RELAZIONE sull'attuazione del regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio, del 14 aprile 2014, che istituisce il programma "L'Europa per i cittadini" per il periodo 2014-2020
1.2.2017 - (2015/2329(INI))
Commissione per la cultura e l'istruzione
Relatore per parere: María Teresa Giménez Barbat
MOTIVAZIONE ‒ SINTESI DEI FATTI E CONSTATAZIONI
Procedure e fonti
Il 14 settembre 2015, il relatore è stato incaricato di redigere una relazione sull'attuazione del regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio, del 14 aprile 2014, che istituisce il programma "L'Europa per i cittadini" per il periodo 2014-2020.
La presente relazione ha l'obiettivo di studiare le prime esperienze di attuazione del programma "L'Europa per i cittadini" 2014-2020 (in prosieguo programma EfC), che è attivo da due anni. Con la presente relazione, il relatore desidera fornire ai deputati una panoramica sull'attuale stato di avanzamento dell'attuazione del programma e aiutarli a comprendere meglio cosa funzioni bene nell'attuale versione del programma EfC e quali siano le aree più problematiche per i richiedenti e per i beneficiari. Le conclusioni di questa relazione dovrebbero contribuire alla valutazione provvisoria dell'attuazione del programma che la Commissione europea è tenuta a presentare nel 2017 e alla comunicazione sulla continuazione del programma che dovrebbe essere pubblicata dalla Commissione nel 2018.
Al fine di trarre conclusioni e formulare raccomandazioni, il relatore ha organizzato alcune riunioni con la Commissione europea e con l'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA). Ha ricevuto anche preziosi riscontri da un'analisi basata su colloqui con i punti di contatto nazionali (PCN) responsabili dell'attuazione del programma a livello nazionale, svolta da Coffey da marzo a maggio 2016 e commissionata dal dipartimento tematico della direzione B. Il Servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS) ha redatto una "valutazione dell'applicazione europea" che contiene un'analisi approfondita anche del programma EfC.
Da ultimo, il relatore ha partecipato a una riunione delle parti interessate organizzata dall'ufficio del PE a Barcellona il 30 maggio 2016. In tale contesto, il relatore ha avuto occasione di incontrare molti beneficiari spagnoli del programma, nonché il punto di contatto nazionale per la Spagna. Ha inoltre presenziato alla riunione del gruppo di dialogo civile organizzato dalla Commissione a Barcellona il 31 maggio e il 1° giugno 2016.
Dalla sua nomina, il relatore ha raccolto informazioni anche tramite incontri con diverse associazioni, tra cui:
- LDA European Association for Local Democracy
- Friends of Europe
- Fundació Solidaritat UB - Universitat de Barcelona ECAS
- European Policy Center
- Café Babel
- Consiglio dei comuni e delle regioni d'Europa (CEMR)
- Social Platform
Tutte le conoscenze raccolte tramite i vari studi, riunioni e dibattiti con i beneficiari, le parti interessate e le istituzioni hanno contribuito alla presente relazione.
Origine, struttura e obiettivo del programma[1]
Avvicinare l'Unione europea ai suoi cittadini è da molto tempo un obiettivo chiave dei responsabili politici europei e del Parlamento europeo, ma non è mai stato importante quanto lo è nella situazione attuale.
Sulla base dell'esperienza avuta con il precedente programma per la cittadinanza attiva nel periodo 2004-2006, il programma EfC era stato inizialmente istituito per il periodo 2007-2013[2] con l'obiettivo di migliorare l'appoggio dei cittadini all'integrazione europea.
Nel periodo 2007-2013 il programma EfC ha raggiunto circa 7 milioni di partecipanti diretti e quasi 25 000 piccole e grandi città in Europa. Ha creato 350 reti di città raccolte intorno a questioni comuni ed è riuscito a mobilitare circa 4 250 organizzazioni della società civile per venire incontro alle preoccupazioni dei cittadini[3]. Dopo il successo del primo periodo di programmazione, una versione riveduta del programma EfC è stata adottata nell'aprile 2014.
Per quanto l'essenza del EfC rimanga la medesima, la revisione del programma EfC ha cercato di semplificarne la struttura e di renderla più accessibile ai richiedenti. Gli obiettivi del programma sono stati riformulati con un lessico più semplice e sono stati riorientati verso l'obiettivo generale di rafforzare i collegamenti tra l'Unione e i suoi cittadini. Il regolamento che istituisce il programma sottolinea che gli obiettivi del programma mirano a "contribuire alla comprensione dell'Unione, della sua storia e diversità da parte dei cittadini, promuovere la cittadinanza europea e migliorare le condizioni della partecipazione civica e democratica."[4]
La struttura del programma è stata riveduta nel nuovo periodo di programmazione e viene attuata tramite due componenti e un'azione orizzontale.
Componente 1: Memoria europea: sensibilizzare in merito alla memoria, alla storia e ai valori comuni e all'obiettivo dell'Unione.
Componente 2: Impegno democratico e partecipazione civica: incoraggiare la partecipazione democratica e civica dei cittadini a livello dell'Unione. Le misure all'interno della componente 2 sono:
• gemellaggio tra città
• reti di città
• progetti della società civile
Azione orizzontale: Valorizzazione: analisi, diffusione e utilizzo dei risultati dei progetti
Le rispettive misure sono state snellite, nel tentativo di migliorare la comprensione della logica del programma. Inoltre, finora il programma EfC definiva priorità annuali specifiche per le due componenti. Dal 2015 in poi sono state stabilite priorità per la restante durata del programma 2016-2020. In questo modo i richiedenti possono pianificare e preparare meglio i propri progetti. La Commissione si riserva, tuttavia, il diritto di riesaminare, adottare e/o modificare l'elenco delle priorità. Le priorità per il periodo 2016-2020[5] sono:
per "memoria europea" (componente 1):
1. commemorazione dei maggiori punti di svolta della storia europea recente;
2. società civile e partecipazione civica sotto i regimi totalitari;
3. ostracismo e perdita di cittadinanza sotto i regimi totalitari: apprendere insegnamenti per la situazione odierna;
4. transizione democratica e accesso all'Unione europea.
per "impegno democratico e partecipazione civica" (componente 2):
1. comprendere e dibattere l'euroscetticismo;
2. solidarietà in tempi di crisi;
3. combattere la stigmatizzazione degli "immigrati" e preparare controargomentazioni atte a promuovere il dialogo interculturale e la comprensione reciproca;
4. dibattito sul futuro dell'Europa.
Il bilancio dell'attuale programma EfC 2014-2020 è stato fissato a 185 468 000 EUR per i sette anni. Il bilancio dell'attuale programma EfC è stato pertanto considerevolmente ridotto tenendo conto che la dotazione finanziaria del programma precedente era stata fissata a 215 000 000 EUR. Per quel che riguarda lo stanziamento del bilancio, l'allegato al regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio che istituisce il programma EfC 2014-2020 specifica che circa il 20 % del bilancio totale del programma sarà destinato alla componente 1; circa il 60 % del bilancio totale del programma sarà destinato alla componente 2; circa il 10 % del bilancio totale del programma sarà destinato all'azione orizzontale (valorizzazione); e circa il 10% del bilancio totale del programma sarà destinato alla gestione del programma.
Infine, un sistema forfettario ha sostituito il finanziamento basato sul bilancio utilizzato in passato. L'importo forfettario copre tutti i costi ammissibili delle azioni e gli stessi parametri sono validi per tutti i paesi partecipanti.
Va notato che all'interno del programma possono essere concesse sia sovvenzioni di azioni che sovvenzioni di funzionamento. Le sovvenzioni di azioni vengono concesse per progetti (azioni con una durata limitata durante le quali vengono attuate specifiche attività proposte) in entrambe le componenti. Le sovvenzioni di funzionamento si distinguono dalle sovvenzioni di azioni in quanto forniscono un sostegno finanziario ai costi necessari per svolgere adeguatamente le attività abituali e permanenti di un'organizzazione, quali i costi di affitto dei locali o la retribuzione del personale[6].
Il programma EfC è aperto a tutti i soggetti interessati a promuovere la cittadinanza e l'integrazione europee, in particolare a enti e organizzazioni locali e regionali, comitati di gemellaggio, centri di ricerca sulle politiche pubbliche europee, organizzazioni della società civile (incluse le organizzazioni di sopravvissuti all'Olocausto), nonché organizzazioni per la cultura, la gioventù, l'istruzione e la ricerca. Fornisce sostegno finanziario da parte dell'UE a una vasta gamma di progetti e attività. Associazioni, autorità locali e istituzioni ubicate in tutti e 28 gli Stati membri, Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro e nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia possono richiedere sovvenzioni offerte dal programma EfC.
