RELAZIONE sulle prospettive e le sfide per il settore dell'apicoltura dell'UE

8.2.2018 - (2017/2115 (INI))

Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
Relatore: Norbert Erdős


Procedura : 2017/2115(INI)
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A8-0014/2018
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A8-0014/2018
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle prospettive e le sfide per il settore dell'apicoltura dell'UE

(2017/2115 (INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la sua risoluzione del 15 novembre 2011 sulla salute delle api e le sfide per l'apicoltura[1],

–  viste le conclusioni del Consiglio "Agricoltura e pesca" (8606/11 ADD 1 REV 1) sulla comunicazione della Commissione relativa alla salute delle api (17608/10),

–  visti i lavori della BeeWeek dell'UE, la settimana europea delle api e dell'impollinazione, che dal 2012 è organizzata presso il Parlamento europeo,

–  vista la relazione dell'EFSA del settembre 2017 dal titolo "Raccolta e condivisione di dati sulla salute delle api: verso un partenariato europeo sulle api", che attua il partenariato europeo sulle api,

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e il parere della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A8-0014/2018),

A.  considerando che il settore dell'apicoltura è parte integrante dell'agricoltura europea e rappresenta oltre 620 000 apicoltori nell'UE[2]; che l'apicoltura è una pratica ampiamente diffusa per diletto o per consumo proprio, oltre che come attività professionale;

B.  considerando che le api apportano un valore economico in termini di impollinazione e produzione di miele, cera e altri prodotti apistici, e che anche i telai in legno e le arnie, nonché l'apiturismo, rivestono grande importanza;

C.  considerando che il settore dell'apicoltura è essenziale per l'UE e apporta un significativo contributo alla società, sia dal punto di vista economico (circa 14,2 miliardi di euro all'anno), sia dal punto di vista ambientale, mantenendo l'equilibrio ecologico e la biodiversità, dal momento che l'84 % delle specie vegetali e il 76 % della produzione alimentare in Europa dipendono dall'impollinazione ad opera delle api domestiche e selvatiche;

D.  considerando che le api e gli altri impollinatori garantiscono, mediante l'impollinazione, la riproduzione di molte piante coltivate e selvatiche, provvedendo alla produzione e alla sicurezza alimentari nonché alla tutela della biodiversità, a titolo gratuito, in Europa e nel resto del mondo; che l'importanza dell'impollinazione nell'UE non è sufficientemente riconosciuta ed è spesso data per scontata, mentre per esempio negli Stati Uniti ogni anno si spendono due miliardi di euro per l'impollinazione artificiale; che l'Europa ospita circa il 10 % della diversità di api mondiale; che, secondo l'Istituto nazionale francese di ricerca agronomica, la mortalità delle api comporterebbe un costo di 150 miliardi di euro a livello mondiale, pari al 10 % del valore di mercato dei prodotti alimentari, il che attesta la necessità di proteggere gli insetti impollinatori;

E.  considerando che i recenti studi condotti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) dimostrano come l'incremento della densità e della varietà degli insetti impollinatori abbia un impatto diretto sulla produttività dei raccolti e come ciò, globalmente, possa aiutare i piccoli agricoltori ad aumentare la loro produttività media del 24 %;

F.  considerando che non tutti i paesi dispongono di un sistema di registrazione degli apicoltori e delle arnie in grado di agevolare il monitoraggio dell'evoluzione del settore, del mercato e della salute degli alveari;

G.  considerando che nel 2004 la Commissione ha assicurato 32 milioni di euro all'anno ai programmi apistici nazionali a vantaggio esclusivo dell'apicoltura, e che nel 2016 l'importo è stato aumentato a 36 milioni, ma che tale somma è ancora ben lungi dall'essere sufficiente, dal momento che rappresenta soltanto lo 0,0003 % del bilancio della PAC;

H.  considerando che tra il 2004 e il 2016, con l'adesione di nuovi Stati membri, il numero di colonie di api mellifere è aumentato del 47,8 %, mentre i finanziamenti dell'UE sono aumentati soltanto del 12 %, il che significa che la disponibilità di finanziamenti è insufficiente per preservare la popolazione di api e assistere adeguatamente gli apicoltori nel rinnovo delle proprie colonie in seguito alle perdite subite negli Stati membri che registrano elevati tassi di mortalità;

I.  considerando che, nonostante tale aumento statistico, numerosi apicoltori professionisti hanno cessato l'attività e, in alcuni Stati membri, il numero di colonie è diminuito addirittura di oltre il 50 %[3], a causa degli effetti dei cambiamenti climatici (ad esempio gelate primaverili, siccità, incendi), di determinate sostanze chimiche attive e delle turbative del mercato interno del miele dell'UE; che si registrano tuttora numerosi casi di problemi sanitari e perdite durante l'inverno;

J.  considerando che i programmi nazionali per il settore dell'apicoltura che beneficiano di cofinanziamenti dell'UE hanno, complessivamente, effetti positivi; che è piuttosto l'attuazione nazionale che, a volte, è causa di sfiducia da parte del settore e quindi ne diminuisce l'adesione;

K.  considerando che il settore apistico ha un problema demografico e di invecchiamento particolarmente grave, dal momento che soltanto una minima percentuale di apicoltori ha meno di 50 anni, e che ciò mette a repentaglio il futuro del settore stesso; che l'apicoltura costituisce una potenziale fonte di occupazione e integrazione per i giovani nelle zone rurali, dal momento che in molte regioni europee l'accesso alla terra risulta limitato;

L.  considerando che una buona base di conoscenze teoriche e la formazione pratica, insieme, possono aiutare a comprendere meglio le sfide future per le colonie di api e ad affrontarle, e che pertanto sono importanti; che gli apicoltori dovrebbero operare in modo responsabile e professionale e in stretta cooperazione con gli agricoltori per affrontare le sfide future quali i cambiamenti climatici, le catastrofi naturali, la riduzione delle aree di pascolo delle api, gli attacchi di animali selvatici e di talune specie di uccelli migratori in determinate regioni (gli alveari sono fortemente esposti a questi predatori, in quanto l'apicoltura spesso è praticata all'aperto), nonché i gravosi oneri amministrativi presenti in alcuni Stati membri;

M.  considerando che i programmi nazionali per l'apicoltura cofinanziati dall'UE offrono ai partecipanti la possibilità di intraprendere progetti di ricerca e sviluppo; che i progetti ben riusciti possono contribuire notevolmente a rafforzare il settore e a migliorarne la capacità di resistere alle crisi naturali e del mercato; che il trasferimento di conoscenze e lo scambio di buone prassi innovative apportano un valore aggiunto al settore dell'apicoltura europeo, in particolare se integrati da un programma specifico, come l'attuale Erasmus per gli apicoltori nell'ambito del secondo pilastro della PAC;

N.  considerando che la pratica dell'agricoltura cosiddetta "nomade" presenta molti aspetti positivi ma anche alcune criticità, in particolare in merito al rispetto delle regole volte a evitare il diffondersi di situazioni di rischio; che, pertanto, sono necessarie verifiche più accurate;

O.  considerando che l'aumento della mortalità delle api mellifere e degli impollinatori selvatici attualmente osservato in Europa è preoccupante, tenendo conto delle sue ripercussioni negative sull'agricoltura, la biodiversità e gli ecosistemi; che tale aumento della mortalità è causato da molteplici fattori di stress, variabili a seconda della zona geografica, delle caratteristiche locali e delle condizioni climatiche; che tra tali fattori figurano il grave impatto di specie esotiche invasive come l'acaro Varroa destructor, il coleottero degli alveari (Aethina tumida) e la vespa asiatica (Vespa velutina) e della peste americana, nonché di patogeni animali come il nosema apis, determinate sostanze attive presenti nei prodotti fitosanitari e in altri biocidi, i cambiamenti climatici, il degrado ambientale, la degenerazione degli habitat e la graduale scomparsa delle piante da fiore; che le api dipendono dai terreni agricoli, dal momento che le superfici e la diversità delle colture rappresentano la loro principale fonte di nutrimento, e che sarebbe quindi utile sia per gli apicoltori sia per gli agricoltori prevedere determinate aree di interesse ecologico denominate "zone di apicoltura", che potrebbero successivamente diffondersi in tutti gli Stati membri, in particolare durante i periodi di scarsa fioritura;

P.  considerando che gli apicoltori sono spesso impotenti di fronte alle malattie e ai parassiti delle api, per mancanza di informazioni e di formazione nonché di mezzi efficaci per contrastare tali minacce, come i medicinali per la cura delle api; che gli apicoltori ricevono sostegno per le misure di protezione contro l'acaro Varroa destructor, sebbene tali misure non siano ancora pienamente efficaci, dal momento che mancano ancora adeguati sforzi di ricerca e sviluppo in materia di trattamenti contro le specie parassitiche, impatto dei regimi alimentari delle api ed esposizione ai prodotti chimici;

Q.  considerando che l'obbligo degli agricoltori di dichiarare la presenza di malattie e parassiti comporta la sistematica distruzione degli alveari e potrebbe incoraggiarli a non dichiarare tale presenza; che i medicinali disponibili sul mercato per trattare le malattie delle api sono limitati e non adeguati alla crescente necessità di farmaci veterinari efficaci; che per il controllo della varroasi sono state testate diverse sostanze e che tre di queste sono diventate la base per i trattamenti organici: l'acido formico, l'acido ossalico e il timolo;

R.  considerando che l'agricoltura monocolturale che si avvale di varietà e ibridi caratterizzati da una bassa produzione di nettare e polline e da periodi di fioritura più brevi riduce sia la biodiversità sia le superfici utilizzate per il pascolo delle api; che i ricercatori britannici sono recentemente giunti alla conclusione che le razze di api locali e regionali sopravvivono meglio in una determinata area rispetto alle razze di api mellifere non autoctone[4]; che la salute e la sostenibilità a lungo termine del settore dell'apicoltura in Europa dipendono dalla salute e dalla sostenibilità a lungo termine degli ecotipi di api mellifere locali, vista la loro diversità e la loro capacità di adattamento agli ambienti locali;

S.  considerando che sia la piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES), nella sua relazione del 26 febbraio 2016, sia l'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), nelle sue valutazioni integrate a livello mondiale sugli insetticidi sistemici, hanno messo in guardia circa la diminuzione degli impollinatori; che le api sono un indicatore importante della qualità dell'ambiente;

T.  considerando che gli apicoltori, gli agricoltori, gli ambientalisti nonché i cittadini in generale si aspettano azioni basate su un chiaro consenso scientifico in merito a tutte le cause della mortalità delle api, tra cui gli effetti delle sostanze attive dei pesticidi (ad esempio determinati neonicotinoidi e alcuni altri insetticidi sistemici), come evidenziato dall'EFSA;

U.  considerando che le divergenze tra i risultati scientifici possono essere in parte spiegate dal ricorso a metodi analitici e protocolli di ricerca diversi; che la mancanza di coordinamento nei lavori di ricerca sugli impollinatori a livello dell'UE nonché di dati accessibili e armonizzati tra le parti interessate danno luogo al moltiplicarsi di studi divergenti o contraddittori;

