RELAZIONE sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune

30.11.2016 - (2016/2036(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Elmar Brok


Procedura : 2016/2036(INI)
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A8-0360/2016
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A8-0360/2016
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune

(2016/2036(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune,

–  visti gli articoli 21 e 36 del trattato sull'Unione europea,

–  vista la Carta delle Nazioni Unite,

–  visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria,

–  vista la dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) sulla responsabilità politica,

–  visto il documento di lavoro congiunto dei servizi della Commissione intitolato "Gender Equality and Women's Empowerment: Transforming the Lives of Girls and Women through EU External Relations 2016-2020" (Parità di genere ed emancipazione femminile: trasformare la vita delle donne e delle ragazze attraverso le relazioni esterne dell'UE 2016-2020) (SWD(2015)0182),

–  visto il discorso sullo stato dell'Unione pronunciato dal Presidente Juncker il 14 settembre 2016,

–  viste la strategia globale dell'Unione europea in materia di politica estera e di sicurezza presentata dal VP/AR Federica Mogherini il 28 giugno 2016 e le sue proposte alla riunione informale dei ministri degli Esteri tenutasi a Bratislava il 2 settembre 2016,

–  viste le conclusioni del vertice di Bratislava del 16 settembre 2016,

–  visto l'esito della riunione informale dei ministri della Difesa dell'UE tenutasi a Bratislava il 27 settembre 2016,

–  vista la sua risoluzione del 7 giugno 2016 sulle operazioni di sostegno della pace – impegno dell'Unione europea con le Nazioni Unite e l'Unione africana[1],

–  vista la dichiarazione congiunta rilasciata il 28 agosto 2016 a Weimar dai ministri degli Esteri del triangolo di Weimar, Frank Walter Steinmeier (Germania), Jean-Marc Ayrault (Francia) e Witold Waszczykowski (Polonia), sul futuro dell'Europa,

–  vista l'iniziativa franco-tedesca in materia di difesa, del settembre 2016, intitolata "Il rinnovo della PSDC",

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per i bilanci e della commissione per la cultura e l'istruzione (A8-0360/2016),

A.  considerando che l'Unione europea si trova a far fronte a sfide interne ed esterne, tra cui i conflitti tra Stati, il collasso degli Stati, il terrorismo, le minacce ibride, l'insicurezza informatica ed energetica, la criminalità organizzata e i cambiamenti climatici; che l'UE saprà fornire una risposta efficace alle nuove sfide solo se le sue strutture e i suoi Stati membri lavoreranno insieme nell'ambito di un'azione comune e realmente coordinata nel quadro della PESC/PSDC;

B.  considerando che l'UE è attualmente circondata da un arco di instabilità, dal momento che gran parte del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA) sono travolti da conflitti etnico-religiosi e guerre per procura e che gruppi terroristici quali il cosiddetto Stato islamico (IS)/Daesh e il Fronte Jabhat Fateh al-Sham proliferano in tutta la regione; che Al-Qaeda approfitta del vuoto di sicurezza nella regione MENA per rafforzarsi e il suo impegno per la jihad globale rimane intatto;

C.  considerando che tali conflitti hanno conseguenze dirette e gravi per la sicurezza e il benessere dei cittadini dell'UE, poiché si riversano in maniera crescente sull'UE, sia sotto forma di terrorismo, sia come flussi massicci di rifugiati, sia con campagne di disinformazione che mirano a dividere le nostre società;

D.  considerando che l'Europa subisce oggi la minaccia del terrorismo sul proprio territorio; che i recenti atti terroristici commessi in città europee da jihadisti radicali collegati all'IS/Daesh sono parte della strategia globale di tale gruppo, aggiungendosi a una guerra sul campo in Siria, in Iraq e in Libia, a una guerra economica che colpisce l'industria del turismo in Nord Africa, nonché alla propaganda online e agli attacchi informatici; che le migliaia di cittadini dell'UE che si sono affiliati a tali gruppi terroristici rappresentano una minaccia crescente per la nostra sicurezza interna, come pure nel resto del mondo;

E.  considerando che una Russia aggressiva continua a violare la sovranità e l'indipendenza dei suoi vicini e sfida apertamente la pace e l'ordine di sicurezza europei e mondiali; che la Russia è oggi più autocratica e più aggressiva verso i suoi vicini di quanto non sia mai stata dallo scioglimento dell'Unione sovietica nel 1991; che la propaganda russa dipinge l'Occidente come un nemico e tenta attivamente di minare l'unità dell'Unione europea e la coerenza dell'alleanza transatlantica, sia attraverso campagne di disinformazione sia offrendo sostegno finanziario a gruppi euroscettici e fascisti all'interno dell'Unione e dei paesi candidati;

Continuare la storia di successo dell'Unione europea: trasformazione attraverso l'azione

1.  ricorda che l'Unione europea è una delle più grandi realizzazioni nella storia europea e che il potere di trasformazione dell'UE ha portato pace, stabilità e prosperità ai suoi cittadini e ai paesi vicini, molti dei quali ne sono diventati Stati membri; sottolinea che l'UE rimane la maggiore potenza economica, il più generoso donatore di aiuti umanitari e assistenza allo sviluppo, e un capofila della diplomazia multilaterale mondiale su questioni come il cambiamento climatico, la giustizia internazionale, la non proliferazione di armi di distruzione di massa e i diritti umani; chiede che la visibilità degli interventi dell'UE in questi ambiti sia rafforzata;

2.  ritiene che l'attuale crisi interna ed esterna rappresenti anche un'opportunità per l'UE, se utilizzata per migliorare il suo funzionamento e la sua cooperazione; ritiene che le attuali sfide richiedano una riforma che renda l'UE migliore e più democratica, e capace di soddisfare le aspettative dei cittadini; ricorda che i cittadini europei considerano una politica estera e di sicurezza comune efficace come un settore d'azione prioritario per l'UE, e che si tratta di uno dei settori in cui la cooperazione europea può produrre più valore aggiunto; mette perciò l'accento sul fatto che gli Stati membri devono cambiare mentalità, poiché al giorno d'oggi pensare la politica estera e di sicurezza in una ristretta prospettiva nazionale è un atteggiamento superato; è convinto che nessun singolo Stato membro possa affrontare da solo nessuna delle sfide che stanno di fronte a noi oggi; è fermamente convinto che la vulnerabilità dell'UE sia la diretta conseguenza di un'integrazione incompleta e della mancanza di coordinamento; mette in evidenza che la globalizzazione e il multipolarismo rendono necessari processi di integrazione come quello dell'UE; esorta gli Stati membri a mostrare infine livelli sufficienti di unità, di volontà politica e di fiducia reciproca per far sì che sia possibile usare gli strumenti a disposizione in maniera concertata al fine di perseguire i nostri interessi e difendere i nostri valori; ribadisce che l'UE può essere un forte attore globale su un piede di parità con le altre principali potenze solo se tutti gli Stati membri parlano con una voce sola e agiscono insieme nel quadro di una forte politica estera e di sicurezza dell'Unione;

3.  accoglie con favore la tabella di marcia e gli impegni assunti in occasione del vertice di Bratislava e auspica un impegno concreto da parte degli Stati membri ai fini della sua attuazione;

4.  rammenta che le politiche esterne dell'Unione devono essere coerenti fra loro e con le altre politiche dotate di una dimensione esterna e devono perseguire gli obiettivi definiti all'articolo 21 del trattato sull'Unione europea; osserva che, poiché il rafforzamento della resilienza dovrebbe essere uno dei principali obiettivi della PESC, è necessario un approccio globale nel quale diversi settori mettano in discussione gli approcci tradizionali in materia di politica estera e di sicurezza ricorrendo a un ampio ventaglio di strumenti a livello di diplomazia, sicurezza, difesa, economia, commercio e sviluppo, come pure di strumenti umanitari, e aumentando l'indipendenza dell'approvvigionamento energetico; ritiene che la PESC dovrebbe essere più autorevole, efficace e fondata sui valori; sottolinea che la coerenza delle politiche per lo sviluppo è uno strumento straordinario per realizzare un approccio operativo globale a livello di UE conformemente agli obiettivi dell'agenda per lo sviluppo sostenibile per il 2030;

5.  accoglie con favore l'adozione della nuova strategia commerciale della Commissione "Commercio per tutti", volta a rafforzare i diritti umani nella politica commerciale e a utilizzare la posizione dell'UE in quanto blocco commerciale per promuovere i diritti umani nei paesi terzi; sottolinea che, a tal fine, saranno necessarie la totale convergenza e complementarietà delle iniziative di politica commerciale ed estera, compresa una stretta cooperazione tra le diverse DG, il SEAE e le autorità degli Stati membri; mette in evidenza l'importanza del gruppo di commissari per l'azione esterna presieduto dal VP/AR per rilanciare l'attuazione dell'approccio globale; esorta il VP/AR a presentare periodicamente relazioni sul lavoro del gruppo al Parlamento europeo; invita le delegazioni dell'UE ad attuare una programmazione congiunta in tutti i settori strategici dell'azione esterna onde evitare duplicazioni, risparmiare risorse, potenziare l'efficacia e individuare eventuali lacune;

6.  riconosce che i cambiamenti climatici potrebbero avere gravi conseguenze per la stabilità regionale e globale, poiché il riscaldamento globale incide sui conflitti riguardanti il territorio, il cibo, l'acqua e altre risorse, indebolisce le economie, minaccia la sicurezza regionale e genera flussi migratori; esorta ulteriormente l'UE e gli Stati membri a valutare in che modo si potrebbero integrare nella pianificazione militare a livello nazionale e unionale strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e quali capacità, priorità e risposte sarebbero considerate adeguate;

7.  invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare la loro capacità di contrastare le campagne di disinformazione e propaganda destinate ai cittadini dell'UE e dei suoi vicini; invita le istituzioni e gli Stati membri dell'UE a riconoscere che l'attuale guerra dell'informazione non è soltanto un problema esterno, ma anche interno all'Unione; deplora l'incapacità dell'UE di comunicare e presentare adeguatamente al pubblico europeo gli interventi, i meriti e le realizzazioni della politica di sicurezza e di difesa comune; esorta il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a colmare tale lacuna rendendo l'azione esterna dell'UE più responsabile e visibile;