Il programma Efc ha dimostrato di svolgere un ruolo prezioso in diversi ambiti politici, tra cui la giustizia, la libertà e la sicurezza, la migrazione, l'occupazione e la politica sociale, nonché l'istruzione, la formazione e la gioventù. In particolare in un momento in cui l'euroscetticismo è pericolosamente in aumento, incoraggiare la partecipazione civica è di importanza vitale. In tale contesto, il programma EfC è stato descritto come una piattaforma europea unica per la promozione dell'impegno civico tra i cittadini europei, direttamente o tramite organizzazioni che a essi si rivolgano. Nella sua relazione finale sulla valutazione ex-post del programma EfC 2007-2013, la Commissione europea ha confermato la pertinenza degli obiettivi e delle attività del programma EfC, a complemento di altre iniziative, e il suo valore aggiunto UE, dal momento che il programma ha permesso di attuare attività che non avrebbero potuto essere finanziate altrimenti[7].
Il programma è gestito congiuntamente dalla DG Migrazione e affari interni (DG HOME) della Commissione europea, dall'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA) e dal comitato del programma, composto dai rappresentanti nominati dagli Stati membri. I punti di contatto nazionali (PCN) dell'EfC fungono da ponte tra gli esecutori del programma (Commissione europea e EACEA), da una parte, e i potenziali beneficiari del programma, i moltiplicatori e il pubblico dall'altra.
A norma dell'articolo 11, paragrafo 2, TUE e dell'articolo 10 del regolamento che istituisce il programma EfC 2014-2020, è stato creato un "gruppo di dialogo civile" (chiamato in precedenza "gruppo di dialogo strutturato"). Il gruppo ha il compito di:
condurre un regolare dialogo su tutte le questioni relative al programma EfC, compresi "memoria" e "impegno democratico e partecipazione civica", e la sua attuazione;
scambiare esperienze e buone prassi in questi campi;
contribuire alla diffusione dei risultati del programma;
contribuire alla preparazione e all'attuazione di eventi e attività organizzati all'interno del programma "L'Europa per i cittadini";
monitorare e discutere sviluppi politici nei campi correlati.
Si prevede che il gruppo si riunisca due volte all'anno, a seconda in particolare dell'agenda del programma EfC e dell'agenda politica europea, comprese le priorità annuali dell'UE. Il gruppo si compone delle seguenti organizzazioni:
organizzazioni selezionate per ricevere una sovvenzione di funzionamento all'interno del programma EfC 2014-2020, all'interno della componente 1, "memoria" o della componente 2, "impegno democratico e partecipazione civica";
organizzazioni che hanno ricevuto una sovvenzione di funzionamento all'interno del precedente programma EfC 2007-2013 e hanno continuato a manifestare interesse a partecipare al dialogo;
alcune organizzazioni/think tank che hanno espresso un interesse nel programma EfC e/o sono attive in questo settore politico – senza necessariamente ricevere il sostegno del programma.
Come sopra indicato, il relatore ha avuto la possibilità di partecipare come oratore a una riunione del gruppo di dialogo civile tenutasi a Barcellona dal 31 maggio al 1° giugno 2016.
Miglioramenti apportati dal nuovo programma[8]
L'evoluzione strutturale da un assetto piuttosto ampio, che comprendeva quattro azioni generali (cittadini attivi in Europa; società civile attiva in Europa; insieme per l'Europa; memoria europea attiva), per arrivare a un programma EfC più snello, a due componenti, concentrato sulla memoria europea, sull'impegno democratico e sulla partecipazione civica, costituisce una delle differenze principali tra il programma 2007-2013 e il programma 2014-2020. Tale snellimento appare ragionevole in quanto permette di definire uno scopo più ristretto, ma più mirato. È importante notare che i progetti selezionati affrontano soprattutto argomenti relativi alla migrazione, all'inclusione sociale e alle questioni interculturali e sono pertanto in grado di creare un ponte tra la dimensione locale e quella europea. Inoltre, i progetti per la memoria europea sono stati ora configurati in maniera più lungimirante, con l'obiettivo di correlare il passato e il presente. Un'altra caratteristica chiave del nuovo programma è che la maggior parte dei progetti selezionati sono "piccoli progetti" (con finanziamenti inferiori ai 60 000 EUR).
La procedura di domanda è stata considerevolmente migliorata con il modulo digitalizzato eForm che i richiedenti devono compilare in una delle 24 lingue ufficiali dell'UE. L'applicazione "paperless" (senza supporto cartaceo) è più semplice e più rapida da gestire sia per i richiedenti che per la Commissione europea e per l'EACEA. Inoltre questa nuova procedura di domanda ha significativamente ridotto il numero di richieste inammissibili.
Inoltre la procedura di selezione dei progetti è stata accelerata. Questo riguarda sia la decisione di assegnazione che il periodo di tempo necessario alla preparazione del contratto (che in precedenza richiedeva circa cinque mesi e ora meno di tre mesi e mezzo). Analogamente, i pagamenti di prefinanziamento e i pagamenti regolari vengono trasferiti molto più rapidamente ai beneficiari.
L'equilibrio geografico dei progetti è stato migliorato: tutti gli Stati membri tranne uno (l'Estonia) hanno beneficiato di progetti nel 2015. L'Ungheria ha avuto il maggior numero di domande selezionate (17 %), seguita dalla Slovacchia (13 %), dall'Italia e dalla Germania (11 %). I progetti hanno una media di otto partner e quasi il 30 % dei partner sono dell'Europa orientale. È apprezzabile il fatto che i paesi balcanici, che hanno sottoscritto un accordo internazionale con la DG HOME, abbiano potuto partecipare a un bando ristretto nel 2015. Due organizzazioni, una serba e una macedone, sono state selezionate per sovvenzioni di funzionamento per il periodo 2015-2017.
La riorganizzazione strutturale interna alla Commissione per quanto riguarda il programma EfC è stata fluida, con la DG HOME che è subentrata alla DG COMM.
Settori che destano maggiore preoccupazione
L'ambito che desta maggiore preoccupazione è senza dubbio quello che riguarda il bilancio per il programma 2014-2020, che è stato ridotto del 14 % rispetto alla generazione precedente del programma. La dotazione finanziaria del programma EfC 2014-2020 ammonta a 185,47 milioni di EUR (rispetto a 215 milioni di EUR per il periodo 2007-2013), che rappresenta lo 0,0171 % del quadro finanziario pluriennale, ben lungi dal simbolico "un euro per cittadino", richiesto, tra gli altri, dal Consiglio dei comuni e delle regioni d'Europa (CEMR) nel 2011. In termini concreti, questo significa che soltanto uno dei 4 821 EUR che si prevedeva di spendere a livello dell'UE viene stanziato per l'unico programma che si concentra proprio sui cittadini europei. Ciò desta notevole preoccupazione nel relatore.
Tale riduzione della dotazione finanziaria ha indubbiamente comportato gravi conseguenze per il funzionamento del programma EfC nel suo complesso. Il bilancio decurtato deve essere assegnato allo stesso numero di progetti. Il personale che lavora al programma EfC è stato ridotto presso l'EACEA e la Commissione, il che ha comportato un carico di lavoro e una pressione maggiori per il personale rimanente. Come produrre effetti con un bilancio modesto rimane la sida maggiore per i progetti finanziati a titolo del programma EfC. Vi è infatti una mancata corrispondenza tra le alte ambizioni degli obiettivi del programma e l'importo del finanziamento per essi disponibile. Ciò è esemplificato dallo scarso numero di progetti selezionati: nel 2015 sono state selezionate soltanto 33 domande su 538 per i progetti della componente memoria, ossia il 6 %. Lo stesso tasso si applica ai progetti per la società civile (27 su 440 progetti selezionati nel 2015). Nel settore del gemellaggio tra città, il tasso è del 18 %. Su 2 791 domande presentate nel 2015, il numero totale di progetti selezionati per il finanziamento è stato di 408, corrispondente a un tasso medio di successo del 15 % circa. A livello globale, va notato che il basso tasso di successo delle domande è correlato più alla mancanza di finanziamenti che alla qualità dei progetti, il che crea un sentimento di frustrazione tra i richiedenti non selezionati.
