RELAZIONE sulla proposta nomina di Rimantas Šadžius a membro della Corte dei conti
24.5.2016 - (C8-0126/2016 – 2015/0805(NLE))
Commissione per il controllo dei bilanci
Relatore: Bart Staes
PROPOSTA DI DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla proposta nomina di Rimantas Šadžius a membro della Corte dei conti
(C8-0126/2016 – 2015/0805(NLE))
(Consultazione)
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 286, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, a norma del quale è stato consultato dal Consiglio (C8-0126/2016),
– visto l'articolo 121 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per il controllo dei bilanci (A8-0183/2016),
A. considerando che la commissione per il controllo dei bilanci ha valutato le qualifiche del candidato proposto, segnatamente in relazione alle condizioni di cui all'articolo 286, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;
B. considerando che, nella riunione del 23 maggio 2016, la commissione per il controllo dei bilanci ha proceduto a un'audizione del candidato designato dal Consiglio a membro della Corte dei conti;
1. esprime parere positivo sulla proposta del Consiglio di nominare Rimantas Šadžius membro della Corte dei conti;
2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente decisione al Consiglio e, per conoscenza, alla Corte dei conti nonché alle altre istituzioni dell'Unione europea e alle istituzioni di controllo degli Stati membri.
ALLEGATO 1: CURRICULUM VITÆ DI Rimantas ŠADŽIUS
ISTRUZIONE:
Superiore:
2002 Laurea presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Vilnius, conseguimento dell'abilitazione alla professione forense e della laurea di secondo livello in giurisprudenza.
1983 Laurea (con lode) presso la facoltà di chimica dell'Università statale Lomonosov di Mosca e abilitazione alla professione di chimico.
ESPERIENZA PROFESSIONALE:
Dal 13 dicembre 2012 Ministro delle Finanze della Repubblica di Lituania
2009 – dicembre 2012 Azienda di servizi editoriali per pubblicazioni scientifiche
Maggio 2007 – dicembre 2008 Ministro delle Finanze della Repubblica di Lituania
Luglio 2006 – maggio 2007 Ministero delle Finanze della Repubblica di Lituania,
viceministro
Dicembre 2004 – luglio 2006 Ministero della Sanità della Repubblica di Lituania,
viceministro
Novembre 2003 – dicembre 2004 Ministero della Previdenza sociale e del lavoro, viceministro
ESPERIENZA PROFESSIONALE PREGRESSA:
Studi scientifici nel campo della chimica quantistica e della fisica dello stato solido, traduzione, redazione e pubblicazione di letteratura scientifica, nonché attività di consulenza contabile e fiscale.
COMPETENZE LINGUISTICHE:
Inglese, russo, polacco, tedesco: ottimo; francese: conoscenze di base.
APPARTENENZA A UN PARTITO E A ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE:
Membro del Partito Socialdemocratico Lituano (LSDP) (membro della direzione del LSDP).
Associazione dei fisici lituani
HOBBY: musica classica, lingue straniere.
ALLEGATO 2: RISPOSTE DI Rimantas ŠADŽIUS AL QUESTIONARIO
Esperienza professionale
1. Descriva l'esperienza professionale da Lei maturata nelle finanze pubbliche, nei settori della pianificazione, dell'esecuzione o della gestione del bilancio o del controllo o della revisione contabile del bilancio.
Le attività professionali da me svolte a partire dal 2003 sono sempre state caratterizzate da uno stretto collegamento con le finanze pubbliche.
Come viceministro della Previdenza sociale e del lavoro erano di mia responsabilità le questioni inerenti ai bilanci per la previdenza sociale e l'assistenza sociale. Una delle iniziative a cui ho partecipato con un significativo contributo personale è stata la creazione di un particolare regime di aiuti di Stato finalizzato a sostenere l'occupazione di gruppi vulnerabili della popolazione attiva attraverso le cosiddette imprese sociali, o nuove tipologie di imprese private concepite per dare lavoro a disabili, disoccupati di lunga durata, ex detenuti ecc. Incarichi speciali mi sono stati affidati anche nell'ambito dell'adesione della Lituania all'Unione europea nel 2004: tra questi, la realizzazione di progetti finanziati con i fondi preadesione dell'UE e i preparativi per iniziare ad utilizzare l'assistenza strutturale dell'UE nel periodo di programmazione 2004-2006.
Uno dei principali ambiti di interesse e di responsabilità professionale presso il ministero della Sanità della Repubblica di Lituania è stato quello di garantire il finanziamento dell'assistenza sanitaria tramite il fondo statale di assicurazione malattia. In questo ambito mi sono occupato, tra l'altro, delle norme che garantiscono le risorse, ossia i contributi per l'assicurazione sanitaria versati dalle persone fisiche e giuridiche, nonché della pianificazione di bilancio di diversi prestatori di assistenza sanitaria, misurandomi anche con i complicati rapporti tra gli attori pubblici e privati del settore. Ciò mi ha permesso altresì di approfondire in una certa misura l'analisi dei sistemi di finanziamento dell'assistenza sanitaria operanti in diversi altri paesi.
Il ministero della Sanità era una delle autorità responsabili dell'attuazione dei progetti finanziati dall'UE nel settore sanitario. All'epoca, all'interno del ministero, presiedevo il comitato di selezione dei progetti, in seno al quale si discutevano importanti aspetti della pianificazione delle risorse, dell'orientamento ai risultati e della gestione responsabile del bilancio. Durante il mio mandato presso il ministero della Sanità, abbiamo altresì iniziato a redigere la strategia di utilizzo dei fondi strutturali dell'UE per il successivo periodo di programmazione 2007-2013, che avrebbe portato la Lituania a misurarsi con uno scenario radicalmente nuovo e con nuove sfide a livello di pianificazione del bilancio, tra cui gli indicatori di risultato e le valutazioni trasversali di efficienza degli investimenti dell'Unione.
Ho proseguito tale lavoro anche presso il ministero delle Finanze, dapprima in qualità di viceministro e successivamente in veste di ministro. Nella fase di preparazione al nuovo periodo di programmazione dell'UE è stato necessario dedicare particolare impegno a tre ambiti principali: innanzitutto, la compilazione dei documenti strategici (strategia e programmi operativi) che avrebbero orientato le istituzioni nella pianificazione di bilancio dei fondi dell'UE; in secondo luogo, la creazione di un nuovo quadro istituzionale per la gestione dei fondi dell'UE conformemente alla normativa dell'Unione; in terzo luogo, l'integrazione degli interventi strutturali dell'UE nel contesto tradizionale del bilancio nazionale. A tale riguardo, segnalerei soprattutto la creazione di un sistema più efficace di revisione contabile per i fondi strutturali dell'UE che vede coinvolta l'Istituzione superiore di controllo della Lituania, la Corte dei conti nazionale.
I buoni risultati conseguiti nella preparazione e nell'attuazione del periodo di programmazione 2007-2013 hanno creato un contesto ideale per il successivo periodo 2014-2020.
