sviluppo globale post 2015

(2014/2143(INI))

Il Parlamento europeo,

–       vista la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite dell'8 settembre 2000,

–       vista la relazione adottata nel luglio 2014 dal gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite sugli obiettivi di sviluppo sostenibile,

–       vista la relazione adottata in data 8 agosto 2014 dal comitato intergovernativo di esperti sul finanziamento dello sviluppo sostenibile,

–       vista la dichiarazione ministeriale rilasciata nel luglio 2014 dal Forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile,

–       vista la relazione delle Nazioni Unite sugli obiettivi di sviluppo del Millennio per il 2014,

–       visto il documento finale della riunione ad alto livello del partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo (GPEDC) tenutasi in Messico nell'aprile 2014,

–       visti la dichiarazione e la piattaforma d'azione di Pechino, approvate in occasione della quarta Conferenza mondiale sulle donne svoltasi nel settembre 1995, e i successivi documenti finali,

–       visti il programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD), adottato al Cairo nel 1994, e la successiva revisione +20,

–       vista la Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) del 18 dicembre 1979,

–       vista la relazione "Gender Chart 2012" delle Nazioni Unite, che misura il miglioramento degli aspetti relativi alla parità di genere negli otto obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM),

–       visti l'esito della Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e sullo sviluppo del 1992 e la relazione della successiva Conferenza sullo sviluppo sostenibile, svoltasi a Rio de Janeiro, Brasile, dal 20 al 22 giugno 2012,

–       vista la relazione sullo sviluppo umano 2014 del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) dal titolo "Sustaining Human Progress: Reducing Vulnerabilities and Building Resilience" (Sostegno del progresso umano: riduzione delle vulnerabilità e costruzione della resilienza),

–       vista la relazione pubblicata nel maggio 2013 dal gruppo di personalità ad alto livello delle Nazioni Unite sull'agenda di sviluppo post 2015,

–       vista la relazione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile svoltasi a Rio de Janeiro, Brasile, dal 20 al 22 giugno 2012,

–       vista la relazione al Segretario generale delle Nazioni Unite pubblicata nel giugno 2012 dall'Unità operativa delle Nazioni Unite sull'agenda di sviluppo post 2015, dal titolo "Realising the future we want for all" (Realizzare il futuro che vogliamo per tutti),

–       vista la risoluzione dal titolo "Keeping the promise: united to achieve the Millennium Development Goals" (Mantenere la promessa: uniti per realizzare gli obiettivi di sviluppo del Millennio) adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione della sua riunione plenaria di alto livello sugli obiettivi di sviluppo del Millennio, tenutasi durante la sua 65ª sessione nel 2010,

–       visto il programma d'azione di Istanbul per i paesi meno sviluppati per il decennio 2011-2020,

–       vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità,

–       vista la relazione della FAO sullo stato dell'insicurezza alimentare,

–       visti la dichiarazione e il piano d'azione adottati al forum di alto livello sull'efficacia degli aiuti svoltosi a Busan nel dicembre 2011,

–       vista la relazione dell'UNDP dal titolo "Beyond the Midpoint: Achieving the Millennium Development Goals" (Intraprendere la seconda metà del percorso: realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio), pubblicata nel gennaio 2010,

–       visti la dichiarazione universale dei diritti umani e il quadro giuridico in materia di diritti umani,

–       vista l'attività svolta dall'Unità operativa delle Nazioni Unite sull'agenda di sviluppo post 2015, sotto la guida congiunta del dipartimento Economia e affari sociali delle Nazioni Unite (UN DESA) e dell'UNDP, con il sostegno di tutte le agenzie delle Nazioni Unite e in consultazione con le parti interessate,

–       visti la Strategia mondiale e il piano d'azione per la sanità pubblica, l'innovazione e la proprietà intellettuale dell'OMS del 24 maggio 2008,

–       visti la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti e il programma d'azione di Accra,

–       vista la dichiarazione del 1986 sul diritto allo sviluppo,

–       visti il consenso europeo in materia di sviluppo[1] e il codice di condotta dell'Unione europea in materia di complementarità e divisione dei compiti nell'ambito della politica di sviluppo[2],

–       visto l'articolo 7 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che ribadisce che "l'Unione assicura la coerenza tra le sue varie politiche e azioni, tenendo conto dell'insieme dei suoi obiettivi",

–       visto l'articolo 208 TFUE, che sancisce che "l'Unione tiene conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo",

–       vista la comunicazione della Commissione del 2 giugno 2014 dal titolo "Un'esistenza dignitosa per tutti: dalla visione all'azione collettiva" (COM(2014)0335),

–       vista la comunicazione della Commissione del 13 maggio 2014 dal titolo "Un ruolo più incisivo del settore privato nella crescita inclusiva e sostenibile dei paesi in via di sviluppo" (COM(2014)0263),

–       visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 30 aprile 2014 dal titolo "Tool-box: A Rights-Based Approach, encompassing all human rights for EU Development Cooperation" (Strumenti per la promozione di un approccio basato sui diritti che includa tutti i diritti umani nella cooperazione allo sviluppo dell'UE, SWD(2014)0152),

–       vista la comunicazione della Commissione del 27 febbraio 2013 dal titolo "Un'esistenza dignitosa per tutti: sconfiggere la povertà e offrire al mondo un futuro sostenibile" (COM(2013)0092),

–       vista la comunicazione della Commissione del 12 settembre 2012 dal titolo "Le radici della democrazia e dello sviluppo sostenibile: l'impegno dell'Europa verso la società civile nell'ambito delle relazioni esterne" (COM(2012)0492),

–       viste le consultazioni pubbliche della Commissione sulla preparazione di una posizione dell'UE dal titolo "Verso un quadro di sviluppo post 2015", svoltesi dal 15 giugno al 15 settembre 2012,

–       vista la dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea, intitolata "Il consenso europeo"[3],

–       viste la comunicazione della Commissione del 12 aprile 2005 dal titolo "Coerenza delle politiche per lo sviluppo" (COM(2005)0134) e le conclusioni della 3166ª sessione del Consiglio "Affari esteri", del 14 maggio 2012, dal titolo "Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento",

–       visto il regolamento (UE) n. 233/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2014, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo per il periodo 2014-2020[4],

–       vista la sua raccomandazione al Consiglio del 2 aprile 2014 sulla 69ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite[5],

–       vista la sua risoluzione legislativa del 2 aprile 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'anno europeo dello sviluppo (2015)[6],

–       vista la sua risoluzione del 13 giugno 2013 sugli obiettivi di sviluppo del Millennio – elaborazione del quadro post 2015[7],

–       viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 19 maggio 2014 relative a un approccio alla cooperazione allo sviluppo basato sui diritti che includa tutti i diritti umani,

–       viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 12 dicembre 2013 relative al finanziamento dell'eliminazione della povertà e dello sviluppo sostenibile oltre il 2015,

–       vista la dichiarazione congiunta ACP-UE del 20 giugno 2014 sull'agenda di sviluppo post 2015,

–       viste le conclusioni del Consiglio "Affari generali" del 25 giugno 2013 su un'agenda globale post 2015,

–       visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–       visti la relazione della commissione per lo sviluppo e il parere della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A8-0037/2014),

A.     considerando che nel 2000 tutte le parti interessate si sono riunite per definire gli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM), impegnandosi a raggiungere obiettivi concreti in materia di sviluppo ed eliminazione della povertà entro il 2015;

B.     considerando che gli OSM hanno sensibilizzato in merito alla necessità di porre fine alla povertà globale quale sfida urgente e priorità d'azione a livello mondiale; che il livello di realizzazione degli OSM è variabile e che si registrano effetti positivi tangibili sulla riduzione della povertà estrema, sulla lotta contro la malaria e la tubercolosi, sul miglioramento dell'accesso all'acqua potabile e sulla riduzione delle disparità nelle iscrizioni alla scuola primaria; che è necessario affrontare appieno alcune lacune in relazione agli OSM nella definizione del quadro post 2015;

C.     considerando che le valutazioni dei progressi compiuti nella realizzazione degli attuali OSM hanno indicato che nel nuovo quadro sarà essenziale stabilire una forte connessione tra l'eliminazione della povertà, la lotta contro le disuguaglianze e la promozione dello sviluppo sostenibile, nonché un insieme unico e universale di obiettivi con approcci differenziati;

D.     considerando che, secondo le previsioni, la popolazione urbana aumenterà dagli attuali 3,6 miliardi di persone a oltre 6 miliardi e che le città più grandi si trasformeranno in megalopoli con oltre 100 milioni di abitanti; che un'eccessiva urbanizzazione mina la sostenibilità dello sviluppo in tutte le sue dimensioni;

E.     considerando che la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo, tenutasi al Cairo nel 1994, ha esortato a garantire l'accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva, inclusa la pianificazione familiare; che nel 2013, secondo le stime, 289 000 donne sono morte durante la gravidanza e il parto; che vanno ricordati l'OSM 5 e la necessità che le donne abbiano accesso a un metodo efficace di contraccezione e alla pianificazione familiare al fine di ridurre di quasi un terzo la mortalità materna;

F.     considerando che la riduzione della povertà è disomogenea e le disuguaglianze tra i paesi e al loro interno, che sono aumentate sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, rappresentano un'importante sfida per lo sviluppo, soprattutto nei paesi a basso reddito e in quelli a medio reddito; che 1,5 miliardi di persone vivono in povertà, con molteplici privazioni in materia di salute, istruzione e tenore di vita, soprattutto negli Stati fragili e interessati da conflitti;

G.     considerando che i conflitti violenti e le crisi umanitarie continuano a incidere negativamente sugli sforzi in materia di sviluppo; che le donne subiscono maggiormente le conseguenze dei conflitti militari e delle crisi;

H.     considerando che sono ancora necessari sforzi ulteriori per dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame, dal momento che 162 milioni di bambini sono a rischio di malnutrizione; che la fame nascosta può essere definita come carenza di micronutrienti, che può causare effetti irreversibili sulla salute nonché conseguenze socioeconomiche legate alla riduzione della produttività delle persone;

I.      considerando che il 2014 è l'Anno internazionale dell'agricoltura familiare;

J.      considerando che la dichiarazione sul diritto allo sviluppo del 1986 sancisce che lo sviluppo è un diritto umano fondamentale; che tale dichiarazione impegna all'adozione di un approccio "basato sui diritti umani", caratterizzato dalla realizzazione di tutti i diritti umani (economici, sociali, culturali, civili e politici); che la dichiarazione impegna altresì al rafforzamento della cooperazione internazionale;