Come indicato sopra, pare che la scelta dell'importo forfettario rappresenti un miglioramento significativo rispetto al precedente periodo di programmazione. Il sistema funziona bene ed è facilmente comprensibile per i richiedenti. Tuttavia, stando ai PCN, il finanziamento nel nuovo periodo di programmazione presenta comunque carenze. Questo vale in particolare per le organizzazioni più piccole, che spesso non dispongono dei mezzi finanziari necessari per coprire le spese fino al ricevimento del pagamento finale. Il tasso ridotto di prefinanziamento (ovvero, attualmente, un massimo del 50 %) comporta un onere significativo per queste piccole organizzazioni. Un aumento del tasso di prefinanziamento potrebbe portare a un numero maggiore di partenariati di progetto elaborati all'interno del programma EfC, dal momento che potrebbe sostenere la partecipazione di un maggior numero di piccole organizzazioni. In linea di principio, il prefinanziamento non si applica ai progetti di gemellaggio tra città.
Alcuni PCN hanno inoltre spiegato che il calcolo della sovvenzione presenta problemi per i potenziali richiedenti di alcuni Stati membri. La sovvenzione viene calcolata sulla base di un sistema di finanziamento a importo forfettario fissato per tranche, in base al quale si può applicare un importo massimo per i vari costi del progetto.
Per il gemellaggio tra città, l'importo forfettario si basa soltanto sul numero di partecipanti invitati e per le altre componenti/misure l'importo forfettario si basa su tre parametri che costituiscono gli elementi essenziali di tutte le azioni per la cittadinanza: il numero di partecipanti, il numero di paesi coinvolti e il numero di eventi elaborati. Ciò significa che attualmente il finanziamento a titolo del programma EfC non tiene conto delle differenze geografiche e del costo della vita dei paesi partecipanti. Secondo i PCN, questo rappresenta un problema per i paesi che hanno un costo della vita più elevato (Svezia, Irlanda) e anche per i paesi geograficamente isolati (Irlanda, Portogallo, Finlandia).
In generale, i PCN ritengono che il loro potenziale come attori nell'ambito del programma EfC non sia pienamente sfruttato. Questa opinione è condivisa, in particolare, dai PCN che sono ONG oppure che hanno una vasta esperienza in merito al programma EfC. Un PCN su tre, tra quelli interrogati, ritiene che la Commissione europea e l'EACEA non si rendano conto che i PCN dispongono di buoni contatti con i richiedenti e hanno il potenziale per fungere da moltiplicatori del programma, in particolare tra le organizzazioni della società civile che operano sul campo. Tali PCN ritengono di essere considerati più che altro un "help-desk" che si limita a offrire un sostegno tecnico e amministrativo. Secondo i PCN, ciò rappresenta un'opportunità mancata di sviluppo delle capacità a livello nazionale.
I colloqui con i PCN hanno anche rivelato che vi è domanda per l'elaborazione di una procedura formale per collegare i beneficiari e i PCN in seguito all'esito positivo della domanda. Alcuni PCN ritengono inoltre che dovrebbe esistere una procedura formale di condivisione di informazioni riguardo alla valutazione delle domande, poiché ciò agevolerebbe immensamente la raccolta di conoscenze e le buone prassi per il futuro.
Raccomandazioni del relatore
Secondo il relatore, a causa del grande interesse suscitato dal programma e dello scarso tasso di successo dei progetti, l'incremento della dotazione è da considerarsi di importanza fondamentale. I tentativi da parte del Parlamento europeo di evitare tagli nei finanziamenti destinati all'attuale programma, che si riflettono nella risoluzione del Parlamento del 23 ottobre 2012 sul quadro finanziario pluriennale 2014-2020[9], nonché nella relazione del 12 dicembre 2012 sulla proposta di regolamento del Consiglio che istituisce per il periodo 2014-2020 il programma "L'Europa per i cittadini" (relatore: on. Takkula)[10] approvata dalla commissione CULT, sono stati vani. Il relatore raccomanda, nondimeno, di ripristinare nel corso dei negoziati sul prossimo quadro finanziario pluriennale almeno il precedente livello di finanziamenti dell'ultimo programma /di raddoppiare la dotazione.
Tra i motivi dell'aumentato interesse nei confronti del programma vi è stata una maggiore consapevolezza da parte del gruppo di destinatari derivante dalle attività di promozione svolte nel corso dell'ultimo periodo di programmazione (2007-2013). Al fine di proseguire tale tendenza, il relatore raccomanda che i PCN che hanno ottenuto risultati particolarmente positivi nella promozione del programma nei rispettivi paesi condividano le migliori prassi in materia di comunicazione, quali strumenti e tecniche utili, con i PCN che hanno incontrato più difficoltà nella promozione del programma. Per conseguire tale obiettivo, il relatore raccomanda di creare una rete più efficace tra i PCN.
Al fine di alleviare gli effetti avversi dell'attuale sistema di finanziamento sopra descritto, il relatore suggerisce di prendere in considerazione l'inclusione di un parametro aggiuntivo nel calcolo dell'importo forfettario per le spese di viaggio, onde tener conto delle differenze geografiche e del costo della vita nei paesi partecipanti. Tale opzione permetterebbe di sostenere progetti di cooperazione in un'area geografica più vasta, dal momento che attualmente i progetti sono spesso regionali e i richiedenti tendono a creare partenariati con i paesi confinanti al fine di risparmiare risorse. Ciò potrebbe migliorare la partecipazione di organizzazioni con una capacità finanziaria limitata o di gruppi difficili da raggiungere.
In molti Stati membri i potenziali richiedenti faticano a elaborare proposte di progetto coerenti a causa delle loro capacità inadeguate nei partenariati internazionali o della presentazione insufficiente della dimensione europea del progetto. A tale proposito potrebbero essere prese in considerazione soluzioni volte a migliorare la capacità delle parti interessate che incontrano difficoltà nell'istituire partenariati internazionali, potenzialmente tramite formazioni e seminari sull'argomento organizzati dai PCN, ai quali potrebbero essere concessi finanziamenti aggiuntivi a tal fine.
Dalle ricerche svolte risulta che il sistema previsto dall'attuale programma per fornire feedback ai richiedenti non selezionati potrebbe essere migliorato. Una possibile soluzione potrebbe essere offerta da un coinvolgimento più attivo dei PCN nella procedura di feedback. Il flusso di informazioni potrebbe essere formalizzato se l'EACEA comunicasse i risultati ai PCN prima di renderli pubblici e concedesse loro l'accesso ai fascicoli dei richiedenti non selezionati, poiché ciò consentirebbe ai PCN di spiegare cosa si può migliorare e accrescerebbe la qualità del feedback, che attualmente si considera troppo limitato.
Alcuni PCN hanno dichiarato di aver partecipato a riunioni presso le rappresentanze nazionali a Bruxelles che hanno permesso loro di coordinarsi meglio con il rappresentante dello Stato membro che siede nel comitato del programma. Il relatore ritiene che si tratti indubbiamente di un'iniziativa utile che assicura una maggiore coesione tra gli attori del programma.
Secondo il relatore vi sono ancora margini di miglioramento per quanto riguarda i canali di comunicazione centralizzati e gli strumenti forniti dalla Commissione europea e dall'EACEA. Benché il portale EACEA relativo al progetto costituisca un passo significativo nella giusta direzione, sono necessari ulteriori sviluppi. I canali e gli strumenti devono essere più interessanti, invitanti e interattivi (ad es. con un maggior numero di esempi/aneddoti, immagini e descrizioni dettagliate di progetti). Il contenuto deve essere aggiornato più regolarmente.
La questione della base giuridica
Il programma EfC 2014-2020 è stato istituito a partire dal 1° gennaio 2014, ma il regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio sul programma EfC 2014-2020 è stato adottato soltanto il 14 aprile 2014. L'adozione tardiva di tale regolamento è stata causata da negoziati prolungati sulla proposta legislativa dovuti a un disaccordo tra il Parlamento europeo, da una parte, e il Consiglio e la Commissione, dall'altra, circa la base giuridica. La proposta della Commissione per il programma EfC 2014-2020 si basava esclusivamente sull'articolo 352 TFUE, posizione fermamente contestata dalla commissione CULT, competente per il merito sul fascicolo. Questo articolo del trattato, che prevede la procedura di approvazione, conferiva al Consiglio il principale ruolo legislativo, mentre il Parlamento avrebbe potuto semplicemente approvare o respingere la proposta, il che contraddiceva fortemente la natura democratica del programma.