Un altro aspetto della mia esperienza personale nel settore delle finanze pubbliche è rappresentato dalla definizione del quadro relativo alla disciplina di bilancio in Lituania. Segnalo che ho partecipato personalmente all'elaborazione e all'adozione della legge relativa alla disciplina di bilancio, nel 2007, e della legge costituzionale relativa all'attuazione del patto di bilancio nel 2014 (già nel corso del mio secondo mandato come ministro delle Finanze). La sapiente pianificazione del bilancio nazionale, che ha visto anche l'introduzione di incentivi specifici per le istituzioni e le municipalità, è stata estremamente importante ai fini dell'adesione della Lituania alla zona euro avvenuta nel 2015.
In qualità di ministro delle Finanze, ho sempre dedicato estrema attenzione a garantire l'efficienza della spesa pubblica in particolari settori, a creare un sistema di pianificazione e valutazione del bilancio orientato ai risultati e a rafforzare il controllo interno ed esterno della spesa. Sotto la mia direzione, si sono verificati significativi cambiamenti positivi anche nella gestione dei beni dello Stato e delle imprese statali.
2. Quali sono stati i risultati più significativi che ha conseguito nella Sua carriera?
Come ministro delle Finanze ho contribuito ad assicurare alla Lituania una politica di bilancio responsabile. Sotto la mia direzione il ministero delle Finanze ha messo a punto una nuova base giuridica (in particolare, la legge della Repubblica di Lituania relativa alla disciplina di bilancio e la legge costituzionale relativa all'attuazione del patto di bilancio) allo scopo di aumentare la fiducia nella sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche e di fissare le norme di lungo periodo per la disciplina di bilancio, garantendo una crescita economica sostenibile. All'interno del quadro istituzionale, l'innovazione più importante è stata l'assegnazione delle funzioni dell'autorità indipendente di monitoraggio della politica di bilancio (il cosiddetto consiglio di bilancio) alla Corte dei conti della Repubblica di Lituania. Questa autorità sta elaborando un parere indipendente sullo scenario di sviluppo economico tracciato dal ministro delle Finanze lituano e provvede al controllo dei documenti programmatici di bilancio.
Un altro grande capitolo su cui ho posto particolare enfasi è la riscossione delle imposte. Su questo versante, l'amministrazione fiscale è stata oggetto di una serie di riforme e di miglioramenti che hanno tenuto conto delle prassi vigenti a livello mondiale e delle raccomandazioni formulate dalle organizzazioni internazionali. Il cosiddetto "sistema di amministrazione fiscale intelligente" è iniziato in Lituania con i controlli automatici delle dichiarazioni IVA, consentendo prospetticamente la valutazione dei rischi, la valutazione dei comportamenti delle imprese in tempo reale, l'esecuzione di controlli incrociati e un'efficienza nettamente superiore nell'individuazione dei casi di frode fiscale e di evasione fiscale. Questo, insieme ad altre misure amministrative, ha indotto un cambiamento strutturale estremamente positivo nella quota di gettito che va a formare il PIL, che ha permesso al settore pubblico di avvicinarsi al pareggio nel 2015.
Inoltre ho contribuito alla riforma della contabilità e dei rendiconti finanziari del settore pubblico lituano, ivi comprese istituzioni di bilancio, aziende pubbliche e municipali, istituzioni e organizzazioni. Scopo della riforma è quello di introdurre nel settore pubblico la contabilità per competenza in linea con la legislazione lituana e nel rispetto dei principi contabili internazionali e dei principi contabili internazionali applicabili al settore pubblico. La riforma è finalizzata a costruire una base più affidabile e trasparente per la pianificazione e l'esecuzione del bilancio.
Uno dei miei più importanti obiettivi personali è stato l'efficientamento dei fondi dell'UE in Lituania. L'idea guida "investire invece di spendere meglio" è stata espressa a chiare lettere nel corso della presidenza lituana del Consiglio dell'UE ed è diventata molto popolare. Durante il periodo di programmazione 2007-2013 la Lituania è stata uno dei primi paesi dell'UE a raccogliere la sfida di attuare gli strumenti finanziari al fine di migliorare l'accesso ai finanziamenti per le PMI e finanziare progetti di efficienza energetica. Gli strumenti finanziari da noi istituiti (tre fondi di partecipazione e uno strumento finanziario di garanzia per l'accesso delle PMI ai finanziamenti, nonché un fondo di partecipazione per i progetti di efficienza energetica) hanno già dimostrato i loro vantaggi: in alcuni strumenti, infatti, i fondi sono stati rimborsati e investiti a più riprese. Nel periodo 2014-2020 ci attendiamo di raccogliere i massimi risultati dai fondi dell'UE partendo dall'esperienza maturata in passato, ma anche di raddoppiare il finanziamento degli strumenti finanziari, nonché di ampliarne il campo di applicazione a nuovi ambiti (ad es. i trasporti, l'illuminazione stradale, le infrastrutture idriche e così via). Nel 2013, sotto la mia supervisione, è entrata in funzione una piattaforma pubblica nazionale per gli investimenti ("VIPA") per la gestione efficiente del capitale dei fondi.
Sotto la mia direzione, la gestione delle imprese statali è stata interessata da significativi cambiamenti di segno positivo. Il ministero delle Finanze è azionista della più grande azienda di Stato lituana, il gruppo Lietuvos Energija, uno dei maggiori produttori di energia degli Stati baltici. La struttura e il modello di governance societaria del gruppo sono stati attuati in ottemperanza agli orientamenti forniti dal ministero delle Finanze. In tale contesto, abbiamo applicato le prassi nazionali e internazionali più avanzate, le raccomandazioni dell'OCSE e il codice di governo societario della borsa NASDAQ OMX di Vilnius. Questa nostra esperienza viene ora estesa ai trasporti e ad altri settori.
È stato per me un onore presiedere il Consiglio "Economia e finanza" dell'Unione europea (ECOFIN) da luglio a dicembre 2013. Tra i principali risultati della presidenza lituana posso citare il tempestivo accordo sul bilancio dell'UE per il 2014, sulla politica di coesione 2014-2020, sui servizi finanziari e sulle questioni fiscali, oltre ai notevoli progressi compiuti nella costruzione dell'unione bancaria. L'accordo sul meccanismo di risoluzione unico ha rappresentato uno dei maggiori risultati ottenuti nella creazione di un'unione bancaria forte e solida. Desidererei inoltre accennare alle nostre realizzazioni nel campo della revisione contabile, in cui abbiamo raggiunto un accordo sulla riforma del mercato europeo dell'audit. Tra gli elementi principali di tale accordo figurano norme più severe per i revisori dei conti e le imprese di revisione contabile volte, in particolare, a rafforzare l'indipendenza dei revisori degli enti di interesse pubblico nonché ad assicurare una maggiore diversificazione in un mercato della revisione contabile oggi altamente concentrato.
Non da ultimo, sono estremamente orgoglioso del fatto che nel corso del mio mandato e sotto la mia guida la Lituania sia entrata a far parte della zona euro il 1° gennaio 2015. Da quel giorno, la Lituania è divenuta il 19° membro a pieno titolo della zona euro che utilizza la moneta unica dell'Unione europea. Per la Lituania l'introduzione dell'euro significa una maggiore integrazione nell'Unione europea e, di conseguenza, una maggiore sicurezza per i suoi cittadini in senso sia economico che politico.