K.     considerando che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale mettono a rischio la riduzione della povertà amplificando le vulnerabilità esistenti, laddove molti paesi in via di sviluppo continuano a dipendere dall'agricoltura e da risorse naturali sensibili al clima e non dispongono delle capacità per gestire i rischi climatici; che è urgentemente necessario ridurre le emissioni globali di gas a effetto serra e conseguire una gestione e una governance delle risorse naturali più eque e sostenibili;

L.     considerando che i progressi compiuti ai fini del raggiungimento degli OSM in materia di salute sono dovuti in gran parte agli investimenti in R&S realizzati negli anni precedenti; che i diritti di proprietà intellettuale non dovrebbero impedire l'accesso a farmaci a prezzi contenuti;

M.    considerando che l'accesso allo sviluppo della prima infanzia, a un'istruzione e a una formazione del livello qualitativo più elevato per tutti i bambini, i giovani e gli adulti costituisce un requisito essenziale per mettere fine al circolo vizioso della povertà e della disuguaglianza intergenerazionale;

N.     considerando che i progressi realizzati finora per quanto riguarda la parità di genere e l'emancipazione femminile sono scarsi; che le donne sono spesso vittime di discriminazioni e violenza;

O.     considerando che, a livello globale, le donne e le ragazze costituiscono la maggioranza di coloro che vivono in condizioni di estrema povertà e che la parità di genere e i diritti delle donne sono una condizione necessaria per il successo del quadro di sviluppo globale post 2015; che ogni giorno circa 800 donne nel mondo muoiono a causa di complicanze durante la gravidanza o il parto; che la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo, tenutasi al Cairo nel 1994, ha esortato a garantire l'accesso alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, elemento che può permettere di salvare vite umane;

P.     considerando che le donne rappresentano più della metà dei migranti;

Q.     considerando che l'Africa esporta molti più capitali nel mondo attraverso flussi finanziari illeciti rispetto a quanto riceva in termini di aiuti internazionali e rimesse;

R.     considerando che il nuovo quadro di sviluppo sostenibile offre l'opportunità di garantire un'ampia partecipazione delle organizzazioni della società civile, delle autorità locali e dei parlamenti nazionali;

S.     considerando che è necessario creare più posti di lavoro nuovi e dignitosi al fine di far fronte alla crescita demografica su scala globale; che il settore privato è un'importante fonte di posti di lavoro, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, e può pertanto costituire un partner essenziale nella lotta contro la povertà, qualora esistano meccanismi di responsabilità chiari e siano rispettate le normative internazionali in materia di protezione sociale;

T.     considerando che gli aiuti continuano a svolgere un ruolo fondamentale nella riduzione della povertà e a rappresentare un fattore di svolta nei paesi in via di sviluppo;

U.     considerando che la mobilitazione delle risorse interne costituisce un elemento importante nella lotta contro la povertà e la disuguaglianza;

V.     considerando che l'UE e gli Stati membri sono i principali donatori di aiuti allo sviluppo e che, pertanto, dovrebbero continuare a rappresentare la forza trainante durante la prossima fase di negoziati in seno alle Nazioni Unite, promuovendo in particolare un approccio basato sui diritti umani, fondato sull'uguaglianza, sulla non discriminazione, sulla partecipazione e sull'inclusione nella progettazione e attuazione del quadro;

W.    considerando che nelle sue conclusioni del dicembre 2014 il Consiglio definirà una serie coerente di principi nonché le principali direttive della strategia negoziale;

X.     considerando che l'articolo 208 TFUE sancisce che l'eliminazione della povertà costituisce l'obiettivo principale della politica dell'UE in materia di sviluppo e stabilisce la coerenza delle politiche per lo sviluppo;

I.    Obiettivi di sviluppo del Millennio: valutazione e nuove sfide

1.      sottolinea che il panorama globale è cambiato negli ultimi anni, anche con spostamenti negli equilibri economici e politici, e che alcune economie emergenti e in via di sviluppo, pur avendo registrato un'importante crescita economica, si trovano ancora ad affrontare livelli di disuguaglianza elevati e crescenti; ritiene necessario un nuovo approccio che comprenda la governance globale, con un forte accento sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo e sulla fornitura di beni pubblici globali;

2.      ricorda che gli OSM, malgrado la loro vantaggiosa semplicità, non hanno affrontato i fattori strutturali che stanno alla base della povertà e delle disuguaglianze; sottolinea che il quadro di sviluppo sostenibile globale post 2015 dovrebbe essere in grado di indurre cambiamenti affrontando le cause profonde della povertà e della disuguaglianza, portando in tal modo a termine il lavoro rimasto incompiuto nell'ambito degli attuali OSM;

3.      sottolinea che gli OSM definiti nel 2000 hanno portato al conseguimento di importanti risultati nei paesi a medio reddito e nei paesi in via di sviluppo ma che tuttavia tali progressi sono stati caratterizzati da squilibri, sia tra i paesi che al loro interno, pertanto è necessario analizzare correttamente tali risultati e trarre gli opportuni insegnamenti, definendo nel contempo il quadro di sviluppo globale post 2015;

4.      ricorda che, sebbene gli OSM abbiano consentito cambiamenti decisivi nella vita delle persone, questioni di primo piano come le violazioni dei diritti umani, le disuguaglianze, anche di genere, i conflitti armati e il terrorismo, i cambiamenti climatici, l'insicurezza alimentare, la mancanza di diritti di proprietà e di diritti fondiari, la migrazione, l'accesso limitato ai servizi sanitari e all'istruzione, i cambiamenti demografici, la limitata disponibilità di risorse, la perdita di biodiversità, la corruzione, la frode e l'elusione fiscale, la crescita non sostenibile, la disoccupazione e le crisi economiche e finanziarie continuano a rappresentare sfide estremamente complesse e correlate per i prossimi decenni, rendendo necessaria la ricerca di nuovi percorsi di sviluppo che possano condurre a uno sviluppo inclusivo e sostenibile per tutti;

5.      sottolinea che la sostenibilità ambientale è una sfida primaria, il cui fallimento rischia di minacciare tutte le dimensioni dello sviluppo umano; ricorda, in particolare, che il degrado ambientale rappresenta un ostacolo enorme al raggiungimento dell'obiettivo dell'eliminazione della povertà estrema e della fame; rammenta, ad esempio, che le persistenti disuguaglianze e le lotte in relazione alla scarsità delle risorse sono fra le principali cause di conflitto, fame, insicurezza e violenza, fattori che, a loro volta, rallentano lo sviluppo umano e gli sforzi volti a raggiungere uno sviluppo sostenibile;

6.      sottolinea che il nuovo quadro dovrebbe fornire una risposta efficace a tali sfide e affrontare importanti questioni quali il rispetto della dignità di ogni essere umano, la giustizia, l'uguaglianza, il buon governo, la democrazia, lo Stato di diritto, la pace e la sicurezza, i cambiamenti climatici, la riduzione del rischio di catastrofi e la costruzione di resilienza, la conservazione della biodiversità, lo sviluppo inclusivo e sostenibile, i diritti di proprietà, i diritti fondiari, la sanità e la protezione sociale, l'istruzione, la ricerca e l'innovazione nonché i diritti delle donne, dei bambini, dei giovani e delle minoranze;

7.      pone l'accento sul fatto che il nuovo quadro di sviluppo deve avere carattere universale ed essere applicabile a tutti i paesi, compresi gli Stati membri dell'UE, e deve essere quindi pertinente ed equo sia per i paesi sviluppati sia per quelli in via di sviluppo, tenendo conto delle diverse circostanze, capacità, politiche e priorità a livello nazionale; sottolinea che le nuove responsabilità e gli oneri che ne derivano devono essere distribuiti equamente, ma in modo giusto, fra tutti i paesi; invita l'UE a suggerire quali azioni e impegni concreti si possano adottare per osservare a livello nazionale e internazionale il principio dell'universalità;

8.      sottolinea che la responsabilità reciproca e la trasparenza a tutti i livelli dovrebbero costituire il fulcro del nuovo quadro di sviluppo e che è importante che i governi nazionali e gli altri attori, tra cui il settore privato, siano tenuti a rendere conto dell'attuazione del quadro;

9.      invita l'UE a guidare attivamente il processo per la definizione di un quadro unico, completo e integrato di sviluppo globale post 2015 e accoglie con favore il consenso raggiunto in merito alla necessità che la nuova agenda globale di sviluppo rafforzi i mezzi di attuazione e rinnovi il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile;

II.  Necessità di un rinnovato partenariato globale e di una posizione dell'UE forte e coesa

10     chiede che l'UE svolga un ruolo attivo nella definizione di un nuovo partenariato globale che mobiliti azioni da parte di tutti i paesi, comprese le economie emergenti, e di tutte le parti interessate, tra cui il settore privato, le organizzazioni della società civile, le autorità locali e i parlamenti nazionali;

11.    invita l'UE ad adottare una posizione forte, coesa e unificata nell'ambito dei prossimi negoziati intergovernativi, tenendo conto delle priorità evidenziate nella presente risoluzione;

12.    appoggia le conclusioni del gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite; ritiene, tuttavia, che il quadro individuato in tali conclusioni possa essere riorganizzato, mantenendo comunque un equilibrio tra l'eliminazione della povertà, la lotta contro le disuguaglianze e le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, senza compromettere l'approccio basato sui diritti né obiettivi più ambiziosi e innovativi;

13.    sottolinea che il nuovo quadro globale dovrebbe includere l'architettura istituzionale idonea, per occuparsi dei principali obiettivi di eliminazione della povertà, lotta contro le disuguaglianze e promozione dello sviluppo sostenibile, unitamente a orientamenti chiari per la vigilanza sulla sua attuazione, e che tale architettura dovrebbe occuparsi altresì delle complessità e dei collegamenti tra le diverse parti del quadro futuro;

14.    ritiene che la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile sia uno strumento essenziale per l'attuazione del quadro post 2015; invita l'UE, a tal fine, a garantire che gli orientamenti necessari, le valutazioni d'impatto e i meccanismi di monitoraggio e notifica rendano concreta la coerenza delle politiche per lo sviluppo nell'ambito di tale quadro;

15.    sottolinea che il carattere universale dell'agenda di sviluppo globale post 2015 comporta impegni più sostanziali per l'UE e i suoi Stati membri; sottolinea che i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile nell'ambito del quadro globale dovranno trovare riscontro sia nelle politiche esterne che in quelle interne dell'UE;

III. Settori prioritari

16.    rammenta che l'eliminazione della povertà deve continuare a rappresentare la priorità principale dell'agenda di sviluppo globale post 2015, unitamente alla gestione dei pilastri interconnessi della sostenibilità economica, ecologica e sociale e al partenariato mondiale rafforzato;