8.  riconosce che la guerra dell'informazione e quella informatica rappresentano un tentativo deliberato a livello statale e non di destabilizzarne e denigrarne le strutture politiche, economiche e sociali; sottolinea al riguardo l'urgente necessità di includere la sicurezza e la difesa informatiche in tutte le politiche interne ed esterne dell'UE e nelle sue relazioni con i paesi terzi; invita gli Stati membri a creare un sistema automatizzato di condivisione delle informazioni relative alle minacce e agli attacchi informatici e ibridi; invita l'UE a sostenere nelle sedi internazionali la neutralità di un'infrastruttura di base aperta e globale di Internet; è inoltre convinto che l'UE debba impegnarsi con i propri partner e incrementare gli aiuti a favore dello sviluppo di capacità nell'ambito della cibersicurezza e della lotta contro la criminalità e il terrorismo informatici;

9.  ricorda l'impegno dell'UE a sviluppare una politica estera e di sicurezza comune ispirata ai principi della democrazia, dello Stato di diritto, dell'universalità e indivisibilità dei diritti umani e delle libertà fondamentali e del rispetto della carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale; ricorda il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia, che sottolinea l'importanza per l'Unione di includere le proprie politiche in materia di diritti umani e di genere nelle missioni e operazioni di gestione delle crisi; rammenta l'importanza della cosiddetta "clausola relativa ai diritti umani" inclusa in tutti gli accordi quadro siglati con i paesi terzi fin dai primi anni Novanta;

10.  ricorda che la politica di allargamento è una delle politiche dell'UE di maggiore successo e ha contribuito a garantire stabilità, democrazia e prosperità nel continente europeo; ribadisce pertanto il suo forte sostegno al processo di allargamento, a condizione che siano soddisfatti i criteri di Copenaghen, compresa la capacità di integrazione; sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione tra l'UE e i paesi candidati e potenziali candidati su questioni quali la migrazione, la sicurezza e la lotta contro il terrorismo, la criminalità organizzata e la tratta di esseri umani; invita i paesi candidati a compiere ogni possibile sforzo per allinearsi alla PESC/PSDC dell'UE;

11.  sottolinea l'impegno dell'UE a favore di un ordine internazionale improntato al diritto e di un efficace multilateralismo sotto la guida delle Nazioni Unite; riconosce il partenariato strategico UE-ONU per il mantenimento della pace e la gestione delle crisi in atto dal 2003; esorta l'UE e gli Stati membri a sostenere l'attività di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e a cooperare con tale organizzazione per rafforzare le capacità di mantenimento della pace delle organizzazioni regionali, in particolare l'Unione africana, tenendo conto anche del Fondo per la pace in Africa; invita gli Stati membri dell'Unione ad accrescere in misura significativa il loro contributo militare e di polizia alle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite; accoglie con favore l'impegno della strategia globale dell'UE a favore della NATO in quanto cardine della sicurezza collettiva dell'Europa e a favore del rafforzamento delle Nazioni Unite quale fondamento dell'ordine internazionale;

12.  sottolinea che le crisi attuali mettono in evidenza i limiti delle Nazioni Unite; invita l'Unione e gli Stati membri a esercitare tutta la loro influenza per tentare di riformare il Consiglio di sicurezza, in particolare con l'obiettivo di sopprimere il diritto di veto in caso di atrocità di massa;

13.  sottolinea che un'efficace attuazione della strategia globale dell'UE presentata a giugno 2016 dal VP/AR non è possibile senza forte impegno, titolarità, volontà politica e leadership da parte degli Stati membri; mette in risalto la necessità che gli Stati membri destinino risorse umane e finanziarie adeguate all'attuazione di tale strategia, in particolare nei settori cruciali della prevenzione dei conflitti, della sicurezza e della difesa; sottolinea i vantaggi pratici e finanziari dell'ulteriore integrazione delle capacità di difesa europee;

14.  plaude all'intenzione di concepire un piano di attuazione in materia di sicurezza e difesa; sottolinea che esso dovrebbe essere integrato da un processo sotto forma di Libro bianco, che specificherebbe il livello di ambizione, i compiti, i requisiti e le priorità in termini di capacità per la difesa europea; invita il VP/AR, in stretta collaborazione con gli Stati membri e la Commissione, a iniziare a lavorare prioritariamente a tale Libro bianco, in modo che i primi risultati siano disponibili nel 2017;

15.  accoglie con favore la proposta di una riflessione annuale sullo stato di avanzamento dell'attuazione della strategia; ritiene che tale riflessione dovrebbe svolgersi nel quadro di una discussione annuale al Parlamento europeo e sulla base di una relazione di attuazione elaborata dal VP/AR;

16.  è del parere che la strategia globale dovrebbe essere rivista periodicamente e che occorra fornire un'analisi sulla sua attuazione, in corrispondenza con il ciclo elettorale e l'entrata in carica di ciascuna nuova Commissione, al fine di verificare se i suoi obiettivi e le sue priorità siano ancora corrispondenti alle sfide e alle minacce da affrontare;

17.  mette in evidenza che l'azione esterna dell'UE deve essere basata su tre pilastri: diplomazia, sviluppo e difesa (in inglese "le tre D": Diplomacy, Development and Defence);

Assumerci la responsabilità della nostra sicurezza: prevenire, difendere, dissuadere, reagire

18.  pone l'accento sul fatto che l'UE deve rafforzare le proprie capacità in termini di sicurezza e di difesa, poiché può usare appieno le proprie potenzialità di potenza globale solo se combina il proprio ineguagliato "soft power" (potere di persuasione o "potere leggero") con lo "hard power" (potere di coercizione) nel quadro di un approccio globale dell'Unione; ricorda che capacità civili e militari più forti e comuni sono elementi chiave per consentire all'Unione europea di rispondere pienamente alle crisi, di sviluppare la resilienza dei partner e di proteggere l'Europa; rileva che, dal momento che la politica di potenza sta di nuovo dominando le relazioni internazionali, le capacità di difesa e di deterrenza sono cruciali per avere peso nei colloqui diplomatici; ribadisce, a tal proposito, che la politica di sicurezza e di difesa comune deve essere rafforzata e approfondita, dato che l'unico modo realistico di rafforzare le nostre capacità militari in un'epoca di restrizioni di bilancio consiste nel creare maggiori sinergie aumentando la cooperazione in materia di difesa in base alle esigenze di tutti gli Stati membri e puntando sugli investimenti; ritiene che una più forte cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa comporterebbe maggiore efficacia, unità ed efficienza e che solo una tale cooperazione approfondita permetterebbe all'UE e agli Stati membri di acquisire le capacità industriali e tecnologiche necessarie;

19.  è convinto che, con un bilancio dell'Unione già sottofinanziato e tenendo conto degli sforzi aggiuntivi per le operazioni, delle spese amministrative, delle azioni preparatorie e dei progetti pilota nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune, siano necessari anche finanziamenti supplementari da parte degli Stati membri, nonché sforzi per rafforzare le sinergie; invita la Commissione e gli Stati membri a cogliere l'opportunità della revisione/riesame in corso del quadro finanziario pluriennale (QFP) per rispondere alle esigenze di bilancio relative alle crescenti sfide per la sicurezza; invita gli Stati membri a incrementare la spesa per la difesa in modo da conseguire gli obiettivi in materia di capacità fissati dalla NATO, che richiedono un livello minimo di spesa destinata alla difesa pari al 2 % del PIL; sottolinea che un migliore coordinamento e una ridotta sovrapposizione delle attività dell'UE e degli Stati membri consentirebbero di risparmiare e riassegnare fondi;

20.  è dell'opinione che sia di fondamentale importanza rendere finalmente operativi gli strumenti previsti dal trattato di Lisbona, in particolare la cooperazione strutturata permanente (PESCO: Permanent Structured Cooperation); ritiene che un approccio flessibile e inclusivo che incoraggi la partecipazione aperta e proattiva di tutti gli Stati membri sia essenziale per l'attuazione della PESCO; accoglie con favore il documento congiunto dei ministri della Difesa di Francia e Germania sul "rinnovo della PSDC" e la proposta italiana per il rafforzamento della difesa europea, e sostiene pienamente il loro obiettivo di prendere una decisione positiva sull'istituzione della PESCO al Consiglio "Affari esteri e difesa" di novembre 2016; invita il VP/AR a prendere la guida di questa iniziativa e a fare lo stesso per altre recenti proposte volte a rafforzare la PSDC, al fine di aprire la strada a ulteriori ambiziose decisioni in materia di PSDC da adottare in occasione del Consiglio "Affari esteri e difesa" di novembre e del Consiglio europeo di dicembre, tra cui le seguenti:

•  istituzione di un quartier generale civile-militare permanente, con una capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) e una capacità civile di pianificazione e condotta (CPCC) di pari importanza, che rafforzi la pianificazione strategica e operativa, rinsaldi la cooperazione civile-militare e migliori la capacità dell'UE di reagire prontamente alle crisi;

•  potenziamento degli strumenti di reazione rapida dell'UE, in particolare migliorando ulteriormente l'utilizzabilità dei gruppi tattici, rendendo operativo l'articolo 44 e rafforzando Eurocorps nonché facendone maggior uso per missioni e operazioni della PSDC;

·estensione del finanziamento comune delle operazioni in ambito PSDC, anche attraverso una revisione urgente e approfondita del meccanismo Athena, che includerebbe la dichiarazione relativa ai gruppi tattici ed è necessaria per garantire che le missioni dell'UE possano essere finanziate con fondi collettivi anziché dai singoli Stati membri partecipanti, rimuovendo in tal modo un potenziale ostacolo affinché gli Stati membri impegnino le loro forze;

