RELAZIONE sulle nuove opportunità per le piccole imprese di trasporto, compresi i modelli di economia collaborativa

7.11.2016 - (2015/2349(INI))

Commissione per i trasporti e il turismo
Relatore: Dominique Riquet

Procedura : 2015/2349(INI)
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A8-0304/2016
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A8-0304/2016
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle nuove opportunità per le piccole imprese di trasporto, compresi i modelli di economia collaborativa

(2015/2349(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 5 paragrafo 3,

–  visto il protocollo n. 2 del trattato sull'Unione europea sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità,

–  visto il libro bianco della Commissione dal titolo "Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti – Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile" (COM(2011)0144),

–  vista la sua risoluzione del 9 settembre 2015 sulla messa in atto del Libro bianco 2011 sui trasporti: bilancio e via da seguire per una mobilità sostenibile[1],

–  vista la raccomandazione 2003/361/CE relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese,

–  vista la relazione annuale del 2014-2015 sulle PMI europee,

–  viste le comunicazioni della Commissione dal titolo "Pensare anzitutto in piccolo" – Uno "Small Business Act" per l'Europa (COM(2008)0394) e "Riesame dello ‘Small Business Act’ per l'Europa" (COM(2011)0078),

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Un'agenda europea per l'economia collaborativa" (COM(2016)0356);

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Una strategia europea a favore della mobilità a basse emissioni" (COM(2016)0501);

–  vista la sua risoluzione del 5 febbraio 2013 su migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti[2],

–  vista la sua risoluzione del 19 maggio 2015 sulle opportunità di crescita verde per le PMI[3],

–  visti lo strumento per le PMI di Orizzonte 2020, INNOSUP, COSME, La tua Europa – Imprese, azioni pilota della la corsia veloce per l'innovazione (CVI) e le opportunità di messa in rete,

–  viste le direttive sul commercio elettronico (2000/31/CE) e sui servizi (2006/123/CE),

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata "Strategia per il mercato unico digitale in Europa" (COM(2015)0192),

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata "Potenziamento del mercato unico: maggiori opportunità per i cittadini e le imprese" (COM(2015)0550),

–  visto il meccanismo per collegare l'Europa (MCE), istituito dal regolamento (UE) n. 1316/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013[4],

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per i trasporti e il turismo e il parere della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A8-0304/2016),

A.  considerando che le piccole e medie imprese (PMI) sono il motore dell'economia europea e che, stando alle cifre del 2014, rappresentano il 99,8 % di tutte le imprese del settore non finanziario, e sono responsabili dei due terzi di tutti i posti di lavoro;

B.  considerando che le PMI che hanno creato posti di lavoro negli ultimi anni appartengono prevalentemente al settore terziario;

C.  considerando che le piccole imprese di trasporto svolgono un ruolo essenziale per il corretto funzionamento della mobilità in Europa, ma spesso incontrano difficoltà per accedere al mercato o per rimanervi, segnatamente a causa della presenza di monopoli in tale mercato;

D.  considerando che le piccole imprese apportano un valore aggiunto, in particolare nelle zone isolate e nelle aree densamente popolate, grazie a un'eccellente conoscenza del mercato locale, una vicinanza al cliente e/o un'agilità e capacità di innovazione; che sono inoltre in grado di fornire servizi su misura e costituiscono strumenti atti a combattere l'esclusione sociale, creare posti di lavoro, generare attività economica, migliorare la gestione della mobilità e contribuire allo sviluppo del turismo (laddove i servizi di mobilità sono direttamente collegati con la domanda di nuovi prodotti ed esperienze da parte dei visitatori);

E.  considerando che, per le persone e le merci, sia la domanda di servizi di trasporto che le condizioni per la loro fornitura variano notevolmente, e che la riduzione della mobilità non è un'opzione;

F.  considerando che l'organizzazione dei trasporti nelle grandi città e sulle strade di accesso ad esse provoca congestioni del traffico che gravano considerevolmente sull'economia; che le PMI del settore dei trasporti costituiscono un complemento fondamentale alla rete di trasporto pubblico nei nodi urbani, in particolare nelle ore in cui la frequenza delle corse dei mezzi di trasporto pubblico è notevolmente inferiore e nelle zone periferiche prive di un'ampia rete di trasporto pubblico suburbano;

G.  considerando che, secondo un recente studio della Commissione, il 17 % dei consumatori europei ha utilizzato servizi forniti dall'economia collaborativa, e il 52 % è a conoscenza dei servizi offerti; che gli utenti ricercano forme di fruizione dei servizi di trasporto facilmente accessibili e flessibili, che consentano di mantenere il prezzo del servizio a un livello adeguato ai costi reali della sua erogazione, la facilità di accesso alla prenotazione del viaggio e la sicurezza del pagamento per il servizio fruito;

H  considerando che l'economia collaborativa nel settore dei trasporti può concorrere attivamente allo sviluppo di forme di mobilità sostenibili; e che l'autoregolamentazione non sempre costituisce una soluzione consona e che è necessario un quadro normativo appropriato;

I.  considerando che l'imperativo di sviluppo sostenibile e la rivoluzione nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione hanno creato opportunità e sfide senza precedenti per le imprese di tutte le dimensioni in termini di risposta alla crescente domanda di mobilità sostenibile entro i vincoli imposti da infrastrutture limitate;

J.  considerando che la crescita esponenziale della penetrazione dei dispositivi mobili intelligenti, così come la generale copertura della rete a banda larga ad alta velocità, hanno creato nuovi strumenti digitali sia per gli utenti che per i prestatori dei servizi di trasporto, riducendo i costi di transazione nonché l'importanza di una sede fisica per i prestatori di servizi, consentendo loro di essere ampiamente connessi ai fini della fornitura di servizi, non solo a livello regionale ma anche globale, attraverso le reti digitali e anche da zone isolate;

K.  considerando che, negli ultimi anni, i progressi tecnologici, i nuovi modelli imprenditoriali e la digitalizzazione hanno trasformato profondamente il settore dei trasporti, con ripercussioni considerevoli sui modelli imprenditoriali tradizionali come pure sulle condizioni di lavoro e sull'occupazione nel settore; e che, se da un lato il settore dei trasporti si è aperto, dall'altro, le condizioni di lavoro si sono deteriorate, in molti casi a motivo della crisi economica e, in alcuni casi, a causa di un'attuazione insufficiente della regolamentazione in vigore;

L.  considerando che il settore dei trasporti include non solo i fornitori diretti di servizi di trasporto, ma anche le PMI che offrono servizi quali la manutenzione dei mezzi di trasporto, la vendita di pezzi di ricambio, la formazione del personale e il noleggio di veicoli e attrezzature; che vi sono enormi potenzialità in termini di creazione di posti di lavoro collegate a tali attività, anche per persone altamente qualificate; e che le politiche per il settore dei trasporti dovrebbero tenere conto degli interessi dell'intera catena del valore;

M.  considerando che solo l'1,7 % delle imprese dell'UE si avvale pienamente di tecnologie digitali avanzate, mentre il 41 % non le utilizza affatto; che la digitalizzazione di tutti i settori è fondamentale se si vuole mantenere e migliorare la competitività dell'UE;

N.  considerando che la flessibilità e l'agevolazione dell'ingresso inerenti all'economia collaborativa possono fornire opportunità occupazionali alle categorie tradizionalmente escluse dal mercato del lavoro, in particolare le donne, i giovani e i migranti;

O.  considerando che i servizi di trasporto possono rappresentare un modo valido per diventare lavoratori autonomi e per promuovere una cultura dell'imprenditorialità;

P.  considerando che le piattaforme online per i servizi di trasporto possono consentire di associare in modo rapido la domanda di prestazione di servizi da parte dei clienti, da un lato, e l'offerta di manodopera da parte di imprese registrate o dei lavoratori, dall'altro;

Q.  considerando che l'OCSE considera la qualità elevata dei posti di lavoro un fattore essenziale degli sforzi per affrontare le forti disuguaglianze e per promuovere la coesione sociale;