Eliminazione della povertà, lotta contro le disuguaglianze e sviluppo sostenibile

17.    sottolinea che l'eliminazione della povertà e la lotta contro le disuguaglianze, unitamente allo sviluppo sostenibile, dovrebbero costituire i principi di fondo del quadro di sviluppo globale post 2015; pone l'accento sulla necessità che il quadro sia incentrato sulle persone e si occupi della mancanza di giustizia applicando un approccio basato sui diritti, allo scopo di ridurre le disuguaglianze, tra i paesi e al loro interno, in quanto una delle priorità fondamentali del nuovo quadro;

18.    osserva che le disuguaglianze ostacolano gli sforzi finalizzati allo sviluppo e alla riduzione della povertà; ribadisce che l'eliminazione della povertà, l'uguaglianza e lo sviluppo sostenibile sono possibili soltanto se si tiene conto di tutti i gruppi vulnerabili e se sono promossi un accesso equo e un uso sostenibile delle risorse nonché il buon governo; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere gli obiettivi di sviluppo sostenibile SDG 10 proposti dal gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite, in quanto obiettivi autonomi nel nuovo quadro;

19.    sottolinea la necessità di un obiettivo sull'eliminazione della povertà estrema al di sotto della soglia dei 2 dollari al giorno, affinché il quadro possa essere realmente trasformativo;

20.    pone l'accento sul fatto che il futuro quadro dovrebbe affrontare gli aspetti pluridimensionali della povertà e della disuguaglianza, che non si limitano alla mancanza di reddito ma interessano la persona umana nella sua dignità e in tutte le sue dimensioni, inclusa la dimensione sociale; sottolinea che la povertà non dovrebbe essere valutata solo a seconda del reddito ma anche sulla base di indicatori di benessere oltre che sul PIL;

21.    raccomanda di sostenere il consolidamento dello Stato attraverso un aumento degli aiuti generali e/o settoriali, subordinati a criteri di buon governo;

22.    ritiene che l'adozione di un approccio olistico per affrontare le disuguaglianze comporti, tra l'altro, la necessità di gestire l'impatto dell'agenda di liberalizzazione sulla povertà e sulla disuguaglianza; rammenta, ad esempio, che i paesi meno sviluppati hanno difficoltà a compensare la diminuzione delle imposte commerciali a seguito della liberalizzazione degli scambi; sottolinea, analogamente, che in un'economia ampiamente globalizzata il potere contrattuale dei lavoratori si è ridotto a causa della liberalizzazione, cosa che a sua volta pregiudica l'esercizio dei diritti sanciti dalla dichiarazione universale dei diritti umani e dall'agenda per il lavoro dignitoso; invita pertanto l'UE a definire la sua strategia in materia di politica commerciale in modo tale da mantenere e tutelare norme sociali e ambientali elevate, scoraggiando nel contempo qualsiasi forma di dumping sociale e ambientale;

23.    evidenzia l'importante nesso esistente tra il buon governo, lo sviluppo sostenibile, la crescita e la riduzione delle disuguaglianze sociali; sottolinea l'importanza di promuovere la parità di opportunità e di diritti, come pure il dialogo sociale; chiede una più vasta definizione di povertà rispetto a quella basata sul solo PIL, includendo misure più ampie di progresso e benessere;

24.    mette in evidenza il determinante ruolo economico e sociale di una classe media forte e stabile; sottolinea la necessità di un maggiore coinvolgimento della classe media nel processo politico a favore di una crescita inclusiva;

25.    chiede la promozione di uno sviluppo ecologicamente sostenibile in tutti i paesi, sia sviluppati sia in via di sviluppo, mediante l'uso sostenibile delle risorse naturali rinnovabili e la protezione dell'ambiente;

26.    sottolinea la necessità di promuovere lo sviluppo sostenibile bilanciando lo sviluppo regionale, mediante la promozione delle città più piccole e la prevenzione di una crescita eccessiva delle grandi città;

Approccio basato sui diritti umani

27.    accoglie con favore il fatto che la promozione di un approccio basato sui diritti umani e incentrato sulle persone sia stata inclusa tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile proposti dal gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite; esprime tuttavia preoccupazione per la mancata adozione, allo stato attuale, di un approccio più ambizioso e sottolinea che si tratta di un requisito fondamentale per far fronte alle cause profonde della povertà, dell'esclusione sociale e della disuguaglianza;

28.    sottolinea l'universalità, l'indivisibilità e l'interdipendenza di tutti i diritti umani di tutte le persone senza alcun tipo di discriminazione, a partire dal diritto fondamentale alla dignità di tutti gli esseri umani, con particolare attenzione ai diritti umani delle donne e delle ragazze, compresa la promozione dell'accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, nonché la tutela e il rispetto dei diritti dei migranti e delle minoranze, comprese le persone LGBTI e le persone affette da HIV; pone l'accento sull'importanza di tutelare e promuovere i diritti delle persone con disabilità nel nuovo quadro;

29.    invita l'UE a porre l'accento sull'importanza di conferire priorità, nell'agenda post 2015, all'adozione e all'attuazione di un quadro giuridico adeguato nonché sulla necessità che le politiche nazionali e locali contrastino la corruzione e l'impunità, assicurando un accesso equo a istituzioni giudiziarie imparziali e indipendenti e mezzi di ricorso efficaci contro le violazioni dei diritti umani, in particolare dei gruppi emarginati, nonché alla protezione dei difensori dei diritti umani; sottolinea che il quadro di sviluppo globale post 2015 deve inoltre garantire il buon governo, la democrazia e lo Stato di diritto;

30.    invita l'UE a raddoppiare gli sforzi volti a garantire, durante i prossimi negoziati intergovernativi, che l'approccio basato sui diritti umani e il diritto allo sviluppo diventino i concetti principali su cui si fonda il quadro di sviluppo globale post 2015 e a includere pertanto i principi chiave dell'universalità, indivisibilità, non discriminazione e uguaglianza, responsabilità e Stato di diritto, partecipazione e inclusione nella definizione, attuazione e controllo del quadro di sviluppo post 2015; sottolinea l'importanza di mantenere l'obiettivo di sviluppo sostenibile 16 proposto dal gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite quale obiettivo autonomo nel nuovo quadro di sviluppo globale;

Prevenzione dei conflitti, ripresa postbellica, costruzione della pace e promozione di una pace duratura

31.    ritiene che il quadro di sviluppo globale post 2015 debba debitamente riflettere il "New Deal" per l'impegno negli Stati fragili e gli obiettivi di costruzione della pace e di consolidamento dello Stato concordati a Busan; sottolinea che nel nuovo quadro occorre rivolgere particolare attenzione agli Stati fragili; accoglie favorevolmente il fatto che la promozione di società pacifiche sia una delle priorità dell'UE e stia diventando un elemento importante del nuovo quadro; reputa imperativo intraprendere partenariati strutturali, intensi e a lungo termine che diano priorità alla riforma del settore della sicurezza e alla creazione dello Stato di diritto e di istituzioni democratiche;

32.    sottolinea che il nuovo quadro deve affrontare le cause soggiacenti dei conflitti e della fragilità; chiede alle istituzioni europee di porre in essere procedure più reattive nelle situazioni di post-conflitto e di adottare una strategia che consenta all'aiuto allo sviluppo di contribuire al meglio agli obiettivi in materia di sicurezza;

33.    condanna vigorosamente la mancanza di azioni penali e sanzioni nelle zone di conflitto, soprattutto per quanto riguarda la violenza sessuale nei confronti di donne e ragazze; sottolinea la necessità di raddoppiare gli sforzi per la protezione dei civili colpiti dai conflitti armati, di migliorare l'accesso al sostegno psicologico, in particolare per le donne e i bambini e di rafforzare il collegamento tra aiuto di emergenza, risanamento e sviluppo nel nuovo quadro globale;

34.    riconosce l'importante contributo delle donne alla prevenzione dei conflitti e agli sforzi di costruzione della pace e chiede pertanto la promozione della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite al fine di garantire la partecipazione delle donne alla risoluzione dei conflitti e la costruzione della democrazia;

Mitigazione dei cambiamenti climatici, protezione dell'ambiente e riduzione del rischio di catastrofi

35.    ritiene che la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento a essi debbano essere integrati efficacemente nel quadro di sviluppo globale post 2015 come questione trasversale, in modo visibile e ambizioso; sostiene l'ampia gamma di misure volte ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e a garantire un futuro migliore alla nuova generazione, tra l'altro eliminando progressivamente le sovvenzioni dannose per l'ambiente; sottolinea che occorre rivolgere particolare attenzione all'energia rinnovabile, determinante ai fini della mitigazione dei cambiamenti climatici;

36.    sottolinea che il processo d'integrazione non dovrebbe portare a distogliere gli aiuti pubblici allo sviluppo verso politiche climatiche che non conseguono una diretta riduzione della povertà;

37.    ritiene che molte comunità povere subiscano già con le conseguenze dei cambiamenti climatici, pur essendone responsabili solo in minima parte; ribadisce l'urgente necessità di agire per ridurre le emissioni, ponendo l'accento sulle strategie senza emissioni di carbonio; sottolinea che la transizione verso un'economia efficiente dal punto di vista energetico e basata su energie rinnovabili può condurre a enormi progressi nell'eliminazione della povertà; ritiene che l'UE debba sostenere l'accesso universale a servizi energetici rinnovabili, affidabili ed economicamente accessibili;

38.    accoglie con favore il fatto che la mitigazione dei cambiamenti climatici e lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali siano nettamente presenti e integrati nel documento conclusivo del gruppo di lavoro aperto, compresi gli obiettivi previsti in materia di conservazione di oceani e mari, nonché di conservazione di biodiversità e foreste;

39.    pone l'accento sull'importanza di includere nel nuovo quadro misure di assistenza umanitaria, di sviluppo delle capacità, di prevenzione e di partecipazione dal basso che consentano di ridurre efficacemente il rischio di catastrofi e di rafforzare la resilienza; sottolinea la necessità di rafforzare l'assistenza, il coordinamento e le risorse internazionali per la risposta di emergenza, la ripresa e la ricostruzione nelle situazioni post-calamità;

40.    riconosce il peculiare ruolo delle donne nel contribuire alla sostenibilità; chiede pertanto l'integrazione della prospettiva di genere nelle politiche ambientali e dei cambiamenti climatici, per garantire una riduzione delle disparità di genere per quanto riguarda l'accesso alle risorse per l'adattamento ai cambiamenti climatici e il controllo di tali risorse;