V.  considerando che è importante portare avanti e approfondire il dialogo e la collaborazione tra tutte le parti interessate (apicoltori, agricoltori, esperti scientifici, ONG, enti locali, industrie fitosanitarie, settore privato, veterinari e pubblico), con l'obiettivo di coordinare gli sforzi di ricerca e condividere tempestivamente tutti i dati pertinenti raccolti;

W.  considerando che vi è una richiesta diffusa di una banca dati comune e armonizzata, che includa tra l'altro informazioni concernenti il tipo di colture e pratiche agricole, la presenza di specie nocive e malattie, le condizioni climatiche e meteorologiche, il paesaggio e le infrastrutture, la densità delle colonie di api e la mortalità delle api per regione, nonché di strumenti e tecnologie digitali pertinenti e innocui per le api e di mezzi di comunicazione adeguati, come indicato nell'ambito dell'iniziativa "Partenariato europeo sulle api", adottata nel giugno 2017; che i risultati dell'esame scientifico globale dell'EFSA, che accusano già un ritardo di oltre un anno, sono necessari per consentire l'adozione di decisioni sulla base dei più recenti dati scientifici; che è necessario ottenere quanto prima risultati chiari relativi a tutti gli indicatori della salute delle api, in particolare mediante prove sul campo, al fine di arrestare e ridurre la mortalità delle api; che gli apicoltori, gli agricoltori e il pubblico si aspettano che la Commissione monitori attentamente, insieme alle agenzie competenti dell'UE e agli esperti degli Stati membri, gli orientamenti dell'EFSA per la valutazione dell'impatto dei prodotti fitosanitari sulle api, e si aspettano altresì che gli Stati membri li attuino adeguatamente;

X.  considerando che sulla produzione di miele incidono anche le condizioni meteorologiche, dal momento che un clima caldo e umido favorisce la produzione, mentre il freddo e l'umidità, insieme, la ostacolano; che le perdite autunnali e invernali contribuiscono all'indebolimento delle colonie e al calo della produzione di miele, che può raggiungere anche il 50 % in alcuni Stati membri, e addirittura il 100 % in determinate regioni;

Y.  considerando che è opportuno prestare attenzione alle diverse dimensioni delle popolazioni di api mellifere nelle diverse aree agricole, dal momento che tali dimensioni sono in crescita in taluni paesi produttori di miele, mentre sono in calo in altri;

Z.  considerando che l'aumento della mortalità delle api costringe gli apicoltori ad acquistare nuove colonie con maggiore regolarità, il che determina un aumento dei costi di produzione; che dal 2002 il costo di una colonia è come minimo quadruplicato; che la sostituzione di una colonia di api causa spesso un calo della produzione nel breve e medio termine, dal momento che le nuove colonie sono meno produttive nella fase iniziale; considerando che gli apicoltori non producono mai con tante colonie di api quante mostrano i dati statistici, visto che ricostituiscono il numero originario di colonie nel corso dell'anno, a scapito del rendimento poiché anche per il ripopolamento delle colonie perse è necessario miele;

AA.  considerando che, in alcuni paesi terzi, negli ultimi 15 anni, la quantità di miele prodotto ed esportato è raddoppiata; che l'Unione europea produce soltanto il 60 % del miele che consuma e tale quota non è in aumento, sebbene il numero degli alveari nell'UE sia quasi raddoppiato tra il 2003 e il 2016 e il numero di apicoltori sia passato da circa 470 000 a circa 620 000, nel medesimo periodo; che nel 2016 i tre principali produttori europei di miele sono stati Romania, Spagna e Ungheria, seguiti da Germania, Italia e Grecia;

AB.  considerando che ogni anno l'Unione europea importa circa il 40 % del miele che consuma; che nel 2015 il miele importato era in media 2,3 volte meno costoso di quello prodotto nell'Unione; che l'Unione importa circa 200 000 tonnellate di miele all'anno, principalmente dalla Cina, dall'Ucraina, dall'Argentina e dal Messico, il che determina un forte svantaggio competitivo per gli apicoltori europei rispetto ai produttori dei paesi terzi e impedisce una maggiore autosufficienza; che il miele importato spesso non rispetta le norme imposte agli apicoltori europei;

AC.  considerando che i consumatori spesso credono di consumare miele prodotto nell'UE, quando invece una parte di esso è di fatto una miscela di miele dell'UE e di paesi terzi, mentre gran parte del miele importato è adulterata;

AD.  considerando che dal 2002 nelle zone di grande produzione di miele del mondo la quantità di miele prodotto è invariata o in regresso, a causa delle cattive condizioni di salute delle api, mentre in Cina la produzione di miele è raddoppiata (circa 450 000 tonnellate all'anno dal 2012) e supera la quantità di miele prodotto da UE, Argentina, Messico, Stati Uniti e Canada insieme;

AE.  considerando che nel 2015 è arrivata dalla Cina oltre la metà delle importazioni di miele dell'Unione, ossia circa 100 000 tonnellate, il doppio rispetto al 2002, nonostante il numero delle colonie di api sia diminuito in altre zone nel mondo; che, secondo le associazioni e i professionisti del settore, gran parte del miele importato dalla Cina potrebbe essere adulterato con zuccheri esogeni, di canna o mais; che non tutti gli Stati membri sono in grado di effettuare analisi volte a individuare le irregolarità nel miele importato presso i posti di controllo alle frontiere esterne dell'UE;

AF.  considerando che il miele è il terzo prodotto più adulterato al mondo; che tale adulterazione causa notevoli danni agli apicoltori europei e espone i consumatori a gravi rischi per la salute;

AG.  considerando che, secondo gli esperti, nel 2002 le imprese esportatrici di miele dalla Cina hanno risolto il problema del cloramfenicolo non attraverso il rispetto delle norme, ma filtrando il miele mediante resine;

AH.  considerando che il Consiglio "Agricoltura e pesca", nella sua riunione del dicembre 2015, ha affrontato le preoccupazioni relative alla qualità del miele importato e alla competitività del settore apistico europeo; che, in seguito a tali discussioni, la Commissione ha disposto il controllo centralizzato del miele;

AI.  considerando che gli esami di laboratorio sui campioni del miele presente negli Stati membri sono stati effettuati dal Centro comune di ricerca europeo, il quale tra l'altro ha constatato che il 20 % dei campioni prelevati presso i posti di frontiera esterna e le sedi degli importatori non rispettava i criteri di composizione e/o i processi di produzione del miele definiti nella direttiva concernente il miele (2001/110/CE) e che il 14 % dei campioni rivelava la presenza di zucchero aggiunto; che, nonostante ciò, in Europa continua ad arrivare miele contraffatto e adulterato;

AJ.  considerando che, secondo le specifiche del Codex Alimentarius, applicato nell'UE, il miele è un prodotto naturale cui nessuna sostanza può essere aggiunta e da cui nessuna sostanza può essere estratta, e che non può essere essiccato fuori dall'alveare;

AK.  considerando che gli squilibri del mercato del miele europeo derivati dalle massicce importazioni di miele adulterato a basso costo hanno dimezzato, tra il 2014 e il 2016, il prezzo d'acquisto del miele nei principali paesi produttori dell'UE (Romania, Spagna, Ungheria, Bulgaria, Portogallo, Francia, Italia, Grecia e Croazia), e che ciò continua a porre gli apicoltori europei in una situazione difficile e dannosa;

AL.  considerando che nella direttiva di modifica, al considerando 6, si afferma che, in virtù della direttiva 2001/110/CE, qualora il miele sia originario di più Stati membri o paesi terzi, l'indicazione obbligatoria dei paesi di origine può essere sostituita da una delle seguenti indicazioni, a seconda del caso: "miscela di mieli originari dell'UE", "miscela di mieli non originari dell'UE", "miscela di mieli originari e non originari dell'UE"; che quest'ultima etichettatura non fornisce informazioni sufficienti ai consumatori;

AM.  considerando che numerose imprese di confezionamento e di distribuzione di miele oggigiorno abusano di questo tipo di indicazione allo scopo di omettere i reali paesi d'origine e la quantità di miele proveniente da diversi paesi, dal momento che gli acquirenti, sempre più consapevoli, sono diffidenti riguardo ai prodotti alimentari provenienti da certi paesi; che molti grandi produttori di miele come gli Stati Uniti, il Canada, l'Argentina o il Messico hanno obblighi di etichettatura del miele molto più rigorosi rispetto alle norme semplificate dell'UE e pertanto offrono garanzie molto migliori di quelle dell'Unione per quanto riguarda le informazioni necessarie da fornire ai consumatori;

AN.  considerando che le norme vigenti non tengono conto delle pratiche fraudolente che riguardano i prodotti trasformati quali biscotti, cereali da colazione, prodotti di confetteria, ecc.; che la denominazione "miele" può indurre in errore i consumatori per quanto riguarda il reale contenuto del prodotto, essendo spesso utilizzata anche quando il tenore di zuccheri di un prodotto derivato dal miele è molto inferiore al 50 %;

AO.  considerando che l'iniziativa europea "Miele a colazione", lanciata nel 2014, è stata un grande successo e che l'obiettivo di questa eccellente iniziativa, aperta a tutti gli Stati membri dell'UE, è quello di contribuire a educare i bambini a mangiare alimenti sani come il miele e di promuovere il settore dell'apicoltura; che l'11 maggio 2015 la Slovenia, in occasione della riunione del Consiglio "Agricoltura e pesca", ha avviato il riconoscimento ufficiale da parte dell'ONU del 20 maggio come Giornata mondiale delle api, un'idea che è stata ampiamente sostenuta da tutti gli Stati membri ed è stata approvata dalla FAO alla Conferenza di Roma svoltasi nel luglio 2017; che in tale occasione si è convenuto sul fatto che occorre prestare particolare attenzione al settore dell'apicoltura in termini di agricoltura, protezione fitosanitaria e agricoltura sostenibile, dato che le api hanno un impatto significativo sull'equilibrio ecologico in tutto il mondo;

AP.  considerando che i programmi scolastici dell'UE come il programma Frutta nelle scuole, Verdura nelle scuole e Latte nelle scuole rappresentano uno strumento critico per avvicinare nuovamente i bambini all'agricoltura e alla varietà di prodotti agricoli dell'Unione, e in particolare agli alimenti prodotti nella loro regione; che, oltre a promuovere la frutta e la verdura fresche e il latte da bere, questi programmi consentono agli Stati membri di includere altre specialità locali, regionali o nazionali come il miele;

AQ.  considerando che, sebbene l'inclusione dei produttori locali nei programmi scolastici dell'UE come il programma Frutta nelle scuole, Verdura nelle scuole e Latte nelle scuole comporti oneri amministrativi e finanziari supplementari, i vantaggi potenziali in termini di maggiore consapevolezza riguardo ai benefici nutrizionali del miele, importanza dell'apicoltura, promozione di un maggiore consumo, nonché di un agevole coinvolgimento degli apicoltori principalmente locali potrebbero avere ricadute positive sul settore e sull'intera catena di produzione del miele; che i produttori locali hanno difficoltà a partecipare ai programmi scolastici dell'UE a causa di un'applicazione restrittiva della legislazione sulla fornitura diretta di piccole quantità di miele in alcuni Stati membri; che è essenziale favorire la produzione e il consumo locali;

