RELAZIONE sul ruolo dell'Unione europea nell'ambito delle Nazioni Unite – come meglio raggiungere gli obiettivi di politica estera dell'Unione
21.10.2015 - (2015/2104(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatore: Paavo Väyrynen
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sul ruolo dell'Unione europea nell'ambito delle Nazioni Unite – come meglio raggiungere gli obiettivi di politica estera dell'Unione
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato sull'Unione europea,
– viste le sue precedenti risoluzioni sull'UE e sull'ONU, in particolare la sua raccomandazione al Consiglio del 2 aprile 2014 sulla 69a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite[1] e la sua risoluzione dell'11 maggio 2011 su "L'UE quale attore globale: il suo ruolo nell'ambito delle organizzazioni multilaterali"[2],
– viste le conclusioni del Consiglio del 22 giugno 2015 sulle priorità dell'UE per la 70a Assemblea generale delle Nazioni Unite,
– vista la Carta delle Nazioni Unite,
– vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) sulla partecipazione dell'Unione europea ai lavori delle Nazioni Unite[3], che garantisce all'Unione europea il diritto d'intervenire all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, di presentare proposte ed emendamenti orali messi al voto su richiesta di uno Stato membro e di esercitare il diritto di rettifica,
– vista la dichiarazione che il presidente del Consiglio di sicurezza ha rilasciato per la prima volta in assoluto il 14 febbraio 2014 sul ruolo svolto dall'UE nel mantenere la pace e la sicurezza internazionali[4],
– vista la dichiarazione della conferenza mondiale di Durban del 2001 contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la relativa intolleranza,
– visto lo studio pubblicato nel marzo 2015 della direzione generale per le politiche esterne del Parlamento europeo "Reforming the United Nations: State of Play, Ways Forward",
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per il commercio internazionale, della commissione per il controllo dei bilanci, della commissione per la cultura e l'istruzione e della commissione per gli affari costituzionali (A8–0308/2015),
Gli obiettivi e i punti di forza globali dell'UE
A. considerando che il futuro dell'Unione europea è connesso con la pace, la sicurezza, lo sviluppo e i diritti umani globali; che le sfide cui l'UE deve far fronte necessitano di soluzioni globali e che le questioni globali necessitano dell'azione europea;
B. considerando che i principi e gli obiettivi della politica esterna dell'UE sono sanciti dall'articolo 21 del trattato sull'Unione europea e sono strettamente collegati con quelli dell'ONU; considerando che l'articolo 21 del TUE chiede espressamente il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale;
C. considerando che la forza dell'UE risiede nella sua potenzialità di mobilitare risorse nell'intero ventaglio degli strumenti diplomatici, di sicurezza, di difesa, economici, relativi allo sviluppo e umanitari, nel totale rispetto delle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite; considerando che l'impiego di questi strumenti sulla base di un approccio globale offre all'UE una flessibilità unica nell'affrontare efficacemente gli obiettivi di sicurezza più impegnativi;
D. considerando che l'UE partecipa attivamente, sotto l'egida dell'ONU, alla promozione della pace, della sicurezza e del progresso, attraverso la sua politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la sua politica di sicurezza e difesa comune (PSDC);
E. considerando che l'UE tutela i suoi valori, i suoi interessi fondamentali, la sua sicurezza, la sua indipendenza e integrità e che essa opera per mantenere la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente ai principi della Carta delle Nazioni Unite e dell'Atto finale di Helsinki del 1975, e agli obiettivi della Carta di Parigi per una nuova Europa, adottata nel 1990; considerando che l'UE è parte del sistema di sicurezza collettiva delle Nazioni Unite, nonché di uno degli accordi regionali previsti al capitolo VIII della Carta;
F. considerando che l'UE favorisce il progresso economico, sociale e ambientale sostenibile dei paesi in via di sviluppo con gli obiettivi primari di eliminare la povertà, promuovere la pace e la stabilità a lungo termine e combattere le ineguaglianze sociali, e fornisce assistenza umanitaria alle popolazioni, ai paesi e alle regioni che sono confrontati con ogni tipo di crisi, siano esse naturali o provocate dall'uomo;
G. considerando che l'UE è l'attore principale in diversi settori politici interconnessi: il commercio, lo sviluppo, l'aiuto umanitario, l'ambiente e i diritti umani;
H. considerando che l'Unione europea agisce a favore della sostenibilità ambientale promuovendo misure internazionali e azioni volte a preservare e a migliorare la qualità dell'ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali;
I. considerando che l'UE svolge anche un ruolo guida anche nelle politiche ambientali, in particolare nella lotta contro il cambiamento climatico, non solo grazie al fatto di essere all'avanguardia e di imporre a se stessa obiettivi ambiziosi, ma anche sostenendo immancabilmente, nei negoziati a livello globale, accordi vincolanti e azioni concrete e misurabili;
J. considerando che l'UE rafforza il fondamento della sostenibilità sociale e del buon governo consolidando, sostenendo e promuovendo la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti dell'uomo e i principi del diritto internazionale;
K. considerando che, in conformità dei suoi trattati, l'UE promuove un sistema internazionale basato su una cooperazione multilaterale rafforzata e sul buon governo a livello mondiale e si impegna per un reale multilateralismo, con le NU al centro; considerando che tale impegno fonda le sue radici nella convinzione che per rispondere in modo efficace alle crisi, sfide e minacce globali, la comunità internazionale necessità di un sistema multilaterale, basato su diritti e valori universali;
L. considerando che l'accento principale della politica esterna dell'UE è stato posto sulle relazioni bilaterali e sulla cooperazione e sui partenariati con paesi, gruppi di paesi e altre organizzazioni regionali e internazionali di tutto il mondo; che particolare attenzione è stata rivolta nel corso degli ultimi decenni a obiettivi e a inquietudini geopolitici negli immediati vicini orientali e meridionali dell'UE; considerando che l'UE mantiene inoltre rapporti speciali con i paesi africani e, nelle sue azioni, dedica particolare attenzione alle sfide che si registrano in tali paesi;
M. considerando che, in un contesto di crescente interdipendenza globale, l'UE deve rafforzare il proprio ruolo sia nelle relazioni bilaterali che nei forum multilaterali;
N. considerando che l'UE partecipa e svolge un ruolo importante nei negoziati e nella mediazione internazionali, in particolare nei casi E3/EU3+3 e nei negoziati con l'Iran,nonché nel processo di pace per il Medio Oriente;
O. considerando che, essendo il più grande blocco commerciale del mondo, l'UE svolge un forte ruolo negli accordi commerciali bilaterali e multilaterali e ha messo a punto misure di politica commerciale attiva per la crescita economica, la riduzione della povertà e la protezione dell'ambiente e delle risorse naturali;
P. considerando che l'UE e i suoi Stati membri costituiscono il principale contribuente finanziario del bilancio generale dell'ONU, nonché della sua assistenza umanitaria, del suo aiuto pubblico allo sviluppo (APS) e delle sue operazioni di mantenimento della pace; che le politiche di sviluppo dell'UE sono particolarmente importanti a causa della loro attiva promozione della riduzione della povertà e della sostenibilità economica, sociale e ambientale, rafforzando così la pace e la sicurezza; considerando che l'UE ha sottoscritto oltre 50 accordi e convenzioni multilaterali dell'ONU come unico partecipante non statale;
Q. considerando che l'UE è tra i più impegnati difensori e promotori dei diritti umani, delle libertà fondamentali, dei valori culturali, della democrazia e dello Stato di diritto; che le disposizioni relative a tali principi sono incluse in tutti i suoi partenariati bilaterali e hanno una posizione centrale nella sua politica multilaterale; considerando che l'UE ha sempre sostenuto con forza la giustizia internazionale;
R. considerando che l'UE svolge un ruolo importante nel sostegno alle operazioni delle Nazioni Unite in settori di interesse comune, in particolare nella protezione dei civili, e soprattutto di donne e minori vittime di conflitti armati;
S. considerando che l'uguaglianza tra uomo e donna è un valore fondamentale dell'UE, riconosciuto dai trattati e dalla Carta dei diritti fondamentali; che l'UE si è assunta la responsabilità di integrare l'uguaglianza di genere in tutte le sue attività e settori politici, tra cui le politiche esterne e di cooperazione allo sviluppo;
T. considerando che l'umanità ha valori e interessi comuni; che vi deve essere una condivisione equa dell'onere e dei benefici al momento di risolvere i problemi comuni e di promuovere gli obiettivi e i valori comuni;
Il sistema delle Nazioni Unite
U. considerando che il sistema delle Nazioni Unite è il principale forum mondiale per migliorare la governance globale e in quanto tale rappresenta il miglior forum in cui promuovere i valori e gli interessi dell'Unione europea;
V. considerando dopo la Seconda guerra mondiale l'obiettivo principale era di mantenere la pace e la sicurezza; che la promozione dello sviluppo economico e sociale e dei diritti umani ha un posto centrale nella Carta; che nell'agenda dell'ONU le preoccupazioni ambientali sono sorte all'inizio degli anni '70; che nel 1987 il Rapporto Brundtland Our Common Future definiva il concetto di sviluppo sostenibile quale uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni; che alla conferenza di Rio (UNCED) nel 1992 le politiche di sviluppo e ambientali sono state fuse in una combinazione di interventi efficaci per ridurre la povertà e promuovere lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo;
W. considerando che il sistema delle Nazioni Unite copre tutti i settori della cooperazione e che il Consiglio di sicurezza, al suo interno, è il primo responsabile per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, assistito da organi sussidiari e consultivi;
X. considerando che il sistema delle Nazioni Unite è costituito da 19 agenzie specializzate, fra cui la FAO, l'IFAD, l'OIL, il FMI, l'UNESCO, l'UNIDO, l'OMS e la Banca mondiale, insieme a 11 fondi e programmi, fra cui l'UNCTAD, il PNUS, il PNUA, l'UNFPA, l'UNHCR, l'UNICEF, l'UN-Women e il PAM,[5] nonché 9 commissioni funzionali, 5 commissioni regionali e una serie di altri organismi dello stesso tipo; che organizzazioni come l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) sono anch'esse legate al sistema delle Nazioni Unite;
Y. considerando che la maggior parte delle agenzie, fondi, programmi, commissioni e comitati di cui sopra lavorano sotto l'egida del Consiglio economico e sociale e dell'Assemblea generale, cui alcuni di loro rendono conto;