Sicurezza alimentare, nutrizione, agricoltura sostenibile, lotta al degrado del suolo, approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari

41.    plaude al fatto che la sicurezza alimentare e nutrizionale sia emersa quale settore prioritario del nuovo quadro di sviluppo globale; accoglie positivamente l'inclusione dell'obiettivo autonomo di porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere l'agricoltura sostenibile nel documento conclusivo del gruppo di lavoro aperto; riconosce le esigenze specifiche delle donne impiegate nell'agricoltura per quanto riguarda la sicurezza alimentare; ritiene che tali esigenze debbano essere tenute in considerazione nell'elaborazione del nuovo quadro di sviluppo;

42.    sottolinea l'importanza di tenere conto dei nessi esistenti con una migliorata produttività dell'agricoltura e della pesca sostenibile per la riduzione della perdita e dello spreco degli alimenti, la gestione trasparente delle risorse naturali e l'adattamento ai cambiamenti climatici;

43.    sottolinea che la sicurezza del regime di proprietà per i produttori su piccola scala, piccoli proprietari, che tiene conto dei diritti tradizionali di uso delle terre, stimola le economie locali e incrementa la sicurezza alimentare;

44.    sottolinea la necessità di andare oltre la sicurezza alimentare, per considerare il cibo come un diritto umano fondamentale, al fine di poter definire un obiettivo chiaro di "Fame zero" e porre fine allo scandalo della fame entro il 2025; sottolinea che gli sforzi tesi a porre fine alla fame e alla malnutrizione, nonché al fenomeno della "fame nascosta", dovrebbero concentrarsi particolarmente sui bambini e le donne che allattano;

45.    pone l'accento sull'importanza di mettere in atto, gli impegni di Rio +20 in materia di degrado del suolo in tutti i paesi, così come le linee guida della FAO sul diritto all'alimentazione e sulla proprietà fondiaria; sottolinea l'importanza del buon governo a livello globale per lottare contro l'accaparramento di terreni;

46.    pone l'accento sulla necessità di rafforzare il buon governo nel settore fondiario e di preservare i terreni dal sempre crescente rischio di accaparramento da parte di gruppi economici;

47.    sottolinea l'importanza di considerare l'accesso universale all'acqua potabile sicura e ai servizi igienico-sanitari come pure la gestione integrata delle risorse idriche; sottolinea l'esigenza di agire per ridurre l'utilizzo di sostanza chimiche pericolose e per prevenire l'inquinamento;

Sanità e istruzione

48.    ritiene che il settore sanitario sia fondamentale ai fini dello sviluppo economico e sociale delle società; invita pertanto l'UE a concentrarsi sulla promozione di una tutela equa, universale e sostenibile della salute nel nuovo quadro globale, con un'enfasi particolare su terapie e assistenza sanitaria a prezzi accessibili per i bambini e le madri e l'obiettivo ambizioso di eliminare i decessi prevenibili di puerpere, neonati e bambini e di porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e altre malattie contagiose;

49.    riconosce che la salute è un diritto dell'uomo; sottolinea l'importanza di migliorare l'accesso universale a servizi igienici e a terapie e assistenza sanitaria di alta qualità, compresi i servizi di salute sessuale e riproduttiva; invita l'UE a mettere particolarmente l'accento sulla prevenzione dell'esclusione e della discriminazione dei gruppi più vulnerabili per quanto riguarda i sistemi sanitari;

50.    sottolinea l'enorme importanza di continuare a lavorare per migliorare l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari in quanto tema trasversale che condiziona il raggiungimento di altri obiettivi dell'agenda post 2015, comprese la salute, l'istruzione e la parità di genere;

51.    sottolinea che l'istruzione è essenziale per lo sviluppo di società autosufficienti; insiste affinché l'accesso a un'istruzione di qualità a tutti i livelli si rifletta nel nuovo quadro di sviluppo globale e che talo quadro affronti anche la problematica dell'accesso all'istruzione in situazioni di emergenza e di crisi; sottolinea l'esigenza di promuovere la cittadinanza partecipativa attraverso il pieno esercizio dei diritti civili e politici e di creare società basate sulla conoscenza e innovative;

52.    sollecita la Commissione a promuovere in via prioritaria l'eliminazione delle disuguaglianze nell'accesso alla salute e all'istruzione nel quadro post 2015 e a includere misure specifiche per raggiungere gli individui e i gruppi svantaggiati che sono a rischio di discriminazione;

Ruolo centrale delle donne nel quadro di sviluppo globale post 2015

53.    plaude al fatto che l'emancipazione delle donne e delle ragazze e l'importanza della parità di genere siano state riconosciute quali priorità nel documento conclusivo del gruppo di lavoro aperto, tenendo conto del ruolo centrale delle donne nel nuovo quadro di sviluppo globale; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere l'appello del gruppo di lavoro aperto di un obiettivo autonomo in materia di parità di genere, ad assicurare l'integrazione trasversale delle problematiche di genere in tutti gli obiettivi e a promuovere l'inclusione di obiettivi ambiziosi riguardo ai diritti di donne e ragazze e una migliorata attuazione di tali obiettivi;

54.    ribadisce l'importanza di eliminare tutte le forme di discriminazione e violenza contro donne e ragazze nel nuovo quadro; sottolinea l'importanza di eliminare tutte le normative e prassi discriminatorie; esorta l'UE a far sì che l'eliminazione di tutte le forme di violenza, tra cui la violenza domestica, la tratta, lo sfruttamento e le molestie sessuali, e di tutte le pratiche pregiudizievoli, tra cui i matrimoni forzati, precoci o di minori e la mutilazione genitale femminile, divengano una delle massime priorità del nuovo quadro globale nell'ambito dei diritti umani;

55.    ritiene che l'agenda globale post 2015 debba trasmettere un messaggio chiaro in merito alla partecipazione delle donne ai processi decisionali;

56.    sottolinea l'importanza di garantire a donne e uomini un accesso equo all'occupazione, nonché la parità di retribuzione per lavori di pari valore ovunque; riconosce la necessità di tutelare il diritto delle donne di avere figli e continuare al tempo stesso a lavorare;

57.    sottolinea l'importanza di rafforzare l'accesso delle ragazze all'istruzione a tutti i livelli e di rimuovere le barriere di genere all'apprendimento;

58.    sottolinea l'importanza di assicurare l'accesso universale a servizi sanitari quali la pianificazione familiare, compresi i diritti alla salute sessuale e riproduttiva;

59.    insiste sulla necessità di introdurre meccanismi specifici ed efficaci di protezione delle donne migranti; riconosce l'importanza del diritto delle donne a migrare ed ad integrarsi in una nuova cultura;

Crescita inclusiva e sostenibile, occupazione e creazione di posti di lavoro dignitosi

60.    sottolinea che la crescita economica inclusiva e sostenibile, accompagnata dalla creazione di posti di lavoro dignitosi e dall'efficienza nell'uso delle risorse volti a progredire verso un modello di consumo e di produzione più sostenibile e a mitigare i cambiamenti climatici, è fondamentale per il successo dell'agenda post 2015; ritiene che sarà fondamentale definire indicatori qualitativi per controllare sia quanto i progressi registrati nello sviluppo siano inclusivi e sostenibili, sia in che misura le esigenze dei gruppi più indigenti e vulnerabili siano affrontate;

61.    sottolinea che è essenziale controllare in che misura lo sviluppo economico beneficia i gruppi più indigenti e vulnerabili e i salari rimangono allineati agli aumenti di produttività; ricorda che è responsabilità dello Stato fornire servizi sociali di base ai propri cittadini, contribuendo così a eliminare la povertà; considera essenziale l'istituzione nei paesi in via di sviluppo di piattaforme definite a livello nazionale in materia di tutela sociale e di regolamentazione del salario minimo;

62.    invita l'UE a promuovere un ambiente favorevole per l'imprenditorialità, gli scambi commerciali, gli investimenti e l'innovazione, in quanto ciò favorirà la riduzione delle disuguaglianze e permetterà di rafforzare la giustizia sociale;

63.    sottolinea l'esigenza di eliminare progressivamente il lavoro minorile nel nuovo quadro di sviluppo globale;

64.    chiede un nuovo quadro globale che crei un regime di scambi commerciali più equo e sostenibile, basato sul dialogo, la trasparenza e il rispetto, che favorisca una maggiore equità nell'ambito del commercio internazionale; ritiene che il commercio equo e solidale costituisca un esempio di partenariato efficace che, riunendo molte parti interessate in tutto il mondo e a livelli diversi nella filiera di approvvigionamento, assicura l'accesso al mercato per i produttori svantaggiati, in particolare donne, garantisce mezzi di sussistenza sostenibili, rispetta le norme in materia di lavoro, elimina progressivamente il lavoro minorile e promuove pratiche agricole e produttive ecologicamente sostenibili;

65.    riconosce la necessità che il nuovo quadro globale promuova un sistema di scambi commerciali multilaterali universale, trasparente, basato su norme, aperto, non discriminatorio ed equo nel quadro dell'OMC; invita l'UE a riesaminare la propria strategia in materia di politiche dello sviluppo sostenibile, compreso il commercio equo e solidale;

66.    chiede che sia sostenuto lo sviluppo di ecoincentivi, ad esempio la creazione di posti di lavoro verdi;

67.    pone l'accento sull'importanza di affrontare la disoccupazione giovanile nel nuovo quadro globale;

Settore privato

68.    sottolinea che il settore privato può fungere da motore essenziale della crescita inclusiva e sostenibile quando tiene conto dei principi più importanti dello sviluppo quali i diritti umani, i diritti lavorativi, la responsabilità delle imprese e i meccanismi di trasparenza, il dialogo sociale e gli impegni in materia di ambiente; esorta l'UE a sostenere la creazione di sistemi normativi che riducano la burocrazia eccessiva, promuovano il buon governo, lottino contro la corruzione e promuovano la creazione di posti di lavoro; insiste sull'esigenza di migliorare la responsabilità sociale delle imprese multinazionali attraverso norme giuridicamente vincolanti; in queste circostanze, reputa che il settore privato dovrebbe fungere da motore essenziale dello sviluppo inclusivo e sostenibile;

69.    chiede norme trasparenti ed eque per l'accesso ai mercati locali e internazionali, che concedano pari opportunità a tutte le parti interessate;

70.    sottolinea che la responsabilità sociale delle imprese dovrebbe costituire un importante elemento del nuovo quadro;

71.    invita l'UE a garantire che tutti i flussi di aiuti per il settore privato seguano i principi di efficacia dello sviluppo e assicurino che il settore privato nei paesi in via di sviluppo sia orientato ad aiutare le persone a riscattarsi dalla povertà;

