RELAZIONE sulla relazione annuale sull'attuazione della politica commerciale comune

7.5.2018 - (2017/2070(INI))

Commissione per il commercio internazionale
Relatore: Tokia Saïfi


Procedura : 2017/2070(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A8-0166/2018

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla relazione annuale sull'attuazione della politica commerciale comune

(2017/2070(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata "Commercio per tutti – Verso una politica commerciale e di investimento più responsabile",

–  vista la sua risoluzione del 5 luglio 2016 su una nuova strategia innovativa e orientata al futuro sul commercio e gli investimenti[1],

–  vista la relazione della Commissione, del 13 settembre 2017, sull'attuazione della strategia commerciale "Commercio per tutti" (COM(2017)0491),

–  vista la relazione della Commissione, del 9 novembre 2017, sull'attuazione degli accordi di libero scambio, 1° gennaio 2016 – 31 dicembre 2016, (COM(2017)0654),

  vista la risoluzione adottata il 25 settembre 2015 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite dal titolo "Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development" (Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile),

–  visto il discorso sullo stato dell'Unione pronunciato il 13 settembre 2017 dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker,

–  vista la sua risoluzione del 15 novembre 2017 sui negoziati multilaterali in vista dell'undicesima conferenza ministeriale dell'OMC a Buenos Aires, 10-13 dicembre 2017[2],

–  vista la sua risoluzione del 5 luglio 2016 sull'attuazione delle raccomandazioni 2010 del Parlamento sulle norme sociali e ambientali, i diritti umani e la responsabilità delle imprese[3],

–  vista la sua risoluzione del 3 febbraio 2016 recante le raccomandazioni del Parlamento europeo alla Commissione sui negoziati relativi all'accordo sugli scambi di servizi (TiSA)[4],

–  vista la sua risoluzione del 12 settembre 2017 sull'impatto del commercio internazionale e delle politiche commerciali dell'Unione europea sulle catene globali del valore[5],

–  vista la sua posizione definita in prima lettura il 15 novembre 2017 in vista dell'adozione del regolamento (UE) 2017/... del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2016/1036 relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri dell'Unione europea e il regolamento (UE) 2016/1037 relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di sovvenzioni provenienti da paesi non membri dell'Unione europea[6],

–  vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2017 sul tema "Verso una strategia per il commercio digitale"[7],

–  vista la sua posizione definita in prima lettura il 16 marzo 2017 in vista dell'adozione del regolamento (UE) 2017/... del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce obblighi in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell'Unione di stagno, tantalio e tungsteno, dei loro minerali, e di oro, originari di zone di conflitto o ad alto rischio[8],

–  vista la sua posizione definita in prima lettura il 4 ottobre 2016 in vista dell'adozione del regolamento (UE) 2016/... del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1236/2005 del Consiglio relativo al commercio di determinate merci che potrebbero essere utilizzate per la pena di morte, per la tortura o per altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti[9],

–  vista la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sui diritti umani e le norme sociali e ambientali negli accordi commerciali internazionali[10],

–  vista la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sulle politiche commerciali internazionali nel quadro degli imperativi dettati dai cambiamenti climatici[11],

–  vista la comunicazione della Commissione, del 24 maggio 2006, dal titolo "Promuovere la possibilità di un lavoro dignitoso per tutti – Contributo dell'Unione alla realizzazione dell'agenda per il lavoro dignitoso nel mondo" (COM(2006)0249, SEC(2006)0643),

–  vista la sua risoluzione del 18 maggio 2017 sull'attuazione dell'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e la Repubblica di Corea[12],

–  visto il parere 2/15 della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) del 16 maggio 2017 sulla competenza dell'Unione a firmare e concludere l'accordo di libero scambio con Singapore,

–  visto lo studio della Commissione riguardante gli effetti cumulativi dei futuri accordi commerciali sull'agricoltura dell'UE, pubblicato il 15 novembre 2016,

–  visti gli articoli 2 e 21 del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 14 luglio 2015, dal titolo "Implementing the UN Guiding Principles on Business and Human Rights – State of Play" (Attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani – Stato dei lavori) (SWD(2015)0144),

–  vista la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), in particolare l'articolo 4, paragrafo 1, che vieta la schiavitù e la servitù,

–  visti gli articoli 207, 208 e 218 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e il parere della commissione per lo sviluppo (A8-0166/2018),

A.  considerando che la politica commerciale comune è costituita da una serie di accordi commerciali e strumenti legislativi che devono salvaguardare gli interessi commerciali offensivi e difensivi dell'Unione, contribuire alla crescita sostenibile e alla creazione di posti di lavoro dignitosi, assicurare il rispetto delle norme e degli standard europei, tutelare il diritto di legiferare degli Stati e il benessere dei cittadini nonché promuovere i valori dell'UE; che il rispetto di tali obiettivi presuppone che la politica commerciale dell'Unione disponga di un buon orientamento e venga attuata e monitorata in maniera completa ed efficace, all'insegna di maggiore trasparenza ed equità;

B.  considerando che l'Unione si è impegnata a garantire la coerenza delle politiche per lo sviluppo nel suo consenso europeo in materia di sviluppo 2017, il cui intento è di realizzare uno sviluppo sostenibile e accelerare la trasformazione ponendo l'accento su elementi trasversali della politica di sviluppo quali parità di genere, gioventù, investimenti e commercio, energia sostenibile e azione per il clima, buon governo, democrazia, Stato di diritto e diritti umani, migrazione e mobilità, al fine di contribuire con tutte le sue politiche esterne, inclusa la politica commerciale comune, agli obiettivi definiti nell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite;

C.  considerando che l'Unione si è impegnata a promuovere un lavoro dignitoso per tutti, come previsto nei risultati del Vertice mondiale delle Nazioni Unite del 2005 e nella dichiarazione ministeriale del segmento ad alto livello del Consiglio economico e sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite del 2006, anche mediante le sue relazioni commerciali; che il Consiglio europeo ha più volte rilevato l'importanza di potenziare la dimensione sociale della globalizzazione e di tenerne conto nelle diverse politiche interne ed esterne e nella cooperazione internazionale;

D.  considerando che l'Unione è la prima potenza commerciale a livello mondiale e il più grande mercato unico al mondo, oltre ad essere il principale esportatore al mondo di beni e servizi, che sostiene 31 milioni di posti di lavoro in Europa, ovvero il 67 % in più rispetto alla metà degli anni '90;

E.  considerando che l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) rappresenta l'unica organizzazione internazionale a livello mondiale a occuparsi delle norme applicabili al commercio su scala globale tra diverse aree economiche o diversi paesi;

F.  considerando che la fase di attuazione e applicazione è cruciale e fondamentale per garantire l'efficacia della politica commerciale dell'Unione;

G.  considerando che i cittadini dell'Unione chiedono sempre più spesso che la politica commerciale dell'Unione assicuri il rispetto di condizioni di lavoro dignitose e sostenibili nella produzione dei beni che accedono al mercato dell'UE;

H.   considerando che le imprese europee ricorrono all'abbuono dei dazi doganali previsto dagli accordi commerciali per circa il 70 % delle esportazioni che potrebbero beneficiarne, mentre i partner commerciali dell'UE vi ricorrono in circa il 90 % dei casi, e che è essenziale che le imprese europee sfruttino appieno tali vantaggi per stimolare l'occupazione, la crescita e gli investimenti;

I.  considerando che le PMI contribuiscono a trainare l'economia europea, in quanto rappresentano il 30 % delle esportazioni dell'UE e generano il 90 % dei posti di lavoro nell'Unione, e che è essenziale coinvolgerle pienamente nell'attuazione della politica commerciale dell'Unione, rafforzando così il proprio ruolo nell'esportazione, innovazione e internazionalizzazione;

J.   considerando che l'Unione è il maggiore esportatore mondiale di servizi e che la sua eccedenza commerciale in tale settore si è decuplicata dal 2000 a oggi, tanto da superare i 120 miliardi di euro nel 2016;

K.   considerando che occorrono risposte chiare e puntuali agli interrogativi sollevati nel quadro del dibattito pubblico sulla politica commerciale comune e sulla sua attuazione;

L.  considerando che la politica commerciale comune, come suggerito dalla strategia "Commercio per tutti", è una politica basata sui valori intesa a promuovere, tra le altre cose, il buon governo, la trasparenza, lo sviluppo sostenibile e le pratiche commerciali leali;

M.  considerando che la politica commerciale dell'Unione deve essere coerente con le sue altre politiche interne ed esterne e rispettare il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo per assicurare la trasparenza, la stabilità e condizioni di concorrenza più eque, tenendo altresì conto degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