·creazione di una formazione "Difesa" del Consiglio;

21.  incoraggia una revisione dell'approccio dell'UE alle missioni civili della PSDC, dalla natura degli interventi ai loro obiettivi e alle persone coinvolte, in modo da garantire che tali missioni siano concepite, attuate e sostenute in maniera adeguata; si compiace dei progressi compiuti nelle missioni e operazioni in ambito PSDC nonostante le loro carenze; chiede una maggiore flessibilità delle norme finanziarie dell'UE al fine di migliorare la capacità di quest'ultima di rispondere alle crisi, nonché l'attuazione delle disposizioni del trattato di Lisbona in vigore; sostiene l'istituzione di fondi di avviamento per il finanziamento urgente delle fasi iniziali delle operazioni militari; ritiene che una nuova procedura decisionale più efficace riguardo alle missioni militari dell'UE potrebbe migliorare l'agilità e la forza dell'UE nel far fronte alle minacce e alle crisi, pur riconoscendo che la decisione se fornire o meno truppe a tali missioni deve essere presa a livello degli Stati membri;

22.  ribadisce che qualsiasi decisione di progredire verso un'Unione europea della difesa, compresi lo sviluppo di una più forte cooperazione strutturata permanente e la creazione di strumenti di difesa comuni, deve essere adottata all'unanimità dagli Stati membri dell'UE;

23.  deplora che la Commissione europea, il Servizio europeo per l'azione esterna, l'Agenzia europea per la difesa e gli Stati membri non abbiano ancora assolto appieno l'insieme dei compiti conferiti loro dal consiglio "Affari esteri" del 2013 e dai Consigli europei del 2013 e del 2015; esorta il VP/AR e il commissario responsabile per il mercato interno, l'industria, l'imprenditoria e le PMI a presentare una valutazione dello stato di attuazione delle decisioni precedenti del Parlamento prima di proporre nuovi compiti; esorta ad accelerare il lavoro in corso per il piano d'azione europeo in materia di difesa e l'impegno della Commissione per massimizzare la cooperazione nel campo della difesa, anche attraverso incentivi in settori quali il mercato interno, gli appalti pubblici, la ricerca, i trasporti, lo spazio, l'informatica, l'energia e le politiche industriali; prende atto della proposta del Presidente francese di un Fondo europeo per la sicurezza e la difesa, e sostiene lo sviluppo di concetti nuovi e innovativi di finanziamento e di investimento, anche attraverso la Banca europea per gli investimenti e i partenariati pubblico-privato;

24.  osserva che, poiché gli Stati membri hanno difficoltà a mantenere un'ampia gamma di capacità di difesa pienamente operative, sono necessari un maggior coordinamento e scelte più chiare sulle capacità da mantenere, affinché gli Stati membri possano specializzarsi in determinate capacità; evidenzia i vantaggi pratici e finanziari di un'ulteriore integrazione delle capacità di difesa europee e rileva le diverse attività in corso a tal fine che andrebbero incluse in un quadro più ampio per definire una tabella di marcia intelligente; sostiene le proposte relative a un "semestre europeo per la difesa" e invita il VP/AR a presentare proposte concrete in tal senso; ritiene che l'interoperabilità sia fondamentale ai fini di una maggiore compatibilità e integrazione delle forze degli Stati membri; incoraggia gli Stati membri a valutare nuove modalità per l'acquisto, la manutenzione e l'aggiornamento congiunti delle forze e dei materiali;

25.  plaude al ruolo dell'Agenzia europea per la difesa nel promuovere e coordinare lo sviluppo delle capacità, e ne chiede il rafforzamento, in particolare mediante un aumento del suo bilancio; ribadisce che i costi del personale e i costi operativi dovrebbero essere finanziati con il bilancio dell'Unione; esorta il VP/AR e gli Stati membri a rivedere l'organizzazione, le procedure e le attività pregresse dell'Agenzia europea per la difesa;

26.  ricorda che l'Europa deve mantenere una base industriale e tecnologica competitiva e innovativa, in grado di sviluppare e di produrre le capacità necessarie; rammenta che un mercato della difesa integrato e il consolidamento dell'industria europea della difesa sono assolutamente necessari per realizzare economie di scala e migliorare l'efficienza;

27.  accoglie con favore la proposta del Presidente Juncker di creare un Fondo europeo per la difesa che dia impulso alla ricerca e all'innovazione; accoglie con favore le attività in corso per mettere a punto un'azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa, alla quale dovrebbe seguire un importante programma europeo di ricerca in materia di difesa finanziato dall'UE nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale, comprese risorse finanziarie aggiuntive fornite dagli Stati membri;

28.  chiede che l'UE svolga un ruolo più attivo nel settore del disarmo, della non proliferazione e del controllo delle armi; invita il Consiglio a permettere al VP/AR di svolgere un ruolo più attivo nella risoluzione dei conflitti e nella costruzione della pace;

29.  riconosce la crescente interdipendenza tra sicurezza interna ed esterna ed è dell'opinione che le attuali sfide sul piano della sicurezza richiedano una profonda analisi critica delle nostre politiche in materia, con l'obiettivo di creare una politica coerente e unificata che riguardi sia la dimensione interna che quella esterna, comprendendo aspetti quali la lotta al terrorismo, la sicurezza informatica, la sicurezza energetica, le minacce ibride, la comunicazione strategica e le infrastrutture critiche; esorta i servizi di sicurezza degli Stati membri a potenziare il coordinamento e la cooperazione fra loro e ad aumentare lo scambio di intelligence e di informazioni, e invita tutti gli Stati membri ad adempiere all'obbligo giuridico di condividere le informazioni di intelligence con Europol ed Eurojust nel quadro della lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata; esorta l'UE a rafforzare ulteriormente la collaborazione e lo scambio di informazioni di intelligence con i paesi terzi nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata, nel rispetto del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani; plaude all'avvio dell'Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera;

30.  accoglie con favore la dichiarazione congiunta sulla cooperazione NATO-UE adottata durante il vertice di Varsavia; sostiene pienamente la maggiore cooperazione tra la NATO e l'UE nell'ambito della sicurezza informatica, della migrazione, della comunicazione strategica e della risposta alle minacce ibride; invita il VP/AR a presentare proposte specifiche per dare seguito alla dichiarazione congiunta di Varsavia entro la fine del 2016; è convinto che la NATO sia essenziale per la sicurezza collettiva dell'Europa e insiste nel contempo sulla necessità di mantenere capacità di risposta dell'UE adeguate; rammenta che una NATO e un'UE più forti sono complementari e si rafforzano reciprocamente; accoglie con favore l'impegno della strategia globale dell'UE a favore della NATO in quanto cardine della sicurezza collettiva dell'Europa; evidenzia che l'UE dovrebbe impiegare al meglio le risorse disponibili per la sicurezza e la difesa ed evitare eventuali duplicazioni; ritiene altresì che l'UE e gli Stati membri debbano lavorare più strettamente con la NATO per garantire che le iniziative di difesa intelligente dell'Alleanza e di messa in comune e condivisione dell'UE siano complementari e si rafforzino reciprocamente;

31.  evidenzia che la sicurezza degli Stati membri dell'UE è indivisibile e che, in linea con l'articolo 42, paragrafo 7, TUE, tutti gli Stati membri devono beneficiare del medesimo livello di sicurezza e devono pertanto provvedere e contribuire in maniera uguale e proporzionata alla sicurezza dell'UE, nonché rispettare gli impegni assunti; osserva altresì che, ai sensi di detto articolo, ciò non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri;

32.  riconosce la necessità di cercare soluzioni creative per la cooperazione tra l'UE e il Regno Unito nell'ambito della PESC/PSDC;

33.  ritiene che sia fondamentale rafforzare l'architettura europea di sicurezza, che si basa sull'atto finale di Helsinki del 1975 e i suoi quattro "pilastri" e che è stata gravemente danneggiata dagli interventi militari illegali della Russia in Crimea e nell'Ucraina orientale;

34.  è dell'opinione che sia il momento di definire una strategia nuova e più realistica per le relazioni dell'UE con la Russia, basate su una dissuasione credibile ma anche sul dialogo in settori di interesse comune, come la lotta al terrorismo, la non proliferazione e il commercio; sottolinea, nel contempo, l'importanza di investire maggiormente nella cooperazione con la società civile russa e nel sostegno a favore della stessa, al fine di rafforzare le relazioni UE-Russia a lungo termine; evidenzia che le sanzioni erano necessarie per rispondere all'ulteriore aggressione russa in Ucraina e si sono dimostrate il più efficace mezzo di dissuasione di tale aggressione; rammenta che la sospensione delle sanzioni correlate è subordinata alla piena attuazione degli accordi di Minsk; sostiene appieno l'imposizione da parte dell'UE di misure restrittive nei confronti di persone ed entità in Russia in risposta all'annessione illegittima della Crimea e alla deliberata destabilizzazione dell'Ucraina, e insiste sul fatto che l'UE dovrebbe riservarsi la possibilità di imporre ulteriori sanzioni graduali, in particolare nei confronti di prodotti di alta tecnologia nel settore del petrolio, del gas, dell'informatica e degli armamenti, nel caso in cui la Russia continui a violare il diritto internazionale; ritiene che sia nell'interesse comune dell'Unione e della Russia intrecciare migliori relazioni, a condizione che venga applicato il diritto internazionale;

35.  esorta gli Stati membri dell'UE e la comunità internazionale a inviare un messaggio all'unisono al governo russo comunicandogli chiaramente che le sue azioni avranno dei costi e delle conseguenze; chiede inoltre una distensione dell'attuale crisi e insiste sulla necessità che l'UE e gli Stati membri collaborino con i partner internazionali per esercitare pressioni diplomatiche, politiche ed economiche sul governo russo affinché ponga fine all'aggressione; accoglie con favore, in tale contesto, le decisioni del vertice NATO di Varsavia; sottolinea il proprio impegno a favore dell'unità, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina; sottolinea l'invalidità delle elezioni tenutesi nei territori occupati della Crimea;