I.  Le sfide per le piccole imprese di trasporto

1.  ritiene che le imprese di trasporto debbano affrontare sfide notevoli per rispondere ad una domanda crescente di mobilità, con il vincolo di infrastrutture limitate e crescenti requisiti ambientali; sottolinea che tutte le imprese di trasporto subiscono pressioni per fornire soluzioni sicure, sostenibili e altamente competitive che siano rispettose dell'ambiente conformemente alla COP21, riducendo al contempo la congestione, ma che per le piccole imprese è più difficile e costoso farvi fronte;

2.  sottolinea che un'eccessiva frequenza nel modificare le normative in materia di emissioni dei veicoli può comportare particolari difficoltà per le piccole imprese di trasporto, considerati i tempi di ammortamento dei parchi veicoli;

3.  sottolinea la natura complessa del settore dei trasporti, caratterizzato da una governance multilivello (locale, nazionale, europea e globale) ancora ampiamente frammentata per modalità di trasporto; osserva che questo settore è soggetto a una pesante regolamentazione, in particolare per quanto riguarda l'accesso alla professione e lo svolgimento delle pertinenti attività, nonché lo sviluppo, l'uso e la commercializzazione dei servizi di trasporto (diritti esclusivi e numero massimo di licenze), come anche le sovvenzioni; evidenzia che la sicurezza e la protezione rivestono un'importanza cruciale per il settore dei trasporti, ma deplora che siano talvolta utilizzate, fra gli altri fattori, come pretesto per creare barriere artificiali;

4.  chiede agli Stati membri di porre fine al fenomeno dell'eccessiva regolamentazione che è spesso legato a istinti di protezionismo e corporativismo che conducono alla frammentazione, a una maggiore complessità e rigidità nel mercato interno, e al conseguente inasprimento delle disuguaglianze; ritiene opportuno evitare una molteplicità di risposte degli Stati membri sulla legalità delle piattaforme online, astenendosi dall'adozione di misure unilaterali ingiustificate e restrittive; invita gli Stati membri a conformarsi e a dare piena attuazione alle direttiva 2000/31/CE sul commercio elettronico e alla direttiva 2006/123/CE sui servizi; sottolinea che la libera circolazione dei prestatori di servizi e la libertà di stabilimento, sancite rispettivamente dagli articoli 56 e 49 TFUE, sono cruciali ai fini della concretizzazione della dimensione europea dei servizi e, di conseguenza, del mercato interno;

5.  sottolinea che, a motivo dell'attuale incertezza giuridica in merito alla definizione dei prestatori di servizi nel settore dei trasporti, non è possibile sviluppare una concorrenza leale, e si rammarica delle difficoltà incontrate da molte piccole imprese ad accedere al mercato interno e internazionale e a sviluppare o offrire nuovi servizi; sottolinea che tale situazione ostacola l'accesso delle PMI al settore;

6.  è del parere che il regolamento(CE) n. 1072/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio debba essere migliorato al fine di superare le gravi perturbazioni dei mercati nazionali dei trasporti verificatesi in diversi Stati membri in seguito alla sua introduzione;

7.  accoglie con favore le nuove opportunità offerte dalle piccole imprese di trasporto e dai nuovi modelli collaborativi di impresa, deplorando al contempo le pratiche anticoncorrenziali causate dalla disparità nell'applicazione della normativa UE negli Stati membri, in particolare per quanto riguarda i salari e i sistemi di sicurezza sociale, che possono condurre a gravi distorsioni come il dumping sociale, nonché a sfide in materia di sicurezza;

8.  invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare l'applicazione della normativa; considera che qualsiasi modifica apportata alla legislazione in materia di condizioni sociali e di lavoro debba rispettare tutte le libertà fondamentali dell'UE e non dovrebbe limitare la concorrenza leale basata su vantaggi concorrenziali oggettivi né comportare ulteriori oneri amministrativi e costi aggiuntivi per le piccole imprese di trasporto;

9.  osserva che le piccole imprese di trasporto devono investire non solo per conformarsi al diritto applicabile, bensì anche per rimanere competitive (ad esempio concentrandosi sulle nuove tecnologie); deplora il fatto che, da un lato, e in contrasto con quanto avviene per le imprese di grandi dimensioni, l'accesso di queste imprese al credito e ai finanziamenti sui mercati monetari resti limitato malgrado le misure di allentamento quantitativo (quantitative easing) mentre, dall'altro, i finanziamenti pubblici, in particolare europei, siano poco spesso attivati a causa di procedure amministrative troppo complesse e lunghe; sottolinea l'importanza di divulgare le conoscenze e offrire assistenza ai richiedenti delle piccole imprese nell'ambito del Fondo europeo per gli investimenti;

10.  osserva che, in un contesto di crescente urbanizzazione, il trasporto deve essere organizzato in maniera più integrata, digitalizzata e multimodale, e che i nodi urbani devono svolgere un ruolo sempre più centrale nell'organizzazione della mobilità sostenibile; sottolinea l'impatto crescente delle applicazioni di pianificazione degli spostamenti multimodali e l'importanza per le piccole imprese di essere incluse nell'elenco delle applicazioni disponibili e nel ventaglio dei servizi di trasporto offerti; evidenzia che l'accesso universale a internet favorirebbe la condivisione dei trasporti e una migliore pianificazione degli spostamenti;

11.  sottolinea che di fronte alle difficoltà economiche e alla mancanza di risorse per la manutenzione della rete capillare dei trasporti, sono in corso numerose chiusure di linee secondarie in molte regioni, in particolare quelle mal collegate e con una popolazione ridotta; ritiene che l'avvento dei modelli di economia collaborativa non possa in alcun modo giustificare l'abbandono dei servizi pubblici di trasporto nelle suddette regioni;

12.  sottolinea l'importanza che le società di noleggio di veicoli leggeri quali biciclette e scooter rivestono per la mobilità urbana; osserva che la grande maggioranza di questi soggetti opera nel settore delle PMI; invita a tenere maggiormente conto del potenziale di questi operatori nell'ambito del processo di rafforzamento della mobilità urbana e per il conseguimento di un sistema di trasporto efficiente sotto il profilo energetico e nell'utilizzo delle risorse;

13.  invita gli Stati membri e la Commissione a prendere in considerazione l'aggregazione delle piccole imprese di trasporto, che agevolerebbe lo sviluppo di partnership reciproche, aiutando i clienti a identificare i servizi delle piccole imprese di trasporto, a seconda delle loro esigenze;

14.  invita la Commissione, in occasione della definizione delle direttive in materia, a considerare le difficoltà di penetrazione dei nuovi modelli di economia collaborativa nei contesti rurali e non urbani;

15.  osserva che lo sviluppo di modelli di economia collaborativa può concorrere all'ottimizzazione dell'uso dei veicoli e dell'infrastruttura, contribuendo a rispondere in maniera più sostenibile alla domanda di mobilità; rileva che il crescente sfruttamento dei dati generati dagli utenti potrebbe condurre alla creazione di valore aggiunto nella catena di trasporto; sottolinea, tuttavia, che una concentrazione dei dati nelle mani di poche piattaforme di intermediazione rischia di compromettere sia l'equa distribuzione degli utili sia la partecipazione equilibrata agli investimenti nelle infrastrutture e ad altri costi afferenti, situazione che implica conseguenze dirette per le PMI;

16.  accoglie con favore il fatto che le piattaforme di intermediazione abbiano introdotto un elemento di concorrenza reciproca, con gli operatori tradizionali e con le strutture corporative, e che mettano in questione i monopoli esistenti e impediscano che se ne creino dei nuovi; evidenzia che ciò sta incoraggiando un mercato maggiormente rivolto alla domanda dei consumatori e sta inducendo gli Stati membri a riconsiderare la struttura del mercato; osserva tuttavia che, in assenza di un quadro giuridico appropriato e chiaro, le piattaforme di intermediazione, caratterizzate dall'approccio "chi vince prende tutto", rischiano di dar luogo a posizioni dominanti sul mercato e di nuocere alla diversità del tessuto economico;