3. Qual è stata l'esperienza professionale da Lei maturata in seno a organizzazioni o istituzioni internazionali multiculturali e multilinguistiche con sede al di fuori del Suo paese?
Come membro del Consiglio ECOFIN e soprattutto durante la presidenza lituana del Consiglio dell'Unione europea, nella seconda metà del 2013, quando ho presieduto questa formazione del Consiglio, ho lavorato intensamente con gli Stati membri, il Parlamento europeo, la Commissione europea e altre parti interessate alla difesa degli interessi dell'Europa e dei suoi cittadini in settori essenziali come l'economia e la finanza, comprese, in particolare, la politica di coesione dell'UE e il bilancio dell'Unione. La presidenza è stata per me una sfida e al tempo stesso un'opportunità; la conclusione che traggo da quella esperienza è che realizzare i grandi risultati attesi dai cittadini europei è possibile solo a patto che vi sia collaborazione tra gli Stati membri e le istituzioni europee.
Dal 2012 sono anche governatore di numerose istituzioni finanziarie internazionali: il Gruppo della Banca mondiale, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), la Banca europea per gli investimenti (BEI), la Banca nordica per gli investimenti (NIB); sono inoltre governatore supplente del Fondo monetario internazionale (FMI).
Inoltre, partecipo alle attività dell'Eurogruppo e faccio parte del consiglio dei governatori del meccanismo europeo di stabilità (MES).
Grazie a tali incarichi ho maturato una vasta esperienza nell'ambito della cooperazione internazionale e interculturale.
4. Le è stato concesso il discarico, qualora la procedura fosse prevista, per le funzioni di gestione che ha esercitato in precedenza?
La procedura di discarico prevista dalla legislazione lituana presenta qualche differenza rispetto a quella applicata dal Parlamento europeo. Il resoconto annuale di esecuzione del bilancio, presentato dal ministro delle Finanze per conto del governo, è sottoposto alla revisione dell'organo superiore di controllo ed è quindi esaminato dal Seimas (il parlamento) della Repubblica di Lituania. Tutti i resoconti da me presentati e difesi, in veste di ministro, dinanzi al parlamento sono stati approvati da quest'ultimo adottando le soluzioni corrispondenti.
5. Quali dei Suoi precedenti incarichi professionali sono stati il risultato di una nomina politica?
Il mio insediamento nella carica di viceministro presso i ministeri della Previdenza sociale e del lavoro, della Sanità e delle Finanze è avvenuto a seguito di una nomina politica da parte dei rispettivi ministri. Nel 2007 sono stato nominato ministro delle Finanze dal Primo ministro in seguito alle dimissioni del ministro precedente e ho ricevuto l'incarico dal presidente della Repubblica. Tuttavia, ritengo che in tutti questi casi la mia candidatura sia stata scelta principalmente per le qualifiche e le competenze professionali da me offerte più che per questioni di affiliazione politica.
Sono stato nominato per il mio secondo mandato come ministro delle Finanze nel dicembre 2012. Il processo di formazione del Consiglio dei ministri all'indomani delle elezioni politiche del 2012 è stato notevolmente influenzato dall'ormai prossima presidenza di turno dell'UE e dall'obiettivo del governo di preparare adeguatamente l'adozione della moneta unica dell'Unione. L'imparzialità, l'efficacia e la competenza che mi sono riconosciute sono state probabilmente un prerequisito fondamentale per la nomina di un futuro ministro.
Non sono mai stato un deputato al parlamento nazionale e non ho mai svolto contemporaneamente ai miei incarichi di governo alcun tipo di attività parlamentare.
6. Quali sono state le tre decisioni più importanti cui ha partecipato nel corso della Sua carriera?
I tre settori in cui il mio personale contributo e impegno si sono dimostrati decisivi potrebbero essere i seguenti:
L'introduzione dell'euro in Lituania. Il passaggio all'euro ha richiesto un enorme lavoro di preparazione, che mi ha visto sovrintendere alla creazione del sistema di gestione del passaggio in questione e presiedere personalmente il gruppo operativo di alto livello che lo ha guidato. Inoltre, è stato necessario creare le giuste condizioni fiscali e giuridiche. A partire dalla legge sulla disciplina di bilancio del 2007, ho sempre dato massima priorità all'introduzione e all'applicazione del quadro di riferimento per la disciplina di bilancio. La Lituania è riuscita a garantire un andamento decrescente del disavanzo di bilancio e la stabilizzazione del debito pubblico aumentando al tempo stesso l'efficienza della spesa e il reddito generato dalle imprese di Stato.
La creazione dell'unione bancaria. Come presidente del Consiglio ECOFIN, sono stato chiamato a svolgere un ruolo centrale nel raggiungimento di un accordo da lungo tempo atteso sul meccanismo di risoluzione unico, un pilastro fondamentale dell'unione bancaria. Tale accordo ha segnato sicuramente il punto culminante della presidenza lituana del 2013, una presidenza che ha sempre tenuto fede con tutto il suo impegno al proposito di costruire un'Europa credibile. Durante la mia presidenza, abbiamo anche raggiunto un accordo con il Parlamento europeo su due componenti distinte dell'unione bancaria: la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle crisi degli enti creditizi, che istituisce un quadro di riferimento per il risanamento e la risoluzione delle banche e delle imprese di investimento salvaguardando al contempo il denaro dei contribuenti, e la direttiva relativa ai sistemi di garanzia dei depositi, volta a garantire che tali sistemi dispongano di mezzi finanziari sufficienti e a garantire rimborsi rapidi ai depositanti delle istituzioni finanziarie in dissesto.
L'efficientamento della gestione dei fondi dell'UE e delle revisioni dei conti in Lituania. L'autorità di gestione dei fondi dell'Unione europea in Lituania è il ministero delle Finanze, che ha il compito di utilizzare i fondi dell'UE in modo efficace e trasparente secondo i principi della sana gestione finanziaria. In qualità di ministro, ho assunto un ruolo attivo nella creazione di un quadro istituzionale più efficiente per la gestione dei fondi UE 2007-2013 in ottemperanza ai requisiti dell'Unione e alle migliori prassi. A titolo di esempio: per migliorare il controllo delle attività di audit e assicurare la conformità ai principi e alle migliori prassi di separazione funzionale tra controllore e controllato (autorità di gestione, organismi intermedi, autorità di certificazione), abbiamo deciso di trasferire la competenza per l'attuazione delle procedure di revisione contabile dei fondi dell'UE dal rispettivo dipartimento presso il ministero delle Finanze alla Corte dei conti della Repubblica di Lituania. All'epoca, l'istituzione aveva già maturato una vasta esperienza in materia di revisione contabile dei fondi dell'UE e nella valutazione annuale del funzionamento del sistema di gestione e di controllo. Questa particolare evoluzione, insieme a diversi altri miglioramenti che hanno interessato il quadro istituzionale di gestione dei fondi UE 2007-2013, ha reso molto più efficaci i controlli contabili dei fondi dell'Unione e ha rafforzato enormemente la cultura della sana gestione finanziaria in Lituania: il fatto che il tasso di errore sia uno dei più bassi tra gli Stati membri dell'UE ne è una chiara dimostrazione. Il sistema rimane operativo anche nel periodo di programmazione 2014-2020.