36.  ritiene che sia importante trovare un modo per allentare le attuali tensioni e avviare un dialogo costruttivo con la Russia al fine di individuare misure volte a ridurre il rischio di incomprensioni ed errori di valutazione pericolosi; sottolinea l'importanza di una maggiore trasparenza reciproca nelle attività militari, al fine di evitare incidenti aerei e marittimi con la Russia, ed evidenzia la necessità di sviluppare standard comuni per la gestione di possibili incidenti e inconvenienti; ritiene che i voli militari non cooperativi sprovvisti di transponder attivi rappresentino un grave pericolo per l'aviazione civile e, pertanto, reputa necessario elaborare misure che consentano di individuarli il prima possibile e definire una strategia internazionale per porre fine a tali rischi per la sicurezza; ritiene altresì che la cooperazione con la Russia in occasione del recente accordo sul nucleare con l'Iran offra la speranza di un miglioramento delle relazioni in altri settori, anche con la NATO, al fine di allentare le tensioni come quelle presenti nel Baltico, in Siria e in Ucraina;

37.  esorta l'UE a intensificare la cooperazione con i paesi del partenariato orientale, al fine di rafforzarne le istituzioni democratiche, la resilienza e l'indipendenza, anche avviando vere e proprie missioni ambiziose nell'ambito della PSDC con il compito di migliorare la sicurezza e la stabilità; invita l'UE a svolgere un ruolo più attivo ed efficace nella risoluzione dei conflitti e nella costruzione della pace; invita gli Stati membri a incrementare gli aiuti all'Ucraina, anche sotto forma di sistemi di difesa adeguati, al fine di scoraggiare un'escalation militare nell'Ucraina orientale, a trasformare la East StratCom in una struttura permanente dell'UE e a destinare adeguate risorse umane e finanziarie per migliorarne il funzionamento; sostiene inoltre le aspirazioni europee di tali paesi e i loro programmi di riforma in ambiti quali lo Stato di diritto, l'economia, la pubblica amministrazione, la lotta alla corruzione e la tutela delle minoranze;

38.  ricorda l'impegno dell'UE nei confronti dei suoi partner vicini e nel sostenere le riforme politiche e sociali, consolidare lo Stato di diritto, tutelare i diritti umani e promuovere lo sviluppo economico, in quanto si tratta dei migliori strumenti per rafforzare l'ordine internazionale e assicurare la stabilità nel proprio vicinato; riconosce che la politica dell'UE non deve adottare un approccio indifferenziato e che deve pertanto mostrare maggiore flessibilità e capacità di risposta alle mutevoli situazioni del suo vicinato orientale e meridionale; constata che lo strumento europeo di vicinato nella sua forma rivista non ha realizzato i propri obiettivi, in particolare per quanto concerne il principio "più progressi, più aiuti"; esorta a prendere in considerazione un'impostazione "less for less" (minori aiuti a fronte di un minore impegno) per quanto riguarda i paesi che arretrano in termini di governance, democrazia e diritti umani;

39.  evidenzia che l'approfondimento delle relazioni con gli Stati Uniti e il Canada è un aspetto di interesse strategico per l'UE e che, al tempo stesso, è importante che l'Unione rafforzi le sue relazioni con l'America centrale e meridionale, non solo per consolidare il partenariato biregionale, ma anche per affrontare congiuntamente le principali sfide globali; riconosce che l'UE è di gran lunga il partner economico più importante per gli Stati Uniti e viceversa, e che, al contempo, entrambi sono alleati internazionali strategici sia a livello bilaterale che nel quadro della NATO su questioni quali l'accordo sul nucleare con l'Iran, la Siria e l'Ucraina; incoraggia l'UE e i suoi Stati membri a garantire la continuità di tale relazione, fondata su valori comuni, dopo le elezioni presidenziali statunitensi di novembre;

Sviluppare resilienza e investire in un autentico approccio globale: sviluppo, sostegno e potenziamento

40.  evidenzia che attualmente la garanzia della pace e della stabilità nel nostro continente, nel nostro vicinato e in Africa deve essere al centro dell'azione europea; riconosce che non può esservi sviluppo sostenibile senza sicurezza e che lo sviluppo sostenibile è la condizione necessaria per la sicurezza, la stabilità, la giustizia sociale e la democrazia; è del parere che occorra affrontare le cause alla radice dell'instabilità e della migrazione irregolare e forzata, ossia povertà, mancanza di opportunità economiche, conflitti armati, malgoverno, cambiamenti climatici, violazioni dei diritti umani, disuguaglianza e politiche commerciali che non fanno fronte a tali sfide; ritiene che la sicurezza, lo sviluppo economico e sociale e il commercio facciano parte della stessa strategia globale e debbano essere conformi al principio di coerenza delle politiche per lo sviluppo sancito dall'articolo 208 del trattato di Lisbona; sollecita l'adozione di misure a livello europeo e internazionale (ONU/G20) contro i trasferimenti finanziari illegali in uscita dall'Africa;

41.  pone l'accento sul fatto che l'UE deve prestare particolare attenzione al miglioramento delle condizioni di vita nei paesi del suo vicinato, usando tutti gli strumenti politici disponibili, compresi gli scambi commerciali, gli aiuti allo sviluppo, la politica ambientale e la diplomazia, nonché le capacità di gestione delle crisi; si compiace, a tale riguardo, dei nuovi partenariati dell'UE in materia di migrazione e del piano di investimenti esteri e chiede di essere coinvolto nell'attuazione di questi strumenti; sottolinea la necessità di sviluppare un nuovo approccio nei confronti dell'Africa, fondato sui valori e i principi dell'UE, che garantisca migliori opportunità per gli scambi commerciali, gli investimenti, l'accesso all'energia e la crescita economica e sostenga i paesi africani nella costruzione di istituzioni democratiche, trasparenti ed efficaci, nonché nell'attuazione di misure per attenuare l'impatto dei cambiamenti climatici; è convinto che l'UE debba rivedere le proprie politiche relative allo sviluppo e agli scambi commerciali per assicurarsi che siano in linea con i propri valori e contribuiscano al raggiungimento di tali obiettivi; invita l'Unione europea, e in particolare gli Stati membri, a contrastare i trasferimenti finanziari illeciti e ad aumentare sensibilmente i rispettivi impegni finanziari nella regione, anche attraverso il Fondo fiduciario per l'Africa, il piano di investimenti esterni e il Fondo europeo di sviluppo; sottolinea l'importante ruolo dell'UE nel raggiungimento degli obiettivi dell'agenda 2030; ritiene che il settore privato possa svolgere un ruolo importante nell'ambito dello sviluppo se opera all'interno di un quadro giuridicamente vincolante che definisca le responsabilità delle imprese in materia di rispetto dei diritti umani, sociali e ambientali;

42.  riconosce che la fornitura di aiuti dell'UE alle vittime di calamità, ai rifugiati e ad altre persone bisognose ha dato esiti contrastanti;

43.  sottolinea inoltre la necessità di intensificare la lotta contro le cause alla radice del terrorismo e della radicalizzazione, che colpiscono prevalentemente l'Africa occidentale, il Sahel, il Corno d'Africa e il Medio Oriente e che prendono come bersaglio l'Europa in misura senza precedenti; esorta l'UE a intraprendere sforzi diplomatici concertati, insieme agli Stati Uniti d'America e agli altri alleati internazionali, per convincere i partner della regione, quali Turchia, Arabia Saudita e Iran, della necessità di una strategia comune e con fondamenti giuridici volta a far fronte a tale minaccia globale; incoraggia inoltre gli sforzi di cooperazione e coordinamento con altri paesi nell'ambito di tale lotta ed esorta gli attori statali e non statali della regione ad astenersi dal fomentare ulteriori tensioni settarie ed etniche; esprime forti preoccupazioni per le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e delle norme internazionali in materia di diritti umani nello Yemen, tra cui il bombardamento di un funerale a Sanaa l'8 ottobre; chiede urgentemente un'indagine internazionale indipendente su questa e altre violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani; invita l'UE e gli Stati membri a sospendere qualsiasi forma di cooperazione nello Yemen finché tali violazioni non saranno oggetto di un'indagine e i responsabili non saranno chiamati a rispondere dei loro atti; chiede la revoca immediata del blocco imposto allo Yemen e invita tutte le parti del conflitto a riprendere il dialogo e ad adoperarsi per un cessate il fuoco sostenibile; insiste sul fatto che non può esservi una soluzione militare al conflitto;

44.  incoraggia a creare dei quadri tematici per proporre una cooperazione tra l'Unione, i paesi partner del vicinato meridionale e i principali attori regionali, segnatamente in Africa, in relazione a questioni regionali come la sicurezza, lo sviluppo, l'energia e la gestione dei flussi migratori; è del parere che il nostro vicinato darebbe prova di maggiore resilienza se si organizzasse nel quadro di una cooperazione regionale capace di fornire risposte comuni alle sfide, tra l'altro, in materia di migrazione, terrorismo e sviluppo; invita pertanto l'UE a collaborare con i suoi vicini del Maghreb per rilanciare e sviluppare ulteriormente l'Unione del Maghreb arabo;

45.  rammenta che la regione del Sahel e le altre zone ad essa connesse geograficamente rappresentano regioni prioritarie per garantire la sicurezza dell'Unione europea e pone l'accento sulla fragile situazione della sicurezza in tali zone e sulle eventuali conseguenze degli attuali disordini; invita l'UE ad adoperarsi per rafforzare la cooperazione con i paesi del Nord Africa e del Sahel nella lotta contro le crescenti attività terroristiche nella regione sahelo-sahariana; sottolinea che le difficili condizioni di vita in alcuni luoghi possono spingere una parte della popolazione verso l'alternativa del terrorismo islamico; incoraggia lo sviluppo di una strategia coerente e solida per la regione del Sahel, volta a migliorare la governance nonché la responsabilità e la legittimità delle istituzioni statali e regionali, a rafforzare la sicurezza, a contrastare la radicalizzazione, la tratta di essere umani e il traffico di armi e stupefacenti, e a consolidare le politiche economiche e di sviluppo; è convinto che il rafforzamento delle capacità delle organizzazioni regionali e subregionali, soprattutto in Africa, sia cruciale ai fini della prevenzione e risoluzione dei conflitti e della cooperazione in materia di sicurezza; sottolinea che l'UE deve fornire una reale risposta alla situazione relativa alla sicurezza, non solo in termini economici, ma anche politici e militari;