72.    accoglie con favore la raccomandazione del Consiglio intesa a porre maggiore enfasi sul sostegno alle PMI creando un ambiente favorevole ai piccoli imprenditori e facilitando l'accesso a finanziamenti e formazione;

73.    appoggia in particolare l'ulteriore sviluppo dell'iniziativa per l'imprenditoria sociale nel campo della cooperazione allo sviluppo; chiede di creare nuovi strumenti che contribuiscano a migliorare la cooperazione tra piccole e medie imprese sia nel mondo industrializzato sia nei paesi in via di sviluppo;

74.    esorta l'UE a dare la priorità alla giustizia fiscale e alla mobilizzazione di risorse interne nell'agenda post 2015, dato che ciò dovrebbe svolgere un ruolo importante nella trasformazione della società, nell'eliminazione della povertà e nella riduzione delle disuguaglianze;

Società civile

75.    riconosce la necessità di un approccio partecipativo al nuovo quadro di sviluppo, che punti a coinvolgere i soggetti a tutti i livelli, sottolinei il ruolo determinante delle organizzazioni della società civile e delle organizzazioni femminili per quanto riguarda il ruolo centrale delle donne nello sviluppo globale, favorisca lo sviluppo e si faccia promotore di universalità, equità, inclusività, responsabilità e trasparenza; sottolinea l'importanza di avviare un dialogo con le organizzazioni presenti sul campo e di facilitare la partecipazione diretta di cittadini e comunità;

76.    sottolinea la particolare importanza delle organizzazioni della società civile nel promuovere lo Stato di diritto, la giustizia, i diritti umani e i principi democratici, in particolare nei paesi nei quali la creazione dell'apparato statale è ancora nelle fasi iniziali e le capacità dello Stato e del governo sono limitate;

Autorità locali e parlamenti nazionali

77.    pone l'accento sull'importanza di includere le autorità locali e i parlamenti nazionali nella pianificazione e nell'attuazione dello sviluppo e nei flussi di aiuti finanziari; sottolinea che ciò necessita un processo realmente partecipativo sin dall'inizio della fase di sviluppo e che, in questa ottica, occorre riconoscere e rafforzare l'aiuto pubblico decentrato;

IV. Mobilitazione delle risorse finanziarie

78.    sollecita gli Stati membri a tenere fede al proprio impegno di stanziare almeno lo 0,7% del RNL in aiuti pubblici allo sviluppo, compreso almeno lo 0,2% del RNL ai paesi meno sviluppati e ad altri Stati fortemente vulnerabili; invita l'UE ad adottare un approccio internazionale coerente e completo per i finanziamenti post 2015; ribadisce la necessità di continuare ad adoperarsi in stretta collaborazione con altri donatori per mettere a punto ulteriori meccanismi di finanziamento innovativi, come l'imposta sulle transazioni finanziarie;

79.    ricorda l'importanza di rispettare il principio di appropriazione locale nel contesto dello sviluppo; ribadisce la necessità di rafforzare il dialogo politico tra i donatori e i paesi partner;

80.    ricorda alla Commissione e agli Stati membri che l'aiuto pubblico allo sviluppo deve rimanere la spina dorsale della politica europea di cooperazione allo sviluppo intesa a eliminare la povertà;

81.    sollecita l'UE a valutare i meccanismi di combinazione in modo da assicurare che essi siano trasparenti, includano garanzie di rendicontabilità e abbiano una chiara incidenza sullo sviluppo sostenibile; invita la Commissione a pubblicare orientamenti basati su strategie armonizzate di riduzione della povertà;

82.    ribadisce la sua richiesta di iscrivere come priorità principale del finanziamento per lo sviluppo la lotta alla corruzione, al riciclaggio di denaro, all'evasione ed elusione fiscale, ai paradisi fiscali, ai flussi illeciti di capitali e ai regimi fiscali controproducenti; ricorda che secondo le stime i paesi in via di sviluppo hanno perso quasi 6 000 miliardi di dollari a causa dei flussi finanziari illeciti, una cifra notevolmente superiore ai flussi di aiuti pubblici allo sviluppo di tale periodo; sottolinea pertanto l'importanza di rafforzare la trasparenza e il buon governo globali;

83.    invita l'UE ad agevolare i partenariati pubblico-privato ove possibile e ad attribuire la priorità all'impiego dell'esperienza, della competenza e dei sistemi di gestione del settore privato, in partenariato con risorse pubbliche;

84.    invita l'UE a continuare a sostenere i paesi in via di sviluppo nei loro sforzi per aumentare la mobilitazione di risorse nazionali pubbliche e private e ad aiutarli a istituire sistemi fiscali giusti, sostenibili ed equi, che portino a ridurre la povertà e la dipendenza dagli aiuti;

V.  Indicatori e responsabilità

85.    pone l'accento sulla cruciale importanza di disporre di dati accessibili e disaggregati per definire politiche appropriate in relazione al nuovo quadro e garantire che i governi e la comunità internazionale siano chiamati a rispondere delle loro azioni;

86.    sottolinea la necessità di robusti meccanismi di responsabilità per garantire che sia i paesi sviluppati, sia quelli in via di sviluppo, adempiano i propri impegni e affrontino efficacemente le sfide della povertà e della sostenibilità che saranno oggetto del quadro post 2015; sottolinea che il quadro deve essere basato su prove e includere obiettivi finanziari e un solido controllo, nonché meccanismi di responsabilità a tutti i livelli; ricorda che i meccanismi di controllo dovrebbero includere un processo di revisione basato sull'apertura e la trasparenza;

87.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Segretario generale delle Nazioni Unite e al presidente del gruppo di lavoro aperto sugli obiettivi di sviluppo sostenibile.

MOTIVAZIONE

I. Obiettivi di sviluppo del Millennio – Risultati e nuove sfide

Nel settembre 2000 le Nazioni Unite hanno adottato la dichiarazione del Millennio, a seguito della quale sono stati definiti obiettivi concreti e vincolati a scadenze precise, da raggiungere entro il 2015.

Gli obiettivi di sviluppo del Millennio hanno avuto un'incidenza decisiva sulla vita delle persone. A meno di un anno dal termine fissato per il raggiungimento degli OSM, la povertà estrema nel mondo è stata dimezzata e gli sforzi per combattere la malaria e la tubercolosi sono stati coronati da risultati eccezionali.

Un altro importante traguardo segnato dagli OSM consiste nell'aver riunito i governi, la comunità internazionale, la società civile e il settore privato nell'ottica di raggiungere obiettivi concreti a favore dello sviluppo e dell'eliminazione della povertà.

Sono tuttavia necessari sforzi ulteriori per dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame. La relazione sullo sviluppo umano 2014 sottolinea che la vulnerabilità persistente costituisce una minaccia per lo sviluppo umano, a meno che non sia affrontata sistematicamente da politiche e norme sociali.

Le sfide globali sono destinate ad aumentare a causa di questioni di primo piano quali la povertà, le violazioni dei diritti umani, i conflitti armati e il terrorismo, il cambiamento climatico, l'insicurezza alimentate, la migrazione, la disoccupazione, i cambiamenti demografici, la corruzione, la limitata disponibilità di risorse, la crescita non sostenibile e le crisi finanziarie ed economiche. Occorre definire nuovi modelli di sviluppo che garantiscano uno sviluppo inclusivo e sostenibile.

Di conseguenza, l'agenda post 2015 necessita di un partenariato globale profondamente rinnovato, caratterizzato da una copertura totale e capace di riconoscere il contributo di tutti i tipi di strumenti e di includere le tecnologie e l'innovazione, lo sviluppo delle capacità e il commercio.

Perché occorre questo documento?

A seguito dell'evento speciale delle Nazioni Unite sugli OSM (settembre 2013) e delle relazioni sulla situazione dopo il 2015, i negoziati relativi a un nuovo quadro si sono intensificati, in particolare attraverso le discussioni in seno al gruppo di lavoro aperto (OWG) sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e al comitato intergovernativo di esperti sul finanziamento dello sviluppo sostenibile.

La posizione generale dell'UE è stata definita dalla Commissione dopo intense consultazioni e ha ricevuto il sostegno del Consiglio e del Parlamento europeo. La comunicazione intitolata "Un'esistenza dignitosa per tutti" getta le basi della posizione dell'UE sull'agenda post 2015.

La comunicazione chiede che siano affrontate questioni di rilevanza mondiale quali la povertà, la sanità, la sicurezza alimentare, l'istruzione, l'uguaglianza di genere, l'approvvigionamento idrico e i servizi igienico-sanitari, l'energia sostenibile, il lavoro dignitoso, la crescita inclusiva e sostenibile, le disuguaglianze, il consumo e la produzione sostenibili, la biodiversità, il degrado del suolo nonché il mare e gli oceani. La comunicazione indica inoltre la necessità che il quadro post 2015 si fondi su un approccio basato sui diritti e garantisca la giustizia, l'uguaglianza e l'equità, la buona governance, la democrazia e lo Stato di diritto, un modello pacifico di società e il diritto di non subire violenze.

Il Parlamento europeo si è adoperato fortemente per ottenere un'ambiziosa agenda di sviluppo post 2015. Questa relazione intende contribuire alla definizione di una posizione dell'UE coerente, che sarà quindi adottata dal Consiglio nel dicembre 2014. Le conclusioni del Consiglio dovrebbero stabilire i principi e le linee guida della strategia negoziale dell'UE.

III. Settori prioritari

Eliminazione della povertà e sviluppo sostenibile

Il relatore ricorda che nell'ambito delle discussioni tenutesi in seno al gruppo di lavoro aperto sugli obiettivi di sviluppo sostenibile è stato individuato un numero consistente di settori prioritari emergenti. Occorre concentrarsi progressivamente sugli elementi centrali che dovrebbero costituire una serie chiara e limitata di obiettivi universali e misurabili.

L'eliminazione della povertà, la buona governance, l'approccio basato sui diritti umani e lo sviluppo sostenibile dovrebbero costituire i principi di fondo del nuovo quadro di sviluppo, che dovrebbe altresì tenere conto degli aspetti pluridimensionali della povertà e della disuguaglianza, che non si limitano alla mancanza di reddito.

Approccio basato sui diritti umani

Il quadro post 2015 dovrebbe garantire un approccio basato sui diritti umani nonché la promozione di società pacifiche. La giustizia, la buona governance, la democrazia e lo Stato di diritto dovrebbero altresì essere inclusi nella nuova agenda. Il relatore è fermamente convinto della necessità di adottare un approccio più ambizioso a tale riguardo.