Contesto attuale

1.  osserva che il contesto internazionale è mutato profondamente dalla pubblicazione della strategia "Commercio per tutti" e che ora occorre affrontare sfide nuove e compiti concreti nel campo del commercio; è preoccupato per l'insorgere in tutto il mondo di alcune pratiche commerciali protezionistiche incompatibili con le norme dell'OMC e ribadisce il proprio sostegno a un sistema commerciale aperto, equo, equilibrato, sostenibile e fondato sulle regole;

2.  prende atto della crescente importanza economica dell'Asia nonché del progressivo ritiro degli Stati Uniti dagli scambi commerciali, circostanza, quest'ultima, che crea incertezza per il commercio internazionale, genera critiche interne sulla politica commerciale internazionale e pone l'esigenza di un commercio equo; invita la Commissione ad adeguare la propria politica commerciale per rispondere a tali sviluppi e dimostrare maggiore reattività e responsabilità, stabilendo al contempo una strategia a lungo termine in considerazione di tali cambiamenti nel contesto internazionale; sottolinea che, in un contesto globale in costante mutamento, il ruolo dell'UE nella promozione di un'agenda commerciale basata sui valori riveste sempre più importanza per i cittadini europei;

3.  sottolinea la crescente importanza dei servizi, soprattutto quelli digitali, inclusa la servitizzazione degli scambi di beni (modalità 5), dei flussi di dati e del commercio elettronico nell'ambito del commercio internazionale; evidenzia la necessità di rafforzare le norme internazionali che disciplinano tali settori per garantire ai consumatori vantaggi concreti, migliorare l'accesso ai mercati internazionali da parte delle imprese europee e assicurare il rispetto dei diritti fondamentali in tutto il mondo, comprese la protezione dei dati e la tutela della vita privata; osserva che la protezione dei dati personali non è un aspetto negoziabile negli accordi commerciali; ritiene che i diritti digitali dei cittadini andrebbero promossi attraverso accordi commerciali e ricorda la propria posizione in materia di protezione dei dati e commercio digitale, quale espressa nella risoluzione sul tema "Verso una strategia di commercio digitale"; sottolinea che la politica commerciale dell'UE può svolgere un ruolo fondamentale per colmare il divario digitale; incoraggia la Commissione a promuovere l'agenda sul commercio digitale nel quadro dei negoziati, in corso e futuri, sugli accordi di libero scambio e in seno all'OMC; chiede l'inclusione dei capitoli sul commercio digitale in tutti i futuri accordi commerciali, inclusi quelli attualmente in fase di negoziazione, e rammenta l'importanza di evitare di imporre requisiti ingiustificati in materia di localizzazione dei dati; chiede alla Commissione di perseguire una strategia di commercio digitale che tenga conto delle opportunità offerte alle piccole e medie imprese, agevolando l'accesso ai mercati globali;

4.  sottolinea che l'uscita del Regno Unito dall'Unione avrà ripercussioni sugli scambi commerciali interni ed esterni; esorta la Commissione a prepararsi in anticipo ad affrontare le conseguenze della Brexit per la politica commerciale dell'Unione e a presentare tempestivamente una valutazione d'impatto che contempli varie opzioni per le relazioni commerciali future, in modo da garantire la continuità nel quadro dell'attuazione della politica commerciale dell'UE e delle relazioni con i paesi terzi, nonché possibilità di trovare una soluzione per quanto riguarda gli impegni comuni assunti in sede di OMC;

5.  prende atto del parere 2/15 della CGUE del 16 maggio 2017 sull'accordo di libero scambio UE-Singapore, in cui si stabilisce che, ad eccezione della questione degli investimenti di portafoglio e delle disposizioni relative alla risoluzione delle controversie tra investitori e Stati, l'accordo UE-Singapore è di competenza esclusiva dell'Unione; invita la Commissione e il Consiglio a chiarire il più presto possibile la loro decisione sulla struttura degli accordi futuri di libero scambio e a rispettare pienamente la ripartizione delle competenze tra l'Unione europea e i suoi Stati membri per quanto riguarda l'adozione di direttive di negoziato, i negoziati, la base giuridica delle proposte da firmare e concludere, e in particolare la firma e la conclusione di accordi commerciali internazionali da parte del Consiglio, al fine di non ritardare ulteriormente accordi commerciali concordati, ma non ancora ratificati, con partner commerciali; ricorda che il Parlamento deve essere associato e pienamente informato sin dall'inizio di tutti i negoziati commerciali, prima dell'adozione delle direttive di negoziato e in maniera tempestiva, in tutte le fasi del conferimento del mandato, della negoziazione e dell'attuazione degli accordi commerciali; chiede di adottare le disposizioni necessarie attraverso un accordo interistituzionale nel quadro dell'accordo "Legiferare meglio";

6.  constata che, nonostante il ritiro degli Stati Uniti dai negoziati, i restanti 11 paesi sono riusciti a raggiungere un'intesa sull'accordo di partenariato transpacifico il 23 gennaio 2018 a Tokyo;

Stato di avanzamento del programma dei negoziati commerciali dell'Unione

7.  deplora il mancato raggiungimento di un accordo in occasione della riunione ministeriale dell'OMC a Buenos Aires; sottolinea la cruciale importanza politica ed economica del sistema multilaterale e ribadisce il proprio sostegno a tale sistema; invita l'Unione a svolgere un forte ruolo propositivo nella definizione di norme multilaterali aggiornate, tenendo conto delle nuove sfide che emergono dalle catene globali del valore, nonché a promuovere il ruolo centrale dell'OMC all'interno del sistema commerciale globale; si compiace dell'entrata in vigore dell'accordo sull'agevolazione degli scambi; accoglie con favore la proroga fino al 2033 della deroga dell'OMC relativa ai prodotti farmaceutici per i paesi meno sviluppati; si rammarica del fatto che taluni accordi multilaterali non vengano rispettati e invita la Commissione a intensificare gli sforzi in seno all'OMC per un'effettiva attuazione delle norme e degli accordi multilaterali; ricorda la sua precedente richiesta rivolta alla Commissione affinché si impegni a definire l'agenda dell'OMC, in particolare per quanto riguarda la responsabilità sociale delle imprese e il commercio così come lo sviluppo sostenibile; ribadisce la propria preoccupazione per l'ostruzionismo da parte degli Stati Uniti alle nuove nomine presso l'organo d'appello dell'OMC e sottolinea l'importanza di un efficiente sistema di risoluzione delle controversie in seno all'OMC; invita la Commissione a rafforzare la cooperazione con i nostri principali partner per far fronte alla concorrenza sleale e alle pratiche protezionistiche a opera di paesi terzi;

8.  prende atto del blocco dei negoziati plurilaterali relativi all'accordo sugli scambi di servizi (TiSA) e all'accordo sui beni ambientali; chiede all'Unione di procedere, di propria iniziativa, affinché riprendano i processi negoziali e, nel caso dei negoziati relativi al TiSA, si tenga conto della posizione del Parlamento al riguardo;

9.  sottolinea che diversi accordi di libero scambio, ad esempio gli accordi commerciali con il Canada e l'Ecuador, le disposizioni riguardanti la DCFTA nell'accordo di associazione UE-Ucraina e vari APE con i paesi africani, sono entrati in vigore integralmente o temporaneamente e che gli accordi commerciali con Singapore, Vietnam e Giappone sono stati conclusi dopo la pubblicazione della strategia "Commercio per tutti"; sottolinea la necessità di concedere sufficiente sostegno politico e amministrativo per assicurare che gli accordi commerciali possano essere concordati e ratificati entro termini congrui; sostiene l'attuale processo di aggiornamento degli accordi commerciali con il Cile e il Messico; ricorda la sua richiesta di avviare negoziati con l'Australia e la Nuova Zelanda, tenendo conto delle proprie posizioni al riguardo;

10.  sottolinea che è opportuno promuovere e rafforzare ulteriormente relazioni commerciali e di investimento con i partner strategici dell'UE che siano reciprocamente vantaggiose; chiede di compiere nuovi sforzi per proseguire i negoziati sull'accordo globale in materia di investimenti con la Cina, in particolare per quanto riguarda la reciprocità nel trattamento dell'accesso al mercato e i progressi in materia di sviluppo sostenibile;