46.  evidenzia l'importanza di trovare una soluzione sostenibile al conflitto in Siria, in linea con il processo di transizione enunciato nel comunicato di Ginevra e nella risoluzione 2254 (2015) del Consiglio di sicurezza dell'ONU; sostiene gli sforzi a guida ONU volti a facilitare i negoziati fra tutte le parti del conflitto siriano per un accordo politico inclusivo; chiede al VP/AR di elaborare con urgenza una strategia europea per la Siria; è convinto che i negoziati bilaterali tra la Russia e gli Stati Uniti non saranno sufficienti per dare una risposta sostenibile alla crisi siriana; invita l'UE a discostarsi dalla propria posizione di marginalizzazione diplomatica e a usare il proprio peso nei confronti di attori chiave quali l'Iran, l'Arabia Saudita, la Turchia, il Qatar e la Russia per garantire che assumano una posizione costruttiva e si astengano dal contribuire a un ulteriore aggravamento della situazione; continua a esortare tutti i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a onorare le proprie responsabilità riguardo alla crisi siriana; ricorda il reiterato esercizio del diritto di veto da parte della Russia e di altri paesi in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e ritiene che ciò sia in contrasto con gli sforzi internazionali di pace e risoluzione del conflitto in Siria e nella regione; evidenzia che occorre valutare la possibilità di imporre sanzioni nei confronti di tutte le persone ed entità implicate in crimini contro l'umanità in Siria; esprime profonda preoccupazione per le violazioni diffuse e massicce del diritto internazionale umanitario e delle norme internazionali in materia di diritti umani perpetrate da tutte le parti del conflitto siriano e sottolinea l'importanza di garantire che i responsabili rispondano di tali atti; ribadisce il proprio sostegno ai paesi confinanti con la Siria che stanno affrontando enormi sfide legate all'accoglienza di milioni di rifugiati; ribadisce il proprio pieno sostegno all'indipendenza, all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Iraq e della Siria, nel pieno rispetto dei diritti di tutti i gruppi etnici e religiosi;

47.  riconosce il ruolo della Turchia quale importante partner per risolvere il conflitto in Siria, contrastare l'IS/Daesh in Siria e Iraq e affrontare la crisi migratoria; condanna fermamente il tentato colpo di Stato militare ai danni del governo democraticamente eletto della Turchia; incoraggia il governo turco a tutelare l'ordine costituzionale, sottolineando nel contempo l'importanza del rispetto dei diritti umani, dello Stato di diritto, della libertà d'espressione e dell'indipendenza della magistratura e dei media nel periodo immediatamente successivo al colpo di Stato, in linea con i propri impegni in qualità di membro del Consiglio d'Europa; sottolinea che la Turchia dovrebbe cooperare strettamente con il Consiglio d'Europa al fine di garantire che tutte le procedure rispettino lo Stato di diritto; è allarmato per la natura repressiva e la portata dell'epurazione avviata dopo il tentato colpo di Stato, che ha comportato un grave arretramento delle libertà fondamentali e dei diritti umani in Turchia; è particolarmente preoccupato riguardo all'aumento dei casi di uso eccessivo della forza da parte della polizia e di maltrattamenti dei detenuti, all'impunità persistente per le violazioni dei diritti umani e all'erosione dell'indipendenza della magistratura;

48.  sottolinea la necessità di giungere a una soluzione del conflitto mediorientale basata su due Stati – secondo i parametri stabiliti dalle conclusioni del Consiglio del luglio 2014 – che assicuri uno Stato di Israele sicuro e uno Stato di Palestina capace di esistenza autonoma sulla base dei confini del 1967 e che risolva le questioni relative allo status permanente allo scopo di porre fine al conflitto; invita l'UE ad assumersi la propria responsabilità e diventare un vero e proprio attore e facilitatore nel processo diplomatico; invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri ad adottare provvedimenti urgenti per salvaguardare la fattibilità della soluzione basata su due Stati e a creare una dinamica positiva che conduca a veri e propri negoziati di pace; invita le autorità israeliane a cessare immediatamente la loro politica di insediamenti e a fare marcia indietro; sottolinea che il rispetto del diritto internazionale umanitario e della normativa internazionale in materia di diritti umani da parte di tutti e in qualsiasi circostanza resta un presupposto essenziale per giungere a una pace giusta e duratura; pone l'accento sull'importanza di garantire la coerenza della politica dell'UE rispetto a situazioni di occupazione o annessione di territori;

49.  ritiene che la lotta contro i trafficanti di esseri umani sia possibile solo in presenza di una cooperazione con i paesi dell'altra sponda del Mediterraneo e di tutta l'Africa che si basi sul rispetto dei diritti umani; ritiene, a tal proposito, che l'Unione europea e gli Stati membri debbano cooperare con i partner internazionali per affrontare i fattori di spinta alla base della migrazione;

50.  sostiene con vigore il rafforzamento della "responsabilità di proteggere" (R2P) quale importante principio che guida il lavoro dell'Unione europea e degli Stati membri in tutti gli scenari di conflitto, nonché in materia di diritti umani e di sviluppo;

Il potere della diplomazia europea: conoscenza, impegno e impatto

51.  sottolinea l'immenso potenziale dell'UE quale superpotenza diplomatica, che poggia sul vasto ventaglio di strumenti a nostra disposizione e sul nostro potere normativo nell'ambito della democrazia, della libertà e dei diritti umani; sottolinea, in tale contesto, il ruolo centrale di coordinamento svolto dal vicepresidente/alto rappresentante, dal SEAE e dalle delegazioni dell'Unione nei paesi terzi;

52.  reputa che si dovrebbe dedicare un'attenzione particolare a prevenire i conflitti, affrontare le cause profonde dell'instabilità e garantire la sicurezza delle persone; riconosce che le azioni tempestive di prevenzione dei rischi a lungo termine di conflitti violenti sono più efficaci e meno dispendiose in termini di tempo e denaro rispetto alle operazioni di mantenimento della pace; esorta l'UE a dar prova di leadership politica per quanto riguarda la diplomazia preventiva e la mediazione dei conflitti; giudica positivamente, a tale proposito, il ruolo svolto dal sistema di allerta rapida di prevenzione dei conflitti dell'UE, dalla squadra di supporto alla mediazione del SEAE e dall'Istituto europeo per la pace; invita a sviluppare ulteriormente le capacità dell'UE di prevenzione e di mediazione dei conflitti; sottolinea che la partecipazione delle donne ai colloqui per la risoluzione dei conflitti è essenziale per promuovere i diritti e la partecipazione delle donne e rappresenta un primo passo verso la loro piena inclusione nei futuri processi di transizione; invita il VP/AR e la Commissione ad aumentare le risorse finanziarie e amministrative destinate a gestire la mediazione, il dialogo, la riconciliazione e la risposta alle crisi; esorta gli Stati membri ad attenersi rigorosamente alle norme stabilite dalla posizione comune dell'Unione europea sulle esportazioni di armi e a cessare il commercio di armi con i paesi terzi che non soddisfano i criteri elencati; insiste affinché l'UE intensifichi il dialogo e la cooperazione politici sul disarmo, sulla non proliferazione e sul controllo delle armi;

53.  incoraggia vivamente ulteriori negoziati per la riunificazione di Cipro onde giungere a una conclusione rapida e positiva;

54.  ritiene che l'Unione europea e i suoi Stati membri debbano elaborare un'efficace politica estera, di sicurezza e di difesa che rispetti gli interessi nazionali e che miri nel contempo alla cooperazione con i partner internazionali, le Nazioni Unite, le ONG, i difensori dei diritti umani e altri soggetti su questioni di interesse comune, nell'ottica di promuovere la pace, la prosperità e la stabilità in tutto il mondo; sottolinea la necessità di una stretta collaborazione con le altre potenze mondiali e regionali contro le minacce e le sfide globali; mette in rilievo, nello specifico, l'importanza fondamentale delle relazioni transatlantiche, fondate su interessi e valori comuni; osserva che il rilancio dei partenariati strategici, finalizzato a trasformarli in uno strumento efficace di politica estera, dovrebbe essere una priorità per l'UE;

55.  è del parere che l'UE dovrebbe migliorare e intensificare i suoi sforzi diplomatici in Asia, anche con l'ASEAN, al fine di contribuire a una maggiore stabilità e sicurezza nelle zone di conflitto dove si sono inasprite le tensioni, lavorando a stretto contatto con i partner della regione e rispettando il diritto internazionale, anche nel Mar cinese meridionale e nell'Oceano indiano, e al fine di affrontare le questioni relative alla tutela dei diritti umani e dello Stato di diritto; rileva che l'UE dovrebbe continuare a sostenere lo sviluppo di relazioni pacifiche tra la Cina e i paesi vicini nel Mar cinese meridionale, tra cui Vietnam, Taiwan e Filippine, attraverso meccanismi bilaterali costruttivi così come meccanismi multilaterali inclusivi; ritiene che il rafforzamento e il rinnovamento delle strutture dell'ordine internazionale non possano essere realizzati senza il coinvolgimento dell'Asia e in particolare della Cina; sottolinea che, alla luce delle ambizioni globali della Cina, i rapporti UE-Cina devono andare oltre i legami economici e abbracciare altri ambiti, ponendo l'accento sul ruolo della Cina in seno alle Nazioni Unite, sulla sua influenza nei conflitti regionali nei paesi a essa vicini e sul suo contributo nel far fronte alle sfide globali;