In questa fase fondamentale dei negoziati, l'UE dovrebbe garantire l'inclusione di tutti i diritti nel suo dialogo con i paesi terzi, il che riveste un'importanza cruciale ai fini dello sviluppo sostenibile.

Il relatore ricorda inoltre che per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile occorrono istituzioni efficaci, trasparenti, responsabili e democratiche a tutti i livelli. Pertanto, sollecita l'adozione e l'attuazione di un opportuno quadro giuridico come pure di politiche nazionali che consentano di ridurre la corruzione, assicurando che le istituzioni giudiziarie siano accessibili, imparziali e indipendenti.

Prevenzione dei conflitti, ripresa postbellica, costruzione della pace e promozione di una pace duratura

L'UE ha riconosciuto che la pace e la sicurezza sono requisiti imprescindibili per lo sviluppo sostenibile e che, viceversa, lo sviluppo e l'eliminazione della povertà sono essenziali per una pace duratura. Di conseguenza il quadro post 2015 dovrebbe tenere conto degli obiettivi di costruzione della pace e di consolidamento dello Stato stabiliti a Busan. La promozione di società pacifiche dovrebbe diventare un elemento importante della nuova agenda.

Cambiamento climatico e riduzione del rischio di catastrofi

La mitigazione dei cambiamenti climatici rappresenta una delle più importanti sfide del nostro tempo, e in quanto tale deve essere integrata efficacemente e con urgenza nella nuova agenda di sviluppo. Il cambiamento climatico è strettamente correlato alla riduzione del rischio di catastrofi e al rafforzamento della resilienza.

Per quanto concerne la riduzione del rischio di catastrofi, è importante ricordare che i paesi più poveri sono quelli maggiormente esposti ai rischi, e che è necessario far fronte a tutti i fattori di vulnerabilità.

L'energia sostenibile dovrebbe ugualmente essere considerata uno strumento cruciale ai fini dell'eliminazione della povertà. In questo senso occorre un approccio strategico in materia di diversificazione delle fonti, protezione degli ecosistemi e delle risorse naturali e gestione integrata delle risorse idriche.

Sicurezza alimentare, nutrizione, agricoltura sostenibile, degrado del suolo, approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari

Il relatore valuta positivamente il fatto che la sicurezza alimentare e nutrizionale emerga quale settore prioritario della nuova agenda di sviluppo e ricorda la necessità di creare opportuni collegamenti con l'agricoltura e la pesca sostenibili, la gestione delle risorse idriche e il cambiamento climatico.

Il relatore sottolinea che sono necessari sforzi ulteriori per porre fine alla malnutrizione, in particolare dei bambini.

Come messo in luce dagli impegni di Rio +20, il degrado del suolo e del terreno rappresenta un elemento fondamentale dello sviluppo sostenibile e dell'economia verde. È pertanto cruciale arrestare tale processo di degrado.

La conferenza di Rio +20 ha riconosciuto che "l'acqua costituisce il fulcro dello sviluppo sostenibile" e delle sue tre dimensioni. Il relatore ritiene che la nuova agenda debba incoraggiare un approccio integrato in materia di risorse idriche che trovi espressione in obiettivi universalmente accettati, che sia semplice, misurabile e mirato in termini di politiche e risorse e che consenta alle parti interessate di raggiungere risultati concreti che permettano di migliorare la vita delle persone e di tutelare l'ambiente.

Sanità e istruzione

Il relatore sottolinea l'importanza della sanità e dell'istruzione ai fini dello sviluppo sostenibile. L'agenda post 2015 dovrebbe pertanto includere obiettivi specifici in relazione a tali settori.

Nell'ambito del nuovo quadro di sviluppo, l'UE dovrebbe concentrarsi sulla promozione di una copertura sanitaria equa e universale, garantendo la qualità della spesa e l'accesso a servizi sanitari di qualità.

Il relatore pone inoltre l'accento sulla necessità di garantire l'accesso a tutti i livelli di un'istruzione di qualità, così da promuovere la cittadinanza partecipativa e la costruzione di società innovative e basate sulla conoscenza.

È particolarmente importante eliminare le disuguaglianze nell'accesso alla sanità e all'istruzione e includere nel nuovo quadro misure rivolte ai gruppi più svantaggiati.

Ruolo centrale delle donne nel nuovo quadro di sviluppo

Il relatore plaude al fatto che il rafforzamento del ruolo delle donne sia stato inserito tra le priorità dell'agenda di sviluppo post 2015.

In aggiunta, è importante che l'eliminazione di tutte le forme di violenza contro donne e ragazze diventi una priorità. È inoltre fondamentale che l'eliminazione di tutte le pratiche pregiudizievoli, tra cui i matrimoni forzati, precoci o di minori e la mutilazione genitale femminile, siano incluse dall'UE tra le massime priorità del nuovo quadro.

Il nuovo quadro di sviluppo dovrebbe altresì concentrarsi sull'accesso equo all'occupazione e sulla parità di retribuzione per lavori di pari valore.

Crescita inclusiva e sostenibile, occupazione e lavoro dignitoso

La crisi economica e finanziaria mondiale ha rallentato la crescita, dando luogo a una crisi nel settore dell'occupazione. Il relatore sottolinea l'importanza della crescita inclusiva e della promozione di posti di lavoro dignitosi.

Le discussioni in corso sul quadro post 2015 rappresentano una buona opportunità per l'UE di promuovere un ambiente favorevole all'imprenditorialità, agli scambi commerciali, agli investimenti e all'innovazione, il che favorirà la riduzione delle disuguaglianze e permetterà di rafforzare la giustizia sociale.

Settore privato

Nei paesi in via di sviluppo il settore privato mette a disposizione il 90 % circa dei posti di lavoro e rappresenta pertanto un partner essenziale nella lotta alla povertà.

Il relatore ritiene che il settore privato debba fungere da motore essenziale della crescita inclusiva e sostenibile. In questo senso, valuta positivamente le raccomandazioni del Consiglio volte a porre maggiore enfasi sul sostegno alle PMI, alle imprese sociali e alle cooperative, che costituiscono attori chiave ai fini della promozione dello sviluppo sostenibile.

Società civile

Il relatore ritiene che nel nuovo quadro post 2015 le organizzazioni della società civile debbano svolgere un ruolo importante ponendo i governi di fronte alle loro responsabilità e contribuendo alla creazione di società partecipative e responsabili del proprio sviluppo.

Autorità locali

Le autorità locali dovrebbero essere integrate sin dal principio nel nuovo quadro di sviluppo per mezzo di un processo realmente partecipativo. Il relatore ritiene che le autorità locali contribuiscano in misura significativa all'efficacia dello sviluppo, in quanto hanno una conoscenza ottimale delle esigenze delle comunità locali e possono farvi fronte nel modo più completo.

V. Mobilitazione delle risorse finanziarie

Gli obiettivi post 2015 dovrebbero prevedere la definizione di traguardi e obblighi reciproci per tutti i paesi, a prescindere dai loro livelli di reddito.

Il relatore ritiene che l'UE debba continuare ad adoperarsi, in stretta collaborazione con altri donatori, per mettere a punto ulteriori meccanismi di sviluppo innovativi, creare nuovi partenariati e integrare altre fonti di finanziamento.

Il relatore chiede inoltre che i meccanismi di combinazione siano trasparenti, includano garanzie di rendicontabilità e abbiano una chiara incidenza sullo sviluppo sostenibile. Raccomanda altresì con forza l'adozione di un approccio coerente e risoluto in materia di lotta ai flussi finanziari illeciti, rafforzamento della trasparenza e buona governance.

Il relatore ritiene che l'UE debba continuare a operare in stretta collaborazione con i paesi in via di sviluppo per aiutarli a innalzare il loro reddito interno e a istituire sistemi fiscali sostenibili ed equi.

VII. Indicatori e responsabilità

Il relatore ricorda la cruciale importanza di disporre di dati affidabili per definire politiche appropriate e garantire che i governi e i soggetti interessati del settore dello sviluppo siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Raccomanda che l'UE promuova discussioni sugli indicatori più adeguati per misurare i progressi, le disuguaglianze e le vulnerabilità.

VIII. Necessità di una posizione dell'UE forte, chiara e coerente

Il relatore valuta positivamente il ruolo svolto dall'UE nei negoziati relativi all'agenda post 2015 e la sua insistenza sulla necessità di dotarsi di un unico quadro globale, valido per tutti i paesi e che includa le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile. Ritiene che l'UE debba adottare una posizione risoluta riguardo ai contenuti e agli obiettivi strategici. Il relatore plaude ai progressi realizzati dal gruppo di lavoro aperto e al contributo da esso apportato, ma ritiene che gli obiettivi individuati nelle sue conclusioni debbano essere semplificati e il loro numero significativamente ridotto.

A suo parere, inoltre, l'UE dovrebbe apportare un contributo importante alla definizione di disposizioni chiare che permettano di garantire che l'approccio basato sui diritti umani e la buona governance costituiscano il fondamento del nuovo quadro.

Il relatore ritiene inoltre che la coerenza delle politiche per lo sviluppo sia un altro elemento fondamentale per il successo dell'agenda di sviluppo post 2015. Di conseguenza, dovrebbero essere presentate proposte più dettagliate in materia di sicurezza alimentare, nutrizione e agricoltura sostenibile.

Infine, il relatore sottolinea che la voce dei paesi e dei gruppi regionali che sostengono le priorità dell'UE e ne condividono le preoccupazioni dovrebbe essere ascoltata e assumere un effetto catalizzatore all'interno dei gruppi regionali.

