RELAZIONE Raccomandazione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla difesa della libertà accademica nell'azione esterna dell'UE

27.11.2018 - (2018/2117(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Wajid Khan


Procedura : 2018/2117(INI)
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A8-0403/2018
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PROGETTO DI RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla difesa della libertà accademica nell'azione esterna dell'UE

(2018/2117(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti il trattato sull'Unione europea (TUE) e il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–  vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare l'articolo 13,

–  visti il quadro strategico e il piano di azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia (11855/2012), adottati dal Consiglio "Affari esteri" il 25 giugno 2012,

–  visti gli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani per la libertà di espressione online e offline, adottati dal Consiglio "Affari esteri" il 12 maggio 2014,

–  viste la relazione annuale dell'UE sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2016 e la politica dell'Unione europea in materia,

–  vista la raccomandazione relativa alla condizione del personale docente dell'insegnamento superiore, adottata in occasione della 29a sessione dalla Conferenza generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) che si è tenuta dal 21 ottobre al 12 novembre 1997,

–  vista la dichiarazione di Lima sulla libertà accademica e l'autonomia degli istituti d'istruzione superiore, adottata dal World University Service (Servizio universitario mondiale) nel settembre 1988,

–  vista la risoluzione 29/7 sul diritto all'istruzione, adottata dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel corso della sua 42a riunione del 2 luglio 2015,

–  vista l'osservazione generale n. 13 del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali adottata l'8 dicembre 1999 in occasione della sua ventunesima sessione,

–  visto il parere 891/2017 della commissione di Venezia,

–  viste le relazioni delle organizzazioni non governative (ONG) nazionali, europee e internazionali e, in particolare, i principi della responsabilità dello Stato in materia di protezione dell'insegnamento superiore dagli attacchi,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sui diritti fondamentali,

–  visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

–  visto l'articolo 113 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A8-0403/2018),

A.  considerando che l'UNESCO definisce la libertà accademica come il diritto, senza alcuna costrizione dottrinale, alla libertà di insegnamento e di discussione, alla libertà di svolgere attività di ricerca e di divulgazione e a pubblicare i relativi risultati, alla libertà di esprimere liberamente la propria opinione sull'istituto o il sistema in cui si lavora, alla libertà dalla censura istituzionale e alla libertà di partecipare alle attività di organi accademici professionali o di rappresentanza;

B.  considerando che il diritto all'istruzione è di fondamentale importanza per l'esercizio di tutti gli altri diritti umani e per il conseguimento di uno sviluppo sostenibile; che è possibile esercitare tale diritto soltanto in un'atmosfera di libertà accademica e con l'autonomia degli istituti d'istruzione superiore;

C.  considerando che la dichiarazione di Lima sulla libertà accademica e l'autonomia degli istituti d'istruzione superiore definisce la libertà accademica come libertà dei membri della comunità accademica - che comprende tutte le persone che insegnano, studiano, fanno ricerca e lavorano in un istituto d'istruzione superiore - sia individualmente che collettivamente, nel perseguire, sviluppare e trasmettere conoscenze, attraverso la ricerca, lo studio, la discussione, la documentazione, la produzione, la creazione, l'insegnamento, la docenza e la scrittura;

D.  considerando che tale definizione deve essere basata sui valori democratici fondamentali, compresi i principi di accesso equo e di lotta contro la discriminazione, la responsabilità, lo spirito critico e indipendente, l'autonomia istituzionale e la responsabilità sociale; che non può esservi democrazia senza la libertà accademica che consente un dibattito informato;

E.  considerando che la libertà accademica è un elemento essenziale per progredire verso lo sviluppo sostenibile, in particolare per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) sanciti dall'Agenda 2030, in cui istruzione di qualità, ricerca scientifica e innovazione occupano un posto centrale;

F.  considerando che l'autonomia è un presupposto necessario affinché gli istituti d'istruzione svolgano le funzioni di loro competenza; che la libertà accademica richiede una protezione costante e vigile da pressioni indebite dello Stato o da interessi commerciali;

G.  considerando che libertà accademica — comprese le libertà costitutive di pensiero, opinione, espressione, associazione, viaggio e istruzione — contribuisce a creare lo spazio in cui una società pluralista aperta e stabile è libera di riflettere, interrogare, condividere idee nonché produrre, consumare e diffondere conoscenze;