Un'altra innovazione è consistita nell'integrare direttamente varie altre istituzioni nel sistema di gestione dei fondi UE 2014-2020, con l'obiettivo di rafforzare i controlli specifici e ridurre l'utilizzo improprio dei fondi dell'Unione: in particolare, questa misura ha interessato l'ufficio di Stato per gli appalti pubblici, il servizio per le indagini sui reati finanziari e il consiglio per la concorrenza. Questo sistema istituzionale si dimostra molto efficiente.
Indipendenza
7. Il trattato prevede che i membri della Corte dei conti esercitino le proprie funzioni "in piena indipendenza". In che modo intenderebbe rispettare tale obbligo nello svolgimento delle Sue future mansioni?
Il principio di indipendenza è uno dei principi fondamentali per i revisori dei conti e per le istituzioni di controllo. Le istituzioni superiori di controllo possono svolgere i propri compiti con obiettività ed efficacia solo se indipendenti dall'organismo sottoposto a controllo e se tutelate contro eventuali influenze esterne. I revisori sono tenuti a mantenere la propria indipendenza al fine di garantire che le proprie relazioni siano imparziali e siano considerate tali dai destinatari. Per ottemperare al principio di indipendenza come membro della Corte dei conti intendo operare nel rispetto degli obblighi indicati nel trattato, negli orientamenti deontologici per la Corte dei conti europea, nel codice di condotta per i membri della Corte, nel regolamento interno della Corte dei conti e nelle modalità di applicazione del regolamento interno.
Nello svolgimento delle mie mansioni di membro della Corte dei conti intendo astenermi da qualsiasi azione che possa comportare la perdita dell'indipendenza, evitare ogni situazione potenzialmente causa di conflitto di interessi e adottare adeguate misure per eliminare eventuali rischi che possano compromettere l'indipendenza. Nell'esercizio delle mie funzioni intendo agire in maniera obiettiva e costruttiva, non prendere istruzioni da governi o altri organismi e astenermi dall'esercitare qualsiasi altra attività professionale, in particolare non intendo detenere alcuna carica politica.
8. Detiene (oppure i Suoi parenti stretti, quali genitori, fratelli e sorelle, coniuge e figli, detengono) partecipazioni finanziarie o in un'impresa, o altri impegni di tale natura che potrebbero entrare in conflitto con le Sue eventuali future funzioni?
No, non sono a conoscenza di alcuna situazione che possa entrare in conflitto con le mie eventuali future funzioni.
9. È disposto a comunicare al presidente della Corte dei conti tutti i suoi interessi finanziari e gli altri impegni di tale natura e a renderli pubblici?
Sì, sono pronto ad adempiere qualsiasi obbligo di informazione applicabile a un membro della Corte. Informerò il presidente della Corte di tutti i miei interessi finanziari e di altri impegni analoghi e, se necessario, li renderò pubblici. In considerazione degli incarichi attuali e pregressi da me svolti presso la funzione pubblica del mio paese, dal 2003 ho provveduto a comunicare e a rendere pubblici gli interessi finanziari e gli altri impegni miei e della mia famiglia ai sensi delle leggi applicabili della Repubblica di Lituania che disciplinano la divulgazione degli interessi finanziari e di altri impegni di determinati funzionari pubblici.
10. È coinvolto in procedimenti giudiziari in corso? In caso affermativo, voglia fornire informazioni dettagliate al riguardo.
No, non sono coinvolto in alcun procedimento giudiziario in corso.
11. Detiene un ruolo attivo o esecutivo in politica e, se sì, a quale livello? Ha avuto incarichi di natura politica negli ultimi 18 mesi? In caso affermativo, voglia fornire informazioni dettagliate al riguardo.
Sono entrato a far parte del Partito Socialdemocratico di Lituania nel 1990, dopo il ripristino dell'indipendenza del mio paese. In quanto ministro delle Finanze del governo di coalizione lituano, sono anche membro del consiglio del partito. Tuttavia, non ho mai avuto incarichi esecutivi a nessun livello, né in questo partito né in altre organizzazioni politiche. Non sono mai stato eletto al parlamento e non ho mai fatto parte di gruppi politici parlamentari né ho partecipato alle loro attività. In tutte le cariche ottenute per nomina ho svolto le mie mansioni secondo criteri di professionalità.
12. È disposto a dimettersi da ogni mandato elettivo o ad abbandonare ogni funzione attiva che comporti responsabilità in seno a un partito politico in caso di nomina a membro della Corte dei conti?
Sì, in caso di nomina mi dimetterò da ogni mandato elettivo e abbandonerò ogni funzione attiva. Nel corso del mio mandato come membro della Corte dei conti non accetterò incarichi o funzioni di questo tipo.
13. Come si comporterebbe di fronte a un caso di grave irregolarità, o anche di frode e/o corruzione, in cui siano coinvolte persone provenienti dal Suo Stato membro di origine?
Il bilancio dell'Unione europea è costituito dal denaro dei contribuenti, che dev'essere utilizzato esclusivamente per attuare le politiche approvate dal legislatore europeo. Sono fermamente convinto che qualsiasi iniziativa pubblica, se associata a corruzione, frode o irregolarità, non realizzerà mai appieno i suoi obiettivi. In caso di corruzione, frode o altre gravi irregolarità che potrebbero avere un impatto negativo sui fondi pubblici dell'UE, siano essi entrate o spese dell'UE o attivi detenuti dalle istituzioni dell'Unione, adotterei un comportamento molto rigoroso e ne informerei l'OLAF o altre autorità competenti, sempre, beninteso, nel pieno rispetto del regolamento e delle procedure della Corte. Di certo, adotterei questo approccio a prescindere dalla persona o dallo Stato membro interessato, sia esso la Lituania o un altro paese. Anche su questo piano, la parità di trattamento è e rimarrà uno dei miei maggiori imperativi personali.
Esercizio delle funzioni
14. Quali dovrebbero essere le caratteristiche principali di una cultura della sana gestione finanziaria in ogni servizio pubblico? Come potrebbe la Corte dei conti contribuire alla sua applicazione?
La sana gestione finanziaria è una componente fondamentale del concetto di buona governance. La responsabilità, la trasparenza e lo Stato di diritto sono ugualmente essenziali ai fini della buona governance nella funzione pubblica. La presenza, in un ente pubblico, di una cultura della sana gestione finanziaria pone le basi per un comportamento orientato ai massimi livelli di rendimento e al miglioramento continuo. Essa deve comprendere quattro elementi imprescindibili: leadership (valori, chiarezza di visione, missione e obiettivi), processo decisionale e struttura (ruoli e responsabilità ben definiti e una struttura che sostenga gli obiettivi), persone (gestione efficace delle risorse umane, compresa la gestione della formazione e della conoscenza), processi e sistemi di lavoro (processi lavorativi e un sistema di gestione del rischio efficaci ed efficienti).