56.  invita l'Unione europea a non abbandonare completamente le zone attualmente di minore interesse strategico, ma che in futuro potrebbero diventare nuovamente rilevanti sia dal punto di vista economico che dal punto di vista umano e militare, come ad esempio l'Asia centrale, l'Africa sub-sahariana o l'Artico, e che sono oggetto di particolare attenzione da parte delle altre potenze mondiali;

57.  ricorda l'importanza del potere normativo dell'Europa e chiede di rafforzare ulteriormente la diplomazia culturale e scientifica dell'UE nell'ottica di diffondere e promuovere al di là dei nostri confini i punti di forza e i valori europei; sottolinea inoltre il potere della diplomazia economica, tra cui le sanzioni, quale strumento per attuare le politiche dell'UE;

58.  evidenzia il ruolo della diplomazia parlamentare nel rafforzare la cooperazione politica con i partner dell'UE;

59.  sottolinea la necessità di rafforzare il ruolo dei parlamenti nazionali nell'attuazione della politica estera e di sicurezza comune, anche mediante una cooperazione più intensa tra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali sulle questioni di politica estera e di sicurezza dell'UE;

60.  pone l'accento sul ruolo degli attori non statali e delle organizzazioni della società civile quali attori della diplomazia e partner chiave dell'UE, sottolineando l'importanza dell'assistenza e dell'impegno dell'UE in loro favore;

61.  sottolinea la necessità di accelerare il consolidamento di un autentico servizio diplomatico europeo e, nello specifico, di rafforzare le sue competenze tematiche, le sue capacità di previsione e pianificazione strategica, nonché il settore dell'intelligence; ritiene importante assegnare alle rappresentanze del SEAE in zone di crisi anche una funzione consolare al fine di assistere i cittadini dell'UE; insiste sulla necessità di trovare un giusto equilibrio tra il personale distaccato dai servizi diplomatici degli Stati membri e i funzionari UE presso il SEAE, anche a livello di posizioni dirigenziali;

62.  pone l'accento sul fatto che i mezzi finanziari disponibili per l'azione esterna dell'UE non sono commisurati alle sfide odierne; chiede a tale proposito, nel contesto dell'imminente riesame intermedio, un incremento sostanziale delle risorse disponibili nell'ambito della rubrica IV del Quadro finanziario pluriennale;

63.  chiede maggiore responsabilità e trasparenza, in particolare per quanto riguarda la negoziazione di accordi internazionali;

64.  si rammarica profondamente del bilancio limitato di circa 320 milioni di EUR (0,2 % del bilancio dell'Unione) destinato alla politica estera e di sicurezza comune dell'UE (PESC) e chiede una migliore gestione dei flussi finanziari ai fini dell'esecuzione di tale bilancio; sottolinea che la dotazione di bilancio decisa per il 2016 si è mantenuta allo stesso livello del 2015 e che il margine disponibile a fine marzo ammontava a 170 milioni di EUR, a seguito dell'approvazione di 5 milioni supplementari per misure di sicurezza nel quadro della missione dell'Unione europea in Mali (EUCAP Sahel Mali) e di 10 milioni per la missione dell'Unione europea di assistenza alla gestione integrata delle frontiere in Libia (EUBAM Libia); si dichiara preoccupato per la scarsità delle risorse disponibili in considerazione degli impegni cui occorrerà far fronte nel corso del 2016, dal momento che solo per proseguire le missioni che giungeranno a scadenza nel 2016 si prevede un bilancio suppletivo di 169 milioni di EUR;

65.  sottolinea il ruolo importante della cultura nella politica esterna dell'UE per promuovere il dialogo, la comprensione e l'apprendimento reciproci; sottolinea che le politiche mirate in materia di cultura e istruzione possono sostenere gli obiettivi chiave della politica estera e di sicurezza dell'UE e concorrere a rafforzare la democrazia, lo Stato di diritto e la tutela dei diritti umani; ribadisce il ruolo del dialogo interculturale e interreligioso nella lotta all'estremismo, alla radicalizzazione e all'emarginazione; invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a tenere presenti la diplomazia culturale e il dialogo interculturale negli strumenti per le relazioni esterne dell'UE e nell'agenda dell'UE per lo sviluppo; invita il SEAE e le delegazioni dell'Unione in tutto il mondo a nominare un addetto culturale in ogni rappresentanza UE nei paesi terzi partner; sottolinea inoltre il ruolo cruciale dell'istruzione nel promuovere la cittadinanza e le competenze interculturali, nonché nel realizzare migliori prospettive economiche e migliorare la salute; incoraggia gli attuali sforzi della Commissione volti a rafforzare il ruolo della cooperazione nel campo della scienza e della ricerca quali strumenti di persuasione ("soft power") nelle relazioni esterne europee; sottolinea come lo scambio scientifico possa contribuire alla creazione di coalizioni e alla risoluzione dei conflitti, soprattutto nel quadro delle relazioni con i paesi limitrofi dell'UE;

°

°  °

66.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio e alla Commissione.

PARERE DI MINORANZA

sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune (2016/2036(INI))

Commissione per gli affari esteri, relatore: Elmar Brok

Parere di minoranza presentato dagli onn. Sabine Lösing, Javier Couso Permuy, Jean-Luc Mélenchon, Takis Hadjigerogiou, membri del gruppo GUE/NGL

La relazione afferma che l'Unione europea ha portato pace, stabilità e prosperità ai suoi cittadini e ai paesi vicini e sottolinea che essa è il più generoso donatore di aiuti umanitari e assistenza allo sviluppo, ma trascura il fatto che è al contempo uno dei maggiori esportatori di armi al mondo, accetta la presenza di armi nucleari sul proprio territorio e l'ammodernamento delle stesse, come pure lo smantellamento di tutti i canali legali e sicuri di ingresso nell'UE per rifugiati/migranti, e ha recentemente vincolato l'aiuto allo sviluppo al trattenimento e alla riammissione dei migranti.

La relazione promuove l'ulteriore militarizzazione dell'UE, una più stretta cooperazione UE-NATO e la fusione della sicurezza interna ed esterna.

Siamo contrari alla relazione in quanto:

•  chiede agli Stati membri maggiori investimenti nella spesa per la difesa (obiettivo di capacità della NATO – una spesa per la difesa pari ad almeno il 2% del PIL) e nella ricerca in materia di difesa;

•  parla dell'UE come "capofila nella diplomazia" e sollecita maggiori interventi in materia di disarmo, ma chiede nel contempo di aumentare le capacità di difesa e di deterrenza;

•  chiede l'ampliamento del meccanismo ATHENA al di fuori del controllo parlamentare, auspica una cooperazione strutturata permanente, finanziata dall'Unione europea, in combinazione con gruppi tattici;

•   valuta positivamente la ricerca in materia di difesa, un fondo per la difesa dell'UE e il piano d'azione europeo in materia di difesa, che avvantaggia le imprese UE dei settori della difesa e della sicurezza, nonché il complesso industriale militare.

Chiediamo:

-  un totale disarmo (anche nucleare) nell'Unione europea e a livello mondiale;

-  l'esclusione delle operazioni militari dai finanziamenti a carico del bilancio dell'UE, nonché un'interpretazione rigorosa dell'articolo 41, paragrafo 2, TUE;

-  lo scioglimento della NATO.

PARERE della commissione per i bilanci (23.5.2016)

destinato alla commissione per gli affari esteri

sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune
(2016/2036(INI))

Relatore per parere: Jean Arthuis

SUGGERIMENTI

La commissione per i bilanci invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  si rammarica profondamente del fatto che, quanto alla politica estera e di sicurezza comune dell'UE (PESC), su un bilancio già debole di circa 320 milioni di EUR (0,2 % del bilancio dell'Unione) nel 2015 la sottoutilizzazione sia stata dell'ordine di 96 milioni, il che indica una mancanza di ambizione e una negazione della realtà cui sono confrontati gli europei, in un momento in cui i conflitti internazionali rappresentano una minaccia per la loro sicurezza nel cuore stesso dell'Europa;

2.  sottolinea che la dotazione di bilancio decisa per il 2016 si è mantenuta allo stesso livello del 2015 e che il margine disponibile a fine marzo ammontava a 170 milioni di EUR, a seguito dell'approvazione di 5 milioni supplementari per misure di sicurezza nel quadro della missione dell'Unione europea in Mali (EUCAP Sahel Mali) e di 10 milioni per la missione dell'Unione europea di assistenza alla gestione integrata delle frontiere in Libia (EUBAM Libia); si dichiara preoccupato per la scarsità delle risorse disponibili in considerazione degli impegni cui occorrerà far fronte nel corso del 2016, dal momento che solo per proseguire le missioni che giungeranno a scadenza nel 2016 si prevede un bilancio suppletivo di 169 milioni di EUR;

3.  osserva che la PESC è chiamata a svolgere un ruolo straordinario e complementare in materia di sicurezza globale e che l'azione dell'Unione europea può produrre risultati là dove per altri è difficile operare; sottolinea altresì che l'azione dell'UE può evitare - e lo ha già fatto - che si rendano necessari interventi più costosi e rischiosi tramite la NATO e le Nazioni Unite;

4.  osserva che, a parte l'operazione Sophia EUNAVFOR MED (Forza navale dell'Unione europea nel Mediterraneo) - che con una dotazione di neanche 12 milioni di EUR ha salvato la vita in mare a più di 13 000 migranti e che dovrà essere prorogata e adeguata in quanto il suo mandato scade a luglio 2016 - e il rafforzamento della gestione della migrazione attraverso la missione EUCAP Sahel Niger, il contributo delle missioni civili della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) alla risposta europea alla crisi migratoria è stato molto limitato e non è stato oggetto di una reale strategia;