AR.  considerando che il tasso annuo di consumo di miele è molto diverso tra gli Stati membri: mentre il consumo medio negli Stati membri dell'Europa occidentale è di 2,5-2,7 kg a persona, il dato per gli Stati membri che hanno aderito all'Unione a partire dal 2004 scende, in alcuni casi, addirittura a 0,7 kg a persona; che i regimi di qualità europei e in particolare i regimi di indicazione geografica (IG) rivestono un'enorme importanza per il mantenimento e la creazione di posti di lavoro; che sono state finora registrate più di 30 IG per il miele; che le denominazioni "europeo" e "prodotto in Europa" sono spesso associate a prodotti di valore elevato;

AS.  considerando che il miele ha un impatto fisiologico positivo, in particolare per la salute, date le sue proprietà antisettiche, antinfiammatorie e curative, il che potrebbe essere ulteriormente riconosciuto nella futura politica agricola;

AT.  considerando che numerosi esempi di organizzazione autonoma e di vendita diretta da parte degli apicoltori dimostrano che la vendita di miele, in particolare di miele biologico, e di altri prodotti dell'apicoltura nelle filiere corte e ai mercati degli agricoltori locali dà ottimi risultati;

AU.  considerando che negli ultimi anni l'apicoltura urbana ha acquistato popolarità ed è potenzialmente in grado di sensibilizzare un gruppo più ampio di cittadini, bambini inclusi, riguardo alla natura e ai vantaggi dell'apicoltura; che anche la floricoltura nei giardini e nelle aree urbane ad opera di cittadini e/o enti locali e regionali contribuisce ad arricchire il regime alimentare degli impollinatori;

AV.  considerando che gli altri prodotti dell'apicoltura, come il polline, la propoli, la cera d'api, il veleno d'api e la pappa reale, contribuiscono in modo significativo al benessere dei cittadini e sono utilizzati come alimenti di elevata qualità e ricercati nell'ambito di uno stile di vita naturale; che tali prodotti svolgono un ruolo fondamentale anche nell'industria sanitaria e nell'industria cosmetica e costituiscono pertanto una risorsa supplementare per migliorare la situazione economica degli apicoltori; che tuttavia tali prodotti non sono definiti nella direttiva "miele" (2001/110/CE) e che tale omissione va a scapito dell'attuazione di una politica settoriale efficace e ostacola le iniziative a favore della qualità, nonché la lotta alla frode e all'adulterazione; che ogni Stato membro può decidere di vietare la coltivazione di OGM nel proprio territorio al fine di tutelare i consumatori europei da miele contaminato da polline geneticamente modificato;

AW.  considerando che l'Unione europea importa grandi quantità di miele e che ciò, in molti casi, genera gravi perturbazioni e persino crisi nel mercato del miele dell'UE, contribuendo a indebolire il settore europeo dell'apicoltura; che il settore dell'apicoltura merita di essere trattato come priorità dell'Unione nei negoziati relativi agli accordi di libero scambio e che il miele e gli altri prodotti delle api dovrebbero essere classificati come "prodotti sensibili";

Importanza dell'apicoltura

1.  ritiene che le api mellifere, insieme alle api selvatiche e agli altri impollinatori, tramite l'impollinazione dei fiori – comprese le colture agricole – svolgano servizi ecosistemici e agricoli fondamentali, senza i quali non esisterebbe l'agricoltura europea, e in particolare la coltura di piante entomofile (la cui impollinazione avviene ad opera di insetti); sottolinea, a tale proposito, l'importanza di una PAC orientata verso lo sviluppo sostenibile e il rafforzamento della biodiversità, che rappresenta l'opzione migliore non soltanto per la sopravvivenza e il ripopolamento del patrimonio apistico, ma anche per il rendimento delle colture;

2.  invita la Commissione ad assicurare che l'apicoltura rivesta un ruolo di primo piano nelle future proposte in materia di politica agricola in termini di sostegno e semplificazione, ricerca e innovazione, nonché programmi di educazione all'apicoltura;

3.  sottolinea che, se da un lato l'UE può intraprendere ulteriori azioni a favore degli apicoltori e delle api, dall'altro lato è necessario riconoscere il contributo dell'attuale PAC a sostegno dell'apicoltura nonché, potenzialmente, a sostegno del miglioramento dell'ambiente e della biodiversità attraverso vari strumenti, come ad esempio le misure di diversificazione delle colture, le aree di interesse ecologico (AIE), la rete Natura 2000, l'agricoltura biologica, le altre misure agroambientali che contribuiscono alla formazione di colonie di api, le misure di protezione del clima e il partenariato europeo per l'innovazione;

Sostegno dell'Unione agli apicoltori

4.  sottolinea che il finanziamento del settore apistico per la produzione alimentare e per scopi terapeutici deve essere strutturato in modo più mirato ed efficace e deve essere adeguatamente aumentato in una politica agricola futura (prevista a partire dal 2021);

5.  invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere il settore dell'apicoltura dell'UE con solidi strumenti strategici e misure di finanziamento adeguate, corrispondenti all'attuale patrimonio apistico; propone, pertanto, un aumento del 50 % della linea di bilancio dell'UE destinata ai programmi nazionali a favore dell'apicoltura, in modo da rispecchiare lo stato attuale della popolazione delle api mellifere nell'Unione e l'importanza del settore nel suo complesso; incoraggia vivamente tutti gli Stati membri, a norma dell'articolo 55 del regolamento (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, a elaborare un programma nazionale per il proprio settore apistico;

6.  invita la Commissione a valutare attentamente l'inclusione di un nuovo regime di sostegno per gli apicoltori per la PAC dopo il 2020, in modo da rispecchiare adeguatamente il ruolo ecologico delle api come impollinatori; sottolinea, a tale proposito, che occorre tenere in considerazione le esigenze specifiche delle microimprese e delle piccole e medie imprese, comprese quelle che svolgono le loro attività nelle regioni ultraperiferiche e montane e nelle isole; invita inoltre la Commissione a studiare misure supplementari, come ad esempio il sostegno per l'acquisto di fogli cerei da melario;

7.  invita gli apicoltori a impegnarsi in un dialogo attivo con le autorità competenti ai fini di un'applicazione più efficace dei programmi nazionali per l'apicoltura, con l'obiettivo di migliorare e correggere eventuali problemi che possono sorgere;

Gestione del rischio

8.  chiede alla Commissione di avviare uno studio sulla fattibilità di un sistema di gestione del rischio del settore apistico nell'ambito dei programmi nazionali a favore dell'apicoltura, onde coprire le perdite di produzione subite dagli apicoltori professionali; propone pertanto l'istituzione di un'indennità calcolata in base al fatturato medio delle imprese interessate; sottolinea che in diversi Stati membri le compagnie assicurative si rifiutano di assicurare le colonie di api e gli apicoltori hanno difficoltà ad accedere agli strumenti di gestione del rischio previsti dal secondo pilastro della PAC; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a facilitare l'accesso degli apicoltori agli strumenti di gestione del rischio;

Programmi nazionali a favore dell'apicoltura cofinanziati dall'Unione

9.  sottolinea la necessità di un'adeguata formazione in materia di apicoltura e incoraggia gli Stati membri a includerla come requisito preliminare nei programmi nazionali; ritiene che le spese per l'acquisto di attrezzature per l'apicoltura, ove ammissibili e co-finanziate in conformità dei singoli programmi nazionali a favore dell'apicoltura, debbano essere riconosciute per l'intero periodo di programmazione triennale e non solo nell'anno di programmazione in cui sono state sostenute;

10.  invita gli Stati membri a prendere in considerazione l'introduzione, nei loro programmi nazionali a favore dell'apicoltura, di un regime di indennizzo per la mortalità delle colonie di api a causa di catastrofi naturali, malattie o predatori;

11.  invita la Commissione a proporre una modifica del calendario dell'anno di programmazione dei programmi nazionali a favore dell'apicoltura, che sposti la fine dell'anno di programmazione al 30 ottobre, tenendo presente che, secondo la regolamentazione vigente, l'anno di programmazione si conclude il 31 luglio, data che in alcuni Stati membri coincide con l'apice della stagione per l'apicoltura e non è dunque una data opportuna;

12.  osserva che la diffusione dell'orso bruno e di altre specie predatorie in alcune regioni d'Europa pone nuove sfide agli apicoltori, sia in termini di sicurezza personale che per le loro attività economiche, ed esorta la Commissione e gli Stati membri a sviluppare rimedi adeguati alla situazione, in particolare tramite l'indennizzo dei danni subiti;

Ricerca, formazione e istruzione

13.  propone che i temi di ricerca riguardanti l'apicoltura, specialmente se finanziati con fondi dell'UE, e le conoscenze acquisite, come nel caso del Consorzio per il progetto sull'apiterapia, siano ampliati e condivisi tra gli Stati membri, in modo da evitare duplicazioni; chiede a tal fine l'istituzione di una banca dati digitale comune, armonizzata a livello dell'UE, per lo scambio di informazioni tra gli apicoltori, i ricercatori e tutti i soggetti interessati; invita quindi la Commissione a promuovere e stimolare i progetti europei di ricerca sull'apicoltura, come ad esempio il programma di ricerca dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) nell'ambito del progetto dal titolo "Raccolta e condivisione di dati sulla salute delle api: verso un partenariato europeo sulle api"; ritiene che un aumento degli investimenti, pubblici e privati, nelle conoscenze tecniche e scientifiche sia essenziale e debba essere incentivato a livello sia nazionale che dell'UE, in particolare per quanto riguarda gli aspetti genetici e veterinari e lo sviluppo di medicinali innovativi per la salute delle api; sostiene l'attività degli istituti e dei laboratori di riferimento dell'UE, che si traduce in un migliore coordinamento della ricerca, anche ai fini di un'indagine più approfondita sulle cause della mortalità delle api;

14.  invita gli Stati membri a garantire programmi adeguati per la formazione di base e professionale degli apicoltori; sottolinea che, al di là degli aspetti dell'apicoltura inerenti all'agricoltura e ad altri settori economici, il materiale didattico dovrebbe includere nozioni sull'impollinazione e altre pratiche ambientali, come ad esempio il mantenimento dell'equilibrio ecologico e la tutela della biodiversità, nonché il miglioramento delle condizioni di sopravvivenza degli impollinatori nei paesaggi agricoli; ritiene che occorra anche sviluppare moduli formativi specifici su tali questioni, in collaborazione con gli apicoltori, a beneficio degli agricoltori che coltivano terreni agricoli; invita la Commissione e gli Stati membri ad accrescere la cooperazione e la condivisione di conoscenze e informazioni anche su sistemi avanzati di allarme rapido reciproco tra agricoltori, apicoltori, silvicoltori, scienziati e veterinari riguardo ai periodi di irrorazione e altre applicazioni di insetticidi, la prevenzione e il controllo delle malattie, le tecnologie che non sono nocive per le api e i metodi di protezione fitosanitaria che minimizzano il rischio di mortalità degli impollinatori;