H.   considerando che gli attacchi contro la libertà accademica recano pregiudizio alla ricerca, allo studio, all'insegnamento, al discorso pubblico e al diritto all'istruzione, ed erodono la qualità accademica e lo sviluppo sociale, politico, economico e culturale; che le risposte ai problemi della società dovrebbero essere individuate attraverso il ragionamento, le prove e la persuasione;

I.  considerando che il diritto all'istruzione, all'insegnamento e alla ricerca può essere pienamente goduto solo in un'atmosfera di libertà accademica;

J.  considerando che la comunità accademica e gli istituti d'istruzione sono sempre più vulnerabili a interferenze, pressioni o repressioni da parte degli Stati, del settore delle imprese o di altri soggetti non statali; che, ogni anno, in tutto il mondo si registrano centinaia di attacchi contro le università, gli istituti d'istruzione superiore e i relativi membri, compresi uccisioni, violenze e sparizioni, arresti e detenzioni illeciti, azioni penali senza fondamento, perdite di posizione, licenziamenti o espulsioni dagli studi infondati, restrizioni ai viaggi e al movimento e altre minacce estreme o sistemiche; che le violazioni della libertà accademica si verificano anche negli Stati membri dell'Unione europea e nei suoi partner più vicini;

K.  considerando che i tagli ai finanziamenti pubblici per l'istruzione, compresa l'istruzione superiore, e la conseguente necessità di fonti di reddito alternative mettono a rischio la libertà accademica, in particolare quando tali finanziamenti esterni provengono da regimi autocratici stranieri o da società multinazionali;

L.  considerando che gli istituti d'istruzione stranieri all'interno dell'Unione europea sono vittime di attacchi da parte dei governi nazionali e devono far fronte a violazioni della loro libertà accademica;

M.  considerando che i tentativi di controllare o mettere a tacere gli istituti di istruzione superiore o i loro studiosi, studenti e personale si estendono ben al di là delle persone e degli istituti che ne sono oggetto diretto e colpiscono la società in generale, restringendo lo spazio per la partecipazione democratica inclusiva, per la libertà di parola e per l'emancipazione di tutti i cittadini nonché privando le future generazioni di accademici e ricercatori di alta qualità;

N.  considerando che l'effettiva realizzazione del diritto all'istruzione e la garanzia della libertà accademica impongono agli Stati di garantire un livello adeguato e affidabile di finanziamento per l'istruzione; che le politiche di austerità finanziaria ed economica hanno minato gravemente la libertà accademica e continuano a farlo in tutto il mondo, anche all'interno dell'Unione europea;

O.  considerando che le violazioni della libertà accademica vengono raramente affrontate nel quadro della normativa in materia di diritti umani, il che riflette in parte una mancanza di familiarità con le questioni legate alla libertà accademica tra i difensori dei diritti umani e, in parte, il fatto che le denunce spesso si riferiscono ad altri diritti violati, quali la libertà di espressione o di opinione; che, di conseguenza, le norme in questo settore sono poco sviluppate e molte violazioni della libertà accademica non vengono segnalate;

P.  considerando che vi è una necessità generale sia di sensibilizzare l'opinione pubblica in merito all'importanza della libertà accademica come strumento per promuovere la democrazia, il rispetto dello Stato di diritto e la responsabilità che di creare opportunità per migliorare le sue capacità di patrocinio e difesa;

Q.  considerando che è importante individuare gli attacchi alla libertà accademica come parte di un fenomeno globale e adoperarsi affinché i professori universitari e gli studenti presi di mira siano riconosciuti non solo come persone i cui diritti vengono violati, ma anche come difensori dei diritti umani che vengono attaccati; che è necessaria una risposta forte a livello internazionale e nazionale sia dall'interno dell'istruzione superiore stessa sia dalla società civile e dal pubblico in generale;

R.  considerando che molti docenti universitari e studenti a rischio non sono in grado di accedere alle opportunità offerte dai programmi dell'UE per la mobilità accademica e i difensori dei diritti umani, in quanto non soddisfano i criteri di candidatura o incontrano grandi difficoltà nel seguire le procedure, i requisiti e i calendari generali di candidatura;

S.  considerando che le restrizioni ai finanziamenti nell'ambito dei programmi dell'UE limitano le azioni delle organizzazioni e delle università dell'UE che già sostengono studenti e studiosi che sono a rischio o fuggono dai loro paesi a causa della minaccia di persecuzione che incombe su di loro per il loro impegno accademico; che queste organizzazioni e università richiedono più assistenza per le loro azioni e iniziative;