11.  sottolinea che gli accordi conclusi e i negoziati bilaterali dell'Unione, in corso o futuri, rappresentano delle possibilità di crescita grazie all'accesso ai mercati e all'eliminazione degli ostacoli commerciali; chiede alla Commissione di collaborare in maniera continuativa con le parti interessate per valutare le priorità nei negoziati in corso; ricorda che occorre dare priorità al contenuto dei negoziati piuttosto che al loro andamento; rammenta altresì che i negoziati devono essere condotti in uno spirito di reciprocità e di vantaggio reciproco, che occorre garantire le norme e gli standard dell'UE, prevenendo le minacce per il modello sociale dell'Unione e l'ambiente, e che devono essere esclusi i servizi pubblici, tra cui i servizi di interesse generale e i servizi di interesse economico generale, in linea con gli articoli 14 e 106 TFUE e il protocollo 26, nonché i servizi audiovisivi; sottolinea che la Commissione deve garantire che, in tutti i negoziati commerciali, le autorità dell'UE, nazionali e locali conservino pienamente il diritto di introdurre, adottare, mantenere o abrogare qualsiasi misura concernente l'aggiudicazione, l'organizzazione, il finanziamento e la fornitura di servizi pubblici, come nel caso dei precedenti accordi commerciali;

12.  chiede alla Commissione e agli Stati membri di riesaminare e, se necessario, di aggiornare ogni cinque anni i mandati per i negoziati commerciali in corso, in modo da adattarli alla potenziale evoluzione del contesto e delle sfide, nonché di prevedere clausole di revisione negli accordi commerciali per garantirne un'attuazione quanto più efficace possibile e adattarli in modo da riflettere i contesti attuali e adeguarvisi, a condizione che siano garantiti il controllo parlamentare e la trasparenza;

13.  osserva che la Commissione ha annunciato in più occasioni l'avvio di negoziati nel campo degli investimenti con Hong Kong e Taiwan e invita la Commissione a completare i lavori preparatori onde avviare formalmente e il prima possibile i negoziati sugli accordi di investimento;

14.  pone l'accento sull'importanza degli investimenti interni ed esterni per l'economia europea e sulla necessità di garantire la tutela degli investitori europei all'estero; chiede alla Commissione di proseguire i lavori riguardo al nuovo sistema multilaterale per dirimere le controversie in materia di investimenti, che deve basarsi, tra l'altro, sulla garanzia del diritto di legiferare degli Stati e sulla trasparenza, e prevedere un meccanismo di ricorso, norme rigide sul conflitto di interessi e un codice di condotta; ritiene che questo nuovo sistema debba tenere conto degli obblighi degli investitori, evitare futili contenziosi, preservare il diritto di legiferare nell'interesse pubblico ed evitare il "gelo normativo", garantire parità giuridica tra gli investitori (con particolare riferimento alle microimprese e alle PMI) nonché l'indipendenza, la trasparenza e la responsabilità, e valutare la possibilità di includere disposizioni procedurali relative, tra l'altro, alle domande riconvenzionali laddove gli investimenti oggetto di una domanda siano stati effettuati in violazione della legislazione applicabile, evitando domande parallele attraverso diversi mezzi giudiziari e chiarendo così la sua relazione con i tribunali nazionali;

15.  invita gli Stati membri a sbloccare infine la procedura riguardante la convenzione delle Mauritius sulla trasparenza nell'arbitrato tra investitori e Stato basato sui trattati, ora che la Corte di giustizia dell'Unione europea ha chiarito le questioni relative alla competenza, e invita la Commissione a intensificare i propri sforzi a tal fine; chiede inoltre di procedere, a partire dal 2020, alla revisione del regolamento che stabilisce disposizioni transitorie (grandfathering) per i trattati bilaterali in materia di investimento mantenuti dagli Stati membri;

16.  si attende un più deciso coinvolgimento dell'UE e dei suoi Stati membri nelle deliberazioni all'interno delle Nazioni Unite relative a un trattato vincolante su imprese e diritti umani;

17.  osserva con preoccupazione che la riforma delle norme di origine annunciata nella strategia "Commercio per tutti" non è stata attuata; pone l'accento sulla complessità delle norme di origine e ribadisce il suo invito a garantire norme di origine che siano aggiornate, facilmente applicabili e più chiare; sottolinea l'impegno assunto in occasione della 10a conferenza euromediterranea dei ministri del commercio a completare entro la fine del 2018 la revisione della Convenzione paneuromediterranea sulle norme di origine; rinnova l'appello alla Commissione affinché elabori una relazione sullo stato di avanzamento delle norme di origine, tenendo conto degli effetti cumulativi di queste ultime attraverso gli accordi bilaterali di libero scambio;

18.  ricorda che nell'attuazione della politica commerciale dell'Unione occorre rivolgere un'attenzione particolare ai prodotti agricoli e agli interessi dei produttori e dei consumatori europei, in particolare alla luce degli effetti cumulativi di tutti gli accordi di libero scambio sul settore; sottolinea che gli accordi commerciali, in particolare quello con il Giappone, possono offrire nuove opportunità economiche al settore agroalimentare; osserva che l'Unione è il maggiore esportatore di prodotti agroalimentari al mondo; sottolinea l'importanza di trovare un giusto equilibrio tra protezione dei prodotti agricoli sensibili e promozione degli interessi offensivi dell'Unione in relazione alle esportazioni agroalimentari, prevedendo, tra l'altro, periodi transitori e quote adeguate e, in taluni casi, l'eventuale esclusione per i prodotti più sensibili; osserva che è essenziale garantire un solido sistema di norme sanitarie e fitosanitarie in linea con il principio di precauzione dell'UE, contrastando allo stesso tempo qualsiasi forma di trattamento discriminatorio nel settore;

Principio di reciprocità quale pilastro della politica commerciale dell'Unione e garanzia di concorrenza leale

19.  ritiene fermamente che uno dei principali obiettivi della politica commerciale dell'Unione dovrebbe consistere nel promuovere la concorrenza leale e nel garantire parità di condizioni; si compiace che nella relazione sull'attuazione della strategia commerciale dell'Unione venga fatto riferimento al principio di reciprocità; ribadisce che la reciprocità deve essere un pilastro della politica commerciale dell'Unione, pur tenendo presente la necessità, ove pertinente, di asimmetrie con i paesi in via di sviluppo nonché di disposizioni di trattamento preferenziale per le nazioni meno sviluppate; prende atto della proposta modificata della Commissione di regolamento relativo all'accesso di beni e servizi di paesi terzi al mercato interno degli appalti pubblici dell'Unione europea, proposta che potrebbe rappresentare un importante strumento per assicurare condizioni di parità nell'accesso ai mercati di paesi terzi; ritiene che l'iniziativa concernente il controllo degli investimenti esteri diretti nell'Unione europea miri a tutelare la sicurezza e l'ordine pubblico dell'Unione e degli Stati membri e possa favorire una maggiore reciprocità nell'accesso ai mercati, assicurando nel contempo una continua apertura agli investimenti esteri diretti;

20.  osserva che la politica commerciale deve essere attuata in modo tale da contribuire a garantire condizioni di concorrenza leali e paritarie per le imprese; si compiace dell'adozione del nuovo metodo di calcolo dei dazi antidumping in caso di distorsioni della concorrenza in un paese terzo; prende atto dell'accordo interistituzionale raggiunto per quanto riguarda l'aggiornamento degli strumenti di difesa commerciale; sottolinea le nuove possibilità che si presentano, in particolare per quanto riguarda l'imposizione di dazi superiori al margine di pregiudizio; pone l'accento sull'importanza di assicurare la corretta attuazione di questi nuovi strumenti intervenendo immediatamente per correggere qualsiasi malfunzionamento o abuso, in maniera proporzionale e pienamente conforme alle norme dell'OMC e agli altri obblighi giuridici dell'Unione; si compiace della posizione proattiva della Commissione riguardo all'utilizzo degli strumenti di difesa commerciale nel 2016, e chiede una simile risolutezza e reattività nel caso in cui alcuni dei nostri partner commerciali utilizzino indebitamente tali strumenti contro le esportazioni dell'Unione;

21.  deplora che la relazione della Commissione sull'attuazione della strategia di politica commerciale menzioni solo in modo marginale l'attività di coordinamento da realizzare con i servizi doganali; osserva che la politica commerciale deve contribuire a contrastare gli scambi illeciti per garantire la competitività delle imprese dell'UE e assicurare un elevato livello di sicurezza dei consumatori; evidenzia altresì l'importante ruolo della politica di concorrenza in tal senso, nonché la necessità di negoziati bilaterali e multilaterali a tal fine;

Utilizzo di strumenti trasversali efficaci per attuare una politica commerciale che vada a vantaggio di tutti

22.   chiede che l'attuazione della politica commerciale diventi parte integrante della strategia commerciale dell'UE;