Il servizio giuridico del PE e la commissione giuridica (JURI) sono stati consultati in merito ed entrambi sono giunti alla medesima conclusione: la base giuridica della proposta per il programma EfC 2014-2020 dovrebbe essere costituita dall'articolo 352 TFUE in combinato disposto con l'articolo 167 TFUE, che avevano formato la base giuridica del programma EfC precedente.
La Commissione e il Consiglio non erano d'accordo con il Parlamento in merito alla base giuridica, sostenendo che le due componenti degli obiettivi non fossero di pari importanza e che l'articolo 352 TFUE non potesse essere combinato con l'articolo 167 TFUE, dal momento che i due articoli prevedono procedure diverse. Alla fine il Parlamento ha dovuto accettare l'articolo 352 TFUE come unica base giuridica.
A cause della base giuridica scelta per il regolamento sul programma EfC 2014-2020, il ruolo ufficiale del Parlamento europeo e il suo coinvolgimento nel processo legislativo dell'attuale programma sono limitati.
Il Parlamento ha accettato un ruolo limitato per evitare uno stallo procedurale, ma ha dichiarato chiaramente nella sua risoluzione che si dovrebbe trovare una soluzione per il prossimo programma che tenga adeguatamente conto della dimensione democratica del programma stesso[11] e del ruolo del PE come colegislatore. Nell'allegato alla sua risoluzione legislativa il Parlamento europeo ha dichiarato che
"ribadisce la sua convinzione che il presente regolamento (sul programma EfC 2014-2020) persegua altresì gli obiettivi collegati alla cultura e alla storia di cui all'articolo 167 TFUE. Pertanto, al presente fascicolo si sarebbe dovuta applicare una duplice base giuridica che prevedesse la procedura legislativa ordinaria. L'unico motivo per il quale il Parlamento europeo ha rinunciato alla sua posizione sulla duplice base giuridica, e quindi alla richiesta che venisse applicata la codecisione, e ha accettato la procedura di approvazione – in conformità della proposta della Commissione basata sull'articolo 352 TFUE – è stato il desiderio di evitare un completo blocco procedurale e il conseguente ritardo nell'entrata in vigore del programma. Il Parlamento europeo richiama l'attenzione sulla propria determinazione a evitare che tale situazione si riproduca."
Il relatore desidera sottolineare che, in quanto unica istituzione europea direttamente eletta, che rappresenta attualmente circa 508 milioni di abitanti, il Parlamento europeo deve svolgere il suo ruolo di colegislatore dell'UE quando si tratta di adottare un programma creato specificatamente con l'obiettivo di incoraggiare il coinvolgimento dei cittadini e migliorare la loro comprensione della storia e della diversità dell'UE, e di conseguenza il loro interesse in proposito. Il relatore è fermamente convinto che un'UE che davvero aspiri ad entrare in contatto con i suoi cittadini con un programma di finanziamento unico di questo tipo, ma che allo stesso tempo non coinvolga appieno il Parlamento nel processo legislativo, potrebbe apparire meno credibile al pubblico[12]. Esorta pertanto la Commissione europea a trovare una base giuridica adeguata per il programma della prossima generazione che consenta una partecipazione a pieno titolo del PE nel processo di adozione e attuazione.
- [1] Molte delle informazioni fattuali contenute in questa parte della relazione si basano sulla "valutazione dell'applicazione europea" del Servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS) pubblicata nel luglio 2016 (PE581.418).
- [2] Decisione n. 1904/2006/CE che istituisce, per il periodo 2007-2013, il programma "Europa per i cittadini" mirante a promuovere la cittadinanza europea attiva (GU L 378/32 del 27.12.2006).
- [3] Commissione europea, relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'attuazione, sui risultati e sulla valutazione globale del programma "L'Europa per i cittadini" 2007-2013, COM(2015)0652 del 16.12.2015.
- [4] Regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio, del 14 aprile 2014, che istituisce il programma "L'Europa per i cittadini" per il periodo 2014-2020 (GU L 115/3 del 17.4.2014).
- [5] Cfr. sito web del programma EfC dell'EACEA: http://eacea.ec.europa.eu/europe-for-citizens_en.
- [6] Cfr. Guida del programma EfC (versione valida dal 2014); https://eacea.ec.europa.eu/sites/eacea-site/files/documents/comm2013003670000it.pdf
- [7] Coffey International e Deloitte, Valutazione ex-post del programma "Europa per i cittadini" 2007-2013 - Relazione finale elaborata per la Commissione europea, settembre 2015.
- [8] Cfr. valutazione dell'applicazione europea (European Implementation Assessment) a cura dell'EPRS.
- [9] Cfr. la risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2012 per favorire il buon esito della procedura di approvazione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020, P7_TA(2012)0360.
- [10] Relazione del Parlamento europeo del 12 dicembre 2012 sulla proposta di regolamento del Consiglio che istituisce per il periodo 2014-2020 il programma "L'Europa per i cittadini"(relatore: on. Takkula), A7-0424/2012.
- [11] Relazione del Parlamento europeo del 12 dicembre 2012 sulla proposta di regolamento del Consiglio che istituisce per il periodo 2014-2020 il programma "L'Europa per i cittadini"(relatore: on. Takkula), A7-0424/2012.
- [12] Valutazione dell'applicazione europea (European Implementation Assessment), EPRS.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sull'attuazione del regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio, del 14 aprile 2014, che istituisce il programma "L'Europa per i cittadini" per il periodo 2014-2020
Il Parlamento europeo,
– visti gli articoli 10 e 11 del trattato sull'Unione europea (TUE), i quali sanciscono che "ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione", che "le istituzioni danno ai cittadini e alle associazioni rappresentative, attraverso gli opportuni canali, la possibilità di far conoscere e di scambiare pubblicamente le loro opinioni in tutti i settori di azione dell'Unione" e che "le istituzioni mantengono un dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni rappresentative e la società civile",
– visto il protocollo (n. 1) del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) sul ruolo dei parlamenti nazionali nell'Unione europea,
– visto il protocollo (n. 2) del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità,
– visto il regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio, del 14 aprile 2014, che istituisce il programma "L'Europa per i cittadini" per il periodo 2014-2020[1],
– vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 sul ruolo del dialogo interculturale, della diversità culturale e dell'istruzione nella promozione dei valori fondamentali dell'UE[2],
– vista la relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'attuazione, i risultati e la valutazione generale del programma "L'Europa per i cittadini" per il periodo 2007-2013 (COM(2015)0652),
– visti l'articolo 52 del suo regolamento, nonché l'articolo 1, paragrafo 1, lettera e), e l'allegato 3 della decisione della Conferenza dei presidenti del 12 dicembre 2002 sulla procedura relativa alla concessione dell'autorizzazione a elaborare relazioni di iniziativa,
– visti la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione e i pareri della commissione per i bilanci e della commissione per gli affari costituzionali (A8-0017/2017),
A. considerando che il programma "L'Europa per i cittadini" è unico e ha un valore altamente simbolico, in quanto rappresenta un esercizio di ascolto del dibattito della società civile, che favorisce il pensiero critico sul progetto europeo, la sua storia e quella dei movimenti e delle idee che lo hanno promosso e che contribuisce a incrementare la conoscenza del processo decisionale europeo, migliorando le condizioni per la partecipazione civica e democratica a livello di Unione;
B. considerando che il programma "L'Europa per i cittadini" ambisce a rafforzare il senso di cittadinanza e di appartenenza europea, migliorare la solidarietà, la tolleranza e il rispetto reciproci, promuovere una migliore comprensione dell'UE, delle sue origini, del suo sviluppo, dei suoi valori e delle sue istituzioni e competenze, nonché favorire un dialogo attivo tra i cittadini dell'UE; che le attività del programma possono essere viste come parte dell'apprendimento informale e permanente correlato all'educazione civica;
C. considerando che la campagna "un euro per cittadino" relativa al programma "L'Europa per i cittadini" mira a lanciare un forte segnale simbolico in merito all'ascolto della voce dei cittadini in Europa;
D. considerando che l'attuale aumento dell'euroscetticismo – rispecchiato da forze antieuropee che mettono in discussione l'esistenza stessa del progetto europeo e culminato recentemente nel voto a favore della Brexit – pone in evidenza l'importanza di questi programmi e rafforza la necessità di promuovere lo sviluppo di un sentimento comune di identità europea, di riflettere sulle cause della perdita di credibilità dell'Unione europea, di incoraggiare la partecipazione civica e di avviare un dibattito approfondito sui valori europei, che coinvolga tutta la società civile e le stesse istituzioni e comprenda una campagna di formazione sul funzionamento delle istituzioni dell'UE, sottolineando allo stesso tempo le opportunità derivanti dall'appartenenza all'UE;