T.  considerando che l'UE si è impegnata a promuovere e a tutelare i diritti umani, le istituzioni democratiche e lo Stato di diritto in tutto il mondo; che il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia prevede una politica unionale più efficace in materia di diritti umani e sostegno alla democrazia, anche aumentando l'efficacia dei dialoghi sui diritti umani, migliorando la visibilità e l'impatto delle strategie per paese in materia di diritti umani, concentrandosi su un'effettiva attuazione delle linee guida dell'UE in materia di diritti umani e migliorando la diplomazia pubblica e le comunicazioni sui diritti umani;

1.  raccomanda al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza:

a)   di riconoscere esplicitamente l'importanza della libertà accademica nelle dichiarazioni pubbliche, nelle politiche e nelle misure inerenti all'azione esterna dell'UE, compreso il riconoscimento dei principi in base ai quali: le idee non sono reati e il discorso critico non è indice di slealtà, ma anzi costituiscono elementi essenziali di una società democratica e del suo sviluppo; l'autonomia degli istituti d'istruzione dovrebbe essere sempre tutelata; la libertà accademica svolge un ruolo di primo piano nel progresso dell'insegnamento e nello sviluppo dell'umanità e della società moderna;

b)  di riconoscere che le rivendicazioni riguardanti la libertà accademica rientrano nella vigente normativa in materia di diritti umani e derivano dal diritto all'istruzione e dai diritti alla libertà di espressione e di opinione; di ricordare che la libertà accademica include la libertà degli accademici di divulgare informazioni, condurre ricerche e diffondere conoscenze e verità senza restrizioni, nonché la loro libertà di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni – anche se controversi o impopolari – negli ambiti oggetto della loro ricerca e della loro competenza professionale, il che potrebbe includere un'analisi del funzionamento delle istituzioni pubbliche in un dato sistema politico e una critica al riguardo;  

c)  di mettere in evidenza pubblicamente il problema legato agli attacchi contro la libertà accademica, comprese le loro conseguenze negative; di esprimere preoccupazione per quanto concerne la vulnerabilità della comunità accademica a interferenze indebite da parte di autorità nazionali, attori privati o interessi aziendali; e di rammentare la responsabilità degli Stati di garantire la libertà accademica, agire in conformità di essa e proteggere in maniera proattiva gli istituti di istruzione superiore, gli accademici e gli studenti da eventuali attacchi, indipendentemente dalla loro provenienza o natura;

d)  di assicurare che i rappresentanti delle istituzioni e degli Stati membri dell'UE in visita presso paesi terzi siano informati sulla situazione della libertà accademica;

e)  di dimostrare sostegno alle istituzioni, al personale e agli studenti che sono a rischio o che sono stati vittime di coercizione o di attacchi violenti, e condannare pubblicamente tali attacchi, sollevando il problema a tutti i livelli, anche attraverso dichiarazioni, visite, inviti ad apparizioni pubbliche e monitoraggio dei processi e delle condizioni di detenzione, nonché riferimenti specifici a singoli casi di membri della comunità dell'istruzione superiore che sono a rischio;

f)  di sostenere un accesso paritario alla comunità accademica, indipendentemente da etnia, casta, disabilità, nazionalità, credo religioso, identità di genere, orientamento sessuale o altro status; di prestare particolare attenzione nei loro rapporti con i paesi terzi, sostenere l'eliminazione della discriminazione basata sul genere e tutte le forme di violenza e contribuire a conseguire l'uguaglianza di genere e il diritto all'istruzione per tutti;

g)  di evidenziare che gli attacchi alla libertà accademica possono avvenire anche attraverso attacchi informatici, dal momento che oggi gli accademici fanno sempre più uso di Internet e dei social media per esprimere le proprie idee e opinioni;

h)  di sollevare la questione della libertà accademica a diversi livelli del dialogo politico, inclusi i dialoghi sui diritti umani e le consultazioni con i paesi partner; di intensificare gli sforzi diplomatici con i paesi partner attraverso un impegno bilaterale e multilaterale in relazione ad eventi preoccupanti collegati a minacce o attacchi contro la libertà accademica, in particolare attacchi violenti contro istituzioni e membri della comunità dell'istruzione superiore, comprese politiche o pratiche discriminatorie, indebite restrizioni alla ricerca o all'espressione, azioni penali o detenzioni illecite e restrizioni al diritto di formare e aderire a un sindacato; di incoraggiare i paesi partner a definire un quadro per la libertà accademica e l'autonomia degli istituti e a monitorare l'attuazione di tali diritti fondamentali; di assicurare che tutti gli accordi di cooperazione internazionale con i paesi partner rispettino tali principi;