Z. considerando che l'UE e i suoi Stati membri hanno un ruolo cruciale nella promozione dei principi e degli obiettivi dell'ONU e nel risolvere i problemi comuni dell'umanità; che, d'altro canto, l'Europa ha bisogno di partner a livello mondiale per risolvere i propri problemi in settori come la sicurezza, la protezione dell'ambiente, i diritti umani, la migrazione, la salvaguardia del diritto all'asilo e l'instabilità finanziaria;
AA. considerando che l'Unione europea ha una responsabilità particolare nei confronti del vicinato per quanto concerne il mantenimento della pace, lo sviluppo e i diritti umani;
AB. considerando che è essenziale che le azioni intraprese nel quadro delle Nazioni Unite rispettino il diritto internazionale; che i crimini perpetrati nell'ambito di un mandato dell'ONU sono estremamente dannosi per la credibilità dell'organizzazione e non devono godere dell'impunità;
AC. considerando che i paesi sono divisi in aree geografiche e che questa situazione determina spesso votazioni per blocchi; che i paesi che sono membri del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) sono spesso essi stessi colpevoli di violazioni sistematiche dei diritti umani, il che mina l'efficacia e la credibilità dell'UNHRC nel suo complesso;
AD. considerando che i profitti delle attività di saccheggio e contrabbando collegate ai siti e agli oggetti culturali e religiosi i in Iraq e Siria da parte dell'ISIS/Da'esh vengono usati per finanziare le attività terroristiche dell'ISIS/Da'esh; considerando che l'UNESCO e la sua convenzione concernente le misure da adottare per interdire e impedire l'illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà dei beni culturali hanno un ruolo chiave da svolgere nel garantire l'urgente protezione del patrimonio culturale siriano e iracheno;
AE. considerando che l'UE e l'ONU partecipano ad una stretta collaborazione nei più delicati scenari di crisi, in particolare nel Medio Oriente e nell'Africa settentrionale; che il loro impegno deve essere ulteriormente incrementato per trovare soluzioni politiche pacifiche a tali crisi;
AF. considerando che le discussioni e le decisioni sul rinnovo del mandato del forum sulla governance di internet (FGI) sono previste per il 2015 presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite; considerando che il Parlamento ha chiesto all'Assemblea di rinnovare il mandato al FGI e di rafforzare sia le sue risorse che il modello di governance multilaterale di internet;
L'UE nel sistema delle Nazioni Unite
1. ricorda che l'UE e i suoi Stati membri condividono i valori e i principi della Carta dell'ONU come previsto dall'articolo 21, paragrafo 1 del TUE e svolgono un ruolo chiave nella promozione di tali principi e degli obiettivi delle Nazioni Unite, mediante l'azione esterna dell'UE; ritiene che l'UE abbia bisogno di partner globali se vuole riuscire a raggiungere i propri obiettivi di politica estera, in particolare nell'ambito della pace e della sicurezza, del terrorismo, della criminalità organizzata, dei conflitti regionali, dei malfunzionamenti degli Stati e della proliferazione delle armi di distruzione di massa;
2. ritiene che l'ambiente di sicurezza dell'Unione europea sia sempre più instabile e volatile a causa del gran numero di sfide vecchie o nuove in materia di sicurezza; reputa che il conflitto nell'Ucraina orientale, unitamente ai conflitti in Siria e in Iraq, all'ascesa dell'organizzazione terroristica ISIS, alla crisi libica e alla minaccia terroristica in Africa (in particolare nel Sahel, in Libia e nel Corno d'Africa) rappresentino serie minacce globali che richiedono una risposta globale; ritiene che l'UE non possa affrontare tali minacce da sola, ma necessiti del sostegno dei partner internazionali;
3. accoglie con favore il fatto che l'UE e i suoi Stati membri svolgano un ruolo attivo e contribuiscano ai lavori del sistema dell'ONU in formati e modi diversi, ma ritiene che la partecipazione dovrebbe essere più visibile;
4. plaude inoltre all'importante contributo dell'UE allo sviluppo e agli aiuti umanitari in tutto il mondo; ricorda che l'UE e gli Stati membri sono, congiuntamente, il principale contribuente per lo sviluppo e gli aiuti umanitari;
5. ricorda che l'UE è diventato un vero e proprio attore internazionale e, di conseguenza, detiene lo stato di "osservatore privilegiato" presso l'ONU con il diritto di parola alle riunioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite nei dibattiti tra i rappresentanti dei principali gruppi e dinanzi ai singoli Stati, il diritto di presentare proposte ed emendamenti, il diritto di replica e il diritto di sollevare mozioni di procedura e divulgare documenti;
6. ricorda, inoltre, che nell'ambito dell'ONU, l'UE è rappresentata da molteplici attori: il presidente del Consiglio europeo, l'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, la Commissione europea e le delegazioni dell'UE, nonché dai suoi 28 Stati membri, due dei quali (Francia e Regno Unito) sono membri permanenti, con diritto di veto, del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (CdS); insiste sul fatto che, ai sensi del trattato, gli Stati membri dell'UE sono tenuti a coordinare le proprie azioni in tutte le sedi internazionali;
Il modo migliore per conseguire gli obiettivi della politica estera dell'Unione europea in seno alle Nazioni Unite
7. è del parere che, al fine di raggiungere al meglio i propri obiettivi di politica estera sanciti dal trattato, l'UE dovrebbe cercare di rafforzare la governance globale all'interno del sistema delle Nazioni Unite ed aumentare la propria influenza e quella degli Stati membri all'interno di tale sistema; ricorda l'impegno dell'UE volto a sostenere attivamente una riforma globale del sistema delle Nazioni Unite al fine di rafforzarne la legittimità, la rappresentatività regionale e la trasparenza, la responsabilità e l'efficacia nel rispondere alle complesse e articolate sfide odierne; sottolinea, in particolare, l'importanza di rivitalizzare il lavoro dell'Assemblea generale;
8. sottolinea che, nell'ambito dell'Assemblea generale, l'UE dovrebbe svolgere un ruolo più forte che comporti sufficiente visibilità e forza politica, consentendole di rispettare al meglio i propri obblighi internazionali, in linea con la risoluzione A/65/276 dell'Assemblea generale del 3 maggio 2011[6];
9. ribadisce il suo sostegno al ruolo dei parlamenti e delle assemblee regionali nel sistema delle Nazioni Unite;
10. invita i membri del Consiglio di Sicurezza a riesaminare e a rivedere, in stretta collaborazione con l'Assemblea Generale, l'opaco processo di selezione del Segretario generale delle Nazioni Unite e a garantire eque opportunità tra uomini e donne candidati a questo posto; esorta tutti gli organi delle Nazioni Unite, e in particolare il Consiglio di Sicurezza, a dedicare sufficiente attenzione alla dimensione di genere nell'ambito delle Nazioni Unite, e gli Stati membri dell'UE ad essere in prima linea in questo sforzo, incoraggiando e promuovendo candidate donne; esprime l'auspicio che una donna sia eletta come prossimo Segretario generale delle Nazioni Unite; chiede all'UE di sostenere l'UN Women nel prendere in considerazione la discriminazione basata sull'identità e l'espressione di genere;
11. sottolinea le attuali priorità dell'UE, definite per la 70° sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ribadiscono la costante richiesta dell'Unione affinché l’ONU razionalizzi le proprie strutture, il proprio bilancio e i propri metodi di lavoro, senza sfuggire da temi difficili come la riforma del Consiglio di sicurezza.
12. sottolinea che l'Assemblea generale, che rappresenta i governi di tutti i paesi membri, deve avere i modi e i mezzi per orientare il sistema delle Nazioni Unite e coordinarne tutte le attività;
13. è convinto che il Consiglio di sicurezza deve essere riformato al fine di riflettere meglio la nuova realtà mondiale e di far fronte in modo più efficace alle attuali e future sfide in materia di sicurezza; incoraggia i paesi che godono del diritto di veto presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad astenersi dall'esercitare tale diritto in situazioni di genocidio e di crimini contro l'umanità;
14. ricorda, stanti il contributo dell'UE all'architettura di pace e sicurezza nel mondo e l'obiettivo del trattato di Lisbona di migliorare la politica estera europea, l'obiettivo a lungo termine dell'UE di avere un seggio in un Consiglio di sicurezza allargato, e ribadisce la propria richiesta di un dibattito a livello europeo sulla sua riforma; ribadisce il proprio invito alla vicepresidente/Alto rappresentante (VP/AR) a cercare posizioni comuni dell'UE su questioni di competenza del Consiglio di Sicurezza e a migliorare i meccanismi di cooperazione esistenti volti ad assicurare che gli Stati membri dell'UE che siedono presso il Consiglio di sicurezza difendano le posizioni comuni dell'UE in tale istanza; ricorda che, ai sensi dell'articolo 34 del TUE, i membri UE del CdS sono tenuti a informare gli altri Stati membri e l'Alto rappresentate e a difendere le posizioni e gli interessi dell'Unione; ricorda, inoltre, che laddove l'UE abbia una posizione definita su punto in discussione presso il CdS, tali Stati devono chiedere che l'Alto rappresentante sia invitato a presentare la posizione dell'Unione;
15. ricorda che il capitolo VIII della Carta delle Nazioni Unite promuove un rafforzamento del ruolo delle organizzazioni regionali e subregionali in seno all'ONU e invita l'UE e l'OSCE a puntare ad un maggiore coinvolgimento da parte loro e di altre organizzazioni regionali nella governance globale;
16. ritiene che, attraverso la cooperazione con le Nazioni Unite, l'Unione europea dovrebbe sfruttare al meglio i partenariati con agenzie, fondi, programmi, commissioni e comitati specializzati delle Nazioni Unite; chiede un rafforzamento del coordinamento UE nei consigli di amministrazione di questi organi per garantire che l'UE parli con una sola voce;
17. sottolinea che, al di là delle necessarie riforme da attuare all'interno dell'ONU, un migliore conseguimento degli obiettivi della politica estera dell'UE, tra cui la promozione dei valori fondamentali, presuppone un coordinamento più efficace delle varie dimensioni di tutte le sue politiche esterne, a livello sia bilaterale che multilaterale; ribadisce la propria richiesta per una maggiore visibilità dell'azione e dell'assistenza dell'UE in tutte le sedi multilaterali e sul terreno;
18. chiede all'UE di coordinare in modo più efficace le proprie attività nel settore degli aiuti umanitari, per esempio attraverso la direzione generale per gli Aiuti umanitari e la protezione civile, con le rispettive agenzie dell'ONU, al fine di ottenere il massimo dell'efficienza con risorse limitate, evitando inutili sovrapposizioni;
19. invita le istituzioni pertinenti in seno all'Unione europea e alle Nazioni Unite a rispettare e attuare pienamente l'accordo quadro finanziario e amministrativo (FAFA); chiede alla Commissione di riferire al Parlamento sull'attuazione del FAFA e delle relative linee guida e di individuare gli ambiti che necessitano di miglioramenti, presentando, a tale scopo, proposte pertinenti;