23.  insiste affinché la Commissione utilizzi immediatamente gli strumenti di cui dispone in caso di malfunzionamento, di ostacoli o di mancato rispetto di un impegno da parte di un partner, avvalendosi in particolare della procedura di risoluzione delle controversie e dei processi ad hoc esistenti previsti dalle disposizioni sul commercio e sullo sviluppo sostenibile contenute negli accordi di libero scambio dell'Unione;

24.  invita la Commissione a valutare le risorse umane e finanziarie attualmente disponibili al fine di migliorare la messa a punto degli accordi commerciali in vista della loro adozione da parte dei colegislatori e di migliorare le modalità di attuazione della politica commerciale; chiede la creazione di un servizio specifico della Commissione preposto al monitoraggio e alla costante valutazione dell'attuazione della politica commerciale, che riporti anche al Parlamento;

25.  sollecita la Commissione e gli Stati membri a intensificare gli sforzi, in particolare con l'ausilio di strumenti informatici, per eliminare tutti gli ostacoli amministrativi e gli oneri inutili, semplificare le procedure tecniche e aiutare le imprese affinché traggano vantaggio dagli accordi e dagli strumenti commerciali;

26.  sottolinea il lavoro essenziale svolto dalle delegazioni dell'Unione insieme alle ambasciate degli Stati membri e alle parti sociali, che consente un intervento rapido e diretto per la corretta attuazione delle disposizioni commerciali, la veloce identificazione di problemi e ostacoli e la loro efficace risoluzione; ritiene che le delegazioni dell'Unione trarrebbero vantaggio da un sistema razionalizzato, basato su un unico insieme di norme e orientamenti per garantire maggiore coerenza; invita la Commissione a coinvolgere maggiormente le delegazioni dell'UE nei paesi terzi in sede di recepimento degli accordi di libero scambio esistenti e futuri, in particolare per quanto riguarda il contesto locale delle start-up; incoraggia la Commissione e il SEAE a portare avanti le proprie azioni nell'ambito della diplomazia economica, coinvolgendo, tra l'altro, le camere di commercio europee;

27.  chiede alla Commissione di realizzare uno studio sugli effetti cumulativi degli accordi commerciali, settore per settore e paese per paese, per contribuire alla valutazione della politica commerciale dell'UE e prevederne e adeguarne gli effetti;

28.  sottolinea che alcuni settori possono incontrare difficoltà economiche collegate agli scambi commerciali; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare politiche di accompagnamento che presentino una dimensione sociale, in modo da massimizzare i vantaggi e ridurre al minimo gli effetti negativi che potrebbero derivare dalla liberalizzazione degli scambi; invita la Commissione, in tale contesto, a rafforzare l'efficacia del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e a renderlo più proattivo;

29.  incoraggia la Commissione a continuare e a intensificare la sua cooperazione con organizzazioni e consessi internazionali, ivi compresi il G20, le Nazioni Unite, l'OCSE, l'OIL, la Banca mondiale, l'Organizzazione mondiale delle dogane e l'Organizzazione internazionale per la standardizzazione, per quanto riguarda l'elaborazione di norme internazionali e la relativa attuazione nonché il monitoraggio degli scambi commerciali, con particolare riferimento agli aspetti sociali e ambientali;

Analisi della prima relazione della Commissione sull'attuazione degli accordi di libero scambio (ALS)

30.  si compiace della pubblicazione, da parte della Commissione, della prima relazione sull'attuazione degli accordi di libero scambio (ALS); chiede alla Commissione di proseguire tale pubblicazione annuale; ribadisce inoltre, tuttavia, che la Commissione dovrebbe svolgere studi esaustivi più approfonditi sull'attuazione degli accordi di libero scambio dell'Unione, esaminare in maniera più approfondita l'argomento e garantire che gli studi contengano un'analisi econometrica e qualitativa pertinente e appropriata e l'interpretazione dei dati, raccomandazioni concrete, contestualizzando i dati pubblicati e fornendo informazioni qualitative supplementari, tra cui - ai fini dell'attuazione delle norme - le parti di accordi di libero scambio come quelle relative al commercio e allo sviluppo sostenibile e agli appalti pubblici; sottolinea che ciò consentirà di disporre di una valutazione completa e più efficace in merito all'impatto reale degli accordi sul campo nell'ottica di rendere la relazione efficace nel guidare le istituzioni dell'UE per quanto concerne la definizione e la realizzazione della strategia commerciale dell'Unione; ritiene, a tale proposito, che per questi studi dovrebbe essere identificata e utilizzata una metodologia comune;

31.  chiede alla Commissione di presentare una relazione sulle disposizioni relative al trattamento della nazione più favorita negli accordi bilaterali di libero scambio esistenti e sul loro effetto pratico nel garantire un ulteriore accesso al mercato dell'UE nei paesi terzi attraverso gli ALS negoziati dai partner ALS dell'UE;

32.  sottolinea che nella relazione mancano varie informazioni e cifre; chiede alla Commissione di collaborare maggiormente con gli Stati membri e i paesi partner per ottenere più dati e informazioni sull'attuazione degli accordi; chiede alla Commissione di fornire informazioni riguardanti, tra l'altro, l'impatto sulla crescita e l'occupazione relativo a tutti gli accordi di libero scambio, il contributo degli accordi di libero scambio in merito all'andamento dei flussi commerciali e l'impatto degli accordi commerciali e di investimento sui flussi degli investimenti e gli scambi commerciali in materia di servizi;

33.  esprime preoccupazione per lo scarso utilizzo delle preferenze commerciali negli ALS dell'Unione, in particolare per il fatto che gli esportatori europei li utilizzano in misura minore rispetto agli esportatori dei paesi partner; chiede alla Commissione di accertare quanto prima le cause di tale squilibrio e di proporre una soluzione; invita la Commissione a esaminare il rapporto tra la complessità delle norme di origine e l'utilizzo degli accordi commerciali preferenziali da parte degli operatori economici; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare rapidamente misure per fornire maggior informazioni agli operatori economici circa le preferenze commerciali previste negli accordi di libero scambio; ritiene che siano necessarie informazioni dettagliate, anche a livello micro, per valutare correttamente l'applicazione degli ALS dell'UE;

34.  ritiene che la Commissione debba rivolgere all'attuazione delle disposizioni degli ALS la stessa attenzione riservata alla fase dei negoziati; invita la Commissione ad affrontare le problematiche dell'attuazione con i partner commerciali pertinenti dell'UE, allo scopo di trovare soluzioni e rendere sistematici gli scambi in materia con gli operatori europei;

35.   invita la Commissione ad assumere un approccio diversificato nei confronti dei vari settori esaminati e a illustrare le conseguenze dell'attuazione degli accordi commerciali per i settori ritenuti sensibili;

36.  si compiace dell'annuncio della definizione di una tabella di marcia per l'attuazione di ciascun accordo commerciale e chiede alla Commissione di coinvolgere tutte le parti interessate nella loro elaborazione; invita la Commissione a stabilire gli obiettivi previsti e i criteri specifici su cui basare una valutazione chiara, tra cui lo stato di avanzamento relativo all'eliminazione delle barriere non tariffarie, il tasso di utilizzo delle preferenze e dei contingenti, o la situazione concernente la cooperazione normativa nonché i progressi in termini di commercio e sviluppo sostenibile; si attende che le tabelle di marcia per l'attuazione siano trasmesse al Parlamento parallelamente alla richiesta ufficiale e chiede di integrare lo stato di avanzamento delle tabelle di marcia nella relazione annuale sull'attuazione degli accordi di libero scambio;

37.  ricorda che gli accordi commerciali, compresi i capitoli commerciali degli accordi di associazione, non possono entrare in vigore prima di essere stati ratificati dal Parlamento; ritiene che la pratica di attendere l'approvazione del Parlamento prima di applicare in maniera provvisoria accordi politicamente importanti debba essere rispettata a livello orizzontale, come ha dichiarato il commissario Malmström nell'audizione del 29 settembre 2014;

Disposizioni specifiche della politica commerciale comune per le PMI

38.  invita la Commissione a valutare l'intero strumentario destinato alle PMI, nell'ottica di sviluppare un approccio globale maggiormente integrato e una vera strategia di internazionalizzazione delle PMI sostenendole nell'ambito delle esportazioni; incoraggia la Commissione a promuovere tale approccio nei consessi internazionali; sostiene l'impegno a favore di campagne di informazione efficaci per le PMI al fine di migliorare i tassi di utilizzo delle preferenze negli ALS dell'UE; sottolinea l'importanza del multilinguismo nel rivolgersi alle PMI di tutti gli Stati membri; chiede di destinare maggiore assistenza legale e amministrativa alle PMI che valutano la possibilità di effettuare esportazioni verso i mercati esteri, non solo mediante l'aggiornamento dei siti Internet, ma anche attraverso nuovi strumenti, tra cui le chat di assistenza tecnica online, che potrebbero fornire un sostegno di base più facilmente accessibile; chiede alle delegazioni dell'Unione di contribuire alle informazioni sulle esportazioni nei rispettivi mercati esteri, allo scopo di aiutare le PMI;