i)  di incoraggiare tutti gli Stati ad approvare e attuare, come già fatto dalla maggior parte degli Stati membri dell'UE, la Dichiarazione sulle scuole sicure e le relative linee guida per proteggere scuole e università da un uso militare durante i conflitti armati, che rappresenta una guida alla responsabilità di proteggere i valori fondamentali, in particolare la libertà accademica e l'autonomia degli istituti, in un contesto di attacchi violenti e coercitivi a danno dell'istruzione superiore;

j)   di collaborare con le Nazioni Unite, il Consiglio d'Europa, le agenzie internazionali, la società civile e le comunità dell'istruzione superiore per creare meccanismi di monitoraggio e di comunicazione degli attacchi, delle minacce e delle indebite restrizioni nei confronti dell'istruzione superiore e dei singoli ricercatori; di rafforzare e promuovere il monitoraggio al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica, garantire che i responsabili siano tenuti a rispondere delle loro azioni e migliorare gli sforzi volti a prevenire e rispondere agli attacchi contro la libertà accademica;

k)  d'impegnarsi e incoraggiare un dialogo costante con le comunità universitarie e le organizzazioni la cui missione è proteggere le comunità dell'istruzione superiore e promuovere la libertà accademica, in modo da sviluppare i migliori quadri politici, iniziative e strategie di difesa possibili per la libertà accademica;

l)  di contribuire allo sviluppo di capacità per indagini rapide, approfondite e trasparenti in caso di violazioni della libertà accademica, in particolare in situazioni di violenza; di incrementare gli sforzi volti prevenire e rispondere agli attacchi contro la libertà accademica, nonché di adottare tutte le misure ragionevolmente necessarie per far sì che i responsabili siano tenuti a rispondere delle loro azioni;  

m)  di promuovere i lavori di ricerca e di sensibilizzazione volti a riformare la legislazione e i regolamenti che impongono restrizioni indebite alla libertà accademica o all'autonomia accademica degli istituti di istruzione superiore e promuovere l'autonomia degli istituti come strumento per proteggere i sistemi di istruzione superiore da interferenze o attacchi a opera dello Stato, di aziende o di altri soggetti non statali e tutelare l'istruzione superiore dalla politicizzazione e dalla manipolazione ideologica;

n)  di intensificare gli sforzi diplomatici con i paesi partner attraverso un impegno bilaterale e multilaterale in relazione ad eventi preoccupanti collegati a minacce o attacchi contro la libertà accademica, in particolare attacchi violenti contro istituzioni e membri della comunità dell'istruzione superiore, comprese politiche o pratiche discriminatorie, indebite restrizioni alla ricerca o all'espressione e azioni penali o detenzioni illecite;  

o)   di rivedere gli attuali meccanismi di sostegno e protezione per i difensori dei diritti umani in modo da sviluppare la capacità di individuare e fornire assistenza, inclusi la protezione e il sostegno di emergenza, nei casi che comportano attacchi alla libertà accademica, anche attraverso la protezione fisica, il sostegno legale e l'assistenza per i visti, il sostegno medico, il monitoraggio dei processi e delle condizioni di detenzione, la difesa e le attività lobbistiche nonché il sostegno a lungo termine durante l'esilio; chiede, in particolare, che lo Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani includa tra le sue priorità la promozione della libertà accademica e il sostegno ai membri della comunità accademica a rischio;

p)  di rivedere i programmi e le risorse esistenti per la mobilità accademica e altre forme di cooperazione nell'istruzione e nella ricerca, compresi i criteri, le procedure, i requisiti, le tempistiche e i calendari per presentare domanda, al fine di eliminare gli ostacoli che potrebbero altrimenti impedire a docenti o studenti qualificati a rischio di poter ottenere accesso alle opportunità, alle posizioni o ad altre risorse offerte dai programmi; di promuovere i progetti esistenti finanziati dall'UE, quali il progetto "rifugio accademico", che perseguono l'obiettivo di creare maggiore consapevolezza circa l'importanza della libertà accademica nel settore dell'istruzione superiore e le conseguenze che ne derivano per l'intera società laddove tale libertà venga repressa;

q)  di garantire che i programmi di assistenza macrofinanziaria dell'UE destinati ai paesi terzi e le politiche degli istituti finanziari europei non pregiudichino la libertà accademica sostenendo politiche che riducano gli importi stanziati al settore dell'istruzione a titolo del bilancio nazionale;