17.  richiama l'attenzione sulle opportunità e le sfide (ad esempio, anche le piccole imprese potrebbero emergere in questi nuovi settori) derivanti dallo sviluppo dei veicoli connessi e autoguidati (vetture, imbarcazioni, droni e sistemi di autostrade automatizzate); esorta pertanto la Commissione a presentare una tabella di marcia sui veicoli connessi e automatizzati e ad analizzare le potenziali conseguenze che l'utilizzo diffuso di tale tecnologia può comportare per il settore europeo dei trasporti, in particolare per le PMI;

II.  Raccomandazioni: come trasformare le sfide in opportunità

18.  invita a proseguire gli sforzi al fine di completare lo spazio unico europeo dei trasporti; ritiene che qualsiasi regolamentazione che imponga nuovi requisiti alle piccole imprese, segnatamente misure in materia fiscale, sociale e ambientale, debba essere proporzionata, semplice e chiara, senza pregiudicare il loro sviluppo e debba riflettere, ove necessario, le caratteristiche regionali e nazionali nei diversi Stati membri; è d'avviso che detta regolamentazione debba essere corredata dei necessari incentivi (normativi e/o finanziari);

19.  ritiene che l'impegno verso un sistema integrato di mobilità europeo coordinato costituisca la procedura migliore per integrare in modo adeguato tutte le imprese di trasporto di qualsiasi tipologia in una dinamica comune, in cui la digitalizzazione e la promozione a partire dal proprio settore di trasporto innovativo costituiscono il modo migliore per garantire ai clienti un unico sistema coerente e ai professionisti una posizione migliore nella cattura di valore;

20.  rileva che il livello di adeguamento dei servizi offerti dalle PMI nel settore dei trasporti non sempre tiene conto delle esigenze delle persone disabili e degli anziani in misura adeguata; invita a considerare in tutti gli strumenti e i programmi a sostegno di tali soggetti la necessità di garantire che i servizi di trasporto siano adattati al meglio alle esigenze delle persone con mobilità ridotta;

21.  osserva che, in considerazione del deficit di investimenti infrastrutturali, tutti gli operatori che beneficiano dell'utilizzo di tale infrastruttura dovrebbero contribuirvi, tenendo pienamente conto di tutte le tasse e le spese di trasporto già in vigore e degli impatti negativi sull'ambiente e la salute; sottolinea l'importanza, nel trasporto stradale, di internalizzare le esternalità negative e di destinare le entrate all'utilizzo delle infrastrutture dei trasporti, anche a livello transfrontaliero; riconosce comunque che ciò potrebbe porre problemi specifici alle piccole imprese, comprese quelle nelle regioni ultraperiferiche, di cui occorre tener conto in via prioritaria;

22.  ricorda che il Fondo europeo per gli investimenti strategici è stato creato per contribuire a progetti altamente innovativi basati sul mercato e ritiene, pertanto, che si tratti di uno strumento essenziale per aiutare le PMI del settore dei trasporti nello sviluppo di nuove soluzioni di mobilità; invita la Commissione e gli Stati membri ad accelerarne l'attuazione e ad aumentare l'assistenza destinata alle PMI e alle start-up nella preparazione di tali progetti;

23.  invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare le misure del caso per combattere le pratiche anticoncorrenziali dei grandi gruppi integrati al fine di affrontare la discriminazione e gli ostacoli nell'accesso al mercato, indipendentemente dalle dimensioni o dal tipo d'impresa, specie per quanto riguarda i nuovi modelli aziendali; auspica un dialogo e il potenziamento delle relazioni, specialmente nei mercati nuovi e potenziali, tra trasportatori e committenti, e la soluzione del problema dei falsi autotrasportatori autonomi;

24.  invita a inserire le PMI nel progetto volto alla creazione di un sistema europeo integrato di biglietteria; osserva che l'efficacia di tale sistema dipenderà dall'inclusione del maggior numero possibile di aziende e operatori che erogano servizi di trasporto; ritiene che lo scambio di esperienze e di informazioni tra i grandi operatori e le PMI possa generare sinergie particolarmente vantaggiose per la progettazione efficace della rete di trasporto in Europa;

25.  chiede, in prospettiva di una maggiore trasparenza, la revisione e l'armonizzazione delle norme relative all'accesso alle professioni e alle attività regolamentate in Europa e dei controlli connessi, affinché i nuovi operatori e servizi legati alle piattaforme digitali e all'economia collaborativa possano svilupparsi in un ambiente favorevole alle imprese, compresa una trasparenza accresciuta per quanto riguarda le modifiche legislative, e la coesistenza con gli operatori tradizionali in un ambiente concorrenziale sano; rileva gli effetti positivi dell'attività degli operatori dell'economia collaborativa in termini di creazione di posti di lavoro destinati ai giovani che fanno il loro ingresso nel mercato del lavoro e ai lavoratori autonomi;

26.  invita la Commissione a pubblicare, senza ulteriore indugio, una tabella di marcia per lo sblocco delle informazioni relative ai trasporti finanziati con fondi pubblici, e l'introduzione di norme armonizzate per i dati sui trasporti e le interfacce di programmazione, al fine di incentivare le innovazioni a forte intensità di dati e la prestazione di nuovi servizi di trasporto;

27.  ritiene che, dato lo sviluppo dell'economia collaborativa, la soluzione non sia né una normativa settoriale né una normativa solo per le piattaforme, ma occorra ormai considerare il sistema di mobilità nel suo complesso; chiede la fissazione di un quadro normativo multimodale ammodernato che promuova l'innovazione e la competitività nonché la protezione dei consumatori e dei loro dati, tuteli i diritti dei lavoratori e garantisca parità di condizioni per i diversi attori; richiama l'attenzione, a tale proposito, sull'importanza dell'interoperabilità nel settore dei trasporti, in quanto offre soluzioni unificate alle piccole imprese;

28.  invita gli Stati membri a valutare la necessità di adattare le rispettive leggi nazionali sul lavoro all'era digitale, tenendo in considerazione le caratteristiche dei modelli dell'economia collaborativa e le rispettive leggi sul lavoro di ciascuno Stato membro;

29.  ritiene che tale obiettivo richieda una convergenza dei modelli, basata su una definizione chiara, coerente e univoca degli intermediari e dei prestatori di servizi; chiede che venga operata una distinzione tra le piattaforme di intermediazione che non generano alcun utile per i propri utenti e quelle che fungono da collegamento tra un prestatore di servizi (a scopo di lucro) e un cliente, con o senza vincolo di subordinazione tra prestatore di servizi e piattaforma; propone che, per consentire all'insieme delle parti di assolvere ai propri obblighi in materia fiscale e sociale, e garantire le qualifiche professionali e la capacità dei prestatori che utilizzano le piattaforme (in modo da assicurare la tutela dei consumatori), le autorità nazionali dovrebbero poter richiedere alle piattaforme di intermediazione le informazioni che ritengano necessarie; sottolinea che anche i sistemi di riscontro e classificazione già esistenti aiutano gli intermediari ad instaurare un rapporto di fiducia con i consumatori e che i dati così ottenuti vanno trattati conformemente alla direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio;

30.  ritiene che l'elevato potenziale di trasparenza dell'economia collaborativa consenta una buona tracciabilità delle operazioni dei servizi di trasporto, in linea con l'obiettivo dell'applicazione della legislazione vigente; invita la Commissione a pubblicare delle linee guida sulle modalità di applicazione del diritto dell'UE alle varie tipologie di modelli aziendali collaborativi onde colmare, ove necessario, le lacune normative nel settore dell'occupazione e della sicurezza sociale, in modo da rispettare le competenze nazionali;

31.  sottolinea che le imprese che operano nel settore dei trasporti comprendono anche gli operatori che non erogano direttamente servizi di trasporto, quali i fornitori di formazione, le società di noleggio di veicoli oppure le autofficine e i centri di manutenzione; osserva che la grande maggioranza di questi soggetti opera nel settore delle PMI; chiede di tenere conto delle esigenze di questi operatori nell'elaborazione delle normative e dei programmi di investimento volti a sostenere lo sviluppo delle PMI;