Il controllo democratico dell'esecuzione del bilancio dovrebbe essere un elemento essenziale di responsabilità volto a informare i contribuenti su come vengono spesi i loro soldi, indicando se le spese sono conformi alla normativa applicabile, ma anche, cosa ancora più importante, se il denaro speso ha permesso di conseguire i risultati attesi.
Ciò vale anche per il contesto unionale. Nell'UE, il concetto di sana gestione finanziaria è introdotto nella legislazione primaria, ossia nel trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il cui articolo 317 afferma che "la Commissione dà esecuzione al bilancio‚ in cooperazione con gli Stati membri [...] in conformità del principio della buona gestione finanziaria" e che "Gli Stati membri cooperano con la Commissione per garantire che gli stanziamenti siano utilizzati secondo i principi della buona gestione finanziaria".
Inoltre, il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale dell'UE approfondisce la descrizione dei principi della sana gestione finanziaria attraverso le cosiddette "tre E": economia, efficienza ed efficacia. In questo contesto, secondo il principio dell'economia, le risorse necessarie devono essere messe a disposizione dell'istituzione in tempo utile, nella quantità e qualità appropriate e al prezzo migliore; secondo il principio dell'efficienza, deve essere ricercato il miglior rapporto tra i mezzi impiegati e i risultati conseguiti; infine, secondo il principio dell'efficacia, è necessario realizzare gli obiettivi indicati e conseguire i risultati attesi.
Oltre ai suddetti principi obbligatori di sana gestione finanziaria, i mutamenti globali in atto hanno introdotto altri elementi di buona governance che ogni funzione pubblica moderna è chiamata a rispettare; ad esempio, le cosiddette "tre E aggiuntive" (ecologia, eguaglianza ed etica).
A mio parere, nonostante la portata limitata del bilancio UE concordato, costruire una salda cultura della sana gestione finanziaria nell'ambito delle finanze dell'Unione può essere determinante per il successo dell'idea stessa di Europa. Tuttavia, affinché ciò sia possibile, è necessario innanzitutto che le spese finanziate dal bilancio dell'Unione offrano benefici evidenti e visibili per l'UE e per i suoi cittadini, che non potrebbero essere raggiunti unicamente attraverso la spesa nazionale, conformemente al principio di sussidiarietà. È esattamente questo il concetto europeo di impiego ottimale delle risorse. Troppo spesso, purtroppo, i fondi dell'UE vanno semplicemente ad aumentare i finanziamenti totali disponibili nel paese, senza aggiungere uno specifico valore europeo. Oppure, sono utilizzati per attività che sarebbero state realizzate comunque dagli Stati membri e dai beneficiari (effetto inerziale). Molti casi, poi, sono tuttora viziati da un'eccessiva enfasi sul mero utilizzo dei fondi dell'UE (approccio basato sulle risorse) e l'attenzione è rivolta principalmente alla conformità della spesa, a prescindere dalla pertinenza dei risultati conseguiti.
Nel periodo di programmazione 2014-2020 si sono già verificati cambiamenti radicali che hanno rappresentato una sfida sia per gli Stati membri sia per le istituzioni europee, compresa la Corte dei conti europea. Nell'attuale quadro finanziario pluriennale 2014-2020 (al cui processo ha contribuito in misura significativa la presidenza lituana) sono stati introdotti elementi specifici della sana gestione finanziaria, come la condizionalità macroeconomica, le riserve di efficacia, maggiori possibilità di semplificazione, sinergie tra i fondi e un più ampio ricorso agli strumenti finanziari. Tuttavia, occorre fare ancora di più. La creazione di un bilancio dell'UE basato sulle prestazioni sarà una priorità per la Commissione e ritengo che anche la Corte possa essere coinvolta in questo processo in qualità di partner, senza ovviamente compromettere la propria indipendenza.
In Lituania i fondi dell'UE ammontano a circa il 15 per cento delle spese pubbliche di carattere generale e sono pertanto decisivi per il raggiungimento degli obiettivi programmatici. In qualità di ministro delle Finanze ho partecipato alla creazione di un sistema di gestione e controllo dei fondi dell'UE orientato ai risultati. Come Stato membro, la Lituania si colloca ai primi posti, se non addirittura al primo, per capacità di assorbimento dei fondi dell'UE. Le mie priorità nell'ambito della sana gestione finanziaria per il periodo di programmazione 2014-2020 sono: la prevenzione delle frodi e controlli proporzionati, la semplificazione e la riduzione degli oneri amministrativi e da ultimo, ma non meno importante, l'attenzione precipua agli esiti e ai risultati aventi un impatto positivo a lungo termine sulla crescita economica, sulla creazione di posti di lavoro e sulla riduzione della povertà. I risultati positivi non mancano: secondo l'autorità di audit dell'Istituto nazionale di controllo finanziario, i tassi di errore residuo relativi alla politica di coesione in Lituania (0,42 per cento nel 2014) sono sistematicamente ben al di sotto della soglia di rilevanza del 2 per cento, un risultato straordinario se confrontato con il dato cumulativo dell'intera UE, dove, per esempio, il livello di errore stimato dalla Corte dei conti europea per la politica di coesione nel 2014 è stato del 5,7 per cento. Aggiungo, inoltre, che le valutazioni ex post indicano un decisivo impatto positivo dei fondi dell'UE sull'economia e sulla vita sociale lituane.
È evidente che la Corte dei conti europea, attraverso il lavoro di revisione e le sue altre attività, può dare un contributo unico al rafforzamento della legittimità democratica e della sostenibilità dell'intera UE. Condivido appieno l'invito formulato dalla Corte nella relazione annuale dell'anno scorso: adottare un "approccio completamente nuovo" investendo meglio i fondi dell'UE (e nazionali) per tenere conto delle sfide globali che si presentano oggi all'Europa. D'altro canto, è indispensabile che i risultati dei controlli della Corte comunicati agli organi decisionali dell'UE siano tempestivi e pertinenti e che tutte le parti si adoperino in seguito per garantire una migliore attuazione delle raccomandazioni di controllo.
Plaudo, infine, alla recente riforma della Corte dei conti proposta nella relativa strategia 2013-2017, che attraverso il rafforzamento della buona governance interna trasformerà l'istituzione in un'organizzazione più moderna. Mi auguro che questa riforma consentirà una maggiore flessibilità nell'uso delle sue risorse e una razionalizzazione delle procedure tesa ad aumentare la pertinenza e la tempestività delle relazioni. Il cambiamento dovrebbe essere parte integrante dello sviluppo continuo e ogni membro della Corte dovrebbe adoperarsi per promuovere proattivamente la cultura della sana gestione finanziaria sia all'interno dell'organizzazione che in tutta l'Unione. Sono pronto a dare il mio contributo personale in questo senso.