E. considerando che prima dell'adesione di un paese all'Unione europea è necessaria una preparazione profonda e globale anche in merito a questioni concernenti la memoria, l'accettazione del passato e la garanzia di una partecipazione attiva dei cittadini alla vita civica nel paese interessato;
F. considerando che, in linea con l'articolo 11 TUE, le istituzioni dell'UE sono tenute a dare ai cittadini e alle associazioni rappresentative la possibilità di scambiare pubblicamente le loro opinioni in tutti i settori di azione dell'Unione; che, in virtù di tale disposizione, le istituzioni UE sono tenute a mantenere un dialogo aperto, trasparente e regolare con la società civile e la Commissione ha il dovere di procedere ad ampie consultazioni di tutte le parti interessate;
G. considerando che l'articolo 20 TFUE stabilisce lo status fondamentale della cittadinanza dell'Unione e indica in dettaglio i diritti che essa comporta, e che una migliore conoscenza dell'UE e dei suoi valori è un importante prerequisito affinché i cittadini possano godere appieno di tali diritti;
H. considerando che la cittadinanza attiva, l'educazione alla cittadinanza e il dialogo interculturale sono fondamentali per costruire società aperte, inclusive e resilienti;
I. considerando che l'attuale programma si fonda sull'articolo 352 TFUE, che conferisce al Parlamento soltanto il diritto di esprimere la sua posizione tramite la procedura di approvazione e che ciò è stato fermamente contestato dal Parlamento quando la Commissione ha presentato la proposta, in quanto in forte contrasto con la natura democratica del programma;
J. considerando che la valutazione ex-post condotta dalla Commissione ha confermato la pertinenza degli obiettivi del programma e il fatto che, distinguendosi da altri programmi in termini di portata, obiettivi, attività e gruppi di destinatari, esso ha consentito iniziative che non avrebbero potuto essere finanziate altrimenti;
K. considerando che, a seguito dei tagli di bilancio conseguenti ai negoziati sul quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020, la dotazione finanziaria del programma "L'Europa per i cittadini" è stata ridotta di circa 29,5 milioni di EUR e che le limitate risorse finanziarie assegnate al programma, pari a 185,47 milioni di EUR, rappresentano soltanto lo 0,0171 % del QFP;
L. considerando che si è osservata la tendenza degli Stati membri a svincolarsi dal cofinanziamento di questi progetti e che gli enti locali incontrano difficoltà in presenza di progetti europei con tassi di cofinanziamento elevati;
M. considerando che, come conseguenza della riduzione della dotazione finanziaria, il numero di progetti che è stato possibile finanziare nel 2014 è crollato quasi del 25 % rispetto al programma precedente;
N. considerando che l'apprendimento non formale e informale, come pure il volontariato, lo sport, l'arte e la cultura offrono molte opportunità in termini di educazione alla cittadinanza e di cittadinanza attiva;
O. considerando che sono necessarie ulteriori sinergie con altri programmi e una migliore comunicazione con altre direzioni generali al fine di ridurre le sovrapposizioni e aumentare l'impatto del programma;
P. considerando che è stato comprovato il valore dei gemellaggi internazionali esistenti tra città e comuni (gemellaggi – reti di città), che approfondiscono la conoscenza reciproca tra i cittadini e favoriscono l'amicizia e la cooperazione;
Conclusioni principali
1. sottolinea che i finanziamenti complessivi a disposizione (185,47 milioni di EUR) per l'unico programma totalmente dedicato alla cittadinanza europea, ossia il programma "L'Europa per i cittadini", sono trascurabili rispetto a quelli di altri programmi per l'istruzione e la cultura, quali Europa creativa (1,46 miliardi di EUR) ed Erasmus+ (14,7 milioni di EUR), e che ciò significa che le aspettative dei candidati saranno deluse;
2. accoglie con favore il fatto che nei primi due anni del nuovo ciclo di finanziamenti il programma "L'Europa per i cittadini", destinato a colmare il divario tra le istituzioni dell'UE e i cittadini europei, sembra funzionare bene, il numero dei candidati è in aumento, la qualità dei progetti è notevole e la loro attuazione è rigorosa;
3. riconosce che l'ostacolo principale all'efficace attuazione del programma è la dotazione finanziaria insufficiente e deplora profondamente che essa sia stata tagliata del 13,7 % nel QFP 2014-2020, il che ha drasticamente ridotto il numero di progetti finanziabili e significa che non è possibile soddisfare l'elevata domanda, causando frustrazione tra i candidati con progetti pregevoli;
4. osserva che, a causa dei vincoli di bilancio, il numero totale di progetti finanziati è troppo limitato per raggiungere gli obiettivi ambiziosi del programma e che nel 2015 ha potuto essere finanziato soltanto circa il 6 % dei progetti relativi alla memoria europea e alla società civile, una quota molto bassa rispetto ai risultati del programma Europa creativa per lo stesso anno (19,64 % per la cultura e 45,6 % per i media); indica che i finanziamenti per queste due componenti del programma "L'Europa per i cittadini" dovrebbero essere significativamente aumentati in linea con le ambizioni del programma;
5. riconosce il successo dei progetti di gemellaggio tra città in tutta l'UE e invita gli Stati membri a promuovere tali iniziative tra i comuni e a facilitare la collaborazione;
6. plaude alla newsletter "L'Europa per i cittadini" e alla banca dati sui progetti finanziati, lanciate dalla Commissione;
7. sottolinea il fatto che i punti di contatto nazionali (PCN) di "L'Europa per i cittadini" hanno un ruolo importante nella sensibilizzazione e nell'offerta di sostegno e orientamento ai potenziali candidati (in particolare i candidati alla prima esperienza nei paesi destinatari) così come alle associazioni europee e nazionali degli enti locali e regionali e alle organizzazioni della società civile;
8. accoglie con favore l'approccio multidisciplinare del programma, la chiarezza e la semplicità del modulo di candidatura e dei requisiti di rendicontazione e la sua attenzione ad attività specifiche;
9. accoglie con favore il fatto che le priorità definite per entrambe le componenti del programma ("memoria europea" e "impegno democratico e partecipazione civica"), che in precedenza venivano modificate ogni anno, saranno d'ora in poi pluriennali e che saranno applicate per il periodo rimanente del programma (2016-2020);
10. riconosce che l'impatto del programma rimane in proporzione elevato, come dimostra il fatto che nel 2015, secondo le stime, nei 408 progetti selezionati sono stati coinvolti 1 100 000 partecipanti; ritiene inoltre che l'alto numero di domande – 2 087 nel 2014 e 2 791 nel 2015 – e la qualità dei progetti indichino un elevato livello di interesse per il programma e la necessità di dedicare allo stesso maggiori risorse umane e finanziarie, onde incrementare il numero di progetti sostenuti;
Raccomandazioni
Aspetti giuridici dell'attuazione
11. raccomanda che la prossima generazione del programma "L'Europa per i cittadini" sia adottata con una base giuridica che permetta al Parlamento di partecipare all'adozione del programma in qualità di colegislatore nell'ambito della procedura legislativa ordinaria, su un piano di parità con il Consiglio; incoraggia la Commissione a riflettere sulle possibili soluzioni per raggiungere tale obiettivo;
Aspetto finanziario dell'attuazione
12. ritiene che siano stati respinti progetti di alta qualità, tra cui progetti relativi alla memoria europea e alla società civile (tasso di successo del 6 % rispetto al 19,64 % per la cultura e al 45,6 % per i media nel programma Europa creativa) a causa dell'insufficienza dei finanziamenti nel programma "L'Europa per i cittadini"; ritiene che, tenendo conto del ruolo decisivo svolto da questo programma quale presupposto per la partecipazione dei cittadini alla vita democratica dell'Unione, sarebbe necessario aumentare in modo sostanziale il bilancio attuale al fine di raggiungere un tasso obiettivo superiore; invita pertanto la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a prendere in considerazione una dotazione finanziaria totale di circa 500 milioni di EUR per il programma "L'Europa per i cittadini" nel prossimo QFP, che corrispondono soltanto a 1 euro a cittadino;
13. riconosce l'obiettivo comune e le potenziali sinergie tra l'Iniziativa dei cittadini europei (ICE) e il programma "L'Europa per i cittadini" nel consentire ai cittadini di partecipare direttamente allo sviluppo delle politiche dell'UE; invita tuttavia la Commissione a garantire che l'ICE non sia finanziata a titolo del limitato bilancio del programma "L'Europa per i cittadini", come avviene attualmente, ed esorta gli Stati membri a partecipare maggiormente al sostegno finanziario di entrambe le azioni;