32.  incoraggia la Commissione a sostenere le PMI del settore dei trasporti nel formare raggruppamenti di attività in tale campo, cui possano partecipare sia i consumatori sia altre parti interessate;

33.  rileva che la maggior parte dei prestatori nell'economia collaborativa provengono da paesi situati al di fuori dell'UE; ritiene che l'UE debba sviluppare un maggior numero di start-up innovative nel settore dei trasporti e incoraggia un maggiore sostegno a tali imprese, in particolare per la formazione di giovani imprenditori in questo settore;

34.  deplora che la risposta degli Stati membri alla crescita dell'economia collaborativa sia stato finora molto frammentata e in alcuni casi decisamente inadeguata al potenziale e ai vantaggi derivanti dallo sviluppo di questo settore, nonché in contrasto con le aspettative dei consumatori e ritiene auspicabile un'azione coordinata e globale a livello europeo, che tratti le questioni attinenti ad un modello aziendale collaborativo sostenibile; prende atto dell'approccio ragionevole adottato dalla Commissione al "nuovo modello aziendale", illustrato nella sua recente comunicazione in cui si sottolinea l'importanza dell'economia collaborativa ai fini della crescita futura[5];

35.  rileva l'enorme potenziale delle nuove tecnologie per la creazione di forme innovative di prestazione di servizi nel settore del trasporto merci; sottolinea in particolare le straordinarie possibilità offerte dai droni, che già adesso rappresentano un efficace strumento di lavoro in condizioni sfavorevoli; evidenzia che l'UE dovrebbe sostenere il potenziale delle PMI che si occupano della progettazione, della produzione e dell'utilizzo di droni;

36.  ritiene che i modelli collaborativi rappresentino una risorsa importante per lo sviluppo sostenibile della connettività nelle regioni periferiche, montane e rurali, e che offrano benefici indiretti anche per il settore turistico;

37.  è del parere che i requisiti giuridici dovrebbero essere proporzionati alla natura dell'attività e alle dimensioni dell'azienda; esprime tuttavia preoccupazioni in merito alla questione se sussistano motivi per esentare i veicoli commerciali leggeri (VCL) dall'applicazione di una serie di norme europee, visto il crescente utilizzo di tali veicoli nel trasporto internazionale di merci, e chiede alla Commissione di presentare una relazione diagnostica sul conseguente impatto economico, ambientale e per la sicurezza;

38.  chiede la creazione di strutture di cooperazione tra le piccole imprese di trasporto, gli istituti di ricerca scientifica e le autorità locali e regionali per organizzare meglio la mobilità sostenibile urbana e interurbana, così da rispondere in modo efficace alla nascita di nuovi servizi e prodotti, compresi quelli offerti dalle PMI (ad esempio, le prime e ultime fasi del trasporto "da porta a porta"), assicurando, al contempo, una maggiore corrispondenza tra le reti di trasporto pubblico esistenti e le esigenze e aspettative dei passeggeri; chiede l'inclusione di informazioni sui servizi di mobilità offerti dalle piccole imprese nei servizi di informazione e di pianificazione dei viaggi;

39.  chiede la creazione di task force innovative che consentano la piena attuazione del concetto di "città condivisibili" e che aiutino gli enti locali, regionali e nazionali a rispondere in modo efficace alla nascita di nuovi servizi e prodotti;

40.  sottolinea l'importanza della formazione mirata (ad esempio in materia di megadati, servizi integrati, ecc.) al fine di aiutare le imprese di trasporto a generare valore aggiunto dalla sfera digitale; chiede pertanto un adeguamento della formazione professionale, in linea con le capacità e qualifiche richieste dai nuovi modelli aziendali, segnatamente per far fronte alla carenza di personale, in particolare di conducenti;

41.  evidenzia come le PMI nel settore dei trasporti si astengano spesso dall'espandersi a causa dei maggiori rischi che un'attività transfrontaliera comporta, per la divergenza tra i sistemi giuridici dei diversi Stati (membri); invita la Commissione, in cooperazione con le autorità nazionali, regionali e locali negli Stati membri, a sviluppare piattaforme di cooperazione e comunicazione per offrire consulenza e formazione alle PMI sui diversi sistemi di finanziamento e sulle sovvenzioni nonché in materia di internazionalizzazione; chiede alla Commissione di utilizzare maggiormente i programmi di sostegno esistenti per le PMI e di dar loro maggiore visibilità tra gli attori del settore dei trasporti, nel contesto delle sinergie tra i diversi fondi dell'UE;

42.  incoraggia gli enti locali a impegnarsi attivamente per la decarbonizzazione del trasporto urbano come riportato nel "Libro bianco sulla mobilità" ed esorta gli operatori a guadagnare posizioni nel nuovo ambito di competenza e attività, sfruttando i vantaggi competitivi offerti dai servizi a emissioni zero e la progressiva digitalizzazione della loro gestione, funzionamento e commercializzazione;

43.  invita la Commissione, gli Stati membri e gli enti locali a promuovere le innovazioni nel campo dell'economia della condivisione, che saranno a loro volta favorite dall'emergere dei modelli aziendali collaborativi, quali il car sharing, il bicycle sharing, il trasporto merci condiviso, i taxi collettivi, il car pooling e gli autobus a richiesta e le loro interconnessioni con i trasporti pubblici;

44.  invita la Commissione, attraverso una maggiore cooperazione tra le sue DG, a monitorare attentamente lo sviluppo dell'economia digitale e l'impatto delle iniziative legislative dell'"Agenda digitale" nel settore dei trasporti;

45.  invita la Commissione e gli Stati membri, in collaborazione con le parti sociali, a valutare regolarmente l'impatto della digitalizzazione sul numero e sulle tipologie delle professioni del settore dei trasporti e a garantire che le politiche sociali e occupazionali si mantengano al passo con la digitalizzazione del mercato del lavoro dei trasporti;

46.  raccomanda che le imprese dell'economia collaborativa, così come le persone che lavorano nel settore dei trasporti, individuino modelli di collaborazione nel perseguimento dei loro interessi comuni, ad esempio nel settore assicurativo;

47.  accoglie con favore i modelli di orario di lavoro flessibile negoziati dalle parti sociali nel settore dei trasporti che consentono ai lavoratori di conciliare meglio la loro vita professionale e privata; evidenzia tuttavia l'importanza di monitorare la conformità con le norme obbligatorie in materia di orari di lavoro, periodi di guida e di riposo, operazione che dovrebbe essere agevolata grazie alla digitalizzazione del settore dei trasporti;

48.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

MOTIVAZIONE

In mancanza di dati statistici pertinenti, la realtà delle piccole imprese di trasporto in Europa è difficilmente comprensibile. Se la constatazione che la loro importanza varia da un modo all'altro di trasporto si impone (i trasporti stradali, fluviali e marittimi sono fortemente interessati, le modalità del trasporto ferroviario e aereo un poco meno), nulla consente di conoscere con precisione il numero, la percentuale di posti di lavoro o la loro quota nella ricchezza creata all'interno dell'Unione.

Per "imprese di trasporto", il relatore intende quelle che forniscono servizi di trasporto per i passeggeri e le merci. L'industria e i servizi connessi sono pertanto esclusi dall'ambito di questa relazione.

Le piccole imprese di trasporto sono tanto più difficili da valutare in quanto i loro profili sono molto diversi, a seconda del modo, il paese, il tipo di servizio prestato e la struttura concorrenziale del mercato sul quale esse operano. Si riscontrano le imprese a conduzione familiare, le PMI, le microimprese, le imprese artigiane e le imprese di nuova creazione. Si integrano in modo più o meno interstiziale nel sistema della mobilità, per cui richiedono un'impostazione differenziata. In tal modo le PMI, che corrispondono a una nozione amministrativa che condiziona un certo numero di aiuti, operano su un segmento ben definito e dipendono spesso dalle grandi imprese, senza necessariamente puntare ad una crescita esponenziale. In tutt'altro spirito, le imprese di recente creazione (che sfuggono ai tentativi di definizione amministrativa) creano nella maggior parte dei casi il proprio mercato grazie allo sfruttamento di un'idea, mostrano una maggiore flessibilità e sono spesso in grado di espandersi a livello internazionale.