15. Ai sensi del trattato, la Corte assiste il Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni di controllo dell'esecuzione del bilancio. In che modo si potrebbe migliorare ulteriormente, a Suo avviso, la cooperazione fra la Corte e il Parlamento europeo (in particolare, la sua commissione per il controllo dei bilanci) per potenziare sia il controllo pubblico delle spese di carattere generale, sia il loro utilizzo ottimale?
Un sistema di verifica pienamente collaborativo è uno strumento fondamentale del rapporto tra la funzione di controllo parlamentare e quella di audit pubblico. Sono fermamente convinto che la cooperazione tra la commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento (CONT) e la Corte sia un elemento essenziale per l'esercizio del controllo pubblico sul denaro dei contribuenti dell'UE. La lunga tradizione di cooperazione reciproca tra le due istituzioni ha generato buone prassi: riunioni periodiche di presentazione dei risultati di audit, consultazioni nel processo di selezione dei temi di audit ad alta priorità, preparazione di un programma annuale di lavoro. Tuttavia, poiché il mondo globale è in costante evoluzione, sarebbe opportuno ricercare migliori sinergie e strategie di cooperazione che possano avvantaggiare entrambe le parti nello svolgimento delle loro attribuzioni nel quadro della responsabilità.
Il Parlamento espleta la sua precipua funzione di controllo parlamentare sul potere esecutivo (la Commissione) attraverso la procedura di discarico, in cui lo stesso Parlamento, previa raccomandazione del Consiglio, decide se la Commissione ha adempiuto in modo soddisfacente le sue responsabilità di esecuzione del bilancio. La relazione annuale della Corte, unitamente alle relazioni speciali, costituisce una base essenziale per tale procedura.
L'adozione di adeguate disposizioni per la redazione della relazione annuale è fondamentale per consentire di presentare in tempo utile al Parlamento e alla commissione CONT un documento di qualità confacente. Anticipando la pubblicazione delle relazioni annuali, si consentirebbe alla commissione CONT di dedicare più tempo al loro esame. A tal fine, potrebbe essere utile prevedere, in fase di stesura delle relazioni di discarico, una maggiore assistenza e un'interazione più sistematica con i relatori incaricati del Parlamento; lo stesso principio vale anche per le relazioni speciali.
Il valore dei controlli di gestione dipende in larga misura dalla pertinenza e dalla tempestività delle relazioni speciali prodotte. I due rami dell'autorità di bilancio devono ricevere i risultati dei controlli al momento opportuno del ciclo pluriennale di bilancio onde poter contribuire in modo efficace al processo legislativo; in caso contrario, le relazioni della Corte non producono l'effetto desiderato e si genera uno spreco delle già limitate risorse. A tale proposito, la nuova disposizione che impone di adottare le relazioni speciali entro un lasso di tempo adeguato, non superiore ai 13 mesi, rappresenta uno sviluppo positivo, utile ad assicurare la tempestività dei risultati di audit ma anche una maggiore efficienza all'interno della Corte.
Un importante documento di carattere trasversale è rappresentato dalle analisi panoramiche che la Corte elabora sulla base delle proprie ricerche e dell'esperienza maturata negli audit. Ritengo che tali analisi costituiscano una ulteriore fonte di documentazione funzionale al processo legislativo e di controllo del Parlamento. Con l'eventuale coinvolgimento di altre capacità di ricerca, come il servizio di ricerca del Parlamento, la Corte potrebbe potenziare ulteriormente un solido strumento di valutazione indipendente.
Inoltre, potrebbe essere importante e utile intensificare la cooperazione con le commissioni specializzate del Parlamento, agendo di concerto con la commissione CONT e con l'ausilio di quest'ultima. Le commissioni competenti potrebbero fungere da piattaforma supplementare nell'ambito di un processo decisionale, esaminando le relazioni della Corte nonché discutendo con essa altri punti di interesse comune.
Infine, insieme alla commissione CONT, la Corte dovrebbe mantenere legami più forti con il Consiglio e i parlamenti nazionali che, al loro volta, sono autorità politiche di controllo dei fondi dell'UE. Una delle mie priorità come eventuale membro della Corte intende essere il coinvolgimento attivo nei rapporti di lavoro con i parlamenti nazionali degli Stati membri e con il Consiglio. Credo che ciò potrebbe contribuire a migliorare la responsabilità nei confronti del pubblico, ad aumentare la consapevolezza e a potenziare la credibilità dell'UE.
16. Quale ritiene sia il valore aggiunto del controllo di gestione, e come pensa che i risultati debbano essere integrati nelle procedure di gestione?
La Corte ha il preciso mandato di eseguire i controlli di gestione. L'articolo 287, paragrafo 2, del trattato afferma che "la Corte dei conti [...] accerta la sana gestione finanziaria". Le norme internazionali per le istituzioni superiori di controllo forniscono ampi orientamenti a questi organismi in merito ai controlli di gestione, e il manuale di controllo di gestione della Corte è a ragione basato su tali norme.
Un controllo di gestione è un esame indipendente, oggettivo e affidabile per valutare se le iniziative, i sistemi, le operazioni, i programmi, le attività o le organizzazioni funzionino o siano svolti in conformità dei principi di economia, efficienza ed efficacia e se vi siano margini di miglioramento.
Il controllo di gestione, come suggerito dalla precedente definizione, valorizza la responsabilità pubblica e consente all'istituzione superiore di controllo (ISC) di apportare un prezioso contributo al miglioramento delle prestazioni della funzione pubblica. Il controllo di gestione ha importanti funzioni da assolvere, sia nei riguardi dei cittadini che degli organismi legislativi ed esecutivi oggetto di audit.
Il principio democratico si basa sul diritto dei cittadini di ritenere i propri rappresentanti responsabili delle loro decisioni e azioni. Affinché tale principio sia soddisfatto, i cittadini si attendono di essere informati sul modo in cui si spendono le risorse e sui risultati ottenuti dalle funzioni pubbliche. Fornendo informazioni obiettive e affidabili su tali aspetti, il controllo di gestione contribuisce alla trasparenza e alla responsabilità dell'UE nel suo complesso.
Il controllo di gestione svolge altresì un ruolo importante nel tenere adeguatamente informati i responsabili politici in merito alle azioni del potere esecutivo e ai risultati e agli effetti delle decisioni. Entrambi i rami legislativi dell'UE, il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione europea, necessitano di informazioni affidabili e indipendenti riguardo ai risultati e agli effetti dei programmi e delle decisioni. Il controllo di gestione rappresenta una fonte di informazione unica, in quanto indipendente e obiettiva, e non riconducibile ad alcuna autorità politica; in tal modo esso contribuisce indirettamente al processo decisionale politico attraverso la presentazione di dati documentati.
Il controllo di gestione promuove lo sviluppo e il cambiamento nel settore pubblico, fornendo nuove informazioni e richiamando l'attenzione su sfide di diverso genere. Può inoltre affrontare problematiche che talvolta esulano dal mandato del soggetto verificato, introducendo questioni attinenti a un'agenda puramente politica. Esso contribuisce pertanto al miglioramento e alla riforma del settore pubblico. Il controllo di gestione è così in grado di apportare un valore aggiunto che va ben oltre quello di una mera funzione di controllo.