15.  invita la Commissione ad adottare raccomandazioni volte a sostenere diversi programmi nazionali di elevata qualità in materia di formazione di base e formazione professionale per apicoltori nell'UE; chiede che i programmi incoraggino i giovani a entrare nel mondo professionale dell'apicoltura, data la pressante necessità di un rinnovo generazionale nel settore; reputa necessario sviluppare ulteriormente le potenzialità del settore apistico in modi adeguati alle esigenze di tutti gli apicoltori; invita inoltre la Commissione a collaborare con gli Stati membri e il settore apistico alla messa a punto di un codice di migliori pratiche in materia di apicoltura, sostenuto attraverso l'accesso, a livello degli Stati membri, a una formazione di alta qualità; per quanto riguarda l'istruzione professionale, incoraggia le facoltà di medicina veterinaria delle università a rafforzare la sorveglianza e la partecipazione in ambito veterinario; ritiene che programmi quali ad esempio Orizzonte 2020 ed Erasmus+ debbano favorire la ricerca e la formazione nel settore dell'apiterapia;

Salute delle api e aspetti ambientali

16.  ribadisce il timore che l'aumento della mortalità e la diminuzione della popolazione delle api mellifere e degli impollinatori selvatici – tra cui le api selvatiche – in Europa avranno un impatto profondamente negativo sull'agricoltura, sulla produzione alimentare e la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, sulla biodiversità, sulla sostenibilità ambientale e sugli ecosistemi;

17.  sottolinea la necessità che l'UE e gli Stati membri adottino le misure immediate e necessarie richieste per attuare una strategia su vasta scala e a lungo termine per la salute delle api e il loro ripopolamento, in modo da preservare il patrimonio di api selvatiche, attualmente in declino nell'UE, anche attraverso misure agroambientali volte a sostenere la creazione di colonie di api;

18.  sottolinea l'importanza della biodiversità per la salute e il benessere delle api, in quanto fornisce loro pascoli e habitat naturali e seminaturali unitamente ad ampie zone di foraggiamento permanenti; richiama l'attenzione sulla graduale scomparsa di piante foraggere preziose per le api, come ad esempio il fiordaliso, la cicerchia, il cardo o il trifoglio bianco, a causa dell'utilizzo inappropriato di sostanze chimiche a scopi fitosanitari e della diminuzione dei pascoli verdi a favore dei prati da sfalcio; osserva che ciò si traduce in una mancanza di polline che diventa causa di malnutrizione per le api e contribuisce al peggioramento della loro salute, nonché all'aumento della loro sensibilità ad agenti patogeni e parassiti; sottolinea la necessità di tutelare i fiori selvatici e le specie vegetali sicure per gli insetti in tutta Europa; ricorda che le "zone di apicoltura" con un fattore di ponderazione di 1,5 sono un tipo di aree di interesse ecologico (AIE) nel quadro dell'inverdimento della PAC; invita la Commissione, i selezionatori e gli agricoltori a promuovere regimi di selezione vegetale di qualità, inserendo nei criteri di selezione un'elevata e comprovata capacità mellifera o pollinifera e dando la preferenza a una diversità biologica massima di specie e varietà adattate e approvvigionate a livello locale;

19.  richiama l'attenzione sulla necessità di incentivi finanziari adeguati per gli apicoltori biologici, dati gli obblighi supplementari che essi devono soddisfare e le crescenti ripercussioni derivanti dall'ambiente;

20.  sottolinea la necessità di preservare lo straordinario patrimonio genetico, la diversità e la capacità di adattamento delle popolazioni apistiche locali ed endemiche, ognuna adattatasi nel corso delle generazioni alle particolarità dei rispettivi ambienti locali, ricordando che questa diversità è un fattore importante nella lotta contro le specie invasive, compresi i parassiti e le malattie;

21.  osserva che l'agricoltura monoculturale riduce la biodiversità e comporta il rischio di un'insufficiente impollinazione e della scomparsa delle piante mellifere e invita gli Stati membri a elaborare strategie per la semina dei terreni agricoli non utilizzati con vegetazione mellifera; sottolinea, a tale proposito, che la salvaguardia delle risorse abiotiche – in particolare, del suolo e delle risorse idriche – come pure un'ampia varietà di polline e di nutrimento, sono fattori essenziali per la tutela delle api;

22.  invita, pertanto, la Commissione e gli Stati membri a predisporre i necessari incentivi per incoraggiare pratiche sviluppate a livello locale al fine di preservare e allevare ecotipi di api mellifere in tutto il territorio dell'UE;

23.  invita la Commissione a redigere un inventario per la valutazione dei rischi sanitari esistenti ed emergenti a livello unionale e internazionale, con l'obiettivo di definire un piano d'azione inteso a combattere la mortalità delle api;

24.  esorta la Commissione a compiere progressi nell'attuazione di progetti pilota sulle api e altri impollinatori quali indicatori della salute dell'ambiente e degli habitat, poiché potrebbero rivelarsi utili per lo sviluppo di politiche future;

25.  invita la Commissione a provvedere affinché le sovvenzioni all'agricoltura a titolo delle diverse linee della PAC tengano conto delle pratiche favorevoli alle api, come ad esempio l'istituzione di AIE o la coltivazione di specie silvestri di interesse apistico sui terreni a riposo;

26.  sottolinea la necessità di applicare il principio di precauzione per tutelare gli impollinatori in generale, sia domestici che selvatici;

27.  constata che un'ape in salute ha maggiori possibilità di resistere al parassitismo, alla malattia e alla predazione; ritiene che alcune specie esotiche invasive, come l'acaro Varroa destructor, il coleottero degli alveari (Aethina tumida), il calabrone asiatico (Vespa velutina, specie estremamente aggressiva nei confronti di altri insetti), nonché la peste americana e certi patogeni come la nosemiasi, rappresentino le principali cause di mortalità tra le api e causino danni enormi agli apicoltori; ribadisce il proprio sostegno al progetto pilota lanciato dal Parlamento europeo sul programma di allevamento e selezione per la ricerca in merito alla resistenza alla Varroa; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere la ricerca applicata a livello dell'UE attraverso programmi di selezione efficaci che producano specie di api resistenti alle malattie e alle specie invasive e in possesso del tratto VSH (Varroa sensitive hygiene); incoraggia gli Stati membri, visto il rischio che talune specie esotiche invasive come l'acaro Varroa destructor sviluppino una resistenza ad alcuni farmaci veterinari, a realizzare prove annuali del livello di resistenza dell'acaro alle diverse sostanze attive utilizzate nei farmaci veterinari; propone di mantenere obbligatoria la lotta all'acaro Varroa a livello dell'Unione;

28.  invita la Commissione a coinvolgere tutte le aziende farmaceutiche interessate nella ricerca sui farmaci per le api, tra l'altro al fine di combattere il Varroa destructor ed evitare effetti collaterali negativi sul sistema immunitario delle api dato da questi medicinali, e a creare una piattaforma informatica comune per condividere con le parti interessate le soluzioni e i farmaci migliori, aumentare la disponibilità dei prodotti veterinari di vitale importanza per l'apicoltura, rafforzare il ruolo dei veterinari nella gestione della salute delle api e portare a conoscenza degli apicoltori tutte le soluzioni disponibili; esorta alla ricerca pubblica e privata in materia di metodi biologici e fisici alternativi che siano innocui per la salute umana e animale, nonché in materia di uso di sostanze e composti naturali per il controllo della varroatosi, tenendo conto dei vantaggi specifici dei trattamenti organici;

29.  riconosce che i risultati conseguiti da taluni Stati membri nei processi di monitoraggio per la valutazione dello stato di salute delle api sono importanti e dovrebbero essere condivisi con gli altri Stati membri e con la Commissione;

30.  invita gli Stati membri e le regioni a proteggere con ogni mezzo le specie locali e regionali di api mellifere (ceppi dell'ape Apis Mellifera) dall'espansione indesiderata di specie esotiche naturalizzate o invasive che hanno un impatto diretto o indiretto sugli impollinatori; sostiene il ripopolamento con specie di api autoctone locali degli alveari perduti a causa di specie esotiche invasive; raccomanda agli Stati membri di istituire centri residenziali per l'allevamento e la salvaguardia delle specie di api autoctone; sottolinea, a tale proposito, l'importanza di sviluppare strategie di allevamento volte ad aumentare la frequenza di tratti utili nelle popolazioni di api locali; prende atto delle possibilità offerte dal regolamento (UE) n. 1143/2014 sulle specie esotiche invasive, e potenzialmente dai regolamenti sulla salute degli animali e delle piante recentemente adottati (regolamenti (UE) 429/2016 e 2031/2016, rispettivamente); esprime preoccupazione per il fatto che la cera d'api contaminata importata dalla Cina può spesso causare problemi di salute alle api;

31.  chiede di adottare un approccio prudente all'estensione dell'elenco delle specie vegetali invasive che potrebbe portare a una riduzione della diversità della flora apistica nell'UE;

Prodotti chimici dannosi per le api

32.  chiede alla Commissione di sospendere l'autorizzazione delle sostanze attive antiparassitarie che pongono a rischio la salute delle api, alla luce dei risultati scientifici dell'EFSA, basati su prove sul campo, sino alla pubblicazione della valutazione d'impatto definitiva e dettagliata dell'EFSA; ribadisce che qualsiasi processo decisionale deve essere basato su valutazioni e risultati scientifici;

33.  invita la Commissione e gli Stati membri a seguire il consenso scientifico vigente e a vietare tali sostanze attive antiparassitarie, compresi i neonicotinoidi e gli insetticidi sistemici di cui è stata scientificamente dimostrata (sulla base dei risultati delle analisi di laboratorio e, soprattutto, di prove sul campo) la pericolosità per la salute delle api; chiede al contempo prodotti o metodi agronomici alternativi sicuri (ad esempio varie forme efficaci di gestione dei parassiti con basso utilizzo di pesticidi, lotta biologica contro i parassiti e gestione integrata delle specie nocive) da attuare per sostituire le sostanze attive che presentano rischi per le api;

34.  invita la Commissione a monitorare attentamente, di concerto con le pertinenti agenzie dell'UE e gli esperti degli Stati membri, le linee guida dell'EFSA per valutare l'impatto dei prodotti fitosanitari sulle api ed esorta gli Stati membri ad applicarle;

35.  sottolinea che qualsiasi prodotto che contenga sostanze di cui sia confermata la nocività per le api in uso agricolo dovrebbe essere etichettato come "nocivo per le api";

36.  invita la Commissione e gli Stati membri a intensificare immediatamente la ricerca scientifica, con un calendario chiaramente definito, su tutte le sostanze suscettibili di mettere a repentaglio la salute delle api;