Tutte queste imprese svolgono tuttavia un ruolo essenziale per il trasporto dei passeggeri e delle merci rendendo più agevole una mobilità storicamente articolata per le "grandi". Grazie ad una conoscenza del mercato locale più fine, una maggiore vicinanza al cliente e/o spesso un'agilità e capacità di innovazione, le piccole imprese migliorano il trasporto individuale di passeggeri, in particolare nel corso del fatidico ultimo miglio in zone densamente popolate. Analogamente, nelle zone isolate in cui la costruzione di un'infrastruttura ferroviaria o l'organizzazione un trasporto collettivo sarebbero troppo costose, l'autovettura privata è spesso l'unico mezzo di trasporto possibile per determinate categorie della popolazione.

Le piccole imprese di trasporto sono pertanto consustanziali alla mobilità europea. Eppure, esse dispongono di un ricco patrimonio di talenti che hanno bisogno di un contesto favorevole per svilupparsi. È qui che il regolatore può e deve svolgere la propria missione costituendo un contesto normativo, sociale e fiscale quanto più favorevole possibile. In tal modo le piccole imprese di trasporto saranno in grado di trasformare in opportunità le molteplici sfide che si pongono loro oggi, in primo luogo la rivoluzione delle TIC.

L'importanza delle esigenze dei trasporti in termini di informazione e comunicazione ha reso naturalmente questo settore un terreno fertile per l'economia digitale e a fortiori per le piattaforme di intermediazione. Ormai accessibili per le piccole imprese, le nuove tecnologie ammodernano fortemente l'economia della mobilità (ottimizzazione dell'uso dei veicoli, riduzione dei costi, diminuzione della congestione, semplificazione del rapporto fornitore/cliente). Tali piattaforme, in particolare quelle legate all'economia collaborativa, ottimizzando l'incontro dell'offerta con la domanda, introducono un radicale sconvolgimento. Quest'ultimo va al di là dei semplici vantaggi in termini di rapporto efficacia/efficienza: tutta l'organizzazione della mobilità è trasformata con la contestazione degli operatori stabiliti e l'emergere di un sistema autogovernato ("consomattori") che prevede la rimessa in discussione delle relazioni dipendente/datore di lavoro. Attraverso la padronanza delle due estremità della catena, la conoscenza delle esigenze dei clienti in una con la capacità di produrre un'offerta adeguata al momento giusto, i nuovi attori del mondo digitale sono riusciti a conquistare una parte del suo valore aggiunto, sollevando così altri problemi per quanto riguarda l'investimento nell'infrastruttura utilizzata sostenuto quest'ultimo dai soggetti pubblici e privati dell'economia non virtuale.

La prima sfida per le piccole imprese è dunque quella di trarre vantaggio da questa transizione digitale. Che ne siano i soggetti o meno, esse devono adattarsi a pena di un loro soccombere.

In secondo luogo, la tendenza non è mai stata tanto favorevole allo sviluppo di soluzioni sostenibili in grado, nonostante la capacità limitata delle infrastrutture di trasporto, di rispondere in modo rispettoso dell'ambiente alle crescenti esigenze di mobilità. A questo proposito si tenga presente che nonostante la diminuzione generalizzata del livello delle emissioni da dieci anni a questa parte negli altri settori dell'economia europea, il trasporto continua a vedere le sue aumentare. Esso rappresenta attualmente circa un quarto delle emissioni totali dell'Unione. La XXI Conferenza delle parti firmatarie della convenzione sulla lotta contro il cambiamento climatico ha quindi solo confermato l'urgente necessità per il settore di fare la propria parte nella transizione verso un'economia priva di carbonio. Nel 2050, cioè domani, più dell'80% della popolazione vivrà in città. La mobilità urbana diventerà pertanto una sfida fondamentale donde la necessità di organizzare gli spostamenti in modo multimodale, specifico e integrato. Anche in questo caso il ruolo del regolatore sarà quello di creare un contesto propizio alla transizione ecologica. In altri termini, si tratta di fare del sostenibile un investimento più redditizio.

Da qui la consapevolezza che se tutte le imprese saranno soggette a tale obbligo, gli sforzi che ciò comporta sono spesso più difficili da raggiungere per le piccole strutture.

Paradossalmente, laddove dovrebbe consentire di far fronte a questi sviluppi nelle migliori condizioni possibili, il quadro normativo costituisce spesso un problema in sé, a maggior ragione in un settore dei trasporti altamente regolamentato a vari livelli: locale, regionale, nazionale, europeo e globale.

Oggi, a causa delle divergenze nell'applicazione del diritto e della sua esecuzione fuorviata, le distorsioni economiche e sociali di mercato continuano a essere all'ordine del giorno, da una parte, e le piccole imprese subiscono maggiormente la mancanza di un autentico spazio unico europeo dei trasporti, dall'altra. Molto eterogeneo da un paese all'altro, l'accesso alla professione non pone sempre residenti e non residenti su un piano di parità. Se la sicurezza resta un obiettivo fondamentale per ogni attività di trasporto, essa è spesso strumentalizzata come barriera per l'accesso al mercato. In chiaro, c'è bisogno di più Europa anche in questa problematica.

Con l'arrivo dei nuovi operatori, l'incertezza giuridica in merito alla definizione dei prestatori dei servizi di trasporto impedisce la creazione di una concorrenza equa e frena molte ambizioni per le piccole imprese. Se il dipendente è stato definito in una comunicazione della Commissione (COM(2002)694 final) come una persona che esercita un lavoro reale ed effettivo sotto la direzione di un'altra persona e per il quale viene retribuita, la nozione di lavoratore autonomo non è chiara. D'altro canto, la complessità della regolamentazione attuale può porre gli operatori storici del settore dei trasporti in una posizione difficile per far fronte all'arrivo dei nuovi operatori.

Occorre aggiungere che le diverse misure pubbliche di sostegno disponibili per le piccole imprese, a livello europeo e nazionale, non sono sempre facili da raggiungere, mentre i termini sono poco adatti a cicli d'innovazione. L'Europa deve essere più attenta ai piccoli.

Alla luce di quanto sopra, il relatore presenta una serie di proposte finalizzate a tradurre tali numerose sfide in altrettante opportunità per le piccole imprese:

  accelerare gli sforzi al fine di completare lo spazio unico europeo dei trasporti, ponendo fine alle disparità nell’applicazione del diritto (revisione dell’esenzione per i veicoli commerciali leggeri, lotta contro le pratiche anticoncorrenziali, armonizzazione dell’accesso alla professione e controlli connessi);

  incoraggiare una convergenza tra l’economia tradizionale e le piattaforme, tra cui i modelli di economia collaborativa, in modo da favorire l’innovazione, la protezione dei consumatori e la concorrenza leale (quadro in cui tutte le imprese contribuiscono al costo sociale del trasporto e agli investimenti nell’infrastruttura);

  organizzare una migliore concertazione tra le autorità locali e le piccole imprese di trasporto per migliorare la mobilità urbana che sarà domani totalmente priva di carbonio.

Allegato I. Questionario diffuso pubblicamente al fine di contribuire alla preparazione della relazione

Relazione di iniziativa del Parlamento europeo sulle

"nuove opportunità per le piccole imprese nel settore dei trasporti, compresi i modelli di economia collaborativa"

CONSULTAZIONE

"Nel novembre 2015 la commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo ha deciso di elaborare una relazione di iniziativa sulle nuove opportunità per le piccole imprese nel settore dei trasporti, compresi i modelli di economia collaborativa. Amici imprenditori e operatori della mobilità, quale relatore su questo fascicolo, desidero invitarvi a presentare suggerimenti su come consentire alle vostre imprese di cogliere al meglio le sfide cui devono far fronte."