14. osserva che il sistema ad importo forfettario dovrebbe tener conto delle differenze di prezzi nell'UE, in funzione del costo della vita negli Stati membri; raccomanda di ripensare tale regime nonché la riduzione del prefinanziamento al fine di garantire la sostenibilità dei progetti finanziati e di sostenere meglio la cooperazione tra le amministrazioni locali o le organizzazioni più lontane, come pure, in particolare, di agevolare la partecipazione delle organizzazioni più piccole, con una capacità finanziaria limitata, e dei partecipanti con esigenze speciali;
15. chiede alla Commissione e all'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA) di valutare periodicamente l'impatto che una serie di disposizioni di bilancio ha avuto sui candidati e sui candidati potenziali ammissibili; chiede in particolare una valutazione volta a determinare se la riduzione del tasso di prefinanziamento (dal 50 al 40 % per i progetti e dall'80 al 50 % per le sovvenzioni di funzionamento e i PCN) applicata nel 2015 a causa di una grave penuria di stanziamenti di pagamento, la necessità di cofinanziamento, nonché l'applicazione degli stessi parametri a prescindere dal costo effettivo della vita e dalla lontananza geografica, possano aver creato – e continuino a creare – una situazione di svantaggio per alcuni tipi di organizzazioni e determinati Stati membri; chiede, inoltre, che elaborino ulteriori strategie per avvicinare le istituzioni europee ai cittadini e per informare meglio i cittadini in merito alle varie politiche dell'UE;
16. osserva che nel sistema ad importo forfettario dovrebbe essere inserito un ulteriore parametro al fine di poter coinvolgere maggiormente le persone con esigenze speciali, dal momento che la partecipazione di persone con disabilità richiede molto più personale e, spesso, misure aggiuntive, il che comporta costi maggiori;
17. sottolinea che le sovvenzioni di funzionamento garantiscono l'indipendenza dei beneficiari (ossia i think tank) e offrono la possibilità di una pianificazione a lungo termine al fine di realizzare attività lungimiranti e sviluppare competenze specialistiche; raccomanda l'utilizzo di criteri e indicatori specifici e di una rendicontazione annuale per monitorare i progressi in direzione del conseguimento dei loro obiettivi e garantire che tali regimi di finanziamento non si traducano in una dipendenza del beneficiario dalla Commissione;
18. invita la Commissione e l'EACEA a rendere pubblicamente conto delle spese sostenute attraverso la componente 3 "Azione orizzontale: valorizzazione – analisi, diffusione e utilizzo dei risultati dei progetti";
19. invita la Commissione e l'EACEA a includere nella relazione interlocutoria di valutazione, prevista entro il 31 dicembre 2017, una valutazione approfondita dell'esecuzione finanziaria e di bilancio del programma e a trarne insegnamento al fine di ridefinire gli obiettivi futuri e adeguare i requisiti di bilancio del programma nel prossimo quadro finanziario pluriennale;
Aspetti inerenti al coordinamento e alla comunicazione
20. invita la Commissione a raccogliere tutte le informazioni utili relative al programma "L'Europa per i cittadini" (guida del programma, priorità, inviti a presentare proposte, progetti in corso e passati, risultati e lezioni apprese, newsletter), unitamente a tutti i programmi, le azioni, le sovvenzioni e i fondi strutturali che rientrano nell'ambito della cittadinanza europea (quali l'Iniziativa dei cittadini europei e il Servizio volontario europeo), in un portale di comunicazione unico e di facile utilizzo (piattaforma online con sportello unico), accessibile anche alle persone con disabilità; raccomanda che la piattaforma venga utilizzata come un registro pubblico delle informazioni di contatto dei beneficiari e come strumento di accesso alla descrizione dei progetti, nonché per trovare partner in altri paesi;
21. sottolinea che, qualora una candidatura venga respinta, è opportuno fornire una risposta soddisfacente indicando le ragioni del rifiuto, in particolare nel caso in cui l'ente che ha presentato la candidatura chieda una spiegazione; suggerisce di cercare di individuare, ove possibile, le questioni prioritarie delle candidature simili respinte;
22. rileva che alcuni obiettivi del programma "L'Europa per i cittadini" sono simili o complementari a quelli dell'Iniziativa dei cittadini europei, in particolare per quanto concerne il coinvolgimento dei cittadini; ritiene pertanto che ci si debba adoperare per adottare un approccio comune alla definizione delle politiche dell'UE in materia di partecipazione dei cittadini e democrazia partecipativa, con l'ausilio di un'adeguata strategia di comunicazione, nell'ottica di raggruppare tutti i programmi della Commissione relativi alla cittadinanza europea, possibilmente promuovendo e rafforzando le esperienze dirette e la partecipazione dei cittadini;
23. sottolinea la necessità di creare un elenco aperto di partner potenziali in ogni Stato membro al fine di agevolare i partenariati tra i soggetti interessati ad accedere al programma "L'Europa per i cittadini";
24. raccomanda altresì la creazione di una piattaforma online per le principali organizzazioni attive nel settore della cittadinanza e che beneficiano del programma al fine di condividere le buone pratiche, potenziare le capacità e rafforzare la visibilità una volta terminati i progetti;
25. invita la Commissione a incrementare la visibilità del programma e a sensibilizzare i cittadini quanto ai suoi obiettivi, ponendo in atto una strategia di comunicazione coinvolgente per la cittadinanza europea – attraverso reti sociali, spot radiofonici e televisivi e cartelloni pubblicitari – come pure rafforzando la partecipazione a livello locale con il contributo attivo dei PCN nonché aggiornando costantemente i contenuti e raggiungendo un pubblico nuovo nei paesi partecipanti, con particolare attenzione a quelli in cui il livello di partecipazione è più scarso, nonché ai giovani, alle persone con disabilità e alle persone vulnerabili;
26. ritiene che il programma dovrebbe servire anche per far conoscere gli strumenti di partecipazione diretta disponibili nell'Unione europea, come l'Iniziativa dei cittadini europei, i forum di cittadini e le consultazioni pubbliche, onde sensibilizzare i cittadini sulle opportunità di partecipazione diretta offerte dal quadro istituzionale dell'UE;
27. esorta i paesi partecipanti che ancora non abbiano designato un punto di contatto nazionale a farlo; raccomanda di rafforzare il coordinamento e le sinergie tra questi paesi, gli Stati membri e la Commissione;
28. riconosce che la sfida principale consiste nel raggiungere gli ambiziosi obiettivi attuali con le limitate risorse finanziarie disponibili; pone l'accento sull'importanza degli Stati membri, delle regioni e delle amministrazioni locali nel rafforzare l'efficacia e la popolarità del programma, in particolare attraverso lo sviluppo massimo del potenziale dei PCN attraverso una condivisione di esperienze con gli enti responsabili di progetti simili, ad esempio Erasmus+ ed Europa creativa; invita l'EACEA ad agevolare e promuovere, ove possibile, le sinergie fra programmi dell'Unione europea come Europa creativa, Erasmus + e il Fondo sociale europeo, al fine di migliorarne l'impatto;
29. invita la Commissione a incrementare ulteriormente gli sforzi a favore della semplificazione amministrativa, tenendo conto del fatto che i requisiti formali sono a volte difficili da superare da parte delle organizzazioni particolarmente piccole, che non dovrebbero essere discriminate per ragioni burocratiche;
30. raccomanda che i fondi stanziati per la comunicazione non siano utilizzati per coprire le spese relative alla comunicazione istituzionale sulle priorità dell'Unione, così come stabilito all'articolo 12 dell'attuale programma, ma siano utilizzati per pubblicizzare il programma stesso nei paesi partecipanti, in particolare in quelli in cui il livello di partecipazione è più scarso;
Punti centrali e obiettivi del programma
31. raccomanda che, nella prossima generazione del programma, l'approccio pluriennale sia formalizzato nella definizione delle priorità e siano migliorate le sinergie tra le componenti e gli elementi del programma; sottolinea che un'eventuale modifica della struttura del programma dovrebbe essere realizzata in modo tale da evitare la possibilità di confusione per i suoi utenti finali, che ne ridurrebbe l'impatto;
32. plaude alla grande attenzione ai cittadini e agli aspetti sociali dell'UE, che permette alle istituzioni UE di entrare direttamente in contatto con la società civile in loco; sottolinea, all'interno delle priorità del programma, l'importanza dei progetti che si concentrano sulle attuali sfide per l'Europa, su questioni quali la diversità, la migrazione, i rifugiati, la prevenzione della radicalizzazione, la promozione dell'inclusione sociale, il dialogo interculturale, la risoluzione dei problemi di finanziamento e l'identificazione del patrimonio culturale comune europeo; invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare i legami tra le priorità del programma e le politiche legate alla cittadinanza europea nonché alla vita quotidiana dei cittadini europei;