PARERE della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (6.11.2014)

destinato alla commissione per lo sviluppo

sull'UE e il quadro di sviluppo globale dopo il 2015
(2014/2143(INI))

Relatore per parere: Malin Björk

SUGGERIMENTI

La commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere invita la commissione per lo sviluppo, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

–    vista la convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW), del 18 dicembre 1979;

–    visti la Quarta conferenza mondiale sulle donne svoltasi a Pechino nel settembre 1995, la dichiarazione e la piattaforma d'azione approvate a Pechino e i successivi documenti finali adottati in occasione delle sessioni speciali delle Nazioni Unite Pechino +5, Pechino +10 e Pechino +15 sulle ulteriori azioni e iniziative per attuare la dichiarazione e la piattaforma d'azione di Pechino, adottati rispettivamente il 9 giugno 2000, l'11 marzo 2005 e il 2 marzo 2010;

–   vista l'attuazione del programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD), tenutasi al Cairo nel 1994, in cui la comunità internazionale ha riconosciuto e ribadito che la salute sessuale e riproduttiva e i diritti riproduttivi sono essenziali per lo sviluppo sostenibile;

A.  considerando che due obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) riguardano esplicitamente i diritti delle donne, in particolare la promozione della parità di genere e il conferimento di responsabilità alle donne (OSM 3) e il miglioramento della salute materna (OSM 5), che altri tre riguardano le condizioni di vita di donne e ragazze: assicurare l'istruzione elementare universale (OSM 2), ridurre la mortalità infantile (OSM 4) e combattere l'HIV/AIDS, la malaria e altre malattie (OSM 6);

B.  considerando che, nell'ambito della piattaforma d'azione di Pechino, gli Stati membri si sono impegnati a promuovere la parità di genere in dodici settori critici; che, nel quadro del riesame dell'attuazione della piattaforma a 15 anni dalla sua adozione, il Consiglio ha concluso che i diritti delle donne devono ancora essere garantiti nella maggior parte di questi settori;

C. considerando che l'UE si è impegnata nei confronti di un piano d'azione 2010-2015 sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nello sviluppo, ma che il ritmo di attuazione è stato estremamente lento, come sottolineato nelle conclusioni del Consiglio dal 19 maggio 2014;

D. considerando che, nonostante i risultati positivi ottenuti dagli OSM nei paesi a medio reddito e nei paesi in via di sviluppo, i progressi in materia di parità di genere e conferimento di responsabilità alle donne sono disomogenei, e l'OSM 3 deve ancora essere ampiamente realizzato;

E.  considerando che l'OSM 5 è l'obiettivo che registra il maggior ritardo e che l'accesso alle informazioni sui diritti sessuali e riproduttivi, compresi la contraccezione e l’aborto, costituisce un elemento fondamentale per l'emancipazione delle donne; che ogni giorno circa 800 donne nel mondo muoiono a causa di complicanze durante la gravidanza o il parto; e circa 222 milioni di donne nel mondo in via di sviluppo non hanno accesso a metodi sicuri e moderni di pianificazione familiare mentre la quota di aiuti allo sviluppo diretti alla pianificazione familiare nel quadro degli aiuti totali globali alla salute è in diminuzione;

F.  considerando che, rappresentando oltre il 60 per cento delle persone affette da HIV; le donne e le ragazze rimangono all'epicentro della pandemia di HIV (OSM 6);

G. considerando che le donne sono attori fondamentali delle politiche in materia di sviluppo; che il conferimento di responsabilità alle donne e alle ragazze e i diritti umani delle donne e delle ragazze sono stati inseriti tra le priorità del quadro post 2015;

H. considerando che Revisione ICPD "Oltre il 2014" evidenzia che la discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze rimane palese in tutte le società; la revisione sottolinea che il rispetto dei diritti, tra cui la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, e delle capacità individuali è il fondamento dello sviluppo sostenibile[1];

I.   considerando che le donne subiscono maggiormente le conseguenze dei conflitti militari e delle crisi economiche e climatiche e che occupano una parte sempre più importante nei flussi migratori, rappresentando ormai la metà dei migranti;

J.   considerando che la migrazione è in aumento in Europa e in tutto il mondo, e che molte donne sono vittime di discriminazione e di violenza se vogliono cambiare cultura, religione, stile di vita;

K. considerando che, a livello globale, le donne e le ragazze costituiscono una maggioranza di coloro che vivono in condizioni di estrema povertà, che le donne svolgono un ruolo molto importante nella produzione agricola mondiale e rappresentano il 43% della forza lavoro agricola nei paesi in via di sviluppo[2], ma possiedono meno del 10% delle terre;

L.  considerando che, ogni anno, 14 milioni di ragazze sono costrette a contrarre matrimonio; che una donna su tre nel mondo è vittima di percosse, abusi, stupri e altre forme di maltrattamento; e che la violenza e lo stupro rappresentano per le donne tra i 15 e i 44 anni un rischio maggiore del cancro, degli incidenti automobilistici, della guerra o della malaria;

M. considerando che la povertà delle donne e le disparità di genere sono anche cause basilari e fattori scatenanti della tratta di donne e ragazze a scopo di sfruttamento sessuale, e che le donne e le ragazze sono sfruttate nelle industrie del sesso in tutte le regioni del mondo;

N. considerando che il rifiuto di praticare un aborto per salvare la vita della madre costituisce una grave violazione dei diritti umani;

O. considerando che il tasso di mortalità materna è 15 volte più elevato nei paesi in via di sviluppo che nei paesi sviluppati;

P.  considerando che 62 milioni di bambine in tutto il mondo non frequentano la scuola;

Q. considerando che la mancanza di un’educazione sessuale completa, di servizi di salute riproduttiva idonei per i giovani e di misure volte a prevenire matrimoni precoci e forzati, molestie sessuali e violenza impediscono, in particolare alle ragazze, di frequentare la scuola e di portare a termine la propria formazione, determinando disuguaglianze di genere e povertà;

R.  considerando che l'attuazione della parità di retribuzione per un lavoro di pari valore è una questione cruciale per il raggiungimento della parità di genere;

S.  considerando che le donne, e in particolare le madri, sono spesso vittime di discriminazioni nel loro accesso al lavoro, a seconda del tipo di occupazione; che ciò crea un forte pregiudizio per le loro carriere;

T.  considerando che, in molti paesi, le leggi nazionali non garantiscono gli stessi diritti a uomini e donne;

1.  chiede di migliorare l'attuazione degli attuali OSM al fine di affrontare in modo più efficace le cause strutturali della disparità di genere e l'emancipazione femminile, nonché i cambiamenti strutturali ancora necessari per realizzare una sostanziale parità, e sottolinea che tale situazione è dovuta a vari ostacoli, quali la mancanza di risorse, la mancanza di volontà politica, la prevalenza del modello maschile nella vita politica e negli organi di governo eletti, la mancanza di sostegno alle donne da parte dei partiti, gli ostacoli socio-economici, la mancanza di tempo da parte delle donne, il ruolo dei mass media sociali e la mancanza di contatto e di cooperazione prolungati con le organizzazioni pubbliche, come i sindacati e i gruppi di donne, nonché le politiche che mirano a limitare i diritti delle donne e delle ragazze e l'accesso ai servizi sanitari, come le restrizioni di finanziamento dei paesi donatori in materia di aiuti umanitari relativi ai servizi che permettono di praticare aborti in condizioni di sicurezza;

2.  esorta le Nazioni Unite a rendere la parità di genere, i diritti delle donne, l'emancipazione femminile e i diritti umani delle donne e delle ragazze un obiettivo indipendente, come suggerito dal gruppo di lavoro aperto (OWG)[3], e un requisito essenziale per uno sviluppo sostenibile equo e inclusivo, nonché a garantire l'integrazione di obiettivi e indicatori dell’integrazione della dimensione di genere e specifici per genere in tutti gli obiettivi del quadro di sviluppo globale post 2015, con una particolare attenzione alle donne che subiscono una maggiore marginalizzazione a causa di forme di discriminazione e di disparità trasversali;

3.  deplora il fatto che i corpi delle donne e delle ragazze, in particolare la loro salute e i loro diritti sessuali e riproduttivi, rimangano a tutt'oggi un campo di battaglia ideologico e chiede un quadro di sviluppo post-2015 per riconoscere i diritti inalienabili delle donne e delle bambine all'integrità fisica e ad una possibilità di decidere autonomamente; tra cui, il diritto di accedere alla pianificazione familiare volontaria, l’aborto sicuro e legale, la libertà dalla violenza, compresa la MGF, i matrimoni tra minori, precoci e forzati, e lo stupro coniugale;

4.  chiede uno specifico piano d’azione sulla parità di genere accompagnato dal necessario meccanismo di finanziamento che comprenda strumenti di bilancio di genere, al fine di contrastare fattori trasversali e strutturali che generano disparità, e molteplici forme di discriminazione basata su genere, etnia, origine culturale o religiosa, orientamento sessuale, identità di genere, stato di salute e capacità;

5.  chiede che siano definiti ambiziosi traguardi specifici per genere volti a porre fine alla femminilizzazione della povertà e a colmare i divari di genere, che prevedano tra l'altro un migliore accesso di donne e ragazze a un'istruzione di qualità, l'accesso universale a servizi sanitari di qualità, un migliore accesso delle donne e delle ragazze alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti in tale ambito, compresi i servizi di pianificazione familiare e di pratica dell’aborto, la fine di tutte le forme di violenza contro donne e ragazze, nonché della violenza di genere e il rafforzamento dell'indipendenza sociale ed economica delle donne, in particolare in termini di occupazione e partecipazione ai processi decisionali, sottolinea che l'economia sociale contribuisce a rettificare tre importanti squilibri del mercato del lavoro: la disoccupazione, il precariato e l'esclusione sociale e lavorativa;

6.  chiede una strategia chiara che permetta alle donne e alle madri di avere accesso al lavoro senza discriminazione, tutelando contemporaneamente il diritto alla maternità e il lavoro;

7.  sottolinea che la partecipazione delle donne al processo decisionale e ai negoziati politici, in particolare nella prevenzione dei conflitti, nei processi di pace e nella costruzione della pace, sia determinante per creare le condizioni favorevoli alla stabilizzazione e al rafforzamento degli Stati, e quindi allo sviluppo; chiede la promozione della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite al fine di garantire la partecipazione delle donne alla risoluzione dei conflitti e la costruzione della democrazia;

8.  condanna fermamente il continuo ricorso alla violenza sessuale contro le donne come arma di guerra; sottolinea che c'è ancora molto da fare per garantire il rispetto del diritto internazionale e l'accesso al sostegno psicologico per le donne e le ragazze che hanno subito abusi nei conflitti;

9.  condanna la mancanza di azioni penali e sanzioni nei confronti degli aggressori di donne nelle zone di conflitto; chiede dati e statistiche più dettagliati sull’impunità degli aggressori accusati di aver commesso violenze contro le donne nelle zone di conflitto;

10. chiede che la fornitura di aiuti umanitari dell'UE e quella dei suoi Stati membri non siano soggette a restrizioni imposte dai donatori per quanto riguarda l'accesso all'aborto sicuro per le donne e le ragazze vittime di stupro nei conflitti armati;

11. insiste su uno specifico capitolo relativo alla parità di genere inserito nel prossimo piano d'azione sui diritti umani del SEAE;

12. insiste sul fatto che l'equilibrio di genere debba essere radicato nelle missioni all'estero del SEAE e su una strategia dedicata in materia di diritti delle donne e parità di genere per ogni missione;