Dominique Riquet (alde-udi)

Deputato al Parlamento europeo

Vicepresidente della commissione per i trasporti e il turismo

Membro della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (ITRE)

Presidente dell'intergruppo per gli investimenti di lungo termine e la reindustrializzazione

INFORMAZIONE

L'obiettivo di questa relazione d'iniziativa è di individuare le sfide che incontrano oggi le piccole imprese del settore dei trasporti in Europa. Sulla base di tale constatazione, saranno proposte soluzioni per rafforzare la nostra competitività assicurando nel contempo uno sviluppo coerente e sostenibile del sistema di trasporti nel suo insieme, nonché condizioni di parità per tutti gli attori. Destinata a ispirare i legislatori su come devono affrontare tali questioni, la relazione si limiterà alle PMI e alle imprese di recente creazione legate alla mobilità come servizio (che si tratti delle persone o delle merci). L'industria e le infrastrutture non sono quindi direttamente interessate da questa consultazione.

La versione definitiva della relazione è prevista per settembre del corrente anno e un primo progetto sarà predisposto per l'inizio del mese di aprile per l'esame da parte della commissione competente un po' più tardi entro un mese. Il termine per inviare i contributi è fissato per il 29 febbraio (poiché quest'anno è bisestile). I contributi e le richieste di chiarimenti dovranno essere inviati al seguente indirizzo: dominique.riquet@europarl.europa.eu.

I vostri contributi aiuteranno a elaborare la relazione, ma il loro contenuto non sarà diffuso pubblicamente. Tuttavia, per motivi di trasparenza, il nome dei contributori sarà indicato alla fine della relazione.

Per aiutarvi a strutturare le vostre risposte, eccovi un elenco di temi indicativi. Se vi è un elemento che vorreste condividere con noi, ma che non è coperto in modo adeguato da tali domande, potete aggiungerlo al vostro contributo.

Bruxelles, 29 gennaio 2016

DOMANDE

1)  Quali sono le principali sfide per la vostra impresa oggi?

2)  In che misura il Suo ente ha digitalizzato le procedure? In che misura la sua attività si fonda su o dipende dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione? Quale ruolo il "big data" svolge per la vostra attività?

3)  In che modo vengono presi in considerazione l'obiettivo dello sviluppo sostenibile e i recenti sviluppi demografici? (invecchiamento e urbanizzazione della popolazione in particolare)

4)  Cercate di internazionalizzare i vostri servizi? quali sono i problemi riscontrati in tale occasione? I cosiddetti "paesi emergenti" sono un'opportunità di crescita per la vostra impresa?

5)  In quale modo di trasporto operate principalmente? In che misura trovate questo modo troppo rigido per permettere l'accesso e la sopravvivenza nel relativo mercato?

6)  Ritenete che gli imprenditori sono percepiti/trattati positivamente in Europa?

7)  Come vi finanziate (sovvenzioni, prestiti, garanzie sui prestiti, partecipazione esterna,...)? Siete a conoscenza dei diversi programmi europei destinati a sostenere le PMI e le imprese di nuova creazione? Vi fate ricorso e perché?

8)  Se siete un'impresa di nuova creazione, vi sentite sufficientemente accompagnati nei vari stadi del vostro sviluppo?

9)  Se appartenete all'economia collaborativa:

–  come le autorità pubbliche hanno reagito al vostro arrivo sul mercato? quali sono i vostri rapporti con le imprese appartenenti alla "vecchia economia"?

–  tassazione, diritti sociali e sicurezza sono tra i principali motivi di preoccupazione: qual è stata la vostra reazione e avete raccomandazioni da fare?

10)  Direste che il contesto giuridico in cui operate è soddisfacente? (stabile nel tempo, armonizzato tra i paesi (europei), chiaro e adeguato alla realtà, completo)

11)  I problemi da voi menzionati richiedono una migliore/nuova regolamentazione? una migliore applicazione della normativa esistente? meno regolamentazione? a quale livello? (locale/nazionale/europeo)

12)  Qual è la vostra visione della mobilità entro 5, 10 o 20 anni? Siete ottimisti riguardo al futuro della vostra azienda?

A PROPOSITO DI VOI STESSI

–  Nome e ragione sociale dell'impresa:

–  Paese di stabilimento principale e paese in cui o nei quali esercitate le attività:

–  Numero di dipendenti/fornitori su cui vi basate per realizzare l'oggetto della società:

–  Tipo di servizio fornito:

–  Stadio di sviluppo:

–  Fatturato e valore stimato:

–  Contatto (posta elettronica + telefono) e sito web/profilo sulle reti sociali/applicazione:

Allegato II. Elenco delle parti con le quali il relatore ha avuto contatti

- Allied for Startups

- Avatar Logistics

- BlablaCar

- Captain Train

- Caisse des dépôts et des Consignations

- Chambres de Métiers et de l’Artisanat (APCMA)

- Commissione europea

- Drivr

- European Road Haulers Association (UETR)

- Fédération nationale des transports routiers (FNTR)

- France Digitale

- Heetch

- Inland Navigation Europe (INE)

- LEO Express

- Mouvement des Entreprises de France (Medef)

- Taxis Bleus

- Taxis G7

- Uber

- International Association of Public Transport (UITP)

Allegato III. Elenco degli esperti associati

- Carlo Cambini, Politecnico di Torino, Associate Professor

- Matthias Finger, Professor, Director of FSR-Transport and of the Chair of Management of Network Industries, EPFL

- Gabriele Grea, Università Commerciale L. Bocconi, Professor

- Sampo Hietanen, CEO of Maas Finland

- Juan José Montero Pascual, UNED Madrid, Associate Professor

PARERE della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (29.9.2016)

destinato alla commissione per i trasporti e il turismo

sulle nuove opportunità per le piccole imprese di trasporto, compresi i modelli aziendali collaborativi
(2015/2349(INI))

Relatore per parere: Elena Gentile

SUGGERIMENTI

La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per i trasporti e il turismo, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A.  considerando che negli ultimi anni i progressi tecnologici, i nuovi modelli imprenditoriali e la digitalizzazione hanno trasformato profondamente il settore dei trasporti, con ripercussioni considerevoli sui modelli imprenditoriali tradizionali come pure sulle condizioni di lavoro e sull'occupazione nel settore; e che, se da un lato il settore dei trasporti si è aperto, dall'altro, le condizioni di lavoro si sono deteriorate, in molti casi a motivo della crisi economica e, in alcuni casi, a causa di un'attuazione insufficiente della regolamentazione in vigore;

B.  considerando che il settore dei trasporti include non solo i fornitori diretti di servizi di trasporto, ma anche le PMI che offrono servizi quali la manutenzione dei mezzi di trasporto, la vendita di pezzi di ricambio, la formazione del personale e il noleggio di veicoli e attrezzature; che vi sono enormi potenzialità in termini di creazione di posti di lavoro collegate a tali attività, anche per persone altamente qualificate; considerando che le politiche per il settore dei trasporti dovrebbero tenere conto degli interessi dell'intera catena del valore;

C.  considerando che, nella sua comunicazione dal titolo "Un'agenda europea per l'economia collaborativa" (COM(2016)0356), la Commissione segnala che i regimi di lavoro flessibile nell'economia collaborativa possono suscitare incertezze in merito ai diritti e ai livelli di protezione sociale applicabili, e che i confini tra i lavoratori autonomi e subordinati stanno diventando sempre più sfumati;

D.  considerando che solo l'1,7 % delle imprese dell'UE si avvale pienamente di tecnologie digitali avanzate, mentre il 41 % non le utilizza affatto; che la digitalizzazione di tutti i settori è fondamentale se si vuole mantenere e migliorare la competitività dell'UE;

E.  considerando che le PMI svolgono un ruolo speciale nella creazione di posti di lavoro nel settore dei trasporti, in particolare nel trasporto su strada, e che si trovano in posizione svantaggiata rispetto alle imprese più grandi in termini di accesso ai finanziamenti per realizzare investimenti essenziali, compresi i prestiti e gli aiuti a titolo dei fondi europei;