39.   si rammarica che nella relazione della Commissione sull'attuazione degli ALS figurino scarse informazioni riguardo alle PMI; chiede alla Commissione di dedicare una parte specifica della sua relazione alle conseguenze per le PMI dell'attuazione degli accordi commerciali e all'utilizzo di disposizioni specifiche per le PMI;

40.  accoglie con favore l'introduzione di capitoli specifici dedicati alle PMI negli accordi di libero scambio attualmente in fase di negoziazione e chiede alla Commissione di proseguire i suoi sforzi nell'ambito dei negoziati e a includere capitoli e disposizioni specifiche per le PMI negli accordi commerciali che negozia e nelle sue proposte legislative, al fine di migliorare la capacità delle piccole e medie imprese a effettuare scambi commerciali e investimenti; evidenzia che la comprensione della complessità delle norme di origine, il loro aggiornamento e la possibilità di renderle facilmente applicabili e più chiare sono aspetti estremamente importanti per le PMI e che è necessario negoziare disposizioni specifiche per le PMI per affrontare la questione dell'accesso delle piccole imprese al mercato degli appalti pubblici esteri; chiede alla Commissione di impegnarsi a fornire un calcolatore delle norme di origine concepito per le PMI, che nello specifico dovrebbe consentire loro di utilizzare le preferenze disponibili nel quadro degli accordi esistenti, nell'ottica di incrementare il tasso di utilizzo delle preferenze;

Importanza dell'accesso al mercato degli appalti pubblici e della protezione delle indicazioni geografiche

41.   constata che la protezione delle indicazioni geografiche è uno degli elementi offensivi di cui dispone l'Unione nella negoziazione degli accordi commerciali; sottolinea che la relazione sull'attuazione degli ALS rileva che alcuni partner non rispettano le disposizioni relative alla protezione delle indicazioni geografiche e invita la Commissione a intervenire senza indugio prima per garantire il rispetto di tali disposizioni;

42.  rileva che l'Unione ha il più alto tasso di apertura al mondo in termini di accesso al mercato degli appalti pubblici; esprime preoccupazione per il mancato rispetto da parte di alcuni partner delle disposizioni in materia di accesso al mercato degli appalti pubblici contenute negli ALS dell'UE, a scapito delle imprese dell'UE, e per l'accesso molto limitato ai mercati degli appalti pubblici in determinati paesi terzi; chiede alla Commissione di adoperarsi per ottenere un maggiore accesso ai mercati degli appalti pubblici dei paesi terzi e di prendere in esame misure, nel rispetto delle norme sull'accordo sugli appalti pubblici, da utilizzare con i paesi terzi che danno la priorità alle loro imprese interne nell'accesso ai mercati degli appalti pubblici; invita la Commissione a raccogliere e a pubblicare dati sulle imprese relativi all'utilizzo delle disposizioni in materia di appalti pubblici contenute negli accordi di libero scambio, onde meglio comprendere le difficoltà incontrate dalle imprese dell'UE;

43.   chiede alla Commissione di comunicare maggiori informazioni e statistiche sull'evoluzione dell'accesso agli appalti pubblici negli ultimi anni e di fornire informazioni specifiche sui vantaggi apportati dalla protezione delle indicazioni geografiche;

L'effettiva attuazione della politica commerciale contribuisce alla promozione e alla difesa dei valori dell'Unione

44.  ricorda che la politica commerciale comune deve contribuire alla promozione dei valori che l'Unione difende, quali enumerati all'articolo 2 del trattato sull'Unione europea, nonché alla realizzazione degli obiettivi definiti all'articolo 21, compresi il consolidamento della democrazia e lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani, dei diritti e delle libertà fondamentali, l'uguaglianza, il rispetto della dignità umana e la tutela dell'ambiente e dei diritti sociali; ritiene che il conseguimento di tali obiettivi richieda azioni risolute e continuative da parte della Commissione; sottolinea che l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l'accordo di Parigi sul clima forniscono i parametri principali su cui misurare il contributo della politica commerciale dell'UE nei confronti degli obiettivi globali di sviluppo sostenibile concordati;

45.  invita la Commissione a effettuare un monitoraggio sistematico del sistema di preferenze generalizzate (SPG), in particolare del SPG +, e di continuare a pubblicare relazioni con cadenza biennale; invita la Commissione a intensificare la sua azione con i paesi beneficiari, il SEAE, le delegazioni dell'Unione, le missioni diplomatiche degli Stati membri, le organizzazioni internazionali, le imprese, le parti sociali e la società civile, per migliorare la raccolta delle informazioni e approfondire l'analisi del monitoraggio al fine di giungere a una valutazione chiara dell'attuazione di tutti gli aspetti del sistema; sottolinea che l'efficacia del SPG dipende dalla capacità della Commissione di monitorare e attuare le disposizioni della legislazione nei casi di mancata attuazione delle convenzioni internazionali in materia di lavoro o ambiente;

46.  ricorda che gli accordi di nuova generazione contengono clausole sui diritti umani e capitoli sullo sviluppo sostenibile la cui piena e completa attuazione è intesa a garantire e promuovere il rispetto dei diritti umani, dei valori dell'Unione e degli elevati standard sociali e ambientali; prende atto della valutazione dei capitoli sullo sviluppo sostenibile presenti nella relazione della Commissione sull'attuazione degli accordi di libero scambio e chiede un'attuazione tempestiva delle disposizioni vigenti in materia di commercio e sviluppo sostenibile; chiede alla Commissione di sviluppare una metodologia precisa e specifica per il monitoraggio e la valutazione dell'attuazione di tali capitoli, vista l'impossibilità di procedere a una valutazione sulla base di dati esclusivamente quantitativi; ricorda che in alcuni casi l'attuazione delle disposizioni in materia di commercio e sviluppo sostenibile presenta difficoltà, ad esempio nell'ambito dell'accordo di libero scambio UE-Corea, e ribadisce pertanto il suo invito a rafforzare l'applicazione e il monitoraggio dei capitoli in materia di commercio e sviluppo sostenibile attraverso un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni della società civile, comprese le parti sociali, in tutti gli accordi commerciali; deplora che la Commissione abbia prematuramente concluso il dibattito sulle modalità per rafforzare l'applicazione del capitolo sullo sviluppo sostenibile negli accordi commerciali, compreso l'esame di un approccio basato sulle sanzioni, tra le altre possibilità;

47.  ricorda in tale contesto l'importante ruolo dei gruppi consultivi interni; sottolinea il potenziale valore aggiunto di una relazione più strutturata e trasparente con i gruppi consultivi interni dei partner commerciali e riconosce il loro ruolo chiave per una migliore comprensione degli imperativi e delle ambizioni locali; ritiene che i gruppi consultivi interni siano vitali nel contribuire ai processi necessari ai fini di un migliore monitoraggio e attuazione dei capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile;

48.  si compiace della revisione della strategia di aiuti al commercio e sostiene l'obiettivo di rafforzare le capacità dei paesi in via di sviluppo per consentire loro di beneficiare maggiormente delle possibilità offerte dagli accordi commerciali dell'UE; sottolinea, inoltre, che la strategia deve contribuire alla promozione di un commercio equo ed etico, oltre al fatto che dovrebbe diventare uno strumento chiave nel contrastare le crescenti disuguaglianze a livello globale e nel sostenere lo sviluppo economico nei paesi partner dell'UE; incoraggia la Commissione ad aiutare i paesi in via di sviluppo ad adottare le misure necessarie, al fine di mantenere, tra l'altro, l'accesso al mercato europeo per le loro esportazioni e contrastare il cambiamento climatico;

49.  ribadisce il suo sostegno all'inserimento di disposizioni ambiziose per la lotta alla corruzione in tutti i futuri accordi commerciali nell'ambito di competenza esclusiva dell'Unione; accoglie con favore l'inserimento di disposizioni anticorruzione nei negoziati in corso sull'aggiornamento degli accordi di associazione UE-Messico e UE-Cile; ricorda che gli ALS offrono una buona opportunità per rafforzare la cooperazione nella lotta contro il riciclaggio di denaro, la frode fiscale e l'evasione fiscale;