20. mette in risalto l'importanza della cooperazione tra l'UE e il PNUS in merito all'efficacia degli aiuti; sottolinea l'impegno del partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo e incoraggia tutti gli Stati e gli attori del settore privato a impegnarsi in tale partenariato;
21. ritiene che la Corte europea per i diritti umani abbia contribuito con successo al progresso ottenuto dall'Europa in termini di rispetto dei diritti umani e che possa servire come esempio per altre regioni;
22. chiede il miglioramento degli strumenti di allarme precoce e di prevenzione e un rafforzamento delle capacità di mediazione delle Nazioni Unite, con mandati coerenti e realizzabili per le operazioni di costruzione e di mantenimento della pace che comprendano una componente relativa ai diritti umani e chiare strategie di uscita; incoraggia gli Stati membri dell'UE ad offrire un sostegno più concreto alle operazioni di costruzione e di mantenimento della pace e chiede all'UE di rafforzare i suoi sforzi di mediazione nella risoluzione dei conflitti; tenendo conto delle recenti atrocità e violazioni dei diritti umani perpetrate da alcuni gruppi estremisti e terroristi, nonché delle violenze sessuali commesse nei conflitti, tra cui lo stupro come arma di guerra; esorta il Consiglio di sicurezza, in linea con la dottrina della responsabilità di fornire protezione, a definire un insieme ambizioso di strumenti e mezzi per garantire una prevenzione efficace di tali atrocità e sostenere lo stato di diritto e il diritto umanitario, e a spingere gli Stati membri dell'ONU a lottare contro il traffico di esseri umani e a reprimere il reclutamento e il finanziamento dei gruppi terroristici, impedendo e bloccando il reclutamento, l'organizzazione il trasporto e l'equipaggiamento dei terroristi, nonché il finanziamento dei loro spostamenti e attività;
23. è del parere che l'UE debba dimostrare un forte e dedicato sostegno nei confronti della Corte penale internazionale, in particolare rafforzando e ampliando il suo rapporto con le Nazioni Unite, segnatamente il Consiglio di sicurezza, e assicurando una rapida ratifica da parte degli Stati membri dell'UE delle modifiche di Kampala allo statuto di Roma che definiscono il crimine di aggressione; ricorda che la responsabilità primaria di consegnare gli autori di reati alla giustizia spetti agli stessi Stati e sostiene la giurisdizione della CPI qualora le autorità nazionali non siano in grado o non siano disposte a perseguire veramente i crimini più gravi motivo di allarme per la comunità internazionale;
24. appoggia il rafforzamento della cooperazione operativa UE-ONU nella gestione delle crisi, anche attraverso la cooperazione dell'UE con le Nazioni Unite sia nella condivisione delle analisi (al fine di giungere a un'analisi comune) che della pianificazione delle operazioni di pace e di sicurezza (al fine di agevolare gli aspetti operativi);
25. ritiene che debba essere fatto di più per garantire che gli Stati membri dell'ONU rispettino le promesse di fornitura di aiuti umanitari pubblicando resoconti regolari sul rispetto degli obblighi;
26. accoglie con favore l'impegno dell'UE per una maggiore responsabilità e trasparenza nel commercio di armi e sostiene la promozione dell'universalizzazione e della piena attuazione del trattato sul commercio delle armi nonché dell'attuazione dei risultati della prima conferenza degli Stati; chiede all'UE di continuare a promuovere il trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) come pietra angolare del regime globale di non proliferazione nucleare e quindi base fondamentale per il disarmo nucleare, ai sensi dell'articolo VI di quel trattato; chiede inoltre all'UE di intraprendere attivamente dei passi verso il disarmo globale;
27. sottolinea l'importanza del fatto che l'UE continui a promuovere attivamente l'uguaglianza e la non discriminazione; accoglie con favore la prima riunione in assoluto del Consiglio di sicurezza dell'ONU sui diritti LGBTI, tenutasi il 24 agosto 2015, che ha condannato le aggressioni e le uccisioni di persone LGBTI in Medio Oriente da parte dell'ISIS; incoraggia il Consiglio di sicurezza dell'ONU a tenere ulteriormente conto delle violazioni dei diritti LGBTI;
28. ricorda la posizione dell'UE sulla tolleranza zero per la pena capitale; sottolinea l'importanza del fatto che l'UE continui a portare avanti la moratoria sulla pena capitale;
29. è del parere che le dimensioni economica, sociale, ambientale e dello sviluppo del sistema delle Nazioni Unite debbano essere sostanzialmente rafforzate facendo in modo che gli organi delle Nazioni Unite adottino un approccio più politico e migliorino la cooperazione tra di loro garantendo un uso più efficace e trasparente delle risorse disponibili; ritiene che ciò debba avvenire in primo luogo per mezzo di una riforma strutturale e funzionale del principale organo responsabile di questa attività ai sensi della Carta delle Nazioni Unite, in particolare il Consiglio economico e sociale; invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a prendere in considerazione la possibilità di rafforzare il loro ruolo nel Consiglio economico e sociale attraverso lo sviluppo in un Consiglio per lo sviluppo sostenibile
30. accoglie con favore la creazione, nel 2013, del forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile, il cui ruolo è fornire leadership politica, orientamenti e raccomandazioni sui tre pilastri (sociale, economico e ambientale) dello sviluppo sostenibile; è convinto che il Forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile debba diventare il principale organo decisionale per tutte le questioni legate allo sviluppo sostenibile, assicurando così una valutazione coordinata ed efficiente delle esigenze e l'adozione delle necessarie tabelle di marcia, decisioni e misure vincolanti in relazione al quadro per lo sviluppo sostenibile previsto per il periodo post-2015; insiste sulla necessità di attuare in maniera efficace gli obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dal vertice delle Nazioni Unite nel settembre 2015;
31. è del parere, alla luce delle ricorrenti crisi umanitarie legate a profughi e migranti che stanno causando molta sofferenza umana e considerando che lo sviluppo sostenibile dei paesi di origine potrebbe in ultima analisi offrire una soluzione alla crisi umanitaria, che il lavoro di tutti agenzie legate a questa problematica debba essere coordinato;
32. è del parere che le sfide presentate dalle crisi umanitarie legate ai rifugiati siano questioni che devono essere gestite in modo globale, con spirito di solidarietà all'interno dell'UE e in stretta cooperazione con l'ONU e le sue agenzie;
33. invita l'UE e l'ONU ad intensificare i loro sforzi congiunti al fine di concludere un accordo ambizioso e giuridicamente vincolante in occasione della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici che si terrà a Parigi nel 2015 e di garantire una rapida attuazione della COP21;
34. ritiene che le attività della Banca mondiale, del Fondo monetario internazionale e dell'Organizzazione mondiale del commercio potrebbero anche essere coordinate come parte del sistema delle Nazioni Unite, pur mantenendo le loro attuali strutture decisionali, al fine di garantire che le rispettive decisioni vengano adottate e le azioni condotte in modo responsabile, efficiente, coerente e non ridondante; ritiene che le attività del G7 e del G20 debbano, in linea di principio, essere integrate nei lavori di un Consiglio economico e sociale politicamente e proceduralmente più forte, più efficiente e dotato di maggiori risorse;
35. sostiene l'obiettivo di istituire a livello multilaterale un regime di tutela degli investimenti con un nuovo sistema, in cui sia rispettata la giurisdizione dei tribunali nazionali e chiede alla Commissione di inserire tale obiettivo nella sua agenda negoziale nel quadro dell'elaborazione di accordi sugli investimenti; ritiene che qualora fosse creata una corte internazionale permanente per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti, questa potrebbe essere inserita all'interno del sistema delle Nazioni Unite e dovrebbe basarsi sui diritti e i doveri di quanti sono sottoposti alla corte con particolare attenzione ai principi dell'OCSE per le multinazionali e i principi guida dell'ONU sulle imprese e i diritti umani; ritiene che il Sistema delle Nazioni Unite offra modelli utili per un sistema del genere, specialmente per quanto riguarda il finanziamento;
36. giudica necessario giungere alla conclusione del ciclo di Doha per lo sviluppo in ambito OMC e ritiene che le Nazioni Unite possano sfruttare la propria posizione unica per garantire che tali colloqui si traducano in un successo per i paesi in via di sviluppo; ritiene, a tale proposito, che le Nazioni Unite dovrebbero lavorare a fianco dell'OMC e prestare consulenza e orientamento ai paesi in via di sviluppo, in termini di promozione di una strategia per il commercio e gli investimenti, con l’UE in qualità di attore principale;
37. è consapevole della necessità di rafforzare e attuare i principi dell'ONU sulle imprese e i diritti umani; esorta l'UE a contribuire all'esito positivo dell'attività del gruppo di lavoro intergovernativo sulle imprese transnazionali e sui diritti umani.
38. ritiene che le Nazioni Unite dovrebbero migliorare tutti gli aspetti legati al benessere umano; è del parere che questi comprendano la sostenibilità culturale e la protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, attraverso l'integrazione tra istruzione, turismo, diplomazia culturale, tutela del patrimonio, settore creativo e ricerca scientifica nel metodo di definizione delle politiche;
39. raccomanda di assicurare la cooperazione fra l'Unione europea e le Nazioni Unite nell'ambito dell'istruzione nei programmi di emergenza in caso di crisi umanitarie, conflitti armati e disastri naturali, continuando a sostenere programmi come Istruzione nelle situazioni di emergenza e transizione post crisi, dell'UNICEF, Istruzione di qualità nei campi profughi, dell'UNHCR, e l'attività educativa, dell'UNRWA;
40. accoglie con favore l'organizzazione in gruppi del lavoro della Commissione nominata nel 2014, che conferisce alla VP/AR la responsabilità rafforzata di coordinare la politica estera dell'UE, in stretta collaborazione con le altre istituzioni dell'UE; sottolinea che le politiche con una dimensione globale devono essere al centro dei lavori di tale gruppo specifico;
41. invita la VP/AR ad inserire nella sua relazione annuale sulla PESC una sezione completa sulla promozione degli obiettivi globali di politica estera dell'UE;
42. è del parere che il Parlamento europeo debba essere in grado di affrontare le sfide globali nello stesso modo approfondito e generale della Commissioni e di organizzare i propri lavori di conseguenza; incoraggia tutte le commissioni del Parlamento, competenti in materia di politiche che presentano una dimensione esterna e globale, a trasmettere i loro pareri sulla pertinente sezione della relazione della VP/AR alla commissione per gli affari esteri, responsabile di questa relazione;
43. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Servizio europeo per l'azione esterna, all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e al Segretario generale delle Nazioni Unite.