33. sostiene che il programma dovrebbe interessare un numero maggiore di partecipanti, garantire la partecipazione delle persone con esigenze speciali e promuovere la partecipazione delle persone emarginate e prive di diritti, tra cui i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo;
34. è del parere che, se del caso, il programma dovrebbe basarsi sulle iniziative di base che hanno conseguito buoni risultati, quali i gemellaggi tra città;
35. sottolinea la necessità di sviluppare, all'interno della componente "memoria europea", un'identità europea che sia orientata non soltanto al passato ma al futuro, pluralistica, transculturale e aperta ai flussi migratori e alle influenze provenienti dal resto del mondo, nell'ottica di conseguire un'integrazione comune basata sui valori europei e sul patrimonio laico e spirituale europeo; sottolinea la necessità di garantire che la storia non sia utilizzata come strumento di divisione, ma come un'opportunità per affrontare le sfide contemporanee grazie a un'interpretazione sensibile e a programmi d'istruzione mirati e ben concepiti; evidenzia l'importanza di promuovere progetti intergenerazionali che consentano la condivisione di esperienze tra generazioni più anziane e più giovani;
36. sottolinea la necessità di incoraggiare progetti che presentino nuovi formati di discussione con i cittadini, con una struttura e uno stile accattivanti e caratterizzati da un approccio pluridimensionale;
37. propone la pubblicazione annuale, da parte della Commissione, di una relazione di sintesi contenente le principali proposte di miglioramento del progetto europeo espresse dai partecipanti ai progetti finanziati dal programma "L'Europa per i cittadini";
38. sottolinea la necessità di arricchire il programma con proposte che riguardino la partecipazione dei cittadini al processo democratico e decisionale dell'UE, dando ai cittadini gli strumenti per esercitare i propri diritti, ad esempio tramite l'attuazione della democrazia elettronica; invita l'Unione e gli Stati membri, a tale scopo, a sviluppare azioni e politiche volte a rafforzare le competenze trasferibili e il pensiero critico e creativo e l'alfabetizzazione digitale e mediatica, nonché l'inclusione dei cittadini, come pure a stimolare la curiosità, specialmente tra i giovani e i bambini, che saranno così in grado di compiere scelte informate e contribuire in modo positivo ai processi democratici;
39. sottolinea che la partecipazione al programma da parte di paesi che desiderano aderire all'UE permette di migliorare la comprensione reciproca e di rafforzare la cooperazione; raccomanda una maggior internazionalizzazione del programma, in particolare invitando tutti i paesi dell'Associazione europea di libero scambio (EFTA) e dello Spazio economico europeo (SEE), i paesi in via di adesione e i paesi candidati a cooperare con gli Stati membri dell'UE nel presentare la propria candidatura per i progetti, e chiede maggiore collaborazione tra le ONG dell'UE, dei paesi del partenariato orientale e meridionale e di potenziali paesi candidati al fine di avvicinare l'UE ai cittadini; propone che si promuova la cooperazione tra le organizzazioni dell'UE e dei paesi vicini sui valori europei;
40. sottolinea la necessità di sviluppare i gemellaggi tra città, incentrandosi sulle modalità per avvalersi maggiormente del programma, sulla sua promozione e i suoi risultati, prevedendo l'assegnazione di adeguate risorse finanziarie;
°
° °
41. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
- [1] GU L 115 del 17.4.2014, pag. 3.
- [2] Testi approvati, P8_TA(2016)0005.
PARERE della commissione per i bilanci (9.12.2016)
destinato alla commissione per la cultura e l'istruzione
sull'attuazione del regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio, del 14 aprile 2014, che istituisce il programma "L'Europa per i cittadini" per il periodo 2014-2020
(2015/2329(INI))
Relatore per parere: Lefteris Christoforou
SUGGERIMENTI
La commissione per i bilanci invita la commissione per la cultura e l'istruzione, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. accoglie con favore il fatto che nei primi due anni del nuovo ciclo di finanziamenti il programma «Europa per i cittadini», destinato a colmare il divario tra le istituzioni dell'UE e i cittadini europei, sembra funzionare bene, il numero dei candidati è in aumento, la qualità dei progetti è notevole e la loro attuazione è rigorosa;
2. sottolinea l'importanza dei programmi di questo tipo in tempi in cui crisi permanenti e forze antieuropee rimettono costantemente in discussione l'esistenza stessa del progetto europeo;
3. accoglie con favore la semplificazione della struttura del programma, ad esempio mediante la definizione delle priorità pluriennali, che ha nel complesso consentito di facilitare la candidatura dei cittadini e delle organizzazioni interessati, e mediante una serie di nuovi meccanismi finanziari, ad esempio un sistema di pagamenti forfettari, che hanno ridotto l'onere amministrativo a carico dei beneficiari;
4. chiede alla Commissione e all'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA) di valutare con regolarità l'impatto che una serie di disposizioni di bilancio ha avuto sui candidati e sui potenziali candidati ammissibili; chiede in particolare una valutazione per determinare se la riduzione del tasso di prefinanziamento (dal 50 al 40 % per i progetti e dall'80 al 50 % per le sovvenzioni di funzionamento e i punti di contatto nazionali (PCN)) applicata nel 2015 a causa di una grave penuria di stanziamenti di pagamento, la necessità di cofinanziamento, nonché l'applicazione degli stessi parametri a prescindere dal costo effettivo della vita e dalla lontananza geografica, possano aver posto – e continuino a porre – alcuni tipi di organizzazioni e determinati Stati membri in situazioni di svantaggio; inoltre, chiede loro di elaborare ulteriori strategie per avvicinare le istituzioni europee ai cittadini europei e per informarli meglio sulle varie politiche dell'UE;
5. riconosce che la sfida principale consiste nel raggiungere gli ambiziosi obiettivi attuali con le risorse limitate disponibili; incoraggia pertanto i PCN, insieme alle autorità locali e regionali ad essi associate, e l'EACEA a favorire e a stimolare per quanto possibile sinergie fra programmi dell'Unione europea, come Europa creativa, Erasmus + e il Fondo sociale europeo, al fine di generare economie di scala e massimizzare l'impatto;
6. invita la Commissione e l'EACEA a includere nella relazione interlocutoria di valutazione, prevista per il 31 dicembre 2017, una valutazione approfondita dell'esecuzione finanziaria e di bilancio del programma e a trarne insegnamento al fine di ridefinire gli obiettivi futuri e adeguare i requisiti di bilancio del programma nel prossimo quadro finanziario pluriennale;
7. sottolinea l'importanza di non rinunciare alle sovvenzioni di funzionamento e in tal modo mantenere il sostegno strutturale alle organizzazioni e ai beneficiari e consentire una pianificazione a lungo termine;
8. invita la Commissione, l'EACEA, i PCN, le loro autorità partner locali e regionali e i beneficiari del programma a compiere ulteriori sforzi per rafforzare la visibilità e la comunicazione, utilizzando le risorse finanziarie disponibili nel modo più efficiente, al fine di far conoscere meglio il programma e di raggiungere in modo ancora più efficace i cittadini dei paesi partecipanti, anche migliorando la comunicazione, intensificando l’uso dei social media e trattando temi che oggi sono di scottante attualità per gran parte dei cittadini, come l’occupazione, la crescita e la migrazione.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
Approvazione |
8.12.2016 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
21 5 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Nedzhmi Ali, Richard Ashworth, Jean-Paul Denanot, Gérard Deprez, José Manuel Fernandes, Eider Gardiazabal Rubial, Jens Geier, Ingeborg Gräßle, Zbigniew Kuźmiuk, Vladimír Maňka, Clare Moody, Paul Rübig, Petri Sarvamaa, Patricija Šulin, Eleftherios Synadinos, Indrek Tarand, Monika Vana, Marco Zanni |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Bill Etheridge, Ivana Maletić, Andrey Novakov, Nils Torvalds, Derek Vaughan |
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Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Clara Eugenia Aguilera García, Xabier Benito Ziluaga, José Blanco López, Edouard Ferrand, Valentinas Mazuronis |
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PARERE della commissione per gli affari costituzionali (9.11.2016)
destinato alla commissione per la cultura e l'istruzione