Il valore aggiunto dei controlli di gestione eseguiti dalla Corte risiede nella capacità di vedere il quadro generale e di raccogliere e diffondere le migliori prassi, contribuendo in tal modo al controllo pubblico dell'esecuzione del bilancio dell'UE e a un processo decisionale informato per quanto attiene alle disposizioni in materia di governance, all'elaborazione delle politiche e dei programmi e all'assegnazione delle risorse del bilancio dell'Unione. Le risultanze, le conclusioni e le raccomandazioni rappresentano gli elementi più importanti di una relazione sul controllo di gestione. Le risultanze e le conclusioni di un audit devono produrre effetti. Pertanto, le raccomandazioni formulate in una relazione devono essere attuabili e portatrici di valore aggiunto affinché possano contribuire al miglioramento della gestione finanziaria a livello delle procedure dei soggetti controllati o del settore pubblico nel suo complesso: conseguimento di risparmi finanziari, introduzione di metodi di lavoro più efficaci, prevenzione degli sprechi, conseguimento di obiettivi di efficienza in termini di costi e generazione di impatti positivi a lungo termine. Tuttavia, un solido quadro di responsabilità dovrebbe essere integrato da un seguito delle revisioni e da un adeguato monitoraggio nonché dall'attuazione delle raccomandazioni di audit.
La valutazione e la misurazione dell'impatto delle relazioni redatte dalla Corte in seguito ai controlli di gestione costituisce un elemento necessario nel ciclo della responsabilità nei confronti del pubblico. Si dovrebbe dare seguito alle raccomandazioni formulate nelle relazioni speciali della Corte al fine di accertare e valutare le misure adottate e i progressi compiuti. Sono convinto che la Corte potenzierà l'efficacia delle proprie relazioni di audit monitorando in maniera più incisiva l'attuazione delle proprie raccomandazioni. In particolare, essa dovrebbe introdurre una procedura che preveda, da parte dell'ente oggetto di audit, vale a dire la Commissione, l'elaborazione di piani dettagliati di attuazione delle raccomandazioni della Corte e, da parte di quest'ultima, il monitoraggio e il controllo (mediante la sua sofisticata banca dati) delle modalità con cui la Commissione e gli Stati membri mantengono l'impegno di attuare i suddetti piani.
17. In che modo si potrebbe migliorare la collaborazione tra la Corte dei conti, le istituzioni nazionali di audit e il Parlamento europeo (commissione per il controllo dei bilanci) per quanto riguarda la revisione contabile del bilancio dell'UE?
La Corte coopera con altre istituzioni superiori di controllo (ISC) per lo più attraverso l'Organizzazione internazionale delle istituzioni superiori di controllo (INTOSAI) e il suo gruppo regionale europeo (EUROSAI).
A livello dell'UE, è il trattato a fissare il quadro della cooperazione con le istituzioni nazionali di controllo. L'articolo 287, paragrafo 3, del trattato stabilisce che "Il controllo negli Stati membri si effettua in collaborazione con le istituzioni nazionali di controllo [...]. La Corte dei conti e le istituzioni nazionali di controllo degli Stati membri cooperano in uno spirito di reciproca fiducia, pur mantenendo la loro indipendenza."
Gli Stati membri condividono la responsabilità di eseguire circa l'80 per cento del bilancio dell'UE. Logicamente, le ISC dovrebbero essere coinvolte nella verifica contabile dei fondi dell'UE nel paese, dando vita a una catena di audit che culmina nella commissione CONT del Parlamento. A livello ideale e secondo un modello di audit unico, le ISC potrebbero provvedere alla verifica dei rispettivi conti nazionali e di altri rendiconti sull'utilizzo dei fondi dell'UE nel paese. In tal caso, la Corte potrebbe basarsi sul lavoro svolto dalle ISC e utilizzare una parte della garanzia per elaborare un parere sui conti consolidati dell'UE. Tuttavia, nella pratica, le ISC sono organismi nazionali indipendenti che rispondono ai parlamenti nazionali e agiscono in conformità dei rispettivi quadri nazionali, i quali variano notevolmente all'interno dell'UE. Esse, pertanto, non eseguono le verifiche dei fondi dell'UE secondo un modello unificato di audit, che non esiste e che probabilmente è impossibile da realizzare senza i necessari accordi politici e senza la creazione della relativa base giuridica. Alcune ISC verificano le dichiarazioni nazionali di utilizzo dei fondi dell'UE nel proprio paese su base volontaria. Altre agiscono nell'ambito del quadro di controllo interno dei fondi dell'UE e riferiscono alla Commissione (come fa ad esempio la Corte dei conti lituana nella sua funzione di autorità di audit per la politica di coesione). Altre ancora eseguono i controlli nazionali di conformità o di gestione dedicando uno spazio specifico ai fondi dell'UE.
I recenti sviluppi verificatisi nell'UE e negli Stati membri in generale, soprattutto per effetto della crisi finanziaria, e l'attuale livello di integrazione sul piano economico, monetario e di bilancio indicano chiaramente che la Corte e le istituzioni superiori di controllo degli Stati membri devono collaborare maggiormente, su base bilaterale o più ampia, in funzione dei temi in discussione. L'attuale quadro del comitato di contatto, nel quale la Corte svolge un ruolo centrale, consente innumerevoli opportunità e forme di cooperazione. Ritengo che oltre a svolgere diverse attività nell'ambito dei gruppi di lavoro e delle task force, il comitato di contatto potrebbe essere più proattivo nel preparare gli audit collaborativi su temi di interesse comune: ad esempio, l'attuazione della strategia Europa 2020, le frodi IVA all'interno dell'UE, le infrastrutture delle reti stradali dell'UE, la lotta alla corruzione. In questo contesto, la commissione CONT potrebbe essere l'utilizzatore finale dei risultati delle revisioni contabili e avrebbe la possibilità di discutere ed esaminare con maggiore esaustività le questioni che interessano l'UE nel suo complesso. Come buon esempio di cooperazione in questo senso desidero segnalare l'attività congiunta di audit svolta sul capitolo 3 della relazione annuale 2014 al fine di valutare come la strategia Europa 2020 influenzi gli accordi di partenariato e i programmi di finanziamento approvati dalla Commissione e dagli Stati membri.
L'obiettivo di ridurre le sovrapposizioni di audit dispendiose per i fondi dell'UE rappresenta un altro buon motivo per cooperare. La Corte e le istituzioni superiori di controllo dell'UE dovrebbero vagliare ogni possibilità che consenta di evitare tali sovrapposizioni, in primo luogo garantendo che i revisori di ogni livello possano contare adeguatamente sul lavoro svolto da altri revisori. La Corte e le ISC negli Stati membri dovrebbero rafforzare la loro cooperazione per raggiungere tale obiettivo.
18. In che modo si potrebbe sviluppare ulteriormente, a Suo avviso, la stesura di relazioni da parte della Corte dei conti in modo da dare al Parlamento europeo tutte le informazioni necessarie sull'accuratezza dei dati forniti dagli Stati membri alla Commissione europea?