24.9.2015
PARERE della commissione per lo sviluppo
destinato alla commissione per gli affari esteri
sul ruolo dell'UE nell'ambito delle Nazioni Unite - Come migliorare il conseguimento degli obiettivi di politica estera dell'UE
Relatore per parere: Anna Záborská
SUGGERIMENTI
La commissione per lo sviluppo invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. ribadisce che l'UE e i suoi Stati membri dovrebbero svolgere un ruolo guida nell'agenda per lo sviluppo post 2015 e collaborare con le Nazioni Unite e con tutte le parti interessate per garantire l'assunzione di impegni ambiziosi rispetto al conseguimento dei futuri obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS); evidenzia il fatto che in tale sforzo l'UE è vincolata dai valori condivisi da tutti i suoi Stati membri;
2. ritiene che l'UE e il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS) debbano incrementare gli sforzi comuni intesi a promuovere i valori condivisi e a sostenere i governi, la società civile e le popolazioni nei paesi più poveri in settori d'intervento importanti, come lo sviluppo di capacità, lo sviluppo istituzionale, la lotta alla corruzione, la parità di genere, l'assistenza elettorale, la prevenzione delle crisi e il ripristino, la riduzione del rischio di catastrofi e i cambiamenti climatici;
3. invita la Commissione e le agenzie, i fondi e i programmi specializzati dell'ONU a intavolare un dialogo ad alto livello sul conseguimento degli OSS, al fine di coordinare le politiche, i programmi e le attività dell'UE e dell'ONU; sottolinea l'importanza di dati disaggregati e accessibili per monitorare i progressi e valutare i risultati del partenariato UE-ONU;
4. invita l'UE e il PNUS a intensificare gli sforzi per garantire l'attento monitoraggio delle attività delle multinazionali nei paesi più poveri, in particolare per quanto riguarda questioni d'importanza sistemica per lo sviluppo, quali i diritti umani, i diritti dei lavoratori e la tutela dell'ambiente;
5. mette in risalto l'importanza della cooperazione tra l'UE e il PNUS in merito all'efficacia degli aiuti; sottolinea l'impegno del partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo e incoraggia tutti gli Stati e gli attori del settore privato a impegnarsi in tale partenariato;
6. sottolinea l'importanza che riveste per lo sviluppo dei paesi più poveri l'approvazione da parte delle Nazioni Unite di una normativa vincolante sulle attività delle multinazionali e sulla lotta all'evasione e all'elusione fiscale;
7. sottolinea l'importanza delle relazioni UE-ONU in materia di mantenimento della pace, distensione e mediazione e accoglie con favore il rafforzamento dei legami nel corso degli ultimi anni tra il SEAE e il Dipartimento per gli affari politici (DPA) delle Nazioni Unite; chiede un maggiore sostegno dell'UE, anche a favore dell'unità di Supporto alla mediazione; deplora la tendenza attualmente in atto negli Stati membri di ridurre il loro contributo di personale alle missioni delle Nazioni Unite;
8. chiede una maggiore collaborazione tra l'UE e l'ONU nei settori della salute, dell'HIV/AIDS, dell'istruzione, dell'alimentazione e della nutrizione, dell'acqua e dei servizi igienici, della protezione dei minori, dell'uguaglianza di genere, dell'inclusione sociale, dell'azione per il clima, degli aiuti umanitari, della migrazione, dei diritti umani, della lotta alle discriminazioni di qualsiasi genere, della buona governance e della costruzione della democrazia, soprattutto al fine di contrastare la corruzione, l'evasione fiscale e i flussi finanziari illeciti e favorire le misure per la prevenzione dei conflitti;
9. accoglie con favore il partenariato istituito nel 2012 tra le donne dell'UE e quelle dell'ONU per migliorare la parità di genere e i diritti delle donne in tutto il mondo; chiede una valutazione di questo partenariato in vista di un eventuale rafforzamento di questi legami;
10. chiede una maggiore cooperazione UE-ONU al fine di agevolare la partecipazione della società civile al processo politico, con particolare attenzione alle donne, che continuano ad essere ampiamente emarginate dalla sfera politica;
11. sottolinea l'importanza del partenariato UE-ONU per migliorare la vita delle generazioni future e sottolinea la particolare vulnerabilità dei bambini, così come il loro ruolo fondamentale nel conseguimento di uno sviluppo equo e sostenibile per tutti; riconosce come la cooperazione consolidata tra l'UE e l'UNICEF sia fondamentale per proteggere i bambini nelle situazioni di emergenza e conseguire tutti gli OSS riguardanti l'infanzia;
12. ribadisce la necessità che l'UE sia in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici e collabori maggiormente con l'ONU in questo ambito, tenendo conto della situazione particolare dei paesi in via di sviluppo, segnatamente in vista dell'adozione degli OSS e dell'accordo di Parigi nell'ambito della COP21;
13. sottolinea l'importanza del partenariato UE-ONU nell'affrontare le cause profonde e le conseguenze delle crisi globali dei profughi e delle emergenze umanitarie; ribadisce l'importanza fondamentale dell'impiego trasparente degli aiuti allo sviluppo e di un'azione coordinata di tutti gli attori internazionali, parallelamente alla fornitura di assistenza tecnica e al reperimento di risorse sufficienti, al fine di proteggere i gruppi più vulnerabili, tra cui i minori, e garantire il rispetto del diritto dei migranti alla protezione internazionale; chiede, pertanto, una maggiore cooperazione e un più intenso dialogo nella preparazione del Vertice umanitario mondiale del 2016.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
22.9.2015 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
22 2 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Louis Aliot, Beatriz Becerra Basterrechea, Ignazio Corrao, Nirj Deva, Doru-Claudian Frunzulică, Nathan Gill, Charles Goerens, Enrique Guerrero Salom, Heidi Hautala, Maria Heubuch, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Arne Lietz, Linda McAvan, Norbert Neuser, Maurice Ponga, Cristian Dan Preda, Lola Sánchez Caldentey, Elly Schlein, Davor Ivo Stier, Paavo Väyrynen, Bogdan Brunon Wenta, Rainer Wieland, Anna Záborská |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Eleni Theocharous |
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Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Liliana Rodrigues, Estefanía Torres Martínez |
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22.9.2015
PARERE della commissione per il commercio internazionale
destinato alla commissione per gli affari esteri
sul ruolo dell'UE nell'ambito delle Nazioni Unite - come migliorare il conseguimento degli obiettivi di politica estera dell'UE
Relatore per parere: Ska Keller
SUGGERIMENTI
La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. sottolinea che, di per sé, il commercio libero ed equo costituisce lo strumento più utile per aiutare i paesi in via di sviluppo ad aiutare sé stessi. ricorda l'impatto significativo che il commercio e gli investimenti possono avere per lo sviluppo sostenibile dei paesi poveri meno avanzati e per la lotta alla povertà e alle violazioni dei diritti umani, quando sono adattati alle circostanze, effettuati con obiettivi a lungo termine, chiaramente mirati, inquadrati in una chiara normativa di efficienza e legati a misure di controbilanciamento per i periodi di transizione, ad esempio, attraverso programmi specifici di preferenze commerciali, sanzioni commerciali, regolamentazione del commercio di determinate merci che potrebbero essere utilizzate per le esecuzioni capitali, la tortura, i trattamenti e le punizioni inumani o degradanti, e sistemi di certificazione che disciplinino gli scambi di minerali dei conflitti; invita pertanto l’UE a sviluppare misure di politica commerciale ambiziose, efficaci e attive per la promozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibili e gli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite; ritiene che, per quanto riguarda la conclusione del ciclo di Doha per lo sviluppo, le Nazioni Unite possano sfruttare la propria posizione unica nell'agenda multilaterale per garantire che tali colloqui si traducano in un successo per i paesi in via di sviluppo; ritiene, a tale proposito, che le Nazioni Unite dovrebbero lavorare a fianco dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e prestare consulenza e orientamento ai paesi in via di sviluppo, per promuovere una strategia di liberalizzazione del commercio e degli investimenti, con il coinvolgimento dell’UE in qualità di attore principale;
2. sottolinea la necessità di un'agenda per lo sviluppo ambiziosa e sostenibile da parte delle Nazioni Unite e, conformemente all'articolo 21, paragrafo 2, lettera d, TUE, ritiene che la politica commerciale dell'UE debba essere coordinata e attuata in maniera coerente al fine di rilanciare e promuovere il partenariato globale per uno sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, sociale e ambientale; chiede di potenziare gli sforzi internazionali volti ad attuare le valutazioni d'impatto globali circa gli effetti del commercio mondiale sulla qualità della vita e le pari opportunità della popolazione mondiale, nonché sull'ambiente; chiede la promozione di spazi di dialogo tra i soggetti pubblici e privati, comprese le imprese, i sindacati e la società civile, al fine di promuovere lo scambio di buone prassi e sinergie che portino ad uno sviluppo sostenibile;
3. è consapevole che la politica commerciale può svolgere un ruolo nella riduzione delle emissioni di CO2 ed esorta, pertanto, l'UE a garantire che le sue decisioni in materia di politica commerciale siano in sintonia con gli impegni assunti dai leader del G7 riuniti a Schloss Elmau (Germania) durante il primo fine settimana del giugno 2015 di "decarbonizzare l'economia mondiale nel corso di questo secolo" e a limitare gli aumenti della temperatura globale a un massimo di 2° C conformemente agli obiettivi dell'imminente accordo che sarà finalizzato in occasione della COP21 di Parigi; esorta l'UE e i suoi Stati membri a ratificare l'emendamento di Doha relativo al periodo che va fino al 2020;
4. invita l'UE, come maggiore blocco commerciale del mondo, a svolgere un ruolo centrale nei crescenti dibattiti internazionali sulle questioni puramente globali e a partecipare da protagonista alla Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico del 2015 nonché a far valere il forte impegno sulla questione dei migranti e dei rifugiati nel quadro delle Nazioni Unite, sviluppando nel contempo misure di politica commerciale ambiziose, efficaci ed attive per la promozione della crescita sostenibile, la riduzione della povertà e la protezione dell'ambiente e delle risorse naturali, in sintonia con le pertinenti convenzioni delle Nazioni Unite;
5. esorta l'UE e i suoi Stati membri a garantire l'attuazione del diritto all'alimentazione, anche negli accordi commerciali, quale definito nella risoluzione delle Nazioni Unite A/66/158 del 2011 sul diritto all'alimentazione; riconosce il ruolo chiave che l'UE svolge nell'affrontare le sfide globali della sicurezza alimentare;
6. continua a sostenere le conclusioni della relazione 2011 dell'UNCTAD sugli investimenti esteri diretti nei paesi meno sviluppati, che raccomandano un piano d'azione che chiede un aumento degli investimenti attraverso un'attenta liberalizzazione dei settori delle infrastrutture, la promozione dei partenariati pubblico-privato (PPP) con investitori stranieri, l'incoraggiamento dell'erogazione di prestiti alle PMI, maggiori norme sane in materia di trattamento e protezione degli investimenti e ulteriori sforzi per affrontare i problemi della cattiva governance e del scarso rispetto dei quadri giuridici;