37.  sottolinea che gli effetti a lungo termine dei prodotti fitosanitari sistemici sono sottovalutati; si compiace della recente adozione di un progetto pilota per il monitoraggio ambientale dell'uso dei pesticidi attraverso le api mellifere;

38.  riconosce che, alla luce di prove scientifiche indipendenti valutate "inter pares", la resistenza delle api risulta fortemente indebolita dall'esposizione chimica cumulativa, che le rende incapaci di gestire fattori di stress come le annate umide, l'assenza di nettare, le malattie o i parassiti;

39.  ricorda la direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi, con particolare riferimento all'articolo 14, che rende obbligatoria per tutti gli agricoltori l'applicazione dei principi generali di difesa integrata nelle loro aziende a partire dal 2014, e all'articolo 9, che impone un divieto generale di irrorazione aerea;

40.  ricorda che l'UE ha imposto una restrizione temporanea dell'uso di quattro insetticidi neonicotinoidi (clotianidina, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil) al fine di ridurre l'impatto sulle api;

Lotta contro l'adulterazione del miele

41.  si attende che gli Stati membri e la Commissione garantiscano la piena conformità del miele importato e di altri prodotti apistici con le norme di alta qualità dell'UE, contrastando così sia produttori dei paesi terzi che utilizzano metodi disonesti sia le aziende di confezionamento e distribuzione che mescolano consapevolmente il miele adulterato di importazione con miele dell'UE;

42.  invita la Commissione a sviluppare metodi di analisi di laboratorio efficaci, come i test di risonanza magnetica nucleare, che rilevano i peptidi specifici delle api e altri marcatori specifici delle api, al fine di individuare casi di adulterazione del miele, e invita gli Stati membri a imporre sanzioni più severe ai trasgressori; invita la Commissione a coinvolgere laboratori privati internazionalmente riconosciuti, quali il laboratorio francese EUROFINS o il laboratorio tedesco QSI, allo scopo di effettuare le più sofisticate analisi; invita la Commissione a sviluppare una banca dati ufficiale per il miele, classificando il miele di origini diverse mediante un metodo di analisi comune;

43.  osserva che gli impianti di confezionamento del miele, che miscelano o trattano miele proveniente da più produttori, sono soggetti a controlli dell'Unione sulla sicurezza alimentare, come stabilito nel regolamento n. 853/2004/CE; ritiene che ciò dovrebbe essere esteso a tutti gli impianti di trasformazione del miele importato; specifica la necessità di evitare di creare oneri finanziari o amministrativi per gli apicoltori dell'UE che confezionano il proprio miele;

44.  ritiene che le misure suggerite rafforzerebbero la vigilanza dell'UE applicata alle imprese di confezionamento di miele dei paesi terzi, permettendo così alle autorità di rilevare, tramite verifiche, eventuali adulterazioni e di impedire che raggiungano la catena alimentare;

45.  ritiene che il miele dovrebbe essere sempre identificabile lungo la filiera alimentare e dovrebbe essere classificabile secondo la sua origine vegetale, indipendentemente dal fatto che si tratti di miele nazionale o di miele importato, salvo per le transazioni dirette tra un produttore e un consumatore; chiede pertanto un rafforzamento dei requisiti di tracciabilità relativi al miele; ritiene che le aziende che importano miele dall'estero e i rivenditori dovrebbero rispettare la regolamentazione dell'UE e vendere soltanto prodotti apistici conformi alla definizione di miele del Codex Alimentarius;

46.  chiede che la Commissione modifichi la cosiddetta "direttiva miele" (2001/110/CE) al fine di fornire definizioni chiare e illustrare le principali caratteristiche di tutti i prodotti dell'apicoltura, come miele monoflorale e millefiori, propoli, pappa reale, cera d'api, polline in grani, pane d'api e veleno d'api, come già richiesto in testi approvati dal Parlamento;

47.  invita la Commissione a esaminare attentamente il funzionamento del mercato dell'UE di mangimi, integratori e farmaci per api nonché ad adottare le misure necessarie al fine di semplificare il mercato e impedire l'adulterazione e il traffico illecito di tali prodotti;

48.  invita la Commissione a includere protocolli NAL ("No Action Levels") o valori di riferimento per interventi (RPA) o limiti massimi di residui (LMR) in relazione al miele e agli altri prodotti apistici, in modo da contemplare le sostanze che non possono essere autorizzate per il settore dell'apicoltura dell'UE, e ad armonizzare i controlli veterinari alle frontiere e i controlli nel mercato interno, tenendo presente che, per quanto riguarda il miele, le importazioni di scarsa qualità, le adulterazioni e i succedanei sono fattori di distorsione del mercato ed esercitano una pressione costante sui prezzi e, in ultima analisi, sulla qualità dei prodotti nel mercato interno, e che deve sussistere parità di condizioni per i prodotti e i produttori sia dell'UE che dei paesi terzi;

49.  riconosce l'importanza pratica di disporre di un sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi e pertanto invita la Commissione a introdurre sempre i casi di miele chiaramente adulterato nell'elenco RASFF (sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi);

50.  invita la Commissione a proibire quanto prima l'immissione sul mercato del miele filtrato con resine sintetiche, visto che esso non contiene nessuna sostanza di valore biologico;

51.  chiede una verifica continua della qualità del miele importato da paesi terzi in cui vigono legislazioni che consentono il trattamento delle colonie di api con antibiotici;

52.  invita la Commissione a definire gli standard per la costruzione dei fogli cerei da melario, che dovrebbero includere i rispettivi quantitativi permessi di paraffina, spore di covata a sacco e residui di acaricidi, con la condizione che il contenuto di residui di acaricidi nella cera destinata alla trasformazione in fogli cerei da melario non sia tale da consentire che i residui inizino a passare nel miele;

53.  invita la Commissione a esaminare attentamente, conformemente al disposto del regolamento (CE) n. 1036/2016, l'importazione massiccia di miele cinese e, in particolare, a controllare le operazioni delle aziende che esportano miele di origine cinese e a valutarne la qualità, il volume e i prezzi di vendita sul mercato del miele dell'Unione;

54.  ritiene che, alla luce delle considerevoli quantità di miele importate dalla Cina, tendenza che ha registrato un'accelerazione negli ultimi 15 anni, il prezzo d'acquisto del miele inferiore ai reali costi di produzione nell'UE e la qualità scadente del miele importato "fabbricato" (piuttosto che prodotto) dovrebbero indicare chiaramente alla Commissione che è giunto il momento di cominciare a indagare sulle pratiche adottate da alcuni esportatori cinesi, al fine di avviare eventualmente un procedimento antidumping;

55.  invita la Commissione a richiedere, secondo le disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 (precedente regolamento (CE) 882/2004), campionamenti dettagliati e test ufficiali del miele proveniente dai paesi terzi alle frontiere esterne dell'Unione;

56.  rileva che la direttiva 2014/63/UE prevede che sia indicato sull'etichetta il paese di origine in cui è stato raccolto il miele, indipendentemente dal fatto che esso provenga da un singolo Stato membro o da un paese terzo; riconosce tuttavia che sono necessarie ulteriori azioni per combattere le frodi nel settore dei prodotti dell'apicoltura e contrastare la concorrenza sleale, come quella del "miele" adulterato;

57.  ricorda alla Commissione che i consumatori hanno il diritto di sapere il luogo di origine di tutti i prodotti alimentari; ritiene tuttavia che le etichettature "miscela di mieli originari dell'UE", "miscela di mieli non originari dell'UE" e soprattutto "miscela di mieli originari e non originari dell'UE" nascondano completamente l'origine del miele al consumatore e, di conseguenza, non soddisfino i principi sanciti dal diritto dell'UE in materia di protezione del consumatore; invita pertanto la Commissione a garantire un'etichettatura del miele e dei prodotti apistici accurata e obbligatoria, nonché una maggiore armonizzazione per la produzione del miele, in linea con la legislazione in materia di regimi di qualità per i prodotti agricoli, al fine di evitare che i consumatori siano indotti in errore e facilitare l'individuazione delle frodi; riconosce il successo della vendita diretta di miele, che consente di eliminare una parte del problema riguardante l'etichettatura di origine;

58.  chiede che al posto dell'indicazione "miscela di mieli originari e non originari dell'UE", l'etichettatura riporti con esattezza da quale paese o paesi proviene il miele usato nel prodotto finale, nell'ordine che rispecchia le proporzioni in percentuale nel prodotto finale (dichiarando inoltre la percentuale del miele originario dell'UE per paese in un determinato prodotto);

59.  chiede alla Commissione di modificare la direttiva sul miele, riguardo all'uso della parola "miele" o dei termini "contenente miele" o "fatto con miele" nella designazione dei prodotti trasformati o in ogni elemento grafico o non grafico indicante che il prodotto contiene miele, in modo che tali termini possano essere utilizzati soltanto se almeno il 50 % del contenuto di zucchero del prodotto deriva dal miele;

60.  sostiene che nel caso del miele e altri prodotti apistici, analogamente ad alcuni prodotti a base di carne o lattiero-caseari, gli Stati membri possono richiedere l'indicazione obbligatoria dell'origine del miele;

Promuovere i prodotti apistici e l'uso terapeutico del miele

61.  accoglie con favore l'iniziativa europea "miele a colazione" e incoraggia gli Stati membri a informare i minori circa i prodotti locali e la riscoperta delle antiche tradizioni di produzione; osserva che il miele è altamente calorico e può essere usato con moderazione per sostituire lo zucchero raffinato e altri edulcoranti, contribuendo così alla salute pubblica;

62.  sottolinea che il miele è uno dei prodotti agricoli che potrebbero essere inclusi nel programma "frutta, verdura e latte nelle scuole"; incoraggia gli Stati membri a stimolare la partecipazione di produttori locali di miele nei pertinenti programmi scolastici, e sottolinea l'importanza delle misure educative destinate a sensibilizzare i giovani sui prodotti locali, avvicinando i bambini al mondo agricolo;

63.  invita la Commissione a presentare una proposta volta ad aumentare del 50 % il sostegno annuale dell'UE a questi programmi, affinché funzionino efficacemente, organizzando concorsi a livello pre-scolare e includendo prodotti locali come il miele, le olive da tavola e l'olio d'oliva;

64.  invita la Commissione a preparare una relazione su volumi e abitudini di consumo del miele in tutti gli Stati membri e una seconda relazione sulle diverse pratiche terapeutiche che impiegano miele, polline, pappa reale e veleno d'api nell'Unione; sottolinea la crescente importanza dell'apiterapia come alternativa naturale al trattamento con farmaci convenzionali e incoraggia pertanto tutti gli Stati membri a promuovere tali prodotti presso gli operatori medici e paramedici e il pubblico nell'UE;

65.  invita la Commissione a prendere in considerazione l'introduzione facoltativa del marchio "Miele originario dell'UE" per designare il miele proveniente al 100 % ed esclusivamente dagli Stati membri dell'UE; invita inoltre la Commissione a fare quanto in suo potere per garantire che le Nazioni Unite dichiarino il 20 maggio Giornata mondiale delle api;