5.  si stupisce che, in tempi di difficoltà di bilancio e mentre le spese militari sono state fino a poco tempo fa decurtate di netto contrariamente a quanto avviene in altre parti del mondo, gli Stati membri non percepiscano la pressante necessità di effettuare economie di scala mediante "cooperazioni strutturate permanenti", vale a dire mediante la messa in comune dei mezzi militari da parte dei paesi che lo desiderano e sono in grado di farlo (articolo 46 TUE); plaude all'esistenza dei gruppi tattici dell'UE ("battlegroups"), ma ne deplora il mancato utilizzo a causa di una struttura talmente complessa da risultare ingestibile e di modalità di finanziamento errate, che mettono in pericolo l'idea stessa di un'efficace difesa europea;

6.  invita gli Stati membri a rispettare il criterio della destinazione del 2 % del PIL alla spesa per la difesa nazionale; incoraggia gli Stati membri a investire in modo più oculato nelle rispettive capacità di difesa, al fine di migliorare la loro capacità di collaborazione nell'ambito della NATO e dell'Unione europea;

7.  deplora che il potenziale di progetti cooperativi proposti dall'Agenzia europea per la difesa non sia sufficientemente sfruttato dagli Stati membri e si dichiara preoccupato dal fatto che, a partire dal 2010, questi ultimi abbiano congelato il bilancio dell'Agenzia; considera essenziale la messa in comune delle capacità di ricerca in materia di difesa, al fine di evitare doppioni e di preparare il futuro; accoglie con favore l'avvio del progetto pilota del Parlamento in materia e ne sostiene il potenziamento con mezzi adeguati a partire dal 2017, sotto forma di azione preparatoria;

8.  invita la Commissione a tener conto delle sfide crescenti in materia di sicurezza, sia per l'Unione che per gli Stati membri, al fine di affrontarle con decisione nel contesto della revisione del quadro finanziario pluriennale che inizierà a fine 2016;

9.  sostiene gli sforzi della Commissione e del Consiglio finalizzati a concretizzare l'iniziativa per il rafforzamento delle capacità di supporto alla sicurezza e allo sviluppo (CBSD);

10.  sollecita gli Stati membri, al fine di non compromettere il risultato dell'azione europea e di non diminuirne la credibilità e visibilità, a rispettare e non rinviare gli impegni assunti in relazione ai loro contributi ai fondi fiduciari che l'Unione ha istituito proprio per la mancanza di risorse di bilancio; ricorda che il Parlamento, in quanto ramo dell'autorità di bilancio, è responsabile della protezione e della difesa degli interessi finanziari dell'Unione;

11.  invita il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a concentrarsi sulla prevenzione dei conflitti e a collaborare strettamente sia con le Nazioni Unite che con la NATO.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

23.5.2016

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

17

8

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Jean Arthuis, Lefteris Christoforou, Jean-Paul Denanot, José Manuel Fernandes, Bernd Kölmel, Zbigniew Kuźmiuk, Vladimír Maňka, Ernest Maragall, Sophie Montel, Liadh Ní Riada, Jan Olbrycht, Younous Omarjee, Urmas Paet, Paul Rübig, Patricija Šulin, Eleftherios Synadinos, Paul Tang, Daniele Viotti, Auke Zijlstra

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Georgios Kyrtsos, Andrej Plenković, Ivan Štefanec, Nils Torvalds

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Laura Agea, Rosa Estaràs Ferragut, Rainer Wieland

PARERE della commissione per la cultura e l'istruzione (27.4.2016)

destinato alla commissione per gli affari esteri

sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune
(2016/2036(INI))

Relatore per parere: Angel Dzhambazki

SUGGERIMENTI

La commissione per la cultura e l'istruzione invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea il ruolo importante della cultura nella politica esterna dell'UE per promuovere il dialogo, la comprensione e l'apprendimento reciproci; ricorda la necessità di garantire la coerenza tra le politiche interne ed esterne dell'UE; sottolinea che le politiche mirate in materia di cultura e istruzione possono sostenere gli obiettivi della politica estera e di sicurezza dell'UE e contribuire al rafforzamento della democrazia, dello Stato di diritto e della tutela dei diritti umani, in linea con i principi stabiliti all'articolo 21 del trattato sull'Unione europea; ribadisce il ruolo del dialogo interculturale e interreligioso nella lotta all'estremismo, alla radicalizzazione e alla emarginazione attraverso la collaborazione intergovernativa, intervenendo in stretta cooperazione con i partner locali, la società civile e le ONG nel campo della cultura, quale strumento per il consolidamento della pace e la prevenzione e la risoluzione dei conflitti; invita la Commissione a integrare la diplomazia culturale e il dialogo interculturale in tutti gli strumenti delle relazioni esterne dell'UE e nel programma di sviluppo dell'UE;

2.  ribadisce l'importanza della "Dichiarazione sulla promozione della cittadinanza e i valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione attraverso l'istruzione", adottata a Parigi nel marzo 2015, che evidenzia la necessità di promuovere un dialogo attivo fra le culture, la solidarietà globale e il rispetto reciproco;

3.  sottolinea l'importanza dell'istruzione nelle emergenze umanitarie e invita l'UE a destinare il 4% dei suoi aiuti umanitari all'istruzione; sottolinea inoltre il ruolo cruciale dell'istruzione nel promuovere la cittadinanza e le competenze interculturali, nonché nel realizzare migliori prospettive economiche e migliorare la salute;

4.  esprime rammarico per il fatto che la relazione annuale 2014 sulla politica estera e di sicurezza non contenga riferimenti alla diplomazia culturale, e sottolinea la necessità per gli Stati membri di avviare un approccio strategico nei confronti della cultura e del dialogo interculturale e interconfessionale, che dovrebbe riflettersi nelle relazioni esterne dell'UE anche con l'attuazione di una strategia europea per la diplomazia culturale; sottolinea inoltre il ruolo importante della diplomazia culturale, della cooperazione e dell'istruzione in ambito culturale, nonché degli scambi culturali nel consolidamento di una base comune di valori universali; suggerisce che la prossima comunicazione della Commissione sulla diplomazia culturale dovrebbe proporre un quadro strategico di questo tipo per la cooperazione culturale internazionale, il quale fornirebbe un adeguato supporto a lungo termine agli attori culturali dei settori pubblico e privato;

5.  invita la Commissione a tenere conto dei messaggi chiave e delle 12 raccomandazioni dell'azione preparatoria sulla cultura nelle relazioni esterne dell'UE, conclusa nel 2014, e a includerli nella nuova strategia sulla diplomazia culturale e nella strategia globale dell'UE sulla politica estera e di sicurezza;

6.  incoraggia la Commissione e gli Stati membri a migliorare la cooperazione e i partenariati nei settori delle politiche relative alla cultura, all'istruzione, agli audiovisivi, ai giovani e allo sport; sottolinea che in tali ambiti è necessario provvedere allo scambio delle migliori pratiche con i partner strategici dell'UE;

7.  rammenta che la diplomazia culturale deve promuovere gli scambi e la collaborazione con le organizzazioni locali e di base e con la società civile, sia degli Stati membri dell'UE che dei paesi terzi, onde promuovere i valori fondamentali dell'UE e affrontare sfide come la crisi migratoria, l'ascesa dell'estremismo e della xenofobia, la distruzione del patrimonio culturale e le minacce alla libertà di espressione e di creazione;

8.  accoglie positivamente l'attività svolta dalla direzione generale Istruzione e cultura (DG EAC) della Commissione per estendere i contatti nel campo della cultura e dell'istruzione a paesi terzi quali Cina, Corea e India; sostiene la cooperazione fra la DG EAC e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), come indicato nelle raccomandazioni dell'azione preparatoria sulla cultura nelle relazioni esterne dell'UE, e la nomina di un addetto culturale nella rappresentanza dell'UE in Cina;

9.  ritiene che l'UE, nella promozione dei valori fondamentali, del dialogo interculturale e della diversità culturale a livello internazionale, debba condannare fermamente qualsiasi trattamento inumano e degradante e ogni violazione dei diritti umani al fine di promuovere concretamente il pieno rispetto della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo;

10.  invita le istituzioni dell'UE e i leader dell'UE a includere la diplomazia culturale e scientifica nella prossima strategia globale dell'Unione europea;

11.  accoglie positivamente la rinnovata politica europea di vicinato (PEV) e invita a rafforzare il ruolo della cultura, dell'istruzione, dello sport e dei giovani per quanto concerne i paesi in via di adesione e i paesi candidati, nonché nell'ambito dei programmi di cooperazione bilaterali e regionali nel quadro della PEV, unitamente a iniziative come lo strumenti europeo di vicinato (ENI), soprattutto per quanto concerne l'obiettivo "contatti interpersonali", al fine di coinvolgere un numero maggiore di cittadini nelle attività culturali ed educative e creare una società civile resiliente; osserva che tali programmi dovrebbero basarsi su una definizione ampia di società civile e dovrebbero sostenere una vasta gamma di attori e attività a sfondo pubblico; accoglie con favore l'azione preparatoria sulla cultura nelle relazioni esterne dell'UE e il suo monitoraggio come un'importante base per rafforzare il ruolo della cultura quale fattore strategico per lo sviluppo umano, sociale ed economico, contribuendo agli obiettivi di politica estera;

12.  invita l'UE ad approfondire la collaborazione con l'ONU per conseguire un'integrazione più esplicita della cultura e dell'istruzione nell'agenda dell'ONU per lo sviluppo sostenibile post-2015, in particolare all'interno degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS);

13.  incoraggia gli attuali sforzi della Commissione volti a rafforzare il ruolo della cooperazione scientifica e della ricerca come strumenti di persuasione nelle relazioni esterne europee; sottolinea come lo scambio scientifico possa contribuire alla creazione di coalizioni e alla risoluzione di conflitti, soprattutto nelle relazioni con i paesi limitrofi dell'UE;

14.  accoglie positivamente il memorandum d'intesa tra l'UE e l'UNESCO e la conseguente intensificazione della cooperazione tra le due parti; ritiene che al fine di rafforzare la cooperazione sia necessario spingersi oltre l'assistenza finanziaria e la gestione congiunta di progetti, migliorando i partenariati nel campo dell'istruzione e della cultura in una prospettiva a lungo termine; chiede pertanto l'istituzione di un dialogo strategico annuale ad alto livello con l'obiettivo di affrontare in maniera più sostenibile le sfide comuni;