7. condivide l'opinione espressa nella relazione 2015 sugli investimenti nel mondo dell'UNCTAD, secondo cui è necessario riformare il contesto degli interventi normativi per gli investimenti e mettere fine alle pratiche delle multinazionali di frode fiscale, elusione fiscale e di pianificazione fiscale aggressiva, quali definite nella relazione dell'OCSE del 2011 dal titolo "Corporate Loss Utilisation through Aggressive Tax Planning" (Utilizzo delle perdite societarie mediante una pianificazione fiscale aggressiva), al fine di sostenere una mobilitazione di risorse interne per il conseguimento degli SDG nonché valorizzare pienamente il potenziale che gli investimenti, l'abbattimento delle barriere commerciali e la liberalizzazione delle nostre economie possono apportare allo sviluppo economico sostenibile, segnatamente nei paesi meno sviluppati, quando sono effettuati con obiettivi a lungo termine, chiaramente mirati, inquadrati in una chiara normativa di efficienza e legati a misure di controbilanciamento per i periodi di transizione; ritiene che l'attuazione effettiva di una imposta sulle transazioni finanziarie (ITF) a livello mondiale, in cui l'UE assuma un ruolo di precursore, sarebbe uno strumento supplementare con cui diversi paesi potrebbero conseguire tali obiettivi; invita l'UE a porsi in prima linea nella lotta ai paradisi fiscali, che ostacolano lo smantellamento degli scambi commerciali illeciti, con effetti devastanti sullo sviluppo e sui diritti umani; invita a tale riguardo l'UE a contrastare l'elusione fiscale e l'erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (BEPS) da parte delle multinazionali tramite disposizioni appropriate nei suoi accordi commerciali con i paesi terzi, nelle regole della BEI, nel fondo investimenti per l'America latina (LAIF) e in altri programmi di facilitazione degli investimenti, ecc.;
8. ricorda l'esigenza di unire e intensificare gli sforzi volti a eliminare lo sfruttamento della manodopera, specialmente di donne e minori, a porre fine alle pratiche di dumping sociale che inibiscono lo sviluppo umano e a migliorare le condizioni di lavoro all'interno della filiera di valore globale, coinvolgendo sia acquirenti sia fabbricanti, come avvenuto recentemente in Bangladesh e Myanmar; ricorda che la Commissione deve mantenere il massimo livello di cooperazione con l'Organizzazione mondiale per il lavoro (OIL), non da ultimo nel contesto del vertice per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di settembre 2015; invita l'UE a promuovere, a livello mondiale, l'integrazione nella politica commerciale degli obiettivi dell'agenda per il lavoro dignitoso dell'OIL, che ha ricevuto il sostegno degli Stati membri di tale organizzazione nella dichiarazione sulla giustizia sociale per una globalizzazione equa adottata all'unanimità nel 2008; invita altresì la Commissione a fare pienamente ricorso alle competenze fornite dagli organi dell'OIL, segnatamente il comitato degli esperti e la commissione sull'applicazione delle norme; sollecita l'UE a inserire in tutti gli accordi di politica commerciale un capitolo ambizioso ed efficace sullo sviluppo sostenibile; evidenzia inoltre, a tale proposito, il ruolo essenziale che gli accordi commerciali conclusi dall'UE e gli altri strumenti, come il sistema di preferenze generalizzate, possono svolgere nella promozione dell'attuazione delle norme OIL e quindi nel favorire condizioni di lavoro dignitose su scala globale;
9. sostiene l'obiettivo di istituire a livello multilaterale un regime di tutela degli investimenti con un nuovo sistema, in cui sia rispettata la giurisdizione dei tribunali nazionali e chiede alla Commissione di inserire tale obiettivo nella sua agenda negoziale nel quadro dell'elaborazione di accordi sugli investimenti; ritiene che qualora fosse creata una corte internazionale permanente per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti, questa potrebbe essere inserita all'interno del sistema delle Nazioni Unite e dovrebbe basarsi sui diritti e i doveri di quanti sono sottoposti alla corte con particolare attenzione ai principi dell'OCSE per le multinazionali e i principi dell'ONU sulle imprese e i diritti umani; ritiene che il Sistema delle Nazioni Unite offra modelli utili per un sistema del genere, specialmente per quanto riguarda il finanziamento;
10. rammenta che il mandato di Doha, approvato da tutti gli Stati partecipanti alla XIII sessione della conferenza delle Nazioni Unite su commercio e sviluppo (XIII UNCTAD, Doha, 21-26 aprile 2012), insiste sui nessi tra parità di genere e sviluppo inclusivo; chiede all'UNCTAD di intensificare il proprio lavoro sui legami tra parità di genere, emancipazione delle donne e commercio e sviluppo, e inserisce le questioni legate alla parità di genere e all'emancipazione femminile nell'elenco degli obiettivi essenziali per tutti i paesi; chiede all'UE di moltiplicare i propri sforzi e di assumere un ruolo d'avanguardia nell'inserimento delle tematiche di genere nelle politiche commerciali; chiede l'integrazione sistematica dei risultati e dalle raccomandazioni sulla parità di genere e sulla politica commerciale di UN Women che dimostrano l'esistenza di prove definitive che lo sviluppo economico e l'uguaglianza sociale procedono di pari passo, mentre va evidenziata la stretta correlazione tra parità di genere e competitività e PIL pro capite; chiede, pertanto, che si continui ad utilizzare la disparità di genere come indicatore di sostenibilità nella revisione del manuale UE sulle valutazioni di impatto per la sostenibilità;
11. chiede all'UE di favorire e sostenere l'adesione ai principi della responsabilità sociale delle imprese dell'iniziativa Global Compact delle Nazioni Unite; invita l'UE a promuovere nelle sedi dell'ONU l'adozione di politiche commerciali che favoriscano effettivamente il rispetto di tali principi, per esempio, mediante la definizione di requisiti per gli appalti pubblici;
12. è consapevole della necessità di rafforzare e attuare i principi dell'ONU sulle imprese e i diritti umani (UNGP); esorta vivamente l'UE a contribuire all'esito positivo dell'attività del gruppo di lavoro intergovernativo sulle imprese transnazionali e altri tipi di impresa in relazione ai diritti umani volta ad introdurre uno strumento giuridicamente vincolante e a riconosce la responsabilità congiunta delle imprese e dei governi nel sostenere detti principi;
13. invita l'UE a potenziare il suo ruolo e la sua partecipazione negli organi normativi delle Nazioni Unite, quali il gruppo WP.29 che opera sotto l'egida della commissione economica per l'Europa dell'ONU (UNECE), e a sollecitare altri membri delle Nazioni Unite a prendere iniziative analoghe; sottolinea l'esigenza di puntare alla messa a punto di norme tecniche globali che favoriscano il libero commercio e la crescita economica pur rispettando il mercato unico europeo;
14. prende atto del fatto che gli accordi commerciali e l'accesso alla sanità sono strettamente legati, specialmente nei paesi in via di sviluppo; rileva che l'Organizzazione mondiale per la salute (OMS) sta lavorando alla definizione di strumenti intesi alla valutazione obiettiva di tale relazione; sollecita l'UE a sostenere l'iniziativa dell'OMS e a tenere conto delle conclusioni del suo lavoro;
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
22.9.2015 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
29 8 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
William (The Earl of) Dartmouth, Maria Arena, Tiziana Beghin, David Campbell Bannerman, Salvatore Cicu, Marielle de Sarnez, Santiago Fisas Ayxelà, Eleonora Forenza, Karoline Graswander-Hainz, Ska Keller, Jude Kirton-Darling, Gabrielius Landsbergis, Bernd Lange, Emmanuel Maurel, Anne-Marie Mineur, Sorin Moisă, Franck Proust, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Viviane Reding, Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández, Tokia Saïfi, Matteo Salvini, Marietje Schaake, Helmut Scholz, Joachim Schuster, Joachim Starbatty, Adam Szejnfeld, Iuliu Winkler, Jan Zahradil |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Klaus Buchner, Dita Charanzová, Edouard Ferrand, Agnes Jongerius, Sander Loones, Gabriel Mato, Fernando Ruas, Jarosław Wałęsa |
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Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Marco Affronte, Andrejs Mamikins |
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24.9.2015
PARERE della commissione per il controllo dei bilanci
destinato alla commissione per gli affari esteri
sul ruolo dell'UE nell'ambito delle Nazioni Unite - Come migliorare il conseguimento degli obiettivi di politica estera dell'UE
Relatore per parere: Ryszard Czarnecki
SUGGERIMENTI
La commissione per il controllo dei bilanci invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
– visti l'accordo quadro finanziario e amministrativo (FAFA) tra l'Unione europea e le Nazioni Unite (2003) e il relativo addendum n. 1 (2014);
A. considerando che il 2015 presenta sfide significative per ridefinire la collaborazione tra attori e istituzioni a livello mondiale, mediante l'individuazione di nuove dinamiche e modalità d'azione, in particolare allo scopo di migliorare i risultati nell'ambito degli impegni relativi alle politiche esterne dell'UE;
B. considerando che l'UE ha acquisito una solida esperienza nella cooperazione internazionale, affrontando sfide globali e fornendo sostegno allo sviluppo e aiuti umanitari in molte parti del mondo;
C. considerando che l'UE dispone di un significativo bilancio per la difesa e fornisce contributi finanziari notevoli alle missioni di pace delle Nazioni Unite;
D. considerando che gli interventi esterni dell'UE sono realizzati mediante organizzazioni internazionali che eseguono i fondi UE o che confinanziano progetti insieme all'UE, in particolare per far fronte a sfide relative al controllo e alla governance;
1. evidenzia la necessità di migliorare l'efficienza, la rendicontabilità, l'efficacia e la trasparenza delle Nazioni Unite, in particolare per quanto concerne l'utilizzo delle risorse dell'UE e l'attuazione efficace degli orientamenti strategici e degli obiettivi di sviluppo concordati a livello internazionale;
2. invita le istituzioni pertinenti in seno all'Unione europea e alle Nazioni Unite a rispettare e attuare pienamente l'accordo quadro finanziario e amministrativo (FAFA); chiede alla Commissione di riferire al Parlamento sull'attuazione del FAFA e delle relative linee guida e di individuare gli ambiti che necessitano di miglioramenti, presentando, a tale scopo, proposte pertinenti;
3. ritiene che il ravvicinamento dei rispettivi sistemi di governance debba concentrarsi sulla definizione e sullo scambio continuo di buone prassi, al fine di stabilire principi fondamentali di affidabilità analoghi e sostenibili, nel rispetto del regolamento finanziario dell'UE; invita, a tale proposito, entrambe le parti alla trasparenza, in modo che i controllori europei abbiano accesso a informazioni dettagliate sui conti delle Nazioni Unite;
4. ricorda che l'UE e i suoi Stati membri forniscono, insieme, il principale contributo finanziario al bilancio delle Nazioni Unite; insiste pertanto, nello spirito dell'iniziativa "Uniti nell'azione" (un leader, un bilancio, un programma, un ufficio), sulla necessità di garantire un maggior grado di visibilità ai finanziamenti dell'UE erogati attraverso le Nazioni Unite e un impiego efficiente degli stessi; chiede che le Nazioni Unite e la Commissione tengano il Parlamento europeo pienamente informato sull'impiego dei contributi dell'Unione europea da parte delle Nazioni Unite;
5. incoraggia le Nazioni Unite e le istituzioni competenti al loro interno a continuare a rafforzare la cooperazione con l'UE, al fine di avvicinare costantemente i due meccanismi di governance, anche grazie allo sviluppo continuo di sistemi esaustivi e solidi di monitoraggio, rendicontazione e controllo; ricorda che la cooperazione strutturata tra l'UE e le Nazioni Unite è l'unico sistema valido per prevenire l'impiego inefficace dei fondi e la sovrapposizione di attività;
6. ritiene che, nell'ambito del partenariato interistituzionale, le Nazioni Unite e l'Unione europea debbano migliorare i metodi di gestione del rischio, il controllo finanziario generale e il quadro di gestione, e che debba esserci un confronto tra le funzioni di audit quanto ai dati, alle metodologie e ai risultati;