50.  accoglie con favore il fatto che la parità di genere sia stata presa in considerazione nella relazione della Commissione sull'attuazione della sua strategia commerciale; sottolinea l'obiettivo di garantire che le donne beneficino del commercio nella stessa misura degli uomini, anche attraverso la strategia in materia di aiuto al commercio; sottolinea che ciò richiede un approccio proattivo da parte della Commissione, promuovendo l'integrazione della dimensione di genere nella politica commerciale dell'UE, e chiede alla Commissione di inserire questo aspetto nelle sue future relazioni annuali di attuazione;

51.  si compiace dell'impegno della Commissione volto a garantire che i negoziati commerciali intesi a modernizzare l'attuale accordo di associazione UE-Cile includano, per la prima volta nell'UE, un capitolo specifico sul genere e il commercio; ribadisce il suo invito rivolto alla Commissione e al Consiglio inteso a promuovere e a sostenere l'inserimento di un capitolo specifico sul genere negli accordi dell'UE in materia di scambi commerciali e investimenti;

52.   si compiace dell'adozione del regolamento contro la tortura e sottolinea l'importanza di garantirne la corretta attuazione e il rispetto da parte dei nostri partner commerciali; sostiene l'avvio dell'alleanza contro la tortura a livello internazionale;

53.  si compiace dell'adozione del regolamento sui minerali originari di zone di conflitto, che intende contribuire a una gestione più responsabile della catena del valore globale; invita la Commissione, gli Stati membri e gli altri soggetti interessati a proseguire il lavoro preparatorio in vista dell'entrata in vigore del regolamento; invita la Commissione a garantire che le misure di accompagnamento siano elaborate in maniera efficace, fornendo agli Stati membri e alle parti interessate nazionali coinvolte le conoscenze e l'assistenza necessarie, aiutando in particolare le PMI a migliorare la loro capacità di rispettare gli obblighi di dovuta diligenza, come stabilito dal regolamento;

54.  riconosce la proliferazione nei modelli commerciali internazionali delle catene di approvvigionamento integrate e globali; ribadisce il suo invito a cercare modi per sviluppare strategie e norme globali in materia di trasparenza e responsabilità della catena del valore e sottolinea che la politica commerciale comune deve essere attuata in modo da garantire una gestione responsabile della catena del valore globale; chiede alla Commissione di promuovere e rafforzare la responsabilità sociale delle imprese nell'ambito della sua politica commerciale, comprese ulteriori azioni volte a sviluppare norme e pratiche specifiche, tenendo conto degli orientamenti dell'OCSE per le imprese multinazionali, al fine di garantire l'effettiva attuazione della RSI; ribadisce la sua richiesta alla Commissione di includere la RSI in tutti gli accordi commerciali e di monitorare efficacemente tali disposizioni, nell'ambito del rafforzato monitoraggio indipendente del capitolo in materia di commercio e sviluppo sostenibile richiesto dal Parlamento, che coinvolge la società civile; ribadisce il proprio sostegno a iniziative internazionali quali il patto sulla sostenibilità in Bangladesh e chiede alla Commissione di concentrarsi sull'attuazione di tale iniziativa;

55.  invita la Commissione e tutti gli attori internazionali ad aderire ai nuovi orientamenti dell'OCSE sul dovere di diligenza per catene di approvvigionamento responsabili nel settore dell'abbigliamento e delle calzature;

56.  ricorda che la politica commerciale e di sviluppo dell'UE deve contribuire globalmente allo sviluppo sostenibile, all'integrazione regionale e all'inserimento dei paesi in via di sviluppo nelle catene del valore regionali e, infine, globali attraverso la diversificazione economica, il che necessita di regole commerciali globali eque e favorevoli allo sviluppo; invita la Commissione a continuare a sostenere lo sviluppo di una zona continentale di libero scambio in Africa, attraverso un'assistenza politica e tecnica;

57.  ricorda l'impegno dell'UE a favore dell'eradicazione delle forme peggiori di lavoro minorile a livello globale, in quanto ciò deriva dai nostri valori, come sancito dall'articolo 21 TUE; invita nuovamente la Commissione a presentare una proposta per vietare l'importazione di beni prodotti con il lavoro minorile o con qualsiasi altra forma di lavoro forzato o schiavitù moderna; sottolinea, in tale contesto, l'importanza della ratifica, da parte dei paesi che ancora non l'hanno fatto, delle convenzioni dell'OIL n. 182 sulle forme peggiori di lavoro minorile e n. 138 sull'età minima di ammissione al lavoro;

58.  prende atto dei progressi compiuti rispetto alla conclusione e all'attuazione degli accordi di partenariato economico (APE); ritiene che sia necessaria un'analisi approfondita del loro impatto sulle economie africane e sui loro sottosettori, sui rispettivi mercati del lavoro e sulla promozione del commercio interregionale in Africa; invita la Commissione a intensificare il dialogo in uno spirito di autentico partenariato per affrontare le questioni rimaste in sospeso; ricorda che gli APE sono accordi asimmetrici che dovrebbero attribuire pari importanza agli aspetti legati allo sviluppo e al commercio; chiede a tale proposito l'attuazione tempestiva delle misure di accompagnamento, compresa l'erogazione delle risorse del FES;

59.  si compiace, inoltre, dell'attuazione dell'APE Cariforum; rileva che è necessaria una maggiore sensibilizzazione per garantire che i paesi CARICOM possano sfruttare le opportunità offerte dall'accordo; accoglie con favore l'istituzione del comitato consultivo misto, ma esorta la Commissione a garantire che le future istituzioni della società civile siano convocate tempestivamente;

60.  invita nuovamente l'UE a lavorare verso soluzioni adeguate ed efficienti ai fini dell'introduzione di un sistema trasparente e funzionante di etichettatura per la "tracciabilità sociale e ambientale" lungo tutta la catena di produzione, in conformità dell'accordo TBT dell'OMC, promuovendo nel contempo un'azione simile a livello internazionale;

La trasparenza e l'accesso alle informazioni devono procedere di pari passo con l'attuazione della politica commerciale dell'UE

61.  prende atto del lavoro realizzato dalla Commissione in materia di trasparenza e invita la Commissione a condurre i negoziati nella maniera più trasparente possibile, nel pieno rispetto delle migliori prassi come stabilito in altri negoziati; ritiene che il conseguimento della trasparenza debba far parte degli obiettivi chiave della Commissione; invita la Commissione e gli Stati membri a pubblicare i documenti relativi alla negoziazione e all'attuazione degli accordi senza compromettere la posizione negoziale dell'Unione;

62.   chiede alla Commissione e agli Stati membri di sviluppare una vera e propria strategia di comunicazione per la politica commerciale e riguardo a ogni accordo, per massimizzare la trasmissione delle informazioni e adattarla ai soggetti interessati specifici, per consentire loro di beneficiare degli accordi; invita la Commissione e gli Stati membri a presentare misure di sensibilizzazione degli operatori economici riguardo agli accordi conclusi, mantenendo un dialogo costante con le associazioni di categoria, le imprese e la società civile;

63.  si compiace della pubblicazione da parte del Consiglio dei mandati negoziali per il partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), il CETA, il TiSA, gli accordi con il Giappone, la Tunisia e il Cile, e la convenzione MIC, e della pubblicazione da parte della Commissione dei progetti dei mandati negoziali per gli accordi con l'Australia e la Nuova Zelanda e per la creazione del MIC in linea con la richiesta di trasparenza avanzata da tempo dal Parlamento; invita il Consiglio e gli Stati membri a pubblicare tutti i mandati negoziali e la Commissione a pubblicare tutti i progetti di mandato per l'apertura di futuri negoziati; chiede che il Consiglio e la Commissione inseriscano, nell'elaborazione e adozione dei mandati negoziali, le raccomandazioni del Parlamento;

64.  ribadisce la richiesta di coinvolgere maggiormente gli Stati membri, il Parlamento europeo, i parlamenti nazionali, gli operatori economici e i rappresentanti della società civile e delle parti sociali nel monitoraggio della politica commerciale, includendo, ma non solo, le disposizioni sul commercio e lo sviluppo sostenibile; invita la Commissione a pubblicare un piano d'azione e una descrizione dettagliata del modello di "partenariato rafforzato" per l'attuazione degli accordi commerciali;

65.  chiede alla Commissione di migliorare la qualità degli studi di impatto realizzati per ogni accordo commerciale e di inserirvi un'analisi settoriale e geografica; sottolinea che è fondamentale migliorare e rendere più tempestiva la comunicazione delle informazioni contenute negli studi di impatto ex ante ed ex post degli accordi commerciali;

66.  si compiace dell'annuncio della creazione di un gruppo consultivo per il monitoraggio della politica commerciale; sottolinea l'importanza di un'attuazione rapida, trasparente, pubblica e inclusiva di questo nuovo organo; chiede alla Commissione di pubblicare periodicamente i documenti delle riunioni e dei lavori di tale gruppo consultivo; invita inoltre la Commissione a definire processi che garantiscano una risposta adeguata alle questioni sollevate dal gruppo consultivo;

67.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti nazionali, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni.