F.  considerando che la flessibilità e l'agevolazione dell'ingresso inerenti all'economia collaborativa possono fornire opportunità occupazionali ai gruppi tradizionalmente esclusi dal mercato del lavoro, in particolare le donne, i giovani e i migranti;

G.  considerando che le parti sociali del settore in Europa sono preoccupate per la concorrenza sleale esercitata sui mercati della mobilità intra-urbana dalla comparsa di "piattaforme per una condivisione remunerata della corsa", spesso associate a pratiche di mercato sleali quali l'elusione del pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali, nonché delle norme sociali e del lavoro;

H.  considerando che i servizi di trasporto possono rappresentare un modo valido per diventare lavoratori autonomi e per promuovere una cultura dell'imprenditorialità;

I.  considerando che, in base a studi recenti, nel settore dei trasporti vi è la tendenza a trasferire la responsabilità delle prestazioni di sicurezza sociale e delle indennità di disoccupazione ai subappaltatori e ai trasportatori in proprio; che esiste il rischio che questi ultimi siano indotti ad accettare condizioni di lavoro precarie, mentre nel contempo si espande il lavoro autonomo fittizio[1];

J.  considerando che le piattaforme online per i servizi di trasporto possono consentire di associare in modo rapido la domanda di prestazione di servizi da parte dei clienti, da un lato, e l'offerta di manodopera da parte di imprese registrate o dei lavoratori, dall'altro;

K.  considerando che l'OCSE considera la qualità elevata dei posti di lavoro un fattore essenziale degli sforzi per affrontare le forti disuguaglianze e per promuovere la coesione sociale[2];

1.  sottolinea la necessità di un quadro regolamentare e amministrativo proporzionato che incoraggi gli investimenti e l'accesso ai finanziamenti, garantendo al contempo una crescita sostenibile e un'occupazione dignitosa nelle piccole imprese di trasporto;

2.  prende atto della nascita dell'economia collaborativa nel settore dei trasporti, caratterizzata da forme di occupazione più flessibili; sottolinea che i modelli aziendali collaborativi nel settore dei trasporti andrebbero discussi nel contesto di un più ampio dibattito sulla creazione di condizioni concorrenziali eque e trasparenti per tutti; segnala l'importanza di un quadro giuridico stabile per gli sforzi volti a promuovere lo sviluppo dell'economia collaborativa;

3.  rileva l'aumento del numero di lavoratori a tempo parziale, lavoratori interinali e lavoratori autonomi nel settore dei trasporti nonché l'evoluzione generale verso contratti di lavoro più flessibili; osserva che l'economia collaborativa nel settore dei trasporti offre quindi nuove opportunità di guadagni supplementari per le persone, di occupazione per i giovani (in particolare per quelli che cercano un lavoro occasionale e forme di lavoro flessibili, che consentano loro di conciliare lavoro e studio), ai fini di una migliore conciliazione tra vita professionale e vita privata, e per ridurre la sottoccupazione e la disoccupazione; sottolinea, tuttavia, che, in talune circostanze, questo sviluppo può anche condurre a situazioni precarie; sottolinea che l'occupazione flessibile deve essere coperta dalle disposizioni vigenti in materia di salute e sicurezza, nonché da misure di protezione sociale, al fine di evitare conseguenze sociali e finanziarie a lungo termine, e deve impedire potenziali pericoli, quali il sovraccarico dei lavoratori o retribuzioni non adeguate alle mansioni svolte; sottolinea quindi la necessità di garantire, da un lato, la flessibilità del mercato del lavoro e, dall'altro, la sicurezza economica e sociale dei lavoratori; evidenzia che la riduzione dei costi non dovrebbe andare a scapito delle condizioni di lavoro né degli standard occupazionali;

4.  invita la Commissione e gli Stati membri, in collaborazione con le parti sociali, a valutare regolarmente l'impatto della digitalizzazione sul numero e sulle tipologie delle professioni del settore dei trasporti e a garantire che le politiche sociali e occupazionali si mantengano al passo con la digitalizzazione del mercato del lavoro dei trasporti;

5.  osserva che il settore digitale comprende anche servizi professionali e intermediari che offrono piattaforme che si limitano a mettere in contatto fornitori e utenti; incoraggia gli Stati membri a istituire soglie minime che consentano loro di distinguere fra le attività economiche che comportano la prestazione di servizi professionali e le attività non professionali di scambio tra pari; sottolinea che, mentre le prime devono ovviamente rispettare le disposizioni in materia di fiscalità e sicurezza sociale, anche l'utilizzo professionale di queste ultime dovrebbe essere regolamentato;

6.  prende atto delle opportunità offerte dall'economia collaborativa e dal mercato unico digitale per la creazione di occupazione e una crescita inclusiva all'interno delle piccole imprese di trasporto; sottolinea che l'economia collaborativa, come qualsiasi altra economia, deve pagare imposte e contributi sociali, rispettare le normative sociali e sul lavoro, nonché garantire la tutela del consumatore; ritiene che l'elevato potenziale di trasparenza dell'economia collaborativa consenta una buona tracciabilità delle operazioni dei servizi di trasporto, in linea con l'obiettivo dell'applicazione della legislazione vigente; invita la Commissione a pubblicare delle linee guida sulle modalità di applicazione del diritto dell'UE alle varie tipologie di modelli aziendali collaborativi onde colmare, ove necessario, le lacune normative nel settore dell'occupazione e della sicurezza sociale, in modo da rispettare le competenze nazionali; invita gli Stati membri a effettuare controlli sufficienti e a imporre sanzioni nei casi in cui siano state rilevate violazioni delle norme;

7.  richiama l'attenzione sugli ostacoli relativamente bassi al momento dell'ingresso nel mercato del lavoro nel settore dei trasporti e, quindi, sul grande potenziale offerto da questo settore nel contrastare la disoccupazione di lunga durata;

8.  sottolinea che tutti i fornitori di servizi di trasporto, compresi quelli dell'economia collaborativa, devono conformarsi alle disposizioni obbligatorie in materia di salute e sicurezza e dovrebbero essere vincolati da norme minime in materia di sicurezza e di previdenza sociale, indipendentemente dalla loro attività o dal loro modello occupazionale, sia che si tratti di piattaforme di viaggi in comune a pagamento ("ride-sharing for reward platforms"), di lavoro interinale, o di qualsiasi altro modello;

9.  invita gli Stati membri ad attuare e applicare pienamente tutte le leggi e regolamentazioni nazionali concernenti le piattaforme che forniscono servizi di trasporto online;

10.  evidenzia l'importanza di monitorare la conformità con le norme obbligatorie in materia di orari di lavoro, periodi di guida e di riposo, nel settore dei trasporti; ricorda che il regolamento (UE) n. 165/2014 relativo ai tachigrafi nel settore dei trasporti su strada non si applica ai veicoli di peso inferiore alle 3,5 tonnellate (veicoli commerciali leggeri); segnala che, in linea con detto regolamento, il monitoraggio deve essere effettuato tramite strumenti digitali di controllo installati a bordo dei veicoli; chiede che siano intensificati i controlli sull'orario di lavoro e sui periodi di riposo; ricorda che tutti i compiti svolti in relazione all'attività esercitata da un lavoratore devono rientrare nell'orario di lavoro; evidenzia altresì l'importanza di monitorare la conformità con la legislazione europea e nazionale in materia di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro, comprese le condizioni di lavoro nei veicoli, per tutte le persone attive nel settore dei trasporti, a prescindere dal loro status occupazionale, che si tratti di lavoratori autonomi, subappaltatori, personale temporaneo o a contratto;

11.  plaude al ruolo importante dei sindacati, che in molti Stati membri cercano, insieme ai fornitori di servizi di trasporto, di gestire la trasformazione del settore dei trasporti in modo socialmente sostenibile; evidenzia l'importanza di parti sociali forti e indipendenti nel settore dei trasporti, di un dialogo sociale istituzionalizzato a livello europeo e nazionale e della partecipazione dei lavoratori alle questioni aziendali; incoraggia le parti sociali a negoziare contratti collettivi per tutti i servizi di trasporto in linea con le leggi e le prassi nazionali, dal momento che tali contratti costituiscono uno strumento efficace per garantire standard sociali e occupazionali dignitosi; incoraggia le PMI del settore a stabilire associazioni o piattaforme, che le sostengano a tale riguardo e le tengano informate;