7. ritiene che gli approcci di finanziamento innovativi offrano un'importante opportunità per massimizzare la disponibilità e l'impatto dei finanziamenti allo sviluppo, attraverso l'individuazione di nuove fonti e meccanismi di finanziamento e nuovi strumenti di ingegneria finanziaria; osserva, in particolare, che grazie agli approcci innovativi ai finanziamenti è possibile utilizzare i finanziamenti pubblici per contribuire a generare nuovi flussi finanziari, a catalizzare gli investimenti privati e il finanziamento dei mercati e a massimizzare l'impatto dei finanziamenti pubblici e privati esistenti;
8. apprezza il fatto che l'erogazione di aiuti dell'Unione attraverso le Nazioni Unite consenta all'UE di raggiungere regioni del mondo che potrebbe non riuscire a raggiungere da sola; è consapevole dell'elevato rischio intrinseco connesso all'erogazione di aiuti in regioni teatro di conflitti; si rammarica, tuttavia, che i resoconti che la Commissione riceve dalle organizzazioni partner responsabili per l'esecuzione del bilancio dell'Unione nell'ambito della gestione indiretta spesso giungano in ritardo e siano incompleti o insufficientemente incentrati sui risultati, il che impedisce alla Commissione di esercitare adeguatamente la propria funzione di monitoraggio;
9. accoglie positivamente, in tale contesto, l'accordo recentemente raggiunto dai colegislatori su una modifica del regolamento finanziario, che prevede che le Nazioni Unite e le altre organizzazioni partner siano tenute a informare la Commissione ogniqualvolta venga riscontrato un caso di irregolarità o frode che riguarda il bilancio dell'Unione; ritiene, tuttavia, che le possibilità di cui la Commissione dispone per verificare direttamente la correttezza, l'efficacia e la sostenibilità dei finanziamenti dell'Unione erogati attraverso le Nazioni Unite dovrebbero essere rafforzate;
10. insiste sulla necessità di conseguire il massimo grado di trasparenza e responsabilità istituzionale a tutti i livelli, garantendo l'accesso a informazioni esaustive e affidabili riguardo ai bilanci e ai dati finanziari relativi ai progetti sostenuti da finanziamenti UE, al fine di consentire al Parlamento di esercitare la sua funzione di controllo; chiede un potenziamento della politica di divulgazione delle Nazioni Unite per quanto concerne gli obiettivi, i beneficiari e i finanziamenti, in particolare per le relazioni di audit e di valutazione in seno alle Nazioni Unite, al fine di migliorare la gestione dei fondi dell'UE;
11. ritiene fondamentale garantire la visibilità dell'Unione, soprattutto nell'ambito di iniziative cofinanziate e con più donatori in cui sono coinvolti finanziamenti UE; ritiene che sia necessaria un'informazione regolare e tempestiva sulla messa in comune dei fondi (compresi i fondi fiduciari), dal momento che la fungibilità e la tracciabilità dei fondi dell'UE rivestono un'importanza primaria;
12. insiste sul fatto che la cooperazione e il quadro futuri dovrebbero incoraggiare e incentivare l'ulteriore ricerca di fonti, meccanismi e strumenti innovativi e la loro attuazione da parte di tutti i soggetti interessati, in stretta collaborazione con le banche multilaterali e altri donatori, e garantire che tali nuove fonti di finanziamento siano pienamente conformi ai principi di trasparenza, rendicontabilità ed efficacia;
13. ricorda che le Nazioni Unite devono adottare misure adeguate per rendere noto che determinate azioni beneficiano di finanziamenti dell'UE, in modo da garantire una visibilità e un riconoscimento analoghi a quelli di altri donatori internazionali, diffondendo nel contempo, nel contesto di tutti gli interventi delle Nazioni Unite, i valori dell'Unione condivisi con le Nazioni Unite, quali la promozione dei diritti umani e dello Stato di diritto, il miglioramento degli standard ambientali e sociali nonché il sostegno generale allo sviluppo sostenibile e alla crescita economica inclusiva;
14. evidenzia che tutte le attività cofinanziate devono seguire e rispettare scrupolosamente i settori strategici e prioritari generali dell'UE, sulla base delle preferenze politiche e dei criteri di efficienza economica e finanziaria, che dovrebbero essere rispecchiati nei risultati gestionali;
15. sottolinea che l'UE sostiene l'idea che le Nazioni Unite debbano essere "adatte allo scopo" e sempre più efficaci ed efficienti; ritiene che sfide emergenti e crescenti rendano impellente per le Nazioni Unite assumere nuove funzioni, che a loro volta richiederanno un ripensamento della governance e delle modalità di finanziamento; evidenzia che per l'UE dovrebbe rimanere prioritario assicurare la sana gestione delle risorse finanziarie e umane delle Nazioni Unite, anche nell'ambito dei negoziati per il prossimo bilancio ordinario e il prossimo capitolo di bilancio per le operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite;
16. invita l'Unione europea e le Nazioni Unite a impegnarsi per il miglior coordinamento operativo possibile in termini di complementarità, al fine di ricercare sistematicamente, nel sostegno e nell'attuazione degli obiettivi strategici dell'UE, le migliori opportunità, i punti di forza e le sinergie ottimali, in particolare tra le politiche dell'UE in materia di sviluppo e altri settori dell'azione esterna quali i diritti umani, la migrazione e i rifugiati, la sicurezza, la stabilità e la prevenzione dei conflitti;
17. incoraggia l'UE e le Nazioni Unite a rafforzare quanto prima le loro competenze e i loro approcci strategici e di programmazione nei vari ambiti di intervento e, in particolare, la loro cooperazione in materia di strumenti di gestione dei rischi (finanziari, operativi e rischio paese), al fine di indirizzare più efficacemente gli aiuti laddove sono maggiormente necessari; invita a un'attuazione corretta di severe condizionalità, in particolare la presenza o l'elaborazione di indicatori di buona governance nell'ambito del settore pubblico nei paesi partner;
18. ricorda che il principio del valore aggiunto vale anche per i finanziamenti dell'UE destinati alle attività delle Nazioni Unite e invita la Commissione a riferire in modo sistematico e dettagliato sul valore aggiunto apportato da tali finanziamenti in confronto ai finanziamenti diretti forniti dagli Stati membri e alla realizzazione di tali attività direttamente da parte dell'UE e/o degli Stati membri;
19. ritiene che, alla luce dell'importanza attribuita all'efficacia degli aiuti dell'Unione, l'approccio orientato ai risultati debba essere migliorato introducendo un quadro di rendicontazione e misurazione dei risultati, che consenta di valutare la solidità dei progetti in termini di sostenibilità economica e sociale nonché l'efficacia e l'efficienza dei progetti stessi;
20. sostiene un dialogo permanente sulla qualità e la sostenibilità dei risultati conseguiti nell'ambito del partenariato tra le Nazioni Unite e l'UE, che verta anche sulla questione generale della coerenza e della coesione degli interventi; ritiene che occorra sviluppare ulteriormente gli indicatori di risultato e aumentarne la convergenza, allo scopo di migliorare l'efficacia dei progetti, garantire un reale valore aggiunto e ottenere un maggiore impatto in termini di sviluppo;
21. sottolinea, quale principio fondamentale, l'importanza di una politica di tolleranza zero da parte dell'UE in materia di frode e corruzione nonché del rafforzamento dell'integrità e delle norme etiche; incoraggia l'approfondimento delle relazioni tra le istituzioni e gli organismi delle Nazioni Unite e l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) mediante l'adozione delle linee guida dell'OLAF relative allo scambio di informazioni e strategie.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
22.9.2015 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
26 2 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Nedzhmi Ali, Louis Aliot, Inés Ayala Sender, Zigmantas Balčytis, Ryszard Czarnecki, Dennis de Jong, Tamás Deutsch, Martina Dlabajová, Jens Geier, Ingeborg Gräßle, Rina Ronja Kari, Verónica Lope Fontagné, Monica Macovei, Dan Nica, Georgi Pirinski, Petri Sarvamaa, Claudia Schmidt, Igor Šoltes, Bart Staes, Marco Valli, Derek Vaughan, Anders Primdahl Vistisen |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Richard Ashworth, Cătălin Sorin Ivan, Karin Kadenbach, Marian-Jean Marinescu, Markus Pieper, Julia Pitera, Miroslav Poche, Patricija Šulin |
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Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Raymond Finch |
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17.9.2015
PARERE della commissione per la cultura e l'istruzione
destinato alla commissione per gli affari esteri
sul ruolo dell'UE all'interno delle Nazioni Unite – come meglio raggiungere gli obiettivi di politica estera dell'UE
Relatore per parere: Fernando Maura Barandiarán
SUGGERIMENTI
La commissione per la cultura e l'istruzione invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
Cultural dimension of the EU foreign policy
1. Stresses that culture, together with intercultural and interreligious dialogue, is a powerful instrument for European external relations that fosters political dialogue with third countries, cohesion, peace and security, while promoting people-to-people contacts, participative dialogue with cultural actors in different fields and empowerment of citizens and civil society; emphasises nonetheless that it is first and foremost an autotelic value and as such should be supported;
2. Underlines the fact that cultural policies are based on EU core values, mutual understanding, cooperation and the idea of global cultural citizenship, and that they should therefore be incorporated consistently and strategically into the EU’s external action – including into its neighbourhood policy – as tools for promoting European values and fundamental rights, fully respecting other cultures and values;
3. Encourages the European External Action Service (EEAS) and the Commission – especially its Directorate (DG) for Education and Culture and its DG for International Cooperation and Development – to give culture a more strategic role in the EU’s relations with third countries;
4. Calls for a more integrated approach and a fruitful cooperation between the Commission, the EEAS, Parliament and the UN in areas such as promotion of culture, preservation of cultural heritage at risk and combating illicit trade in cultural property (including inside the EU), conflict prevention, reconciliation processes, peacebuilding and post-conflict mitigation, rapid relief instruments in crisis situations, the development of creative industries, the mobility of culture professionals, cultural goods and services, education and development, student exchange programmes, capacity building, education and training in emergencies and access to culture and education;
5. Emphasises the need for cultural exchanges and forums with the aim of mutual understanding and cooperation at bilateral and multilateral level and to strengthen a common core of universal values: draws attention, in this regard, to the projects organised by the EEAS and by DG EAC on cultural diplomacy and calls for a joint communication promoting mutual learning and understanding – taking into account projects supported by the Member States – and the development of networks of cultural organisations and NGOs;
6. Points out that education and training have a role to play in emergencies caused by conflict and are thus one aspect that should be included under the broader heading of reception, support, and empowerment activities;
7. Highlights the importance of cultural diplomacy and the fact that a common European cultural foreign policy would significantly increase the visibility of the EU in international organisations such as the UN; therefore asks the Commission to devote a separate chapter to cultural diplomacy in its global EU foreign and security policy being drawn up for the June 2016 European Council summit;
8. Notes that education plays an important role in human, social and economic development and is a crucial tool in achieving goals that are central to EU foreign policy, such as peacebuilding and stability in the world, long-lasting development, intercultural dialogue and combating poverty, both within its borders and at the global level; stresses the importance of effective cooperation between the EU and the UN aimed at supporting Education for All, improving access and quality education, and strengthening educational systems worldwide;