MOTIVAZIONE

Dalla pubblicazione, nel 2015, della strategia "Commercio per tutti", il contesto della politica commerciale dell'UE è mutato e devono essere affrontate nuove sfide.

Negli ultimi due anni si è assistito al progressivo ritiro degli Stati Uniti dal commercio internazionale e dal sistema multilaterale, mentre il continente asiatico continua a crescere. In Europa, il Regno Unito ha comunicato, il 29 marzo 2017, la decisione di lasciare l'Unione europea in seguito all'esito del referendum. In parallelo, il contesto economico è caratterizzato dall'accelerazione dello sviluppo dei servizi e del commercio elettronico. Infine, il dibattito pubblico sulla questione del commercio internazionale si è amplificato e i cittadini hanno sollevato numerosi interrogativi. Spetta a noi fornire risposte chiare e precise, per dimostrare l'utilità della politica commerciale dell'UE per le imprese e i cittadini.

Un'analisi intermedia della politica commerciale comune è pertanto da accogliere con favore, trattandosi anche del primo documento in materia che fa seguito alla richiesta formulata dal Parlamento nella sua risoluzione del 5 luglio 2016.

Obiettivo del presente progetto di relazione è fornire un resoconto dell'attuazione della politica commerciale e tracciare un bilancio delle azioni realizzate, oltre a quello di verificare se gli impegni assunti dall'UE siano stati rispettati dopo la pubblicazione della strategia "Commercio per tutti", analizzando nel contempo le modalità di attuazione delle misure pertinenti. Il progetto di relazione copre il periodo da ottobre 2015 a dicembre 2017.

Il lavoro di analisi del relatore si è concentrato su quattro documenti di riferimento:

-  la nuova strategia sul commercio e gli investimenti "Commercio per tutti" pubblicata dalla Commissione a ottobre 2015

-  la risoluzione del Parlamento del 5 luglio 2016 su una nuova strategia innovativa e orientata al futuro sul commercio e gli investimenti

-  la relazione della Commissione sullo stato di avanzamento della strategia commerciale dell'UE due anni dopo la sua attuazione, pubblicata il 13 settembre 2017 (COM(2017) 491 final)

-  la relazione della Commissione sull'attuazione degli accordi di libero scambio 1° gennaio 2016 – 31 dicembre 2016, pubblicata il 9 novembre 2017 (COM(2017) 654)

Il relatore esamina gli assi principali definiti dalla strategia commerciale comune e che devono essere perseguiti dalla politica commerciale dell'UE.

In qualità di prima potenza commerciale a livello mondiale, l'Unione europea deve promuovere gli interessi delle imprese e dei cittadini attraverso l'attuazione della sua politica commerciale, pur perseguendo l'obiettivo di un commercio giusto ed equo per tutti, basato su norme che devono essere rispettate e su principi chiave quali la reciprocità. Il progetto di relazione fa il punto sullo stato di avanzamento del programma dei negoziati multilaterali, plurilaterali e bilaterali della Commissione e sugli strumenti adottati per contrastare la concorrenza sleale.

Viene inoltre posto l'accento sul fatto che l'attuazione della politica commerciale e il suo monitoraggio devono diventare parte integrante della strategia commerciale dell'UE. Le imprese europee non sfruttano a sufficienza i vantaggi offerti dagli accordi di libero scambio, mentre il tasso di utilizzo delle preferenze commerciali da parte delle imprese dei paesi partner è molto più alto. È essenziale tuttavia che il contenuto degli accordi sia applicato e che gli operatori economici e i consumatori utilizzino appieno gli strumenti dell'UE. Il progetto di relazione analizza e commenta la prima relazione della Commissione sull'attuazione degli accordi di libero scambio.

Il relatore si sofferma altresì sull'attuazione di specifiche disposizioni della strategia commerciale, che costituiscono elementi offensivi dell'approccio dell'UE e come tali devono essere rispettati. Si tratta del riconoscimento e della protezione delle indicazioni geografiche, dell'accesso agli appalti pubblici, considerando il livello di apertura di questi mercati nell'UE, e dell'inserimento di disposizioni specifiche per le PMI.

La politica commerciale contribuisce anche, attraverso l'attuazione degli accordi e degli strumenti commerciali, alla promozione dei valori dell'UE quali definiti all'articolo 2 del trattato sull'Unione europea, oltre al fatto che dovrebbe sviluppare una gestione responsabile della catena del valore. Il relatore fa pertanto anche il punto sugli strumenti attuati dalla Commissione dal 2015 a oggi e sulle azioni adottate per conseguire tali obiettivi.

Il relatore, infine, ricorda che è essenziale promuovere una maggiore trasparenza nell'attuazione della politica commerciale comune, in particolare nel quadro dei negoziati degli accordi commerciali. Una migliore comunicazione a livello UE e nazionale riguardo alla politica commerciale consentirà anche di trasmettere meglio le informazioni alle parti interessate.

PARERE della commissione per lo sviluppo (26.2.2018)

destinato alla commissione per il commercio internazionale

sulla relazione annuale sull'attuazione della politica commerciale comune
(2017/2070(INI))

Relatore per parere: Doru-Claudian Frunzulică

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per il commercio internazionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea che il commercio non è fine a se stesso e che una politica commerciale inclusiva ed equa, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e la promozione dei diritti umani, costituisce un elemento importante che potrebbe contribuire all'eliminazione della povertà; ricorda il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS), che esige che si tenga conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nelle politiche suscettibili di incidere sui paesi in via di sviluppo; chiede che ci si adoperi per garantire modelli di consumo e di produzione sostenibili, e sottolinea la necessità di una politica commerciale inclusiva ed equa che rispetti rigorosamente e mantenga gli impegni dell'accordo di Parigi dell'UNFCCC, al fine di contribuire in modo equo e coerente all'eliminazione della povertà, nonché alla giustizia sociale e climatica;

2.  ribadisce l'importanza del sistema multilaterale quale modo più efficace per realizzare un sistema commerciale globale inclusivo; accoglie con favore l'estensione fino al 2033 della deroga dell'OMC relativa ai prodotti farmaceutici per i paesi meno sviluppati; invita la Commissione, a tale riguardo, a garantire che le disposizioni commerciali non ostacolino l'accesso ai farmaci e che disposizioni TRIPS + come l'esclusività dei dati non siano inserite negli accordi commerciali con i paesi in via di sviluppo;

3.  invita la Commissione a valutare più approfonditamente l'impatto degli accordi commerciali preferenziali sui paesi in via di sviluppo, compresi gli effetti dell'erosione delle preferenze e del dirottamento del commercio e degli investimenti dai paesi in via di sviluppo verso i paesi sviluppati con gli accordi di libero scambio dell'UE (ALS);

4.  sottolinea che è importante inserire negli accordi commerciali disposizioni globali in materia di norme sociali, del lavoro e ambientali; prende atto del dibattito in corso sull'eventuale inclusione in tutti gli accordi commerciali di un capitolo vincolante e applicabile sul commercio e lo sviluppo sostenibile; insiste sull'inclusione negli ALS dell'UE e nei regimi commerciali preferenziali di disposizioni rigorose volte a contrastare l'evasione e l'elusione fiscali;

5.  si compiace della conclusione del regolamento sui minerali dei conflitti[1] di cui chiede la rapida attuazione, comprese le misure di accompagnamento; incoraggia la Commissione a introdurre maggiore trasparenza e responsabilità nelle catene di approvvigionamento globali, segnatamente nel settore dell'abbigliamento;

6.  invita la Commissione e tutti gli attori internazionali ad aderire ai nuovi orientamenti dell'OCSE sul dovere di diligenza per catene di approvvigionamento responsabili nel settore dell'abbigliamento e delle calzature;

7.  ricorda che un maggiore accesso ai dati doganali sulle importazioni che entrano nell'UE aumenterebbe la trasparenza e la responsabilità della catena del valore globale; invita la Commissione a estendere gli obblighi in materia di dati doganali e a includere l'esportatore e il produttore quali elementi obbligatori dei dati doganali, rafforzando in tal modo la trasparenza e la tracciabilità delle catene del valore globali; invita inoltre la Commissione ad adoperarsi per consentire alle parti che invocano un interesse pubblico di accedere ai dati doganali raccolti dai soggetti che commercializzano prodotti o beni importati nell'UE;