15.  invita l'UE e gli Stati membri a sostenere gli sforzi internazionali volti a istituire un meccanismo di reazione rapida ai fini della protezione, in collaborazione con l'UNESCO, dei siti del patrimonio culturale divenuti bersagli ideologici nei conflitti armati; invoca una strategia più coerente nella lotta al commercio illecito di beni culturali e nella protezione del patrimonio mondiale attraverso il rafforzamento della cooperazione internazionale nelle aree di conflitto, collaborando in maniera più stretta con il Comitato internazionale dello scudo blu (ICBS); esorta inoltre gli Stati membri, in collaborazione con l'UE, ad adottare misure adeguate per promuovere e proteggere il patrimonio culturale dalla distruzione e dal saccheggio mirati, soprattutto in Medio Oriente e nell'Africa settentrionale;

16.  rammenta che l'UNESCO ha lanciato, nello scorso mese di giugno, l'iniziativa intergovernativa "Unite4Heritage", chiedendo il dispiegamento dei caschi blu della cultura per interventi urgenti di prevenzione, salvaguardia e restauro nell'ambito del patrimonio culturale e dei beni culturali in pericolo o danneggiati; rammenta in proposito il memorandum d'intesa firmato dal governo italiano e dall'UNESCO il 16 febbraio 2016; incoraggia gli altri Stati membri a seguire l'esempio italiano e ad adottare il memorandum come modello per nuovi accordi bilaterali fra i governi degli Stati membri e l'UNESCO; incoraggia la Commissione a promuovere questa iniziativa nel quadro delle Nazioni Unite, proponendosi come unico interlocutore dell'Unione europea;

17.  prende atto dei risultati di un recente studio del Parlamento europeo sugli istituti culturali europei all'estero, in particolare della serie di principi guida relativi a un'efficace messa in comune e condivisione delle risorse tra gli istituti culturali e le istituzioni dell'UE, nell'ottica di rafforzare la visibilità delle azioni europee all'estero, soprattutto nell'ambito della democrazia, dei diritti umani e del consolidamento della pace, di emancipare gli attori locali della società civile e rafforzare il dialogo con i paesi terzi; invita pertanto l'UE a incoraggiare una cooperazione attiva tra gli Istituti di cultura nazionali dell'Unione Europea (EUNIC) e le delegazioni dell'UE all'estero; sottolinea che la diversità culturale dell'Europa dovrebbe essere utilizzata come punto di forza nell'azione esterna dell'UE e raccomanda agli Stati membri di incoraggiare i propri istituti di cultura a partecipare maggiormente alla diplomazia culturale dell'UE;

18.  riconosce il ruolo delle industrie culturali e creative nel promuovere la crescita e lo sviluppo economico sostenibile, e incoraggia a sostenere ulteriormente le industrie creative nell'UE e nei paesi terzi, ivi incluse le imprese sociali come le cooperative, ad esempio attraverso il progetto pilota a sostegno delle reti di giovani imprenditori creativi nell'UE e nei paesi terzi il cui avvio è previsto nel 2016; sottolinea che è necessario preparare dati statistici sulla cultura e le industrie culturali al fine di contribuire al dibattito politico culturale, inoltre occorre sottolineare ulteriormente il potenziale economico delle industrie culturali e creative e il loro impatto sul benessere sociale; chiede la prosecuzione del progetto UE-UNESCO relativo alla struttura di consulenza;

19.  accoglie positivamente l'attività svolta dalla Commissione e la comunicazione sulla diplomazia culturale la cui pubblicazione è prevista nel 2016;

20.  richiama l'attenzione sull'importanza di una cooperazione coerente e reciprocamente complementare nell'ambito del "triangolo della conoscenza", nell'ottica di soddisfare gli obiettivi della politica estera e di sicurezza dell'UE e, in particolare, nel quadro delle iniziative volte a rafforzare la sicurezza pubblica, contribuendo in tal modo alla ricerca di soluzioni innovative ai problemi e alle sfide globali fronteggiati dai singoli Stati e al sostegno della competitività europea;

21.  prende atto del ruolo importante e prezioso che l'apprendimento informale, lo sport, l'animazione socioeducativa e il volontariato possono svolgere nel sostenere gli obiettivi internazionali, in particolare gli obiettivi di sviluppo sostenibile, nel rafforzare gli scambi interculturali e i contatti interpersonali e nel promuovere i valori universali, la cittadinanza globale e la pace, soprattutto nelle zone di conflitto; sottolinea, a tale riguardo, il potenziale dello sport quale mezzo per promuovere la riconciliazione, la comprensione reciproca, la reciprocità, la fiducia e la cooperazione, in particolare nell'ambito di un approccio postbellico; sottolinea che lo sport può contribuire allo sviluppo di relazioni culturali efficaci; attende l'annuario EUNIC 2016 in materia e le relative conclusioni;

22.  richiama l'attenzione sul ruolo decisivo che può essere svolto dalle istituzioni nel sostenere il fair-play, il contrasto al doping, la lotta contro le partite truccate ed ogni forma di illecito nello sport, a livello europeo ed internazionale, al fine di promuovere una pratica sportiva fondata sulla lealtà ed il sano agonismo;

23.  incoraggia il SEAE le delegazioni dell'UE a esaminare il potenziale delle TIC allo scopo di aumentare l'importanza della diplomazia culturale e delle relazioni culturali nell'era digitale;

24.  incoraggia la partecipazione dei paesi terzi che soddisfano i requisiti ai principali programmi dell'UE nei settori dell'istruzione, della cultura, della cittadinanza e della ricerca scientifica, tra cui Erasmus+, Europa creativa, Europa per i cittadini e Orizzonte 2020; sostiene tutte le azioni finalizzate a favorire il contatto dei giovani con i paesi terzi e viceversa, ai fini dell'apprendimento reciproco e dell'apertura verso i propri vicini, ad esempio nelle azioni preparatorie sugli scambi di giovani fra UE e Ucraina e UE e Russia; evidenzia la necessità di condividere l'esperienza europea nel rafforzamento delle capacità e nella governance in ambito culturale e rimuovere gli ostacoli alla mobilità di artisti e professionisti della cultura, conformemente alla Convenzione del 2005 sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali;

25.  riconosce l'importanza del sostegno alla cooperazione tra i media europei e dei paesi terzi, con particolare riferimento alle emittenti pubbliche, nell'ottica di rafforzare la comprensione reciproca e promuovere il dialogo interculturale, i progetti comuni e le coproduzioni;

26.  sottolinea l'importanza dell'istruzione per i bambini che vivono in situazioni di emergenza e di crisi protratte nel tempo e la necessità di innalzare in tali casi il livello dei progetti di istruzione; prende atto dell'annuncio della Commissione secondo cui fornirà 445 milioni di euro in aiuti umanitari per la crisi siriana nel 2016, di cui una parte sarà destinata all'istruzione;

27.  invita il Servizio europeo per l'azione esterna e le delegazioni dell'UE in tutto il mondo a nominare un addetto culturale in ogni rappresentanza UE nei paesi terzi partner, e a fornire al personale del SEAE, nonché al personale UE pertinente, attività di formazione per quanto concerne le competenze interculturali e la dimensione culturale della politica estera;

28.  invita la Commissione europea e gli Stati membri a utilizzare appieno gli strumenti di finanziamento esistenti, compresi i Fondi europei di sviluppo (FES), lo stanziamento complessivo dello strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI), lo strumento europeo di vicinato (ENI), lo strumento di assistenza preadesione (IPA II), lo strumento di partenariato (PI) e il bilancio degli uffici stampa e informazione delle delegazioni UE, per finanziare attività a sfondo culturale e rafforzare l'utilizzo della cultura nelle relazioni esterne dell'UE.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

26.4.2016

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

23

0

4

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Isabella Adinolfi, Dominique Bilde, Andrea Bocskor, Nikolaos Chountis, Silvia Costa, Jill Evans, María Teresa Giménez Barbat, Giorgos Grammatikakis, Petra Kammerevert, Andrew Lewer, Svetoslav Hristov Malinov, Stefano Maullu, Luigi Morgano, Momchil Nekov, Michaela Šojdrová, Yana Toom, Helga Trüpel, Sabine Verheyen, Julie Ward, Bogdan Brunon Wenta, Bogdan Andrzej Zdrojewski, Milan Zver, Krystyna Łybacka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Therese Comodini Cachia, Mary Honeyball, Ilhan Kyuchyuk, Martina Michels

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

24.11.2016

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

41

9

4

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Michèle Alliot-Marie, Francisco Assis, Petras Auštrevičius, Amjad Bashir, Bas Belder, Mario Borghezio, Elmar Brok, Fabio Massimo Castaldo, Aymeric Chauprade, Javier Couso Permuy, Andi Cristea, Arnaud Danjean, Georgios Epitideios, Eugen Freund, Michael Gahler, Iveta Grigule, Sandra Kalniete, Tunne Kelam, Afzal Khan, Janusz Korwin-Mikke, Andrey Kovatchev, Eduard Kukan, Ilhan Kyuchyuk, Arne Lietz, Barbara Lochbihler, Sabine Lösing, Andrejs Mamikins, Ramona Nicole Mănescu, David McAllister, Jean-Luc Mélenchon, Tamás Meszerics, Francisco José Millán Mon, Pier Antonio Panzeri, Demetris Papadakis, Ioan Mircea Paşcu, Tonino Picula, Cristian Dan Preda, Jozo Radoš, Jaromír Štětina, Dubravka Šuica, Charles Tannock, László Tőkés, Ivo Vajgl, Johannes Cornelis van Baalen, Geoffrey Van Orden, Boris Zala

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Ana Gomes, Andrzej Grzyb, Antonio López-Istúriz White, Norbert Neuser, Soraya Post, Jean-Luc Schaffhauser, Bodil Valero, Janusz Zemke