66.  invita la Commissione a destinare un importo specifico nell'ambito del bilancio promozionale dell'UE per pubblicizzare i prodotti apistici dell'UE per il consumo e a fini medici, prevedendo misure come la promozione della vendita diretta di miele nei mercati locali, degustazioni pubbliche di miele, seminari e altri eventi; incoraggia gli Stati membri a incentivare la vendita locale e regionale di miele, in particolare del miele organico, con tutti i mezzi a loro disposizione, nello specifico sostenendo in modo incisivo le filiere corte tramite i loro programmi di sviluppo rurale e promuovendo prodotti di alta qualità basati su regimi di indicazione geografica; riconosce l'importanza del consumo di miele di produzione locale quale mezzo per rafforzare le difese immunitarie contro gli allergeni locali; invita la Commissione a includere la cera d'api come prodotto rientrante nel regolamento n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, dato il crescente interesse da parte dei consumatori e dei produttori nonché la sua lunga tradizione di produzione in alcuni Stati membri;

67.  propone agli Stati membri di incoraggiare, con tutti i mezzi a loro disposizione, l'uso di prodotti apistici quali polline, propoli e pappa reale nell'industria farmaceutica;

68.  invita la Commissione a promuovere l'armonizzazione delle normative degli Stati membri riguardanti la produzione organica del miele, al fine di superare le eventuali difformità che impediscono agli apicoltori organici europei di accedere al mercato secondo le stesse regole;

69.  chiede alla Commissione che il miele e gli altri prodotti apistici siano considerati "prodotti sensibili" nei negoziati in corso e futuri per accordi di libero scambio, in quanto la concorrenza diretta esporrebbe l'apicoltura dell'UE a una pressione eccessiva o insostenibile; invita pertanto la Commissione a escluderli potenzialmente dall'ambito dei negoziati di libero scambio;

70.  invita la Commissione e gli Stati membri a elaborare, in collaborazione con i settori dell'agricoltura e dell'apicoltura, un'etichettatura che dia risalto all'attuazione di un sistema produttivo responsabile nei confronti delle api;

71.  si compiace dell'attuale tendenza all'"apicoltura urbana" e chiede nel contempo un'integrazione stretta e obbligatoria tra le associazioni di apicoltori a livello regionale e le autorità, nonché l'introduzione di norme minime per porre fine a pratiche di allevamento improprie e prevenire la diffusione intenzionale di epidemie e malattie nelle popolazioni di api;

72.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti nazionali.

  • [1]  Testi adottati, P7_TA(2011)0493.
  • [2]  https://ec.europa.eu/agriculture/honey_en
  • [3]  Ciò si traduce in una perdita di produttività, dal momento che gli apicoltori devono aumentare gli stock di api per produrre le stesse quantità di miele.
  • [4]  "Honey bee genotypes and the environment" (Genotipi delle api mellifere e ambiente), Journal of Agricultural Research 53(2), pagg. 183-187 (2014)

MOTIVAZIONE

Il settore dell'apicoltura è parte integrante dell'agricoltura europea e assicura un reddito principale o secondario a più di 620 000 cittadini dell'UE. L'importanza di questo settore è di gran lunga superiore a quella del suo contributo al valore della produzione lorda dell'economia, visto che l'84 % delle specie vegetali e il 76 % della produzione alimentare dipendono dall'impollinazione ad opera delle api, e il valore economico così ottenuto, che nell'UE è stimato pari a 14,2 miliardi di euro, è considerevolmente superiore a quello del miele prodotto. L'importanza dell'apicoltura è ovvia anche nel mantenimento dell'equilibrio ecologico e nella conservazione della biodiversità. Il relatore ritiene che nell'UE non si conosca abbastanza l'importanza dell'impollinazione e si dia per scontata questa prestazione, mentre negli Stati Uniti si spendono 2 miliardi di euro all’anno per l'impollinazione artificiale. L'apicoltura e gli apicoltori per questo devono essere al centro della politica agricola comune dell'UE. La futura politica agricola deve alzare il profilo dell’apicoltura, nonché il sostegno ad essa, rispetto alla situazione attuale.

Gli apicoltori operanti nell'UE oggi sono in una situazione difficile e numerosi fattori rendono problematica la loro attività agricola.

1. Il problema di gran lunga più grande è la diffusione del miele contraffatto sul mercato interno dell'UE, a causa della quale nei principali paesi produttori di miele come la Romania, la Bulgaria, la Spagna, il Portogallo, la Francia, la Croazia e l'Ungheria, il prezzo di acquisto del miele alla fine del 2016 si è dimezzato rispetto a quello del 2014. Di conseguenza gli apicoltori europei si trovano in una situazione disperata. D'altronde, il miele è il terzo prodotto più contraffatto al mondo e questo fenomeno va pertanto contrastato non per proteggere gli apicoltori, ma anche per proteggere i consumatori e per motivi sanitari. La contraffazione riguarda quasi totalmente il miele d'importazione che arriva nell'UE, specialmente i prodotti provenienti dalla Cina. In Cina, secondo le statistiche, oggi si producono 450 mila tonnellate di miele, che superano la produzione dei più grandi produttori di miele, quali l'UE, l'Argentina, il Messico, gli Stati Uniti e il Canada messi assieme, tale quantità secondo gli operatori del settore non può provenire semplicemente dall'attività apicola. Nella riunione dei ministri dell'agricoltura e della pesca del dicembre 2015, a seguito dell'iniziativa nata su richiesta ungherese, la Commissione ha disposto un controllo del miele per mezzo di un esame centralizzato. Ciò è stato effettuato dal Centro comune di ricerca europeo, il quale tra le altre cose ha constatato che il 20 % dei campioni prelevati nei posti di frontiera esterna dell'UE e presso le sedi degli importatori, è costituito da miele contraffatto. Dal punto di vista sanitario è chiaramente preoccupante il fatto che nel 2002 i produttori di miele cinesi, stando agli operatori del settore, abbiano risolto il problema del cloramfenicolo non nel rispetto delle regole, ma con la filtrazione con resine sintetiche; tuttavia, in questo tipo di "miele" non si trova nessuna sostanza di alto valore biologico, tanto che non si dovrebbe chiamarlo miele, ma piuttosto un qualche tipo di sciroppo. Alcune imprese fraudolente di confezionamento e di distribuzione del miele migliorano questo miele con quello europeo di buona qualità contrassegnandolo con l'indicazione "miscela di mieli originari e non originari dell'UE", consentita dalla direttiva 2001/110/CE concernente il miele, la quale informa i consumatori come se vi leggessero "miele che non proveniente da Marte", ossia non li informa su nulla.

Per giungere a una soluzione di questa situazione insostenibile il relatore si aspetta che gli Stati membri e la Commissione costringano i produttori di miele di paesi terzi che utilizzano metodi sleali, specialmente alcuni produttori cinesi, nonché le imprese europee di confezionamento e di distribuzione che miscelano il miele contraffatto di importazione con miele europeo di buona qualità, a rispettare le normative. In particolare, il relatore suggerisce di sviluppare metodi di analisi di laboratorio (per es. esami di risonanza magnetica) capaci di intercettare le contraffazioni sofisticate, di sottoporre al controllo della sicurezza alimentare dell'UE le imprese di confezionamento di miele [regolamento (CE) n. 853/2004], inoltre di garantire che già dopo l'uscita dall'alveare il miele possa essere identificato e classificato secondo l'origine vegetale. Il relatore chiede inoltre la determinazione, a livello dell'Unione europea, delle caratteristiche del miele monofloreale, l'inserimento del miele chiaramente contraffatto nell'elenco RASFF, il divieto totale della tecnologia di filtrazione con l'utilizzo di resine sintetiche e il dettagliato campionamento ufficiale ai posti di frontiera esterna dell'UE del miele proveniente dai paesi terzi e la sua verifica. La chiave di volta della soluzione consisterebbe nel sostituire l'indicazione incomprensibile "miscela di mieli originari e non originari dell'UE" sull'etichetta con la specifica precisa del paese o dei paesi di provenienza, elencati nell'ordine della proporzione del miele usato per il prodotto finale.

2. Allo stesso modo, diverse malattie animali causano seri problemi agli apicoltori. Alcune specie esotiche invasive, come l'acaro Varroa, il coleottero Aethina tumida, il calabrone asiatico e la peste americana causano mortalità diffusa nel patrimonio apistico europeo e seri danni agli apicoltori, e tutto ciò in diversi casi può portare i produttori al fallimento. Fino ad oggi non si è riusciti a debellare l'acaro Varroa, visto che non esistono farmaci in grado di uccidere in modo efficace il parassita e in questo campo lo sviluppo della ricerca è insufficiente. Inoltre, i monitoraggi sullo stato di salute delle api, a livello nazionale o regionale, contengono numerose informazioni provenienti dagli altri Stati membri, importanti per la Commissione e le agenzie rilevanti dell'UE, come per esempio l'Autorità europea per la sicurezza alimentare.

Per questo il relatore propone che gli Stati membri condividano con gli altri Stati membri e con la Commissione i risultati delle analisi di monitoraggio. Per quanto riguarda l'intensificazione dello sviluppo della ricerca farmaceutica, il relatore invita la Commissione a coinvolgere le aziende farmaceutiche interessate nelle ricerche e a creare una piattaforma informatica comune per consentire agli interessati di condividere le soluzioni e i farmaci migliori. Infine, gli apicoltori, gli agricoltori e gli ambientalisti si attendono che l'UE assuma una chiara posizione scientifica riguardo a tutte le sostanze e gli altri fattori dannosi per la salute delle api. Per questo il relatore propone di sollecitare l'Autorità europea per la sicurezza alimentare a effettuare, a scadenze determinate con chiarezza, ricerche su tutte le sostanze e i fattori pericolosi per la salute delle api, coinvolgendo in modo adeguato le altre autorità interessate dell'UE (ad esempio, Agenzia europea per le sostanze chimiche).

3. È necessario riconsiderare anche il sostegno dell'Unione agli apicoltori. Mentre il patrimonio apistico tra il 2004 e il 2016 è aumentato del 47,8 %, nello stesso lasso di tempo il bilancio dei programmi nazionali apicoli è cresciuto solo del 12 %, da 32 a 36 milioni di euro all'anno, il che corrisponde solamente al 3 per mille del bilancio della PAC. Sarebbe perciò opportuno aumentare del 50 % anche il bilancio dei programmi nazionali apicoli dell'UE, equivalente a un importo di 54 milioni di euro, che sarebbe facilmente reperibile. Oltre a ciò, sarebbe opportuno prendere in considerazione l'introduzione nella politica agricola dopo il 2020 un sostegno apicolo diretto, basato sul numero delle colonie di api. Inoltre, lo sviluppo della ricerca apicola, l'istruzione di base e professionale degli apicoltori e alcuni alleggerimenti fiscali (ad esempio offrire esenzioni fiscali per l'attività di apicoltura) contribuirebbero significativamente alla prosperità degli apicoltori.