8.  si rammarica che i meccanismi di informazione non finanziaria per le imprese europee che operano nei paesi in via di sviluppo continuino ad essere su base volontaria; osserva che, per raggiungere l'obiettivo della coerenza delle politiche per lo sviluppo e mostrare un impegno in vista di un atteggiamento socialmente responsabile, gli investimenti devono rispettare rigorosi requisiti di responsabilità sociale delle imprese (CSR) con piena trasparenza fiscale, sulla base di un quadro giuridico internazionale chiaro; sottolinea che gli investimenti devono essere utilizzati per sostenere le economie locali e la creazione di posti di lavoro dignitosi in linea con i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, e con le norme fondamentali del lavoro dell'OIL; invita nuovamente l'UE e i suoi Stati membri a partecipare in modo costruttivo al gruppo di lavoro intergovernativo sulle società transnazionali e altre imprese commerciali per quanto riguarda i diritti umani, allo scopo di stabilire un trattato internazionale obbligatorio e applicabile;

9.  sottolinea la necessità di riformare il regime degli investimenti internazionali per bilanciare i diritti e gli obblighi degli investitori, ad esempio consentendo alle parti lese di presentare ricorso e fornendo strumenti di difesa contro gli investitori stranieri che violano gli obblighi vincolanti;

10.  ricorda che la politica commerciale e di sviluppo dell'UE deve contribuire globalmente allo sviluppo sostenibile, all'integrazione regionale e all'inserimento dei paesi in via di sviluppo nelle catene del valore regionali e, infine, globali attraverso la diversificazione economica, il che necessita di regole commerciali globali eque e favorevoli allo sviluppo; invita la Commissione a continuare a sostenere lo sviluppo di una zona continentale di libero scambio in Africa, attraverso un'assistenza politica e tecnica;

11.  prende atto dei progressi compiuti rispetto alla conclusione e all'attuazione degli accordi di partenariato economico (APE); ritiene che sia necessaria un'analisi approfondita del loro impatto sulle economie africane e sui loro sottosettori, sui rispettivi mercati del lavoro e sulla promozione del commercio interregionale in Africa; invita la Commissione a intensificare il dialogo in uno spirito di autentico partenariato per affrontare le questioni rimaste in sospeso; ricorda che gli APE sono accordi asimmetrici che dovrebbero attribuire pari importanza agli aspetti legati allo sviluppo e al commercio; chiede a tale proposito l'attuazione tempestiva delle misure di accompagnamento, compresa l'erogazione delle risorse del FES;

12.  si compiace, inoltre, dell'attuazione dell'APE Cariforum; rileva che è necessaria una maggiore sensibilizzazione per garantire che i paesi CARICOM possano sfruttare le opportunità offerte dall'accordo; accoglie con favore l'istituzione del comitato consultivo misto, ma esorta la Commissione a garantire che le future istituzioni della società civile siano convocate tempestivamente;

13.  prende atto della decisione n. 12/CVI/17 del Consiglio dei ministri ACP del 5 e 6 dicembre 2017[2] e incoraggia la Commissione a valutare la possibilità di creare un programma volto ad aiutare i paesi in via di sviluppo ad adeguarsi ai cambiamenti della legislazione europea e alle relative conseguenze per le rispettive economie, al fine di consentire loro di adottare le misure necessarie per mantenere l'accesso al mercato europeo per le proprie esportazioni;

14.  sottolinea l'importanza di prevedere solidi meccanismi di monitoraggio negli accordi commerciali con i paesi in via di sviluppo; ricorda che il monitoraggio e l'attuazione delle disposizioni relative allo sviluppo sostenibile richiedono un impegno duraturo e globale con le organizzazioni della società civile, inclusi i partner locali; invita l'UE a garantire che le condizioni dei diritti umani legate alle preferenze commerciali unilaterali, quali i sistemi SPG o SPG+, siano efficacemente attuate e monitorate; si compiace, a tale proposito, del fatto che siano inviate in tutti i paesi SPG + missioni di monitoraggio dell'UE e sollecita la Commissione ad effettuare una valutazione critica delle relazioni sui progressi compiuti al fine di valutare la capacità delle preferenze commerciali di fornire risultati di sviluppo;

15.  accoglie con favore lo sviluppo delle disposizioni sull'uguaglianza di genere nei negoziati in corso con i paesi dell'America latina; sottolinea la necessità di un'ulteriore integrazione della parità di genere nella politica commerciale dell'UE;

16.  sottolinea l'importanza di adeguare le politiche commerciali per sostenere gli sforzi nazionali volti a contrastare i cambiamenti climatici in vista del rispetto dell'accordo di Parigi, che dovrebbe essere considerato una "clausola essenziale" in tutti i futuri accordi commerciali dell'UE.

INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

20.2.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

16

4

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Ignazio Corrao, Mireille D’Ornano, Nirj Deva, Doru-Claudian Frunzulică, Enrique Guerrero Salom, Maria Heubuch, György Hölvényi, Arne Lietz, Norbert Neuser, Vincent Peillon, Cristian Dan Preda, Lola Sánchez Caldentey, Eleftherios Synadinos, Eleni Theocharous, Paavo Väyrynen, Bogdan Brunon Wenta, Željana Zovko

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Thierry Cornillet, Agustín Díaz de Mera García Consuegra, Paul Rübig, Rainer Wieland

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

16

+

ALDE

Thierry Cornillet, Paavo Väyrynen

ECR

Eleni Theocharous

EFDD

Ignazio Corrao

PPE

Agustín Díaz de Mera García Consuegra, György Hölvényi, Cristian Dan Preda, Paul Rübig, Bogdan Brunon Wenta, Rainer Wieland, Željana Zovko

S&D

Doru-Claudian Frunzulică, Enrique Guerrero Salom, Arne Lietz, Norbert Neuser, Vincent Peillon

4

-

ECR

Nirj Deva

EFDD

Mireille D’Ornano

GUE/NGL

Lola Sánchez Caldentey

NI

Eleftherios Synadinos

1

0

VERTS/ALE

Maria Heubuch

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

  • [1]  Regolamento (UE) 2017/821 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che stabilisce obblighi in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell'Unione di stagno, tantalio e tungsteno, dei loro minerali, e di oro, originari di zone di conflitto o ad alto rischio, GU L 130 del 19.5.2017, pag. 1.
  • [2]  Decisione n. 12/CVI/17 della 106a sessione del Consiglio dei ministri ACP, tenutasi a Bruxelles il 5 e 6 dicembre 2017.

INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

24.4.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

33

2

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

William (The Earl of) Dartmouth, Laima Liucija Andrikienė, Tiziana Beghin, David Campbell Bannerman, Daniel Caspary, Salvatore Cicu, Santiago Fisas Ayxelà, Karoline Graswander-Hainz, Nadja Hirsch, Yannick Jadot, France Jamet, Jude Kirton-Darling, Bernd Lange, David Martin, Emma McClarkin, Anne-Marie Mineur, Sorin Moisă, Artis Pabriks, Franck Proust, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Viviane Reding, Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández, Tokia Saïfi, Helmut Scholz, Joachim Schuster, Joachim Starbatty, Adam Szejnfeld, Iuliu Winkler, Jan Zahradil

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Eric Andrieu, Goffredo Maria Bettini, Reimer Böge, Klaus Buchner, Dita Charanzová, Agnes Jongerius, Frédérique Ries

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

33

+

ALDE

Dita Charanzová, Nadja Hirsch, Frédérique Ries

ECR

David Campbell Bannerman, Emma McClarkin, Joachim Starbatty, Jan Zahradil

EFDD

Tiziana Beghin

GUE/NGL

Helmut Scholz

PPE

Laima Liucija Andrikienė, Reimer Böge, Daniel Caspary, Salvatore Cicu, Santiago Fisas Ayxelà, Sorin Moisă, Artis Pabriks, Franck Proust, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Viviane Reding, Tokia Saïfi, Adam Szejnfeld, Iuliu Winkler

S&D

Eric Andrieu, Goffredo Maria Bettini, Karoline Graswander-Hainz, Agnes Jongerius, Jude Kirton-Darling, Bernd Lange, David Martin, Inmaculada Rodríguez-Piñero Fernández, Joachim Schuster

VERTS/ALE

Klaus Buchner, Yannick Jadot

2

-

EFDD

William (The Earl of) Dartmouth

ENF

France Jamet

1

0

GUE/NGL

Anne-Marie Mineur

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

Ultimo aggiornamento: 25 maggio 2018
Note legali - Informativa sulla privacy