9. Acknowledges that culture is at the heart of human development, playing an important role in the building of society, the promotion of democracy and social inclusion and in the promotion of human rights and fundamental liberties; calls for the EU, in accordance with its powers and responsibilities, to incorporate cultural diversity and the promotion of human rights as one of the central elements of its international relations and in the common European development cooperation in particular and also to ensure that any person who alleges that their cultural rights have been infringed has effective access to remedy;
10. Stresses that interculturality and mutual understanding are key to successful development policies and therefore encourages the EU and Member States to promote development education and awareness raising policies that include this dimension;
11. Encourages the EU and the Member States to promote common interests together with third countries, through an equality-based partnership focused on mutual exchange and intercultural cooperation; recommends the development of a dynamic role for culture on the international stage as a ‘soft power’ that can benefit the EU and its Member States in their relations with the wider world;
12. Stresses the potential that greater Member State cooperation has for increasing the impact of EU cultural diplomacy, notably through better coordination between cultural attachés at EU delegations and Member State representations, or by cultural bodies in Member States pooling their resources in non-EU countries;
13. Welcomes, in this regard, the preparatory action on culture in EU external relations as an important instrument in enhancing the role of culture as a strategic factor for human, social and economic development contributing to external policy objectives;
14. Calls on the VP/HR to appoint a culture professional in each EU representation in third partner countries (as in the EU-China Delegation) and to provide EEAS staff with training on the cultural dimension of external policy;
15. Encourages enhanced cooperation between cultural institutions and civil society, partnerships between towns, and the creation of European ‘creative hubs’ in non-EU countries;
16. Calls for a more coherent strategy for the protection and promotion of world heritage and reinforced international cooperation in conflict areas in closer cooperation with the International Committee of the Blue Shield (ICBS);
17. Recommends the Commission to pro-actively cooperate with the cultural network-based clusters of European Union National Institutes for Culture (EUNIC), in cooperation with local institutions, cultural practitioners, civil society, together with Members States’ cultural institutes;
18. States that cultural projects and cultural diplomacy initiatives have to be monitored and assessed to be sure funds are well used and to ascertain the calibre and impact of the initiatives;
19. Stresses the need for compiling statistical data on culture and cultural industries aimed at contributing to the cultural policy debate as well as to further emphasise the economic potential of cultural and creative industries and their impact on social well-being;
20. Stresses the role of culture to foster democratisation, peacebuilding and respect for human rights; underlines the commitment of the EU to supporting artistic freedom and freedom of cultural expression against censorship and the harassment of artists, researchers, journalists, and civil society organisations; encourages defining priorities linked to the cultural dimension within the European Instrument for Democracy and Human Rights (EIDHR);
21. Draws attention to the importance of the ‘Declaration on Promoting citizenship and the common values of freedom, tolerance and non-discrimination through education’ adopted in Paris on March 2015 highlighting the need for fostering active dialogue between cultures as well as a global solidarity and mutual respect;
EU-UN cooperation and governance
22. Welcomes the consolidated cooperation between the EU and UNESCO, based on the adoption of the 2003 Financial and Administrative Framework Agreement between the European Union and the United Nations (FAFA), the 2012 Memorandum of Understanding between the UNESCO and the EU and the EU3s participation in the UN General Assembly following the UN General Assembly resolution adopted in 2011; calls, however, for more effective EU representation within the UN, particularly in the fields of culture, education, citizenship and children and young people’s rights and in line with the Lisbon Treaty; stresses that a genuine EU-UN strategic partnership could be achieved by having EU representatives with voting rights on the boards of UN agencies in the areas of culture, education, citizenship and children and young people’s rights and by taking action jointly with UNESCO – and with UNICEF, UNDP, UNHCR, UNRWA and UNWOMAN – in the form of financial cooperation and common project management, in agreement with the beneficiary partner countries;
23. Underlines the fact that in order to strengthen the EU-UNESCO cooperation there is a need to go beyond financial assistance and joint project management by enhancing partnership in the field of education and culture in the long term; calls, therefore, for the establishment of high-level annual strategic dialogue with regard to tackling common challenges in a more sustainable way;
24. Highlights that culture is a key driver for building sustainable societies and calls for the mainstreaming of the cultural dimension in the UN Post-2015 agenda for sustainable development and therefore in the Sustainable Development Goals (SDGs) to be achieved by 2030, given that culture has a major impact on economic development, social inclusion, environmental sustainability, peace and security;
25. Recognises that cultural heritage represents the diversity of cultural expressions and therefore plays an important role in the Union’s external relations; calls the for the adoption of harmonised legislation and international agreements to protect cultural heritage and to combat illicit trafficking of cultural goods in close cooperation with UNESCO;
26. Highlights the impact of the cultural and creative industries (CCIs) for local and regional development and calls for the continuation and extension of the EU/UNESCO Expert Facility Projects and for the consideration of UNESCO Culture for Development Indicators (CDIS) as a methodological reference to assess the multidimensional role of culture in development processes;
27. Underlines the fact that cultural tourism facilitates people-to-people contacts across the world and welcomes joint efforts to strengthen UNESCO heritage-based tourism in cooperation with the EU, which spurs investment in the cultural sector and makes a sustainable and high-quality proposal for the promotion of the diversity of cultural expressions;
28. Underlines the need to remove obstacles and improve mobility for artists and culture professionals through a set of preferential treatments, such as a visa for educational and cultural purposes, to facilitate cultural exchange, research projects, artists’ residencies and grants for creators and performers, in line with Article 16 of the 2005 UNESCO Convention on the Protection and Promotion of the Diversity of Cultural Expressions, co-signed by the EU;
29. Recommends ensuring cooperation between the EU and the UN for education in emergency programmes in case of humanitarian crisis, armed conflicts and natural disasters, by continuing to support programmes such as UNICEF Education in Emergencies and Post-Crisis Transition, UNHCR Quality education programme in refugees camps and the educational work of UNRWA;
Legal instruments
30. Recalls that the EU has ratified the 2005 UNESCO Convention on the Protection and Promotion of the Diversity of Cultural Expressions and calls on the Member States who have not already done so to ratify the 1970 Convention on the Means of Prohibiting and Preventing the Illicit Import, Export and Transfer of Ownership of Cultural Property, and the 1950 UNIDROIT Convention on Stolen and Illegally Exported Cultural Objects, which represent important tools for strengthening the protection of global cultural heritage and cultural diversity, as well as the 1954 Convention for the Protection of Cultural Property in the Event of Armed Conflict and its two protocols, the 2001 UNESCO Convention on the Protection of the Underwater Cultural Heritage and the 2003 UNESCO Convention for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage; calls for the harmonisation of legislation and an international agreement on cultural heritage and illicit trafficking;
31. Calls for the improvement of the communication strategy in the development of cultural cooperation by using and developing digital resources, such as web-based multilingual information platforms and online educational resources, to foster accessibility, disseminate information in local languages and encourage exchanges and networking among artists, cultural practitioners, and civil society organisations;
32. Emphasises the symbolic significance of cultural heritage, making its protection essential through greater coordination and public awareness now that, as demonstrated by the recent destruction of cultural sites in Syria and Iraq, it has become a political target;
33. Calls in this respect for efforts to stop the destruction of cultural world heritage to be intensified in collaboration with UNESCO and the other UN Member States.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione |
15.9.2015 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
20 4 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Isabella Adinolfi, Dominique Bilde, Andrea Bocskor, Silvia Costa, Angel Dzhambazki, Jill Evans, Petra Kammerevert, Rikke Karlsson, Andrew Lewer, Svetoslav Hristov Malinov, Curzio Maltese, Stefano Maullu, Fernando Maura Barandiarán, Luigi Morgano, Momchil Nekov, Yana Toom, Helga Trüpel, Julie Ward, Bogdan Brunon Wenta, Bogdan Andrzej Zdrojewski, Milan Zver, Krystyna Łybacka |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Sylvie Guillaume, Dietmar Köster, Paul Nuttall, Hermann Winkler |
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30.9.2015
PARERE della commissione per gli affari costituzionali
destinato alla commissione per gli affari esteri
sul ruolo dell'UE all'interno delle Nazioni Unite – come meglio raggiungere gli obiettivi di politica estera dell'UE
Relatore per parere: David McAllister
SUGGERIMENTI
La commissione per gli affari costituzionali invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. tiene conto sia del complesso quadro istituzionale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), un'organizzazione internazionale di Stati, sia della natura specifica dell'Unione europea (UE), un'unione sovranazionale che dal 2011 detiene lo status di osservatore privilegiato all'interno dell'ONU, avendo il diritto di parola nei dibattiti, di presentare proposte ed emendamenti, di sollevare mozioni di procedura e di divulgare documenti, sulla base della risoluzione delle Nazioni Unite 65/276 del 3 maggio 2011 sulla partecipazione dell'Unione europea alle attività delle Nazioni Unite; sottolinea che gli effettivi soggetti giuridici delle Nazioni Unite sono gli Stati sovrani della comunità internazionale, compresi gli Stati membri dell'UE; chiede, in considerazione della crescente cooperazione globale, un migliore collegamento sia fra gli attori dell'ONU che fra le sue varie strutture (agenzie, fondi, programmi, commissioni e comitati), mediante il miglioramento del coordinamento e della coerenza globali; in tale contesto, ritiene che l'UE dovrebbe comportarsi come un vero attore globale nell'ambito delle Nazioni Unite e sforzarsi di migliorare ulteriormente la sua influenza e la sua visibilità sulla scena internazionale, in linea con la lettera e lo spirito del trattato di Lisbona.