4. L’uso del miele, un alimento sano, dovrebbe essere promosso anche nella scuola. A questo riguardo, un ottimo esempio è l'iniziativa organizzata dalla Slovenia e già ripresa da diversi altri Stati membri, intitolata "miele a colazione", che sarebbe opportuno diffondere in tutta l'UE. Inoltre, anche i programmi scolastici offrono un'opportunità eccellente per l'inclusione del miele a scopo di sensibilizzazione. Per questo il relatore sostiene un aumento del bilancio dei programmi scolastici dell'Unione.

5. Anche la promozione dell’uso del miele nell'UE è importante, dal momento che il livello del consumo annuale di miele è insufficiente: la media annuale di 2,5-2,7 kg a persona negli Stati membri dell'Europa occidentale è ancora relativamente accettabile, ma questo valore in Ungheria è solo dello 0,7 kg a persona all'anno, quindi piuttosto basso. Il relatore ritiene necessario invitare la Commissione a presentare una relazione sul grado e sulle abitudini di consumo di miele nell'UE. Egli inoltre esorta gli Stati membri a stimolare con ogni mezzo, specialmente con il sostegno intensivo delle filiere corte nei programmi di sviluppo rurale, la vendita locale e regionale del miele, in particolare del miele biologico. Infine, il settore apicolo merita che l'UE dedichi particolare attenzione alla sua protezione durante i negoziati degli accordi di libero scambio e dichiari "prodotto sensibile" il miele e gli altri prodotti apicoli.

PARERE della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (24.10.2017)

destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

sulle prospettive e le sfide per il settore dell'apicoltura dell'UE
(2017/2115(INI))

Relatore per parere: Mireille D'Ornano

SUGGERIMENTI

La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare invita la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea che l'apicoltura come attività economica e sociale svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo sostenibile delle zone rurali, crea posti di lavoro e offre un importante servizio all'ecosistema tramite l'impollinazione, che contribuisce al miglioramento della biodiversità preservando la varietà genetica delle piante;

2.  osserva che l'agricoltura e l'apicoltura condividono lo stesso territorio e apportano l'una all'altra benefici reciproci, pertanto è necessario potenziare la cooperazione tra i due settori onde favorire le sinergie e ridurre i rischi;

3.  sottolinea l'importanza dell'impollinazione per la sicurezza alimentare in Europa e nel mondo, grazie all'impatto delle api e degli impollinatori (domestici e selvatici) sull'agricoltura, la produzione agricola, la biodiversità e la sostenibilità ambientale;

4.  ricorda i recenti studi condotti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) che dimostrano come incrementare la densità e la varietà degli insetti impollinatori abbia un impatto diretto sulla produttività dei raccolti e di come ciò, globalmente, possa aiutare i piccoli agricoltori ad aumentare la loro produttività media del 24 %;

5.  riconosce che, benché gli impollinatori come le api mellifere siano responsabili dell'impollinazione di più dell'80 % di tutte le colture e le piante selvatiche e forniscano al settore agricolo europeo un contributo pari almeno a 22 miliardi di EUR l'anno, le popolazioni di api si stanno riducendo a un tasso allarmante;

6.  segnala che la dimensione delle popolazioni di api nelle diverse aree agricole non è uguale: in alcuni paesi, produttori di miele, la popolazione è in aumento mentre in altri è in declino;

7.  manifesta profonda preoccupazione per il fatto che la mortalità delle api in alcuni paesi ha raggiunto livelli superiori al 50 % e avverte che il calo di produttività degli alveari in termini di miele può essere celata dall'aumento statistico delle popolazioni di api mellifere negli ultimi decenni;

8.  ritiene che il peggioramento delle condizioni ambientali, dovute alla crescente antropizzazione, alla diffusione dell'agricoltura intensiva, al crescente utilizzo di fitofarmaci e ai cambiamenti climatici siano causa di una significativa mortalità tra le api e una drastica riduzione del numero di colonie;

9.  sottolinea che molte delle conseguenze previste dei cambiamenti climatici, quali l'aumento della temperatura, le alterazioni del regime pluviometrico e i fenomeni meteorologici estremi o irregolari, hanno un impatto sulle popolazioni di impollinatori;

10.  segnala la carenza di informazioni sufficienti e di cifre accurate sulla situazione degli impollinatori a livello globale, vale a dire sul loro numero e sulla loro diversità;

11.  deplora la mancanza di programmi regionali o internazionali per monitorare lo stato attuale e le tendenze degli impollinatori;

12.  sottolinea l'importanza di preservare la varietà del patrimonio genetico delle api, che costituisce una fondamentale risorsa per garantire la capacità di adattamento delle popolazioni apicole ai cambiamenti ambientali e alle minacce alla loro salute;

13.  riconosce che la resistenza di un'ape risulta considerevolmente indebolita dall'esposizione chimica cumulativa, che la rende incapace di gestire fattori di stress come le annate umide, l'assenza di nettare, le malattie e i parassiti;

14.  sottolinea che l'impiego di prodotti fitosanitari nell'agricoltura dovrebbe essere considerato uno dei fattori chiave che influenzano la salute delle api;

15.  sottolinea che gli effetti a lungo termine dei prodotti fitosanitari sistemici sono sottovalutati; ritiene che l'impiego dei prodotti fitosanitari dovrebbe essere tenuto in considerazione al fine di chiarire in quale misura influenzino la salute delle api; si compiace della recente adozione di un progetto pilota sul monitoraggio ambientale dell'uso dei pesticidi attraverso le api mellifere;

16.  invita l'UE ad adottare formalmente gli orientamenti dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) per la valutazione dei rischi dei prodotti fitosanitari sulle api, al fine di determinare il livello di "rischio accettabile" richiesto dal regolamento (CE) n. 1107/2009;

17.  sottolinea la necessità di applicare il principio di precauzione per tutelare gli impollinatori in generale, sia domestici che selvatici;

18.  richiama la direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi, con particolare riferimento all'articolo 14, che rende obbligatoria per tutti gli agricoltori l'applicazione dei principi generali di difesa integrata nelle loro aziende a partire dal 2014, e all'articolo 9, che impone un divieto generale di irrorazione aerea;

19.  sottolinea che è necessario prestare particolare attenzione all'uso dei prodotti fitosanitari della famiglia dei neonicotinoidi (clotianidina, thiacloprid, imidacloprid, thiamethoxam), dei fenilpirazoli (fipronil), dei piretroidi e delle sostanze attive come clorpirifos e dimetoato, i quali possono determinare, direttamente o mediante acqua contaminata, guttazione, nettare o polline, effetti letali (mortalità dovuta alla tossicità acuta o cronica delle sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari) o subletali (effetti sul sistema immunitario o sul comportamento delle api) in grado di causare disturbi digestivi o ormonali;

20.  ribadisce che i pesticidi a base di neonicotinoidi assumono un ruolo specifico nel preoccupante declino delle popolazioni di api in Europa, come dimostrato da numerosi studi internazionali, i quali sono serviti da fondamento per alcune petizioni dei cittadini che hanno raccolto centinaia di migliaia di firme in tutta Europa;

21.  ricorda che un numero crescente di studi scientifici legano la morte delle colonie apicole all'uso di pesticidi neonicotinoidi;

22.  ricorda che l'UE ha imposto una restrizione temporanea dell'uso di quattro insetticidi neonicotinoidi (clotianidina, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil) al fine di ridurre l'impatto sulle api;

23.  chiede la messa al bando definitiva dal mercato europeo di tutti gli insetticidi neonicotinoidi;

24.  invita la Commissione a proporre una legislazione che proibisca senza alcuna deroga la produzione, la vendita e l'impiego di tutti i pesticidi a base di neonicotinoidi in tutta l'Unione, allo scopo prioritario di proteggere le popolazioni di api;

25.  si compiace pertanto della proposta della Commissione di imporre un divieto generale per la clotianidina, l'imidacloprid e il thiamethoxam e invita gli Stati membri a sostenere, attuare e rispettare pienamente tale divieto;

26.  invita la Commissione e gli Stati membri ad accelerare la valutazione, l'autorizzazione, la registrazione e il monitoraggio dell'impiego dei prodotti fitosanitari a basso rischio di origine biologica continuando nel contempo a garantire un elevato livello della valutazione del rischio, al fine di offrire una gamma ancora più vasta di alternative agli agricoltori;

27.  suggerisce che il paese o i paesi di origine del miele siano chiaramente indicati sull'etichetta al fine di tutelare i diritti dei consumatori e favorire la lotta alle pratiche fraudolente;

28.  ricorda che la direttiva 2014/63/UE prevede che sia indicato sull'etichetta il paese di origine in cui è stato raccolto il miele, sia che esso provenga da uno Stato membro o da un paese terzo; riconosce tuttavia che sono necessarie ulteriori azioni per combattere le frodi nel settore dei prodotti dell'apicoltura e contrastare la concorrenza sleale, come quella del "miele" adulterato;

29.  chiede una verifica continua della qualità del miele importato da territori al di fuori dell'Unione europea, in particolare dai paesi la cui legislazione consente il trattamento delle colonie di api con antibiotici;

30.  constata l'importanza di una dotazione di bilancio sostanziale per i programmi nazionali a favore dell'apicoltura e, data l'importanza del settore per l'agricoltura in generale, invita la Commissione ad assicurare che esso rivesta un ruolo di primo piano nei futuri negoziati sulla politica agricola in termini di sostegno, ricerca e innovazione e programmi di educazione all'apicoltura;

31.  ritiene che le politiche agricole unionali e, soprattutto, la politica agricola comune (PAC) debbano tenere conto delle più recenti prove scientifiche relative ai vantaggi e alle minacce per le popolazioni di api e gli impollinatori selvatici;

32.  chiede un maggiore sostegno finanziario per aumentare il livello di conoscenza degli apicoltori relativamente alla lotta contro le malattie delle api e alle attività di allevamento delle api al fine di mantenere l'apicoltura quale parte integrante della produzione agricola e tutelare il futuro del paesaggio;

33.  sottolinea che i 36 milioni di EUR assegnati agli apicoltori costituiscono una dotazione esigua rispetto alle sfide che si presentano al settore e non forniscono in alcun modo una soluzione efficace e durevole ai problemi che essi affrontano;

34.  si compiace che le misure obbligatorie di inverdimento previste dal regolamento modificato sui pagamenti diretti (regolamento (UE) n. 1307/2013), in particolare per quanto riguarda la diversificazione delle colture e le aree di interesse ecologico, possano contribuire a determinare un ambiente migliore per le api; sottolinea tuttavia che le api e gli altri impollinatori devono collocarsi al centro del sistema della produzione alimentare dell'UE e che è necessario fare di più per istituire sistemi agricoli che rispondano alle esigenze degli impollinatori, garantendo nel contempo una produzione alimentare in grado di contribuire al benessere dei cittadini europei; aggiunge che l'inverdimento della PAC è inadeguato in quanto non incide sui suoi stessi obiettivi generali;