12.  prende atto delle discussioni in corso in merito all'introduzione, in alcuni Stati membri, di un salario minimo per le imprese di trasporto che operano nel loro territorio; osserva che, nella sua dichiarazione di apertura dinanzi al Parlamento, il Presidente della Commissione Juncker ha affermato che "nella nostra Unione, lo stesso lavoro nello stesso posto dovrebbe essere retribuito allo stesso modo"[3];

13.  raccomanda che le imprese dell'economia collaborativa, così come le persone che lavorano nel settore dei trasporti, individuino modelli di collaborazione nel perseguimento dei loro interessi comuni, ad esempio nel settore assicurativo;

14.  invita gli Stati membri a garantire una concorrenza leale, condizioni di lavoro dignitose, la protezione sociale per tutti i lavoratori del settore dei trasporti, al fine di arginare il diffondersi del lavoro precario in un settore in mutamento e migliorare l'applicazione delle norme e dei contratti collettivi esistenti; invita la Commissione e gli Stati membri a lottare contro le pratiche anticoncorrenziali nel settore dei trasporti e a procedere allo scambio delle migliori pratiche a tale riguardo; chiede in particolare agli Stati membri e alle parti sociali di adoperarsi a favore della piattaforma contro il lavoro sommerso; ritiene che, tramite le operazioni elettroniche registrate, l'economia collaborativa possa aiutare gli Stati membri a contrastare le pratiche suscettibili di condurre a una concorrenza sleale;

15.  ricorda che la Corte di giustizia europea ha definito la nozione di "lavoratore" sulla base di un rapporto lavorativo caratterizzato da alcuni criteri, quali la subordinazione, la retribuzione e la natura del lavoro; accoglie con favore, a tale proposito, la comunicazione della Commissione su un'agenda europea per l'economia collaborativa; chiede che siano profusi maggiori sforzi per combattere il problema del lavoro autonomo fittizio, tutelare i lavoratori e creare condizioni di parità per le imprese nel settore dei trasporti;

16.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire condizioni di lavoro dignitose per tutti i lavoratori del settore dei trasporti, incluso il necessario livello di tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro, a prescindere dalle dimensioni e dal tipo di impresa che li ha assunti, dalla sede di servizio o dal contratto sottostante; sottolinea l'importanza della salute e della sicurezza sul lavoro, in particolare alla luce dei cambiamenti demografici e dell'elevata mobilità dei lavoratori nel settore dei trasporti;

17.  richiama l'attenzione su alcuni casi di concorrenza sleale nel settore dei trasporti, che spesso vanno a discapito delle piccole imprese di trasporto; ricorda che la concorrenza sleale può contribuire al degrado delle condizioni di lavoro; invita le autorità responsabili a sanzionare in modo adeguato qualsiasi condotta scorretta a tale riguardo;

18.  sottolinea che le norme in materia di lavoro e occupazione non devono essere eluse mediante subappalti; incoraggia gli Stati membri a monitorare la situazione, a rafforzare, ove del caso, la legislazione sulla responsabilità congiunta e in solido nonché a garantire un'adeguata attuazione e applicazione delle normative esistenti;

19.  accoglie con favore i modelli di orario di lavoro flessibile negoziati dalle parti sociali nel settore dei trasporti che consentono ai lavoratori di conciliare meglio la loro vita professionale e privata; evidenzia tuttavia l'importanza di monitorare la conformità con le norme obbligatorie in materia di orari di lavoro, periodi di guida e di riposo, operazione che dovrebbe essere agevolata grazie alla digitalizzazione del settore dei trasporti;

20.  sottolinea, in particolare, l'importanza delle PMI operanti nel settore dei trasporti in città di dimensioni ridotte, in regioni di difficile accesso e nelle zone periferiche di grandi aree urbane nel prestare servizi di trasporto ai pendolari che si spostano per motivi lavorativi o scolastici, o per recarsi nei negozi o presso i fornitori di servizi, segnatamente laddove il sistema di trasporti pubblici presenta carenze funzionali;

21.  sottolinea l'importanza, per i lavoratori del settore dei trasporti, delle competenze lavorative del 21º secolo, quali le competenze digitali, il lavoro di gruppo, il pensiero critico e la risoluzione di problemi, onde far fronte alle trasformazioni e agli sviluppi tecnologici del settore; evidenzia che la formazione dei dipendenti rappresenta l'aspetto chiave ai fini di una trasformazione e di un adeguamento socialmente sostenibili nel settore dei trasporti; invita le parti sociali nonché gli istituti di istruzione e formazione a mettere a punto strategie correlate in materia di competenze e programmi educativi per le piccole imprese di trasporto; ritiene che sia compito del datore di lavoro istruire i dipendenti sulle nuove tecnologie, quali le applicazioni informatiche e di tracciatura; sottolinea che, nel caso dei contratti di lavoro interinale, l'agenzia di intermediazione deve garantire un'adeguata preparazione e formazione dei lavoratori;

22.  invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere i modelli dell'economia sociale nel settore dei trasporti e a procedere allo scambio delle migliori pratiche a tale riguardo, in ragione della maggiore resilienza dimostrata dalle imprese sociali rispetto ad altri modelli aziendali nei periodi di crisi economica;

23.  invita la Commissione a raccogliere dati affidabili sull'economia collaborativa nel settore dei trasporti e ad analizzare il suo impatto sulle condizioni di lavoro.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

26.9.2016

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

35

2

9

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Laura Agea, Tim Aker, Guillaume Balas, Brando Benifei, Mara Bizzotto, Enrique Calvet Chambon, David Casa, Ole Christensen, Martina Dlabajová, Lampros Fountoulis, Elena Gentile, Arne Gericke, Thomas Händel, Marian Harkin, Danuta Jazłowiecka, Agnes Jongerius, Ádám Kósa, Kostadinka Kuneva, Jean Lambert, Jérôme Lavrilleux, Jeroen Lenaers, Verónica Lope Fontagné, Javi López, Morten Løkkegaard, Dominique Martin, Elisabeth Morin-Chartier, Emilian Pavel, João Pimenta Lopes, Georgi Pirinski, Marek Plura, Sofia Ribeiro, Maria João Rodrigues, Anne Sander, Jutta Steinruck, Ulrike Trebesius, Marita Ulvskog, Renate Weber, Tatjana Ždanoka, Jana Žitňanská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Georges Bach, Rosa D’Amato, Rosa Estaràs Ferragut, Tania González Peñas, Sergio Gutiérrez Prieto, Flavio Zanonato, Gabriele Zimmer

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

11.10.2016

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

42

3

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Daniela Aiuto, Lucy Anderson, Marie-Christine Arnautu, Inés Ayala Sender, Georges Bach, Izaskun Bilbao Barandica, Deirdre Clune, Michael Cramer, Luis de Grandes Pascual, Andor Deli, Karima Delli, Isabella De Monte, Tania González Peñas, Dieter-Lebrecht Koch, Merja Kyllönen, Miltiadis Kyrkos, Bogusław Liberadzki, Peter Lundgren, Marian-Jean Marinescu, Georg Mayer, Gesine Meissner, Cláudia Monteiro de Aguiar, Renaud Muselier, Markus Pieper, Salvatore Domenico Pogliese, Tomasz Piotr Poręba, Gabriele Preuß, Christine Revault D’Allonnes Bonnefoy, Dominique Riquet, Massimiliano Salini, David-Maria Sassoli, Claudia Schmidt, Jill Seymour, Claudia Țapardel, Keith Taylor, Pavel Telička, Wim van de Camp, Elissavet Vozemberg-Vrionidi, Roberts Zīle, Kosma Złotowski, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Knut Fleckenstein, Maria Grapini, Evžen Tošenovský

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Olle Ludvigsson