2. ritiene che il rafforzamento dello status dell'UE all'interno delle Nazioni Unite dovrebbe spianare la strada per una cooperazione e una coesione più strette; invita gli Stati membri, affinché sia possibile dare un peso maggiore al ruolo dell'Unione nel settore della politica estera posizionandola come unico attore internazionale, in modo da migliorare il suo coordinamento interno in tale ambito, a concordare in anticipo su una posizione comune su tutte le questioni pertinenti e ad esaminare i modi per fornire tutti gli strumenti necessari per realizzare un'effettiva politica estera e di sicurezza comune; ricorda che il posto di Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza è stato introdotto a norma dell'articolo 18 del TUE con l'obiettivo di consentire all'Unione di esprimersi con una sola voce nelle sedi internazionali, e in particolare in seno alle Nazioni Unite, e che tale figura deve pertanto essere messa in condizione di ricoprire appieno il proprio ruolo, in quanto rappresentante esterno principale dell'Unione europea;
3. chiede che le Nazioni Unite, la Commissione e il Consiglio tengano il Parlamento pienamente informato circa il loro coordinamento, in modo da coinvolgerlo nella definizione e nella revisione degli obiettivi di politica estera dell'UE;
4. sostiene l'agenda di riforma delle Nazioni Unite per esprimere un multilateralismo efficace, pur riconoscendo il miglioramento dello status dell'UE in seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a seguito dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona, il 1º dicembre 2009, e l'adozione della risoluzione delle Nazioni Unite 65/276 del 3 maggio 2011 sulla partecipazione dell'Unione europea alle attività delle Nazioni Unite;
5. chiede che i necessari negoziati, le procedure e la riforma del Consiglio di sicurezza dell'ONU siano attuati, affinché l'UE diventi membro permanente di tale organo, con un seggio permanente e un unico voto;
6. ricorda che i principi di base delle due entità internazionali sono comuni e sottolinea che a questi valori condivisi bisogna mirare come terreno principale per lavorare insieme; evidenzia che un partenariato UE-ONU solido e stabile è fondamentale per le attività delle Nazioni Unite nell'ambito di tutti e tre i pilastri (pace e sicurezza, diritti umani e sviluppo sostenibile) ed è inoltre un elemento chiave per il ruolo dell'UE di protagonista attivo a livello globale; ribadisce il ruolo centrale della prevenzione e della lotta contro le cause dei conflitti violenti e quello della soluzione delle nuove sfide;
7. sottolinea che un'Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite (UNPA), creata a norma dell'articolo 22 della Carta delle Nazioni Unite, potrebbe essere un punto di partenza per la democratizzazione dell'ONU, al fine di accrescere la responsabilità democratica e la trasparenza della governance mondiale nonché di consentire una maggiore partecipazione pubblica alle attività delle Nazioni Unite;
8. si è impegnato a rendere il sistema delle Nazioni Unite e le sue numerose istituzioni e strutture più adatti alle nuove sfide e ai nuovi sviluppi globali e ad aumentare la trasparenza, la responsabilità e l'efficacia, evitando duplicazioni e utilizzando in modo più razionale le diverse strutture dell'ONU; suggerisce che l'esperienza dell'UE in materia di processo decisionale transnazionale potrebbe fornire alcuni spunti utili al processo di riforma delle Nazioni Unite, soprattutto per quanto riguarda il Consiglio di sicurezza;
9. chiede che alle prossime elezioni siano sostenuti candidati europei donne alla posizione di Segretario generale delle Nazioni Unite.
10. ricorda che l'UE e i suoi Stati membri sono collettivamente il principale donatore finanziario del bilancio dell'ONU; rammenta che l'impegno dell'UE si riflette non solo nell’importo finanziario, ma anche nella collaborazione con il capitale umano e il know-how tecnico; insiste pertanto, nello spirito dell'iniziativa "Delivering as One" (un leader, un bilancio, un programma, un ufficio), sulla necessità di garantire un più elevato grado di visibilità per i finanziamenti dell'UE erogati attraverso l'ONU, e di un utilizzo efficiente dei fondi interessati; chiede che la Commissione e gli Stati membri dell'UE esercitino pressioni nei confronti delle Nazioni Unite per assicurare un'attuazione coerente dell’iniziativa per la trasparenza e la responsabilità delle Nazioni Unite e chiede loro di tenerlo pienamente informato sull'impiego dei contributi dell'Unione europea fatto dall'ONU;
11. apprezza il fatto che il convogliare aiuti dell'Unione attraverso l'ONU consenta all'UE di sostenere regioni del mondo che potrebbe non essere in grado di raggiungere da sola; è consapevole dell'elevato rischio intrinseco connesso all'erogazione di aiuti in regioni teatro di conflitti; si rammarica, tuttavia, che i resoconti che la Commissione riceve dalle organizzazioni partner responsabili per l'esecuzione del bilancio dell'Unione mediante gestione indiretta spesso giungano in ritardo e siano incompleti o insufficientemente incentrati sui risultati, il che impedisce alla Commissione di esercitare adeguatamente la propria funzione di monitoraggio;
12. ritiene che la cooperazione UE-ONU in materia di sostegno della pace sia di vitale importanza per assistere missioni politiche e attività inerenti alla mediazione nonché per razionalizzare le procedure di pianificazione e, in questo senso, appoggia pienamente la revisione delle operazioni di pace delle Nazioni Unite.
13. riconosce la necessità che l'UE renda il sistema delle Nazioni Unite più adatto alle nuove configurazioni del potere globale, ma constata che il perseguimento di queste riforme è stato ostacolato dalla mancanza di una posizione comune tra gli Stati membri, in particolare quando si tratta di architettura della pace e della sicurezza internazionali, e ha contribuito all’attuale stallo per quanto riguarda la riforma del Consiglio di sicurezza - o quantomeno non lo ha risolto.
14. sottolinea le attuali priorità dell'UE, definite per la 69° sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ribadiscono la costante richiesta dell'Unione affinché l’ONU razionalizzi le proprie strutture, il proprio bilancio e i propri metodi di lavoro, senza sfuggire da temi difficili come la riforma del Consiglio di sicurezza.
15. sottolinea che l'Assemblea generale, che rappresenta i governi di tutti i paesi membri, deve avere i modi e i mezzi per orientare il sistema delle Nazioni Unite e coordinarne tutte le attività;
16. Raccomanda al Consiglio di sostenere attivamente una riforma globale del sistema delle Nazioni Unite, segnatamente del Consiglio di sicurezza, al fine di rafforzare la legittimità del sistema, la rappresentanza regionale, l'assunzione di responsabilità e l'efficacia; di adoperarsi per l'obiettivo a lungo termine di un seggio dell'Unione europea in seno a un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite allargato; di garantire la coerenza e l'efficacia dell'Unione europea in qualità di attore globale con l'obiettivo di condurre un'azione rapida e di vasta portata e trasmettere un messaggio "con una sola voce", migliorando il coordinamento delle posizioni degli Stati membri e la cooperazione tra il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e gli Stati membri; e, a questo proposito, di incoraggiare il SEAE, in particolare attraverso le delegazioni dell'Unione a Ginevra e a New York, ad adoperarsi per potenziare la coerenza dell'Unione europea;
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
Approvazione |
28.9.2015 |
|
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
16 3 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Elmar Brok, Fabio Massimo Castaldo, Pascal Durand, Danuta Maria Hübner, Ramón Jáuregui Atondo, Constance Le Grip, Jo Leinen, György Schöpflin, Josep-Maria Terricabras, Kazimierz Michał Ujazdowski, Rainer Wieland |
||||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Gerolf Annemans, Sylvie Goulard, Enrique Guerrero Salom, Sylvia-Yvonne Kaufmann, David McAllister, Viviane Reding, Helmut Scholz |
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Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Andrea Bocskor, Mady Delvaux, Ulrike Rodust, Iuliu Winkler |
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ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
13.10.2015 |
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|
|
|
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
48 8 4 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Michèle Alliot-Marie, Nikos Androulakis, Francisco Assis, Petras Auštrevičius, Amjad Bashir, Bas Belder, Goffredo Maria Bettini, Mario Borghezio, Elmar Brok, Klaus Buchner, James Carver, Fabio Massimo Castaldo, Arnaud Danjean, Mark Demesmaeker, Georgios Epitideios, Anna Elżbieta Fotyga, Eugen Freund, Michael Gahler, Iveta Grigule, Richard Howitt, Sandra Kalniete, Manolis Kefalogiannis, Tunne Kelam, Andrey Kovatchev, Arne Lietz, Barbara Lochbihler, Sabine Lösing, Andrejs Mamikins, David McAllister, Javier Nart, Pier Antonio Panzeri, Demetris Papadakis, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Tonino Picula, Andrej Plenković, Cristian Dan Preda, Jozo Radoš, Sofia Sakorafa, Jacek Saryusz-Wolski, Alyn Smith, Jaromír Štětina, Charles Tannock, László Tőkés, Ivo Vajgl, Geoffrey Van Orden, Boris Zala |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Marielle de Sarnez, Antonio López-Istúriz White, David Martin, Urmas Paet, Soraya Post, Helmut Scholz, György Schöpflin, Igor Šoltes, Dubravka Šuica, Bodil Valero, Paavo Väyrynen |
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Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Maria Grapini, Pavel Poc |
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VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
48 |
+ |
|
ALDE |
Petras Auštrevičius, Iveta Grigule, Javier Nart, Urmas Paet, Jozo Radoš, Ivo Vajgl, Paavo Väyrynen, Marielle de Sarnez |
|
ECR |
Mark Demesmaeker |
|
EFDD |
Fabio Massimo Castaldo |
|
PPE |
Michèle Alliot-Marie, Elmar Brok, Arnaud Danjean, Michael Gahler, Sandra Kalniete, Manolis Kefalogiannis, Tunne Kelam, Andrey Kovatchev, Antonio López-Istúriz White, David McAllister, Alojz Peterle, Andrej Plenković, Cristian Dan Preda, Jacek Saryusz-Wolski, György Schöpflin, László Tőkés, Jaromír Štětina, Dubravka Šuica |
|
S&D |
Nikos Androulakis, Francisco Assis, Goffredo Maria Bettini, Eugen Freund, Maria Grapini, Richard Howitt, Arne Lietz, Andrejs Mamikins, David Martin, Pier Antonio Panzeri, Demetris Papadakis, Ioan Mircea Paşcu, Tonino Picula, Pavel Poc, Soraya Post, Boris Zala |
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Verts/ALE |
Barbara Lochbihler, Alyn Smith, Bodil Valero, Igor Šoltes |
|
8 |
- |
|
ECR |
Amjad Bashir, Bas Belder, Anna Elżbieta Fotyga, Charles Tannock, Geoffrey Van Orden |
|
EFDD |
James Carver |
|
ENF |
Mario Borghezio |
|
NI |
Georgios Epitideios |
|
4 |
0 |
|
GUE/NGL |
Sabine Lösing, Sofia Sakorafa, Helmut Scholz |
|
Verts/ALE |
Klaus Buchner |
|
Significato dei simboli utilizzati:
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
- [1] GU C 100 del 26.3.2015, pag. 27.
- [2] GU C 377del 7.12.2012, pag. 66.
- [3] 65/276 del 3 maggio 2011 sulla partecipazione dell'Unione europea ai lavori delle Nazioni Unite
- [4] S/PRST/2014/4 del 14 febbraio 2014 - dichiarazione del Presidente del Consiglio di Sicurezza sulla cooperazione tra le Nazioni Unite e le organizzazioni regionali e subregionali nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionali
- [5] FAO: Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura: IFAD: Fondo internazionale di sviluppo agricolo; OIL: Organizzazione internazionale del lavoro; FMI: Fondo monetario internazionale; UNESCO: Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza sociale e naturale e la Cultura UNIDO: Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale OMS: Organizzazione mondiale della sanità; UNCTAD: Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo; PNUS: Programma di sviluppo delle Nazioni Unite; PNUA: Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente; UNFPA: Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione UNHCR: Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati UNICEF: Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia PAM: Programma alimentare mondiale.
- [6] Risoluzione A/65/276 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 3 maggio 2011 sulla partecipazione dell'Unione europea alle attività delle Nazioni Unite