35.  invita la Commissione, nell'ambito della revisione della PAC successiva al 2020, ad attribuire priorità a misure che garantiscano l'integrità ambientale congrue con la necessità di garantire lo stato di salute ottimale delle api;

36.  invita la Commissione e gli Stati membri a utilizzare le api come indicatore della qualità ambientale e come strumento per valutare l'efficacia dell'attuazione degli obiettivi della PAC, in particolare attraverso l'analisi dei residui e la diversità botanica del polline campionato nelle arnie e in altri matrici/prodotti dell'apicoltura;

37.  esorta la Commissione a progredire nell'attuazione dei progetti pilota sulle api e gli altri impollinatori quali indicatori dello stato di salute dell'ambiente e degli habitat;

38.  si compiace dei successi dei programmi dell'UE in corso, come SmartBees (gestione sostenibile delle popolazioni di api resilienti), e chiede un ulteriore impegno per la tutela della biodiversità delle api selvatiche e delle razze locali, anche per evitare una concentrazione unilaterale sulle principali razze attualmente allevate: carnica, ligustica e buckfast;

39.  invita la Commissione a tenere conto, nel quadro degli aiuti all'agricoltura nelle diverse linee della PAC, delle pratiche favorevoli alle api, come ad esempio l'osservanza di zone funzionali di interesse agroambientale o la coltivazione di specie silvestri di interesse apicolo sui terreni a riposo;

40.  chiede di adottare un approccio prudente all'estensione dell'elenco delle specie vegetali invasive nell'UE che potrebbe portare a una riduzione della diversità nell'apicoltura;

41.  invita la Commissione a istituire un programma europeo di sorveglianza e controllo della salute delle api con il coordinamento degli Stati membri, allo scopo di conoscere e monitorare sul lungo periodo gli aspetti relativi alla salute delle api;

42.  riconosce che non tutti i paesi dispongono di un sistema di registrazione degli apicoltori e delle arnie in grado di agevolare il monitoraggio dell'evoluzione del settore, del mercato e della salute degli alveari;

43.  chiede un maggiore utilizzo e una maggiore diffusione delle tecnologie dell'informazione più all'avanguardia nell'apicoltura, che possono contribuire a identificare più facilmente le malattie delle colonie di api;

44.  pone particolarmente l'accento sul ruolo della ricerca relativa alle cause della riduzione dell'immunità delle colonie di api su larga scala, che costituisce un fenomeno preoccupante, e di un approccio comune per la ricerca di cure e misure adeguate contro i parassiti (in particolare l'acaro Varroa destructor) che minacciano le api; chiede che sia analizzato l'impatto dell'importazione di api regine vive da paesi terzi;

45.  chiede alla Commissione di aumentare il livello di sostegno a favore della ricerca in materia di salute delle api nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) e di focalizzare la ricerca sugli sviluppi tecnologici, in particolare sull'impatto dei fattori ambientali sul sistema immunitario delle colonie di api e le loro interazioni con le patologie, sullo sviluppo di pratiche agricole sostenibili, sulla promozione di alternative non chimiche (ad esempio, pratiche agronomiche di prevenzione come la rotazione delle colture e il ricorso al controllo biologico), nonché sull'ulteriore promozione in generale delle tecniche di difesa antiparassitaria integrata;

46.  ritiene che vi sia un'esigua disponibilità di farmaci autorizzati per le api; osserva che è difficile identificare quali siano le molecole autorizzate in ciascuno Stato membro e che il numero di nuovi prodotti in fase di sviluppo è scarso;

47.  osserva che non vi sono norme unionali comuni per gli apicoltori;

48.  invita la Commissione e gli Stati membri a elaborare, in collaborazione con i settori dell'agricoltura e dell'apicoltura, orientamenti riguardanti buone pratiche tese a stimolare le sinergie tra le due attività e incentivare l'impiego delle migliori tecniche disponibili;

49.  invita la Commissione a promuovere le pratiche agricole sostenibili nel quadro della PAC, a incoraggiare tutti gli agricoltori ad applicare semplici pratiche agronomiche in conformità della direttiva 2009/128/CE, e a rafforzare le misure agroambientali specifiche per il settore apicolo, nello spirito della nuova strategia dell'UE a favore della biodiversità; invita gli Stati membri a istituire misure agroambientali destinate all'apicoltura nei loro programmi di sviluppo rurale e a incoraggiare gli agricoltori ad adottare misure agroambientali volte a sostenere la realizzazione di prati con piante gradite alle api mellifere ai margini dei campi e ad applicare un livello avanzato di produzione integrata, privilegiando un approccio olistico all'agricoltura e ricorrendo a metodi di controllo biologico a basso rischio ove possibile;

50.  invita la Commissione e gli Stati membri a elaborare, in collaborazione con i settori dell'agricoltura e dell'apicoltura, un'etichettatura che dia risalto all'attuazione di un sistema produttivo responsabile nei confronti delle api;

51.  chiede un finanziamento pubblico e privato maggiore per la ricerca e lo sviluppo di migliori pratiche nel settore dell'agricoltura biologica;

52.  si compiace della persistente tendenza all'"apicoltura urbana" e chiede nel contempo un coinvolgimento significativo obbligatorio delle associazioni degli apicoltori e delle autorità a livello regionale nonché norme minime per porre fine a pratiche improprie di allevamento e alla diffusione intenzionale di epidemie e malattie nelle popolazioni di api;

53.  chiede il sostegno e la promozione di attività nazionali e internazionali dei giovani apicoltori in considerazione dell'elevata età media degli apicoltori nell'Unione europea.

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

19.10.2017

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

38

12

9

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Pilar Ayuso, Zoltán Balczó, Ivo Belet, Simona Bonafè, Biljana Borzan, Lynn Boylan, Paul Brannen, Soledad Cabezón Ruiz, Birgit Collin-Langen, Miriam Dalli, Angélique Delahaye, Mark Demesmaeker, Stefan Eck, Bas Eickhout, José Inácio Faria, Francesc Gambús, Elisabetta Gardini, Julie Girling, Sylvie Goddyn, Françoise Grossetête, Andrzej Grzyb, György Hölvényi, Anneli Jäätteenmäki, Jean-François Jalkh, Benedek Jávor, Karin Kadenbach, Kateřina Konečná, Urszula Krupa, Jo Leinen, Norbert Lins, Rupert Matthews, Joëlle Mélin, Miroslav Mikolášik, Gilles Pargneaux, Pavel Poc, Frédérique Ries, Daciana Octavia Sârbu, Annie Schreijer-Pierik, Claudiu Ciprian Tănăsescu, Nils Torvalds, Adina-Ioana Vălean, Damiano Zoffoli

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Mireille D’Ornano, Herbert Dorfmann, Eleonora Evi, Anja Hazekamp, Jan Huitema, Gesine Meissner, Ulrike Müller, Younous Omarjee, Gabriele Preuß, Christel Schaldemose, Bart Staes, Keith Taylor, Claude Turmes, Tiemo Wölken, Carlos Zorrinho

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Olle Ludvigsson

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

38

+

ALDE

Frédérique Ries

ECR

Mark Demesmaeker

EFDD

Mireille D’Ornano, Eleonora Evi

ENF

Sylvie Goddyn, Jean-François Jalkh, Joëlle Mélin

GUE/NGL

Lynn Boylan, Stefan Eck, Anja Hazekamp, Kateřina Konečná, Younous Omarjee

NI

Zoltán Balczó

PPE

Herbert Dorfmann, José Inácio Faria

S&D

Simona Bonafè, Biljana Borzan, Paul Brannen, Soledad Cabezón Ruiz, Miriam Dalli, Karin Kadenbach, Jo Leinen, Olle Ludvigsson, Gilles Pargneaux, Pavel Poc, Gabriele Preuß, Christel Schaldemose, Daciana Octavia Sârbu, Claudiu Ciprian Tănăsescu, Tiemo Wölken, Damiano Zoffoli, Carlos Zorrinho

VERTS/ALE

Margrete Auken, Bas Eickhout, Benedek Jávor, Bart Staes, Keith Taylor, Claude Turmes

12

-

ALDE

Jan Huitema, Anneli Jäätteenmäki, Gesine Meissner, Ulrike Müller, Nils Torvalds

PPE

Ivo Belet, Birgit Collin-Langen, Angélique Delahaye, Francesc Gambús, Elisabetta Gardini, Norbert Lins, Annie Schreijer-Pierik

9

0

ECR

Julie Girling, Urszula Krupa, Rupert Matthews

PPE

Pilar Ayuso, Françoise Grossetête, Andrzej Grzyb, György Hölvényi, Miroslav Mikolášik, Adina-Ioana Vălean

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

23.1.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

38

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Clara Eugenia Aguilera García, Eric Andrieu, Richard Ashworth, José Bové, Daniel Buda, Nicola Caputo, Paolo De Castro, Jean-Paul Denanot, Albert Deß, Jørn Dohrmann, Herbert Dorfmann, Norbert Erdős, Luke Ming Flanagan, Martin Häusling, Esther Herranz García, Peter Jahr, Ivan Jakovčić, Jarosław Kalinowski, Zbigniew Kuźmiuk, Philippe Loiseau, Mairead McGuinness, Ulrike Müller, James Nicholson, Maria Noichl, Marijana Petir, Laurenţiu Rebega, Bronis Ropė, Ricardo Serrão Santos, Czesław Adam Siekierski, Tibor Szanyi, Marc Tarabella, Marco Zullo

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Franc Bogovič, Stefan Eck, Jens Gieseke, Maria Heubuch, Karin Kadenbach, Momchil Nekov, Sofia Ribeiro, Annie Schreijer-Pierik, Hannu Takkula, Tom Vandenkendelaere, Thomas Waitz

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Stanisław Ożóg

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

38

+

ALDE

Ivan Jakovčić, Ulrike Müller, Hannu Takkula

ECR

Richard Ashworth, Jørn Dohrmann, Zbigniew Kuźmiuk, James Nicholson, Stanisław Ożóg

EFDD

Marco Zullo

ENF

Philippe Loiseau, Laurenţiu Rebega

GUE/NGL

Stefan Eck, Luke Ming Flanagan

PPE

Franc Bogovič, Daniel Buda, Albert Deß, Herbert Dorfmann, Norbert Erdős, Jens Gieseke, Esther Herranz García, Mairead McGuinness, Marijana Petir. Sofia Ribeiro, Annie Schreijer-Pierik, Tom Vandenkendelaere

S&D

Clara Eugenia Aguilera García, Eric Andrieu, Nicola Caputo, Paolo De Castro, Jean-Paul Denanot, Momchil Nekov, Maria Noichl, Ricardo Serrão Santos, Tibor Szanyi, Marc Tarabella

Verts/ALE

José Bové, Martin Häusling, Bronis Ropė

1

-

EFDD

John Stuart Agnew

0

0

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

Ultimo aggiornamento: 19 febbraio 2018
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