r)   di creare nuove iniziative nell'ambito di programmi esistenti e futuri – eventualmente come sinergie sviluppate e finanziate dall'Unione con le sue rubriche non dedicate all'istruzione e alla ricerca – quali lo strumento di preadesione (IPA III), Orizzonte 2020, Erasmus + e le azioni Marie Skłodowska-Curie, a favore di nuovi programmi finanziati dall'UE per sostenere il collocamento di accademici, ricercatori e studenti a rischio aventi lo status di protezione internazionale presso gli istituti di istruzione superiore e gli istituti di ricerca europei;

s)  di sostenere gli sforzi normativi in corso a livello regionale e internazionale, anche attraverso l'adozione di una dichiarazione internazionale sulla libertà accademica e l'autonomia degli istituti d'istruzione superiore; di incoraggiare l'UE e i suoi Stati membri a presentare un'iniziativa in materia di libertà accademica al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani;

t)  di assicurare un sostegno costante e di alto livello al Centro interuniversitario europeo e al Campus globale sui diritti umani e la democrazia, quale fiore all'occhiello del sostegno fornito dall'UE all'educazione in materia di diritti umani a livello mondiale;

2.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

21.11.2018

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

56

5

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Michèle Alliot-Marie, Nikos Androulakis, Petras Auštrevičius, Bas Belder, Victor Boştinaru, Elmar Brok, Klaus Buchner, James Carver, Lorenzo Cesa, Georgios Epitideios, Eugen Freund, Michael Gahler, Iveta Grigule-Pēterse, Sandra Kalniete, Tunne Kelam, Wajid Khan, Stelios Kouloglou, Andrey Kovatchev, Eduard Kukan, Arne Lietz, Barbara Lochbihler, Sabine Lösing, Andrejs Mamikins, David McAllister, Francisco José Millán Mon, Javier Nart, Pier Antonio Panzeri, Demetris Papadakis, Ioan Mircea Paşcu, Alojz Peterle, Tonino Picula, Kati Piri, Julia Pitera, Cristian Dan Preda, Jozo Radoš, Michel Reimon, Sofia Sakorafa, Jean-Luc Schaffhauser, Anders Sellström, Alyn Smith, Jordi Solé, Dobromir Sośnierz, Jaromír Štětina, Dubravka Šuica, Charles Tannock, László Tőkés, Miguel Urbán Crespo, Ivo Vajgl

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Doru-Claudian Frunzulică, Ana Gomes, Takis Hadjigeorgiou, Marek Jurek, Patricia Lalonde, Antonio López-Istúriz White, David Martin, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Marietje Schaake, Eleni Theocharous, Bodil Valero, Mirja Vehkaperä, Željana Zovko

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALEIN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

56

+

ALDE

Petras Auštrevičius, Iveta Grigule-Pēterse, Patricia Lalonde, Javier Nart, Jozo Radoš, Marietje Schaake, Ivo Vajgl, Mirja Vehkaperä

ECR

Bas Belder, Charles Tannock, Eleni Theocharous, Anders Primdahl Vistisen

GUE/NGL

Takis Hadjigeorgiou, Sabine Lösing, Sofia Sakorafa, Miguel Urbán Crespo

PPE

Michèle Alliot-Marie, Elmar Brok, Lorenzo Cesa, Michael Gahler, Sandra Kalniete, Tunne Kelam, Andrey Kovatchev, Eduard Kukan, Antonio López-Istúriz White, David McAllister, Francisco José Millán Mon, Alojz Peterle, Julia Pitera, Cristian Dan Preda, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Anders Sellström, Jaromír Štětina, Dubravka Šuica, Željana Zovko

S&D

Nikos Androulakis, Victor Boştinaru, Eugen Freund, Doru-Claudian Frunzulică, Ana Gomes, Wajid Khan, Arne Lietz, Andrejs Mamikins, David Martin, Pier Antonio Panzeri, Demetris Papadakis, Gilles Pargneaux, Ioan Mircea Paşcu, Tonino Picula, Kati Piri

VERTS/ALE

Klaus Buchner, Barbara Lochbihler, Michel Reimon, Alyn Smith, Jordi Solé, Bodil Valero

5

-

ECR

Marek Jurek

ENF

Jean-Luc Schaffhauser

NI

James Carver, Georgios Epitideios, Dobromir Sośnierz

1

0

PPE

László Tőkés

Significato dei simboli utilizzati:

+  :  favorevoli

-  :  contrari

0  :  astenuti

Ultimo aggiornamento: 27 novembre 2018
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