13. riconosce che le ragazze e le giovani donne sono particolarmente svantaggiate e a rischio e sottolinea l'importanza di sostenere i sistemi educativi che offrono l'accesso alle esigenze educative di base, con particolare attenzione all'alfabetizzazione e alla formazione professionale, al fine di contrastare la violazione del diritto delle ragazze ad avere un'istruzione; ricorda che è necessaria un’attenzione specifica per assicurare alle ragazze una vita libera dalla violenza, per eliminare normative e pratiche discriminatorie e per far emancipare le ragazze e le giovani donne a livello globale;

14. insiste sulla necessità di garantire a tutte le ragazze un accesso gratuito e facilitato ad un’istruzione primaria e superiore di qualità, con particolare attenzione ai gruppi più emarginati;

15. chiede il potenziamento delle politiche sui sistemi pubblici per fornire assistenza sanitaria di qualità, sostenibile e uguale per tutti, con particolare attenzione agli anziani e alle persone con disabilità;

16. sottolinea che ogni obiettivo in materia di salute deve comprendere la realizzazione del diritto allo standard sanitario più elevato, compresa la salute sessuale e riproduttiva e i diritti in tale ambito; sottolinea che le donne devono avere il controllo dei propri diritti sessuali e riproduttivi, segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all'aborto, sottolinea che il diritto alla salute riproduttiva è un elemento integrante dei diritti umani; in questo contesto, richiede con forza la criminalizzazione della sterilizzazione forzata;

17. chiede di eliminare tutte le forme di discriminazione e di violenza contro donne e ragazze ed esorta pertanto le Nazioni Unite a fissare come obiettivo prioritario l'eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne e a definire ulteriori misure volte a prestare una particolare attenzione alle forme estreme di violenza, come la violenza domestica, il delitto d'onore, il traffico di esseri umani, il matrimonio forzato, lo sfruttamento sessuale e la mutilazione genitale femminile, in particolare per le donne nelle zone di guerra, e a combattere le conseguenze della violenza contro le donne per la società, come la disparità di sviluppo e la discriminazione e la vulnerabilità delle donne nell'economia; ritiene che la violenza contro le donne costituisca una grave violazione dei diritti umani e che non dovrebbe mai essere giustificata dalla religione, dalla cultura o dalla tradizione;

18. sottolinea che l'UE dovrebbe porre l'accento sull'importanza di un approccio partecipativo al nuovo quadro di sviluppo, che punti al coinvolgimento costante degli attori a tutti i livelli, incluse la società civile e, in particolare, le organizzazioni femminili e le organizzazioni per la parità di genere, poiché forti meccanismi di responsabilità sociale a livello locale dovrebbe riferire al monitoraggio nazionale dei piani di sviluppo, determinando una vera governance inclusiva a livello locale, regionale e nazionale;

19. insiste sull'importanza di raccogliere dati specifici in funzione dell'età e del sesso al fine di attuare politiche idonee;

20. sottolinea che il quadro post-2015 deve eliminare le cause profonde della povertà promuovendo parità di risultato ed emancipazione per tutti, soprattutto per coloro che vivono in povertà e le popolazioni emarginate e insufficientemente servite, con un’attenzione esplicita alle donne, alle ragazze e alla gioventù;

21. chiede che i principi in materia di diritti umani sostengano il quadro post 2015, il quale deve affrontare, in particolare, problemi di disuguaglianza e discriminazione, partecipazione ed emancipazione delle persone emarginate e svantaggiate nella società, prestando particolare attenzione ai diritti delle donne, dei giovani, dei migranti, delle persone affette da HIV, degli LGBT e delle persone con disabilità;

22. insiste sulla necessità di prevedere meccanismi specifici ed efficaci di protezione delle donne migranti;

23. esorta le Nazioni Unite a sottolineare negli OSM l'importanza del diritto delle donne a migrare ed ad integrarsi in una nuova cultura, modificando il proprio stile di vita senza incorrere in violenze e abusi;

24. sottolinea che occorre rivolgere particolare attenzione al superamento degli ostacoli finanziari e legali in materia di sviluppo sostenibile, protezione e realizzazione dei diritti umani di tutte le donne; esorta la comunità internazionale ad affrontare le ingiuste condizioni sociali, economiche ed ambientali che perpetuano la femminilizzazione della povertà, la mercificazione delle risorse naturali, e le minacce alla sovranità alimentare che impediscono alle donne e alle ragazze di emanciparsi, sottolinea in questo contesto la questione dell'acquisizione in larga scala di terreni da parte di investitori stranieri che sta colpendo gli agricoltori locali ed ha un impatto devastante su donne e bambini;

25. deplora che gli obiettivi proposti non riconoscano gli impatti differenziali delle minacce ambientali sulla vita delle donne e delle ragazze, sul loro ruolo peculiare nel contribuire alla sostenibilità e alle attività di costruzione della pace e sottolinea la necessità di integrare la prospettiva di genere in tutti gli obiettivi futuri di sviluppo sostenibile, accompagnati da obiettivi specifici per le donne e le ragazze;

26. ritiene indispensabile l'elaborazione di un quadro di finanziamento globale che comprenda la prospettiva di genere, segnatamente per l'UE attraverso il Fondo europeo di sviluppo onde soddisfare i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile;

27. insiste sulla necessità di tener conto delle esigenze specifiche delle donne impiegate nell’agricoltura, in particolare in relazione alle questioni di sicurezza alimentare;

28. chiede che le problematiche relative alla parità di genere siano inserite in modo trasversale nelle politiche ambientali e dei cambiamenti climatici, dall’attuazione alla valutazione, in modo tale da offrire informazioni fattuali per valutare e migliorare l'impatto di queste politiche, e sottolinea che, stante la forte dimensione di genere del cambiamento climatico, sia nei suoi effetti che nelle soluzioni, l'UE dovrebbe insistere su un approccio equo, partecipativo e basato sui diritti, al fine di garantire una sensibile riduzione delle disparità di genere nell'accesso alle risorse destinate all'adattamento al cambiamento climatico, nonché al loro controllo, così come un equilibrio di genere nei processi decisionali a tutti i livelli relativi al clima e alle catastrofi;

29. visto che il quadro di sviluppo post-2015 costituirà un ordine del giorno universale per lo sviluppo globale, esorta la Commissione europea a inserire la salute sessuale e riproduttiva e i diritti in tale ambito nella sua prossima strategia sanitaria dell'UE;

30. chiede che l'obiettivo di rendere universale l'accesso alla medicina procreativa sia di nuovo inserito nel nuovo quadro di sviluppo globale e considerato una priorità, in particolare sostenendo finanziariamente la pianificazione familiare;

31. sottolinea che il rispetto universale nei confronti dei diritti di salute sessuale e riproduttiva, e l'accesso a tali diritti, contribuiscono al conseguimento di tutti gli OSM relativi alla salute: assistenza prenatale e capacità di evitare le nascite ad alto rischio, ridurre la mortalità neonatale e infantile; osserva che la pianificazione familiare, la salute materna e servizi per interruzioni di gravidanza sicure sono elementi importanti per salvare le vite delle donne;

32. invita a presentare progetti specifici dell'UE per promuovere la salute sessuale e riproduttiva e i diritti in tale ambito nei paesi meno sviluppati per contribuire a prevenire la mortalità materna;

33. chiede un nuovo quadro globale che crei un regime commerciale più equo e sostenibile basato sul dialogo, la trasparenza e il rispetto, che cerchi una maggiore equità nel commercio internazionale; ritiene che il commercio equo e solidale costituisca un esempio di partenariato efficace che, riunendo molte parti interessate in tutto il mondo e a livelli diversi nella filiera di approvvigionamento, assicura l'accesso al mercato per i produttori svantaggiati, in particolare donne, garantisce mezzi di sussistenza sostenibili, rispetta le norme in materia di lavoro, elimina progressivamente il lavoro minorile e promuove pratiche agricole e produttive ecologicamente sostenibili;

34. esorta l'UE e i suoi Stati membri a presentare un esame approfondito della piattaforma d'azione di Pechino per celebrare il suo ventesimo anniversario nel 2015;

35. insiste sulla necessità di considerare le donne come attrici dello sviluppo e quindi di consultarle, in particolare attraverso la società civile.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

6.11.2014

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

28

4

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Daniela Aiuto, Maria Arena, Beatriz Becerra Basterrechea, Malin Björk, Anna Maria Corazza Bildt, Iratxe García Pérez, Anna Hedh, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Elisabeth Köstinger, Agnieszka Kozłowska-Rajewicz, Barbara Matera, Angelika Mlinar, Maria Noichl, Marijana Petir, Terry Reintke, Liliana Rodrigues, Michaela Šojdrová, Ernest Urtasun, Ángela Vallina, Elissavet Vozemberg, Jadwiga Wiśniewska, Anna Záborská, Jana Žitňanská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Mariya Gabriel, Arne Gericke, Sophia in ‘t Veld, Kostadinka Kuneva, Constance Le Grip, Elly Schlein, Dubravka Šuica, Monika Vana

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Hugues Bayet, Rosa D’Amato, Michela Giuffrida, Edouard Martin

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE

Favorevoli in favour: 24

PPE: Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Maurice Ponga, Cristian Dan Preda, György Schöpflin, Davor Ivo Stier, Bogdan Brunon Wenta, Joachim Zeller

 

S-D: Doru-Claudian Frunzulică, Juan Fernando López Aguilar, Louis-Joseph Manscour, Linda McAvan, Norbert Neuser, , Elly Schlein, Pedro Silva Pereira

 

ECR:Nirj Deva, Arne Gericke

 

ALDE: Catherine Bearder, Charles Goerens, Paavo Väyrynen

 

GUE/NGL: Kostas Chrysogonos, Lola Sánchez Caldentey,

 

Verts/ALE:Heidi Hautala, Maria Heubuch

 

EFDD: Ignazio Corrao

Contrari: 3

EFDD: Nathan Gill

 

NI: Louis Aliot, Hans Jansen

Astenuti: 1

PPE: Anna Záborská

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

11.11.2014

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

24

3

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Louis Aliot, Kostas Chrysogonos, Ignazio Corrao, Nirj Deva, Doru-Claudian Frunzulică, Nathan Gill, Charles Goerens, Heidi Hautala, Maria Heubuch, Hans Jansen, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Linda McAvan, Norbert Neuser, Maurice Ponga, Cristian Dan Preda, Lola Sánchez Caldentey, Elly Schlein, György Schöpflin, Pedro Silva Pereira, Davor Ivo Stier, Paavo Väyrynen, Bogdan Brunon Wenta, Anna Záborská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Catherine Bearder, Juan Fernando López Aguilar, Louis-Joseph Manscour, Joachim Zeller

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Arne Gericke