sull'attuazione del regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio, del 14 aprile 2014, che istituisce il programma "L'Europa per i cittadini" per il periodo 2014-2020
(2015/2329(INI))
Relatore per parere: Kazimierz Michał Ujazdowski
SUGGERIMENTI
La commissione per gli affari costituzionali invita la commissione per la cultura e l'istruzione, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. si compiace vivamente delle candidature presentate nel 2015 nell'ambito del programma Europa per i cittadini e della qualità dei progetti; osserva tuttavia che nel 2015 è stato possibile finanziare soltanto il 6 % circa dei progetti Memoria europea e Società civile, a riprova della necessità di aumentare in modo sostanziale i finanziamenti a favore di queste due componenti; suggerisce, in conformità dell'articolo 11 del trattato sull'Unione europea, che introduce un'importante dimensione di democrazia partecipativa, che nei prossimi anni la partecipazione sia incoraggiata attraverso la realizzazione di iniziative promozionali e la creazione di un portale di comunicazione efficace e di facile utilizzo, per i media sia europei sia nazionali, che consenta di divulgare informazioni chiare sulle priorità e sull'accessibilità del programma e di informare i cittadini europei in merito all'esistenza del programma Europa per i cittadini, incoraggiandoli a considerarne i vantaggi e a sentirsi più coinvolti; propone di consentire l'utilizzo di strumenti di partecipazione elettronica ai candidati;
2. chiede nuovamente un ruolo maggiore nella definizione delle priorità e degli obiettivi del programma; raccomanda che la prossima generazione del programma Europa per i cittadini abbia una base giuridica che consenta al Parlamento europeo di partecipare pienamente al processo legislativo secondo la procedura legislativa ordinaria e di essere coinvolto nella definizione delle priorità del programma in qualità di colegislatore conformemente alla procedura legislativa ordinaria, in condizioni di parità con il Consiglio; raccomanda un'ulteriore semplificazione del linguaggio utilizzato dal programma, così da renderlo più ampiamente accessibile;
3. sottolinea che questo programma dovrebbe aiutare i cittadini a comprendere l'Unione, la sua storia e la sua diversità, nonché favorire la cittadinanza europea e migliorare le condizioni per la partecipazione civica e democratica a livello dell'UE; ritiene inoltre che il programma dovrebbe sensibilizzare i cittadini per quanto concerne la memoria, la storia e i valori comuni nonché l'obiettivo dell'Unione di promuovere la pace e assicurare, in generale, una comprensione più ampia della storia dell'Unione europea e delle sue origini, anche a seguito delle due guerre mondiali; sottolinea che dovrebbe altresì incoraggiare la partecipazione democratica e civica dei cittadini a livello di Unione migliorando la loro comprensione del processo di elaborazione delle politiche dell'UE e promuovendo le opportunità di partecipazione e volontariato in ambito sociale e interculturale a livello di Unione; ritiene che tale obiettivo possa essere conseguito, ad esempio, organizzando iniziative promozionali di sensibilizzazione nell'ottica di stimolare il dibattito, la riflessione e lo sviluppo di reti;
4. pone l'accento sull'importanza degli Stati membri, delle regioni e delle amministrazioni locali nel rafforzare l'efficacia e la popolarità del programma, in particolare attraverso l'assunzione di un ruolo maggiore nella definizione delle sue priorità e lo sviluppo massimo del potenziale dei punti di contatto nazionali dando loro la possibilità di collaborare e scambiare esperienze con gli enti responsabili di progetti simili, ad esempio Erasmus+ ed Europa creativa; chiede inoltre un maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo, ad esempio attraverso una valutazione pubblica annuale del monitoraggio del programma in seno alla commissione per la cultura;
5. riconosce il successo dei progetti di gemellaggio tra città in tutta l'UE; invita gli Stati membri a promuovere tali iniziative tra i comuni e a facilitare la collaborazione;
6. sottolinea che, qualora una candidatura venga respinta, è opportuno fornire una risposta soddisfacente indicando le ragioni del rifiuto, in particolare nel caso in cui l'ente che ha presentato la candidatura chieda una spiegazione; suggerisce di considerare la possibilità di individuare le questioni prioritarie delle candidature simili respinte, ove possibile;
7. rileva che alcuni obiettivi del programma Europa per i cittadini sono simili o complementari a quelli dell'Iniziativa dei cittadini europei, in particolare per quanto concerne il coinvolgimento dei cittadini; ritiene pertanto che ci si debba adoperare per trovare un approccio comune alla definizione delle politiche dell'UE in materia di partecipazione dei cittadini e democrazia partecipativa, con l'ausilio di un'adeguata strategia di comunicazione, nell'ottica di raggruppare tutti i programmi della Commissione relativi alla cittadinanza europea, possibilmente valorizzando e rafforzando le esperienze dirette e la partecipazione dei cittadini;
8. sottolinea la necessità di creare un elenco aperto di partner potenziali in ogni Stato membro al fine di facilitare i partenariati tra i soggetti interessati ad accedere al programma Europa per i cittadini;
9. chiede la rimozione delle barriere linguistiche nel processo di candidatura al programma e sottolinea che, nonostante gli sforzi dell'UE volti a fornire informazioni in tutte le lingue dell'Unione, la maggior parte delle informazioni sono presentate in inglese, francese e tedesco;
10. sottolinea che la partecipazione al programma da parte di paesi che desiderano aderire all'UE permette di migliorare la comprensione reciproca e di rafforzare la cooperazione; raccomanda una maggior internazionalizzazione del programma, in particolare invitando tutti i paesi dell'EFTA e del SEE, i paesi in via di adesione e i paesi candidati a cooperare con gli Stati membri dell'UE nel presentare la propria candidatura per i progetti, e chiede maggiore collaborazione tra le ONG dell'UE, dei paesi del partenariato orientale e di potenziali paesi candidati al fine di avvicinare l'UE ai cittadini;
11. ritiene che il programma dovrebbe altresì mirare a far conoscere gli strumenti di partecipazione diretta in vigore nell'Unione europea, quali l'Iniziativa dei cittadini europei, i forum di cittadini e le consultazioni pubbliche, allo scopo di sensibilizzare la popolazione in merito alle possibilità di partecipazione diretta offerte dal quadro istituzionale dell'Unione;
12. sottolinea che prima dell'adesione di un paese all'Unione europea è necessaria una preparazione profonda e olistica in relazione a questioni concernenti la memoria, l'accettazione del passato e la garanzia di una partecipazione attiva dei cittadini alla vita civica nel paese interessato;
13. chiede, alla luce dell'attuale contesto di crescente euroscetticismo, una procedura semplificata per l'accesso al programma e un aumento dei fondi per assicurare risultati migliori;
14. sottolinea il grande potenziale delle reti sociali e dei media sociali e chiede che siano utilizzati in modo più efficace in quanto strumenti in grado di promuovere i valori e la storia dell'UE nell'ambito del programma Europa per i cittadini.
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
Approvazione |
8.11.2016 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
18 2 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Mercedes Bresso, Richard Corbett, Esteban González Pons, Danuta Maria Hübner, Diane James, Ramón Jáuregui Atondo, Constance Le Grip, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, György Schöpflin, Barbara Spinelli, Claudia Țapardel, Josep-Maria Terricabras, Kazimierz Michał Ujazdowski |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Max Andersson, Gerolf Annemans, Ashley Fox, Charles Goerens, Sylvia-Yvonne Kaufmann, Jérôme Lavrilleux, Helmut Scholz |
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Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale |
Pilar Ayuso, Gabriel Mato, Wim van de Camp |
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ESITO DELLA VOTAZIONE FINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
24.1.2017 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
24 5 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Dominique Bilde, Andrea Bocskor, Nikolaos Chountis, Silvia Costa, Mircea Diaconu, Angel Dzhambazki, Jill Evans, María Teresa Giménez Barbat, Giorgos Grammatikakis, Petra Kammerevert, Andrew Lewer, Svetoslav Hristov Malinov, Curzio Maltese, Luigi Morgano, Momchil Nekov, John Procter, Michaela Šojdrová, Yana Toom, Helga Trüpel, Sabine Verheyen, Julie Ward, Bogdan Brunon Wenta, Theodoros Zagorakis, Bogdan Andrzej Zdrojewski, Milan Zver, Krystyna Łybacka |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Therese Comodini Cachia, Sylvie Guillaume, Emma McClarkin |
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