Nell'ambito del mandato definito dal trattato e dal regolamento finanziario, la Corte produce essenzialmente tre tipologie di documento: le relazioni annuali, le relazioni speciali e i pareri, a cui si aggiungono ora le analisi panoramiche. Importante elemento della catena di responsabilità dell'UE, queste pubblicazioni forniscono al Parlamento e agli altri soggetti interessati le necessarie informazioni di ausilio all'esercizio del controllo della spesa pubblica.
Le relazioni annuali contengono soprattutto i risultati delle attività di controllo finanziario e di conformità svolte sul bilancio dell'UE e sui fondi europei di sviluppo. Alcune relazioni annuali specifiche riferiscono in merito al lavoro di verifica finanziaria e di conformità svolto sulle agenzie, sugli organismi decentrati e su altre istituzioni dell'Unione europea.
Mi compiaccio del fatto che la Corte abbia continuato a sviluppare la relazione annuale per includervi maggiori informazioni e innalzare quindi il livello dell'assistenza fornita alla commissione CONT nel processo di discarico: più valutazioni della qualità della spesa e della gestione, situazione corrente dei sistemi di supervisione e di controllo nei singoli Stati membri, gestione di bilancio presso la Commissione. Tali informazioni supplementari, unitamente ai tassi di errore relativi alle entrate e alle spese di bilancio, comprensivi dei tassi di errore nei principali settori politici dell'UE, integrano la dichiarazione di affidabilità contenuta nella relazione con ulteriori dati qualitativi, e non solo quantitativi.
Quando la Commissione esegue il bilancio nell'ambito della gestione concorrente, essa delega i compiti di esecuzione agli Stati membri. Gli Stati membri adottano tutte le misure necessarie, comprese misure legislative, regolamentari e amministrative, per tutelare gli interessi finanziari dell'Unione, assicurando che le azioni finanziate a titolo del bilancio siano eseguite con efficacia e correttezza e in conformità della normativa. Gli Stati membri condividono la responsabilità di eseguire circa l'80 per cento del bilancio dell'UE.
Il fatto che per 21 anni di seguito i pagamenti a titolo del bilancio dell'UE abbiano presentato una significativa incidenza di errori sta a indicare che i sistemi di supervisione e di controllo non sono sufficientemente efficaci, in quanto né la Commissione né gli Stati membri sono riusciti a mantenere gli errori al livello definito accettabile, ossia al di sotto del 2 per cento.
Gli Stati membri sono tenuti a rendere conto della gestione finanziaria dei fondi dell'UE e a tal fine hanno l'obbligo di fornire relazioni sui controlli, conti annuali, dichiarazioni di gestione, sintesi annuali delle revisioni contabili e dei controlli eseguiti sulla legittimità e sulla regolarità dei fondi dell'UE ricevuti dal paese, nonché pareri sui controlli. Nella relazione di sintesi, la Commissione afferma tuttavia che l'attendibilità delle relazioni sui controlli fornite dagli Stati membri rimane problematica. La Commissione deve quindi migliorare il regime sanzionatorio nei confronti degli Stati membri che trasmettono informazioni inesatte nelle relazioni sui controlli, nonché in altre relazioni. Ai sensi del regolamento finanziario, la Commissione è tenuta ad analizzare i settori in cui il livello di errore si mantiene alto e, di conseguenza, a identificare i punti deboli dei sistemi di controllo, ad analizzare i costi e i benefici di possibili misure correttive e a intraprendere o proporre interventi adeguati in termini di semplificazione, miglioramento dei sistemi di controllo e ridefinizione dei programmi o dei sistemi di consegna quando sono disponibili dati appropriati.
In tale contesto, il compito della Corte è di valutare l'affidabilità delle informazioni e delle garanzie fornite dalla Commissione sulla base del quadro di controllo interno, la cui efficacia si basa principalmente sulla qualità dei sistemi degli Stati membri. La Corte deve intensificare l'opera di valutazione del lavoro svolto dalla Commissione in merito all'accuratezza dei dati comunicati dagli Stati membri e fornire alla commissione CONT informazioni più pregnanti sulle cause all'origine degli errori e sulle azioni specifiche volte a rettificare le carenze riscontrate (sotto forma di raccomandazioni di audit e piani di attuazione elaborati dalla Commissione con indicazione degli interventi di potenziamento della capacità preventiva e correttiva dei sistemi di supervisione e di controllo). Inoltre, la Corte deve proseguire l'opera di valutazione delle prestazioni di Eurostat per quanto attiene alle modalità di raccolta dei dati negli Stati membri e ai sistemi utilizzati per fornire statistiche affidabili e di elevata qualità in grado di contribuire a un processo decisionale informato sulle politiche dell'UE.
Altre domande
19. Ritirerebbe la sua candidatura se il parere del Parlamento in merito alla Sua nomina a membro della Corte fosse sfavorevole?
La mia nomina a membro della Corte dei conti europea è avvenuta secondo una procedura democratica e trasparente articolata come segue: nomina (all'unanimità) da parte del governo di coalizione della Repubblica di Lituania, consenso del presidente della Repubblica e, infine, approvazione per voto di maggioranza nella plenaria del Seimas (il parlamento) della Repubblica di Lituania. Ritengo che questa procedura abbia garantito anche, in particolare, la mia indipendenza da qualsiasi influenza politica del mio paese.
Sono convinto che per un membro della Corte dei conti sia estremamente importante intrattenere una cooperazione franca e costruttiva con il Parlamento europeo. Ne consegue, evidentemente, che un membro nominato malgrado il parere negativo del Parlamento nei confronti della sua nomina potrebbe non riuscire ad avere un'interazione fluida con il Parlamento e le sue commissioni.
Ad ogni modo, ritengo soprattutto che, come istituzione la Corte dei conti europea debba disporre anche di una chiara legittimità democratica, che può risultare sensibilmente aumentata se il Parlamento europeo, direttamente eletto dai cittadini europei, si esprime favorevolmente riguardo alla nomina dei membri della Corte. Pertanto, qualora il Parlamento europeo dovesse avere o muovere obiezioni di rilievo nei confronti della mia nomina alla Corte dei conti, presenterò al mio governo il ritiro dalla candidatura.
Ritengo di essere meritevole della fiducia del Parlamento europeo e intendo svolgere con lealtà il mio eventuale incarico in seno alla Corte dei conti europea. Auspico che il Parlamento vorrà formulare un parere favorevole in merito alla mia candidatura.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
23.5.2016 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
16 3 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Nedzhmi Ali, Inés Ayala Sender, Zigmantas Balčytis, Ryszard Czarnecki, Martina Dlabajová, Luke Ming Flanagan, Ingeborg Gräßle, Georgi Pirinski, Claudia Schmidt, Bart Staes, Derek Vaughan, Tomáš Zdechovský |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Brian Hayes, Benedek Jávor, Marian-Jean Marinescu, Julia Pitera, Miroslav Poche, Patricija Šulin |
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Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Daniela Aiuto, Claudiu Ciprian Tănăsescu |
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